Cultura e Spettacoli
Corriere di Como Venerdì 27 Luglio 2012
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Il concerto Domani sera alle 18 alla Corte San Rocco
Carrie Rodriguez
dal Texas a Cantù
Tutti i fan di musica
americana delle radici,
quella che da Bob Dylan in
poi, senza scomodare
Woody Guthrie, ha appassionato intere generazioni
e prodotto centinaia di
cantautori devoti al maestro di Duluth, sanno
quanto abbia fatto per loro
Carlo Carlini.
Il promoter, scomparso
improvvisamente lo scorso anno, in oltre vent’anni
di appassionata attività
ha condotto in Italia un
esercito di loser statunitensi, decine di musicisti
figli di Dylan che hanno
regalato al pubblico indimenticabili notti di genuino folk.
Il suo testimone, almeno in parte, è stato raccolto da Andrea Parodi, artista canturino con il “vizio” di traghettare dalle
nostre parti tutti i colleghi americani che ha incontrato nei suoi lunghi
viaggi negli Stati Uniti.
Così, se il compianto Carlini aveva portato nel nostro Paese David Rodriguez, songwriter con nove
ottimi dischi alle spalle,
Parodi ha pensato di offrirci le belle canzoni della
figlia Carrie. La texana,
»
che si è subito innamorata
dell’Italia, dove ha ritrovato parte delle sue radici
latine (mamma Eva Ganta è una nota cantante di
origini messicane), è stata
ampiamente ricambiata,
non solo dal pubblico, fin
dal suo primo tour. Infatti,
lo scorso novembre, gli organizzatori del premio
Tenco l’hanno fortemente
voluta sul palco dell’Ariston in qualità di ospite
internazionale.
E visto che a Sanremo il
calibro dei nomi presenti
alle precedenti edizioni
della celebre manifestazione dedicata alla musica
d’autore era quello di Tom
Waits, Joni Mitchell, Nick
Cave, Patti Smith, Tom
Jobin, Caetano Veloso,
Gilberto Gil, Chico Buarque, Mercedes Sosa, Leo
Ferré, per Carrie l’invito è
stato un vero e proprio attestato di stima. E proprio
nel 2011, non a caso, è arrivata l’attesa consacrazione. La giovane cantautrice texana, oltre alle numerose collaborazioni con
John Prine, Mary Gauthier, Lucinda Williams,
Bill Frisell, ha partecipato alla realizzazione del
disco d’esordio dell’attore
Jeff Bridges, prodotto dal
genio di T Bone Burnett.
Figlia d’arte, come detto,
Carrie è cresciuta vicina a
molti esponenti di spicco
della scena roots americana, su tutti Lyle Lovett,
che ha avuto un ruolo fondamentale nello sviluppo
della sua carriera. A tale
proposito, la stessa Rodriguez ricorda spesso il suo
approccio con un mito assoluto della musica: «Papà
mi regalò un disco di Leonard Cohen per i miei 9 anni, lo odiai. Ma poi lo riascoltai a 13 anni e non smisi più di ascoltarlo».
La prima vera svolta per
la Rodriguez risale al 2001,
quando il songwriter Chip
Taylor, autore di Wild
thing (brano portato al
successo da Jimi Hendrix)
e fratello dell’attore John
Voight, la nota nel corso
del celebre festival SXSW
Ingresso gratuito
La cantante sarà
accompagnata
da Luke Jacobs
e da Max Malavasi
La cantautrice texana
Carrie Rodriguez, che si
esibisce domani a Cantù
di Austin e le propone di
collaborare
con
lui.
L’unione frutta tre dischi
in studio, due dischi live e
innumerevoli tour in
America ed Europa tra il
2002 e il 2007. È una palestra fondamentale per
Carrie, che nel 2006 si sente pronta al grande salto e
pubblica Seven angels on
a bicycle, il suo primo disco solista, cui seguirà nel
2008 She Ain’t Me e nel 2009
Live in Louisville. Nel
2010 decide poi di tributare il giusto
omaggio agli artisti che l’hanno influenzata
con l’album Love & Circumstance. Il lavoro include canzoni di suo padre, dei Little
Village, di Richard Thompson, Townes Van Zandt,
Hank Williams e altri ancora.
Dotata di una voce calda, lo stile della Rodriguez
si basa soprattutto sulle
sue solide capacità tecniche: violino, mandolino e
chitarra tenore sono gli
strumenti con cui delizia
la platea.
Carrie Rodriguez, tornata in Italia per un nuovo
tour, farà tappa domani a
Cantù, dove alle 18, alla
Corte San Rocco di via
Matteotti, sarà in concerto (ingresso gratuito) accompagnata da Luke Ja-
cobs alle chitarre e pedal
steel e da Max Malavasi alle percussioni. Un’occasione imperdibile per
ascoltare una dei nomi più
interessanti del nuovo
folk americano, di colei
che qualche critico ha già
paragonato a Norah Jones
e Lucinda Williams.
Maurizio Pratelli
Sviluppo complessivo di 58 chilometri
Pian del Tivano, viaggio nella grotta più lunga d’Italia
La geologia, si sa, ha tempi
lunghi, e tempi lunghi e dedizione costante caratterizzano anche le esplorazioni sotterranee
degli speleologi, viaggiatori e
navigatori di quel “mondo alla
rovescia” di roccia, terra, acque
rinchiuso nel buio sotto i nostri
passi.
C’è voluto quasi un secolo di
percorsi e ricerche per mettere
in luce segreti, dimensioni e collegamenti del labirinto di cavità
che caratterizza l’area carsica
del Pian del Tivano e per scoprire che il Complesso della Valle del
Nosè, che si diparte dal Piano e si
dirige fino al ramo di Como del
Lario, è oggi la grotta più lunga
d’Italia, con uno sviluppo complessivo di 58 chilometri e una
serie di ramificazioni e ambienti secondari, anche su più livelli
paralleli.
Il record, prima detenuto
dall’abisso di Monte Corchia, in
Toscana, è stato stabilito l’11
febbraio 2012, quando, superando una massiccia frana, gli speleologi del Progetto InGrigna!
hanno percorso la giunzione cioè il tratto di collegamento fra due importanti grotte: Fornitori - Stoppani, con uno sviluppo di 47,5 chilometri, e Tacchi - Zelbio - Bianchen, lunga
10,5 chilometri.
Ma l’avventura del complesso
del Pian del Tivano ha inizio
molto tempo fa: per quanto ri-
Una bella galleria del Complesso della Valle del Nosè: è oggi la grotta più lunga d’Italia, con una serie di ramificazioni e ambienti secondari (foto Damiano Montrasio)
guarda l’area di Zelbio, negli anni ’30 del Novecento due cavità in
terreni agricoli attrassero l’attenzione del Gruppo Speleologico Comasco.
Successive esplorazioni, a opera del Gruppo Speleo di Milano,
rivelarono la presenza di vasti
ambienti sotterranei. Nel 1969
un’immersione portò alla giunzione fisica del complesso Tacchi - Zelbio, che raggiunse lo sviluppo di 9 km negli anni ’80. L’altro gruppo di cavità, Fornitori Stoppani, nei pressi della Colma
Stoppani, esplorato negli anni
’70, ha poi rivelato la presenza di
grandi gallerie che raggiungono
il Pian del Tivano.
In particolare, la grotta Ingresso Fornitori, scoperta da
speleologi del Gruppo Grotte
Milano Cai - Sem ma forse già
nota ai locali, è stata indagata
nei primi anni 2000 da membri
dello Speleo Club Cai Erba e di
Associazione Speleologica Comasca; Carlo Civillini, Marzio
Merazzi e Daniele Bassani, insieme ad altri compagni, hanno
superato la frana terminale su
cui si erano arrestati i milanesi
e hanno dato il via al decennio di
esplorazioni che ha portato al
record attuale.
Luana Aimar e Antonio Premazzi, due giovani speleologi protagonisti, con i compagni, delle recenti scoperte, ricordano tra i
momenti più emozionanti - oltre alla giunzione del 2012 che ha
portato la grotta della Valle del
Nosè al record italiano di lunghezza - alcune tappe dell’esplorazione di Ingresso Fornitori: il
raggiungimento dei 19 chilometri di sviluppo, con il record di
grotta più estesa di Lombardia;
la giunzione del 2008 alla vicina
grotta Stoppani; il raggiungimento dei 42 km di sviluppo nel
2010.
Ma dove nasce una passione
che induce a passare molte giornate esplorando la metà nascosta della Terra e come può conquistare i giovani? «Io faccio
speleologia dal 1997, quando non
avevo compiuto ancora 17 anni»,
racconta Luana. «Mi sono
iscritta al corso dopo aver letto,
al liceo che frequentavo, un manifesto che lo pubblicizzava. Antonio Premazzi, allievo del corso successivo, qualche mese prima era stato accompagnato da
un amico speleologo proprio in
una grotta del Pian del Tivano e
se ne era subito innamorato».
Dalle parole dei due giovani
traspare il grande valore
dell’esperienza della speleologia: «Più che un singolo fenomeno, ciò che affascina durante
l’esplorazione ipogea è la
straordinaria quantità di vuoti
contenuta all’interno delle nostre montagne. Vuoti che possono assumere le forme più disparate: si va da meandri al limite
della percorribilità a vasti saloni di cui è difficile definire i contorni, passando per pozzi verticali e gallerie percorse da torrenti. Ognuno di questi luoghi
ha un fascino particolare difficile da comunicare.»
Giuliana Panzeri
La rassegna
“Leggere il futuro”:
dal 30 agosto
ritorna Parolario
Guarda avanti la dodicesima edizione di
Parolario.
“Leggere il futuro” è
infatti il tema scelto
per gli incontri (tutti a
ingresso gratuito) che
si terranno dal prossimo 30 agosto al 9 settembre a Villa Olmo, a
Villa del Grumello e a
Villa Sucota.
Uno sguardo agli anni che verranno attraverso molteplici temi:
la filosofia, la poesia, lo
sviluppo sostenibile, la
cultura del cibo, gli
orizzonti futuri del
nuovo mondo globale,
per immaginare cosa ci
attende, cosa possiamo
sperare, e cosa dobbiamo cominciare a costruire.
A inaugurare la dodicesima edizione di Parolario sarà Telmo Pievani, filosofo ed esperto
di evoluzionismo, con
una riflessione sul futuro della specie Homo
Sapiens, stretta fra le
possibilità e le insidie
dell’evoluzione e il ruolo che la cultura umana
può
giocare
nell’orientare quelle
che sono le “scelte” della natura.
Tra gli ospiti della
kermesse
letteraria
segnaliamo
Isabella
Bossi Fedrigotti, Ilaria
D’Amico, Dacia Maraini, Armando Torno,
Gualtiero Marchesi e Alberto Patrucco.
M. Prat.
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Pian del Tivano, viaggio nella grotta più lunga d`Italia