DISMAMUSICA MAGAZINE - 21 settembre 2007 - Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Milano - Anno IX - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni - Editore e proprietario: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672 Stampa Emme K srl - Fino Mornasco (CO) - Aut. Trib. di Monza 1.701 del 16/12/2003 Organo ufficiale di DISMAMUSICA - Associazione Italiana Produttori e Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali - Anno IX - n. 36 - 21 SETTEMBRE 2007 INCONTRIAMOCI! di Gianni Cameroni To meet, in inglese, significa in- contrare, andare a un appuntamento con qualcuno. Ed è di buon auspicio scoprire che questa nuova manifestazione dedicata al grande mondo della musica, soprattutto con strumenti, spartiti, sistemi di amplificazione e registrazione e accessori, è, di fatto, un “appuntamento” al quale si è chiamati a non mancare. Incontriamoci dunque a MIV- Music Interna- tional Village, l’anima vera di questo primo Salone milanese della musica. L’anima che per prima fa decollare quello che deve diventare, negli anni, uno dei maggiori appuntamenti europei e mondiali del settore. Nel “DNA” di MEET Milano ci sono infatti altri segmenti che saranno chiamati a esprimere la loro potenzialità nelle prossime edizioni, soprattutto sistemi per il backstage, discografia e prodotti destinati alla riproduzione amatoriale della musica. Tutti segmenti che dipendono però dal capostipite universalmente riconosciuto: lo strumento musicale. È con gli strumenti che si produce la musi- ca, e non c’è spettacolo musicale al mondo che non dipenda da questi straordinari e affascinanti prodotti. A fiato, a percussione, elettronici, a corde… In metallo, legno, plastica o anche virtuali. Etnici, classici, pop, autocostruiti… Dite quello che volete, ma lo strumento musicale è l’unica sorgente della musica, che prende il suo avvio nella storia dall’imitazione della natura (soprattutto della voce umana, capace di modulare i suoni in modo armonioso, e poi del canto degli uccelli) e che offre una varietà straordinaria di registri differenti, la cui composizione costruisce le orchestre, i gruppi, le bande… tutto ciò che fa davvero musica. Questo mondo, per voi che varcate oggi i cancelli di FieraMilano, è ai vostri piedi. In due padiglioni ricchissimi di proposte differenti potrete trovare ogni risposta possibile a ogni vostro possibile quesito. Potrete trovare gli effetti per chitarra e le percussioni etniche, i sistemi di silenziamento per pianoforti a coda e i clarinetti di tradizione artigianale, i grandi brand internazionali e i prodotti di liuteria… Conditi con sistemi di gestione del suono, amplificazione, accessori, spartiti e quanto vorrete trovare districandovi anche nel fitto calendario di convegni, concerti, demo, anniversari, clinics, presentazioni, tavole rotonde ed eventi di ogni tipo. Noi ci presentiamo a voi come il quotidiano di MIV-Music International Village, il Salone nel quale si riconosce l’anima di DISMAMUSICA, l’associazione di riferimento del settore. Ci trovate oggi e ci troverete ogni giorno con interviste, notizie e informazioni ogni giorno diverse e ogni giorno aggiornate. Benvenuti, dunque. Lo spettacolo va ad incominciare. Buon divertimento! MUSICA. Come vivere senza? Abbiamo incontrato Alberto Patrucco nell’atrio del Pirellone di Milano. Era lì a fare da testimonial alla conferenza stampa di presentazione del Festival Dallo Sciamano allo Showman, che si è tenuto qualche settimana fa in Valcamonica e al quale anche lui ha partecipato. E abbiamo parlato di musica… La verve di Patrucco è nota a moltissimi, soprattutto a chi lo segue in teatro, dal vivo. Ma è notissima anche a chi lo segue nelle sue apparizioni televisive, anche se gli altoparlanti dell’apparecchio TV mal si accordano ai toni profondi che la voce di questo artista sa toccare con sapiente maestria. di gianni cameroni La Conferenza stampa è appena terminata, e molti si affollano attorno al ricco buffet organizzato dai ristoratori camuni (anzi, se in Conferenza stampa eravamo in una ventina, come mai ora ci sono decine e decine di persone che si azzuffano per caciotte, formaggi, salumi e lunghe sorsate di Franciacorta?). Abbiamo il sospetto che in Regione ci si sia passati la voce: “Ehi!, al primo piano c’è un buffet di quelli giusti. Io ci vado, ci vieni anche tu?”. Patrucco ed io ci mettiamo da parte e parliamo di una comune passione. La musica. segue a pag. 4 Insieme per la musica 80 anni di Kawai La Chitarra di Cartone Il custode dei suoni Il primo degli anniversari Incredibile? Vero! Immaginate migliaia di Fondata nel 1982, l’Associazione Italiana Produttori e di cui vi parliamo Si tratta del remake di strumenti di tutto il mon- Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali festeggia i riguarda un’azienda uno strumento storico do e di tutte le epoche. suoi primi 25 anni di vita. E lo fa, con la grande kermesse conosciuta in tutto il realizzato da un liutaio E immaginate un viaggio di Meet Milano, nel segno di quello che è da sempre uno mondo per la qualità dei spagnolo dell’Ottocento: nel tempo e nello spazio dei suoi obiettivi prioritari: la diffusione della cultura della suoi prodotti. Antonio De Torres. nel segno della musica... musica e della pratica musicale nel nostro Paese. a pag. 19 in audio veritas a pag. 12 a pag. 16 Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua. Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato. 21-22-23-24 Settembre 2007 Fiera Milano-Rho Padiglione 14 corsia H 21-corsia L 14 Monsound s.r.l. - Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy- Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501 - [email protected] - www.myaudio.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY 21 Settembre 2007 Quando apre una Fiera Ho spesso letto cronache relative a Fiere di varie epoche: alto medioevali e rinascimentali, spesso, ma anche relative a fiere e manifestazioni della Belle Epoque. E mi sono immaginato l’atmosfera che ogni volta la quotidianità avrà certamente sottolineato. Nei luoghi di fiera e di mercato, in epoca romana ci sarà sicuramente stato un Maestro d’Ascia chiamato a costruire una paretina di fondo, per appendere reti da pesca, gladi d’occasione o collane in osso e in pietra dura. E un venditore d’acqua che, soprattutto d’estate, si aggirava con l’orcio a tracolla e la ciotola di legno (di legno: se cade non si rompe e anche questo è marketing) legata con una corda per offrire da bere. Nel Medioevo c’erano anche gli offerenti di un umilissimo servizio essenziale: gente che girava con un grande mantello e un secchio, per garantire ai visitatori sale di decenza improvvisate anche in mezzo alla folla (il mantello serviva appunto a coprire il fatto ai passanti). E durante la Belle Epoque, alle Esposizioni Universali, ci si imbatteva in padiglioncini in giunco o in ferro battuto dove era possibile sorbire un sorbetto, bere una bevanda o mangiare anche qualcosa senza l’onta di aggirarsi in mezzo alla folla con un bicchiere in mano o, peggio, con un sandwich tra le mani. Oggi, nel 2007, siamo nel quartiere fieristico più evoluto del mondo e abbiamo davanti agli occhi una mostra specializzata che si occupa di una delle più belle arti del mondo: la musica. Beh, pensate quello che volete. Io sono contentissimo di vivere nel futuro di tutti i nostri predecessori. Vecchia Volpe in questo numero: Musica. Come vivere senza? di Gianni Cameroni Musicisti fino al midollo di Gianni Cameroni Accade oggi a cura della redazione Strumenti di carta di Caterina De Gregori La chitarra di cartone a cura della redazione Il libretto d’Opera a cura della redazione Il Custode dei Suoni di Cristiano Cameroni Una marcia in più di Silvana Antonioli 80 anni di Kawai di Gianni Cameroni Parlando di Fingerstyle... di Alessandro De Cristoforis pag. 1 pag. 6 pag. 8 pag. 10 pag. 12 pag. 14 pag. 16 pag. 18 pag. 19 pag. 22 colophon DISMAMUSICA MAGAZINE SHOW DAILY N. 36 - 21 settembre 2007 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni Editore e proprietario: S&G Partners srl - Direzione e Amministrazione: Via Bainsizza, 30 - 20039 VAREDO - Tel. 0362 583672 Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n 46) art. 1, comma 1, DCB Milano Stampa: Emme K srl - Fino Mornasco (CO) Aut. Trib. di Monza no 1.701 del 16/12/2003. Direzione Editoriale: Antonio Monzino jr. Redazione: Silvana Antonioli, Cristiano Cameroni, Anna Cristofaro (Art Director). Hanno collaborato a questo numero: Alessandro De Cristoforis, Caterina De Gregori, Enrico Deregibus, Vittorio Gallarotti, Fabio Zontini, Grafica, impaginazione e coordinamento: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672 - Fax 0362 544356 - e.mail: [email protected]. È vietata la riproduzione, anche parziale, di foto, disegni, testi o articoli originali pubblicati su DISMAMUSICA MAGAZINE senza espressa autorizzazione scritta della redazione. Manoscritti, foto o disegni, anche se non pubblicati, non si restituiscono. Legge sulla tutela dei dati personali I dati personali dei lettori in possesso della rivista verranno trattati con la massima riservatezza e non potranno essere ceduti a terzi o utilizzati per finalità diverse senza il preventivo consenso degli interessati. In base alla legge n. 675, in qualsiasi momento l’abbonato potrà decidere di modificare i dati personali o di richiederne la cancellazione. IlIl Personaggio Personaggio segue da pag. 1 Gli chiedo, innanzitutto, se suona uno strumento, e quale. Mi guarda serio, poi il viso si apre in un luminossimo sorriso. “Se suono?”, dice. “Direi una bugia se dicessi che suono… E direi una bugia più grossa se dicessi che non suono. In effetti da piccolo ho studiato seriamente. Ho studiato per cinque anni il pianoforte, insieme ad un maestro molto bravo. Dai nove ai quattordici anni. Poi mi sono iscritto alle superiori, e temendo di non farcela a fare entrambe le cose, con gli esami di conservatorio e via discorrendo, mi sono fermato lì. Con il pianoforte. Ho imbracciato invece la chitarra”. Mentre parla sorseggia un po’ di quel Franciacorta freschissimo che qualcuno gli ha portato, e riprende. “In effetti avevo scelto di frequentare un collegio laico, dove non c’era il pianoforte. Ricordo quasi come un incubo un incontro che ho avuto con il superiore del collegio gestito da preti dove, invece, il pianoforte c’era. Avrei dovuto frequentare il liceo. Ma era quel modo quasi subdolo di sfregarsi continuamente le mani, quel piccolo ricatto tipo ‘Se vieni da noi potrai suonare il piano quando vorrai’ e quel modo un po’ melenso di dire le cose che mi mettevano a disagio. Frequentai il collegio laico”. 21 Settembre 2007 André sapevo di ascoltare una traduzione da Brassens…”. “E oggi? Come vivi il tuo rapporto con il fare musica?” Prima di rispondere a ogni mia domanda, Alberto Patrucco mi guarda, riflette e, solo dopo, parla: “Suono sempre, naturalmente, ma in pubblico, per ora, mi limito a cantare. Mi capita, ascoltando i dischi di Brassens, di accompagnarli al pianoforte, perché mi piace, mi dà molto, mi appaga come sensazione generale. La musica è capace di fare questo… Mi capita di ragionare sul fatto che il mio maestro era cieco. Aveva una sensibilità straordinaria, ma io baravo un po’ sulla chiave di basso scrivendo, a volte, in lettere le note. E ora vorrei non aver barato, perché mi accorgo che non sempre mi è facile leggere in chiave di basso, almeno non è altrettanto semplice, per me, come leggere in chiave di violino”. “Ma la musica non la abbandonasti mai completamente…”, azzardo. “Sei matto?” esplode la voce di Patrucco. “La musica già allora era per me un punto fermo, una certezza, un aiuto fondamentale. Ancora oggi, se ascolto musica, ascolto soprattutto Beethoven, Mozart e Brassens. Sono affascinato dalle possenti geometrie di Beethoven e dalla sicurezza dei dettagli di Mozart. Sono esperienze che mi prendono e non mi lasciano mai. E poi, grazie a un mio zio, ho una straordinaria predilezione per Brassens. Ricordo che da piccolo, avrò avuto nove o dieci anni, lo zio mi faceva ascoltare quei dischi, quelli con le copertine con le foto in bianco e nero, sulle quale c’era scritto Georges Brassens. E li ascoltavo rapito, anche se non coglievo il significato delle parole, ed ero affascinato dalla voce, dalla musica, dall’atmosfera. Ero talmente preso da Brassens, che la prima volta che mi capitò di ascoltare Il Gorilla cantata da De gli spazi del club tenco a meet milano Dismamusica Magazine SHOW DAILY Gli chiedo, interrompendolo, cosa ne dice della nostra scuola, del modo italiano di affrontare l’argomento musica a scuola. Sbarra gli occhi e prorompe: “Non c’è musica nella scuola! E questo, secondo me, è gravissimo. La musica dovrebbe essere una delle materie di base. Bisognerebbe studiarla, imparare a suonare e imparare a suonare insieme. La musica, anzi, dovrebbe essere una di quelle materie dove bisognerebbe richiedere la massima severità di insegnamento. Quello che dà, poi, nella vita, è molto più di quanto dicono si faccia fatica per imparare a usarla…”. Tornando alla realtà, gli chiedo quanto gli serva la musica oggi, nel suo lavoro di cabarettista. Mi sorride di nuovo, e poi mi dice: “La musica ti dà il ritmo giusto, ti offre i tempi, il respiro. Se conosci la musica, sai come offrire al tuo pubblico le parole, le sillabe, le pause. Per me conoscere la musica significa tutto questo e molto di più, significa sapermi emozionare anche nel parlato, per poter riuscire ad emozionare chi mi ascolta. Spesso, nel mio lavoro, è più importante il come si dice una cosa rispetto al che cosa si dice. Ma non voglio fermarmi ai monologhi. La musica mi dà la possibilità, di fare anche altro. Con Sergio Sacchi del Club Tenco, sto realizzando una cosa legata a Brassens. Dove, finalmente, insieme a musicisti che suonano affronto seriamente la musica con un progetto di spettacolo che sento dentro di me con grande, grandissima emozione. E forse potrò anche spingermi oltre. E, davanti a un pubblico, mettere le mani su una tastiera di pianoforte e provare a suonare qualcosa, entrando anch’io a far parte di un momento musicale costruito insieme ad altri musicisti veri. E non ci sarà il comico, lì. Ma la versione adulta di quel bambino che, a nove anni, ha cominciato piano a far scivolar le sue piccole dita sui tasti bianchi e neri”. A cura di Enrico Deregibus Canzoni, cucina e calcio Il MEET che si apre oggi ha anche uno spazio dedicato agli approfondimenti sulla canzone italiana. Sotto il titolo di “Musica e parole” sono infatti racchiusi due appuntamenti quotidiani dedicati alla nostra musica con ospiti, ascolti, proiezioni e performance. Ad aprire gli incontri alle 13.30 presso l’Aula Agorà (padiglione 18) ci sarà un personaggio assai noto del giornalismo italiano, Gianni Mura, ed un tema assolutamente sfizioso: “canzone e cucina”. Una carrellata su cinquant’anni e più di canzoni che hanno in qualche modo toccato il tema del cibo e che si potranno ascoltare durante l’incontro, o forse è meglio dire assaporare, insieme a Mura, la firma di punta delle pagi- ne sportive di “Repubblica”. Ha appena pubblicato il suo primo romanzo, “Giallo su giallo” (Feltrinelli), ambientato al Tour de France, ma i suoi interessi vanno decisamente anche al di là dello sport. Gli piace giocare a carte, andare a funghi, fare anagrammi, come recita la sua biografia, ma è anche appassionato conoscitore della canzone d’autore italiana e francese, nonché grande esperto di cucina. Dal 1991 infatti con la moglie Paola ha una rubrica di enogastronomia (Mangia&bevi) sul “Venerdì di Repubblica”. Non a caso quindi è stato scelto per accompagnare e commentare, con la sua ironia, questo percorso fra antipasti, primi, secondi, contorni, frutta e dessert. ta, sia televisive, ora scrive su “La Stampa” di Torino ed ha da poco pubblicato “E continuano a chiamarlo calcio. Storie e personaggi di un gioco geneticamente modificato” (Mondadori). Antonio Silva, di professione preside di Liceo e di passione storico presentatore e animatore del Premio Tenco di Sanremo, porterà rari reperti live registrati proprio al Premio Tenco. Il secondo appuntamento di oggi (alle 17.00 presso la Sala Kappa, padiglione 14) perlustrerà, con lo stesso approccio, il tema del calcio nella canzone, ed in particolare in quella d’autore. Una sorta di “pallone d’autore”. Calcio e canzone si sono per lungo tempo quasi ignorati, ma dagli anni Sessanta qualcosa è cambiato. Vedremo come. L’appuntamento fa reincontrare, come già in un memorabile ciclo di trasmissioni su Radio24 (“A tempo di sport”) due cultori della canzone d’autore, Gigi Garanzini e Antonio Silva, con la differenza che il primo è anche un grande giornalista che sa di calcio, mentre il secondo non ne sa assolutamente nulla. Cionondimento, i due dialogheranno, tra ironia e passione, su entrambi i temi. Il primo, dopo varie esperienze sia sulla carta stampa- Musica e Parole Incontri sulla musica italiana a cura di Enrico de Angelis e Enrico Deregibus Venerdì 21 settembre: 13.30 Aula Agorà (pad. 18) “Canzone e cucina” con Gianni Mura 17.00 Sala Kappa (pad. 14) “Il calcio e la canzone” con Gigi Garanzini e Antonio Silva Dall’estero Dall’estero Se non siete mai stati a Bled forse vale la pena di pensare di andarci, perché il posto è davvero incantevole. Un laghetto incastonato tra il verde delle Prealpi slovene, con un’isola, un castello e un villaggio. In questo contesto c’è anche vivacità e tradizione (Bled è area turistica da oltre 150 anni), e durante l’estate accadono molte cose. Dal punto di vista musicale c’è un Festival che ha alle spalle quasi vent’anni di storia, l’Okarina Etno Festival, che porta a Bled gruppi musicali da ogni parte del mondo (Italia, Brasile, Gran Bretagna, USA, Austria, Romania…) e che propone anche interessanti gruppi sloveni. Ed è di uno di questi che vorremmo parlarvi. Il gruppo sai chiama Strizzy, che in sloveno vuol dire più o meno “Gli zii”, propone musica tradizionale dei Balcani (ma non solo) ed è formato da sei giovanissimi musicisti e da una cantante. L’età dei musicisti non supera i 27 anni, ma tutti e sei hanno in tasca un diploma di conservatorio e vivono di musica. Certo, non si limitano a suonare nella loro Vis Pupis, 25 anni clarinetto È il leader del gruppo e suona in modo superbo uno strumento che ama moltissimo. Diplomato al Conservatorio di Lubiana è oggi docente di clarinetto alla Scuola di Musica. Autore (il suo pezzo classico Fanfare Balcanique è stato eseguito al festival Mid Europa di Schladming in Austria), è anche direttore dell’orchestra di fiati di Postumia, e spesso viene chiamato a esibirsi con numerose orchestre da camera. Allievo di Alojzij Zupan, il maggiore clarinettista jugoslavo di tutti i tempi, ha ottenuto il prestigioso Premio Prešeren dopo la sua esecuzione del Concerto per Clarinetto e orchestra n. 2 op. 74 di Carl Maria von Weber con la Slovenian Philarmonica della TV slovena. 21 Settembre 2007 band (“Così non si vivrebbe”, ci hanno dichiarato), ma tutti insegnano in conservatorio ed alcuni di loro suonano anche presso importanti orchestre classiche slovene. Ascoltando la musica di questo gruppo abbiamo capito il senso della frase che accompagna i loro concerti: “La musica degli Strizzy arriva al cuore di tutti, e presto vi accorgerete che anche i vostri piedi si muoveranno al ritmo della musica”. Il sound è infatti avvolgente e incalzante, con ritmi vivaci che vengono da esperienze macedoni, klezmer e gypsy, ma anche con sonorità jazz, rock e di musica latina. L’aggressività e il senso di gruppo che vivono sul palco si stemperano in sorrisi quasi timidi quando andiamo a incontrarli subito dopo lo spettacolo. Sono madidi di sudore, perché non si sono risparmiati nemmeno per un attimo, ma sono contenti e disponibili a rispondere alle nostre domande. Chiediamo prima di tutto quando è nato il loro gruppo e perché la scelta è caduta su questo tipo di musica. Ci risponde il leader del gruppo, il virtuoso clarinettista Vis Pupis, 25 anni, insegnante di clarinetto al Conservatorio di Lubiana: “È già qualche anno che suoniamo in- Gašper Gradišek, 28 anni - batteria Figlio d’arte (anche il padre è percussionista), si è diplomato in clarinetto alla Scuola di Musica di Lubiana e in percussioni al Conservatorio, è attualmente impegnato con lo Slovene National Theatre Opera and Ballet di Lubiana e si esibisce, oltre che con gli Strizzy, con il gruppo pop Los Ventilos. Branko Mrak, 21 anni - trombone Diplomato in trombone alla Scuola di Musica di Lubiana, ha passato le selezioni per la Jazz Academy di Graz (Austria), dove intende continuare gli studi. Ama moltissimo Miles Davis e collabora a numerose brass-band. sieme. Ci siamo trovati a condividere la passione per questo tipo di musica, che crea sempre atmosfere positive e quasi costringe la gente a non rimanere ferma. È una musica che nasce nei Balcani, spesso difficile dal punto di vista della tecnica strumentale, ma capace di dare grande trasporto e soddisfazione sia ai musicisti che al pubblico. Secondo la nostra cantante, Maja Djordevič, devi averla nel sangue, come lei sente di averla ‘dentro’. Noi, peraltro, siamo cresciuti quando la Jugoslavia era una sola nazione, e quando questa musica era patrimonio di tutti, come la scuola, il servizio militare, o le bande popolari. Anche noi l’abbiamo ‘dentro’, è innegabile. Inoltre è una musica davvero divertente, che nelle feste all’aperto è accompagnata da balletti professionali, anche se non è infrequente vedere il pubblico mettersi a ballare con gioia. Anche i giovani…”. Una cultura di gioia In effetti pochi anni dopo la divisione della ex Jugoslavia, l’interesse e il seguito per questa musica sono cresciuti enormemente, e a questo hanno anche contribuito i film di Emir Kusturica e la musica di Goran Bregovic. Damir Rasiewicz, 27 anni basso elettrico Nella famiglia di questo bassista possiamo trovare un pianista, un violinista e un trombettista. Per quanto riguarda Damir, è diplomato in contrabbasso e fa parte dell’Orchestra Sinfonica di Lubiana. La musica è peraltro un “male di famiglia”: il nonno è stato uno dei maggiori compositori della Bosnia Hezegovina. Suona con gli Strizzy, con la Ethno Klarinetno e con un gruppo hard rock sloveno. Gašper Primožič, 22 anni bayan, fisarmonica cromatica Diplomato alla Scuola di Musica di Lubiana, dove è passato dalla fisa a piano ai modelli cromatici (com- Dismamusica Magazine SHOW DAILY La musica degli Strizzy è però fatta anche di ritmi che vengono dal jazz e dal rock, ed ha importanti connotazioni che derivano dall’esperienza e dall’impostazione classica di tutti i componenti del gruppo. Chiediamo allora cosa rappresenti per ciascuno di essi la musica, la musica in quanto tale. Vis Pupis sorride e scambia qualche parola in sloveno con i suoi compagni, che a loro volta sorridono: “Siamo tutti musicisti fino al midollo!”, ci dice poi ridendo. “Vogliamo spendere la nostra vita facendo quello che ci piace di più in assoluto. E quello che amiamo è la musica. Quando suoniamo lo facciamo veramente col cuore, cercando di entrare nelle differenti culture che di volta in volta visitiamo. E vorremmo naturalmente suonare ancora di più, ovunque ci sia un pubblico che vuole ascoltare le nostre proposte”. La cantante del gruppo, Maja Djordevič, aggiunge “Gli Strizzy sono un gruppo in crescita, e sono felice di condividere con loro la mia passione per la musica balcanica. Per quanto mi riguarda sono spesso impegnata anche con un’altra formazione di musica analoga, la Etnoklarinetno, che, come gli Strizzy, esalta questo modo di suonare, spesso costruito su tempi in- consueti, di 5/8 o di 11/8, capace di dare sensazioni uniche al pubblico. Canto in lingua originale, serbo, macedone, rumeno (gypsy), russo, turco e greco, e proponiamo insieme una cultura di gioia e di festosa fratellanza. E sono davvero felice che giovani musicisti come gli Strizzy abbiano deciso di percorrere la stessa strada”. Teniamo per ultima una domanda sulla curiosa tromba che Jure Gradišnik, l’esuberante trombettista 24enne del gruppo, suona con una postura davvero non consueta, con le mani affiancate sulla struttura orizzontale dello strumento: “È una tromba serba che ho trovato in una banda di ottoni che aveva deciso di disfarsene. Ha un suono unico, più dolce della tromba tradizionale, e più simile al Fluegehorn tedesco o al registro più acuto del trombone”, ci dice mostrandoci la curiosa posizione laterale dei pistoni, “Ed è bello e coreografico suonarla insieme agli Strizzy!”. Jure Gradišnik in effetti è anche trombettista dello Slovene National Theatre Opera and Ballet di Lubiana, oltre che insegnante di tromba al Conservatorio. Ci salutiamo. In effetti, dopo il concerto, sono davvero stanchissimi, ed abbiamo già abusato troppo della loro disponibilità. Chissà, in futuro forse verranno in Italia. È uno dei loro sogni come musicisti. Se suonano sempre così, probabilmente è un sogno destinato ad avverarsi. preso il bayan, una variante russa della fisa cromatica) studia attualmente al Conservatorio di Klagenfurt (Austria). Segue corsi di specializzazione in tutta Europa e dirige due fisorchestre. È appassionato sia di musica balcanica, sia di musica barocca. ne National Theatre Opera and Ballet di Lubiana come tromba solista, oltre a insegnare tromba presso la Scuola di Musica di Lubiana. Jure Gradišnik, 24 anni tromba Ha cominciato a suonare la tromba all’età di 10 anni, e si è diplomato giovanissimo al Conservatorio di Lubiana. Attualmente sta completando un Master a Graz (Austria) e collabora con lo Slove- Gianni Cameroni Maja Djordjević, 40 anni voce Come cantante è appassionatissima di musica dei Balcani, anche se, grazie a un lungo periodo trascorso in Medio Oriente, ha sviluppato una particolare predilezione per i ritmi orientali. Figlia d’arte (sua mamma era cantante e sua nonna insegnante di pianoforte), ritiene di avere la musica nel sangue, anche se non ha mai completato studi accademici di taglio musicale. Collabora attivamente con gli Strizzy ed è la voce femminile degli Etno Klarinetno. Dalla Fiera Dalla Fiera 21 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY AccadeVenerdì oggi 21 settembre EVENTI CONFERENZE Ore 12:00 - Aula Agorà - Pad. 18 Ore 11:00 - Palco elettronico Ore 16:30 - Stand Rugginenti - Pad. 18 Convegno inaugurale “Rispettiamo la creatività” Corso Italia “Dijieridu” suoni e chiacchiere con Papi Moreno Ore 10:00 - Pad. 14 e Pad. 18 Il videoclip: storia e storie Ore 10:00 - Aula Agorà - Pad. 18 Mostra fotografica “Musica in Mostra: le origini” Ore 10:00 - Stand Accademia Teatro alla Scala - Pad. 18 Mostra fotografica “Fotografie di scena” Esibizione live duo De Bernardi / Ferrarese Ore 11:00 - Spazio Sigma - Pad.14 Spazio bimbi: al MEET c’È musica anche per me Ore 11:00 - Eko Group - Pad. 14 Stand MusicTech - Pad. 14 Dimostrazioni tecniche e musicali del maestro di fisarmonica Caporilli Ore 12:00 - Teatro alla Scala - Pad. 18 Palco elettronico Corso Italia Ore 10:00 - Stand Esibizione live Wojtek Pilichowski Casale Bauer - Pad. 14 Clinics by Pietro Nobile, Marco Cadorna, Salvatore Zocco, Massimo Sutera, Francesco Lesi Ore 11:00 - stand Casale Bauer - Pad. 14 Clinics by Greg Bissonette, Reggie Hamilton, Greg Koch, Max Magagni Ore 10:30 - Palco Bianco & Nero Fatti un CD (io piano, tu forte) Esibizione del campione del mondo di fisarmonica e diatonica giuliano cameli Ore 16:00 - Stand Ore 10:00 - Stand Accademia Maria Callas, mostra di costumi e accessori Ore 15:00 - Stand MusicTech - Pad. 14 Ore 14:00 - Palco elettronico Corso Italia Esibizione live Gabor Lesko Ore 14:00 - Palco Bianco & Nero Staffetta pianistica Ore 14:00 - Stand Eko Group - Pad. 14 Clinics by Luca Colombo e Emanuele Perilli Ore 14:00 - Stand Music Gallery - Pad. 14 Esibizione live mismountain Ore 14:00 - Palco elettronico Clinics by Pietro Di Stefano (Framus) Esibizione live bandamariù Mogar - Pad. 14 Esibizione live: Marco Fadda; Lorenzo Feliciati; Four Tiles; Kenny Aronoff; Daniele Gregolin; Il diavolo e l’acqua santa; Andy Timmons Band. Ore 15:00 - Palco elettronico Corso Italia Esibizione live JMP Ore 15:00 - Stand Rugginenti - Pad. 18 Presentazione del testo “Audio editing”, a cura di paolo tonelli La chitarra dal Rinascimento ai giorni nostri Ricostruzione filologica della storia della Chitarra attraverso 15 ricostruzioni di strumenti originali Ore 10:00 - Stand Civica scuola di Liuteria - Pad. 18 Esposizione di strumenti tra il Rinascimento e il Barocco Ore 10:00 - Stand Civica scuola di Liuteria - Pad. 18 Ore 16:00 - Palco Laboratori manuali: maestri liutai e musicisti della Civica Scuola di Liuteria eseguiranno lavorazioni manuali per il pubblico, con la presenza degli studenti elettronico Corso Italia Esibizioni live - Paolo Giordano Ore 17:00 - Stand Eko Group - Pad. 14 Ore 10:00 - Stand Pianosound - Pad. 18 I suoni che vengono dal passato - Mostra permanente. Percorso alla scoperta delle differenze timbriche e tecniche dei piani storici rispetto agli attuali. Clinics by Nicola Fassi (Koch) Ore 11:00 - in fase di definizione Ore 17:00 - Stand Master Music TALENT1 - Il portale Mediaset dà spazio ai nuovi talenti artistici - Pad. 14 Festa per i 150 anni dalla nascita della Hohner e conferenza stampa con l’intervento del Presidente HOHNER Ore 11:30 - Aula Agorà - Pad. 18 Gli incontri del Club Tenco - “Canzone e cucina” con Gianni Mura - direzione artistica di Enrico De Angelis e Enrico Deregibus. Ore 17:00 - Palco Ore 15:00 - Spazio Kappa - Pad. 14 elettronico Corso Italia Gli incontri del Club Tenco. “Il calcio e la canzone” - percorso nelle canzoni dedicate allo sport nazionale, con Gigi Garanzini e Antonio Silva. Eno-logie (How many grapes went into wine) - ensemble acustico di tiziano popoli Ore 17:30 - Palco Bianco & Nero Concertando - Pianista Roberto Cominati Corso Italia Ore 11:00 - Palco Ore 10:00 - Stand Civica scuola di Liuteria - Pad. 18 Ore 21:00 - Palco Nazioni Concerto evento in prima mondiale “Remembering The Beatles sgt. Pepper’s and more...” eseguito CONFERENZA dalla London Sinfonietta Diretta dal Mº Jurjen Hempel Ore 16:00 - Spazio Kappa - Pad.14 La chitarra di cartone di Antonio De Torres. Ricostruzione e sperimentazione. Lezione-conferenza con presentazione attraverso immagini della chitarra di cartone di Antonio de Torres e delle chitarre ad essa ispirate. Relatori: Fabio Zontini, Claudio Canevari. Prova acustica: Mº Angelo Barricelli. Ore 16:00 - Aula Agorà - Pad. 18 Armodue: le risorse di un nuovo sistema musicale Conferenza sul nuovo sistema microtonale “Armodue” e presentazione ufficiale del primo CD musicale al mondo realizzato con tale sistema Relatori: Pierpaolo Beretta, Luca Attanasio SEMINARIO La LONDON SINFONIETTA inaugura MEET Milano CONCERTO L’appuntamento è per questa sera alle ore 21.00, la data di prima quando il maestro Jurjen Hempel salirà sul podio pubblicazione, e per dirigere la London Sinfonietta nella prima mon- che quasi tutti i critici includono nella “top ten” dei diale dello spettacolo Remembedischi più importanti della storia. ring the Beatles: Sgt. Pepper’s I pezzi, tutti riarrangiati EVENTOda Matand more... thew Scott, saranno interpretati Il concerto rientra nell’ambito dall’organico della London Sinfodella programmazione del Festinietta. L’ensemble inglese, defival MI-TO organizzato dalla Città nito da BBC Music Magazine “il di Torino e dal Comune di Milamigliore del mondo nell’ambito no; e rappresenta quindi il trait della musica contemporanea”, d’union più evidente fra la fiera sarà affiancato per l’occasione e la vita culturale del territorio. Al da un gruppo di musicisti rock centro dell’attenzione, nella procon la partecipazione straordinaduzione che prenderà forma queria del quartetto neo-psichedelista sera sul co Baby Lemonade. London Sinfonietta. Foto: Mykel Nicolaou grande palQuesta formazione “anomala” co allestito in Largo delle Na- affronterà quindi nel segno della contaminaziozioni, ci saranno i brani dell’al- ne brani come Lucy bum più noto fra quelli incisi dai In The Sky With DiaBeatles: Sgt. Pepper’s Lonely monds, With A LitHearts Club Band. Un album di tle Help From My cui ricorre proprio quest’anno il Friends, A Day In quarantesimo anniversario dal- The Life. Eventi e concerti presso gli stand A tutti gli appuntamenti segnalati in questa pagina si aggiungno, naturalmente, le decine di demo e clinics che moltissimi espositori offriranno al pubblico a getto continuo direttamente nel proprio spazio espositivo. Siamo nel regno dello strumento musicale, e praticamente ovunque avete la possibilità di imbattervi in musicisti impegnati in qualcosa di importante. non perdete tutte queste occasioni, siate curiosi ad ogni passo della vostra visita! Rassegna Stampa Rassegna Stampa 21 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY ...di CARTA Musica e Salute di Caterina De’ Gregori quando la crisi si supera con il rock Star a ottant’anni Così l’articolo di The New York Times riportato su La Repubblica il 2 luglio: “in America la crisi di mezza età ha trovato una nuova valvola di sfogo: fare rock’n roll in garage, con una band”. Sono i nati tra il 1946 e il 1964, i baby boomer, “per lo più padri di mezza età che non hanno mai superato l’antica ossessione per la musica della loro giovinezza (…) che dopo essere diventati genitori e aver visto i loro figli crescere, si ritrovano adesso con tempo e denaro a disposizione”, che ora si riuniscono anche più volte alla settimana per suonare “la rassicurante musica della loro generazione: i Beatles, Van Morrison, i Mokees e i Romantics”. Per esempio c’è Mike Lynd, 55 anni, che vive a Redwood City, “e suona il basso, la batteria e la chitarra in una band di sei persone chiamata Space Available. Lynd, che di giorno si occupa di marketing per lo The Zimmers, scrive Anna Gennari su Grazia il 10 luglio, sono la nuova British Invasion, la rock-band di 40 pensionati inglesi, che “sta spopolando con un video in internet su YouTube e My Space, con tre milioni di download, due milioni e 700mila visitatori”. “Front-man del gruppo è Alf Carretta, 90 anni. Gli altri 39 coristi hanno un’età compresa tra i 69 e i 100, ma ciò non impedisce loro di fracassare le chitarre sul palco, come nella tradizione del rock’n’roll Anni 60, guidati dall’energia ‘devastatrice’ della ottantatreenne Grace Cook.” Il gruppo ha registrato My generation, pietra miliare del rock, scritta nel 1963 da Peter Townshand, leader del gruppo The Who, nello Studio 2 di Abbey Road, lo stesso studio in cui i Beatles hanno inciso i loro successi, “una strada che per gli inglesi è ‘monumento nazionale’ e sulle cui strisce pedonali i Fabolous Four si fecero immortalare in una fotografia passata alla storia. Nel video anche gli Zimmers attraversano quelle strisce. L’effetto è esilarante. E commovente. Ed è Zimmermania”. Lo Zimmer, chiarisce Alf, è “quella specie di aggeggio con cui gli anziani vanno in giro per sostenersi. In America lo chiamano walker”. Alle spalle di questa avventura ci studio di commercialisti Deloitte & Touche, dice che nulla è paragonabile agli aspetti terapeutici offerti dal provare passaggi musicali con un gruppo di amanti del rock che condividono queste idee”, tanto che afferma di non sapere se per la sua depressione è stato più utile un farmaco o siano stati più efficaci “i giovedì sera trascorsi a improvvisare con la band”. Perché? Presto detto: “quando si fa musica insieme ad altri”, continua Lynd, “ci si mette in gioco in un modo che va ben oltre il provare gli accordi”. Anche il NAMM si è accorto del boom di queste band di rocker di mezza età, e “adesso coordina un programma chiamato Weekend Warriors: una serie di sei weekend pensati specificamente per i baby boomer che tornano, o iniziano, a suonare in una band”. Ma c’è un’altra componente da considerare: Joe Lamond, Presidente e CEO del NAMM, sostiene che il fare rock’n roll, per i quaranta-cinquantenni, sia anche un tentativo di ricatturare l’innocenza perduta. Lamond infatti “raccomanda di suonare in ambienti privi di specchi”, perchè “quando suoni la chitarra e ti senti addosso vent’anni, è preferibile non guardarsi allo specchio e vedere un tipo calvo e con la pancia”… Le piante “ascoltano”, i geni rispondono ai suoni La notizia viene dall’ANSA il 30 agosto: le piante “ascoltano”, e i geni rispondono ai suoni. È la scoperta di una équipe di scienziati sudcoreani che ha dichiarato di avere identificato nelle piante di riso una serie di geni capaci di “udire” la musica. “I ricercatori hanno suonato in una risaia 14 pezzi di musica classica ed hanno scoperto che certe frequenze tra i 125 ed i 250 hertz rendevano più attivi determinati geni”. Il team “sostiene che grazie a questa scoperta gli agricoltori potrebbero in futuro utilizzare i suoni per attivare o disattivare nelle piante determinati geni, un’alternativa più economica ed ecologica all’uso di sostanze chimiche. I geni identificati nel riso sono l’Ald e l’rbcS, entrambi sensibili anche all’esposizione alla luce. Per essere sicuri che venissero attivati veramente dalla musica ad una certa frequenza, i ricercatori hanno quindi ripetuto l’esperimento al buio ed hanno confermato che i geni reagivano anche ai suoni.” La musica, insomma, può essere un’alternativa alla luce. sono alcuni giovani talenti (Tim Samuels, giornalista della Bbc, votato alle cause degli emarginati, Mike Hedges, che collabora con gli U2,…), che hanno radunato anziani soli, “isolati nelle case popolari o prigionieri nei ricoveri”, per portarli “in un viaggio dentro il rock’n’roll, sfatando i preconcetti sugli anziani” (i ricavi delle vendite sono destinati all’Age Concern, organizzazione benefica per anziani indigenti). Ma come hanno reagito i 40 anziani alla proposta di formare una rock-band e registrare un cd? “Ci siamo messi a ridere e abbiamo gridato tutti insieme:’Sì, di-sco, disco”. Poi ci hanno portato nello studio di registrazione: lì ho trovato tanti altri pensionati come me”, spiega Alf Carretta, “venuti da tutte le parti. (…) È stato meraviglioso”. E il messaggio degli Zimmers… qual è? “Che anche se siamo vecchi”, continua Alf, “non siamo affatto finiti. Abbiamo l’esperienza, un cervello che funziona e siamo okay. Non metteteci sotto il tappeto. Non fatelo. No. Don’t do it”. E Grace Cook aggiunge: “A quelli della nostra età diciamo: non sedetevi a pensare che non potete fare questo o quello. Alzatevi, uscite, pensate di poterlo fare. E fatelo. Io sono molto attiva e felice”. A Pavia note per combattere l’autismo È a firma di Sabrina Commis il lungo articolo uscito sul settimanale Oggi in edicola il 18 luglio dedicato a una comunità per autistici sorta a Ponte Nizza, nell’Oltrepò Pavese. Cascina Rossago è la sola residenza in Italia costruita nel 2002 su misura per i malati d’autismo, in una struttura che ospita 24 adulti (dai 15 ai 43 anni), “un luogo di crescita, di lavoro, di apprendimento, per fronteggiare quel grave disturbo che distorce e compromette in modo globale e generalizzato l’intero sviluppo psicologico”, fortemente voluta da un gruppo di genitori, madri e padri di ragazzi autistici della “Fondazione Genitori per l’autismo Onlus”, spiega Stefania Ucelli di Nemi, psichiatra e docente di Psicologia della riabilitazione e dell’handicap all’universi- 10 tà di Pavia, direttrice della struttura. I malati sono affiancati da circa 40 operatori che li seguono e li aiutano nelle varie attività: nei 18 ettari di terreno che circondano la Cascina “si lavora in piccoli gruppi, si pratica sport, ci si diverte (…), si allevano gli animali, gli alpaca, le capre, i cavalli, si coltiva l’orto e il frutteto, si va per funghi, si lavora nella falegnameria, nel laboratorio di ceramica, al telaio nel laboratorio di tessitura”; insomma non un luogo di intrattenimento, ma un ambiente di stimolo in cui ciascuno svolge le attività più adatte alle proprie inclinazioni e ne capisce il significato. “Spicca il laboratorio di musica con il suo fiore all’occhiello: l’Orchestra Invisibile. Attiva dal 2005, la band è perfettamente mixata; otto autistici che suonano al fianco di otto psichiatri-musicisti (guidati da Pier Luigi Politi, professore di Psichiatria e Psicologia medica all’università di Pavia, nonché jazzista) e studenti in medicina che hanno frequentato il conservatorio. ‘Orchestra Invisibile’, spiega Ucelli, ‘perché alcuni hanno difficoltà a esibirsi in pubblico, anche se hanno già inciso un cd e tenuto un concerto per raccogliere fondi’. L’orchestra suona il jazz, e ha anche una voce solista, Cristiano, un giovane di 24 anni, alto e biondo, che emette suoni seguendo il ritmo della musica. Lo stesso che anni fa, prima del suo ingresso a Cascina Rossago, paralizzò con le sue urla forsennate una piazza di Pavia. Ma qui può sfruttare la sua dote”. Dalla Fiera Dalla Fiera 21 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY EVENTO La Chitarra di Cartone fu costruita da Antonio De Torres nel 1862 a Siviglia, durante la “prima epoca” della sua attività, quando era in contatto con il chitarrista Julián Arcas –che lo spinse a fare della liuteria la sua professione– e con Francisco Tárrega, un musicista giovanissimo ma già di talento straordinario. Siviglia fu la “fucina” di alcuni fra gli strumenti più celebri di Torres: la Leona del 1856, la Cumbre del 1858, quella del 1864 che Tárrega suonerà per circa un ventennio, e la Papier Maché, la Chitarra di Cartone. Un’idea unica Il motivo per cui Torres costruì uno strumento così particolare non è chiaro. Forse fu per dimostrare la propria straordinaria abilità di liutaio, capace di far suonare persino uno “strumento di cartone”. Oppure per verificare le proprie teorie sull’importanza della tavola armonica rispetto alle fasce e al fondo. O forse fu per spirito di sfida. Dopo la sua morte, la Papier Maché passò per le mani di Tárrega e Llobet; infine giunse agli eredi del grande liutaio che nel 1953 la donarono al Museu de la Música di Barcellona. Della chitarra di cartone, fino a pochi anni fa, non si avevano testimonianze sonore dirette, poiché numerose crepe sulla tavola armonica ne impedivano l’utilizzo. L’ultima traccia scritta che abbiamo di essa è nelle parole di Domingo Prat, che nel suo Diccionario de guitarras, guitarristas y guitarreros scrisse: “Questa chitarra ha un suono straordinario per quanto un po’ soffice, blando e grave”. Le caratteristiche “particolari” Il piano armonico della Papier Maché è formato da due pezzi non speculari di abete (cosa non consueta) di ottima qualità; il suo spessore (altra anomalia) è sottile, fra i 7 e i 15 decimi di millimetro. Le fasce di cartone sono rinforzate da numerosi pilastrini di abete; ed il fondo porta, oltre alle solite tre catene trasversali, tre catene longitudi- nali più basse che formano una sorta di intelaiatura, in grado di fare da rinforzo. Manico e tacco sono in legno di cedrella. Lo strumetno fu restaurato dai fratelli Yague di Barcellona; e in seguito il maestro Stefano Grondona e il liutaio Luca Waòdner, che la provarono, scrissero: “[…] questa chitarra è uno strumento di grande e rara bellezza, con gli stessi contenuti artistici e sonori delle altre chitarre di Torres, senza carenze che possano far anche lontanamente pensare che con il legno al posto del cartone potrebbe suonare meglio; anzi, semmai si arriva a pensare il contrario. E questa è la grande lezione che Torres ci tramanda: qualsiasi materiale, anche di modesta qualità, se scelto, assemblato, plasmato con quella imperscrutabile sensibilità che può fare di un artigiano un artista, può suonare al meglio, senza che in questo si riesca ad intravedere una qualsiasi carenza.” La chitarra di Zontini Nel 2005, il liutaio Fabio Zontini ha realizzato, un po’ per sfida e un po’ per gioco, un copia della chitarra di cartone. Il lavoro sulla tavola armonica, sottilissima, e sul progetto dell’incatenatura sono fedeli allo strumento originale. Come ovviamente l’uso del cartone per fondo e fasce. Tutti i chitarristi che l’hanno provata sono rimasti colpiti e sorpresi dal suo timbro scuro e di grande personalità. Oggi, Zontini è protagonista di una conferenza (presso lo stand della Civica Scuola di Liuteria, alle ore 10.00) nel corso della quale presenterà il suo lavoro. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza. Come è nata l’idea di realizzare una copia della chitarra Papier Maché? Il mio è stato un approccio piuttosto istintivo, senza obiettivi particolari. Lo spirito della sfida, il gioco... ecco quello che mi ha guidato. E poi questo tuo lavoro si è trasformato… Visto l’interesse che lo strumento aveva suscitato, insieme a Claudio Canevari (docente di Fisica Acustica presso la Civica Scuola di Liuteria di Milano), abbiamo pensato di realizzare una conferenza per raccontare e mostrare la chitarra di Torres. Ho potuto contare sulla disponibilità della Civica stessa; e sull’appoggio dei colleghi Mirko Migliorini e Roberto Pozzi, come me ex allievi della scuola, che mi hanno messo a disposizione il materiale della loro tesi di diploma, “Il rilievo dimensionale e fotografico della Papier Maché”. La lezione-conferenza è nata con scopi divulgativi, ma l’estremo interesse e la complessità dell’argomento hanno richiesto un grande lavoro di approfondimento, perché la chitarra “di cartone” è anche un interessantissimo oggetto sonoro sul quale sperimentare e verificare l’attendibilità e la validità dei più recenti ed aggiornati modelli fisico-acustici sul funzionamento della chitarra. Con questo lavoro siamo già stati in alcune scuole di musica, di liuteria e a vari festival internazionali. L’aprile scorso ho tenuto una conferenza al festival di Querétaro in Messico, dove lo strumento ha suscitato un grande interesse... Ora, dopo il Meet qui a Milano, terrò la stes- 12 sa conferenza a Cremona Mondomusica... ovvero nelle due più prestigiose manifestazioni italiane che riguardano gli strumenti musicali. Che cosa hai scoperto costruendo la Chitarra di Cartone? Molte cose. Dal punto di vista prettamente tecnico, per esempio, c’è da dire che questa chitarra monta una tavola armonica molto molto sottile. Forse nel corso degli anni ha subito degli interventi di restauro che l’hanno resa più sottile. Ma io credo che Torres l’avesse calibrata così già in partenza, con meno degli spessori già sottili che usava per gli strumenti in legno. Ripercorrere quella strada estrema è stato molto istruttivo. Secondo te che valore ha questo esperimento? Restituisce al liutaio, e quindi all’uomo, il ruolo fondamentale che le “macchine”, ovunque, tendono a sottrargli. Oggi la produzione seriale è molto meccanizzata e l’idea che noi tutti abbiamo è che una cosa fatta da una fresatrice a controllo numerico sia qualitativamente superiore. Spesso è cosi, ma in liuteria –e la chitarra di cartone lo dimostra– l’abilità dell’artigiano fa ancora la differenza. Come è stata accolta dai musicisti? Con un entusiasmo che francamente non mi aspettavo. Di solito rimangono colpiti dall’oggetto chitarra di cartone e mi chiedono “come fa a stare insieme”. Poi, quando la provano, vedo lo stupore sui loro volti, perché in effetti lo strumento funziona e ha delle caratteristiche timbriche molto particolari e un volume per nulla inferiore ad uno strumento “normale”. Al Festival internazionale di Fiuggi, dopo la conferenza, ho incontrato il grande maestro Alirio Diaz, un monumento vivente alla storia di questo strumento, che all’età di 84 anni si è divertito a suonare la mia chitarra e ha avuto parole di elogio per il mio lavoro. Una bella soddisfazione. Come ti spieghi tutto l’interesse legato a questo strumento? Colpisce subito e a più livelli. Fa leva sull’emotività e sulla fantasia di chi lo vede o lo prova per il senso di mistero legato alla figura del suo costruttore. E perché risponde ad una sfida impossibile: trasformare uno svantaggio iniziale in una situazione addirittura favorevole. Fondo e fasce di cartone non impediscono di ottenere ottimi risultati se si è trovato un equilibrio negli spessori e nei pesi del piano armonico; lo svantaggio iniziale è stato annullato. Parlaci della prova “Dietro la tenda”. è un esperimento musicale che ho organizzato in collaborazione con Claudio Canevari e la Scuola di Liuteria di Milano. Abbiamo voluto giocare con la chitarra di cartone e con le persone che sono venute ad assistere all’evento. Il maestro Fabrizio Giudice si è seduto dietro ad una tenda e ha suonato lo stesso frammento musicale su cinque chitarre fatte da liutai professionisti e allievi della Scuola di Liuteria. Tra esse c’era la mia chitarra di cartone. Al pubblico in sala era stato consegnato un questionario sul quale appuntare le impressioni e il gradimento di ciascuna delle chitarre. Nascondere il musicista in una sala da concerto fa sì che tutta l’attenzione si concentri sull’ascolto –cosa che di solito non succede. Si è venuta a creare un’atmosfera particolare di estrema attenzione e silenzio, quasi surreale. Anche in questo caso la chitarra di cartone è risultata una delle più apprezzate. Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua. Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato. 21-22-23-24 Settembre 2007 Fiera Milano-Rho Salone Meet-Miv Padiglione 14 corsia H 21-corsia L 14 www.myaudio.it Monsound s.r.l. Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501 [email protected] Case History History Case Avete mai cercato libretti d’opera in Internet? Tra i siti che offrono questo tipo di informazioni, uno colpisce per l’accattivante veste grafica e la ricchezza di contenuti. Stiamo parlando di www.librettidopera.it, dove infatti possiamo trovare non solo i testi di opere italiani in vari formati, ma anche sofisticate statistiche sull’uso dei registri vocali, rappresentazioni delle strutture drammaturgiche dei testi, tabelle cronologiche, analisi dei lemmi, testi e immagini tratti dai libretti originali, varianti significative dei testi, nonché vivaci sfondi schermo per il computer che riprendono colori e motivi del libretto cui si riferiscono con brani significativi o con esempi di partitura manoscritta; inoltre da qualche tempo sono stati inseriti file in formato MP3 liberamente disponibili per l’ascolto, e addirittu- ra riproduzioni di partiture manoscritte tratte dalle biblioteche storiche italiane. Possiamo trovare più di 130 libretti (numero sempre in crescita) e anche una sezione tutta dedicata a Carlo Goldoni con altri 70 titoli. Una consultazione immediata Tutto questo materiale è organizzato con elaborati indici per titolo e titolo alternativo, autore del testo, autore delle musiche, data della prima rappresentazione e finanche per personaggio; gli indici si rimandano fra loro permetten- do una navigazione estremamente agevole e funzionale. Le pagine di presentazione illustrano il sito, i metodi e gli strumenti utilizzati. I testi infine sono trascritti con particolare cura e sono scelti evidentemente tenendo conto della loro importanza nell’ambito della storia dell’opera lirica; assolutamente originale è l’elaborazione cromatica e iconografica. Ma di questo ed altro possiamo parlare più approfonditamente con Dario Zanotti, che dal 2001 porta avanti la realizzazione del sito. particolarità di evolversi continuamente anche per quel che riguarda i testi già pubblicati. Poi la cosa mi ha preso la mano e mi ha coinvolto con una crescente passione per l’argomento che mi ha portato ad approfondire ed arricchire sempre più i contenuti. Ci racconta la genesi di questo lavoro? www.librettidopera.it è nato quasi per caso, come sfida tecnologica, da informatico quale sono: mi interessava creare un sito Internet con metodi diversi dal semplice buttare un testo in una paginetta dalla difficile manutenzione; il mio sito difatti ha la Qual è la procedura che lei utilizza per pubblicare un libretto d’opera? Innanzi tutto scelgo il titolo, con un occhio ai manuali di storia dell’opera, e con l’altro alle programmazioni degli enti lirici; poi valuto il materiale, possibilmente d’epoca, reperito nelle raccolte delle biblioteche e dei conservatori, liutai uniti contro le truffe elettroniche Chiunque utilizzi ebay con una certa assiduità sa bene come sul più vasto mercato virtuale del pianeta sia possibile incappare facilmente in oggetti non proprio corrispondenti alla descrizione, di dubbia provenienza o addirittura contraffatti. è quello che è successo, qualche mese fa, ad alcuni sfortunati utenti, che, allettati da inserzioni relative a preziosi strumenti ad arco di liuteria “costruiti a Cremona”, si sono visti recapitare al proprio domicilio dei semplici strumenti di produzione industriale. Per contrastare il fenomeno, che danneggia, oltre ai singoli acquirenti, anche il prestigio dei marchi della liuteria cremonese, il Consorzio Cremona Liuteria ha organizzato un importante convegno che si terrà durante la prossima edizione di Cremona Mondomusica, e per la precisione domenica 5 ottobre. Un convegno e una convenzione Il convegno, al quale interverranno fra gli altri il legale di riferimento del consorzio cremonese Giuseppe Del Vecchio (responsabile dell’ufficio legislativo di Confartigianato) e uno dei legali di E-Bay, rappresenta un primo passo che ha l’obiettivo di spiegare nei dettagli come difendersi dalle frodi e come comportarsi nel caso ci si imbatta in un falso. Durante la conferenza verranno fra l’altro presentati al pubblico gli articoli della convenzione stipulata fra il consorzio Cremona Liuteria ed eBay. 14 La collaborazione con la casa d’aste online è decisamente strategica, come ha sottolineato in un comunicato stampa Roberto Maffezzoni, funzionario del Consorzio e promotore dell’iniziativa: “Con E-Bay, subito dopo il primo caso, abbiamo sottoscritto una convenzione generale per tutelare gli artigiani a livello nazionale. In sostanza il problema maggiore di E-Bay è il controllo su un mercato di nicchia come quello degli strumenti musicali ad arco, e noi come Confartigianato di Cremona ci siamo proposti di controllare la sezione del sito riguardante gli strumenti ad arco in cambio di una forte visibilità per le nostre imprese. Eseguiamo controlli ogni 3 o 4 giorni con una ricerca sui violini cremonesi e su alcuni dei nomi di liutai più famosi e che più frequentemente vengono contraffatti; dopodichè, se troviamo qualche strumento falso, parte una notifica di violazione secondo un programma specifico di E-Bay. Questo comporta che lo strumento venga ritirato subito dall’asta per tutelare eventuali acquirenti. Alla seconda notifica il venditore non può più accedere ai servizi di E-Bay. Chi vende strumenti contraffatti non è necessariamente un commerciante ma anche un privato che compra strumenti magari seriali e poi li rivende come artigianali e cremonesi. I prezzi dei violini contraffatti variano dai 500 ai 1200 euro come base d’asta; ricordo che il primo emblematico esempio di contraffazione su E-Bay è stato quello di un violoncello di un famoso liutaio di Cremona che costava 1400 euro, quando un violoncello di quel liutaio ha un valore che si aggira sui 20.000 euro.” o in quelle telematiche. Quindi passiamo alla trascrizione, che ci coinvolge e ci scarnifica... In che senso? Le antiche edizioni sono spesso di difficile lettura e interpretazione; trascrivere questi testi diventa un atto di dedizione, di forte volontà e... anche una buona dose di testardaggine. Talvolta ci si blocca per una macchia sulla pagina, o per un refuso presunto o reale, per una punteggiatura strampalata. E poi? Poi il testo viene impaginato, e quindi analizzato con un programma da me ideato per rilevare gli errori di battitura più comuni e alcuni problemi formali; dopo di che un altro mio programma inserisce il libretto in un database che consente diverse modalità di lettura o trasformazione dei testi, per esempio per pubblicarli nei diversi formati presenti nel sito: HTML con pagine a colori, HTML con grafica semplificata in bianco e nero, PDF per la stampa. Oppure per estrarre e trattare dati di tipo diverso. È così che si ottengono le pagine statistiche che troviamo nel sito? Certo. Oggi si possono compiere analisi molto approfondite e originali con un personal computer alla portata di tutti. Basta avere competenze e fantasia. Tutti questi contenuti hanno un’impostazione grafica piuttosto sofisticata... Sì, mi sembra importante sfruttare appieno le possibilità che offrono i nuovi strumenti e i nuovi media per esprimere il mio personale interesse per la grafica; mi piace che ogni opera abbia un suo specifico aspetto: ciascun libretto è inserito in un contesto visivo ad esso collegato attraverso riferimenti di natura storica, pittorica, architettonica con mediazioni di tipo letterario, mitologico e psicologico. Utilizzo un paio di particolari di quadri, di foto, talvolta dettagli dei libretti originali. Questi “ritagli” vengono trasformati in due motivi ornamentali, e virati cromaticamente a seconda delle sensazioni emotive che mi dà il testo; opportunamente combinati permettono una grande varietà di effetti grafici. Può fare un esempio? L’Arianna di Benedetto Marcello: sono stati selezionati dei particolari di due sculture dell’antica Grecia sovrapposti al colore di una mia foto del mare Egeo. O Una cosa rara, di Salieri: da un austero ritratto di regina, e da una scena campestre, due dettagli sono stati virati in allegre tonalità pastello tipiche del ‘700. Tutto questo rimane molto sfumato e appena percettibile. Mi consenta di aggiungere che mi rifiuto di appesantire inutilmente le pagine con animazioni a effetto o cose del genere: il materiale nel sito va letto anche con computer obsoleti o con connessioni lente. Perché solo libretti in lingua italiana? Abbiamo già molte difficoltà con l’italiano, con i suoi capricci a cavallo dei secoli [ri- Case History History Case de, ndr]: figuriamoci col francese, col tedesco o addirittura il russo! Ci siamo procurati le prime edizioni del vocabolario della Crusca; dizionari di mitologia e sull’antichità classica molto dettagliati; manuali di storia della lingua italiana. Eppure dubbi e incertezze sono all’ordine del giorno. Certo, se ci fossero le risorse necessarie per avere collaborazioni di buon livello... Il vostro è quindi un lavoro da filologi? Solo in parte. In realtà il nostro lavoro ha un intento divulgativo; però cerchiamo fonti affidabili e cerchiamo di adottare criteri seri di trascrizione. La filologia è al di fuori della nostra portata, noi vogliamo rendere facilmente accessibili dei testi: con ogni libretto si instaura un rapporto quasi affettivo, si ha la sensazione di ridare fiato a una voce che viene dal passato. Lo studio filologico è un’altra cosa. Che riscontri avete dai navigatori della rete? Buoni per la quantità che è sempre in crescita —ora viaggiamo sui 15.000 contatti al mese—, e ottimi per la qualità: ci hanno scritto professori universitari, ricercatori, professionisti della musica; ma anche appassionati, e persone qualsiasi che cercano di approfondire le loro conoscenze. Ci siamo sforzati di trovare un modo per parlare sia ad esperti che a semplici curiosi; e malgrado il sito sia esclusivamente in italiano, un terzo circa dei contatti proviene dall’estero: Europa, America latina, Stati Uniti, Giappone, Australia... da più di novanta nazioni; l’opera italiana ha entusiasti sostenitori in tutto il mondo, tant’è vero che per esempio gli sfondi schermo vengono scaricati a migliaia ogni mese. Una bella soddisfazione... Sì, e non è tanto la moltitudine di libretti scaricati delle opere più famose a gratificarci, quanto il fatto che anche il libretto più sconosciuto viene letto almeno una volta al giorno. Poi occorre considerare che tutto questo lavoro viene portato avanti nel tempo libero, con tutti i problemi che ne derivano. quanto possibile continueremo con i libretti in lingua italiana, ci concentreremo su questa attività. In quanti siete? Io, e due simpatiche signore che si occupano soprattutto delle trascrizioni. Allora sono loro le tastarde di cui sopra? Mi avvalgo della facoltà di non rispondere... [ride, ndr] Tornando alle cose serie: non avete finanziamenti, pubblici o privati? Uno sponsor? No, niente. Ci sono contributi occasionali, magari in termini di scambio di materiale. Un olandese due anni fa ci ha mandato 75 Euro perché nel sito aveva trovato un libretto raro che serviva per una conferenza. Ma servirebbe un intervento duraturo nel tempo, perché sia significativo. Ogni pagina riprodotta da una biblioteca ci costa da cinquanta centesimi fino a due Euro; devo anche dire che molte volte negli enti pubblici si incontrano persone squisite, che si fanno in quattro per dare una mano; ma le copie vanno giustamente pagate, il tempo è poco e il materiale che utilizziamo è costoso. Per fortuna utilizziamo software gratuito. Che progetti avete per il futuro? Il materiale in rete da cui si potrebbe partire per nuove ini- ziative è moltissimo: dal teatro con musica del ‘500 alle partiture manoscritte, dai testi di storia della musica agli epistolari dei librettisti. O come si accennava prima, aprire il sito a testi in lingua straniera. Ci sono poi idee sull’analisi semantica dei vocaboli utilizzati, e intere discoteche a 78 giri che aspettano solo di essere convertite in digitale. Ma il problema è sempre quello, la mancanza di risorse. Per Ci racconta qualche curiosità incontrata nel fare un lavoro così serio? Si incontrano testi straordinari, come quello scritto da Andrea Moniglia, un accademico della Crusca, intitolato Il potestà di Colognole, che è dotato di un simpatico dizionarietto dei termini popolari toscani utilizzati e che contiene persino una parodia di un’ottava della Gerusalemme liberata; o una buffa aria dedicata al gioco della palla, nello Xerse di Minato. Infine i libretti di Carlo Goldoni contengono tanti brani spiritosi. Spesso tra noi durante la lavorazione commentiamo i testi con battute anche salaci... non ci crederete, ma ogni tanto ci divertiamo proprio. Conclusa l’intervista si rimane con la sensazione che ci siano dei tesori nascosti in Italia che vengono fatti conoscere solo in piccola parte, e grazie alla determinazione e al lavoro di persone come quelle che, testardamente, portano avanti i curatori di www.librettidopera.it, con i suoi testi e le sue pagine colorate. Abbiamo un patrimonio culturale invidiato dal mondo intero, purtroppo talvolta poco considerato come valore intellettuale di interesse universale, e che di conseguenza a torto non viene ritenuto una risorsa per il Paese anche dal punto di vista economico. Il gusto musicale contemporaneo si è formato nei secoli anche grazie all’importanza e alla diffusione che ha avuto nella storia l’opera lirica; rivalutarne gli aspetti meno conosciuti o approfondirne quelli più noti ci sembra un’operazione degna di essere conosciuta, e magari anche di essere sostenuta adeguatamente. Tradurre queste antiche forme d’arte nei linguaggi delle tecnologie più moderne crea un ponte fra le generazioni passate, quelle contemporanee e quelle future; inoltre così facendo si pongono le basi per una conoscenza consapevole delle proprie radici. In definitiva si può affermare che con strumenti del tipo che abbiamo descritto, dal passato tutti noi potremmo avere a disposizione una vera e propria miniera di stimoli e spunti creativi per il mondo della musica di domani. Gratis! Ritira subito la tua copia 370 pagine a colori con oltre 3.000 nominativi degli operatori musicali italiani: negozi, scuole, orchestre, distributori strumenti, edizioni, etichette discografiche, liutai, studi di registrazione... Scopri le nostre riviste musicali SUONARE NEWS Il mensile dei musicisti con cd SEICORDE Trimestrale di chitarra con cd MICHELANGELI EDITORE Padiglione 18, stand 78 tel. 02-70632252 www.suonare.it 15 IlIl Personaggio Personaggio 21 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY Il Custode dei SUONI Dodicimila strumenti musicali da tutto il mondo: Nicola Scarano presenta la sua collezione. E suggerisce nuove vie per promuovere la cultura dello strumento musicale... di Cristiano Cameroni La prima immagine che ho di Nicola Scarano risale ai tempi del liceo. All’epoca mi capitò di frequentare la sua Strumentoteca d’arte musicale nell’ambito di una visita di gruppo organizzata dai miei genitori. L’impressione che quel luogo incantato, con i suoi dodicimila strumenti musicali provenienti da tutto il mondo, fece sulla mia mente un po’ presuntuosa di giovane pianista vicino al diploma fu fortissima. E riguardava soprattutto le straordinarie capacità mimetiche di quest’uomo, avvezzo a suonare tutti, ma proprio tutti, gli strumenti della sua collezione, di cui svelava ai visitatori origine, significato e qualità. Genesi di un’intervista Parecchi anni più tardi, e più precisamente alla fine dello scorso mese di agosto, sono tornato a bussare alla sua porta. La strada, che da una delle ultime uscite della Milano-Meda si arrampica su un poggio per entrare nel piccolo borgo di Birago di Lentate, la ricordavo a memoria. Così come ricordavo, nei dettagli, l’ampio portone verniciato di scuro che si apre sulla piccola corte antica un tempo adibita a rimessa di carrozze. Ad aprirmi, come nella prima occasione, c’è proprio lui. I capelli sono oggi un po’ grigi, ma i modi ospitali, l’abbigliamento un po’ stravagante, e soprattutto lo sguardo vivo sono ancora quelli di una volta. Percorriamo lentamente le due sale disposte a “L” dove si allineano, come in una giungla al tempo stesso silenziosa e assordante, gli strumenti della collezione. Il suo passo deciso è rallentato dal mio, che indugia sulla soglia di questo vero e proprio santuario. Ed è una ben strana intervista quella che ci aspetta, con il sottoscritto intento ad ascoltare in silenzio il suo racconto, il taccuino degli appunti chiuso in mano e la macchina fotografica rinchiusa nel guscio morbido della borsa. Del resto, immersi come siamo nello scenario fantastico che ci circonda, sarebbe arduo pensare ad un altro modo di rapportarsi con il clima a metà fra il conviviale e il teatrale che si crea nella penombra da palcoscenico di questa affascinante bolla di realtà. 16 Parlando della Fiera Nicola Scarano non è affatto sorpreso di essere intervistato: nel corso della sua lunga carriera è stato più e più volte avvicinato da parecchi giornalisti italiani e stranieri; ma mi confida che l’idea di comparire sulle pagine del quotidiano di MEET Milano lo diverte, in un certo senso. Gli chiedo perché, e lui mi racconta di come, verso la fine degli anni Ottanta, abbia lavorato a lungo ad un progetto ambizioso che vedeva la collaborazione di personaggi come Abbado e Tintori, l’allora Direttore del museo teatrale alla Scala, e che puntava a creare un “Parco della Musica” per Milano. “Un luogo grandioso e affascinante, dove ci sarebbero stati a getto continuo concerti, seminari, esposizioni…” mi dice mentre tradisce con lo sguardo una certa delusione. E prosegue: “Io ero incaricato di coordinare la sezione dedicata agli strumenti musicali e alle musiche extraeuropee… e avevo progettato uno spazio visionario, nel quale i visitatori sarebbero stati condotti su zattere da un continente all’altro… Eravamo già pronti a partire, i giornali ne avevano dato l’annuncio a pagina intera…”. Lo interrompo quasi senza accorgermene: “E poi?” “E poi, nel ’90, ci fu Tangentopoli. Tutto si fermò, e Milano perse questa occasione straordinaria. Ma la cosa più divertente, in un certo senso, è che l’intera area avrebbe dovuto sorgere proprio a Rho-Pero, dove quest’anno si inaugura la prima edizione di MEET Milano…) Mi viene da sorridere. Chissà, mi chiedo, se in Fiera ci saranno tanti strumenti quanti ce ne sono qui, fra queste mura? Di certo, l’atmosfera sarà necessariamente diversa: alla Strumentoteca si respira un’aria favolosa, quasi da romanzo; e del resto le origini di questo museo affondano in una vicenda umana davvero straordinaria. Un po’ di storia “Fin da quando ero molto giovane”, racconta Scarano “sono stato affascinato dagli strumenti musicali. Vedevo in loro un oggetto magico, capace di prolungare verso l’esterno le mie emozioni. Ai tempi del liceo studiavo chitarra classica e frequentavo con grande assiduità i negozi di strumenti musicali del centro di Milano. Ero di casa da Prina, alla Milanfisa; e in un altro negozio, vicino al Conservatorio, il cui proprietario, l’anziano signor Natale Gallini, era stato un importante collezionista. Con lui passavo interi pomeriggi: parlavamo di musica, di strumenti: e delle conversazioni con lui ricordo con riconoscenza la grande saggezza che mi comunicava. Già allora, la maggior parte dei suoi strumenti era stata donata al Museo del Castello Sforzesco di Milano; ma gli rimanevano un tamburello a sonagli ricoperto di pelle di serpente e un grosso mandolino tutto sconnesso, con le doghe fuori posto e vistose crepe nel corpo, che se ne stava appeso al muro. Quello strumento mi affascinava: non appena venni a sapere che si trattava di un Mandoloncello costruito nel 1927 da Raffaele Calace, corsi alla biblioteca Sormani per cercare notizie sul suo costruttore e sulla sua storia. E poi di corsa, di nuovo in ne- gozio, prima a chiedere, quindi ad implorare il vecchio proprietario perché me lo vendesse.” Mentre parla, Scarano passa rapidamente dal tono colloquiale al registro teatrale: il volto mima le espressioni dei personaggi citati, e l’intero racconto prosegue fra pause, frasi declamate a gran voce e piccoli sussurri. Ed è proprio sottovoce, quasi mi stesse rivelando un segreto inaccessibile, che l’ideatore della Strumentoteca mi dice: “Sapevo che anche il mandoloncello era destinato al Castello. E ne ero addolorato: lo avrebbero sistemato, pulito, lucidato, sì… ma nessuno, nessuno mai lo avrebbe più suonato! Così tornai alla carica più e più volte, finché riuscii ad acquistarlo aggiungendo al prezzo un giuramento: lo avrei sistemato e suonato io stesso, oppure lo avrei restituito”. IN TOURNée La collezione di Nicola Scarano – o forse sarebbe meglio dire la sua insolita professione – nacque così. “Farlo sistemare mi sarebbe costato troppo, e in ogni caso mi ero già indebitato per acquistarlo così com’era. Così – non saprei dire se per pazzia, entusiasmo o intuito – andai da un restauratore di mobili dietro casa, e chiesi se potevano sistemarmelo. Mi guardarono imbarazzati, dicendo che non avevano mai fatto un lavoro del genere e che sarebbe comunque costato parecchio. Ma non poterono dirmi di no quando feci loro una nuova proposta: sarei andato da loro per imparare come incollare, come verniciare e lucidare il legno; e avrei fatto io il lavoro. Così, mentre lo rimisi a nuovo, imparai anche molte tecniche di lavorazione del legno. Fra l’altro il risultato fu perfetto, tanto che ancora oggi lo suono e da allora non l’ho mai più risistemato”. Richiesto da Strehler nel 1975 per centinaia di repliche de Il Campiello di Carlo Goldoni, lo strumento venne suonato da Scarano in ogni parte d’Europa. Con un risultato decisivo: “Alla fine, capii che quella vita non faceva per me. Guadagnavo bene e giravo tutte le città più importanti, da ciascuna delle quali tornavo con qualche strumento musicale nascosto nel camion delle scenografie... ma ogni volta che salivo sul palco suonavo come un automa, senza emozione. Non era quello che cercavo”. Dismamusica Magazine SHOW DAILY IlIl Personaggio Personaggio NormanDisma.qxp 21 Settembre 2007 29/08/2007 9.40 Pagina 1 Due parole sulla Strumentoteca La Strumentoteca d’Arte Musicale di Nicola Scarano è un Museo vivo, un’opera d’arte in evoluzione, come il fondatore ama definirlo. Al suo interno si trovano oggi quasi dodicimila strumenti musicali raccolti nei cinque continenti e suddivisi per famiglie organologiche e provenienza geografica. Il nome Strumentoteca tradisce la vocazione tutta speciale di questo luogo, che non è una semplice esposizione muta, ma un vero e proprio percorso nella cultura musicale del mondo dove ogni strumento viene introdotto, raccontato e suonato in modo che venga tramandata, assieme alla sua forma e alla sua storia, anche la sua intima essenza. “In effetti il termine Strumentoteca non esisteva prima dell’apertura di questo luogo”, ci ha confidato Nicola Scarano, “e questo la dice lunga sullo stato della cultura musicale – e più in generale sullo scarso interesse che circonda gli strumenti musicali in questo Paese”. Lo strumento fa concerto Tornato a Milano, il nostro interlocutore si interessò del restauro dell’organo della chiesa valdese di via Francesco Sforza; un obiettivo per il quale allestì un concerto “di strumenti” che aveva lo scopo di raccogliere fondi. “Nella mia idea, lo strumento musicale doveva stare al centro dell’attenzione. Era la cosa più importante, e volevo che fosse percepito in questi termini. Così organizzai una performance con gli strumenti della mia collezione, e la chiamai Lo strumento fa concerto. Fu un successo straordinario: furono necessarie tre repliche. E tutti i giornali ne parlarono con entusiasmo!” Da quel giorno, l’attività di Nicola Scarano –o forse sarebbe meglio dire il suo percorso di vita– era tracciato. “Ero capace di comunicare alle altre persone i valori straordinari che si nascondono in uno strumento musicale. Lo avevo scoperto... e ora questa era la mia vita.” Verso una definizione Già... arrivati a questo punto, siamo anche noi curiosi di svelare l’arcano. Esiste davvero una definizione esaustiva di che cosa sia uno strumento musicale? “Lo strumento musicale”, risponde con visibile emozione Nicola Scarano, “è l’oggetto più straordinario che l’uomo abbia mai costruito. È un ponte formidabile verso gli altri esseri umani. È capace come nessun altro di estendere i sensi, di esprimere le emozioni, di fare arte. Serve a produrre quella cosa meravigliosa che è la musica: una forma artistica che non si può fare due volte nella stessa maniera, che ogni volta è nuova. E... sai una cosa? Uno strumento musicale non può essere usato per offendere nessuno, ma solo per suonare con gli altri. Che siano ascoltatori o esecutori, tutti gli altri raggiunti dal suono di uno strumento sono coinvolti in una collaborazione. Non si può fare musica se nessuno ti ascolta!”. LA LEGGE DELLO STUPORE Di tanto in tanto, mentre parla, Scarano va a prendere uno strumento per accompagnare il discorso con esempi sonori. Prima è la volta di un arco preistorico, poi tocca ad un flauto nasale polinesiano, quindi si passa ad un sonaglio quadrato e sottile che viene dall’Africa centrale... Capisco che per lui questa è una necessità assoluta: pur essendo in grado di affascinare chi lo ascolta con le sole parole, non può esprimersi completamente senza fare ricorso a qualche strumento. Così facendo, fra l’altro, mi illustra il suo metodo di lavoro, che parte dalla creazione... dello stupore. “Guarda questo sonaglio, è un kajamba. In tutte le visite, lo mostro a bambini e adulti. Lo tengo fermo e chiedo a tutti di ascoltare. Quasi sempre, la reazione La visita alla Strumentoteca d’Arte Musicale è organizzata secondo percorsi differenti a seconda della categoria di strumenti che si è interessati a conoscere più da vicino. Durante le visite, a cui si partecipa in gruppo, si ha comunque la possibilità di visitare l’intera esposizione, nella quale sono compresi numerosi “pezzi rari” che si riferiscono anche al settore delle apparecchiature per la riproduzione del suono: dai rulli di cera di Edison (che si possono ascoltare) ai grammofoni, dai giradischi degli anni Cinquanta al Compact Disc. A tutto questo materiale corrisponde fra l’altro una vasta collezione “nascosta” di libri e di registrazioni (anche queste superano le diecimila unità) che testimoniano l’altro volto della tradizione musicale di tutto il pianeta. Strumentoteca d’Arte Musicale Via L. Mancini, 3 - Birago di Lentate (MI) tel. 0362-56.48.97 - www.strumentoteca.it è di sconcerto: cosa c’è da ascoltare? Qualcuno dice ‘il silenzio’, altri ‘il ronzio delle lampade’, altri ancora sono imbarazzati, non sanno che dire. A questo punto io lo giro, e faccio sentire questo. Dimmi, cos’è? Dove siamo?” Non c’è dubbio: questo è un rumore d’acqua, siamo di fronte a un piccolo ruscello o sotto un acquazzone. “Esatto!” esclama soddisfatto Scarano. “E adesso... perché? Perché l’acqua? Questo strumento contiene un pugno di semi sottratti con sacrificio alle scarse riserve alimentari del villaggio. È di forma quadrata: un simbolo della terra. Quella stessa terra che produce le piante, dopo la semina, ma che per questo ha bisogno dell’acqua. Ecco! Dopo la semina, serve l’acqua. Questo è molto più di un suono, è un rito! in questo strumento sono racchiuse la sintesi di un’intera civiltà, le vicende e gli sforzi di migliaia e migliaia di vite!”. Sintesi culturale Davvero, c’è da rimanere affascinati. A ben pensarci, qualsiasi strumento musicale è il risultato della fusione di elementi fisici, artistici, sociali, antropologici, matematici... è una vera e propria testimonianza vivente della cultura dell’uomo. “È proprio così”, mi conferma, con un sospiro, il nostro interlocutore. “Ma questa è una constatazione che fa anche rabbrividire, se pensiamo a quanto stiamo trascurando di conoscere.” Scarano allude, ovviamente, al perenne disinteresse che circonda, nel mondo delle istituzioni, della scuola e dei media, la cultura dello strumento musicale. “Con il mio lavoro, con i miei concerti in giro per il mondo, le mostre, con le visite guidate alla Strumentoteca io ho parlato in trent’anni a centinaia di migliaia di persone. A tutti ho lanciato con passione questi stessi messaggi, spiegando che il suono è nella vita di ciascuno di noi una presenza altrettanto importante quanto quella dei colori.” Un consiglio ai bambini (anche A quelli CRESCIUTI) Come fare, allora, se la “cultura ufficiale” ci tiene lontani da questo caleidoscopio brillante? Nicola Scarano non ha dubbi: “Ai bambini come agli adulti lascio sempre un consiglio. Una volta all’anno, a Natale o per il compleanno, fatevi regalare uno strumento musicale. Può essere anche solo un sonaglio, un tamburello, una chitarra da poco. Non è importante che sia di grande valore economico... sul totale dei miei strumenti, ben pochi sono quelli costosi. Ma sarà sempre una tonalità in più nella vostra collezione. Più questa sarà grande, più la vita assomiglierà a un quadro meraviglioso di cui voi stessi sarete gli autori”. Nella pagina a fronte, a fianco del titolo: Nicola Scarano alle prese con un tamburo a fessura posto all’ingresso della Strumentoteca. Nel tondo, mentre suona il Mandoloncello. In basso, un intenso primo piano del musicista; quello che ha in mano è un flauto nasale polinesiano, che si suona soffiando l’aria dalle narici. In questa pagina, nel box: una foto tratta da una delle frequenti produzioni teatrali firmate da Nicola Scarano. Qui siamo al Teatro Verdi per lo spettacolo “Lo strumento fa concerto”. 17 Musica Vta Musica ee Vita Attualità Attualità 21 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY Una marcia in più a cura di Silvana Antonioli Fare musica dà “una marcia in più”. Ce lo confermano noti personaggi del mondo della cultura, del cinema e dello spettacolo, che – sarà una sorpresa leggerlo – suonano con passione uno strumento musicale. E ce lo confermano, naturalmente, anche musicisti di professione. Ecco alcune delle dichiarazioni che DISMAMUSICA MAGAZINE ha raccolto. “Fare musica porta ad accettare gli altri” “La musica per me è quasi un bisogno. E non parlo della musica ascoltata, ma del produrre musica con le mie mani. Trovo che in effetti la musica sia uno stato d’animo, un modo di essere, più che una disciplina. Mi avvicino al pianoforte per cercare di riprodurre un motivo che ho dentro, per riscoprire una canzone che ho sentito e che voglio suonare io. Quando ho deciso di fare musicoterapia, da terapeuta ho cercato anche di proporre ad altri, certamente più svantaggiati e sfortunati, le sensazioni positive che la musica aveva sempre suscitato in me, e ho cercato di proporre la musica adatta alle varie situazioni. La musica infatti apre un canale comunicativo unico e irripetibile, soprattutto per chi ha delle difficoltà a comunicare come noi siamo abituati a farlo, con le parole e con i gesti. La musica mi ha dato la capacità di ascoltare gli altri, di rispettarli e di accettarli per quello che sono. Saper fare musica insegna anche ad aspettare gli altri, a produrre qualcosa insieme, e non solo in musica, ma anche sul lavoro, nella vita.” Franz, Cabarettista “È vero. La musica, fatta anche di interpretazione personale, aiuta a trovare uno spazio più vero in mezzo agli altri. Al di là dello strumento, chitarra, pianoforte, percussioni… producendo musica i tuoi gusti, le tue percezioni cambiano, maturano, si affinano. La musica, il produrre musica, intendo, ti forma e ti porta ad accettare gli altri. Io ho cominciato molto giovane, da adolescente o giù di lì, a suonicchiare una chitarra. E lo facevo da autodidatta, ma con il furore e la passione di chi ha trovato il suo posto preferito. Provavo e riprovavo con accanimento, fino a segnare i polpastrelli a sangue pur di riuscire a fare quei benedetti accordi. L’ho capito ormai da adulto che bisogna fare uno studio un po’ più serio, arrivando a leggere la musica, ad appropriarsene come linguaggio. In questo modo si ha davvero una marcia in più, soprattutto a livello di capacità di espressione.” Ale, Cabarettista 18 “… è abitudine a decidere” “Oltre a darmi la possibilità di sviluppare una memoria fotografica che a volte riesce ancora a sorprendermi, la musica, il suo studio, la sua disciplina e la sua pratica mi hanno senza dubbio messo in condizioni di imparare a decidere molto velocemente. È tipico di chi fa musica decidere in fretta, in modo che un suono, un accordo o un’improvvisazione siano perfettamente inseriti in un contesto armonico che coinvolge anche altri in un percorso di espressività musicale di tipo orchestrale, o anche solistico, se vogliamo. E questa abitudine a considerare velocemente i molti fattori in campo e a decidere passa anche nella vita di tutti i giorni. Si dubita di meno, e si è certamente capaci di prendere le decisioni giuste in tempi ristrettissimi.” Angelo Branduardi, Musicista “… è ispirazione ed espressione” “Produrre musica, suonare, generare dei suoni che siano espressione di emozioni… Mi sono avvicinato alla musica per un intenso desiderio di piacere, in modo quasi dionisiaco. E ho trovato quello che cercavo facendo musica con gli altri, dando voce alla chitarra e facendo in modo che la chitarra fosse la mia voce. Era talmente forte questa sensazione che la porto ancora dentro, e la percepisco, anche in modo più maturo, quando ancora oggi suono. Suonare è importantissimo per la persona. E per me, oggi, è spesso il punto di partenza per i miei viaggi cinematografici. Parto quasi sempre da un suono, un suono mio, che poi mi accompagna per tutta la lavorazione del film. La musica è ispirazione ed espressione allo stesso tempo, ed in questo senso è insostituibile.” Gabriele Salvatores, Regista “… aiuta a vivere meglio” “Sono molto appassionato alla musica, ma la mia attività di preparazione agonistica e poi la frenetica attività legata al mestiere di attore non mi hanno consentito di affrontare lo studio della musica in modo canonico. Però non mi sono fermato a questi dettagli, e mi sono impegnato a muovere queste mie grandi mani sulla affascinante tastiera del pianoforte, con risultati non da concertista, ma per me accettabili. La musica è un bene che deve accompagnare le persone nella loro quotidianità, perché aiuta a vivere meglio, a saper accettar gli altri e, in buona misura, anche a saper accettare se stessi.” Bud Spencer, Attore “… è un modo nuovo di rapportarsi al mondo” “La cosa più pesante da trasportare nei miei traslochi, ma alla quale tengo tantissimo, è il mio pianoforte verticale. Quello sul quale, bambino, mi esercitavo dopo le lezioni alla Scuola di Musica. Sono passati più di quarant’anni, e ancora mi ricordo i primi risultati, lo studio e la sensazione di progressiva conquista dello strumento. Ho studiato cinque o sei anni… Ai tempi dell’Università, poi, mi è ritornata la nostalgia del pianoforte. E dello studio più approfondito della musica. Così mi sono autotassato e mi sono pagato ancora una lunga serie di lezioni… Facendo musica si scopre un modo nuovo di rapportarsi al mondo, ed un modo molto bello che ti accompagna tutta la vita.” Claudio Bisio, Intrattenitore “… dà ricchezza espressiva” “Senza la musica, mi mancherebbe davvero l’aria. La musica deve far parte della nostra vita come un battito cardiaco esterno. Per qualche anno ho suonato la chitarra in un gruppo. Facevamo musica italiana, il rock e le canzoni di succes- so a cavallo degli anni ’70 e ’80. Lo facevamo per divertirci e per aiutare i nostri amici a divertirsi con noi. Quello che mi mancava era però una formazione didattica, uno studio più serio della materia musicale che mi mettesse in grado di suonare davvero. Ho anche studiato solfeggio, per un po’, ma senza mai appropriarmi della musica come linguaggio. In questo senso un po’ di colpa per questa mia lacuna la voglio dare alla scuola italiana, che non ha saputo fare altro che mettermi in mano un flauto dolce e chiedermi di soffiarci dentro dicendomi che ‘quello’ era musica. La scuola dovrebbe dare ai nostri ragazzi la possibilità di imparare la musica fin dai primi anni. E per musica intendo la musica vera, con il linguaggio, il solfeggio, le note. E soprattutto con una ricchezza di strumenti che sappiano spaziare dal pianoforte alla chitarra, dai fiati alle percussioni e agli archi, e così via. La ricchezza espressiva di chi fa musica è immensa, e non possiamo togliere ai giovani questa straordinaria possibilità.” Amadeus, Presentatore “… è scuola di integrazione sociale” “Fare jazz pone un individuo in quella ideale posizione che gli insegna ad essere al tempo stesso solista e componente di un gruppo. Cioè a combinare insieme individualismo e socialità… Chi ha suonato jazz sa che un complesso jazz è la migliore scuola di integrazione sociale: non c’è più distinzione tra le diversità di ceto, di educazione, di razza o di nazionalità… Suonare il jazz fa bene non solo al cervello ma anche al cuore.” Piero Angela, Divulgatore scientifico Dismamusica Magazine SHOW DAILY Koichi Kawai, il fondatore dell’omonima casa di produzione giapponese, nacque ad Hamamatsu, in Giappone, nel 1886. Allora, nel Paese del Sol Levante, il pianoforte era praticamente sconosciuto. È proprio al gruppo di cui Koichi faceva parte, agli albori del nuovo secolo, che si deve l’introduzione di questo strumento in Giappone. Appassionato e capace di innovare, Koichi Kawai ideò in seguito numerose soluzioni per la meccanica del pianoforte, che certamente rimangono nella storia dell’evoluzione della meccanica di qualità. La prima impresa Nel 1927, Koichi Kawai aprì il Kawai Musical Instrument Research Laboratory, dando lavoro ai primi sette dipendenti, tutti uniti dalla grande passione per la costruzione dei pianoforti secondo i tre punti di riferimento che lo stesso Koichi aveva stabilito: qualità, amore per la musica e ricerca della perfezione. Questi principi sono ancora oggi alla base della filosofia di produzione Kawai. Anniversari Anniversari 21 Settembre 2007 Shigeru Kawai Koichi Kawai morì nel 1955, e il figlio trentatreenne Shigeru Kawai divenne Presidente dell’azienda di famiglia. Aveva pienamente compreso la filosofia di base che aveva mosso la passione di suo padre, ed aveva pienamente intuito la potenzialità del mercato dello strumento musicale, destinato a crescere rapidamente e a espandersi ben oltre i confini del Giappone. Shigeru Kawai, capace di guardare avanti con spirito innovativo e con grande intuito imprenditoriale, divenne il ponte che traghettò l’azienda dalla tradizione artigianale a un impiego accurato delle nuove tecnologie, capaci di affiancarsi alla tradizione e di esaltarne le qualità eliminando le parti più faticose e ripetitive del processo produttivo. La crescita Quarant’anni fa Kawai aveva 543 dipendenti in Giappone e una capacità produttiva di 1.776 pianoforti all’anno. Oggi Kawai dà lavoro a circa 5.000 persone in tutto il mon- do e produce più di 70.000 pianoforti all’anno. Ed è stato nel 1980 che Shigeru Kawai ha voluto dedicare un modernissimo impianto alla produzione di pianoforti a coda, lo stabilimento Ryuyo Grand Piano, oggi riconosciuto come il più evoluto ed efficiente impianto di produzione di pianoforti a coda del mondo. KAWAI NEL MONDO Shigeru Kawai è stato anche l’uomo che ha voluto l’espansione internazionale di Kawai, per fare in modo che il suono dei suoi pianoforte fosse “il suono che si ascolta in tutto il mondo”. L’obiettivo è probabilmente raggiunto: gli strumenti Kawai sono infatti presenti, oggi, in oltre 80 Paesi. Roberto Furcht, importatore e distributore del marchio Kawai in Italia, è il personaggio al quale è toccato, lo scorso maggio, l’onore di portare a Hirotaka Kawai le parole di commemorazione per l’ottantesimo anniversario dell’azienda a nome di tutti i distributori del Nel 1989 a Shigeru Kawai è succeduto come Presidente Hirotaka Kawai, chiamato a proseguire nella tradizione di eccellenza e di sviluppo che ha contraddistinto la gestione condotta da suo padre e da suo nonno. Riconfermando l’adesione alla loro filosofia, Hirotaka Kawai ha dichiarato: “Alla Kawai la ricerca della perfezione non è semplicemente un ideale, ma un preciso dovere”. Sotto la sua guida Kawai ha dato il via a un programma che ha investito decine di milioni di dollari per integrare la robotica più evoluta nel processo di produzione, potenziando anche la scelta di Kawai di aprire mondo. L’operatore italiano ha rivolto quindi un saluto allo staff dirigente della casa giapponese ricordando le tappe evolutive dell’azienda e soffermandosi soprattutto sulle scelte recenti, che si sintetizzano in uno slogan considerato particolarmente significativo dall’operatore italiano. Lo slogan recita infatti “The strutture produttive in varie parti del mondo. Oggi, a distanza di 80 anni dalla fondazione della società, Kawai è uno dei maggiori produttori mondiali di pianoforti. Nonostante questa crescita e questo successo, però, la passione per i pianoforti che si esprimeva nella prima piccola e modesta bottega artigianale di Koichi Kawai è rimasta immutata. Non è, infatti, la dimensione dell’azienda che suscita l’orgoglio della famiglia e dei dipendenti Kawai, ma solamente l’indiscussa qualità di ogni singolo strumento che porta impresso il marchio di questa prestigiosa casa giapponese. Future of Piano”, dando respiro e importanza a uno sguardo che non si appoggia a fasti passati ma che guarda avanti, in una prospettiva di crescita e di sviluppo che è anche una precisa attesa del mercato. In questo spirito, e con questa prospettiva, ci uniamo all’augurio di lunga vita a Kawai. 19 Vieni a trovarci al la musica che c’è in te ...ed altri cento tutti da scoprire al Pad.14 Stand E15-21 G14-20 www.master-music.it Dalla Fiera Dalla Fiera 21 Settembre 2007 Dismamusica Magazine SHOW DAILY a tu per tu con Davide Mastrangelo di Alessandro De Cristoforis Quando si parla di chitarra fingerstyle in relazione allo scenario italiano, non si può non citare la figura di Davide Mastrangelo. Raffinato chitarrista, apprezzatissimo didatta e autore per le case editrici Carisch e Universal Music MGB, Davide è fra l’altro il fondatore del Centro Studi Fingerstyle di Bibbiena, in provincia di Arezzo. Nella struttura da lui creata ci sono spazi per organizzare concerti, workshop e seminari a tema; e una importante raccolta che conta più di quattrocento libri e innumerevoli incisioni che documentano l’intero arco della storia del Fingerstyle. Davide, che ha un ruolo importante anche qui a MEET Milano (è infatti il coordinatore delle attività didattiche dell’importante spazio dell’Acoustic Guitar Village), terrà domani mattina –presso lo Spazio Gamma del Padiglione 18– una attesissima conferenza sui temi della didattica della chitarra acustica e della divulgazione della cultura dello strumento. In attesa di ascoltarlo, gli abbiamo chiesto di parlarci delle sue attività –e di anticipare qualcuno dei temi del suo intervento di domani. ADC: Il Centro Studi Fingerstyle sorto due anni fa a Bibbiena è una realtà unica in Italia. Come mai hai deciso di impegnarti in questa direzione? DM: Proprio per il motivo che hai citato tu... perché prima del Centro Studi c’era ben poco sull’argomento. Intendiamoci, in Italia ci sono molte realtà che si occupano di fingerstyle e di chitarra acustica in modo molto autorevole –penso alla vivacità di una comunità come quella di Fingerpicking.net, penso a scuole illustri come le Accademie Lizard di Giovanni Unterberger. Queste realtà, però, non hanno un carattere... istituzionale, un po’ perché sono in alcuni casi “incorporee” e un po’ perché –vedi il caso delle scuole– devono necessariamente occuparsi anche d’altro, e quindi non possono dedicarsi esclusivamente alla chitarra Fingerstyle. ADC: Dopo due anni di attività non è facile tracciare un bilancio; ma posso chiederti ugualmente come stanno andando le cose? DM: A gonfie vele! Davvero, siamo molto soddisfatti di ciò che siamo riusciti a costruire. Pensa che alla nostra scuola si sono già iscritti numerosi allievi da tutta Italia; e proprio in questi giorni abbiamo comincia- 22 to a ricevere e-mail dall’estero... Il fatto di avere già degli allievi potenziali anche oltre i confini ci riempie d’orgoglio.” ADC: Quali sono le attività principali del Centro Studi? DM: Innanzitutto la didattica, come credo si sia già capito. I nostri corsi possono essere definiti “ad ampio spettro”, perché coprono un ricco ventaglio di specialità. Oltre allo studio dello strumento (con la tecnica e la letteratura) dedichiamo infatti grande attenzione alla composizione, all’arrangiamento e all’adattamento per chitarra di materiali “altri”. È uno stile moderno, che io per primo ho imparato lavorando nell’Accademia Lizard al fianco di Giovanni Unterberger; ed è uno stile che, oltre ad essere molto apprezzato dagli allievi, permette di dare loro la panoramica più ampia possibile. ADC: Quello che offrite è quindi un percorso formativo completo. DM: Più che completo, direi che è a tutto tondo. ADC: Che differenza c’è? DM: I nostri allievi sono persone estremamente diverse, sia dal punto di vista della preparazione tecnica che sotto il profilo degli obiettivi che si propongono di raggiungere. C’è il ragazzo che ha già in tasca un diploma di chitarra classica e si propone di approfondire in maniera molto verticale la chitarra fingerstyle. Oppure c’è l’adulto che ha sempre ascoltato questa musica, che ha sempre sognato di possedere una chitarra acustica e che è felicissimo di esprimersi anche ai livelli meno complessi. Ecco, il lavoro che facciamo oscilla fra queste due posizioni ‘estreme’, e quindi non è sempre un percorso di tipo professionalizzante. Quindi, proprio perché mira a dare una formazione a tutto tondo e non ad esaurire tutto quanto c’è da dire sull’argomento, preferisco evitare di definirlo un “percorso didattico completo”. Sembra una sfumatura, ma c’è una differenza enorme. ADC: Il Centro Studi Fingerstyle si occupa anche dell’organizzazione di concerti e seminari. Le due cose sono legate? DM: Naturalmente. E il perché è piuttosto chiaro. Gli interpreti che abbiamo invitato a suonare per il Centro Studi Fingerstyle sono di assoluto riferimento: da Ed Gerhard a Michael Fix e Beppe Gambetta, tanto per fare qualche nome. Quando questi musicisti so- no arrivati a Bibbiena, hanno trovato un uditorio attentissimo proprio perché il grosso delle persone era costituito da tutti coloro che gravitano intorno al Centro Studi. Tutta gente interessata soprattutto ad approfondire il dialogo con questi musicisti. Guai a noi se non avessimo organizzato, oltre ai concerti, anche dei seminari! Fra l’altro, le due cose spesso si sovrappongono: un seminario diventa facilmente un concerto, e un concerto si trasforma in una grande occasione per fare didattica... ADC: Com’è possibile? DM: Durante un seminario si crea spesso un’atmosfera di grande complicità che favorisce un intenso scambio emotivo. Si improvvisano performance collettive, si condividono le idee e gli spunti... Quando è il maestro a suonare, il pubblico, se così possiamo chiamarlo, è davvero speciale. La barriera che normalmente separa chi suona e chi ascolta è virtualmente crollata. E così possono nascere piccole esibizioni straordinarie: momenti irripetibili che non si ritrovano nemmeno nei concerti più intensi. ADC: E com’è che avviene il contrario? DM: “Vuoi dire come si può trasformare un concerto in una grande occasione per la didattica? Beh, questo è ancora più semplice. E parte innanzitutto dal luogo. ADC: Dal luogo? DM: Il Teatro Dovizi di Bibbiena, nel quale organizziamo tutti i nostri concerti, è una piccola sala da 100 posti. Un’autentica bomboniera, che comunica a tutti, musicisti e pubblico, una sensazione di grande intimità. E non è difficile, per noi, proporre ai migliori allievi di “aprire” i concerti dei grandi chitarristi che invitiamo. Per loro è un’esperienza bellissima, dal punto di vista didattico –e anche i più grandi chitarristi la apprezzano molto, perché hanno modo di condividere con gli allievi l’esperienza del palco oltre che quella del seminario. ADC: Tornando all’appuntamento di domani, ci puoi svelare in anteprima quali saranno i temi di cui parlerai? DM: “Ma di chitarra, naturalmente!!! Scherzi a parte, la mia idea è quella di cercare di raccontare l’esperienza che ho acquisito in tutti questi anni di insegnamento, prima all’Accademia Lizard e poi anche al CSF, partendo dal presupposto che il percorso che propongo non si pone in antagonismo rispetto a quello tradizionale. ADC: Vale a dire? DM: Spesso, chi insegna chitarra moderna viene additato come nemico della tradizione, soprattutto per il fatto che il percorso classico è tecnicamente molto più arduo. Io la penso in un modo completamente diverso. Nutro una grande stima nei confronti di quanti lavorano e studiano nell’area colta. E questo mi porta a pensare che la nostra strada sia semplicemente un’altra via, né più né meno autorevole, ma semplicemente diversa. Chi si occupa di chitarra moderna è portato a fondare il proprio lavoro sulla conoscenza delle tecniche di arrangiamento, sui princìpi compositivi, sull’uso intelligente della creatività e della fantasia... Può sembrare un metodo meno rigoroso, ma anche i nostri studenti lavorano in modo serio –e mi piace sottolineare questo aggettivo. Poi, è chiaro: gli obiettivi possono essere diversi rispetto a quelli di chi fa il Conservatorio. Abbiamo grandi strumentisti e persone dei primi livelli soddisfatte per quanto sanno fare: difficilmente potranno sviluppare oltre la tecnica, ma traggono ugualmente grande piacere da ciò che suonano. Questa, almeno secondo me, è la direzione verso la quale dobbiamo andare se vogliamo puntare a diffondere ulteriormente la cultura dello strumento. Con fantasia, creatività e voglia di fare. E magari scambiando impressioni ed esperienze in un dialogo “tra generi diversi” che, se condotto seriamente, non può che essere molto produttivo. Per informazioni sulle attività di Davide Mastrangelo e del Centro Studi Fingerstyle: Centro Studi Fingerstyle - Bibbiena (AR) Tel 33858.10.540 OGGI DOMANI Davide Mastrangelo è raggiungibile presso l’Acoustic Guitar Village, dove coordina le attività didattiche. Il suo testo Standards for Fingerstyle Guitar è invece disponibile presso lo stand Carisch. L’appuntamento con Davide Mastrangelo è fissato per domani mattina alle 11.00 presso lo Spazio Gamma 18. Qui, Davide terrà il seminario “Teoria, Tecnica e Creatività per seminare passione, professionalità e competenza”. SEMINARIO Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Aria nuova in casa Alysée Una “Foresta” di strumenti La nuova linea di fiati proposta da Alysée sorprende sia per la qualità dei materiali e delle soluzioni tecniche che per il prezzo contenuto, che dà a questi strumenti un rapporto qualità/prezzo estremamente conveniente. La gamma, esposta da oggi presso lo stand Mogar, è davvero molto completa. E comprende ben undici strumenti diversi. Si parte dal clarinetto in Sib della foto qui a fianco, realizzato in resina e dotato di due barilotti (rispettivamente da 62 e 65 mm) per arrivare ad un flauto argentato in do con Mi snodato e chiavi chiuse non in linea. Particolarmente interessanti sono poi i cinque componenti della famiglia di sassofoni: un soprano, un soprano ricurvo, un alto, un tenore e un baritono. Ciascuno di essi vanta un ottimo equilibrio timbrico e un’intonazione precisa; e tutti sono dotati di un sistema di viti per la regolazione della tastiera che, assieme alla campana incisa e laccata, dimostra nei fatti l’indiscusso valore tecnico di questi strumenti. MOGAR MUSIC La serie delle novità prosegue quindi con le due trombe in Sib TR-6333 e TR-6500. Quest’ultima è una tromba pocket con pistoni in acciaio, campana da 123 mm e doppia chiave acqua. La prima, invece, raffigurata in basso a sinistra, è uno strumento standard che come il precedente ha pistoni in acciaio e doppia chiave acqua; ma che, in più, ha un anello fisso alla prima pompa e uno regolabile alla terza. Gli ultimi due componenti della collezione Alysée sono, rispettivamente, una cornetta in Sib con campana da 119 millimetri e un flicorno soprano –sempre in Sib– con pistoni monel, coulisse ramata, congegno automatico alla terza pompa e tre chiavi acqua. Tutti gli strumenti sono accompagnati da un astuccio morbido con una tasca per gli accessori e una tracolla a zaino. Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10 Alysée strumenti a fiato www.mogarmusic.it Un nuovo modo di accogliere clienti è parte della scelta commerciale di Roland Italy, che intende offrire a musicisti e appassionati degli ambienti esclusivi nei quali ritrovarsi. Presso i rivenditori di punta della propria rete. Roland Italy sta iniziando all’interno di pochi selezionati negozi la diffusione del progetto Foresta, un’idea completamente nuova orientata soprattutto agli appassionati e ai musicisti per hobby. L’idea è infatti nata dalla considerazione che soprattutto i pianoforti digitali sono destinati ad essere posizionati all’interno di ambienti domestici, e quindi sono destinati a diventare parte dell’arredamento quotidiano di un ambiente di vita. IL PROGETTO Il progetto Foresta è iniziato in Giappone (il nome è in italiano ovunque) ed è stato pensato come uno spazio da costruire letteralmente all’interno dei negozi di strumenti musicali. Un ambiente nell’ambiente che si differenzia nettamente dalla normale esposizione, e che si schiude come una preziosa bomboniera sul mondo degli organi e dei pianoforti Roland. In questo ambiente i clienti vengono accolti con un’ampia e sempre aggiorna- ta selezione di prodotti, dai modelli più economici per arrivare ai raffinati prodotti di design. All’interno di quest’area i clienti sono liberi di vedere, toccare e provare gli strumenti fino a quando non sono completamente convinti della loro scelta. Il tutto mentre vengono proposte dimostrazioni dei prodotti e di tutte le loro funzioni, da quelle finalizzate allo studio dello strumento a quelle orientate al puro divertimento. “L’idea è quella di offrire al cliente finale un luogo diverso e sicuramente Roland”, chiarisce su questo punto Manuele Barbini, Presidente e Direttore Generale di Roland Italy, “un luogo riconoscibile dove è possibile da subito sentirsi a proprio agio con i prodotti, nell’intento di trasmettere all’utente finale la consapevolezza di un’attenzione dell’azienda che va al di là della logica della tecnologia e del prodotto”. La gamma Per rispondere a stili di vita e richieste differenti, il progetto Foresta prevede la più ampia gamma di prodotti da casa, anche quelli di maggior pregio, come i cosiddetti di- gital grand, cioè i pianoforti digitali a coda con tutta la loro innovativa tecnologia. Ma non solo. Per provare il tocco e il timbro di un pianoforte è necessario sedersi su una panchetta adeguata e suonare lo strumento per parecchio tempo. Ed è proprio quello che si vuole ottenere in questi ambienti esclusivi: offrire al cliente l’opportunità di avere un po’ di tempo da spendere in piena tranquillità con gli strumenti Roland circondati da una piacevole atmosfera, sottolineata dai dettagli di un design esclusivo anche dal punto di vista della scelta dell’arredo: parquet, tinteggiature che evocano la foresta, luci scelte accuratamente per premiare il confort. È decisamente fuori dell’ordinario lo strumento che Luigi Ripamonti tiene fra le mani nella foto qui a destra. Si tratta infatti di un fagotto interamente realizzato in metallo. E per giunta dorato. Il fagotto Ripamonti ha già fatto parlare molto di sé, e il motivo è evidente... si tratta con ogni probabilità del primo strumento di questo tipo costruito in un materiale diverso dal legno. Naturalmente, la scelta del produttore milanese è del tutto legittima, e non influirà nemmeno sulla classificazione del fagotto; che, pur essendo realizzato in metallo, appartiene comunque –come il sax– alla famiglia dei legni. Leggero, facile da trasportare e dotato di un suono RIPAMONTI Musical Instruments Fagotto in metallo Auricolare ad Isolamento Sonoro SCL3 Auricolare ad Isolamento Sonoro SCL4 Auricolare ad Isolamento Sonoro Auricolare ad Isolamento Sonoro Racchiude un microdriver a larga banda per un tono dettagliato su tutta la gamma di frequenza. Esclusivi driver con armature bilanciate per alti brillanti e condotti di uscita accordati per bassi estesi. Tweeter ad elevata definizione e woofer accoppiati ad un crossover in linea per un audio eccezionale. Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Sensibilità Impedenza Risposta in frequenza Peso Lunghezza cavo Colore Per maggiori informazioni www.sisme.com Richiedi il catalogo a [email protected] 24 115 dB SPL/mW 26 Ohm 25 Hz - 18.5 kHz 28 g 157 cm Grigio I centri Foresta in Italia sono partiti con una prima importante installazione presso il punto vendita Bosoni di Milano (le foto di questo articolo si riferiscono proprio a questo punto vendita), e sono in corso altre aperture in varie zone del territorio nazionale. Ma ogni nuova apertura sarà preceduta da una attenta preparazione del punto vendita, con un corso apposito di formazione in modo che ogni rivenditore coinvolto sia sempre pronto a soddisfare tutti i quesiti sul mondo dei pianoforti digitali Roland. “È un modo significativo di essere vicini ai propri clienti”, conclude Manuele Barbini, “un modo che sottolinea l’attenzione di Roland alla qualità di vita, che è fatta anche, e forse soprattutto, di una sereno approccio al grande mondo della musica”. 109 dB SPL/mW 29 Ohm 22 Hz - 19 kHz 31 g 141 cm Nero intenso e brillante, il nuovo fagotto Ripamonti è meno sensibile alle variazioni di temperatura e di umidità, e assicura quindi una resa molto più costante nel tempo rispetto al suo predecessore in legno. Pad. 18 | Stand C77 D86 www.laripamonti.com Una gamma lunga... 150 anni SCL5 Dotato di un singolo microdriver dinamico per una completa gamma sonora e bassi risonanti. 105 dB SPL/mW 16 Ohm 22 Hz - 17.5 kHz 30 g 157 cm Trasparente I rivenditori Un legno... in metallo dorato Auricolari professionali serie SCL SCL2 Dismamusica Magazine SHOW DAILY 122 dB SPL/mW 110 Ohm 20 Hz - 18.5 kHz 31 g 155 cm Trasparente Hohner festeggia quest’anno il centocinquantesimo anniversario dalla fondazione: un traguardo importantissimo, che pochissime altre aziende del settore possono vantarsi di avere raggiunto. Per l’occasione, il costruttore tedesco ha realizzato alcune armoniche in edizione limitata (un modello in oro di cui sono stati “tirati” solo 150 pezzi numerati ad uno ad uno, e un modello cromato prodotto in 1857 esemplari) e una “standard edition” a 20 ance (è quella della foto in alto a destra) con l’incisione del logo dell’anniversario nel guscio di acciaio. Al di là di questi strumenti “storici” (fra cui segnaliamo la Historic Collection di cui fa parte il curioso modello Trumpet Call riprodotto qui a fianco), la gamma delle armoniche Hohner comprende svariate decine di modelli da 20 a 80 voci. Si va dalle diatoniche da studio alle armoniche blues, dai modelli ad “intonazione Vienna” (riconoscibili per la divisione trasversale delle voci e ideali per l’esecuzione di musiche popolari) alle armoniche tremolo con il corpo interamente realizzato in legno. MASTER MUSIC Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 HOHNER armoniche a bocca www.master-music.it Dalle Aziende Dalle Aziende Peavey: mixer con USB I mixer Peavey della serie FX hanno due caratteristiche... speciali. La prima: sono dotati di una porta USB per la connessione al PC. La seconda: sono equipaggiati con un esclusivo encoder MP3 attraverso il quale possono registrare in tempo reale su flash memory e riprodurre i file memorizzati nello stesso formato. Disponibili in tre “taglI” da sedici, ventiquattro e trentadue canali (il modello di punta della serie è quello riprodotto nella foto in alPEAVEY to a sinistra), le console Peavey si riconoscono a vista per la presenza dei numerosi controlli di tipo tradizionale associati all’ampio display LCD per la visualizzazione e l’editing dei controlli fini. Ciascuno di essi è dotato di un equalizzatore semiparametrico, di sei mandate ausiliarie (quattro pre e due post-eq) e di quattro sottogruppi, a cui si aggiungono i due processori effetti integrati e il processore dinamico dedicato per le uscite master. Pad. 14 | Stand G15 H14 Mixer serie FX 21 Settembre 2007 Sistema PA... portatile Sono quaranta i watt che il sistema PA portatile proposto da Behringer è in grado di erogare per un tempo massimo di otto ore. Il “limite orario”, di per sé più che sufficiente ad operare con la massima tranquillità nella maggior parte delle applicazioni immaginabili, è dato dal fatto che l’intero sistema funziona a batterie ricaricabili. Dotato di un microfono dinamico di alta qualità e di un ingresso AUX, funziona con... platee fino a 100 persone. www.peavey.it BEHRINGER Fra le novità presentate in Fiera da FBT, un posto di primissimo piano spetta senz’altro al nuovo sistema line array MODUS. Una proposta estremamente innovativa rivolta alle installazioni di medie e piccole dimensioni, e che per questo nasce con l’obiettivo di contenere il prezzo finale. Per raggiungerlo, gli ingegneri FBT hanno racchiuso in ciascun cabinet quattro moduli line-array, limitando così il costo di produzione per singolo modulo. Il risultato è premiante anche dal punto di vista della logistica, perché l’intero sistema è talmente compatto che la sua larghezza non supera quella di un diffusore tradizionale a due vie. Nella sua configurazione standard (a “J”), il sistema si compone di due cabinet sepaFBT Modus I prodotti presentati in Fiera sono destinati principalmente al mercato semiprofessionale, e vanno www.fbt.it Diffusori “a tutto tondo” Si chiamano Proteus gli innovativi diffusori da palco progettati e distribuiti da Viscount Voice Systems. Riconoscibilissimi per la loro forma stondata, hanno i maggior punti di forza nel design inconsueto e nei materiali innovativi impiegati per la produzione. La loro forma è stata studiata per garantire una diffusione più uniforme del suono; unita alla tecnologia di trasduzione, che impiega magneti ultraleggeri al neodimio, riduce notevolmente le distorsioni VISCOUNT INTERNATIONAL Linea Proteus 26 di fase e permette di ottenere una copertura molto ampia della diffusione del suono anche a fronte di distanze importanti fra i diffusori installati. La linea ellittica del frontale, che si traduce in una disposizione “a curvatura” degli altoparlanti, fa sì che il suono sia modellato sulla superficie di un’ipotetica sfera –una soluzione che si traduce per chi ascolta in un allineamento naturale della risposta sia lungo l’asse verticale che in orizzontale. I diffusori Proteus sono disponibili in tre versioni con potenze rispettive di 200, 250 e 400 Watt RMS. Tutti dotati di amplificatori di classe D e limiter multibanda per la riduzione degli effetti di pompaggio. Pad. 14 | Stand D31 E30 Dopo un’attesa protrattasi per diversi mesi e sottolineata da un grande timer installato proprio al centro della home page del sito www.myaudio.it, è finalmente arrivato il momento di “togliere il velo” sulla proposta commerciale di My Audio, il nuovo marchio del settore Pro Audio del Gruppo Monzino. Pad. 14 E11 rati, con diagrammi di dispersione di 40 e 15 gradi, e di un subwoofer. Insieme, i tre elementi offrono una potenza complessiva di quasi 6.000 Watt, che viene assicurata da amplificatori di classe D. Costruiti con componenti di prima qualità e senza badare a compromessi, i nuovi sistemi MODUS sono anche molto semplici da configurare, grazie anche alla presenza di un DSP esclusivo che mette a disposizione degli utenti sette preset di equalizzazione e un’interfaccia “user-friendly”. Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30 Nasce oggi un nuovo marchio del Pro Audio EPA40 www.behringer.com Modus: il line array secondo FBT www.viscount.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY MONSOUND dai sistemi microfonici senza fili ai mixer compatti per piccoli studi e appli- cazioni live, dagli amplificatori analogici e digitali ai diffusori attivi e passivi: un’intera gamma di prodotti capace di rispondere in modo autorevole a tutte le esigenze di gestione del segnale audio lungo l’intera catena di cattura, processing ed emissione del suono. Caratteristica comune a tutti i prodotti del catalogo My Audio è il design, atten- to agli aspetti ergonomici e in linea con gli standard qualitativi più elevati del momento. Interamente progettati in Italia e costruiti sulla base di specifiche estremamente esigenti, i prodotti My Audio impiegano componenti di altà qualità e soluzioni tecnologiche d’avanguardia. Ne sono un esempio il doppio multieffetto digitale e la porta USB, che compaiono anche sui mixer da sei canali della linea SIDERA; o i sistemi ad alta efficienza con tecnologia PWM impiegati sugli amplificatori digitali della serie DIGINOX. Pad. 14 | Stand H21 - L14 Distribuzione prodotti Audio Pro www.myaudio.it Bianco o nero? Questo è il problema... Il logo EVH non è ancora fra i più conosciuti nel settore dell’amplificazione per chitarra. E non c’è da stupirsene, dato che il lancio di questo marchio risale a poco tempo fa. Ma provate a collocare le stesse tre lettere in un altro contesto, ad esempio nell’ambito della storia dei più grandi chitarristi di tutti i tempi... Ebbene sì, la testata valvolare bianca riprodotta qui sopra porta la firma del signor Edward van Halen in persona! Ed è il cuore del sistema 5150III lanciato al Summer Namm e costruito in collaborazione con Fender. Naturalmente, il nuovo ampli non ha molto a che spartire con le sonorità classiche Fender, ma piuttosto rimanda alle sonorità di riferimento di Eddie van Halen. Ha quindi un suono estremamente potente e M. CASALE BAUER EVH 5150 III ricco di sustain, ed è in grado di passare con agilità dai suoni più cristallini alle distorsioni più piene, passando per il crunch e per tutte le varianti che si possono ottenere lavorando con equalizzazione, gain e volume. Ogni dettaglio del progetto è stato curato personalmente da Eddie van Halen, che ha scelto componenti in grado di garantire una risposta perfetta anche in presenza di carichi sonori fortissimi. È il caso, ad esempio, dei preamplificatori ultra gain, che sono stati progettati per dare la massima enfatizzazione possibile agli armonici. Ancora, potremmo citare i coni Celestion EVH Signature da 12” (ogni cassa ne monta quattro), che, in quanto controparte dei preamplificatori, sono stati costruiti “su misura” per le caratteristiche del segnale. Disponibile nelle due finiture Nero e Avorio (da cui il dilemma...), ogni testata 5150III eroga una potenza di 100 Watt RMS per ciascuno dei tre canali indipendenti. Ed è accompagnata da un footswitch rigorosamente custom che rispecchia anche nel colore dei LED l’estetica e le impostazioni del pannello frontale. Da solo o in stack con una o due casse, il 5150III è sicuramente destinato a diventare un classico dell’amplificazione. Non a caso, a chi gli chiedeva perché mai si fosse impegnato in questo progetto, Eddie van Halen ha risposto semplicemente: “Perché sono un fanatico del bel suono!” Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 www.casalebauer.com Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Per amplificare l’acustica Amplifichiamo i bassi… Disponibile da pochissimo per il mercato italiano, il nuovo amplificatore per chitarra acustica AC-90 rappresenta senz’altro un importante progresso sia sul piano qualitativo che su quello... logistico. Grazie ai nuovi speaker al neodimio, infatti, AC90 può erogare una potenza notevole (45 Watt per canale, 90 Watt totali) a fronte di un peso estremamente ridotto. Ma non sono solo l’elettronica compatta e il cabinet leggero a fare di questo ampli un oggetto di sicuro interesse per chi è abituato a spostarsi rapidamente da un palco all’altro. Al di là della griglia metallica che protegge i due coni si nasconde infatti una unità effetti di tutto rispetto, che mette a disposizione dell’esecutore il famoso chorus stereo multi band Roland con modalità WIDE e un riverbero/delay di alta qualità. Brillante e preciso nella resa del suono, capace di restituire un fronte sonoro estremamente ampio, il nuovo AC-90 può essere montato anche nella posizione “a speaker” grazie ad un supporto opzionale; che, insieme alla comoda borsa da trasporto, costituisce un accessorio irrinunciabile per chi vive in tour. Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 ROLAND ITALY AC-90 www.roland.it Tutto a portata di mano 003 Factory è la soluzione che Digidesign propone a tutti i possessori di home studio che desiderano ottenere a prezzo contenuto una qualità paragonabile a quella delle grandi sale di incisione. Pluripremiato dalla critica internazionale, questo prodotto integra in una console le funzioni di interfaccia audio/MIDI e di superficie di controllo per ProTools. Agli otto fader corrispondono altrettanti ingressi audio analogici; a cui si aggiungono otto canali ADAT e due canali digitali su porta S/PDIF, per un totale di 18 canali gestibili in tempo reale. La console sfrutta una connessione FireWire per collegarsi a sistemi PC o Mac e dialogare così con la miriade di applicazioni offerte in bundle. Su tutte, naturalmente, regna sovrano il pacchetto ProTools LE 7, che offre il supporto per 32 tracce e fino a cinquanta plugin. Con il risultato che saranno solo la potenza del computer e la fantasia del singolo operatore a stabilire quali e quanti effetti utilizzare. La scelta è vastissima, e comprende oltre 80 fra plugin professionali, virtual instrument, librerie sonore. DIGIDESIGN 003 Factory Pad. 14 | Stand G06 www.digidesign.it Alta tensione al basso Sono tutti costruiti all’insegna delle grandi potenze gli amplificatori per basso a marchio Eden. Le proposte portate in Fiera da Esound, la divisione del Gruppo EKO che si occupa della commercializzazione di questi prodotti nel nostro Paese, non lascia dubbi in proposito. E del resto basta dare un’occhiata al modello D810RP4, il diffusore con otto coni da 10” fotografato qui a sinistra, per convincersi di essere alla presenza di veri e propri “mostri”. D810RP4, ad esempio, è in grado di erogare fino a 1.200 Watt su 4 o 8 ohm. Naturalmente, non tutti possono “mettersi in casa” un amplificatore così... muscoloso; ed è per questo che Eden ha realizzato una linea di combo dalle dimensioni più contenute e dal design personalizzabile. I “piccoli” Rock Series fanno riferimento al valore comune di 320 Watt di potenza; ma sono disponibili nelle quattro configurazioni da 4x10”, 2x10”, 1x15” e 2x12”. Per chi fosse in cerca della sola testata, Eden ha realizzato WTX260, una testata valvolare compatta capace di erogare fino a 300 Watt. Anche questo modello, come i combo di cui sopra, è dotato di un controllo Enhance, di un equalizzatore a tre bande, di un compressore controllabile da pedale e di una uscita DI che si affianca ai due out speaker. ESOUND Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 EDEN Amplificatori per Basso Se andate sul sito di Gallien Krueger, la descrizione di questo splendido gruppo di diffusori per basso è introdotta dalle parole: “Siamo partiti dalla considerazione che non tutti sono rock-star, e non tutti hanno a disposizione risorse economiche molto importanti. Ma tutti vogliono il suono potente e convincente delle soluzioni Gallien Krueger. Abbiamo progettato la soluzione 810 blx con voi in mente…”. E in effetti questo sistema per bassi ha una imponente configurazione: il modello 810RBX è un cabinet da 800 Watt su 8 Ohm con MASTER MUSIC ben 8 coni da 10” con cestello stampato, tweeter a tromba e ancorag- Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 Gallien Krueger 810RBX gio interno “aviation style”. I connettori in dotazione sono jack da ¼” e Speakon. Completano la dotazione un maniglione posteriore a scomparsa, le ruote incorporate per una agevole movimentazione e i profili metallici di protezione posteriore. Si tratta quindi di un prodotto davvero imponente e completo, grintoso e capace di soddisfare anche i professionisti più esigenti. La sua caratteristica in più è nel prezzo, davvero contenuto per le prestazioni che questo prodotto è capace di offrire… www.master-music.it Fuori i bassi! Un cono da 15” sviluppato in collaborazione con gli ingegneri della Eminence è quanto occorre agli amplificatori per basso Hughes & Kettner della serie Basskick per ottenere il risultato che ogni bassista predilige: un suono ricco e corposo, caratterizzato da un grande punch e capace di competere per presenza con i livelli acustici di chitarra elettrica e batteria. Il “cuore” dei Basskick è un amplificatore con tecnologia DynaClip –un brevetto Hughes & Kettner– capace di prevenire gli effetti di distorsione e SISME Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 Hughes & Kettner | Serie Basskick di saturazione e di estendere l’headroom. La gamma si compone di tre modelli di potenza progressiva: si va dal “piccolo” Basskick 100, che eroga 100 Watt RMS ed è dotato di un equalizzatore a tre bande, al più impegnativo Basskick 200 (200 Watt, con compressore variabile ed equalizzatore a quattro bande), per finire con il modello Basskick 300, che ha lo stesso “equipaggiamento” del modello precedente ma che, ovviamente, eroga una potenza complessiva di 300 Watt. www.sisme.com www.eko.it L’amplificatore con i voicing Si chiama Invader, “invasore”, e in effetti l’aspetto aggressivo ce l’ha tutto. Ma non è solo questione di facciata: la nuova testata ENGL presentata in fiera da Mogar Music ha davvero tutti i numeri per far parlare a lungo di sé. Come si può intuire con una rapida occhiata al pannello frontale, l’Invader 100 non è un amplificatore come un altro. La sua stessa logica di funzionamento è diversa da quella in uso nella maggior parte degli ampli per chitarra elettrica. E questo perché, pur essendo un “classico” 4 canali, non è suddiviso nei tradizionali canali Clean, Crunch, Rhythm e Lead. I suoi quattro canali, infatti –che non a caso si chiamano semplicemente 1, 2, 3 e 4– accolgono ciascuno quattro voicing diversi e offrono quindi un ventaglio di sonorità estremamente ampio. Ogni canale, naturalmente, può essere equalizzato in modo indipendente e processato attraverso i due loop effetti indipendenti. La potenza in uscita è di 100 Watt, che vengono raggiunti attraverso otto stadi di guadagno: un dettaglio che la dice lunga sulla cura con cui l’Invader 100 è stato progettato. E che, insieme ai circuiti di protezione e di monitoraggio delle valvole finali, alla completa implementazione MIDI e alla ricchissima sezione di ingressi e uscite, fa di questo amplificatore un vero e proprio “mostro” in grado di conquistare con facilità le... orecchie e le preferenze di un vasto pubblico di musicisti. MOGAR MUSIC Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10 ENGL Invader 100 www.mogarmusic.it 27 Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Ha l’Aria affascinante… Il titolo potrebbe essere una descrizione sintetica della nuova chitarra ARIA PE GOTHIC, uno strumento davvero inconsueto, con top scavato e corpo in basswood, manico in mogano e tastiera in severo palissandro. Quello che colpisce in questo caso, oltre al suono, come sempre su standard più che elevati, è la raffinatezza della finitura, elegantissima e aggressiva, con una saMASTER MUSIC Aria PE Gothic Sorelle (quasi) gemelle tinatura nera che sottolinea la morbidezza delle forme. In questo modello il nero è ovunque: nei due controlli di tono e due di volume, negli humbucker, nel ponte SPT Original, nell’attaccacorde QH, ma anche nell’hardware della paletta, rigorosamente simmetrica. La descrizione di questa finitura sul catalogo Master Music è ugualmente asciutta, sintetica e calzante: All Black. Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 www.master-music.it Per gestire l’umidità M. CASALE BAUER Pad. 14 | Stand H39 L38 HumidiPack blico degli appassionati e dei “seguaci” del marchio Gretsch. Su questi strumenti, ogni dettaglio è curato con estrema cura, in modo da restituire un look and feel inconfondibile. E sono molti i componenti che, prima di essere montati, passano attraverso processi di lavorazione inconsueti. Come l’attaccacorde “chromatic”, che viene sistematicamente antichizzato; o come i frammenti di madreperla intarsiati nel manico, sottoposti ad un processo artificiale di invecchiamento... Il top delle due G100CE è in abete, mentre fondo, fasce e manico sono in acero. Essenziali per definizione, le nuove Gretsch hanno una veste sobria all’interno della quale gli stessi controlli di volume e di tono sembrano quasi svanire. E a risaltare in maniera evidente sono l’attaccacorde, il pickup Single-Coil e i grossi segnatasti in madreperla in puro stile vintage. Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 GRETSCH G100CE - G100CEBK Gli strumenti acustici hanno in comune un problema spinoso: il rapporto con l’umidità. E la scarsa attenzione a questo tema da parte dei loro proprietari, che spesso porta a conseguenze... tragiche. Bode, il distributore dei prodotti a marchio Planet Waves, propone una soluzione raffinata ed elegante. È la linea HumidiPack, che comprende diverse soluzioni “tagliate su misura” per strumenti a pizzico come chitarre classiche, acustiche, mandolini e strumenti ad arco. Le soluzioni Humidipack funzionano “a due vie”; sono cioè in grado di mantenere un tasso di umidità costante del 45 per cento indipendentemente dalle condizioni locali del clima. Per dormire sonni tranquilli... BODE Viste da lontano, le si direbbe due chitarre diverse. Ma di fatto le nuovissime Gretsch G100CE e G100CEBK sono lo stesso strumento... con due “pelli” diverse! Disegnate a immagine e somiglianza dei modelli degli anni Quaranta, sono due elettroacustiche Archtop di gran classe che si rivolgono in prima battuta al pub- www.bodesrl.it www.casalebauer.com La chitarra dei vent’anni Correva l’anno 1987 quando la prima Ibanez RG550 venne presentata in anteprima mondiale al NAMM di Chicago. A quell’epoca, le sorti dello storico marchio americano erano minacciate dall’andamento sfavorevole dei mercati; e questo modello, con il suo inconfondibile manico ultrasottile, contribuì moltissimo alla rinascita delle fortune aziendali. Oggi, a vent’anni di distanza (e dopo svariate migliaia di RG550 MOGAR MUSIC Ibanez RG550 vendute in tutto il pianeta), Ibanez ha deciso di rendere un tributo a questo storico modello con un’edizione commemorativa. Tre strumenti in edizione limitata (in tutto verranno prodotti solo... 1.987 pezzi) che ripropongono altrettante finiture originali dell’epoca: Road Flare Red, Desert Sun Yellow (nella foto qui a sinistra) e Black. Le RG550 del ventesimo anniversario montano lo stesso tremolo Edge e il manico supersottile dei primi esemplari. Custodia e tracolla hanno una finitura identica allo strumento. Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10 www.mogarmusic.it Da jack a USB Ha tutte le caratteristiche per diventare un bestseller il nuovissimo Guitar Link UCG102 di Behringer. Il piccolo dispositivo, delle dimensioni di un mouse, è un’interfaccia audio ottimizzata per i chitarristi. Facilissima da usare, è dotata dei soli comandi irrinunciabili: il selettore di livello lo/hi e il controllo del volume dell’uscita cuffia. Guitar Link si attiva in pochi secondi; e, grazie BEHRINGER Guitar Link ai driver Asio forniti, è in grado di lavorare all’interno di tutte le applicazioni compatibili, Cubase e Kristal Audio in primo luogo. Ottima per registrare “al volo” un riff come un’intero brano, questa interfaccia USB è molto comoda anche come ponte verso il mondo degli effetti virtuali, e in particolar modo verso i tre Guitar Combos Behringer Edition di Native Instruments inclusi nel CD in dotazione. Pad. 14 | Stand E11 www.behringer.com Dismamusica Magazine SHOW DAILY Accordatura e tempo: perfetti Gli accordatori rappresentano da sempre uno dei “terreni di gioco” preferiti di Korg: un settore nel quale l’azienda distribuita da Eko è sicuramente un’autorità indiscussa. Merito di un design che ha da sempre posto l’accento sulla facilità d’impiego e su un rapporto qualità/ prezzo particolarmente favorevole. Non fanno eccezione a queste regole i tuner LCA-120 e LMA-120 presentati in questi giorni in Fiera. Il primo è un accordatore cromatico che incorpora un microfono a condensatore e che di conseguenza consente misurazioni particolarmente accurate degli strumenti acustici. Fra le funzioni interessanti di questo tuner ci sono il programma Focus Tune (una utility che modifica la visualizzazione del display in base alla distanza della nota dal pitch) e la modalità Interactive Sound Back, una sorta di programma di ear training per educare l’utente all’accordatura ad orecchio. LMA-120 è invece un raffinato metronomo digitale che estende la gamma dei tempi tradizionali agli estremi di 30 e 252 pulsazioni al minuto. Il suo ampio display può visualizzare le divisioni secondo diverse modalità –la più raffinata delle quali, la Conducting Motion, arriva al punto di simulare i movimenti autentici di un direttore d’orchestra. ESOUND Korg Tuners Pad. 14 www.eko.it Cinque corde d’acero Naturalmente, l’acero è quello del top del nuovo basso Quasar T800 proposto da Laurus. Disponibile anche nelle versioni a quattro, cinque o sei corde, è un concentrato di essenze rare e di esperienza artigianale. I legni utilizzati per la sua realizzazione vanno dal già citato acero al palissandro –che fa bella mostra di sé negli elementi decorativi del top– al mogano kaya utilizzato per il body. Il manico è realizzato in amaranto, mentre per la tastiera è stata impiegata della resina fenolica che assicura una compattezza maggiore, un sustain migliore e che, nel complesso, si dimostra più resistente all’umidità e all’usura rispetto ad altri materiali. Al di là della forma, in linea con gli altissimi standard ormai consueti da anni nella produzione Laurus, la verà novità del moLAURUS Pad. 14 | Stand L35 Quasar T 800 28 dello T 800 è rappresentata dalle elettroniche di bordo, il cui cuore è costituito dai pickup custom della foto qui a fianco, progettati per Laurus dalla Benedetti (la stessa ditta che realizza i pickup utilizzati da artisti del calibro di Marcus Miller). T 800 monta cinque potenziometri: uno per la regolazione del volume master, uno per il bilanciamento dei pickup e tre dedicati all’equalizzazione, con tagli da 40, 400 e 4.000 Hz. www.laurus.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Note “pescioline” per la didattica di base Sono ancora fresche di stampa le pagine de La storia delle note pescioline, il nuovissimo album firmato da Mauro Orelio per i tipi della Editrice Sinfonica e dedicato ai corsi di alfabetizzazione musicale. Disegnato per la prima volta “su una lavagna”, come si legge nella breve introduzione, il metodo è maturato e cresciuto per dieci anni: un periodo di tempo durante il quale intuizioni, racconti e spiegazioni sono stati continuamente messi alla prova durante i corsi rivolti ai bambini delle prime classi elementari. Una stagionatura, per così dire, che ha permesso a Mauro Orelio di dare grande sistematicità al proprio laPad. 14 | Stand L21 M14 CARISCH voro, come si può facilmente capire sfogliando le 34 pagine del “fascicolo per l’insegnante e il genitore” che accompagna l’album insieme ad un CD con le tracce audio. Racconti, disegni colorati e da colorare, onomatopee e piccoli giochi fra lettura e fantasia danno vita ad un percorso pensato per accompagnare, una lezione dopo l’altra, i bambini di età compresa fra i 5 e i 7 anni. Al termine dei “lavori”, i giovanissimi allievi avranno imparato i concetti fondamentali della scrittura e del pensiero musicale, e saranno in grado di affrontare con successo una lettura ritmica –e la sua esecuzione. La storia delle note pescioline | SINFONICA La “Bibbia” del Jazz... in italiano Il volume di Mark Levine è unanimemente considerato “il” testo di riferimento per chi vuole orientarsi nella fitta e complessa giungla della teoria e dell’armonia jazz. Nonostante la sua enorme popolarità, il Jazz Theory Book circolava però solo in lingua inglese... almeno fino a pochi mesi fa. Oggi, grazie alla puntuale, meticolosa traduzione curata da Fabio Jegher, le oltre quattrocento pagine del poderoso volume diventano accessibili anche a chi ha poca familiarità con la lingua inglese. Anzi, per usare le stesse parole del traduttore, i contenuti del libro sono ora “di una semplicità disarmante”. Merito, soprattutto, del linguaggio estremamente chiaro e dell’approccio diretto ai numerosi problemi che il Jazz Theory Book affronta, analizza e chiarisce alterEDIZIONI CURCI nando alle parti discorsive numerosissimi esempi tratti dal repertorio fondamentale che ogni buon jazzista deve conoscere. Dalle scale all’armonia, dai voicing alla teoria delle forme: ogni argomento è supportato da una fitta rete di riferimenti discografici, dei quali l’autore dà anche una trascrizione facilitata, in modo che tutti –non solo i pianisti– possano recuperare facilmente il senso delle invenzioni melodiche e delle combinazioni armoniche dei grandi maestri del jazz. Pad. 18 | Stand D63 E72 The Jazz Theory Book - edizione italiana www.curciedizioni.it www.carisch.com La chitarra jazz... svelata Per lo studio di qualsiasi altra materia, il fatto di disporre di un libro scritto in inglese sarebbe un problema. Ma l’argomento del libro firmato per Schott dal chitarrista londinese Phil Capone è la chitarra jazz, che qui viene “esplorata”, come suggerisce il titolo, in tutte le sue sfaccettature. Scale, voicing, progressioni, turnarounds, primi rudimenti dell’arte dell’improvvisazione, sigle... l’intera materia è costruita su di un’impalcatura teorica che da sempre “parla” solo in inglese. E allora l’apparente ostacolo della lingua diventa un grande pregio, perché abitua il lettore a familiarizzare con termini, strutture e “modi di pensare” che si esprimono nella musica come nelle parole. Il percorso alla scoperta della chitarra jazz si snoda lungo duecento pagine circa: un... territorio dove regnano incontrastati esempi, diagrammi e schemi disposti sulla carta in bell’ordine e davvero efficaci nel trasmettere la complessa rete di conoscenze necessarie per affrontare con successo il repertorio affascinante della chitarra jazz. SCHOTT Pad. 18 | Stand D57-E66 www.schott-music.com Una guida amministrativa per il musicista Chi si avvicina per la prima volta alla professione di musicista si trova, prima o poi, di fronte al dilemma dell’inquadramento amministrativo della propria posizione. Problema di difficile soluzione, dato che la materia è particolarmente complessa, distribuita com’è fra le competenze di istituti come SIAE, SCF, IMAIE ed ENPALS. In più, chi lavora già da anni non è in grado di dare aiuto, ma è a sua volta disorientato. Che fare? Fare Musica di Sandro Pasqual, pubblicato da Rugginenti, può essere la soluzione. Pensato come una “guida per l’esordiente”, prende per mano il lettore e lo accompagna in un ipotetico pellegrinaggio lungo tutte le “stanze del mistero”. Al termine del... viaggio, i meccanismi amministrativi che regolano la vita dei musicisti dovrebbero essere chiari. Se tutto questo non bastasse, c’è una sezione di domande frequenti che permette di fugare i dubbi più... atroci. RUGGINENTI Pad. 18 | Stand F70 www.rugginenti.it 29 Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 PRS: il momento delle Signature La chitarra acustica... à la Paul Stanley Sono davvero molto suggestive le chitarre Signature che PRS porta in Fiera in questi giorni. I modelli da non perdere assolutamente di vista sono almeno due: il modello Mark Tremonti e la Chris Henderson Signature. La prima (foto a sinistra), che si deve evidentemente alla collaborazione fra PRS e il chitarrista degli Alter Bridge, è una novità assoluta. Si tratta di un modello singlecut con top in acero fiammato, manico Wide Thin in mogano e tastiera in palissandro, ed è equipaggiata con due pickup Tremonti. La Chris Henderson Signature, invece (foto a destra), ha un manico completamente diverso (è di tipo Wide Fat) e monta pickup originali PRS. Come la Tremonti, è dotata di un selettore a tre posizioni, di due controlli Tono e di due controlli Volume. EKO Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 PRS Signature www.eko.it È tutta nera (e come avrebbe potuto essere altrimenti?) la Silvertone che Paul Stanley dei Kiss ha scelto per dare vita alla sua Paul Stanley Collection. Si tratta di una chitarra acustica dreadnought a 6 corde con top, fondo e fasce in mogano. La tasteria è in palissandro, come pure il ponte. Parlando di questo strumento, Paul Stanley ha detto: “Io posso suonare la chitarra che voglio. Ho scelto Silvertone. Queste chitarre si suonano bene, hanno un M. CASALE BAUER GUILD CO-2 e CO-2C La soluzione, assicurano alla Guild, garantisce una maggiore resistenza alle chitarre – e, per estensione, rinforza piacevolmente il timbro dello strumento. Per il resto, sia il modello CO-2 che la versione a spalla mancante CO2C sono costruite nel pieno rispetto della tradizione. E associano per questo essenze pregiate qua- Silvertone PSD1 www.sisme.com li l’ebano (per tastiera e ponte), l’abete rosso (dal cui massello si ricava la tavola armonica) e il mogano (per fasce, fondo e manico). Di tutto rispetto anche le meccaniche (le Gotoh della serie 700) e l’elettronica, che si affida al sistema D-TAR Wavelength e che, nel caso del modello CO-2C, è disponibile anche nell’innovativa versione “Load ‘n Lock”, che facilita il cambio delle batterie del pickup. Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 www.casalebauer.com Dal fingerpicking ai Power Chord Forse, se dovessimo cercare due “paesaggi sonori” estremi nel territorio della chitarra moderna, non potremmo trovare due... antipodi più efficaci del timbro amato dai fingerpickers e dei power chord distorti caratteristici dello stile rock più “cattivo”. Eppure la nuova Ovation VXT si muove con grande agilità da un estremo all’altro, al punto da poter essere definita una sorta di “camaleonte” del suono. In effetti, questo strumento nasce proprio per offrire in un’unica soluzione la potenza del suono elettrico e il calore del suono acustico. Per passare da uno MOGAR MUSIC Ovation VXT www.mogarmusic.it Suoni dal mondo L’amore per la musica è il “primo motore” della Narada Suoni del mondo, una piccola realtà specializzata nella diffusione di strumenti musicali provenienti dai quattro angoli del pianeta –e della loro cultura originaria. In equilibrio fra la professione di liutaio, importatore, promotore di concerti e musicista, il fondatore Carlos Santa Maria è prima di tutto un grande viaggiatore, che ha investito tutta la propria esistenza nell’esplorazione delle musiche del mondo. All’interno dello spazio da lui gestito –presso l’Acoustic Guitar Village del padiglione 14– ci sono oud, bouzouki, mandole, sitar, santur, charango, tabla... un panorama vasto, capace di allargare a sua volta gli orizzonti di chi lo percorre. NARADA SUONI DEL MONDO www.naradasuoni.com Gloria... nazionale Un colpo …d’Aria Ad ogni loro apparizione in pubblico, le chitarre resofoniche National non mancano di suscitare la più viva curiosità del pubblico. Saranno la forma insolita, la cura e la qualità dei materiali con cui sono realizzati... di fatto, intorno a questi strumenti c’è sempre una grande agitazione. Il modello riprodotto qui a Il body a coda di rondine e la finitura rosso vivo fanno di questa chitarra –la Aria XX-1– un oggetto capace di imporsi, anche se va da subito sottolineato che, in gamma, esistono anche i modelli con finitura nera e con finitura blu-notte (ugualmente aggressivi). Le caratteristiche tecniche dello strumento sono di tutto ri- WILDER DAVOLI fianco è una Estralita Deluxe che associa al corpo in legno dalle essenze preziose (anagre per il top, noce per fondo e fasce) un cono spun dal diametro di 9,5 pollici. Il manico è in noce e la tastiera in palissandro; e l’intero strumento è impreziosito da decorazioni in madreperla sintetica che si estendono alla paletta. Pad. 14 | Acoustic Guitar Village National Estralita Deluxe 30 all’altro attraversando innumerevoli gradazioni, basta semplicemente ruotare una manopola: il “camaleonte” è anche semplicissimo da usare. A compiere l’apparente miracolo ci sono da un lato il corpo in mogano a camere di risonanza –che assicura calore e profondità del suono sia sul versante acustico che su quello elettrico– e l’innovativo preamplificatore digitale Ovation VIP, collegato agli humbucker Seymour Duncan SH-1 ‘59 e al pickup piezoelettrico Fishman Powerbridge. Si può così contare sempre su un suono pulitissimo, che mantiene una qualità da studio in tutte le sue... incarnazioni. Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10 grande suono ed un grande look. Hanno lo stile dei nostri giorni. Silvertone è in grado di fornire la qualità che qualsiasi chitarrista è in grado di possedere. Ed io garantisco questo”. Oltre all’acustica riprodotta qui a fianco, la linea Paul Stanley Collection comprende quattro elettriche solid body e tre bassi. Tutti equipaggiati con meccaniche Grover e pickup Duncan, e tutti accomunati dallo stesso, aggressivo look dai colori scuri. Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 SISME Guild e la grafite Le nuove chitarre acustiche Guild CO-2 e CO2C sono fatte di legno, abalone, osso, metallo e... grafite. La novità non ha mancato di suscitare la curiosità dei visitatori dell’ultimo Summer NAMM, dove le due nuove chitarre sono state presentate in ateprima mondiale. L’innovazione è dovuta all’introduzione su questi nuovi modelli di un sistema di attacco del manico brevettato da Guild e realizzato, per l’appunto, in grafite. Dismamusica Magazine SHOW DAILY www.wilderdavoli.it MASTER MUSIC Aria XX1 spetto. Il corpo è in ontano; il manico, in acero, è avvitato, ed è dotato di una veloce tastiera in palissandro. Il suono è captato da 2 humbucker Duncan Design HB103 e sono presenti i regolatori di tono e volume, un selettore a tre posizioni e il ponte tremolo FRT20 “double lock” con bloccacorde. L’hardware ha finitura Silver-black. Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 www.master-music.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Ascoltare per... crescere Nuova gamma Extra Dry. Da MEINL Le teorie del professore americano Edwin Gordon sullo sviluppo dell’attitudine musicale del bambino sono da diversi anni a questa parte al centro dell’attenzione degli studiosi e dei didatti del nostro Paese, perché contribuiscono ad alimentare di dati oggettivi il profondo dibattito in merito alla necessità di una maggiore educazione musicale degli... italiani del futuro. In omaggio a questa scuola di pensiero, che ha elaborato una metodologia completa per l’educazione all’attitudine musicale in età prescolare, le Edizioni Curci propongono il coloratissimo Ma che musica! Destinato evidentemente ad un pubblico di piccoli e piccolissimi (naturalmente affiancati da genitori e animatori), il volume, 48 pagine a colori in formato 12 x 12, è lo strumento che accompagna il percorso di ascolto proposto dal CD allegato. Questo raccoglie una selezione di brani tratti dal repertorio classico e jazz che vanno ascoltati guardando i disegni corrispondenti. La combinazione di musica, colore, forme e testi (questi ultimi devono naturalmente essere letti da un adulto) svilupperà, coerentemente alle indicazioni della Music Learning Theory di Gordon, la capacità del bambino di riconoscere un dato strumento associando alla forma e ai colori le sue caratteristiche sonore specifiche. EDIZIONI CURCI Ma che Musica! Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 La nuova gamma di piatti Meinl Byzance Extra Dry dice una parola nuova nel panorama del sound che viene dai bronzi di fusione più pregiati. La gamma Extra Dry presenta infatti una martellatura grande e profonda che, unita alla finitura naturale e non trattata del bronzo, consente all’artista di generare un suono davvero “scuro” e con un sustain piuttosto breve. La straordinaria caratteristica di questa serie è la vera unicità del suono di ogni singolo piatto, che viene martellato sulla forma, e che quindi ha un suono assolutamente unico e non duplicabile, con dominanti basse e un carattere spiccaMASTER MUSIC Piccolissimo e “cattivo” tamente esoterico. I piatti della gamma Bizance sono realizzati con una lega di bronzo in cui rame e stagno sono fusi in proporzione di 80 a 20. La gamma comprende cinque modelli: uno Hi Hat da 14” (nella foto in basso a sinistra), due Ride –rispettivamente da 21” e da 21”– e due Thin Crash da 16” e da 18”. Caratteristiche timbriche ed emissione accurata del suono faranno di questi piatti un punto di riferimento indiscusso per tutti i batteristi più raffinati e attenti alle sfumature del sound. Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 MEINL Byzance Extra Dry www.master-music.it Con 25 tasti e un design supercompatto, il nuovo sintetizzatore Korg MicroSynth è il “compagno ideale” sia in studio che sul palco. Al suo interno si ritrovano 620 sound program che sfruttano il motore HI synthesis –lo stesso utilizzato nella serie Triton. E inoltre quattro processori effetti indipendenti, un equalizzatore, due arpeggiatori polifonici e ben quattro uscite audio. Facilissimo da programmare grazie ai due editor (stand-alone e plugin) forniti di serie, può essere facilmente collegato a PC e Mac tramite la porta USB integrata. E in questo caso può anche funzionare come modulo multitimbrico a 16 parti. ESOUND Pad. 14 | Stand A09 A21 KORG MicroSynth www.eko.it Pad. 18 | Stand E72 www.curciedizioni.it Burt Bacharach per tutti Autore prolifico e pluripremiato, Burt Bacharach è un songwriter americano noto soprattutto per il successo raggiunto dai pezzi firmati per alcune delle più celebri colonne sonore della storia del cinema. Il profilo pubblicato da Ricordi rende conto della versatilità di questo autore: percorrendo –sia pure per sommi capi– il suo canzoniere, si attraversano le immagini e le storie evocate dalle note e si rivive la stagione d’oro della produzione hollywoodiana. La scelta dei brani comprende pezzi come Alfie, Raindrops keep fallin’ on my head, Walk on by... di ciascuno vengono proposti linea melodica, testi e accordi. Particolarmente indicato per cantanti e appassionati della grande musica da film. Universal Music MGB Publications Pad. 18 | E67 The Best of Burt Bacharach www.ricordi.it VOLETE SEGNALARCI LE NOVITA’ DELL’ULTIMA ORA? VENITE IN REDAZIONE: SIAMO AL PAD. 18 PRESSO LO STAND dismamusica. SAREMO LIETI DI PUBBLICARE LE VOSTRE NOTIZIE SUL NUMERO DI DOMANI! 31 Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Per un microfono senza compromessi Herman Burney è un apprezzato compositore ed arrangiatore americano. Raffinato contrabbassista, ha formato la propria personalità artistica studiando clarinetto, batteria e tuba. Ed è forse per questa sua intima “ricchezza di suoni” che, quando si parla di microfoni, Burney diventa particolarmente esigente e non si accontenta dei risultati normalmente considerati lo standard dell’amplificazione per il contrabbasso. Dopo numerose ricerche, Burney ha acquistato un microfono omnidirezionale compatto DPA 4052 e lo ha installato al ponte per mezzo di alcuni comunissimi elastici di gomma. “Sospeso com’è al centro dello strumento”, dichiara Burney mostrando con orgoglio il piccolo DPA, “riesce a catturare tutto lo spettro delle frequenze, con il risultato che nessuna delle frequenze utili va perduta e il suono globale è estremamente ricco e perfettamente adeM. CASALE BAUER rente alla mia idea di contrabbasso”. I risultati ottenuti da Burney hanno spesso sorpreso gli stessi fonici; il contrabbassista racconta ad esempio come, in occasione di una registrazione per la National Public Radio, un ingegnere del suono si sia letteralmente precipitato sul suo strumento per constatare di persona quale fosse il setup di Burney. E come, visto il piccolo DPA montato in quella maniera poco ortodossa, abbia affermato semplicemente: “Aaah... Ora capisco!”. I microfoni a condensatore DPA sono estremamente apprezzati in tutto il pianeta per le loro performance nelle installazioni dal vivo e in studio. Fondata nel 1992 da due ingegneri della Brüel & Kjaer, la DPA è oggi presente in più di 40 Paesi e può contare su di un’offerta sempre crescente di prodotti ad altissima tecnologia. Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 www.casalebauer.com Microfoni DPA Il batterista virtuale è arrivato È passato meno di un mese dall’annuncio ufficiale della disponibilità della nuova release di Groove Agent. Il batterista virtuale di Steinberg comprende nuovi drum kit, nuovi moduli (Special Agent e Percussion Agent) e una nuova funzione che permette di importare campioni ritmici personali. Ma, soprattutto, è dotato di una nuova sezione effetti, di 123 stili, di un nuovo compressore e di un equalizzatore a nove bande per ciascuna delle dodici uscite stereo disponibili. La “tavolozza sonora” offerta da Groove Agent è davvero vastissima, e riversa nelle Digital Audio MIDIWARE Workstation un profluvio di suoni che vanno dagli Anni Cinquanta e Sessanta ai kit delle prime batterie elettroniche, dai suoni metal all’hip hop. Il tutto, naturalmente, nella consueta veste facile da usare che, unita alla grande ricchezza di intro, variazioni e fill di ogni genere e durata, permette di personalizzare in modo semplice ed efficace le tracce ritmiche di qualsiasi produzione. Pad. 14 | Stand G51 H44 www.midiware.it Steinberg Groove Agent 3 Dismamusica Magazine SHOW DAILY Torque: il ritorno di un grande marchio Un nome importante dell’amplificazione per chitarra e basso, l’inglese Torque, torna ad essere distribuito nel nostro Paese. Protagonista dell’attesissimo ritorno è Stefy Line, l’azienda di Recanati che ha da poco firmato un contratto di distribuzione esclusiva per l’Italia. La gamma dei prodotti Torque, che oggi –dopo l’acquisto del marchio da parte di un grosso distributore russo– è interamente costruita in Cina su specifiche europee, comprende un vasto numero di soluzioni ad un ventaglio di esigenze che vanno dall’amplificazione personale alle apparecchiature da palco destiSTEFY LINE nate ad installazioni di elevata potenza. Nell’ampio catalogo figurano amplificatori combo per basso e chitarra, testate, cabinet, speaker e subwoofer. Le potenze vanno da 10 a 400 Watt (relativamente agli amplificatori per chitarra) e da 15 a 600 Watt (nel caso degli amplificatori per basso). Non mancano nemmeno i modelli per chitarra acustica e i grossi sistemi per le installazioni su palcoscenico e in discoteca. Tutti i prodotti Torque si caratterizzano per il prezzo aggressivo che, comunque, non compromette la qualità costruttiva e le performance misurate “sul campo”. Pad. 14 | Stand D51 F44 Torque Amplifiers www.stefyline.com Le cuffie che... volano alto Quanto è importante la capacità di una cuffia di isolare l’ascoltatore dall’ambiente esterno? E quali sono gli apparecchi in grado di raggiungere lo stato dell’arte in questo senso? Sennheiser ha dato una risposta autorevole a questi quesiti attraverso lo sviluppo e la produzione delle sue HME-100. Apprezzatissimo tra i professionisti come tra gli amatori del volo per la loro proverbiale affidabilità, questo headset garantisce un isolamento acustico pressoché totale anche all’interno delle rumorosissime cabine di pilotaggio degli apparecchi di piccole dimensioni. Un dettaglio, questo, non da poco: perché i disturbi acustici rappresentano la prima causa di incomprensione fra piloti e controllori di volo. Per mettere alla prova ulteriormente le HME-100, il distributore italiano di Sennheiser, Exhibo, ha deciso di collaborare in qualità di sponsor tecnico alle attività della pattuglia aeronautica Pioneer Team. E ha fornito una HME-100 a ciascuno dei piloti della squadra acrobatica. Il kit viene messo duramente alla prova ogni volta che gli aerei si librano in volo: i singoli piloti si affidano infatti esclusivamente ai comandi orali del caposquadra per coordinare le complesse manovre nei cieli. Proprio per questo, l’entusiasmo da loro manifestato dopo l’introduzione delle HME100 è da interpretare come una ulteriore, evidentissima conferma delle grandi doti di questo kit. Doti che, come chiunque può facilmente intuire, discendono da una grande tradizione di ricerca tecnologica costruita giorno per giorno e completamente condivisa con i prodotti della divisione pro-audio di Sennheiser, che vengono usati a bassa quota ma che non per questo rinunciano a... volare alto. EXHIBO Pad. 14 | Stand G41 H34 HME 100 www.exhibo.it Le percussioni di Tamburo Sono tredici i darbouka introdotti da Tamburo nel proprio catalogo nell’ambito della sezione dedicata alle percussioni. Con diametri da 6 a 8,5 pollici, i tamburi “a calice” di tradizione nordafricana, simbolo dell’incontro e dello stare insieme, fanno capo –all’interno del catalogo Tamburo– a tre diverse serie dalle caratteristiche fisiche e tecniche differenti. Ad aprire le... danze c’è la serie Aluminum (un esemplare da 8” è riprodotto in alto a destra), realizzata in sei modelli con incrementi progressivi del diametro dell’ordine di mezzo pollice. Segue la serie Egyptian (foto in basso a sinistra) disponibile nei formati da 8” e 8,5”. E, infine, la serie Copper, cinque modelli differenti realizzati in rame e rifiniti con una decorazione dal sapore decisamente esotico. PROEL Pad. 14 | Stand E45 G44 Darbouka www.tamburodrums.com SUGAR sceglie Digidesign Piccolissima! C’è un pizzico di... Digidesign nei nuovi dischi prodotti da Sugar. L’etichetta italiana, una delle case discografiche più rispettate del nostro Paese e la seconda per importanza in Europa (secondo una stima pubblicata dal Financial Times nel 1999), ha infatti da poco completato la realizzazione dei suoi nuovi studi di registrazione; e ha scelto come “cuore” dell’intera sala di ripresa un sistema Digidesign ICON Integrated Console. Il banco di mixaggio della sala regia è una postazione ICON D-Control a 48 fader dotata di Surround Panner; mentre il vero e proprio “motore” del sistema è una unità ProTools|HD 3 Accel. A corollario del sistema ci sono poi quattro interfacce di conversione Juniorset 1601 è il kit di dimensioni ridotte a marchio Base proposto da Sisme. Essenziale anche quanto a numero di pezzi, è composto da una cassa da 16” x 10”, da un tom da 10”x 6” e da un rullante da 10” x 4”. Nel kit, che comprende anche un piatto da 10”, sono incluse le bacchette e il pedale cassa. A/D Digidesign 192 I/O, un’interfaccia 192 Digital e un server DigiDelivery GT. “La scelta di questo sistema”, dichiara il fonico residente Emiliano Alborghetti “è stata dettata dalle considerazioni sulla flessibilità operativa. Lo studio è stato pensato per fare dal provino al disco finito, per cui serviva una soluzione molto veloce e flessibile che potesse garantire un alto grado di interoperabilità con altre realtà professionali. La struttura è stata progettata per poter offrire anche la possibilità di riprese video e set fotografici di alta qualità in un prossimo futuro, inoltre si sta tendendo a collaborare con altri studi e professionisti, anche fisicamente non presenti in studio. Per questi motivi si è scelto di affidarsi a un sistema ProTools|HD Accel, che è ormai uno standard affermato e garantisce una buona espandibilità, mentre la consolle ICON D-Control rappresenta uno strumento completo DIGIDESIGN ICON 32 e integrato con cui lavorare. ICON offre poi funzionalità e metodologia lavorativa che si rifanno a quelle dei grandi mixer analogici, ma con oneri di gestione e di manutenzione decisamente inferiori”. L’architettura digitale del nuovo studio si estende anche sull’area geografica: tutto il materiale registrato e missato dallo studio viene infatti “consegnato” nella sede centrale di Sugar, in centro a Milano, attraverso le funzioni di trasmissione sicura dei dati di DigiDelivery. “Un metodo”, chiosa Alborghetti, “estremamente veloce e molto più sicuro rispetto ai tradizionali corrieri”. Pad. 14 | Stand G06 www.digidesign.com SISME Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 Base Juniorset 1601 www.sisme.com Maestri delle cordiere La gamma di cordiere Puresound firmate da Drum Art si compone di sette diversi modelli progettati per rispondere nel modo più adeguato alle esigenze più diverse di batteristi e percussionisti. Fra i modelli più... personalizzati ci sono ad esempio la cordiera Equalizer, priva di fili nella parte centrale e quindi capace di limitare le vibrazioni involontarie prodotte dal suono degli altri strumenti; o le Varitone, realizzate con fili di diverso calibro per personalizzare il “calore” del suono. O, ancora, il modello 221, i cui otto fili presentano una sequenza continua di due attorcigliature lunghe e una corta. Tutte rigorosamente made in Italy e distribuite da Bode srl. BODE Pad. 14 | Stand H39 L38 Drum Art Puresound www.bodesrl.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Soluzione compatta Le dimensioni ridottissime e il design estremamente funzionale sono senza dubbio le caratteristiche più evidenti del kit HD-1 V-Drums Lite proposto da Roland nell’ambito delle novità 2007. Sviluppato con un occhio di riguardo a chi, per motivi di spazio o di budget, non può permettersi un sistema V-Drums di tipo tradizionale, il nuovo set è facile da usare, facile da montare e facile da spostare. I suoi sette elementi sono alloggiati, insieme al nuovo compattissimo modulo sonoro, su di una struttura tubolare estremamente sobria, che garantisce al tempo stesso grande stabilità e la possibilità di ripiegare l’intero kit in poco spazio e con un solo movimento. Dotato di un amplificatore da 15 watt realizzato su misura per questo sistema ma disponibile anche separatamente per l’abbinamento con altri kit (il modello PM-01 della foto qui sotto), HD-1 deve all’introduzione di un nuovo meccanismo per il pedale cassa un livello di rumorosità davvero molto basso. Come i suoi “fratelli” maggiori, inoltre, può essere collegato a qualsiasi apparecchio MIDI per applicazioni di computer music. Infine accetta in ingresso il segnale audio di lettori CD, MP3 o iPod; ed è quindi particolarmente adatto per tutti i batteristi che studiano con il supporto di basi Minus one. A casa o a scuola, in sala prove come nei più piccoli home studio, HD-1 si propone come la soluzione di riferimento per chi, anche in poco spazio, è alla ricerca di un suono autenticamente... grande. ROLAND ITALY HD-1 Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Un concorso e molte opportunità per i batteristi del futuro C’è tempo fino al prossimo lunedì 1 ottobre per iscriversi al grande concorso organizzato da Mapex e Casale Bauer. In palio c’è il titolo di “Drummer of Tomorrow”, letteralmente Batterista del futuro. Il concorso, che è rivolto a tutti i batteristi italiani fino a 25 anni di età, prevede due diverse categorie che fanno riferimento rispettivamente all’area groove e all’area tecnica. Ciascuna categoria è quindi divisa in due gruppi d’età separati dalla “linea di confine” dei diciott’anni. Per partecipare occorre innanzitutto compilare i moduli di registrazione M. CASALE BAUER disponibili sul sito italiano di Mapex (www.mapexdrums.it), quindi allegare alla richiesta di partecipazione un DVD con la registrazione video di un assolo e di una esibizione in gruppo. La commissione prenderà visione di tutti i DVD pervenuti; e su questa base procederà all’indicazione dei dodici finalisti, che si affronteranno a Bologna nel prossimo mese di dicembre. Qui, al termine della fase finale, saranno proclamati i quattro vincitori, a ciascuno dei quali verrà assegnata una borsa di studio spendibile presso la Music Academy 2000 di Bologna. I vincitori minorenni di entrambe le categorie riceveranno inoltre in premio una batteria Mapex VX5254; mentre i due vincitori maggiorenni verranno accolti con regolare contratto fra gli endorser italiani Mapex e avranno la possibilità di partecipare a titolo gratuito alla finale europea del concorso. Per informazioni sull’iniziativa, di cui sono media partner le riviste Drum Club, SM Strumenti Musicali e Percussioni, è possibile consultare il sito Mapex o rivolgersi presso lo stand Casale Bauer. Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30 Concorso Mapex “Drummer of Tomorrow” www.casalebauer.com Due casse per suonare Volete suonare con una doppia cassa? Desiderate conoscere a fondo tutti i segreti di questa tecnica e avere al tempo stesso una buona raccolta di esercizi con cui allenarvi? La doppia cassa e il sistema speculare, di Jeff Bowders, è il manuale che fa per voi. Il testo fa parte della collana Musician’s Institute con cui Carisch, grazie ad accordi con la Hal Leonard, propone al pubblico italiano la versione italiana di prestigiosi metodi statunitensi. CARISCH Il libro di Jeff Bowders ha quindi le caratteristiche fondamentali della didattica d’oltreoceano e affianca ad un metodo sempre attento alle applicazioni pratiche un linguaggio diretto e di facile comprensione. Come gli autori sottolineano nella breve pagina introduttiva, il loro obiettivo è quello di allargare l’orizzonte di chi legge facendolo anche divertire... In poco più di 100 pagine si succedono centinaia e centinaia di groove di ogni tipo, attraverso i quali potrete esplo- Pad. 14 | Stand L21 M14 La doppia cassa e il sistema speculare rare a fondo la tecnica della doppia cassa. Il materiale è suddiviso in quattro sezioni precedute da un’introduzione; e se quest’ultima si occupa di fornire uno sguardo d’insieme sulla materia, i quattro capitoli dedicati alla pratica sui groove sono intitolati rispettivamente ai pattern con i sedicesimi, ai fraseggi misti di sedicesimi e trentaduesimi, alle terzine di ottavi, e ai groove con terzine di ottavi e sedicesimi. Al termine, complice anche il CD audio allegato, avrete una visione d’insieme piuttosto ampia della tecnica della doppia cassa –e un gran numero di nuove idee da applicare in ogni situazione. www.carisch.com 33 Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Metti un Bassman nel pedale Tre per una chitarra Ad una prima occhiata, complice il logo Fender inciso nella sgargiante targhetta che campeggia al centro dello chassis, si sarebbe tentati di credere che questo non sia uno stompbox, ma la riproduzione in miniatura di uno dei classici amplificatori Bassman. La forma e le dimensioni, tuttavia, sono quelle standard degli effetti a pedale marchiati BOSS; e infatti il logo che troneggia al centro dello switch a pedale è proprio quello della Casa giapponese. A questo punto basta davvero poco per accertarsi della verità; e per scoprire come i progettisti Boss e Fender abbiano lavorato insieme all’idea di questo effetto, che è in grado di riprodurre con grande fedeltà le sonorità naturali degli amplificatori Bassman del ’59. D’ora in avanti il timbro ricco, brillante e un po’ grasso di quel suono non sarà più dominio esclusivo dei pochi fortunati possessori di un amplificatore originale, ma potrà essere riprodotto fin nei minimi dettagli da chi si rivolgerà a questo pedale. Il piccolo pannello di controllo, con i suoi quattro potenziometri neri, ricalca anche nelle possibilità di controllo la struttura e le funzioni degli amplificatori Fender; e serve a comandare il processore COSM dedicato che risponde in tempo reale agli interventi. ROLAND ITALY FBM-1 Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40 www.roland.it Un intero trio si è mobilitato per presentare al pubblico la nuova chitarra Heaven Jazz Gianfranco Continenza Signature prodotta dall’italianissima Jacoland. L’appuntamento quotidiano è presso lo stand del liutaio di Castell’Arquato, dove il chitarrista Gianfranco Continenza, accompagnato da Adriano Brunelli al basso e da Federico Righi alla batteria, si esibirà dal vivo per dimostra- Heaven Jazz Gianfranco Continenza signature Piccolo e versatile È davvero inconfondibile la chitarra acustica elettrificata che Jacaranda ha realizzato per Gabor Lesko. Lo strumento, che affianca ad una cassa hollow-body in mogano una preziosa tavola armonica in abete della Valle di Fiemme, ha una vistosissima rosetta a forma di fiore di loto intagliata a mano. Simbolo mistico della tradizione buddista, motivo ornamentale medievale e archetipo degli “strani anelli” matematici che si incarnano in musica nelle progressioni armoniche, il fiore di loto è per lo strumento costruito da Jacaranda ben più che un accessorio. Tanto più che anche gli altri dettagli –come il manico SideBolt™ in ebano che permette di suonare facilmente anche sulla regione più acuta della tastiera– concorrono insieme all’apertura a regalare a questo strumento una personalità e una versatilità davvero “al di fuori del tempo”. Compattissimo e particolarmente vivace grazie alla sua colorazione rosso fuoco, il P-Solo Ribbon Box della True System è un preamplificatore microfonico di alta qualità che dà il meglio di sé dal vivo e nelle applicazioni Home Recording. Con una risposta in frequenza che va da 1,5 a 500.000 Hz, il “piccolo” pre della True System offre, accanto ad un ingresso Hi-Z dedicato agli strumenti, un ingresso sbilanciato XLR con alimentazione Phantom e HPF e due uscite analogiche (XLR e Jack TRS). è quindi particolarmente indicato per l’abbinamento con interfacce audio professionali e microfoni di alta qualità, per allestire con poca spesa e poco... spazio un mini-studio di registrazione capace di prestazioni e standard qualitativi particolarmente elevati. Da scoprire allo stand Exhibo, insieme ai “fratelli maggiori” True System. Pad. 14 | Acoustic Guitar Village Lotus Gabor Lesko Signature www.jacaranda.it EXHIBO P-SOLO re le particolarità del “suo” strumento. La Heaven Jazz (nella foto qui a lato) è uno strumento a 22 tasti con tastiera in ebano, manico e corpo in mogano e top in acero fiammato. Monta corde Richard Cocco, meccaniche Grover e pickup Seymour Duncan. Questi ultimi sono distribuiti rispettivamente sul ponte (il modello JB SH4) e sul manico (il modello Jazz SH2N). Pad. 14 | Stand E05 JACOLAND La chitarra dal fiore di loto JACARANDA Dismamusica Magazine SHOW DAILY Pad. 14 | Stand G41 H34 www.exhibo.it www.jacoland.it Un eco a nastro... formato pedale Il sound dell’eco a nastro è stato ormai consegnato alla storia, ma nella memoria collettiva continua ad esercitare un fascino del tutto particolare. Quello stesso suono, che anni fa veniva bollato come vecchio e superato, è oggi ricercatissimo dai professionisti, che spesso si affidano ai plugin per ricostruire il feeling degli anni Sessanta. Sul palco, però, è molto più comodo affidarsi ad un pedale; ed è per questo che Hughes & Kettner ha realizzato Replex, un interessantissimo effetto in formato stompbox che combina tecnologia digitale e circuiti valvolari per offrire una delle più efficaci ricostruzioni del mitico sound dei Sixties. Replex può essere usato sia come riverbero moderno sia come Vintage Tape Delay. In questo caso permette di controllare la simulazione degli effetti di wow e flutter e di saturazione del nastro. SISME REPLEX Pad. 14 | Stand M41 N34 N40 www.sisme.com Il POD da... pavimento Si chiama Floor POD Plus ed è la risposta di Line6 a chi chiedeva un prodotto con le stesse caratteristiche del POD 2.0 in un formato che ne consentisse un utilizzo facile e immediato sul palco. Il nuovo arrivato integra i suoni leggendari del POD 2.0 con una catena di ventiquattro effetti; e offre quindi la possibilità di ottenere in modo semplice e veloce il proprio sound senza “incrociare” fra loro ampli e unità effetti ingombranti e costosi... e senza spaccarsi la schiena per trasferire tutto questo sul palco. MOGAR MUSIC Floor POD Plus I modelli di amplificatori integrati sono 32 e comprendono in misura equa alcuni degli ampli di maggiore successo degli ultimi anni e numerosi “grandi classici” il cui suono non invecchia mai. A titolo di esempio citiamo, fra gli altri, i modelli relativi al Marshall JCM800, al Mesa Boogie Mark II C, al Vox AC30 e al Fender Bassman del 1959. Ad essi si aggiungono poi i 16 modelli di cabinet, che possono essere liberamente associati ai precedenti per costruire in modo virtuale l’amplificatore ideale. Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10 Pulito ed essenziale nella forma del pannello frontale, Floor POD Plus lo è anche nella sezione degli ingressi e delle uscite, che, oltre agli out stereofonici “canonici”, si limitano ad una uscita cuffie e a due porte MIDI attraverso le quali si può dialogare con pedaliere e PC per controllare i programmi e per salvare le impostazioni personali in formato SysEx. www.mogarmusic.it Midione: i nuovi pedali italiani C’è un nuovo marchio italiano nel settore dei pedali per chitarra. È Midione, una realtà produttiva tutta italiana con un catalogo di prodotti di alta qualità. I primi ad essere presentati in fiera sono le pedaliere MIDI FLX-8 Loop (nella foto in basso a destra) e FLX-9. La prima combina in un’unica soluzione le funzioni tradizionali di una pedaliera MIDI e di un switcher. Disponibile in due versioni (All Loop e Mix), ha un design molto lineare, che si concretizza nella preESOUND Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 MIDIONE FLX-8 | FLX-9 34 senza sul pannello frontale di undici pulsanti e di un generoso display a due cifre. I suoi 64 preset possono memorizzare un MIDI Program Change ciascuno, e sono quindi più che sufficienti per governare con facilità la stragrande maggioranza dei cambi di suono utilizzati durante un concerto. Ad essi si aggiunge la funzione di switching audio, che può essere utilizzata ad esempio per passare da un canale all’altro di una testata senza muovere i cavi. Il modello FLX-9 All Loop è al momento attuale il top di gamma. La sua implementazione MIDI è decisamente più ricca, perché permette di gestire, oltre ai Program Change, anche i messaggi Control Change – per comandare ad esempio l’On/Off dei singoli effetti su multieffettti che prevedono questa funzione. www.eko.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende RamirezDisma.qxp 21 Settembre 2007 30/08/2007 14.39 Pagina 1 Un Randall Artist è fra noi Si chiama Patrick Abbate, e da diversi anni a questa parte i visitatori italiani degli appuntamenti di settore lo conoscono come endorser ufficiale Randall. Chitarrista “infuocato” capace di ammaliare con la sua tecnica anche un pubblico smaliziato, Patrick è ugualmente noto per la sua contagiosissima simpatia e per la grande umanità con cui, da sempre, si rivolge a MASTER MUSIC chi gli chiede consigli, risposte, precisazioni. Ebbene, proprio per queste sue qualità, Patrick Abbate è stato nominato, lo scorso dicembre, European Artist of The Year 2006 dalla giuria congiunta Washburn-Randall, che gli ha per l’occasione attribuito la targa della fotografia qui accanto. “Il riconoscimento attribui- to a Patrick”, ci ha dichiarato Claudio Formisano, titolare di Master Music e distributore per l’Italia sia del marchio Washburn che del marchio Randall, “è davvero importantissimo. Basti pensare che nella ristretta cerchia dei Randall Artists, di cui Patrick fa parte, si contano alcuni dei più grandi e apprezzati chitarristi del mondo, come Kirk Hammett dei Metallica o Brad Delson dei Linkin Park.” Avanti, allora; e... tutti pronti ad ascoltare le evoluzioni chitarristiche di Patrick! L’appun- Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20 Randall Amplifiers - Patrick Abbate tamento si ripete ogni giorno, dall’apertura dei padiglioni fino al... tramonto, presso lo stand Master Music. www.master-music.it Boomerang da Bosoni Si chiama “Boomerang” l’Interessante iniziativa di uno dei rivenditori di riferimento dell’area milanese, che propone al pubblico di Meet un simpatico “gioco” per promuoversi e che è disposto a premiare i partecipanti con uno sconto significativo sull’acquisto di uno strumento musicale (10%). Il meccanismo è semplice: basta utilizzare i moduli predisposti da Bosoni e recuperabili anche in Fiera presso gli stand delle aziende che hanno partecipato, richiedere a una di queste aziende, dopo aver visitato lo stand, di apporre un timbro sul foglio, compilare il modulo in ogni sua parte e tornare, entro il 15 ottobre, a visitare il punto vendita Bosoni di Corso Monforte al 50. E il gioco è fatto: il boomerang è tornato alla base e chi lo porta ha diritto allo sconto. Facile, no? Qui di fianco vi proponiamo il layout del modulo Bosoni, con la scritta “SPECIMEN” che lo attraversa, perché in effetti valgono solo i moduli originali distribuiti dall’operatore milanese: non vale ritagliare Dismamusica Magazine! Hanno partecipato all’iniziativa, in rigoroso ordine alfabetico, Damon Music, EKO, ESound, Furcht, Korg, Master Music, Proel, Roland e Yamaha. Buona caccia! BOSONI Boomerang www.bosoni.it L’arrangiamento è servito Come si scrive una buona partitura per la sezione fiati di una big band? Quali sono i meccanismi armonici che interagiscono fra le diverse parti di un quartetto jazz? Come si possono adeguare in modo efficace gli accordi alla linea melodica (e viceversa)? A questi e a molti altri interrogativi risponde l’illustre compositore e arrangiatore David N. Baker nel suo ArrangiaEDIZIONI CURCI mento e composizione per il gruppo Jazz, R&B, Jazz-Rock. Baker, che vanta una carriera strepitosa come arrangiatore, ha lavorato con personaggi del calibro di Lionel Hampton, Quincy Jones, Wes Montgomery, e a tutt’oggi è il presidente del Dipartimento Jazz della Indiana University School of Music. Didatta di lungo corso, ha trasferito sulle pagine di questo libro lo stile sobrio, diretto e didascalico delle sue lezioni. Ricchissimo di esempi musicali e di spunti di approfondimento, questo libro è probabilmente poco indicato per chi è abituato ad un approccio di tipo discorsivo; ed è invece da consigliare per tutti coloro che intendono farsi un’idea schematica dei meccanismi fondamentali dell’armonia e della scrittura jazz. Pad. 18 | Stand D63 E72 Arrangiamento e Composizione www.curciedizioni.it Creatività alla chitarra Un vecchio manuale di armonia esordiva con la constatazione che ciascun jazzista è prima di tutto un autore, e che non si può pensare di avvicinarsi a questo stile musicale senza passare attraverso lo sviluppo delle abilità compositive. Più di recente, la didattica musicale ha scoperto il ruolo centrale della creatività anche in relazione ad altri linguaggi, e ha schiuso nuove, infinite possibilità di confronto con la musica anche a chi non può fregiarsi del titolo di compositore. Un rapporto creativo con il proprio strumento può offrire grandi soddisfazioni anche ai primi anni di corso; ed è contemporaneamente in grado di svelare a chi stuCARISCH Pad. 14 | Stand L21 M14 Tecnica di arrangiamento chitarristico dia le strutture armoniche del pensiero musicale. Partendo da questi presupposti si può intuire quanto prezioso possa rivelarsi un libro come quello intitolato Tecnica di arrangiamento chitarristico che porta la firma di Mauro Storti. Dedicato agli studenti dei corsi tradizionali di chitarra classica, il volume intende “colmare il vuoto” lasciato scoperto dalla programmazione didattica in uso dei conservatori e offrire a chi è abituato esclusivamente a leggere la partitura gli strumenti intellettuali per imparare a realizzare un accompagnamento a partire da una semplice griglia di accordi. Nel breve giro di sessanta pagine si susseguono esempi di melodie sviluppate sulle note delle triadi e quadriadi di uso più comune, schemi per la disposizione degli accordi principali ed esempi anche estesi di accompagnamenti completi realizzati su brani noti. Il tutto, naturalmente, scritto e diteggiato con la precisione e la cura tradizionalmente associate alle opere di Mauro Storti. www.carisch.com 35 Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Alla scoperta del pianoforte Il pianoforte è uno degli strumenti musicali più diffusi sul pianeta. Da duecento anni a questa parte è considerato il cardine della civiltà musicale europea, e ogni anno ne vengono prodotti diversi milioni di esemplari. Nonostante questa popolarità, però, non si può dire che il pubblico abbia un’idea precisa della storia di questo strumento. Quasi tutti sanno che è stato inventato da Bartolomeo Cristofori e che, grazie alla sua capacità di riprodurre livelli di dinamica quasi infiniti, ha sostituito il clavicembalo; ma le nozioni, spesso, si fermano qui –mentre sulle vicende di questo strumento, sulla sua evoluzione e sulla sua fortuna c’è ancora molto da raccontare. Universal Music MGB Publications Di questo compito si incarica Il pianoforte classico, agile volume scritto da Riccardo Allorto per i tipi della casa editrice Ricordi. L’autore –già noto al pubblico di professionisti e studenti per la sua fortunata Storia della musica in uso nei Conservatori– offre una visione panoramica della linea che, dai tempi dell’invenzione di Cristofori, giunge fino al 1827, data della morte di Beethoven. È un “secolo lungo”, tutto fitto di esperimenti, invenzioni e perfezionamenti che conducono il “gravicembalo con il piano ed il forte” alla posizione di strumento d’elezione della musica e della cultura europea. Alla descrizione dell’opera dei singoli costruttori, cui si accompagnano numerosi stralci da articoli e lettere d’epoca, fa seguito una trattazione sistematica delle grandi composizioni pianistiche del periodo classico. Sonate e concerti per pianoforte ed orchestra di Haydn, Clementi, Mozart, Beethoven sono presentati in rapida carrellata; di ciascuna composizione l’autore dà un’analisi sommaria, che mette in luce i passaggi più interessanti dal punto di vista pianistico, la struttura formale di base e tutti gli aspetti che costituiscono un passo in avanti nella “conquista dello strumento” da parte di compositori ed esecutori. Interessante come “lettura parallela” ad un corso di studi pianistici di impostazione classica, Il pianoforte classico può diventare il pretesto per una più approfondita esplorazione della letteratura pianistica sia per gli appassionati che per gli studenti. Pad. 18 | Stand E67 Il pianoforte classico www.ricordi.it Per registrare (bene) il pianoforte Registrare il suono del pianoforte, come sa chiunque abbia provato ad incidere in proprio, richiede competenze tecniche raffinate e strumenti tecnologici avanzati. I grandi studi di registrazione che “catturano” le performance dei grandi pianisti sono dotati degli uni e delle altre... ma come fare se non si dispone di quei mezzi? Una risposta confortante arriva da Kawai, che propone il sistema compatto PR-1. Il “pacchetto” comprende due microfoni pensati per essere disposti con grande facilità all’interno dello strumento. Grazie al fissaggio con strisce di velcro, i due trasduttori possono essere fissati a contatto della struttura; e in questa posizione la loro resa è davvero notevole. Facile da usare e da trasportare, aperto all’uso di basi musicali o di un segnale audio esterno da affiancare all’esecuzione pianistica, PR-1 è la soluzione ideale per la cattura “al volo” di registrazioni fedeli. FURCHT PR-1 Pad. 18 | Stand D83-E86 www.furcht.it Accessori per pianoforte Pianosound aggiunge alla propria offerta una linea completa di accessori per pianoforti che comprende, oltre ad una linea di panchette di vari colori, una serie di coperture per pianoforti a coda. Il modello della foto in alto è composto da diversi strati: l’esterno di finta pelle, disponibile sia in versione “liscia” che con decorazioni floreali in rilievo, è nero. Il manto interno è bianco e imbottito in Pile, e svolge la doppia funzione di protezione e di pulizia del mobile. La copertura, senza cuciture, è completamente impermeabile. PIANOSOUND Pad. 18 | D93 www.pianosound.it Dismamusica Magazine SHOW DAILY Come esercitarsi al pianoforte e vivere felici (ignorando i vicini) Uno dei problemi più spinosi, per chi alla fortuna di una passione per il pianoforte non può affiancare quella di possedere una villa isolata, è quello di trovare il modo di esercitarsi per svariate ore al giorno senza incorrere... nell’ira funesta dei vicini. Le cronache giudiziarie sono infatti piene di sentenze e procedimenti volti a tutelare la quiete dei condomini; e spesso chi vuole studiare non sa proprio come fare per coniugare impegni di studio e pratiche di buon vicinato. Al di là degli estremi di chi si impegna in estenuanti contese legali o si fa costruire una stanza insonorizzata, c’è chi sceglie di affiancare allo strumento acustico un modello digitale per studiare in cuffia; ma questa soluzione è spesso osteggiata dagli insegnanti di strumento, che sottolineano come la meccanica dei digitali, per quanto avanzata, non sarà mai paragonabile a quella di un pianoforte autentico. Una validissima alternativa per riuscire a studiare con profitto senza innervosire i vicini è quella offerta dai sistemi QuietTime a marchio PianoDisc, presenti in Fiera presso lo stand della Crescendo. Prodotti in California da una delle aziende leader mondiali di settore, questi sistemi si compongono di un sensore ottico o touch-film, di una barra per il blocco della corsa dei martelletti e di un generatore sonoro che fa anche da sequencer e da interfaccia MIDI per il collegamento dello strumento a perconal computer e periferiche elettroniche. Grazie alla loro flessibilità, i sistemi PianoDisc possono essere installati su qualsiasi pianoforte verticale o a coda indipendentemente dal marchio e dal periodo di fabbricazione. Sono perciò in grado di trasformare rapidamente, e con poca spesa, un pianoforte tradizionale nello strumento capace di risolvere i problemi di buon vicinato e di spalancare la strada all’integrazione con tutte le più recenti applicazioni di computer music. CRESCENDO srl Pad. 18 | Stand G96 PianoDisc QuietTime www.crescendosrl.it Con Czerny al pianoforte Quella di Carl Czerny è una delle figure della didattica pianistica più importanti di tutti i tempi. Allievo di Beethoven e maestro di interpreti funambolici (ebbe fra i propri allievi anche Franz Liszt), Czerny fu un insegnante ricercatissimo per tutta la vita; e consacrò di fatto la propria carriera alla didattica del pianoforte, elevando a proprio motto ideale la considerazione secondo cui “il lavoro duro e l’esercizio continuo rappresentano l’unico percorso credibile per riuscire”. Autore di più di mille composizioni (molte delle quali raccolgono sotto un unico numero d’opera diversi studi), Czerny è celebre in tutto il mondo per i suoi Studi: una serie numerosissima di brevi pezzi che affrontano con sistematicità l’intero arco delle potenzialità tecniche della prassi esecutiva del suo periodo. Cromatismi, note puntate, abbellimenti, staccato, note ribattute, trilli, terzine… le sue pagine sono, per così dire, una sorta di enciclopedia praSCHOTT Pad. 18 | Stand D57-E66 Essential Exercises 36 tica dell’arte pianistica che, se messe in pratica con il giusto metodo, contribuiscono a costruire una tecnica strumentale “a tutto tondo”. È quindi perfettamente comprensibile come, ancora oggi, le opere di Czerny “facciano scuola”… e non c’è da meravigliarsi che vengano pubblicate in continuazione, sia attraverso una semplice ristampa che sulla base di una nuova edizione. I 100 esercizi facili proposti da Schott nell’ambito della serie Essential Exercises appartengono a questa seconda categoria; e propongono in una veste curata e moderna gli studi dell’opera 139 del compositore viennese. La nuova edizione, che propone una revisione delle diteggiature in modo da trarre il massimo profitto dagli esercizi in rapporto alle caratteristiche tecniche dei pianoforti attuali, è stata curata da Wilhelm Ohmen; ed è facile prevedere che occuperà ben presto un posto fisso nella biblioteca personale di moltissimi studenti. www.schott-music.com Dismamusica Magazine SHOW DAILY Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 Campionare in viaggio Si chiama MPC500 ed è considerato il primo dispositivo che integra nelle dimensioni di un apparecchio portatile tutta la tecnologia e le funzioni necessarie per la produzione di musica. Semplice da usare, intuitivo nella disposizione dei comandi a pannello, MPC500 è l’apparecchio ideale per la creazione di groove, di basi e di sequenze a partire da campioni catturati “al volo” o importati da librerie esterne. ESOUND Un virus imperversa in Fiera Singoli campioni ed intere song possono essere processati attraverso i due multieffetti interni, che fra l’altro possono intervenire in tempo reale sul segnale in ingresso. Ideale complemento del set di strumenti dei DJ, MPC500 può essere utilizzato comodamente anche in viaggio grazie al formato ridotto, all’alimentazione a batterie e all’uscita cuffie. Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20 AKAI MPC500 www.eko.it L’arranger che lavora con l’audio Nomen omen, dicevano gli antichi, a significare che il nome descrive spesso i caratteri fondamentali di una persona. Lo stesso si potrebbe dire della nuova Ketron Audya: una tastiera arranger che sostituisce gran parte degli accompagnamenti MIDI con tracce audio stereofoniche registrate dal vivo ed elaboKETRON Audya rate con l’aggiunta dei dati di sincronia. Lo scopo, nelle intenzioni dei progettisti, è quello di rendere l’esperienza di ascolto di chi siede alla tastiera molto simile a quella che si ha all’interno di un gruppo. Settantasei tasti semipesati, 197 note di polifonia, un hard disk interno da 40 GByte per la registrazione, la disponibi- Pad. 14 | Stand D41 E34 lità ad accettare dati da CD, DVD, lettori MP3 e momery stick... tutte queste caratteristiche fanno di Audya la nuova ammiraglia del marchio Ketron e uno degli strumenti di riferimento per l’intero mercato. www.ketron.it Principe del design Di norma, i pianoforti digitali sono, anche dal punto di vista dell’aspetto esteriore, un’imitazione più o meno fedele del pianoforte acustico; e in questo non brillano certo per originalità. Yamaha, invece, che vanta fra le proprie unità aziendali uno fra i più avanzati studi di design del mondo, ha introdotto di recente nel proprio catalogo di strumenti musicali elettronici uno dei pianoforti digitali più belli di tutti i tempi. È il modello H01, che nasce da una rilettura dell’idea di pianoforte e che, accanto ai YAMAHA H01 valori straordinari delle sue linee, si mette in risalto per la raffinatezza delle soluzioni tecnologiche adottate. H01 ha una tastiera in vero legno, pesata in modo progressivo; come su un pianoforte a coda tradizionale, i tasti della regione grave sono leggermente più pesanti di quelli della sezione acuta. Il problema del peso non è però l’unico sul quale i progettisti hanno lavorato a fondo. Per assicurare ai pianisti una “sensazione” il più vicino possibile a quella che si prova di fronte ad uno strumento acustico di pregio, hanno sviluppato una funzione che permette di ribattere molto rapidamente un tasto senza che il campione venga interrotto. In pratica, ad ogni discesa del tasto corrisponde l’inizio di un nuovo campione, ma non la fine Pad. 18 | Stand G92 E77 E83 Non è una malattia, ma con ogni probabilità contagerà molti visitatori: è la linea Virus TI di Access, grande protagonista in questi giorni con tre modelli differenti al centro dello stand Sound Wave. La sigla TI sta per Total Integration e riassume in due lettere un intero concetto progettuale: vale a dire l’integrazione negli strumenti musicali delle funzioni più avanzate delle applicazioni computer music e audio professionali. Diversi nell’interfaccia, i tre Virus condividono questa impostazione di fondo, che si concretizza nella presenza di una porta USB e di un plugin dedicato: il modulo VIRUSControl™, compatibile con le architetture VST/AU. Grazie ad esso, ciascuno dei sintetizzatori può essere “visto” dalle applicazioni software come parte integrante del sistema. I vantaggi sono evidenti: perché, oltre a poter richiamare, modificare e utilizzare direttamente dal computer singole patch e interi banchi, il sistema si arricchisce anche dell’intero gruppo di ingressi e uscite della tastiera. Questi ultimi contano, oltre alle porte MIDI in e out, una porta S/PDIF e ingressi e uscite analogiche bilanciate con risoluzione a 24 bit e frequenza di campionamento a 192 kHz. Naturalmente, il collegamento al PC –o al MAC– non riduce i VIRUS a oggetti passivi, anzi. Grazie al “Remote Mode”, ciascuno di essi può essere utilizzato come potente suSOUND WAVE Virus TI Series Pad. 14 | L51 M44 perficie di controllo, con tanto di assegnazione personalizzabile delle manopole a pannello per il controllo dei parametri MIDI. Questa flessibilità sarebbe di per sé sufficiente a fare dei tre VIRUS altrettanti standard di mercato per il settore dei notebook studio; ma non bisogna dimenticare che tutti e tre sono prima di tutto sintetizzatori estremamente potenti e aggressivi, che perpetuano la tradizione del marchio Access. Con 9 oscillatori più 9 sub per voce, e una polifonia raddoppiata rispetto ai modelli precedenti, i Virus TI possono gestire in tempo reale fino a 1.800 oscillatori e processare il risultato finale con un potente DSP Dual-core a bassissima latenza. Le tre versioni si equivalgono tutte dal punto di vista dell’elettronica e delle funzioni: ma vengono incontro ad esigenze di diverso tipo per quanto riguarda l’interfaccia; e questo spiega la presenza di tre “scocche” decisamente diverse. Virus TI Desktop (in alto, al centro del box) può essere montato a rack e ha il pannello posteriore orientabile in modo da facilitare il cambiamento delle connessioni. Virus TI Keyboard (il modello della foto qui a destra) vanta una tastiera semipesata da 61 tasti; mentre Virus TI Pølar (in alto a sinistra), con i suoi 37 tasti dinamici, è il “punto di mezzo” della gamma. www.soundwave.it del suono precedentemente emesso, che continua a vibrare fino al naturale decadimento. Interessantissimo è infine il sistema di generazione del suono, che combina i nuovi campioni AWM Dynamic Stereo con il campionamento della risonanza della tavola armonica e con la registrazione di tutti i piccoli rumori tipici della meccanica di un pianoforte autentico –ad esempio la percussione dei martelletti, il rumore di ritorno del tasto e il leggerissimo “sfregamento” degli smorzatori sulle corde. www.yamaha.it Leggerissimo e molto realistico Quando lo si ascolta per la prima volta, si è portati a pensare che Pianoteq, il virtual instrument introdotto di recente a catalogo da Midiware, sia una delle ormai numerosi librerie di campioni del “peso” di svariati giga. E invece il giovane plugin, arrivato finora alla sua seconda generazione, è leggerissimo: solo 15 mega! La ragione sta nel fatto che Pianoteq è in realtà un sintetizzatore, e dei più raffinati. Al suo interno sono presenti dei MIDIWARE Pianoteq modelli fisici che collaborano alla ricostruzione accurata del suono di un pianoforte a coda da concerto. Con questo tipo di strumento, fra l’altro, ci si può divertire a modificare i cosiddetti “parametri fini”: tutte quelle regolazioni cioè che, quasi ci si trovasse di fronte ad uno strumento reale, permettono di personalizzare il suono sulla base del gusto e delle esigenze di chi lo deve suonare. Dalla durezza dei martelli al tipo di accordatura, dal coef- Pad. 14 | Stand G51 H44 ficiente di rifrazione della tavola armonica alle dimensioni della cassa di risonanza... tutto è modificabile a piacere per “costruire” il suono di riferimento. Con buona pace dei campionatori... www.midiware.it 37 Dalle Aziende Dalle Aziende 21 Settembre 2007 L’integrale di Debussy L’Antologia delle Antologie Fra le numerosissime proposte con cui Carisch si presenta all’appuntamento di MEET Milano c’è l’ormai celebre collana di antologie per strumenti a fiato curata da Andrea Cappellari. Si tratta di una serie che ha riscontrato un grande successo nel corso degli ultimi anni, e che si può ammirare in tutto il suo... splendore presso lo stand dell’editore milanese. Arrivata quest’anno ad otto volumi, la serie Anthology è dedicata a flautisti, clarinettisti e sassofonisti in cerca di un repertorio “leggero” con cui misurarsi per piccole esibizioni domestiche, saggi e momenti musicali in compagnia. L’ambiente musicale di riferimento, per tutti i volumi, è quello dei cosiddetti evergreen, i classici senza tempo che ben si prestano ad essere rivestiti, per così dire, dalle sonorità degli strumenti a fiato. Dagli hit di Simon & Garfunkel agli standard più popolari della tradizione jazz, dalle song di Stevie Wonder alle intramontabili melodie tratte dai grandi film d’animazione della Disney, dalle grandi canzoni della tradizione latina alle sigle dei serial televisivi, per arrivare fino a successi degli anni Ottanta come Flashdance, The Final Countdown o Moonlight Shadow... Con queste pagine, che fra primo e secondo volume dedicano a ciascuno strumento qualcosa come sessanta titoli diversi, c’è davvero da sbizzarrirsi. Tanto più che ogni volume è accompagnato da un CD audio sul quale si possono trovare tutti gli arrangiamenti eseguiti in modalità “minus one”. Ogni libro comprende infine anche un diagramma delle diteggiature di facile lettura, attraverso il quale anche chi non è in possesso di una grande preparazione tecnica può imbastire un pezzo in breve tempo. CARISCH Prosegue senza sosta la lunga e complessa pubblicazione dell’integrale delle opere pianistiche di Claude Debussy. L’operazione, che vede impegnata in prima fila l’editrice francese Durand, viene portata avanti in collaborazione con le edizioni Ricor- Anthology - per strumenti a fiato 23-07-2007 17:28 Pagina 1 Integrale di Claude Debussy qualsiasi microfono , vale sempre Offerta valida fino al 30/06/2008 in tutti i negozi aderenti all’iniziativa Pad. 18 | Stand E67 Sfogliando il volume di Susan McClary dedicato alla Carmen di Bizet si ha come l’impressione di assistere alla scomposizione di un raggio di luce attraverso un prisma. La celeberrima opera lirica viene infatti analizzata da diversi punti di vista, e il quadro che ne esce è una sorta di caleidoscopio in cui si mescolano gli influssi di letteratura, storia sociale, gusto musicale. La lettura della musicologa americana parte dalla novella di Mérimée da cui è tratto il libretto, prosegue con il racconto delle tensioni sociali che attraversavano la Francia dell’Ottovento e continua a “seguire” l’opera anche ben oltre la sua prima rappresentazione, spinRUGGINENTI Pad. 18 | Stand F 70 E63 Carmen | DENTROLOPERA La scelta del Professionista Con l’acquisto di un Evolution e935 riceverai dal tuo negoziante uno sconto di € 20,00 20057 Vedano al Lambro (MI) - Tel. 03949841 www.exhibo.it/sennheiser - [email protected] Sinfonica Jazz presenta il quarto volume della nuova edizione del fortunato metodo di Andrea Avena dedicato a teoria, armonia e ear training. Pubblicata per la prima volta nel 1993, quest’opera è stata apprezzata moltissimo per la completezza dell’impianto e per la chiarezza dell’esposizione. L’ultimo volume, accompagnato da un CD con gli esercizi di ascolto e gli esempi musicali, prende le mosse dal blues minore per parlare quindi dell’Anatole, dei tempi dispari, dei diversi tipi di accordi di dominante e delle loro possibili risoluzioni. Gli argomenti sono suddivisi in capitoli progressivi che corrispondono di fatto a lezioni. Come sottolinea Massimo Moriconi nelle note di presentazione, basta acquistare questo libro per avere automaticamente “anche un elaborato, dettagliato e divertente programma di teoria, solfeggio, dettato ritmico-melodico etc.”. CARISCH Pad. 14 | Stand L21 M14 www.carisch.com Cantando musical Alzi la mano chi non conosce almeno un musical. Questo genere musicale, che vanta al suo attivo successi come Cats, Jesus Christ Superstar, Grease, ha conosciuto negli ultimi anni una fase di grande popolarità nel nostro Paese. Sull’onda di questo movimento d’opinione, e come conseguenza diretta della fortuna di molte delle più recenti produzioni teatrali, moltissimi giovani studenti di canto hanno deciso di avvicinare questo repertorio, coltivando la prospettiva più o meno velata di diventare, un giorno, star del palcoscenico. Spesso, EDIZIONI CURCI però, le strutture formative a cui si rivolgono non sono attrezzate per affrontare in modo autorevole il musical; col risultato che chi studia deve per prima cosa imparare ad orientarsi. Un aiuto, in questa direzione, viene dato dal volume Il cantante di Musical edito dalle Edizioni Curci e firmato da Francesco Lori. Vocal trainer, consulente musicale, oboista e cantante dotato di una solidissima preparazione, Lori è una delle personalità di spicco del musical italiano, e in questa veste si è proposto di fornire una sorta di “vademecum” che presen- Pad. 18 | Stand D63 E72 Il cantante di Musical 38 www.ricordi.it Teoria e Armonia: la parola ad Andrea Avena € 20,00 e935: www.ricordi.it gendosi dalle trasposizioni cinematografiche di Otto Preminger, Brook, Godard, Rosi e Saura fino alla recentissima hip-hopera di MTV. Nel complesso, si tratta di un volume autorevole e dalla formula molto innovativa, che sorprende il lettore italiano per la pluralità dei punti di vista e che proprio per questo motivo troverà a nostro parere moltissimi lettori “trasversali”: dal musicofilo allo studente, dal docente di Conservatorio al cultore di cinema. Teoria & Armonia - Volume IV | SINFONICA ... passa a Sennheiser! plete curata anni fa dall’editore francese. Il volume raffigurato qui a sinistra, invece, è il primo della serie dedicata ai brani per pianoforte a quattro mani. Contiene tre pezzi, intitolati rispettivamente Ouverture, Andante Cantabile e Diane Ouverture, che furono composti fra il 1880 e il 1881. Nel caleidoscopio della “Carmen” www.carisch.com ROTTAMA di, che curano la stampa e la diffusione in Italia di tutti i volumi. Appena prima dell’apertura della Fiera abbiamo ricevuto i due volumi che qui presentiamo. Il primo, che diventerà certamente un must have per tutti gli appassionati della letteratura pianistica del Novecento, propone una ristampa dei Douze Études nel testo ormai classico fissato dall’edizione delle opere com- Universal Music MGB Publications Pad. 14 | Stand L21 M14 rottamazione 210x297 Dismamusica Magazine SHOW DAILY tasse in modo sistematico le questioni tecniche, i problemi legati alla giusta preparazione del repertorio e gli aspetti psicologici della professione. Il risultato del suo lavoro è racchiuso in poco più di centosessanta pagine, e costituisce senza dubbio una risorsa preziosissima per quanti intendono avvicinarsi al musical con cognizione di causa. Dalla pronuncia delle vocali all’atteggiamento scenico, dalla creazione del personaggio all’allestimento della compagnia… le prospettive aperte da questo libro sono davvero tantissime, e contribuiscono al consolidamento di quella “formazione a tutto tondo” che è ormai un requisito irrinunciabile in tutti gli ambiti professionali. www.curciedizioni.it www.studioconti.biz 2005 L’incredibile Verve! d e r e w o p nOw Una grande potenza e muscoli d’acciaio fanno decollare il tuo sound. Quel sound che cattura il pubblico e crea nuovi fans. Quando la tua reputazione musicale è in gioco non sbagliare nella scelta dei diffusori. I nuovi diffusori attivi FBT VERVE sono la tua fonte di potenza di cui hai bisogno. Realizzati con la tecnologia più avanzata e dotati di ogni tipo di funzione, sono garanzia di successo per la tua musica: forte e chiaro ! sistemi attivi 2 vie full-range sub-woofers attivi Verve 10a Verve 12a Verve 15a Verve 152a Verve 215a 250W+100W 300W+100W 350W+100W 500W+150W 600W+150W Progettate e costruite in Italia Verve 15Sa Verve 18Sa 500W 600W • Amplificatori di alta qualità in classe D e G con alimentatore switching • Pannello di controllo con GND Lift, ingresso ed uscita XLR, controlli di tono, led di visualizzazione Limit e Protection, controllo di volume • Woofer B&C al neodimio, driver a compressione • Tromba ruotabile a direttività costante • Equalizzazione dinamica delle basse frequenze per evitare una eccessiva escursione del woofer • Alta efficienza e bassa distorsione • Filtro passivo di alta qualità di tipo “asimmetrico” (serie passive) • Circuito di protezione delle unità alte frequenze ad intervento “soft” (serie passive) • Componentistica passiva di elevata qualità, condensatori in poliestere metallizzato e bobine di grande diametro • Punti di ancoraggio M10 per la sospensione • Attacchi e hardware per facilitare l’installazione fissa • Griglia metallica di protezione resistente e “anti-risonante” sistemi attivi coassiali e monitors Verve 8Ma Verve 12Ma Verve 15Ma 300W+100W 350W+100W 150W+50W FBT elettronica SpA Recanati - Italy - Tel. +39-071750591 www.fbt.it [email protected]