Sommario 1. Premessa ................................................................................................................. 2 1.1. La procedura di verifica/screening nella normativa regionale ........................ 2 1.2. Finalità............................................................................................................. 3 2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) .......................................................................................... 7 2.1. Dimensioni ...................................................................................................... 8 2.2. Risorse naturali .............................................................................................. 10 2.3. Rifiuti prodotti ed emissioni.......................................................................... 13 2.4. Rischio incidenti rilevanti ............................................................................. 13 2.5. Inquinamento e disturbo ambientale ............................................................. 15 3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) ............................................................................................ 16 3.1. Analisi dei Vincoli ........................................................................................ 18 3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche ........................................... 26 3.2.1 Suolo e Sottosuolo ................................................................................. 26 3.2.2 Assetto Idrografico ed Idrogeologia ...................................................... 27 3.2.3 Caratteristiche climatiche....................................................................... 29 3.2.4 Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi ........................................................ 31 4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) .................................................................................... 33 5. CONCLUSIONI .................................................................................................. 36 1 1. Premessa La presente relazione riguarda la Verifica di assoggettabilità a VIA redatta ai sensi dell’ Art.20 del D.Lgs. 16-01-2008 n.4 “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale”, pubblicato nella G.U. 29 gennaio 2008, n. 24. Il progetto, cui la presente relazione fa riferimento, rientra nel campo di applicazione di cui all’ Allegato B2 della DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008: “categorie di opere da sottoporre alla procedura di verifica di assoggettabilità” punto 2) “Industria energetica estrattiva“, comma c) “impianti industriali non termici per la produzione di energia, vapore ed acqua calda”. 1.1. La procedura di verifica/screening nella normativa regionale L’allegato B2) alla deliberazione della Giunta regionale n.24/23 precisa i contenuti della relazione sugli effetti ambientali da allegare all’istanza di verifica; detti contenuti possono essere riassunti come segue: a) Caratteristiche dei progetti: le caratteristiche dei progetti debbono essere considerate tenendo conto, in particolare: - delle dimensioni del progetto; - del cumulo con altri progetti; - dell'utilizzazione di risorse naturali; - della produzione di rifiuti; - dell'inquinamento e disturbi ambientali; - del rischio di incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate; b) Localizzazione dei progetti: deve essere verificata la sensibilità ambientale delle aree geografiche che possono risentire dell'impatto dei progetti, tenendo conto, in particolare: - dell'utilizzazione attuale del territorio; - della ricchezza relativa, della qualità e della capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona; - della capacità di carico dell'ambiente naturale, con particolare attenzione alle seguenti zone: a) zone umide; 2 b) zone costiere; c) zone montuose o forestali; d) riserve e parchi naturali; e) zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri; zone protette speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; f) zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono già stati superati; g) zone a forte densità demografica; h) zone di importanza storica, culturale o archeologica. i) territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all’art.21 del D.lgs. 18.05.01 n.228. c) Caratteristiche dell'impatto potenziale: gli effetti potenzialmente significativi dei progetti debbono essere verificati in relazione ai criteri stabiliti ai punti a) e b) e tenendo conto, in particolare: - della portata dell'impatto (area geografica e densità della popolazione interessata); - dell'ordine di grandezza e della complessità dell'impatto; 1.2. Finalità Con la realizzazione dell’impianto, di potenza pari a 985,440 kWp, si intende conseguire un significativo risparmio energetico per la struttura consortile, mediante il ricorso alla fonte energetica rinnovabile rappresentata dal sole. Il ricorso a tale tecnologia nasce dall’esigenza di coniugare: la compatibilità con esigenze architettoniche e di tutela ambientale; nessun inquinamento acustico; un risparmio di combustibile fossile; una produzione di energia elettrica senza emissioni di sostanze inquinanti. 3 L’energia prodotta dall’impianto suddetto consentirà al CIPNES di diminuire notevolmente la bolletta energetica consortile che in questi anni ha avuto significativi aumenti sia a causa dei maggiori costi degli idrocarburi e sia per aumento dei consumi dovuti ad implementazioni e migliorie effettuate nelle varie fasi di trattamento degli impianti di discarica nonché di depurazione consortili. I lavori previsti si riassumono in: 1. Accantieramento e realizzazione della recinzione 2. Scavi posa tubazioni e pozzetti 3. installazione delle strutture di sostegno dei moduli mediante macchina battipalo 4. Installazione sovrastrutture in alluminio per il montaggio moduli 5. Realizzazione basamento cabina 6. Posizionamento cabina prefabbricata 7. Posa delle dorsali in DC 8. Installazione dei moduli fotovoltaici 9. Installazione e cablaggio Conergy Smart Connect 10. Installazione e montaggio apparecchiature in AC 11. Installazione, montaggio, scomparti MT e trasformatore 12. Installazione e cablaggio inverter centralizzati 13. Montaggio e collegamento dell’Illuminazione esterna, telecamere, e sistema antintrusione 14. Verifiche elettriche e misure di collaudo. In parallelo alla realizzazione dell’impianto sarà realizzato il collegamento in cavo MT fra la cabina con il gruppo di misura e la cabina ENEL di consegna esistente. L’impianto sarà da realizzare all’interno dei lotti di terreno facenti parte integrante del comprensorio di gestione dei rifiuti del Cipnes denominato “Spiritu Santu” ed identificato al Foglio 444 mappale 110 della CTR 1:10.000 e catastalmente allibrato al Foglio 63 mappale 54. L’impatto ambientale che lo stesso impianto ha sull’area d’installazione sarà molto limitato, in quanto interamente ricadente su una parte esausta della discarica, all'interno del comparto industriale dove opera tuttora la piattaforma di gestione e smaltimento dei rifiuti del consorzio stesso. 4 Figura 1. Inquadramento territoriale: ubicazione intervento scala 1:25000. 5 Ad oggi, la produzione di energia elettrica è per la quasi totalità proveniente da impianti termoelettrici che utilizzano combustibili sostanzialmente di origine fossile. Quindi, considerando l'energia stimata come produzione annuale media di circa 1237 kWh/kWp e la perdita di efficienza annuale, pari al 13%, le considerazioni successive valgono per il tempo di vita dell'impianto pari a 20 anni. 6 2. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO (punto 1 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) Il panorama energetico attuale è in forte evoluzione a causa di diversi fattori tra cui, non ultimo, la necessità di produrre energia da fonti rinnovabili per rispettare gli impegni di riduzione di CO2 assunti con la ratifica del Protocollo di Kyoto e la liberalizzazione del mercato dell’energia che favorisce la costruzione di impianti di piccola taglia distribuiti sul territorio. La normativa vigente col D.M. 19/02/2007 “Conto Energia” fino ad arrivare ai decreti di recente emanazione (vedi Quadro normativo contenuto nella Relazione descrittiva impianto elettrico, allegato AV RE 03) ha introdotto importanti agevolazioni per gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili tali per cui viene stimolato l’intervento da parete di imprese operanti nel settore. Con deliberazione della Giunta regionale n. 27/16 del 1 Giugno 2011 - che a sua volta recepisce il Decreto Ministeriale del 20 Settembre 2010 sulle Linea Guida Nazionali per le Fonti Rinnovabili – e che sostituisce la precedente Delibera Regionale 25/40 del 1 Luglio 2010, sono stati individuati i criteri tesi ad individuare le aree in cui possono essere installati gli impianti fotovoltaici, in modo da razionalizzarne la realizzazione e a contenerne l’impatto. Sulla base delle indicazioni del Piano Paesaggistico Regionale della Sardegna e del Piano Energetico Ambientale e che i criteri contenuti nella deliberazione succitata hanno individuato nelle aree industriali e artigianali e nelle cosi dette aree “brownfield” le superfici dove ubicare prioritariamente gli impianti fotovoltaici, in ragione della loro destinazione d’uso e della natura delle stesse. 7 2.1. Dimensioni Nel rispetto delle considerazioni precedenti il progetto riguarda la realizzazione di un impianto fotovoltaico della potenza di picco pari a 985,440 kWp. A tale scopo sarà interessato per l’installazione un lotto di terreno delle superfici complessive pari circa a 3 Ha (Ettari). L’impianto fotovoltaico oggetto della presente relazione, è costituito da 4106 moduli tradizionali in policristallino della potenza di 240Wp ciascuno, per una potenza complessiva pari a 985,440kWp. I moduli saranno montati su una struttura in acciaio zincato, studiata per evitare la realizzazione di fondazioni, ma stabile sul terreno e ancorata attraverso contrappesi che vincano l’azione del vento. Il generatore fotovoltaico sarà diviso in vari campi, differenti per angolo azimuth per sposare l’andamento naturale della discarica. L’angolo d’inclinazione dei moduli rispetto all’asse orizzontale, tilt, è pari a 30°. Le strutture saranno posizionate ad interasse variabile ma considerando un cono d’ombra tra i moduli di 22°, le strutture saranno di due tipi, a due e tre moduli a file parallele. Il generatore fotovoltaico come detto nel paragrafo precedente sarà posato sulle strutture in acciaio zincato seguendo l’andamento del terreno della discarica, utilizzando le superfici degli abbancamenti esistenti. Le file parallele dei moduli con la medesima esposizione faranno capo allo stesso campo, chiamato zona nelle tavole allegate alla presente ed in totale saranno 5 (zona A÷E). La struttura ottimizza l’angolo di inclinazione dei moduli e lo fissa sui 30°, considerando un cono d’ombra mai superiore ai 22° si sono raggiunte le caratteristiche di ottimizzazione per sfruttare al massimo la produzione energetica del generatore. I moduli nelle 5 zone saranno così suddivisi: Zona A con 1450 moduli e una potenza di 348,00kWp Zona B con 1016 moduli e una potenza di 243,84kWp Zona C con 610 moduli e una potenza di 146,40kWp Zona D con 730 moduli e una potenza di 175,20kWp Zona E con 300 moduli e una potenza di 72,00kWp Per una potenza complessiva d’impianto pari a: 985,440kWp 8 Quanto sommariamente descritto è meglio rappresentato negli elaborati grafici allegati alla relazione descrittiva di impianto elettrico AV RE 03, e riportato in modo rappresentativo nell’immagine seguente. CABINA ELETTRICA L=8 x P=3 x H=3 DORSALE LINEA CC + LINEA CAN MONITORAGGIO Schematicamente il generatore fotovoltaico sarà installato come rappresentato nella figura seguente. per una maggior dettaglio si rimanda agli elaborati grafici di progetto ed alla relazione descrittiva dell’impianto elettrico, allegato AV RE 03. 9 2.2. Risorse naturali L’utilizzazione del terreno risulta comunque a destinazione d’uso di carattere industriale quindi le risorse naturali del sito risultano sacrificate e comunque di modeste entità. Dall’analisi di tutto l’ampio territorio in cui la discarica si inserisce è scaturita la individuazione di porzioni di esso che rappresentano condizioni generali molto differenti tra loro e che si possono ricondurre essenzialmente alle tipologie di seguito specificate: - fascia dunale costiera retrostante la spiaggia delle Saline e di Murta Maria; - stagni e fascia circumstagnale per una profondità variabile da pochi a qualche decina di metri; - aree interne e limitrofe al centro abitato di Murta Maria ed ai vari insediamenti turistici esistenti nella zona esaminata; - aree percorse in un passato più o meno recente da incendi; - aree sottoposte ad attività agropastorali; - aree a macchia mediterranea integra; - aree a macchia mediterranea degradata o in fase di ricostituzione; L’ambito territoriale in cui sorge l’impianto si presenta con una morfologia abbastanza semplice e caratterizzato soprattutto da formazioni litologiche affioranti. Alle forme dolcemente arrotondate dall'erosione – con dossi talvolta spianati, evidenti nei rilievi del complesso metamorfico – si contrappongono forme più elevate ed aspre, spesso tormentate, con acclività marcate e costituenti le emergenze granitiche dell’area vasta. Il sito, da un punto di vista agropedologico, presenta caratteristiche di massima omogeneità. Tutto il comprensorio in esame, presenta una profondità media dello strato attivo che raramente supera i cm 30 con una rocciosità elevata e con valori sempre superiori al 30%. In alcune zone sono presenti aree a rocciosità elevatissime fino alla roccia nuda. Questi suoli non sono suscettibili di alcuna trasformazione fondiaria e la loro stabilità in sito è legata alla presenza della bassa macchia mediterranea. Nell’area circostante non sono stati individuati segni di dissesto, frane, scivolamenti, formazione di solchi di ruscellamento, che possano condizionare la discarica o il progetto di adeguamento funzionale della stessa. 10 Le opere di adeguamento funzionale della discarica non interferiscono in alcun modo con l’assetto geologico, geomorfologico, strutturale, geotecnico e idrogeologico del territorio. L’area si presenta stabile e priva di indizi che possano indicare anche in futuro la presenza di dissesti o altri problemi di natura geologica. L’area immediatamente circostante il sito della discarica ha un utilizzo prevalente per attività agro-pastorali e zootecniche ed è caratterizzata dalla presenza dell’asta fluviale del Rio Padrongiano e dei suoi tributari, e vi sono localizzate numerose attività agricole, destinate per lo più a vigneti. 11 Figura 2. Inquadramento territoriale CTR 1:10000 e riprese fotografiche. 12 La realizzazione dell’opera non richiede al territorio particolari apporti significativi in termini di materiali (per un analisi più approfondita si veda la Relazione Geologica in Allegato AV RE 02) energia o altre risorse e neanche apporti idrici o qualunque utilizzo di risorsa non rinnovabile. 2.3. Rifiuti prodotti ed emissioni L’impianto in progetto ha come peculiarità la produzione di energia da fonti rinnovabili ed in particolare da fotovoltaico per cui sia nella fase di realizzazione che durante il funzionamento dell’impianto non saranno prodotti rifiuti. Inoltre considerando la fase di fine vita dell’impianto e il conseguente suo smantellamento tutte le sue componenti sono di natura perfettamente riciclabili essendo per il 90% composti da alluminio, vetro, silicio rame e materiale plastico1. La produzione di energia elettrica sarà dunque a zero emissioni, non verrà utilizzato alcun combustibile nè si manipoleranno materiali o prodotti inquinanti di alcun genere. Non saranno previsti inoltre scarichi di qualsiasi natura organica o non per cui le acque di falda non potranno essere in alcun modo inquinate. Essendo dei generatori statici non sarà emessa alcuna fonte di rumore se si esclude il ronzio dei trasformatori presenti in cabina di trasformazione ma del tutto trascurabile. Non verranno inoltre prodotti elementi di perturbazione dei processi geologici o geotecnici senza alterare qualunque dinamismo spontaneo di caratterizzazione del paesaggio ambientale con riferimento agli aspetti storico-monumentali e culturali. Essendo i moduli installati tramite file parallele sollevate ed ancorati a terra mediante elementi di fissaggio a vite non si influenza il terreno interessato alla formazione di fenomeni di perturbazione delle condizioni idrografiche, idrologiche e idrauliche. 2.4. Rischio incidenti rilevanti Considerando inoltre il rischio d’incidenti, per quanto riguarda, in particolare, le sostanze o le tecnologie utilizzate si può affermare che questi non sono assolutamente presenti per qualunque natura. Il maggior rischio è rappresentato dalla presenza della cabina di ricevimento e trasformazione MT/BT che risulta comunque classificato come un impianto a basso rischio incidenti rilevanti. 1 Ad oggi si contano diversi consorzi di riciclaggio del silicio contenuto negli impianti fotovoltaici. 13 All’interno della stessa si generano radiazioni elettromagnetiche derivate dalla conversione e trasformazione dell’energia comunemente presenti in qualunque cabina di trasformazione e comunque contenute nel rispetto della normativa vigente senza influire su organismi o salute umana. L’impianto sarà diviso in tre sezioni: a) parte di generazione, realizzata con pannelli fotovoltaici e distribuzione in corrente continua in bassa tensione tramite conduttori ad alto isolamento. b) parte di trasformazione, per passaggio da corrente continua a corrente alternata trifase in bassa tensione, 50Hz (tramite inverter); c) parte di elevazione della tensione per raggiungere il valore di Media Tensione 15 KV, 50Hz richiesto dall’Ente Distributore (tramite trasformatore BT/MT) e distribuzione con conduttori isolati. Per quanto sopra detto l’impianto funzionerà a frequenza di 50 Hz con tensioni limitate ad impianti di I categoria, dallo stadio di consegna sino a quello finale di elevazione alla Media Tensione richiesta per l’immissione in rete nei locali richiesti per l’allaccio dall’Ente Distributore. La parte di impianto funzionante in Media Tensione è realizzato esclusivamente in locali chiusi e conformi alla normativa applicabile (norme CEI e richieste DK dell’Ente Distributore) e quindi si configura come una ordinaria cella di trasformazione BT/MT senza introdurre alcuna problematica ulteriore di emissione di onde elettromagnetiche. Si considera inoltre che i locali sono presidiati con presenza umana limitata ai brevi tempi di controllo. Tutte le apparecchiature impiegate saranno conformi alla normativa in vigore, es. in termini di protezione contro i contatti diretti, indiretti, sovratensioni e disturbi elettromagnetici. Per i cavi MT dei collegamenti interni si considera una corrente di 300 A. Per i cavi del collegamento entra-esce alla cabina di consegna si considera una corrente di 500 A. Nei due casi i cavi sono posati con modalità interrata a una profondità di circa 1,00 m dal piano di calpestio tale da garantire una intensità dei campi magnetici inferiore a 3 µT in asse con i conduttori. 14 2.5. Inquinamento e disturbo ambientale Al di là del giudizio estetico complessivo sullo scenario indotto dal progetto, l’esecuzione delle nuove opere, insieme all’ampliamento della discarica in questione non modificheranno le condizioni di fruibilità dell’area. Infatti le stesse non determineranno modificazioni nel regime di utilizzo del sito, sia in termini qualitativi che quantitativi, né indurranno sottrazioni di spazi fruibili alla collettività. Infine, si evidenzia che sotto il profilo della percezione visiva, la realizzazione dell’impianto non determinerà impatti significativi in quanto: le opere in esecuzione rappresentano un completamento funzionale di quelle esistenti, considerando il comprensorio di Spiritu Santu come parte integrante del futuro parco energetico; l’impianto esistente connota decisamente lo scenario paesaggistico attuale; l’ampliamento non determina sottrazione di significative e peculiari porzioni di territorio. 15 3. LOCALIZZAZIONE DEL PROGETTO (punto 2 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) Gli elaborati grafici di progetto documentano l’esatta ubicazione della discarica. Più precisamente il sito è identificato nella carta I.G.M. scala 1:25.000 n°444 sezione II di Olbia e nel foglio 444 sezione 110 della Carta Tecnica Regionale scala 1:10.000. L’impianto è situato a sud-est dell’agglomerato urbano di Olbia in località Spiritu Santu, a circa 2 km dalla strada statale 125 – Orientale Sarda, ed è individuato al catasto terreni del comune di Olbia al foglio 63, mappale 54. Il sito destinato a discarica, dell’estensione di circa 3 Ha, è raggiungibile attraverso una strada intercomunale che si innesta sul tracciato della S.S. 125 all’altezza del km 309. Il centro abitato più vicino è quello di Murta Maria, posto a circa 2.4 km in direzione nord-est, seguito dal comune di Porto San Paolo a circa 4,50 km in direzione est e dal centro abitato di Olbia ad ovest a circa 6,00 km. 16 Foto aerea 1. Vista aerea discarica consortile in località Spiritu Santu. 17 La localizzazione e la distanza dalle principali arterie stradali, rende di fatto quasi impercettibile la discarica dai punti di vista pubblici, (per lo studio di inserimento paesaggistico si veda la Relazione di Compatibilita’ paesaggistica Allegato AV RE 04). All’interno dell’area oltre al corpo discarica vero e proprio sono presenti un impianto di compostaggio, una piattaforma ecologica ed un impianto per il trattamento dei RR.SS.UU. Come detto in precedenza, il progetto nel suo insieme non andrà a modificare l’assetto territoriale o la zonizzazione esistente ne comporterà modifiche rilevanti al paesaggio, ne alla qualità o capacità di rigenerazione delle risorse naturali della zona. Inoltre come vedremo di seguito, non vi sono modifiche alla capacità di carico dell’ambiente naturale, e della qualità in generale in riferimento alla presenza di: - Zone umide; - Zone costiere; - Zone montuose o forestali; - Riserve e parchi naturali; - Zone classificate o protette dalla legislazione degli Stati membri dell’Unione europea; - Zone protette speciali designate dagli Stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e 92/43/CEE; - Zone nelle quali gli standard di qualità ambientali fissati dalla legislazione comunitaria sono già stati superati; - Zone a forte densità demografica; - Zone di importanza paesaggistica, idrogeologica, storica, culturale o archeologica o altre aree sensibili dal punto di vista ambientale comunque definite. 3.1. Analisi dei Vincoli La metodologia adottata definisce tre livelli di analisi, corrispondenti ad altrettanti livelli di valutazione. Da un primo livello che definisce condizioni di totale non idoneità (che esprimono un grado di tutela integrale su porzioni di territorio di particolare valore), si passa a livelli nei quali il grado di non idoneità viene dettato da valutazioni tecniche. I tre livelli sono strutturati per rispondere alla necessità di individuare separatamente i fattori che concorrono alla esclusione, limitazione o preferenza di un sito. 18 Il primo livello, che non investe il caso in discussione, impone condizioni di assoluta esclusione (fattori escludenti) di aree vincolate per legge, non soggette ad alcun tipo di valutazione successiva. Per la disamina di 2a Fase vengono considerati i fattori collegati a disposizioni provenienti dall'analisi della normativa vigente, che tutela aree da sottoporre a vincolo secondo il parere dell'ente interessato. La tutela si impone in funzione sia del tipo di bene od opera da proteggere, che del tipo di intervento di trasformazione del territorio: oltre ai beni ambientali intervengono in questa disamina anche i beni storico-artistici-archeologico-architettonici e le aree di interesse demaniale. Sulla base delle indicazioni regionali, pertanto, per la disamina della vincolistica è necessario riferirsi a: - vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale (L.R. 31/89) - vincoli di natura idrogeologica (R.D.L. n°3267) - vincoli su beni storico-artistici-archeologico-architettonici (L.1089/89) - vincoli paesistici (L.R. 45/89); Si procede pertanto ad un esame dei vincoli predetti per l’area della discarica consortile: Vincoli per le aree di rilevanza naturalistico ambientale Il sito non rientra tra le aree di parco, di riserva e monumenti naturali, nonché di aree di particolare rilevanza naturalistico-ambientale. Vincoli di tipo idrologico e idrogeologico L’area non è sottoposta a vincolo idrogeologico ai sensi dell’art.1 del R.D. 30.12.1923 n° 3267. Vincoli di tipo storico-artistico-archeologico Nell’area non risultano essere presenti vincoli su beni storico-artistici-archeologico-architettonici. 19 Vincoli di tipo paesaggistico L’area di sedime della discarica consortile è ricompresa all’interno del perimetro soggetto a vincolo di tutela paesaggistica apposto con provvedimento di cui al D.M. 30/11/1965 pubblicato sulla G.U. 16/02/1966 n.41, successivamente rettificato con D.M. 10/01/1968: Il predetto provvedimento di tutela prescrive la salvaguardia dello scenario caratterizzato da un “[…] eccezionale susseguirsi di quadri naturali offerti da innumerevoli promontori granitici che emergono dal mare purissimo, per l’allungarsi di dolci spiagge, bianche fra l’azzurro marino ed il verde restante flora mediterranea ed il grigio rosa delle rocce, per il luccichio dei laghi stagni e per le isole di fantastico aspetto, mostruoso nello strapiombare di quote di molte centinaia di metri fino alle onde marine; il tutto in una mirabile fusione fra le acque, le rocce, le spiagge, le colline e la vegetazione…..” La realizzazione di un impianto fotovoltaico consistente non incide direttamente sugli elementi di pregio paesaggistico descritti e tutelati nel D.M. 30/11/1965 e nei relativi allegati. Del resto i caratteri paesaggistici generali dell'area di intervento sono stati fortemente condizionati dalla peculiare destinazione del sito, che ne ha mutato radicalmente l’assetto paesaggistico naturale e la configurazione geomorfologia. L’intervento programmato, si inserisce in un contesto pesantemente infrastrutturato, fortemente connotato dalla presenza della discarica e degli impianti afferenti e non presenta particolari valori intrinseci di pregio ambientale. Sul medio periodo, esaurita la capacità di smaltimento della discarica, sono previsti interventi finalizzati ad una ridefinizione dello scenario complessivo verso forme ed opere che ripristinino la naturalità di luoghi. L’opera in progetto è pertanto coerente con i valori tutelati e con le valenze paesistiche generali dell’area, non alterando, di fatto, l’attuale equilibrio. Per una descrizione più approfondita si rimanda alla ”Relazione di Compatibilita’ Paesaggistica, Allegato AV RE 04. 20 Figura 3.1.Inquadramento territoriale. Carta dei vincoli 1. 21 22 Figura 3.2. Inquadramento territoriale. Carta dei vincoli 2. 23 Le seguenti foto danno una rappresentazione fotografica dello stato attuale dell’area di intervento e del contesto: Foto 1. Vista Panoramica della Discarica, lato NORD, dal suo interno con valenze naturalistiche collinari sullo sfondo Foto 2. Vista di dettaglio della Discarica dalla strada di accesso: in evidenza il profilo della discarica in rapporto con lo skyline delle emergenze collinari intorno e lo stato di evidente compromissione della vegetazione residua esistente 24 Foto 3. Vista di dettaglio della Discarica dalla strada di servizio, lato SUD-OVEST, in evidenza tipica morfologia a “torta” secondo stoccaggio dei rifiuti per settori successivi ed elementi lineari facenti parte della rete smaltimento BIOGAS. Foto 4. Panoramica dalla Discarica: in evidenza il sistema degli elementi linerai per lo smaltimento del biogas e il contesto paesaggistico intorno. 25 3.2 Componenti Ambientali – Abiotiche e Biotiche Sono di seguito considerate le componenti naturalistiche ed antropiche potenzialmente interessate dalla realizzazione, dal funzionamento e dalla dismissione dell’impianto fotovoltaico, e le interferenze tra queste ed il sistema ambientale nella sua globalità. Le componenti ed i fattori ambientali considerati, sono così stati così intesi: a) atmosfera: qualità dell'aria e caratterizzazione meteoclimatica; b) ambiente idrico: acque sotterranee e acque superficiali considerate come componenti, come ambienti e come risorse; c) suolo e sottosuolo: intesi sotto il profilo geologico, geomorfologico e pedologico, nel quadro dell'ambiente in esame, ed anche come risorse non rinnovabili; d) ecosistemi, vegetazione, flora e fauna: formazioni vegetali ed associazioni animali, emergenze più significative, specie protette ed equilibri naturali; e) salute pubblica: come individui e comunità; f) paesaggio: aspetti morfologici e culturali del paesaggio, identità delle comunità umane interessate e relativi beni culturali. 3.2.1 Suolo e Sottosuolo Assetto Geologico. Il territorio in esame è rappresentato da un basamento di litotipi intrusivi granitoidi, ovvero monzograniti inequigranulari muscovitici e biotitici, in parte ricoperti prevalentemente da depositi eluviali e colluviali sabbiosi, ghiaiosi e limosi prodotti dal disfacimento della roccia granitica arenizzata ma anche dal trasporto da parte degli agenti esogeni; tali depositi sono presenti prevalentemente nelle linee d’impluvio, nelle zone più depresse, determinando così l’addolcimento della morfologia del territorio. Si tratta in generale di terreni che da un punto di vista granulometrico presentano una elevatissima componente sabbiosa, circa il 70 %, mentre l’argilla è presente nell’ordine di meno del 15 %. 26 Figura 3.3. Schema Geologico L’area della discarica, è dunque caratterizzata da un basamento di roccia intrusiva monzogranitica fratturata, superficialmente arenizzata. 3.2.2 Assetto Idrografico ed Idrogeologia Il territorio comunale di Olbia è caratterizzato da una idrografia superficiale sviluppata. L’area appartiene all’Unità Idrografica Omogenea di Padrogiano e più precisamente l’area industriale appartiene ai bacini idrografici del Riu de Cabu Abbas (codice 0132) e del Riu Padredduri (0133) mentre l’area di cava e della discarica al bacino idrografico del Fiume Padrogiano (0129). Il Riu de Cabu Abbas ha un’estensione di 9,55 km2, il Riu Padredduri 12,24 km2 e il Fiume Padrogiano di 450,78 km2. Il Fiume Padrogiano, corso d’acqua principale dell’U.I.O., è a regime torrentizio e si origina nella parte orientale del massiccio del Limbara e sfocia dopo 35 km nel Golfo di Olbia. I terreni dell’area in esame possono considerarsi da debolmente permeabili a impermeabili; in generale, sono costituiti da una formazione superficiale per lo più di tipo sabbioso-argillosa e limosa, alla quale segue il granito arenizzato. 27 La permeabilità dei graniti inalterati subaffioranti è da ritenersi molto scarsa; essa è legata alla fratturazione che può consentire un modesto immagazzinamento d'acqua soltanto nell'immediata prossimità della superficie, dove le fratture sono allentate. In profondità, dove le fratture sono molto più serrate, giocano un ruolo del tutto trascurabile. In definitiva, l'unica formazione permeabile è costituita dai prodotti di smantellamento e alterazione dei graniti, ovvero i terreni superficiali ed i depositi eluviali e colluviali. In accordo con i dati di letteratura, per i sabbioni si è assunta una porosità di circa 25%. Una certa importanza nell'immagazzinamento idrico e nella canalizzazione locale riveste infine lo strato di granito fortemente alterato con fratture piuttosto allentate, situato immediatamente sotto le coltri detritiche. In base alle diverse caratteristiche di permeabilità delle formazioni, si possono distinguere tre classi: La prima è caratterizzata da suoli a permeabilità bassa prevalentemente per fessurazione (10-5 < k < 10-8, acquiferi monofalda); trattasi dei settori ove la roccia è affiorante o sub affiorante. La seconda è caratterizzata da terreni a permeabilità medio bassa, con drenaggio da lento ad impedito e substrato permeabile per fratturazione a modesta profondità (acquiferi multifalda). La circolazione dell’acqua avviene quindi sia in superficie, all’interno delle deboli coperture paleozoiche arenizzate e depositi eluviali sabbiosi (acquifero poroso, (10-3 < k < 10-6 m/s), che in profondità nel livello sottostante più integro attraverso il sistema di fratture (acquifero fessurato, k< 10-6). La terza è caratterizzata da terreni a permeabilità bassa prevalentemente per porosità, in corrispondenza delle principali vie di drenaggio delle acque superficiali e sotterranee, in particolare i depositi antropici e quelli eluviali e colluviali, sabbiosi, sabbioso limosi e limoso sabbiosi, con 10-4 < k < 10-7. Il complesso intrusivo dei monzograniti costituisce litologicamente il più alto grado di impermeabilità, ma al contempo, per la elevata percentuale di faglie e fratture, una zona di ricarica nella complessa circolazione delle acque nel sottosuolo. Il complesso superficiale colluviale ed eluviale, costituisce il dreno naturale per le acque del sottosuolo provenienti da tutti i bacini. 28 Per quanto sopraccitato, si rileva quanto segue: l'area in esame ha un substrato scarsamente permeabile ed una circolazione nel sottosuolo legata esclusivamente a faglie e/o fratture; numerose sono le manifestazioni sorgentizie di acque di fessurazione, ma poco significative, visibili solo nei periodi più piovosi e nelle scarpate delle vie perimetrali e di penetrazione della discarica, nel lato a monte, dove è più evidente la fratturazione e alterazione della roccia; nelle stagioni in cui le precipitazioni sono scarse, sono assenti. Sono presenti diverse zone umide e di raccolta delle acque di drenaggio degli impluvi, in corrispondenza dei corsi d’acqua e della confluenza delle aste torrentizie, a valle della discarica, dove sono presenti le alluvioni, recenti e antiche, del Padrongiano. A livello locale l’esame della rete idrografica del territorio oggetto di studio rivela come l’andamento e la forma dell’alveo dei corsi d’acqua, risentano delle caratteristiche tettoniche e soprattutto di quelle litologiche. Il controllo strutturale viene evidenziato da variazioni improvvise della direzione di scorrimento di alcuni corsi d’acqua in corrispondenza di faglie tettoniche. Inoltre i corsi d’acqua impostati su litotipi litoidi si presentano poco sviluppati e a basso grado di gerarchizzazione, mentre quelli impostati sui depositi terrigeni, presentano un reticolo più sviluppato ed una configurazione che può essere definita dendritica. I deflussi idrici sotterranei, dalle osservazioni compiute, sembrano avere in generale le stesse direzioni di quelli superficiali; si ritiene cioè che bacino idrografico e idrogeologico siano in linea di massima coincidenti. Le acque di ruscellamento superficiale, laminare e concentrato, che attraversano la piattaforma e l’area circostante, raggiungono dopo circa 1,4 km a Nord, il rio Su Fenuju, che sbocca a mare nello stagno Tartanelle, presente a circa 2 km a Nord della discarica. 3.2.3 Caratteristiche climatiche Il clima delle coste della Gallura subisce come quello di tutte le coste sarde, una netta influenza per il permanere delle masse d’aria occidentali secondo le caratteristiche fisiche che le distinguono. 29 La Collina Dorata s.r.l. – Progetto per la Prosecuz ione della Coltivazione della Cava “ La Lana – Azza Ruia ” Relazione sugli effetti Ambientali Così la prevalenza di masse d’aria temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola percentuale di ore di masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un coste sarde, una netta influenza per il permanere delle masse d’aria occidentali seconchiaro della mitezza del clima zone. Così la prevalenza di masse d’aria do indizio le caratteristiche fisiche che inlequeste distinguono. temperate e mediterranee in qualunque stagione e la piccola percentuale di ore di masse artiche in inverno e di masse tropicali in estate danno subito un chiaro indizio Naturalmente sia per l’effetto della latitudine che per l’orientamento del litorale, nel settore della mitezza del clima in queste zone. costieroNaturalmente della Gallura si una leggera in più le masse d’aria in siaverifica per l’effetto della percentuale latitudine che perperl’orientamento delfredda litorale, inverno rispettocostiero alle coste ripercuote naturalmente media nel settore dellameridionali Gallura si sarde. verifica Ciò una sileggera percentuale in più in peruna le masse d’aria fredda in inverno rispetto alle ecoste meridionali sarde. Ciò si ripercuote naturalleggermente più bassa nella temperatura più elevata nella nuvolosità e nelle precipitazioni. mente in una media leggermente più bassa nella temperatura e più elevata nella nuvoDi losità seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione e nelle precipitazioni. meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia. Di seguito vengono riportati i dati pluviometrici e sulla temperatura ricavati dalla stazione meteorologica più vicina al sito, quella di Olbia. Temperatura dell’aria: Le temperature mensili (max e min) in °C rilevate nel 2009 dalla stazione Temperatura temperature di mensili (max e min) in °C rilevate 2007 dalla stameteorologica piùdell’aria: vicina alLecomprensorio gestione rifiuti, stazione di Olbia,nel risultano riportate zione meteorologica più vicina alla cava, stazione di Olbia, risultano riportate ne quadro che nel quadro che segue: segue: Mese Gen. Feb. Mar. Apr. Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. Dic. Anno Max. 17,5 16,2 17,0 19,5 26,8 31,4 32,6 31,8 28,7 26,9 18,5 18,1 25,6 Min. 4,5 5,3 6,0 10,3 12,5 16,5 17,0 18,0 14,0 9,7 6,2 5,0 10,4 I valori riscontrati sono tipici della zona nord orientale della Sardegna con temperature elevate nei mesi di Giugno, Luglio Agosto e temperature minimecon maitemperature troppo basse con i I valori riscontrati sono tipici della zonaednord orientale della Sardegna elevate valori minimi nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio. nei mesi di Giugno, Luglio ed Agosto e temperature minime mai troppo basse con i valori minimi Regime pluviometrico: Per quanto riguarda il regime pluviometrico, se si esaminano nel mese di Dicembre, Gennaio e Febbraio. i dati delle vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un ventincinquennio si nota, al contrario della temperatura, un aumento nella piovosità man pluviometrico: mano che siPerprocede verso l’interno l’aumento dell’altitudine. Da i questo si Regime quanto riguarda il regime con pluviometrico, se si esaminano dati delle deduce che, per il tratto costiero della Gallura che comprende l’area di cava , nel tratto vecchie carte pluviometriche ricavate sulla media di un venticinquennio si nota, al contrario della di costa orientato da N a S le precipitazioni segnano un valore annuo da 600 a 700 temperatura, un aumento nella piovosità mano si procede verso l’aumento mm per una fascia costiera da 20 a man 25 Km. Lachedistribuzione su l’interno esposta con della precipitazione media annua e verosimilmente delle nuvolosità rispecchiano fedelmentel’area le dell’altitudine. Da questo si deduce che, per il tratto costiero della Gallura che comprende caratteristiche già esposte della circolazione in concomitanza con l’orientamento delle coste di discarica nel tratto di costa orientato da N a S le precipitazioni segnano un valore annuo da e alla morfologia, alle quali sono associati i fenomeni di “stau” e di “foehn” su menzionati. 600 a 700 mmspecifico per una fascia costiera da 20 a 25 Km. Nello per il 2007 le precipitazioni rilevate dalla stazione più vicina, stazione di Olbia, mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale (778 mm) e tocca i valoridella minimi nei mesi di Luglio Agosto; la distribuzione mensile delle La distribuzione su esposta precipitazione media ed annua e verosimilmente delle nuvolosità precipitazioni (in mm) è la seguente: rispecchiano fedelmente le caratteristiche già esposte della circolazione in concomitanza con l’orientamento quali Ago. sono Set. associati di “stau” Me- Gen. delle Feb.coste Mar.e alla Apr. morfologia, Mag. Giu.alleLug. Ott. i fenomeni Nov. Dic. Anno e di “foehn” se su menzionati. 30 82 85 73 25 15 2 10 30 86 94 120 652 30 30 ____________________________________________________________________________________________________________________ C.M.G. Ingegneria e Servizi s.r.l., via Sant’Antonio 23 – Oristano - Ing. G. Murranca, Ing. R. Ghinami, Dott. Geol. F. Busa deduce che, per il tratto costiero della Gallura che comprende l’area di cava , nel tratto di costa orientato da N a S le precipitazioni segnano un valore annuo da 600 a 700 mm per una fascia costiera da 20 a 25 Km. La distribuzione su esposta della precipitazione media annua e verosimilmente delle nuvolosità rispecchiano fedelmente le caratteristiche giàil esposte circolazione in concomitanza delle coste Nello specifico per 2007 le della precipitazioni rilevate dalla stazionecon piùl’orientamento vicina, stazione di Olbia, e alla morfologia, alle quali sono associati i fenomeni di “stau” e di “foehn” su menzionati. mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale (778 mm) e Nello specifico per il 2007 le precipitazioni rilevate dalla stazione più vicina, stazione di tocca i valori minimi nei mesi di Luglio ed Agosto; la distribuzione mensile delle precipitazioni (in Olbia, mostrano una piovosità media annuale di 652 mm, inferiore alla media regionale mm) è lamm) seguente: (778 e tocca i valori minimi nei mesi di Luglio ed Agosto; la distribuzione mensile delle precipitazioni (in mm) è la seguente: Me- Gen. Feb. Mar. Apr. 85 73 Mag. Giu. Lug. Ago. Set. Ott. Nov. 2 10 30 86 94 Dic. Anno se 30 3.2.4 82 25 15 Vegetazione, Fauna ed Ecosistemi 120 652 30 ____________________________________________________________________________________________________________________ C.M.G. Ingegneria e Servizi s.r.l., via Sant’Antonio 23 – Oristano - Ing. G. Murranca, Ing. R. Ghinami, Dott. Geol. F. Busa In base alla classificazione fitoclimatica del Pavani l’area in oggetto ricade nella zona del Laurentum sottozona calda che in questo coincide con la zona del piano basale orizzon- tale mediterraneo sub-orizzontale litoraneo caratterizzato dal Climax dell’Oleo-Ceratonium che si estende dal livello del mare fino ad un’altitudine di 200 mt. La vegetazione tipica di tale Climax è caratterizzata da formazioni arbustive sempreverdi di sclerofille e da macchia termoxerofila, costituita essenzialmente da olivastro, cisto, lenti- schio, mirto, euforbia, con presenza nelle zone più alte di quercus ilex e suber . Nel corso della seconda metà dell’ultimo secolo l’estensione della flora naturale è stata sensibilmente ridotta dal disboscamento operato per il reperimento di aree da adibire ad attività agricole ovvero in alternativa a pascolo. Tale fenomeno ha determinato una evoluzione del manto vegetale naturale, infatti il paesaggio originario viene gradualmente sostituito da un paesaggio intensamente alterato ed antropizzato. Nelle aree circostanti al sito di cava sono presenti rari episodi di macchia rada, all’interno del sito vero e proprio, visto lo sfruttamento in atto, non è presente vegetazione alcuna. La progressiva antropizzazione ha determinato variazioni sia qualitative che quantitative in relazione alla fauna presente nel territorio. La fauna presente nell’area interessata dall’attività di cava e in quelle contermini è quel- la tipica e comune in tutta la Sardegna nord orientale, presente comunque non in numero significativo vista la forte antropizzazione dell’area. 31 Sulla scorta di precedenti studi e di rilevamenti diretti, nelle aree incolte e adibite a pascolo si può osservare la presenza di mammiferi di varie specie come il cinghiale, la volpe, la donnola, la lepre sarda, il coniglio selvatico, il ratto bruno, il topo campestre, il riccio e rettili come il geco, la lucertola sarda, la lucertola campestre, la luscengola, il gongolo, il colubro sardo e la biscia d’acqua. Tra gli uccelli è presente la cornacchia, l’averla, lo strillozzo, il calandro, il saltimpalo, il gruccione, la pernice sarda, il colombaccio, la quaglia e il passero comune; tra i rapaci sono presenti il falco, il nibbio, la poiana, il gheppio, la civetta e il barbagianni. 32 4. Caratteristiche dell’impatto potenziale (punto 3 allegato b2 DELIBERAZIONE N. 24/23 DEL 23.4.2008) La realizzazione di un’infrastruttura di questo tipo comporta in linea generale due tipi di effetti: uno legato alle modifiche permanenti che l’opera determina nell’ambiente di inserimento, l’altro legato agli effetti della stessa in un area più vasta. Si considerano innanzitutto gli impatti generati dalla fase di esecuzione dell’opera derivata dalle attività di cantiere. Si prevede un inevitabile aumento delle emissioni di gas inquinanti, di polveri e rumore dovuto alle operazioni di scavo e alla presenza di macchine operatrici. Si conterranno al minimo tale impatti adottando misure di prevenzione quali il bagnamento delle superfici delle piste di cantiere, e la schermatura mediante reti di protezione appositamente studiate e posizionate in funzione dei recettori sensibili dell’impatto localmente individuati. Devono essere inoltre considerati se pure in maniera trascurabile i rischi di inquinamento di suoli e acque superficiali e derivati dal possibile sversamento di sostanze quali benzine, oli, lubrificanti dovute ai mezzi presenti in cantiere. Tali rischi saranno ridotti al minimo evitando i lavaggi dei mezzi e delle attrezzature in loco e predisponendo un sistema di drenaggio che evita l’immissione diretta nei compluvi di acque torbide. Di bassa entità si possono quindi definire gli impatti sul paesaggio, sull’idrogeologia e sui suoli in quanto oltre allo studio dettagliato delle interferenze dell’opera con le componenti ambientali, anche l’attenzione al ripristino dei luoghi è uno degli obbiettivi principali del presente progetto, mentre è evidente la valenza positiva dell'intervento per quanto riguarda gli effetti di natura economica e la riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Fase di Costruzione: Premesso che la fase di cantiere sarà limitata nel tempo, l’impatto e’ collegato all’utilizzo di mezzi meccanici d’opera e di trasporto, alla produzione di rumore, polveri e vibrazioni. Per ciò che concerne gli impatti legati alla produzione di rifiuti dovuti ai materiali di disimballaggio dei componenti degli impianti e dai materiali di risulta provenienti dagli eventuali splateamenti etc. sarà cura del proponente trattare i rifiuti generati, che saranno separati a seconda della classe, come previsto dal DLgs 152/06 e debitamente riciclati. 33 Fase di Esercizio: L’impianto fotovoltaico non genera emissioni di alcun tipo. Gli unici impatti riguardanti tale fase sono l’occupazione del suolo e le emissioni elettromagnetiche. Per quanto riguarda il primo, l’impianto, essendo temporaneo, produrrà un effetto irrilevante e totalmente reversibile essendo la discarica adibita a quel determinato uso del suolo. Emissioni elettromagnetiche: Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate dalle parti d’impianto che funzionano in MT si prescrive l’utilizzo di apparecchiature e l’eventuale installazione in locali chiusi conformi alla normative CEI. Per quanto riguarda le emissioni elettromagnetiche generate dalle parti di cavidotto percorse da corrente in BT o MT si prescrive l’interramento degli stessi di modo che l’intensità del campo elettromagnetico generato possa essere considerato sotto i valori soglia della normativa vigente. Inquinamento Idrico: Per quanto attiene l’inquinamento idrico, tale aspetto non viene preso in considerazione in quanto l’opera come da progetto non produce alcun effluente, né sulla rete idrica, nè sulle eventuali falde sottostanti il sito interessato. Inquinamento acustico: L’assoluta assenza di parti in movimento non presenta assolutamente ricadute negative né per l’ambiente esterno, né per quello di lavoro. Le uniche parti dell’impianto che potrebbero dar luogo a livelli di rumore sono gli inverters (comunque inferiori a 54 dB(A)), che saranno alloggiati in locali dedicati. Inquinamento atmosferico: L’impatto derivante da emissioni in atmosfera non presenta impatti negativi. Rischi d’incidenti, aspetti sanitari, e sicurezza sul lavoro: L’impianto sarà realizzato secondo i criteri in grado di assicurare salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. Peraltro l’applicazione delle misure di sicurezza durante la realizzazione dei lavori e’ richiesta anche, e soprattutto da una serie di obblighi di legge vigenti (T.U. 81/08 e ss.mm.ii., D.Lgs. 494/96 e decreti correlati). Paesaggio: Per quanto attiene gli effetti delle trasformazioni dal punto di vista paesaggistico, non si prevedono modificazioni significative, dirette e indotte, irreversibili a breve e medio termine, nell'area di intervento e nel contesto paesaggistico sia in fase di cantiere che a regime. 34 Per un’analisi più approfondita si rimanda alla relazione di compatibilità paesaggistica, in quanto, come detto nel paragrafo 3.1 – Analisi dei Vincoli, l’area di sedime della discarica consortile è ricompresa all’interno del perimetro soggetto a vincolo di tutela paesaggistica apposto con provvedimento di cui al D.M. 30/11/1965 pubblicato sulla G.U. 16/02/1966 n.41, in seguito rettificato da D.M. 10/01/1968. Opere di Mitigazione e decommissioning: Sono state preferite le soluzioni progettuali che determinano i minori problemi di compatibilità paesaggistica. Data la dimensione degli interventi proposti e l’oggettiva attenzione verso scelte progettuali rivolte al miglioramento dell’aspetto rispetto alla situazione originaria assentita, sono comunque previste opere di mitigazione che ne riducono l’impatto visuale dai punti critici. Inoltre, le tecniche d’ingegneria naturalistiche proposte sono state studiate in funzione della tipologia d’intervento e sono principalmente funzionali alla rapida mitigazione degli effetti derivati dagli impatti residui. In conclusione si afferma che data la tipologia d’intervento proposto e l’entità degli impatti potenziali sono tali da essere considerati irrilevanti rispetto ai benefici derivanti dalla realizzazione dello stesso. Per quanto riguarda la fase di decommissioning si rimanda al piano di dismissione in allegato alla presente AV RE 07. 35 5. CONCLUSIONI Dal presente studio sugli effetti ambientali emerge che la localizzazione dell’iniziativa esclude la maggior parte dei possibili impatti ambientali. E’ un impianto compatibile con la pianificazione energetica regionale e con il piano paesaggistico. L’area su cui sorgerà il progetto è posizionata all’interno della piattaforma di smaltimento dei rifiuti consortile e la sua visibilità dai punti di visuale più critici verrà mitigato con appositi accorgimenti. Il nuovo impianto industriale che si prevede di realizzare gode della caratteristica di produrre energia elettrica in forma diretta dalla radiazione solare, senza parti in movimento, senza emissioni di qualsiasi tipo dannose per l’uomo e per l’ambiente, col vantaggio di ridurre, in proporzione all’energia elettrica prodotta, le emissioni inquinanti, con particolare riferimento ai gas con effetto serra, emesse dagli impianti termoelettrici che utilizzano combustibili fossili in genere. La realizzazione di impianti fotovoltaici e più in generale di impianti di produzione da fonti rinnovabili, non rappresenta semplicemente un investimento di tipo economico-finanziario, ma anche un forte impulso verso il consolidamento di una cultura mirata allo sviluppo sostenibile. Infatti, in una società ed in un modello economico sempre più energivori, la questione fondamentale diventa il modo in cui viene prodotta l’energia che le attività umane richiedono. Il solare Fotovoltaico con un Energy Pay Back Time (cioè il lasso di tempo impiegato da un pannello fotovoltaico per fornire l’energia impiegata per la sua produzione) ridotto ormai a circa 2,5 anni, su una vita utile di 25 ÷ 30anni, è uno dei pochi sistemi realizzabili che può, oggi, rispondere positivamente all’esigenza di eco-compatibilità. 36 La produzione energetica da fonte fotovoltaica, è totalmente esente dall’emissione di sostanze inquinanti o dannose per l’uomo e la natura; infatti, l’esame di pochi e semplici dati ci forniscono il seguente quadro: il mix energetico italiano (cioè l’insieme delle fonti energetiche utilizzate in Italia per produrre Energia Elettrica), comporta la produzione di circa 0,536 kg di CO2 e di 1,699g di NOx (ossidi di Azoto), 0,93g di SO2 (Biossido di Zolfo) e 0,029g di polveri sottili, per ogni kWh generato; in una moderna centrale a combustibile fossile, per la generazione di un kWh si utilizza l’equivalente di 220g di petrolio. Partendo da tali valori, si può facilmente constatare che l’impianto da 985,440kWp previsto in progetto è in grado di garantire: VANTAGGI AMBIENTALI CONNESSI ALLA REALIZZAZIONE DI UN IMPIANTO SOLARE FOTOVOLTAICO DA 985,440 kWp Produzione attesa (valore medio nei primi 10 anni) kWh/anno Riduzione Emissioni di CO2 Riduzione Emissioni di NOX Riduzione Emissioni di SO2 Kg/anno Kg/anno Kg/anno 1.200.000 643.200,00 2.038,80 1.116,00 Riduzione Emissioni Riduzione Consumi di di Polveri Sottili Petrolio Kg/anno Kg/anno 34,80 264.000,00 Nota: Le stime sono elaborate utilizzando valori convenzionali Il progetto genererà un afflusso significativo di reddito sull’economia locale in modo particolare nella fase di realizzazione delle strutture metalliche e loro posa in opera, nonché movimenti di terra, recinzioni, ecc. non modificherà in alcun modo le condizioni sanitarie; non genererà aumenti di traffico salvo quello indispensabile nella fase realizzativa; verrà smantellato o dopo un tempo valutato in 25 anni riportando lo stato dei luoghi al suo naturale stato precedente all’installazione; non richiede la realizzazione di infrastrutture primarie per assicurare l’approvvigionamento di energia, combustibile ed acqua. Non richiede la realizzazione di nuove strade consortili, non può generare conflitti nell’uso delle risorse con altri progetti in esercizio perché non richiede alcuna risorsa oltre a quella del sole; Non si hanno emissioni in atmosfera, scarichi idrici nel sottosuolo, per cui non si ha alcun accumulo con le perturbazioni all’ambiente generate da altri progetti in esercizio o in caso di realizzazione. 37 La realizzazione dell’opera richiede modesti apporti idrici per le fasi di pulizia da svolgere alcune volte all’anno; non richiede l’utilizzo di risorse non rinnovabili; e non comporta in fase di esercizio l’eliminazione di rifiuti industriali o urbani e non può provocare l’inquinamento del suolo e delle acque di falda; non provocherà l’immissione nell’ambiente di luce, calore, odori ma provocherà l’immissione nell’ambiente di modesto rumore dovuto alle ventole di raffreddamento degli inverter e al ronzio dei trasformatori. Non può dar luogo ad elementi di perturbazione dei processi geologici o geotecnici, essendo ubicato all’interno dell’area industriale non altera i dinamismi spontanei di caratterizzazione del paesaggio sia dal punto di vista visivo sia con riferimento agli aspetti storico-monumentali e culturali. L’installazione non darà luogo ad elementi di perturbazione delle condizioni idrografiche, idrologiche e idrauliche e, sia in fase di conduzione che di realizzazione non comporta lo stoccaggio, la manipolazione o il trasporto di sostanze pericolose. Il progetto, nella sua fase di funzionamento, non genera campi elettromagnetici di intensità pericolosa per la salute delle persone addette al controllo e manutenzione e, non comporta l’uso di pesticidi e diserbanti. Questa tipologia d’impianto non comporta, infine, alcuna modifica significativa dell’uso del territorio (che dopo la dismissione ritornerà alla situazione originaria) in quanto il lotto interessato è ubicato in un’area poco sensibile dal punto di vista ambientale. Infine per i succitati elementi esposti, e le tecniche di realizzazione dell’intervento, l’impatto generato dallo stesso risulta di modesta entità rispetto ai benefici attesi. 38