CIL132 IN PRIMO PIANO pagine XIII-XIV MECK ARCHITEKTEN Centro parrocchiale domenicano, Monaco di Baviera, Germania Il Dominikuszentrum, costruito nella parte nord della città di Monaco di Baviera, costituisce un forte segno urbano e un importante punto di aggregazione per i circa 5.000 abitanti dell’appena terminato quartiere Nordheide. Il complesso parrocchiale, gestito dall’ordine dei frati domenicani, è facilmente individuabile all’interno del tessuto urbano esistente grazie alla particolare posizione planimetrica, all’essenziale forma architettonica e alla compattezza del materiale edilizio impiegato. Situato in mezzo a due ali di edifici residenziali tinteggiati con colori brillanti, in perfetto asse con la vicina uscita della stazione di Dülferstraße della U-Bahn cittadina, il Centro, appartenente alla parrocchia di S. Gertrude, progettato utilizzando la tipologia a corte, è stato realizzato interamente in laterizio a vista. Per le sue elevate caratteristiche architettoniche e compositive – che certamente hanno contribuito alla sua vittoria del concorso ad inviti del 2003, origine del successivo incarico –, il Dominikuszentrum si è ben presto convertito in un nuovo punto d’incontro per gli abitanti del quartiere multietnico, divenendo una valida alternativa alla piazza tradizionale. Il neocostituito landmark urbano – ma anche culturale e spirituale, grazie alle molteplici funzioni sociali – è opera di meck architekten, uno studio di architettura della capitale bavarese diretto da Andreas Meck. Il progettista, per sua stessa ammissione, ha voluto realizzare una grande “scultura” monolitica in mattoni, una “ casa senza tempo” che rimandi alla mente il materiale da costruzione primigenio: la terra. Perciò, il laterizio ricopre letteralmente tutte le pareti, i pavimenti e i soffitti esterni del Centro e, per esaltare maggiormente le qualità tattili di questo materiale primordiale, sono stati preferiti mattoni molto irregolari, scegliendo come colore una tonalità rosso accesso. Il complesso domenicano, alto due piani (eccetto la cappella e la sede della Caritas), si sviluppa attorno ad un’ampia corte di forma rettangolare, al cui centro sono stati piantati simbolicamente due alberi; a questa oasi pedonale, che emana una straordinaria sensazione di serenità e di pace, si accede attraverso tre passaggi coperti di differenti dimensioni. L’entrata principale, posta sul fronte ovest, fiancheggia a destra una cappella, epicentro di tutto l’organismo, che si stacca in altezza dal resto dei servizi sociali e spirituali disseminati lungo i quattro bracci dell’edificio. La cappella, le cui proporzioni rettangolari, in pianta e in altezza, sono desunte dalla sezione aurea, si contraddistingue, inoltre, per il colore blu delle pareti interne e per il fatto che due di esse, “fuori asse”, siano leggermente ruotate rispetto all’angolo retto. Il colore blu, colore celeste e divino, che rimanda anche a quello del popolare detto tedesco “azzurro come il cielo della Baviera”, è opera dell’artista Anna Leoni che ha sovrapposto, a mano, fino a 27 strati sottili di vernice sopra i mattoni della cappella. Un evidente misticismo liturgico che aleggia nell’aula viene ulteriormente enfatizzato dalla luce che fuoriesce dalla grande vetrata posta in alto, sopra l’ingresso: le sei porzioni dell’intera superficie trasparente sono caratterizzate dal Credo, un’iscrizione di parole in latino stampate sopra il vetro, un’opera di Andreas Horlitz (disegno concettuale di meck architekten). I cinque grandi portali di accesso, rivestiti di bronzo, sono stati progettati in modo da poter essere tenuti aperti e così espandere lo spazio liturgico anche all’esterno; gli elementi sacri e i mobili sono stati realizzati in quercia con un disegno rigoroso ed essenziale. Il piano terra del complesso, raccolto intorno ad una corte di circa 25x28 m, ospita inoltre la casa parrocchiale, il centro Caritas della zona nord della città e la scuola materna per 75 bambini. Questi servizi, anche se facenti parte del medesimo organismo collettivo, reso omogeneo dal tipo di composizione razionale e dal materiale costruttivo impiegato, riescono, attraverso un progetto intelligente e accorto, a mantenere lo stesso una loro specifica autonomia. Visivamente, ciò si manifesta al piano terra con la posizione scelta per i tre passaggi-entrate (che separano materialmente i diversi blocchi funzionali) e per mezzo dell’inserimento di elementi architettonici (superfici vetrate, cambi di quota) che contribuiscono a caratterizzare maggiormente l’indipendenza del singolo servizio. Anche al piano superiore (la casa per i giovani diaconi, l’alloggio del custode e il centro Caritas), l’abile posizionamento di grandi superfici terrazzate, specie di cortili rialzati e recintati, svolge una duplice funzione: architettonica (gradevoli e utili spazi all’aperto) e funzionale (separazione di gruppi di servizi autonomi). Per concludere, si può sostenere che Dominikuszentrum, un po’ come la gotica Frauenkirche, la chiesa in mattoni simbolo della città, caratterizzi con la sua presenza tutta la parte nord di Monaco di Baviera, donando alla città una nuova e importante opera di architettura. Progetto meck architekten, Andreas Meck Project management Wolfgang Amann, Peter Fretschner Collaboratori Susanne Frank, Johannes Dörle, Alexander Sälzle, Werner Schad (offerta), Wolfgang Kusterer (capo cantiere) Ingegneri strutturali Statoplan, Dipl. Ing. Wolf Eglinger, Monaco Superficie 1.856,71 m2 Cronologia 2003 concorso e progetto; 2005-08 realizzazione Fotografie Michael Heinrich Testo Igor Maglica Fronte sud. Nella pagina a fianco: vista del passaggio principale dalla strada (a destra) al cortile centrale (a sinistra). Sullo sfondo, il portale d’ingresso della cappella che, se tenuto aperto, permette di espandere lo spazio liturgico anche all’esterno. Pianta del piano terra (a sinistra) e del livello superiore. L’interno blu della cappella. I mattoni sono stati dipinti dall’artista Anna Leoni che ha sovrapposto a mano fino a 27 strati sottili di vernice. Planimetria. Qui e nella pagina a fianco: vista dalla strada del fronte ovest. In primo piano, l’entrata principale. Nella pagina a fianco: vista del cortile e, sullo sfondo, del fronte interno ovest.