Humberto
Maturana
Francisco
Varela
L’albero
della
conoscenza
appunti con illustrazioni di
ESCHER
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•
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Molecole organiche
Atto di distinzione
Organizzazione autopoietica
La fisica e la biologia
mostrano la connessione
sistematica nella forma
Comportamenti imitativi
L’osservazione dell’etologia mostra combinazioni diverse nei
comportamenti animali che evidenziano reti, sistemi di
comunicazione coordinati, fenomeni sociali e comunicativi come
il canto degli uccelli, le danze di accoppiamento
In essi risulta chiaro come la comunicazione e l’organizzazione
che ne deriva non si affidino solo ai contenuti, ma alla
comportamentale e sociale regolata dagli affetti e dall’azione
L’osservazione porterà alla conclusione che
• Il conoscere è ricorsivo più che lineare
perché comprende questo tutto
Quando i vertebrati imitano, il loro comportamento è «culturale»
La cultura giovanile lo assume spesso perché i ragazzi apprendono più
facilmente e agiscono con più frequenza nella direzione della comunità.
Il senso del vivente non è nella competizione ma nella conservazione
dell’adattamento e dell’interazione – UN EGOISMO PROVVIDENZIALE,
avrebbe detto Vico, simile a quello esaltato da Mandeville parlando di
vizi privati e pubbliche virtù
Ciò accade perché organismi e società sono metasistemi e richiedono
una conoscenza diversa p. 167.
Il processo circolare della
conoscenza (corsi e ricorsi)
L’organismo monocellulare è già sede di un processo attivo ed
interattivo, che reagisce all’ambiente e con i cambiamenti
ontogenetici trasforma la filogenesi.
L’accoppiamento strutturale, la deriva dell’evoluzione si spiega
con un processo che non ha una finalità esterna, ma mira alla
sopravvivenza modificando sé e il sistema: tra molte possibilità,
c’è una scelta di vita già nell’ameba, che dipende dal centro
organizzativo interno che salva con una chiusura operativa
una mossa ben riuscita, per serbare l’essenziale e trasmetterlo
non solo nel DNA.
La chiusura operativa caratterizza i sistemi autopoietici (1972)
che si conoscono dalle loro opere, dall’attività che risponde all’
ambiente - approfondendo il processo si nota come la chiusura
mostri la capacità di scegliere e sbagliare, e la tendenza a
conservare la positività acquisita.
È una rete di processi di creazione-trasformazione-distruzione
di componenti interagenti che può studiarsi in un dominio
topologico, in un campo dove considerare gli spazi occupati per
argomentare il percorso.
Studiare la conoscenza non è diverso se si studia la cellula
e la mente: va sempre precisato il contenuto ed il suo limite
Il metodo illustra le premesse, il fine, le ipotesi ed i correlati. Qui
1. Il fenomeno da spiegare – è l’azione nell’ambiente
2. l’ipotesi esplicativa – è l’organizzazione autonoma del vivente
3. La deduzione di altri fenomeni – sono le coordinazioni comportamentali
4. Il loro culminare nei fenomeni sociali, nei domini linguistici, nell’autoconoscenza
1. Il fenomeno da spiegare
La tendenza della scienza è relazionare cause ed effetti nel senso suggerito dalla time arrow, la freccia del tempo
diretta in avanti; ciò comporta l’idea del progresso lineare, compatibile con il sapere teleologico, finalistico,
antropocentrico e con una risposta automatica all’ambiente: il che chiaramente non vale a spiegare l’azione
nell’ambiente di ogni vivente, che è il fenomeno da spiegare.
Se il vivente s’intende come un sistema autopoietico capace di riprodursi, è da questa ottica che vanno
considerate le organizzazioni fisiche e mentali che produce e che poi si riflettono a ritroso sul vivente. Il vivente si
definisce in un sistema come distinte identità e relazione, interno ed esterno – per capire la capacità operazionale
del processo. La teoria dei sistemi nasce anche da queste considerazioni biologiche sull’organizzazione dei
sistemi viventi.
Essa si precisa nella chiusura operativa, che comporta un ordine gerarchico non obbligato ma possibile;
ciò identifica un sistema vivente rispetto ad altri con la sua azione nell’ambiente. Tenere aperto un percorso di
organizzazione non salva dalla provvisorietà del cambiamento: solo la chiusura crea un ordine ciclico che
equilibra le relazioni viventi e anche consente l’analisi.
Esempi di autopoiesi
non limitata alla riproduzione
i mixomiceti producono una spora
con un flagello in ambiente
umido; una spora ameboide in
ambiente secco
Reagiscono sul momento
all’ambiente di vita, l’autopoiesi è
continua e si determina nell’unità
totale delle interazioni. Tutto
conta, ma la direzione dipende
dalla unità di origine
Gli organismi pluricellulari non
cambiano sistema, sviluppano la
moltiplicazione di uno zigote e
obbediscono allo stesso ordine,
arricchiscono le combinazioni.
LA LEGGE COSMICA
RAFFAELLO astrologia
2. ipotesi esplicativa – l’organizzazione autonoma del vivente
Perché un sistema si ritenga organizzato, occorre che abbia proporzioni costanti - la chiusura salva la stabilità nel
mutamento nell’autonomia del sistema di cicli vitali che definiscono l’organizzazione selezionando i
cambiamenti significativi. Del pari la chiusura giova nel dominio cognitivo: un sistema autonomo è un insieme
di relazioni costituiscono una identità. L’equilibrio del vivente non deriva dall’esterno, il sistema tende a
conservarsi in coevoluzione con l’ambiente, sviluppando nuove organizzazioni autonome attraverso
l’accoppiamento strutturale e la deriva naturale.
1. l’accoppiamento strutturale: un organismo è un insieme di cellule che hanno la stessa età ancestrale ma
diversa organizzazione – capire l’evoluzione è capire la storia della cellula che si riproduce.
La riproduzione segue processi di
REPLICA produzione di unità uguali, come in fabbrica. Ciò accade nelle cellule ad es. nella produzione di
proteine – unità indipendenti dal processo di produzione
COPIA modello e fotocopia, si crea una storia solo se il collegamento è successivo, di copia in copia c’è una
trasformazione evidente (in arte, l’anamorfosi)
RIPRODUZIONE : non c’è separazione fra produttore e prodotto, simili ma non identici. È’ divisione in strutture
semplici (una pietra, un grappolo d’uva – già non è così con una macchina) riproduzione, si conserva
l’organizzazione, come nei cristalli
RIPRODUZIONE CELLULARE nell’interfase tra riproduzioni non si fanno due cellule dividendone una, gli acidi
desossiribonucleici (DNA) dei cromosomi sono in una membrana del nucleo. Nella mitosi si riorganizza, una
decompartimentazione dissolve la membrana nucleare e replica le eliche, preparando un equilibrio verso un
piano di rottura
Con la riproduzione, il DNA trasmette le informazioni con grande
stabilità, non si presta a trasmettere le ultime novità. Ma l’attività
non è solo riproduttiva: per capire facciamo caso alla dinamica
che in essa porta al fuso mitotico ed al taglio che riproduce la cellula
(processo più complesso nelle cellule eucariote, con nucleo, che nelle
procariote). È l’autoriproduzione delle cellule che trasmette nella discendenza per eredità
l’invarianza di strutture, ma con la variazione riproduttiva lascerà alle unità una possibile storia individuale. In
questa dinamica restano stabili gli elementi degli acidi nucleici ma anche altri meno studiati dalla genetica:
i sistemi associati (mitocondri e membrane).
Contorno - membrana
Un contorno delimita un campo di
funzionamento, una unità, ma la
membrana è un contorno che regola il
metabolismo, l’insieme dei rapporti,
l’essenziale ruolo di scambio. È
perciò dotata di grande plasticità per
trasmettere le novità recenti
In essa dimora la plasticità che recepisce i
cambiamenti e li fissa nell’azione di risposta
all’ambiente e nella conservazione dei più
adatti
Le novità recenti che il DNA non trasmette –
la cellula ancestrale vive le storie del tempo
Il focus è l’organizzazione e l’azione che
la produce, che segue vie chimiche che
possono agire come concettuali – la
trofallassi delle formiche.
si tramandano eredità ancestrali ancestrali
costanti ed organizzazioni plastiche innovative
mirate a gestire il possibile. Osservare la
diversità di organizzazione mostra l’azione
possibile come fonte del nuovo. La tendenza a
memorizzarla è nel sistema e non deriva dalla
competitività:
l’azione
plastica
che
sopravvive se è adatta, nessuna è la più
adatta -Darwin va onorato e ripensato.
L’evoluzione non è competizione, è la
risposta organizzativa all’ambiente; le
interazioni ricorrenti sono i cambiamenti
evolutivi frutto di esperienza. Il processo
investe tutto, il superfluo e l’essenziale - le
variazioni cambiano le specie (esempio:
l’allattamento/cure parentali/ diversità dei ruoli
sociali).
La grande organizzazione degli insetti sociali
mostra pratiche di comunicazione che
procedono non solo attraverso danze ma
anche scambi chimici: attraverso il cibo si
stabiliscono flussi di secrezioni e informazioni;
la trofallassi delle formiche si compie in uno
scambio chimico ed informativo che articola i
ruoli sociali
2. la deriva naturale:
Non c’è una sola e diritta linea evolutiva: Le variazioni scendono diverse
come le derive di fiumi da una cima: l’evoluzione naturale è una deriva
naturale, lo studio delle traiettorie determina la natura dei processi interattivi
che svelano con le perturbazioni e risposte l’iter. È una deriva strutturale che
seleziona senza badare all’ottimizzazione, al progresso: L’effetto viene
determinato dalla struttura del perturbato e dalla sua decisione centrale.
Il sistema nervoso è una unità definita nelle sue relazioni interne che modula
una dinamica che può valere da esempio, specie in un discorso più generale
– l’organizzazione/chiusura operativa autopoietica mostra un sistema
autonomo che in ogni stato ne prepara altri, perché la protezione salva le
funzioni essenziali e ne mobilita altre.
Ogni processo di conoscenza si basa su una struttura organica
circolare grazie alla chiusura operativa dei sistemi. È un sistema
plastico: il cambiamento della struttura è una modificazione radicale
quanto d’esperienza: è un importante oggetto di studio per capire
l’evoluzione organica nelle differenze e somiglianze in tappe riproduttive ed
innovative che s’illuminano l’un l’altra con le analogie evidenti che sollecitano.
Vanno considerati il dominio dei cambiamenti distruttivi, delle perturbazioni,
delle interazioni distruttive e delle azioni adatte.
La cellula nervosa è solo un caso particolare della cellula partecipe di
ontogenesi e filogenesi: l’ontogenesi di ciascun vivente (il cambiamento
strutturale continuo di una unità in relazione all’ambiente, senza che perda
l’organizzazione – cioè in un determinato accoppiamento strutturale) articola
la filogenesi (la storia della stirpe cellulare, diversa in casi diversi).
La deriva naturale mostra la vicinanza tra organizzazioni di uguale scopo nell’
interazione simbiotica: la cellula nervosa è un caso di funzioni riconoscibili in
altre organizzazioni.
Sistema nervoso
meccanismi di interazione
Il comportamento non consegue solo
dal sistema nervoso, c’è nelle piante
Ma è un salto la costituzione di
molecole organiche e la
specificazione del sistema nervoso
L’ameba che ingloba un protozoo –
avverte una modifica nella membrana
cellulare, cambia organizzazione,
allunga lo pseudopodio - il protozoo
si sposta in relazione a quel che
avverte.
Superfici sensoriali e superfici motorie
interagiscono anche qui: è la
chemiotassi
Nell’Idra i neuroni hanno funzioni
complesse: è l’esempio della continuità
Sono elementari, ma creano una rete di interconnessioni e
comportamenti: i neurono già qui sono ramificazioni
citoplasmatiche che connettono distanze grandi con
stimolazioni elettriche
La scarica percorre l’assone (dendriti e neuriti) e crea
sinapsi, in loco ed extra, connnettendo cellule lontane.
È contatto fra neurone e neurone o altre cellule – come
nella sinapsi neuromuscolare - attraverso
neurotrasmettitotri, molecole particolari
L’architettura è comune ai sistemi nervosi con differenza di
grado, forma e rete
Ma non si tratta come di una voce al telefono, ogni stimolo
di perde in una folla di voci, consentendo una scelta
sensoriale
3. deduzione di altri fenomeni – le
coordinazioni comportamentali
Osservare i comportamenti è costruire l’ albero
filogenetico della specie, ricco anche negli
organismi cellulari come i trilobiti – si scrive su
di loro una vera epopea di forme, per un lungo
periodo prima dell’ estinzione
L’albero del sapere mostra la storia strutturale,
in ogni linea di discendenza c’è una storia di
variazioni infinite – l’unica disposizione assente
è di smettere la riproduzione
STUDIARE I DOMINI COMPORTAMENTALI
mostra come cambia l’equilibrio
I domini comportamentali si muovono tra
determinismo e previsione delle cause:
cambiando il comportamento strutturale di un
animale osserviamo le tattiche che la deriva
strutturale mette in opera per affermare una
«identità». Se modifichiamo questo equilibrio
(esempio: ruotare di 180° l’occhio di un rospo)
abbiamo un comportamento alterato – perché
senza un equilibrio normale non c’è
comportamento normale. Se si modifica il
normale apprendimento nella società, è difficile
recuperare l’equilibrio (lo mostra l’esperienza
delle bambine lupo indiane, ben diverse da
Mowgli, dell’agnello staccato dalla madre)
Il sistema nervoso non è uno strumento, non sa
servirsi delle rappresentazioni, non naviga nel
vuoto, non segue una contabilità solo logica
4. Ed infine i fenomeni sociali, domini
linguistici e auto conoscenza
Essenziale perciò è l’ultimo settore di
osservazione, quello dei
fenomeni sociali, dei domini linguistici,
linguaggio e autoconoscenza
Il linguaggio mostra alla perfezione la
rispondenza alle osservazioni biologiche,
descrivendo se stesso illustra l’interazione.
La riflessione genera linguaggio,
osservatori e partecipanti al dominio
semantico sono parte dell’ambiente: negli
uomini la trofallassi sociale si compie nel
linguaggio, la chiusura operativa complessa
del sistema nervoso è nel linguaggio e
nell’autocoscienza (pp.171° sgg.)
Il vivente è modificato dall’esperienza in modo
plastico; i neuroni selezionano i cambiamenti
strutturali nell’apprendimento che si adatta alla
deriva strutturale.
Il comportamento è la relazione degli organismi
all’ambiente. È istintivo ed appreso e mira ad
un comportamento efficace p. 147.
I comportamenti linguistici attuano la
comunicazione, il dominio linguistico ne regola i
comportamenti, che vanno osservati nel loro
accoppiamento strutturale ontogenetico e non
solo istintivo
Il linguaggio è umano ed animale
Gli scimpanzè e l’ameslan, i linguaggi
primitivi si possono immaginare da
questi, visto che in mancanza di
testimonianze occorre ricostruire la
storia. Gli ominidi molto fecero per
imitazione, lo specchio è una
continua riflessione sulla riflessione,
che diversifica la destra e la sinistra. Il
linguaggio è ricorsività linguistica e
coscienza e associazione: la
trofallassi linguistica premia e migliora
la mente, le parole sono azioni e
storia: la vita ordinaria e la culturale
seguono simili processi di chiusura e
sviluppo, di coordinazione
comportamentale p. 191
L’albero della conoscenza
.
Cambia l’identità non perché cambi l’ambiente ma perché
cambia l’organizzazione dei punti in relazione alla
scelta migliore di vita
Tutto ciò dimostra che l’albero della conoscenza, la
classica immagine del sapere che fonda le radici
nella terra e stende i rami nel cielo, non va disegnato
dritto ma circolare – ogni unità vivente cambia mutando
l’organizzazione di sé
Escher disegna il procedere circolare della
conoscenza, il punto di parenza non è fisso né
regolare, è un cerchio conoscitivo
Ogni parola ed ogni visione del mondo lo rinforza
e chiude sistemi operativi come la conoscenza e
le tradizioni culturali.
Conoscere la conoscenza è necessario per
capire il miglior modo di operare
“abbiamo a disposizione solo il mondo che
creiamo con gli altri e che solamente l’amore ci
permette di creare un modo un comune con gli
altri” P. 199
il futuro è dunque nostra piena responsabilità
anche secondo l’ottica e le osservazioni della
biologia
ogni atto di conoscenza porta il mondo tra le mani
in un processo autocreativo - tenere conto dell’osservatore
aiuta la ricerca a capire il vivente
La scelta possibile e adatta e la
sua memoria creano l’identità
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Maturana e Varela 3