arcireportsicilia a cura dell Arci Sicilia www.arcisicilia.info [email protected] anno V - n. 103 18 aprile 2013 ORA E SEMPRE, RESISTENZA! foto Grazia Bucca hanno collaborato: Toti Bello, Anna Bucca, , Teresa Campagna, Salvo Lipari, Claudio Lombardo, Federico Nuzzo, Claudia Ranzani foto: Grazia Bucca, Franco Lannino redazione: via Carlo Rao, 16 90133 Palermo numero 103 - Supplemento al n. 15 del 17 aprile 2013 di Arcireport, registrato al Tribunale di Roma n.13/2005 del 24 gennaio 2005 [email protected] pausa “LA V Il comandante partigiano Otello, durante la celebrazione del 25 aprile olti. Volti antichi, solcati da rughe profonde, volti che parlano di campi, di sole e di pioggia: i volti di contadini. Volti affettuosi, volti ansiosi, volti truccati, volti rassicuranti: i volti delle mamme. Volti punteggiati da percing, volti densi di speranze, volti sorridenti e a volte arroganti nella loro bellezza e fierezza: i volti dei ragazzi e delle ragazze. Corpi. Corpi curvi e stanchi. Corpi rotondi ed accoglienti. Corpi sensuali ed esplosivi. Sono i volti e i corpi la misura di un movimento che sembra nascere dal nulla e che nel nulla e nel vuoto di una terra disperata mette radici, si consolida, cresce. Sembra un movimento antico quello che in queste ore attraversa la Sicilia, un continua a pag.2 FILOSOFIA NON SERVE A NULLA, DIRAI; MA SAPPI CHE PROPRIO PERCHÈ PRIVA DEL LEGAME DI SERVITÙ É IL SAPERE PIÙ NOBILE.” (ARISTOTELE) arci prosegue da pag. 1 movimento che contro la modernità della guerra, dei suoi ordigni sofisticati oppone la fierezza dei corpi: cosi come 60/70 anni fa fecero i braccianti agricoli contro il feudo, gli agrari, i mafiosi. E come quei braccianti il movimento no Muos rivendica un altro uso della terra di questa isola, ieri illegalmente posseduta dai baroni, oggi dai signori della guerra. Un movimento di volti e corpi che sfida i profeti della rete e dei blog, esponendosi in prima persona. Un movimento che sceglie l'impegno diretto alla chiacchiera di mozioni, decreti, provvedimenti. Un movimento che in una terra di illegalità diffusa sceglie la strada della legalità: quella legalità costituzionale che sancisce il diritto al lavoro, alla salute, che ripudia la guerra. Un battaglia di legalità con uno stato che schiera foto Franco Lannino altri corpi per difendere ciò che non puo essere difeso: una selva di antenne che arcireportsicilia 2 uccidono, che corrompono il corpo, che preparano una guerra infinita. E lo fa di notte con brutalità e violenza per piegare quei corpi. Corpi che occupano spazi che la desolante politica siciliana, tutta compresa nei suoi bizantinismi, ha lasciato scoperti. Che riscoprono il territorio come luogo di socialità, che coniugano impegno e "cacuccioli arrustuti", non violenza e "sasizza", recuperando dentro la militanza il piacere della convivialità. Che hanno trasformato un pezzo di terra ai margini della foresta di antenne in un luogo di incontro e confronto, in un crocevia di storie, percorsi, esperienze diverse. Un luogo, quello del presidio permanente, dove faticosamente e con qualche incazzatura si tenta di sperimentare un percorso reale di partecipazione, di pratiche nonviolente, di condivisione. Che in tempi di primarie, parlamentarie e consultazioni senza volto sperimenta forme di democrazie dal basso. Un movimento che ha la testa, cuore, braccia tra le quercie secolari della Sughereta di Niscemi, ma n. 103 18 aprile 2 013 che si diffonde in tutta la Sicilia e oltre lo stretto. Un movimento che pensa in grande, che si connette con le lotte di altri corpi e di altri volti di questo paese lacerato: dal movimento contro la TAV in Val di Susa agli operai in lotta dell'Ilva di Taranto, dal Comitati NO PONTE agli operai di Te r m i n i Imerese. Un movimento che dopo la straordinaria giornata del 30 marzo, con la più g r a n d e manifestazione degli ultimi anni in Sicilia rilancia il suo impegno e la sua mobilitazione, a partire dal 25 aprile, dalla festa della Liberazione. Perché questi corpi, questi volti conducono una nuova lotta di liberazione: per liberarsi delle basi militari che da Siracusa a Trapani occupano il territorio siciliano. Per liberarsi di un passato, e di un futuro, che vuole per la Sicilia il ruolo di portaerei americana nel Mediterraneo. Per liberarsi di chi le affida il nefasto ruolo di frontiera ostile di una Europa in guerra contro i tanti sud del pianeta. Per liberarsi di un'idea di sviluppo che costruisce una selva di antenne all'interno di un'area protetta, tra quercie da sughero vecchie di centinaia di anni. Di una idea di sviluppo che ha inquinato le acque e la terra, che ha ucciso e uccide nel nome di una modernità senza prospettiva. Che costringe i corpi, i volti di questa terra alla fuga. [email protected] arci arcireportsicilia Le mamme No Muos T ra le vertenze territoriali siciliane Muos, un gruppo di 700 persone dove troincontrate all’interno del seminario vano spazio mamme, figlie, nonne, soreldi Corleone, c’è la vertenza dei comitati che si battono contro l’installazione del Muos nella riserva naturale della sughereta di Niscemi. Dopo la straordinaria manifestazione dello scorso 30 marzo, che nha visto più di 10mila persone assediare pacificamente i cancelli della base NRTF della marina militare statunitense, dove sono in corso i lavori per l’installazione del Muos, continua l’azione di tutti quelli che chiedono la revoca dei lavori e la disinstallazione delle 46 foto Comitato Mamme No Muos antenne già operanti dal 1991. Negli ultimi mesi, un ruolo significativo è le, padri, zii, cugini, come raccontano stato assunto dal Comitato Mamme No Concetta e Roberta. 3 «Non è un comitato di sole donne - dicono le attiviste che più di una volta hanno bloccato il passaggio dei militari diretti alla base - è un comitato che raccoglie tutte e tutti coloro che sono preoccupati per la salute dei propri figli. D’altronde ognuno di noi è nato da una mamma». Concetta e Roberta ribadiscono la legalità della propria azione che si esplicità attraverso presidi e blocchi per impedire l’accesso alla base. «È fuori dalla legalità chi permette di installare questi strumenti di morte nella nostra terra, non noi che ci battiamo pacificamente in difesa del diritto a una vita dignitosa». [email protected] A Corleone il gruppo su ambiente e beni comuni importante, ma, soprattutto, incontri come questi servono a dare forza a chi ogni giorno opera in quei territori. [email protected] Aspettando il 25 Aprile notizieflash C orleone ha accolto per tre giorni dal 12 al 14 aprile la riunione del gruppo di lavoro nazionale Arci ambiente e beni comuni. L’incontro, che ha visto la partecipazione di una ventina di dirigenti provenienti da diverse realtà italiane, è stata l’occasione per ascoltare l’esperienza della cooperativa Lavoro e non solo, che coltiva terreni confiscati alla mafia corleonese, gestisce l’ostello “Casa Caponnetto” (anch’esso in un edificio confiscato) dove il gruppo ha alloggiato, cura l’inserimento lavorativo di soggetti con problemi di salute mentale. Durante la visita è stato possibile conoscere la realtà di un territorio di frontiera che prova con il lavoro di tutti i giorni a praticare la lotta alla mafia divenendo anche luogo di formazione. Il gruppo ha visitato Portella della Ginestra, luogo della strage del 1° maggio 1947 e incontrato alcuni superstiti che hanno ricordato quella tragica giornata, raccontando anche il contesto in cui quella strage si inseriva nel pieno della lotta del movimento contadino e sindacale da sempre contro la mafia. Inoltre il gruppo ha incontrato e conosciuto i protagonisti di alcune vertenze ed esperienze siciliane in cui anche l’Arci è impegnata: dal movimento contro il Muos di Niscemi, a quelli per l’acqua pubblica in Sicilia con la loro particolare alleanza con tante amministrazioni locali, all’esperienza di Fa’ la cosa giusta Sicilia su consumo critico e stili di vita sostenibili dopo la sua prima fiera a Palermo e la preparazione della seconda. Per il gruppo è stata un’occasione di conoscenza di una realtà così I l circolo Arci Melquiades organizza ad una serie di iniziative dedite alla socialità, all'aggregazione e alla cultura della resistenza.-Venerdì 19 Aprile *ore 21.00 Cena Siciliana: venite con le vostre specialità! Se porti una pietanza siciliana la cena per te è gratis, altrimenti pagherai i soliti 3 eurini *ore 22.00 diggeiset-Martedì 23 Aprile*ore 21.30 proiezione "This is England" di Shane Meadows (Gran Bretagna 2006)-Giovedì 25 Aprile ore 9.30 corteo cittadino con partenza da Piazza Stesicoro.Il ricavato delle iniziative svolte in sede andrà a sostegno della campagna "130 mila".http://www.daxresiste.org/130mila/ [email protected] n. 103 18 aprile 2 013 arci A Lorenza volte un po’ “burbi” (burbera) ma con un cuore tenero, da 7 anni è fidanzata con Ingrid che la sopporta e supporta nonostante tutto… Mediatrice di foto Grazia Bucca conflitti per studi e lavoro, non è in pace se non sente armonia tra le persone che la circondano e per questo è promotrice, con Ingrid, di pranzi, cene, concertini tra amici in cui stare bene tutti insieme…Dopo anni di basket si è data alla pallavolo con scarsissimi risultati. Vorrebbe un cane (ma non lo dice ad Ingrid perché altrimenti domani potrebbe trovarselo già a casa). Ingrid Ha il passaporto svedese ma è nata a Firenze e cresciuta a Rifredi. Un’educazione “tormentata” tra religione e pianoforte. Architetto per passione, chef per talento, oggi insegna visual design e comunicazione. Di facile entusiasmo, ha la sventata tendenza a volare troppo in alto e per questo è eternamente riconoscente a Lorenza che l’aiuta a tenere i piedi per terra.Avrebbe voluto la proposta di matrimonio in ginocchio e con un diamante ma non demorde, è pronta ad aspettare le nozze d’argento. Lei disse si è una normale storia d’amore. Ma in Italia, la normalità per le coppie omosessuali è fantascienza. Due giovani donne fiorentine che hanno deciso di mettere in piazza il loro privato per cercare di foto Grazia Bucca arcireportsicilia Lei disse sì sfondare delle porte che in Italia sembrano essere inesorabilmente chiuse. E, quindi, il loro racconto in giro per l’Italia, scanzonato ed ironico, ha un risvolto sociale: parità di diritti per tutti. Il loro scopo è quello di sensibilizzare l'opinione pubblica italiana su un argomento così delicato e dibattuto come l'unione civile tra persone dello stesso sesso. Ingrid e Lorenza per fare questo hanno messo su un blog (Lei disse si), sono su Repubblica D con una rubrica fissa, sono apparse in tv (con un servizio su LA7) e radio nazionali, ed ora hanno anche avviato un crowdfunding (racolta fondi) per autofinanzare "dal basso" la produzione di un documentario. Ecco cosa scrivono sul s i t o della"Produzioni dal Basso"."Lei disse sì" è il racconto dei mesi che precedono il matrimonio di Ingrid e Lorenza, che si sposeranno a giugno in n. 103 2 013 18 aprile 4 Svezia perché in Italia due persone dello stesso sesso non possono farlo. Ingrid e Lorenza raccontano che l'esperienza del matrimonio è la stessa per tutti e che per organizzarlo i passi tradizionali sono sempre quelli: annunciarlo a parenti ed amici, trovare un posto in cui fare la festa, fare la lista degli invitati, pensare agli abiti, alle fedi, al cibo, etc."Lei disse sì" è un progetto cross-mediale che attraverso un blog attivo da dicembre 2012 e una pagina facebook sta raccontando questo percorso, in modo più o meno leggero, incontrando la partecipazione di un'intera community. Ingrid e Lorenza sono state due giorni a Palermo, invitate da Arci Palermo, che ha voluto dare un suo contributo per Verso il Pride 2013. Hanno incontrato gli studenti del duca Abruzzi, rispondendo con semplicità e gioiosità a foto Grazia Bucca tutte le domande dei ragazzi, cercando di far capire l’obiettivo delle loro iniziative: “siamo normali e vogliamo una vita normale, con i diritti che spettano a tutti”. Hanno partecipato ad un incontro istituzionale con il Comune di Palermo e con il comitato del Pride 2013. E ancora, hanno preso parte ad un incontro in cui hanno messo a confronto la loro esperienza pre matrimonio con una giovane coppia etero sposata da pochi mesi. Risultato: nessuna differenza. Ingrid e Lorenza, dopo il matrimonio in Svezia, torneranno in Italia e cominceranno la loro battaglia, fra carte, avvocati e tribunali, per rivendicare il, non solo loro, diritto a vivere una vita normale [email protected] arci arcireportsicilia I campi di lavoro internazionali T Mozambico. In Rwanda si avrà l’opportunità di collaborare con l’Associazione locale SEVOTA, attiva dal 1994 (anno del genocidio) nel percorso di ricostruzione, riabilitazione e riconciliazione nel Paese. In Giordania, invece, si cercherà di creare uno scambio interculturale in previsione della giornata delle lingue europee, appuntamento promosso dall’European Union National Institute of Culture. Per partecipare alle attività dei campi di lavoro bisogna essere maggiorenni. È richiesta inoltre la conoscenza della lingua inglese o della lingua principale della destinazione prescelta, la partecipazione obbligatoria alla formazione prevista prima della partenza e la capacità di adattamento e di coinvolgimento rispetto alla realtà in cui il campo si svolge. Le quote di partecipazione variano a seconda della destinazione. La quota comprende viaggio aereo, spostamenti in loco, vitto, alloggio, assicurazione sanitaria e civile SISCOS (assicurazione per cooperanti e volontari in missione all'estero) ed eventuali costi di visto. Sul sito di Arcs si possono trovare le schede complete di ciascun campo di lavoro, con le informazioni dettagliate sulle attività che verranno svolte, le quote di partecipazione e alcuni consigli per il viaggio. Inoltre c’è la possibilità di iscriversi direttamente online caricando la scheda di partecipazione compilata in ogni sua parte. I campi di lavoro internazionali dell’Arci sono un’esperienza di volontariato a breve termine dove si vive e si lavora insieme, organizzati per promuovere la solidarietà e la cooperazione internazionale e, attraverso l'implementazione di attività concrete n. 103 2 013 18 aprile sul terreno, per sviluppare valori quali il dialogo interculturale, la collaborazione e la pace. In altre parole, un’occasione da non perdere. www.arciculturaesviluppo.it L’ Antimafia sociale edizione 2013 dei campi antimafia organizzati da Arci con Spi, Cgil e Libera racconta di un estendersi della programmazione su nuovi territori e il rafforzamento delle esperienze esistenti. Sicilia, Campania, Puglia (c’è un nuovo campo a Cerignola), Calabria, Toscana, Lombardia, Liguria e - nuova entrata - Veneto. Alle regioni in cui si realizzano i campi o che li organizzano (Emilia Romagna) si aggiungono i tanti territori (oramai quasi tutta Italia) che i campi li promuovono e da cui partono i circa 1000 ragazzi e ragazze protagonisti, da aprile a ottobre, di un modo concreto di fare antimafia sociale. Essere a fianco delle cooperative e delle associazioni che lavorano sui beni confiscati può assumere molte forme (il lavoro nei terreni o un laboratorio di fotografia) e poi c’è la formazione che ha l’obiettivo di rafforzare il senso critico e sviluppare un metodo da praticare nel quotidiano. L’effetto contaminazione derivante dalla partecipazione ai campi, oltre i campi, pare che abbia degli ottimi risultati. Associazioni (Arci in primis) sindacati e cooperative hanno costruito una macchina dalla carrozzeria luccicante e dal motore solido ma c’è una benzina in tutta questa esperienza che non ha valore, data dai partecipanti ai campi che già scopriremo curiosi e ansiosi di sporcarsi le mani con la terra o di lavorare in un immobile confiscato oppure golosi di formazione e di incontri con ospiti che insegnino loro a cercare di capire cosa sono davvero oggi le mafie. Avranno al proprio fianco i volontari di Spi e Cgil a rafforzare un patto fra generazioni che nessuno provi a chiamare fra passato e futuro perché questo è, senza dubbio, davvero un bel presente. [email protected] notizieflash orna il programma dei campi di lavoro e conoscenza all'Estero per il 2013, un’esperienza di volontariato internazionale Arci. I Paesi destinatari sono: Brasile, Cuba, Giordania, Mozambico, Palestina, Rwanda, Tunisia. Le partenze sono programmate per i mesi da giugno a settembre. Le iscrizioni scadono il 3 maggio per il campo a Cuba, il 17 maggio per tutti gli altri. Le attività vanno dalla conoscenza delle realtà locali all’animazione per i bambini, dai laboratori artigianali a quelli sull’educazione ambientale. Si tratta di esperienze uniche per entrare in contatto con movimenti locali come quello dei Sem Terra in Brasile, documentandone la realtà all’interno degli accampamenti e asentamentos; per toccare con mano la quotidianità dei Territori Occupati in Palestina, attraverso visite, incontri, dibattiti e attività con reti e organizzazioni locali particolarmente attive nel campo dell’informazione, della sensibilizzazione e della promozione dei diritti dell’infanzia; per sperimentare un viaggio di scambio e di turismo responsabile in 5 arcireportsicilia arci 6 Il mare dimenticato E ra la prima volta che arrivavo a toccare il mare in pieno centro a Palermo, perché i palermitani preferiscono relegarsi nei più affollati punti di accesso a mondello, a sferracavallo, a barcarello, oppure preferiscono addirittura prendere la macchina per spostarsi in provincia. E dove è finito il mare della città tutto porto? L’azione in Via Messina Marine. Lo scorso 8 aprile giovani volontari di diverse associazioni, tra le quali il Circolo Culturale ARCI The Factory, UDU Unione degli Universitari Palermo, PatchWork, CSF cooperazione senza frontiere, hanno aderito alla campagna internazionale ecologica, promossa dalla surf rider foundation europe. E’ stato scelto il lungo mare palermitano, in particolare il tratto di litorale in prossimità dell’ospedale “Buccheri La Ferla”. 20 Ragazzi, armati di guanti e sacchetti hanno ripristinato il decoro in uno splendido scorcio di costa, a ridosso di una pedana in legno, recentemente costruita dall’amministrazione comunale e mai andata in funzione. La discarica. In quei luoghi, ricordano i passanti, recentemente si accampavano nomadi, i quali all’esito dello sgombero coatto, hanno creato una vera e propria discarica a cielo aperto. Tra gli indumenti fradici, era possibile trovare piatti di LA SCELTA - E TU COSA AVRESTI FATTO? l Teatro della Posta Vecchia, ad Agrigento, è andato in scena, anche grazie al contributo del circolo Arci John Belushi, lo spettacolo teatrale "LA SCELTA - E tu cosa avresti fatto?" di Marco Cortesi e Mara Moschini. Due narratori, un uomo e una donna, quattro storie vere di coraggio provenienti da uno dei confitti più atroci e disumani dei nostri tempi: la guerra civile che ha insanguinato l'Ex-Jugoslavia tra il 1991 e il 1995. Raccolte durante il confitto bosniaco dalla dottoressa Svetlana Broz (nipote di Josip Broz, capo di governo jugoslavo, meglio conosciuto con il nome di Tito) e affidate alla voce di Marco Cortesi e Mara Moschini, queste quattro storie rappresentano straordinarie testimonianze di eroismo, coraggio e umanità. Storie terribilmente attuali di coraggio civile, di decisioni e di scelte. Quattro storie vere di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di ribellarsi dal ruolo di complici passivi di un meccanismo basato sull'odio. Nascondere il vicino in casa propria, dare un passaggio ad una donna, aiutare con del denaro un amico, condividere del cibo con un ragazzo, ci appaiono piccoli gesti ma diventano enormi esempi di coraggio e di umanità in un tempo di guerra in cui la malvagità regna in ogni angolo, in un tempo in cui proprio l'aiutare quel vicino di casa, amico, conoscente di etnia e religione differente potrebbe costarti la vita [email protected] post-it n. 103 [email protected] L Vivibilità centro storico notizieflash A do chiama il degrado, e i cumuli di rifiuti impiegano davvero poco per trasformarsi in discariche. Per questo è certamente utile istallare cestini dei rifiuti in loco. 2) Affidiamo il nostro lungomare ai cittadini: siamo convinti che è possibile trovare i giusti strumenti per affidare ad associazioni e cooperative tratti del nostro lungomare, affinché esse possa prendersi cura del nostro mare, e sopperire alle carenze dell’amministrazione comunale che oggi non è in grado di garantire il servizio minimo di pulizia. Ovviamente deve essere garantita la possibilità a tali realtà di poter prevedere introiti economici dalla gestione della spiaggia (affitto di sdraio e ombrelloni, somministrazione di bevande fresche) affinché tali somme possano essere destinate al mantenimento della pulizia, della sicurezza e possano consentire la prestazione di servizi nuovi e migliori. Non prendiamoci in giro, il volontariato non può essere l’unico strumento di intervento, e l’affidamento di questi spazi può essere occasione di lavoro per giovani disoccupati oltre che un’opportunità di coinvolgimento turistico. Forse la ricetta giusta è questa, o forse no, ma non possiamo consentire che Palermo si scordi del suo mare porcellana, VHS (non tutti prettamente pudichi), documenti dell’ospedale limitrofo, documenti del tribunale di Palermo, bollette della luce, album fotografici, carcasse di piccoli animali. Poco distante, bagnato dai flutti c’è parte di un relitto di una imbarcazione (sembra la canna fumaria) che una mareggiata ha portato sulla costa 2 o 3 anni orsono. Il luogo appena descritto non si trova nei pressi di Bellolampo, ma a due metri dal nostro mare. La cattedrale nel deserto. A qualche centimetro da questa vera e propria discarica si trova questa immensa struttura in legno, che quasi arriva a toccare il mare; un passante, residente da ben 58 anni in zona, ci assicura che la struttura non è mai stata aperta, ma che al suo interno c’è davvero quasi tutto il necessario perché questa possa funzionare (ci parla di servizi igienici a regola d’arte). “A ridosso delle elezioni, racconta il cittadino, qui si pulisce tutto, veniva anche una cooperativa ogni giorno a pulire”. Oggi c’è un solitario metronotte/vigilante che allontana i curiosi e preserva la (sola) struttura dagli atti vandalici. La proposta. 1) Intervenire subito affinché non si ripeta uno scempio simile. La pulizia della costa deve essere garantita giornalmente, perché salvare il nostro lungomare è una priorità. Il degra- 2 013 18 aprile ’Arci Malaussène organizza l’incontro su: La vivibilità nel Centro Storico: situazione, proposte e prospettive. Interverranno: Agata Bazzi - Assessore al Centro Storico Giusto Catania - Assessore al decentramento Alberto Mangano - Presidente Commissione urbanistica Paola Miceli - Presidente I Circoscrizione Introduce e modera arch. Anna Zeami Malaussène Parteciperanno le Associazioni, i Comitati, i Residenti, le Realtà economiche e imprenditoriali che operano sul territorio. L’appuntamento è venerdì 19 aprile alle 17.00, a Palermo in piazzetta Resuttano, 4