PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com CLIMI NON INTENZIONALMENTE MODIFICATI Modificazioni Non Urbane Modificazioni indotte da singoli edifici Modificazioni da aree urbane PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com L’attività umana agisce sul clima in diversi modi. Le conseguenze climatiche delle attività antropiche risultano dalle alterazioni dei sistemi naturali, e da tutti i processi di retroazione (feedback) connessi. Molto spesso le conseguenze climatiche di un’alterazione dei sistemi naturali non sono prevedibili. Modificazioni Non Urbane (1) Rimozione vegetazione La rimozione della vegetazione da un’area altera le sue proprietà superficiali, quindi i bilanci energetici e i bilanci di massa. La rimozione della vegetazione può essere: Temporanea Es: raccolto permanente Es: deforestazione per scopi agricoli Accidentale e occasionale Es: incendi boschivi PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Modificazioni Non Urbane (1) Rimozione vegetazione Se l’area interessata è ampia, queste modificazioni legate alla rimozione della vegetazione alterano il bilancio idrico, radiativo ed energetico dando luogo a modifiche climatiche e idrologiche a mesoscala o a larga scala. ALTERAZIONE DEL BILANCIO IDRICO La rimozione di copertura vegetale porta ad un riaggiustamento del bilancio idrico locale, poiché il ruolo di “captazione” delle precipitazioni da parte della canopy viene meno. L’evapotraspirazione è ridotta e la copertura nevosa varia nella sua distribuzione e durata. In parallelo, il ruscellamento (runoff) può aumentare. ALTERAZIONE DEL BILANCIO RADIATIVO L’assenza di vegetazione altera le geometrie e l’albedo. ALTERAZIONE DEL BILANCIO ENERGETICO Vengono modificate le voci del bilancio energetico in quanto cambiano le caratteristiche termiche, idriche e aerodinamiche del sito. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Modificazioni Non Urbane (2) Irrigazione su larga scala La pratica dell’irrigazione su larga scala comporta modificazioni climatiche e idrologiche importanti, soprattutto in climi aridi o semi-aridi. In questi casi gli effetti più diretti sono: -Aumento dell’umidità -Alterazione bilancio idrico -Temperature estive più fresche (“oasis effect”) PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com (3) dighe , laghi artificiali, o altri lavori legati alle infrastrutture (strade, ferrovie, etc.) Per i laghi artificiali gli effetti sono simili alle irrigazioni su larga scala, ma la grande massa d’acqua in gioco implica anche una influenza termica di tipo conservativo, come per altri grandi corpi d’acqua. In ESTATE, il clima sarà quindi relativamente più fresco, viceversa in INVERNO sarà più mite. Le variazioni climatiche stagionali (inizio autunno e primavera) saranno differite nel tempo. Se la superficie del lago diventa coperta da ghiaccio, l’influenza benefica dell’acqua è ridotta, anzi il clima può diventare più ostile e i venti aumentare di velocità. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Nei climi molto freddi (T<-30°C) la presenza di un grande bacino idrico favorisce la formazione di “nebbie ghiacciate”, in quanto la tensione di vapore della superficie dell’acqua, più calda, è superiore rispetto a quella dell’aria sovrastante, più fredda. Simili tipi di nebbie possono formarsi vicino a punti di raffreddamento delle acque calde utilizzate nei processi industriali. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Gli esempi fatti (rimozione vegetazione, irrigazione e allagamento di terreni da parte dell’uomo) sono gli esempi più comuni di alterazione climatica causata da attività antropiche (esclusa l’urbanizzazione), ma esiste una serie di altre attività antropiche con conseguenze climatiche a scala locale. Queste sono, ad esempio: -Cambiamento di colture, pascolo -Variazione delle proprietà superficiali delle acque dovute al rilascio di agenti inquinanti (chiazze d’olio, etc.) -Estensione delle vie di comunicazione come ferrovie, strade, condutture, apertura di rotte oceanografiche tramite icebreakers -Attività minerarie a cielo aperto -Discariche, incenerimento di rifiuti, etc. Le singole modificazioni climatiche individuali di tali attività sono piccole, ma integrate nello spazio queste rappresentano una parte di un cambiamento continuo del clima indotto dalle attività antropiche senza controllo intelligente. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Modificazioni da singoli edifici Un edificio genera modificazioni climatiche di tipo: radiativo termico idrologico aerodinamico Modificazioni da singoli edifici PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Gli effetti RADIATIVI più diretti consistono nella riduzione della recezione di radiazione solare nelle aree in ombra, nel locale aumento della recezione di radiazione solare grazie alla riflessione da parte delle pareti esposte al sole, e nella riduzione del raffreddamento radiativo ad onda lunga (riduzione di L↑ dovuto alla diminuzione di Ψsky, e aumento di L↓ dovuto al calore dell’edificio). Effetti termici: nelle vicinanze immediate di un edificio, la temperatura del suolo e dell’aria è spesso più calda rispetto alle zone non riparate, e questo a causa dell’effetto barriera dell’edificio stesso. Effetti sul bilancio idrologico: questo risulta fortemente alterato grazie alle modificazioni nella captazione idrica e grazie all’effetto barriera dell’edificio. Gli effetti aerodinamici sono notevoli, e verranno esaminati in seguito. Consideriamo un singolo edificio col tetto piano. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com L’edificio per ipotesi è posizionato normalmente rispetto alla direzione del vento Le “zone” A, B, C e D sono simili a quelle di una barriera solida (vedere “effetto barriera”). A – flusso indisturbato B – dislocamento C – cavitazione D - coda Quando incontra un ostacolo “non permeabile” come un edificio, il flusso d’aria viene deviato verso l’alto, verso il basso e ai lati massima P ss flu o riv r na i ia ’d ar o PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Se l’edificio ha angoli netti, il flusso sul tetto e intorno ai lati dell’edificio stesso si “separa” dalla superficie. In questi punti si creano depressioni e il flusso d’aria può essere anche opposto rispetto al flusso principale. Questo effetto è responsabile della circolazione che si crea nella zona C. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Sulla verticale, i profili di velocità del vento sono indicati in figura (b). 1 - Dapprima il profilo è indisturbato, e segue la classica forma logaritmica. 2 - Immediatamente sopra l’edificio (2) il profilo è bruscamente distorto, e sopra la zona di coda (“C”) si crea una micro-corrente a getto per effetto della convergenza. Al di sotto di questa la velocità diminuisce bruscamente e immediatamente sopra il tetto si nota un piccolo flusso “di ritorno” (opposto rispetto al flusso principale). 3- Sottovento rispetto all’edificio (3) la micro-corrente a getto è meno pronunciata, mentre la zona di flusso “di ritorno” vicino al suolo è espansa. Le frecce in figura mostrano valori medi di direzione e velocità del vento a valle dell’ostacolo, ma occorre sempre ricordare che la zona “C” è molto turbolenta. 4 e 5 - Nelle zone a valle dell’ostacolo, l’effetto di quest’ultimo è progressivamente minore, fino al raggiungimento del profilo 5, in cui si noti però che l’effetto della turbolenza lo rende diverso rispetto al profilo 1. Questo fa si che anche a grandi distanze, nelle zone di “coda” si possa avere una turbolenza residua e quindi un maggiore trasferimento di momento lineare rispetto alla situazione di flusso indisturbato “1”. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com L’orientazione e la forma degli edifici è molto importante. 1 – orientazione rispetto al flusso d’aria Se ci troviamo nella situazione indicata in figura, avremo due facce sopravento e due sottovento. Questa orientazione tende a diminuire l’intensità della depressione “C” che si crea, specialmente sopra il tetto. Diminuzione progressiva del “disturbo” del vento Se il tetto ha una pendenza il punto di separazione del flusso è prossimo alla cresta, e si forma (come in figura “d”) una “doppia zona” di turbolenza sottovento, e una perturbazione del flusso a ferro di cavallo. Se la pendenza del tetto supera 20° la zona sopravento sarà soggetta ad una maggiore pressione, la zona sottovento ad una depressione. REGIMI DI FLUSSO IN AREE URBANE PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Se il palazzo è parte di un’area urbana, la configurazione di flusso dipende dalla disposizione spaziale degli edifici. In particolare è importante il rapporto tra l’altezza H dell’edificio e lo spazio W tra un edificio e l’altro. Se il rapporto H/W è minore di 0.4 circa, la configurazione del flusso è identica al caso di edifici isolati. Se H/W è elevato, intorno a 0.65-0.7, la “coda” di ogni edificio interferisce con l’edificio adiacente, e la configurazione di flusso che si viene a creare diventa complicata. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Nell’estremo caso di edifici molto ravvicinati, il flusso principale passa al di sopra degli stessi e tra un edificio e l’altro si creano dei vortici. Queste turbolenze sono quindi spesso ubicate in prossimità delle strade urbane. Tutte le considerazioni fatte si riferiscono a un regime di vento perpendicolare all’asse maggiore delle strade. Se il vento è invece orientato seguendo un angolo rispetto a questo, il flusso del vento può acquisire una componente parallela rispetto alla strada, e quindi la sua velocità può aumentare. Situazione particolare: EDIFICIO PARTICOLARMENTE ALTO PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Il vento raggiunge ¾ dell’altezza dell’edificio e qui si crea un punto “stagnante” dal quale l’aria diverge. Una parte passa in alto, il resto diverge vs. basso. Lateralmente si creano dei flussi (“corner streams”) in cui la velocità del vento è molto elevata. 2.5 2.5 (“vortex flow”) 1.3 1 È a causa dei “corner streams” che si ha la generale forma “a ferro di cavallo” già vista PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Se l’edificio presenta “vuoti” nei settori inferiori, il flusso verso il basso derivante dall’aria che sopravento ha acquisito un movimento vs. basso genera una corrente a getto 2.5 3 2.5 1.3 1 Quindi, il problema degli edifici alti è che questi trasferiscono verso il basso il movimento dell’aria in quota, che è molto veloce. Al posto di un “effetto barriera” si ha un aumento nella velocità del vento ai livelli bassi, soprattutto nelle zone tra i due edifici e ai lati. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Quindi alle quote in cui circolano pedoni la velocità del vento nel caso in esame può arrivare anche ad essere diverse volte superiore rispetto alla velocità del vento nelle zone non protette o a zone schermate dall’effetto barriera 3 PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Non è facile porre soluzioni ai problemi della modifica del campo di venti indotta dagli edifici. Alcune soluzioni tuttavia possono essere le seguenti: Sistemazione della “torre” dell’edificio su un basamento. Il flusso del vento viene modificato come in figura. Ancora meglio è la soluzione (b) in cui la “torre” è sopraelevata rispetto al basamento e viene garantito il fusso d’aria tra i due Un’altra alternativa potenziale è affiancare alla bocca di ventilazione anche una “barriera” del vento al suolo creata da una canopy ad esempio. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Esempio di soluzione architetturale al carico del vento in quota nel caso di edifici molto alti: Shangai (centro finanziario) Apertura trapezoidale in quota La modificazione del regime dei venti in un contesto urbano è importante per: PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com 1- protezione rispetto ai danni del vento 2- risparmio economico 3- sicurezza e confort delle persone 4- distribuzione delle precipitazioni, della polvere, e di altri elementi come fogliame o altro 5- dispersione degli inquinanti W H È molto importante il rapporto altezza/spazio tra gli edifici (H/W) PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com EDIFICI BASSI Se lo spazio tra gli edifici è limitato (a) gli inquinanti emessi a livello del suolo non si disperdono molto, in quanto gli scambi d’aria sono limitati. Se lo spazio tra gli edifici è maggiore (b), si possono avere moti turbolenti tra questi e quindi ricircolo d’aria. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com EDIFICIO ELEVATO E CONSEGUENZE SULLA DISPERSIONE DI INQUINANTI Se siamo in presenza di un edificio elevato alla sommità del quale vi sia immissione di un inquinante in atmosfera, si possono creare complicazioni allorché l’inquinante può essere “risucchiato” come indicato in figura. Se l’immissione dell’inquinante è a livello più basso, come in figura (d), allora la situazione è complicata, e l’unico rimedio è quello di limitare o eliminare l’immissione. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Modificazioni Urbane L’urbanizzazione produce mutamenti radicali delle proprietà radiative, termiche, idriche e aerodinamiche di una regione. Ad esempio: INQUINAMENTO: modifica la composizione e le proprietà dell’atmosfera, quindi il trasferimento radiativo (riduzione K↓) e l’abbondanza di nuclei di condensazione. MATERIALI DA COSTRUZIONE: permettono di immagazzinare calore in misura maggiore rispetto alle aree non urbanizzate. Anche il ciclo idrologico risulta alterato, in quanto i “reflui” delle attività antropiche fungono da input e output del sistema, e vanno ad interagire con il ciclo idrologico naturale. GEOMETRIE: risultano alterate rispetto all’ambiente naturale (alterazione flussi d’aria, rugosità superfici,…) CALORE ED ENERGIA: l’attività antropica aumenta l’input energetico al sistema. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Modificazioni Urbane L’aria in arrivo dalla periferia di un’area urbana verso la città incontra una serie di condizioni climatiche diverse. Dal bordo della città verso il centro urbano si sviluppa un “urban boundary layer” le cui caratteristiche sono legate alle proprietà della superficie sottostante. All’interno di quello che viene chiamato “Urban Canopy” layer invece sono in atto processi a micro-scala. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Urban Canopy layer In questo strato esiste un insieme di microclimi, ognuno dei quali è dominato da caratteristiche strettamente locali PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com BILANCIO ENERGETICO E IDRICO in area urbana Bilancio energetico: Q* + QF= QH + QE + ∆QS + ∆QA QF: combustione (energia controllata dall’uomo) ∆QS : energia stoccata nel sistema ∆QA : trasporto orizzontale di calore o avvezione Bilancio idrico: p + F + I = E + ∆r + ∆S + ∆A F : acqua da processi di combustione (controllo umano). I : acqua convogliata nel centro urbano tramite tubazioni, e proveniente da fiumi o riserve idriche (controllo umano). ∆r : Acqua in movimento nel suolo ∆A : Avvezione netta di umidità in ingresso o in uscita (atmosfera) ∆S : stock di umidità nel sistema (suolo+costruzioni+aria nel volume) PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com BILANCIO ENERGETICO E IDRICO in area urbana Controllati dalle attività antropiche QF e F sono controllati quindi dall’uomo. QF dipende dalla densità di popolazione e dalle necessità per il riscaldamento nei mesi invernali. In alcune città QF è superiore a Q*. Questo può accadere o perché la densità di popolazione è elevata o perché è elevato il consumo di energia pro-capite. Esiste quindi una relazione tra QF e le condizioni termico-climatiche di un’area, specialmente in relazione alla stagionalità e alle precipitazioni, quindi anche in modo indiretto con l’insolazione. QF ha un suo ciclo diurno, specialmente nelle grandi città. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com VAPORE ACQUEO I combustibili fossili rilasciano molto vapor acqueo. L’acqua viene usata nei sistemi di raffreddamento, sia in fase liquida che in fase vapore. Tutto questo poi entra a far parte di “F” Il fattore “I” è la domanda di acqua per usi residenziali e industriali, ed è facilmente monitorata. Nella figura si riporta un esempio dei consumi stagionali e diurni di acqua (“I”) in una piccola cittadina della California. In estate, il consumo d’acqua aumenta per l’irrigazione dei giardini, per piscine, etc. Il picco nell’utilizzo di acqua è concentrato nelle ore diurne, con picchi minori al mattino e alla sera. BILANCIO IDRICO PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com confrontiamo due volumi: uno composto da un sistema edifici-aria, uno suolo-piante-aria Centro urbano Area rurale ARIA ARIA PIANTE SUOLO EDIFICI Trascuriamo ∆A per entrambi F e I presenti E e ∆S bassi F e I assenti E e ∆S alti Nel caso del centro urbano, lo stock idrico del sistema è limitato perché i materiali utilizzati limitano l’infiltrazione, mentre l’evapotraspirazione è limitata a causa della rimozione della copertura vegetale. Da questo si evince che per il centro urbano ∆r (runoff) è maggiore rispetto alle aree rurali. In parte questo è dovuto all’output di “I” tramite canalizzazioni, in parte è dovuto all’impermeabilizzazione superficiale e al ruscellamento che ne deriva. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Diagramma di piena di 3 bacini con diverso grado di urbanizzazione I centri urbanizzati rispondono molto più rapidamente rispetto alle aree rurali all’input di acqua, e l’ammontare assoluto del runoff è superiore. Questo sembra rispondere molto meglio al grado di urbanizzazione che all’area del bacino di captazione della precipitazione. Altri studi mostrano come il contenuto solido delle acque ruscellanti dai centri urbani sia diverso rispetto a quello delle acque provenienti dai centri rurali. BILANCIO ENERGETICO PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com confrontiamo ancora i due volumi “centro urbano” e “area rurale” ARIA EDIFICI Centro urbano Trascuriamo ∆QA per entrambi, quindi in altre parole concentriamoci sugli scambi verticali rispetto al piano ABCD ARIA PIANTE SUOLO Area rurale PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com La radiazione incidente K↓ (= S + D) è sensibilmente ridotta nei centri urbani, a causa dell’inquinamento. L’atmosfera inquinata da carbone infatti riduce K fino al 10-20% laddove l’inquinamento industriale è molto forte, mentre la riduzione si aggira intorno al 2-10% dove gli autoveicoli rappresentano la fonte principale di inquinamento fotochimico. Queste percentuali sono molto variabili, e in aree fortemente inquinate la riduzione di K può arrivare anche al 30%! Oltre alla generale riduzione di K , l’inquinamento ne altera la composizione spettrale e la direzione. Gli agenti inquinanti tendono a filtrare le onde corte, in particolare la porzione ultravioletta dello spettro elettromagnetico può arrivare a perdere anche il 40% e in talune occasioni fino al 90% a causa dell’assorbimento e dello scattering degli inquinanti. Questo è molto importante per i sistemi ambientali e per gli esseri viventi. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Gli inquinanti alterano anche la porzione di K↓ che arriva come radiazione diffusa D. Questo altera la percezione dei colori e causa una generale riduzione della visibilità. In atmosfera pulita, il diametro delle particelle è generalmente inferiore della maggior parte delle λ, quindi lo scattering è limitato alle lunghezze d’onda più corte, del viola e del blu (ecco la ragione del colore del cielo in atmosfera pulita). Le particelle inquinanti presenti nelle aree urbane invece hanno diametro maggiore, e per queste ultime lo scattering e la riflessione è pressoché lo stesso su tutte le λ del visibile. È per questo motivo che il cielo nelle aree urbane appare spesso bianco o azzurro pallido. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com L’albedo di un insieme edifici+atmosfera dipende dall’albedo individuale dei componenti e dalla loro geometria. Vengono riportati in tabella i valori tipici di albedo di alcune superfici. L’ALBEDO MEDIA DELLE AREE URBANE VIENE STIMATA INTORNO A 0.15, ovvero molto più bassa rispetto alle aree rurali. Questo non solo per la natura dei materiali, ma anche per questioni geometriche. I valori della tabella si riferiscono a un centro urbano in assenza di copertura nevosa PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com La copertura nevosa nelle zone rurali crea un manto riflettente molto efficace. Nelle aree urbane invece, l’effetto è minore a causa delle numerose facciate verticali prive di accumulo nevoso. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com In sintesi, alle medie latutudini, K↓ nelle zone urbane è inferiore alle zone rurali per via dell’inquinamento, ma allo stesso tempo essendo l’albedo tipicamente basso nei centri urbani, questo effetto viene in parte compensato. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Di notte, la città è generalmente più calda delle aree circostanti, per cui emette maggiore L↑. Questo nonostante il fatto che l’emissività urbana (ε) sia leggermente inferiore anche per la presenza di canyon urbani che riducono il fattore di visibilità del cielo. Sui centri urbani il ritorno di energia ad onda lunga L↓ è maggiore a causa dell’inquinamento. Gli inquinanti infatti aiutano a “chiudere” la finestra atmosferica. I flussi di L↑ e L↓ si compensano, come per K, quindi per entrambi i casi le differenze tra centri urbani e rurali sono attenuate. In sintesi, l’urbanizzazione altera i bilanci radiativi sia per K che per L. Tuttavia, gli effetti di questa alterazione sono in entrambe le direzioni, quindi in qualche misura tendono a compensarsi, rendendo minime le differenze tra zone urbane e rurali. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com QH: Densità di flusso di calore sensibile. È il modo principale di dissipazione del surplus di calore nelle ore diurne. QE: Evapotraspirazione. È un altro importante modo di dissipare il calore, nonostante l’impermeabilizzazione dei centri urbani. Lo stock di calore sensibile ∆QS è altrettanto importante nel bilancio. Il flusso di calore sensibile sembra rimanere positivo anche la sera, e questo effetto è dovuto al trasporto turbolento di calore. Questo effetto è importante per lo sviluppo dell’isola di calore urbana. (a) Zona suburbana N.B.: Nelle zone intensamente popolate, QE può diminuire notevolmente. Naturalmente in casi particolari , come dopo una pioggia intensa, QH può ridursi al 20% circa di Q* anche in un centro urbano! PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Confrontando la zona urbana con quella rurale, e soprattutto le loro differenze, si può notare come durante il giorno il flusso netto di calore Q* sia superiore nella zona suburbana, ma questo è controbilanciato da una forte perdita notturna. La minore evapotraspirazione dell’area suburbana fa si che l’energia sia preferenzialmente sotto le forme di QH e ∆QS. Il calore sensibile sembra essere stoccato al mattino e rilasciato in atmosfera nelle ore pomeridiane e la sera. La differenza di ∆QS invece può avere diverse spiegazioni (ridotta dissipazione per calore latente in aree urbane, geometrie, isolamento vegetazionale nelle zone rurali…). (a) Zona sub urbana (b) Zona rurale (c) Differenze (suburbano-rurale) PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com MICROCLIMA DELLO STRATO LIMITE URBANO PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Finora abbiamo considerato un “volume” con edifici e aria, ma se andiamo a vedere il clima all’interno della canopy urbana, questa diventa molto complessa. Una semplificazione è quella di considerare delle “unità” di superficie attiva la cui forma è “ripetuta” all’interno della canopy. Queste “unità” possono essere costituite dagli elementi del tipico canyon urbano (muri e strada), che permette di tener conto delle interazioni tra edifici invece di considerarli oggetti isolati. Ogni canyon urbano ha il suo microclima, risultante dal diverso anglo di incidenza della radiazione solare e dalla diversa tipologia di materiali utilizzati, geometrie, etc. CANYON URBANO Consideriamo un canyon urbano “tipico” e analizziamone il bilancio energetico PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Pareti bianche Assenza di finestre Suolo: ghiaia con vegetazione sparsa H W S H/W = 1 N Nel bilancio radiativo dell’esempio che vedremo qui in seguito, i dati rappresentano medie spaziali delle parteti esposte a E a O, del terreno, e su un periodo di tempo di 3 giorni con cielo sereno e venti deboli. In queste condizioni, l’avvezione ∆QA è trascurabile;QF si considera compreso in QS. Consideriamo un canyon urbano “tipico” e analizziamone il bilancio energetico PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Quindi per le pareti, il bilancio energetico è: Q* = QH + ∆QS S Per il pavimento: Q* = QH +QE+ ∆QS N Consideriamo la sequenza diurna per le pareti esposte ad E e per il pavimento del canyon PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com La parete esposta a E riceve radiazione solare diretta nelle prime ore del mattino (max 8.30 nell’esempio) mentre dopo mezzogiorno la parete Est è completamente in ombra (riceve solo radiazione diffusa a onda corta). Il massimo secondario pomeridiano coincide con la massima insolazione del muro opposto (esposto ad O) e quindi con la massima riflessione da parte di questo. Il pavimento riceve la massima radiazione solare a metà giornata, e la sua curva Q* risulta simmetrica rispetto a mezzogiorno. La notte, il bilancio non è molto negativo in quanto il fattore di visibilità del cielo nel fondo del canyon è basso, e una parte del cielo è coperta da superfici che sono notevolmente più calde. Di giorno il 70-80% circa del surplus radiativo viene trasferito per turbolenza, mentre il rimanente 20-30 % viene immagazzinato nei materiali stessi. Questo calore (∆QS) , rilasciato la notte , permette di controbilanciare il deficit radiativo. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com FLUSSO ALLA SOMMITA’ DEL CANYON Rispecchia il “sistema canyon” completo, assumendo nullo l’immagazzinamento di calore da parte dell’aria. Le curve sono smussate, nonostante i diversi componenti del canyon abbiano un massimo scambio energetico in momenti diversi della giornata. Il surplus di calore diurno è per la maggior parte trasportato fuori dal canyon per convezione, mentre la restante parte è immagazzinato. La notte le perdite radiative sono completamente (o quasi) controbilanciate dalla conduzione di calore immagazzinato nelle ore diurne. Tutte queste considerazioni possono non essere valide in condizioni diverse da quelle degli esempi considerati. Ad esempio: -Nel caso di canyon con orientamento diverso da quello N-S (canyon ad orientamento E-Opresentano la massima asimmetricità climatica tra le pareti). -Nel caso di canyon con rapporto H/W ≠ 1 -Nel caso di condizioni meteorologiche diverse da quelle ipotizzate (es. venti forti , cielo coperto etc.) ISOLA DI CALORE URBANA PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com È uno degli esempi più chiari di modificazione climatica non intenzionale L’alterazione del bilancio energetico nelle aree urbane fa si che le città generalmente siano più calde rispetto alle aree suburbane e rurali adiacenti. Questo effetto di “isola di calore” si riscontra sia in superficie, sia nello strato limite. È più marcato nei giorni di cielo sereno, e si inverte la notte. La distribuzione spaziale del riscaldamento dovuto all’isola di calore mostra correlazione con la densità abitativa e con le destinazioni d’uso del territorio. I gradienti sono massimi al bordo tra area urbana e rurale e tra zone commerciali/industriali e parchi. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com La estensione e la forma delle aree geografiche coinvolte dal fenomeno dell’Isola di Calore urbana varia nel tempo e nello spazio a seconda delle condizioni meteorologiche, urbane e della ubicazione del centro urbano stesso. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Semplifichiamo ancora il sistema considerando l’isola di calore di una ipotetica grande città, in condizioni di cielo sereno e venti leggeri, appena dopo il tramonto. Il gradiente termico è abrupto alla transizione tra area rurale e area urbana, e può raggiungere 4 °C/km La presenza di parchi e aree verdi “interrompe” il plateau termico nel profilo. La differenza tra la temperatura rurale di “background” e quella effettiva urbana (∆T) è definita “intensità dell’isola di calore urbana” PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Esempio: Uppsala, Mese di Settembre, ore 23.30. Condizioni di calma di vento, cielo senza nubi. ∆T(u-r) è tra 5 e 6 °C. I gradienti maggiori sono ai bordi tra zona urbana e rurale, e i valori massimi al centro città. Esempio 2: Montréal. Centrocittà “fresco” grazie a un parco. Diversi massimi secondari. Ogni città ha il suo “pattern” di isola di calore. Bailey et al. (1997) PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com In condizioni meteorologiche ragionevolmente costanti , l’effetto dell’Isola di Calore varia durante il giorno. -Nel tardo pomeriggio e la sera, l’area urbana va incontro ad un raffreddamento inferiore rispetto a quella rurale. -L’area urbana mostra anche un riscaldamento più lento dopo l’alba. -- Il ∆T(u-r) aumenta rapidamente dopo il tramonto raggiungendo un massimo 3-5 ore dopo. L’intensità del fenomeno diminuisce gradualmente nel corso della notte, e dopo l’alba è facilmente dissipato. Questo “scenario” viene radicalmente modificato dalle condizioni meteorologiche Bailey et al. (1997) PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Di notte, l’isola di calore è inversamente correlata alla velocità del vento (“u”) – che influenza l’avvezione - e alla copertura nuvolosa – che modula la capacità delle superfici di emettere radiazioni ad onda lunga. La velocità del vento “u” influenza le differenze termiche ed è un surrogato della turbolenza La nuvolosità invece influenza gli scambi ad onda lunga, che rappresentano un controllo del potenziale di raffreddamento radiativo. L’intensità dell’isola di calore è direttamente proporzionale anche alla dimensione del centro urbano. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Popolazione (surrogato di dimensione) ∆T(u-r) mostra una buona correlazione lineare con il logaritmo della popolazione PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com In realtà da un punto di vista fisico ha più senso cercare una relazione tra la geometria dei canyon urbani e il ∆T. Abbiamo già visto che la geometria dei popolamenti urbani altera gli scambi di energia ad onde lunghe, riduce il trasporto turbolento grazie all’effetto wind shelter, e altera il bilancio energetico a causa del calore antropogenico (che in alcuni casi può arrivare ad avere valori molto alti). Inoltre, le destinazioni d’uso degli spazi sono alterate (es. diminuzione spazi verdi). ∆T(u-r)max=7.54+3.97 ln (H/W) ∆T(u-r)max=15.27+13.88 Ψsky Le conseguenze dell’isola di calore urbana riguardano i sistemi biologici (stagione vegetativa più lunga, fioriture precoci, etc.) , economici e il sistema meteorologico PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com re o l a l c ato e d in o t n gazz e m a Au imm Diminuzione della dissipazione del calore notturno Le cause della formazione dell’Isola di Calore ai livelli superficiali PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Le differenze di umidità tra zona urbana e rurale sono generalmente piccole; l’area urbana è in genere più secca durante il giorno, e leggermente più umida la notte (maggiore evapotraspirazione nelle zone rurali e nelle ore diurne, mentre nelle ore notturne le aree rurali si raffreddano più rapidamente e l’atmosfera diventa più stabile rispetto alle aree urbane). Nella zona rurale nelle prime ore serali il raffreddamento radiativo porta alla formazione di rugiada, che provoca un sequestro di umidità nei livelli bassi; al contrario, in ambiente urbano, l’umidità rimane nell’atmosfera. Dopo l’alba, nella zona rurale l’umidità condensata nelle ore notturne viene ri-immessa in atmosfera. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Questo crea una sorta di “isola” di umidità tra il centro urbano e l’area rurale adiacente. Le differenze sono minori in presenza di venti sostenuti. Nei climi freddi dove anche nelle ore diurne non vi è una marcata evapotraspirazione delle aree rurali anche durante il giorno la città può essere più umida delle aree rurali adiacenti. EFFETTI DELL’URBANIZZAZIONE SULLA FORMAZIONE DI NEBBIA PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Indubbiamente l’urbanizzazione riduce la visibilità a causa dell’immissione di agenti inquinanti in atmosfera. Tuttavia, dal punto di vista strettamente meteorologico, la “nebbia” è una idrometeora che si forma per condensazione del vapore acqueo in prossimità del suolo. Le minuscole goccioline d'acqua, dell'ordine di 5-10 micron di diametro, modificano le proprietà ottiche dell'aria, riducendo la visibilità al di sotto di 1 km. Quindi nei centri urbani, l’effetto di riscaldamento imputabile all’isola di calore urbana, e l’aumento della quantità di nuclei di condensazione contribuiscono alla potenziale diminuzione delle nebbie. Alle alte latitudini, dove la T <-30°C, l’umidità immessa dalle attività antropiche provoca generalmente un aumento delle nebbie gelate. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com EFFETTI DELL’URBANIZZAZIONE SUI VENTI LOCALI Generalmente la presenza di un centro urbano porta ad una riduzione della velocità del vento. Questo pattern ha due importanti eccezioni che sono: 1) Lo sviluppo di “correnti a getto” lungo strade orientate nella stessa direzione del flusso. 2) Lo sviluppo di fenomeni di “brezza” generati dal gradiente tra zona urbana e zona rurale. Clima dello STRATO LIMITE URBANO (UCL , Urban Canopy Layer) PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com Lo strato limite urbano è quella parte del PBL sopra la “canopy urbana” le cui caratteristiche climatiche sono modificate dalla presenza della città. Le superfici risultano più rugose, calde e secche (generalmente) rispetto alle aree suburbane o rurali. Gli elementi di rugosità sono soprattutto gli edifici (alti, con forme nette, non flessibili). L’aumento di rugosità induce un aumento di attrito e quindi una riduzione della velocità del vento rispetto alla velocità misurata alla stessa quota in ambiente non urbano. giorno notte Il centro urbano genera un “innalzamento” dello strato perturbato e quindi dell’intero strato limite. Si forma un “duomo” (ved. Figura) la cui influenza si estende ben oltre la città (decine di km). A mesoscala il centro urbano altera anche la forza di Coriolis, portando a modificazioni nella direzione del vento. giorno PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com notte Dal punto di vista termico, durante il giorno l’effetto della città si può estendere anche a 1-1,5 km di quota, grazie al fatto che durante le ore diurne la convezione termica e meccanica è massima. Di notte invece lo strato termicamente influenzato dal centro urbano riguarda generalmente uno spessore di 0.1-0.3 km , poiché il PBL è stabile e i moti convettivi sono soppressi. Esempio: Montréal PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com sito 1 – area rurale. Il profilo termico mostra una inversione termica marcata, che si estende oltre 600 m di quota. Situazione di stabilità Sito 2 – limite rurale/urbano Sempre condizioni stabili, ma un incremento di T di 2°C in superficie. Sito 3 – il riscaldamento urbano aumenta e con esso aumenta l’influenza sulla temperatura del UBL Sito 4 e 5 – lo spessore dell’isola di calore urbana raggiunge 300 m circa, e l’UBLè caratterizzato da condizioni di “neutralità” PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com A differenza delle aree rurali, il centro urbano non sperimenta una variazione diurna di condizioni di stabilità/instabilità Generalmente prevalgono condizioni neutre, in quanto il rimescolamento verticale previene la formazione di gradienti termici marcati e quindi di condizioni stabili o instabili. I meccanismi fisicamente responsabili delle modificazioni termiche nell’UBL sono l’immissione di calore addizionale di origine antropogenico, l’aumento del mixing turbolento e l’alterazione degli scambi radiativi (soprattutto a causa dell’inquinamento). PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com ALTERAZIONE del regime delle PRECIPITAZIONI Precipitazioni convettive necessitano di: 1- presenza di umidità 2- nuclei di condensazione 3-uplift (risalita) Tutte queste condizioni sembrano essere tipiche delle aree urbane. Tuttavia, la formazione delle gocce di pioggia richiede tempo e spesso gli effetti sono maggiori sottovento rispetto all’area urbana, come si vede nell’esempio in figura, in cui sono riportati i rapporti di precipitazioni tra area rurale e urbana in estate (St. Louis). La zona di apparente aumento delle precipitazioni sembra essere tipicamente sottovento rispetto alle grandi città, soprattutto per quanto riguarda le forti precipitazioni e la grandine. PDF Created with deskPDF PDF Writer - Trial :: http://www.docudesk.com