CONCORSO
Poesie in vernacolo
Successo del concorso dedicato ai dialetti dell’Italia meridionale su iniziativa dell’Associazione culturale “Porta d’Oriente” presieduta dalla prof. Cettina Fazio Bonina. La cerimonia di consegna dei premi e degli encomi nella Sala consiliare del Comune di Bari.
Presenti il consigliere comunale Massimo Maiorano e l’assessore provinciale Sergio Fanelli. Le finalità del Premio sottolineate dal prof. Francesco Bellino. Interventi di Raffaele
Nigro e di Nico Salatino
DI MARISA DI BELLO
Premiazione della
vincitrice del primo
premio Margherita
Neri Novi
Elenco vincitori del concorso
di poesia dialettale “….e raccontiamo il nostro Sud…”:
1° premio con “TERRA NIURA” Margherita Neri Novi
2° premio con “PUGGHIA
PORTA D’ORIENTE” Anna
Sciacovelli
3° premio con “LA FEMMINE
DU MARENARE” Giuseppe
Gioia
4° premio con “JINDE O
GIARDINETTE” Felice Alloggio
5° premio con “LA VACANDINE GRANNE” Michele Fanelli
Sono state inoltre selezionate
con menzione ed encomio le
seguenti poesie
“SUD” di Maria Pia Petrosino
De Magistris
“PUGGHIE” di Battista Emanuele
“SUD” di Rosaria Zonno
“LA VERONICHE” di Anna
Cassano
“LE SORE” di Cataldo Capelluti
La Giuria: presidente prof.
Francesco Bellino; componenti Lino Patruno, giornalista
e scrittore, Raffaele Nigro,
scrittore e giornalista, Marisa
Di Bello, giornalista, prof.ssa
Margherita Biscotti, prof.ssa
Cettina Fazio Bonina.
nelmese - 6/2011 - 32
U
n concorso di poesie in vernacolo “…e raccontiamo il nostro
Sud…” dedicato ai dialetti dell’Italia
meridionale per far rivivere valori e
tradizioni dei nostri territori attualmente molto penalizzati da politiche che sotto il profilo culturale ed
economico non lo vedono in primo
piano.
L’iniziativa è partita dall’associazione
culturale Porta d’Oriente “al fine di
valorizzare il vernacolo con l’orgoglio della nostra storia, considerando il dialetto come stimolo culturale
e parte importante del passato,
non già come lingua di serie B,
ma lingua viva, reale, fortemente
icastica. Dialetto inteso come radici,
come strumento importante di un
necessario recupero socio culturale”.
Queste le parole della prof. Concetta
Fazio Bonina presidente dell’associazione da lei creata nell’ottobre
scorso a Bari, proprio con lo scopo
di valorizzare tutte le risorse, passate e presenti dell’Italia meridionale
e salvarle da una omologazione che
rischia di soffocare le varie identità
delle popolazioni. Obiettivo principale quello di creare quasi un ponte
tra le migliori forze rappresentate
da giovani, uomini e donne, ed Enti
territoriali per fronteggiare le emergenze locali, in vista di un futuro
migliore e in nome di una cultura più
generalmente mediterranea. Infatti
non di chiudersi in un ambito locale
si tratta, ma di acquistare un’identità forte per essere poi in grado di
aprirsi agli altri senza paure e pre-
giudizi. E, soprattutto, contribuire
non soltanto con le forze locali, ma
in collaborazione con quelle nazionali e internazionali a dibattere e
individuare soluzioni per i problemi
più pressanti. Porta d’Oriente già
molto attiva sul territorio, nonostante di formazione recente, è stata
inserita nel Comitato Comunale di
Modugno per le celebrazioni dei 150
anni dell’Unità d’Italia.
Tornando al concorso e agli scopi culturali dell’associazione “ogni
regione ha il suo dialetto - ha
proseguito la Presidente - una sua
peculiarità linguistica. Salvarli tutti
è difficile, ma indispensabile per tramandarne il patrimonio culturale che
racchiudono. Il dialetto è un potente
mezzo di comunicazione e ha diritto
di cittadinanza anche nella scuola,
in una società aperta con lo sguardo
rivolto al futuro. Rivalutare il dialetto in tutte le sue forme significa
aprire il libro delle leggende sacre e
profane, dei racconti, delle tradizioni, dei canti religiosi, delle ninnananne. Tutto esprime il dialetto in
modo immediato, difficile da tradurre in una lingua italiana che appare
spesso inadeguata a rappresentare la varia gamma di sentimenti e
situazioni”. Poi ha ricordato Angelo
Rana, poeta dialettale modugnese di recente scomparso, autore di
diverse raccolte, che ha lasciato un
grande patrimonio di memoria storica e popolare, e ha consegnato alla
vedova una pergamena con encomio
particolare.
L’associazione “Porta d’Oriente” con
questo concorso ha voluto così dar
voce alla cultura, all’arte dello scrivere in vernacolo, dare voce a tanti
poeti meno noti se non nell’ambito
territoriale, e ad una letteratura a
torto considerata minore. Molti dei
partecipanti come si è avuto modo
di notare proprio in questa prima
edizione, non soltanto fanno rivivere
nelle loro opere valori e aspetti del
passato che si vanno perdendo anche nella memoria, ma non di rado
rappresentano voci di alta poesia.
La selezione dei premiati infatti ha
presentato non poche difficoltà alla
giuria, proprio per la notevole qualità che ha caratterizzato le liriche
pervenute, composte quasi tutte da
professionisti appartenenti a vari
settori della cultura, molti dei quali
non proprio dei dilettanti, soprattutto la vincitrice, Margherita Neri
Novi e il gruppo che fa capo al prof.
Nicola Cutino che ha fondato a Bari
l’associazione “Mondo antico Tempi
moderni” finalizzata al recupero della lingua e della tradizione popolare.
Per questo, oltre ai primi cinque
poeti classificati, la giuria ha ritenuto di attribuire dei riconoscimenti a
tutti i partecipanti e alcuni encomi,
a sottolineare qualità di contenuti,
stile e forza espressiva.
Alla cerimonia svoltasi nella sala del
Consiglio Comunale messa a disposizione dal sindaco Michele Emiliano
che non vi ha potuto presenziare
perché a Bruxelles per impegni
istituzionali, hanno partecipato
rappresentanti del Comune e della
Provincia nelle persone del consigliere comunale Massimo Maiorano
e dell’assessore provinciale Sergio
Fanelli, entrambi convinti sostenitori della manifestazione e delle sue
finalità che sono state ben sottolineate dal presidente della giuria,
il prof. Francesco Bellino, direttore
del Dipartimento di Bioetica dell’Università di Bari, che ha definito il
dialetto una lingua meravigliosa “in
cui abbiamo abitato e che amiamo
abitare”. Poi, riferendosi ai partecipanti di questa prima edizione, si è
congratulato per la perizia tecnica
e linguistica rivelata e il recupero di
vocaboli altrimenti destinati all’oblio.
Così anche Raffaele Nigro, scrittore
di fama internazionale, che però si è
mostrato più pessimista com’è nelle
sue corde, sulla tenuta dei dialetti
perché, ha detto, i più giovani non li
conoscono. Per questo, ha concluso,
è fondamentale riportare la poesia
dialettale allo stesso livello della
poesia in lingua poiché conta il sentimento che essa esprime, l’umanità
dell’essere e conta raccontare i guai
e le piacevolezze del vivere in questo mondo
Da sinistra, Massimo Maiorano, Sergio Fanelli, Cettina Fazio Bonina,
Francesco Bellino e Vito Antonicelli (Foto Vito Signorile)
LA POESIA VINCITRICE DEL PRIMO PREMIO
TERRA NIURA
Terra di Sicilia niura comu la pici
‘ncatramàta,
niura la petra ca sputa Mungibeddu,
niura l’aliva ‘mmenzu li rami saracini ‘nturciuniàti,
niura la racìna ca ti cunzòla l’arma
ccu lu so nettari duci e prilibbàtu.
Niuri li matri, li nanni e catanànni,
sempri alluttàti mentri sgranavanu
coccia di rusariu,
niuru com’u tizzùni lu cori ca lassa li
to vrazza
‘ncerca di pani amaru,
sònnira tinciuti di puvirtà e umiliaziuni,
niura e fridda la notti, senza luna e
senza stiddi,
luntanu du to ciatu.
Terra ‘nciruttàta com’u carvuni,
niura la manu c’appizzò li cutedda
‘nta li to carni, strazzànnu grida di
duluri,
niura di pruvulu e di fumu,
la strata ca s’agghiuttì òmini assitàti di giustizia.
Terra niura e bedda comu ‘na fimmina
ca ti fa nèsciri lu sensu,
caura comu lu suli,
occhi culuri di lu celu,
fattìzzi comu l’unna di lu mari,
vucca comu cocciu di granatu,
capiddi niuri sciugghiuti a lu ventu,
‘nciauriàti di zàira e girsuminu,
Terra vagnata di lacrimi e suduri,
‘mpastata ccu l’amuri di la genti,
terra ca m’arrubbasti lu cori
e ni facisti minnìtta.
TERRA NERA
Terra di Sicilia, nera come il catrame, nera la pietra che erutta
il Mongibello (Etna), nera l’oliva
in mezzo ai rami saraceni attorcigliati, nera l’uva che consola
l’animo con il suo nettare dolce e
prelibato. Nere le madri, le nonne
e le bisnonne, sempre vestite a
lutto mentre sgranavano chicchi
di rosario, nero come un tizzone il
cuore di chi lascia le tue braccia in
cerca di pane amaro, sogni tinti di
povertà e umiliazioni, nera e fredda
la notte, senza luna e senza stelle,
lontano dal tuo respiro. Terra nera
come il carbone, nera la mano che
trafisse le tue carni strappando
grida di dolore, nera di polvere e
fumo la strada che inghiottì uomini assetati di giustizia. Terra nera
e bella come una donna che ti fa
perdere la testa, calda come il
sole, occhi colore del cielo, fattezze come l’onda del mare, bocca
come chicco di melograno, capelli
neri sciolti al vento, profumati di
zagara e gelsomino. Terra bagnata
di lacrime e sudore, impastata con
l’amore della gente, terra che mi
hai rubato il cuore e ne hai fatto
ciò che hai voluto.
nelmese - 6/2011 - 33
Scarica

Articolo Rivista "Nel Mese" - Associazione Culturale Porta D`Oriente