Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Numero 222 24 Novembre 2015 95 Pagine Speciale EICMA Tutte le novità 2016 esposte al Salone di Milano Periodico elettronico di informazione motociclistica Interviste Moto.it intervista Rea, Sykes, Hayden, Giuliano, Pirro e Giacomo Agostini Scarica l’APP del Magazine I dibattiti di Moto.it Le supersportive del 2016 viste da Ducati, Honda, Kawasaki e Suzuki | PROVA SU STRADA | YAMAHA XSR 700 da Pag. 02 a Pag. 11 All’Interno NEWS: BMW NineT Scrambler | Ducati XDiavel | BMW eRR | Honda Africa Twin Adventure Sports Concept KTM 1290 Super Duke GT | Suzuki GSX-R 1000 Concept | Yamaha MT-10 | N. Cereghini: Tanti ragazzi all’Eicma Yamaha XSR 700 PREGI Guida facile, divertente e motore DIFETTI Sound fin troppo civile Prezzo 7.590 € PROVA SU STRADA YAMAHA XSR 700 La Casa giapponese ci ha fatto provare in Sardegna la sua prima moto classica della famiglia Faster Sons. Il responso? Una ciambella col buco. Ha tanta personalità, è fatta da Dio e diverte un sacco. Solo il sound è troppo civile, lo vorremmo più tamarro. Costa 7.590 di Andrea Perfetti 2 3 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Media Y amaha ci ha presentato a Biarritz il progetto Faster Sons, un motto che rende omaggio ai modelli iconici della Casa per presentare una gamma di nuove moto. Come spiega benissimo Shun Miyazawa (Product Manager di Yamaha Motor Europa), oggi i motociclisti amano le moto “old but new”. È verissimo, gli appassionati si sono stufati delle linee spaziali, che sembrano vecchie dopo due anni. Piacciono le cose classiche, che sappiano però conciliarsi con la sicurezza e il piacere tipici dei prodotti moderni. Così va inquadrata la filosofia Faster Sons e così va intesa la nuovissima XSR 700. Non è la moto da hipster (anche se probabilmente garberà parecchio anche a loro) e non è una moto in stile land of joy (vedi Ducati Scrambler). È una Yamaha moderna, che richiama lo stile classico della Casa giapponese, 4 pilota e passeggero, e il telaietto posteriore è facilmente smontaibile per personalizzare la moto (soluzione vista per la prima volta sulla BMW R nineT). Davanti troviamo poi il faro gigante e, sotto questo, il grande radiatore volutamente lasciato nel colore dell’alluminio. Alle sue spalle c’è la bella strumentazione, classica nello stile, ma modernissima nel display LCD che riesce a mostrare tutte le info possibili in pochissimi centimetri. Il manubrio è molto più largo (740 mm contro 660) e più arretrato rispetto alla MT-07 e dona una postura più dritta e spostata sul retrotreno. Si prende più aria ed è difficile tenere i 130 di media, ma si sta più comodi e rilassati quando si va a zonzo senza fretta. La qualità della moto, considerando anche il prezzo di acquisto (7.590 euro), è notevole e abbraccia anche le belle finiture del motore e del telaio. I carter laterali sono una piccola opera d’arte e ci sono piaciuti anche i blocchetti elettrici, minimalisti e molto funzionali. Completa il bel quadretto la coppia di pneumatici Pirelli Phantom Sportscomp (120/70-17 e Prove 180/55-17), retrò nel disegno ma con un grip che porta presto a limare le pedane. Motore: 689 cc coi fiocchi Il cuore della Yamaha XSR 700 è il bicilindrico frontemarcia Yamaha da 689 cc, caratterizzato dagli scoppi irregolari e dalla fasatura a 270°. Eroga 75 cavalli a 9.000, ma si spinge con facilità fino a oltre 10.000 giri. La coppia massima è di 68 Nm a 6.500 giri. Esiste anche la versione con 35 kW, guidabile con la patente A2. Il cambio ha sei marce e dispone di una morbida frizione con comando a cavo. Il telaio e il forcellone sono in acciaio, mentre i cerchi (a 10 razze) sono in alluminio. La sospensione posteriore Monocross ha l’ammortizzatore orizzontale, montato direttamente sul carter motore. Davanti lavora una forcella tradizionale, priva di regolazioni, mentre il mono è regolabile nel precarico. Anche l’impianto frenante è preso pari pari dalla MT-07 e conta sulla coppia di dischi anteriori a margherita da 282 mm, con pinze a 4 pistoncini, e sul rivisto sotto la lente del grande customizer Shinya Kimura che ha dato una significativa ispirazione al centro di design GK della Yamaha. La nuova XSR 700 entra nella gamma sport heritage con uno stile vintage che richiama la Yamaha XS650 nata negli anni ’70. Il design della XSR 700 colpisce – e piace – in virtù di due caratteristiche che saltano subito all’occhio. È personale come capita di rado di vedere e sfoggia arrogante molti particolari ben fatti. Vi diciamo subito che la XSR 700 condivide con la MT-07 il motore bicilindrico parallelo e la ciclistica. Estetica ed ergonomia in sella sono però una cosa a parte. La prima punta sui richiami vintage: il serbatoio ha le pance in alluminio (fatte in Italia e contraddistinte da una qualità eccellente), che faranno la felicità dei customizer. Sarà infatti possibile cambiare la fisionomia della moto senza la complicazione di dover modificare anche la pompa della benzina. La sella ha il rivestimento differenziato per 5 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Prove di un bel sound tamarro, che sarebbe la ciliegina sulla torta di questo motore. Sì, perché il bicilindrico parallelo è un piccolo gioiello. Ha 75 cavalli, che si danno da fare come dei matti. A 2.000 giri (ma anche meno) gira già bello regolare e fino ai 5.000 ti porta a spasso con una bella verve e un’erogazione impeccabile. Dai 6.000 giri cambia faccia, getta la maschera e si scatena. Corre come un pazzo fino a 9.000 giri, dove c’è la potenza massima. Ma non gli basta. Se volete, lui continua a urlare fino a quasi 11.000 giri e diverte un casino. È davvero un ottimo propulsore, che si sposa benissimo con una ciclistica agile, ma anche precisa quando si forza il ritmo. La XSR 700 ha infatti tre anime. È una bella moto classica con cui bighellonare senza fretta. Ma si lascia anche maltrattare sui percorsi misti, dove ha una tenuta di strada sportiva (d’altra parte sotto sotto c’è quella peste della MT-07). E la terza anima? È quella da funbike, perché la XSR 700 non va soltanto forte, ma permette di giocare come disco posteriore da 245 mm. L’ABS è di serie e non è disinseribile (non ce ne sarebbe il motivo). Gli accessori La nuova XSR700 nasce per essere personalizzata. Lo dimostrano le pance del serbatoio in alluminio e il codino, che si smonta in pochi minuti. Ma c’è anche una gamma di accessori lunga così, che comprende scarichi, borse, griglie di protezione e altro ancora. Ci limitiamo a consigliarvi la griglia che protegge il radiatore dal pietrisco. La nuova Yamaha XSR 700 sarà disponibile in colorazione Forrest Green e Garage Metal dal mese di novembre del 2015. La nostra prova Può l’ergonomia fare la differenza? In parte sì. La Yamaha XSR 700 ha una guida diversa dalla MT07, perché il carico sulla ruota anteriore è sicuramente inferiore. Il manubrione largo e arretrato 6 ci fa stare belli dritti in sella e questa dista solo 815 mm da terra. Si ha un controllo totale e sempre sicuro della moto, che pesa pure pochissimo, soltanto 186 chili con 14 litri di benzina nel serbatoio. Col pieno si fa anche parecchia strada: abbiamo percorso sempre più di 20 km/l con una guida non propriamente improntata all’economy run. I comandi sono leggeri, burrosi e accentuano la facilità con cui la XSR si lascia condurre. Con lei si entra in sintonia dopo due chilometri. Si sta comodi, persino al passeggero è riservato uno spazio accettabile (se non si è troppo corpulenti). La strumentazione è bella e si legge sempre bene; c’è anche l’indicazione della marcia (oltre a quelle su consumi, temperatura esterna e del motore, due trip e molto altro ancora). Altre cose positive? Le vibrazioni, nel senso che non ci sono proprio. Negative? Difficile trovarne, ma una sicuramente c’è: lo scarico basso è ben fatto, ma è troppo ligio al dovere e priva la XSR 700 7 8 9 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica bambini tra le curve. La frenata è soprattutto modulabile, mentre la potenza dell’impianto è quella che serve a una moto di questo tipo. Le sospensioni sono tarate sul rigido, soprattutto l’ammortizzatore e, a cercare il pelo nell’uovo, il ritorno della forcella potrebbe essere più frenato. Le gomme Pirelli danno un bel feeling e contribuiscono a rendere la guida tra le curve a dir poco frizzante. È promosso a pieni voti anche il cambio, sempre preciso e leggero negli innesti. A 110 orari il motore gira a soli 4.500 giri. Nel complesso Yamaha può andare fiera della sua prima Faster Son (per inciso, è anche la sua prima moto Euro 4). 10 Prove Casco AGV Giacca Dainese Guanti Dainese Scarpe IXS SCHEDA TECNICA ABBIGLIAMENTO Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Yamaha XSR 700 ABS 7.590 euro Cilindrata 689 cc Tempi 4 Cilindri 2 Raffreddamento a liquido Avviamento elettrico Alimentazione iniezione Frizione multidisco Potenza 75 cv - 55 kw - 9.000 rpm Coppia 7 kgm - 68 nm - 6.500 rpm Emissioni Euro 4 Numero marce 6 Capacità serbatoio carburante 14 lt ABS Sì Pneumatico anteriore 120/70 ZR 17M/C(58V) Pneumatico posteriore 180/55 ZR 17M/C(73V) Peso a secco 184 Kg 11 VAI ALLA NOSTRA SEZIONE EICMA 2015 SALONI SPECIALE EICMA 2015 Un salone che ha fatto il pieno di pubblico. Tanta voglia di moto, molti i modelli nuovi e interessanti un po’ in tutte le cilindrate e tipologie 12 13 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Media identica la soluzione del telaietto posteriore rimovibile per lavorare liberamente sull’estetica della moto (rispettando sempre le norme di omologazione) e adottare la coda monoposto. Cambia la posizione di guida con l’adozione di un manubrio rialzato, della differente sella (con cuciture a vista) e delle pedane riposizionate. E cambia radicalmente l’avantreno sostituendo la ruota da 17 con quella da 19 pollici, la forcella rovesciata con una telescopica tradizionale con steli da 43 mm – munita di soffietti in gomma – ed escursione di 125, mentre le pinze dei freni passano da radiali ad assiali, ma sempre a quattro pistoncini. Mutamenti importanti in funzione delle caratteristiche di guida. Le scheda tecnica ci dice che il passo è di 1527 mm, l’avancorsa misura 110 mm e il cannotto di sterzo è inclinato di ben 28,5°. La sella è a 820 mm da terra e il peso in ordine di marcia è di 220 kg. L’impianto frenate ha dischi anteriori da 320 mm e sistema EICMA 2015 antibloccaggio Abs, mentre il dispositivo il controllo di stabilità Asc è offerto solo in optional. A Monaco ricordano come il tema scrambler sia stato già affrontato con la R 68 che venne presentata nel 1951 al Salone internazionale di Francoforte con il tipico impianto di scarico alto, del tipo 2 in 1, come quella guidata in gara da Georg “Schorsch” Meier. La R 68 prevedeva un impianto di scarico montato in basso, ma i terminali alti erano disponibili già all’epoca come accessorio dedicato. Di serie, sulla nuova Scrambler, ci sono le ruote integrali in lega leggera, ma ci sono in optional quelle a raggi, mentre si possono montare gomme con battistrada maggiormente scolpito. Rispetto alla nota R nineT non cambia il serbatoio in acciaio da 17 litri ed è confermata la fiancatina in alluminio che copre il condotto di aspirazione a destra. Sul fianco sinistro risalta invece il doppio terminale rialzato mentre altri elementi stilistici sono il faro rotondo (come sulla R nineT) BMW R NINET SCRAMBLER di Maurizio Gissi | La vendutissima R nineT si trasforma in Scrambler diventando una vera special di serie che può essere personalizzata grazie alla versatilità del progetto di base. Ha ruota anteriore da 19”, forcella e pinze tradizionali e, soprattutto, una linea azzeccata E’ una delle vedette dello stand BMW al salone di Milano. Eicma tiene a battesimo la nuova BMW Scrambler, realizzata partendo dall’apprezzata R nineT che sta vendendo molto bene a li 14 vello mondiale. E se la R nineT è stata una scommessa vinta, una rottura con il passato, BMW con la Scrambler sembra giocare su un terreno meno impervio, sposando il linguaggio universale. La base di partenza è appunto la R nineT e 15 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito e la strumentazione con singolo elemento rotondo. Il motore e la trasmissione sono gli stessi della R nineT, quindi il boxer di 1.170 cc eroga in questa versione 110 cv a 7.750 giri, e una coppia massima di 116 Nm a 6.000 giri. La frizione a secco è sempre a comando idraulico e il cambio è a sei marce. La trasmissione Paralever con ruota a sbalzo muove l’ammortizzatore centrale, con escursione ruota di 140 mm. La colorazione monolith metallizzato opaco della nuova Scrambler si ritrova anche sul serbatoio e nella calotta del faro anteriore. Altri componenti sono rivestiti in nero, come il telaio, il monobraccio, le ruote, i foderi della forcella e carter motore. Numerose superfici in alluminio dalla struttura differente creano dei contrasti tecnici con il resto. Il parafango anteriore e, nel caso che venga montata la sella monolitica, la conclusione della coda, sono 16 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 verniciati in nero satinato. Fra gli optional montati in fabbrica ci sono: cerchi a raggi incrociati, pneumatici da fuoristrada, Automatic Stability Control ASC, manopole riscaldate, indicatori di direzione LED, serbatoio in alluminio spazzolato a mano con cordone di saldatura rettificato oppure lasciato a vista, collettore di scarico cromato, sella alta e impianto antifurto. Gli accessori dedicati a questo specifico modello, che quindi si vanno ad aggiungere a quelli della nota R nineT, sono invece: sella Scrambler monoposto, contagiri, griglia protettiva per il proiettore (non omologabile), paramotore, targa portanumero laterale e parabrezza Scrambler. Del possibile prezzo di vendita non si sa ancora quale sarà, anche se teoricamente dovrebbe essere non superiore a quello dell R nineT che costa 15.590 euro. 17 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb BMW G 310 R di Maurizio Gissi | E’ la prima BMW di cilindrata medio piccola e sfrutta un moderno monocilindrico. E’ dedicata al mercato globale, aree asiatica e sudamericana in particolare, ma ha le caratteristiche per attrarre nuovi appassionati anche da noi. Sarà costruita in India dalla TVS e arriverà a tarda primavera L a prima fra le novità BMW che vedremo a Eicma è l’inedita G 310 R che è stata svelato oggi a Monaco nella sede della casa tedesca. Un modo per sottolineare la paternità assoluta del progetto anche se la produzione sarà affidata all’indiana TVS Motor 18 Company, legata da una joint venture di cui vi abbiamo scritto qui, nello stabilimento di Bangalore. TVS è il terzo produttore motociclistico indiano con 2,5 milioni di unità annue costruite. Su questa nuova piattaforma ci saranno altre versioni che vedremo in futuro, anche se non non ci sono al momento notizie al riguardo. La G 310 R è una monocilindrica che ha il compito di riempire un vuoto di offerta nell’articolata gamma BMW che attualmente non scende sotto i 650 cc. Entra nel segmento dove trova KTM Duke 390, la nuova Yamaha MT-03, oltre alle Honda e Kawasaki 300. Modelli che in Europa sono dedicati al pubblico più giovane, come a quello femminile o di chi cerca mezzi meno impegnativi sotto ogni punto di vista, e che hanno un baciano potenzialmente molto vasto in Asia o in Brasile. Giusto per citare due mercati in forte crescita. Si tratta di una naked snella, con interasse di soli 1.374 mm, sella a 785 mm dal suolo e il peso con il pieno contenuto in 158,5 kg. Il posizionamento scelto da BMW segue la filosofia premium tipica dei modelli di questa marca. Lo stile sportivo si rifà alla naked S 1000 R, fatte le debite proporzioni, sottolineato dalla carenatura del faro, dai deflettori copri radiatore e dalle linee spigolose ispirate alla maxi. Anche le scelte grafiche e cromatiche, oltre alla forcella anodizzata oro, sono simili alla quattro cilindri a ribadirne il family feeling. Interessante il layout deciso per il nuovo motore monocilindrico di 313 cc. Si tratta di un bialbero quattro valvole, raffreddato a liquido, con il cilindro inclinato all’indietro e con la testata ruotata di 180° (una soluzione utilizzata ad esempio sulla Yamaha YZ250F da cross), in modo da avere l’ammissione in avanti – ottimizzando l’air box – e lo scarico più diretto e senza l’antiestetico collettore anteriore. Con alesaggio di 80 mm, è munito di contralbero di equilibratura, disposto davanti all’albero motore, e di cambio a sei marce. La potenza è di 34 cv a 9.500 giri (taglio a 10.500 giri) e la coppia massima è dichiarata in 28 Nm a 7.500 giri. Per fare un paragone, la KTM Duke è accreditata di 43 cv, anche 19 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb se con cilindrata di 373 cc. BMW spiega che la sua G 310 ha rapporto di compressione contenuto in 10,6:1 per poter funzionare con ogni tipo di benzina poiché si tratta appunto di un modello globale. Per il telaio è stata scelta una struttura in tubi di acciaio con telaietto posteriore, sempre tubolare, e imbullonato. Il forcellone è invece in fusione di lega leggera. Lo sospensioni sono affidate a una forcella rovesciata da 41 mm, non regolabile com’è prevedibile, e a un mono centrale posteriore. Ruote da 17 pollici e freno a disco singolo anteriore da 300 mm, più da 240 posteriore, con circuito Abs completano il quadro 20 ciclistico. Fra gli accessori dedicati ci sono: sella bassa e comfort, portapacchi, Topcase “Basic” da 29 litri con piastra di fissaggio e Topcase da 30 litri. E poi cavalletto centrale, indicatori di direzione LED, presa di corrente della rete di bordo da 12 Volt e manopole riscaldate. La BMW G 310 R sarà disponibile in tre varianti cromatiche: cosmic black/polar white pastello, strato blue metallizzato e pearl white metallizzato. La moto è attesa nelle concessionarie a tarda primavera 2016, il prezzo non è stato ancora comunicato ma dovrebbe essere allineato con quello della KTM Duke, che è ora in vendita a 5.150 euro. 21 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Media Il motore DUCATI XDIAVEL Una nuovissima cruiser per Borgo Panigale. Ha debuttato al Salone di Milano il nuovo Testastretta DVT1262, con elettronica più sofisticata ed altre innovazioni L’ avevamo scambiata per la nuova Diavel, ma avevamo ragione solo a metà. XDiavel, la novità Ducati forse più importante per il 2016, lanciata qui al Salone di Milano, è una moto davvero tutta nuova. A partire dal propulsore ma non solo perché anche sotto il piano ciclistico ed elettronico la moto 22 bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb che segna l’ingresso della Casa di Borgo Panigale nel segmento Cruiser (a nostro parere però avvenuto con la prima Diavel, che pur originale e personale difficilmente si poteva incasellare altrove) porta al debutto – assoluto o per Ducati – diverse altre soluzioni. Iniziamo dal motore: il propulsore che spinge XDiavel è una nuova versione di quel Testastretta DVT nato per Multistrada 1200, naturalmente già Euro-4. Qui la cilindrata viene innalzata a 1262cc allungando la corsa, con l’evidente obiettivo di aumentare la coppia ai bassi e medi regimi come si addice ad un modello del genere. Il rapporto di compressione sale di mezzo punto (12,5:1) e restano naturalmente la doppia accensione, il controllo della distribuzione a fasatura variabile DVT e l’iniezione di aria secondaria allo scarico. Il risultato tiene fede ai propositi Ducati: la coppia massima si attesta a 13,1kgm a soli 5.000 giri (ed è già superiore ai 10kgm fin dai 2.100) mentre la potenza massima arriva a 156cv a 9.500. Diversa in parte anche l’architettura stessa del propulsore, con attacchi del telaio su entrambe le teste, con supporti per le pedane (avanzate) del pilota fissate sulla testa anteriore. L’albero motore è dotato di una nuova soluzione per l’equilibratura, che sostituisce le più classiche pastiglie con piastre in acciaio riportate. Novità anche per il posizionamento della pompa dell’acqua, spostata all’interno della L per una maggior pulizia delle linee. E finalmente arriva sul Testastretta il sensore marcia precedentemente appannaggio del solo Superquadro. Gli intervalli di manutenzione confermano l’impegno Ducati verso la definizione di propulsori sempre più affidabili: la manutenzione ordinaria si effettua ogni 15.000km, con registrazione del gioco valvole solo a 30.000km. 23 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine su steli separati e monoammortizzatore Sachs al posteriore regolabile in precarico ed estensione a montaggio quasi orizzontale e cinematismo progressivo. Gli pneumatici restano quelli, imponenti, di Diavel. All’avantreno troviamo un 120/70ZR17, mentre il posteriore è dominato da un 240/45ZR17, entrambi Pirelli Diablo Rosso II. L’impianto frenante conta su pinze Brembo monoblocco M4-32 con pompa radiale che lavorano dischi da 320mm e disco posteriore da 265mm. Grande novità – per Ducati – anche in zona trasmissione, con l’avvento di quella cinghia praticamente irrinunciabile nel mondo cruiser. Gestione elettronica ed ergonomia Naturalmente presente la piattaforma inerziale IMU, che offre le funzioni ormai consolidate sulla gamma Ducati. C’è il controllo di trazione DTC, l’ABS cornering Bosch-Brembo 9.1MP, tre riding modes (Sport, Touring e Urban con potenza diminuita a 100cv) ma anche l’inedito Ducati Power Launch, un controllo che permette al pilota partenze brucianti agendo sul controllo acceleratore ride-by-wire e preserva la frizione gestendo il numero massimo di lanci. La strumentazione segue lo schema già noto, con cluster spie sul manubrio e schermo TFT separato, in zona blocchetto d’avviamento. Blocchetto che peraltro non serve più, perché XDiavel fa debuttare l’avviamento hands-free su Ducati, permettendo l’accensione del motore da remoto attraverso la chiave/telecomando. I fari, anteriore e posteriore, sono full-LED, con la versione XDiavel S dotata di luci diurne DRL. Estreme le possibilità 24 EICMA 2015 Allestimenti e colorazioni Disponibile solo in nero, XDiavel è disponibile nella versione standard (nera opaca) e nella S, con livrea lucida. La versione S aggiunge il già citato gruppo ottico anteriore con DRL, forcella con riporto DLC sugli steli, pinze anteriori Brembo M50, sella speciale e dettagli con lavorazioni a vista – cerchi da 14 invece che 12 razze e cartelle distribuzione in alluminio – e verniciatura del motore in nero lucido. di personalizzazione, perché è possibile configurare XDiavel con cinque selle, tre pieghe del manubrio e quattro posizioni delle pedane – con la possibilità di un ulteriore optional sotto forma del kit “pedane centrali” Ducati Performance, per chi proprio non riesce a sacrificare la dinamica di guida in favore del look e comodità delle unità avanzate. La ciclistica Abbiamo detto che XDiavel è una cruiser, ma resta una Ducati. Ecco quindi che a fronte di un interasse imponente (1615mm) troviamo quote ciclistiche improntate all’agilità, con lavoratissime piastre di sterzo che definiscono un’inclinazione di 30° ed un’avancorsa di 130mm. E angoli di piega di 40°, valore del tutto fuori portata per il mondo cruiser. Le sospensioni sono unità a controllo meccanico, con forcella Marzocchi da 50mm completamente regolabile ad idraulica 25 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Media 136Nm dotato di doppia accensione e comando della distribuzione desmodromico a fasatura variabile. Motore peraltro perfetto per ogni condizione grazie al sensore antidetonazione che ne consente un impiego ottimale anche ad alta quota o con benzine di scarsa qualità, come può avvenire nei viaggi più lunghi o impegnativi. Ma il nuovo è fuori, come dicevamo. Il frontale della moto è stato ridisegnato per accogliere un nuovo serbatoio da 30 litri, il becco anteriore è stato allungato per proteggere meglio dal fango e il parafango sull’avantreno riposizionato e ridisegnato. Le cover del serbatoio inoltre sono ora in alluminio con bulloneria volutamente a vista, e la sella (disponibile in tre versioni, con altezze rispettivamente di 850, 870 e 890mm) si estende più verso il basso e prevede una sezione del passeggero optional a larghezza ridotta per EICMA 2015 consentire al pilota di arretrare più agevolmente nel fuoristrada. Sempre per lo stesso utilizzo è disponibile un plexiglass anteriore più basso (sempre regolabile su 60mm d’escursione) che migliora la visibilità nella guida in piedi. Il telaio è stato rivisitato nelle quote ciclistiche per renderlo più versatile nell’uso fuoristradistico, con una ridefinizione di offset e avancorsa per trovare il giusto compromesso fra guida su strada e in fuoristrada. L’altezza minima da terra è cresciuta di 31mm per un totale di 205mm. Diverso naturalmente anche il forcellone bibraccio in alluminio fuso in conchiglia, con finiture che mescolano parti lucidate ad altre che restano grezze. Optional il navigatore Garmin integrato e le manopole riscaldate, di serie invece la presa di corrente USB sotto la sella per collegare lo smartphone, integrabile con la strumentazione attraverso la DUCATI MULTISTRADA 1200 ENDURO La versione più fuoristradistica della “Multi” è arrivata al Salone di Milano. Cerchi a raggi con anteriore da 19”, autonomia maggiorata ed elettronica sempre sofisticatissima A rriva al Salone di Milano EICMA 2015 la nuova Ducati Multistrada 1200 Enduro, allestimento “Adventure” dell’ultima crossover/travel di Borgo Panigale che concretizza quelle promesse fuoristradistiche fatte dall’evoluzione architetturale di cui il modello standard è stato protagonista l’anno scorso: quell’innalzamento del 26 propulsore per aumentare la luce a terra che ha definito il nuovo look più massiccio e muscoloso in… zona spalle. Nuovi ciclistica e sovrastrutture Il propulsore resta pressoché invariato rispetto a quello – ottimo – del modello standard, il bicilindrico a L Testastretta DVT con 160cv e 27 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Multistrada Link App. Di serie anche il cavalletto centrale, e variati gli attacchi valige per restringere il posteriore di Multistrada. E non potevano mancare le valige laterali in alluminio, realizzate da Touratech per Ducati Performance. Le sospensioni semiattive Skyhook (con modalità ottimizzate per il fuoristrada) sono naturalmente unità tutte nuove sviluppate appositamente per questo modello, con forcella rovesciata a steli da 48mm con perno ruota avanzato e monoammortizzatore Sachs che garantiscono 200mm di escursione. I cerchi a raggi tubeless, con canali in alluminio a 40 raggi incrociati e mozzi fusi in gravità da 3.00 e 4.50 ospitano pneumatici Pirelli Scorpion II Trail da 120/70 R19 all’anteriore e 170/60 R17 al posteriore. L’impianto frenante prevede pinze radiali monoblocco Brembo, pompe radiali e doppio disco anteriore da 320mm. 28 Gestione elettronica La gestione elettronica è pressoché equivalente a quella montata su Multistrada standard, con piattaforma inerziale IMU che costituisce il sensore principe a supporto di un sistema integrato che comprende quattro riding modes (Enduro, Touring, Sport e Urban). Con diverse risposte di controllo di trazione DTC, sospensioni DSS, ABS Cornering e anti-impennata DWC. Il sistema ABS sulla ruota posteriore e la funzione antisollevamento del retrotreno naturalmente si può disinserire nel riding mode Enduro. La novità arriva sotto forma del Vehicle Hold Control, sistema di assistenza alle partenze in salita che attraverso l’ABS aiuta il pilota in caso di forti dislivelli soprattutto a pieno carico. Una novità assoluta per Ducati che debutta, appunto, sulla più avventurosa delle M 29 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine canale si restringe per ospitare una gomma posteriore di minor sezione. La strumentazione è composta da un elemento singolo circolare completamente digitale, con diverse soluzioni ispirate al modello originale anni 70. Si tratta solo di uno dei tanti richiami sparsi qua e là per la moto: la chiave d’accensione, ad esempio, una volta inserita nel blocchetto posizionato sul supporto del faro, richiama il design del commutatore luci originale. E il sottosella, con le sue modanature, è un altro omaggio alla versione originaria. Il propulsore è il classico bicilindrico ad L con distribuzione due valvole (naturalmente desmodromica) raffreddato ad aria da 399cc direttamente derivato da quello dello Scrambler di maggior cilindrata, con alesaggio di 72 mm e corsa di 49 mm. Alimentato da un corpo farfallato singolo da 50 mm di diametro con due iniettori sotto farfalla, è naturalmente omologato Euro 4. Lo scarico 2 in 1 con silenziatore a cover in alluminio è studiato appositamente per la Sixty2 con giro collettori basso. Il cambio è a sei rapporti. Il valore di potenza è più che sufficiente: 41 CV a 8.750 EICMA 2015 giri, soprattutto considerando la coppia di 34,3 Nm a 7.750 giri che dovrebbe garantire un’ottima guidabilità ed accessibilità anche per i meno esperti o i motociclisti di ritorno. Buono anche l’intervallo di manutenzione, fissato ogni 12.000 chilometri. Il telaio è un traliccio in tubi d’acciaio, con cannotto di sterzo inclinato di 24° e avancorsa di 112mm. Quote che, unite all’interasse di 1460mm, definiscono un ottimo compromesso fra stabilità ed agilità. Le sospensioni sono composte da una Showa a steli tradizionali da 41mm non regolabile, mentre al retrotreno lavora un monoammortizzatore Kayaba con regolazione del precarico. I già citati cerchi in lega a dieci razze calzano pneumatici Pirelli MT60 (specificamente sviluppati per Scrambler) da 110/80 R18 all’anteriore e da 160/60 R17. L’impianto frenante Brembo, con ABS Bosch 9.1MP a due canali, conta su una coppia di dischi rispettivamente da 320 e 245mm rispettivamente all’avantreno e al retrotreno. Il serbatoio “tiene” 14 litri. Scrambler sarà disponibile nelle tre colorazioni Atomic Tangerine, Ocean Grey e Shining Black. DUCATI SCRAMBLER SIXTY2 Al Salone di Milano è arrivata la Scrambler 400. E’ ancora più accessibile per prestazioni e prezzo rispetto all’apprezzatissima sorella maggiore V e l’avevamo anticipata, ora eccola qua: la Scrambler Sixty2 arriva sul mercato per ampliare ulteriormente la potenziale clientela della sua best seller 2015 grazie a prestazioni ancora più accessibili ed un prezzo ancora più allettante determinato da qualche sacrificio nei materiali senza compromettere lo stile e l’impatto estetico. Il serbatoio diventa in acciaio con guance integrate (e logo dedicato, con quattro stelline che 30 ricordano la minor cilindrata) così come il forcellone: compromessi di poco conto, che non intaccano sicuramente un impatto estetico che non perde nulla rispetto alla versione di maggior cilindrata. I gruppi ottici restano a LED, con il caratteristico guidaluce lungo la circonferenza esterna del faro che funge da luce di posizione. I cerchi sono in lega a razze incrociate come sulla Full Throttle: all’anteriore troviamo proprio la stessa unità, al posteriore il design è invariato, mentre il 31 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb LE NOVITÀ HARLEY-DAVIDSON di Cristina Bacchetti | Lo stand Harley-Davidson a EICMA ha ospitato le novità 2016: le Sportster Iron 883 e Forty-Eight e la Softail Slim S e Fat Boy S, oltre alla rinnovata Road Glide Ultra L e novità 2016 Harley le ha già svelate da un po’. Ora è possibile ammirarle sotto ai riflettori di EICMA. I principali aggiornamenti riguardano le piccine di Casa: le Sportster Iron 883 e Forty-Eight si addolciscono nel comfort grazie alle nuove selle e, soprattutto, alle nuove sospensioni. Arrivano la nuova forcella a cartuccia (da 39 mm sulla Iron 32 e da 49 sulla Forty, per abbracciare il gommone da 130, messo in mostra dai parafanghi corti) e i nuovi ammortizzatori posteriori caricati ad azoto e dotati di un gruppo valvole interno con pistoni da 36 mm e olio ad alte prestazioni, con il il precarico della molla che si regola facilmente con l’apposita chiave alloggiata sotto la sella. Ancora non si vede il (tanto atteso) doppio disco anteriore, ma l’ABS è di serie. Sempre minimal e fedele alla filosofia Dark Custom il look: la Iron, attorno al motore Evolution 883 mantiene un’aria ruvida da vera dura, i toni cupi, l’aquila e lo scudo sul serbatoio. E’ disponibile in quattro colorazioni: Charcoal Satin, Black Denim o Olive Gold, con logo e aquila sul serbatoio, oppure Hard Candy Custom Gold Flake con dettagli a fiamme e abbinato ai parafanghi neri. La 48, col suo motorone da 1200 cc, mantiene la celebre linea minimal ma muscolosa, avvalendosi di una nuova livrea vintage a strisce orizzontali sul serbatoio, dove spicca in rilievo il leggendario Bar and Shield. Quattro le colorazioni: Vivid Black, Billet Silver, Velocity Red Sunglo e Olive Gold. Le opzioni Hard Candy Custom comprendono anche le tinte Hard Candy Cancun Blue Flake e Hard Candy Gold Flake. Nuovi i cerchi neri a nove razze in alluminio, belli e soprattutto leggeri, fan- no sì che la bilancia segni un bel - 3,5 Kg su entrambe le Sportster. E questi i prezzi: la Iron 883 parte da 10.200 Euro, mentre la Forty-Eight da 12.500 Euro, da intendersi f.c., e le moto sono già disponibili dai rivenditori. Da sottolineare che, dal 2016, tutte le moto della famiglia Sportster saranno equipaggiate con le nuove sospensioni in oggetto. Per il 2016 approdano in gamma i primi due esemplari della nuova Serie Sil prestigioso propulsore Screamin’ Eagle Twin Cam 110B110 pollici che si traducono in 1.800 cc di cilindrata e 148 Nm di coppia a 3.500 giri. fino ad oggi riservato soltanto ai ricercatissimi modelli CVO. : le due Softail - Slim e Fat Boy - ricevono in edizione limitata. Altri rinnovamenti per il 2016 riguardano la Road Glide Ultra, che rientra sul mercato dopo un’assenza di due anni sfoggiando il nuovo propulsore Twin-Cooled Twin Cam 103 e tutti gli accorgimenti riservati alle motociclette 33 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito del Project Rushmore, create quindi seguendo i feedback dei clienti. Ampia la scelta di colorazioni, con proposte standard, Two-tone e Custom: Vivid Black, Superior Blue, Two-Tone Billet Silver/Vivid Black, Two-Tone Mysterious Red Sunglo/ Velocity Red Sunglo, Custom Colour Purple Fire/Blackberry Smoke, Custom Colour Cosmic Blue Pearl. Prezzi a partire da 28.300 euro. Lieve restyling per la Heritage Softail Classic, equipaggiata quest’anno con motore Twin Cam 103, cruise control elettronico di serie e nuova e migliorata struttura di supporto per le borse laterali. Le colorazioni sono tante, con diverse proposte two-tone e Custom: Vivid Black, Superior Blue, Billet Silver, Olive Gold, Two-Tone Crushed Ice Pearl/Frosted Teal Pearl, Two-Tone Amber 34 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 Whiskey/Vivid Black, Custom Colour Purple Fire/Blackberry Smoke ed infine Custom Colour Cosmic Blue Pearl. I prezzi partono da 22.800 euro. Allestimento Special per la Street Bob che riceve per l’occasione il manubrio drag-bar e una sella biposto, per 15.700 euro di esborso. Piccoli accorgimenti per la mitica Road King: nuovo alloggiamento trasmissione primaria con relativo coperchio a larghezza ridotta e diverse colorazioni aggiornate: Vivid Black, Billet Silver, Velocity Red Sunglo, Two-Tone Crushed Ice Pearl/Frosted Teal Pearl, Two-Tone Deep Jade Pearl/Vivid Black, Custom Colour Purple Fire/ Blackberry Smoke e Custom Colour Cosmic Blue Pearl. Prezzi da 23.900 Euro. 35 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 HONDA AFRICA TWIN E ADVENTURE SPORTS CONCEPT Attorno alla nuova Africa Twin 1000 è stato realizzato questo concept che è un omaggio alla prima Africa Twin 650. Ha serbatoio maggiorato, una ciclistica più professionale e i colori della prima Africa 650 N asce alla R&D di Roma, da designer italiani, questo concept della Africa Twin chiamato Adventure Sport. Che poi tanto concept - nel senso di puro veicolo sperimentale - non è, visto che si tratta di una moto che potrebbe essere prodotta così com’è. E’ una rivisitazione della nuova Africa Twin 1000 eseguita avendo in mente la famosa 650 di metà anni Ottanta. Da quel modello che viveva del fascino dei rally africani il concept svelato oggi a 36 Eicma riprende i colori, la grafica (con il nome Adventure Sports della prima AT) e le fiancatine grandi che ricordavano i serbatoi aggiuntivi, e poi la sella bicolore con le stesse tinte del vecchio modello. Completano il quadro il serbatoio maggiorato, il silenziatore cilindrico singolo sparato alto, i cerchi delle ruote a raggi anodizzati oro, il telaio verniciato di bianco e i pneumatici enduro. Insomma tutto fa credere che questa nuova versione potrebbe arrivare nell’immediato futuro. 37 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb HONDA CB4 E SIX50 CONCEPT Una interpretazione moderna del filone café racer, la CB4, e una di quello fun bike, la Six50. Sono due nuovi concept che Honda ha realizzato elaborando la nota CB650F per sondare il terreno in previsione di una futura naked di serie S ono quattro i concept che Honda presenta a Eicma, tutti realizzati dalla R&D di Roma. Vi abbiamo già mostrato la Africa Twin Adventure Sports, praticamente confermata futura versione Adventure della nuova Africa Twin, e il City Adventure: un nuovo concetto Suv che prende le mosse dalla Integra. Gli altri due sono stati realizzati partendo dalla base motore e telaio della CB 650F, si tratta della CB4 e della Six50. Due naked di differente impostazione, la prima rielabora in chiave moderna l’idea di café racer, la 38 seconda ha un’impostazione da vivace fun bike. Si segnalano per la presenza del forcellone monobraccio e per estetiche più spigolose di quando solitamente fa Honda. E’ stata scelta la platea di Eicma per sondarne la realizzazione prossima: i visitatori possono esprimere i loro giudizi, non soltanto sulla moto ma sulle sue diverse parti, su degli appositi tablet. Pareri che aiuteranno a influenzare la decisione su quale direzione prendere nel confezionare una futura naked a quattro cilindri. 39 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine ha grafiche bianche e un fiocco di neve con kanji giapponese “fuyu”, cioè inverno. Rimangono i filetti verdi sui cerchi e risalta il terminale di scarico Akrapovic, con il silenziatore in fibra di carbonio, omologato per l’uso stradale. Il prezzo non è stato ancora comunicato e nemmeno il numero di esemplari che saranno prodotti. Ricordiamo che sulla ZX-10R 2016 le novità tecniche sono state molte. Il quattro cilindri in linea ha l’alimentazione a doppio iniettore, tre mappe motore, il cambio a sei marce estraibile e soprattutto una nuova gestione elettronica più evoluta grazie all’introduzione della piattaforma inerziale a sei gradi di libertà. Sono state riviste termodinamica, diagrammi di distribuzione e alzata delle sedici valvole. L’albero motore, sempre a fasatura regolare, ha inerzia diminuita del 20%. Non cambiano invece le misure caratteristiche di 76x55 mm, con una corsa piuttosto lunga anche se non come quella del Suzuki GSX-R. Affinamento anche per il disegno e nel trattamento dei pistoni forgiati che hanno mantello di altezza ridotta e peso sceso di 5 grammi. L’alimentazione a EICMA 2015 doppio iniettore con corpi farfallati di sezione ellittica è stata affinata con le nuove valvole a comando elettronico ed è incrementato del 25% il volume dell’air-box. Alleggerimento per la frizione antisaltellamento, c’è il quickshifter di serie, che funziona anche in scalata montando il kit racing. La potenza massima è sempre di 200 cavalli a 13.000 giri (ma va detto che questo motore è fra i primi a rientrare nella normativa Euro 4, il che penalizza le prestazioni) e la coppia massima è di poco aumentata raggiungendo i 113 Nm a 11.500 giri. Ci sono undici gradi di intervento del controllo di trazione gestite dalla nuova unità inerziale che gestisce anche il launch control (su tre livelli), l’anti impennata e il freno motore (due livelli di interventi). Da rilevare anche le novità del controllo di trazione S-KTRC di tipo ibrido predittivo/feedback regolabile su cinque livelli, del sistema ABS KIBS Bosch affinato in chiave sportiva e dell’ammortizzatore di sterzo Ohlins elettronico. Le tre mappature motore, novità è anche l’acceleratore ride by wire, forniscono potenza piena, ridotta all’80% e al 60%. KAWASAKI ZX-10R 2016 WINTER EDITION di Maurizio Gissi | A sottolineare la stretta parentela con la Kawasaki SBK ufficiale, la nuovissima ZX-10R si è presentata a Eicma con una livrea Winter Edition. Proprio in omaggio ai test superbike nei quali ha debuttato la moto. Ha scarico Akrapovic omologato L anciata poco più di un mese fa a Barcellona, in un evento organizzato per la stampa mondiale di settore, la Kawasaki ZX-10R ha anticipato la concorrenza sportiva e rapito gli interessi degli appassionati grazie a una dotazione di alto livello. La nuova moto è figlia dell’esperienza vissuta nel mondiale Superbike, vinto quest’anno nelle classifiche 40 piloti e marche, ed è stata completamente riprogettata fermi restando alcuni capisaldi come il disegno del telaio e l’architettura del quattro cilindri in linea. A Eicma Kawasaki presenta una speciale edizione della nuova mille dedicata ai primi test invernali svolti con la nuova moto dal campione del mondo in carica Jonathan Rea e dall’iridato 2013 Tom Sykes. La livrea nero opaca 41 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Il motore Media La base è ovviamente il bicilindrico a V di 75° della sorella naked, qui in versione da 173 cavalli, rivisto nell’erogazione per una maggior pulizia ai bassi e medi regimi e soprattutto il rispetto della normativa Euro-4. L’operazione ha visto aggiornamenti ad albero motore, teste, camere di scoppio, fasatura distribuzione, mappatura dell’iniezione. Naturalmente presente il pacchetto elettronico completo già visto sulla Super Adventure 1290, con sistema di controllo stabilità MSC che comprende il controllo di trazione evoluto MTC sensibile all’angolo di piega, l’ABS cornering integrale (con attivazione del freno posteriore quando si chiama in causa l’anteriore) C-ABS e la gestione dei riding modes KTM. Completano il quadro il quickshifter (senza assistenza in scalata) di serie, al debutto su una KTM per rendere ancora più fluidi gli innesti e ridurre i trasferimenti di carico in accelerazione e gli EICMA 2015 optional della gestione freno motore (MSR) e l’assistenza per le partenze in salita (HHC). Capacità turistiche Le potenzialità da granturismo della Super Duke 1290 vengono migliorate da un touring package che prevede serbatoio più ampio (23 litri), manopole riscaldate, cruise control, sella più comoda (grazie ad un telaietto reggisella allungato ed irrobustito che supporta pedane più basse e il sistema integrato di fissaggio delle valige) e naturalmente la semicarenatura con parabrezza regolabile che aumenta la protezione aerodinamica. La versatilità aumenta anche grazie alle sospensioni semiattive WP, con tre modalità di frenatura idraulica (Comfort, Street e Sport) per adattarsi rapidamente a cambi di passo e destinazione d’uso. Sempre in ottica di una maggior versatilità annoveriamo le luci adattive a LED e gl indicatori di direzione autocancellanti. KTM 1290 SUPER DUKE GT Ha debuttato al Salone di Milano la Super Duke GT, nuova sport-tourer di Mattighofen derivata dalla naked. Bicilindrico 1290, sospensioni semiattive e quickshifter L’ avevamo già “beccata” nei test di sviluppo e provata in super-anteprima nella sua forma prototipale qualche settimana fa, ma eccola qui in veste finalmente definitiva: la KTM 1290 Super Duke GT debutta al salone di Milano EICMA 2015 completa di mille leccornie che le rendono una delle 42 moto più attese della stagione 2016, Iniziamo dal chiarire che non si tratta di una crossover, come del resto dimostra ampiamente la sua derivazione dalla 1290 Super Duke R, ma è una supernaked con (legittime) ambizioni turistiche, capace di coniugare guida sportiva con la possibilità di affidarvisi per il turismo anche ad ampio raggio. 43 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb KTM 690 DUKE R Presentata al Salone di Milano anche la versione rinvigorita della naked mono KTM. Due cavalli in più e dotazione più raffinata le differenze A fianco della versione standard della 690 Duke, KTM presenta al Salone EICMA di Milano la raffinatissima versione 690 Duke R, che a parità di base ciclistica e motoristica migliora le prestazioni grazie a pochi – ma ben mirati – ritocchi in entrambi i comparti. Il nuovo propulsore monocilindrico da 690cc, alimentato ad iniezione e con doppia accensione indipendente con acceleratore ride-by-wire migliora nelle prestazioni grazie ad un silenziatore Akrapovič sviluppato appositamente che a parità di regime massimo di rotazione fa crescere la potenza di due cavalli arrivando ad un totale di 75, mantenendo naturalmente l’omologazione 44 Euro-4. Invariata la ciclistica, con telaio a traliccio, sospensioni WP completamente regolabili, pinza Brembo monoblocco in alluminio e nuova piastra di sterzo ad offset ridotto, si trovano invece diverse differenze nella dotazione elettronica che prevede già di serie il Motorcycle Stability Control MSC, con ABS cornering, traction control, gestione freno motore (MSR) e modalità Supermoto. Restano naturalmente il il cruscotto TFT a colori e le mappature aggiuntive (optional sulla versione standard) Rain e Sport. Diversa nei dettagli anche la livrea, che propone telaio e cerchi arancio. 45 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine con finiture superiori allo standard di segmento e cilindrata, fatto di… diverse proposte europee, giapponesi e statunitensi. Piccola e bassa, garantisce tanta accessibilità e divertimento alla guida grazie anche ad un peso contenuto sotto i 200kg e, naturalmente, ad una ciclistica sana e brillante. Ma è il cuore la parte più interessante, perché sulla V9 debutta un motore tutto nuovo, pur se sempre fedele allo schema bicilindrico trasversale a 90°, che per l’occasione si presenta in quella cilindrata di 850cc che già in passato ha reso grande più di una Moto Guzzi. A corsa (relativamente) lunga, offre tanta coppia fin da subito – 62Nm a soli 3.000 giri – per offrire una guida facile e divertente rispettando le normative Euro 4. Naturalmente di serie l’ABS, il traction control regolabile, l’immobilizzatore, una presa USB. Optional invece la Multimedia Platform Moto Guzzi MG-MP, che offre la connettività con lo smartphone del pilota con tutta una serie di funzioni per semplificare, rendere più gustoso e condividere ogni viaggio. Quasi superfluo specificare la vasta disponibilità di optional, che porta EICMA 2015 avanti un discorso di personalizzazione iniziato anni fa con V7. Bobber La nuova Moto Guzzi V9 Bobber debutta all’edizione 2015 del Salone di Milano EICMA assieme alla sorella V9 Roamer. Dove quella è più custom e classica, Bobber vuole attirare una clientela più dinamica e grintosa, riprendendo in parte le tematiche svolte con Audace 1400. Da qui il look minimalista ed essenziale, la livrea monocolore total black e cerchi da 16 pollici con pneumatici oversize che la mostrano più muscolosa e sportiva. La sostanza tecnica è integralmente condivisa con la sorella Roamer, con una ciclistica svelta e leggera che ospita il bicilindrico a V trasversale da 850cc da 55 cavalli e soprattutto 62Nm disponibili a soli 3.000 giri, per garantire una guida brillante ma rilassata allo stesso tempo. Particolarmente curate sovrastrutture e finiture, con verniciature di pregio sul serbatoio (rigorosamente metallico) e saldature precise e ben lavorate sul telaio. Anche in questo caso MOTO GUZZI V9 ROAMER E BOBBER di Edoardo Licciardello | A EICMA la nuova custom Moto Guzzi di fascia media, erede dell’apprezzata Nevada e anche l’allestimento più sportiveggiante Bobber L a mancanza la sentivamo e l’abbiamo detto più volte a Moto Guzzi: serviva una proposta intermedia fra l’entry level di lusso V7-II e l’ammiraglia California. Finalmente a Mandello ci hanno risposto, qui al Salone EICMA di Milano 2015, con la nuova Moto Guzzi V9 declinata in due diversi allestimenti (trovate qui la sorella Bobber) per soddisfare gusti ed utenze se non proprio agli 46 antipodi sicuramente diverse. La V9 Roamer si propone come custom di media cilindrata leggera, divertente nella guida e molto curata nelle finiture, per raccogliere (e migliorare) il testimone di quella Nevada che per oltre vent’anni, nelle due cilindrate 350 e 750, ha scritto pagine di leggenda per il marchio di Mandello del Lario. Strizza l’occhio ad un pubblico trasversale, maschile e femminile, che ama proposte personali e 47 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 grande attenzione alla dotazione di serie con ABS, traction control regolabile (ed escludibile, se ne doveste sentire il bisogno), ma anche presa USB per ricaricare il cellulare o collegarlo alla Multimedia Platform Moto Guzzi MG-MP optional, che collega la centralina e la strumentazione della V9 allo smartphone del pilota, offrendo diverse funzioni di monitoraggio e regolazione della moto, ma anche la possibilità di condividere sui propri canali social i propri viaggi. Naturalmente sconfinata la lista di personalizzazioni disponibili, sulla falsariga dell’operazione Guzzi Garage dedicata a V7, che… senza troppa fantasia ci immaginiamo facilmente allargabile con successo alla nuova V9. 48 49 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 (che mordono inediti dischi a margherita) e l’unghia del parafango anteriore della stessa tonalità cromatica. Restando sulla parte estetica, la regina dello show è ovviamente la ruota anteriore da 21 pollici che definisce la sigla del modello, circondata da elementi in fibra di carbonio – il già citato parafango anteriore, i coperchi serbatoio, quelli laterali delle valige, il puntale sottocoppa e il coperchio lenticolare del cerchio stesso – e sovrastata da un cupolino dall’andamento movimentatissimo che abbraccia il faro anteriore e contribuisce a dare ad MGX21 un look dark e fantascientifico. Non manca naturalmente la Multimedia Platform Moto Guzzi, che qui si presenta nella sua versione evoluta MG-MP 2. Ferma restando la connettività con lo smartphone del pilota, con tutte le funzioni a corollario che vi abbiamo già descritto in occasione della prova di Audace, in questa versione diventa un vero sistema di infotainment degno di una berlina di alta classe, con radio, altoparlanti stereo e un’interfaccia telefonica capace di gestire chiamate. MOTO GUZZI MGX21 FLYING FORTRESS Il concept acclamato lo scorso anno diventa realtà al Salone di Milano. Cerchio lenticolare da 21”, linea cupa ed elegante per contrastare i mostri sacri D iciamo la verità: quando l’abbiamo vista l’anno scorso, in pochi credevamo che la MGX21, concept su base Moto Guzzi California nato dal genio di Miguel Galluzzi, sarebbe arrivata in produzione tanto vicina a quella bagger nera, bassa e minacciosa. Ed invece eccola qua: anticipata da qualche foto spia che ha acceso le nostre speranze, arriva in versione definitiva, vicinissima a quel concept. E con l’evocativo – ed azzeccato – nome 50 di Flying Fortress, Fortezza Volante come i bombardieri statunitensi della seconda guerra mondiale, che si aggiunge alla sigla MGX21. La base tecnica resta quella, eccellente, della California 1400: bicilindrico a V trasversale di 90° Euro-4 (qui capace di erogare 96 cavalli e 120Nm) con montaggio elastico al telaio, ride-by-wire multimappa e controllo di trazione. Su MGX21 viene valorizzato con grintosissime teste rosse, che fanno pendant con le pinze Brembo monoblocco 51 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 nella Brutale 800 2016, si sono la sella sdoppiata, le maniglie del passeggero a scomparsa, il faro posteriore e gli indicatori di direzione a led. Totalmente rivisto anche il ponte di comando, con un nuovo manubrio e l’aggiunta della pompa frizione e del relativo serbatoio che rende l’insieme più ricco, grazie anche al nuovo cruscotto digitale e ai blocchetti elettrici. Sarà disponibile nelle colorazioni nero metallizzato opaco e argento opaco, rosso e argento opaco, bianco ice perlato e grafite metallizzato opaco. Prezzo di 12.680 euro con Abs e Eas. MV AGUSTA BRUTALE 800 La Nuova Brutale 800 si è presentata a Eicma profondamente rinnovata. Stile, motore, dotazione e ciclistica, tutto è stato rimesso in discussione per creare la miglior Brutale di sempre A quindici anni dal suo debutto, la nuova Brutale 800 riprende a sfidare il futuro. E’ stata totalmente riprogettata ma resta legata alle sue origini, la nuova Brutale 800 è più efficace su strada, più efficiente nelle prestazioni e anche più bella. Rivista nelle proporzioni e modellata su forme più scolpite e concentrate all’avantreno, la Brutale 800 2016 esalta la reinterpretazione dei principali stilemi, come il proiettore ellissoidale, ora a full Led e lo scarico a tre canne d’organo, maggiorate nel 52 profilo e nella capacità (tre litri in più). L’anima nuova dello stile è però nella futuristica struttura in lega leggera del telaio reggisella che si raccorda al serbatoio trapezoidale - salito appunto alla capacità di 16,5 litri -, integrato con l’air box dando all’insieme maggior definizione e aggressività. Lateralmente la nuova Brutale 800 rivela nel suo design la costante ricerca della simmetria, anche cromatica, nella realizzazione delle piastre pedane, dei convogliatori e dei supporti del faro anteriore. Tra i dettagli inediti introdotti 53 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa Media SUZUKI GSX-R 1000 CONCEPT Si chiama concept, ma è praticamente definitivo, il prototipo della nuova superbike Suzuki. Moderna, leggera e ispirata alla MotoGP L’ aspettavamo da molto tempo e non possiamo certo dire che arrivi inattesa la nuova Suzuki GSX-R1000, che si svela sotto forma di prototipo al Salone di Milano EICMA 2015. Un concept che pare in avanzatissimo stato di completamento, e di cui ci aspettiamo sinceramente la versione di serie in tempi non lunghissimi. Trent’anni esatti dopo 54 la nascita della GSX-R750, quindici dopo l’arrivo della prima 1000, Suzuki sbarca a Milano con un modello che per la prima volta da molto tempo si può definire completamente nuovo, con l’obiettivo dichiarato di riconquistare quella corona di regina delle maxi sportive che le sfugge dai tempi della K5. bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb Il motore Non cambia lo schema di base, che prevede un quattro cilindri in linea raffreddato a liquido con distribuzione plurivalvole da 999cc. Pur non avendo al momento notizie relative alle prestazioni (e a dire la verità neanche su fasatura e verso di rotazione dell’albero motore) Suzuki parla di Broad Power System, ovvero di una serie di soluzioni pensate ed integrate per aumentare la potenza massima senza penalizzare il tiro e la pulizia d’erogazione ai bassi e medi regimi. Iniziamo con la distribuzione a fasatura variabile SR-VVT (Suzuki Racing-Variable Valve Timing) che grazie a un sistema basato su sferette d’acciaio che cambiano posizione grazie alla forma centrifuga provvede a variare la tempistica d’azionamento della camma d’aspirazione agli alti regimi, ottimizzandone la fasatura tanto agli alti quanto ai bassi. Il comando della distribuzione peraltro cambia abbandonando l’azionamento a bicchierino ed adottando un sistema con bilancieri a dito che riduce le masse non sospese migliorando la potenza massima e la risposta a tutti i regimi. Il sistema di alimentazione può contare sul sistema S-TFI (Suzuki Top Feed Injector), ovvero di un iniettore secondario soprafarfalla che entra in azione ai regimi più elevati per migliorare la potenza massima anche in questo caso senza penalizzare l’erogazione sotto. Lato scarico invece troviamo la doppia valvola a farfalla SET-A (Suzuki Exhaust Tuning-Alpha) che aprono i due raccordi fra gli scarichi agli alti regimi per aumentare la potenza massima. Il pacchetto elettronico comprende il già noto sistema di variazione delle 55 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito mappature S-DMS ma aggiunge finalmente un controllo di trazione su 10 livelli, il quickshifter sia in innesto che in scalata e un launch control che implicitamente confermerebbe la presenza di un sistema ride-by-wire. La ciclistica Lo schema anche in questo caso non offre rivoluzioni filosofiche, ma il telaio in alluminio perimetrale è palesemente diverso nell’andamento e più aderente, così come il forcellone con capriata superiore di irrigidimento. Il comparto sospensioni si affida alla nuova forcella Showa BFF 56 Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 pressurizzata e ad un monoammortizzatore della stessa marca BFRC lite. La carenatura, nonostante la livrea identica a quella usata quest’anno – del resto ispirata a quella delle GSX-RR portate in gara da Espargaro e Vinales – faccia di tutto per nasconderlo, è evidentemente molto più compatta, rastremata ed efficace aerodinamicamente, con prese d’aria maggiorate sul frontale ed un faro molto più piccolo (a LED, così come tutto il resto dei gruppi ottici). Restiamo in attesa di una data di arrivo, ma visto il livello del prototipo ci sentiamo facili profeti nel pronosticare tempi di attesa inferiori all’anno. 57 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Un propulsore tutto nuovo Media Il motore è stato rivisto in più di 60 delle sue componenti, ottenendo un propulsore Euro-4 con migliori caratteristiche di erogazione rispetto al precedente a tutti i regimi. Sono stati rivisti i pistoni, che ricevono un nuovo trattamento superficiale in resina sul mantello; i cilindri vantano doppia accensione e il sistema di alimentazione Suzuki a doppio corpo farfallato SDTV, con iniettori a dieci fori. La cilindrata di 645cc viene ottenuta con alesaggio e corsa rispettivamente di 81 x 62,6mm, senza cambiamenti rispetto al motore della Gladius. Le prestazioni invece sono ben diverse, con una crescita della potenza massima di 3kW (56 invece di 53) a parità di coppia. In attesa di toccare con mano, riscontriamo un motore sulla carta decisamente più nervoso: EICMA 2015 la potenza massima viene erogata solo 100 giri più in alto, ma la coppia – invariata – passa nel valore massimo dai 6.400 agli 8.100 giri. Da annoverare fra le evoluzioni il sistema di controllo del minimo Suzuki TI-ISC, che facilita l’avviamento del motore e le partenze da fermi, riducendo il calo di giri quando si rilascia la frizione. Il quadro è completato da modifiche al sistema di scarico e all’airbox, al radiatore più efficace e alla strumentazione, con il cruscotto precedente che viene sostituito da un’unità completamente digitale più leggera e compatta. Il sistema Easy Start, che ha debuttato sulla maxinaked GSX-S, provvede ad avviare il motore con un semplice tocco, interrompendo automaticamente il lavoro del motorino d’avviamento una volta acceso il propulsore. SUZUKI SV 650 Torna al Salone di Milano la Suzuki SV 650, naked media sportiva che torna alle origini della V-Twin di grande successo anni 90 dopo la parentesi Gladius E’ stata una delle Suzuki di maggior successo a cavallo del cambio di millennio, e dopo la parentesi Gladius (che non a caso non condivideva la sigla di modello, cambiata in SFV) torna a questo Salone di Milano EICMA 2015 la SV 650. Unica naked nel suo segmento ad essere spinta da un bicilindrico a V, è un ottimo compromesso fra accessibilità e 58 divertimento: leggera, prestante e guidabile vuole rappresentare una scelta allettante sia per i principianti e il pubblico femminile (grazie anche ai soli 785mm di altezza della sella) che per i più esperti che cercano una moto meno impegnativa tanto da un punto di vista economico che da quello delle prestazioni. 59 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb La ciclistica Anche la ciclistica è stata profondamente rinnovata, con un telaio a traliccio tutto nuovo e ben 70 parti riprogettate per ottenere una moto più leggera e compatta. Cala quindi il valore del peso in ordine di marcia, che scende dai 202kg della SFV Gladius ai 195 della nuova SV, entrambe considerate nell’allestimento con ABS e con serbatoio da 13,8 litri. Le sospensioni contano su una forcella convenzionale da 41mm non regolabile e su un monoammortizzatore posteriore con precarico regolabile su sette posizioni. L’impianto frenante conta su un doppio disco da 290mm con ABS Nissin. I cerchi sono a cinque razze da 17” in alluminio, con dimensioni degli pneumatici di 120/70 e 160/60. I gruppi ottici contano sulla classica unità circolare all’avantreno, mentre al posteriore troviamo una doppia unità a LED. La SV650/A verrà prodotta nelle quattro colorazioni Pearl Glacier White, Metallic Triton Blue, Pearl Mira Red, Metallic Mat Black. 60 61 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica EICMA 2015 Speed triple 1050 S e R Le nuove Triumph Speed Triple S e Speed Triple R si presentano a EICMA 2015 riviste in molti, significativi dettagli. Partiamo dal frontale, che ha fatto molto discutere nel 2011 al lancio della nuova versione. Le Speed 2016 cambiano faccia e ricevono un fanale doppio (obbligatorio, vista la storia di questa moto) più basso e dotato di luci DRL incorporate. È rivista anche la linea, che giova di un alleggerimento generale. Il radiatore è infatti più piccolo e sono quindi di dimensioni più contenute anche i fianchetti che lo coprono lateralmente. La Speed riceve un codone che richiama quello della Triumph Daytona 675R e che ha spinto gli ingegneri inglesi a riprogettare il telaio posteriore e gli scarichi, ora più leggeri e in grado di offrire un flusso migliore ai gas in uscita. Sulla Speed Triple 2016 esordiscono gli specchietti bar-end, collocati alle estremità del manubrio. TRIUMPH BONNEVILLE CLASSICS E SPEED TRIPLE 1050 S E R Vi raccontiamo in video le nuove Triumph Bonneville T120, Street Twin e Thruxton e Thruxton R 2016olre alle Speed Triple 1050 S e R che hanno debuttato al Salone EICMA di Milano 2015 L e nuove Triumph Thruxton e Thruxton R sono probabilmente le moto dal passato sportivo più rappresentativo e impegnativo da riproporre in chiave contemporanea all’interno della nuova famiglia Bonneville. Negli anni Sessanta e Settanta dire Thruxton era sinonimo di successo agonistico in casa 62 Triumph, sia a livello internazionale sia, nello specifico, al Manx TT. Una moto che ispirò una generazione di giovani amanti del genere Café Racer e preparatori. Le nuove Thruxton e Thruxton R non si limitano a riproporre un look all’altezza del loro passato: hanno anche le prestazioni e le capacità per rivivere quell’epoca d’oro. 63 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica EICMA 2015 Media YAMAHA MT-10 Arriva al Salone di Milano EICMA 2015 l’ammiraglia della gamma Yamaha MT. Propulsore crossplane della YZF-R1, elettronica raffinata e ciclistica fatta su misura L’ avevamo pronosticata ed attesa, eccola qui quell’ammiraglia MT-10 con cui Yamaha completa l’offerta della sua gamma naked al Salone di Milano EICMA 2015. Protagonista, naturalmente, il motore: si tratta dell’unità crossplane che spinge l’ultima versione della superbike YZF-R1 64 rivisto per adattarlo alla destinazione d’uso di una naked. Arrivano quindi modifiche ai condotti di alimentazione, aspirazione e scarico e un albero motore rivisto per aumentare il piacere nella guida stradale. Diversi anche i pistoni forgiati così come le bielle scomponibili, lo scarico 4-in-2-in-1 con una diversa valvola allo scarico; il rapporto di trasmissione secondaria è stato accorciato per l’uso stradale e l’impianto di raffreddamento semplificato ed alleggerito visto l’impiego meno gravoso rispetto a quello in circuito. Naturalmente invariata la base tecnologica, con comando acceleratore ride-by-wire YCC-T e controllo mappature D-MODE con tre modalità di erogazione della potenza. Non mancano il controllo di trazione TCS a tre livelli d’intervento, la frizione antisaltellamento ed un inedito cruise control optional, attivabile negli ultimi tre rapporti e capace di mantenere la velocità impostata anche a fronte di variazioni altimetriche grazie al sistema ride-by-wire. Optional anche il quickshifter. Ciclistica Il telaio è il classico Deltabox della supersportiva, rivisto però nelle rigidità e nelle quote ciclistiche per adattarsi meglio all’impiego di una naked. L’insieme telaio-forcellone (una pregiata unità in alluminio con capriata di rinforzo superiore) definisce l’interasse più contenuto della categoria – solo 1400mm – che lascia intendere grande agilità senza pregiudicare la stabilità alle alte velocità grazie alla lunghezza del forcellone e a quote ciclistiche scelte appositamente. Le sospensioni sono state sviluppate sulla base delle unità utilizzate sull’ultima YZF-R1, con una forcella KYB da 43mm e monoammortizzatore della stessa marca azionato da leveraggi Monocross bottom-link. Il comparto frenante può contare su un doppio disco anteriore da 320mm di diametro con pinze radiali a 4 pistoncini. Naturalmente presente nell’equipaggiamento di serie l’ABS. 65 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 Sovrastrutture Tutta la carrozzeria è caratterizzata da linee spigolose, in linea con i canoni estetici della serie MT. Il cupolino è dotato di doppio faro a LED ed è solidale al telaio. La strumentazione è composta da un cruscotto LCD che richiama in diversi aspetti quello dell’ultima YZF-R1, con contagiri a barre, tachimetro digitale, indicatore livello carburante, contachilometri, indicatore di marcia inserita, indicatore di cambiata regolabile e tutte le spie necessarie. Disponibilità e colorazioni Yamaha MT-10 arriverà a maggio nelle tre colorazioni Night Fluo, Tech Black e Race Blu. 66 67 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 e costruzione in acciaio deriva anch’esso dalla sportiva YZF. Ha passo contenuto in 1.380 mm, forcella telescopica da 41 mm, ammortizzatore centrale, ruote da 17 pollici e freni a disco singolo (298 e 220 mm) con sistema Abs. Il peso a secco è dichiarato in 168 kg. La nuova MT-03 sarà disponibile nelle due colorazioni Midnight Black e Race Blu a partire da febbraio, al prezzo di 5.090 euro franco concessionario. YAMAHA MT-03 2016 Arriva una nuova esponente della famiglia MT “Dark Side of Japan”. E’ la MT-03, base tecnica della sportiva YZF-R3, quindi telaio di acciaio e motore bicilindrico di 321 cc. In vendita da febbraio a un prezzo interessante Y amaha allarga la serie guidata dallo slogan Dark Side of Japan e presenta a Eicma l’inedita MT-03. Sigla che ricorda un altro modello del passato ma con il quale non condivide nulla se non la sigla. La nuova MT-03 è infatti una naked che si ispira alle maggiori MT-09 e MT-07. E’ stata sviluppata attorno alla piattaforma della sportiva 68 YZF-R3 rispetto la quale si differenzia quindi per l’allestimento in puro stile naked con posizione di guida eretta e la sella a 780 mm dal suolo. Il motore bicilindrico parallelo ha cilindrata 321 cc, distribuzione bialbero otto valvole e cambio a sei marce. Eroga la potenza di 42 cv a 10.750 giri, mentre la coppia massima è dichiarata in 3 kgm a 9.000 giri. Il telaio con disegno a diamante 69 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EICMA 2015 anteriore. Lo scarico gioca su un contrasto nero opaco/alluminio del terminale. Anche le sospensioni e il resto della ciclistica sono quelli della MT09, con una forcella regolabile in estensione da 41 mm e ammortizzatore posteriore Monocross con regolazione del precarico azionato da leveraggi progressivi. La nuova XSR 900 sarà disponibile a partire da febbraio 2016 al prezzo di euro 9.590 f.c. nelle colorazioni Garage Metal e Rock Slate e ad euro 9.890 f.c. nella speciale colorazione giallo-nera dedicata al 60° Anniversary di Yamaha. YAMAHA XSR 900 L’ultima nata delle “Faster Sons” si è svelata al Salone di Milano EICMA 2015. Arriva a Febbraio a 9.950 euro E ccola qui: la Yamaha XSR900, seconda declinazione della filosofia “Faster Sons” con cui la Casa di Iwata rende omaggio ai suoi modelli del passato, arriva al Salone di Milano EICMA 2015. Tutto è nato con la XSR700, nata da un concept presentato a Biarritz in collaborazione con Shinya Kimura; stavolta tocca alla sorella maggiore tricilindrica, che rende omaggio alla micidiale TZ750 a due tempi con cui Kenny Roberts ha creato la sua leggenda sui circuiti del Flat Track statunitense. Sviluppata stavolta in collaborazione con 70 Roland Sands, che ha dato vita allo spettacolare concept “Faster Wasp” in livrea giallo-nera qualche settimana fa, la XSR900 nasce naturalmente sull’apprezzata base della MT-09, rispetto a cui cambia soprattutto nell’estetica. Il motore resta il tre cilindri da 850cc con fasatura crossplane con gestione multimappa, controllo di trazione e naturalmente ABS di serie. Dove iniziano le differenze è nelle sovrastrutture, con uno serbatoio da 14 litri dalle cover in alluminio (bellissimo nella colorazione giallo/nero) che viene ripreso dai parafanghi, dai fianchetti e dall’attacco del faro 71 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica Tavole rotonde LE MOTO SPORTIVE DEL 2016 di Maurizio Gissi | In questo dibattito condotto da Nico Cereghini si parla delle novità di Ducati, Honda, Kawasaki e Suzuki con i rappresentanti delle rispettive Case L’ LE MOTO CLASSICHE DEL 2016 anno scorso Eicma ha tenuto a battesimo novità super sportive importanti come la Yamaha R1 o la Honda RC213V-S. Quest’anno ad attirare le attenzioni degli appassionati sono state soprattutto Kawasaki, con la nuova ZX-10R derivata dalla fresca vincitrice del mondiale SBK, e Suzuki che ha portato il concept (perché magari qualcosa potrebbe ancora cambiare) dell’attesa GSX-R 1000 che segue il ritorno nella MotoGP della casa di Hamamatsu. Ducati, che un anno fa aveva lanciato le rinnovate Panigale 1299, questa volta ha presentato la Panigale “piccola” con la cilindrata elevata a 959. Honda non ha ancora mostrato l’erede dell’attuale CBR 1000RR, sulla quale correrà nel prossimo mondiale Superbike Nicky Hayden, ma è - come si dice – sul pezzo. Nico Cereghini modera questo dibattito che vede tra gli ospiti Andrea Forni, direttore tecnico Ducati, William Armuzzi, direttore vendite Honda Italia, Giovanni Poli, direttore tecnico Kawasaki Italia, e Giorgio Cannizzaro che di Suzuki Italia è direttore post vendita. di Maurizio Gissi | In questo dibattito, condotto da Nico Cereghini, si parla delle novità di Ducati, Guzzi, Triumph e Yamaha con chi ne conosce molto bene la genesi A Eicma abbiamo organizzato anche quest’anno una serie di dibattiti sulle novità del settore e sui temi caldi del mondo moto. Iniziamo con la tavola rotonda dedicata alle moto classiche, termine che comprende le moto di importazione tradizionale come pure le vintage o le café racer, modelli che a Eicma hanno confermato di essere sempre più numerosi e in tutte le cilindrate. Ducati ha presentato la nuova edizione della Scrambler in cilindrata 400, ce ne parla Claudio De Angeli che per Ducati è responsabile del brand Scrambler; Moto Guzzi ha svelato le 72 inedite V9, di queste e del filone della classiche ce ne parla Miguel Galluzzi, a capo dell’Advanced Design del Gruppo Piaggio con sede in California; Christophe Couet, direttore generale di Triumph Italia, interviene sul tema che ha visto la marca inglese arrivare a Eicma con la famiglia Bonneville totalmente rivista e ampliata, presentando cinque modelli e due nuove motorizzazioni. Infine ci sono le novità Yamaha XSR 700 e 900, a due e tre cilindri, di cui ci parla Fabrizio Corsi che per Yamaha Italia è product manager. Moderatore è come sempre Nico Cereghini. 73 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Interviste aaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbbb bbbbbbbbbbbbbbb INTERVISTA DOPPIA JONATHAN REA E TOM SYKES di Carlo Baldi | Abbiamo intervistato il Campione del Mondo Superbike 2015 e il suo predecessore, compagni di squadra nel team ufficiale Kawasaki, in occasione di EICMA. I due non se la sono mandata a dire... A bbiamo avuto i due piloti ufficiali Kawasaki, Tom Sykes e Jonathan Rea, ospiti presso lo stand di Moto.it per un’intervista quasi parallela in cui i due hanno spaziato a 360° sul Mondiale appena concluso, sui test e sulla nuova ZX-10R che stanno affinando nei test invernali. C’è una forte rivalità fra i due, che non si sono risparmiati qualche frecciatina reciproca. Guardate l’intervista e giudicate da voi! 74 75 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Interviste NICKY HAYDEN “NON VADO IN SBK PER FARE NUMERO” di Carlo Baldi | Il nostro Carlo Baldi ha intervistato Nicky Hayden al Salone di Milano dopo i primi test ad Aragon, per parlare di presente e futuro della sua avventura in Superbike A l Salone EICMA di Milano 2015 il nostro inviato sui circuiti del Mondiale Superbike Carlo Baldi ha intervistato Nicky Hayden, Iridato in MotoGP nel 2006, al termine della scorsa stagione ha corso la sua ultima gara mondiale a Valencia, dove è entrato nelle MotoGP Legends, per passare al Mondiale Superbike. Con lui abbiamo parlato dei test ad Aragon appena conclusi, ma anche del futuro e delle sue aspettative per questa sua prima stagione in Superbike. Gustatevi la nostra intervista; se non aveste padronanza dell’inglese parlato da Kentucky Kid, potete attivare i sottotitoli nelle impostazioni di Youtube! 76 77 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Interviste DAVIDE GIUGLIANO “NON VEDO L’ORA DI ANDARE A JEREZ” di Carlo Baldi | Il pilota del Team Ducati Aruba World Superbike intervistato dal nostro Carlo Baldi, per parlare delle sue condizioni di salute e delle aspettative per i prossimi test D avide Giugliano, pilota ufficiale del team Ducati Aruba nel Mondiale Superbike, è passato a trovarci al nostro stand al Salone di Milano EICMA 2015. Intervistato dal nostro inviato sui tracciati del Mondiale Carlo Baldi, Davide ci ha raccontato del suo recupero, dei nuovi arrivi (Aligi Deganello, fra gli altri) della sua squadra e delle sue prospettive immediate e per il resto della stagione. Godetevi l’intervista! 78 79 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Interviste anche sostituito diversi piloti infortunati fra MotoGP e Superbike, dimostrando più volte il suo valore. E che forse meriterebbe una sella in pianta stabile. Con lui abbiamo parlato anche della situazione attuale del team Ducati in MotoGP, e di quali sono le prospettive di sviluppo in vista della nuova GP16, che dovrà adattarsi alle Michelin e alla nuova elettronica unica in vista del prossimo anno. Seguite la nostra intervista! MICHELE PIRRO “MANTERREMO LA PROMESSA DI UNA VITTORIA” di Edoardo Licciardello | In occasione di EICMA 2015 abbiamo intervistato il pilota e collaudatore Ducati Michele Pirro. Che ci ha parlato di sé, ma anche della situazione Ducati in MotoGP e degli sviluppi futuri I n occasione del Salone di Milano EICMA 2015 abbiamo avuto come ospite al nostro stand Michele Pirro, tester e sviluppatore del team Ducati MotoGP, ma anche pilota nel CIV SBK e, con ottimi risultati, nel Mondiale. Con Michele abbiamo ripercorso la sua carriera di pilota, iniziata con le due tempi fra Italiano, Europeo e Mondiale, proseguita fra derivate di serie e GP a quattro tempi e giunta 80 attualmente al ruolo di sviluppatore della Ducati Desmosedici. Titolare del ruolo dal 2013, Michele ha avuto la possibilità di non perdere il contatto con il mondo delle gare con qualche apparizione in veste di wild card, l’ultima delle quali a Misano, lo scorso settembre quando in prova ha preceduto i titolari per poi subire lo smacco di non poter prendere il via per un problema alla sua GP15. Ma nel corso dei suoi tre anni in Ducati, Pirro ha 81 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Interviste NICO CEREGHINI INTERVISTA GIACOMO AGOSTINI Ad EICMA 2015 il nostro Nico Cereghini ha intervistato la leggenda: Giacomo Agostini, il signor 15 titoli mondiali! N on c’è nessun bisogno di presentare Giacomo Agostini. Bastano i numeri: 15 volte campione del mondo, sette nella massima categoria, “Ago” è il migliore di tutti i tempi. Il nostro Nico Cereghini ha intervistato Agostini presso il nostro stand al Salone di Milano EICMA 2015 - godetevi l’intervista! 82 83 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica EICMA 2015 LE INTERVISTE SEMI SERIE DI MOTO.IT LA RAGAZZA PIÙ BELLA DEL SALONE? L’ABBIAMO TROVATA NOI! Vi abbiamo intervistato in giro per EICMA 2015 chiedendovi quale fosse la ragazza più bella, ecco le vostre risposte. Vi riconoscete? C erto, andiamo tutti al Salone di Milano per vedere le moto, ma... se ci mettono bellissime ragazze sedute sopra un motivo ci sarà. Seguiteci nella nostra ricerca di quale sia la fanciulla che ha raccolto il maggior numero di consensi! DUE PASSI PER EICMA... IN COMPAGNIA DELLA NOSTRA VIRGINIA Ci siamo divertiti a mandare in giro per il Salone una delle nostre splendide standiste per scherzare un po’ con il pubblico. Guardate com’è andata... A bbiamo approfittato della folla del fine settimana per... mandare Virginia, una delle nostre splendide standiste, a fare quattro chiacchiere con il pubblico del Salone di Milano EICMA 2015 con risultati spesso molto simpatici. Vi rivedete fra il pubblico? 84 85 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito NICO CEREGHINI TANTI RAGAZZI ALL’EICMA E’ l’aspetto più interessante: la moto sta tornando ad affascinare le nuove generazioni. Purtroppo, oggi le moto sono troppo care da acquistare e mantenere C iao a tutti! Domenica sera, chiusa l’Esposizione Internazionale della moto, mi sono sentito come la guardia che al buio infila il lucchetto nell’ultimo cancello quando è uscito l’ultimo furgone. “Anche questa è passata”. E’ faticoso, presentarsi tutti i giorni alle nove e smontare alla sera, tanto che sabato notte ho fatto un sogno: entro una sola settimana avrei dovuto saldare il mio 86 Scarica l’APP del Magazine Periodico elettronico di informazione motociclistica debito con la Suzuki Italia. Quattordicimila euro. Io ero sicuro di aver pagato tutta la moto, ma il concessionario mi presentava un cartoncino scritto a mano, un po’ a biro e un po’ a matita: tra il dare e l’avere, risultava che avessi pagato circa 1.200 euro. Per fortuna interveniva il direttore di Moto.it che mi diceva di star tranquillo, avremmo fatto un’inchiesta, un bel servizio per i lettori, perché era probabile che la Suzuki avesse messo un chip in tutte le sue moto per sballare i conti dei clienti e farli scucire il doppio. Mi perdonerà la Suzuki, con la quale non ho sospesi di nessun genere, qui è colpa del salone, dello stress, delle centraline elettroniche farlocche e della cattiva digestione. Tanto che domenica notte, invece, salivo sulla statale della Cisa con Bradley Smith e Max Temporali: tre moto piccole, al buio, fari debolissimi e diversi lupi che attraversavano la strada. In cima mi fermavo, Smith arrivava subito dopo e Temporali niente. Sarà caduto? Se lo saranno sbranato i lupi? Tornavamo indietro e per fortuna lui veniva su piano piano, anche perché si era sobbarcato gentilmente il trasporto degli sci e degli scarponi di tutti e tre. Però, passando dall’onirico al concreto, l’Eicma non è passata invano e anzi mi è piaciuta parecchio per almeno due buoni motivi. Primo motivo: ho visto un salto di qualità nelle moto presentate, sia nei progetti sia nella costruzione, i nuovi modelli sono quasi tutti veramente interessanti. Secondo, ho visto tanti giovani visitatori, tanti ragazzi, più numerosi degli ultimi anni. Certo, le teste pelate e quelle grigie erano ancora tante, ma sono sicuro: i ventenni sono tornati all’Eicma. A quante foto mi sarò prestato? Duecento di media al giorno fanno mille e cinquecento fotografie, e di selfie, anzi di “selfoni” come dicono loro quando tre o quattro mi si piazzano accanto e si stringono per entrare nello schermo del cellulare, ne avrò fatti almeno tre o quattrocento. Come sostiene Miguel Galluzzi, che se ne intende, quando parliamo dei ragazzi non dobbiamo sbagliare: non è vero che la moto non interessa più, ma è vero piuttosto che dobbiamo dar loro delle moto molto meno costose. E su questo piano siamo ancora abbastanza lontani dall’obiettivo perché i prezzi di listino viaggiano ancora alti. Ma un Editoriale minimo di ripresa c’è, e poter contare sul desiderio e sulla passione dei più giovani un po’ rassicura. Chi riuscirà a produrre moto di nuova generazione, moto davvero economiche senza essere brutte, vincerà la partita. HO VISTO TANTI GIOVANI VISITATORI, TANTI RAGAZZI, PIÙ NUMEROSI DEGLI ULTIMI ANNI 87 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine Motocross scavezzacollo Jeff “Chicken” Matiasevich, che al suo debutto nell’evento torinese ha centrato il segno in piena sicurezza prevalendo sul sorprendente Vincenzo Bosi, su Massimo Contini e sullo svedese Jorgen Nilsson; 5° il grintoso Stefano Cardellini che ha preceduto il finlandese ex ufficiale Cagiva Pekka Vehkonen. Vittoria assoluta anche nella Anni ’90, dominata in entrambe le frazioni Robbie Reynard il quale si è lasciato alle spalle il danese Brian Jorgensen e l’ex campione National e Supercross Jeff Stanton che molti ricordano per essere stato uno dei rivali più tosti di Jean Michel Bayle quando il francese correva negli Stati Uniti. A ridosso del podio Miska Altonen, seguito da Cristian Ravaglia, Alex Puzar, il grintoso Andrea Dovizioso e Mickael Maschio. Puzar è salito sul gradino più alto del podio della Coppa Famiglia a fianco del cugino Andrea Quaglia, davanti all’accoppiata Franck e Deny Philippaerts e a quella formata dai fratelli Ravaglia. AGLI YANKEE LA 37ª TRANSBORGARO di Massimo Zanzani | Glover, Matiasevich e Reynard svettano nell’entusiasmante manifestazione dedicata ai campioni del motocross degli anni 70, 80 e 90. A Puzar e Quaglia la Coppa Famiglia E nnesimo successo per l’entusiasmante manifestazione dedicata alle vecchie star del fuoristrada organizzata senza scopo di lucro da Bruno Morselli e Pino Mangano, che da quasi una quarantina d’anni ripropone agli appassionati uno spettacolo da gustarsi tutto d’un fiato non solo in pista ma anche nel paddock. Dove ci sono le moto attuali ma anche quelle d’epoca, le special, meccanici e addetti al settore dei giorni nostri e di quelli passati, poster e gadget d’annata, in un’atmosfera molto coinvolgente e fuori dall’ordinario. 88 La Transborgaro ha richiamato anche quest’anno tanti fuoriclasse europei, ed una agguerrita squadra di piloti statunitensi capitanata dall’accompagnatore Brad Lackey che ha monopolizzato le tre classi in programma. Quella riservata ai campioni degli anni ’70 ha registrato la doppietta di Broc Glover che in sella alla Yamaha ha fatto sfoggio della sua intatta guida precisa e incisiva che in entrambe le frazioni si è imposto sull’ex iridato 250 Danny Laporte, sul sempreverde Pietro Miccheli e su Chuck Sun. Doppio successo anche nella Anni ’80 che ha visto primeggiare l’ex 89 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica DAKAR 2016: SUPER FIAMBALA? SUPER DAKAR! di Piero Batini | Presentata ufficialmente a Parigi la 38ma edizione della Dakar, Argentina Bolivia 2016. Un gran lavoro in poco tempo, ma le novità, soprattutto “under the hood”, non mancano. Il marchio di Marc Coma, al primo impegno ufficiale pubblico N ell’atmosfera tesa e triste di una Parigi blindata, all’ombra di un evento drammatico come il massacro di venerdì 13, l’ufficializzazione della Dakar Argentina Bolivia 2016 con la presentazione di mercoledì 19 novembre spezza la tensione ed era necessaria. Non tanto per esorcizzare l’evento sociale, che resta nell’anima come una 90 cicatrice, né per la scoperta delle novità, anche quelle dell’ultimo minuto che sono i colpi di scena dell’evento, ma per mettere un punto, per archiviare una fase importante e mai così delicata come nel caso dell’edizione ormai imminente. Ricordiamo che il Rally, così come viene presentato oggi, è per metà ricostruito dopo il “forfait” del Perù, arrivato come una doccia gelata di… mezza Scarica l’APP del Magazine estate. Era il momento in cui gli organizzatori si preparavano alle verifiche di terreno del percorso, in quel caso per la prima volta affidate, oltre che a Tiziano Siviero che è l’anima del percorso della Dakar sudamericana, a Marc Coma da poco ritirato dalle corse e diventato direttore sportivo dell’Evento. Una fase delicata, che richiede tempo e pazienza, e non certo l’improvvisa centrifuga di un Paese ospitante e la conseguente riorganizzazione, quasi in stato di emergenza, di metà della Corsa. Così è saltato anche buona parte del programma di “istruzione” del Campione catalano, catapultato improvvisamente e subito al centro delle operazioni, e per di più con un compito non più di affinamento ma cruciale. ASO, la società che detiene Marchio e Dakar, non si è spaventata. Chi progetta e realizza avventure non può fermarsi di fronte a un imprevisto, per quanto importante. E Marc Coma non si è impressionato, si è rimboccato le maniche e si è messo Rally al lavoro. Chi ha vinto cinque volte la Dakar non può lasciarsi sorprendere da un cambio di road book, per quanto significativo. I risultati del grande, improvviso e instancabile lavoro di ASO e di Marc Coma ora è fissato nell’ufficializzazione del percorso e della definitiva formula sportiva. Ecco gli argomenti chiave dell’edizione che parte da Buenos Aires il 2 gennaio 2016. Sarà una Dakar che deve molto alla Bolivia, per uno straordinario supporto morale e pratico, e all’Argentina, che si è accollata un impegno aggiuntivo importante assorbendo le conseguenze del “taglio” del Perù, che danno un… taglio diverso alla competizione. Meno “sabbiosa”, con meno dune, e di conseguenza con più tratti “duri” e su piste veloci, la Dakar sarà certamente non meno difficile. Argentina vuol dire Pampa, e vuol dire anche WRC. Alcune sezioni del percorso ricorderanno i Rally “classici” delle World Rally Car, che in Argentina godono di una popolarità straordinaria. Ma se è 91 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine decima tappa del 13 gennaio, che unisce Belen a La Rioja all’indomani della conclusione della tappa Marathon, e a questo proposito diremo che finalmente torna nella Marathon il Parco Chiuso, vedrà partire i concorrenti in un modo atipico. Per la prima volta, infatti, ma sarebbe meglio dire che si tratta di un ritorno assoluto alla primissima origine della Dakar, lo start vedrà schierati uno dietro l’altro i migliori classificati della tappa precedente indipendentemente dalla classe di appartenenza. Vuol dire che 10 moto, dieci auto e cinque camion partiranno nell’ordine, intervallati da tre minuti. In questo modo ASO e Coma si propongono di interrompere la strategia del “trenino” e di rendere il confronto più puro e spettacolare. Di rendere possibile un rimescolamento delle carte della classifica, insomma, a tutto vantaggio della tensione agonistica della Gara. Terza idea, portare da due a tre i minuti di intervallo tra i concorrenti alla partenza. Più tempo uguale più solitudine, e più tempo necessario per recuperare i tre minuti dal concorrente partito prima e… più tempo per sbagliare. Più navigazione, insomma. Non dune non significano impegno fisico, e vero che la Dakar ha richiamato uno sciame di fuoriclasse del WRC, non vuol dire che saranno tappe da WRC. Le varianti possibili, trattandosi di Dakar, di fuoripista, di navigazione, sono molte, ed è possibile che il percorso alterni continuamente tratti più scorrevoli ad altri “impestati”. Un tipo di impegno difficile, perché è quello che, oltre alle braccia, spezza anche… il ritmo. Uno degli obiettivi di Etienne Lavigne, il Direttore di ASO che anche per questo ha voluto accanto a sé Marc Coma, è quello di restituire la Dakar alla filosofia dell’avventura che l’ha caratterizzata e che ne ha fatto il mito che resiste inossidabile da quasi quarant’anni. Con l’avanzare delle tecnologie, delle infrastrutture per la sicurezza, e per le caratteristiche ambientali dei Paesi che ospitano oggi la Dakar, questa è una missione che potrebbe sembrare impossibile. Ma qui 92 Rally mentale, minore. Lo dimostra, per esempio la trilogia delle tappe boliviane, la Jujui-Uyuni, la Uyuni-Uyuni, sicuramente massacranti a causa dell’altitudine e, nel caso della terza frazione, della lunghezza della tappa. Dalle informazioni degli organizzatori, ma anche da una sommaria analisi di terreno e della configurazione delle tappe, le seconda settimana di corsa sarà certamente micidiale, probabilmente tale da far dimenticar in fretta le angherie della trilogia sopra indicata. Ed è bene ricordare che si comincia subito sul serio, con la prima tappa, da Buenos Aires al bivacco definito “light” di Rosario, con una prima speciale sia pure quasi formale, una diecina di chilometri, ma con uno sviluppo che impone un certo rispetto da parte dei Concorrenti. Anche questa è una buona idea, poiché è un invito pratico a tutti i Concorrenti, da quelli più impulsivi che scalpitano a quelli che hanno bisogno di una maggiore misura iniziale per le ultime verifiche tecniche, ad essere meno impetuosi e più attenti, progressivi nell’inserirsi nell’avventura della Dakar. Guarda il percorso della Dakar 2016 entra in scena Marc Coma, che conosce la Corsa meglio di chiunque altro, perché l’ha vissuta e vinta con un’intelligenza critica mostruosa. Ecco alcune delle idee di base che vengono introdotte nell’edizione 2016 della Dakar Argentina Bolivia. La prima è “sotto il cofano”, e si traduce in un diverso modo di somministrare le informazioni di gara, leggi road book e caratteristiche del percorso. Questo non vuol dire privare i concorrenti delle informazioni di base, ma più esattamente fare in modo che queste siano più generali, e che richiedano una maggiore attenzione dei Piloti e dei Navigatori sul piano dell’interpretazione. Un esempio indicatore della tendenza è già nella presentazione, numero di tappe, di concorrenti, di chilometri, ma nessun dettaglio specifico del percorso, nessuna nota di terreno. La seconda idea passa sotto il nome di Super Fiambala. La 93 Ricevi Moto.it Magazine » Spedizione su abbonamento gratuito Periodico elettronico di informazione motociclistica Scarica l’APP del Magazine EDITORE: CRM S.r.l., Via Melzo 9 - 20129 Milano P. Iva 11921100159 RESPONSABILE EDITORIALE Ippolito Fassati RESPONSABILE SVILUPPO EDITORIALE Andrea Perfetti CAPO REDATTORE Edoardo Licciardello REDAZIONE Maurizio Gissi Maurizio Tanca Cristina Bacchetti Marco Berti Thomas Bressani Aimone Dal Pozzo Francesco Paolillo COLLABORATORI Nico Cereghini Giovanni Zamagni Carlo Baldi Massimo Zanzani Piero Batini Antonio Gola Enrico De Vita Ottorino Piccinato Antonio Privitera Alfonso Rago Massimo Clarke Marco Delmastro Max Morri Federico Iozzi GRAFICA Thomas Bressani COPYRIGHT Tutto il materiale contenuto in Moto.it Magazine è oggetto di diritti esclusivi di CRM S.r.l. con sede in Milano, Via Melzo 9. Ne è vietata quindi ogni riproduzione, anche parziale, senza l’autorizzazione scritta di CRM S.r.l. MOTO.IT Via Melzo 9- 20129 Milano Reg. trib. Mi Num. 680 del 26/11/2003 Capitale Sociale Euro 10.000 i.v. Email: [email protected] 94 95