LA “VOCE” DEL FALCO I.T. “G.C.FALCO” CAPUA (CE) Farò 13? NUMERO 3 FEBBRAIO — MARZO Anno scolastico 2013-2014 “Sii il cambiamento che vuoi vedere avvenire ne mondo “ (Gandhi) ….. DALLA REDAZIONE Gentilissimi dottori, noi ragazzi dell'I.T. “Giulio Cesare Falco” appena abbiamo appreso della vostra presenza a Capua in occasione della commemorazione del Soprintendente Jacobitti, abbiamo pensato di avanzarvi delle richieste perché vorremmo che il nostro territorio fosse maggiormente valorizzato dal punto di vista culturale ed architettonico! Molti monumenti, secondo il nostro parere, andrebbero riaperti, per far capire ad ogni capuano, e non solo, realmente la magnificenza della Città! In una terra tormentata da numerosi problemi sociali, come disse Giuseppe Impastato: "… bisogna ricordarsi cos'è la bellezza, imparare a riconoscerla e difenderla"! Solo in questo modo ogni capuano riacquisterà il suo senso di appartenenza alla città, perché ora come ora non tutti hanno questa percezione! Molti dei monumenti, infatti, o sono deturpati o addirittura sono destinati alla “dimenticanza” e all’incuria del tempo! Vi chiediamo di rendere fruibili i due castelli, quello di Carlo V e quello delle Pietre e di portare avanti la rivalutazione delle nostre fortificazioni cittadine. Vi chiediamo di rendere accessibile l'ingresso alle due polveriere, quella Meridionale e quella Settentrionale (detta Limata), così tutti possono capire realmente cosa è davvero accaduto sul nostro suolo! Da non sottovalutare anche la Sala d'Armi per la sua dualità, prima chiesa poi struttura militare! Insomma vorremmo che la nostra città ritornasse o riacquistasse i “fasti” di un tempo anche con l’aiuto di noi giovani che potremmo così trovare in questo settore, perché no, una sicura “occupazione! Gli alunni dell’IT “Giulio Cesare Falco” di Capua Lettera consegnata il 24 febbraio 2013 al dottor Fabrizio Vona (Soprintendente al Polo Museale Napoli-Caserta) e alla dott.ssa. Anna Maria Romano (Storico dell'Arte - Polo Museale NapoliCaserta) nell'Aula Consiliare del Palazzo Municipale di Piazza dei Giudici, durante il seminario di studi in memoria di Gian Marco Jacobitti, Soprintendente di Caserta e di Benevento. NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 2 27 GENNAIO: GIORNO DELLA MEMORIA Dal 24 al 29 gennaio, in occasione della “Giornata della Memoria” (27 gennaio) e per il secondo anno consecutivo, l’istituto scolastico guidato dal dirigente Paolo Tutore ha voluto dedicare sei giorni a una seria e condivisa riflessione su una tematica di grandissima importanza, soprattutto alla luce dei valori che sottende. Per tre giorni lo spazio espositivo è stato aperto alle scolaresche e ai visitatori provenienti dai paesi limitrofi. Negli ultimi tre giorni, invece, la mostra è stata visitata con grande partecipazione dagli allievi dell’istituto accompagnati dai rispettivi docenti. Nel corso della visita, la Shoah è stata ripercorsa attraverso la lettura di brani, la visione di documenti e le melodie che ricordano il triste destino di sei milioni di ebrei. L’evento si è concluso con la visita della mostra da parte dei ragazzi che frequentano l’ultimo anno del corso di studi. A raccontare la storia dell’Olocausto è stato il professore Felicio Corvese, presidente dell’Istituto “Vera Lombardi”, il quale si è soffermato nella descrizione della parte della mostra intitolata ”Sterminio in Europa” e su quella dedicata agli “Eccidi Nazisti a Pignataro Maggiore”, ripercorrendo quelle fasi della Seconda Guerra Mondiale che hanno toccato anche Terra di Lavoro. È stata, insomma un’esperienza molto positiva! Salvatore SGUEGLIA III AMM Ricordando l’architetto Gian Marco Jacobitti, soprintendente di Caserta e di Benevento Lunedì 24 febbraio 2014 alle ore 17 nell’ Aula Consiliare il dott. Gregorio Angelini (Direttore Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania) , il dott. Fabrizio Vona (Soprintendente al Polo Museale Napoli-Caserta) e la dott.ssa Anna Maria Romano ( Storico dell'Arte. Polo Museale Napoli-Caserta) hanno ricordato la figura dell’architetto Gian Marco Jacobitti, soprintendente di Caserta e di Benevento. L'evento è stato promosso ed organizzato dall'Assessorato alla Cultura del Comune di Capua, nella persona della professoressa Jolanda Capriglione, con le associazioni Città di Capua, Club Unesco e "Luigi Vanvitelli". Jacobitti era arrivato a capo della soprintendenza nel gennaio del 1982. Vi rimase fino al marzo del 1997 (il successore fu Livio Ricciardi), quando un giro di nomine del Ministero per i Beni culturali lo portò in terra di Puglia. Prima come soprintendente di Bari, poi come direttore regionale dei Beni culturali con ufficio sempre al Castello Svevo ai margini della città vecchia. E anche a Bari Jacobitti seppe dare prova del suo grande impegno. Assieme al prefetto Vincenzo Damiano fu autore del grande exploit di Caserta ’94, quando la città prima lanciò la candidatura e poi ottenne l’onore di ospitare la cena di gala della riunione del G7 che era in programma a Napoli. Ma Gian Marco Jacobitti deve essere ricordato anche per una serie di altre iniziative che negli anni hanno impreziosito il Palazzo reale di Caserta. Fu il soprintendente che promosse e portò a termine il restauro del Teatro di corte. Rivitalizzò il Giardino all’inglese e creò il museo dell'opera e del territorio nei seminterrati dell'edificio. Ultimo, ma non ultimo, riuscì nell’operazione di portare Terrae Motus alla Reggia stringendo accordi con Lucio Amelio prima della sua morte e, successivamente, con le sorelle del gallerista a capo della Fondazione. Salvatore SGUEGLIA III AMM NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 3 Ricordando Don Peppe Diana Il 19 marzo, festa di San Giuseppe, si fa memoria di un grande sacerdote che si è battuto per la camorra a Casal di Principe, Don Peppe Diana. È stato ucciso mentre si preparava a celebrare la messa nella sua parrocchia nel casalese, il 19 marzo del 1994. Questo sacerdote, nato a Casale, aveva deciso che la chiesa, in quel territorio soprattutto, si doveva far sentire, doveva dare una svolta a quello che quotidianamente succedeva all'interno di quel territorio, sotto gli occhi delle autorità che rimanevano, spesso, "indifferenti" ! Lui dedicò la vita e l’impegno pastorale alla lotta per contrastare illegalità, abuso, privilegio, assassinio della speranza nel futuro. Le sue non erano prediche generiche o esortazioni buone per ogni cerimonia, ma ragionamenti ricchi di esempi, di nomi e di cognomi, di denunce etiche e politiche. Don Peppe diede un messaggio chiaro ai camorristi di Casale, quando una domenica, durante la celebrazione della Messa, al momento della Comunione, non diede la comunione al Capo del clan camorrista più famoso di Casale, Gennaro Esposito. Con questo gesto voleva far capire che la chiesa non poteva accettare la presenza di camorristi all'interno dei luoghi sacri. Questo, però, non segnò la sua condanna, che fu, invece stabilita dal figlio di Esposito, che non aveva i valori "nobili" e il rispetto dei sacerdoti come il padre! Infatti, mandò uno "scagnozzo" ad uccidere don Peppe. Ma il suo sangue è stato il seme che ha dato buoni frutti. Ora, il territorio che in tanti conoscevano come il regno della camorra, sta cambiando grazie anche al suo martirio e sta cambiando anche nome: Casal di Principe non è il paese di Sandokan, ma è il paese di don Peppino Diana. Benedetto MEROLA IV BEL La Giornata Mondiale della Poesia e gli studenti capuani Gli studenti dell’IT “G. C. Falco” hanno partecipato, insieme ad altri studenti degli istituti superiori della città, alla “Giornata della Poesia”, istituita dalla XXX Sessione della Conferenza Generale UNESCO nel 1999 e celebrata per la prima volta, nella città di Capua, il 21 marzo L’evento è stato ideato e promosso da Jolanda Capriglione, assessore alla cultura del Comune di Capua e presidente del Club Unesco di Caserta, in collaborazione con gli studenti dell’Istituto Tecnico “Federico II”, dell’Istituto Tecnico “G.C. Falco”, del Liceo “L. Garofano”, del Liceo “S.Pizzi” e dell’Associazione Internazionale degli Amici della Poesia “C. Kavafis” La manifestazione è iniziata nella sala consiliare di Capua dove gli studenti dei quattro istituti organizzatori hanno recitato numerose poesie mentre una giovane alunna dipingeva al suo cavalletto l’evento. “Una rosa per te” è stato il primo componimento di una lunga serie, quasi a voler omaggiare l’altra protagonista indiscussa della giornata, la primavera. Tema delle poesie è stato l’amore ed un giovane musicista ha accompagnato sulle note di un flauto, il susseguirsi dei versi. Successivamente gli studenti sono scesi nella piazza antistante il municipio ed hanno invitato i passanti ad ascoltare, festeggiando, letteralmente, la poesia. NUMERO 3: FEBBRAIO— MARZO Anno scolastico 2013/2014 “La parola poesia significa creatività, - ha detto la prof.ssa Jolanda Capriglione – sono commossa per l’entusiasmo che avete messo nell’organizzazione di questo evento. E’ sempre con grande piacere che lavoro per la bellezza e per la poesia”. Una collaborazione quella tra le scuole e l’assessorato alla cultura per la quale il sindaco di Capua Carmine Antropoli si è detto entusiasta. “E’ straordinario vedere come il mondo della scuola si sia avvicinato alle istituzioni, - ha aggiunto Antropoli nel saluto iniziale – il popolo della scuola in questo modo si confronta con l’ente e crea unione tra i vari istituti. Tutto questo è importante visto che gli studenti sono circa 4000”. La mattinata si è conclusa con un componimento recitato dall’assessore Capriglione, “Itaca” di Costantino Kavafis. Un augurio per la vita che l’assessore ha voluto offrire ai giovani studenti attraverso le parole del poeta e giornalista greco che, ispirandosi a quello che rappresentò Itaca per Ulisse, recitano: “…E se la trovi povera, non per questo Itaca ti avrà deluso. Fatto ormai savio, con tutta la tua esperienza addosso, già tu avrai capito ciò che Itaca vuole significare”. Salvatore SGUEGLIA III AMM Pagina 4 L'estinzione dei Mestieri L’Italia è un paese in cui non rimane più molto spazio per le tradizioni: questo discorso è valido come non mai per il lavoro, visto che mestieri storici e antichi come l'artigianato stanno scomparendo in maniera progressiva e in una quasi totale indifferenza. Il rischio estinzione è dietro l’angolo e l'artigianato ne sa qualcosa in quanto nell’elenco vanno inclusi anche canestrai, ricamatrici , corniciai, ebanisti... Il motivo dell'estinzione è facile da intuire: in alcuni casi le nuove generazioni non vogliono apprendere il mestiere , ragione per cui basteranno dieci anni e non ne sentiremo più parlare. Ma non tutto è perduto ci sono anche storie di successo molto interessanti: si tratta, ad esempio, dello stilista Marco Strano, che è stato capace di sfruttare la sartoria e i materiali grezzi nella sua bottega artigianale, oppure di Barbara Donati che ha 31 anni e fa stampe d’arte, dell’ebanista Alessio Gismondi, oppure della Torneria Meccanica Srl di Novara, azien- da a conduzione familiare che si occupa ancora di fresature, lavorazioni del marmo e del legno senza risentire troppo dei tempi moderni! Molto tempo fa questi erano mestieri quasi pregiati, sembra passato molto tempo da allora ma in realtà si parla solo di qualche secolo fa eppure l'Italia e il mondo stanno cambiando, la tecnologia prende sempre di più il sopravvento e anche se ci sono persone come Alessio,Barbara o Marco questi mestieri sono e saranno per sempre destinati ad estinguersi per dare spazio “come al solito” alle nuove tecnologie!. Bisognerebbe rivalutare da un punto di vista sociale il lavoro manuale e le attività che offrono queste opportunità. Per questo è necessario avvicinare la formazione scolastica al mondo del lavoro. Bisogna fare una vera e propria rivoluzione culturale per ridare dignità, valore sociale e un giusto riconoscimento economico a tutte quelle professioni dove il saper fare con le proprie mani costituisce una virtù aggiuntiva che rischiamo di perdere”. Mario J ZIPPO III BMM Disoccupazione in Italia Mentre una timida ripresa inizia a far apparire un segno "più" davanti ai principali indicatori economici, il mercato del lavoro continua a patire le conseguenze di cinque anni di profonda recessione. Tra il 2008 e il 2012 i disoccupati ufficiali sono aumentati di oltre un milione di unità e "l’area della difficoltà occupazionale" ha registrato un aggravio di circa 2 milioni di persone. Un fenomeno concentrato nel Sud che ha "conseguenze sociali allarmanti" su tutto il Paese e che anche quest'anno non è affatto migliorato. Nel rapporto Occupati e disoccupati, l'Istat ha rilevato che ad agosto la disoccupazione è salita al 12,2% toccando il livello più alto dall’inizio sia delle serie mensili, gennaio 2004, sia delle trimestrali, primo trimestre 1977. Il dato più drammatico è sicuramente il tasso che riguarda i giovani tra i 15 e i 24anni e che ad agosto è balzato al 40,1%. Nel corso dell'aggravarsi della crisi economica, la sovrapposizione di un forte rialzo dell’offerta di lavoro accompagnato da una contrazione del numero di occupati ha determinato un incremento significativo della disoccupazione che ha superato il 12%. "L’evoluzione del mercato del lavoro italiano suggerisce che parte dell’aumento del tasso di disoccupazione sia di carattere strutturale", si legge nel Rapporto che pone l'accento sul rischio che "molti di coloro che sono stati espulsi dal mercato, o non sono neanche riusciti ad entrarvi, restino a lungo fuori dal processo produttivo". "Se nella definizione ufficiale l’aumento del numero dei disoccupati è di oltre un NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 milione in quattro anni, l’area della difficoltà occupazionale in senso lato "registra un allargamento ben più consistente, giungendo ad aumentare di circa due milioni di persone. Si tratta di uno spreco di risorse ingente, oltre che di un fenomeno le cui conseguenze sociali sono allarmanti". Secondo i calcoli degli analisti del CNEL, per riportare il tasso di disoccupazione all’8% bisogna aspettare almeno fino al 2020. Il tasso di crescita del PIL, però dovrà superare il 2% all’anno. Si tratta di un target "non eccezionale", ma che ammette essere, almeno per oggi, "non alla portata del nostro sistema". L’Italia negli anni di crisi economica ha, infatti, perso circa 750mila posti di lavoro. Se l’occupazione fosse diminuita quanto il prodotto interno lordo, le perdite sarebbero oggi pari a 1.870.000 occupati. Questo "è certamente l’anno peggiore della storia dell’economia italiana dal secondo dopoguerra", ma quello che può "intercettare il punto di svolta del ciclo economico". "La contrazione del prodotto cumulata dall’avvio della crisi ha raggiunto l’8%! Una caduta di tale entità non poteva non lasciare tracce profonde nel tessuto produttivo e sulle opportunità occupazionali. Negli ultimi anni si sono persi 750mila posti di lavoro. Numeri alla mano appare chiaro che la caduta del PIL italiano è stata seconda soltanto alla Grecia mentre la riduzione dell’occupazione è stata relativamente contenuta. Angelica CARAMIELLO III BMM Pagina 5 LA MALEDIZIONE DEI 27 ANNI Ventisette è il numero maledetto del rock. Di solito per una celebrità appartenere ad un club dovrebbe essere un onore, ma in questo caso, i media parlano di club27 e non è molto carino entrare a farne parte. A 27 anni se ne sono andati grandi artisti, e quattro di loro avevano la J inclusa nel nome o cognome, cosa che affascina gli amanti del mistero: Jimi Hendrix, Jim Morrison, Brian Jones e Janis Joplin. Oltre a loro, Kurt Cobain, Amy Winehouse, Ringo de Palma e altri. Morti in prevalenza dovute a droga, alcool o suicidi, e soprattutto avvolte nel mistero! Si sa, le maledizioni non esistono, certo è, però, che questo club è ancora aperto. 3 luglio 1969: Brian Jones, fondatore dei Rolling Stones, viene trovato morto in una piscina. Secondo i dottori, Jones è affogato. Il caso viene archiviato come incidente, anche se il suo cuore e il fegato erano fortemente rovinati da alcol e droghe, e ci sono delle versioni che portano a pensare ad un omicidio. 18 settembre 1970: Jimi Hendrix, padre della chitarra elettrica, viene trovato morto in un appartamento a Londra. La sua ragazza racconta di una morte provocata da soffocamento nel vomito dovuto a un mix di alcool e tranquillanti. Le varie versioni presentano variazioni e non è noto se Hendrix fosse ancora vivo all’arrivo dei soccorsi. 4 ottobre 1970: Janis Joplin, cantante blues, viene trovata morta in un motel a Hollywood. Overdose di eroina. 3 luglio 1971: Jim Morrison, poeta, cantante e frontman dei Doors viene trovato morto a Parigi. La notizia ufficiale dice arresto cardiaco, ma sul suo corpo non sarà mai eseguita l’autopsia. 1 giugno 1990: Ringo de Palma, batterista dei Litfiba, muore a Firenze per overdose di eroina. Poco prima aveva lasciato la band per presunti problemi fisici; situazione mai chiarita. 8 aprile 1994: Kurt Cobain, cantante e leader dei nirvana viene trovato morto nel garage della sua casa a Seattle. Si tolse la vita con un colpo di fucile alla testa, con molta probabilità il 5 aprile. Anche Cobain faceva uso di droghe e una settimana prima del suicidio si era allontanato dal gruppo facendo perdere le proprie tracce. 23 luglio 2011: Amy Winehouse, cantautrice e stilista, viene trovata morta a letto da una sua guardia del corpo. L’autopsia non ne chiarisce le cause, anche se la Winehouse ha spesso fatto parlare di sé per i suoi vizietti, legati ad alcool, droga e disordini alimentari. “Comprare droga è come comprare un biglietto per un mondo fantastico, ma il prezzo di questo biglietto è la vita” ! (Jim Morrison) Antonio CARNIATO V AMM VITULA: PROMOZIONE E JUNIORES Non solo la prima squadra, il Vitula, nelle zone alte di classifica, ma anche i giovani, la Juniores di Massimiliano Merolillo che nel suo girone è seconda in classifica nel campionato regionale. Tanti giovani in “auge” richiesti, che si alternano con il team del tecnico Richy Ricciardi; la prima squadra del veterano capitano Peppe Rosi. Ci dice il talento Giovanni Benincasa: “ Abbiamo la fortuna di avere alle spalle una grande società, che valorizza e promuove noi giovani locali e non “. Noi confermiamo, che il pensiero del fluidificante sinistro è veritiero, e già abbiamo scritto e parlato della passione e impegno del presidente dott. Enzo Cocco, una presenza continua, le due squadre che devono soprattutto rispettare l’avversario, la continuità del “ Fair Play”; NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 riunioni e dialogo, una costante del presidente che insieme al dott. Achille Cuccari hanno riportato l’entusiasmo di una volta, scelte giuste, progetto vincente. A nostro sereno giudizio, un plauso va al dirigente Agostino Nonnato , rosanero purosangue che ci diceva “ il Vitula in promozione da oltre 20 anni, un record per un piccolo centro come Vitulazio” Il medico sociale dott. Achille Cuccari gia presidente di Lega casertana, ci ha detto che il futuro sarà sempre per la linea verde, i giovani per una società sana, per la gande bellezza che loro offrono. Anche noi diamo un voto alto ai due tecnici “ Ricciardi e Merolillo” per aver fatto sognare i tifosi in questo finale di campionato Dalla Gazzetta di Caserta Giovanni BENINCASA V AM Pagina 6 BELGIO CHOC "Sì" ALL'EUTANASIA PER I BAMBINI Commento all’articolo di cronaca del Mattino del 14 febbraio 2014 La Camera dei Deputati del Belgio ha dato ieri il via definitivo alla modifica della Legge del 28 Maggio 2002 che legalizzava l’eutanasia per adulti, estendendola ai minori. Per la prima volta al mondo un Paese accetta che un bambino possa chiedere di essere ucciso per porre fine alle sue sofferenze. Accertato che la malattia sia alla fase terminale spetterà al bambino stesso con l'accordo dei genitori decidere di accettare o meno la "dolce morte" . Negli ultimi mesi l'opinione pubblica belga, interrogata a riguardo, si è dimostrata favorevole alla revisione della legge. Il 27 Novembre, dal Senato è arrivato il primo " SI" con una maggioranza di 86 "si" , 44 "no" e 12 astenuti . Il progetto di estendere l'eutanasia anche ai bambini è stato sostenuto da molti, anche se durante il dibattito parlamentare dalla VIOLENZA NEGLI STADI Nella nostra vita oltre al lavoro e alla scuola e agli impegni quotidiani, c'è anche lo sport: l'insieme di attività fisiche effettuate per fini salutistici, formativi, ricreativi, competitivi. Molte persone al giorno d'oggi praticano sport a livello dilettantistico o agonistico e quello più diffuso e famoso è sicuramente il calcio: uno sport di squadra nel quale si affrontano due formazioni composte ognuna da undici giocatori, usando un pallone sferico all'interno di un campo da gioco rettangolare con due porte. Questo gioco è regolamentato da una serie di norme codificate, e vince chi segna più goal. Assistere ad una partita di calcio rappresenta uno dei più diffusi e popolari modi di impiegare il tempo libero. Essere tifosi di una squadra significa, esaltarsi per i suoi successi e disperarsi per le sue sconfitte; andare allo stadio , incitare i calciatori, partecipare ai cori, che non sempre sono ingiuriosi o volgari, sono cose alquanto fantastiche. Purtroppo quella che dovrebbe essere una festa spesso si trasforma, specialmente in Italia, in un'occasione di violenza. Il problema della violenza negli stadi italiani, ormai è un problema annoso . Negli ultimi tempi, si è assistito con sempre maggior frequenza a cori razzisti che offendono i giocatori, allenatori, presidenti, tribuna del pubblico qualcuno ha gridato tre volte “assassini”. I Vescovi del Belgio hanno criticato duramente tale legge, appellandosi al principio che solo Dio può togliere la vita e non certo i deputati. Ma le loro proteste sono rimaste inascoltate. Secondo il nostro parere decidere di approvare o meno questa legge è molto difficile perché crediamo che solo chi si trova in una situazione di grave sofferenza può sapere quale sia la cosa giusta da fare. Ma noi tutti, adulti, bambini abbiamo il diritto alla vita e di certo non possono decidere i deputati ovvero gente qualsiasi di togliercela, solo Dio può farlo. Nella buona o cattiva sorte bisogna vivere la vita perché è un bene prezioso ,e visto che ce l'ha donata Dio solo Lui è legittimato a togliercela. Anche la sofferenza fa parte della vita e le due cose vanno di pari passo e non possono essere tifoserie avversarie. Nonostante i numerosi controlli delle forze dell'ordine all'entrata degli stadi, spesso capita che alcuni tifosi riescano ad introdurre striscioni offensivi, ma non è questo il solo problema. Ancor più grave è il fatto che gli spalti diventano dei veri e propri ring da combattimento, dove regna aggressività e violenza. Ogni settimana si assiste ad ammonizioni, squalifiche del campo e ad innumerevoli multe che vengono pagate dalle varie società sportive. Nonostante questi provvedimenti il fenomeno non sembra diminuire, anzi sembra che vada ad aumentare. Ma, per quale motivo accade tutto ciò? Innanzitutto io credo per ignoranza, per analfabetismo mentale ed emotivo di chi la compie. La violenza degli ultras è assurda perché non è un mezzo per raggiungere uno scopo, si compie con annoiata indifferenza, prorompe senza motivo e non necessita di alcuna decisione. Ed è una violenza vigliacca perché ogni singolo si nasconde nel gruppo per compiere le sue azioni che hanno maggiore valenza se sono condivise con gli altri. Per arginare tale fenomeno che sta diventando sempre più preoccupante, si deve assolutamente intervenire. Ma come? NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 separate. Procurare la morte a qualcuno, anche se per motivi umanitari, è secondo noi sempre un assassinio. E poi questa legge rischia di diventare pericolosa, perché potrebbe col tempo estendersi agli handicappati, ai malati di mente, o semplicemente a coloro che sono stanchi di vivere. Girolamo PETRELLA e Maria RAIMONDO classe 3^ACM s.a. Grazzanise Non basta far rispettare le leggi con maggiore forza e severità, bisognerebbe cambiare la mentalità dei tifosi, cercando di far capire loro la vera natura della tifoseria. Bisogna coinvolgere maggiormente a mio avviso, tutte le figure che ruotano in questo mondo, dall’allenatore ai dirigenti, dai giocatori ai giornalisti, perché tutti ugualmente sono responsabili di quello che accade dentro e fuori il campo. Alla favola che il calcio è solo un gioco, non ci crede più nessuno, perché purtroppo, ormai c'è un giro di affari troppo grosso che vi ruota attorno, però, pensare che un avvenimento di calcio possa essere un ritrovo anche per la famiglia, come accade altrove, non è completamente utopistico e bisogna lottare per questo. Daniele VASTANO classe 3 ACM s.a. Grazzanise Pagina 7 PERCHÉ IN IUGOSLAVIA CI FU MASSACRO DEGLI ITALIANI NELLE FOIBE? Quando si parla di e sanguinaria delle precedenti . “foibe” ci si riferisce Il fallimento della resistenza agli eccidi occorsi jugoslava portò solo ad una durante la seconda maggiore ferocia da parte guerra mondiale e dell'esercito italiano e tede- nell'immediato do- sco . L'Intensificazione delle poguerra ai danni azioni contro guerriglia in della popolazione Slovenia da parte delle for- italiana della Vene- ze del XI Corpo d’Armata, zia Giulia e della quattro Divisioni italiane, Dalmazia. Il nome deriva dai “grandi inghiottitoi con l’aggiunta dei fascisti carsici” dove furono gettati i corpi delle vittime, sloveni della “Bela Garda” che nella Venezia Giulia sono chiamati, appunto, (Guardia Bianca). Portò ad azioni di terrorismo con- "foibe". Ma cos'è successo veramente? Perché in tro i civili e la deportazione delle popolazioni di intere Jugoslavia ci fu un massacro ? Cosa avevano fatto zone, senza distinzioni di sesso e di età. gli italiani ? Dietro tutta la vicenda delle foibe non c’è, quindi, Il fascismo italiano non conquistò solo l’Etiopia, solo Tito. Ci sono a monte le scelte folli imperialisti- non commise delitti inauditi solo in Libia, in Gre- che del fascismo, ci sono anche le risposte errate di cia, in Albania. Dal 1941 pretese che popoli come Tito e, soprattutto, di singoli ufficiali titini che agiro- quello sloveno fossero snazionalizzati, annientati. no di testa propria Il fatto che nel marzo 2006 la Negò loro il diritto ad avere lingua e patria. Pochi Slovenia abbia consegnato un elenco di 1.048 depor- sanno che a questo scopo furono allestiti in Italia tati goriziani nel 1945 da parte delle milizie jugosla- ben oltre cento campi di internamento e lavoro ve del IX Corpus, è certo un passo avanti nei con- per jugoslavi. Un popolo, questo, che con Tito fronti della verità storica occultata per oltre ses- aveva avviato la lotta di Resistenza antinazifasci- sant’anni, ed è anche il segno di una volontà di colla- sta, per cacciare via gli invaso- borazione tra l’Italia e questa ri, che si erano spartiti le sue neonata Repubblica. Un se- terre e i suoi beni. Gli italiani gno importante, ma debole, avevano avuto la parte occi- perché dentale, i nazisti quella orienta- esaurisce la complessiva tra- le. Il 6 aprile 1941, infatti, l’e- gedia che le popolazioni della sercito italiano e quello nazista zona di confine italo-sloveno invasero la Jugoslavia. La Slo- subirono negli anni dell’im- venia mediato venne smembrata fra questo passo dopoguerra, non ed è Italia (il territorio che diventa assolutamente improprio par- provincia di Lubiana) e Germa- lare, come hanno fatto molti nia. Quest'invasione portò alla giornali e uomini politici, di nascita dei primi gruppi di par- “riconciliazione”. Un fatto sto- tigiani che combatterono contro rico va valutato per quello i soldati tedeschi ed italiani . La che è stato, nella sua com- prima rivolta fu fatta nel luglio pletezza perché anni ed anni del ‘41 la seconda ad ottobre di battaglie non vengono di- dello stesso anno e la terza dal 12 aprile al 15 menticati in così poco tempo ! giugno del 42 ,quest'ultima ancora più distruttiva NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Gianmarco DE LUCIA V BT Pagina 8 LA FRIZIONE La frizione è un meccanismo che, avvalendosi dell'attrito, consente di unire gradualmente il moto di due alberi che ruotano a velocità diversa. Questa sua caratteristica è parecchio utilizzata nell'ambito dei sistemi di trasmissione. Per esempio, per far partire gradualmente un'automobile con motore a combustione senza spegnere il motore, è necessario che la trazione sia applicata in modo progressivo; qui interviene la frizione che rende possibile ciò. Il suo funzionamento rimanda a quello dei freni di un'auto, ma opera inversamente: i freni sono fermi, e la ruota non viene bloccata istantaneamente, ma gradualmente grazie all'attrito; similmente la frizione muove gradualmente un albero fermo o in rotazione a velocità diversa. L'apertura (disinnesto) o chiusura (innesto) della frizione avvengono per via meccanica, per via idraulica, pneumatica o elettrica. Il sistema di trasmissione a ruote di frizione è usato per trasmettere il moto internamente alla testa motrice di una macchina o macchina utensile. Si può utilizzare il punto di frizione, che si basa sulla calettatura di due ruote di determinati diametri e larghezze su due alberi paralleli in modo che le due ruote si tocchino in un punto detto punto di frizione. Nelle automobili, quando viene premuto il pedale di comando (il pedale più a sinistra), attraverso un cavo tirante o un sistema idraulico, si allenta la pressione del meccanismo spingidisco, generata da una molla o da più molle lineari , e il disco viene liberato e allontanato dal volano, sconnettendo le due parti. Nelle motociclette la frizione viene aperta per mezzo di una leva posta sulla maniglia di sinistra del manubrio. Le frizioni possono funzionare in vario modo: Frizione a secco, la frizione rimane in un ambiente isolato o viene lasciata parzialmente esposta all'aria, il che permette di ridurre al minimo l'assorbimento energetico della stessa, assorbimenti dati dall'attrito viscoso e dallo sbattimento con l'olio. Frizione a bagno d'olio, in cui l'elemento di attrito è immerso in un liquido refrigerante e lubrificante, che ne migliora la durata e la resistenza allo stress. Frizione centrifuga, caratterizzata da un funzionamento automatico, legato ai regimi di rotazione della stessa. Convertitore di coppia, sistema usato nei cambi automatici Le frizioni a seconda del tipo, hanno strutture differenti: Frizione monodisco, la coppia fornita dal motore viene trasmessa all’albero condotto sfruttando la resistenza d’attrito che si sviluppa tra le due superfici, una solidale all’albero motore e l’altra all’albero di entrata del cambio, premute tra loro grazie all’azione di molle. Il disco condotto è montato sul mozzo scanalato: la scanalatura permette al disco uno scorrimento di qualche millimetro. Per rendere più elastico e progressivo l’innesto il disco è provvisto di molle parastrappi. Il meccanismo spingidisco ha il compito di portare avanti e premere il disco condotto contro il volano fissato all’albero motore. Il componente che permette di poter agire sul meccanismo in rotazione è il reggispinta, costituito da un cuscinetto, generalmente a sfere, atto a sopportare una spinta assiale. Premendo il pedale, la leva di comando allontana il disco condotto dal volano. Rilasciando il pedale del disco riavviene il contatto. Per l’attrito che si genera tra le diverse superfici si giunge alla stessa velocità di rotazione. Frizione multidisco, nella frizione a dischi multipli (in bagno d’olio o a secco) costituita da più dischi condotti, viene aumentata la coppia motrice in quanto risulta aumentata la superficie di contatto. Frizione centrifuga, prevalentemente utilizzata nelle applicazioni scooteristiche e minimoto. Giovanni CASAVECCHIA D'AMICO III BMM NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 9 IL TURBOFAN Il turbofan è un tipo di motore a reazione usato per gli aeromobili basato su un motore a turbina ed è costituito da una turbina a gas, una presa d’aria anteriore, un ugello posteriore un’elica, dal compressore, gli iniettori di carburante, dalla camera di combustione e dal condotto di scarico ; tutti questi organi, insieme agli organi secondari quali il motorino d’avviamento, le pompe per i lubrificanti ed i liquidi di raffreddamento, i post-bruciatori ecc… , sono contenuti in un involucro a struttura tubolare situato nella fusoliera del velivolo. La cosa più evidente rispetto ad un tradizionale turbogetto è la parte frontale del motore, costituita appunto da una ventola (o “Fan” in inglese) che elabora una portata generalmente molto elevata rispetto a quella del compressore, e che solo in parte attraversa (dopo la ventola) il compressore e partecipa quindi al processo di combustione. E’ pertanto facile individuare due distinti flussi, uno indicabile come “Freddo“, rappresentato dal flusso che attraversa la sola ventola ed uno “Caldo“, che attraversa l’intera serie componenti NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 per poi eventualmente ricongiungersi con il flusso freddo nella sezione finale del motore, ovvero nell’ugello di scarico. Tutti gli aeroplani moderni a getto adottano il turboventola, in quanto è il motore che permette il minimo consumo e migliori prestazioni rispetto al precedente turbogetto. Carmine Benincasa IV ACA Pagina 10 Route Nazionale R/S Agesci. Quest’anno l’associazione Scout parteciperà con tutti i Clan e Noviziati (ragazzi compresi tra i 16 ai 21 anni) di tutti i gruppi d’Italia ad un CAMPO NAZIONALE, o meglio detta ROUTE. L'AGESCI come tema della Route ha scelto IL CORAGGIO, perché vuole che i suoi giovani si rendano conto che è il momento di diventare i protagonisti del cambiamento, costruttori del proprio futuro e di quello del Paese. La Route nazionale darà l’occasione a tutti i Rover e le Scolte impegnate in questa grande avventura di intraprendere percorsi di crescita nell'essere buoni cittadini pronti per esperienze di cittadinanza attiva a servizio del Paese. Attraverso processi di democrazia partecipata, i ragazzi arriveranno a scrivere la “Carta del coraggio”, che sarà focalizzata su orizzonti di futuro; questo non sarà affatto un manifesto teorico, ma conterrà proposte concrete da portare alle istituzioni regionali e nazionali e servirà, inoltre, alle singole comunità scout per progettare attività future. le” tematiche di coraggio” che i rispettivi Clan/Noviziati sceglieranno per lavorarci e i sentieri sono, invece, dei punti da sviluppare inerenti alla strada scelta. Quei punti porteranno a far fissare, da parte delle comunità, degli impegni concreti che influiranno positivamente sul territorio. Le “strade” sono dette “di coraggio” perché rappresentano ,ognuna, delle azioni di coraggio da compiere per essere al servizio del paese. Esse sono 5: 1)Il coraggio di AMARE (Chi sceglie questa strada vuole lavorare sui temi legati alle relazioni tra le persone, alla sessualità, ai conflitti, al perdono, alla famiglia); 2) Il coraggio di FARSI ULTIMI (Chi sceglie questa strada vuole lavorare sui temi legati alla giustizia, alla povertà, alla solidarietà, alla globalità, all’accoglienza); 3) Il coraggio di ESSERE CHIESA (Chi sceglie questa strada vuole lavorare sul significato di vivere l’esperienza cristiana, su cosa significa vivere la fede in una comunità, sulla condizione della Chiesa in questo periodo e su che cosa significa vivere la centralità del Vangelo); 4) Il coraggio di ESSERE CITTADINI (Chi sceglie questa strada vuole lavorare sui temi legati alla democrazia e alla formazione del consenso, alla partecipazione, ai temi della rappresentatività, della legalità, dell’informazione, della costruzione del bene comune, dell’economia, dell’ambiente; La data del campo è stata fissata dal 1 al 10 Agosto ed avrà 2 modalità: ci saranno pochi giorni di campo mobile nel quale ci si sposterà camminando fino ad arrivare alla meta (San Rossore) dove si terrà il campo fisso. La Route aprirà orizzonti nuovi per tutta l’Associazione, attraverso l'esperienza concreta del fare STRADA (percorso formativo branca R/S) insieme; è sulla strada si fa educazione: per l’AGESCI non si tratta di un fatto privato, ma di un'azione politica pubblica, che richiede condivisione e responsabilità. I vari Clan/ Noviziati lavoreranno, come preparazione alla Route, ad un “capitolo”; ossia un percorso di approfondimento concreto sul valore del coraggio. Nella preparazione sono compresi momenti di osservazione della realtà, formazione di una propria opinione e azioni di cambiamento, che saranno parte integrante del cammino della Route. Questa sarà un esperienza a servizio del territorio grazie alla quale partendo da esperienze di coraggio esistenti se ne potranno generare nuove per fruttare il cambiamento del nostro Paese in bilico. In questa esperienza saranno impegnate oltre 1.500 comunità partecipanti che promuoveranno su tutto il territorio l’esperienza maturata nel capitolo. Questo capitolo è strutturato in “strade” a loro volta strutturate in “sentieri”: le strade sono 5) Il coraggio di LIBERARE IL FUTURO( Chi sceglie questa strada vuole lavorare sull’inventare e costruire il lavoro, sul sapere interpretare il proprio tempo ed anche sull’essere persone solide). Durante l’anno le varie comunità R/S, oltre a lavorare per il capitolo, sono state impegnate a partecipare ognuna ad un Forum riguardante la propria regione: questo Forum è stato un momento di incontro dove tutti i Clan/Noviziati coinvolti hanno presentato la strada e l’ azione concreta scelte sul proprio territorio. Il Forum Regionale della Campania si è svolto tra i gironi 1 -2 Marzo (ultimo giorno per svolgere i Forum)a Napoli; li è stato presente anche il Cardinale Sepe. Questo è un evento Nazionale molto importante per gli Scout ma soprattutto per i giovani ! Il motto della Route è “One Way” che in inglese significa ”unica direzione” ed è proprio quella che per riscattarci come Nazione dobbiamo intraprendere tutti! Siamo noi giovani il futuro di questo Paese ed è giusto prepararsi con CORAGGIO! Ad Agosto saremo tanti li, tutti con un unico obiettivo, tutti su di un’ UNICA DIREZIONE! NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Nicola AIEZZA IV BEL Pagina 11 … Vito Faenza Il 21 febbraio 2014 nell’istituto tecnico “Giulio Cesare Falco” di Capua è avvenuto l’incontro con l’autore e giornalista Vito Faenza. Questi nasce a Nocera Inferiore ma dal 1953 abita ad Aversa.Uno scrittore conterraneo, dunque, che durante il progetto “Incontro con l’autore” ha descritto e spegato, ai ragazzi presenti, il suo romanzo: “L’isola dei fiori di cappero”. Un romanzo che racconta dell’amore di due giovani, Anna e Giovanni, ostacolato dal male assoluto: il figlio del Boss, che per tutto il racconto sarà chiamato “Lui”. Un amore a lieto fine, ma che incontrerà vari ostacoli prima di poter fiorire. Il romanzo è ispirato a una storia realmente accaduta: i protagonisti l'hanno raccontata a Faenza seduti a un tavolino del "Chitarra bar" che si trova a Marina Piccola di Lipari ed è stato frequentato anche da Lucio Dalla. Vito Faenza ha raccontato di quanto è coraggioso, non ha mai amato la scorta eppure ha dovuto adottarla in diverse occasioni, ma è rimasto sempre nella sua terra. Ha scelto di combattere il male che più ci perseguita: la mafia. Un uomo coraggioso, ma confessa anche che “Chi non ha paura è un fesso!” . Parole che hanno saputo creare il gelo! Come si può dire di essere coraggiosi, ma al contempo paurosi? Qual è, allora, la vera definizione di coraggioso?. Si diventa coraggiosi, forse, quando si comincia ad aver paura? Carla Petrella (IV ACA) Una sua ricetta: la polacca aversana Vito è anche un buon cuoco è questa è una delle sue buone ricette: La polacca.. Ingredienti: per la pasta 1/2 Kg di farina; 50 gr di zucchero; 150 grammi di burro o di margarina; un panetto di lievito di birra; 2 uova intere, un pizzico di sale, scorza di arancia grattugiata, un cucchiaio di farina di mandorle, una bustina di vaniglia. Per la crema pasticciera: 4 tuorli d’uovo, sei cucciai di zucchero, quattro cucchiai di farina, la scorza di limone grattugiata, una bustina di vaniglia, mezzo litro di latte. Per la farcitura e prima di infornare: un tuorlo d’uovo, amarene sciroppate e un cucchiaio di zucchero semolato. Preparazione: Impastare tutti gli ingredienti fino ad ottenere una pasta elastica che lascerete riposare per qualche ora. Preparate la crema pasticciera, battendo i tuorli con lo zucchero, aggiungete alternativamente farina e latte, aggiungete la buccia di limone grattugiata e la bustina di vaniglia. Mescolate con la frusta per evitare che si formino grumi, quando è ben densa, spegnete e lasciate raffreddare. Stendete la pasta in dischi molto sottili al massimo spessi un paio di millimetri. Su uno dei dischi mettete la crema pasticciera e aggiungete a intervalli regolari le amarene sciroppate, Ricoprite con un NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 secondo disco di pasta. Spennellate sulla superficie il tuorlo d’uovo e cospargete di zucchero semolato. Informate per 30 minuti a 180 gradi, il forno deve essere già caldo. Se non trovate la farina di mandorle potete tritarle e polverizzarle usando delle mandorle pelate. Ma si può anche fare a meno di questo preparato usando qualche goccia di essenza di mandorla. Per chiudere bene i due dischi e farli aderire potete usare del bianco d’uovo (o in alternativa inumidite i bordi esterni con dell’acqua). Per cuocerla meglio usate una teglia bassa che avrete imburrato e infarinato, ce ne sono in commercio anche di usa e getta di quelle per fare la pizza. Se durante la cottura la superficie diventa troppo scura, copritela con un foglio di carta argentata. Di questa ricetta, ha detto Vito Faenza, ne esistono molte varianti e alcuni eliminano le mandorle oppure usano anche fecola di patate o addirittura patate premute assieme alla farina. Io ho provato le varianti ma quella che ha soddisfatto di più i miei amici è quella che vi propongo! Nicolamario Di Robbio IV Bel Pagina 12 UNA GIORNATA ALLO STADIO: JUVE - GENOA IL 27 OTTOBRE 2013 E’ STATO UN GIORNO INDIMENTICABILE PER ME,PERCHÈ DOPO TANTI I ANNI IL MIO SOGNO DI VEDERE UNA PARTITA DELLA MIA AMATISSIMA JUVE DAL VIVO FINALMENTE E DIVENTATO REALTA’.’LA MATTINA ARRIVAI A TORINO ALLE 11:15 SCESI DAL PULMAN E ANCORA NON RIUSCIVO A CREDERCI CHE FOSSE TUTTO VERO, MI SEMBRAVA DI VVIVERE UN SOGNO,TREMAVO DALLA GIOIA E DALL’EMOZIONE.IN ATTESA DELL’APERTURA DEI CANCELLI PER ENTRARE ALLO STADIO, FECI UN ESPLORAZIONE DI TORINO VISITAI TUTTE LE BANCARELLE SUI MARCIAPIEDI FUORI ALLO STADIO DOVE COMPRAI DUE MINI POSTER DEL GRANDE, IMMENSO ED UNICO CAPITANO “ALESSANDRO DEL PIERO” E ANCHE UN BRACIALETTO DELLA JUVE, POI L’IMMENSO CENTRO COMMERCIALE, .POI EBBI ANCHE LA FORTUNA DI VEDERE LO JUVENTUS MUSEUM, CHE E’ STATO FONDATO DALLA JUVENTUS IL 16 MAGGIO 2012, UN MUSEO IMMENSO DOVE SONO POSTATI TUTTI I TROFEI VINTI SUL CAMPO E DICO SUL CAMPO DALLA MIA AMATA VECCHIA SIGNORA. ALLE 13:45 ENTRAI FINALMENTE ALLO JUVENTUS STADIUM, ERO EMOZIONATISSIMO MA ALLO STESSO TEMPO ERO CONCENTRATO AL 100% SULLA PARTITA, PERCHE’ JUVENTUS - GENOA ERA UNA PARTITA CHE LA JUVE NON POTEVA E NON DOVEVA ASSOLUTAMENTE SBAGLIARE…… AVEVO UNA TENSIONE INCREDIBILE ADOSSO VISTA L’IMPORTANZA CHE AVEVA QUELLA PARTITA, DATO CHE LA DOMENICA PRECEDENTE (20 OTTOBBRE) PERDEMMO CONTRO LA FIORENTINA A FIRENZE 4-2….QUELLA DI FIRENZE FU LA PARTITA PIU’ INCREDIBILE CHE IO ABBIA MAI VISTO, GLI ULTIMI 15 MINUTI PIU’ PAZZI DELLA STORIA DEL CALCIO…PER 75 MINUTI DOMINNAMO LA PARTITA, LA FIORENTINA NON RIUSCI’ MAI A TIRARE VERSO LA PORTA BIANCONERA, FINO APPUNTO AL MINUTO 75 QUANDO LA JUVE EBBE UN CROLLO FISICO E MENTALE DI CONSEGUENZA SUB’ì LA RIMONTA DELLA SQUADRA VIOLA. TORNANDO ALLA PARTITA JUVE-GENOA VINCEMMO 2-0 CON RETI TUTTE SIGLATE NEL 1° TEMPO CON LA FIRMA PRIMA DI ARTURO VIDAL SU RIGORE AL MINUTI 23 POI DI CARLITOS TEVEZ AL MINUTO 36 DOPO UNA BELLISSIMA AZIONE MANOVRATA.LA GIOIA ERA IMMENSA, INDESCRIVIBILE, QUASI NON AVEVO PIU VOCE DALLE URLA PER GIOIA PER QUELLA VITTORIA. ALLE 17 INIZIAI AD USCIRE DALLO STADIO E CI MISI NON MENO, MA FORSE ANCHE PIU’ DI MEZZ’ORA PER ARRIVARE AL PULMAN PARTII’ DA TORINO ALLE 18:30 DIREZIONE SANTA MARIA CAPUA VETERE, ARRIVAI LA MATTINA SEGUENTE ALLE 03:30 IO ERO STANCHISSIMO AVEVO UN SONNO INCREDIBILE, MA ALLO STESSO TEMPO ERO STRAFELICISSIMO SIA PER COME ERA ANDATA LA PARTITA SIA PERCHE’ SI ERA REALIZZATO UNO DEI PIU’ GRANDI SOGNI DELLA MIA VITA. Giovanni AMATO IV BEL NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 13 CARNEVALE DI CAPUA 129° EDIZIONE di Vincenzo VERRILLO V AM NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 14 L'ANGOLO Giovanni CASAVECCHIA D'AMICO III BMM NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 DEI DISEGNI Pagina 15 O DEL L'ANGOL LA POESI A A VOLTE AFFOGO NELLE LACRIME DEL CUORE E INTANTO CON UN SEMPLICE SGUARDO. AFFOGO NEI SENTIMENTI, NEI DOLORI, UNA PAROLA, UN SORRISO NELLE FERITE CHE CONTINUANO AD UCCIDERE DA QUEL MOMENTO NON SONO MAI LA MIA ANIMA SENZA LASCIARE ALCUNA RIUSCITA A DIMENTICARTI SEI VIA D'USCITA… DIVENTATO L'UNICA COSA CHE MI FA VIVERE SEI COME L'ACQUA PER DISSETARMI E LACRIME DI SOFFERENZA L'ARIA PER RESPIRARE SEI DIVENTATO PIANGO DI DOLORE DALLA TUA DELUSIONE INDISPENSABILE AMORE MIO. CHE HAI DATO AL MIO CUORE. CHE SI SENTE TRISTE E DELUSO E SCONVOLTO TI SENTO NEL L'ARIA CHE RESPIRO. DALL'AMORE FALSO CHE MI HAI DATO. TI SENTO NELLA MIA ANIMA IN PASSATO CON TE MI SENTIVO ALLE STELLE TI SENTO NEL TEMPO ERO FELICE, MA ORA MI RITROVO ALLE STALLE TI SENTO IN OGNI PARTE DI ME CON TANTE SOFFERENZE ORA MI RITROVO SOLA TI SENTO NELLA MIA TESTA SENZA NESSUNO CHE MI AIUTA A NON ESSERE TI SENTO NEL MIO CUORE ABBONDATA DA TUTTI, MA TI SBAGLI PERCHÉ TI SENTO IN OGNI PARTE DI DEL UN GIORNO RITROVERÒ IL MIO VERO MONDO CHE CI CIRCONDA E AMORE E RICOMINCERÒ DA ZERO. SOPRATTUTTO NEL NOSTRO AMORE di fuoco. Raffaella PALMIERI IV ACA NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 16 2014 1 MARZO EL ….2 POESIE D LL’AMMORE anonimo napoletano Ll’Ammore è comme ‘o vine: te ‘mbriache doce doce, chiane chiane. Nun te fa capì cchiù niente. Te porte assaje luntane. RIVEDO TE di Raffaella PALMIERI In ogni verso rivedo te e il nostro amore. Spero solo che il tempo rimargini le ferite. Ll’Ammore è comme ‘o zucchere cà miette dint”o Il cuore mio soffre. cafè. Te leve tutte l’amare. Te trase cò sapore Dolce e amaro nel ricordo che va e viene dinte ‘e vene e nun ne può fà cchiù almene. come un'altra luna abbandonata Ll’Ammore ‘e comme ‘o ciore: culurate, prufumate. E’ nà tempeste ca fà scurdà ‘o passate. in un prato di papaveri. Non riuscirò a lasciarti andare via. Mi hai dato tutto quello che cercavo. Ora sono vuota “La forza dell’amore” di Saffo Artigli di ferro sopra il mio cuore Scuote Amore il mio cuore Sento che mi è stata strappata la gemma dell'anello come il vento sul monte Non uno dei tanti si abbatte sulle querce. L'ho perso tra la moltitudine Subito a me il cuore si agita nel petto grigia e finta dei miei giorni. solo che appena ti veda, e la voce non esce, e la lingua si spezza. Un fuoco sottile affiora rapido alla pelle, AMMORE PERDUTO di Totò - Antonio de Curtis Ammore perduto, e gli occhi più non vedono ì t’ero truvato, e rombano le orecchie. nun aggio saputo tenerte cu mme. Ammore perduto m’ha ditto stu core, ca tard ha saputo tu ch’ire pe mmè. NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 17 LA REDAZIONE Giovanni BENINCASA (V AM) Redattore Gianmarco DE LUCIA (V BT) Redattore Nicola AIEZZA (IV BEL) Redattore Nicolamario DI ROBBIO (IV BEL) Redattore Carmine BENINCASA (IV ACA) Redattore Raffaella PALMIERI (IV CA) poesie Carla PETRELLA (IV ACA) Redattore Salvatore SGUEGLIA (III AMM) Redattore Angelica CARAMIELLO (III BMM) Redattore Mario J ZIPPO (III BMM) Redattore Free lance: Daniele VASTANO (3AM Grazzanise) Girolamo PETRELLA e Maria RAIMONDO (3AM Grazzanise) Antonio CARNIATO (IV AMM) Giovanni CASAVECCHIA D'AMICO (III BMM) Benedetto MEROLA (IV BEL) Collaboratori: Docenti di Materie letterarie Prof. ssa Antonella POZZUOLI per la sede di Grazzanise Grafici e Art Director: Giovanni CASAVECCHIA D'AMICO (III BMM) Benedetto MEROLA (IV BEL) Giovanni BENINCASA (V AM) Vincenzo VERRILLO (V AM) Direttore responsabile: Prof. ssa Angelina SGUEGLIA NUMERO 3: FEBBRAIO—MARZO Anno scolastico 2013/2014 Pagina 18