DISMAMUSICA MAGAZINE - 21 settembre 2007 - Poste Italiane S.p.a. - Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n° 46) art. 1, comma1, DCB Milano - Anno IX - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni - Editore e proprietario: S&G Partners srl - Via Bainsizza, 30 - 20039 Varedo (MI) - Tel. 0362 583672
Stampa Emme K srl - Fino Mornasco (CO) - Aut. Trib. di Monza 1.701 del 16/12/2003
Organo ufficiale di DISMAMUSICA - Associazione Italiana Produttori e Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali - Anno IX - n. 36 - 21 SETTEMBRE 2007
INCONTRIAMOCI!
di Gianni Cameroni
To meet, in inglese, significa in-
contrare, andare a un appuntamento con
qualcuno. Ed è di buon auspicio scoprire che questa nuova manifestazione dedicata al grande mondo della musica, soprattutto con strumenti, spartiti, sistemi
di amplificazione e registrazione e accessori, è, di fatto, un
“appuntamento” al quale si è chiamati a non mancare.
Incontriamoci dunque a MIV- Music Interna-
tional Village, l’anima vera di questo primo Salone milanese della musica. L’anima che per prima fa decollare quello
che deve diventare, negli anni, uno dei maggiori appuntamenti europei e mondiali del settore.
Nel “DNA” di MEET Milano ci sono infatti altri segmenti che saranno chiamati a esprimere la loro potenzialità
nelle prossime edizioni, soprattutto sistemi per il backstage, discografia e prodotti destinati alla riproduzione amatoriale della musica. Tutti segmenti che dipendono però
dal capostipite universalmente riconosciuto: lo strumento musicale.
È con gli strumenti che si produce la musi-
ca, e non c’è spettacolo musicale al mondo che non dipenda da questi straordinari e affascinanti prodotti. A fiato, a
percussione, elettronici, a corde… In metallo, legno, plastica o anche virtuali. Etnici, classici, pop, autocostruiti…
Dite quello che volete, ma lo strumento musicale è l’unica
sorgente della musica, che prende il suo avvio nella storia
dall’imitazione della natura (soprattutto della voce umana,
capace di modulare i suoni in modo armonioso, e poi del
canto degli uccelli) e che offre una varietà straordinaria di
registri differenti, la cui composizione costruisce le orchestre, i gruppi, le bande… tutto ciò che fa davvero musica.
Questo mondo, per voi che varcate oggi i cancelli di FieraMilano, è ai vostri piedi. In due padiglioni ricchissimi di
proposte differenti potrete trovare ogni risposta possibile a
ogni vostro possibile quesito. Potrete trovare gli effetti per
chitarra e le percussioni etniche, i sistemi di silenziamento
per pianoforti a coda e i clarinetti di tradizione artigianale, i grandi brand internazionali e i prodotti di liuteria…
Conditi con sistemi di gestione del suono, amplificazione, accessori, spartiti e quanto vorrete trovare districandovi
anche nel fitto calendario di convegni, concerti, demo, anniversari, clinics, presentazioni, tavole rotonde ed eventi di
ogni tipo.
Noi ci presentiamo a voi come il quotidiano
di MIV-Music International Village, il Salone nel quale si riconosce l’anima di DISMAMUSICA, l’associazione di riferimento del settore. Ci trovate oggi e ci troverete ogni giorno
con interviste, notizie e informazioni ogni giorno diverse e
ogni giorno aggiornate.
Benvenuti, dunque. Lo spettacolo va ad incominciare. Buon
divertimento!
MUSICA.
Come vivere
senza?
Abbiamo incontrato
Alberto Patrucco
nell’atrio del
Pirellone di Milano.
Era lì a fare da
testimonial
alla conferenza
stampa di presentazione del Festival
Dallo Sciamano
allo Showman,
che si è tenuto
qualche settimana fa in
Valcamonica e al quale
anche lui ha partecipato. E
abbiamo parlato di musica…
La verve di Patrucco è nota a moltissimi,
soprattutto a chi lo segue in teatro, dal
vivo. Ma è notissima anche a chi lo segue nelle sue apparizioni televisive, anche se gli altoparlanti dell’apparecchio
TV mal si accordano ai toni profondi che
la voce di questo artista sa toccare con
sapiente maestria.
di gianni cameroni
La Conferenza stampa è appena terminata, e molti si affollano attorno al ricco buffet organizzato dai ristoratori camuni (anzi, se in Conferenza stampa eravamo in
una ventina, come mai ora ci sono decine
e decine di persone che si azzuffano per
caciotte, formaggi, salumi e lunghe sorsate di Franciacorta?). Abbiamo il sospetto
che in Regione ci si sia passati la voce:
“Ehi!, al primo piano c’è un buffet di quelli giusti. Io ci vado, ci vieni anche tu?”.
Patrucco ed io ci mettiamo da parte e
parliamo di una comune passione. La
musica.
segue a pag. 4
Insieme per la musica
80 anni di Kawai
La Chitarra di Cartone
Il custode dei suoni
Il primo degli anniversari
Incredibile? Vero!
Immaginate migliaia di
Fondata nel 1982, l’Associazione Italiana Produttori e
di cui vi parliamo
Si tratta del remake di
strumenti di tutto il mon-
Importatori di Strumenti ed Edizioni Musicali festeggia i
riguarda un’azienda
uno strumento storico
do e di tutte le epoche.
suoi primi 25 anni di vita. E lo fa, con la grande kermesse
conosciuta in tutto il
realizzato da un liutaio
E immaginate un viaggio
di Meet Milano, nel segno di quello che è da sempre uno
mondo per la qualità dei
spagnolo dell’Ottocento:
nel tempo e nello spazio
dei suoi obiettivi prioritari: la diffusione della cultura della
suoi prodotti.
Antonio De Torres.
nel segno della musica...
musica e della pratica musicale nel nostro Paese.
a pag. 19
in audio
veritas
a pag. 12
a pag. 16
Vieni a trovarci! una maglietta sarà subito tua.
Scopri le sorprese che ti abbiamo riservato.
21-22-23-24 Settembre 2007
Fiera Milano-Rho Padiglione 14 corsia H 21-corsia L 14
Monsound s.r.l. - Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy- Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501 - [email protected] - www.myaudio.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
21 Settembre 2007
Quando apre una Fiera
Ho spesso letto cronache relative a Fiere di varie epoche: alto
medioevali e rinascimentali, spesso, ma anche relative a fiere e
manifestazioni della Belle Epoque. E mi sono immaginato l’atmosfera che ogni volta la quotidianità avrà certamente sottolineato. Nei luoghi di fiera e di mercato, in epoca romana ci sarà
sicuramente stato un Maestro d’Ascia chiamato a costruire una
paretina di fondo, per appendere reti da pesca, gladi d’occasione o collane in osso e in pietra dura. E un venditore d’acqua
che, soprattutto d’estate, si aggirava con l’orcio a tracolla e la
ciotola di legno (di legno: se cade non si rompe e anche questo
è marketing) legata con una corda per offrire da bere.
Nel Medioevo c’erano anche gli offerenti di un umilissimo servizio essenziale: gente che girava con un grande mantello e un secchio, per garantire ai visitatori sale di decenza improvvisate anche in mezzo alla folla (il mantello
serviva appunto a coprire il fatto ai passanti).
E durante la Belle Epoque, alle Esposizioni Universali, ci si imbatteva in padiglioncini in giunco o in ferro battuto dove era possibile sorbire un sorbetto, bere una bevanda o mangiare anche qualcosa senza l’onta di aggirarsi in mezzo alla folla con
un bicchiere in mano o, peggio, con un sandwich tra le mani.
Oggi, nel 2007, siamo nel quartiere fieristico più evoluto del mondo e abbiamo davanti agli occhi una mostra specializzata che si occupa di una delle più belle arti del
mondo: la musica.
Beh, pensate quello che volete. Io sono contentissimo di vivere nel futuro di tutti i
nostri predecessori.
Vecchia Volpe
in questo numero:
Musica. Come vivere senza?
di Gianni Cameroni
Musicisti fino al midollo
di Gianni Cameroni
Accade oggi
a cura della redazione
Strumenti di carta
di Caterina De Gregori
La chitarra di cartone
a cura della redazione
Il libretto d’Opera
a cura della redazione
Il Custode dei Suoni
di Cristiano Cameroni
Una marcia in più
di Silvana Antonioli
80 anni di Kawai
di Gianni Cameroni
Parlando di Fingerstyle...
di Alessandro De Cristoforis
pag. 1
pag. 6
pag. 8
pag. 10
pag. 12
pag. 14
pag. 16
pag. 18
pag. 19
pag. 22
colophon
DISMAMUSICA MAGAZINE SHOW DAILY
N. 36 - 21 settembre 2007 - Direttore Responsabile: Gianni Cameroni
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Direzione Editoriale: Antonio Monzino jr.
Redazione: Silvana Antonioli, Cristiano Cameroni, Anna Cristofaro (Art Director).
Hanno collaborato a questo numero: Alessandro De Cristoforis, Caterina De Gregori,
Enrico Deregibus, Vittorio Gallarotti, Fabio Zontini,
Grafica, impaginazione e coordinamento:
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potrà decidere di modificare i dati personali o di richiederne la cancellazione.
IlIl Personaggio
Personaggio
segue da pag. 1
Gli chiedo, innanzitutto, se suona uno strumento, e
quale. Mi guarda serio, poi il viso si apre in un luminossimo sorriso.
“Se suono?”, dice. “Direi una bugia se dicessi che
suono… E direi una bugia più grossa se dicessi che
non suono. In effetti da piccolo ho studiato seriamente. Ho studiato per cinque anni il pianoforte, insieme
ad un maestro molto bravo. Dai nove ai quattordici anni. Poi mi sono iscritto alle superiori, e temendo di non
farcela a fare entrambe le cose, con gli esami di conservatorio e via discorrendo, mi sono fermato lì. Con il
pianoforte. Ho imbracciato invece la chitarra”. Mentre
parla sorseggia un po’ di quel Franciacorta freschissimo che qualcuno gli ha portato, e riprende.
“In effetti avevo scelto di frequentare
un collegio laico, dove non c’era il
pianoforte. Ricordo quasi come
un incubo un incontro che ho
avuto con il superiore del collegio gestito da preti dove,
invece, il pianoforte c’era.
Avrei dovuto frequentare
il liceo. Ma era quel modo
quasi subdolo di sfregarsi
continuamente le mani, quel
piccolo ricatto tipo ‘Se vieni
da noi potrai suonare il piano
quando vorrai’ e quel modo un
po’ melenso di dire le cose che mi
mettevano a disagio. Frequentai il collegio laico”.
21 Settembre 2007
André sapevo di ascoltare una traduzione da
Brassens…”.
“E oggi? Come vivi il tuo rapporto con il
fare musica?”
Prima di rispondere a ogni mia domanda, Alberto Patrucco mi guarda, riflette e,
solo dopo, parla: “Suono sempre, naturalmente, ma in pubblico, per ora, mi limito
a cantare. Mi capita, ascoltando i dischi di
Brassens, di accompagnarli al pianoforte, perché mi piace, mi dà molto, mi appaga come sensazione generale. La musica è capace di fare questo…
Mi capita di ragionare sul fatto che il mio maestro era
cieco. Aveva una sensibilità straordinaria, ma io baravo un po’ sulla chiave di basso scrivendo, a volte,
in lettere le note. E ora vorrei non aver barato,
perché mi accorgo che non sempre mi è facile leggere in chiave di basso, almeno non è
altrettanto semplice, per me, come leggere in chiave di violino”.
“Ma la musica non la abbandonasti mai completamente…”, azzardo.
“Sei matto?” esplode la voce di Patrucco. “La musica già allora era per me un punto fermo, una certezza,
un aiuto fondamentale. Ancora oggi, se ascolto musica, ascolto soprattutto Beethoven, Mozart e Brassens.
Sono affascinato dalle possenti geometrie di Beethoven e dalla sicurezza dei dettagli di Mozart. Sono esperienze che mi prendono e non mi lasciano mai. E poi,
grazie a un mio zio, ho una straordinaria predilezione
per Brassens. Ricordo che da piccolo, avrò avuto nove o dieci anni, lo zio mi faceva ascoltare quei dischi,
quelli con le copertine con le foto in bianco e nero, sulle quale c’era scritto Georges Brassens. E li ascoltavo
rapito, anche se non coglievo il significato delle parole,
ed ero affascinato dalla voce, dalla musica, dall’atmosfera. Ero talmente preso da Brassens, che la prima
volta che mi capitò di ascoltare Il Gorilla cantata da De
gli spazi del club tenco a meet milano
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Gli chiedo, interrompendolo, cosa ne
dice della nostra scuola, del modo
italiano di affrontare l’argomento
musica a scuola. Sbarra gli occhi
e prorompe: “Non c’è musica nella scuola! E questo, secondo me,
è gravissimo. La musica dovrebbe essere una delle materie di base. Bisognerebbe studiarla, imparare a suonare e imparare a suonare insieme. La musica, anzi, dovrebbe
essere una di quelle materie dove bisognerebbe richiedere la massima severità di
insegnamento. Quello che dà, poi, nella vita, è molto più di quanto dicono si faccia fatica per imparare a
usarla…”.
Tornando alla realtà, gli chiedo quanto gli serva la
musica oggi, nel suo lavoro di cabarettista.
Mi sorride di nuovo, e poi mi dice: “La musica ti dà il
ritmo giusto, ti offre i tempi, il respiro. Se conosci la
musica, sai come offrire al
tuo pubblico le parole,
le sillabe, le pause.
Per me conoscere
la musica significa tutto questo e
molto di più, significa sapermi
emozionare anche nel parlato,
per poter riuscire ad emozionare chi mi ascolta.
Spesso, nel mio lavoro, è più importante
il come si dice una cosa
rispetto al che cosa si dice.
Ma non voglio fermarmi ai monologhi. La musica mi dà
la possibilità, di fare anche altro. Con Sergio Sacchi
del Club Tenco, sto realizzando una cosa legata a Brassens. Dove, finalmente, insieme a musicisti che suonano affronto seriamente la musica con un progetto di
spettacolo che sento dentro di me con grande, grandissima emozione. E forse potrò anche spingermi oltre. E,
davanti a un pubblico, mettere le mani su una tastiera
di pianoforte e provare a suonare qualcosa, entrando
anch’io a far parte di un momento musicale costruito
insieme ad altri musicisti veri. E non ci sarà il comico,
lì. Ma la versione adulta di quel bambino che, a nove
anni, ha cominciato piano a far scivolar le sue piccole
dita sui tasti bianchi e neri”.
A cura di Enrico Deregibus
Canzoni, cucina e calcio
Il MEET che si apre oggi ha anche uno spazio dedicato agli
approfondimenti sulla canzone italiana.
Sotto il titolo di “Musica e parole” sono infatti racchiusi
due appuntamenti quotidiani dedicati alla nostra musica
con ospiti, ascolti, proiezioni e performance.
Ad aprire gli incontri alle 13.30 presso l’Aula Agorà (padiglione 18) ci sarà un personaggio assai noto del giornalismo italiano, Gianni Mura, ed un tema assolutamente sfizioso: “canzone e cucina”.
Una carrellata su cinquant’anni e più di canzoni che hanno in qualche modo toccato il tema del cibo e che si potranno ascoltare durante l’incontro, o forse è meglio dire
assaporare, insieme a Mura, la firma di punta delle pagi-
ne sportive di “Repubblica”. Ha appena pubblicato il suo
primo romanzo, “Giallo su giallo” (Feltrinelli), ambientato
al Tour de France, ma i suoi interessi vanno decisamente
anche al di là dello sport. Gli piace giocare a carte, andare
a funghi, fare anagrammi, come recita la sua biografia, ma
è anche appassionato conoscitore della canzone d’autore
italiana e francese, nonché grande esperto di cucina. Dal
1991 infatti con la moglie Paola ha una rubrica di enogastronomia (Mangia&bevi) sul “Venerdì di Repubblica”. Non
a caso quindi è stato scelto per accompagnare e commentare, con la sua ironia, questo percorso fra antipasti, primi,
secondi, contorni, frutta e dessert.
ta, sia televisive, ora
scrive su “La Stampa” di Torino ed ha da
poco pubblicato “E continuano a chiamarlo calcio. Storie e personaggi di
un gioco geneticamente modificato” (Mondadori). Antonio Silva, di professione preside di
Liceo e di passione storico presentatore e animatore del
Premio Tenco di Sanremo, porterà rari reperti live registrati
proprio al Premio Tenco.
Il secondo appuntamento di oggi (alle 17.00 presso la Sala Kappa, padiglione 14) perlustrerà, con lo stesso approccio, il tema del calcio nella canzone, ed in particolare in
quella d’autore. Una sorta di “pallone d’autore”. Calcio e
canzone si sono per lungo tempo quasi ignorati, ma dagli
anni Sessanta qualcosa è cambiato. Vedremo come.
L’appuntamento fa reincontrare, come già in un memorabile ciclo di trasmissioni su Radio24 (“A tempo di sport”)
due cultori della canzone d’autore, Gigi Garanzini e Antonio Silva, con la differenza che il primo è anche un grande
giornalista che sa di calcio, mentre il secondo non ne sa
assolutamente nulla. Cionondimento, i due dialogheranno,
tra ironia e passione, su entrambi i temi.
Il primo, dopo varie esperienze sia sulla carta stampa-
Musica e Parole
Incontri sulla musica italiana
a cura di Enrico de Angelis e
Enrico Deregibus
Venerdì 21 settembre:
13.30 Aula Agorà (pad. 18)
“Canzone e cucina”
con Gianni Mura
17.00 Sala Kappa (pad. 14)
“Il calcio e la canzone”
con Gigi Garanzini
e Antonio Silva
Dall’estero
Dall’estero
Se non siete mai stati a Bled forse vale la pena di pensare di andarci, perché il posto è davvero incantevole. Un laghetto incastonato tra
il verde delle Prealpi slovene, con
un’isola, un castello e un villaggio.
In questo contesto c’è anche vivacità e tradizione (Bled è area turistica da oltre 150 anni), e durante
l’estate accadono molte cose.
Dal punto di vista musicale c’è un Festival che
ha alle spalle quasi
vent’anni di storia,
l’Okarina Etno Festival, che porta a
Bled gruppi musicali da ogni parte
del mondo (Italia,
Brasile, Gran Bretagna, USA, Austria, Romania…) e che propone
anche interessanti gruppi sloveni. Ed è di uno di questi che vorremmo parlarvi.
Il gruppo sai chiama Strizzy, che in
sloveno vuol dire più o meno “Gli
zii”, propone musica tradizionale
dei Balcani (ma non solo) ed è formato da sei giovanissimi musicisti e
da una cantante. L’età dei musicisti
non supera i 27 anni, ma tutti e sei
hanno in tasca un diploma di conservatorio e vivono di musica. Certo,
non si limitano a suonare
nella loro
Vis Pupis, 25 anni clarinetto
È il leader del
gruppo e suona
in modo superbo uno strumento che
ama moltissimo. Diplomato al Conservatorio di Lubiana è oggi docente
di clarinetto alla Scuola di Musica.
Autore (il suo pezzo classico Fanfare Balcanique è stato eseguito al
festival Mid Europa di Schladming
in Austria), è anche direttore dell’orchestra di fiati di Postumia, e
spesso viene chiamato a esibirsi
con numerose orchestre da camera. Allievo di Alojzij Zupan, il maggiore clarinettista jugoslavo di tutti
i tempi, ha ottenuto il prestigioso
Premio Prešeren dopo la sua esecuzione del Concerto per Clarinetto
e orchestra n. 2 op. 74 di Carl Maria von Weber con la Slovenian Philarmonica della TV slovena.
21 Settembre 2007
band (“Così non si vivrebbe”, ci hanno dichiarato), ma tutti insegnano in
conservatorio ed alcuni di loro suonano anche presso importanti orchestre classiche slovene.
Ascoltando la musica di questo
gruppo abbiamo capito il senso della frase che accompagna i loro concerti: “La musica degli Strizzy arriva
al cuore di tutti, e presto vi accorgerete che anche i vostri piedi si muoveranno al ritmo della musica”. Il sound è infatti avvolgente e
incalzante, con ritmi vivaci che vengono da esperienze macedoni, klezmer e gypsy, ma anche con sonorità jazz,
rock e di musica latina.
L’aggressività e il senso di
gruppo che vivono sul palco si stemperano in sorrisi quasi timidi quando andiamo a incontrarli subito dopo lo spettacolo. Sono madidi di sudore, perché non si sono risparmiati
nemmeno per un attimo, ma sono
contenti e disponibili a rispondere
alle nostre domande.
Chiediamo prima di tutto quando è
nato il loro gruppo e perché la scelta è caduta su questo tipo di musica. Ci risponde il leader del gruppo,
il virtuoso clarinettista Vis Pupis,
25 anni, insegnante di clarinetto
al Conservatorio di Lubiana: “È già
qualche anno che suoniamo in-
Gašper Gradišek,
28 anni - batteria
Figlio d’arte (anche il
padre è percussionista), si è diplomato
in clarinetto alla Scuola di Musica di Lubiana e in percussioni al
Conservatorio, è attualmente impegnato con lo Slovene National
Theatre Opera and Ballet di Lubiana e si esibisce, oltre che con
gli Strizzy, con il gruppo pop Los
Ventilos.
Branko Mrak,
21 anni - trombone
Diplomato in trombone
alla Scuola di Musica
di Lubiana, ha passato
le selezioni per la Jazz Academy di
Graz (Austria), dove intende continuare gli studi.
Ama moltissimo Miles Davis e collabora a numerose brass-band.
sieme. Ci siamo trovati a condividere la passione per questo tipo di musica, che crea sempre atmosfere positive e quasi costringe la gente a non rimanere ferma.
È una musica che nasce nei Balcani, spesso difficile dal punto
di vista della tecnica strumentale, ma capace di dare grande trasporto e soddisfazione sia ai musicisti che al pubblico. Secondo la
nostra cantante, Maja Djordevič,
devi averla nel sangue, come lei
sente di averla ‘dentro’. Noi, peraltro, siamo cresciuti quando la
Jugoslavia era una sola nazione,
e quando questa musica era patrimonio di tutti, come la scuola, il
servizio militare, o le bande popolari. Anche noi l’abbiamo ‘dentro’,
è innegabile. Inoltre è una musica
davvero divertente, che nelle feste
all’aperto è accompagnata da balletti professionali, anche se non è
infrequente vedere il pubblico mettersi a ballare con gioia. Anche i giovani…”.
Una cultura
di gioia
In effetti pochi
anni dopo la divisione della ex
Jugoslavia, l’interesse e il seguito per questa
musica sono cresciuti enormemente, e a questo hanno
anche contribuito i film di
Emir Kusturica e la musica di
Goran Bregovic.
Damir Rasiewicz, 27 anni basso elettrico
Nella famiglia di
questo
bassista
possiamo trovare
un pianista, un violinista e un trombettista. Per quanto riguarda Damir, è diplomato in
contrabbasso e fa parte dell’Orchestra Sinfonica di Lubiana. La musica
è peraltro un “male di famiglia”:
il nonno è stato uno dei maggiori compositori della Bosnia Hezegovina. Suona con gli Strizzy,
con la Ethno Klarinetno e con
un gruppo hard rock sloveno.
Gašper Primožič, 22 anni bayan, fisarmonica cromatica
Diplomato alla Scuola di Musica di
Lubiana, dove è passato dalla fisa
a piano ai modelli cromatici (com-
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
La musica degli Strizzy è però fatta
anche di ritmi che vengono dal jazz
e dal rock, ed ha importanti connotazioni che derivano dall’esperienza e dall’impostazione classica di tutti i componenti del gruppo.
Chiediamo allora cosa rappresenti
per ciascuno di essi la musica, la
musica in quanto tale.
Vis Pupis sorride e scambia qualche
parola in sloveno con i suoi compagni, che a loro volta sorridono: “Siamo tutti musicisti fino al midollo!”,
ci dice poi ridendo. “Vogliamo spendere la nostra vita facendo quello che ci piace di più in assoluto.
E quello che amiamo è la musica.
Quando suoniamo lo facciamo veramente col cuore, cercando di entrare nelle differenti culture che di volta in volta visitiamo. E vorremmo naturalmente suonare ancora di più,
ovunque ci sia un pubblico che vuole ascoltare le nostre proposte”.
La cantante del gruppo, Maja
Djordevič, aggiunge “Gli
Strizzy sono un gruppo
in crescita, e sono
felice di condividere con loro
la mia passione per la musica balcanica. Per quanto mi riguarda
sono spesso
impegnata anche con un’altra
formazione di musica analoga, la Etnoklarinetno, che, come gli
Strizzy, esalta questo modo di suonare, spesso costruito su tempi in-
consueti, di 5/8 o di 11/8, capace
di dare sensazioni uniche al pubblico. Canto in lingua originale, serbo,
macedone, rumeno (gypsy), russo,
turco e greco, e proponiamo insieme una cultura di gioia e di festosa fratellanza. E sono davvero felice
che giovani musicisti come gli Strizzy abbiano deciso di percorrere la
stessa strada”.
Teniamo per ultima una domanda sulla curiosa tromba che Jure
Gradišnik, l’esuberante trombettista
24enne del gruppo, suona con una
postura davvero non consueta, con
le mani affiancate sulla struttura
orizzontale dello strumento: “È una
tromba serba che ho trovato in una
banda di ottoni che aveva deciso di
disfarsene. Ha un suono unico, più
dolce della tromba tradizionale, e
più simile al Fluegehorn tedesco o
al registro più acuto del trombone”,
ci dice mostrandoci la curiosa posizione laterale dei pistoni, “Ed è bello e coreografico suonarla insieme
agli Strizzy!”. Jure Gradišnik in effetti è anche trombettista dello Slovene National Theatre Opera and Ballet di Lubiana, oltre che insegnante
di tromba al Conservatorio.
Ci salutiamo. In effetti, dopo il concerto, sono davvero stanchissimi,
ed abbiamo già abusato troppo della loro disponibilità. Chissà, in futuro forse verranno in Italia. È uno dei
loro sogni come musicisti. Se suonano sempre così, probabilmente è
un sogno destinato ad avverarsi.
preso il bayan, una
variante russa della fisa cromatica)
studia attualmente al Conservatorio
di Klagenfurt (Austria). Segue corsi di specializzazione in tutta Europa e dirige due
fisorchestre. È appassionato sia di
musica balcanica, sia di musica barocca.
ne National Theatre Opera and Ballet di Lubiana come tromba solista,
oltre a insegnare tromba presso la
Scuola di Musica di Lubiana.
Jure Gradišnik,
24 anni tromba
Ha cominciato a
suonare la tromba
all’età di 10 anni, e
si è diplomato giovanissimo al Conservatorio di Lubiana. Attualmente
sta completando un Master a Graz
(Austria) e collabora con lo Slove-
Gianni Cameroni
Maja Djordjević, 40 anni voce
Come cantante è
appassionatissima di musica dei
Balcani, anche se,
grazie a un lungo periodo trascorso
in Medio Oriente, ha sviluppato una
particolare predilezione per i ritmi
orientali. Figlia d’arte (sua mamma
era cantante e sua nonna insegnante di pianoforte), ritiene di avere la
musica nel sangue, anche se non
ha mai completato studi accademici di taglio musicale. Collabora attivamente con gli Strizzy ed è la voce
femminile degli Etno Klarinetno.
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
21 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
AccadeVenerdì
oggi 21 settembre
EVENTI
CONFERENZE
Ore 12:00 - Aula Agorà - Pad. 18
Ore 11:00 - Palco elettronico
Ore 16:30 - Stand Rugginenti - Pad. 18
Convegno inaugurale
“Rispettiamo la creatività”
Corso Italia
“Dijieridu” suoni e chiacchiere
con Papi Moreno
Ore 10:00 - Pad. 14 e Pad. 18
Il videoclip: storia e storie
Ore 10:00 - Aula Agorà
- Pad. 18
Mostra fotografica
“Musica in Mostra: le origini”
Ore 10:00 - Stand
Accademia Teatro alla Scala
- Pad. 18
Mostra fotografica
“Fotografie di scena”
Esibizione live duo
De Bernardi / Ferrarese
Ore 11:00 - Spazio Sigma - Pad.14
Spazio bimbi: al MEET
c’È musica anche
per me
Ore 11:00 -
Eko Group - Pad. 14
Stand MusicTech
- Pad. 14
Dimostrazioni
tecniche e musicali del
maestro di fisarmonica
Caporilli
Ore 12:00 -
Teatro alla Scala - Pad. 18
Palco elettronico
Corso Italia
Ore 10:00 - Stand
Esibizione live
Wojtek
Pilichowski
Casale Bauer - Pad. 14
Clinics by Pietro
Nobile, Marco
Cadorna,
Salvatore
Zocco,
Massimo
Sutera,
Francesco Lesi
Ore 11:00 - stand
Casale Bauer - Pad. 14
Clinics by Greg
Bissonette, Reggie Hamilton,
Greg Koch, Max Magagni
Ore 10:30 - Palco Bianco & Nero
Fatti un CD
(io piano, tu forte)
Esibizione del campione del
mondo di fisarmonica e
diatonica giuliano cameli
Ore 16:00 - Stand
Ore 10:00 - Stand Accademia
Maria Callas, mostra di
costumi e accessori
Ore 15:00 - Stand MusicTech - Pad. 14
Ore 14:00 - Palco
elettronico Corso Italia
Esibizione live Gabor Lesko
Ore 14:00 - Palco Bianco & Nero
Staffetta pianistica
Ore 14:00 - Stand
Eko Group - Pad. 14
Clinics by Luca
Colombo e Emanuele Perilli
Ore 14:00 - Stand
Music Gallery - Pad. 14
Esibizione live
mismountain
Ore 14:00 - Palco elettronico
Clinics by
Pietro Di
Stefano
(Framus)
Esibizione live bandamariù
Mogar - Pad. 14
Esibizione live:
Marco Fadda;
Lorenzo Feliciati;
Four Tiles; Kenny
Aronoff; Daniele Gregolin;
Il diavolo e l’acqua santa;
Andy Timmons Band.
Ore 15:00 - Palco
elettronico Corso Italia
Esibizione live JMP
Ore 15:00 - Stand Rugginenti - Pad. 18
Presentazione del testo “Audio
editing”, a cura di paolo tonelli
La chitarra dal Rinascimento ai giorni nostri Ricostruzione filologica della storia della Chitarra
attraverso 15 ricostruzioni di strumenti originali
Ore 10:00 - Stand Civica scuola di Liuteria - Pad. 18
Esposizione di strumenti tra il Rinascimento e il
Barocco
Ore 10:00 - Stand Civica scuola di Liuteria - Pad. 18
Ore 16:00 - Palco
Laboratori manuali: maestri liutai e musicisti della
Civica Scuola di Liuteria eseguiranno lavorazioni
manuali per il pubblico, con la presenza degli
studenti
elettronico Corso Italia
Esibizioni live - Paolo
Giordano
Ore 17:00 - Stand
Eko Group - Pad. 14
Ore 10:00 - Stand Pianosound - Pad. 18
I suoni che vengono dal passato - Mostra permanente.
Percorso alla scoperta delle differenze timbriche e
tecniche dei piani storici rispetto agli attuali.
Clinics by Nicola Fassi (Koch)
Ore 11:00 - in fase di definizione
Ore 17:00 - Stand Master Music
TALENT1 - Il portale Mediaset dà spazio ai nuovi talenti
artistici
- Pad. 14 Festa per i 150 anni
dalla nascita della Hohner
e conferenza stampa con
l’intervento del Presidente
HOHNER
Ore 11:30 - Aula Agorà - Pad. 18
Gli incontri del Club Tenco - “Canzone e cucina” con
Gianni Mura - direzione artistica di Enrico De Angelis
e Enrico Deregibus.
Ore 17:00 - Palco
Ore 15:00 - Spazio Kappa - Pad. 14
elettronico Corso Italia
Gli incontri del Club Tenco. “Il calcio e la canzone”
- percorso nelle canzoni dedicate allo sport
nazionale, con Gigi Garanzini e Antonio Silva.
Eno-logie (How
many grapes went
into wine) - ensemble acustico
di tiziano popoli
Ore 17:30 - Palco Bianco & Nero
Concertando - Pianista
Roberto Cominati
Corso Italia
Ore 11:00 - Palco
Ore 10:00 - Stand Civica scuola di Liuteria - Pad. 18
Ore 21:00 - Palco Nazioni
Concerto evento in prima
mondiale “Remembering The
Beatles sgt. Pepper’s and
more...” eseguito
CONFERENZA
dalla London
Sinfonietta
Diretta dal Mº
Jurjen Hempel
Ore 16:00 - Spazio Kappa - Pad.14
La chitarra di cartone di Antonio De Torres.
Ricostruzione e sperimentazione. Lezione-conferenza
con presentazione attraverso immagini della
chitarra di cartone di Antonio de Torres e delle
chitarre ad essa ispirate.
Relatori: Fabio Zontini, Claudio Canevari.
Prova acustica: Mº Angelo Barricelli.
Ore 16:00 - Aula Agorà - Pad. 18
Armodue: le risorse di un nuovo sistema musicale Conferenza sul nuovo sistema microtonale “Armodue”
e presentazione ufficiale del primo CD musicale al
mondo realizzato con tale sistema
Relatori: Pierpaolo Beretta, Luca Attanasio
SEMINARIO
La LONDON SINFONIETTA inaugura MEET Milano
CONCERTO
L’appuntamento è per questa sera alle ore 21.00, la data di prima
quando il maestro Jurjen Hempel salirà sul podio pubblicazione, e
per dirigere la London Sinfonietta nella prima mon- che quasi tutti i critici includono nella “top ten” dei
diale dello spettacolo Remembedischi più importanti della storia.
ring the Beatles: Sgt. Pepper’s
I pezzi, tutti riarrangiati
EVENTOda Matand more...
thew Scott, saranno interpretati
Il concerto rientra nell’ambito
dall’organico della London Sinfodella programmazione del Festinietta. L’ensemble inglese, defival MI-TO organizzato dalla Città
nito da BBC Music Magazine “il
di Torino e dal Comune di Milamigliore del mondo nell’ambito
no; e rappresenta quindi il trait
della musica contemporanea”,
d’union più evidente fra la fiera
sarà affiancato per l’occasione
e la vita culturale del territorio. Al
da un gruppo di musicisti rock
centro dell’attenzione, nella procon la partecipazione straordinaduzione che prenderà forma queria del quartetto neo-psichedelista sera sul
co Baby Lemonade.
London Sinfonietta. Foto: Mykel Nicolaou
grande
palQuesta formazione “anomala”
co allestito in Largo delle Na- affronterà quindi nel segno della contaminaziozioni, ci saranno i brani dell’al- ne brani come Lucy
bum più noto fra quelli incisi dai In The Sky With DiaBeatles: Sgt. Pepper’s Lonely monds, With A LitHearts Club Band. Un album di tle Help From My
cui ricorre proprio quest’anno il Friends, A Day In
quarantesimo anniversario dal- The Life.
Eventi e concerti presso gli stand
A tutti gli
appuntamenti
segnalati in questa
pagina si aggiungno,
naturalmente, le
decine di demo e
clinics che moltissimi
espositori offriranno
al pubblico a
getto continuo
direttamente nel
proprio spazio
espositivo. Siamo
nel regno dello
strumento musicale, e
praticamente ovunque
avete la possibilità di
imbattervi in musicisti
impegnati in qualcosa
di importante. non
perdete tutte queste
occasioni, siate
curiosi ad ogni passo
della vostra visita!
Rassegna
Stampa
Rassegna Stampa
21 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
...di CARTA
Musica e Salute
di Caterina De’ Gregori
quando la crisi si supera con il rock
Star a ottant’anni
Così l’articolo di The New York
Times riportato su La Repubblica il 2 luglio: “in America la
crisi di mezza età ha trovato
una nuova valvola di sfogo: fare rock’n roll in garage, con una
band”.
Sono i nati tra il 1946 e il 1964,
i baby boomer, “per lo più padri di mezza età che non hanno mai superato l’antica ossessione per la musica della loro
giovinezza (…) che dopo essere diventati genitori e aver visto
i loro figli crescere, si ritrovano
adesso con tempo e denaro a
disposizione”, che ora si riuniscono anche più volte alla settimana per suonare “la rassicurante musica della loro generazione: i Beatles, Van Morrison,
i Mokees e i Romantics”.
Per esempio c’è Mike Lynd, 55
anni, che vive a Redwood City, “e suona il basso, la batteria e la chitarra in una band
di sei persone chiamata Space Available. Lynd, che di giorno si occupa di marketing per lo
The Zimmers, scrive Anna Gennari su
Grazia il 10 luglio, sono la nuova British Invasion, la rock-band di 40 pensionati inglesi, che “sta spopolando
con un video in internet su YouTube e
My Space, con tre milioni di download,
due milioni e 700mila visitatori”.
“Front-man del gruppo
è Alf Carretta, 90 anni.
Gli altri 39 coristi hanno
un’età compresa tra i
69 e i 100, ma ciò non
impedisce loro di fracassare le chitarre sul
palco, come nella tradizione del rock’n’roll
Anni 60, guidati dall’energia ‘devastatrice’ della ottantatreenne Grace Cook.”
Il gruppo ha registrato
My generation, pietra
miliare del rock, scritta nel 1963 da Peter
Townshand, leader del
gruppo The Who, nello
Studio 2 di Abbey Road,
lo stesso studio in cui i
Beatles hanno inciso i
loro successi, “una strada che per gli inglesi è
‘monumento nazionale’ e
sulle cui strisce pedonali
i Fabolous Four si fecero
immortalare in una fotografia passata alla storia.
Nel video anche gli Zimmers attraversano quelle
strisce. L’effetto è esilarante. E commovente. Ed
è Zimmermania”. Lo Zimmer, chiarisce Alf, è “quella specie di
aggeggio con cui gli anziani vanno in
giro per sostenersi. In America lo chiamano walker”.
Alle spalle di questa avventura ci
studio di commercialisti Deloitte & Touche, dice che nulla è
paragonabile agli aspetti terapeutici offerti dal provare passaggi musicali con un gruppo
di amanti del rock che condividono queste idee”, tanto che
afferma di non sapere se per la
sua depressione è stato più utile un farmaco o siano stati più
efficaci “i giovedì sera trascorsi
a improvvisare con la band”.
Perché? Presto detto: “quando
si fa musica insieme ad altri”,
continua Lynd, “ci si mette in
gioco in un modo che va ben oltre il provare gli accordi”.
Anche il NAMM si è accorto del
boom di queste band di rocker
di mezza età, e “adesso coordina un programma chiamato
Weekend Warriors: una serie di
sei weekend pensati specificamente per i baby boomer che
tornano, o iniziano, a suonare
in una band”.
Ma c’è un’altra componente da
considerare: Joe Lamond, Presidente e CEO del NAMM, sostiene che il fare rock’n roll,
per i quaranta-cinquantenni, sia
anche un tentativo di ricatturare l’innocenza perduta. Lamond
infatti “raccomanda di suonare in ambienti privi di specchi”,
perchè “quando suoni la chitarra e ti senti addosso vent’anni,
è preferibile non guardarsi allo
specchio e vedere un tipo calvo
e con la pancia”…
Le piante “ascoltano”, i geni rispondono ai suoni
La notizia viene dall’ANSA il 30 agosto: le piante “ascoltano”, e i geni rispondono
ai suoni.
È la scoperta di una équipe di scienziati sudcoreani che ha dichiarato di avere identificato nelle piante di riso una serie di geni capaci di “udire” la musica.
“I ricercatori hanno suonato in una risaia 14 pezzi di musica classica ed hanno scoperto che certe frequenze tra i 125 ed i 250 hertz rendevano più attivi determinati
geni”. Il team “sostiene che grazie a questa scoperta gli agricoltori potrebbero in
futuro utilizzare i suoni per attivare o disattivare nelle piante determinati geni, un’alternativa più economica ed ecologica all’uso di sostanze chimiche. I geni identificati nel riso sono l’Ald e l’rbcS, entrambi sensibili anche all’esposizione alla luce. Per essere sicuri che venissero attivati veramente dalla musica ad una certa frequenza, i ricercatori hanno quindi ripetuto l’esperimento al buio ed hanno confermato
che i geni reagivano anche ai suoni.” La musica, insomma, può essere un’alternativa alla luce.
sono alcuni giovani talenti (Tim Samuels, giornalista della Bbc, votato
alle cause degli emarginati, Mike Hedges, che collabora con gli U2,…), che
hanno radunato anziani soli, “isolati
nelle case popolari o prigionieri nei
ricoveri”, per portarli “in un viaggio
dentro il rock’n’roll, sfatando i
preconcetti sugli anziani” (i ricavi delle vendite sono destinati all’Age
Concern, organizzazione
benefica per anziani indigenti).
Ma come hanno reagito i
40 anziani alla proposta
di formare una rock-band
e registrare un cd?
“Ci siamo messi a ridere e abbiamo gridato tutti insieme:’Sì, di-sco, disco”. Poi ci hanno portato
nello studio di registrazione: lì ho trovato tanti altri pensionati come me”,
spiega Alf Carretta, “venuti da tutte le parti.
(…) È stato meraviglioso”.
E il messaggio degli
Zimmers… qual è?
“Che anche se siamo
vecchi”, continua Alf,
“non siamo affatto finiti. Abbiamo l’esperienza, un cervello che
funziona e siamo okay.
Non metteteci sotto il
tappeto. Non fatelo.
No. Don’t do it”.
E Grace Cook aggiunge: “A quelli della nostra età diciamo:
non sedetevi a pensare che non potete fare questo o quello. Alzatevi, uscite, pensate di poterlo fare. E fatelo. Io
sono molto attiva e felice”.
A Pavia note per combattere l’autismo
È a firma di Sabrina Commis il lungo articolo uscito sul settimanale Oggi in edicola il 18 luglio dedicato a una comunità
per autistici sorta a Ponte Nizza, nell’Oltrepò Pavese.
Cascina Rossago è la sola residenza in Italia costruita nel
2002 su misura per i malati d’autismo, in una struttura che
ospita 24 adulti (dai 15 ai 43 anni), “un luogo di crescita, di lavoro, di apprendimento, per fronteggiare quel grave disturbo
che distorce e compromette
in modo globale e generalizzato l’intero sviluppo psicologico”, fortemente voluta da
un gruppo di genitori, madri e
padri di ragazzi autistici della
“Fondazione Genitori per l’autismo Onlus”, spiega Stefania
Ucelli di Nemi, psichiatra e docente di Psicologia della riabilitazione e dell’handicap all’universi-
10
tà di Pavia, direttrice della struttura.
I malati sono affiancati da circa 40 operatori che li seguono e
li aiutano nelle varie attività: nei 18 ettari di terreno che circondano la Cascina “si lavora in piccoli gruppi, si pratica sport, ci
si diverte (…), si allevano gli animali, gli alpaca, le capre, i cavalli, si coltiva l’orto e il frutteto, si va per funghi, si lavora nella
falegnameria, nel laboratorio di ceramica, al telaio nel laboratorio di tessitura”; insomma non un luogo di intrattenimento,
ma un ambiente di stimolo in cui ciascuno svolge le attività più
adatte alle proprie inclinazioni e ne capisce il significato.
“Spicca il laboratorio di musica con il suo fiore all’occhiello:
l’Orchestra Invisibile. Attiva dal 2005, la band è perfettamente mixata; otto autistici che suonano al fianco di otto psichiatri-musicisti (guidati da Pier Luigi Politi, professore di Psichiatria e Psicologia medica all’università di Pavia, nonché jazzista)
e studenti in medicina che hanno frequentato il conservatorio.
‘Orchestra Invisibile’, spiega Ucelli, ‘perché alcuni hanno difficoltà a esibirsi in pubblico, anche se
hanno già inciso un cd e tenuto un concerto per raccogliere fondi’. L’orchestra suona il jazz, e ha anche una voce
solista, Cristiano, un giovane di 24 anni, alto e biondo, che emette suoni seguendo il ritmo della musica. Lo stesso
che anni fa, prima del suo ingresso a
Cascina Rossago, paralizzò con le sue
urla forsennate una piazza di Pavia. Ma
qui può sfruttare la sua dote”.
Dalla
Fiera
Dalla Fiera
21 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
EVENTO
La Chitarra di Cartone fu costruita da Antonio De Torres
nel 1862 a Siviglia, durante la
“prima epoca” della sua attività, quando era in contatto con
il chitarrista Julián Arcas –che lo
spinse a fare della liuteria la sua professione– e con Francisco
Tárrega, un musicista giovanissimo ma
già di talento straordinario.
Siviglia fu la “fucina” di alcuni fra gli strumenti
più celebri di Torres: la Leona
del 1856, la Cumbre del 1858,
quella del 1864 che Tárrega
suonerà per circa un ventennio,
e la Papier Maché, la Chitarra di
Cartone.
Un’idea unica
Il motivo per cui Torres costruì
uno strumento così particolare
non è chiaro. Forse fu per dimostrare la propria straordinaria
abilità di liutaio, capace di far
suonare persino uno “strumento di cartone”. Oppure per verificare le proprie teorie sull’importanza della tavola armonica
rispetto alle fasce e al fondo. O
forse fu per spirito di sfida.
Dopo la sua morte, la Papier
Maché passò per le mani di Tárrega e Llobet; infine giunse agli
eredi del grande liutaio che nel
1953 la donarono al Museu de
la Música di Barcellona.
Della chitarra di cartone, fino
a pochi anni fa, non
si avevano testimonianze sonore dirette, poiché numerose
crepe sulla tavola armonica ne impedivano l’utilizzo. L’ultima
traccia scritta che
abbiamo di essa è nelle parole di Domingo Prat, che nel suo
Diccionario de guitarras, guitarristas y guitarreros scrisse:
“Questa chitarra ha un suono
straordinario per quanto un po’
soffice, blando e grave”.
Le caratteristiche
“particolari”
Il piano armonico della Papier
Maché è formato da due pezzi non speculari di abete (cosa
non consueta) di ottima qualità;
il suo spessore (altra anomalia)
è sottile, fra i 7 e i 15 decimi di
millimetro. Le fasce di cartone
sono rinforzate da numerosi pilastrini di abete; ed il fondo porta, oltre alle solite tre catene
trasversali, tre catene longitudi-
nali più basse che formano una
sorta di intelaiatura, in grado di
fare da rinforzo. Manico e tacco
sono in legno di cedrella.
Lo strumetno fu restaurato dai
fratelli Yague di Barcellona; e
in seguito il maestro Stefano
Grondona e il liutaio Luca Waòdner, che la provarono, scrissero: “[…] questa chitarra è uno
strumento di grande e rara bellezza, con gli stessi contenuti
artistici e sonori delle altre chitarre di Torres, senza carenze
che possano far anche lontanamente pensare che con il legno
al posto del cartone potrebbe
suonare meglio; anzi, semmai
si arriva a pensare il contrario.
E questa è la grande lezione
che Torres ci tramanda: qualsiasi materiale, anche di modesta
qualità, se scelto, assemblato,
plasmato con quella imperscrutabile sensibilità che può fare
di un artigiano un artista, può
suonare al meglio, senza che in
questo si riesca ad intravedere
una qualsiasi carenza.”
La chitarra
di Zontini
Nel 2005, il liutaio Fabio Zontini
ha realizzato, un po’ per sfida e
un po’ per gioco, un copia della
chitarra di cartone. Il lavoro sulla tavola armonica, sottilissima,
e sul progetto dell’incatenatura
sono fedeli allo strumento originale. Come ovviamente l’uso
del cartone per fondo e fasce.
Tutti i chitarristi che l’hanno provata sono rimasti colpiti e sorpresi dal suo timbro scuro e di
grande personalità.
Oggi, Zontini è protagonista di
una conferenza (presso lo stand
della Civica Scuola di Liuteria,
alle ore 10.00) nel corso della
quale presenterà il suo lavoro.
Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza.
Come è nata l’idea di realizzare
una copia della chitarra Papier
Maché?
Il mio è stato un approccio piuttosto istintivo, senza obiettivi
particolari. Lo spirito della sfida, il gioco... ecco quello che mi
ha guidato.
E poi questo tuo lavoro si è trasformato…
Visto l’interesse che lo strumento aveva suscitato, insieme
a Claudio Canevari (docente di
Fisica Acustica presso la Civica
Scuola di Liuteria di Milano), abbiamo pensato di realizzare una
conferenza per raccontare e mostrare la chitarra di Torres. Ho
potuto contare sulla disponibilità della Civica stessa; e sull’appoggio dei colleghi Mirko Migliorini e Roberto Pozzi, come me
ex allievi della scuola, che mi
hanno messo a disposizione il
materiale della loro tesi di diploma, “Il rilievo dimensionale e fotografico della Papier Maché”.
La lezione-conferenza è nata
con scopi divulgativi, ma l’estremo interesse e la complessità
dell’argomento hanno richiesto
un grande lavoro di approfondimento, perché la chitarra “di
cartone” è anche un interessantissimo oggetto sonoro sul quale sperimentare e verificare l’attendibilità e la validità dei più
recenti ed aggiornati modelli fisico-acustici sul funzionamento
della chitarra.
Con questo lavoro siamo già
stati in alcune scuole di musica, di liuteria e a vari festival internazionali. L’aprile scorso ho
tenuto una conferenza al festival di Querétaro in Messico, dove lo strumento ha suscitato un
grande interesse... Ora, dopo il
Meet qui a Milano, terrò la stes-
12
sa conferenza a Cremona Mondomusica... ovvero nelle due
più prestigiose manifestazioni
italiane che riguardano gli strumenti musicali.
Che cosa hai scoperto costruendo la Chitarra di Cartone?
Molte cose. Dal punto di vista
prettamente tecnico, per esempio, c’è da dire che questa chitarra monta una tavola armonica molto molto sottile. Forse nel
corso degli anni ha subito degli
interventi di restauro che l’hanno resa più sottile. Ma io credo
che Torres l’avesse calibrata così già in partenza, con meno degli spessori già sottili che usava
per gli strumenti in legno. Ripercorrere quella strada estrema è
stato molto istruttivo.
Secondo te che valore ha questo esperimento?
Restituisce al liutaio, e quindi
all’uomo, il ruolo fondamentale che le “macchine”, ovunque,
tendono a sottrargli.
Oggi la produzione seriale è molto meccanizzata e l’idea che noi
tutti abbiamo è che una cosa
fatta da una fresatrice a controllo numerico sia qualitativamente superiore. Spesso è cosi, ma
in liuteria –e la chitarra di cartone lo dimostra– l’abilità dell’artigiano fa ancora la differenza.
Come è stata accolta dai musicisti?
Con un entusiasmo che francamente non mi aspettavo. Di solito rimangono colpiti dall’oggetto
chitarra di cartone e mi chiedono “come fa a stare insieme”.
Poi, quando la provano, vedo lo
stupore sui loro volti, perché in
effetti lo strumento funziona e
ha delle caratteristiche timbriche molto particolari e un volume per nulla inferiore ad uno
strumento “normale”.
Al Festival internazionale di
Fiuggi, dopo la conferenza, ho
incontrato il grande maestro Alirio Diaz, un monumento vivente
alla storia di questo strumento,
che all’età di 84 anni si è divertito a suonare la mia chitarra e
ha avuto parole di elogio per il
mio lavoro. Una bella soddisfazione.
Come ti spieghi tutto l’interesse legato a questo strumento?
Colpisce subito e a più livelli. Fa
leva sull’emotività e sulla fantasia di chi lo vede o lo prova per
il senso di mistero legato alla figura del suo costruttore. E perché risponde ad una sfida impossibile: trasformare uno svantaggio iniziale in una situazione
addirittura favorevole. Fondo e
fasce di cartone non impediscono di ottenere ottimi risultati se
si è trovato un equilibrio negli
spessori e nei pesi del piano armonico; lo svantaggio iniziale è
stato annullato.
Parlaci della prova “Dietro la
tenda”.
è un esperimento musicale che
ho organizzato in collaborazione
con Claudio Canevari e la Scuola di Liuteria di Milano. Abbiamo voluto giocare con la chitarra di cartone e con le persone
che sono venute ad assistere
all’evento. Il maestro Fabrizio
Giudice si è seduto dietro ad
una tenda e ha suonato lo stesso frammento musicale su cinque chitarre fatte da liutai professionisti e allievi della Scuola
di Liuteria. Tra esse c’era la mia
chitarra di cartone. Al pubblico
in sala era stato consegnato un
questionario sul quale appuntare le impressioni e il gradimento
di ciascuna delle chitarre.
Nascondere il musicista in una
sala da concerto fa sì che tutta l’attenzione si concentri
sull’ascolto –cosa che di solito non succede. Si è venuta a
creare un’atmosfera particolare di estrema attenzione e silenzio, quasi surreale. Anche in
questo caso la chitarra di cartone è risultata una delle più apprezzate.
Vieni a trovarci!
una maglietta sarà subito tua.
Scopri le sorprese
che ti abbiamo riservato.
21-22-23-24
Settembre 2007
Fiera Milano-Rho
Salone Meet-Miv
Padiglione 14
corsia H 21-corsia L 14
www.myaudio.it
Monsound s.r.l.
Viale Italia 88 - 20020 - Lainate (MI) Italy
Tel. 02-93596500 - Fax 02-93596501
[email protected]
Case History
History
Case
Avete mai cercato libretti
d’opera in Internet? Tra i siti
che offrono questo tipo di informazioni, uno colpisce per
l’accattivante veste grafica e
la ricchezza di
contenuti. Stiamo parlando di
www.librettidopera.it, dove infatti possiamo
trovare non solo i testi di opere italiani in vari
formati, ma anche sofisticate
statistiche sull’uso dei registri
vocali, rappresentazioni delle strutture drammaturgiche
dei testi, tabelle cronologiche,
analisi dei lemmi, testi e immagini tratti dai libretti originali, varianti significative dei
testi, nonché vivaci sfondi
schermo per il computer che
riprendono colori e motivi del
libretto cui si riferiscono con
brani significativi o con esempi di partitura manoscritta;
inoltre da qualche tempo sono stati inseriti file in formato MP3 liberamente disponibili per l’ascolto, e addirittu-
ra riproduzioni di partiture manoscritte tratte dalle biblioteche storiche italiane. Possiamo trovare più di 130 libretti
(numero sempre in crescita) e
anche una sezione tutta dedicata a Carlo Goldoni con altri
70 titoli.
Una
consultazione
immediata
Tutto questo materiale è organizzato con elaborati indici
per titolo e titolo alternativo,
autore del testo, autore delle musiche, data della prima
rappresentazione e finanche
per personaggio; gli indici si
rimandano fra loro permetten-
do una navigazione estremamente agevole e funzionale.
Le pagine di presentazione illustrano il sito, i metodi e gli
strumenti utilizzati. I testi infine sono trascritti con particolare
cura e sono scelti
evidentemente tenendo conto della loro importanza
nell’ambito della
storia dell’opera lirica; assolutamente originale è l’elaborazione cromatica e iconografica.
Ma di questo ed altro possiamo parlare più approfonditamente con Dario Zanotti,
che dal 2001 porta avanti la
realizzazione del sito.
particolarità di evolversi continuamente anche per quel che
riguarda i testi già pubblicati.
Poi la cosa mi ha preso la mano e mi ha coinvolto con una
crescente passione per l’argomento che mi ha portato
ad approfondire ed arricchire
sempre più i contenuti.
Ci racconta la genesi di
questo lavoro?
www.librettidopera.it è nato quasi per caso, come sfida tecnologica, da informatico quale sono: mi interessava creare un sito Internet con
metodi diversi dal semplice
buttare un testo in una paginetta dalla difficile manutenzione; il mio sito difatti ha la
Qual è la procedura che lei
utilizza per pubblicare un
libretto d’opera?
Innanzi tutto scelgo il titolo,
con un occhio ai manuali di
storia dell’opera, e con l’altro alle programmazioni degli
enti lirici; poi valuto il materiale, possibilmente d’epoca, reperito nelle raccolte delle biblioteche e dei conservatori,
liutai uniti contro le truffe elettroniche
Chiunque utilizzi ebay con una certa assiduità sa bene come sul più vasto mercato virtuale del pianeta sia possibile
incappare facilmente in oggetti non proprio corrispondenti alla descrizione, di dubbia provenienza o addirittura contraffatti.
è quello che è successo, qualche mese fa, ad alcuni sfortunati utenti, che, allettati da inserzioni relative a preziosi
strumenti ad arco di liuteria “costruiti a Cremona”, si sono
visti recapitare al proprio domicilio dei semplici strumenti di
produzione industriale.
Per contrastare il fenomeno, che danneggia, oltre ai singoli acquirenti, anche il prestigio dei marchi della liuteria cremonese, il Consorzio Cremona Liuteria ha organizzato un
importante convegno che si terrà durante la prossima edizione di Cremona Mondomusica, e per la precisione domenica 5 ottobre.
Un convegno e una convenzione
Il convegno, al quale interverranno fra gli altri il legale di
riferimento del consorzio cremonese Giuseppe Del Vecchio
(responsabile dell’ufficio legislativo di Confartigianato) e
uno dei legali di E-Bay, rappresenta un primo passo che ha
l’obiettivo di spiegare nei dettagli come difendersi dalle frodi e come comportarsi nel caso ci si imbatta in un
falso. Durante la conferenza verranno
fra l’altro presentati al pubblico gli articoli della convenzione stipulata fra il
consorzio Cremona Liuteria ed eBay.
14
La collaborazione con la casa d’aste online è
decisamente strategica, come ha sottolineato in un comunicato stampa Roberto Maffezzoni, funzionario del Consorzio e promotore
dell’iniziativa: “Con E-Bay, subito dopo il primo caso, abbiamo sottoscritto una convenzione generale per tutelare gli artigiani a livello nazionale. In sostanza
il problema maggiore di E-Bay è il controllo su un mercato
di nicchia come quello degli strumenti musicali ad arco, e
noi come Confartigianato di Cremona ci siamo proposti di
controllare la sezione del sito riguardante gli strumenti ad
arco in cambio di una forte visibilità per le nostre imprese.
Eseguiamo controlli ogni 3 o 4 giorni con una ricerca sui
violini cremonesi e su alcuni dei nomi di liutai più famosi
e che più frequentemente vengono contraffatti; dopodichè,
se troviamo qualche strumento falso, parte una notifica di
violazione secondo un programma specifico di E-Bay. Questo comporta che lo strumento venga ritirato subito dall’asta per tutelare eventuali acquirenti. Alla seconda notifica il venditore non può più accedere ai servizi di E-Bay.
Chi vende strumenti contraffatti non è necessariamente un
commerciante ma anche un privato che compra strumenti
magari seriali e poi li rivende come artigianali e cremonesi.
I prezzi dei violini contraffatti variano dai 500 ai 1200 euro
come base d’asta; ricordo che il primo emblematico esempio di contraffazione su E-Bay è stato quello di un violoncello di un famoso liutaio di Cremona che costava 1400 euro,
quando un violoncello di quel liutaio ha un valore che si aggira sui 20.000 euro.”
o in quelle telematiche. Quindi passiamo alla trascrizione,
che ci coinvolge e ci scarnifica...
In che
senso?
Le antiche edizioni sono spesso di difficile lettura e interpretazione; trascrivere questi
testi diventa un atto di dedizione, di forte volontà e... anche una buona dose di testardaggine. Talvolta ci si blocca
per una macchia sulla pagina, o per un refuso presunto
o reale, per una punteggiatura
strampalata.
E poi?
Poi il testo viene impaginato, e quindi analizzato con
un programma da me ideato
per rilevare gli errori di battitura più comuni e alcuni problemi formali; dopo di che un altro mio programma inserisce
il libretto in un database che
consente diverse modalità di
lettura o trasformazione dei testi,
per esempio per
pubblicarli nei diversi formati presenti nel sito: HTML con pagine a
colori, HTML con
grafica semplificata in bianco e
nero, PDF per la
stampa. Oppure
per estrarre e trattare dati di
tipo diverso.
È così che si ottengono
le pagine statistiche che
troviamo nel sito?
Certo. Oggi si possono compiere analisi molto approfondite e originali con un personal computer alla portata di
tutti. Basta avere competenze
e fantasia.
Tutti questi contenuti hanno
un’impostazione grafica
piuttosto sofisticata...
Sì, mi sembra importante
sfruttare appieno le possibilità
che offrono i nuovi strumenti
e i nuovi media per esprimere
il mio personale interesse per
la grafica; mi piace che ogni
opera abbia un suo specifico
aspetto: ciascun libretto è inserito in un contesto visivo ad
esso collegato attraverso riferimenti di natura storica, pittorica, architettonica con mediazioni di tipo letterario, mitologico e psicologico. Utilizzo un
paio di particolari di quadri, di
foto, talvolta dettagli dei libretti originali. Questi “ritagli” vengono trasformati in due motivi
ornamentali, e virati cromaticamente a seconda delle sensazioni emotive che mi dà il
testo; opportunamente combinati permettono una grande
varietà di effetti grafici.
Può fare un esempio?
L’Arianna di Benedetto Marcello: sono stati selezionati
dei particolari di due sculture
dell’antica Grecia sovrapposti
al colore di una mia foto del
mare Egeo. O Una cosa rara,
di Salieri: da un austero ritratto di regina, e da una scena
campestre, due dettagli sono stati virati in allegre tonalità pastello tipiche del ‘700.
Tutto questo rimane molto
sfumato e appena percettibile. Mi consenta di aggiungere
che mi rifiuto di appesantire
inutilmente le pagine con animazioni a effetto o cose del
genere: il materiale nel sito va
letto anche con computer obsoleti o con connessioni lente.
Perché solo libretti in lingua
italiana?
Abbiamo già molte difficoltà
con l’italiano, con i suoi capricci a cavallo dei secoli [ri-
Case History
History
Case
de, ndr]: figuriamoci col
francese, col tedesco o
addirittura il russo! Ci
siamo procurati le prime edizioni del vocabolario della Crusca; dizionari di mitologia e sull’antichità classica molto dettagliati; manuali di storia della lingua
italiana. Eppure dubbi e
incertezze sono all’ordine del giorno. Certo, se
ci fossero le risorse necessarie per avere collaborazioni di
buon livello...
Il vostro è quindi un lavoro
da filologi?
Solo in parte. In realtà il nostro lavoro ha un intento divulgativo; però cerchiamo
fonti affidabili e cerchiamo di
adottare criteri seri di trascrizione. La filologia è al di fuori della nostra portata, noi vogliamo rendere facilmente accessibili dei testi: con ogni libretto si instaura un rapporto
quasi affettivo, si ha la sensazione di ridare fiato a una
voce che viene dal passato.
Lo studio filologico è un’altra
cosa.
Che riscontri avete dai
navigatori della rete?
Buoni per la quantità che
è sempre in crescita —ora
viaggiamo sui 15.000 contatti al mese—, e ottimi per la
qualità: ci hanno scritto professori universitari, ricercatori, professionisti della musica; ma anche appassionati,
e persone qualsiasi che cercano di approfondire
le loro conoscenze.
Ci siamo sforzati di
trovare un modo per
parlare sia ad esperti
che a semplici curiosi; e malgrado il sito
sia esclusivamente
in italiano, un terzo
circa dei contatti proviene dall’estero: Europa, America latina,
Stati Uniti, Giappone,
Australia... da più di novanta nazioni; l’opera italiana ha
entusiasti sostenitori in tutto
il mondo, tant’è vero che per
esempio gli sfondi schermo
vengono scaricati a migliaia
ogni mese.
Una bella soddisfazione...
Sì, e non è tanto la moltitudine di libretti scaricati delle
opere più famose a gratificarci, quanto il fatto che anche il
libretto più sconosciuto viene
letto almeno una volta al giorno. Poi occorre considerare
che tutto questo lavoro viene
portato avanti nel tempo libero, con tutti i problemi che ne
derivano.
quanto possibile continueremo con i libretti in
lingua italiana, ci concentreremo su questa
attività.
In quanti siete?
Io, e due simpatiche signore
che si occupano soprattutto
delle trascrizioni.
Allora sono loro le tastarde
di cui sopra?
Mi avvalgo della facoltà di non
rispondere... [ride, ndr]
Tornando alle cose serie:
non avete finanziamenti,
pubblici o privati?
Uno sponsor? No, niente. Ci
sono contributi occasionali,
magari in termini di scambio
di materiale. Un olandese due
anni fa ci ha mandato 75 Euro perché nel sito
aveva trovato un
libretto raro che
serviva per una
conferenza. Ma
servirebbe un intervento duraturo
nel tempo, perché sia significativo. Ogni pagina
riprodotta da una
biblioteca ci costa da cinquanta
centesimi fino a
due Euro; devo anche dire che
molte volte negli enti pubblici
si incontrano persone squisite, che si fanno in quattro per
dare una mano; ma le copie
vanno giustamente pagate,
il tempo è poco e il materiale che utilizziamo è costoso.
Per fortuna utilizziamo software gratuito.
Che progetti avete
per il futuro?
Il materiale in rete da cui si
potrebbe partire per nuove ini-
ziative è moltissimo: dal teatro con musica del ‘500 alle
partiture manoscritte, dai testi di storia della musica agli
epistolari dei librettisti. O come si accennava prima, aprire
il sito a testi in lingua straniera. Ci sono poi idee sull’analisi semantica
dei vocaboli utilizzati, e intere
discoteche a 78
giri che aspettano solo di essere convertite in digitale.
Ma il problema
è sempre quello, la mancanza
di risorse. Per
Ci racconta qualche
curiosità incontrata
nel fare un lavoro così
serio?
Si incontrano testi
straordinari, come quello scritto da Andrea Moniglia, un accademico della
Crusca, intitolato Il potestà di
Colognole, che è dotato di un
simpatico dizionarietto dei termini popolari toscani utilizzati e che contiene persino una
parodia di un’ottava della Gerusalemme liberata; o una buffa aria dedicata al gioco della
palla, nello Xerse di Minato.
Infine i libretti di Carlo Goldoni contengono tanti brani spiritosi. Spesso tra noi durante
la lavorazione commentiamo i
testi con battute anche salaci... non ci crederete, ma ogni
tanto ci divertiamo proprio.
Conclusa l’intervista si rimane
con la sensazione che ci siano dei tesori nascosti in Italia
che vengono fatti conoscere
solo in piccola parte, e grazie
alla determinazione e al lavoro di persone come quelle
che, testardamente, portano
avanti i curatori di www.librettidopera.it, con i suoi testi e le
sue pagine colorate.
Abbiamo un patrimonio culturale invidiato dal mondo intero, purtroppo talvolta poco
considerato come valore intellettuale di interesse universale, e che di conseguenza a torto non viene ritenuto
una risorsa per il Paese anche
dal punto di vista economico.
Il gusto musicale contemporaneo si è formato nei secoli anche grazie all’importanza
e alla diffusione che ha avuto nella storia l’opera lirica; rivalutarne gli aspetti meno conosciuti o approfondirne quelli più noti ci sembra un’operazione degna di essere conosciuta, e magari anche di
essere sostenuta adeguatamente. Tradurre queste
antiche forme d’arte nei
linguaggi delle tecnologie
più moderne crea un ponte fra le generazioni passate, quelle contemporanee e quelle future; inoltre
così facendo si pongono
le basi per una conoscenza consapevole delle proprie radici.
In definitiva si può affermare
che con strumenti del tipo che
abbiamo descritto, dal passato tutti noi potremmo avere a
disposizione una vera e propria miniera di stimoli e spunti
creativi per il mondo della musica di domani.
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15
IlIl Personaggio
Personaggio
21 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Il Custode
dei SUONI
Dodicimila strumenti musicali da tutto il mondo: Nicola Scarano
presenta la sua collezione. E suggerisce nuove vie per promuovere
la cultura dello strumento musicale...
di Cristiano Cameroni
La prima immagine che ho di
Nicola Scarano risale ai tempi del liceo. All’epoca mi capitò di frequentare la sua Strumentoteca d’arte musicale
nell’ambito di una visita di
gruppo organizzata dai miei
genitori. L’impressione che
quel luogo incantato, con i
suoi dodicimila strumenti musicali provenienti da tutto il
mondo, fece sulla mia mente
un po’ presuntuosa di giovane pianista vicino al diploma
fu fortissima. E riguardava
soprattutto le straordinarie
capacità mimetiche di quest’uomo, avvezzo a suonare
tutti, ma proprio tutti, gli strumenti della sua collezione, di
cui svelava ai visitatori origine, significato e qualità.
Genesi
di un’intervista
Parecchi anni più tardi, e più
precisamente alla fine dello
scorso mese di agosto, sono tornato a bussare alla sua
porta. La strada, che da una
delle ultime uscite della Milano-Meda si arrampica su un
poggio per entrare nel piccolo borgo di Birago di Lentate,
la ricordavo a memoria. Così come ricordavo, nei dettagli, l’ampio portone verniciato di scuro che si apre sulla
piccola corte antica un tempo adibita a rimessa di carrozze. Ad aprirmi, come nella prima occasione, c’è proprio lui. I capelli sono oggi un
po’ grigi, ma i modi ospitali,
l’abbigliamento un po’ stravagante, e soprattutto lo sguardo vivo sono ancora quelli di
una volta.
Percorriamo lentamente le
due sale disposte a “L” dove si allineano, come in una
giungla al tempo stesso silenziosa e assordante, gli
strumenti della collezione. Il
suo passo deciso è rallentato dal mio, che indugia sulla
soglia di questo vero e proprio santuario. Ed è una ben
strana intervista quella che
ci aspetta, con il sottoscritto
intento ad ascoltare in silenzio il suo racconto, il taccuino
degli appunti chiuso in mano e la macchina fotografica
rinchiusa nel guscio morbido
della borsa. Del resto, immersi come siamo nello scenario
fantastico che ci circonda,
sarebbe arduo pensare ad un
altro modo di rapportarsi con
il clima a metà fra il conviviale e il teatrale che si crea nella penombra da palcoscenico
di questa affascinante bolla
di realtà.
16
Parlando
della Fiera
Nicola Scarano non è affatto
sorpreso di essere intervistato: nel corso della sua lunga
carriera è stato più e più volte
avvicinato da parecchi giornalisti italiani e stranieri; ma mi
confida che l’idea di comparire sulle pagine del quotidiano di MEET Milano lo diverte,
in un certo senso. Gli chiedo
perché, e lui mi racconta di
come, verso la fine degli anni
Ottanta, abbia lavorato a lungo ad un progetto ambizioso
che vedeva la collaborazione
di personaggi come Abbado e
Tintori, l’allora Direttore del
museo teatrale alla Scala, e
che puntava a creare un “Parco della Musica” per Milano.
“Un luogo grandioso e affascinante, dove ci sarebbero
stati a getto continuo concerti, seminari, esposizioni…”
mi dice mentre tradisce con
lo sguardo una certa
delusione. E prosegue: “Io ero
incaricato di
coordinare la sezione dedicata agli strumenti musicali e alle
musiche extraeuropee… e
avevo
progettato
uno spazio visionario, nel
quale i visitatori sarebbero
stati condotti su zattere da
un continente all’altro… Eravamo già pronti a partire, i
giornali ne avevano dato l’annuncio a pagina intera…”.
Lo interrompo quasi senza
accorgermene: “E poi?”
“E poi, nel ’90, ci fu Tangentopoli. Tutto si fermò, e Milano perse questa occasione
straordinaria. Ma la cosa più
divertente, in un certo senso, è che l’intera area avrebbe dovuto sorgere proprio a
Rho-Pero, dove quest’anno si
inaugura la prima edizione di
MEET Milano…)
Mi viene da sorridere. Chissà, mi chiedo, se in Fiera ci
saranno tanti strumenti quanti ce ne sono qui, fra queste
mura? Di certo, l’atmosfera
sarà necessariamente diversa: alla Strumentoteca si respira un’aria favolosa, quasi
da romanzo; e del resto le origini di questo museo affondano in una vicenda umana davvero straordinaria.
Un po’ di storia
“Fin da quando ero molto giovane”, racconta Scarano “sono stato
affascinato dagli strumenti
musicali. Vedevo in loro
un oggetto
magico, capace di prolungare verso l’esterno le
mie emozioni. Ai
tempi del liceo studiavo chitarra classica e
frequentavo con grande assiduità i negozi di strumenti
musicali del centro di Milano. Ero di casa da Prina, alla
Milanfisa; e in un altro negozio, vicino al Conservatorio, il
cui proprietario, l’anziano signor Natale Gallini, era stato
un importante collezionista.
Con lui passavo interi pomeriggi: parlavamo di musica, di
strumenti: e delle conversazioni con lui ricordo con riconoscenza la grande saggezza
che mi comunicava. Già allora, la maggior parte dei suoi
strumenti era stata donata al
Museo del Castello Sforzesco
di Milano; ma gli rimanevano
un tamburello a sonagli ricoperto di pelle di serpente e un
grosso mandolino tutto sconnesso, con le doghe fuori posto e vistose crepe nel corpo, che se ne stava appeso
al muro. Quello strumento mi
affascinava: non appena venni a sapere che si trattava di
un Mandoloncello costruito
nel 1927 da Raffaele Calace,
corsi alla biblioteca Sormani
per cercare notizie sul suo costruttore e sulla sua storia. E
poi di corsa, di nuovo in ne-
gozio, prima a chiedere, quindi ad implorare il vecchio proprietario perché me lo vendesse.”
Mentre parla, Scarano passa rapidamente dal tono colloquiale al registro teatrale: il
volto mima le espressioni dei
personaggi citati, e l’intero
racconto prosegue fra pause,
frasi declamate a gran voce e
piccoli sussurri. Ed è proprio
sottovoce, quasi mi stesse rivelando un segreto inaccessibile, che l’ideatore della Strumentoteca mi dice: “Sapevo
che anche il mandoloncello
era destinato al Castello. E
ne ero addolorato: lo avrebbero sistemato, pulito, lucidato,
sì… ma nessuno, nessuno
mai lo avrebbe più suonato!
Così tornai alla carica più e
più volte, finché riuscii ad acquistarlo aggiungendo al prezzo un giuramento: lo avrei sistemato e suonato io stesso,
oppure lo avrei restituito”.
IN TOURNée
La collezione di Nicola Scarano – o forse sarebbe meglio
dire la sua insolita professione – nacque così. “Farlo sistemare mi sarebbe costato troppo, e in ogni caso mi ero già
indebitato per acquistarlo così
com’era. Così – non saprei dire se per pazzia, entusiasmo
o intuito – andai da un restauratore di mobili dietro casa, e
chiesi se potevano sistemarmelo. Mi guardarono imbarazzati, dicendo che non avevano
mai fatto un lavoro del genere
e che sarebbe comunque costato parecchio. Ma non poterono dirmi di no quando feci
loro una nuova proposta: sarei andato da loro per imparare come incollare, come verniciare e lucidare il legno; e
avrei fatto io il lavoro. Così,
mentre lo rimisi a nuovo, imparai anche molte tecniche di
lavorazione del legno. Fra l’altro il risultato fu perfetto, tanto che ancora oggi lo suono e
da allora non l’ho mai più risistemato”.
Richiesto da Strehler nel 1975
per centinaia di repliche de Il
Campiello di Carlo Goldoni, lo
strumento venne suonato da
Scarano in ogni parte d’Europa. Con un risultato decisivo:
“Alla fine, capii che quella vita non faceva per me. Guadagnavo bene e giravo tutte le città più importanti, da ciascuna
delle quali tornavo con qualche
strumento musicale nascosto
nel camion delle scenografie...
ma ogni volta che salivo sul
palco suonavo come un automa, senza emozione. Non era
quello che cercavo”.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
IlIl Personaggio
Personaggio
NormanDisma.qxp
21 Settembre 2007
29/08/2007
9.40
Pagina 1
Due parole sulla Strumentoteca
La Strumentoteca d’Arte Musicale
di Nicola Scarano è un Museo vivo,
un’opera d’arte in evoluzione, come
il fondatore ama definirlo. Al suo interno si trovano oggi quasi dodicimila strumenti musicali raccolti nei
cinque continenti e suddivisi per famiglie organologiche e provenienza
geografica.
Il nome Strumentoteca tradisce la
vocazione tutta speciale di questo luogo, che non è una
semplice esposizione muta, ma un vero e proprio percorso nella cultura musicale del mondo dove ogni strumento
viene introdotto, raccontato e suonato in modo che venga
tramandata, assieme alla sua forma e alla sua storia, anche la sua intima essenza. “In effetti il termine Strumentoteca non esisteva prima dell’apertura di questo luogo”,
ci ha confidato Nicola Scarano, “e questo la dice lunga
sullo stato della cultura musicale – e più in generale sullo scarso interesse che circonda gli strumenti musicali in
questo Paese”.
Lo strumento
fa concerto
Tornato a Milano, il nostro interlocutore si interessò del
restauro dell’organo della
chiesa valdese di via Francesco Sforza; un obiettivo per il
quale allestì un concerto “di
strumenti” che aveva lo scopo di raccogliere fondi.
“Nella mia idea, lo strumento musicale doveva stare al
centro dell’attenzione. Era la
cosa più importante, e volevo
che fosse percepito in questi
termini. Così organizzai una
performance con gli strumenti della mia collezione, e la chiamai
Lo strumento fa concerto. Fu un successo straordinario: furono necessarie tre repliche.
E tutti i giornali ne
parlarono con entusiasmo!”
Da quel giorno, l’attività di Nicola Scarano –o forse sarebbe meglio dire il suo percorso
di vita– era tracciato. “Ero capace di comunicare alle altre
persone i valori straordinari che si nascondono in uno
strumento musicale. Lo avevo scoperto... e ora questa
era la mia vita.”
Verso una
definizione
Già... arrivati a questo punto, siamo anche noi curiosi di
svelare l’arcano. Esiste davvero una definizione esaustiva di che cosa sia uno strumento musicale?
“Lo strumento musicale”, risponde con visibile emozione
Nicola Scarano, “è l’oggetto più straordinario che l’uomo abbia mai costruito. È un
ponte formidabile verso gli
altri esseri umani. È capace
come nessun altro di estendere i sensi, di esprimere le
emozioni, di fare arte. Serve
a produrre quella cosa meravigliosa che è la musica: una
forma artistica che non si
può fare due volte nella stessa maniera, che ogni volta è
nuova. E... sai una cosa? Uno
strumento musicale non può
essere usato per offendere
nessuno, ma solo per suonare con gli altri. Che siano
ascoltatori o esecutori, tutti gli altri raggiunti dal suono
di uno strumento sono coinvolti in una collaborazione.
Non si può fare musica se nessuno ti
ascolta!”.
LA LEGGE
DELLO STUPORE
Di tanto in tanto, mentre
parla, Scarano va a prendere uno strumento per accompagnare il discorso con
esempi sonori. Prima è la
volta di un arco preistorico,
poi tocca ad un flauto nasale polinesiano, quindi si passa ad un sonaglio quadrato
e sottile che viene dall’Africa centrale... Capisco che
per lui questa è una necessità assoluta: pur essendo
in grado di affascinare chi lo
ascolta con le sole parole,
non può esprimersi completamente senza fare ricorso a
qualche strumento. Così facendo, fra l’altro, mi illustra
il suo metodo di lavoro, che
parte dalla creazione... dello
stupore.
“Guarda questo sonaglio, è
un kajamba. In tutte le visite, lo mostro a bambini
e adulti. Lo tengo fermo e
chiedo a tutti di ascoltare.
Quasi sempre, la reazione
La visita alla Strumentoteca d’Arte Musicale è organizzata secondo
percorsi differenti a seconda della
categoria di strumenti che si è interessati a conoscere più da vicino.
Durante le visite, a cui si partecipa
in gruppo, si ha comunque la possibilità di visitare l’intera esposizione, nella quale sono compresi numerosi “pezzi rari” che si riferiscono anche al settore delle apparecchiature per la riproduzione del suono: dai rulli di cera di Edison (che si possono ascoltare) ai grammofoni, dai giradischi degli anni
Cinquanta al Compact Disc. A tutto questo materiale corrisponde fra l’altro una vasta collezione “nascosta” di libri e
di registrazioni (anche queste superano le diecimila unità)
che testimoniano l’altro volto della tradizione musicale di
tutto il pianeta.
Strumentoteca d’Arte Musicale
Via L. Mancini, 3 - Birago di Lentate (MI)
tel. 0362-56.48.97 - www.strumentoteca.it
è di sconcerto: cosa c’è da
ascoltare? Qualcuno dice ‘il
silenzio’, altri ‘il ronzio delle
lampade’, altri ancora sono
imbarazzati, non sanno che
dire. A questo punto io lo giro, e faccio sentire questo.
Dimmi,
cos’è? Dove
siamo?”
Non c’è dubbio: questo è
un rumore d’acqua, siamo di
fronte a un piccolo ruscello
o sotto un acquazzone.
“Esatto!” esclama soddisfatto Scarano. “E adesso...
perché? Perché l’acqua?
Questo strumento contiene
un pugno di semi sottratti con sacrificio alle scarse
riserve alimentari del villaggio. È di forma quadrata: un
simbolo della terra. Quella
stessa terra che produce le
piante, dopo la semina, ma
che per questo ha bisogno
dell’acqua. Ecco! Dopo la
semina, serve l’acqua. Questo è molto più di un suono,
è un rito! in questo strumento sono racchiuse la sintesi
di un’intera civiltà, le vicende e gli sforzi di migliaia e
migliaia di vite!”.
Sintesi culturale
Davvero, c’è da rimanere affascinati. A ben pensarci,
qualsiasi strumento musicale è il risultato della fusione
di elementi fisici, artistici, sociali, antropologici, matematici... è una vera e propria testimonianza vivente della cultura dell’uomo.
“È proprio così”, mi conferma, con un sospiro, il nostro interlocutore. “Ma questa è una constatazione che
fa anche rabbrividire, se
pensiamo a quanto stiamo
trascurando di conoscere.”
Scarano allude, ovviamente,
al perenne disinteresse che circonda,
nel mondo delle
istituzioni, della
scuola e dei media, la cultura dello strumento musicale.
“Con il mio lavoro,
con i miei concerti in giro per il mondo, le mostre, con le visite
guidate alla Strumentoteca
io ho parlato in trent’anni a
centinaia di migliaia di persone. A tutti ho lanciato con
passione questi stessi messaggi, spiegando che il suono è nella vita di ciascuno di
noi una presenza altrettanto importante quanto quella
dei colori.”
Un consiglio
ai bambini
(anche A quelli
CRESCIUTI)
Come fare, allora, se la “cultura ufficiale” ci tiene lontani da questo caleidoscopio
brillante?
Nicola Scarano non ha dubbi: “Ai bambini come agli
adulti lascio sempre un consiglio. Una volta all’anno,
a Natale o per il compleanno, fatevi regalare uno strumento musicale. Può essere anche solo un sonaglio,
un tamburello, una chitarra
da poco. Non è importante
che sia di grande valore economico... sul totale dei miei
strumenti, ben pochi sono
quelli costosi. Ma sarà sempre una tonalità in più nella
vostra collezione. Più questa sarà grande, più la vita
assomiglierà a un quadro
meraviglioso di cui voi stessi sarete gli autori”.
Nella pagina a fronte, a fianco del titolo: Nicola Scarano alle prese con un tamburo a fessura posto all’ingresso della Strumentoteca. Nel tondo, mentre suona il Mandoloncello. In basso, un intenso primo piano del musicista; quello che ha in
mano è un flauto nasale polinesiano, che si suona soffiando l’aria dalle narici.
In questa pagina, nel box: una foto tratta da una delle frequenti produzioni teatrali firmate da Nicola Scarano. Qui siamo
al Teatro Verdi per lo spettacolo “Lo strumento fa concerto”.
17
Musica
Vta
Musica ee Vita
Attualità
Attualità
21 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Una marcia in più
a cura di Silvana Antonioli
Fare musica dà “una marcia in più”. Ce lo
confermano noti personaggi del mondo della cultura, del cinema e dello spettacolo, che
– sarà una sorpresa leggerlo – suonano con
passione uno strumento musicale. E ce lo
confermano, naturalmente, anche musicisti
di professione. Ecco alcune delle dichiarazioni che DISMAMUSICA MAGAZINE ha raccolto.
“Fare musica porta ad
accettare gli altri”
“La musica per me è quasi un bisogno. E non
parlo della musica ascoltata, ma del produrre
musica con le mie mani. Trovo che in effetti la
musica sia uno stato d’animo, un modo di essere, più che una disciplina. Mi avvicino al pianoforte per cercare di riprodurre un motivo che
ho dentro, per riscoprire una canzone che ho
sentito e che voglio suonare
io. Quando ho deciso di
fare musicoterapia,
da terapeuta ho
cercato anche di
proporre ad altri, certamente
più svantaggiati e sfortunati, le sensazioni positive che
la musica aveva
sempre suscitato
in me, e ho cercato di proporre la musica adatta alle varie situazioni. La musica infatti apre un canale comunicativo unico e irripetibile, soprattutto per chi ha delle
difficoltà a comunicare come noi siamo abituati a
farlo, con le parole e con i gesti. La musica mi ha
dato la capacità di ascoltare gli altri, di rispettarli e
di accettarli per quello che sono. Saper fare musica insegna anche ad aspettare gli altri, a produrre
qualcosa insieme, e non solo in musica, ma anche sul lavoro, nella vita.”
Franz, Cabarettista
“È vero. La musica, fatta anche di interpretazione personale, aiuta a trovare uno spazio più vero
in mezzo agli altri. Al di là dello strumento, chitarra, pianoforte, percussioni… producendo musica i
tuoi gusti, le tue percezioni cambiano, maturano,
si affinano. La musica, il produrre musica, intendo, ti forma e ti porta ad accettare gli altri. Io ho
cominciato molto giovane, da adolescente o giù di
lì, a suonicchiare una chitarra. E lo facevo da autodidatta, ma con il furore e la passione di chi ha
trovato il suo posto preferito. Provavo e riprovavo
con accanimento, fino a segnare i polpastrelli a
sangue pur di riuscire a fare quei benedetti accordi. L’ho capito ormai da adulto che bisogna fare
uno studio un po’ più serio, arrivando a leggere
la musica, ad appropriarsene come linguaggio. In
questo modo si ha davvero una marcia in più, soprattutto a livello di capacità di espressione.”
Ale, Cabarettista
18
“… è abitudine
a decidere”
“Oltre a darmi la
possibilità di sviluppare una memoria fotografica che a volte
riesce ancora a
sorprendermi, la
musica, il suo studio, la sua disciplina e la sua pratica
mi hanno senza dubbio
messo in condizioni di imparare a decidere molto velocemente. È tipico
di chi fa musica decidere in fretta, in modo
che un suono, un accordo o un’improvvisazione siano perfettamente inseriti in un contesto armonico che coinvolge anche altri in
un percorso di espressività musicale di tipo
orchestrale, o anche solistico, se vogliamo. E questa abitudine a considerare
velocemente i molti fattori in campo
e a decidere passa anche nella vita di tutti i giorni. Si
dubita di meno, e si è
certamente capaci di
prendere le decisioni giuste in tempi ristrettissimi.”
Angelo
Branduardi,
Musicista
“… è ispirazione ed espressione”
“Produrre musica, suonare, generare dei suoni che
siano espressione di emozioni… Mi sono avvicinato alla musica per un intenso desiderio di piacere,
in modo quasi dionisiaco. E ho trovato quello che
cercavo facendo musica con gli altri, dando voce
alla chitarra e facendo in modo che la chitarra fosse la mia voce. Era talmente forte questa sensazione che la porto ancora dentro,
e la percepisco, anche
in modo più maturo,
quando ancora oggi suono. Suonare è importantissimo per la persona. E per me,
oggi, è spesso
il punto di partenza per i miei
viaggi cinematografici. Parto quasi
sempre da un suono,
un suono mio, che poi mi
accompagna per tutta la lavorazione del film. La musica è ispirazione ed espressione allo stesso tempo, ed in questo senso è insostituibile.”
Gabriele Salvatores,
Regista
“… aiuta a vivere
meglio”
“Sono molto appassionato alla
musica, ma la mia attività di preparazione agonistica e poi la
frenetica attività legata
al mestiere di attore
non mi hanno consentito di affrontare
lo studio della musica in modo canonico. Però non mi sono
fermato a questi dettagli,
e mi sono impegnato a muovere queste mie grandi mani sulla
affascinante tastiera del pianoforte, con risultati non da concertista,
ma per me accettabili. La musica è un
bene che deve accompagnare le persone nella loro quotidianità, perché aiuta a vivere meglio, a saper accettar gli altri e, in buona misura, anche a saper accettare se stessi.”
Bud Spencer, Attore
“… è un
modo
nuovo di
rapportarsi
al mondo”
“La cosa più pesante da trasportare nei
miei traslochi, ma alla
quale tengo tantissimo,
è il mio pianoforte verticale.
Quello sul quale, bambino, mi esercitavo dopo le lezioni alla Scuola di Musica.
Sono passati più di quarant’anni, e ancora mi
ricordo i primi risultati, lo studio e la sensazione di progressiva conquista dello strumento. Ho studiato cinque o sei anni… Ai tempi
dell’Università, poi, mi è ritornata la nostalgia
del pianoforte. E dello studio più approfondito
della musica. Così mi sono autotassato e
mi sono pagato ancora una lunga serie
di lezioni… Facendo musica si scopre un modo nuovo di rapportarsi
al mondo, ed un modo molto bello
che ti accompagna tutta la vita.”
Claudio Bisio,
Intrattenitore
“… dà
ricchezza
espressiva”
“Senza la musica, mi mancherebbe davvero l’aria. La
musica deve far parte della
nostra vita come un battito
cardiaco esterno. Per qualche
anno ho suonato la chitarra in
un gruppo. Facevamo musica italiana, il rock e le canzoni di succes-
so a cavallo degli anni ’70 e ’80. Lo facevamo per divertirci e per aiutare i nostri
amici a divertirsi con noi. Quello che mi
mancava era però una formazione didattica, uno studio più serio della materia musicale che
mi mettesse in grado di
suonare davvero. Ho
anche studiato solfeggio, per un po’,
ma senza mai appropriarmi della musica come linguaggio.
In questo senso un
po’ di colpa per questa mia lacuna la voglio
dare alla scuola italiana,
che non ha saputo fare altro
che mettermi in mano un flauto dolce e chiedermi di soffiarci dentro dicendomi che ‘quello’ era musica. La scuola dovrebbe dare ai nostri ragazzi la possibilità
di imparare la musica
fin
dai primi anni. E
per musica intendo la musica vera, con
il linguaggio,
il solfeggio,
le note. E
soprattutto
con una ricchezza di strumenti che sappiano spaziare dal
pianoforte alla chitarra, dai fiati alle percussioni e agli archi,
e così via. La ricchezza espressiva di chi
fa musica è immensa, e non possiamo togliere ai giovani questa straordinaria possibilità.”
Amadeus,
Presentatore
“… è scuola di integrazione
sociale”
“Fare jazz pone un individuo in quella ideale posizione che gli insegna ad essere al
tempo stesso solista e componente di un
gruppo. Cioè a combinare insieme individualismo e socialità… Chi ha suonato jazz
sa che un complesso jazz è la
migliore scuola di integrazione sociale: non c’è
più distinzione tra le
diversità di ceto, di
educazione, di razza o di nazionalità… Suonare il jazz
fa bene non solo al
cervello ma anche
al cuore.”
Piero Angela,
Divulgatore
scientifico
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Koichi Kawai, il fondatore
dell’omonima casa di produzione giapponese, nacque ad
Hamamatsu, in Giappone,
nel 1886. Allora, nel Paese
del Sol Levante, il pianoforte
era praticamente sconosciuto. È proprio al gruppo di cui
Koichi faceva parte, agli albori del nuovo secolo, che si
deve l’introduzione di questo
strumento in Giappone. Appassionato e capace di innovare, Koichi Kawai ideò in seguito numerose soluzioni per
la meccanica del pianoforte,
che certamente rimangono
nella storia dell’evoluzione
della meccanica di qualità.
La prima impresa
Nel 1927, Koichi Kawai aprì il
Kawai Musical Instrument Research Laboratory, dando lavoro ai primi sette dipendenti,
tutti uniti dalla grande passione per la costruzione dei pianoforti secondo i tre punti di riferimento che lo stesso Koichi
aveva stabilito: qualità, amore
per la musica e ricerca della
perfezione. Questi principi sono ancora oggi alla base della
filosofia di produzione Kawai.
Anniversari
Anniversari
21 Settembre 2007
Shigeru Kawai
Koichi Kawai morì nel 1955,
e il figlio trentatreenne Shigeru Kawai divenne Presidente
dell’azienda di famiglia. Aveva
pienamente compreso la filosofia di base che aveva mosso la passione di suo padre,
ed aveva pienamente intuito
la potenzialità del mercato
dello strumento musicale, destinato a crescere rapidamente e a espandersi ben oltre i
confini del Giappone. Shigeru Kawai, capace di guardare
avanti con spirito innovativo
e con grande intuito imprenditoriale, divenne il ponte che
traghettò l’azienda dalla tradizione artigianale a un impiego accurato delle nuove tecnologie, capaci di affiancarsi
alla tradizione e di esaltarne
le qualità eliminando le parti più faticose e ripetitive del
processo produttivo.
La crescita
Quarant’anni fa Kawai aveva 543 dipendenti in Giappone e una capacità produttiva
di 1.776 pianoforti all’anno.
Oggi Kawai dà lavoro a circa
5.000 persone in tutto il mon-
do e produce più di 70.000
pianoforti all’anno. Ed è stato
nel 1980 che Shigeru Kawai
ha voluto dedicare un modernissimo impianto alla produzione di pianoforti a coda, lo
stabilimento Ryuyo Grand
Piano, oggi riconosciuto
come il più evoluto ed efficiente impianto di produzione di pianoforti a coda
del mondo.
KAWAI NEL MONDO
Shigeru Kawai è stato anche
l’uomo che ha voluto l’espansione
internazionale
di
Kawai, per fare in modo che
il suono dei suoi pianoforte
fosse “il suono che si ascolta in tutto il mondo”. L’obiettivo è probabilmente raggiunto: gli strumenti Kawai sono
infatti presenti, oggi, in oltre
80 Paesi.
Roberto Furcht,
importatore e distributore del marchio Kawai in Italia, è il personaggio al quale è toccato, lo
scorso maggio, l’onore di portare a Hirotaka Kawai le parole di
commemorazione per l’ottantesimo anniversario dell’azienda
a nome di tutti i distributori del
Nel 1989 a Shigeru Kawai
è succeduto come Presidente Hirotaka Kawai,
chiamato a proseguire nella tradizione di eccellenza
e di sviluppo che ha contraddistinto la gestione
condotta da suo padre e da
suo nonno. Riconfermando
l’adesione alla loro filosofia, Hirotaka Kawai ha dichiarato: “Alla Kawai la ricerca della perfezione non
è semplicemente un ideale, ma un preciso dovere”.
Sotto la sua guida Kawai
ha dato il via a un programma che ha investito decine
di milioni di dollari per integrare la robotica più evoluta nel processo di produzione, potenziando anche
la scelta di Kawai di aprire
mondo. L’operatore italiano ha
rivolto quindi un saluto allo staff
dirigente della casa giapponese ricordando le tappe evolutive dell’azienda e soffermandosi
soprattutto sulle scelte recenti,
che si sintetizzano in uno slogan
considerato particolarmente significativo dall’operatore italiano. Lo slogan recita infatti “The
strutture produttive in varie
parti del mondo.
Oggi, a distanza di 80 anni dalla fondazione della
società, Kawai è uno dei
maggiori produttori mondiali di pianoforti. Nonostante
questa crescita e questo
successo, però, la passione per i pianoforti che si
esprimeva nella prima piccola e modesta bottega artigianale di Koichi Kawai è
rimasta immutata. Non è,
infatti, la dimensione dell’azienda che suscita l’orgoglio della famiglia e dei
dipendenti Kawai, ma solamente l’indiscussa qualità
di ogni singolo strumento
che porta impresso il marchio di questa prestigiosa
casa giapponese.
Future of Piano”, dando respiro e importanza a uno sguardo
che non si appoggia a fasti passati ma che guarda avanti, in
una prospettiva di crescita e di
sviluppo che è anche una precisa attesa del mercato. In questo
spirito, e con questa prospettiva,
ci uniamo all’augurio di lunga
vita a Kawai.
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Dalla
Fiera
Dalla Fiera
21 Settembre 2007
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
a tu per tu con Davide Mastrangelo
di Alessandro De Cristoforis
Quando si parla di chitarra fingerstyle in relazione allo scenario italiano, non si può non
citare la figura di Davide Mastrangelo. Raffinato chitarrista, apprezzatissimo didatta e
autore per le case editrici Carisch e Universal Music MGB, Davide è fra l’altro il fondatore del Centro Studi Fingerstyle di Bibbiena, in provincia di Arezzo. Nella struttura da
lui creata ci sono spazi per organizzare concerti, workshop e seminari a tema; e una
importante raccolta che conta più di quattrocento libri e innumerevoli incisioni che documentano l’intero arco della storia del Fingerstyle. Davide, che ha un ruolo importante
anche qui a MEET Milano (è infatti il coordinatore delle attività didattiche dell’importante spazio dell’Acoustic Guitar Village), terrà
domani mattina –presso lo Spazio Gamma
del Padiglione 18– una attesissima conferenza sui temi della didattica della chitarra
acustica e della divulgazione della cultura
dello strumento. In attesa di ascoltarlo, gli
abbiamo chiesto di parlarci delle sue attività –e di anticipare qualcuno dei temi del suo
intervento di domani.
ADC: Il Centro Studi Fingerstyle sorto due
anni fa a Bibbiena è una realtà unica in Italia. Come mai hai deciso di impegnarti in
questa direzione?
DM: Proprio per il motivo che hai citato tu...
perché prima del Centro Studi c’era ben poco sull’argomento. Intendiamoci, in Italia ci
sono molte realtà che si occupano di fingerstyle e di chitarra acustica in modo molto
autorevole –penso alla vivacità di una comunità come quella di Fingerpicking.net, penso
a scuole illustri come le Accademie Lizard di
Giovanni Unterberger. Queste realtà, però,
non hanno un carattere... istituzionale, un
po’ perché sono in alcuni casi “incorporee”
e un po’ perché –vedi
il caso delle scuole–
devono necessariamente occuparsi anche d’altro, e quindi
non possono dedicarsi esclusivamente alla chitarra Fingerstyle.
ADC: Dopo due anni
di attività non è facile tracciare un bilancio; ma posso chiederti ugualmente come stanno andando le cose?
DM: A gonfie vele! Davvero, siamo molto
soddisfatti di ciò che siamo riusciti a costruire. Pensa che alla nostra scuola si sono già iscritti numerosi allievi da tutta Italia;
e proprio in questi giorni abbiamo comincia-
22
to a ricevere e-mail dall’estero... Il fatto di
avere già degli allievi potenziali anche oltre i
confini ci riempie d’orgoglio.”
ADC: Quali sono le attività principali del
Centro Studi?
DM: Innanzitutto la didattica, come credo si
sia già capito. I nostri corsi possono essere definiti “ad ampio spettro”, perché coprono un ricco ventaglio di specialità. Oltre allo studio dello strumento (con la tecnica e
la letteratura) dedichiamo infatti grande
attenzione alla composizione, all’arrangiamento e all’adattamento per chitarra
di materiali “altri”. È uno stile moderno,
che io per primo ho imparato lavorando
nell’Accademia Lizard al fianco di Giovanni Unterberger; ed è uno stile che, oltre
ad essere molto apprezzato dagli allievi,
permette di dare loro la panoramica più
ampia possibile.
ADC: Quello che offrite è quindi un
percorso formativo completo.
DM: Più che completo, direi che è
a tutto tondo.
ADC: Che differenza c’è?
DM: I nostri allievi sono persone estremamente diverse, sia
dal punto di vista della preparazione tecnica che sotto il profilo degli obiettivi che si propongono di raggiungere. C’è il ragazzo che ha
già in tasca un diploma di chitarra classica e si propone di approfondire in maniera molto verticale la chitarra fingerstyle. Oppure c’è l’adulto che ha sempre ascoltato
questa musica, che ha sempre sognato di
possedere una chitarra acustica e che è felicissimo di esprimersi anche ai livelli meno complessi. Ecco, il lavoro che facciamo
oscilla fra queste due posizioni ‘estreme’,
e quindi non è sempre un percorso di tipo
professionalizzante. Quindi, proprio perché
mira a dare una formazione a tutto tondo
e non ad esaurire tutto quanto c’è da dire
sull’argomento, preferisco evitare di definirlo un “percorso didattico completo”. Sembra una sfumatura, ma c’è una differenza
enorme.
ADC: Il Centro Studi Fingerstyle si occupa
anche dell’organizzazione di concerti e seminari. Le due cose sono legate?
DM: Naturalmente. E il perché è piuttosto
chiaro. Gli interpreti che abbiamo invitato a
suonare per il Centro Studi Fingerstyle sono
di assoluto riferimento: da Ed Gerhard a Michael Fix e Beppe Gambetta, tanto per fare
qualche nome. Quando questi musicisti so-
no arrivati a Bibbiena, hanno trovato un uditorio attentissimo proprio perché il grosso
delle persone era costituito da tutti coloro
che gravitano intorno al Centro Studi. Tutta gente interessata soprattutto ad approfondire il dialogo con questi musicisti. Guai
a noi se non avessimo organizzato, oltre ai
concerti, anche dei seminari! Fra l’altro, le
due cose spesso si sovrappongono: un seminario diventa facilmente un concerto, e
un concerto si trasforma in una grande occasione per fare didattica...
ADC: Com’è possibile?
DM: Durante un seminario si crea spesso un’atmosfera di grande complicità
che favorisce un intenso scambio emotivo. Si improvvisano performance collettive, si condividono le idee e gli spunti...
Quando è il maestro a suonare, il pubblico, se così possiamo chiamarlo, è davvero speciale. La barriera che normalmente
separa chi suona e chi ascolta è virtualmente crollata. E così possono
nascere piccole esibizioni straordinarie: momenti irripetibili che non
si ritrovano nemmeno nei concerti
più intensi.
ADC: E com’è che avviene il
contrario?
DM: “Vuoi dire come si può trasformare un concerto in una grande occasione per la didattica? Beh,
questo è ancora più semplice. E parte innanzitutto dal luogo.
ADC: Dal luogo?
DM: Il Teatro Dovizi di Bibbiena, nel quale
organizziamo tutti i nostri concerti, è una
piccola sala da 100 posti. Un’autentica
bomboniera, che comunica a tutti, musicisti
e pubblico, una sensazione di grande intimità. E non è difficile, per noi, proporre ai migliori allievi di “aprire” i concerti dei grandi
chitarristi che invitiamo. Per loro è un’esperienza bellissima, dal punto di vista didattico –e anche i più grandi chitarristi la apprezzano molto, perché hanno modo di condividere con gli allievi l’esperienza del palco
oltre che quella del seminario.
ADC: Tornando all’appuntamento di domani, ci puoi svelare in anteprima quali saranno i temi di cui parlerai?
DM: “Ma di chitarra, naturalmente!!! Scherzi a parte, la mia idea è quella di cercare di
raccontare l’esperienza che ho acquisito in
tutti questi anni di insegnamento, prima all’Accademia Lizard e poi anche al CSF, partendo dal presupposto che il percorso che
propongo non si pone in antagonismo rispetto a quello tradizionale.
ADC: Vale a dire?
DM: Spesso, chi insegna chitarra moderna
viene additato come nemico della tradizione, soprattutto per il fatto che il percorso
classico è tecnicamente molto più arduo. Io
la penso in un modo completamente diverso. Nutro una grande stima nei confronti di
quanti lavorano e studiano nell’area colta.
E questo mi porta a pensare che la nostra
strada sia semplicemente un’altra via, né
più né meno autorevole, ma semplicemente diversa. Chi si occupa di chitarra moderna è portato a fondare il proprio lavoro sulla
conoscenza delle tecniche di arrangiamento, sui princìpi compositivi, sull’uso intelligente della creatività e della fantasia... Può
sembrare un metodo meno rigoroso, ma anche i nostri studenti lavorano in modo serio
–e mi piace sottolineare questo aggettivo.
Poi, è chiaro: gli obiettivi possono essere
diversi rispetto a quelli di chi fa il Conservatorio. Abbiamo grandi strumentisti e persone dei primi livelli soddisfatte per quanto
sanno fare: difficilmente potranno sviluppare oltre la tecnica, ma traggono ugualmente
grande piacere da ciò che suonano. Questa,
almeno secondo me, è la direzione verso la
quale dobbiamo andare se vogliamo puntare a diffondere ulteriormente la cultura dello strumento. Con fantasia, creatività e voglia di fare. E magari scambiando impressioni ed esperienze in un dialogo “tra generi
diversi” che, se condotto seriamente, non
può che essere molto produttivo.
Per informazioni sulle attività di Davide
Mastrangelo e del Centro Studi Fingerstyle:
Centro Studi Fingerstyle - Bibbiena (AR)
Tel 33858.10.540
OGGI
DOMANI
Davide Mastrangelo è raggiungibile presso
l’Acoustic Guitar Village, dove coordina le
attività didattiche.
Il suo testo Standards for Fingerstyle Guitar è invece disponibile presso lo stand Carisch.
L’appuntamento
con Davide Mastrangelo è fissato per domani mattina alle 11.00 presso lo Spazio Gamma 18. Qui, Davide terrà il seminario “Teoria,
Tecnica e Creatività per seminare passione,
professionalità e competenza”.
SEMINARIO
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Aria nuova
in casa Alysée
Una “Foresta” di strumenti
La nuova linea di fiati proposta da Alysée sorprende sia
per la qualità dei materiali e
delle soluzioni tecniche che
per il prezzo contenuto, che
dà a questi strumenti un rapporto qualità/prezzo estremamente conveniente.
La gamma, esposta da oggi
presso lo stand Mogar, è davvero molto completa. E comprende ben undici strumenti
diversi. Si parte dal clarinetto
in Sib della foto qui a fianco,
realizzato in resina e dotato
di due barilotti (rispettivamente da 62 e 65 mm) per
arrivare ad un flauto argentato in do con Mi snodato e
chiavi chiuse non in linea.
Particolarmente interessanti sono poi i cinque componenti della famiglia di sassofoni: un soprano, un soprano ricurvo, un alto, un tenore e un baritono. Ciascuno di essi vanta un ottimo
equilibrio timbrico e un’intonazione precisa; e tutti sono dotati di un sistema di
viti per la regolazione della tastiera che, assieme alla
campana incisa e laccata, dimostra nei fatti l’indiscusso
valore tecnico di questi strumenti.
MOGAR MUSIC
La serie delle novità prosegue quindi con le due trombe
in Sib TR-6333 e TR-6500.
Quest’ultima è una tromba
pocket con pistoni in acciaio,
campana da 123 mm e doppia chiave acqua. La prima,
invece, raffigurata in basso
a sinistra, è uno strumento
standard che come il precedente ha pistoni in acciaio
e doppia chiave acqua; ma
che, in più, ha un anello
fisso alla prima pompa e
uno regolabile alla terza.
Gli ultimi due componenti
della collezione Alysée sono, rispettivamente, una
cornetta in Sib con campana da 119 millimetri e un
flicorno soprano –sempre
in Sib– con pistoni monel,
coulisse ramata, congegno
automatico alla terza pompa
e tre chiavi acqua.
Tutti gli strumenti sono accompagnati da un astuccio
morbido con una tasca per gli accessori e una tracolla a
zaino.
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Alysée strumenti a fiato
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Un nuovo modo di accogliere clienti è parte della scelta
commerciale di Roland Italy,
che intende offrire a musicisti e appassionati degli ambienti esclusivi nei quali ritrovarsi. Presso i rivenditori di
punta della propria rete.
Roland Italy sta iniziando all’interno di pochi selezionati
negozi la diffusione del progetto Foresta, un’idea completamente nuova orientata
soprattutto agli appassionati e ai musicisti per hobby.
L’idea è infatti nata dalla
considerazione che soprattutto i pianoforti digitali sono destinati ad essere posizionati all’interno di ambienti
domestici, e quindi sono destinati a diventare parte dell’arredamento quotidiano di
un ambiente di vita.
IL PROGETTO
Il progetto Foresta è iniziato in Giappone (il nome è in
italiano ovunque) ed è stato pensato come uno spazio da costruire letteralmente all’interno dei negozi di
strumenti musicali. Un ambiente nell’ambiente che si
differenzia nettamente dalla
normale esposizione, e che
si schiude come una preziosa bomboniera sul mondo
degli organi e dei pianoforti
Roland. In questo ambiente
i clienti vengono accolti con
un’ampia e sempre aggiorna-
ta selezione di prodotti, dai
modelli più economici per
arrivare ai raffinati prodotti
di design. All’interno di quest’area i clienti sono liberi di
vedere, toccare e provare gli
strumenti fino a quando non
sono completamente convinti della loro scelta. Il tutto
mentre vengono proposte dimostrazioni dei prodotti e di
tutte le loro funzioni, da quelle finalizzate allo studio dello
strumento a quelle orientate
al puro divertimento.
“L’idea è quella di offrire al
cliente finale un luogo diverso e sicuramente Roland”,
chiarisce su questo punto
Manuele Barbini, Presidente
e Direttore Generale di Roland Italy, “un luogo riconoscibile dove è possibile da
subito sentirsi a proprio agio
con i prodotti,
nell’intento di
trasmettere all’utente finale
la consapevolezza di un’attenzione dell’azienda che
va al di là della logica della
tecnologia e del prodotto”.
La gamma
Per rispondere a stili di vita
e richieste differenti, il progetto Foresta prevede la più
ampia gamma di prodotti da
casa, anche quelli di maggior
pregio, come i cosiddetti di-
gital grand, cioè i pianoforti
digitali a coda con tutta la loro innovativa tecnologia. Ma
non solo. Per provare il tocco e il timbro di un pianoforte è necessario sedersi su
una panchetta adeguata e
suonare lo strumento per parecchio tempo. Ed è proprio
quello che si vuole ottenere
in questi ambienti esclusivi: offrire al
cliente l’opportunità di avere
un po’ di tempo da spendere in piena
tranquillità con gli strumenti Roland circondati da una
piacevole atmosfera, sottolineata dai dettagli di un design esclusivo anche dal punto
di vista della scelta dell’arredo: parquet, tinteggiature
che evocano la foresta, luci scelte accuratamente per
premiare il confort.
È decisamente fuori dell’ordinario lo strumento che Luigi Ripamonti tiene fra le mani nella foto qui a destra. Si
tratta infatti di un fagotto interamente realizzato in metallo. E per giunta dorato.
Il fagotto Ripamonti ha già
fatto parlare molto di sé, e il
motivo è evidente... si tratta
con ogni probabilità del primo
strumento di questo tipo costruito in un materiale diverso dal legno.
Naturalmente,
la scelta del
produttore milanese è del
tutto legittima,
e non influirà
nemmeno sulla classificazione del fagotto; che, pur
essendo realizzato in metallo, appartiene comunque
–come il sax– alla famiglia
dei legni.
Leggero, facile da trasportare e dotato di un suono
RIPAMONTI Musical Instruments
Fagotto in metallo
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banda per un tono dettagliato su
tutta la gamma di frequenza.
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bilanciate per alti brillanti e condotti
di uscita accordati per bassi estesi.
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woofer accoppiati ad un crossover
in linea per un audio eccezionale.
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115 dB SPL/mW
26 Ohm
25 Hz - 18.5 kHz
28 g
157 cm
Grigio
I centri Foresta in Italia sono
partiti con una prima importante installazione presso il punto vendita Bosoni di Milano (le
foto di questo articolo si riferiscono proprio a questo punto vendita), e sono in corso altre aperture in varie zone del
territorio nazionale. Ma ogni
nuova apertura sarà preceduta da una attenta preparazione del punto vendita, con un
corso apposito di formazione
in modo che ogni rivenditore coinvolto sia sempre pronto a soddisfare tutti i quesiti
sul mondo dei pianoforti digitali Roland. “È un modo significativo di essere vicini
ai propri clienti”, conclude
Manuele Barbini, “un modo
che sottolinea l’attenzione
di Roland alla qualità di vita, che è fatta anche, e forse soprattutto, di una sereno approccio al grande mondo della musica”.
109 dB SPL/mW
29 Ohm
22 Hz - 19 kHz
31 g
141 cm
Nero
intenso e brillante, il nuovo fagotto Ripamonti è meno sensibile alle variazioni
di temperatura e di umidità,
e assicura quindi una resa
molto più costante nel tempo rispetto al suo predecessore in legno.
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dinamico per una completa gamma
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Un legno...
in metallo dorato
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122 dB SPL/mW
110 Ohm
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31 g
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Trasparente
Hohner festeggia quest’anno il centocinquantesimo anniversario dalla fondazione: un traguardo importantissimo,
che pochissime altre aziende del settore possono vantarsi di avere raggiunto.
Per l’occasione, il costruttore tedesco ha realizzato alcune armoniche in edizione limitata (un modello in oro di cui
sono stati “tirati” solo 150 pezzi numerati ad uno ad uno,
e un modello cromato prodotto in 1857 esemplari) e una “standard edition” a 20 ance (è quella della foto in alto a destra) con l’incisione del logo dell’anniversario nel guscio di acciaio.
Al di là di questi strumenti “storici” (fra cui segnaliamo la
Historic Collection di cui fa parte il curioso modello Trumpet Call riprodotto qui a fianco), la gamma delle armoniche Hohner comprende svariate decine di modelli da 20
a 80 voci. Si va dalle diatoniche da studio alle armoniche
blues, dai modelli ad “intonazione Vienna” (riconoscibili
per la divisione trasversale delle voci e ideali per l’esecuzione di musiche popolari) alle armoniche tremolo con il
corpo interamente realizzato in legno.
MASTER MUSIC
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
HOHNER armoniche a bocca
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Dalle
Aziende
Dalle Aziende
Peavey: mixer
con USB
I mixer
Peavey della serie
FX hanno due caratteristiche... speciali. La prima:
sono dotati di una porta
USB per la connessione
al PC. La seconda: sono
equipaggiati con un esclusivo encoder MP3 attraverso il quale possono registrare in tempo reale su
flash memory e riprodurre i file memorizzati nello
stesso formato.
Disponibili in tre “taglI” da
sedici, ventiquattro e trentadue canali (il modello di
punta della serie è quello
riprodotto nella foto in alPEAVEY
to a sinistra), le console
Peavey si riconoscono a
vista per la presenza dei
numerosi controlli di tipo
tradizionale associati all’ampio display LCD per
la visualizzazione e l’editing dei controlli fini.
Ciascuno di essi è dotato di un equalizzatore
semiparametrico, di sei
mandate ausiliarie (quattro pre e due post-eq) e
di quattro sottogruppi, a
cui si aggiungono i due
processori effetti integrati e il processore dinamico dedicato per le uscite
master.
Pad. 14 | Stand G15 H14
Mixer serie FX
21 Settembre 2007
Sistema PA...
portatile
Sono quaranta i watt che il
sistema PA portatile proposto da Behringer è in grado di
erogare per un tempo massimo di otto ore. Il “limite orario”, di per sé più che sufficiente ad operare con la massima tranquillità nella maggior parte delle applicazioni
immaginabili, è dato dal fatto
che l’intero sistema funziona
a batterie ricaricabili.
Dotato di un microfono dinamico di alta qualità e di un
ingresso AUX, funziona con... platee fino a
100 persone.
www.peavey.it
BEHRINGER
Fra le novità presentate in Fiera da FBT, un
posto di primissimo piano spetta senz’altro al nuovo sistema line array MODUS. Una
proposta estremamente innovativa rivolta
alle installazioni di medie e piccole dimensioni, e che per questo nasce con l’obiettivo di contenere il prezzo finale. Per raggiungerlo, gli ingegneri FBT hanno racchiuso in
ciascun cabinet quattro moduli line-array, limitando così il costo di produzione per singolo modulo. Il risultato è premiante anche
dal punto di vista della logistica, perché l’intero sistema è talmente compatto che la
sua larghezza non supera quella di un diffusore tradizionale a due vie.
Nella sua configurazione standard (a “J”),
il sistema si compone di due cabinet sepaFBT
Modus
I prodotti presentati in
Fiera sono destinati principalmente al mercato semiprofessionale, e vanno
www.fbt.it
Diffusori “a tutto tondo”
Si chiamano Proteus gli innovativi diffusori da
palco progettati e distribuiti da Viscount Voice
Systems. Riconoscibilissimi per la loro forma
stondata, hanno i maggior punti di forza nel
design inconsueto e nei materiali
innovativi impiegati per la produzione.
La loro forma è stata studiata per garantire una diffusione più uniforme del
suono; unita alla tecnologia di trasduzione, che impiega magneti ultraleggeri al neodimio, riduce notevolmente le distorsioni
VISCOUNT INTERNATIONAL
Linea Proteus
26
di fase e permette di ottenere una copertura
molto ampia della diffusione del suono anche
a fronte di distanze importanti fra i diffusori
installati. La linea ellittica del frontale, che si
traduce in una disposizione “a curvatura” degli altoparlanti, fa sì che il suono sia modellato sulla superficie di un’ipotetica sfera –una
soluzione che si traduce per chi ascolta in un
allineamento naturale della risposta sia lungo
l’asse verticale che in orizzontale.
I diffusori Proteus sono disponibili in tre versioni con potenze rispettive di 200, 250 e
400 Watt RMS. Tutti dotati di amplificatori di
classe D e limiter multibanda per la riduzione
degli effetti di pompaggio.
Pad. 14 | Stand D31 E30
Dopo un’attesa protrattasi per diversi mesi e sottolineata da un grande timer
installato proprio al centro
della home page del sito
www.myaudio.it, è finalmente arrivato il momento di “togliere il velo” sulla proposta commerciale
di My Audio, il nuovo marchio del settore Pro Audio
del Gruppo Monzino.
Pad. 14 E11
rati, con diagrammi di dispersione di 40 e 15 gradi, e di un subwoofer. Insieme, i tre elementi offrono una potenza complessiva di quasi 6.000 Watt,
che viene assicurata da
amplificatori di classe D.
Costruiti con componenti
di prima qualità e senza badare a compromessi, i nuovi
sistemi MODUS sono anche
molto semplici da configurare,
grazie anche alla presenza di un DSP esclusivo che mette a disposizione degli utenti
sette preset di equalizzazione e un’interfaccia “user-friendly”.
Pad. 14 | Stand E25 E31 G24 G30
Nasce oggi un nuovo marchio del Pro Audio
EPA40 www.behringer.com
Modus: il line array secondo FBT
www.viscount.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
MONSOUND
dai sistemi microfonici
senza fili ai mixer compatti per piccoli studi e appli-
cazioni live, dagli amplificatori analogici e digitali
ai diffusori attivi e passivi: un’intera gamma di prodotti capace di rispondere in modo autorevole a tutte le
esigenze di gestione del segnale audio lungo
l’intera catena di cattura,
processing ed emissione
del suono.
Caratteristica comune a
tutti i prodotti del catalogo My
Audio è
il design,
atten-
to agli aspetti ergonomici e in linea con gli standard qualitativi più elevati
del momento. Interamente progettati in Italia e costruiti sulla base di specifiche estremamente esigenti, i prodotti My Audio
impiegano componenti di
altà qualità e soluzioni
tecnologiche d’avanguardia.
Ne sono
un esempio il doppio multieffetto
digitale e
la porta
USB, che compaiono anche sui mixer da sei canali della linea SIDERA; o
i sistemi ad alta efficienza con tecnologia PWM
impiegati sugli
amplificatori digitali della serie
DIGINOX.
Pad. 14 | Stand H21 - L14
Distribuzione prodotti Audio Pro
www.myaudio.it
Bianco o nero? Questo è il problema...
Il logo EVH non è ancora
fra i più conosciuti nel settore dell’amplificazione per
chitarra. E non c’è da stupirsene, dato che il lancio
di questo marchio risale a
poco tempo fa. Ma provate
a collocare le stesse tre lettere in un altro contesto, ad
esempio nell’ambito della
storia dei più grandi chitarristi di tutti i tempi... Ebbene
sì, la testata valvolare bianca riprodotta qui sopra porta la firma del signor Edward
van Halen in persona! Ed è
il cuore del sistema 5150III
lanciato al Summer Namm e costruito in collaborazione con
Fender.
Naturalmente,
il nuovo ampli
non ha molto a
che spartire con
le sonorità classiche Fender, ma
piuttosto rimanda alle sonorità di riferimento di Eddie
van Halen. Ha quindi un suono estremamente potente e
M. CASALE BAUER
EVH 5150 III
ricco di sustain,
ed è in grado
di passare con
agilità dai suoni
più cristallini alle distorsioni più
piene, passando per il crunch e per tutte le varianti che
si possono ottenere lavorando con equalizzazione, gain
e volume. Ogni dettaglio del
progetto è stato curato personalmente da Eddie van
Halen, che ha scelto componenti in grado di garantire
una risposta perfetta anche
in presenza di carichi sonori
fortissimi.
È il caso, ad esempio, dei preamplificatori ultra gain,
che sono stati
progettati per dare la massima enfatizzazione possibile agli armonici.
Ancora, potremmo citare i coni Celestion EVH Signature da 12”
(ogni cassa ne monta quattro), che, in quanto controparte dei preamplificatori,
sono stati costruiti “su misura” per le caratteristiche del
segnale.
Disponibile nelle due finiture Nero e Avorio (da cui
il dilemma...), ogni testata
5150III eroga una potenza
di 100 Watt RMS per ciascuno dei tre canali indipendenti. Ed è accompagnata da un
footswitch rigorosamente custom che rispecchia anche
nel colore dei LED l’estetica
e le impostazioni del pannello frontale.
Da solo o in stack con una o
due casse, il 5150III è sicuramente destinato a diventare un classico dell’amplificazione. Non a caso, a chi gli
chiedeva perché mai si fosse impegnato in questo progetto, Eddie van Halen ha risposto semplicemente: “Perché sono un fanatico del bel
suono!”
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
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Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Per amplificare l’acustica
Amplifichiamo i bassi…
Disponibile da pochissimo per il mercato italiano, il nuovo amplificatore per chitarra acustica AC-90 rappresenta senz’altro
un importante progresso sia sul piano qualitativo che su quello... logistico. Grazie ai nuovi speaker al neodimio, infatti, AC90 può erogare una potenza notevole (45 Watt per canale, 90
Watt totali) a fronte di un peso estremamente ridotto.
Ma non sono solo l’elettronica compatta e il cabinet leggero a fare di questo ampli un oggetto di sicuro interesse per chi è abituato a spostarsi rapidamente da un palco all’altro. Al di là della griglia metallica che protegge i due coni si nasconde infatti una unità effetti
di tutto rispetto, che mette a disposizione dell’esecutore il famoso chorus stereo multi band
Roland con modalità WIDE e un riverbero/delay di alta qualità.
Brillante e preciso nella resa del suono, capace di restituire un fronte sonoro estremamente
ampio, il nuovo AC-90 può essere montato anche nella posizione “a speaker” grazie ad un
supporto opzionale; che, insieme alla comoda borsa da trasporto, costituisce un accessorio
irrinunciabile per chi vive in tour.
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
ROLAND ITALY
AC-90
www.roland.it
Tutto a portata di mano
003 Factory è la soluzione che Digidesign propone a
tutti i possessori di home studio che desiderano ottenere a prezzo contenuto una qualità paragonabile a
quella delle grandi sale di incisione. Pluripremiato dalla critica internazionale, questo prodotto integra in una
console le funzioni di interfaccia audio/MIDI e di superficie di
controllo per ProTools. Agli otto fader corrispondono altrettanti ingressi
audio analogici; a cui si aggiungono otto canali ADAT e due canali digitali su porta S/PDIF, per
un totale di 18 canali gestibili in tempo reale.
La console sfrutta una connessione FireWire per collegarsi a sistemi PC o Mac e dialogare
così con la miriade di applicazioni offerte in bundle. Su tutte, naturalmente, regna sovrano il
pacchetto ProTools LE 7, che offre il supporto per 32 tracce e fino a cinquanta plugin. Con il
risultato che saranno solo la potenza del computer e la fantasia del singolo operatore a stabilire quali e quanti effetti utilizzare. La scelta è vastissima, e comprende oltre 80 fra plugin
professionali, virtual instrument, librerie sonore.
DIGIDESIGN
003 Factory
Pad. 14 | Stand G06
www.digidesign.it
Alta tensione al basso
Sono tutti costruiti all’insegna delle grandi potenze gli amplificatori
per basso a marchio Eden. Le proposte portate in Fiera da Esound, la
divisione del Gruppo EKO che si occupa della commercializzazione di
questi prodotti nel nostro Paese, non lascia dubbi in proposito. E del
resto basta dare un’occhiata al modello D810RP4, il diffusore con otto coni da 10” fotografato qui a sinistra, per convincersi di essere alla
presenza di veri e propri “mostri”. D810RP4, ad esempio, è in grado di
erogare fino a 1.200 Watt su 4 o 8 ohm.
Naturalmente, non tutti possono “mettersi in casa” un amplificatore
così... muscoloso; ed è per questo che Eden ha realizzato una linea di
combo dalle dimensioni più contenute e dal design personalizzabile. I “piccoli” Rock Series fanno riferimento al valore comune di 320 Watt di potenza; ma sono
disponibili nelle quattro configurazioni da 4x10”, 2x10”, 1x15” e 2x12”. Per chi fosse in
cerca della sola testata, Eden ha realizzato WTX260, una testata valvolare compatta capace di erogare fino a 300 Watt. Anche questo modello, come i
combo di cui sopra, è dotato di un controllo Enhance, di un equalizzatore a tre bande, di un compressore controllabile da pedale e
di una uscita DI che si affianca ai due out speaker.
ESOUND
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
EDEN Amplificatori per Basso
Se andate sul sito di Gallien
Krueger, la descrizione di
questo splendido gruppo di
diffusori per basso è introdotta dalle parole: “Siamo
partiti dalla considerazione
che non tutti sono rock-star,
e non tutti hanno a disposizione risorse economiche
molto importanti. Ma tutti
vogliono il suono potente e
convincente delle soluzioni
Gallien Krueger. Abbiamo
progettato la soluzione 810
blx con voi in mente…”.
E in effetti questo sistema
per bassi ha una imponente configurazione: il modello 810RBX è un cabinet da
800 Watt su 8 Ohm con
MASTER MUSIC
ben 8 coni da
10” con cestello stampato,
tweeter a tromba e ancorag-
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
Gallien Krueger 810RBX
gio interno “aviation style”.
I connettori in dotazione sono jack da ¼” e Speakon.
Completano la dotazione
un maniglione posteriore a
scomparsa, le ruote incorporate per una agevole movimentazione e i profili metallici di protezione posteriore.
Si tratta quindi di un prodotto davvero imponente
e completo, grintoso e capace di soddisfare anche i
professionisti più esigenti.
La sua caratteristica in più
è nel prezzo, davvero contenuto per le prestazioni che
questo prodotto è capace di
offrire…
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Fuori i bassi!
Un cono da 15” sviluppato in collaborazione con gli ingegneri della Eminence è quanto occorre agli amplificatori per basso Hughes & Kettner della serie Basskick per ottenere il risultato che ogni bassista predilige: un suono ricco
e corposo, caratterizzato da
un grande punch e capace di
competere per presenza con i
livelli acustici di chitarra elettrica e batteria.
Il “cuore” dei Basskick è un
amplificatore con tecnologia
DynaClip –un brevetto Hughes
& Kettner– capace di prevenire gli effetti di distorsione e
SISME
Pad. 14 | Stand M41 N34 N40
Hughes & Kettner | Serie Basskick
di saturazione e di estendere l’headroom.
La gamma si compone di tre modelli di potenza progressiva: si va dal “piccolo” Basskick 100, che eroga 100 Watt RMS ed è
dotato di un equalizzatore a
tre bande, al più impegnativo Basskick 200 (200 Watt,
con compressore variabile
ed equalizzatore a quattro
bande), per finire con il modello Basskick 300, che ha
lo stesso “equipaggiamento” del modello precedente
ma che, ovviamente, eroga
una potenza complessiva di
300 Watt.
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L’amplificatore con i voicing
Si chiama Invader, “invasore”, e in effetti l’aspetto aggressivo ce l’ha tutto. Ma
non è solo questione di facciata: la nuova testata ENGL presentata in fiera da Mogar Music ha davvero tutti i numeri per far
parlare a lungo di sé. Come si può intuire
con una rapida occhiata al pannello frontale, l’Invader 100 non è un amplificatore come un altro. La sua stessa logica di
funzionamento è diversa da quella in uso
nella maggior parte degli ampli per chitarra
elettrica. E questo perché, pur essendo un “classico” 4 canali, non è suddiviso nei tradizionali
canali Clean, Crunch, Rhythm e Lead. I suoi quattro canali, infatti –che non a caso si chiamano semplicemente 1, 2, 3 e 4– accolgono ciascuno quattro voicing diversi e offrono quindi un
ventaglio di sonorità estremamente ampio. Ogni canale, naturalmente, può essere equalizzato
in modo indipendente e processato attraverso i due loop effetti indipendenti.
La potenza in uscita è di 100 Watt, che vengono raggiunti attraverso otto stadi di guadagno:
un dettaglio che la dice lunga sulla cura con cui l’Invader 100 è stato progettato. E che, insieme ai circuiti di protezione e di monitoraggio delle valvole finali, alla completa implementazione MIDI e alla ricchissima sezione di ingressi e uscite, fa di questo amplificatore un vero e
proprio “mostro” in grado di conquistare con facilità le... orecchie e le preferenze di un vasto
pubblico di musicisti.
MOGAR MUSIC
Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10
ENGL Invader 100
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27
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Ha l’Aria affascinante…
Il titolo potrebbe essere
una descrizione sintetica
della nuova chitarra ARIA
PE GOTHIC, uno strumento davvero inconsueto, con
top scavato e corpo in basswood, manico in mogano
e tastiera in severo palissandro.
Quello che colpisce in
questo caso, oltre al
suono, come sempre
su standard più che
elevati, è la raffinatezza della finitura,
elegantissima e aggressiva, con una saMASTER MUSIC
Aria PE Gothic
Sorelle (quasi) gemelle
tinatura nera che sottolinea la morbidezza delle
forme. In questo modello
il nero è ovunque: nei due
controlli di tono e due di
volume, negli humbucker,
nel ponte SPT Original,
nell’attaccacorde QH, ma
anche nell’hardware della
paletta, rigorosamente
simmetrica.
La descrizione di questa finitura sul catalogo Master Music è
ugualmente asciutta, sintetica e calzante: All Black.
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
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Per gestire l’umidità
M. CASALE BAUER
Pad. 14 | Stand H39 L38
HumidiPack
blico degli appassionati
e dei “seguaci” del marchio Gretsch. Su questi
strumenti, ogni dettaglio
è curato con estrema cura, in modo da restituire un look and feel
inconfondibile. E sono molti i componenti
che, prima di essere
montati, passano
attraverso processi di lavorazione inconsueti. Come l’attaccacorde “chromatic”,
che viene sistematicamente
antichizzato; o come i frammenti di madreperla intarsiati nel manico, sottoposti
ad un processo artificiale di invecchiamento...
Il top delle due G100CE
è in abete, mentre fondo, fasce e manico sono
in acero. Essenziali per
definizione, le nuove
Gretsch hanno una
veste sobria all’interno della quale
gli stessi controlli
di volume e di tono sembrano quasi svanire. E a risaltare in maniera evidente sono l’attaccacorde,
il pickup Single-Coil e i grossi segnatasti in madreperla
in puro stile vintage.
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
GRETSCH G100CE - G100CEBK
Gli strumenti acustici hanno in comune un
problema spinoso: il rapporto con l’umidità. E
la scarsa attenzione a questo tema da parte
dei loro proprietari, che spesso porta a conseguenze... tragiche.
Bode, il distributore dei prodotti a marchio Planet
Waves, propone una soluzione raffinata ed elegante. È la linea HumidiPack, che comprende diverse soluzioni “tagliate su misura”
per strumenti a pizzico come chitarre classiche, acustiche, mandolini e strumenti ad
arco. Le soluzioni Humidipack funzionano
“a due vie”; sono cioè in grado di mantenere un tasso di umidità costante del
45 per cento indipendentemente dalle
condizioni locali del clima. Per dormire
sonni tranquilli...
BODE
Viste da lontano, le si direbbe due chitarre diverse. Ma
di fatto le nuovissime Gretsch G100CE e G100CEBK
sono lo stesso strumento... con due
“pelli” diverse!
Disegnate a immagine e somiglianza dei
modelli degli anni
Quaranta, sono due
elettroacustiche Archtop
di gran classe che si
rivolgono in prima battuta al pub-
www.bodesrl.it
www.casalebauer.com
La chitarra dei vent’anni
Correva l’anno 1987 quando la prima Ibanez RG550 venne presentata in anteprima mondiale al NAMM di Chicago. A quell’epoca, le sorti dello storico marchio americano erano minacciate dall’andamento
sfavorevole dei mercati; e questo modello,
con il suo inconfondibile manico ultrasottile, contribuì moltissimo alla rinascita delle fortune
aziendali.
Oggi, a vent’anni di distanza (e
dopo svariate migliaia di RG550
MOGAR MUSIC
Ibanez RG550
vendute in tutto il pianeta), Ibanez ha deciso di rendere un tributo a questo storico
modello con un’edizione commemorativa.
Tre strumenti in edizione limitata (in tutto
verranno prodotti solo... 1.987 pezzi) che ripropongono altrettante finiture originali dell’epoca: Road Flare Red, Desert Sun Yellow
(nella foto qui a sinistra) e Black.
Le RG550 del ventesimo anniversario montano lo stesso tremolo
Edge e il manico supersottile dei
primi esemplari.
Custodia e tracolla hanno una finitura identica allo strumento.
Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10
www.mogarmusic.it
Da jack a USB
Ha tutte le caratteristiche
per diventare un bestseller il nuovissimo Guitar Link
UCG102 di Behringer. Il piccolo dispositivo, delle dimensioni di un mouse, è un’interfaccia audio ottimizzata per i
chitarristi.
Facilissima da usare, è dotata dei soli comandi irrinunciabili: il selettore di livello lo/hi e il controllo del volume
dell’uscita cuffia. Guitar Link
si attiva in pochi
secondi; e, grazie
BEHRINGER
Guitar Link
ai driver Asio forniti, è in grado di lavorare all’interno di
tutte le applicazioni compatibili, Cubase e Kristal Audio in
primo luogo.
Ottima per registrare “al volo” un riff come un’intero brano, questa interfaccia USB è
molto comoda anche come
ponte verso il mondo degli effetti virtuali, e in particolar
modo verso i tre Guitar Combos Behringer
Edition di Native Instruments inclusi nel
CD in dotazione.
Pad. 14 | Stand E11
www.behringer.com
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Accordatura
e tempo:
perfetti
Gli accordatori rappresentano da sempre uno dei
“terreni di gioco” preferiti di Korg: un settore nel
quale l’azienda distribuita da Eko è sicuramente un’autorità indiscussa.
Merito di un design che ha
da sempre posto l’accento sulla facilità d’impiego
e su un rapporto qualità/
prezzo particolarmente favorevole.
Non fanno
eccezione a
queste regole i tuner
LCA-120 e
LMA-120
presentati in questi
giorni in Fiera. Il primo è un accordatore cromatico che incorpora
un microfono a condensatore e che di conseguenza
consente misurazioni particolarmente accurate degli strumenti acustici. Fra
le funzioni interessanti di
questo tuner ci sono il programma Focus Tune (una
utility che modifica la visualizzazione del display
in base alla distanza della
nota dal pitch) e la modalità Interactive Sound Back,
una sorta di programma di
ear training per educare
l’utente all’accordatura ad
orecchio.
LMA-120 è
invece un
raffinato
metronomo
digitale che
estende la
gamma dei
tempi tradizionali agli
estremi di 30 e 252 pulsazioni al minuto. Il suo ampio display può visualizzare le divisioni secondo diverse modalità –la più raffinata delle quali, la Conducting Motion, arriva al
punto di simulare i movimenti autentici di un direttore d’orchestra.
ESOUND
Korg Tuners
Pad. 14
www.eko.it
Cinque corde d’acero
Naturalmente, l’acero è quello del top del
nuovo basso Quasar T800 proposto da Laurus. Disponibile anche nelle versioni a quattro, cinque o sei corde, è un concentrato di
essenze rare e di esperienza artigianale.
I legni utilizzati per la sua realizzazione vanno
dal già citato acero al palissandro –che fa bella mostra di sé negli elementi decorativi del
top– al mogano kaya utilizzato per il body. Il
manico è realizzato in amaranto, mentre per
la tastiera è stata impiegata della resina fenolica che assicura una compattezza maggiore,
un sustain migliore e che, nel complesso, si dimostra più resistente
all’umidità e all’usura rispetto ad
altri materiali.
Al di là della forma, in linea con gli
altissimi standard ormai consueti da anni nella produzione Laurus, la verà novità del moLAURUS
Pad. 14 | Stand L35
Quasar T 800
28
dello T 800 è rappresentata dalle elettroniche
di bordo, il cui cuore è costituito dai pickup
custom della foto qui a fianco, progettati per
Laurus dalla Benedetti (la stessa ditta che
realizza i pickup utilizzati da artisti
del calibro di Marcus Miller).
T 800 monta cinque potenziometri: uno per la regolazione del volume master, uno per il bilanciamento dei pickup e tre dedicati all’equalizzazione,
con tagli da 40, 400 e 4.000 Hz.
www.laurus.it
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Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Note “pescioline” per la didattica di base
Sono ancora fresche di
stampa le pagine de La
storia delle note pescioline, il nuovissimo album
firmato da Mauro Orelio
per i tipi della Editrice
Sinfonica e dedicato ai
corsi di alfabetizzazione
musicale.
Disegnato per la prima
volta “su una lavagna”, come si legge nella
breve introduzione, il metodo è maturato e
cresciuto per dieci anni: un periodo di tempo durante il quale intuizioni, racconti e spiegazioni sono stati continuamente messi alla
prova durante i corsi rivolti ai bambini delle
prime classi elementari. Una stagionatura,
per così dire, che ha permesso a Mauro Orelio di dare grande sistematicità al proprio laPad. 14 | Stand L21 M14
CARISCH
voro, come si può facilmente capire sfogliando
le 34 pagine del “fascicolo per l’insegnante e
il genitore” che accompagna l’album insieme
ad un CD con le tracce
audio.
Racconti, disegni colorati e da colorare, onomatopee e piccoli giochi fra lettura e fantasia
danno vita ad un percorso pensato per accompagnare, una lezione dopo l’altra, i bambini di
età compresa fra i 5 e i 7 anni. Al termine dei
“lavori”, i giovanissimi allievi avranno imparato i concetti fondamentali della scrittura e del
pensiero musicale, e saranno in grado di affrontare con successo una lettura ritmica –e
la sua esecuzione.
La storia delle note pescioline | SINFONICA
La “Bibbia” del Jazz... in italiano
Il volume di Mark Levine è unanimemente considerato “il” testo di riferimento per
chi vuole orientarsi nella fitta e complessa
giungla della teoria e dell’armonia jazz. Nonostante la sua enorme popolarità, il Jazz
Theory Book circolava però solo in lingua inglese... almeno fino a pochi mesi fa.
Oggi, grazie alla puntuale, meticolosa traduzione curata da Fabio Jegher, le oltre quattrocento pagine del poderoso volume diventano accessibili anche a chi ha poca familiarità con la lingua inglese. Anzi, per usare
le stesse parole del traduttore, i contenuti
del libro sono ora “di una semplicità disarmante”. Merito, soprattutto, del linguaggio
estremamente chiaro e dell’approccio diretto ai numerosi problemi che il Jazz Theory
Book affronta, analizza e chiarisce alterEDIZIONI CURCI
nando alle parti discorsive numerosissimi
esempi
tratti dal repertorio
fondamentale che
ogni buon jazzista
deve conoscere.
Dalle scale all’armonia, dai voicing alla teoria
delle forme: ogni argomento è supportato da una fitta rete di riferimenti discografici, dei quali l’autore dà
anche una trascrizione facilitata, in modo
che tutti –non solo i pianisti– possano recuperare facilmente il senso delle invenzioni
melodiche e delle combinazioni armoniche
dei grandi maestri del jazz.
Pad. 18 | Stand D63 E72
The Jazz Theory Book - edizione italiana
www.curciedizioni.it
www.carisch.com
La chitarra jazz...
svelata
Per lo studio di qualsiasi altra materia, il
fatto di disporre di un
libro scritto in inglese
sarebbe un problema. Ma l’argomento
del libro firmato per
Schott dal chitarrista
londinese Phil Capone è la chitarra jazz,
che qui viene “esplorata”, come
suggerisce il titolo, in tutte le sue sfaccettature. Scale, voicing, progressioni,
turnarounds, primi rudimenti dell’arte dell’improvvisazione, sigle... l’intera materia
è costruita su di un’impalcatura teorica
che da sempre “parla” solo in inglese. E
allora l’apparente ostacolo della lingua
diventa un grande pregio, perché abitua il
lettore a familiarizzare con termini, strutture e “modi di pensare” che si esprimono nella musica come nelle parole.
Il percorso alla scoperta della chitarra
jazz si snoda lungo duecento pagine circa: un... territorio dove regnano incontrastati esempi, diagrammi e schemi disposti sulla carta in bell’ordine e davvero efficaci nel trasmettere la complessa rete
di conoscenze necessarie per affrontare
con successo il repertorio affascinante
della chitarra jazz.
SCHOTT
Pad. 18 | Stand D57-E66
www.schott-music.com
Una guida amministrativa
per il musicista
Chi si avvicina per la prima
volta alla professione di musicista si trova, prima o poi, di
fronte al dilemma dell’inquadramento amministrativo della propria posizione. Problema
di difficile soluzione, dato che
la materia è particolarmente complessa, distribuita com’è fra le competenze di istituti
come SIAE, SCF, IMAIE ed ENPALS. In più, chi
lavora già da anni non è in grado di dare aiuto, ma è a sua volta disorientato. Che fare?
Fare Musica di Sandro Pasqual, pubblicato da
Rugginenti, può essere la soluzione. Pensato come una “guida per l’esordiente”, prende
per mano il lettore e lo accompagna in un ipotetico pellegrinaggio lungo tutte le “stanze del
mistero”. Al termine del... viaggio, i meccanismi amministrativi che regolano la vita dei
musicisti dovrebbero essere chiari. Se tutto
questo non bastasse, c’è una sezione di domande frequenti che permette di fugare i dubbi più... atroci.
RUGGINENTI
Pad. 18 | Stand F70
www.rugginenti.it
29
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
PRS: il momento
delle Signature
La chitarra acustica...
à la Paul Stanley
Sono davvero molto suggestive le chitarre Signature
che PRS porta in Fiera in questi giorni. I modelli da
non perdere assolutamente di vista sono almeno
due: il modello Mark Tremonti e la Chris Henderson Signature.
La prima (foto a sinistra), che si deve evidentemente alla collaborazione fra PRS
e il chitarrista degli Alter Bridge, è una
novità assoluta. Si tratta di un modello singlecut con top in acero fiammato, manico Wide Thin in mogano e
tastiera in palissandro, ed è equipaggiata con due pickup Tremonti. La Chris Henderson
Signature, invece (foto a destra), ha un manico completamente diverso
(è di tipo Wide Fat) e monta pickup originali
PRS. Come la Tremonti, è dotata di un selettore a tre posizioni, di due controlli Tono
e di due controlli Volume.
EKO
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
PRS Signature
www.eko.it
È tutta nera (e come avrebbe potuto essere altrimenti?)
la Silvertone che Paul Stanley
dei Kiss ha scelto per dare
vita alla sua Paul Stanley
Collection. Si tratta di una
chitarra acustica dreadnought a 6 corde con top, fondo e fasce in mogano. La
tasteria è in palissandro,
come pure il ponte.
Parlando di questo
strumento, Paul Stanley ha detto: “Io posso suonare la chitarra che voglio. Ho
scelto Silvertone.
Queste chitarre si
suonano bene, hanno un
M. CASALE BAUER
GUILD CO-2 e CO-2C
La soluzione, assicurano alla Guild, garantisce una maggiore resistenza alle chitarre –
e, per estensione, rinforza piacevolmente il timbro dello strumento.
Per il resto,
sia il modello CO-2 che
la versione a
spalla mancante CO2C
sono
costruite nel
pieno rispetto della tradizione. E associano per
questo essenze pregiate qua-
Silvertone PSD1
www.sisme.com
li l’ebano (per tastiera e ponte), l’abete rosso (dal cui
massello si ricava la tavola
armonica) e il mogano (per
fasce, fondo e manico).
Di tutto rispetto anche le
meccaniche (le Gotoh della serie 700) e l’elettronica, che si affida
al sistema D-TAR
Wavelength e che,
nel caso del modello CO-2C, è disponibile anche
nell’innovativa versione “Load ‘n Lock”,
che facilita il cambio delle
batterie del pickup.
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
www.casalebauer.com
Dal fingerpicking ai
Power Chord
Forse, se dovessimo cercare due “paesaggi sonori” estremi
nel territorio della chitarra
moderna, non potremmo trovare due... antipodi più efficaci del timbro amato dai fingerpickers e dei power chord distorti caratteristici
dello stile rock più “cattivo”.
Eppure la nuova Ovation VXT si muove con
grande agilità da un estremo all’altro, al punto da poter essere definita una sorta di “camaleonte” del suono. In effetti, questo strumento nasce proprio per offrire in un’unica soluzione la potenza del suono elettrico e il calore del suono acustico. Per passare da uno
MOGAR MUSIC
Ovation VXT
www.mogarmusic.it
Suoni
dal mondo
L’amore per
la musica è
il “primo motore”
della
Narada Suoni del mondo,
una piccola
realtà
specializzata nella diffusione di strumenti musicali provenienti dai
quattro angoli del pianeta
–e della loro cultura originaria.
In equilibrio fra la professione di liutaio, importatore, promotore di concerti e musicista, il fondatore Carlos Santa Maria è prima
di tutto un
grande viaggiatore, che
ha investito tutta la
propria esistenza nell’esplorazione delle musiche del mondo.
All’interno dello spazio da
lui gestito –presso l’Acoustic Guitar Village del padiglione 14– ci sono oud,
bouzouki, mandole, sitar,
santur, charango, tabla...
un panorama vasto, capace di allargare a sua
volta gli orizzonti di chi lo
percorre.
NARADA SUONI DEL MONDO
www.naradasuoni.com
Gloria... nazionale
Un colpo …d’Aria
Ad ogni loro apparizione in pubblico, le chitarre resofoniche National
non mancano di suscitare la più viva curiosità del
pubblico. Saranno la forma insolita, la cura e la
qualità dei materiali
con cui sono realizzati... di fatto, intorno a
questi strumenti c’è
sempre una grande
agitazione. Il modello riprodotto qui a
Il body a coda di rondine e la finitura rosso vivo fanno di questa chitarra –la Aria XX-1– un oggetto capace di imporsi, anche se va da subito sottolineato che, in gamma,
esistono anche i modelli
con finitura nera e con finitura blu-notte (ugualmente aggressivi). Le
caratteristiche tecniche dello strumento sono di tutto ri-
WILDER DAVOLI
fianco è una Estralita Deluxe che associa al corpo in
legno dalle essenze preziose (anagre per il top, noce
per fondo e fasce) un cono spun dal diametro di
9,5 pollici.
Il manico è in noce e la
tastiera in palissandro;
e l’intero strumento è
impreziosito da decorazioni in madreperla
sintetica che si estendono alla paletta.
Pad. 14 | Acoustic Guitar Village
National Estralita Deluxe
30
all’altro attraversando innumerevoli gradazioni, basta semplicemente ruotare una manopola: il “camaleonte” è anche semplicissimo
da usare.
A compiere l’apparente miracolo ci sono da
un lato il corpo in mogano a camere di risonanza –che assicura calore e profondità del
suono sia sul versante acustico che su quello elettrico– e l’innovativo preamplificatore digitale Ovation VIP, collegato agli humbucker
Seymour Duncan SH-1 ‘59 e al pickup piezoelettrico Fishman Powerbridge. Si può così contare sempre su un suono pulitissimo,
che mantiene una qualità da studio in tutte le
sue... incarnazioni.
Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10
grande suono ed un grande
look. Hanno lo stile dei nostri
giorni. Silvertone è in grado di
fornire la qualità che qualsiasi chitarrista è in grado
di possedere. Ed io garantisco questo”.
Oltre all’acustica riprodotta qui a fianco, la linea Paul
Stanley Collection comprende quattro elettriche solid body e tre
bassi. Tutti equipaggiati con meccaniche
Grover e pickup Duncan, e tutti accomunati dallo stesso, aggressivo look dai colori scuri.
Pad. 14 | Stand M41 N34 N40
SISME
Guild e la grafite
Le nuove chitarre acustiche Guild CO-2 e CO2C sono fatte di legno,
abalone, osso, metallo e...
grafite.
La novità non ha mancato
di suscitare la curiosità dei
visitatori dell’ultimo Summer NAMM, dove le due
nuove chitarre sono state presentate in ateprima mondiale. L’innovazione è dovuta all’introduzione su questi nuovi
modelli di un sistema di
attacco del manico brevettato da Guild e realizzato, per
l’appunto, in grafite.
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
www.wilderdavoli.it
MASTER MUSIC
Aria XX1
spetto. Il corpo è in ontano; il manico, in acero,
è avvitato, ed è dotato di
una veloce tastiera in palissandro. Il suono è captato da 2 humbucker Duncan Design HB103 e sono
presenti i regolatori di tono e volume, un selettore
a tre posizioni e il ponte
tremolo FRT20 “double
lock” con bloccacorde.
L’hardware ha finitura
Silver-black.
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
www.master-music.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Ascoltare per...
crescere
Nuova gamma Extra Dry.
Da MEINL
Le teorie del professore americano Edwin Gordon sullo sviluppo dell’attitudine
musicale del bambino sono da diversi anni a questa parte al
centro dell’attenzione degli studiosi e dei didatti del nostro Paese, perché contribuiscono ad alimentare di dati oggettivi il profondo
dibattito in merito alla necessità di una maggiore educazione musicale degli... italiani del
futuro.
In omaggio a questa scuola di pensiero, che
ha elaborato una metodologia completa per
l’educazione all’attitudine musicale in età
prescolare, le Edizioni Curci propongono il coloratissimo Ma che musica!
Destinato evidentemente ad un pubblico di
piccoli e piccolissimi (naturalmente affiancati da genitori e animatori), il volume, 48 pagine a colori in formato 12 x 12, è lo strumento
che accompagna il percorso di ascolto proposto dal CD allegato. Questo raccoglie una selezione di brani tratti dal repertorio classico e
jazz che vanno ascoltati guardando i disegni
corrispondenti.
La combinazione di musica, colore, forme e
testi (questi ultimi devono naturalmente essere letti da un adulto) svilupperà, coerentemente alle indicazioni della Music Learning
Theory di Gordon, la capacità del bambino di
riconoscere un dato strumento associando alla forma e ai colori le sue caratteristiche sonore specifiche.
EDIZIONI CURCI
Ma che Musica!
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
La nuova gamma di piatti Meinl Byzance Extra Dry dice una parola nuova nel panorama
del sound che viene dai bronzi di fusione più
pregiati. La gamma Extra Dry presenta infatti una martellatura grande e profonda che,
unita alla finitura naturale e non trattata del
bronzo, consente all’artista di generare un
suono davvero “scuro” e con un sustain piuttosto breve.
La straordinaria caratteristica di questa serie è
la vera unicità del suono di ogni singolo piatto,
che viene martellato sulla
forma, e che quindi
ha un suono assolutamente unico e non duplicabile, con dominanti basse e un
carattere spiccaMASTER MUSIC
Piccolissimo
e “cattivo”
tamente esoterico. I piatti della
gamma Bizance sono realizzati con una lega di bronzo in cui rame e stagno sono fusi in
proporzione di 80 a 20. La gamma comprende
cinque modelli: uno Hi Hat da 14” (nella foto
in basso a sinistra), due Ride –rispettivamente da 21” e da 21”– e due Thin Crash da 16”
e da 18”.
Caratteristiche timbriche ed emissione accurata del suono faranno
di questi piatti un
punto di riferimento indiscusso per
tutti i batteristi
più raffinati e attenti alle sfumature del sound.
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
MEINL Byzance Extra Dry
www.master-music.it
Con 25 tasti e un design supercompatto, il nuovo sintetizzatore Korg MicroSynth è il “compagno ideale” sia in studio
che sul palco. Al suo interno si ritrovano
620 sound program che sfruttano il motore HI synthesis –lo stesso utilizzato nella serie Triton. E inoltre quattro processori
effetti indipendenti, un equalizzatore, due
arpeggiatori polifonici e ben quattro uscite
audio. Facilissimo da programmare grazie
ai due editor (stand-alone e plugin) forniti
di serie, può essere facilmente collegato a
PC e Mac tramite la porta USB integrata.
E in questo caso può anche funzionare come modulo multitimbrico a 16 parti.
ESOUND
Pad. 14 | Stand A09 A21
KORG MicroSynth
www.eko.it
Pad. 18 | Stand E72
www.curciedizioni.it
Burt Bacharach
per tutti
Autore prolifico e pluripremiato, Burt Bacharach è un songwriter
americano noto soprattutto per il successo
raggiunto dai pezzi firmati per alcune delle
più celebri colonne sonore della storia del cinema.
Il profilo pubblicato da Ricordi rende
conto della versatilità di questo autore:
percorrendo –sia pure per sommi capi–
il suo canzoniere, si attraversano le immagini e le storie evocate dalle note e
si rivive la stagione d’oro della produzione hollywoodiana.
La scelta dei brani comprende pezzi come Alfie, Raindrops keep fallin’ on my
head, Walk on by... di ciascuno vengono proposti linea melodica, testi e accordi. Particolarmente indicato per cantanti e appassionati della grande musica da film.
Universal Music MGB Publications
Pad. 18 | E67
The Best of Burt Bacharach www.ricordi.it
VOLETE SEGNALARCI LE
NOVITA’ DELL’ULTIMA
ORA?
VENITE IN REDAZIONE:
SIAMO AL PAD. 18
PRESSO LO STAND
dismamusica.
SAREMO LIETI DI
PUBBLICARE LE VOSTRE
NOTIZIE SUL NUMERO
DI DOMANI!
31
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Per un microfono senza compromessi
Herman Burney è un apprezzato compositore ed
arrangiatore americano.
Raffinato contrabbassista, ha formato la propria personalità artistica studiando clarinetto,
batteria e tuba. Ed è forse per questa sua intima “ricchezza di suoni”
che, quando si parla di
microfoni, Burney diventa particolarmente esigente e non si accontenta
dei risultati normalmente considerati lo standard dell’amplificazione per
il contrabbasso.
Dopo numerose ricerche, Burney
ha acquistato un microfono omnidirezionale compatto DPA 4052 e lo
ha installato al ponte per mezzo di
alcuni comunissimi elastici di gomma. “Sospeso com’è al centro dello strumento”, dichiara
Burney mostrando con
orgoglio il piccolo DPA,
“riesce a catturare tutto lo spettro
delle frequenze, con il risultato che
nessuna delle frequenze utili va perduta e il suono globale è estremamente ricco e perfettamente adeM. CASALE BAUER
rente alla mia idea di
contrabbasso”.
I risultati ottenuti da
Burney hanno spesso
sorpreso gli stessi fonici; il contrabbassista
racconta ad esempio
come, in occasione di
una registrazione per
la National Public Radio, un ingegnere del
suono si sia letteralmente precipitato sul suo strumento per constatare di persona quale fosse il
setup di Burney. E come, visto il
piccolo DPA montato in quella maniera poco ortodossa, abbia affermato semplicemente: “Aaah...
Ora capisco!”. I microfoni a condensatore DPA sono estremamente apprezzati in tutto
il pianeta per le loro
performance nelle installazioni dal vivo e
in studio. Fondata nel
1992 da due ingegneri
della Brüel & Kjaer, la DPA è oggi
presente in più di 40 Paesi e può
contare su di un’offerta sempre
crescente di prodotti ad altissima
tecnologia.
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
www.casalebauer.com
Microfoni DPA
Il batterista virtuale è arrivato
È passato meno di un mese
dall’annuncio ufficiale della disponibilità della nuova release
di Groove Agent. Il batterista
virtuale di Steinberg comprende nuovi drum kit, nuovi moduli
(Special Agent e Percussion Agent)
e una nuova funzione che permette
di importare campioni ritmici personali. Ma, soprattutto, è dotato di
una nuova sezione effetti, di 123
stili, di un nuovo compressore e di
un equalizzatore a nove bande per
ciascuna delle dodici uscite stereo
disponibili.
La “tavolozza sonora” offerta da
Groove Agent è davvero vastissima, e riversa nelle Digital Audio
MIDIWARE
Workstation un profluvio di suoni
che vanno dagli Anni Cinquanta e
Sessanta ai kit delle prime batterie elettroniche, dai suoni metal all’hip hop.
Il tutto, naturalmente, nella consueta veste facile da usare che, unita
alla grande ricchezza di intro, variazioni e fill di ogni genere e durata,
permette di personalizzare in modo
semplice ed efficace le tracce ritmiche di qualsiasi produzione.
Pad. 14 | Stand G51 H44
www.midiware.it
Steinberg Groove Agent 3
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Torque: il ritorno di un grande marchio
Un nome importante dell’amplificazione
per chitarra e basso, l’inglese Torque, torna ad essere distribuito nel nostro Paese. Protagonista dell’attesissimo ritorno
è Stefy Line, l’azienda di Recanati che
ha da poco firmato un contratto di distribuzione esclusiva per l’Italia.
La gamma dei prodotti Torque, che oggi
–dopo l’acquisto del marchio da parte di
un grosso distributore russo– è interamente costruita in Cina su
specifiche europee, comprende un vasto numero
di soluzioni ad un ventaglio
di esigenze che vanno dall’amplificazione personale
alle apparecchiature da palco destiSTEFY LINE
nate ad installazioni di elevata potenza.
Nell’ampio catalogo figurano amplificatori
combo per basso e chitarra, testate, cabinet, speaker e subwoofer. Le potenze
vanno da 10 a 400 Watt (relativamente
agli amplificatori per chitarra) e da 15 a
600 Watt (nel caso degli amplificatori per
basso). Non mancano nemmeno i modelli per chitarra acustica e i grossi sistemi
per le installazioni su palcoscenico e in
discoteca.
Tutti i prodotti Torque si caratterizzano per il prezzo aggressivo che, comunque, non compromette la qualità costruttiva
e le performance misurate “sul
campo”.
Pad. 14 | Stand D51 F44
Torque Amplifiers
www.stefyline.com
Le cuffie che... volano alto
Quanto è importante la capacità di una cuffia di isolare l’ascoltatore dall’ambiente esterno? E quali sono
gli apparecchi in grado di raggiungere lo stato dell’arte in questo senso? Sennheiser ha dato una risposta autorevole a questi
quesiti attraverso lo sviluppo e la produzione delle sue HME-100.
Apprezzatissimo tra i professionisti come tra gli amatori del volo per la loro
proverbiale affidabilità, questo headset garantisce un isolamento acustico
pressoché totale anche all’interno delle rumorosissime cabine di pilotaggio
degli apparecchi di piccole dimensioni. Un dettaglio, questo, non da poco:
perché i disturbi acustici rappresentano la prima causa di incomprensione
fra piloti e controllori di volo.
Per mettere alla prova ulteriormente le HME-100, il distributore italiano di
Sennheiser, Exhibo, ha deciso di collaborare in qualità di sponsor tecnico alle attività della pattuglia aeronautica Pioneer Team. E ha fornito una
HME-100 a ciascuno dei piloti della squadra acrobatica.
Il kit viene messo duramente alla prova ogni volta che gli aerei si librano in
volo: i singoli piloti si affidano infatti esclusivamente ai comandi orali del
caposquadra per coordinare le complesse manovre nei cieli. Proprio per
questo, l’entusiasmo da loro manifestato dopo l’introduzione delle HME100 è da interpretare come una ulteriore, evidentissima conferma delle
grandi doti di questo kit. Doti
che, come chiunque può facilmente intuire, discendono da
una grande tradizione di ricerca tecnologica costruita giorno per giorno e completamente condivisa con i prodotti della
divisione pro-audio di Sennheiser, che vengono usati a bassa
quota ma che non per questo
rinunciano a... volare alto.
EXHIBO Pad. 14 | Stand G41 H34
HME 100
www.exhibo.it
Le percussioni
di Tamburo
Sono tredici i darbouka
introdotti da Tamburo nel
proprio catalogo nell’ambito della sezione dedicata alle
percussioni. Con diametri da
6 a 8,5 pollici, i tamburi “a
calice” di tradizione nordafricana, simbolo dell’incontro e
dello stare insieme, fanno capo
–all’interno del catalogo Tamburo– a tre diverse serie dalle caratteristiche fisiche e tecniche
differenti.
Ad aprire le... danze c’è la serie
Aluminum (un esemplare da 8” è
riprodotto in alto a destra), realizzata in sei modelli con incrementi progressivi del
diametro dell’ordine di
mezzo pollice. Segue la
serie Egyptian (foto in basso a sinistra) disponibile
nei formati da 8”
e 8,5”. E, infine,
la serie Copper, cinque
modelli differenti realizzati in rame e rifiniti con una
decorazione dal sapore
decisamente esotico.
PROEL
Pad. 14 | Stand E45 G44
Darbouka www.tamburodrums.com
SUGAR sceglie Digidesign
Piccolissima!
C’è un pizzico di... Digidesign nei
nuovi dischi prodotti da Sugar.
L’etichetta italiana, una delle case
discografiche più rispettate del nostro Paese e la seconda per importanza in Europa (secondo una stima pubblicata dal Financial Times
nel 1999), ha infatti da poco completato la realizzazione dei suoi
nuovi studi di registrazione; e ha
scelto come “cuore” dell’intera sala di ripresa un sistema Digidesign
ICON Integrated Console.
Il banco di mixaggio della sala regia è una postazione ICON D-Control a 48 fader dotata di Surround
Panner; mentre il vero e proprio
“motore” del sistema è una unità
ProTools|HD 3 Accel.
A corollario del sistema ci sono poi
quattro interfacce di conversione
Juniorset 1601 è il kit di dimensioni ridotte a marchio Base proposto da Sisme. Essenziale anche quanto a numero di pezzi,
è composto da una cassa da 16” x 10”,
da un tom da 10”x 6” e da un rullante da
10” x 4”. Nel kit, che comprende anche un
piatto da 10”, sono incluse le bacchette e
il pedale cassa.
A/D Digidesign 192 I/O, un’interfaccia 192 Digital e un server DigiDelivery GT.
“La scelta di questo sistema”, dichiara il fonico residente Emiliano Alborghetti “è stata dettata dalle considerazioni sulla flessibilità
operativa. Lo studio è stato pensato per fare dal provino al disco finito, per cui serviva una soluzione
molto veloce e flessibile che potesse garantire un alto grado di interoperabilità con altre realtà professionali. La struttura è stata progettata per poter offrire anche la possibilità di riprese video e set fotografici di alta qualità in un prossimo futuro, inoltre si sta tendendo
a collaborare con altri studi e professionisti, anche fisicamente non
presenti in studio. Per questi motivi si è scelto di affidarsi a un sistema ProTools|HD Accel, che è ormai
uno standard affermato e garantisce una buona espandibilità, mentre la consolle ICON D-Control rappresenta uno strumento completo
DIGIDESIGN
ICON
32
e integrato con cui lavorare. ICON
offre poi funzionalità e metodologia
lavorativa che si rifanno a quelle
dei grandi mixer analogici, ma con
oneri di gestione e di manutenzione decisamente inferiori”.
L’architettura digitale del nuovo
studio si estende anche sull’area
geografica: tutto il materiale registrato e missato dallo studio viene infatti “consegnato” nella sede
centrale di Sugar, in centro a Milano, attraverso le funzioni di trasmissione sicura dei dati di DigiDelivery. “Un metodo”, chiosa Alborghetti, “estremamente veloce e
molto più sicuro rispetto ai tradizionali corrieri”.
Pad. 14 | Stand G06
www.digidesign.com
SISME
Pad. 14 | Stand M41 N34 N40
Base Juniorset 1601
www.sisme.com
Maestri delle cordiere
La gamma di cordiere Puresound firmate da
Drum Art si compone di sette diversi modelli
progettati per rispondere nel modo più adeguato alle esigenze più diverse di batteristi e percussionisti. Fra i modelli più... personalizzati ci sono ad esempio la cordiera Equalizer, priva di fili nella parte centrale e quindi capace di limitare
le vibrazioni involontarie prodotte dal suono degli altri strumenti; o le Varitone, realizzate con fili di diverso calibro per personalizzare il “calore” del
suono. O, ancora, il modello 221, i cui otto fili
presentano una sequenza continua di due attorcigliature lunghe e una corta.
Tutte rigorosamente made in Italy e distribuite
da Bode srl.
BODE
Pad. 14 | Stand H39 L38
Drum Art Puresound
www.bodesrl.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Soluzione compatta
Le dimensioni ridottissime
e il design estremamente funzionale sono senza
dubbio le caratteristiche
più evidenti del kit HD-1
V-Drums Lite proposto da
Roland nell’ambito delle
novità 2007.
Sviluppato con un occhio
di riguardo a chi, per motivi di spazio o di budget,
non può permettersi un
sistema V-Drums di tipo
tradizionale, il nuovo set
è facile da usare, facile da montare e facile da spostare. I suoi sette elementi sono alloggiati, insieme al nuovo compattissimo modulo sonoro, su di una struttura
tubolare estremamente sobria, che garantisce al tempo stesso grande stabilità e la possibilità di ripiegare
l’intero kit in poco spazio e con un solo movimento.
Dotato di un amplificatore da 15 watt realizzato su misura per questo sistema ma disponibile anche separatamente per l’abbinamento con altri kit (il modello
PM-01 della foto qui sotto), HD-1 deve all’introduzione
di un nuovo meccanismo per il pedale cassa un livello di rumorosità davvero molto basso.
Come i suoi “fratelli” maggiori, inoltre, può essere collegato a qualsiasi
apparecchio MIDI per applicazioni di
computer music. Infine accetta in ingresso il segnale audio di lettori CD,
MP3 o iPod; ed è quindi particolarmente adatto per tutti i batteristi che
studiano con il supporto di basi Minus one.
A casa o a scuola, in sala prove come nei più piccoli home studio, HD-1
si propone come la soluzione di riferimento per chi, anche in poco spazio,
è alla ricerca di un suono autenticamente... grande.
ROLAND ITALY
HD-1
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
www.roland.it
Un concorso e molte opportunità per i batteristi del futuro
C’è tempo fino al prossimo lunedì 1
ottobre per iscriversi al grande concorso organizzato da Mapex e Casale
Bauer. In palio c’è il titolo di “Drummer of Tomorrow”, letteralmente Batterista del futuro. Il concorso, che è
rivolto a tutti i batteristi italiani fino
a 25 anni di età, prevede due diverse categorie che fanno riferimento
rispettivamente all’area groove e all’area tecnica. Ciascuna categoria è
quindi divisa in due gruppi d’età separati dalla “linea di confine” dei diciott’anni.
Per partecipare occorre innanzitutto
compilare i moduli di registrazione
M. CASALE BAUER
disponibili sul sito italiano di Mapex
(www.mapexdrums.it), quindi allegare alla richiesta di partecipazione un
DVD con la registrazione video di un
assolo e di una esibizione in gruppo.
La commissione prenderà visione di
tutti i DVD pervenuti; e su questa base procederà all’indicazione dei dodici finalisti, che si affronteranno a Bologna nel prossimo mese di
dicembre. Qui, al termine
della fase finale, saranno
proclamati i quattro vincitori, a ciascuno dei quali verrà assegnata una borsa di
studio spendibile presso
la Music Academy 2000 di Bologna.
I vincitori minorenni di entrambe le categorie riceveranno inoltre in premio
una batteria Mapex VX5254; mentre i
due vincitori maggiorenni verranno accolti con regolare contratto fra gli endorser italiani Mapex e avranno la possibilità di partecipare a titolo gratuito
alla finale europea del concorso.
Per informazioni sull’iniziativa, di cui
sono media partner le riviste Drum
Club, SM Strumenti Musicali e Percussioni, è possibile
consultare il sito Mapex o
rivolgersi presso lo stand
Casale Bauer.
Pad. 14 | Stand H25 H31 N24 N30
Concorso Mapex “Drummer of Tomorrow”
www.casalebauer.com
Due casse per suonare
Volete suonare con una doppia cassa? Desiderate conoscere a fondo tutti i segreti
di questa tecnica e avere al
tempo stesso una buona raccolta di esercizi con cui allenarvi? La doppia cassa e
il sistema speculare, di Jeff
Bowders, è il manuale che fa
per voi.
Il testo fa parte della collana Musician’s Institute con
cui Carisch, grazie ad accordi
con la Hal Leonard, propone
al pubblico italiano la versione italiana di prestigiosi metodi statunitensi.
CARISCH
Il libro di Jeff Bowders ha
quindi le caratteristiche fondamentali della didattica
d’oltreoceano e affianca ad
un metodo sempre attento
alle applicazioni pratiche un
linguaggio diretto e di facile
comprensione. Come gli autori sottolineano nella breve pagina introduttiva, il loro
obiettivo è quello di allargare
l’orizzonte di chi legge facendolo anche divertire...
In poco più di 100 pagine si
succedono centinaia e centinaia di groove di ogni tipo, attraverso i quali potrete esplo-
Pad. 14 | Stand L21 M14
La doppia cassa e il sistema speculare
rare a fondo la tecnica della
doppia cassa. Il materiale è
suddiviso in quattro sezioni precedute da un’introduzione; e se quest’ultima si
occupa di fornire uno sguardo d’insieme sulla materia, i
quattro capitoli dedicati alla
pratica sui groove sono intitolati rispettivamente ai pattern
con i sedicesimi, ai fraseggi
misti di sedicesimi e trentaduesimi, alle terzine di ottavi,
e ai groove con terzine di ottavi e sedicesimi.
Al termine, complice anche
il CD audio allegato, avrete
una visione d’insieme piuttosto ampia della tecnica della
doppia cassa –e un gran numero di nuove idee da applicare in ogni situazione.
www.carisch.com
33
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Metti un Bassman nel pedale
Tre per una chitarra
Ad una prima occhiata, complice il logo Fender inciso nella
sgargiante targhetta che campeggia al centro dello chassis, si
sarebbe tentati di credere che questo non sia uno stompbox, ma
la riproduzione in miniatura di uno dei classici amplificatori Bassman. La forma e le dimensioni, tuttavia, sono quelle standard degli
effetti a pedale marchiati BOSS; e infatti il logo che troneggia al centro
dello switch a pedale è proprio quello della Casa giapponese.
A questo punto basta davvero poco per accertarsi della verità; e per scoprire come i progettisti Boss e Fender abbiano lavorato insieme all’idea di
questo effetto, che è in grado di riprodurre con grande fedeltà le sonorità naturali degli amplificatori Bassman del ’59. D’ora in avanti il timbro ricco, brillante e un po’ grasso di quel suono
non sarà più dominio esclusivo dei pochi fortunati possessori di un amplificatore originale, ma
potrà essere riprodotto fin nei minimi dettagli da chi si rivolgerà a questo pedale.
Il piccolo pannello di controllo, con i suoi quattro potenziometri neri, ricalca anche nelle possibilità di controllo la struttura e le funzioni degli amplificatori Fender; e serve a comandare il
processore COSM dedicato che risponde in tempo reale agli interventi.
ROLAND ITALY
FBM-1
Pad. 14 | Stand E35 E41 G34 G40
www.roland.it
Un intero trio si è mobilitato per presentare al pubblico la nuova chitarra Heaven Jazz Gianfranco Continenza Signature prodotta dall’italianissima Jacoland. L’appuntamento quotidiano è presso lo stand
del liutaio di Castell’Arquato, dove il chitarrista Gianfranco Continenza, accompagnato da Adriano Brunelli al basso e da Federico
Righi alla batteria, si esibirà dal vivo per dimostra-
Heaven Jazz Gianfranco Continenza signature
Piccolo e versatile
È davvero inconfondibile la chitarra acustica elettrificata che Jacaranda ha realizzato per Gabor Lesko. Lo
strumento, che affianca ad una cassa hollow-body in mogano una preziosa tavola armonica in abete della Valle di Fiemme, ha una vistosissima rosetta a forma di fiore di loto intagliata
a mano. Simbolo mistico della tradizione buddista, motivo ornamentale
medievale e archetipo degli “strani
anelli” matematici che si incarnano in musica nelle progressioni armoniche, il fiore di loto è per lo strumento costruito da
Jacaranda ben più che un accessorio.
Tanto più che anche gli altri dettagli –come il manico SideBolt™ in ebano che permette di suonare facilmente anche
sulla regione più acuta della tastiera– concorrono insieme all’apertura a regalare a questo strumento una personalità e
una versatilità davvero “al di fuori del tempo”.
Compattissimo e particolarmente vivace grazie alla sua colorazione rosso
fuoco, il P-Solo Ribbon Box della True
System è un preamplificatore microfonico di alta qualità che dà il meglio di
sé dal vivo e nelle applicazioni Home
Recording.
Con una risposta in frequenza che va
da 1,5 a 500.000 Hz, il “piccolo” pre
della True System offre, accanto ad un
ingresso Hi-Z dedicato agli strumenti,
un ingresso sbilanciato XLR con alimentazione Phantom e HPF e due uscite analogiche (XLR e
Jack TRS). è quindi particolarmente indicato per l’abbinamento con interfacce audio professionali e microfoni di alta qualità, per allestire con poca spesa e poco... spazio un mini-studio di registrazione capace di prestazioni e standard qualitativi particolarmente elevati. Da scoprire allo stand Exhibo, insieme ai “fratelli maggiori” True System.
Pad. 14 | Acoustic Guitar Village
Lotus Gabor Lesko Signature
www.jacaranda.it
EXHIBO
P-SOLO
re le particolarità del “suo”
strumento.
La Heaven Jazz (nella foto
qui a lato) è uno strumento a 22 tasti con tastiera
in ebano, manico e corpo
in mogano e top in acero
fiammato. Monta corde Richard Cocco, meccaniche
Grover e pickup Seymour
Duncan. Questi ultimi sono distribuiti rispettivamente sul ponte (il modello JB SH4) e sul manico (il
modello Jazz SH2N).
Pad. 14 | Stand E05
JACOLAND
La chitarra dal fiore di loto
JACARANDA
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Pad. 14 | Stand G41 H34
www.exhibo.it
www.jacoland.it
Un eco a nastro...
formato pedale
Il sound dell’eco a nastro è stato ormai consegnato alla storia, ma nella memoria collettiva continua ad esercitare un fascino del tutto particolare. Quello stesso suono, che anni fa
veniva bollato come vecchio e superato, è oggi ricercatissimo
dai professionisti, che spesso si affidano ai plugin per ricostruire il feeling degli anni Sessanta.
Sul palco, però, è molto più comodo affidarsi ad un pedale; ed
è per questo che Hughes & Kettner ha realizzato Replex, un
interessantissimo effetto in formato stompbox che combina
tecnologia digitale e circuiti valvolari per offrire una delle più
efficaci ricostruzioni del mitico sound
dei Sixties.
Replex può essere usato sia come
riverbero moderno sia come Vintage Tape Delay. In questo caso
permette di controllare la simulazione degli effetti di wow e flutter
e di saturazione del nastro.
SISME
REPLEX
Pad. 14 | Stand M41 N34 N40
www.sisme.com
Il POD da... pavimento
Si chiama Floor POD Plus ed
è la risposta di Line6 a chi
chiedeva un prodotto con le
stesse caratteristiche del
POD 2.0 in un formato che ne
consentisse un utilizzo facile
e immediato sul palco.
Il nuovo arrivato integra i suoni leggendari del POD 2.0 con
una catena di ventiquattro effetti; e offre quindi la possibilità di ottenere in modo semplice e veloce il proprio sound
senza “incrociare” fra loro ampli e unità effetti ingombranti
e costosi... e senza spaccarsi
la schiena per trasferire tutto
questo sul palco.
MOGAR MUSIC
Floor POD Plus
I modelli di amplificatori
integrati sono 32 e comprendono in misura equa
alcuni degli ampli di maggiore successo degli ultimi anni e numerosi “grandi classici”
il cui suono non invecchia mai.
A titolo di esempio citiamo, fra
gli altri, i modelli relativi al Marshall JCM800, al Mesa Boogie
Mark II C, al Vox AC30 e al Fender Bassman del 1959.
Ad essi si aggiungono poi i 16
modelli di cabinet, che possono essere liberamente associati ai precedenti per costruire
in modo virtuale l’amplificatore
ideale.
Pad. 14 | Stand H03 H11 N04 N10
Pulito ed essenziale nella
forma del pannello frontale,
Floor POD Plus lo è anche
nella sezione degli ingressi e delle uscite, che, oltre agli out stereofonici “canonici”, si limitano ad una
uscita cuffie e a due porte
MIDI attraverso le quali si
può dialogare con pedaliere e PC per controllare i programmi e per salvare le impostazioni personali in formato SysEx.
www.mogarmusic.it
Midione: i nuovi pedali italiani
C’è un nuovo marchio italiano nel settore dei pedali per
chitarra. È Midione, una realtà produttiva tutta italiana
con un catalogo di prodotti di
alta qualità. I primi ad essere
presentati in fiera sono le pedaliere MIDI FLX-8 Loop (nella foto in basso a destra) e
FLX-9.
La prima combina in un’unica
soluzione le funzioni tradizionali di una pedaliera MIDI e
di un switcher. Disponibile in
due versioni (All Loop e Mix),
ha un design molto lineare,
che si concretizza nella preESOUND
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
MIDIONE FLX-8 | FLX-9
34
senza sul pannello frontale di
undici pulsanti e di un generoso display a due cifre. I suoi
64 preset possono memorizzare un MIDI Program Change ciascuno, e sono quindi
più che sufficienti per governare con facilità la stragrande maggioranza dei cambi di
suono utilizzati durante un
concerto. Ad essi si aggiunge la funzione di switching
audio, che può essere utilizzata ad esempio per passare
da un canale all’altro di una
testata senza muovere i
cavi.
Il modello FLX-9
All
Loop è al momento
attuale il top di gamma. La
sua implementazione MIDI è
decisamente più ricca, perché permette di gestire, oltre
ai Program Change, anche i
messaggi Control Change –
per comandare ad esempio
l’On/Off dei singoli effetti su
multieffettti che prevedono
questa funzione.
www.eko.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
RamirezDisma.qxp
21 Settembre 2007
30/08/2007
14.39
Pagina 1
Un Randall Artist è fra noi
Si chiama Patrick Abbate, e
da diversi anni a questa parte
i visitatori italiani degli appuntamenti di settore
lo conoscono come endorser ufficiale Randall.
Chitarrista “infuocato” capace di ammaliare
con la sua tecnica anche un
pubblico smaliziato, Patrick è
ugualmente noto per la sua
contagiosissima simpatia e
per la grande umanità con
cui, da sempre, si rivolge a
MASTER MUSIC
chi gli chiede consigli, risposte, precisazioni.
Ebbene, proprio per queste sue qualità, Patrick
Abbate è stato nominato,
lo scorso dicembre, European Artist
of The Year 2006 dalla giuria
congiunta Washburn-Randall,
che gli ha per l’occasione attribuito la targa della fotografia qui accanto.
“Il riconoscimento attribui-
to a Patrick”, ci ha dichiarato Claudio Formisano, titolare di Master Music e distributore per l’Italia sia del marchio Washburn che del marchio Randall, “è davvero importantissimo. Basti pensare
che nella ristretta cerchia dei
Randall Artists, di cui Patrick
fa parte, si contano alcuni dei
più grandi e apprezzati chitarristi del mondo, come Kirk
Hammett dei Metallica o Brad
Delson dei Linkin Park.”
Avanti, allora; e... tutti pronti
ad ascoltare le evoluzioni chitarristiche di Patrick! L’appun-
Pad. 14 | Stand E15 E21 G14 G20
Randall Amplifiers - Patrick Abbate
tamento si ripete ogni giorno,
dall’apertura dei padiglioni fino al... tramonto, presso lo
stand Master Music.
www.master-music.it
Boomerang da Bosoni
Si chiama “Boomerang”
l’Interessante iniziativa di
uno dei rivenditori di riferimento dell’area milanese, che propone al pubblico di Meet un simpatico
“gioco” per promuoversi e
che è disposto a premiare i partecipanti con uno
sconto significativo sull’acquisto di uno strumento musicale (10%).
Il meccanismo è semplice: basta utilizzare i moduli predisposti da Bosoni e recuperabili anche in
Fiera presso gli stand delle aziende che hanno partecipato, richiedere a una
di queste aziende, dopo
aver visitato lo stand, di
apporre un timbro sul foglio, compilare il modulo in ogni sua parte e tornare, entro il 15 ottobre,
a visitare il punto vendita
Bosoni di Corso Monforte
al 50.
E il gioco è fatto: il boomerang è tornato alla base e
chi lo porta ha diritto allo
sconto. Facile, no?
Qui di fianco vi proponiamo il layout del modulo Bosoni, con la scritta
“SPECIMEN” che lo attraversa, perché in effetti valgono solo i moduli originali distribuiti dall’operatore
milanese: non vale ritagliare Dismamusica Magazine!
Hanno partecipato all’iniziativa, in rigoroso
ordine alfabetico, Damon Music, EKO, ESound, Furcht, Korg,
Master Music, Proel,
Roland e Yamaha. Buona caccia!
BOSONI
Boomerang
www.bosoni.it
L’arrangiamento è servito
Come si scrive una buona
partitura per la sezione fiati
di una big band? Quali sono
i meccanismi armonici che interagiscono fra le diverse parti di un quartetto jazz? Come
si possono adeguare in modo
efficace gli accordi alla linea
melodica (e viceversa)?
A questi e a molti altri interrogativi risponde l’illustre compositore e arrangiatore David
N. Baker nel suo ArrangiaEDIZIONI CURCI
mento e composizione per il
gruppo Jazz, R&B, Jazz-Rock.
Baker, che vanta una carriera strepitosa come arrangiatore, ha lavorato con personaggi del calibro di Lionel
Hampton, Quincy Jones, Wes
Montgomery, e a tutt’oggi è
il presidente del Dipartimento Jazz della Indiana University School of Music. Didatta
di lungo corso, ha trasferito
sulle pagine di questo libro
lo stile sobrio, diretto e didascalico delle sue lezioni.
Ricchissimo di esempi musicali e di spunti di approfondimento, questo libro è probabilmente poco indicato per
chi è abituato ad un approccio
di tipo discorsivo; ed è invece
da consigliare per tutti coloro
che intendono farsi un’idea
schematica dei meccanismi
fondamentali dell’armonia e
della scrittura jazz.
Pad. 18 | Stand D63 E72
Arrangiamento e Composizione
www.curciedizioni.it
Creatività alla chitarra
Un vecchio manuale di armonia esordiva con la constatazione che ciascun
jazzista è prima di tutto un autore, e
che non si può pensare di avvicinarsi
a questo stile musicale senza passare attraverso lo sviluppo delle abilità
compositive. Più di recente, la didattica musicale ha scoperto il ruolo centrale della creatività anche in relazione
ad altri linguaggi, e ha schiuso nuove,
infinite possibilità di confronto con la
musica anche a chi non può fregiarsi
del titolo di compositore. Un rapporto
creativo con il proprio strumento può
offrire grandi soddisfazioni anche ai
primi anni di corso; ed è contemporaneamente in grado di svelare a chi stuCARISCH
Pad. 14 | Stand L21 M14
Tecnica di arrangiamento chitarristico
dia le strutture armoniche
del pensiero musicale.
Partendo da questi presupposti si può intuire
quanto prezioso possa rivelarsi un libro come quello intitolato Tecnica di arrangiamento chitarristico
che porta la firma di Mauro Storti. Dedicato agli studenti dei corsi tradizionali
di chitarra classica, il volume intende “colmare il vuoto” lasciato
scoperto dalla programmazione didattica in uso dei conservatori e offrire a
chi è abituato esclusivamente a leggere la partitura gli strumenti intellettuali
per imparare a realizzare
un accompagnamento a
partire da una semplice
griglia di accordi. Nel breve giro di sessanta pagine si susseguono esempi
di melodie sviluppate sulle note delle triadi e quadriadi di uso più comune,
schemi per la disposizione degli accordi principali ed esempi anche estesi
di accompagnamenti completi realizzati su brani noti. Il tutto, naturalmente,
scritto e diteggiato con la precisione e
la cura tradizionalmente associate alle
opere di Mauro Storti.
www.carisch.com
35
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Alla scoperta del pianoforte
Il pianoforte è uno degli strumenti musicali più diffusi sul pianeta. Da duecento anni a questa parte è considerato il cardine della civiltà musicale europea, e ogni anno ne vengono prodotti
diversi milioni di esemplari.
Nonostante questa popolarità, però, non si può dire che
il pubblico abbia un’idea precisa della storia di questo
strumento.
Quasi tutti sanno che è stato
inventato da Bartolomeo Cristofori e che, grazie alla sua
capacità di riprodurre livelli
di dinamica quasi infiniti, ha sostituito il clavicembalo; ma le nozioni, spesso, si fermano qui –mentre sulle vicende di questo strumento, sulla sua evoluzione e sulla sua fortuna c’è ancora
molto da raccontare.
Universal Music MGB Publications
Di questo compito si incarica Il pianoforte classico, agile volume scritto
da Riccardo Allorto per i tipi della casa editrice Ricordi. L’autore –già noto
al pubblico di professionisti e studenti
per la sua fortunata Storia della musica in uso nei Conservatori– offre una visione panoramica della linea che, dai tempi dell’invenzione di Cristofori,
giunge fino al 1827, data della
morte di Beethoven. È un “secolo lungo”, tutto fitto di esperimenti, invenzioni e perfezionamenti che conducono il “gravicembalo con il piano ed il forte” alla
posizione di strumento d’elezione della
musica e della cultura europea.
Alla descrizione dell’opera dei singoli
costruttori, cui si accompagnano numerosi stralci da articoli e lettere d’epoca,
fa seguito una trattazione sistematica
delle grandi composizioni pianistiche
del periodo classico. Sonate e concerti
per pianoforte ed orchestra di Haydn,
Clementi, Mozart, Beethoven sono presentati in rapida carrellata; di ciascuna composizione l’autore dà un’analisi
sommaria, che mette in luce i passaggi più interessanti dal punto di vista
pianistico, la struttura formale di base
e tutti gli aspetti che costituiscono un
passo in avanti nella “conquista dello
strumento” da parte di compositori ed
esecutori.
Interessante come “lettura parallela”
ad un corso di studi pianistici di impostazione classica, Il pianoforte classico può diventare il pretesto per una
più approfondita esplorazione della letteratura pianistica sia per gli appassionati che per gli studenti.
Pad. 18 | Stand E67
Il pianoforte classico
www.ricordi.it
Per registrare (bene) il pianoforte
Registrare il suono del pianoforte, come sa chiunque abbia provato ad incidere in proprio, richiede competenze tecniche raffinate e strumenti tecnologici avanzati. I grandi studi di registrazione che “catturano” le performance dei
grandi pianisti sono dotati degli uni e delle altre... ma come fare se non si dispone di quei mezzi?
Una risposta confortante arriva da Kawai, che propone il sistema compatto PR-1. Il “pacchetto”
comprende due microfoni pensati per essere disposti con grande facilità all’interno dello strumento. Grazie al fissaggio con strisce di velcro, i due trasduttori possono essere
fissati a contatto della struttura; e in questa posizione la loro resa è davvero
notevole. Facile da usare e da trasportare, aperto all’uso di basi musicali o
di un segnale audio esterno da affiancare all’esecuzione pianistica, PR-1 è la
soluzione ideale per la cattura “al volo” di registrazioni fedeli.
FURCHT
PR-1
Pad. 18 | Stand D83-E86
www.furcht.it
Accessori
per pianoforte
Pianosound aggiunge alla propria offerta una linea
completa di accessori per
pianoforti che comprende,
oltre ad una linea di panchette di vari colori, una
serie di coperture per pianoforti a coda.
Il modello della foto in alto
è composto da diversi strati: l’esterno di finta pelle,
disponibile sia in versione
“liscia” che con decorazioni floreali in rilievo, è nero.
Il manto interno è bianco e
imbottito in Pile, e svolge
la doppia funzione di protezione e di pulizia del mobile. La copertura, senza
cuciture, è completamente impermeabile.
PIANOSOUND
Pad. 18 | D93
www.pianosound.it
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Come esercitarsi al pianoforte
e vivere felici
(ignorando i vicini)
Uno dei problemi più spinosi, per chi alla fortuna di una
passione per il pianoforte non può affiancare quella di
possedere una villa isolata, è quello di trovare il modo
di esercitarsi per svariate ore al giorno senza incorrere...
nell’ira funesta dei vicini. Le cronache giudiziarie sono infatti piene di sentenze e procedimenti volti a tutelare la
quiete dei condomini; e spesso chi vuole studiare non sa
proprio come fare per coniugare impegni di studio e pratiche di buon vicinato.
Al di là degli estremi di chi si impegna in estenuanti contese legali o si fa costruire una stanza insonorizzata, c’è
chi sceglie di affiancare allo strumento acustico un modello digitale per studiare in cuffia; ma questa soluzione
è spesso osteggiata dagli insegnanti di strumento, che
sottolineano come la meccanica dei digitali, per quanto
avanzata, non sarà mai paragonabile a quella di un pianoforte autentico.
Una validissima alternativa per riuscire a studiare con profitto senza innervosire i vicini è quella offerta dai sistemi
QuietTime a marchio PianoDisc, presenti in Fiera presso
lo stand della Crescendo.
Prodotti in California
da una delle aziende
leader mondiali di settore, questi sistemi
si compongono di un
sensore ottico o touch-film, di una barra
per il blocco della corsa dei martelletti e di
un generatore sonoro che fa anche da sequencer e da interfaccia MIDI per il collegamento dello strumento a perconal computer e periferiche elettroniche. Grazie alla loro
flessibilità, i sistemi PianoDisc possono essere installati
su qualsiasi pianoforte verticale o a coda indipendentemente dal marchio e dal periodo di fabbricazione.
Sono perciò in grado di trasformare rapidamente, e con
poca spesa, un pianoforte tradizionale nello strumento
capace di risolvere i problemi di buon vicinato e di spalancare la strada all’integrazione con tutte le più recenti applicazioni di computer music.
CRESCENDO srl
Pad. 18 | Stand G96
PianoDisc QuietTime
www.crescendosrl.it
Con Czerny al pianoforte
Quella di Carl Czerny è una delle figure della
didattica pianistica più importanti di tutti i tempi. Allievo di Beethoven e maestro di interpreti
funambolici (ebbe fra i propri allievi
anche Franz Liszt), Czerny fu un insegnante ricercatissimo per tutta la
vita; e consacrò di fatto la propria
carriera alla didattica del pianoforte, elevando a proprio motto ideale
la considerazione secondo cui “il lavoro duro e l’esercizio continuo rappresentano l’unico percorso credibile per riuscire”.
Autore di più di mille composizioni
(molte delle quali raccolgono sotto un unico numero d’opera diversi studi), Czerny è celebre in
tutto il mondo per i suoi Studi: una serie numerosissima di brevi pezzi che affrontano con sistematicità l’intero arco delle potenzialità tecniche della prassi esecutiva del suo periodo. Cromatismi, note puntate, abbellimenti, staccato,
note ribattute, trilli, terzine… le sue pagine sono, per così dire, una sorta di enciclopedia praSCHOTT
Pad. 18 | Stand D57-E66
Essential Exercises
36
tica dell’arte pianistica che, se messe in pratica
con il giusto metodo, contribuiscono a costruire una tecnica strumentale “a tutto tondo”. È
quindi perfettamente comprensibile come, ancora oggi, le opere di
Czerny “facciano scuola”… e non
c’è da meravigliarsi che vengano
pubblicate in continuazione, sia
attraverso una semplice ristampa
che sulla base di una nuova edizione. I 100 esercizi facili proposti
da Schott nell’ambito della serie
Essential Exercises appartengono
a questa seconda categoria; e propongono in una veste curata e moderna gli studi dell’opera 139 del compositore viennese. La
nuova edizione, che propone una revisione delle
diteggiature in modo da trarre il massimo profitto dagli esercizi in rapporto alle caratteristiche
tecniche dei pianoforti attuali, è stata curata da
Wilhelm Ohmen; ed è facile prevedere che occuperà ben presto un posto fisso nella biblioteca
personale di moltissimi studenti.
www.schott-music.com
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
Campionare in viaggio
Si chiama MPC500 ed è considerato il primo dispositivo
che integra nelle dimensioni di un apparecchio portatile tutta la tecnologia e le
funzioni necessarie per la
produzione di musica. Semplice da usare, intuitivo nella disposizione dei comandi a
pannello, MPC500 è l’apparecchio ideale per
la creazione di groove, di basi e di sequenze
a partire da campioni catturati “al volo” o importati da librerie esterne.
ESOUND
Un virus imperversa in Fiera
Singoli campioni ed intere song possono essere processati attraverso i due multieffetti interni, che fra l’altro possono intervenire in tempo
reale sul segnale in ingresso. Ideale complemento del set di strumenti
dei DJ, MPC500 può essere utilizzato comodamente anche in viaggio grazie al formato ridotto, all’alimentazione a batterie e all’uscita
cuffie.
Pad. 14 | Stand A09 A21 C08 C20
AKAI MPC500
www.eko.it
L’arranger
che lavora con l’audio
Nomen omen, dicevano gli
antichi, a significare che il
nome descrive spesso i caratteri fondamentali di una
persona.
Lo stesso si potrebbe dire
della nuova Ketron Audya:
una tastiera arranger che sostituisce gran parte degli accompagnamenti MIDI con
tracce audio stereofoniche
registrate dal vivo ed elaboKETRON
Audya
rate con l’aggiunta dei dati
di sincronia. Lo scopo, nelle
intenzioni dei progettisti, è
quello di rendere l’esperienza di ascolto di chi siede alla
tastiera molto simile a quella che si ha all’interno di un
gruppo.
Settantasei tasti semipesati,
197 note di polifonia, un hard
disk interno da 40 GByte per
la registrazione, la disponibi-
Pad. 14 | Stand D41 E34
lità ad accettare dati da CD,
DVD, lettori MP3 e momery
stick... tutte queste caratteristiche fanno di Audya la nuova ammiraglia del marchio
Ketron e uno degli strumenti di riferimento per l’intero
mercato.
www.ketron.it
Principe del design
Di norma, i pianoforti digitali sono, anche dal punto di
vista dell’aspetto esteriore,
un’imitazione più o meno fedele del pianoforte acustico;
e in questo non brillano certo
per originalità.
Yamaha, invece, che vanta
fra le proprie unità aziendali
uno fra i più avanzati studi di
design del mondo, ha introdotto di recente nel proprio
catalogo di strumenti musicali elettronici uno dei pianoforti
digitali più belli di tutti i tempi. È il modello H01, che nasce da una rilettura dell’idea
di pianoforte e che,
accanto ai
YAMAHA
H01
valori straordinari delle sue
linee, si mette in risalto
per la raffinatezza delle
soluzioni tecnologiche
adottate.
H01 ha una tastiera in
vero legno, pesata in modo progressivo; come su
un pianoforte a coda tradizionale, i tasti della regione grave sono leggermente
più pesanti di quelli della sezione acuta. Il problema del
peso non è però l’unico sul
quale i progettisti hanno lavorato a fondo. Per assicurare ai pianisti una “sensazione” il più vicino possibile a
quella che si prova di fronte
ad uno strumento acustico di
pregio, hanno sviluppato una
funzione che permette di ribattere molto rapidamente
un tasto senza che il campione venga interrotto. In pratica, ad ogni discesa del tasto
corrisponde l’inizio di un nuovo campione, ma non la fine
Pad. 18 | Stand G92 E77 E83
Non è una malattia, ma con ogni probabilità contagerà molti visitatori: è la linea Virus
TI di Access, grande protagonista in questi
giorni con tre modelli differenti al centro dello stand Sound Wave.
La sigla TI sta per Total Integration e riassume in due lettere un intero concetto progettuale: vale a dire l’integrazione negli strumenti musicali delle funzioni più avanzate
delle applicazioni computer music
e audio professionali. Diversi nell’interfaccia, i tre Virus condividono questa impostazione di fondo, che si concretizza nella presenza di una porta USB e di un plugin dedicato: il modulo VIRUSControl™, compatibile
con le architetture VST/AU. Grazie ad esso,
ciascuno dei sintetizzatori può essere “visto”
dalle applicazioni software come
parte integrante
del sistema. I vantaggi sono evidenti: perché, oltre a poter
richiamare, modificare e utilizzare direttamente dal computer singole patch e interi banchi, il sistema si arricchisce anche
dell’intero gruppo di ingressi e uscite della tastiera. Questi ultimi contano, oltre alle porte MIDI in e out, una porta S/PDIF e
ingressi e uscite analogiche bilanciate con
risoluzione a 24 bit e frequenza di campionamento a 192 kHz.
Naturalmente, il collegamento al PC –o al
MAC– non riduce i VIRUS a oggetti passivi,
anzi. Grazie al “Remote Mode”, ciascuno di
essi può essere utilizzato come potente suSOUND WAVE
Virus TI Series
Pad. 14 | L51 M44
perficie di controllo, con tanto di assegnazione personalizzabile delle manopole a pannello per il controllo dei parametri MIDI.
Questa flessibilità sarebbe di per
sé sufficiente a fare dei tre
VIRUS altrettanti standard di
mercato per il settore dei notebook studio; ma non bisogna dimenticare che tutti e tre
sono prima di tutto sintetizzatori estremamente potenti e aggressivi, che perpetuano la tradizione del
marchio Access.
Con 9 oscillatori più 9 sub per voce, e una
polifonia raddoppiata rispetto ai modelli precedenti, i Virus TI possono gestire in tempo
reale fino a 1.800 oscillatori e processare il
risultato finale con un potente DSP Dual-core a bassissima latenza.
Le tre versioni si equivalgono tutte dal punto
di vista dell’elettronica e delle funzioni: ma
vengono incontro ad esigenze di diverso tipo
per quanto riguarda l’interfaccia; e questo
spiega la presenza di tre “scocche” decisamente diverse.
Virus TI Desktop (in alto, al centro del box)
può essere montato a rack e ha il pannello
posteriore orientabile in modo da facilitare il
cambiamento delle connessioni.
Virus TI Keyboard (il modello della foto qui
a destra)
vanta una
tastiera
semipesata da 61
tasti; mentre Virus
TI Pølar (in alto a sinistra), con i suoi 37 tasti dinamici, è il “punto di mezzo” della gamma.
www.soundwave.it
del suono precedentemente emesso, che continua a vibrare fino al naturale
decadimento.
Interessantissimo è infine il
sistema di generazione del
suono, che combina i nuovi campioni AWM Dynamic
Stereo con il campionamento della risonanza della tavola armonica e con la registrazione di tutti i piccoli rumori tipici della meccanica di
un pianoforte autentico –ad
esempio la percussione dei
martelletti, il rumore di ritorno del tasto e il leggerissimo
“sfregamento” degli smorzatori sulle corde.
www.yamaha.it
Leggerissimo e molto realistico
Quando lo si ascolta per la
prima volta, si è portati a
pensare che Pianoteq, il virtual instrument introdotto
di recente a catalogo da Midiware, sia una delle ormai
numerosi librerie di campioni
del “peso” di svariati giga. E
invece il giovane plugin, arrivato finora alla sua seconda
generazione, è leggerissimo:
solo 15 mega!
La ragione sta nel fatto che
Pianoteq è in realtà un sintetizzatore, e dei più raffinati. Al
suo interno sono presenti dei
MIDIWARE
Pianoteq
modelli fisici che collaborano alla ricostruzione accurata del suono di un pianoforte
a coda da concerto. Con questo tipo di strumento, fra l’altro, ci si può divertire a modificare i cosiddetti “parametri
fini”: tutte quelle regolazioni
cioè che, quasi ci si trovasse di fronte ad uno strumento
reale, permettono di personalizzare il suono sulla base del
gusto e delle esigenze di chi
lo deve suonare.
Dalla durezza dei martelli al
tipo di accordatura, dal coef-
Pad. 14 | Stand G51 H44
ficiente di rifrazione della tavola armonica alle dimensioni della cassa di risonanza...
tutto è modificabile a piacere per “costruire” il suono di
riferimento. Con buona pace
dei campionatori...
www.midiware.it
37
Dalle
Aziende
Dalle Aziende
21 Settembre 2007
L’integrale di Debussy
L’Antologia delle Antologie
Fra le numerosissime proposte con cui Carisch si presenta all’appuntamento di MEET Milano c’è l’ormai celebre collana di
antologie per strumenti a fiato curata da Andrea Cappellari. Si
tratta di una serie che ha riscontrato un grande successo nel
corso degli ultimi anni, e che si può ammirare in
tutto il suo... splendore presso lo stand dell’editore milanese.
Arrivata quest’anno ad otto volumi, la serie Anthology è dedicata a flautisti, clarinettisti e sassofonisti in cerca di un repertorio “leggero” con cui misurarsi per piccole esibizioni domestiche, saggi e momenti musicali in compagnia. L’ambiente musicale
di riferimento, per tutti i volumi, è quello dei cosiddetti evergreen, i classici senza tempo che ben si
prestano ad essere rivestiti, per così dire, dalle sonorità degli strumenti a fiato.
Dagli hit di Simon & Garfunkel agli standard
più popolari della tradizione jazz, dalle song di
Stevie Wonder alle intramontabili melodie tratte
dai grandi film d’animazione della Disney, dalle
grandi canzoni della tradizione latina alle sigle
dei serial televisivi, per arrivare fino a successi
degli anni Ottanta come Flashdance, The Final
Countdown o Moonlight Shadow...
Con queste pagine, che fra primo e secondo volume dedicano a ciascuno strumento qualcosa come sessanta titoli diversi, c’è davvero da sbizzarrirsi. Tanto più che ogni volume è accompagnato da
un CD audio sul quale si possono trovare tutti gli arrangiamenti eseguiti in modalità
“minus one”.
Ogni libro comprende infine
anche un diagramma delle
diteggiature di facile lettura,
attraverso il quale anche
chi non è in possesso
di una grande preparazione tecnica può imbastire un pezzo in breve tempo.
CARISCH
Prosegue senza sosta la lunga e complessa pubblicazione dell’integrale delle opere
pianistiche di Claude Debussy. L’operazione, che vede
impegnata in prima fila l’editrice francese Durand, viene portata
avanti in
collaborazione con
le edizioni Ricor-
Anthology - per
strumenti a fiato
23-07-2007 17:28 Pagina 1
Integrale di Claude Debussy
qualsiasi
microfono ,
vale sempre
Offerta valida
fino al 30/06/2008
in tutti i negozi
aderenti all’iniziativa
Pad. 18 | Stand E67
Sfogliando il volume di Susan McClary dedicato alla Carmen di Bizet si ha come l’impressione di assistere alla scomposizione di un
raggio di luce attraverso un prisma. La celeberrima opera lirica viene infatti analizzata da
diversi punti di vista, e il quadro che ne esce
è una sorta di caleidoscopio in cui si mescolano gli influssi di letteratura, storia sociale,
gusto musicale.
La lettura della musicologa americana parte
dalla novella di Mérimée da cui è tratto il libretto, prosegue con il racconto delle tensioni
sociali che attraversavano la Francia dell’Ottovento e continua a “seguire” l’opera anche
ben oltre la sua prima rappresentazione, spinRUGGINENTI
Pad. 18 | Stand F 70 E63
Carmen | DENTROLOPERA
La scelta del
Professionista
Con l’acquisto di un Evolution e935
riceverai dal tuo negoziante uno sconto di € 20,00
20057 Vedano al Lambro (MI) - Tel. 03949841
www.exhibo.it/sennheiser - [email protected]
Sinfonica Jazz presenta il quarto volume della nuova edizione del
fortunato metodo di Andrea Avena dedicato a teoria, armonia e ear
training. Pubblicata per la prima volta nel 1993, quest’opera è stata
apprezzata moltissimo per la completezza dell’impianto e per la chiarezza dell’esposizione.
L’ultimo volume, accompagnato da un CD con gli esercizi di ascolto
e gli esempi musicali, prende le mosse dal blues minore per parlare
quindi dell’Anatole, dei tempi dispari, dei diversi tipi di accordi di dominante e delle loro possibili risoluzioni. Gli argomenti sono suddivisi in capitoli progressivi che
corrispondono di fatto a lezioni. Come sottolinea Massimo Moriconi nelle note di presentazione, basta acquistare questo libro per avere automaticamente “anche un elaborato, dettagliato
e divertente programma di teoria, solfeggio, dettato ritmico-melodico etc.”.
CARISCH
Pad. 14 | Stand L21 M14
www.carisch.com
Cantando musical
Alzi la mano chi non conosce almeno un musical.
Questo genere musicale,
che vanta al suo attivo successi come Cats,
Jesus Christ Superstar, Grease,
ha conosciuto
negli ultimi anni una fase di
grande popolarità nel nostro
Paese. Sull’onda di questo
movimento
d’opinione, e
come conseguenza diretta
della fortuna di molte delle
più recenti produzioni teatrali, moltissimi giovani studenti di canto hanno deciso di avvicinare questo repertorio, coltivando la prospettiva più o meno velata
di diventare, un giorno, star
del palcoscenico. Spesso,
EDIZIONI CURCI
però, le strutture formative
a cui si rivolgono non sono
attrezzate per affrontare in
modo autorevole il musical;
col risultato che chi studia deve per
prima cosa
imparare ad
orientarsi.
Un aiuto, in
questa direzione, viene dato dal volume Il
cantante di Musical edito dalle
Edizioni Curci e
firmato da Francesco Lori. Vocal trainer, consulente musicale, oboista e
cantante dotato di una solidissima preparazione, Lori è una delle personalità di
spicco del musical italiano,
e in questa veste si è proposto di fornire una sorta di
“vademecum” che presen-
Pad. 18 | Stand D63 E72
Il cantante di Musical
38
www.ricordi.it
Teoria e Armonia:
la parola ad Andrea Avena
€ 20,00
e935:
www.ricordi.it
gendosi dalle trasposizioni
cinematografiche di Otto Preminger,
Brook, Godard, Rosi e
Saura fino alla recentissima hip-hopera di
MTV. Nel complesso,
si tratta di un volume
autorevole e dalla formula molto innovativa, che sorprende il lettore italiano per la pluralità dei punti di vista
e che proprio per questo motivo troverà a nostro parere moltissimi lettori “trasversali”: dal
musicofilo allo studente, dal docente di Conservatorio al cultore di cinema.
Teoria & Armonia - Volume IV | SINFONICA
... passa a
Sennheiser!
plete curata anni fa
dall’editore
francese.
Il
volume
raffigurato
qui a sinistra, invece, è il
primo della serie dedicata ai brani per pianoforte a
quattro mani. Contiene tre
pezzi, intitolati rispettivamente Ouverture, Andante
Cantabile e Diane Ouverture, che furono composti fra
il 1880 e il 1881.
Nel caleidoscopio della “Carmen”
www.carisch.com
ROTTAMA
di, che curano la stampa e
la diffusione in Italia di tutti
i volumi.
Appena prima dell’apertura della Fiera abbiamo ricevuto i due volumi che qui
presentiamo. Il primo, che
diventerà certamente un
must have per tutti gli appassionati della letteratura pianistica del Novecento, propone una ristampa
dei Douze Études nel testo
ormai classico fissato dall’edizione delle opere com-
Universal Music MGB Publications
Pad. 14 | Stand L21 M14
rottamazione 210x297
Dismamusica Magazine SHOW DAILY
tasse in modo sistematico
le questioni tecniche, i problemi legati alla giusta preparazione del repertorio e
gli aspetti psicologici della
professione. Il risultato del
suo lavoro è racchiuso in
poco più di centosessanta
pagine, e costituisce senza dubbio una risorsa preziosissima per quanti intendono avvicinarsi al musical
con cognizione di causa.
Dalla pronuncia delle vocali
all’atteggiamento scenico,
dalla creazione del personaggio all’allestimento della compagnia… le prospettive aperte da questo libro
sono davvero tantissime,
e contribuiscono al consolidamento di quella “formazione a tutto tondo” che è
ormai un requisito irrinunciabile in tutti gli ambiti professionali.
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L’incredibile
Verve!
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Una grande potenza e muscoli d’acciaio fanno decollare il tuo sound.
Quel sound che cattura il pubblico e crea nuovi fans. Quando la tua
reputazione musicale è in gioco non sbagliare nella scelta dei diffusori.
I nuovi diffusori attivi FBT VERVE sono la tua fonte di potenza di cui hai
bisogno. Realizzati con la tecnologia più avanzata e dotati di ogni tipo
di funzione, sono garanzia di successo per la tua musica: forte e chiaro !
sistemi attivi 2 vie full-range
sub-woofers attivi
Verve 10a Verve 12a
Verve 15a
Verve 152a
Verve 215a
250W+100W 300W+100W
350W+100W
500W+150W
600W+150W
Progettate e costruite in Italia
Verve 15Sa Verve 18Sa
500W
600W
• Amplificatori di alta qualità in classe D e G con alimentatore
switching
• Pannello di controllo con GND Lift, ingresso ed uscita XLR,
controlli di tono, led di visualizzazione Limit e Protection,
controllo di volume
• Woofer B&C al neodimio, driver a compressione
• Tromba ruotabile a direttività costante
• Equalizzazione dinamica delle basse frequenze per evitare una
eccessiva escursione del woofer
• Alta efficienza e bassa distorsione
• Filtro passivo di alta qualità di tipo “asimmetrico” (serie passive)
• Circuito di protezione delle unità alte frequenze ad intervento
“soft” (serie passive)
• Componentistica passiva di elevata qualità, condensatori
in poliestere metallizzato e bobine di grande diametro
• Punti di ancoraggio M10 per la sospensione
• Attacchi e hardware per facilitare l’installazione fissa
• Griglia metallica di protezione resistente e “anti-risonante”
sistemi attivi coassiali e monitors
Verve 8Ma Verve 12Ma
Verve 15Ma
300W+100W
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