montecatini_1_4.qxp:011-032 8-03-2011 13:45 Pagina 1 Montecatini e la Valdinievole Touring Editore montecatini_1_4.qxp:011-032 8-03-2011 13:45 Pagina 2 Sommario Devo tantissimo all’America: un Paese dai grandi orizzonti e con un enorme cuore, dove hanno trovato spazio e si sono realizzati e accresciuti i miei sogni, i miei progetti, la mia passione per la buona cucina e per l’ospitalità. Il successo che ho raggiunto non sarebbe stato possibile in un altro luogo e di questo non posso che ringraziare la Terra che è diventata la mia seconda Patria. Ma allo stesso modo devo riconoscere che la mia bella storia ha le sue radici in Italia, inToscana, a MontecatiniTerme: una città da sempre regina nell’arte dell’accoglienza, una città scolpita nei miei ricordi più cari, una città alla quale sono legate le mie origini. Ogni volta che servo un piatto toscano ai miei clienti e amici, porto in tavola anche tutto l’amore per Montecatini, racchiuso nei suoi sapori semplici e genuini, che come gli affetti veri, ti rimangono per sempre nel cuore. MontecatiniTerme è l’ingrediente segreto del mio successo! Per questo motivo sono felice e orgoglioso di essere stato invitato a presentare questa nuova Guida Touring di MontecatiniTerme e della Valdinievole: leggendola ho rivisto i luoghi della mia infanzia, quando la vita era molto più dura, ma sicuramente tanto intensa da non poter essere cancellata dalla memoria. Passeggiando idealmente per i suoi viali, ho risentito gli odori, i profumi, ho riassaporato il gusto delle cialde, il saluto caloroso di un amico davanti a un aperitivo in uno dei suoi storici caffè, ho respirato l’aria frizzante dei mattini trascorsi nei parchi delle Terme sorseggiando un bicchiere della sua meravigliosa acqua, che rimettendo a posto lo stomaco, ti prepara a gustare con più soddisfazione la cucina alla quale sono ancora tanto legato! (Ve ne regalerò volentieri un assaggio con la ricetta dei crostini toscani portata in America dalla mia famiglia!). Ma Montecatini Terme non è solo passato e questa Guida ne è una prova. Ha saputo mantenersi al passo con i tempi, progredire conservando il suo solito fascino. I progetti che sono in fase di realizzazione le daranno un nuovo valore, se possibile la renderanno ancora più bella e fruibile.Tornare a MontecatiniTerme, per me, è ogni volta un tuffo in un mondo antico proiettato nel futuro, ma è soprattutto un modo per prendermi cura di me, per riappropriarmi dei miei ritmi, per regalarmi un rinnovato benessere che si trasforma in carica vitale da investire nell’impegno che metto in ogni mia attività. Sicuramente regalerò e consiglierò la Guida a molti miei amici, sicuro che dopo averla letta non resisteranno alla tentazione di conoscere di persona la mia MontecatiniTerme e la Valdinievole! Sirio Maccioni La guida verde del Touring Club Italiano rappresenta un punto fermo per tutti coloro che amano viaggiare informandosi sulla località prescelta, per conoscerne la storia, il paesaggio, la cultura e che desiderano quindi sfruttare appieno le offerte del territorio da visitare. Facile da consultare e al tempo stesso ricca di informazioni professionali e attendibili, sempre interessanti e rassicuranti, la classica copertina verde garantisce una sicurezza immediatamente individuabile nelle librerie in cui è esposta. È ormai divenuta, da tanto, tanto tempo, un brand importante, un classico del turista italiano: così, proporre una GuidaTouring interamente dedicata a MontecatiniTerme e alla Val di Nievole mi è sembrato un “regalo” che la nostra città si merita per tutto quello che essa rappresenta nella storia delle località termali italiane e internazionali, con i suoi splendidi stabilimenti, o templi, come amo definirli quando ne parlo, con la sua meravigliosa acqua che possiede proprietà curative conosciute da tempi lontanissimi, col magnifico verde che raggiunge la sua apoteosi nella mitica pineta, con i suoi tanti alberghi e una tradizione di ospitalità che ha sempre messo al centro il turista curista, facendolo sentire uno di noi nel periodo delle sue vacanze, con la sua offerta di prodotti enogastronomici di altissima qualità, con la sua centralità in una regione generosa e preziosa come laToscana, a pochi chilometri da Firenze, Lucca, Prato, Pistoia, Pisa, Siena,Arezzo, la Versilia, i monti dell’Abetone e così via. Insomma, siamo nel cuore di una terra bellissima e la guida verde sarà la migliore compagna per chi deciderà di venirci a trovare, ma anche un nuovo punto di riferimento per quanti questa Val di Nievole già la conoscono e la amano. Benvenuti a MontecatiniTerme! Beppe Bellandi Sindaco di Montecatini 2 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole 5 1.1 L’asse nord-sud e l’area termale 1.2 Lo stabilimentoTettuccio 1.3 L’asse est-ovest della città 1.4 L’antico Castello, Montecatini Alto 12 21 26 29 2 Itinerari in Valdinievole 34 2.1 Borghi, ville, castelli 2.2Verso le terre umide 2.3 L’altaValdinievole 2.4 Le terre di Leonardo e il Montalbano 2.5 Le terre di Pinocchio e le ville lucchesi 2.6 La Svizzera Pesciatina 35 39 45 47 52 57 Itinerario enogastronomico 60 Indirizzi utili 62 3 montecatini_1_4.qxp:011-032 8-03-2011 13:45 Touring Club Italiano Presidente: Franco Iseppi Direttore generale: Fabrizio Galeotti Touring Editore Direttore editoriale: Alberto Dragone Direttore contenuti turistico-cartografici: Fiorenza Frigoni Coordinamento editoriale: Cristiana Baietta Coordinamento e redazione: Deborah Terrin Coordinamento cartografico: Davide Mandelli Redazione cartografica: Giuseppe Cicozzetti Coordinamento tecnico: Francesco Galati Segreteria di redazione: Paola Bressani Realizzazione editoriale: Edicomma Studio Editoriale, Milano con Beatrice Sciascia (progetto grafico e copertina) Testi: Claudio Corbetta (Itinerari in Valdinievole pagg. 34-59); Bruna Rossi (Itinerari Montecatini Terme, pagg. 5-33) Referenze iconografiche: da fare Edizione promossa dal Settore Iniziative Speciali di Touring Editore strada 1, pal. F, Milanofiori - 20090 Assago (Mi) tel. 0257547281, fax 0257547314 [email protected] Responsabile: Radames Trotta Prestampa: ABCompos, Rozzano (Milano) Stampa e legatura: Giunti Industrie Grafiche, Iolo (Prato) Touring Club Italiano corso Italia, 10 - 20122 Milano www.touringclub.it © 2011 Touring Editore S.r.l. - Milanofiori www.touringclub.com Codice edizione speciale: HZ082A Finito di stampare nel mese di marzo 2011 Pagina 4 montecatini_5_33.qxp:011-032 1 8-03-2011 14:01 Pagina 5 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole MontecatiniTerme è entrata recentemente a far parte di EHTTA (European HistoricalThermal Town Association), l’associazione approvata dal Consiglio d’Europa per promuovere un itinerario culturale delle città storiche termali europee. La città deve infatti la sua popolarità alle acque termali ricchissime di preziosi elementi minerali che tuttora ne confermano l’indiscussa fama nel quadro del termalismo internazionale. La forte e qualificata ricettività alberghiera offre sistemazioni per tutte le esigenze; il clima accogliente, la tradizione di raffinata ospitalità, l’ottima cucina, la vicinanza a siti turistici di sommo interesse fanno di Montecatini Terme la destinazione ideale sia per chi voglia utilizzarla come piacevole base per un itinerario indimenticabile, sia per chi voglia usufruire delle sue acque in un soggiorno all’insegna della salute e del benessere. Le numerose sale attrezzate e ben organizzate per congressi, mostre e manifestazioni di ogni tipo e dimensione hanno contribuito a rendere la cittadina un centro vivace e affollato in qualsiasi periodo dell’anno, elegante e cosmopolita, che ha mantenuto però la sua dimensione umana. Montecatini si percorre tutta a piedi, gustando preziose pause di relax e riequilibrio energetico nei suoi giardini, nei larghi viali e nei rigogliosi parchi in cui sono incastonati gli stabilimenti termali, veri capolavori architettonici e artistici che, insieme agli edifici di gusto liberty del primo Novecento, costituiscono un vero museo a cielo aperto. Ci sono poi i numerosissimi locali e negozi, aperti anche nei giorni festivi e la sera, oppure gli impianti nei quali anche lo sport può essere praticato o fruito come momento di svago e di incontro. All’inizio di giugno si svolge Time out, Festival della Cultura Sportiva, che vede la stazione termale animarsi di importanti eventi con la presenza di personalità dello sport. InValdinievole è viva da sempre la passione per il ciclismo: molti campioni di questa disciplina vantano qui le loro origini; inoltre Montecatini Terme ospiterà i Campionati del Mondo di Ciclismo su Strada 2013, insieme a Firenze, Pistoia e Lucca. A livello amatoriale la città si propone come base per stimolanti tracciati cicloturistici: il caratteristico paesaggio toscano che la circonda, alternando dolci colline a tratti appenninici più impegnativi e a vaste aree pianeggianti, offre agli amanti del pedale percorsi di ogni difficoltà, con le più svariate mete naturalistiche e faunistiche, culturali, storiche, artistiche, enogastronomiche. Molti alberghi si sono attrezzati per offrire assistenza specializzata e ricca dotazione di mappe esclusive ai loro clienti attratti dal turismo su due ruote. Trattamento benessere nel salone liberty dello stabilimento termale Excelsior 5 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:01 Pagina 6 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole La storia delleTerme e della città La storia della città è indissolubilmente legata a quella delle sue acque. Non si hanno notizie certe circa la sua origine, sicuramente molto remota. Oggetti votivi risalenti a epoca romana vennero rinvenuti accanto al cratere delle Terme Leopoldine; dei “bagni” di Montecatini si parla in una pergamena lucchese del 1201; Marco Datini, famoso inventore pratese della cambiale, nel 1387 curava il suo stomaco con le acque termali e più tardi Eleonora diToledo, sposa di Cosimo I de’ Medici, faceva ricorso all’acqua Rinfresco per i disturbi ginecologici. Ugolino Simoni, detto da Montecatini, illustre medico e fondatore dell’idrologia italiana, descrisse la costruzione del Bagno Nuovo (poiTettuccio), ordinata nel 1370 dalla repubbli- La mirabile struttura lignea dalla morfologia arborea della Sala Portoghesi alleTerme delTettuccio ca fiorentina. Grazie a lui, nel 1417, le acque di Montecatini ebbero la loro consacrazione ufficiale nel famoso trattato De Balneorum Italiae proprietatibus. Purtroppo tra il XV e il XVI secolo, l’uso delle terme e lo sviluppo della zona risentirono delle sanguinose battaglie e scorrerie di cui fu teatro il territorio. Inoltre la decisione del governo di Firenze di costruire la chiusa di Ponte a Cappiano, sul Canale della Guisciana, per rifornire di pesce fresco le tavole fiorentine, causò l’allagamento di tutta la valle e anche Montecatini soffrì dell’avanzata della palude, infestata da insetti portatori di malaria, con grave danno per tutta la popolazione. Pure il Castello (Montecatini Alto) non conobbe pace: la sua straordinaria posizione strategica e un carattere ribelle lo misero infatti al centro di contrasti tra le varie potenze. Il colle divenne un luogo di difficile accesso, quasi inespugnabile con le sue mura, le venticinque torri e le due fortezze sulle sommità estreme: il castrum vetus a nord e il castrum novum dalla parte opposta. Così protetto, nella conca pianeggiante al centro si sviluppò il borgo intorno alla piazzetta. Cresciuto nell’orbita lucchese e in seguito svincolatosi da essa, il comune di Montecatini sostenne le prime dispute con il castello di Marliana, pistoiese di parte ghibellina, e con quello di Serravalle, stabilendo infine i propri confini lungo il corso del torrente Nievole. Nel 1315 fu assediato dalle truppe lucchesi comandate da Uguccione della Faggiola e Castruccio Castracani; accorse in suo aiuto l’esercito fiorentino, che proprio qui, nella sanguinosa battaglia di Montecatini, subì una delle peggiori sconfitte della sua storia. Alla morte di Castruccio, Montecatini entrò a far parte della Lega dei Comuni della Valdinievole, che nel 1328 giurò fedeltà a Firenze. Ben presto però la Lega si sciolse e il Castello tornò a Lucca. Nel 1330, durante i contrasti tra guelfi e ghibellini, venne nuovamente attaccato, questa volta dai fiorentini, che deviarono perfino il corso dei torrenti Borra e Nievole 6 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole per costringere alla resa, dopo undici mesi d’assedio, i montecatinesi assetati. Nel 1554 Montecatini subì un altro terribile assalto: il paese venne definitivamente espugnato, saccheggiato e in gran parte abbattuto dalle milizie di Cosimo I de’ Medici, alleato dell’imperatore Carlo V, in guerra contro Siena e i francesi, che qui avevano posto le loro truppe al comando di Piero Strozzi. Le torri e le mura furono smantellate e i documenti della comunità bruciati e perduti per sempre. Nonostante le infelici vicende, le miracolose proprietà delle acque termali non erano state dimenticate: la famiglia dei Medici aveva avviato un primo intervento di bonifica per incrementare la coltivazione delle terre in Valdinievole, ma i Bagni erano stati sfruttati senza vedere grandi migliorie. Finalmente nel 1737 la Toscana passò agli Asburgo Lorena e nel 1763 fu assegnata a Pietro Leopoldo: fu lui il vero fondatore e mecenate di Montecatini e l’artefice della sua rinascita come centro del termalismo. Egli incaricò i suoi esperti di studiare il modo migliore per risanare laValdinievole, fece abbattere le chiuse e le pescaie e in breve tempo gli acquitrini lasciarono posto a un territorio fertile e salubre. Nel comprensorio delle sorgenti termali il granduca ordinò la canalizzazione delle acque e avviò un ambizioso progetto urbanistico per realizzare una moderna città del benessere.Vennero tracciati i viali, costruiti nuovi palazzi e splendidi stabilimenti. I monaci cassinesi della Badia Fiorentina ebbero l’incarico di gestire e valorizzare le acque termali e seppero farlo con ammirevole spirito imprenditoriale, arricchendo la città di edifici e opere di pregio. A questa grandiosa impresa di ristrutturazione fece seguito una notevole espansione della città e il suo sviluppo turistico e alberghiero. L’iniziativa di Pietro Leopoldo venne ripresa dal figlio Ferdinando III, a cavallo della dominazione napoleonica, e successivamente dal nipote Leopoldo II, che fece arrivare qui la prima ferrovia. Gli ultimi due granduchi amavano trascorrere nella Palazzina Regia lunghi periodi di benefico soggiorno. La gestione delleTerme era stata affidata a una Deputazione di tre persone, tra cui Domenico Giusti (padre del poeta), che ne divenne direttore e cassiere. Dopo la proclamazione del Regno d’Italia, le Terme vennero date in concessione per alcuni anni alla Società Cesana e Damiani; tornate allo Stato, dopo alterne vicende furono affidate all’imprenditore milanese Antonio Baragiola, il cui figlio Pietro intraprese molte importanti iniziative in favore della città. Ben presto Bagni di Montecatini divenne uno dei centri termali più rinomati ed esclusivi dell’Europa della Belle Epoque, dove personaggi famosi giungevano da tutto il mondo per “passare le acque”, riposarsi, svagarsi, incontrarsi, discutere d’affari e politica e godere dell’ottima ospitalità e cucina toscana. Sorsero teatri, casinò, un ippodromo e altri importanti impianti sportivi. La vita mondana della città, valore aggiunto di un luogo già baciato dalla L’interno della Palazzina Regia, in passato residenza estiva del granduca Pietro Leopoldo e della sua famiglia 7 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:01 Pagina 8 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole natura, attirava i protagonisti della finanza, dell’industria, della politica, dell’arte, della musica e della letteratura, ma anche studiosi e scienziati di tutte le nazionalità. Dopo una pausa imposta dai dolorosi avvenimenti della seconda guerra mondiale, lo sviluppo cittadino ripartì, ininterrotto, fino a oggi. Fare il bagnaiolo divenne l’occupazione più prestigiosa dei cittadini, che impararono a fare dell’accoglienza una vera arte, trasmessa ancora dall’Istituto Alberghiero Ferdinando Martini, orgoglio della città, che offre ai propri studenti una professionalità turistica a cinque stelle, ricercata in tutto il mondo perché in grado di soddisfare la clientela più raffinata ed esigente. Montecatini può vantare un lungo elenco di prestigiosi clienti: regnanti e capi di governo; nobili; ricchi imprenditori; grandi letterati e poeti; musicisti inimitabili, tra cui Rossini,Verdi, Puccini, Mascagni, Toscanini e Leoncavallo, che dalla sua bella villa animava le serate montecatinesi. Anche scultori, pittori e artisti come Duprè, Galileo Chini, LorenzoViani,Annigoni, Conti, Dalì, hanno frequentato la stazione termale, arricchendola di loro importanti opere. Spesso set di celebri film, la città ha visto fra i suoi ospiti i più famosi attori della storia del cinema; qui si svolge tuttora Filmvideo, la mostra internazionale del cortometraggio ideata dalla Fedic nel 1949. Le acque termali e la scienza medica Le virtù delle acque di Montecatini sono state oggetto anche nei secoli passati di numerosi studi: Ugolino Simoni, detto da Montecatini, considerato il fondatore dell’idrologia italiana, le aveva ampiamente elogiate nel suo Tractatus de Balneis (1417); nel 1470 se ne occupò Michele Savonarola (nonno del più famoso Fra’ Domenico), mentre Pompeo dalla Barba (1521-82), archiatra di papa Pio IV, le prescriveva come efficace cura al pontefice. Anche il pontefice PioV se ne avvalse, felicemente, consigliato dal proprio archiatra Andrea Bacci (1524-1600), e Andrea Il banco della mescita alleTerme delTettuccio 8 Cesalpino (1519-1603), medico e anatomista, le prescrisse a Clemente VIII. Cosimo I de’ Medici incaricò il ministro Inghirami di informarsi sullo stato dei Bagni, dove il medico della consorte Eleonora diToledo le aveva prescritto delle cure. La fiducia in queste acque dimostrata dai medici papali continuò con Giovanni Maria Lancisi (1654-1720), archiatra di Innocenzo III, Clemente IX e Innocenzo VII, nonché consigliere del re Luigi XIV, meglio conosciuto come il Re Sole. Le acque furono studiate con attenzione dal famoso clinico Gabriele Falloppio (152362), da Francesco Redi (1626-98), Gaetano Livi (1695-1778), da GiovanniTargioni Tozzetti (1712-83), da Alessandro Bicchierai (1734-97) e da molti altri illustri scienziati. La stagione della rinascita delle Terme di Montecatini, voluta dal granduca diToscana Pietro Leopoldo d’Asburgo Lorena a partire dalla seconda metà del 1700, attivò una crescente attenzione per le fonti e le loro caratteristiche peculiari, che si è continuamente rinnovata e confermata fino a oggi. Una targa all’interno dello stabilimento Tettuccio ricorda che anche la scienziata polacca Marie Skolodowska Curie, nota come Madame Curie, nel 1916 soggiornò a Montecatini per studiare, con i chimici italiani Camillo Porlezza e Raffaello Nasini, la radioattività delle acque termali. 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole Lungo i viali, negli stabilimenti, nei saloni delle feste, si sfoggiavano gli abiti e i gioielli più raffinati e anche il famoso stilista Christian Dior trascorse qui gli ultimi giorni della sua vita. Innumerevoli le presenze della classe politica, tanto che Bagni di Montecatini venne definita “la piccola Montecitorio”. Con il nome Bagni di Montecatini veniva definito il territorio comprendente a valle tutta l’area termale. Un tempo Montecatini Alto era infatti il cuore amministrativo di un unico comune, sotto la provincia di Lucca, formato da tre frazioni: Montecatini Alto, Bagni di Montecatini e Pieve a Nievole. Nel 1905 queste si staccarono divenendo comuni autonomi: Montecatini Valdinievole (o Montecatini Alto), Bagni di Montecatini e Pieve La facciata monumentale delleTerme Leopoldine a Nievole. La denominazione Montecatini Terme risale al 1928, dopo il passaggio della Valdinievole alla nuova provincia di Pistoia. Solo nel 1940 Montecatini Alto entrò a far parte del comune di MontecatiniTerme. Le Terme di Montecatini, di proprietà del Comune di Montecatini Terme e della Regione Toscana, vengono attualmente gestite dalla societàTerme di Montecatini s.p.a. Le acque termali Le acque termali rappresentano la vera grande ricchezza della città, donandole quella dimensione di sacralità che per gli antichi era propria dei luoghi ove scaturivano le sorgenti della salute, che fornivano agli uomini non solo il sostentamento, ma anche il mezzo per alleviare le loro malattie. A Montecatini Terme esse esprimono al meglio questa virtù e lo stemma comunale vede infatti il colle elevarsi sopra un bacino d’acqua, fiancheggiato da due leoni rampanti che sorreggono un catino sopra il quale domina il giglio fiorentino. I rilievi a nord del comune costituiscono un fondamentale bacino di alimentazione e di raccolta idrica, ma non tutta l’acqua confluisce nei corsi superficiali (torrenti Nievole, Borra, Salsero, rio Castagnaregola e rio Sant’Antonio). Una parte, per la struttura geologica del terreno collinare, penetra a grande profondità, dove si termalizza, cioè aumenta la sua temperatura, e si mineralizza, cioè si carica dei sali minerali disciolti dalle rocce che incontra: sodio solfato, iodio, cloro, potassio, magnesio, bromo, litio e calcio idrocarbonico.Trovata la via per risalire, l’acqua sgorga, filtrata e batteriologicamente pura, Lo stemma di Montecatini mantenendo però intatte le caratteristiche termominerali. In base alla composizione chimica, le acque di Montecatini sono classificate come cloruratosolfato-alcaline e in particolare sodiche, a conferma della presenza di antichi depositi di salgemma intorno alla roccia madre attraversata nel percorso sotterraneo. La temperatura massima si attesta sui 33,5 °C nella sorgente Leopoldina, ma le ultime perforazioni hanno individuato acque che raggiungono la temperatura corporea, ideali per l’alimentazione delle piscine termali. Un tempo le fonti utilizzate erano molte, anche private: nel 1913, con la legge di protezione del bacino idrogeologico, la maggior parte furono chiuse e ridotte a otto.Attualmente ven9 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole 14:01 Pagina 10 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole gono distribuite per la cura idropinica (per bibita) e utilizzate per i vari trattamenti solo le più importanti: Leopoldina, Regina,Tettuccio e Rinfresco. Le acque di Montecatini Terme, dal gusto leggermente salino, risultano perfettamente compatibili con i liquidi organici e vantano specifiche proprietà terapeutiche riconosciute anche dal Servizio Sanitario Nazionale, per cui è possibile, dietro richiesta medica, effettuare le cure termali con il solo pagamento del ticket. Oltre a esercitare un potere disintossicante per tutto l’apparato digerente, i componenti ionici in esse disciolti regolano l’attività metabolica degli zuccheri e abbattono il colesterolo. La cura idropinica favorisce la depurazione del fegato e lo svuotamento gastrico, rivelandosi preziosa in caso di gastriti e dispepsia, aiutando nelle insufficienze epatiche e nelle disfunzioni delle vie biliari, curando e prevenendo la formazione di calcoli e ripristinando un corretto flusso di bile dal fegato all’intestino. Riattiva, inoltre, la normale funzione intestinale risolvendo i casi di stitichezza cronica; favorisce l’eliminazione delle scorie per via renale e il recupero dei sali perduti con l’attività sportiva. La scelta delle acque, del loro dosaggio e delle modalità di assunzione spetta al medico specialista, che viene messo a disposizione di ogni curista per una visita preventiva ed eventuali controlli. Ma oltre ai vantaggi della cura idropinica era nota, fin dai tempi più lontani, l’efficacia delle acque nel trattamento delle malattie della pelle e delle vie aeree, dei disturbi reumatici e ginecologici. Questo potere, reso oggi più efficace dall’uso di moderne tecnologie e dall’esperienza di personale preparatissimo, viene sfruttato per la fangoterapia e balneoterapia, nella cura delle reumatopatie, delle vasculopatie periferiche e nella riabilitazione muscolare e motoria, per le terapie inalatorie e le insufflazioni tubotimpaniche, nella cura dei disturbi dell’apparato genitale femminile e per tutti i trattamenti che mirano a migliorare l’aspetto estetico, a ristabilire il perfetto equilibrio tra corpo e psiche e a favorire lo stato di benessere generale dell’individuo. Con l’acqua termale è stata realizzata anche l’esclusiva linea “Montecatini Aqua thermal complex”, frutto della più avanzata ricerca cosmetica. 11 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:01 Pagina 12 L’asse nord-sud e l’area termale 1.1 L’itinerario parte da Piazza del Popolo, caratterizzata dal 1913 dalla bella fontana di Antonio Guidotti, che simboleggia come la fortuna della città sia merito delle sue acque: alla base di un obelisco, quattro putti a cavallo di delfini versano acqua da una cornucopia in altrettante tazze semisferiche, che alimentano la vasca sottostante. Da qui, nella seconda metà del Settecento, l’architetto Niccolò Gasparo Paoletti, direttore delle Regie Fabbriche Granducali sotto Pietro Leopoldo di Lorena, diede inizio al grandioso progetto che avrebbe fatto sorgere dalle paludi preesistenti una città nuova: la piazza nacque nell’intersezione della Strada Regia Lucchese con il sontuoso Stradone dei Bagni, progettato dall’ingegner Francesco Bombicci. Il Grande viale, detto degli Olmi e poi delTettuccio, venne infine intitolato a GiuseppeVerdi, assiduo ospite delleTerme dal 1882. Nel 1833 la piazza si arricchì di una bella chiesa demaniale disegnata dall’architetto Luigi de Cambray Digny: questa, divenuta ben presto insufficiente a contenere l’accresciuta cittadinanza e gli ospiti che affollavano Bagni di Montecatini nella stagione termale, venne demolita dopo poco più di un secolo (i resti del pronao sono nel parco della Biblioteca comunale) e sostituita con l’attuale basilica di S. Maria Assunta. Basilica di S. Maria Assunta. Situata in posizione arretrata rispetto al perimetro della piazza, dietro un ampio sagrato su due livelli, domina con l’alto campanile viale Verdi in La basilica di S. Maria Assunta direzione dell’area termale e della verde collina di Montecatini Alto. La sua struttura imponente con richiami orientaleggianti, progettata dall’architetto Fagnoni con Spadolini, Stecchetti e Negri e inaugurata il 29 settembre 1962, è realizzata in cemento armato impreziosito dall’utilizzo della pietra grigia della cava di Maona e dal rivestimento in travertino chiaro di Monsummano, disposto in lastre su file di diverse altezze. Quattro grandi portali incorniciati da decori marmorei immettono nella basilica a pianta ottagonale, con quattro cappelle. I mosaici in vetro-cemento sopra l’ingresso, del pittore Giorgio Scalco, rappresentano scene della vita della Madonna, mentre quelli laterali raffigurano Santa Caterina e San Francesco. Il grande Crocifisso dietro l’altare è opera dello scultore Sauro Cavallini. Nella chiesa si può ammirare anche un grande dipinto, donato dagli albergatori della città per onorare Santa Marta, dichiarata da papa PaoloVI protettrice della categoria per le sue per le sue riconosciute doti di ospitalità e accoglienza. La piazza segna il crocevia dei principali viali: verso sud viale Don Minzoni conduce alla prima stazione ferroviaria (1853), denominata Montecatini Centro; verso est parte corso Matteotti e a ovest si dirama Corso Roma, entrambi sezioni dell’antica Cassia. Punto di forza di tutto il piano urbanistico della città termale, viale Verdi si stacca in direzione del vecchio Castello: Montecatini Alto, che lo domina frontalmente. Intorno alla piazza sorgono i palazzi storici, che presentano le ricche decorazioni del primo 12 1.1 L’asse nord-sud e l’area termale Novecento; altri, ristrutturati in epoca recente, hanno assunto una fisionomia più moderna. Tutta l’area fa parte del Centro Commerciale Naturale di Montecatini Terme: vi sono concentrati i più bei negozi cittadini, aperti anche nei giorni festivi. Imboccato vialeVerdi, sulla destra troviamo il complesso della Locanda Maggiore, la struttura alberghiera commissionata al Paoletti dai monaci della Badia di Firenze verso la fine del Settecento e resa celebre da GiuseppeVerdi, che vi soggiornò mentre componeva il terzo atto dell’Otello.All’interno del cortile centrale si trovava una fontana del Nettuno, scomparsa, che si dice abbia smesso di zampillare nel 1859, quando l’ultimo granduca, Leopoldo II, abbandonò laToscana alla vigilia dell’Unità d’Italia. I caratteristici portici del Gambrinus, progettati da Bernardini e Ugo Giusti e costruiti nel 1913, rappresentavano un rinomato luogo di ritrovo mondano, grazie al Café Chantant che ospitavano. Ancora oggi il piazzale è sede di esibizioni musicali, sfilate di moda, incontri culturali. Più avanti, sulla sinistra, troviamo la Palazzina Regia, progettata dal Paoletti nel 1777 per il soggiorno estivo della famiglia granducale. Desiderando connotare in modo armonico lo stile della città che si veniva formando, Pietro Leopoldo ordinò che essa venisse presa a modello per i futuri edifici residenziali. Oggi ospita la Direzione delle Terme e vi si possono ammirare i raffinati decori eseguiti da Ezio Giovannozzi intorno agli anniVenti del secolo scorso. In quello che fu una volta il Parco Regio, si trova un giardino con il solenne Monumento ai Caduti, opera dello scultore lucchese G. Petroni (1925): il Genio della Patria, sovrastato da un obelisco, cavalca sorreggendo laVittoria nella mano destra, seguito da uno stuolo di fieri cittadini di tutte le età. Subito dopo si incontra ilTeatroVerdi. Teatro Verdi. Ha ospitato famosi artisti internazionali, importanti spettacoli televisivi e le maggiori manifestazioni della città si sono avvicendate sul suo palco. Woody Allen lo ha scelto nel 2010 per aprire la tournée europea della sua New Orleans Jazz Band, con tre soli concerti in Italia. Inaugurato nel 1930 con il nome di Teatro Giardino LeTerme e rinnovato nel 1981, ha acquisito ulteriore valore per il nuovo progetto di ristrutturazione, che vedrà lo spostamento dell’ingresso nell’edificio attiguo, storica sede della Vendita dei Sali Tamerici. Sulle pareti esterne del Padiglione, proget- tato nel 1903 dal Bernardini, si possono ammirare gli altorilievi in gres di Domenico Trentacoste, che descrivono alcune fasi della lavorazione della ceramica: il tornitore di vasi, il decoratore, l’infornatore e l’artista circondato dalle Muse, raffigurato nelle sembianze di Galileo Chini, fondatore della Manifattura Fiorentina Arte della Ceramica ed esponente di quel movimento eclettico che trova in Montecatini le sue espressioni più belle.Al Chini sono attribuite le decorazioni pittoriche del fregio sottogronda del Padiglione dei Sali e alcuni affreschi interni rinvenuti durante i lavori di restauro. Palazzo comunale. Nei primi anni del Novecento Bagni di Montecatini viveva un grande fermento: le Terme, luogo di ritrovo alla moda, attiravano personalità da tutto il mondo. I servizi alberghieri erano di massimo livello e nel 1905 il direttore del Grand’Albergo La Pace annotava: «È importantissimo che nessun Ospite abbia a toccare maniglia alcuna dal momento in cui arriva al momento in cui si richiude dietro a lui la porta di camera sua». La città cresceva e si arricchiva di edifici eleganti, così il Consiglio Comunale deliberò la costruzione di un nuovo Palazzo civico. Era il 1911. Il Municipio, progettato da Raffaello Brizzi e Luigi Righetti, venne costruito dove sorgevano le vecchie scuderie granducali. I lavori, iniziati nel 1913, si conclusero nel 1919, con una interruzione dovuta al primo conflitto mondiale. L’imponente edificio, costruito in stile neorinascimentale, domina in posizione rialzata rispetto al piano stradale. Una triplice arcata Sul lato opposto del viale, una vasta area è occupata dall’elegante Palazzo comunale, meta dei turisti per la raffinata maestosità degli interni. 13 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole si apre sull’atrio, simile a un loggiato, dal quale si entra nel vestibolo: a sinistra si accede al salone dei servizi demografici, a destra il salone gemello, un tempo adibito a ufficio postale, ospita preziose opere di artisti contemporanei, tra cui un grande quadro di Pietro Annigoni, Vita, risalente agli anni Sessanta del secolo scorso. Gli sportelli lungo il perimetro delle sale sono decorati con vetrate di Galileo Chini. Un monumentale scalone con ringhiere in Il salone affrescato di Palazzo Comunale 14:01 Pagina 14 ferro battuto porta al piano superiore: salendo, un busto in bronzo del Romanelli ricorda Pietro Baragiola, protagonista dello sviluppo urbanistico della città. Nello splendido velario centrale un puttino riversa da una cornucopia una profusione di frutti, incorniciato dalla scritta “L’ANTICO FU NUOVO E IL NUOVO ANTICO”; intorno i decori pittorici distribuiti su dodici lunette e otto pennacchi rappresentano allegoricamente le più importanti attività umane: Lavorare, Costruire, Sapere, Prosperare nella Pace. Tutti gli uffici sono disposti intorno a due grandi ballatoi, illuminati dai raffinati lucernari del Chini con fregi ornamentali e stemma centrale. La Sala del Consiglio Comunale occupa un posto d’onore, con i balconi che si affacciano centralmente su viale Verdi. Sul soffitto un affresco di Luigi Arcangeli con l’Apoteosi dell’Italia; sulla parete di destra si può ammirare invece una delle cinque tele più grandi eseguite da Joan Mirò, Donna avvolta in un volo d’uccello, opera tardiva dell’artista catalano, donata a Montecatini in occasione del “Maggio Mirò” del 1980. Oltre a ospitare gli uffici amministrativi del Comune, una parte dell’edificio sarà presto sede di un prestigioso Museo di Arte contemporanea. Intorno al Municipio sorgono gli edifici costruiti o rielaborati nel primo Novecento, arricchiti da eleganti decori, riflesso di quel gusto floreale che contraddistinse la fine dell’Ottocento e il primo ventennio dello scorso secolo. Oltre ai villini privati, la maggior parte delle costruzioni è occupata da alberghi, attività commerciali e pubblici esercizi. Inizia qui anche l’area prettamente termale, con il susseguirsi dei suggestivi e imponenti stabilimenti. Sull’angolo con viale Manzoni troviamo da un lato l’originale porticato curvilineo del Cinema Excelsior, progettato dal Giovannozzi nel 1922 e recentemente rinnovato, dall’altro la sede dell’Azienda di PromozioneTuristica. Di fronte, lo Stabilimento Excelsior è introdotto da un elegante giardinetto triangolare, che ospita la Fontana dei Cigni dello scultore Pirro Bianchi e sul quale si affaccia un piacevole loggiato di gusto rinascimentale. Stabilimento Excelsior. Il corpo più antico del fabbricato, progettato dall’architetto Giulio Bernardini a uso di Casinò Municipale e Gran Caffè, risale al 1907 e conserva intatto il fascino dell’architettura dell’epoca. Fu poi utilizzato per la mescita delle acque termali nel periodo invernale e ampliato da Ugo Giovannozzi nel 1915 per consentirne l’utilizzo anche per trattamenti balneoterapici, fangoterapici, gineco14 logici e inalatori. Il corpo posteriore venne demolito e sostituito nel 1968 da una struttura moderna e funzionale, articolata su quattro piani, dedicata agli innovativi programmi di estetica e remise en forme e ai trattamenti olistici.Vi si accede attraverso un luminoso salone che si affaccia con ampie vetrate al parco circostante. L’elemento dominante è il monumentale lampadario in vetro, realizzato a Murano dalla 1.1 L’asse nord-sud e l’area termale Il loggiato esterno dello stabilimento termale Excelsior, ornato con medaglioni di terracotta smaltata Vetreria Venini. La sala liberty, sapientemente collegata alla parte moderna, viene utilizzata soprattutto per convegni, mostre e concerti. Le due esedre laterali, chiuse da artistiche vetrate intervallate da colonne corinzie, accolgono ancora i vecchi banchi della mescita, attualmente effettuata nel salone principale. La tempera murale del soffitto è opera di Ernesto Bellandi. Nelle sedici finestre che definiscono il perimetro superiore della sala sono rappresentati, con vetri colorati, gli stemmi di antichi Comuni toscani; sotto corre un delicato fregio in stucco con bassorilievi di putti e festoni. Lungo l’elegante loggiato esterno sono inseriti otto medaglioni di terracotta smaltata, che raffigurano illustri personaggi della storia montecatinese. Palazzo dei Congressi. Sorge su una vasta area che ospitava lo storico Garage Alessio. Realizzato dal Bernardini nel 1919, conserva tuttora nella facciata principale i caratteristici particolari in stile liberty e art déco. Completamente rinnovato e ampliato, rappresenta oggi uno spazio modulare e multifunzionale di raffinata eleganza, la cui sala più grande può accogliere oltre 900 congressisti. Il Palazzo dei Congressi costituisce soltanto una delle numerose strutture, spesso inserite all’interno di prestigiosi hotel o degli stabilimenti termali, in grado di ospitare incontri d’affari, meeting, congressi ed eventi di ogni tipo, con soluzioni ottimali e all’avanguardia per ogni esigenza, sempre all’insegna dell’efficienza, con location suggestive e con la possibilità di associare agli impegni di lavoro una vacanza di relax e benessere. Stabilimento Tamerici. Immerso nel parco termale, deve il nome alle vicine piante di tamerice, tipiche dei luoghi salmastri. Prima Villa Schmitz, dai proprietari che vi scoprirono nel 1843 l’omonima sorgente, fu ristrutturato all’inizio del Novecento da Giulio Bernardini e Ugo Giusti, con una magica e sapiente fusione di stili architettonici: dal rinascimento toscano al moresco veneziano, sui quali prevale il neomedievale, caratterizzato da torrette, merlature, archi e stemmi. Il luogo, col suo aspetto singolare e affascinante, venne utilizzato come Mostra permanente di Belle Arti e poi destinato a Circolo Forestieri. Incredibile la profusione di piccoli tesori, come gli splendidi capolavori di Galileo Chini: affreschi murali con putti e festoni; maioliche che decorano le pareti, i pavimenti, i banchi della mescita e Lateralmente a vialeVerdi nuove vie alberate conducono a sinistra verso il Palazzo dei Congressi, lo StabilimentoTamerici e lo stabilimento Grocco. 15 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:02 Pagina 16 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole 1.1 L’asse nord-sud e l’area termale Stabilimento La Salute. Sorto per lo sfruttamento dell’Acqua della Salute, scoperta nel 1860 da Benedetto Gabbrielli, dal 1920 subì vari ampliamenti e modifiche. La cancellata in legno introduce in un ombroso giardino, occupato al centro da una rotonda con cupola poligonale sostenuta da colonne e a sinistra dai banchi della mescita, decorati da mosaici con i due delfini, simbolo dello stabilimento. Da lì, scesi alcuni scalini, si accede a un magico cortiletto, al centro del quale, sopra il pozzo della sorgente, spicca il Marzocco fiorentino; di lato, una struttura neoclassica si fonde in un anfratto naturale, dove l’acqua cristallina che trasuda dalle rocce forma un piccolo corso: forse ricordo della misteriosa grotta delle Volatiche, elogiata nelle antiche descrizioni del territorio termale per le virtù della sua acqua nella cura delle malattie della pelle. Il corpo centrale dello stabilimento è costruito in rustico toscano: dietro, viali alberati e ameni sentieri, intervallati da laghetti e fontane, si snodano ai piedi della collina di Montecatini Alto, tra il verde di ampi terrazzamenti. Qui l’architetto Massimiliano Fuksas ha disegnato per il prossimo futuro un suggestivo parco di piscine ludico-termali che diverrà una delle attrazioni di punta della città. Nel frattempo, La Salute offre ai villeggianti la cura idropinica del mattino, per trasformarsi poi in luogo di svago, con musica e ballo, animazione ed eventi. Stabilimento Redi. È dedicato a Francesco Redi, insigne medico, scienziato e letterato toscano del XVII secolo che, studiate le acque di Montecatini, le prescriveva come efficacissimo rimedio per innumerevoli disturbi. Lo stabilimento, di nuovissima concezione, edificato nel 1962 su progetto di Gian Luigi Giordani e Ippolito Malaguzzi Valeri, è stato completamente rinnovato e ampliato dall’architetto Oreste Ruggiero e inaugurato nella primavera 2010, situandosi al top dell’offerta per le cure termali non idropiniche. Il complesso, costruito con norme antisismiche e strutturato per l’uso delle fonti alternative di energia, è suddiviso in diverse aree: il Reparto inalatorio vanta ben 154 apparecchi computerizzati di ultima generazione di cui 10 pediatrici; 1100 metri quadrati di superficie con ampia hall, 2 sale inalazioni, 2 studi medici, reparto pediatrico, camera insufflazioni tubo-timpaniche, camera ventilazione polmonare e camera di nebulizzazione. Il Reparto di fangobalneoterapia offre 66 camerini singoli, 28 doppi per balneazione e massaggi e 8 ambulatori medici. Il percorso ipogeo ospi- Dirigendosi verso sud, si raggiunge, con una breve e piacevole passeggiata, il moderno Stabilimento Redi. LeTermeTamerici, sapiente fusione di stili architettonici che vanno dal rinascimento toscano al moresco veneziano le fonti; vetri velati a fuoco che impreziosiscono le grandi finestre bifore e trifore ai cui lati emergono fiere teste leonine. Il parco ospita: un pozzo neoquattrocentesco; una copia della fontana delle Najadi di Mario Rutelli; un bersò con sei colonne in marmo e cupola in ferro battuto proveniente da villa La Capponcina di Gabriele d’Annunzio. Un delizioso angolo racchiude le fontane delle varie acque termali: di particolare pregio quella decorata da Galileo Chini per l’Acqua Giulia. Il raffinato loggiato del Bernardini introduce alla sala principale, con il bel velario scorrevole incorniciato da cassettoni in legno decorato e, al centro della parete maggiore, un grande camino in pietra; alla sala si accede anche dal lato opposto della fabbrica, dove è situata la fontana del puttino e della rana, opera di Raffaello Romanelli. Il particolare logo TMC, ripetuto anche lungo il muretto di recinzione del parco, rappresenta sia le Terme di Montecatini sia il nome dello stabilimento, oggi sede di importanti mostre, concerti, congressi. Stabilimento Grocco. Utilizzando le acque scaturite con un terremoto nel 1902, ha rappresentato per molti anni un importante centro di balneoterapia, fisioterapia e fangoterapia. È intitolato al dottor Pietro Grocco, medico personale di GiuseppeVerdi e direttore sanitario delle Terme. I trattamenti sono stati trasferiti nel più moderno stabilimento Redi, ma l’edificio ospiterà presto un centro di medicina sportiva. Due alte palme ultracentenarie segnano uno dei tanti accessi al vasto parco termale. La Pineta è quasi l’anima di Montecatini, il suo grande polmone verde, accessibile liberamente da vari punti della città e vivificato dalle acque del rio Castagnaregola, che l’attraversa per scomparire improvvisamente e continuare il suo corso sotterraneo fino al vicino torrente Salsero. Intorno ai larghi viali alberati e agli intimi sentieri, si aprono ampie radure erbose, contornate da centinaia di piante d’alto fusto di specie rare e pregiate.Il parco così, oltre a essere un perfetto ambiente di distensione per tutte le età,rappresenta anche un prezioso itinerario botanico. A destra di viale Verdi ci si immette nel pittoresco Mercato stabile di viale Grocco, dove negozi e banchi offrono le più svariate merci a prezzi molto vantaggiosi. Percorso il viale, sulla sinistra, troviamo l’ingresso dello Stabilimento La Salute. 16 Laghetti e fontane all’interno del rigoglioso parco che circonda leTerme della Salute 17 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:02 Pagina 18 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole Momenti di relax nelle eleganti piscine termali all’interno dello stabilimento Redi ta il moderno e attrezzato Reparto di riabilitazione fisioterapica, con piscine termali dotate di idromassaggi e cascate, itinerari riabilitativi, percorso vascolare e due palestre dove è possibile effettuare ginnastica posturale su pancafit, allenamento e recupero funzionale con kinesis, sedute specifiche per dimagrimento scientifico e trattamenti osteopatici. Sono anche studiati programmi personalizzati per atleti e sportivi. Ogni particolare contribuisce a creare in questo reparto un’atmosfera ovattata di avvolgente bellezza, sulla quale dominano i tiepidi vapori della preziosa acqua termale. Corsi di yoga, trattamenti olistici e cure ayurvediche vengono proposti nella consapevolezza che la salute del corpo non possa prescindere dall’armonia dello spirito. Tutti gli ambienti dello stabilimento sono spaziosissimi, suggestivi ed eleganti, studiati in ogni dettaglio per favorire il relax, arredati con materiali pregiati e dotati di apparecchiature tecnologicamente all’avanguardia. Completa l’offerta la presenza di personale altamente specializzato. Stabilimento Leopoldine. Ugolino da Montecatini ne descrive l’uso nel 1417 e il Bicchierai riporta il ritrovamento di idoletti votivi romani sotto il cratere, a conferma che la sua acqua era ritenuta sacra ed efficace fin dai tempi più lontani: era la più ricca di sali e la più calda, tanto che il luogo era detto Bagno Caldo. Chiamato anche Bagno della Rogna e Bagno dei Merli, fu poi denominato Terme Leopoldine in onore del granduca di Toscana Pietro Leopoldo di Lorena che, nel 1775, vi fece costruire dall’architetto Niccolò Gasparo Paoletti un grandioso edificio neoclassico con due ali porticate che abbracciavano su tre lati la grande vasca del cratere. L’ingresso era costituito da un corpo centrale più alto, con due solenni colonne doriche a sostegno di un frontone triangolare che reca ancora la scritta “Aesculapio et saluti”. Il pronao è infatti l’unica parte rimasta invariata con la ristrutturazione del 1926 dell’architetto Giovannozzi. Ma una nuova, importante ristrutturazione è ormai in fase conclusiva. L’architetto M. Fuksas ha scelto questo stabilimento come nucleo della riqualificazione di tutta l’area termale, ispirandosi all’antica tradizione dei Bagni romani. Sulla destra un primo grande bagno si collega direttamente alla vasta piscina esterna attraverso le vasche del frigidarium e del tepidarium, con area per relax e trattamenti, progettata con gradoni di pietra, sequenze di rocce e animazioni gradevoli. L’acqua Leopoldina a temperature diverse consentirà le alternanze caldo freddo. Il calidarium conclude questo percorso, con sauna, biosauna e un monumentale bagno turco. L’ala sinistra offre la zona di fangobalneoterapia e trattamenti con acqua termale. La zona interna, valorizzando i preziosi de- Riprendendo il nostro itinerario lungo viale Verdi, incontriamo, superato l’Excelsior, l’imponente costruzione dello Stabilimento Leopoldine, antico cuore del nuovissimo progetto di VillaggioTermale ideato dall’architetto Massimiliano Fuksas. 18 1.1 L’asse nord-sud e l’area termale cori liberty presenti, si apre in ambienti vetrati con ampi spazi differenziati dalla sapiente selezione di colori e materiali,con la vista verso le vasche esterne. Il primo piano è strut- turato per l’area motoria, i trattamenti estetici, gli ambulatori e altri spogliatoi. Un’ampia zona è progettata espressamente come ambiente ideale per i trattamenti olistici. Stabilimento Torretta. Il portone introduce nell’ampio loggiato del Bernardini dedicato a Giuseppe Verdi: vi si effettuavano un tempo le cure idropiniche pomeridiane, piacevolmente intrattenuti da concerti e spettacoli, oppure passeggiando negli ameni vialetti del parco. Scendendo sulla sinistra, ci si addentra infatti in un incantevole giardino romantico all’inglese, percorso dal rio Castagnaregola, che si distende in uno scintillante laghetto. Situata su una piccola altura e circondata da resti di torri diroccate, compare una cappella neogotica a pianta ottagonale, sotto la quale una rete di misteriosi cunicoli collega sale ipogee con colonnati, cupole e tracce di affreschi alle pareti. Dall’interno della cappella, affacciandosi a un foro protetto da un’antica balaustra ottagonale in legno, è visibile la sala ove era sepolta la contessa Teresa Corsi Magnani, ritenuta l’amante segreta del granduca di Toscana. Intorno rivive, nel verde di alberi secolari, un suggestivo ambiente neoclassico, con statue, sedute, scalinate, pozzi, sorgenti…, un luogo magico dove il tempo pare improvvisamente fermarsi. Lo stabilimento Torretta, aperto nel 1829 dal conte Baldino Baldini dopo la scoperta dell’omonima sorgente, rimase privato fino al 1916, quando fu accorpato al vicino Stabilimento Rinfresco, di proprietà delle Terme, che troviamo a destra del fabbricato principale. La Fonte del Rinfresco era famosa già nel Trecento come Bagno Tondo, poi Bagno Mediceo per lo stemma della casata che vi compariva. Riedificato da Giuseppe Manetti nel 1798 per conto dei monaci della Badia Fiorentina fu di nuovo modificato nel 1927 da Ugo Giovannozzi. Egli mantenne solo il pronao centrale, trasformando l’Emanatorio come lo vediamo oggi: un raffinato tempio che racchiude la bella vasca con copertura rivestita in gres e vetri colorati, decorato internamente da graffiti realizzati da Ezio Giovannozzi. Più avanti, in posizione rialzata, il Tempietto dell’Acqua Giulia, del Bernardini, domina la grande vasca sottostante. LaTorretta, considerata fino a pochi anni fa uno dei luoghi più piacevoli e benefici dell’area termale, è stata per un certo periodo trascurata, ma sono al vaglio interventi di recupero che ne valorizzino gli importanti aspetti botanici, storici e gli itinerari simbolici ed energetici. DalleTerme Leopoldine, vialeVerdi, deviando leggermente a sinistra, si apre nell’ampio piazzale dedicato a Domenico Giusti. Nella lunga aiuola centrale spicca dal 1998 la moderna fontana-scultura in acciaio Duetto d’acqua, dell’artista giapponese Susumo Shingu. Su tutto domina però la spettacolare facciata dello Stabilimento Tettuccio (v. itinerario 1.2, pag. 21), gioiello e icona stessa della città termale. L’ampio viale del Rinfresco, a sinistra delTettuccio, ci immerge nella verde tranquillità del Parco, fino a raggiungere il piazzale dellaTorretta, una delle zone più antiche e suggestive dell’area termale: di fronte si staglia l’edificio turrito, di foggia medievale, dello StabilimentoTorretta. Uno scorcio dello stabilimentoTorretta 19 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:02 Pagina 20 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole A sinistra del piazzale ecco un altro piccolo gioiello di gusto floreale: il Parco degli Sport, costruito nel 1925 e sede mitica del CircoloTennis LaTorretta. Oltre la circonvallazione, un vialetto alberato conduce al percorso vita, un ameno sentiero in lieve pendenza immerso nella macchia, e al complesso turistico Lido le Panteraie, con la sua piscina storica. Sul piano stradale, superato l’impianto del minigolf, si sale verso Montecatini Alto, oppure, proseguendo verso est, si raggiungono la stazione della funicolare e l’Accademia d’Arte Scalabrino. Delimitata a nord dalle colline, MontecatiniTerme si è sviluppata soprattutto verso mezzogiorno, oltre la linea ferroviaria, superando il tracciato dell’autostrada A11 Firenze-Mare con la frazione di Biscolla. In direzione sud sono state realizzate importanti strutture sportive: prima della ferrovia, lo Stadio comunale e il Bocciodromo; subito oltre l’Ippodromo Sesana, la Palestra comunale Leonardo da Vinci con l’annesso Pala-Bellandi e i vicini campi di calcetto. La vasta area antistante lo stadio, intitolata al granduca Leopoldo, ospita il giovedì mattina il tradizionale e affollatissimo mercato, uno dei più grandi dellaToscana; poco distante, al Mercato coperto, si svolge nei giorni feriali la vendita diretta dei prodotti locali. Proseguendo verso sud-est, troviamo il Palazzetto dello Sport, le Piscine comunali e varie palestre private. Oltre l’autostrada sono situati lo Sporting Club e il vicino impianto di Tiro a volo: il livello altissimo dei suoi soci ha regalato alla città e all’Italia prestigiose medaglie in campionati europei, mondiali e olimpici. La Società di Montecatini Pieve a Nievole dispone di 4 campi di Skeet, 6 di Fossa olimpica, 2 di Percorso, uno di Compak, uno diTrap americano e uno di Double Trap. Questa struttura funzionale permette lo svolgimento di Gare in più specialità e in contemporanea e ospita competizioni d’importanza nazionale. La Scuola internazionale diTiro cura la formazione delle giovani leve. La vasta area ospita anche un importante complesso ricettivo e viene utilizzata come polo fieristico. Ippodromo Sesana. Il Sesana è uno degli ippodromi per corse al trotto più rinomati d’Italia. La vasta superficie su cui si estende include i 17000 metri quadrati della pista da gara, i 30 000 riservati agli spettatori, una pista di allenamento, le scuderie e servizi vari tra cui 53 sellerie, 30 fienili, 14 magazzini, 5 mascalcie, un tondino di esercizio coperto, una clinica veterinaria con laboratorio d’analisi, box di isolamento, alloggi e servizi per il personale, mensa, ristorante, bar e parcheggio riservato. La passione per le ga- re ippiche però, a Montecatini, era anteriore: nel piazzale dellaTorretta le mappe ottocentesche riportano l’esistenza di una pista che richiamava già il bel mondo con la sua corsa delle Amazzoni e un’altra pista, l’Arena Santarelli, si trovava proprio dietro l’attuale edificio municipale. L’ippodromo sorse grazie al barone Giuseppe Patrone, un ricco italo-argentino con vari possedimenti in città, che nel 1914 acquistò a quello scopo i terreni e si occupò della prima gestione col commendatore Giuseppe Sesana. Questo nel 1934 divenne l’unico proprietario, apportando grandi migliorie e avviando la tradizione delle corse in notturna. Alla sua morte seguirono varie gestioni, ma il Sesana è stato sempre un fondamentale punto di riferimento del trotto internazionale: sulla sua pista si sono disputate gare storiche, che hanno visto sfidarsi cavalli e fantini entrati ormai a far parte della leggenda dell’ippica. Un appuntamento fisso, da oltre cinquant’anni, è il Gran Premio Città di Montecatini o Gran Premio di Ferragosto. 1.2 Lo stabilimento Tettuccio IlTettuccio è il maestoso punto di arrivo per chi percorra vialeVerdi. L’artistica cancellata d’ingresso è arricchita da una raffinata pensilina semicircolare in ferro battuto e vetri colorati realizzati dal Berti di Pistoia; più in alto sono allineate le belle statue in marmo di Carrara scolpite da Corrado Vigny, raffiguranti la Sorgente, la Medicina, l’Igiene e la Salute. Lo stemma centrale è opera di Aristide Aloisi, al quale si devono anche i decori interni dello stabilimento: mascheroni, festoni, capitelli, balaustre ecc. Nel 1370 il luogo era stato sistemato in modo piuttosto semplice e chiamato Bagno Nuovo: la sorgente era protetta da una piccola tettoia in legno dalla quale deriva il nome,Tettuccio, che indica ancora sia l’acqua sia l’impianto architettonico. Le acque però venivano usate soprattutto per l’estrazione del sale. Più tardi la fonte venne utilizzata e celebrata per le sue proprietà curative: aveva una salinità minore di altre sorgenti tradizionalmente usate per bagni o fanghi così, pur mantenendo le ottime proprietà dermatologiche, l’acqua Tettuccio poteva essere bevuta rivelandosi altamente terapeutica per tutto l’apparato digerente. Il famoso medico Francesco Redi (162697) scriveva: «Questa è un’acqua gentilmente salata: e quel che forse al comune degli uomini, che non penetrano più addentro, parrebbe cosa incredibile, ella è il solo ed unico vero e certissimo rimedio contro tutte le dissenterie, a tal segno che in Firenze è ben sfortunato colui che muore di dissenteria. Inoltre io me ne vaglio con sicura felicità contro tutte le itterizie, le quali rimangono infallibilmente debellate con grandissima facilità e prestezza… E di qui colla stessa felicità e sicurezza, me ne vaglio in tutte le coliche stomatiche provenienti da bile e, insomma in ogni sorta di colica, e di mali uterini». Il primo vero stabilimento venne edificato dal 1779 al 1781 per volontà del granduca Pietro Leopoldo, nell’ambito della ristrutturazione urbanistica affidata all’architetto Niccolò Gasparo Paoletti (1727-1813). Pur di grande effetto scenografico, era diverso da quello attuale. Nel 1914, venne indetto un concorso per la ricostruzione, resasi necessaria a seguito della fama internazionale raggiunta dalla Stazione termale, ma solo dopo alcuni anni fu realizzato il progetto dell’architetto fiorentino Ugo Giovannozzi. Il nuovo complesso venne edificato tra il 1923 e il 1927, insieme al vicino stabilimento Regina. La larga facciata in travertino di Mon La monumentale scala che conduce alla terrazza delleTermeTettuccio Corse in notturna all’Ippodromo Sesana 20 21 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:02 Pagina 22 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole summano, arricchita da colonne di ordine ionico, andò a sostituire quella antica del Paoletti che tuttavia non fu distrutta, bensì spostata e inserita nell’ala ovest, come parte integrante della nuova fabbrica. Dichiarata monumento nazionale, essa è tuttora visibile in fondo alla Galleria della Mescita. IlTettuccio, ispirato alle antiche terme romane, venne strutturato come un tempio, a ribadire la sacralità e il valore essenziale di quell’acqua dalle magiche proprietà rigeneranti, portatrice di salute e bellezza. L’atrio, caratterizzato da un sontuoso ambulacro sorretto da colonne, impreziosito nel lungo soffitto a volta dagli affreschi di Galileo Chini, dal ricercato lucernario e da un affresco di Giuseppe Moroni raffigurante la Sorgente, si schiude su ampi piazzali a cielo aperto, ai cui lati il colonnato prosegue.A destra va a comporre una sorta di tempietto, sul cui profilo esterno si può leggere: «Balsamo che tolto vien di sotterra e s’apre al chiaro giorno». L’emiciclo racchiude e protegge la Fontana dei Coccodrilli, seguita dalla grande vasca circolare, dove, da una bocca di leone, si riversa ancora l’acquaTettuccio. Fontana dei Coccodrilli. In una città creata nel segno dell’acqua, non potevano che essere le fontane l’elemento caratterizzante. Il più bell’esempio è quella dell’acquaTettuccio, dove attingono la salutare linfa tutti coloro che si recano nello stabilimento in cerca di un sollievo ai loro disturbi. La Fontana dei Coccodrilli, opera di SirioTofanari Due coccodrilli in bronzo sorreggono, quasi scivolandone fuori, una scura conchiglia in granito del Labrador, dalla quale sgorga l’acqua Tettuccio riversandosi in un festoso girotondo di cavallucci marini. Intorno al piedistallo in travertino, altri abitanti delle acque godono di quello scroscio che, nelle giornate più fresche, sfuma in un vapore suggestivo, grazie al tepore del liquido salmastro. Non c’è da meravigliarsi della scelta: già per gli antichi Egizi il coccodrillo esprimeva le energie delle acque, rappresentava la divinità della forza, della fertilità, ma soprattutto era il protettore dei malati, portatore di guarigione e di salute; il polipo era legato all’intelligenza e alla virilità; il rospo aveva per certe culture una valenza positiva collegata alla dea madre, sinonimo di fecondità, trasformazione, rinascita; il delfino, simbolo del potere salvifico delle acque, incarnava il principio femminile, come la conchiglia, e l’amicizia con l’uomo. L’autore, il fiorentino Sirio Tofanari (18861969), è stato uno dei più illustri scultori del primo Novecento: le sue opere in bronzo e marmo sono esposte nelle più importanti gallerie del mondo. I protagonisti delle sue sculture sono sempre animali, rappresentati con meticolosità e fantasia creativa nelle pose più caratteristiche. Intorno alla vasca, l’esedra, con le sue colonne coronate da festoni scolpiti, si schiude in una spettacolare visione d’insieme del giardino rinomato per le sue varietà botaniche, su cui domina l’altura ove sorge lo stabilimento Regina. Un tempo separato dalTettuccio dall’antica via Chella, che collegava le terme con la strada per Montecatini Alto, esso venne poi integrato nell’area della fabbrica principale. Dal piazzale a sinistra dell’atrio, invece, si accede alla suggestiva Sala di Scrittura, con i delicati affreschi di Giuseppe Moroni e, più avanti, al Salone Portoghesi. 22 1.2 Lo stabilimento Tettuccio Salone Portoghesi. È il gioiello più recente dello stabilimento Tettuccio, realizzato tra il 1987 e il 1989 su progetto dell’architetto romano Paolo Portoghesi. Si tratta di un ambiente estremamente suggestivo, che rivisita in chiave moderna lo stile liberty: dodici pilastri costruiscono un’originale galleria ellittica, evocando in forma stilizzata le ramificazioni arboree. Le linee morbide e avvolgenti del legno lamellare si sviluppano allargandosi verso l’alto a sostenere la gran- de vetrata policroma. Splendide le particolari geometrie dei pavimenti e dei vetri. Qui vengono allestite mostre e rassegne, si svolgono congressi e convegni, ma soprattutto trovano una perfetta location i concerti. Annualmente il salone è sede delle contrattazioni commerciali durante la BTS (Borsa del Turismo Sportivo), che si sviluppa sull’intera area dello stabilimento Tettuccio e registra la presenza di migliaia di operatori turistici italiani e stranieri. Tempietto della Musica. Progettato da Ugo Giovannozzi e decorato dal fratello Ezio, il Tempietto della Musica o dell’Orchestra occupa un posto d’onore al centro dello stabilimento. L’occhio della cupola è il sole, intorno al quale volteggia una schiera di angeli che sovrasta un paesaggio da paradiso terrestre, con alberi carichi di fiori e frutti e dodici fontane zampillanti. Il giardino è racchiuso da una balaustra affrescata, sotto la quale si alternano davanzali e balconcini a cui si affacciano tre gruppi canori femminili e tre maschili raffigurati nell’atto di suonare. Gli strumenti sono raggruppati in base ai diversi generi di musica: agreste (oboe e flauto), da camera (archi e pianoforte), marziale (ottoni e timpani), religiosa (organo e arpa). Nella fascia inferiore è raffigurato ancora simbolicamente il suono (il gallo, la sirena, la campana, il vento…), al quale Con un magnifico gioco di fughe, simmetrie, lunghe prospettive, l’atrio si apre frontalmente nel piazzale maggiore, caratterizzato a destra dalTempietto della Musica e subito dopo dalla Sala del Caffè, splendido ambiente in stile Belle Epoque che mantiene inalterato tutto il fascino del primo Novecento, con gli originali arredi in legno, i raffinati affreschi allegorici di Giulio Bargellini e le importanti opere pittoriche di Maria Biseo e Giuseppe Moroni, riproducenti i paesaggi bucolici delle antiche terme. IlTempietto della Musica, con le colonne ioniche che sostengono la cupola rivestita da scaglie di maiolica 23 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole 14:02 Pagina 24 sono dedicati i versi del Petrarca scolpiti in oro sul cornicione esterno: «Il suon che di dolcezza i sensi lega». La cupola, sostenuta da colonne d’ordine ionico in travertino, è rivestita da tegole a scaglie di maiolica prodotte dalla Manifattura di Galileo Chini. Dal palco, rifinito da una deliziosa ringhiera con elementi a forma di lira, si esibisce un’orchestra dal vivo che riempie l’aria di armonie indimenticabili. Galleria della Mescita. Lungo la maestosa galleria sono allineati i banchi della mescita,realizzati con marmi policromi intarsiati,con rilievi di maschere grottesche che rendono ogni elemento una singolare opera d’arte.Alle originali cannelle è possibile attingere tutte le acque attualmente utilizzate a Montecatini per la cura idropinica. Sovrastano i banchi sette grandi pannelli con mosaici ceramici,opera del raffinato maestro pescarese Basilio Cascella (1860-1950), che riproducono scene vivaci, con figure plastiche di ispirazione classica, le quali simboleggiano allegoricamente il valore delle acque in tutte le età,sia dell’uomo sia della donna.Il pannello centrale è occupato dalla Fonte, affiancata ai lati dalla Bellezza e dalla Forza; alle due estremità sono raffigurate da una parte l’Infanzia e l’Adolescenza,dall’altra la Maturità e la Vecchiaia. Ogni quadro è completato,superiormente,dai fregi ornamentali di Ezio Giovannozzi. Il porticato, dalla parte opposta al Tempietto della Musica, è interamente occupato dalla Galleria della Mescita. La maestosa Galleria della Mescita, rara opera d’arte Oltre il piazzale, il portico si inserisce nell’ampio corridoio di negozi, annunciato da un timpano triangolare dove, su uno sfondo a mosaico in oro, un grande orologio dal quadrante in madreperla, racchiuso in una ghirlanda, è affiancato dalle figure bronzee di Guido Calori: Venere, con la cornucopia della fecondità e dell’abbondanza, e Mercurio, simboleggiante il commercio, ma anche la forza e la bellezza virile. La Galleria dei negozi termina idealmente, ancora all’aperto, alla fontana dell’acqua del Cipollo, sempre del Calori. Ai lati una monumentale scala conduce ad una terrazza panoramica che ospita anche l’antica fontana del Tettuccio, il Mascherone decantato dal poeta Giuseppe Giusti, sormontato da una nicchia con la dea delle acque. Di fianco alla scala un padiglione più moderno immette in ampi locali con altri esercizi commerciali, area di soggiorno e bagni. Lasciato il corpo principale, invece, ci troviamo immersi nel parco verso il viale delle Quattro Stagioni, alla cui base è una copia del celebre Porcellino delTacca posto nella loggia del Mercato Nuovo di Firenze. Proseguendo, il busto dell’architetto Ugo Giovannozzi invita ad ammirare l’altra sua creazione, lo Stabilimento Regina, davanti al quale è situata la fontana dell’Airone e della Rana realizzata nel 1925 da Raffaele Romanelli. L’airone che si alza in volo, scacciato da una rana, rappresenta e riassume in forma artistica la storia della città e la fontana ne è diventata il simbolo: i due animali raccontano il momento dell’abbandono della palude, ormai bonificata, per lasciare posto alla nuova città termale. Stabilimento Regina. Un ampio porticato neorinascimentale in travertino con archi a tutto sesto caratterizza questo splendido 24 nota fin dai tempi più antichi per le sue peculiarità benefiche, dà il nome allo stabilimento, edificato tra il 1923 e il 1927 sul luogo ove anteriormente si trovavano il Bagno Regio e il Bagno dei Cavalli. Attraverso grandi porte a vetri si accede all’interno, suddiviso in tre settori. Le sezioni laterali erano destinate alla mescita delle acque e ai servizi di ristoro. Il salone centrale riceve luce anche dal ricco lucernario con vetri istoriati a fuoco distribuiti in nove campiture ottagone: nel rosone centrale spicca la corona della Regina, circondata da simboli marini. Dietro, il salone si schiude su un intimo giardino protetto da alti muri e 1.2 Lo stabilimento Tettuccio quasi nascosto alla vista, al centro del quale fa bella mostra una fontana con quattro leoni marini che sorreggono altrettante coppe semisferiche sormontate da pinguini. Non più utilizzato per le cure termali, l’ambiente si presta oggi meravigliosamente per congressi e incontri internazionali, manifestazioni e concerti, pranzi di gala e cerimonie di alto livello. Più avanti, immerso nel verde rigoglioso del parco, il Tempietto dell’acqua Regina richiama la struttura del Tempio di Vesta del Foro romano. La sorgente zampilla sotto una campana di vetro, protetta da una cupola sorretta da 12 colonne. Verso il fronte strada, un’altra scalinata scende alla fontana dell’acqua della Gocciola, dove un tempo era il Bagno dei Cavalli, che in una grande vasca venivano fatti immergere per guarire piaghe e infermità. La grandiosità architettonica e le decorazioni di notevole pregio hanno reso lo stabilimento Tettuccio un vero capolavoro del periodo liberty, con contributi dei più grandi artisti dell’epoca e si può a ragione affermare che la salute, a MontecatiniTerme, è un’arte! Ogni visita è una nuova scoperta di un angolo, di un particolare: piccoli gioielli sapientemente inseriti in un insieme armonico che dilata gli spazi e accresce la sensazione di estremo benessere che qui si respira. Aiuole fiorite e alberi rigogliosi fanno da serena e piacevole cornice durante tutto il percorso. Il parco è infatti un vero orto botanico, con piante rare e preziose. È possibile effettuarvi benefiche lezioni di yoga, che qui vengono esaltate dalla perfetta simbiosi con la natura circostante. Al Tettuccio si svolge l’ormai tradizionale Festival Musicale Estate Regina, solo una delle importanti manifestazioni che trovano in questo splendido ambiente la location ideale. L’ampio porticato neorinascimentale caratterizza leTerme Regina, immerse nell’ampio parco delTettuccio edificio, che emerge maestoso da una cornice di verdi prati, aiuole in fiore e preziosi alberi secolari. L’acqua del cratere Regina, 25 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:02 Pagina 26 L’asse est-ovest della città 1.3 A est Montecatini Terme inizia nella località denominata Mezzomiglio, dove l’elemento architettonico di maggior rilievo è la Stazione Ferroviaria di Montecatini-Monsummano. Stazione Ferroviaria di Montecatini-Monsummano. Inaugurata nel 1937, la stazione fu progettata dall’architetto Angiolo Mazzoni su canoni estetici legati al futurismo ma rispettosi della tradizione toscana. La facciata del lungo edificio principale, in travertino rosato di Monsummano, decorata con fasce longitudinali più scure, è accompagnata da una pensilina, interrotta dalla slanciata torre pentagonale dell’Orologio, alta circa 25 metri, simbolico faro per orientare i viaggiatori. La torre si proietta idealmente nel piazzale antistante, prolungandosi in una importante aiuola, quasi interamente occupata da una fontana su più livelli. Altri fabbricati arricchiscono e completano il complesso. Purtroppo molti degli arredi originali del Mazzoni sono andati perduti e la stessa stazione ha occupato per molti anni un ruolo marginale nell’urbanistica della città, a causa della sua posizione periferica rispetto all’area termale, ruolo che è ormai tornato rilevante grazie alla forte espansione dell’abitato. Corso Matteotti e corso Roma. Queste strade compongono un’ideale passeggiata, caratterizzata da un’alta concentrazione di Corso Roma, luogo di shopping e passeggiate esercizi commerciali: vetrine di raffinate boutique con firme prestigiose, gallerie d’arte, profumerie, gioiellerie, pasticcerie attirano una folla di persone, ancora più numerosa nei fine settimana e nelle sere d’estate. I caratteristici caffè, con i loro tavolini all’aperto lungo il corso, circondati da aiuole fiorite, trasformano il centro cittadino in un vivace salotto mondano. Nelle strade attigue, durante il periodo estivo, gli alberghi fanno a gara per offrire ai loro clienti cene a lume di candela e serate danzanti sotto le stelle, sfilate di moda, spettacoli di musica e cabaret, rievocazioni storiche, degustazioni dei piatti e dei prodotti tipici locali. I bei palazzi, pur ristrutturati e modernizzati, recano ancora i decori originali del primo Novecento: volti antropomorfi e grotteschi, stucchi, bordure e affreschi floreali che meriterebbero da soli una piccola caccia al tesoro. Grand Hotel & La Pace. Anche se costruito e ampliato a più riprese nel tempo, il Grand Hotel & La Pace ha rappresentato il top del lusso e della raffinatezza della città termale:le La città sviluppa la sua area centrale essenzialmente lungo l’asse formata da corso Matteotti e corso Roma (rispettivamente a est e a ovest di piazza del Popolo) che rappresentavano un tempo un segmento della via Regia Lucchese. In piazza del Popolo troviamo l’antica Locanda Maggiore, una delle prime strutture alberghiere costruita nel 1787 dai monaci Cassinesi della Badia di Firenze, ai quali il granduca Pietro Leopoldo aveva affidato la cura e lo sviluppo dell’area termale. Superata piazza del Popolo, sulla destra si incontra l’ingresso del Grand Hotel & La Pace. 26 sue camere e le suite hanno ospitato le teste coronate e i personaggi più illustri.Arredato con esclusivi pezzi d’antiquariato, costituisce uno degli splendidi gioielli liberty della città.Un piccolo assaggio l’abbiamo già nel portone d’ingresso, realizzato da Galileo Chini in ferro battuto e vetri colorati. Anche le sale in- 1.3 L’asse est-ovest della città terne non vengono meno alla loro reputazione: in particolare sono da ammirare i soffitti affrescati dal Chini. Ultimamente l’hotel si è arricchito di un nuovissimo e raffinato centro benessere. Sono molti però gli alberghi della città che offrono ai clienti gli speciali trattamenti nella calda atmosfera delle loro Spa. Poco più avanti, di fronte allo storico Caffè NewYork, si apre verso nord viale IV Novembre: occupato sulla destra, per tutto l’isolato, dal parco del Gran Hotel & La Pace, sul lato opposto offre una lunga serie di negozi e locali, fino a cedere il passo ai grandi alberghi e alle eleganti palazzine liberty, perdendosi infine negli ombrosi viali pedonali del parco termale. Corso Roma continua con il complesso del Kursaal. Il Kursaal. Risalente al 1904, rappresentò fin Salone delle Feste,un Night Club,Sale riuniodalla sua nascita il centro della vita mondana ni, Sale giochi e Circoli privati. Purtroppo la montecatinese. Ospitava un bellissimo teatro sua popolarità non è stata accompagnata da e il Cinema Giardino dove, grazie a nuove altrettanta fortuna: demolito in gran parte apparecchiature, nel 1933 vennero proiettati, per essere sostituito da un fabbricato più per la prima volta in Italia, film sonori all’aper- moderno e funzionale, è rimasto invece inato. Nel 1957 entrambi furono demoliti per gibile per molti anni e solo ultimamente ha far posto al nuovo Cinema Teatro Kursaal: ripreso vita grazie al recupero della storica cinque grandi porte in cristallo immettevano facciata, integrata in un nuovo elegante comin un ampio atrio in marmo, decorato nella plesso progettato dall’architetto Aldo Rossi, parte superiore con bordi ceramici in rilievo al quale è intitolato l’ampio piazzale interno. di Jorio Vivarelli, rappresentanti alcune scene Del glorioso teatro, però, non c’è più traccia. de I Pagliacci. Il teatro, completamente climatizzato, era molto capiente: la platea poteva ospitare 820 spettatori e altri 470 posti a sedere si trovavano nella galleria; ai lati erano sistemati i palchetti. I numerosi camerini per gli artisti erano tutti dotati di servizi privati e il palcoscenico permetteva la messa in scena di spettacoli di alto livello. Intorno al teatro, una galleria di negozi rappresentava la meta di ogni passeggiata. Il Kursaal accoglieva anche un Casinò, un famoso Dancing Il nuovo complesso del Kursaal, progettato da Aldo Rossi Superato il Kursaal, altri viali si aprono sulla sinistra: viale Puccini offre sullo sfondo la maestosa visione del Grand Hotel Vittoria; più avanti viale Balducci lascia intravedere la settecentesca villa denominata il Colombaione, oltre la quale sono situate la neogotica chiesa di S. Antonio, del Bernardini, e l’imponente edificio scolastico del Circolo Didattico, sobrio ma importante esempio di liberty cittadino. La passeggiata continua in leggera salita fino a incrociare i viali di circonvallazione, oltre i quali corso Roma cambia il proprio nome in via Lucchese, proseguendo appunto in dire27 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:02 Pagina 28 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole zione di Pescia e Lucca. Circa a metà del tratto montecatinese della via Provinciale Lucchese, un cancello in ferro si apre a sinistra sul vialetto che attraversa un grande parco, ricco di alberi secolari, per terminare di fronte a un altro importante fabbricato: la villa Forini Lippi. Villa Forini Lippi. Sede della Biblioteca comunale, l’edificio è costituito da due piani con soffitte e un piano interrato coperto a volta. La bella facciata è caratterizzata da una scala centrale a doppia rampa che conduce al piano nobile, sormontato da una piccola loggia a tre arcate. Si pensa che il luogo anticamente fosse già conosciuto come ospedale di S. Quirico di Brusceto, presso il quale nel 1315 venne combattuta la cruenta battaglia di Montecatini tra guelfi e ghibellini. Si sarebbe trattato di un punto di accoglienza dei pellegrini e dei commercianti, vicino al porto del Calderaio, uno dei trenta e più approdi che si trovavano sulle rive del Padule di Fucecchio (il toponimo sembra derivare da“foce a cerchio”). In poche parole, probabilmente, il primo albergo della città. L’area di pertinenza della villa faceva parte, nel 1600, di una vasta proprietà appartenente alla famiglia Marsigli e più tardi ai Bravieri. Includeva tutti i terreni compresi tra via Marruota e il torrente Borra, suddivisi, agli inizi del 1800, in dodici poderi, il più importante dei quali era appunto il podere Bravieri con la sua villa padronale, collegata direttamente alla via Regia Lucchese.Verso la metà del XIX secolo essi vennero acquisiti dal cavalier Emilio Forini, che ne offrì al Comune una parte sulla quale venne fatta passare la linea ferroviaria e furono realizzati la Stazione di Montecatini Centro e il viale Don Minzoni (prima viale Forini), che la congiungeva alla piazza cittadina. Poco per volta tutta la zona venne urbanizzata e nella campagna alle spalle della villa sorsero lo Stadio comunale, il Bocciodromo e l’Ippodromo Sesana (vedi pag. 20). Nel secolo scorso la villa venne donata all’Opera Pia della Divina Provvidenza “Madonnina del Grappa” di don Giulio Facibeni, che la utilizzò come orfanotrofio durante la seconda guerra mondiale, riuscendo a mettere in salvo molti piccoli profughi ed ebrei. Nel 1979 villa Forini Lippi venne acquistata dal Comune di Montecatini Terme con il contributo della Regione Toscana e dal 1988 è sede della Biblioteca comunale. Nel suo parco, a destra della piccola cappella, sono visibili i resti del pronao della vecchia chiesa demaniale costruita da Luigi de Cambray Digny. L’ingresso a villa Forini Lippi, oggi sede della Biblioteca comunale 28 1.4 L’antico Castello, Montecatini Alto Montecatini Alto, nucleo originario di Montecatini Terme, ne rappresenta il naturale centro storico. Detto anche“il Castello”, si distende con i suoi edifici di origine medievale sulla morbida collina, definita “colle lunato” per la forma concava e allungata, simile a una falce di luna sdraiata. La posizione strategica vide il colle trasformato in un imprendibile baluardo di frontiera conteso da lucchesi, pisani e fiorentini, difeso da una cerchia di possenti mura lunghe circa 2 chilometri, da due fortezze e 25 torri. Fu anche al centro di numerose dispute tra guelfi e ghibellini, finché dovette sottomettersi alla Repubblica di Firenze, nel 1330, dopo ben undici mesi d’assedio. Il Castello fu di nuovo campo di battaglia nella guerra tra Francia e Spagna e venne conquistato e quasi completamente distrutto nel 1554 da Cosimo I de’ Medici, il quale ordinò che tutto il suo sistema difensivo venisse raso al suolo. Perfino l’Archivio cittadino fu bruciato sulla pubblica piazza, condannando questo luogo glorioso a un graduale oblio della sua storia più antica. Il borgo medievale di Montecatini Alto, in strategica posizione sulla collina Al borgo si giunge per diverse vie: la più utilizzata è quella che dalla Casina Rossa, a nord dell’area termale, sale per circa 6 chilometri lungo i fianchi della collina. Dopo un breve tratto, troviamo una deviazione per la Grotta Maona (v. box pag. 33), poi, in località dettaVico, la strada si dirama ancora: da una parte in direzione di Marliana e della montagna, dall’altra in discesa verso Nievole, piccola frazione bagnata dall’omonimo torrente e rinomata per la produzione di fragole e olio, dalla quale si accede facilmente al colle di Serravalle e alla provinciale per Pistoia. Per arrivare invece a Montecatini Alto si segue la strada principale fino a Porta di Borgo o, più avanti, ai parcheggi di piazza Campioni, largo Martinelli e piazza Barbano e Giovanetti, dove è situata la stazione di arrivo della funicolare. Un altro modo per giungere al Castello, forse il più suggestivo, è infatti la funicolare (v. box pag. 31), che sale ripida lungo l’insenatura centrale del colle, raggiungendo velocemente il cuore del paese: la via lastricata immette subito nella piazza dedicata al poeta Giuseppe Giusti, che abitò qui con la famiglia per diversi anni. Chi dalla valle volesse invece cimentarsi in una piacevole scarpinata fra gli olivi, potrebbe percorrere a piedi i 3 chilometri di verde pendio che si arrampicano per la Corta,sbucando all’arrivo della funicolare. Per gli amanti del trekking, i sentieri ripristinati dal CAI per raggiungere il paese sono numerosi: Colloredo,Via Amore, la Foresta, solo per nominare i più noti. Salendo in auto, il primo punto di accesso al paese è Porta di Borgo è l’unica rimasta delle sette che consentivano l’ingresso al Castello. Subito oltre, sulla sinistra, troviamo il convento dellaVisitazione con la chiesa di S. Maria a Ripa, che occupava la parte più bassa della cinta muraria. 29 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 14:02 Pagina 30 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole 1.4 L’antico Castello, Montecatini Alto orgoglioso le sue torri, lasciando scorgere la piana di Pistoia e quella di Firenze. Più a nord, verso l’Appennino, si riconoscono gli insediamenti di Casore, Marliana e Avaglio. Lungo questa piacevole passeggiata perimetrale si innestano gli stretti vicoli lastricati che, con una breve salita, introducono all’interno del borgo, congiungendosi in piazza Giusti. La raccolta piazza Giusti, animata in occasione della Sagra della fett’unta Convento dellaVisitazione. Fondato da un gruppo di donne montecatinesi, il convento passò alle monache agostiniane e infine a quelle benedettine. Rimasto chiuso al mondo esterno per molti anni, ha riaperto da poco i battenti, mantenendo la sua atmosfera di mistico raccoglimento ma consentendo visite e mettendo a disposizione, su richiesta, alcuni locali e un suggestivo chiostro per incontri, ritiri, piccole cerimonie. L’importante biblioteca religiosa comprende oltre 3000 volumi. La chiesa romanica (XII secolo) a doppia navata ospita, oltre a un altare in pietra, alcuni pregevoli dipinti e un bell’organo con coro barocco; passando nell’adiacente cappella interna al convento si può ammirare un affresco della scuola di Giotto. Dal convento, guardando verso Montecatini, ci si inoltra nel percorso della Foresta; a levante invece si domina, in direzione di Serravalle, il Poggio alla Guardia che sale dal torrente Nievole e si stende pianeggiante di fianco alla Porta di Borgo. Questo era il lato più vulnerabile del colle, dove si accampavano le truppe fiorentine durante gli assedi.Vi si innesta la stretta strada che giunge da Pieve a Nievole, via de’Tanelli, lungo la quale salivano gli eserciti nemici per sferrare i loro attacchi. Il ponte di Dante ricorda il poeta, che vi sostò in attesa di conoscere l’esito della terribile battaglia di Montecatini del 1315, dove persero la vita migliaia di uomini. La parte terminale del Poggio è occupata dal monastero degli Agostiniani, fondato nel 1276 e soppresso nel 1782, attualmente sede della Casa di Riposo S. Francesco. È ormai solo un rudere senza tetto la vicina chiesa romanica di S. Margherita, che ospitava l’affresco del Trionfo di Cristo, attribuito alla scuola di Andrea Orcagna e trasferito nel museo parrocchiale di S. Pietro Apostolo. Oggi, dove un tempo s’innalzavano le robuste mura, una lunga passeggiata, come un’aristocratica terrazza, cinge la cima del colle e domina dai suoi quasi 300 metri di altitudine tutta la Valdinievole e i castelli che le fanno corona. Gli stabilimenti termali di Montecatini emergono dal verde ai suoi piedi, il tracciato di viale Verdi è immediatamente identificabile, così come gli edifici principali, le chiese, gli alberghi, le strutture sportive. I confini con i vicini comuni della valle sono ormai indefinibili a causa del forte tessuto urbano. Più avanti l’occhio si perde verso il Padule di Fucecchio fin oltre l’Arno, i monti Pisani, per poi ritornare posandosi, da ovest, sulle colline di Montecarlo, Buggiano, Massa e Cozzile. L’altura imponente di Monsummano Alto si staglia a interrompere l’ampia vallata verso est, seguita dai rilievi del Montalbano, che rievocano i paesaggi indimenticabili disegnati dalla mano di Leonardo da Vinci. Dalla parte opposta, oltre il Poggio alla Guardia, il castello di Serravalle alza 30 Piazza Giusti. La piazza colpisce per la sua atmosfera intima, da salotto buono, con le piccole botteghe artigiane e i caratteristici locali i cui tavolini occupano quasi l’intera area: vi si può gustare una squisita cucina toscana o semplicemente farsi vincere dalla tentazione di assaggiare la famosa fett’unta, a base di pane toscano e olio di frantoio, i gustosi salumi accompagnati dai crostini di carne e fegatini di pollo (vedi la ricetta negli Itinerari tematici pag. 61), oppure gli antichi necci con la ricotta e i freschi gelati artigianali. Incastonate fra le costruzioni si possono ammirare: a sinistra la torre di Ugolino, che diede i natali, nel 1345, al celebre Ugolino di Giovanni Caccini, detto da Montecatini, il medico che per primo studiò le acque termali elogiandone le straordinarie doti terapeutiche; a destra la torre Tavarnelli, che ospita una piccola cappella del Quattrocento, oggi dedicata ai Caduti ma originariamente consacrata alla Vergine, La funicolare Per meglio congiungere Montecatini Alto alla zona termale di Bagni di Montecatini, nel 1896 l’ingegnere genovese Alessandro Ferretti progettò la costruzione di una ferrovia funicolare, che fu eseguita con finanziamenti privati su un percorso di circa 1050 metri. La nuova stazione funicolare fu inaugurata il 4 giugno 1898, alla presenza di importanti personaggi, tra cui GiuseppeVerdi. Collegate alle stazioni di partenza da grossi cavi azionati da una potente caldaia a vapore, due carrozze partivano contemporaneamente, l’una in discesa e l’altra in salita, incrociandosi circa a metà strada e percorrendo il tragitto con un dislivello di 202 metri in dieci minuti. Nel 1921 la trazione venne affidata ai motori elettrici. La funicolare si fermò nel 1944 a causa dei danni riportati durante la guerra e solo nel 1949 fu riattivata grazie a un imprenditore fiorentino, divenendo in breve una delle attrazioni cittadine per i turisti che affollavano le terme. Ancora oggi i due trenini rossi, Gigio e Gigia, solcano allegramente la collina da monte a valle e viceversa, rendendo più semplice il collegamento sia ai residenti sia ai numerosi visitatori, per i quali il breve ma caratteristico viaggio è ormai divenuto una tappa obbligata, anche perché questa è la più antica funicolare al mon- do ancora funzionante. L’impianto è fornito di moderni e sicuri motori, ma le carrozze, pur restaurate, sono ancora quelle originali, con sedili e rivestimenti interni in legno e piccoli terrazzini esterni alle estremità, che consentono a pochi fortunati passeggeri un viaggio all’aperto, immersi nel verde profumato della collina. Lungo il tracciato della funicolare si snoda anche quello che viene chiamato “la Corta”: un sentiero facilmente percorribile a piedi, lungo il quale sono situate le stazioni dellaVia Crucis. 31 montecatini_5_33.qxp:011-032 8-03-2011 1 Montecatini Terme, cuore della Valdinievole 14:02 Pagina 32 rappresentata in un affresco tra i Ss. Giovanni Evangelista e Giovanni Battista.Verso il fondo della piazza, di fianco al Monumento ai Caduti, sorge il Palazzo di Giustizia o del Podestà, arricchito da stemmi medie- vali in pietra. Di gusto eclettico è invece il Teatro degli Accademici Risorti, realizzato nel 1820, sotto il quale si trova la Loggia del Parlascio, usata originariamente per assemblee e mercati. Propositura di S. Pietro Apostolo. Era anticamente intitolata a S. Michele e se ne riportano tracce già nel 716. La chiesa, a tre navate, venne ricostruita nel XII secolo quando divenne pieve, nuovamente modificata a seguito dei danneggiamenti subiti con l’assedio fiorentino nel XVI secolo e rinnovata nel Settecento, in stile barocco, da Antonio Zannoni. L’ultimo restauro del secolo scorso ha riportato alla luce gli originali capitelli romanici inglobati nei pilastri. All’interno, un Crocifisso in pietra della fine del XIV secolo, il fonte battesimale del 1580 e un organo con elementi dello stesso periodo. Vi si possono ammirare una Natività di Andrea del Sarto e pregevoli opere di Jacopo Ligozzi e di Santi di Tito. Il Museo di Arte e Arredi sacri ospita anche il Trionfo di Cristo, attribuito alla scuola dell’Orcagna: largo ben 7 metri, il dipinto è stato reso all’antico splendore da un recente restauro. Due tele riproducono scene della vita e del martirio di S. Barbara, patrona della città di Montecatini, festeggiata il 4 dicembre, della quale si conserva anche un prezioso reliquiario con la parte superiore del teschio. Superata la chiesa con il suo campanile ricavato da una torre di guardia, saliti pochi gradini, le quattro Armi poste sotto la protezione della santa (Vigili del fuoco,Artiglieria, Genio militare e Marina) le hanno dedicato un singolare monumento, oltre il quale ci si trova all’ingresso della Rocca. Salendo per una ripida stradina, via della Rocca, ci si dirige verso la propositura di S. Pietro Apostolo. Prima di entrare nella chiesa è d’obbligo però un breve sosta per ammirare nuovamente il panorama unico. Appena sotto l’edificio religioso si trova anche la casa di Giuseppe Giusti. Un unico accesso immette nella Rocca, una grande piazza d’armi completamente protetta da alte mura e dalla torre del Maschio e resa più suggestiva da una cerchia esterna di alti cipressi. Usciti, si può continuare il sentiero e riprendere, più in basso, la via delle Mura, oppure ritornare alla piazza Giusti e dirigersi verso lo sperone opposto della collina, conosciuto come “il Carmine”. Lì un tempo esisteva una seconda fortificazione, denominata Castel Nuovo o Castel Lemmi, poi distrutta e sostituita dal convento dei Carmelitani. Questo, fondato nel 1296, incorpora anche la chiesa dei SS. Jacopo e Filippo, dove oltre a pregevoli dipinti del Seicento, si trovano dieci statue in terracotta raffiguranti santi carmelitani a grandezza naturale. A dominare la vallata verso mezzogiorno si eleva l’oratorio di S. Sebastiano, a una sola navata, con un piccolo portico La propositura di S. Pietro Apostolo, del XII secolo ma già menzionata nel 716 32 1.4 L’antico Castello, Montecatini Alto La grotta Maona Posto tra la valle e Montecatini Alto, il poggio di Maona era anticamente abitato dai nobili conti Lambardi, detti di Maona, ai quali fanno riferimento i primi atti conosciuti relativi a questa zona.Vi sorgevano, secondo le poche documentazioni giunte fino a noi, un castello templare e una chiesa dedicata a S. Stefano. Si pensa che vi fosse anche un monastero, andato distrutto. La Maona è stata sfruttata per secoli come cava: la sua pietra grigia impreziosisce anche le pareti esterne della basilica di S. Maria Assunta. La grotta naturale venne scoperta nel 1860 proprio a seguito di una frana causata dal brillamento di una mina, ma esistevano già testimonianze di un’altra cavità esistente nelle vicinanze, chiamata “Buca delle Fate”, dalla quale si accedeva a gallerie sotterranee molto lunghe e profonde, attraversate anche da corsi d’acqua. Oggi la grotta Maona è in parte visitabile, ed è l’unica in Italia a possedere un pozzo di entrata e uno diverso di uscita. Si snoda su più livelli in un percorso di quasi 300 metri, durante i quali si possono ammirare le particolari concrezioni calcaree create dal lento stillicidio delle acque: le stalattiti, le stalagmiti e i laghetti sotterranei hanno infatti disegnato figure e paesaggi fantastici. I resti preistorici rinvenuti all’interno della caverna ne confermano la frequentazione in epoche lontane. La temperatura della grotta è costante a circa 15 °C. All’esterno si trova un locale, ormai noto per le fresche e piacevoli serate danzanti del periodo estivo. Le suggestive stalattiti nella Grotta Maona sorretto da colonne in pietra. Lungo il tratto di mura dedicato a Pietro Grocco, incontriamo anche il suo villino, costruito seguendo i consigli di Giuseppe Verdi, che affacciandosi a questa veduta esclamò: «Ecco uno dei panorami più splendidi che abbia mai visti!». Scendendo all’interno dell’abitato, in direzione del centro del borgo, s’incontrano tracce di altre torri: la più caratteristica è la torre de’ Lemmi, alla cui sommità è stato inserito un originale orologio a sei ore dell’Ottocento, detto alla romana. Particolari anche alcuni edifici privati in stile liberty, quasi tutti restaurati. Ogni anno, nella stagione primaverile, si svolgono al Castello suggestive namifestazioni come la Sagra della fett’unta e i cortei storici con la gara di tiro con l’arco per il Palio dei Quartieri e per la Disfida dei Castelli della GrandeValdinievole. 33 montecatini_34_59.qxp:011-032 2 8-03-2011 13:48 Pagina 34 Itinerari in Valdinievole LaValdinievole comprende la parte nord-occidentale della provincia di Pistoia, un territorio di circa 380 km che ha nel torrente Nievole il principale corso d’acqua. Il toponimo viene spesso interpretato in Valle delle Nuvole (Vallis Nebulae), perché così doveva apparire la piana nei tempi in cui era quasi interamente coperta dalle acque del Padule di Fucecchio, poi bonificata a partire dal XXVIII secolo. Il territorio è antico per storia e cultura, come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici di epoca neolitica, etrusca e romana e i colli che cingono la valle, con i loro castelli e i borghi medievali. Morfologicamente la Valdinievole, facilmente visitabile con ottima viabilità, si può suddividere in più aree: il Montalbano, l’Alta Valdinievole e la Valleriana abbracciano con i loro rilievi la Bassa Valdinievole e il Padule di Fucecchio, che si estendono verso sud. 2.1 Borghi, ville e castelli Itinerario automobilistico di ca 49 km lungo la statale 435 e diverse direttrici minori, con rientro a Montecatini lungo l’Autostrada A11 Firenze-Mare. L’itinerario muove verso la parte occidentale della valle dapprima risalendo verso alcuni tra i più interessanti borghi montani del comprensorio, lungo tracciati che si snodano tra vigneti e uliveti ideali per gli amanti della mountain bike, e collegati tra loro anche da diversi percorsi di trekking. Le varie frazioni a monte e al piano di Buggiano ben rappresentano le dinamiche insediative che hanno caratterizzato la valle, con il progressivo spopolamento dei colli e dei castelli e lo spostamento delle funzioni economiche e civili nei centri di pianura, lungo le direttrici di traffico; l’itinerario si conclude in territorio lucchese con la visita a La fortezza di Montecarlo Montecarlo e Altopascio, storicamente legati al territorio dellaValdinievole. Usciti da Montecatini in direzione ovest lungo la statale 435 si prende subito a destra la provinciale 29 e si arriva in circa 8 km a Massa e quindi (3 km) a Cozzile.Tornati a Massa si scende a Colle di Buggiano (1 km), quindi a Buggiano Castello (2 km) e Buggiano Borgo (1,6 km) fino a raggiungere Villa Bellavista (1,5 km). Si procede in direzione sud per Chiesina Uzzanese (4 km). Da qui lungo la provinciale 33 si arriva a Montecarlo (5,4 km) e quindi ad Altopascio (5,4 km). Il rientro a Montecatini può comodamente avvenire lungo la A11 Firenze-Mare (15,2 km). 34 35 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole Una veduta del borgo medievale di Massa e Cozzile Massa e Cozzile Il comune, esteso con le sue frazioni dalle prime appendici appenniniche fino alle porte del Padule di Fucecchio, è il risultato dell’unione di borghi anticamente distinti, attestati già in età romana e documentati a partire dall’XI secolo. Rimasto per secoli sotto il controllo di Lucca e coinvolto nelle contese della città con pisani e fiorentini, passa nel 1339 sotto il dominio di Firenze, mantenendo però la sua autonomia, interrotta solo tra fine Settecento e inizio Ottocento per la temporanea annessione al comune di Buggiano. Massa, il centro principale, ha avuto origine da un insediamento rurale del III-IV secolo d.C., e conserva l’aspetto del borgo medievale fortificato. Delle tre porte un tempo disposte lungo le mura rimangono visibili Porta Fontana a ovest e la trecentesca Porta ai Campi a sud, dalla quale si è in breve in piazza Cavour.Vi si trova la romanica pieve di S. Maria Assunta, d’aspetto cinquecentesco, con bel campanile dell’XI secolo rivisto anch’esso nel Cinquecento; l’interno rinascimentale conserva, tra l’altro, un bel Crocifisso ligneo del XV secolo. Dalla piazza, la medievale via Roma porta a piazza Matteotti, centro del castello fin dalla sua fondazione, chiusa a nord dalla duecentesca Loggia del Podestà, con stemmi gentilizi. Continuando a salire si raggiungono, nascosti tra gli ulivi, i resti dell’antica rocca medievale. Un tracciato d’origine romanica collega il centro a Cozzile, dominata dalla mole del palazzo de Gubernatis, ottocentesca rivisitazione del castello medievale. Dalla Porta 36 13:48 Pagina 36 di Levante, si risale in breve il borgo fino all’antica chiesa di S. Jacopo, riedificata nel Cinquecento, e quindi si esce dalla Porta Nuova, collegata al palazzo, a godere di un ampio e sorprendente panorama sulla Valdinievole. Da Cozzile si raggiunge, seguendo via Croci, il santuario della Beata Vergine del Carmelo, presso i ruderi della rocca di Verruca, distrutta nel Duecento dai massesi e quindi abbandonata. Buggiano Da Cozzile si torna verso sud per entrare nel territorio del comune di Buggiano, distinto anch’esso in diversi nuclei collinari di notevole interesse e ampliatosi in epoca moderna soprattutto in pianura, intorno a Borgo a Buggiano, dal 1775 sede dell’amministrazione. La posizione sopraelevata lungo la via di collegamento tra Lucca e Firenze ha determinato durante tutto il Medioevo la fortuna del comune, già autonomo nel corso del XI secolo; in epoca moderna sono le attività agricole e mercantili (bestiame e bachi da seta) e quindi le manifatture a favorire lo sviluppo economico del territorio. Seguendo l’itinerario, la visita inizia dal Colle di Buggiano, compatto castello fortificato risalente al 1238. Fa da fondale alla piazzetta principale la bianca facciata della chiesa di S. Lorenzo, sorta nel luogo di un ospedale del Cavalieri dell’Ordine di Malta, affiancata dall’integro campanile romanico; l’interno, di impostazione cinquecentesca, ha pregevoli arredi lignei (cantoria e stalli del coro) e conserva un Crocifisso ligneo del XV secolo ricavato da quello famoso di Borgo a Buggiano. Proseguendo verso il piano si arriva a Buggiano Castello, nucleo originario del comune, in bella posizione sulla valle, tra ampi uliveti. Il borgo, autentico nell’aspetto e nella struttura urbanistica, è celebre anche per i suoi giardini di agrumi, celati tra gli intonaci rossi delle architetture storiche e aperti al pubblico ogni due anni tra aprile a maggio. Sulla piazza principale si trova il palazzo del Podestà, di origine duecentesca, con stemmi gentilizi del Quattro e Cinquecento. La vicina chiesa romanica della Madonna della Salute e di S.Niccolao, fondata nel 1038, ha un importante campanile a monofore e bifore e interno a tre navate divise su un lato da colonne con capitelli a decorazione zoomorfa del XIII secolo; vi si conservano un Crocifisso trecentesco e un fonte battesimale del XII-XIII secolo, oltre a diverse opere d’arte rinascimentale. Nella parte alta, si vedono resti della rocca e delle mura. Usciti dal borgo si continua a scendere e, superata la ferrovia, si entra nell’abitato di Borgo a Buggiano. Corso Indipendenza attraversa la parte storica del centro, su cui si apre la piazza principale, antica sede del mercato. Di fronte, si distingue la facciata della basilica del SS. Crocifisso, ampliata nel XIV secolo e ricostruita nel 1773. Una lapide ricorda la conquista del controllo delle chiuse del Padule di Fucecchio da parte dei comuni della Valdinievole, dopo decenni di contesa con i comuni del Valdarno. All’interno, da notare il notevole Crocifisso ligneo del XIV secolo, molto venerato dai buggianesi. A nord di Buggiano, due deviazioni consigliate: a Stignano, altro esempio di borgo medievale, che ha dato i natali a Coluccio Salutati, dove la chiesa di S. Andrea (X secolo), conserva campanile romanico e tracce di affrescatura trecentesca; lungo il torrente Cessana, dove si attestano antichi mulini e altre opere di captazione e regolazione idraulica, segnalati da un’apposita cartellonistica. Uscendo dal comune in direzione di Chiesi- 2.1 Borghi ville e castelli na Uzzanese si entra nella frazione di Selva, dove sorge la chiesa di S. Maria in Selva, edificata in stile gotico e rivisitata nel corso del Seicento, con resti dell’affrescatura originaria e un ciclo dedicato all’Apoteosi della Madonna di Niccolò Nannetti (XVIII secolo). Poco oltre, si impone alla vista la mole della villa Bellavista, esempio compiuto di dimora barocca, edificata dalla ricca famiglia Feroni alla fine del Seicento su progetto di Antonio Maria Ferri, architetto granducale, e affrescata dal Dandini. Un monumentale viale d’accesso conduce al palazzo, ornato da quattro torrette angolari; nel giardino si trovano la cappella di famiglia, a pianta centrale, e gli edifici rustici ora in uso aiVigili del Fuoco che gestiscono la struttura e vi hanno allestito un museo dedicato al corpo. Chiesina Uzzanese Superata l’autostrada Firenze-Mare si entra nel territorio di Chiesina Uzzanese. Sorto nel Medioevo come ospizio per viandanti lungo la via Francigena, il centro urbano si è sviluppato nella seconda metà del Settecento in seguito alle bonifiche del Padule e oggi prospera grazie alle attività florovivaistiche. La“chiesina” da cui il nome (l’originale xenodochio per i viandanti) è stata ricostruita nell’Ottocento riutilizzando alcune parti originali nel portale e intitolata a S. Maria della Neve. Su un edificio della piazza della chiesa, Uno scorcio di Colle di Buggiano, antico borgo fortificato già a partire dal Duecento 37 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole una lapide ricorda i natali del cantante lirico Giovan Francesco Grossi (1655-97), uno dei più celebrati “divi” dell’epoca. Montecarlo Riattraversata l’autostrada si segue la provinciale 33 che risale, tra pregiati vigneti, la dorsale collinare che segna il confine tra laValdinievole e la piana lucchese, dove sorge l’abitato di Montecarlo, conosciuto oggi per l’importante produzione vinicola. È infatti una tappa obbligata della Strada del vino e dell’olio della provincia di Lucca, che si snoda fino alla Versilia. Originatosi dal castello del Cerruglio, fondato nel 1330 da Carlo IV di Boemia, liberatore di Lucca dall’occupazione pisana, e quindi entrato a far parte dei domini medicei nel Quattrocento, conserva un bell’impianto urbano, con resti di mura e due delle quattro porte trecentesche. L’originaria fortezza, oggi privata, domina la sommità del colle, ed è il risultato di successivi interventi di ampliamento proseguiti fino al disarmo dettato nel 1775 da Pietro Leopoldo. Sull’attuale via Roma, storico tracciato cittadino, si trova la collegiata di S.Andrea, edificio settecentesco che conserva facciata e portale gotici.All’interno, è oggetto di devozione popolare l’affresco della Madonna del Soccorso, nell’omonima cappella, opera di scuola lucchese del XV secolo. Fronteggia la chiesa la mole del secentesco monastero delle Clarisse (oggi sede della Biblioteca e Montecarlo, con veduta sullaValdinievole 38 13:48 Pagina 38 dell’Archivio comunale) con la piccola chiesa di S. Anna e l’ex chiostro trasformato in giardino pubblico. In via Carmignani si trova il Teatro Comunale dei Rassicurati, realizzato agli inizi del Settecento e ancora in funzione. Uscendo dal paese in direzione di Pescia, in 4 km si raggiunge la pieve di S. Pietro in Campo, già documentata in una pergamena dell’846 e caduta in rovina tra Tre e Quattrocento; per l’integrità della struttura, databile al XII secolo, rappresenta una delle realizzazioni più esemplari del romanico minore del territorio dellaValdinievole. Altopascio Scendendo sull’altro versante il poggio di Montecarlo, si arriva ad Altopascio. Il comune, oggi rinomato per la produzione del pane, ha avuto origine da un importante Ospedale dei Cavalieri del Tau (o di Altopascio) attestato già nel 1084 lungo la via Francigena. Resti di mura e porte sono inglobati nelle costruzioni civili, intorno alle piazze Garibaldi e Ricasoli e comprese nel perimetro dell’antico ospedale, di cui rimangono i chiostri con alcuni ambienti tuttora utilizzati per l’accoglienza dei pellegrini e la Porta Vettori, cinquecentesca, sormontata dalla torre Voltola. In alcuni ambienti del Piaggione (il silos dell’ospedale) è stato allestito il Centro di Documentazione sulla Vita materiale dell’antica Comunità. La chiesa dei Ss. Jacopo, Cristoforo ed Eligio conserva della struttura medievale solo parti della facciata e della zona absidale; la torre campanaria merlata, della seconda metà del Duecento, conserva la campana nota come “la smarrita” (1327), perché era solita suonare per orientare i passi dei pellegrini e dei viandanti, smarriti nei boschi o tra le nebbie del padule. Verso ovest, nella frazione di Badia Pozzeveri si trova la badia di S. Pietro, degli inizi dell’XI secolo; a est dell’abitato invece, si accede alla Riserva naturale del Lago di Sibolla, istituita nel 1966 per la protezione del lago (circa 12 000 metri qaudrati oggi, un tempo molto più esteso), che si trova all’interno di una zona umida di grande valore ambientale, solcata da canali e fossi e in buona parte ricoperta da aree boscate igrofile. 2.2 Verso le terre umide Itinerario automobilistico di ca 70 km lungo la statale 436 e quindi su direttrici minori intorno al Padule di Fucecchio, con rientro a Montecatini da Ponte Buggianese lungo la provinciale 26 (carta a pag. 34). Il cuore dell’itinerario è l’ambiente straordinario del Padule di Fucecchio, elemento in grado di condizionare, con le sue risorse e i suoi capricci, la vita degli abitanti della vallata; a esso sono stati indirizzati gli sforzi dei governi che si sono succeduti sul territorio, finalizzati a una gestione efficace e controllata delle acque e delle terre umide, attraverso bonifiche, accatastamenti e privatizzazioni dei terreni. Diverse sono le proposte di visita all’area umida, sia in autonomia sia appoggiandosi alle attività organizzate dal Centro Visite di Castelmartini. Un buon punto di partenza per la comprensione del Padule può essere il museo di Monsummano Terme, là dove prende il via l’itinerario; la cittadina, ricca di attrazioni turistiche e culturali, merita una visita approfondita, anche perché rappresenta uno dei centri più importanti ed economicamente vivaci della valle. Si esce da Montecatini in direzione est sulla SR 435, quindi si prende la statale 436 (via Empolese) e si raggiunge in breve Pieve a Nievole (3,3 km); lungo la stessa statale si arriva a Monsummano Terme (1,4 km); uscendo a nord del paese su via Cavour, la strada sale a Monsummano Alto (4,1 km). Da Monsummano si prosegue passando da Grotta Giusti per risalire ancora verso Montevettolini (km 9 da Monsummano Alto). Passando dal Montecatini Golf Club si arriva a Larciano (km 7,9). Si torna in pianura per raggiungere Castelmartini, acces- Il Padule del Fucecchio, di grande pregio naturalistico so al Padule di Fucecchio (km 5,4). Si procede a sud per Fucecchio e Ponte a Cappiano, all’estremità sud del Padule (km 8,5). Si risale per Massarella (km 6,1) e quindi, sempre ai margini del Padule, si giunge a Ponte Buggianese (km 10,9). Da qui si ritorna a Montecatini sul tracciato della provinciale 26 (6,5 km). Pieve a Nievole Il centro, divenuto comune autonomo solo nel 1905, è oggi compreso tra gli abitati maggiori di Monsummano e Montecatini, lungo i principali tracciati viari della piana del Padule. Le sue origini sono antiche, legate alla presenza della Pieve di Neure, documentata come uno degli insediamenti cristiani più antichi della valle. Il centro storico si sviluppa tra la piazza XX Settembre, storico luogo di scambi sociali e commerciali, e la piazza della chiesa, dove sorgono gli edifici più antichi. La chiesa dei Ss. Pietro e Marco è il rifacimento ottocentesco dell’edificio medievale di cui restano poche tracce visibili. L’interno è a tre navate con colonne in stile ionico: vi si trovano un interessante organo del XIX secolo e alcune opere d’arte, tra cui la pala secentesca della Immacolata Concezione tra i Santi Antonio da Padova e Francesco, attribuita a Panfilo Nuvoloni. Il campanile è il più alto dellaValdinievole. A sud dell’abitato, in prossimità del Padule, fa parte del territorio comunale il complesso della Fattoria del Terzo, ultima delle fattorie granducali fatte costruire dai Medici; la sua realizzazione è legata alla vendita, da parte dei granduchi, di due terzi dei poderi della fattoria di Montevettolini ai Bartolommei, e all’esigenza di creare un centro per l’amministrazione dei terreni rimasti (il “terzo” appunto). 39 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole Monsummano Terme e Monsummano Alto Nato “a monte” nell’alto Medioevo, il comune si è sviluppato intorno ai due castelli di Monsummano Alto e di Montevettolini, documentati già intorno al Mille e rimasti vitali per alcuni secoli nell’ambito delle contese tra fiorentini e lucchesi.Tra Cinque e Seicento, in seguito alla nascita del santuario della Madonna di Fontenuova, iniziò il rapido spostamento di funzioni e abitanti a valle, dove, intorno alla piazza, prese forma una moderna e vivace cittadina. L’abbandono colpì soprattutto Monsummano Alto, mentre Montevettolini conobbe ancora stagioni fortunate grazie alla realizzazione della grande villa medicea. I due centri vennero uniti nella “Comunità delle due Terre” per decreto di Pietro Leopoldo nel 1775. Alla metà dell’Ottocento si scoprirono le grotte termali che oggi rappresentano una delle principali attrazioni turistiche. Dagli inizi del Novecento, Monsummano si sviluppò come centro di attività manifatturiere, in particolare nel settore delle calzature. L’abitato di Monsummano Terme si è sviluppato in epoca moderna intorno al santuario della Madonna di Fontenuova, sorto a partire dal 1602 a celebrazione di un’apparizione miracolosa del 1573. La costruzione si deve all’architetto granducale Gherardo Mechini, che progettò la grande chiesa a croce latina; le lunette del portico aperto verso l’ampia piazza conservano il ciclo Monsummano Alto, in splendida posizione panoramica 40 13:48 Pagina 40 di affreschi del fiorentino Giovanni di San Giovanni (1630-33) ispirato ai Miracoli della Madonna della Fontenuova; l’interno si presenta in forme barocche, con opere di Matteo Rosselli e Gregorio Pagani, mentre all’altare è collocato il tabernacolo con l’immagine dellaVergine.Annesso alla chiesa un piccolo museo con numerosi ex-voto, un Crocifisso forse del Giambologna e una preziosa corona gemmata, dono del granduca Cosimo II. Nella cripta si può ancora attingere alla fonte l’acqua ritenuta miracolosa. Di fronte alla chiesa si trova l’edificio dell’Osteria dei Pellegrini, voluto dal granduca Ferdinando I, oggi adibita a sede del Museo della Città e del Territorio; istituito nel 1988, costituisce uno dei principali centri di studi e di interpretazione del comprensorio. Diverse sono, nella cittadina, le istituzioni culturali degne di nota. E’ oggi dedicato al celebre attore Yves Montand (nato a Monsummano col nome di Ivo Livi) il Teatro comunale inaugurato alla fine dell’Ottocento; la Casa natale di Giuseppe Giusti, grande poeta ottocentesco, è adibita a museo, mentre la villa Renatico, appartenuta a Ferdinando Martini, è oggi sede del Museo di Arte contemporanea e del Novecento. Uscendo dal paese in direzione est si costeggia il colle di Monsummano per raggiungere il complesso termale sviluppatosi intorno alla Grotta Giusti.All’interno del parco secolare si dispongono la grande piscina all’aperto con acqua a 35°C e gli stabilimenti per i trattamenti che sfruttano la sorgente posta all’interno di una cavità della roccia; sotterranea è anche la sorgente su cui si è sviluppato il complesso neoclassico della Grotta Parlanti, a nord della città. Un tortuoso e suggestivo tracciato stradale raggiunge i ruderi di Monsummano Alto, alla sommità di un colle straordinariamente panoramico. La cerchia ellittica della mura antiche è quasi interamente conservata, così come le porte e una torre pentagonale; all’interno si leggono, come in pianta, i contorni degli edifici scomparsi, risalendo la via sterrata che porta alla chiesetta di S. Nicolao, dal semplice impianto romanico. All’interno vi sono resti di affreschi e un Crocifisso ligneo del Quattrocento. 2.2 Verso le terre umide Il sistema museale della Valdinievole Da alcuni anni, l’amministrazione provinciale di Pistoia promuove una rete tra le principali istituzioni museali dellaValdinievole, con lo scopo di fornire uno strumento unico per il visitatore, che gli consenta di muoversi sul territorio in modo più consapevole, e di ottimizzare gli sforzi delle singole istituzioni in termini di promozione e di collaborazione. Diverse sono le attività del sistema, che non si esaurisce in un semplice catalogo delle istituzioni ma cerca di rinnovare continuamente l’offerta. Quindici sono i musei aderenti alla rete: a Pescia la Gipsoteca Libero Andreotti e il Museo civico di Scienze naturali ed Archeologia, oltre al Parco monumentale di Pinocchio e allo Storico Giardino Garzoni nella frazione di Collodi Montevettolini Uscendo a sud dell’abitato si è in breve alla deviazione che risale il colle di Montevettolini, fondato come castello nel XII secolo; divenuto luogo di sosta per la caccia dei Medici, ha conosciuto una grande fortuna a partire dalla fine del XVI secolo, quando Ferdinando I vi eresse l’imponente villa medicea, oggi di proprietà Borghese. Il disegno di Gherardo Mechini e Domenico Marcacci ha inglobato resti del fortilizio medievale e s’impone alla vista proprio all’ingresso del piccolo borgo dal carattere autentico. La piazza principale è chiusa dal portico laterale della chiesa dei Ss. Michele e Lorenzo, edificata nel Duecento e successivamente ampliata; tra le opere d’arte conservate, una Madonna in Gloria con i Santi, di Santi diTito, e al Museo della Carta nella frazione di Pietrabuona; a Monsummano, il Museo della Città e delTerritorio e il Museo di Arte contemporanea e del Novecento; a Montecatini il Palazzo del Municipio; a Larciano il Museo civico e Castello di Larciano, a Casore del Monte (Marliana), il Museo della Cultura contadina, a Massa, il Museo San Michele; a Castelmartini, il Centro Visite Padule di Fucecchio, a Lamporecchio villa Rospigliosi, a Serravalle Pistoiese il Museo all’aperto della città. I musei sono raggruppati in 7 percorsi tematici, dedicati al culto e alla devozione, agli edifici e giardini monumentali, alla civiltà della tecnica, all’arte del Novecento e contemporanea, all’archeologia, al territorio e ai suoi personaggi. e il Crocifisso ligneo del XV secolo, che ogni tre anni, da oltre mezzo secolo, viene portato per le vie del paese da figuranti in costume, durante la Processione del Gesù Morto. Fuori del paese, l’oratorio di S. Maria della Neve conserva un pregevole affresco del XV secolo, dedicato allaVergine, attribuito alla scuola di Gentile da Fabriano. Montevettolini con la pieve dei SS. Michele e Lorenzo e, alle spalle, la villa medicea 41 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole Verso Larciano Ridiscesi da Montevettolini si prosegue in costa, passando per il Montecatini Golf Club alla volta di Larciano, comune che raggruppa diversi borghi a monte e a valle, lungo il Padule. Si tocca dapprima il piccolo centro di Cecina, sorto in epoca medievale come fortilizio a controllo dei confini meridionali del territorio pistoiese, e ancora chiuso dall’originaria cinta muraria. Il borgo, di bell’aspetto, ha il suo fulcro nella chiesa di S. Niccolò, di impianto romanico, leggibile oggi solo nella parte absidale; all’interno, a navata unica, il raro Crocifisso ligneo trecentesco, ritenuto miracololoso e oggetto di grande devozione popolare, e un affresco di Donnino Donnini della fine del XV secolo. Il nucleo storico del comune è costituito dal borgo di Larciano Castello, originatosi già in epoca romana e divenuto poi feudo dei conti Guidi prima di entrare a far parte dei domini pistoiesi. La collocazione all’incrocio tra la via Francigena e la via che da essa risaliva il Montalbano, ha determinato la fortuna strategica del castello, che si visita per salire in cima al possente torrione quadrangolare all’interno del quale è allestito il 13:48 Pagina 42 Museo civico e dal quale si gode un vasto panorama sullaValdinievole. Da Castello si scende al piano passando dalla frazione di San Rocco, oggi sede comunale, e si arriva a Castelmartini, uno dei punti di accesso privilegiati all’ambiente del Padule. A questa località in particolare si lega il ricordo dell’eccidio compiuto il 23 agosto del 1944 dai nazifascisti: 175 persone, in gran parte donne, anziani e bambini, furono prelevate dalle loro case e uccise in quella che è ritenuta una delle giornate più nere della seconda guerra mondiale. Nel 1996, all’interno del vecchio cimitero del paese, Andrea Dami ha realizzato il Giardino della Memoria, un’installazione monumentale di grande suggestione dedicata al ricordo del tragico evento. Dall’altra parte della strada si trova il Centro Visite del Padule, che ospita una raccolta documentale e fotografica tematica; da qui si può raggiungere, anche a piedi, il porto delle Morette, attraversando il bosco di Chiusi; dal porto, risalendo brevemente l’argine del canale del Terzo, si arriva al Casotto Verde, straordinario punto di osservazione attrezzato per il birdwatching. Il Montecatini Golf Club La Pievaccia A pochi chilometri da MontecatiniTerme, situato in località La Pievaccia e inserito nella splendida cornice della campagna toscana, nel comune di Monsummano Terme, si trova il campo da golf, con 18 buche di 5857 metri par 72. Nato sulla tenuta di una vecchia famiglia toscana (la club house sorge su antichi insediamenti etruschi e romani), è un luogo dai magnifici panorami e dalla bellezza prorompente, sia per la vegetazione varia e rigogliosa, sia per gli spunti storici e culturali. Il tracciato, che segue la conformazione collinare del luogo, presenta alcune buche di straordinaria attrazione tecnica e paesaggistica: le prime nove sono caratterizzate da olivi che segnano i delicati dog legs dei fairways e i margini del campo, mentre sulle seconde nove colpisce l’immagine della macchia mediterranea, che con i colori e i profumi dell’erica, della ginestra e dell’alloro, fa da cornice. Due laghi posizionati sul percorso rendono il gioco ulteriormente impegnativo. Molti alberghi offrono ai loro clienti golfisti particolari condizioni per accedere al Montecatini Golf Club. Il Golf La Pievaccia, immerso nel verde del Montalbano 42 2.2 Verso le terre umide il Padule di Fucecchio Il Padule di Fucecchio, distribuito fra le province di Firenze, Pistoia e Lucca, occupa la parte meridionale della Valdinievole e raccoglie tutti i suoi corsi d’acqua, mentre il suo unico emissario è il canale dell’Usciana, che confluisce nell’Arno. Il Padule ha rappresentato, fin dall’antichità, un elemento fondamentale del paesaggio e della vita della pianura. I suoi numerosi approdi ne facevano un’importante via di comunicazione che collegava tutto il bacino idrografico dell’Arno con il mar Tirreno e le pendici dell’Appennino tosco-emiliano:si trattava di una vastissima area umida che comprendeva anche il grande lago di Bientina e dove confluiva pure il fiume Serchio, prima che il suo corso venisse modificato per bonificare i terreni agricoli. Vera emergenza naturalistica, il Padule di Fucecchio è oggi una vasta zona umida di rara bellezza, ricca di presenze floristiche e faunistiche di grande interesse: dalla felce reale a varie specie di ninfee, dal morso di rana all’otricolaria (una piccola pianta carnivora), dagli aironi che nidificano in colonia, fra cui la splendida sgarza ciuffetto, a visitatori come la gru e la cicogna nera; recentemente anche la cicogna bianca ha preso a nidificarvi per la gioia di grandi e piccini. Nell’insieme è frequentata da oltre 150 specie di uccelli, trovandosi sulle rotte migratorie di molte specie che dalTirreno si spostano verso l’interno. Sono migliaia gli uccelli acquatici che scelgono questo luogo per svernare: un vero e proprio paradiso per gli amanti della natura e del birdwatching. Fra i mammiferi, vi si può incontrare il topolino delle risaie, considerato il più piccolo roditore europeo. Circa 230 ettari del Padule sono protetti da Riserve naturali, istituite negli ultimi anni dalle Amministrazioni provinciali di Pistoia (206 ettari) e Firenze (25 ettari). Il valore di quest’area è incrementato dalla sua contiguità con altre zone di grande pregio ambientale: il Montalbano, le colline delle Cerbaie e il laghetto di Sibolla, collegato al Padule tramite il Fosso Sibolla. La Riserva naturale del Padule di Fucecchio è dota- ta di strutture per la visita che comprendono anche un osservatorio faunistico realizzato tramite la riconversione di uno dei caratteristici casotti del Padule. Per secoli il Padule ha segnato i ritmi e le attività degli abitanti della zona: ancora oggi vi si incontrano gli edifici utilizzati per l’essicazione e la stagionatura del tabacco e vi si svolgono alcuni mestieri artigianali legati alla lavorazione delle erbe palustri come la gaggia, o il sarello e la sala, utilizzate anche per impagliare le sedie o rivestire i famosi fiaschi toscani. Ma il fascino del Padule di Fucecchio è incrementato dalle testimonianze legate alle vicende storiche che l’hanno visto come protagonista, dal passaggio degli eserciti di Annibale a quello dei pellegrini, che qui percorrevano un tracciato della via Francigena; dalle carte e i paesaggi disegnati da Leonardo agli interventi delle grandi famiglie dei Medici e dei Lorena, fino ai tristi episodi degli eccidi perpetrati dai tedeschi, nel 1944. La gestione della Riserva del Padule di Fucecchio è affidata al Centro di Ricerca, Documentazione e Promozione del Padule, che effettua cicli di studi naturalistici, incontri, laboratori e visite guidate. Il Consorzio del Padule di Fucecchio, nato per la manutenzione e la tutela ambientale di tutto il bacino idrico che va a confluire nel Padule, ha realizzato anche specifici interventi che hanno trasformato il paesaggio d’acqua della Valdinievole, consentendo l’utilizzo degli argini e dei sentieri per interessanti e distensivi itinerari di trekking e mountain bike. 43 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole Intorno al Padule di Fucecchio Una lunga deviazione in automobile (o in mountain bike, viste le scarse pendenze) permette di costeggiare tutta l’area del Padule, compiendo soste in alcuni dei luoghi più interessanti e significativi per la storia dell’area. Da Castelmartini si scende in direzione di Fucecchio e si raggiunge quindi Ponte a Cappiano, punto nevralgico del sistema idraulico del Padule, al confine con il Valdarno. Più volte i Medici e i Lorena sono intervenuti sulle chiuse che regolano il deflusso delle acque del canale Usciana, mossi ora dal desiderio di colmare il bacino a scopi ittici, ora di svuotarlo per far spazio all’agricoltura; il ponte cinquecentesco, oggi adibito a ostello, è l’erede di un precedente ponte già documentato nell’VIII secolo lungo la via Francigena. Da Ponte a Cappiano si risale verso Massarella, dove è ancora ben viva la tradizione dell’impaglio delle erbe palustri; da qui si scende verso il porto di Salanova, punto di approdo dei tradizionali barchini. Proseguendo lungo percorsi secondari si arriva all’essiccatoio del tabacco del Piaggione, che testimonia l’importanza della coltivazione del tabacco nell’area agli inizi del Novecento. Proseguendo si supera anche il porto del Capannone, tra i principali del Padule e quindi, superato Anchione, si giunge a Ponte Buggianese. Ponte Buggianese, sulle rive del torrente Pescia di Pescia 44 13:48 Pagina 44 Ponte Buggianese La tappa finale dell’itinerario, ormai ai margini nord del Padule, è questo borgo sorto solo in epoca moderna lungo il torrente Pescia di Pescia a seguito di successive fasi di bonifica. Originariamente associato alla località di Buggiano, il paese venne favorito dalla politica territoriale dei duchi di Lorena riuscendo a ottenere l’autonomia comunale del 1883. Principale monumento cittadino è la chiesa di S. Michele Arcangelo, sulla bella piazza centrale, di aspetto ottocentesco, preceduta da un ampio portico. All’interno conserva un importante ciclo di affreschi di Pietro Annigoni, realizzato tra il 1967 e il 1988; l’opera, tra le migliori dell’artista, si dispiega lungo le pareti della chiesa per oltre 350 metri quadrati. Il ciclo è dedicato alla Passione di Cristo ma comprende anche scene dall’Apocalisse e altri soggetti eseguiti in anni successivi dagli allievi del maestro milanese, che volle realizzare l’opera senza chiederne mai il compenso. In sacrestia, una piccola raccolta museale conserva opere, arredi e paramenti sacri del XVII-XIX secolo. Dalla chiesa si percorre la piacevole e animata via Matteotti per raggiungere piazza Banditori, dove nel 1993 lo scultore pistoiese JorioVivarelli ha inaugurato il Monumento ai Caduti di tutte le Guerre, notevole e articolato complesso in bronzo ispirato al tema della vittoria della vita sulla morte. 2.3 L’alta Valdinievole Itinerario automobilistico di ca 61 km lungo la provinciale con alcune brevi deviazioni per visitare luoghi di interesse turistico, rientro a Montecatini lungo la statale 435 (carta a pag. 34). Il territorio a nord di Montecatini, che si fa subito montuoso, risulta profondamente inciso dai fiumi Nievole e Ombrone e dai loro affluenti minori, che hanno disegnato una montagna aspra e boscosa, sulla quale si sono sviluppati borghi minori anche in funzione del controllo strategico sul confine tra il territorio toscano ed emiliano L’itinerario muove alla scoperta di sorprendenti panorami e di tesori minori, talvolta letteralmente nascosti nel folto dei boschi com’è nel caso della pieve di Furfalo; un’economia tradizionalmente montana (castagne e carbone) hanno sostenuto le piccole comunità locali, che negli ultimi anni hanno conosciuto un discreto sviluppo in senso turistico. Si esce a nord di Montecatini sulla provinciale 633 in direzione diVico (3,9 km), frazione del comune, e da qui si prosegue per altri 6,5 km a nord per raggiungere Marliana, sede del comune sparso in diverse frazioni. In 5,7 km si è a Goraiolo e quindi a Panicagliora (2,4 km). Da Panicagliora, si compie una breve deviazione di circa 1,5 km per Avaglio; un’altra deviazione sulla sinistra raggiunge Serra Pistoiese (2,3 km). La provinciale 633 prosegue, passando per Femminamorta, verso Casore del Monte (7,3 km); si torna a sud passando da Nievole (6,1 km) per raggiungere Serravalle Pistoiese (5 km). Il rientro a Montecatini (8,2 km) si effettua sulla statale 435. Marliana Il nucleo fortificato del borgo, posto su un crinale panoramico, è attestato fin dal 1137, in un territorio di documentata frequentazione ligure e poi romana. Occupato prima dalle milizie lucchesi di Castruccio Castracani, passò poi nelle mani di Pistoia e quindi dei fiorentini. Quasi del tutto scomparse le mura che cingevano la cittadina, che ha mantenuto però l’originario assetto medievale, con le ripide e tortuose vie che si sviluppano intorno alla chiesa di S. Niccolò, costruita nel XII secolo e parzialmente distrutta durante la conquista da parte di Castracani. Più volte rimaneggiata, conserva l’originario impianto a tre navate, con capitelli romanici e alcune opere d’arte, raccolte anche nell’annesso Museo diocesano, tra cui una Madonna col Bambino in terracotta policroma, della scuola di Benedetto Buglioni. Risalendo ancora il crinale dell’Appennino tosco-emiliano si raggiunge, superata Goraiolo, la frazione di Panicagliora, tra i bacini dei torrenti Nievole e Pescia, in grado di offrire vasti panorami sia sul Montalbano e la Valdinievole sia, a nord, verso la Svizzera Pesciatina e i monti dell’Abetone. Il paese, storicamente legato a un’economia montana basata sullo sfruttamento dei castagneti e sulla produzione di carbone da legna, ha conosciuto un recente sviluppo turistico. Da qui, una breve deviazione porta al piccolo centro di Avaglio, fortilizio ricordato nella prima metà del Trecento, praticamente distrutto da Castruccio Castracani e rimasto per secoli in stato di abbandono. La chiesa di S. Michele, di origini trecentesche, venne ricostruita solo nel XVIII secolo quando venne eretta a parrocchia e si presenta oggi con aspetto ottocentesco, quasi del tutto priva di tracce dell’oratorio originario. Serra Pistoiese Poco oltre, un’altra deviazione porta all’abitato di Serra Pistoiese, raccolto intorno alla via centrale che collegava le due porte cittadine, aperte nella cinta fortificata del castello, attestato già nel 1040 e distrutto da Castruccio Castracani. La chiesa di S. Leonardo, nella quale sono inglobate e riconoscibili alcune parti delle fortificazioni medievali, è sorta come chiesa castellana per poi sostituire nelle sue funzioni l’antica pieve di Furfalo, nota anche come Pievaccia, una delle più 45 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 13:48 Pagina 46 2 Itinerari in Valdinievole antiche chiese plebane del territorio, attestata già nel 998. I suoi resti sorgono in territorio alpestre, e sono stati oggetto di recenti lavori di scavo e di studio. La pieve era parte di un sistema difensivo approntato dai bizantini contro l’avanzata dei longobardi dalla Lucchesia verso la montagna pistoiese. Da Serra si prosegue fino a Femminamorta, località che, secondo la leggenda, deve il suo nome al ritrovamento del cadavere di una fanciulla sconosciuta. Il piccolo borgo era un tempo sede della dogana di confine tra il granducato di Toscana e il ducato di Lucca. A nord dell’abitato, attraverso sentieri di trekking, ci si inoltra nei boschi della Macchia Antonini, dove sono visibili resti della Linea Gotica, lungo la quale si consumarono gli ultimi eventi della seconda guerra mondiale. Casore del Monte Scendendo ancora lungo il crinale tra la valle del Nievole e quella dell’Ombrone pistoiese, si raggiunge la piccola frazione che tradisce, nell’impianto urbanistico circolare, la sua origine castellana. Anche questo fortilizio fu distrutto da Castruccio Castracani. Da una torre difensiva è stato ricavato il campanile della chiesa di S. Bartolomeo, nella parte alta dell’abitato, modificata a partire dal XVI secolo ma di impianto romanico.A sud di Casore, nel piccolo borgo di Campore si trova l’oratorio di S. Maria delle Grazie, conosciuto anche come oratorio del Crociato; all’interno, una lapide ricorda la fondazione da parte di Oliviero Francescani, al suo ritorno dalla prima crociata. Serravalle Pistoiese Da Casore del Monte si scende e si raggiunge Serravalle Pistoiese, posta lungo l’autostrada Firenze-Mare, in posizione sopraelevata, fortificata a partire dal XII secolo e forse sorta già in epoca precedente come avamposto a controllo della via Cassia che da Lucca conduceva a Firenze. La rocca e il borgo, a più riprese coinvolti nelle dispute tra Pistoia e Lucca, passarono definitivamente sotto il controllo di Firenze, conoscendo secoli di relativa pace. In anni recenti si è sviluppato il settore floro-vivaistico, e non ha perso vigore la tradizionale arte del 46 2.4 Le terre di Leonardo e il Montalbano Itinerario automobilistico di ca 95 km lungo la via Empolese e quindi la statale 67 in provincia di Prato. Rientro a Montecatini da San Baronto e Lamporecchio, lungo la provinciale 22 (carta a pag. 34). Serravalle Pistoiese con il borgo antico sullo sfondo ricamo. Della rocca duecentesca rimane visibile, nella parte orientale dell’abitato, la torre del Barbarossa, databile al 1177, recentemente restaurata e aperta al pubblico. All’interno del perimetro castellano si trova la pieve di S. Stefano, con facciata romanica e campanile ricavato dal sistema delle fortificazioni. All’interno, distrutto da un incendio nel 1501 e più volte rimaneggiato, alcune importanti opere d’arte: un organo ottocentesco dei pistoiesi Agati, statue in terracotta della cerchia dei Buglione (San Ludovico di Tolosa e Sant’Antonio), un Crocifisso ligneo degli inizi del Seicento. Sulla piazza della chiesa sorge anche il semplice oratorio della Compagnia dellaVergine Assunta, nel quale sono stati rinvenuti affreschi della fine del XIV secolo, di notevole esecuzione, con scene della Passione, un Giudizio universale e l’Assunzione di Maria. La chiesa di S. Michele, di origine duecentesca, conserva anch’essa il primitivo impianto romanico in parte rivisitato in senso barocco nei secoli XVI e XVII.All’interno, degni di nota il trittico con la Madonna, il Bambino e Santi, opera del pistoiese Bartolomeo di Andrea Bocchi (1483), e la tavola con la Madonna in trono col Bambino, della fine del XV secolo; singolare anche un affresco trecentesco con San Biagio che libera un fanciullo dalla spina che lo sta soffocando. Verso ovest, il borgo è chiuso dalle strutture residue della rocca trecentesca edificata da Castruccio Castracani; si sono conservati tratti di mura, la porta della Gabella e la notevole torre esagonale rivolta verso la Valdinievole. L’itinerario si snoda lungo i due versanti del Montalbano, massiccio montuoso che chiude a est la Valdinievole e che offre una grande varietà di ambienti naturali e antropici; l’ulivo e il vigneto, fortemente impiegati a disegnare il paesaggio, si accompagnano ai boschi di cerro, roverella e castagno alle quote più alte, mentre sui primi rilievi collinari la vegetazione tipica è quella della macchia mediterranea. Borghi e ville costituiscono il tema forte della visita, in particolare per la presenza di alcuni notissimi esempi di dimore nobili, edificate dai Medici sia in funzione economica che ludica (un intero parco, il Barco Reale, creato per soddisfare i piaceri della caccia). Lungo l’itinerario c’è Vinci, terra natale di Leonardo, al quale sono associate, per diversi motivi, molte località di questa porzione di valle. Da Montecatini ci si porta a Lamporecchio (15,8 km), lungo la provinciale 22; si prosegue perVinci, stando sulle pendici del Montalbano (5 km); si scende a Cerreto Guidi (5,4 km) e si prosegue in direzione Empoli, per poi risalire, sull’altro versante del Montalbano, seguendo la statale 67, fino ad Artimino (21,6 km); si risale per 6,2 km passando da Serra, lungo la provinciale 11 per arrivare a Carmignano (4,1 km) e a Poggio a Caiano (3,1 km), quindi si scende sul fondovalle, lungo la statale 66, per risalire verso Quarrata (9 km). Si sale infine fino ad attraversare di nuovo il Montalbano a San Baronto (11,7 km); il ritorno a Montecatini si effettua ancora dalla provinciale 22. Lamporecchio Il vasto comune di Lamporecchio, esteso nella parte mediana del complesso del Montalbano, comprende alcune località attestate sulla parte alta del crinale (trattate più avanti) e diverse frazioni poste lungo il Padule di Fucecchio, le quali, dopo secoli di economia tradizionale, legata allo sfruttamento delle erbe lacustri, hanno conosciuto un discreto sviluppo nell’ultimo secolo. Non rimangono che testimonianze documentali dell’origine romana dell’insedia- La secentesca villa Rospigliosi, prestigiosa struttura architettonica voluta da Giulio Rospigliosi, futuro papa Clemente IX 47 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole mento che invece conserva notevoli testimonianze dell’epoca medievale e moderna. Da Lamporecchio hanno origine i brigidini, biscotti diffusi in tutta laValdinievole ai quali è dedicata una sagra estiva. Il più noto monumento cittadino è, nella frazione di Spicchio, la villa Rospigliosi, fatta edificare nel 1667 dal cardinale Giulio Rospigliosi (papa Clemente IX) su progetto attribuito al Bernini e realizzato dal suo allievo Mattia de Rossi; l’impianto, evidenziato dai profili in pietra serena, è costituito da un corpo centrale sopraelevato sulle due ali laterali, inserito in un ampio giardino geometrico. Nella frazione di Orbignano, a sud dell’abitato principale, si trova la chiesa di S. Maria del Pruno, con affreschi del XIV secolo, un bassorilievo di scuola donatelliana (Madonna col Bambino) e la statua lignea, molto cara ai devoti, della Madonna del Pruno, del XIV secolo. Vinci Il paese, collocato alle prime pendici del Montalbano lungo la statale Empolese, non ha bisogno di particolari presentazioni, portando nel nome la memoria del suo cittadino più illustre. Il borgo, dalla singolare conformazione“a mandorla”, ha avuto origine nell’XI secolo intorno al castello dei con- Il borgo diVinci, raccolto attorno alla rocca dei conti Guidi 48 13:48 Pagina 48 ti Guidi, passando dopo alterne vicende sotto il controllo di Firenze; nel 1919, dalla cessione del castello al comune da parte degli ultimi proprietari, ha avuto inizio il progetto di valorizzazione di Vinci come “città natale di Leonardo”; in effetti, la visita alla cittadina è una tappa importante per la conoscenza del grande genio del Rinascimento. Nel castello stesso ha sede il Museo leonardiano, fondato nel 1953 grazie a una donazione della IBM e riaperto di recente dopo interventi di riqualificazione; raccoglie un ampio nucleo di macchine e modelli delle invenzioni di Leonardo ingegnere, architetto e scienziato, presentate insieme a copie dei disegni e interpretate attraverso installazioni multimediali. Sulla vasta piazza panoramica alle spalle del castello è collocato L’uomo di Vinci (1987), scultura lignea di Mario Ceroli tratta dal disegno dell’uomo vitruviano di Leonardo; Nina Akamu ha invece ideato il monumento equestre in bronzo (1997) ispirato dai disegni equestri di Leonardo. Nel centro storico, oltre alla vasta e ricchissima Biblioteca leonardiana, si trova la chiesa di S. Croce, di origine duecentesca ma oggi pesantemente caratterizzata dal restauro in senso neorinascimentale effettuato nella prima metà del Novecento; conserva all’interno alcune opere cinquecentesche ma viene visitata soprattutto per il fonte battesimale, in una cappella sulla destra ripristinata nel 1952, dove la tradizione vuole che sia stato battezzato Leonardo il 16 aprile del 1452. Nella parte bassa del paese, le antiche cantine del castello ospitano il Museo Ideale Leonardo da Vinci, una collezione privata mossa dall’intento di valorizzare l’attualità del pensiero leonardesco. La casa natale di Leonardo si trova ad Anchiano, risalendo tra ulivi secolari il Montalbano; si tratta di una semplice dimora quattrocentesca di campagna, presso la quale Leonardo sarebbe nato il 15 aprile del 1452; 2.4 Le terre di Leonardo e il Montalbano La quattrocentesca casa natale di Leonardo, ad Anchiano nei pressi diVinci l’allestimento documenta la vita e le prime opere dell’artista (vi è esposta la copia della celebre e giovanile mappa del Valdarno) ed è in fase di riqualificazione e di ampliamento. Cerreto Guidi Il borgo fortificato si è andato sviluppando a partire dai primi secoli del Medioevo, favorito dalla posizione allo sbocco della valle dell’Arno verso la pianura pisana, a poca distanza dalla via Francigena. Furono i conti Guidi, feudatari del territorio, a edificare il castello passato di mano alla fine del Duecento ai fiorentini e trasformato successivamente, nei secoli della dinastia medicea, in residenza di piacere, legata alla pratica della caccia. Oggi poco rimane delle originarie fortificazioni, se non appunto quanto salvato nell’edificazione della villa medicea, voluta da Cosimo I e progettata forse da Bernardo Buontalenti nel 1566; all’interno vi è stato allestito nel 2002 il Museo storico della Caccia e del Territorio che espone diverse armi da caccia dal XVIII al XIX secolo, oltre a sezioni dedicate ad arredi e oggetti appartenuti ai Medici e una parte della quadreria con opere di Guercino, Domenichino, Luca Giordano, Solimena, Longhi.Annessa alla villa sorge la pieve di S. Leonardo, in origine cappella castellana, che si presenta oggi pesantemente rimaneggiata da lavori di restauro; all’interno un fonte battesimale della scuola dei Della Robbia, datato 1511. Poco al di sotto del complesso mediceo, si trova l’oratorio di SS. Trinità; più decentrato il trecentesco santuario di S. Liberata, patrona cittadina, in onore della quale le contrade si sfidano ogni anno nel Palio del Cerro. Le terre del Rinascimento Il comune di Vinci fa da capofila del sistema museale e turistico Le Terre del Rinascimento che comprende i comuni di Capraia e Limite, Cerreto Guidi, Empoli, Fucecchio, Montelupo Fiorentino e Vinci. L’obiettivo del sistema è quello di valorizzare, attraverso una promozione coordinata, i beni culturali e le istituzioni museali di questo territorio tra i più celebri del paesaggio fiorentino. Diverse sono le opportunità di visita inserite nel circuito, dalle residenze medicee di Cerreto Guidi, Fucecchio e Ponte a Cappiano alle opere d’arte del Museo della Collegiata di Empoli; dalla tradizionale ceramica di Montelupo fiorentino, Capraia e Limite alla città diVinci, con tutto il suo fascino e il bagaglio di documentazione leonardesca. Il sistema si è dotato anche di un Ufficio Turistico Intercomunale con sede a Vinci che svolge funzioni di coordinamento, di informazione e accoglienza ai turisti. 49 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 13:48 Pagina 50 2 Itinerari in Valdinievole IL BARCO REALE Una vasta fetta del Montalbano venne individuata nel 1626 dai Medici per istituirvi una grande riserva di caccia che potesse servire ad allietare, attraverso i piaceri venatori, la permanenza dei granduchi nelle fattorie o nelle ville sparse sul territorio. La riserva, il Barco Reale, andò a costituirsi in quegli anni, cinto da 50 km circa di mura per proteggere il patrimonio faunistico composto da cinghiali, lepri, starne, fagiani, cuturnici e per salvaguardare boschi e specie arbustive. Il declino del parco iniziò ben presto, nei primi decenni del XVIII secolo, a causa dello Carmignano In un territorio di antico insediamento – notevoli tracce etrusche sono state rinvenute nella località di Artimino – il comune ha avuto origine dall’unione di terre e comunità distinte, attestate intorno al Mille e fortificate dai pistoiesi a controllo del confine col Valdarno. Con il passaggio a Firenze si inaugura la colonizzazione da parte dei Medici che lasceranno in questi territori alcuni degli esempi più compiuti di residenza nobiliare rinascimentale. Prima di entrare in Carmignano, risalendo da Montelupo Fiorentino si passa per Artimino, piccolo borgo fortificato a cui si accede da una porta turrita con scemare dell’interesse per la caccia, e si accentuò con l’arrivo dei Lorena, che iniziarono lentamente a privatizzare l’area; questo processo continuò per decenni, anche per i forti costi di gestione del Barco, finché con l’intervento di Pietro Leopoldo, come sempre risolutivo, la riserva venne di fatto interamente smembrata e ceduta. Delle mura originarie non rimangono che una ventina di chilometri, piuttosto mal messi e sparsi tra i comuni e le località del Montalbano tra San Baronto e Carmignano la cui villa costituiva il centro logistico e funzionale del Barco. torre merlata, che deve la sua fama soprattutto alla presenza della villa medicea La Ferdinanda. L’imponente residenza rappresenta uno dei capolavori di Bernardo Buontalenti, al quale Ferdinando I commissionò il progetto nel 1596, nonché l’ultimo tassello di quel sistema regionale di tenute con cui i Medici avevano impostato il controllo del territorio. Fu la villa favorita dal granduca che la pose come fulcro del Barco Reale istituito in quegli anni per dar sfogo alla passione venatoria della famiglia reggente; passata alla fine del Settecento in mano ai Bartolommei, è oggi convertita in centro congressuale e alberghiero. Villa La Magia, importante costruzione medicea nel centro di Quarrata 50 All’interno si segnala in particolare la sala delle ville dove, con intenti quasi catastali, il fiammingo Giusto Utens realizzò le 17 famose lunette delle ville medicee con un’inconsueta prospettiva “a volo d’uccello”. Dal 1983 la villa ospita anche il Museo archeologico comunale, dove sono raccolti i più importanti materiali di scavo rinvenuti del comune di Carmignano (in particolare dal Tumulo di Montefortini e dalla Tomba dei Boschetti). Poco fuori Artimino sorge la pieve di S. Leonardo; interessante anche la chiesa di S. Giusto al Pinone, del XII secolo. Nell’abitato di Carmignano – resti della rocca si vedono nella parte alta si visita in particolare la parrocchiale dei Ss. Michele e Francesco, nota soprattutto per la presenza del dipinto della Visitazione, capolavoro assoluto del Pontormo (1528-29). Poggio a Caiano Il “poggio” lungo le rive dell’Ombrone, al centro di un’area piuttosto paludosa e impraticabile, si è sviluppato prima come centro fortificato e poi, a partire dal XIV secolo, come porto fluviale per i collegamenti con Pisa e Livorno. Con l’arrivo dei Medici, che eleggono questa località per edificare la celebre residenza di piacere, il comune conosce uno sviluppo notevole, con l’arrivo di artigiani e professionisti in genere impegnati nei cantieri della villa che passerà infine anche ai Savoia che la doneranno allo Stato. La villa medicea, progettata da Giuliano da Sangallo, venne fatta edificare a partire dal 1445 su un castello medievale da Lorenzo de’ Medici e rappresenta una fusione perfetta dei modelli classici vitruviani con i tipi dell’architettura rurale toscana. All’interno, la sala Leone X custodisce il famoso ciclo di affreschi iniziati da Andrea del Sarto e proseguiti dal Pontormo. I giardini, originariamente strutturati secondo criteri geometrici sul modello del “giardino segreto”, sono stati ricomposti nel corso dell’Ottocento e improntati a una maggiore libertà paesaggistica. Nel 2007 è stato inaugurato, ai piani superiori, il Museo della Natura morta, primo in Italia, con oltre 180 capolavori esposti, datati tra il Cinquecento e il Settecento. 2.4 Le terre di Leonardo e il Montalbano La chiesa parrocchiale di San Baronto Quarrata Da Poggio a Caiano si risale la statale 66 per Quarrata, dove sorge la villa La Magia, fatta edificare dal granduca Francesco su progetto del Buontalenti. Due torri angolari avanzate incorniciano il massiccio corpo centrale, di bell’impostazione tardorinascimentale; a sud della villa si dispone il giardino barocco; sul lato opposto si apre il vasto parco paesaggistico aperto al pubblico, ricco di alberi secolari. San Baronto Da Quarrata si prosegue in direzione di Casalguidi e si torna a valicare il Montalbano verso Lamporecchio; sul valico si attesta il nucleo di San Baronto, frazione di quest’ultimo comune, dove si visita la chiesa di S. Baronto, che la leggenda vuole fondata dal santo dedicatario, monaco francese che qui avrebbe scelto di vivere gli ultimi suoi giorni da eremita. L’oratorio, sorto intorno alla sua tomba, venne ricostruito in forme romaniche all’inizio dell’XI secolo. Nella vicina frazione di Porciano si trova la chiesa di S.Giorgio, originaria del XII secolo: l’interno, con soffitto a capriate del XIV secolo, custodisce arredi secenteschi in pietra serena e una tavola centinata con la Madonna in trono col Bambino fra i Santi Antonio Abate e Nicola di Bari del pistoiese Gerino Gerini (1520). 51 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 13:48 Pagina 52 Le terre di Pinocchio e le ville lucchesi 2.5 Altri edifici religiosi di rilievo sono l’oratorio della Madonna del Canale, edificato nel XVII secolo presso una delle porte cittadine e oggetto di devozione popolare, e l’oratorio di S. Antonio da Padova, un tempo cappella conventuale di un monastero soppresso, con arredi e opere d’arte barocchi; ancora, nella frazione Costa, la romanica chiesa dei Ss. Bartolomeo e Silvestro, con notevoli tracce di affreschi del XV secolo. determinare le fortune della cittadina che, per molti secoli, è stata il centro egemone dell’intera valle, di fatto l’unica vera “città”, trascinata nella sua ascesa dal notevole sviluppo del comparto agricolo e industriale, in particolare nel settore delle cartiere, già a partire dall’epoca del granduca Pietro Leopoldo; nel Novecento si è sviluppato invece il settore florovivaistico, che pone oggi Pescia come uno dei due poli principali dell’agricoltura specializzata pistoiese. Diversi ponti collegano le due sponde del Pescia, aprendo alla vista i quartieri storici e i principali monumenti cittadini. Ma al di là di questi, e delle importanti istituzioni culturali, è la cittadina intera, col suo carattere signorile e composito, a suggerire passeggiate e divagazioni, lungo il fiume o i tracciati paralleli delle vie interne che vanno a sfociare nelle piazze di nobile aspetto. Si entra in città da sud, lungo la sponda sinistra, attraversando la settecentesca e monumentale Porta fiorentina e si segue la storica via Giusti incontrando prima la chiesa di S. Giuliano, realizzata nel 1722 su progetto di Giovan Battista Foggini, e quindi la cattedrale di S. Maria Assunta. L’edificio, realizzato alla fine del Seicento su progetto di Antonio Ferri, è andato a sostituire l’antica pieve omonima, attestata nelVI secolo.All’interno, a navata unica, diverse opere d’arte sono distribuite tra le cappelle laterali e la zona presbiteriale: sulla sinistra, due acquasantiere in marmo (inizi XVI secolo), nel coro la se- Il torrente Pescia di Pescia, che solca i rilievi della Svizzera Pesciatina, divide in due parti la cittadina, sottolineandone il caratteristico assetto urbano allungato, da nord a sud, che congiunge i borghi a monte con l’importante direttrice stradale Firenze-Lucca. Non si tratta di una divisione solo geografica, perché le due sponde hanno assunto, nel corso dei secoli, anche una loro specifica funzione urbana e sociale; sul lato sinistro la nascita dell’abitato è di fatto legata alla presenza della cattedrale di S. Maria Assunta, mentre sul lato destro, intorno alla piazza principale, si sono concentrate le funzioni politiche e civili. Ancora una volta è stata la posizione a Città ricca di storia e rinomata per la sua attività florovivaistica, Pescia è divisa in due agglomerati urbani Itinerario automobilistico di ca 63 km lungo la statale 435 e su direttrici minori verso l’altopiano delle Pizzorne; il rientro a Montecatini si effettua da Capannori lungo la statale 435 (carta a pag. 34). Pescia è la tappa principale dell’itinerario; una cittadina da visitare con attenzione, che conserva notevoli tracce monumentali della sua storia religiosa e civile, disseminate in un impianto urbano di tutto rispetto. Altrettanto imprescindibile è la tappa a Collodi, piccolo borgo di rara bellezza che vive di una fama internazione grazie alla figura di Pinocchio, a cui è dedicato l’originale e suggestivo parco tematico. Da qui, si cominciano a risalire i versanti delle Pizzorne, dapprima tra oliveti e vigneti quindi tra coste boscose che culminano nell’altopiano omonimo, meta di sportivi e amanti delle passeggiate. Si ridiscende quindi in territorio lucchese, fuori dai confini tradizionali della Valdinievole, per una visita ad alcune delle più belle residenze nobili che coronano la città di Lucca. Si esce da Montecatini lungo la statale 435 in direzione di Uzzano (7,2 km); si prosegue ancora sulla statale raggiungendo, in 2,9 km, Pescia; 3,6 km separano Pescia da Collodi, oltre il quale si sale versoVilla Basilica, con una deviazione consigliata (3,2 km) a San Gennaro;Villa Basilica si raggiunge dopo 5 km lungo la provinciale 35 di fondovalle. Si prosegue verso l’altopiano delle Pizzorne (km 7,3 km), poi si scende dall’altra parte in direzione di Capannori per raggiungere Marlia (12,1 km); il rientro a Montecatini si effettua tornando sulla statale 435 a Capannori (23,8 km). Uzzano Il colle panoramico su cui sorge il piccolo borgo medievale si raggiunge deviando brevemente dalla statale 435. La trecentesca Porta delle Pille introduce al fitto reticolo di vie che caratterizzano il centro, già attestato intorno al Mille e affrancatosi nei secoli successivi come libero comune, prima di cadere nel 1339 sotto il controllo fiorentino. In una piazza aperta a balcone sulla Valdinievole sorge la mole in pietra del palazzo del Capitano del Popolo, con un grande loggiato poggiante su robusti pilastri al pianterreno e una serie di monofore ai piani superiori, dove è ospitato un importante archivio. Risalendo ancora si raggiunge la pieve dei Ss. Jacopo e Martino, edificio romanico dell’XI secolo a navata unica, con bella facciata a capanna coronata da un finto loggiato e ingentilita da un elegante rosone in marmo di Prato; sul lato destro svetta la torre campanaria, con bifore alla sommità; all’interno, d’aspetto austero, diverse opere d’arte tra cui un’acquasantiera in marmo del Duecento, una scultura di S.Antonio Abate, di ambito robbiesco, affreschi e tele dei secoli XVI-XVIII. 52 2.5 Le terre di Pinocchio e le ville lucchesi Pescia centesca Annunciazione della Vergine di Luigi Garzi, nel presbiterio, pregevole ambone marmoreo del XII secolo; nel transetto destro si apre la cappella Turini, con monumento funebre di scuola michelangiolesca; dal transetto sinistro si accede alla sacrestia, che conserva arredi a intarsio ligneo della fine del Quattrocento, e quindi alla Biblioteca capitolare, dove si conservano preziosi volumi e importanti opere d’arte tra cui una Incoronazione della Vergine di Bicci di Lorenzo (1420 circa); passando sotto il campanile si accede alla cappella del Vescovado, dove si conserva un trittico in terracotta invetriata di scuola robbiesca. Di fronte alla cattedrale, la chiesa di S. Maria Maddalena conserva un prezioso Crocifisso in cedro del Libano, oggetto di grande devozione. Proseguend a nord e oltrepassando la caratteristica piazza Ducci si raggiunge, in via Cesare Battisti, il trecentesco oratorio di S. Antonio Abate, fondato dall’Ordine del Tau e inglobato nel Settecento nell’ospedale dei Ss. Cosma e Damiano; all’interno due importanti capolavori: il gruppo ligneo della Deposizione di Cristo (XII secolo) di scuola tosco-umbra e il vasto ciclo di affreschi di Bicci di Lorenzo, della prima metà del Quattrocento.Ancora a nord si arriva, nella grande piazza omonima, alla chiesa di S. Francesco, edificata in stile gotico su un oratorio donato al santo nel 1211 e poi più volte rimaneggiata. All’interno si trova la cappella Cardini, realizzata in stile rinasci- 53 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole mentale nella seconda metà del Quattrocento, notevole sia per l’impostazione architettonica sia per le opere d’arte che contiene; un ricco ciclo di affreschi trecenteschi, attribuiti a Neri di Bicci e Niccolò Gerini, è distribuito tra la cappella maggiore e l’abside. L’opera più singolare si trova invece sull’altare Mainardi: è la tavola con San Francesco e Storie della sua vita, del 1235, attribuita a Bonaventura Berlinghieri, in cui compare il più antico e realistico ritratto del santo di Assisi. Dalla piazza si attraversa il Pescia e si visita, in piazza degli Obizzi, la collegiata dei Ss. Stefano e Niccolao, edificata intorno al Mille e ristrutturata ancora nel Sei-Settecento, preceduta da una doppia scalinata settecentesca.All’interno si conservano una rara Annunciazione in legno scolpito del XV secolo e l’importante tela della Liberazione di San Pietro di Alessandro Tiarini, datata 1606. Sulla piazza prospetta il palazzo Galeotti, sede della Biblioteca comunale e del Museo civico Magnani che conserva opere d’arte tre e quattrocentesche, materiale archeologico, arazzi, armi e corali miniati. Nella vicina piazza del Palagio, all’inter- 13:48 Pagina 54 no del palazzo del Podestà, ha sede la Gipsoteca LiberoAndreotti, dedicata all’artista pesciatino (1875-1933), con oltre 150 opere e una vasta documentazione sulla sua vita. Da qui si segue la caratteristica e medievale Ruga degli Orlandi, che scende parallela alla centrale piazza Mazzini, sede del mercato cittadino e del Palio dei Rioni (prima domenica di settembre); detta in passato “mercato longo”, per via della sua particolare conformazione, è chiusa a nord dal palazzo delVicario, oggi sede municipale, che accoglie nel cortile il Monumento alla Vittoria di Andreotti, e a sud dalla facciata della chiesa della Madonna di Pié di Piazza, edificata alla metà del Quattrocento su disegno del Buggiano, con interno barocco cassettonato e altare maggiore secentesco dove è custodita una immagine della Vergine, ritenuta miracolosa (XV secolo). Nella parte bassa dell’abitato, oltrepassato il Museo di Scienze naturali e Archeologia della Valdinievole (via Amendola), si vede l’esemplare struttura razionalista del Mercato dei FioriVecchio, progettato nel 1951 da Antonio Gori, Leonardo Ricci, Leonardo Savioli e Emilio Brizzi. Il Mercato Nuovo dei Fiori si Carlo Lorenzini, in arte Collodi Leggendo le prime righe della biografia di Carlo Lorenzini (Firenze 1826-90) salta subito all’occhio il forte legame che lo scrittore e giornalista deve avere avuto col piccolo borgo da cui ha scelto di prendere lo pseudonimo. Nato da famiglia povera e numerosa, e quindi destinato a una carriera tutt’altro che letteraria, deve la sua formazione proprio a Collodi, dove la madre è domestica a villa Garzoni. Pur non essendo particolarmente a suo agio seduto a un banco, viene iscritto al seminario e, una volta affrancato dalla povertà, inizia la sua attività di giornalista polemista, spesso censurato dal potere; pubblica anche alcuni racconti, esplorando il registro umoristico, e lentamente matura quell’interesse per la letteratura d’infanzia che lo porterà prima alla scrittura di alcuni“sussidiari”per la scuola (l’apprezzatissimo Giannettino, in sette volumi) e poi, nel 1881, alla 54 stesura di Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino, pubblicato a puntate e, due anni dopo, in volume. Il libro fa il giro del mondo e viene tradotto in 260 lingue, ma di tutto questo, l’autore non sa nulla: la morte improvvisa, nel 1890, gli nega la gioia di godere dei frutti dell’enorme successo del suo capolavoro. A Carlo Collodi è intitolata la fondazione che gestisce la valorizzazione e la promozione del “sistema epositivo” di Collodi, nel quale sono compresi il parco e la villa Garzoni con la Butterfly House. Davanti alla sede della fondazione, un grande Pinocchio in legno, alto 16 metri, saluta sorridente i visitatori. Nelle vicinanze, in località San Martino in Colle, si trova una quercia monumentale (pare risalga al Quattrocento), detta il Quercione o Quercia delle Streghe, che si dice abbia ispirato lo scrittore nel famoso episodio dei denari sepolti da Pinocchio. raggiunge, fuori dall’abitato, con una deviazione dalla stazione ferroviaria: l’ampio padiglione, terminato nel 1980 su progetto di Leonardo Savioli, è uno dei più grandi d’Italia, con i suoi 40 000 metri quadrati di superficie coperta. Una bella vista aerea della struttura la si ha dal convento di Colleviti, raggiungibile con una deviazione lungo la statale 435 in direzione di Collodi; il convento conserva intatto il suo fascino rinascimentale e custodisce alcune importanti opere d’arte nella chiesa dedicata a S. Ludovico. 2.5 Le terre di Pinocchio e le ville lucchesi Collodi Il “paese di Pinocchio” non è diverso da altri borghi appenninici della Valdinievole, eppure è innegabile che si respiri, qui, un’aria più fiabesca e incantata, non solo per la suggestione indotta dal famosissimo burattino di legno. La strada che giunge ai piedi del nucleo antico prosegue verso le Pizzorne quasi inghiottita dalla stretta gola tra i monti e sul declivio si dispongono, come a tappeto, i tetti e le case in pietra dell’abitato scosceso. Un luogo perfetto da fotografare, inquadrando in primo piano la scenografia sontuosa della villa Garzoni con i suoi giardini, per poi risalire faticosamente le ripide viuzze, lasciandosi colpire da dettagli minori: le piazzette raccolte, i portoncini, i fiori alle finestre. Nella sua storia si ritrovano le consuete tappe: il precoce incastellamento, i secoli difficili delle contese tra Firenze e Lucca nella cui sfera Collodi finisce nel Quattrocento, lo sviluppo economico sostenuto da cartiere, filatoi e mulini. Principale monumento del paese medievale è la chiesa di S. Bartolomeo, in cima all’abitato, originaria del XII secolo, che custodisce all’interno interessanti opere d’arte scultorea di ambito rinascimentale toscano. Ai piedi di Collodi Vecchio si trova la villa Garzoni, pregevole esemplare di dimora nobile lucchese, edificata tra il 1633 e il 1662 in stile barocco e arricchita, all’interno, dagli affreschi del quadraturista Angelo Michele Colonna. Ciò che rende unico questi complesso è lo straordinario giardino, realizzato tra Sei e Settecento e considerato tra i più belli d’Italia; diversi percorsi risalgono verso la mole della villa, tra fioriture e giochi d’acqua, statue e ambientazioni sug- Il bel borgo di Collodi, con villa Garzoni in primo piano gestive. Di recente, nella parte bassa dei giardini è stata inaugurata la Collodi Butterfly House, una lineare architettura in vetro e acciaio all’interno della quale vivono in ambiente tropicale oltre 400 specie di farfalle; è considerata la più bella e moderna casa delle farfalle d’Europa. Dall’altra parte della strada, superata la Pescia di Collodi, si accede al Parco di Pinocchio, una struttura pensata non come semplice parco di divertimenti o olografica celebrazione dell’immortale personaggio creato da Carlo Collodi, ma piuttosto come luogo di messa in gioco dell’immaginazione e della sperimentazione artistica. Il percorso tematico all’interno del parco, inaugurato nel 1956, è strutturato in tappe ideate da grandi artisti contemporanei, che hanno dato forma alle fantasie dello scrittore fondendo arte, architettura e paesaggio. La celebre scultura di Pinocchio e la Fata, realizzata da Emilio Greco (1956), segna l’ingresso in un mondo arricchito da proposte continue di teatro, animazione e laboratori didattici per i più piccoli. Nel 1963 è stata costruita l’Osteria del Gambero Rosso, progettata da Giovanni Michelucci, che ha realizzato anche il Museo Biblioteca “Laboratorio delle Parole e delle Figure”. 55 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole San Gennaro Lungo la strada che porta a Villa Basilica costeggiando la Pescia di Collodi,una deviazione sulla sinistra sale a San Gennaro, posto in bella posizione sulle ultimi propaggini del complesso delle Pizzorne, tra vasti oliveti e vigneti. Originato forse da una colonia di napoletani nel VI secolo, è un piccolo borgo medievale raccolto intorno alla bella pieve di S. Gennaro, ricostruita nel XII secolo in forme romaniche su una preesistenza altomedievale; all’interno conserva un pulpito datato al 1162 e firmato dal Maestro Filippo,oltre a una scultura quattrocentesca della Madonna del Parto, attribuita di recente a Leonardo daVinci. Villa Basilica Il centro, già attestato intorno al Mille, era famoso nel Medioevo per la fabbricazione di spade, che si producevano in diversi opifici insediati lungo il corso del Pescia, sfruttato anche da alcune cartiere. Nell’abitato si trova il secentesco palazzo Biscotti, appartenuto appunto a una nobile casata di armaioli, ma il monumento di maggior interesse è la pieve di S. Maria Assunta, documentata dall’807 e riedificata nelle forme del romanico lucchese nel XII-XIII secolo, con loggette cieche in facciata e alto campanile impostato su una più antica torre di difesa. All’interno, a tre navate con capitelli figurati, si è conservata la cripta della chiesa preesistente; vi si custodiscono resti di bassorilievi dell’ambone e il Crocifisso duecentesco attribuito a Berlinghiero Berlinghieri. AVilla Basilica si tiene ogni anno l’importante Festival nazionale CinemaTeatroTelevisione. Altopiano delle Pizzorne Il massiccio delle Pizzorne è una diramazione secondaria della dorsale appenninica che si protende da Pescia fino alla piana lucchese. L’altopiano, raggiungibile tra folti castagneti, è stato in passato una stazione di sosta per viandanti e pellegrini, e a questo scopo sono sorte nei secoli la chiesetta del Crocifisso e la chiesa di S. Bartolomeo. Oggi è meta di turisti e di sportivi amanti del parapendio e del deltaplano; diversi sono anche i sentieri per il trekking e i tracciati per le mountain bike e i fuoristrada. 56 13:48 Le ville lucchesi Pagina 56 Dalle Pizzorne, scendendo verso Capannori, diverse sono le residenze nobiliari distribuite sul territorio, edificate tra Cinque e Seicento dalle nobili famiglie lucchesi per sfruttare le favorevoli condizioni ambientali della fascia collinare a ridosso della piana lucchese. Molte di esse sono visitabili e inserite nel circuito dell’Associazione delle Ville e dei Palazzi Lucchesi. A San Pancrazio si visita l’elegante villa Grabau, edificata nel Cinquecento dalla famiglia Deodati, circondata da vasto parco all’inglese; dal giardino all’italiana, con statue e fontane, si accede agli ambienti interni, arredati in stile e affrescati a trompe-l’oeil. Nella stessa frazione sorge la villa Oliva, edificata da Lodovico Buonvisi agli inizi del Cinquecento, con il caratteristico alto loggiato aperto verso il parco su tre livelli. A Marlia si trova l’esemplare villa Reale, rivisitazione in veste neoclassica e francesizzante di una precedente residenza nobile; appartenuta a Elisa Bonaparte Baciocchi, sorella di Napoleone, è stata la residenza di Carlo di Savoia, fratello del primo re d’Italia, che qui passò molti anni della sua vita insieme alla compagna Penelope Smith; di straordinario interesse il vasto parco secentesco, molto elaborato, con il “teatro d’acqua” e il “teatro di verzura”. A Segromigno Monte sorge la villa Mansi, già appartenuta alla famiglia Cenami, che la edificò nel tardo Cinquecento, e rivisitata nel secolo successivo su progetto di Muzio Oddi, con il motivo della loggia a serliana sopraelevata; al disegno del giardino contribuì Filippo Juvarra, a cui si devono il bosco, la peschiera e il teatro; all’interno, il salone centrale è stato affrescato con soggetti mitologici da Stefano Tofanelli. Il miglior esempio di dimora nobile barocca è sicuramente la villa Torrigiani a Camigliano, realizzata nel XVII secolo su un complesso cinquecentesco della famiglia Buonvisi. Particolarmente elaborato il disegno del giardino (al quale forse partecipò Le Notre, architetto di Versailles) dove si avvicendano giochi d’acqua e parterre floreali e dove si conserva, dell’originario impianto barocco, il “giardino di Flora”. 2.6 La Svizzera Pesciatina Itinerario automobilistico di ca 88,4 km lungo la valle del Pescia di Pescia e la val di Forfora, con diverse deviazioni per raggiungere località di interesse turistico; il rientro a Montecatini avviene da Pescia, lungo la statale 435 (carta a pag. 34). Fu l’economista svizzero Charles-Léonard Simonde de Sismondi a coniare la definizione di “Svizzera Pesciatina” per il territorio montano della Valleriana, che si addentra nell’Appennino, risalendo il corso del Pescia; un ambiente naturale suggestivo dagli spiccati tratti “alpini” a cui si associano, alle altitudini meno elevate, i coltivi di vite e olivo e nel quale sorgono, come incastonati, dieci borghi di origine medievale, noti anche come “castella”, posti a difesa di questo territorio di confine tra Lucca e Firenze. Dieci piccoli centri da visitare senz’auto, silenziosi e appartati, plasmati dalla conformazione del versante su cui poggiano, sorprendenti per integrità e bellezza. L’itinerario, tutto o in parte, si può svolgere anche in bicicletta, oppure a piedi, seguendo i cartelli di segnalazione dei percorsi di trekking dellaValleriana. Da Montecatini si segue la statale 435 fino a Pescia, quindi si sale, seguendo il fiume Pescia, fino a Pietrabuona (14,3 km); oltre Pietrabuona, una deviazione di 5 km porta a Medicina; tornati sulla via diTorbola, si procede per 1,5 km e si incontra il bivio per Fibbialla, che si raggiunge in 1,9 km; ritornati ancora sulla via diTorbola, dopo 3,8 km una nuova deviazione sulla destra porta ad Aramo (1 km); l’itinerario prosegue alla volta di San Quirico (3,8 km) e quindi, con una breve deviazione, a Castelvecchio (1,4 km).Tornati sul tracciato principale, in 4,2 km si sale a Stiappa e quindi a Pontito (5,6 km). Si comincia poi a scendere la val di Forfora passando da Lanciole (3,4 km), incontrando dopo 6,8 km il bivio sulla destra per Vellano, che si raggiunge in altri 3,8 km; tornati sulla via di val di Forfora, dopo 800 metri sulla sinistra si devia ancora per raggiungere Ponte di Castelvecchio e Sorana (3,4 km); il rientro a Montecatini avviene ancora lungo la statale 435 (20,3 km). Il borgo fortificato di Pietrabuona, in posizione dominante sul fiume Pescia 57 montecatini_34_59.qxp:011-032 8-03-2011 2 Itinerari in Valdinievole Pietrabuona Il borgo fortificato, costituito in comune autonomo nel 1775, si trova in posizione strategica su un colle sopraelevato sul fiume Pescia, in un tratto caratterizzato dalla presenza di numerose cartiere, testimonianza di un settore per molti secoli trainante della manifattura pesciatina e che costituiscono oggi notevoli monumenti di archeologia industriale. A questa attività è dedicato il Centro di Documentazione sulla Lavorazione della Carta, che ha dato origine al Museo della Carta, ospitato in una cartiera settecentesca della quale sono stati conservati e inseriti nel percorso museale le strutture e i macchinari. Delle fortificazioni rimangono una porta e tracce delle mura, all’interno delle quali si trova la chiesa di S. Matteo, che conserva pregevoli sculture lignee policrome dei primi del Quattrocento. Medicina Il castello, di cui si conserva la porta d’accesso, è documentato prima del Mille ed è 13:48 Pagina 58 stato a lungo conteso tra lucchesi e fiorentini per via della sua posizione a cavallo di due vallate; presenta un compatto assetto urbano su cui si impone l’antica pieve dei Ss. Sisto e Martino, ricostruita nell’Ottocento, che conserva alcune opere d’arte tra cui il cinquecentesco fonte battesimale e la quattrocentesca scultura lignea della Madonna con il Bambino. Aramo Risalendo in direzione di Aramo, un’ulteriore deviazione conduce a Fibbialla, castello documentato dal X secolo, il cui ingresso è segnato dalla chiesa di S. Michele, riedificata alla fine del XVIII secolo, nella quale si conserva una scultura quattrocentesca della Vergine Annunziata. Il piccolo castello di Aramo, a strapiombo sulla val diTorbola, fu saccheggiato nel 1383 e distrutto nell’ambito delle contese tra Lucca e Firenze; al culmine dell’abitato sorge la chiesa di S. Frediano, mentre ai margini si trova l’oratorio della Natività di Maria, al cui interno è custodito un affresco della Madonna in Trono tra i santi Rocco e Sebastiano (XV-XVI secolo). San Quirico Oltre Aramo si continua a salire alla volta di San Quirico, castello documentato nel 980 e quasi del tutto abbandonato agli inizi del Trecento in seguito alla peste; ripopolato e passato sotto la giurisdizione di Lucca, è divenuto famoso per l’attività dei suoi fonditori di campane. Nella chiesa romanica, rimaneggiata, si conservano due pregevoli fonti battesimali in pietra e un ciborio del Seicento. Castelvecchio Parte dell’antico assetto urbanistico di Medicina 58 Il borgo è preceduto dall’isolata pieve dei Ss. Ansano e Tommaso, uno degli esempi più interessanti di romanico della valle, edificata nell’XI secolo da maestri comacini su un preesistente edificio e ricostruita dopo il crollo 2.6 La Svizzera Pesciatina del XIX secolo. All’interno, d’impianto basilicale, si conserva l’originale cripta voltata a crociera; dietro gli absidi, sorge isolata la torre campanaria. Entrati nel borgo castellano, le strette e intricate vie che lo caratterizzano salgono a raggiungere la chiesa di S. Giovanni Battista, di origine medievale. Stiappa L’antico castello sorge alle pendici del monte Battifolle, là dove correva il confine tra il granducato diToscana e il ducato di Lucca. Le case in pietra, disposte quasi a muraglia, definiscono una struttura urbanistica compatta, che ha il suo fulcro nella pieve di S. Maria Assunta, in posizione elevata. Ben riconoscibile è l’impianto romanico dell’edificio che conserva una tela della metà del XVII secolo con l’Assunzione di Maria e un coro ottocentesco. Pontito Scorcio caratteristico del borgo fortificato di Pontito Il castello, tra i più antichi dellaValleriana, si è sviluppato presso la sorgente del fiume Pescia come feudo del vescovo di Lucca. Del tutto particolare è lo sviluppo urbanistico del borgo, quasi un ventaglio di strade e case disposto intorno alla chiesa dei Ss. Andrea e Lucia, solida struttura romanica che conserva, nonostante i rimaneggiamenti, i caratteri del primitivo impianto.All’interno è custodito un fonte battesimale a immersione del XV secolo in marmo scolpito e un bell’altare in marmo policromo. Vellano Da Pontito si raggiunge la val di Forfora a Lanciole, con resti della rocca e della cinta muraria, e si scende la valle fino a Vellano, il “capoluogo” della Svizzera Pesciatina già attestato nel X secolo e oggi rinomata località di villeggiatura. Fu feudo della famiglia Garzoni fino al 1366 quando vennero redatti i suoi statuti di autonomia da parte del letterato Coluccio Salutati. Fuori dalle mura castellane, la pieve dei Ss. Sisto e Martino prima del Mille era annessa a un’abbazia benedettina, che venne riedificata a più riprese e poi manomessa nel XIX secolo; l’interno custodisce notevoli opere d’arte tra le quali due statue lignee di S. Sisto e S. Martino, di scuola lucchese (XV secolo), e, in sacrestia, l’originario fonte battesimale e un bel Crocifisso trecentesco. Sorana Un’altra deviazione alle pendici del monte Petritulo conduce al borgo fortificato, raccolto un tempo intorno alla rocca “sovrana” (da cui il nome) oggi solo in parte riconoscibile. La particolare pianta ellittica del borgo culmina nella piazza sulla quale prospetta la chiesa dei Ss. Pietro e Paolo; in facciata, la lunetta del portale conserva un affresco quattrocentesco dedicato ai due santi patroni mentre l’interno, a una sola navata, è arricchito da alcuni arredi sacri. Il paese è celebre anche per la produzione di un particolare tipo di fagioli dal gusto delicato. 59 montecatini_60_64.qxp:011-032 7-03-2011 22:33 Pagina 60 Itinerario enogastronomico Sebbene la Valdinievole non sia tra i nomi più celebrati dalle etichette delle boutique gastronomiche, diversi sono i motivi di interesse per un territorio che può vantare, tra montagna, collina e pianura, un buon ventaglio di varietà e tradizioni agroalimentari. Un territorio solcato da ben tre strade del gusto, che congiungono Lucca al Montalbano passando dall’Appennino pistoiese. Molti piatti genericamente toscani si ritrovano nella valle, dalle zuppe alle carni e ai salumi, proposti con varianti locali. Vi si trovano poi preparazioni più tipiche: la cioncia pesciatina è una sorta di bollito delle parti meno nobili del vitello, insaporito da pomodoro, carota, sedano e cipolla, servito in scodella con fette di pane; a Fucecchio si preparano i fegatelli fucecchiesi mentre è caratteristica della zona del Padule la frittura di ranocchi; tipica di tutto il pistoiese è la frittata con gli zoccoli, preparata con cubetti di pancetta. Tra i prodotti d’eccellenza del territorio si devono ricordare il fagiolo di Sorana Igp e l’asparago gigante di Pescia, ma anche il tradizionale pane di Altopascio, tutelato da un marchio collettivo e protagonista di una sagra agostana; antica è la tradizione dei fichi secchi di Carmignano, così come da secoli si tramanda, nel Pesciatino, la preparazione del mallegato (o biroldo), insaccato a base di sangue di vitello speziato e bollito. I formaggi sono diffusi sulla montagna pistoiese, dove si produce il pecorino a latte crudo Igp e dove rimane vivo l’utilizzo della castagna in diverse preparazioni, tra cui i rinomati necci e il castagnaccio. La vite e l’ulivo contrassegnano il paesaggio collinare della valle. Il Montalbano, zona di produzione dei Doc Chianti e Carmignano, è rinomato anche per l’olio; in territorio lucchese, vantano una fama secolare i vini e l’olio prodotti nella zona di Montecarlo. Il Bianco della Valdinievole è l’unico vino Doc della provincia di Pistoia; ottenuto col Trebbiano toscano coltivato tra Buggiano e Monsummano, è un vino leggero e gradevole, vinificato anche come vin santo ad accompagnare i celebrati dolci del territorio, dai brigidini di Lamporecchio, aromatizzati all’anice, alle cialde di Montecatini, riempite di zucchero e mandorle tritate. Tra i dolci, è comunque il cioccolato a fare del territoChiedere foto (se possibirio una patria d’elezione dei le, un paio) golosi. Il distretto cioccolatiero che va da Prato a Pisa (la cosiddetta “ChocolateValley”, famosa in tutto il mondo per i suoi maestri artigiani) ha la sua vetrina nella manifestazione “Cioccolosità”, che richiama ogni anno una folla di turisti e intenditori a Monsummano Terme. 60 Itinerario enogastronomico Crostini con fegatini di pollo (ricetta tratta dal libro di Egi Maccioni e Peter Kaminsky, The Maccioni Family Cookbook. Recipes and Memories from an Italian-American Kitchen. Foreword by Marco, Mario and Mauro Maccioni of Le Cirque and Osteria del Circo, edito da Stewart,Tabori & Chang, NY). In una pentola pesante scaldare l’oIngredienti lio di oliva a calore medio. Aggiunge½ tazza di olio d’oliva re le cipolle, la salvia e l’aglio e cuoce¾ di tazza di cipolle tagliate re finché le cipolle cominciano ad 6 foglie di salvia fresca, tagliata finemente, o un cucchiaio di salvia ammorbidirsi, 3 o 4 minuti.Aggiungesecca in polvere re i fegatini di pollo e far bollire lenta1 spicchio d’aglio, sbucciato mente, mescolando finché i pezzi di e tagliato finemente fegato appaiono cotti dall’esterno, 2 1 libbra di fegatini di pollo, o 3 minuti. tagliata grossolanamente Aggiungere la pasta di pomodoro 2 cucchiai di vino bianco diluita e il vino. Mescolare bene, con1 cucchiaino di pasta di pomodoro tinuando a rigirare finché l’acqua è sciolta in mezza tazza d’acqua evaporata, 30 o 40 minuti. 2 cucchiai di burro Togliere la pentola dal calore e me2 once di capperi (circa ¼ di tazza), finemente tagliati scolarvi dentro il burro finché si 2 once d’acciughe, finemente scioglie. tagliate Aggiungere i capperi e le acciughe sale e mescolare bene. pepe Condire con sale e pepe a piacere salsa di peperoncino rosso (non molto sale perché capperi e o peperoncino in polvere acciughe sono salati). 1 baguette o ½ pagnotta di pane Aggiungere salsa piccante o la poltoscano vere di peperoncino a piacere, se si vuole. Tagliare il pane a fette in piccoli pezzi e tostarlo leggermente. Mettervi sopra una generosa porzione di salsa di fegatini di pollo. Servire caldi. L’impasto di fegatini di pollo può essere preparato qualche giorno prima, ma senza burro, capperi, acciughe, sale, pepe e peperoncino, se si desidera. Quando è il momento di usarlo, si riscalda gentilmente l’impasto, si tosta il pane e si aggiungono gli altri ingredienti giusto prima di servire. Chiedere foto ricetta 61 montecatini_60_64.qxp:011-032 7-03-2011 22:33 Pagina 62 Indirizzi utili Dove dormire Abas, viaTripoli 5, 0572772763 Accademia, via dell’Oleandro 8, 0572904287, 3384421131 Adua e Regina di Saba Wellness and Beauty, viale Manzoni 46, 057278134 Agriturismo Il Pillone, via Renaggio 26, 057267065 Airone, viale Amendola 15, 057279449 Alassio, via dell’Angiolo 20, 057279415 Alba, via Palestro 16, 0572767496 Ambasciatori Grand Hotel Cristallo, viale IV Novembre 12, 057273301 Ambrogini, via delle Saline 15, 0572767445 Ambrosiano, corso Matteotti 65, 057270055, 057272177 Antico borgo toscano, via Bolognola 1/c, 3288257851 Ariston, viale Manzoni 30, 057279535 Arnolfo, viaTrieste 31, 0572737711 Astoria, viale Fedeli 1, 057271191 Augustus, viale Manzoni 21, 057270119, 057270191 Avia, via Montebello 56, 057279587, 3924208336 Bartolini, via Cavallotti 106, 0572770646, 057275037 Belfiore, via Puglie 22, 057279592 Belvedere, viale Fedeli 10, 057270251 Biondi, viale IV Novembre 83, 057271341 Boston, viale Bicchierai 16, 057270379 Brasile, viale Bicchierai 53, 057270362, 057270363 Brennero eVarsavia, viale Bicchierai 72, 057270086 Buenos Ayres, viale Don Minzoni 15, 0572771915 Byron, viale Bicchierai 68, 0572911223 Camping Belsito, via delleVigne 1/a, 057267373 Cappelli Croce di Savoia, viale Bicchierai 139, 057271151 Casa Albertina e Mario, via F.lli Guermani 12, 0572912639, 347 2545759 Casa Nonna Zaira di Paganin Massimo, via Petrarca 14, 057275383, 328 2326360 Casa Rossa, viale Fedeli 68, 0572773499, 3476243536 Cavallotti, via Cavallotti 103, 057278847 Cioci, via Montebello 24, 057278335, 3470140365 Clodiani Marzia, viale della Libertà 10, 057270318 Colonna, via Cavallotti 107/a, 057270175 Columbia, corso Roma 19, 057270661 Conchiglia, via delle Saline 82, 057278913, 3386730941 Concordia, via della Salute 16, 057278928, 057274865 Continentale, via Puccini 18, 057270389 Corallo, via Cavallotti 116, 057278288 CorsaroVerde, via Michelangelo 2/a, 0572911650 Cristallino, viale Diaz 10, 057272031 DaVinci, viale Bicchierai 31, 057270377 Da Zia Rina, viaVolturno 18, 057273847, 3477487716 De LaVille, viale San Francesco 5, 057270321 Delizia Genovese, via Cavallotti 38, 057271375 Diamond, via Pastrengo 13, 0572772359, 3403072406 Donatello, via Puccini 16, 057274124 Du Park et Regina, viale Diaz 8, 057279232, 3473581207 Ercolini & Savi, via San Martino 18, 057270331 Eur, via Cavallotti 76, 057274775 Europa Hotel, via della Querceta 2, 0572771851, 3331862374 Fedora di Gori Rosalba, via Peloni 14, 057279619 Sul web (dati del ServizioTurismo e Promozione della Provincia di Pistoia, dal cui sito www.provincia.pistoia.it/ TURISMO/StruttureRicettive.asp è possibile anche effettuare prenotazioni on line) www.montecatinibikehotels.it www.funicolare1898.it www.termemontecatini.it www.grottamaona.it www.montecatini-alto.it www.montecatinicentrocommercialenaturale.it Per informazioni: Montecatini Congressi- Convention Bureau della Provincia di Pistoia Viale Manzoni, 7 - 51016 MontecatiniTerme (PT) - tel +390572904330 - fax +390572906114 www.montecatinicongresssi.com www.trenno.it/monte2.html www.tennistorretta.it www.montecatinigolf.com www.zoneumidetoscane.it www.lidolepanteraie.it www.tavmontecatini.it www.paduledifucecchio.it www.sportingclub-montecatini.it 62 Florida, via Michelangelo 16, 057270227 Florio, via Montebello 41, 057278343, 057278632, 3479128689 Francia e Quirinale, viale IV Novembre 77, 057270271 Frascati, via Cavallotti 19, 057278546 Giglio, viale Bicchierai 99, 057270356 Giotto, via Cavallotti 86, 057278847 Giovanna, via Cavallotti 126, 057278935, 057272089 Gloria, via delle Saline 18, 0572910033 Grande Bretagne, viale Don Minzoni 3, 0572771951, 3358182067 Grand Hotel Bellavista-Palace & Golf, viale Fedeli 2, 057278122, 057275212 Grand Hotel Croce di Malta, viale IV Novembre 18, 05729201 Grand Hotel & La Pace, corso Roma 12, 057275801 Grand Hotel Plaza e Locanda Maggiore, piazza del Popolo 7, 057275831 Grand HotelTamerici e Principe, viale IV Novembre, 2, 057271041 Grand HotelTettuccio, vialeVerdi 74, 057278051 Granduca Leopoldo, viaVenezia 11, 0572767621 Guhel Hotel, viaTorino 4, 057270010 Holiday, via Cavallotti 52, 057279718 Hotel Bijoux, via Imbriani 16, 0572386212, 3275671428 Hotel Medici, via Montebello 70, 0572767621 Hotel Rubens, viaTorino 10, 057278852 HotelVilla Anna, viale Rosselli 33, 057278416 HotelVilla Rita, viale Marconi 10, 057271171, 3471084264 HotelVilla Rita Depandance, viale Marconi 8, 057278622 HotelVilla Rita Resort, viale Marconi 55, 057278201 Il Cantastorie, via Sano 15, 0572674496 Il Capannaccio, via Poggio alla Guardia 2, 057273448 Il Parco, via Galvani 8, 766900, 0572766081 Imperial Garden, via Puccini 20, 0572910862 Impero, viale Bicchierai 83, 057271121, 057271122 Innocenti, via Gioberti 5, 057278820 Iris, via Cavallotti 26, 057278213 Italia, piazza Italia 2, 057278181 La Bolognola, via Bolognola 19, 055317494, 3357224991 La Pia, via Montebello 30, 057278600, 057278512 La Querceta, via Peloni 10, 057279354 Lara, via Cavallotti 87, 057278537 La Riviera, viale Marconi 17, 057279455, 0572767640 Lazzerini, via Cavallotti 80, 057278717 Indirizzi utili Le Fonti, viale San Francesco 4, 0572773566 Le Prunecce, via Montaccolle 14/b, 057267011 Le Saline, via delle Saline 28, 0572766441 L'Etoile de laVille, corso Matteotti 136, 0572913222 Lombardia e Sorgenti, viale Manzoni 9, 0572767658, 057278490 Maestoso, via Puccini 63, 057278214 Maloca, via Porta di Borgo 30, 0572090048, 3476255916 Manzoni, viale Manzoni 28, 057270175 Marina, via Cavallotti 31, 057270128 Massimo d'Azeglio, corso Matteotti 42, 0572770188 Mediterraneo, via Baragiola 1, 057271321 Metropole, via dellaTorretta 13, 057270092, 057270093 Meucci Davide, viale Fedeli 15, 0572911700, 057274571, 3355208547 Michelangelo, viale Fedeli 11, 0572911700, 057274571 Minerva Palace, via Cavour 14, 0572904406 Miramonti, viale Marconi 44, 057270647 Mirò, viale Bicchierai 82, 0572911113 Molino di Ciapo, via Renaggio 12, 057267225, 3384483732 Montebello, via Montebello 54, 057278112, 057270076 Moschini, viaTripoli 21, 057278283 Natucci, via Cavallotti 102, 057270380 Nizza et Suisse, vialeVerdi 72, 057279691 Nuova Italia, via Grocco 15, 057270381 Nuovo Excelsior, via Cavallotti 115, 057270212, 0572911203 Nuovo Mondo, viale Marconi 24, 057272046 Nuovo Savi, corso Matteotti 83, 057272142 Panoramic, viale Bustichini 65, 057278381 Paradiso, via Palestro 59, 057270353, 3384948154 Parigi, viaTrento 38, 057278753 Park Hotel Moderno, via Gorizia 11, 057271056 Parma e Oriente, via Cavallotti 135, 057278313, 057272135, 3479127678 Pesi, via Derna 24, 057271240 Petit Chateau, viale Rosselli 10, 0572905900 Piccadilly, viaTrento 10, 057275064 Piccolo Hotel, via Palestro 25, 0572767358 Podere La Colombaia, via dei Giannini 17, 0572674431, 057267029, 3271605283 Prati, viale Rosselli 27, 057278708, 0572910572 President, corso Matteotti 119, 057275665 Puccini, corso Roma 97, 0572904458 Raphael, via Derna 9, 057270242, 3496121144 Reale, via Palestro 7, 057278073 Residence Maria Sole, corso Matteotti 156, 0572772117 63 montecatini_60_64.qxp:011-032 7-03-2011 Indirizzi utili 22:33 Pagina 64 ResidenceValmarina, via San Michele 3, 057278951, 3355427604 Residenza Ancillotti, via del Prataccio 5, 0572766291, 3292950883 Rinascente, via Gioberti 10, 0572910386 Royal Palace, viale Bicchierai 113, 057270161 Salus, viale Marconi 5, 057278581 San Giorgio, viaTrieste 23, 057278433 San Marco, viale Rosselli 3, 057271221 San Pietro, via Curtatone e Montanara 9, 0572767594 Santa Barbara, via Marlianese 4, 057267353 Savoia e Campana, via Cavallotti 10, 0572772670 Savona, via Leopardi 10, 057270120 Scardigli Gianfranco, via Imbriani 7, 057275764 Serenissima, via delle Saline 34, 057270398 Settentrionale Esplanade, via Grocco 2, 057270021 Splendid, via Mazzini 36, 057275004, 3346064200 Storai Franca, viale Marconi 84, 057270531 Tacconi Patrizia, corso Matteotti 114, 057279223, 3395295341 Terme Pellegrini, piazza del Popolo 34, 0572910046 Tiffany, viale Bicchierai 37, 0572772301, 0572504067, 335459014 Tonfoni e Mafalda, via delle Saline 42, 057278286 Torretta, viale Bustichini 63, 057270305 Touring e Internazionale, via Cavallotti 66, 057271387 Trieste, via Puccini 15, 057279427 Trinacria, via Montebello 47, 057278343, 057278632, 3479128689 Tuscany Inn, viale Cividale 86/e, 057270302, 0572773768 Umbria, via delle Saline 19, 057271369 Universo Resort, corso Matteotti 51, 057278784 Valdinievole, viaTorino 21, 057278721 Valtorta, via Cavallotti, 92, 057278218, 057278219 Venezia, via Cavallotti 39, 057271294 Villa Gaia, via Mura P. Grocco 11, 0572770738 Villa Le Ferrette, via di Riaffrico 10, 057275391, 3470750182 Villa Maria, via Maona 21, 0572771744 Vintage Hotel, via Sardegna 12, 057278432 Vittoria, viale della Libertà 2/a, 057279271 VittorioVeneto, viale Bicchierai 10, 057274353, 3384935545 Zenith, via Cavour 20, 0572773398 Zucconi, via Gioberti 8, 057278819 Costante, corso Matteotti 90, 057278832 Da Egisto, piazza Battisti 13, 057278413 Da Lorenzo, corso Roma 45, 057279557 La Rughetta, piazza Giusti 6, Montecatini Alto, 057273208 LaTorre, piazza Giusti 8, Montecatini Alto, 057270650 Le Maschere, piazza Giusti 19-21, Montecatini Alto, 0572770085 Gran Caffé Giardino, piazza Giusti 22, Montecatini Alto, 057273116 Caffé Giusti, piazza Giusti 24 Montecatini Alto, 057270186 CorsaroVerde, piazza XX Settembre 11, 0572911650 Trattoria IlVicolo, via Bovio 1, 0572771976 La Bottega dell’Oste, via Biscolla 57, 0572913982 Tornese e Crevalcore, via DaVinci 13, 0572773074 Il Gallo, via Del Gallo 148, 057280335 I Gemelli, via Foscolo 11-15, 057271229 RistoranteWow,Via F.Lli Guermani 2, 0572911381 Il Gatto Bianco, via Galvani 18, 057278419 Enoteca Giovanni, via Garibaldi 25-27/A, 057273080 La Polveriera, via Marlianese 4, 057267353 Ristorante Montaccolle, via Marlianese 27, 057272480 Trattoria Da Guido, via Mazzini 2, 057278469 Le Prunecce, via Montaccolle 14, 0572674500 Dinner MovingTocqueville Restaurant, via Pistoiese 34, 0572766182 Monnalisa, via Pistoiese 49, 0572770807 Montecristo, via Pistoiese 59, 0572910077 Villa Patrizia, via Poggio Alla Guardia, 057267186 La Barca - Mare Mosso, via Ponte Dei Bari, 0572906318 Ristorante Margherita, via Renaggio 2, 057267155 Da Pellegrino, via Renaggio 6, 057267158 San Francisco, via Simoncini 2/E, 057279632 Osteria Il Bivio, viaVico 1, 057267319 Gourmet, viale Amendola 6, 0572771012 Il Discepolo, viale Fedeli 56, 057278541 Oca Nera, viale Marconi 58, 057279346 La Cascina, vialeVerdi 43, 057278474 Lidò Le Panteraie, via delle Panteraie 26, 057271958 La Pecora Nera, via San Martino 18, 057270331 Dove mangiare 64