ALLA
CHIESA
DI
SARDI
(Ap 3,1-6)
Il testo
1. All'angelo della Chiesa di Sardi scrivi: così
parla Colui che possiede i sette spiriti di Dio e
le sette stelle: Conosco le tue opere; ti si
crede vivo e invece si morto.
2. Svegliati e rinvigorisci ciò che rimane e sta
per morire, perché non ho trovato le tue
opere perfette davanti al mio Dio.
3. Ricorda dunque come hai accolto la parola,
osservala e ravvediti, perché se non sarai
vigilante, verrò come un ladro senza che tu
sappia in quale ora verrò da te.
4.
5.
6.
Tuttavia a Sardi vi sono alcuni che non
hanno macchiato le loro vesti; essi mi
scorteranno in vesti bianche, perché ne
sono degni.
Il vincitore sarà dunque vestito di bianche
vesti, non cancellerò il suo nome dal libro
della vita, ma lo riconoscerò davanti al
Padre mio e davanti ai suoi angeli.
Chi ha orecchi, ascolti ciò che lo Spirito
dice alle Chiese.
COMMENTO
ESEGETICO
Sardi
Gli abitanti di questa città avevano la fama di viSardi
vere in modo lussurioso e
licenzioso. Il culto predominante a Sardi era
quello di Cibele, dea della fecondità.
"I sette spiriti"
Sono qui i sette angeli.
"Ti si crede vivo, invece sei morto"
Pur conservando le apparenze del cristianesimo, questa comunità è ricaduta
nella morte spirituale da cui Cristo l'aveva liberata.
"Se non sarai vigilante"
È l'atteggiamento che si addice ai cristiani che sono in attesa dell'improvvisa venuta del Padrone.
"Non hanno macchiato le loro vesti"
In un tempo di generale depravazione,
essi non si sono lasciati contagiare dalla
perversione sessuale dei pagani.
"Vesti bianche"
Il bianco simboleggia la purezza, ma anche la gioia e la potenza. L'immagine della veste significa comunemente la realtà
profonda degli esseri. Conseguendo la loro vittoria finale, i cristiani fedeli vivranno
in unione con il Cristo glorioso e godranno della beatitudine celeste.
"Libro della vita"
Alla maniera di un registro civile, il libro di Dio contiene i
nomi dei cittadini viventi. Coloro che sono scritti nel libro
fanno parte del popolo di Dio
e possiedono la cittadinanza
celeste che permette loro di
sfuggire al giudizio e di entrare nella vita eterna.
La minaccia di Cristo di cancellare i nomi,
presuppone che il libro è nelle sue mani.
IN SINTESI
Agli occhi di Cristo questa
comunità vive una situazione di ambiguità: "Ti credi
vivo, invece sei morto". La
mediocrità, la stanchezza e
l'apparenza si superano
tornando all'entusiasmo e
alla gioia dell'ascolto della
Parola di Dio.
COMMENTO SPIRITUALE
L'invito che viene rivolto a questa
Chiesa è quello di vigilare.
La comunità cristiana sembra in
genere poco propensa a vigilare su se
stessa e a interrogarsi sulla pro-pria
identità profonda senza fermarsi a
indagare soltanto superficialmente
sulle questioni di tipo disciplinare o
pastorale.
La Chiesa deve essere capace, di custodire gelosamente e difendere la
propria identità così come essa scaturisce dalla volontà di Dio, resa visibile in Gesù Cristo.
La vigilanza continua della Chiesa ha
come scopo non la soddisfazione di
guardarsi allo specchio, ma la sempre
più significativa e chiara presenza
nella storia degli uomini.
Due pericoli:
- la deviazione di una realtà di
Chiesa che, per essere presente
nel mondo, si confonde con la
storia, diluendo il vangelo;
- la deviazione di una realtà di
Chiesa che brandisce il Vangelo
come una clava, usandolo per
condannare tutti quelli che non
entrano a far parte dei "nostri".
Bisogna che la presenza e i gesti della Chiesa iano inseriti e parlino all'umanità di oggi dell'amore di Dio con
un linguaggio adatto alla mentalità e
alle domande che oggi caratterizzano
l'esistenza umana.
La comunità cristiana, vivendo in mezzo
agli uomini di questo tempo, condividendone gioie e speranze, dolori e angosce, è
segno di una presenza del Dio-Amore che
realmente si incarna in questo tempo, senza assursi le mode o i criteri.
La Chiesa, testimone e serva dell'amore
di Dio, non può stare fuori dalla storia
con un progetto di salvezza spiritualistico o intimistico. Né può "affondare" nel
corso della storia perdendosi in essa
senza darle "sapore" e senza "lievitarla".
La Chiesa non è per se stessa, non ha in
se stessa il fine e lo scopo della sua esistenza nella storia. Essa deve vigilare,
ma come Cristo non ha vissuto per sé,
ma "per loro", così la Chiesa è "per la vita del mondo".
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