WEEK-END E VACANZE www.piacerebridge.it [email protected] Giocando a bridge il tempo scorre veloce e spesso è complicato quantificare le attività che siamo chiamati a svolgere in una sessione di gioco; la statistica, con tutti i limiti del caso, certamente può aiutarci a fare chiarezza. In dieci ore di gioco noi mediamente trascorriamo circa quattro in dichiarazione, tre in controgioco, un’ora e mezza nel gioco con il morto e un’ora e mezza a fare il morto. Nel 70% delle fasi del gioco (dichiarazione e controgioco) è necessaria la collaborazione con il partner e pertanto il risultato conseguito nell’ambito di una gara è con certezza figlio della coppia; resta da rilevare, però, che essere un buon giocatore e giocare bene assieme ad un partner sono due cose molto diverse e che solidarietà e fiducia sono elementi essenziali per la costruzione e la vita di una coppia. Parte essenziale del gioco è la tecnica, che si evidenzia in dichiarazione, in controgioco e nel gioco con il morto, tuttavia imparare a giocare significa ben di più, significa maturare la capacità di trarre il massimo beneficio dall’applicazione delle proprie conoscenze tecniche, sviluppando l’atteggiamento mentale e comportamentale adeguato. Molti autori, nel passato e nel presente, si sono impegnati a spiegare non solo le tecniche di gioco per avere successo nel bridge, ma anche i comportamenti negativi e gli atteggiamenti psicologici deleteri al tavolo; quasi tutti hanno poi cercato di rassicurarci evidenziando che il bridge è un gioco di errori e che è provato che un giocatore medio compie tra due e quattro errori a smazzata. Ovviamente molti errori non comportano conseguenze e molti altri neppure sono recepiti. Il problema centrale in questi casi è come la coppia, e al fondo ognuno di noi, riesce a gestire gli errori riconosciuti o riconoscibili. Anche riguardo alle difficoltà tecniche la statistica può essere molto utile e in qualche modo ci può confortare. Complessivamente in dichiarazione, gioco e controgioco noi siamo chiamati: Nel 50% dei casi ad affrontare situazioni semplici. Nel 30% dei casi ad affrontare situazioni di media difficoltà. Nel 15% dei casi ad affrontare situazioni difficili. Nel 5% dei casi ad affrontare situazioni molto difficili. Riassumendo, nell’80% dei casi siamo chiamati ad affrontare situazioni che presentano al massimo una media difficoltà: pienamente alla nostra portata! Gli ottimi giocatori sono in grado di realizzare anche i colpi più difficili, ma ciò rappresenta semplicemente il 20% dei casi. La vera differenza è però costituita dal fatto che i forti giocatori non commettono errori nelle situazioni facili o di media difficoltà. In molti casi gli errori sono dovuti ai comportamenti individuali, in altri a una cattiva partnership; una coppia che intende migliorare il proprio rendimento deve quindi agire su un duplice binario: tecnica individuale e intesa di coppia. L’intesa di coppia non comporta solo l’appianamento di perniciosi individualismi, ma anche una profonda comprensione interpersonale. Gli errori, fatto inevitabile, devono costituire il pungolo al miglioramento: ricordo, al proposito, che un famoso campione americano, intervistato dopo la conquista del suo primo titolo mondiale, ringraziò pubblicamente tutti dichiarando che la sua vittoria era il risultato finale di una sequenza di sconfitte. Nel chiacchiericcio tra bridgisti non è raro udire frasi sentenziose del tipo «è più difficile trovare un partner a bridge che nella vita». Trovare un buon partner a bridge è senz’altro complicato e la difficoltà è doppia, da un lato è necessario considerare lo stile di gioco e dall’altro le relazioni interpersonali che s’instaurano al tavolo tra compagni. Stili di gioco L’agognata identità tra noi e un potenziale partner è utopia, ci sono, infatti, diversi modi per strutturare la dichiarazione e ognuno di noi convive con il proprio vissuto, lo stesso vale per i trattamenti convenzionali, i segnali di difesa; c’è inoltre chi ha uno stile più aggressivo e chi gradisce un’andatura più compassata. Le differenze di uno o più aspetti del gioco possono rendere davvero sgradevole una partnership. Lavoro, tempo e una buona dose di ottimismo, sono necessità inevitabili per il miglioramento di una coppia. Relazioni interpersonali In ogni gara vive in ognuno di noi una tensione prodotta dall’ambizione di vincere, dalla voglia di fare bene e contestualmente dalla paura e dall’ansia di commettere un errore, insomma un mondo di emozioni. L’atteggiamento del partner di fronte all’errore commesso dal compagno è molto importante nella vita di una coppia, giacché il bridge è un gioco di concentrazione e attenzione. Spesso dopo un’incomprensione, il partner apostrofa il compagno e tutto ciò non fa altro che deprimerlo e mortificarlo ulteriormente, togliendogli attenzione e concentrazione. L’errore che si fa in questi casi e di dimenticare il peso delle emozioni. Il bridge è un gioco a due e parte del gioco è la gestione della coppia. Come nella vita reale, giocando in coppia, è necessario che ognuno faccia la propria parte per rendere piacevole e divertente questo ‘incontro’: una gara non è certamente il luogo per sfogare le proprie frustrazioni, soprattutto con il partner. Ecco il contratto che dovremmo sottoscrivere con ogni persona che accetta di divenire il nostro partner: 1. Prometto di sostenere il partner sia nella buona sia nella cattiva sorte. 2. Prometto di rimanere umile nella vittoria e comprensivo in caso di sconfitta. 3. Prometto di considerare il mio compagno come un essere umano, con i suoi pregi e i suoi difetti. 4. Prometto di restare in silenzio e di non mostrare animosità nel caso il mio partner commetta quello che io considero un errore. 5. Prometto di congratularmi con il partner quando realizza una buona giocata o fa una buona dichiarazione. 6. Prometto di non sminuire mai il mio compagno. 7. Prometto di dimenticare la smazzate negative e di non rimasticarle all’infinito. 8. Mi impegno a dare il benvenuto ai nuovi avversari e a non continuare a parlare della smazzata precedente con il compagno ad ogni cambio di tavolo. 9. Prometto infine di considerare il mio partner come la persona più importante della mia vita per tutto il tempo che la nostra unione bridgistica durerà. Qualcuno salacemente commenterà: «Questo accade solo nel mondo nelle favole!». L’obiettivo per tutti è imparare dagli errori e ciò, a ben vedere, significa comprendere le reali motivazioni dell’errore, che alle volte sono strettamente tecniche, altre eminentemente psicologiche. Purtroppo una casistica articolata degli errori è di fatto improponibile, ci occuperemo pertanto di alcune situazioni evidenziando comportamenti individuali o di coppia: lo scopo è la prevenzione e in qualche caso la terapia. Il giocatore medio ama intervenire, purtroppo questa sua tendenza non è temperata dalla posizione di gioco (zona/prima) e dalla qualità del colore d’intervento. Osserviamo questo esempio: Hai una mano poco adatta al gioco in attacco e che senz’altro meglio si presta al controgioco: Il punteggio è ‘sparso’ ed è costituito da onori bassi; Il seme licitato non è solido ed è solamente 5°. La figura a , quando l’avversario non trova FIT, mediamente sarà soggetta al taglio avversario. I giocatori più esperti sono certamente cauti in questi casi; ecco al proposito le loro opinioni: Non avrei mai dichiarato! La dichiarazione a 2 è pericolosa! Cerco di non effettuare un intervento a livello 2 con sole 5 carte. Stai scherzando? Passo e ripasso! Non vi è alcuna ragione per dichiarare immediatamente. Altre volte l’intervento si rivela un boomerang: Nord, impegnato in controgioco nel contratto di 3SA, ha attaccato con fiducia con il J (mettere a terra un fante secondo non è mai cosa gradevolissima) e il giocante, vinto l’attacco con il Re del morto ed eseguito in seguito l’impasse nel colore, ha realizzato con facilità le nove prese previste. La qualità del colore d’intervento era davvero minima ed è importante porre l’accento che s’interviene per una pluralità di motivi tra cui suggerire un colore d’attacco al compagno: nelle mani di scarsa forza il punteggio deve essere concentrato nel colore dichiarato. L’insegnante, o il vostro personale mentore, fa le sue buone raccomandazioni, ben sapendo che molto spesso l’attacco iniziale condiziona pesantemente l’esito di una smazzata. Il demone però vi mette alla prova pungolandovi con il suo tridente, osserviamo questi casi: Bene, se hai ascoltato la vocina del tuo diavoletto personale e hai inta- volato una piccola cartina di , a posteriori devi convenire che questo è un unicum amarissimo: tutti gli altri attacchi ti avrebbero consentito di battere il contratto avversario, questo no! L’avversario ha inserito la Donna del morto e poi è tutta discesa. Sfortuna? Solo ora ricordi bene le raccomandazioni: «L’attacco sotto Re è pericoloso!». Ancora amareggiato dopo la precedente smazzata, spetta nuovamente a te. Questa volta hai scelto di attaccare con l’8 di ! L’attacco di doubleton, quando non suggerito dall’intervento del compagno, spesso va a precipitare in un colore di sviluppo dell’avversario. Individuata facilmente la posizione della Donna di , tutti i problemi del giocante sono risolti di colpo. Con l’attacco a , ma anche (questo è il colmo!) con l’attacco a e un tempestivo ritorno a per il giocante è nebbia fitta! Questa volta hai disciplinatamente attaccato con l’Asso di , Sud ha fornito la Donna e allora hai optato per il piano di riserva, intavolando il tuo singolo a . Sfortuna, dopo l’Asso del compagno e il tuo successivo taglio, l’avversario ha realizzato il contratto. Un vecchio adagio al proposito recita: «Lungo in atout, attacca nel lungo; corto in atout, attacca nel corto». Ricorda che possedendo lunghezza (4+ carte) e forza (almeno un onore e un sotto onore, ma alle volte pure qualcosa di meno come nel nostro esempio) nel seme di atout scelto dall’avversario, è certamente preferibile attaccare in un seme lungo e compatto, proprio al fine di costringere al taglio (confidando in un taglio dalla parte lunga) l’avversario. Questa smazzata illustra una tecnica di conosciuta come fuorigioco, che comporta l’accorciamento in atout del giocante. Ovest, dopo aver visto scendere la Donna di deve insistere nel seme pur sapendo di essere tagliato e riandando in presa la coppia controgiocante dovrà continuare a sino al fuorigioco del giocante. Al proposito anche la zia avrebbe esclamato: «Il giocante taglia, si accorcia e muore!», questa volta la zia aveva ragione. A volte il mondo ci appare nemico e tutto sembra congiurare contro di noi. Spesso questa è una visione soggettiva indotta dall’ansia. Osserviamo una situazione in cui siamo sotto pressione: Preso dallo sconforto non hai resistito e dunque hai dichiarato ... L’avversario ha contrato, il compagno non ha potuto celare il suo fastidio. Tredici prese dopo rimiri il tuo magro bottino: 3 prese! Si d’accordo eri in prima, ma 1.100 è un fardello insopportabile. Guardi in cagnesco il partner, vorresti vomitargli addosso tutta la tua frustrazione, ma è lui a rampognarti! Insopportabile! In realtà il partner non ha alcuna colpa. Gli avversari realizzano in questo board, 3SA, 4 e anche 4. La tua coppia è tra l’altro in grado di battere (con l’attacco e il successivo esaurimen- to dell’atout avversario) il contratto di 2. Il tuo compagno, improvvisandosi accomodante, cerca di spiegarti (a ragione!) che lui intendeva semplicemente indicarti un attacco, ma tanto tu non lo stai più a sentire! In realtà il contro del compagno è un contro direzionale, indicativo per l’attacco. Questo contro è un contro punitivo che perciò non chiede al compagno di dichiarare, anzi gli chiede semplicemente di attaccare a nell’ipotesi di un contratto avversario. La responsabilità del contro era di Est, ma tu ti sei fatto prendere dall’ansia e forse dalla sfiducia. Finalmente una mano tranquilla! A ben vedere questa è una rara Yarborough: una mano che non presenta nessuna carta superiore al 9. Giocando a whist il conte di Yarborough, conoscendo l’improbabilità di questa mano (1 su 1827), a ogni smazzata scommetteva 1.000 sterline contro una sulla possibilità di distribuzione al tavolo di una simile. Il conte sapeva fare bene i suoi calcoli! Inizi con il passo, ma improvvisamente spetta a te dichiarare nuovamente: Il diavoletto continua a punzecchiarti! Intorcinato nei tuoi pensieri ecco che esce la sindrome della crocerossina: «Io ti salverò!». Dai pensieri ai fatti e in un baleno hai trovato una soluzione che ti sembra astuta, dichiarando 1, purtroppo la tua dichiarazione non ha gli esiti sperati! Dopo il 2SA del compagno ti sei stretto nelle spalle, aspettando il martirio. È andata più che bene, viste le premesse: l’avversario non ha contrato questa volta. Eravate in zona e scrivere 300 sulla colonna degli avversari non è stato per lui un piacere! L’ansia ti ha obnubilato e hai dimenticato prudenza e regole di dialogo. Con 0/4 punti, dopo l’apertura 1 a colore del compagno, si dichiara passo (con il possesso di un Asso però si può dichiarare!). In questi casi il tuo passo sta a indicare: «Caro partner, anche a fronte di una tua mano massima la nostra coppia non può raggiungere il contratto di manche». Più in generale, nelle situazioni scabrose è necessario ricordare che «se non c’è il contro, non c’è il problema»; se e quando l’avversario, dopo il tuo passo sull’apertura di 1, riaprirà la dichiarazione con il contro, avrai comunque modo di prendere in considerazione le eventuali contromisure. Ed ora? Con molta fatica hai rielaborato una strategia, quello che ne è uscito è un abominevole ... Ricordi che il tuo old partner ti ha ben catechizzato, facendoti presente che il riporto al primo colore dell’apertore si fa con due carte; mancando queste condizioni, ti sei assunto il rischio della dichiarazione a 2SA . Il compagno ha mostrato il possesso di almeno nove carte nei semi nobili e una mano di forza debole o al massimo media: nella stragrande maggioranza dei casi il contratto di 2SA è nato morto! Ecco le 26 carte della tua coppia: Il compagno dispone di una discreta mano, tuttavia il contratto di 2SA è davvero disperato. A ben vedere sembra che, nonostante l’evidente misfit, il contratto di 2 abbia qualche piccola speranza di sopravvivenza e soprattutto in tale contratto (salvo distribuzioni atroci del seme di ) difficilmente l’avversario avrà la possibilità di contrare. Ciò che va ricordato in questi casi è che la dichiarazione di riporto a livello 2 al primo colore dell’apertore in situazioni di emergenza può esser fatta anche con una sola carta. Già forcing o no forcing, questo è il problema! Su quest’argomento si sono sprecati davvero chili e chili di carta stampata e fiumi di parole e meriterebbe certamente molte esemplificazioni e molti distinguo. Al proposito poi va notato che il bridge è in perenne movimento e che magari ciò che anni fa era considerato indiscutibilmente forzante oggi ha assunto, in virtù di nuove sistemazioni dichiarative, valore non forzante. Un buon ambito di lavoro per una coppia! Verifichiamo, ad esempio, questa situazione: In Est siamo obbligati a dichiarare? Che mano avrà il compagno? Questa è una situazione in cui la coppia deve avere le idee chiare, in altre parole deve averne discusso abbondantemente. Il 2 di Ovest non è forzante! La sua mano dovrebbe essere una mano di buona distribuzione, in genere una 6/4 (più raramente una 5/4), con una ‘sana’ apertura. Ecco un paio di esempi: Molti errori banali sono commessi alla prima presa e tutto ciò per eccesso di precipitazione: la medicina è la calma. Sforzati di pensare soprattutto alla prima presa per qualche secondo, focalizza il problema e valuta le possibilità. Spesso non serve una strategia elaborata, vediamo ora semplici e conosciuti esempi in cui il medico frettoloso fa la piaga cancrenosa. Dopo la tua apertura di 1SA, giochi in Sud il contratto di 7, mentre l’avversario attacca con una cartina di . Dopo aver vinto l’attacco in mano con il dieci, senza pensarci troppo hai giocato una piccola , Ovest ha risposto, e tu hai giocato la Donna del morto. Disgrazia! Est non ha risposto, il contratto è down. Prestando maggiore attenzione anche con il resto delle 4/0 in Ovest il contratto era realizzabile. Con questa figura era però necessario iniziare il Re di e ciò, scoperta la cattiva distribuzione del seme, ti avrebbe consentito di neutralizzare il J10 posseduti da Ovest. Se hai realizzato il contratto forse non hai preso il top (il top lo ha realizzato l’avversario del tavolo precedente dichiarando 7SA) ma solo un buon risultato. Se non hai realizzato il contratto, sappi che il compagno non è disposto per lungo tempo ad accettare le scuse di chi non s’impegna allo spasimo! Sulla stessa falsariga ancora un esempio davvero semplice. Questa volta, dopo la tua apertura di 1, sei impegnato a 3SA, mentre l’avversario attacca con una cartina di . Sul 6 di del morto hai inserito meccanicamente il 10, Est ha giocato la Donna e tu l’Asso. Ora non hai più ingressi in mano. Come spesso accade la prima giocata è quella che decide il contratto. La realizzazione del contratto passa attraverso il facile affrancamento delle , anche cedendo una presa nel colore puoi affrancarne tre; fondamentale è conservare l’ingresso in mano, inserendo il Re dal morto. Si certo è una smazzata banale, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare! Da sempre la dichiarazione è fonte di incomprensioni e sempre così sarà, ma alcuni errori macroscopici sono ben evitabili. Ecco un primo errore che dà la stura ad un successivo errore: il disastro è inevitabile! Ecco un primo errore che dà la stura ad un successivo errore: il disastro è inevitabile! Est, dopo aver interrogato con il 2 Stayman, introduce un nuovo colore. La situazione è almeno forzante a manche, il nuovo colore è composto da 5+ carte. Il 2 è ancora una dichiarazione interrogativa e in buona sostanza chiede all’apertore l’appoggio di tre carte al nuovo colore dichiarato. Il 4 dell’apertore è del tutto ingiustificato, infatti, quando la situazione è forzante a manche, Ovest deve limitarsi a fornire l’appoggio al livello più economico (3). Ciò consentirà al partner, individuato il FIT, di poter esplicitare l’obiettivo della coppia (in questo caso verifica di slam) dando inizio alle cue bid. Il 4 di Est ha questa motivazione e consente alla coppia di costatare l’assenza di controllo nel seme di , dunque slam abortito. Diversamente il 4 di Ovest toglie spazio a Est, che messo alle strette (e forse un po’ indispettito) commette un altro errore effettuando una richiesta d’Assi. Una richiesta d’Assi è opportunamente effettuabile solo dopo avere verificato la presenza dei controlli (non perdere immediatamente due prese) in tutti i semi esterni all’atout. Ovviamente qualsiasi iniziativa di Est oltre il livello di 4, conduce al down. Utilizziamo la stessa smazzata per verificare un’altra possibile incomprensione di dialogo, l’inizio è identico ma... Ora è Est a essere in difficoltà, che sarà mai questo 3 del compagno? Ovest con la presenza di tre carte a ha compiuto una dichiarazione maggiormente esplicativa, indicando non solo il FIT ma anche la qualità dell’appoggio. Il messaggio veicolato dal 2 di Est è «appoggiami con il possesso di tre carte a o altrimenti dichiara a SA» e Ovest ha rispettato il patto: in simili casi tutto ciò che non è una dichiarazione a senza, indica l’appoggio di tre carte nel colore nominato dal compagno (). Ecco un’altra situazione di dialogo abbastanza frequente. Ovest ha aperto di 1 poi la dichiarazione ha preso questo sviluppo ... Se meccanicamente hai dichiarato 2SA, questa è comunque un’imperfezione! È vero che 2SA nega tre carte a , ma che ti sarebbe costato dichiarare 2? Nulla, anzi il compagno avrebbe compreso che tu possedevi una mano bilanciata con 4, 4 e due carte di e pertanto con tre carte di . Una descrizione perfetta della tua forza e della tua distribuzione. Un compagno protagonista non si sofferma sulle quisquilie e il suo motto è «Io bado al sodo!», non sempre ciò è un bene, anzi! Verifichiamo ora una sequenza inizialmente del tutto simile alla precedente nello svolgimento, peccato che le intenzioni del nostro protagonista erano ben diverse. Ovest è certamente indisciplinato e il possibile disastro è sua responsabilità. Ovest con il 2, presumeva di chiedere il fermo nel colore al compagno, il compagno invece (come nella situazione dell’esempio precedente) gli ha accreditato il possesso di quattro carte di . Come doveva, o meglio poteva, svolgersi la dichiarazione? In questo caso il 2 di Est è un 4° colore e il 2 ben si spiega con il possesso di due carte nel colore e l’onore secondo. Ora si che abbiamo dichiarato un buon contratto! Un altro errore molto comune tra i principianti: La dichiarazione di 2 indica una mano sbilanciata e questa scelta potrà condizionare il partner nelle successive scelte dichiarative. La replica corretta è 1SA. Non necessariamente la ripetizione del colore di apertura indica una mano monocolore e in particolare in questa situazione dichiarativa l’apertore potrebbe essere impossibilitato (regole di dialogo di coppia) ad illustrare il possesso di un colore posseduto. Verifichiamo con alcuni esempi: In tutte le situazioni proposte, la seconda dichiarazione dell’apertore è a 2; nell’esempio la descrizione della mano è perfetta e compiuta; nei casi e l’apertore è costretto a fare di necessità virtù; l’apertore non può dichiarare il secondo colore posseduto (rispettivamente e ) giacché ciò costituirebbe una dichiarazione di rovescio ascendente e sarebbe compatibile solo con una mano di maggiore forza, in pratica una buona mano media o più (16+ po). La ripetizione economica del colore di apertura (a livello 2) indica con certezza il possesso di una mano monocolore solamente quando apertura e risposta sono adiacenti; ecco gli esempi: Ora litighiamo con altre 26 carte! Est è un decisionista, ma ha scelto un momento davvero poco propizio. Per sostituire un nostro colore a due colori dichiarati dal compagno, ci vogliono sei carte. Ricordate che con il 2 voi state decidendo il contratto della coppia (ovviamente dal vostro punto di vista) e che il passo successivo del compagno non è un’eventualità, ma quasi una certezza! Quando nel futuro si ripresenterà una simile situazione, potrebbero accadere cose inguardabili: ricordate, instabili voi, instabile il partner! Molte volte mi è capitato con mani simili di vedere qualche allievo titubante e imbarazzato. L’obiezione Est in questi casi è: «Ma come posso dichiarare 3SA, io non ho il fermo negli altri colori!». Nessuno vi garantisce la realizzazione del contratto di 3SA, certo però che il partner, nel bene o nel male, giocherà questa smazzata con facilità. In questi casi e in altri simili non è utile e necessario verificare l’esistenza dei fermi. Non c’è alternativa al contratto di 3SA e nella fattibilità della manche a 5 ci spera, come tutti i miei allievi ben sanno, solo mia zia! Si chiude gli occhi e si dichiara 3SA. La ricerca dei fermi diventa al contrario una priorità quando gli avversari hanno dichiarato un colore o quando la sequenza dichiarativa da noi svolta indirizza esplicitamente l’attacco avversario in un determinato colore. Una simile dichiarazione d’intenti non dovrebbe lasciarvi indifferenti: si tratta di un partner potenzialmente pericoloso! È ben evidente che il significato di una dichiarazione cambia in rapporto alle situazioni, tuttavia c’è sempre qualcuno che per semplificazione tende con ostinazione a somministrarci i suoi personali e indigesti menù! Casi : la dichiarazione a 4SA è certamente Blackwood (o qualsiasi variante della stessa voi giochiate). Nel primo caso c’è un FIT evidente () e sarà questo il riferimento per le risposte da fornire; nel secondo caso, per convenzione, le risposte saranno fornite sull’ultimo colore dichiarato. In tutti questi casi ( ) la dichiarazione di Est a 4SA ha valore quantitativo; è una dichiarazione invitante nel senso che invita il compagno a dichiarare 6SA con una mano massima: il rispondente, considerando il minimo garantito dall’apertore, ha la certezza del possesso in coppia di trentuno punti onori. In tutti questi casi le dichiarazioni a senza atout di apertore e rispondente sono adiacenti. È da notare che la situazione evidenziata dal caso è del tutto analoga quella del caso , l’unica differenza riguarda il passaggio interrogativo Stayman (e relativa risposta), dove, però nessun giocatore ha evidenziato un proprio colore reale. Caso : la dichiarazione di Est non è certamente una richiesta d’assi, ma una dichiarazione che convenzionalmente indica una mano bicolore nei restanti colori, da molti usata per indicare in particolare una grande bicolore minore. Il tuo compagno ha aperto e tu in Est, dopo aver conosciuto l’esistenza del fit a , hai deciso sbrigativamente di interrogarlo con una richiesta d’assi, anzi con una Roman Key Card Blackwood. Ecco una possibile situazione spiacevole: La dichiarazione a 4SA, seppur brusca di Est, è giustificata dalla presenza di controlli in tutti i semi esterni all’atout (non perdo due carte in nessun colore esterno all’atout), purtroppo in questa situazione può verificarsi un grosso problema quando l’apertore possiede un solo Asso (o una sola carta chiave): la scala delle risposte ci catapulta oltre il livello di sicurezza. 0/3 1/4 2 senza la donna di atout 2 con la donna di atout In questi casi potremo poi porre rimedio al problema dichiarando 5 (illogico!) che convenzionalmente obbliga l’apertore alla dichiarazione di 5SA, su cui poi potremo dichiarare passo. In altre situazioni, quando ad esempio il contratto di 5SA non sia utilmente dichiarabile, i guai potrebbero essere seri. Ormai più tre lustri fa, proprio a seguito di una situazione simile, una squadra perse l’incontro di finale della Coppa Italia Open. Molti si sono ingegnati a cercare di risolvere questo tipo di problema, la proposta americana (oramai annosa) prevede ad esempio l’inversione dei primi due gradini della scala delle risposte. 1/4 0/3 2 senza la donna di atout 2 con la donna di atout A questo punto, potremmo e forse dovremmo continuare valutando situazioni, analizzando atteggiamenti, ma il tempo è davvero poco e perciò rimando a un prossimo incontro nuove osservazioni ed esemplificazioni in merito. Nel congedarmi vorrei proporvi una smazzata storica, che, contrariamente a quanto recita il proverbio, ci invita a considerare che a caval donato è bene guardare in bocca: la smazzata dei bari del Missisippi. La cronaca è di Josè Le Dentu. Molte leggende circolano al riguardo della mano seguente che, anch’essa è del periodo del whist: Se un giorno vi dovesse capitare di rilevare un simile gioco è assai probabile che non crediate ai vostri occhi e che il vostro primo riflesso sia quello di dichiarare d’acchito il grande slam a . Ma se siete astuto ed avete fiducia nel vostro compagno, cercherete di farvi contrare 7 impiegando tutta una serie di dichiarazioni inutili, cominciando dall’apertura di 2 … È chiaro che surcontrereste. Ahimè! Guardate che cosa vi capiterà: Ovest attacca con l’Asso di e sud realizza solamente le sue sei atout franche. Questa smazzata pare fosse il ‘trucco’ favorito dai bari che ‘lavoravano’ sul battello passeggeri del Mississippi e lo sfortunato possessore di tredici prese franche poteva perdere una fortuna.