COMUNE DI MONTE ARGENTARIO PROVINCIA DI GROSSETO Variante al Piano Strutturale Nuovo Ambito Urbano di Terrarossa Ampliamento struttura ricettiva “Argentario Golf Resort “ Relazione MAGGIO 2014 Sindaco Arturo Cerulli Responsabile del procedimento Arch. Marco Pareti Assessore all’Urbanistica Michele Lubrano Ufficio di Piano Valutazione Integrata e Valutazione Ambientale Strategica Arch. Tiziana Di Segna Dirigente III settore urbanistica Dott. Lucio Luzzetti Garante della comunicazione Rosanna Bani 2 INDICE 1. Il quadro normativo e di riferimento programmatico……………………….. 3 1.1 Premessa………………………………………………………………………. 3 1.2 Il procedimento di formazione della variante al piano strutturale………… 3 1.3 L’avvio del procedimento…………………………………………………….. 3 1.3.1 Il responsabile del procedimento e il garante della comunicazione…….. 4 1.4 Enti e organi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici o ad esprimere atti d'assenso……………………………………………………………………….. 5 2. La pianificazione sovracomunale……………………………………………. 6 2.1 Il piano di indirizzo territoriale regionale……………………………………. 6 2.2 Il nuovo piano territoriale di coordinamento della Provincia di Grosseto… 17 3. La pianificazione comunale…………………………………………………… 20 3.1 Il piano strutturale……………………………………………………………… 20 3.2 Gli strumenti vigenti…………………………………………………………… 21 4. Obiettivi e strategie……………………………………………………………. 24 5. I contenuti della variante……………………………………………………… 26 3 1. Il quadro normativo e di riferimento programmatico 1.1 Premessa La presente variante al Piano Strutturale vigente è finalizzata alla necessità di riconoscere la località di “Terrarossa” come ambito urbano, in quanto territorio fortemente antropizzato presente tra i centri abitati di Porto S.Stefano, Pozzarello e Porto Ercole ricadenti all’interno delle UTOE ( 1, 2 e 3) urbane, da distinguersi dalle altre tipicamente rurali (4,5,6,7,8 e 9) del promontorio di Monte Argentario . La variante risulta, inoltre, propedeutica per consentire l’ampliamento della struttura ricettiva dell’ Argentario Golf Resort. 1.2 Il procedimento di formazione della variante al piano strutturale Per la formazione della Variante al Piano Strutturale la legge regionale 1/2005 prevede la procedura "ordinaria" che stabilisce la semplice trasmissione del progetto di piano alla Provincia e alla Regione (articolo 17, comma l) che possono presentare osservazioni entro e non oltre sessanta giorni dalla data di ricevimento. Contemporaneamente, il piano adottato viene depositato in libera visione al pubblico per quarantacinque giorni dalla data di pubblicazione del relativo avviso sul bollettino ufficiale della regione, periodo durante il quale chiunque può prenderne visione e formulare osservazioni (articolo 17, comma 2). A seguito della pubblicazione sul BURT, sono pervenute, all’Amministrazione comunale, contributi e osservazioni da parte della Regione Toscana, della Provincia di Grosseto, di alcuni Enti pubblici e soggetti privati. L’Amministrazione, a seguito delle controdeduzioni, accolte, parzialmente accolte o non accolte, ha adeguato, sia nella parte normativa che cartografica, le previsioni della variante in oggetto, modificando, in riduzione, sia le superfici territoriali che il dimensionamento ediliziourbanistico. 1.3 L'avvio del procedimento Secondo la legge regionale 1/2005 ai Comuni è fatto obbligo di avviare il procedimento di formazione del piano strutturale o di variante a esso mediante un proprio atto deliberativo, il quale deve indicare: a) gli obiettivi da perseguire, le azioni conseguenti e gli effetti ambientali e territoriali attesi; b) il quadro conoscitivo di riferimento con l'accertamento dello stato delle risorse interessate e le ulteriori ricerche da svolgere; 4 c) l'indicazione degli Enti e degli Organismi pubblici eventualmente tenuti a fornire apporti tecnici integrativi al quadro conoscitivo di cui alla precedente lettera; d) l'indicazione degli Enti e degli Organismi pubblici eventualmente competenti all'emanazione di atti di assenso comunque denominati richiesti per l'approvazione del piano; e) l'indicazione dei termini entro i quali gli apporti e gli atti di assenso di cui sopra devono pervenire all'Amministrazione Comunale. 1.3.1 Il responsabile del procedimento e il garante della comunicazione Ai sensi dell'articolo 16 della legge regionale 1/2005, il responsabile del procedimento ha accertato e verificato il rispetto delle norme legislative e regolamentari vigenti. Ha altresÌ verificato la compatibilità e la coerenza dell' atto proposto con gli altri strumenti della pianificazione territoriale sovraordinata (Pit e Ptc) e con i piani o programmi di settore vigenti, siano essi comunali, provinciali o regionali. La verifica è stata effettuata dal responsabile in riferimento a tutto l’iter del procedimento fino al momento dell'approvazione dell'atto finale, A questo fine, il responsabile poteva avvalersi della collaborazione della Regione e della Provincia, collaborazione che comunque è assicurata da tali amministrazioni ai sensi di quanto disposto dall'articolo 27 della legge sopracitata. Il responsabile del procedimento ha assicurato, prima dell’adozione della variante al piano strutturale, l'acquisizione di tutti i pareri richiesti dalla legge, delle eventuali segnalazioni pervenute, dei contributi e delle indicazioni formulate dagli altri soggetti, pubblici e privati, interessati. Ha provveduto ad allegare agli atti da adottare, il rapporto del garante della comunicazione ed ha redatto una relazione di sintesi concernente la valutazione integrata. Tale elaborato fa parte degli atti di adozione e di approvazione del piano strutturale. La legge regionale 1/2005 fa infatti obbligo ai Comuni di individuare un garante della comunicazione, analogamente a quanto previsto per la Regione e le Province in relazione alla formazione dei rispettivi piani territoriali. Il garante della comunicazione cura la partecipazione dei cittadini in ogni fase del procedimento. Esso "può essere scelto all'interno, a esclusione del responsabile del procedimento, o all'esterno della struttura dell'ente" (articolo 19, comma 2). Non si tratta pertanto di un ruolo burocratico, volto ad assicurare la trasparenza dei processi decisionali dell'istituzione locale, e la tempestiva, quanto formale, messa a disposizione di chiunque dei documenti che, ai sensi dì legge, debbano esserlo. Si tratta, invece, di un ruolo attivo, consistente, da un lato, nel promuovere occasioni per comunicare alla generalità dei cittadini, nonché alle loro aggregazioni strutturate (associazioni e organizzazioni d'ogni tipo e finalità), le conoscenze fondamentali che nel processo di elaborazione degli strumenti di pianificazione vengono acquisite, gli obiettivi che vengono assunti dai decisori, le correlative scelte strategiche che dai medesimi vengono operate. Da un altro lato, il ruolo del garante della comunicazione consiste nel costruire forme innovative di consapevole intervento dei cittadini, e delle loro aggregazioni, sugli obiettivi e sulle scelte suddette (interventi perciò più efficaci, e più afferenti a tematiche di interesse generale, delle tradizionali osservazioni ai piani adottati). Si tratta, infine, di un ruolo di mediazione tra il 5 linguaggio ineluttabilmente tecnico in cui si esprimono i documenti di pianificazione destinati ad acquisire vigenza giuridicamente fondata e il cosiddetto "parlar corrente". Ai fini di cui sopra, sono state individuate le seguenti figure: Ing. Stefano Costanzo (responsabile del procedimento) che è responsabile del corretto svolgimento delle fasi procedurali e sottopone alle autorità competenti l'approvazione del piano; Rosanna Bani (garante dell'informazione) che ha il compito di assicurare a chiunque la conoscenza delle scelte dell'Amministrazione e di adottare le forme più idonee per favorire la partecipazione dei cittadini, singoli o associati. 1.4 Enti e organi pubblici tenuti a fornire apporti tecnici o ad esprimere atti d'assenso I principali Enti e Organismi pubblici che sono stati interessati alla presente procedura e quindi tenuti a fornire apporti tecnici e conoscitivi per approfondire aspetti specifici del quadro conoscitivo ,sono : - Regione Toscana; - Provincia di Grosseto; - Autorità di bacino; - Ufficio regionale per la tutela del territorio della provincia di Grosseto; - Soprintendenza ai beni architettonici e ambientali; - Soprintendenza archeologica; - Ambito territoriale ottimale n.6 "Ombrone" - Arpat; - Azienda Asl n.9; - Consorzio di bonifica Osa -Albegna. I contributi pervenuti al Comune di Monte Argentario entro i 60 giorni dall'invio del procedimento sono stati esaminati al fine di produrre la presente variante al PS. Gli Enti e Organismi pubblici che sono stati interessati ad esprimere atti d'assenso comunque denominati, sono di seguito elencati: - Regione Toscana; - Provincia di Grosseto; - Ufficio regionale per la tutela del territorio della provincia di Grosseto; - Ambito territoriale ottimale n.6 "Ombrone" 6 2. La pianificazione sovracomunale 2.1 Il piano di indirizzo territoriale regionale il Piano è stato approvato definitivamente con deliberazione del Consiglio Regionale del 24 Luglio 2007, n. 72, (in vigore dal 17 ottobre 2007). Lo stesso organo, il 16 giugno 2009, ha adottato la parte paesaggistica del Pit e, da quel momento sono entrate in vigore le salvaguardie in esso contenute. Il Pit si presenta come strumento fortemente innovativo, capace di esprimere una valenza costitutiva e una funzionalità strategica, in grado di "coniugare attivamente quelle che sono le due anime del Pit: il suo 'motore' propositivo e la sua 'regola' statutaria". Alla base di questa impostazione sta la definizione dì territorio come un bene essenzialmente pubblico: "quale che sia la formale titolarità pubblicistica o privatistica dei beni materiali che lo compongono. Il territorio non è una categoria dello spirito, ma neppure il solo persistere o il solo mutare del! 'insieme dei beni e delle immagini che costituiscono la sua fisicità. Il territorio, semplicemente, è la sintesi del suo passato e del suo presente. Una sintesi data da coloro che lo vivono, qui ed oggi. In una parola, il territorio siamo 'noi"'. In secondo luogo, il territorio è "l'ambiente della produzione locale di ricchezza e della sua funzionalità collettiva. Ma, ad un tempo, il territorio è anche il suo motore e il suo regolatore, in quanto produttore di potenzialità e condizioni; di limiti e valori da tutelare e di opportunità e vocazioni da coltivare. Ed è dal loro combinarsi che si decide una quota consistente della competitività di un sistema economico". L'operazione che il nuovo Pit cerca di compiere riguarda la stretta correlazione fra pianificazione spaziale e programmazione economica: è il tentativo di collegare, in modo organico e funzionale, i programmi di sviluppo economico (in primo luogo il piano regionale di sviluppo Prs) con gli strumenti di governo del territorio. A questo fine è stata riformulata sia la legge regionale sulla programmazione (lr. 49/1999, rivista dalla lr. 61/2004), sia la stessa legge sul governo del territorio (lr. 1/2005). Dalla definizione del carattere pubblico del territorio discende la necessità di concepire il governo del territorio come "azione pubblica per eccellenza". Tale "azione pubblica" è definita nel Pit dall'insieme delle politiche regionali e locali, la cui legittimazione ed efficacia presupporrebbe che la molteplicità di strumenti a cui esse si affidano non sia strutturata da "gerarchie di sovra o sotto-ordinazione tra livelli regionali, provinciali e comunali, così come di comunità montana e di circondario, ma da competenze plurime e distinte che occorre armonizzare e corre/are attorno a giudizi di valore condivisi e a prospettive strategiche comuni". Questa sostanziale parificazione di livelli di pianificazione permea tutto il documento di piano e si basa sull'assunto che "il governo del territorio non presuppone relazioni gerarchiche bensì intense propensioni cooperative tra i titolari di distinte responsabilità amministrative e tra diverse autorità di governo". Tutta la strumentazione è basata, infatti, sulla cooperazione tra regione ed enti locali, tramite una configurazione decisionale dove "alla gerarchia dell’ultima parola' (e ai suoi eventuali surrogati negoziali), si sostituisca una filiera di responsabilità distinte che condividono la necessità e le opportunità di sintonizzarsi entro un disegno o almeno entro una visione integrata della Toscana futura, quale il Pit propone e sottopone all'accordo dei governi locali". Il Pit si articola in un’agenda statutaria che 7 costituisce l'insieme delle scelte normative a garanzia della sostenibilità ambientale e culturale delle opzioni dì sviluppo. È "l'insieme delle scelte di indirizzo e disciplina in merito a ciò che per i Toscani e per tutti coloro che in Toscana vogliono vivere od operare, e ,ad un tempo, per i governi locali chiamati a dar loro rappresentanza, regole, opportunità e direttive, deve costituire 'i!' patrimonio territoriale e le condizioni della sua salvaguardia e della sua messa in valore". Più che un catalogo di vincoli, l'agenda statutaria è la rappresentazione del territorio e delle sue risorse nonché lo scenario di riferimento per ogni scelta programmatica. Il documento di piano pone una certa enfasi sul passaggio da statuto ad agenda statutaria: invece di un quadro statico da conservare, l'agenda evoca un insieme di indirizzi, piani e programmi, azioni e incentivi, volti a orientare il governo locale del territorio. L'agenda statutaria si fonda su un quadro conoscitivo composto dagli "spaccati" dei principali fenomeni del divenire territoriale della Toscana, indagati ed interpretati, ovviamente, ad un livello di osservazione di scala regionale; ed intersecati con le principali politiche pubbliche e programmi regionali e statali che più interagiscono con tale evoluzione. Con i metaobiettivi, il Pit dà corpo alle sue scelte imprescindibili. Si tratta delle scelte, che, appunto, declinano il suo statuto in un'agenda per la sua applicazione. Laddove necessario, essi dettano regole e indirizzi, ma lo fanno col chiaro intento di modificare oppure salvaguardare qualità, funzioni e valori territoriali preesistenti, in vista di scenari auspicati o temuti. Per il loro riferimento a scenari in continua evoluzione, i metaobiettivi hanno una duplice valenza, strategica e statutaria insieme. La terza parte del Pit riguarda l'agenda strategica vera e propria. Essa trova la sua rappresentazione nei sistemi funzionali individuati, i quali sono espressamente pensati come superamento di rigide zonizzazioni e costituiscono il nesso concreto fra Pit e Prs: "in modo che piani, programmi e linee di azione che investono il territorio, o fanno comunque leva sulle sue risorse, interagiscano con le capacità e i funzionamenti della società toscana per influenzarne il movimento, le molteplici combinazioni e l'evoluzione innovativa". In definitiva, è attraverso i sistemi funzionali del Pit che i singoli piani strutturali possono definire i propri obiettivi programmatici in coerenza con quelli della più generale agenda programmatica regionale. In sintesi, secondo lo stesso documento di piano, la strumentazione del Pit si ispira ai seguenti principi: - la cooperazione "pattizia" tra Regione e Enti locali, dove, nel processo decisionale, l'idea di filiera sostituisce quella di gerarchia; - il ricorso sistematico e preferenziale al confronto concorrenziale fra le opportunità e le risorse del mercato, nella chiave generale del contrasto alle posizioni di rendita; - lo statuto del territorio non inteso come sistema di vincoli ma piuttosto come insieme di buone pratiche amministrative; - la valutazione integrata incentrata sul principio di coerenza fra Prs e Pit: il Pit come sfondo (territorio) entro cui collocare le opzioni della programmazione regionale (scelte politiche). 8 La parte paesaggistica del Pit, adottata a giugno del 2009, assicura la massima considerazione degli effetti paesaggistici nelle politiche regionali; promuove e favorisce le intese con le amministrazioni interessate, il monitoraggio e gli opportuni osservatori. La stessa disciplina promuove e sostiene le attività di formazione sulla tutela e la valorizzazione del paesaggio e dei suoi valori. Tali obiettivi si perseguono anche attraverso le "schede dei paesaggi" che al loro interno contengono: i caratteri paesaggistici; i valori; i fattori di rischio e gli elementi di vulnerabilità; gli obiettivi di qualità; le azioni. Si riportano di seguito i principali contenuti della scheda dei paesaggi di cui all'Ambito 26, da rispettare nella formazione della variante al piano strutturale. In primo luogo si segnalano i seguenti obiettivi di qualità e le conseguenti azioni della Sezione 3: obiettivi di tutela azioni Conservazione e ripristino dei valori La pianificazione anche in riferimento ai paesaggistici ed ambientali espressi dal contenuti del PTC: territorio rurale con particolare riferimento a: - - perimetra gli ambiti caratterizzati dalla i terrazzamenti di Monte Argentario e delle permanenza della struttura agraria isole del Giglio e Giannutri, in quanto paesaggi rurali di grande valore identitario; tradizionale; - gli ambiti di pianura che conservano gli - individua gli elementi diffusi e dei rapporti tra assetti propri della bonifica idraulica,costituita usi e trame agricole che caratterizzano lo dalla maglia geometrica della rete degli scoli e specifico contesto paesistico locale; delle trame fondiarie. - definisce le regole per l'inserimento dei nuovi edifici rurali avendo cura in particolare di prescrivere: localizzazioni quanto più possibile prossime ai nuclei ed alle infrastrutture già esistenti e capaci di assecondare la morfologia del terreno; - il ricorso a tipologie compatte riferibili ai 9 modelli locali; - il rispetto delle proporzioni degli edifici tradizionali e l’utilizzo dei materiali reperiti in loco o ad essi assimilabili per caratteristiche. Per quanto riguarda invece i contenuti della sezione 4 (Beni paesaggistici soggetti a tutela ai sensi del D. Lgs. 22.01.04, n° 42) delle schede, si riportano le identificazioni dei rischi e dei valori e la valutazione della loro permanenza, in particolare per quanto riguarda il vincolo apposto con il Decreto ministeriale D.M. 2 l febbraio 1958. IDENTIFICAZIONE DEI RISCHI E DEI VALORI E VALUTAZIONE DELLA LORO PERMANENZA Identificazione dei rischi Permanenza dei valori – elementi di degrado Presenza del tessuto insediativo principale nelle aree in prossimità delle due bretelle di collegamento alla terraferma, in cui sono ubicati i due porti di Porto S.Stefano e Porto Ercole. Se da un lato Il tessuto edilizio del nuclei storici ben si Integra con Il sistema portuale, dall'altro la nuova espansione risulta disseminata In modo disorganico con insediamenti sia ad alta che a bassa densità. La forte presenza antropica correlata alle attività turistiche, nautiche e balneari, ha comportato il proliferare di seconde case spesso Isolate o strutturate In nuclei, In entrambi i casi racchiusi in estese proprietà private. Sono ad oggi visibili importanti emergenze storlco-monumentali che testimoniano la presenza di un antico e complesso sistema di difesa costiera e ville marittime del I e III sec. a.C. come Villa Dornizia a S.Liberata, L'area sottostante a Poggio Pertuso in aderenza al tombolo della Feniglia risulta fortemente l degradata per la presenza di innumerevoli manufatti precari perlopiù ad uso residenziale, realizzati con materiali, forme, modalità del tutto inadeguate. L'aggregazione di tali strutture, comprensive anche delle relative recinzioni, risulta misera, disordinata, disorganica, e sicuramente da 10 Quadro naturale: valore panoramico per la presenza di punti di belvedere, dai quali si gode la visuale di un tratto della costa maremmana. Da evidenziare l’intera costa dell’Argentario, alta e a picco sul mare (falesia), che si snoda da Santa Liberata a Cala Galera, anche se tutto il comprensorio può essere considerato di alto valore sotto l’aspetto geomorfologico, principalmente per la sua stessa natura, caratterizzata dall’alternarsi di litologie molto differenti tra loro che hanno subito delle vicissitudini tettoniche articolate in varie fasi successive. Su tale complesso di rocce è intervenuta poi, nel tempo, l’azione degli agenti atmosferici che hanno plasmato il territorio in modo unico e spesso spettacolare. Il promontorio presenta ampie porzioni con carattere di unitarietà, con prevalenza di macchia mediterranea sui versanti orientali ed estese aree a gariga su quelle occidentali. Nella parte alta del Monte Argentario è presente il sistema del forteto. Un interessante elemento di valore, è costituito dal recupero ambientale, in località Terrarossa, di un area degradata, la cui attuale destinazione è un impianto per il Golf con relative strutture di servizio. Tra le ville ed i complessi residenziali turistici, emergono alcuni per rilevante qualità architettonica e particolare attenzione ad un corretto inserimento nel contesto paesaggistico. riqualificare. Permanenza del valore panoramico di numerosi punti di belvedere dal quali si può apprezzare contemporaneamente la visuale verso la costa maremmana, verso Ia Iaguna e i tomboli e verso il mare. Pregevoli visuali panoramiche si aprono dal mare verso il Monte Argentario. Le numerose ed estese proprietà private limitano la possibilità di accedere a molti punti di belvedere ed alla cosa. Gli elementi di rischio sono legati essenzialmente all’acclività della superficie topografica, caratterizzata spesso da ripide scarpate morfologiche, impostate su litologie spesso a bassa resistenza meccanica o particolarmente alterate dagli agenti atmosferici. Il rischio è collegato al fatto che la presenza antropica alteri ulteriormente il fragile equilibrio dell’ecostistema. Inoltre i rischi sono connessi ad una manutenzione forestale e ad una protezione e previsione antincendio non adeguate. Il rischio consiste in una eventuale scarsa qualità nell'ampliamento del tessuto urbanistico-edilizio, relativamente ai nuovi interventi edificatori, sia residenziali che produttivi e ad una non adeguata tutela di spazi pubblici. Eventuali impropri interventi di ristrutturazione possono, costituire un ulteriore rischio. 11 L'elevata qualità ambientale del promontorio ha un notevole richiamo soprattutto per le attività residenziali-turistiche, nautiche e balneari che hanno generato dinamiche quali la crescita diffusa di insediamenti sulla collina di Porto Santo Stefano, la presenza di seconde case spesso Isolate o strutturate in piccoli nuclei, lottizzazioni di tipo urbano a ridosso delle principali insenature talvolta con evidenti fenomeni di abusivismo, la proliferazione di manufatti con materiali precari. come nella zona della Feniglia. Le poche aree agricole del promontorio, generalmente organizzate con vigneti terrazzati, sono state oggetto di abbandono e progressivamente occupate da arbusti e macchia mediterranea. Anche nella parte meno antropizzata del promontorio, la realizzazione di ville, racchiuse in estese proprietà private, ha fortemente limitato l'accessibilità pubblica al mare e ai punti panoramici. OBIETTIVI PER LA TUTELA E LA VALORIZZAZIONE E INDIRIZZI PER LA QUALITA' Tutela del patrimonio conseguire attraverso: Obiettivi per la tutela ambientale da - un’adeguata gestione forestale della vegetazione autoctona inclusa quella prospiciente la laguna; - la definizione di criteri progettuali per il corretto inserimento nel contesto paesaggistico e per la qualità architettonica degli interventi, sia nel recupero dei fabbricati esistenti, che nella realizzazione di nuovi manufatti e delle relative aree a parcheggio. Tutela del sistema colturale dei vigneti terrazzati. Tutela e valorizzazione del sistema delle fortificazioni costiere. Tutela dell'antico tessuto edilizio integrato al sistema portuale di Porto Ercole e di Porto Santo Stefano. Tutela del valore panoramico del complesso difensivo di Porto Ercole, uno degli elementi visuali peculiari dell'Argentario: Tutela e manutenzione della strada di scorreria che collega le torri costiere dell'Argentario e degli accessi pubblici al mare. Obiettivi per la valorizzazione Valorizzazione del sistema delle fortificazioni costiere, favorendone la fruizione pubblica 12 Strategie per il controllo delle trasformazioni: misure e azioni anche mediante apposite convenzioni tra soggetti pubblici e privati. Valorizzazione delle visuali panoramiche comprese quelle godibili dalla viabilità storica anche attraverso la riattivazione degli accessi pubblici al mare. Definizione di criteri progettuali per la riqualificazione delle aree insediative altamente degradate con particolare riferimento alla qualità degli spazi pubblici e dei nuovi interventi sia residenziali che produttivi. Mitigazione ambientale dei ripetitori ubicati sul Monte Argentario attraverso la razionalizzazione del loro posizionamento. L’area oggetto dell’intervento di variante urbanistica è soggetta, come l’intero territorio del Comune di Monte Argentario, a vincolo paesaggistico, di cui al DM 21/02/1958 - G.U. n.54 del 3 marzo 1958, con la seguente motivazione:”…perché, nel suo complesso, costituisce un caratteristico quadro naturale di non comune bellezza, ricco di punti di vista accessibili al pubblico dai quali si può godere la visuale panoramica di un tratto della costa maremmana.”, così come riportato nella sezione 4 dell’allegato A del PIT della scheda n.26 Argentario. Le trasformazioni e le azioni previste dalla variante urbanistica risultano perfettamente compatibili con le finalità di vincolo contenute nel Decreto Ministeriale ed in particolare: a) l’intervento è stato collocato sotto la quota di 40 metri s.l.m., pari a quella dell’attuale struttura alberghiera e quindi molto più in basso della linea di crinale e completamente inserito all’interno dell’oliveto, in parte esistente e in parte di nuova piantumazione; a questo proposito alcune zone interessate dalla vegetazione a gariga verranno ripristinate ad oliveto, secondo la maglia colturale dell’impianto originale; l’intervento non risulta visibile da ” punti di vista accessibili al pubblico “ ad eccezione della strada di accesso al convento dei Frati Passionisti. Questa strada risulta peraltro totalmente interna al bosco di macchia mediterranea e priva di affacci e di belvedere se non in prossimità del Convento stesso. La vista verso l’intervento proposto risulta notevolmente lontana e da alta quota e quindi difficilmente percettibile anche in ragione della scelta tipologica adottata, che prevede il “ tetto giardino “ e dalle mitigazioni arboree e arbustive previste dalle norme tecniche di attuazione. Queste soluzioni rendono ancora meno evidente l’intervento nel contesto paesaggistico esistente; l’intervento non interferisce sulle “ visuali panoramiche della costa maremmana “, in quanto lo stesso è situato sul versante collinare opposto alla laguna ed ai relativi tomboli costieri, senza interessare il crinale. 13 b) In relazione alla ” tutela e valorizzazione degli insediamenti contemporanei e delle relazioni con il contesto paesaggistico e ambientale “ , della scheda n° 26 “ Argentario “ del PIT, la dimensione dell’intervento risulta perfettamente compatibile. Infatti l’intervento proposto, sia per qualità architettonica e formale ( tetto giardino e mitigazioni previste ), che per la localizzazione all’interno di un ambito insediativo esistente di cerniera tra il complesso alberghiero e la lottizzazione di Terrarossa con i relativi impianti e infrastrutture esistenti ( depuratore comprensoriale, ex discarica, ex cava, area per stoccaggio inerti ) risulta, per le sue dimensioni, relative alle superfici occupate, equivalente a circa 1/5 dell’intera area urbana esistente. Inoltre gli “ insediamenti contemporanei “, nel caso specifico, risultano essere di scarsa qualità formale e architettonica ( vedi l’edificato di Terrarossa e delle sopraelencate strutture di servizio ), oltre al degrado paesaggistico e ambientale del contesto esistente, percettibile in modo evidente lungo la strada denominata dell’ “acquedotto leopoldino “, unica viabilità di accesso al Golf Resort. L’intervento, con le sue opere accessorie, consentirà un recupero paesaggistico e ambientale dell’intero contesto, al fine di migliorare il sistema insediativo esistente. c) Relativamente alla direttiva del PIT, di cui all’art.24 comma 2, riferita al patrimonio “ collinare “ della Toscana, che evidenzia “….la realizzazione degli impianti sportivi e per il tempo libero….e degli immobili collegati al loro esercizio, ivi comprese eventuali strutture turistico ricettive è da consentire solo qualora sia prescritta la gestione unitaria di tali complessi “, si sottolinea che l’intervento proposto è vincolato ad una gestione unitaria così come stabilito nel Protocollo d’Intesa e nelle NTA del RU alla scheda Tn4.1. E’ da sottolineare comunque che l’intervento proposto ricade, per il territorio “ collinare “, all’interno dell’ambito urbano di Terrarossa. d) La scheda di paesaggio n°26 “ Argentario “ illustra le azioni e gli obiettivi di qualità da perseguire, sinteticamente di seguito riportate: valori estetico-percettivi riferiti alla laguna di Orbetello, insediamenti contemporanei in relazione al contesto paesaggisticoambientale tramite regole di riqualificazione urbanistica, di contenimento di nuovi impegni di suolo, dei varchi inedificati esistenti, delle matrici insediative, della qualità progettuale dei nuovi insediamenti, secondo elementi “ identitari locali “. L’intervento proposto risulta coerente e compatibile rispetto alla fascia costiera prospiciente la laguna, così come dimostrato alla lettera a) del presente capitolo e per le relazioni con gli “ insediamenti contemporanei “ si precisa quanto segue: - le “ regole per la razionalizzazione degli insediamenti esistenti e la loro riqualificazione urbanistica al fine di ridurre al minimo indispensabile la crescita urbana ”, sono già definite nel Regolamento Urbanistico recentemente approvato; - il “ contenimento di nuovi impegni di suolo…”è stato attuato con la notevole riduzione delle superfici oggetto della variante, sia per le aree destinate alla “ Casa Madre “, che 14 alle “ Dipendenze “, ai “ Servizi “ e alle “ Residenze “, rispetto a quelle previste in sede di adozione del Piano, oltre alle riduzioni delle SUL e delle volumetrie complessive; - le modifiche apportate alle NTA e alla scheda del RU, consentono di tutelare sia i margini dell’insediamento che dei varchi inedificati (vedi intervento a “ grappolo ); - le regole previste per la progettazione degli assetti urbani, è coerente con la matrice insediativa tipica del l’Argentario, caratterizzata da strutture insediative di impianto recente, per lo più realizzate nel secondo dopoguerra, ad eccezione del contesto di Porto Ercole e, limitatamente, di Porto Santo Stefano; - le modifiche apportate alle NTA ed alla scheda del RU, a seguito dei contributi e delle osservazioni, hanno migliorato notevolmente la qualità degli atti regolativi e quindi anche delle norme necessarie per assicurare la qualità progettuale dei nuovi insediamenti, anche in rapporto agli elementi identitari locali, consentendo linguaggi architettonici contemporanei di qualità ( vedi anche lettera b ) del presente capitolo ). e) La scheda di paesaggio, alla sezione IV, in attuazione del D.M. 21/02/1958, riferito “ all’intero territorio del Comune di Monte Argentario”, evidenzia quanto segue: “ il degrado delle nuove espansioni…la presenza antropica…con le caratteristiche di lottizzazione di tipo urbano…il valore panoramico…di belvedere…verso la costa maremmana, verso la laguna ed i tomboli…il valore costituito dal recupero ambientale di un’area degradata ad impianto da golf con relative strutture di servizio….”. L’intervento, così come adeguato a seguito dei contributi e delle osservazioni, risponde adeguatamente alle indicazione sopraelencate. Infatti le norme inserite nella scheda del RU, impediscono la realizzazione della tipica lottizzazione urbana, non interferiscono sulle visuali della costa maremmana ( vedi lettera a ) e favoriscono un’alta qualità urbanistica ed edilizia dell’ampliamento del complesso alberghiero esistente. f) La direttiva del PIT, agli articoli 21, 22, 24, relativamente al patrimonio “ collinare “, suggerisce di evitare le tipologie insediative riferibili alle “ lottizzazioni ”di tipo urbano e la realizzazione di impianti sportivi , subordinati ad una “ gestione unitaria “ dei complessi edilizi ad essi collegati. Inoltre gli articoli 23 e 25, suggeriscono che ” nuovi impegni di suolo a destinazione d’uso turistica devono concorrere alla tutela ed alla riqualificazione degli insediamenti esistenti “ e “ la localizzazione di nuovi impianti, insediamenti e funzioni specialistiche di tipo sportivo e per il tempo libero, sia subordinata alla salvaguardia delle risorse essenziali…dei paesaggi…ed alla riqualificazione di quelli degradati…”. La variante in oggetto risponde alle direttive sopra riportate , come indicato alle lettere a), b), c), d), e) del presente capitolo ed in particolare : non prevede le tipologie tipiche delle lottizzazioni urbane, impone la gestione unitaria dei complessi edilizi della struttura ricettiva, concorre alla riqualificazione dell’insediamento esistente dell’ambito urbano di Terrarossa ( con ampie superfici compromesse e degradate, vedi depuratore comprensoriale, ex discarica di rifiuti solidi urbani, ex cava per attività estrattive, previsione , nel PS, di aree di trasformazione strategica ATS, impianto di stoccaggio rifiuti, lottizzazione residenziale iniziata negli anni novanta, in aderenza a 15 strutture degli anni cinquanta/settanta ), non altera le risorse essenziali del territorio anche con interventi di mitigazione ( reimpianto dell’oliveta, nuovi arredi vegetazionali ) e una costante manutenzione del territorio ( paesaggio rurale, regimazione idraulica e idrogeologica ). g) L’intervento oggetto di variante (ampliamento della struttura ricettiva Argentario Golf Resort & SPA), ricade non in zona agricola ma totalmente all’interno dell’area individuata dal PS e dal RU come impianto sportivo, in aree non utilizzate dal percorso golfistico ( buche, green, etc.) all’interno di un oliveto abbandonato e di una superficie a gariga. Il poggio calcareo a confine con la lottizzazione esistente di Terrarossa, è dominato dagli oliveti nei suoi versanti meridionali e nord-orientali, e da mosaici di garighe e praterie aride su litosuoli (ampelodesmeti), a costituire un elemento emergente del paesaggio locale. Questo poggio inoltre, costituisce una separazione visiva tra l’attuale Resort e la laguna di Orbetello, costituendo quindi uno schermo naturale dal punto di vista paesaggistico. L’intervento proposto ricade sul versante opposto alla laguna del poggio suddetto, mentre l’altro versante fa parte paesaggisticamente del complesso lagunare, che presenta un notevole valore paesaggistico, incrementato dalla adiacente presenza dei caratteristici tomboli (della Giannella e della Feniglia) e dell’antico borgo di Orbetello. Il patrimonio collinare, così come definito dall’art.20 del PIT, designa un contesto territoriale di ampio raggio, all’interno del quale, nel caso specifico della presente variante, è ubicato l'ambito urbanistico di Terrarossa. Ambito questo, di fatto esistente e non riconosciuto dalla strumentazione urbanistica vigente. Infatti il Protocollo d’Intesa, tra Provincia di Grosseto e Comune di Monte Argentario, individua tutte le motivazioni per un necessario e giusto riconoscimento di tale situazione, così come riportato al Capitolo 2.3 del presente documento. Pur operando, con la variante in oggetto, all’interno del suddetto contesto urbano, si evidenzia, con la presente VAS, che sono rispettate tutte le condizioni indicate come direttive e prescrizioni di cui agli articoli 21, 22 ,23 ,24 ,25. Infatti il presente intervento risulta “pregiudiziale della funzionalità strategica “ sotto il profilo culturale, economico, sociale e paesaggistico ambientale del Comune di Monte Argentario, in quanto volano di un diverso sviluppo economico del territorio, finalizzato alla destagionalizzazione dei flussi turistici, anche nell’ottica di una maggiore incidenza occupazionale. Inoltre l’intervento produrrà “ una efficacia di lungo periodo ” , riferita all’internazionalizzazione dell’intero territorio, alla promozione ed al consolidamento di attività economicamente e culturalmente innovative rispetto alle opportunità imprenditoriali e lavorative. Sono inoltre soddisfatti i criteri progettuali per un corretto inserimento nel contesto geomorfologico, paesaggistico e per le tecnologie innovative adottate, relative alla bioarchitettura etc. La variante evita l’uso di tipologie insediative riferibili alle lottizzazioni tipiche degli insediamenti urbani( art.21, c.1, lett. a, b, e, f ; c.4 ; c.7). Inoltre, “ le risorse agroambientali…da tutelare e valorizzare…” che “ comprendono i terreni caratterizzati dalla presenza di colture di pregio paesistico… e che presentano un’elevata potenzialità di uso agricolo per le loro caratteristiche morfologiche, pedologiche , …le zone gravate da usi civici… i terreni con particolari sistemazioni agrarie significative ai fini della conservazione del suolo quali terrazzamenti e ciglionamenti, terreni soggetti a bonifica 16 idraulica…schemi irrigui… siti di invaso esistenti…i boschi, le foreste…”, non risultano presenti all’interno dell’ambito d’intervento, come evidenziato più volte nel presente documento ( art.22, comma 2 ). Le prescrizioni del Piano Paesistico prevedono che “ nuovi impegni di suolo per usi diversi da quelli agricolo-forestali…debbono comunque concorrere alla tutela ed alla riqualificazione degli insediamenti esistenti “. L’intervento di variante proposto, rispetta la prescrizione suddetta, così come ampiamente argomentato alle lettere d) ed f) del presente capitolo ( art.23, comma 5 ). Infine, nel rispetto delle direttive dell’art.24 e delle prescrizione correlate dell’art.25 del PIT, si evidenzia, come già riportato in altre parti del presente documento, che “ l’impianto sportivo e per il tempo libero…e gli immobili collegati al loro esercizio, ivi comprese eventuali strutture turistico ricettive “ è sottoposto dalle NTA della variante al RU all’obbligo della gestione unitaria e all’applicazione di rigorose limitazioni alle possibilità di mutamento delle destinazioni d’uso degli immobili realizzati. 17 2.2 Il nuovo piano territoriale di coordinamento della provincia di Grosseto Il 10 Giugno 2010, l'Amministrazione Provinciale, ha approvato definitivamente il nuovo piano territoriale di coordinamento ( PTC). Fig. 2.1 -Stralcio della tavola 3 del Ptc -Morfologia territoriale, identità e valori Il Ptc "sviluppa un'accezione della morfologia territoriale affine a quella delle tradizione nordeuropea e delle più recenti tendenze della "ecologia del paesaggio", e si fonda su una lettura del territorio provinciale articolata sui seguenti livelli: -Ambito Morfologico Territoriale (A.M.T.), corrispondente alle categorie geologiche e orografiche; -Sistema Moifologico Territoriale (Si.M.T.), corrispondente ai caratteri generali di ordine morfogenetico; - Unità Morfologica Territoriale (U.M.T.), corrispondente ai principali caratteri identitari del soprassuolo; 18 -Settore Morfologico Territoriale (U.M.T.), corrispondente alle declinazioni locali della tipologia morfologica. Il Comune di Monte Argentario rientra interamente nella U.M.T. Pr4 "Argentario". La scheda 8 del Ptc adottato organizza la disciplina nei seguenti argomenti: -Inquadramento territoriale; -Settori morfologici; -Dinamiche in atto; -Indirizzi operativi; -Vocazioni da sviluppare. Omettendo, in questa relazione, il quadro territoriale di riferimento e ì settori morfologici (da sviluppare eventualmente in una fase successiva), appare utile soffermarci sul profilo morfologico che individua il promontorio come un "territorio roccioso con residue foreste xerojìle di leccio e sughera a varie fasi di degradazione; macchia con erica e corbezzolo; macchia degradata a prevalenza di cisto; gariga; prateria. Residui querceti decidui di cerro (Quercus cerris) e rovereIla (Quercus pubescens) nelle zone più umide. Piccoli nuclei di bosco a castagno (Castanea sativa), relitto di antiche colture. Diffusione di pascoli e seminativi faticosamente ricavati nella natura impervia. Presenza di vite, olivo e seminativo (o soli vite e seminativo) su terreni acclivi, caratterizzati da sistemazioni idraulico agrarie terrazzate con muretti a secco soprattutto sul versante sud-occidentale del promontorio". Il sistema insediativo è "accentrato con sistematica integrazione delle attività di pesca con risorsa boschiva (leccio e/o castagno) -aree a pascolo -suoli agricoli. Centri murati di pedecolle, Porto Ercole e Porto Santo Stefano, affacciati sul mare con approdi portuali. Insediamento sparso in stretto rapporto di continuità ed integrazione funzionale con i centri murati, dislocato lungo la tortuosa viabilità di crinale e/o mezzacosta o su piccole diramazioni necessarie alla raggiungibilità dei fondi, composto da annessi rurali (casotti) e da scarse unità poderali facenti capo alla piccola proprietà paesana e a maggiorenti locali. Diffusa presenza di antiche opere di difesa costiera (forti e torri di avvistamento della dominazione senese e spagnola)". Le dinamiche in atto, fotografate dal Ptc, presentano processi di marginalizzazione e abbandono negli assetti agrari. Espansione di bosco e incolto, con rischio di cancellazione per i castagneti ed il sistema dei vigneti terrazzati. Crescente irregolarità delle aree agricole. Forti fenomeni di deruralizzazione del patrimonio edilizio e delle aree agricole nei versanti collinari, innescati dallo sviluppo turistico-balneare dell'intero promontorio con proliferazione di seconde case e lottizzazioni a ridosso di insenature costiere come Cala Moresca, Cala Piccola, Sbarcatello, Carrubo e Cannelle (settore C5). A Porto Ercole e Porto Santo Stefano (settori C l, C5) trasformazione della struttura urbana mediante espansione lineare lungo strada (conurbazione lineare Porto Santo Stefano-Santa Liberata, Poggio Pertuso-Porto Ercole) e occupazione dei versanti a maggiore panoramicità, con rischio di alterazione dell'immagine consolidata di centro murato sull'acqua. Ruolo attrattivo della viabilità costiera (S.P. N°65 di "Panoramica di P.S. Stefano", S.P. N°161 di "P.S. Stefano", S.P. N°66 di "Panoramica di P.Ercole.") dove il serrato alternarsi di incisioni vallive (settore C 1), di diversa ampiezza e profondità, offre supporto alle attività produttive e residenziali, con formazione di filamenti lineari interrotti da aggregazioni più ampie nelle piane. Nell'area del Campone attività artigianali, rimessaggi nautici e residenze, mescolati in un sistema caotico e degradato". 19 Gli indirizzi operativi che individua il Ptc si esplicitano attraverso le seguenti identità da rafforzare: - configurazioni Morfologico-naturali: ( si applicano gli indirizzi 1a, 1b, 1g ) (1) - configurazioni Morfologico-agrarie: ( si applicano gli indirizzi 2a, 2f ) - configurazioni Morfologico-insediative: ( si applicano gli indirizzi 3a, 3b, 3c, 3d, 3e, 3f, 3h, 3i ) - Aree dì riqualificazione Morfologica: : si applica l'indirizzo 4° La vocazioni da sviluppare, sono le attività economiche, "nel rispetto dei valori formali del! 'UM T., delle risorse storico-naturali presenti, attraverso il mantenimento della discontinuità del! 'edificato, la disentincevazione dei fenomeni di dispersione insediativa, sia sul fronte litoraneo che sui rilievi collinari, l'attenuazione del! 'impatto delle aree a destinazione produttiva e la promozione di misure volte ad incentivare, nell'ambito delle opere di miglioramento dell'ambiente e dello spazio rurale, il mantenimento degli assetti agrari tradizionali presenti nei S.m. dell'unità. Valorizzazione dei centri abitati di Porto S. Stefano e Porto Ercole, integrazione funzionale e visuale fra boschi, mosaici agricoli complessi, struttura urbana, attrezzature portuali e il mare ". L'articolo 29 delle norme (attività economiche e offerta turistica), prescrive che i Comuni, all'atto di formazione della propria disciplina incentivino "lo sviluppo urbanistico rispetto alle attività residenziali, anche ai fini del dimensionamento Per l'incremento qualitativo dell'offerta turistica e delle sue ricadute territoriali, si deve promuovere le attività turistiche che sviluppano l'offerta destagionalizzata, la messa in rete delle risorse territoriali e del patrimonio ambientale, il coordinamento fra gli attori anche in termini di intersettorialità; Nelle A.M.T. Isole, Coste e Promontori, come è l'Argentario, il Ptc prescrive: - di elevare la qualità e le dimensioni medie della ricettività alberghiera, extralberghiera e turistico-residenziale; - di incrementare qualità e quantità dei servizi e delle infrastrutture, in rapporto sia alla popolazione insediata che ai flussi turistici stagionali. (1) I. Identità da rafforzare a. iI patrimonio boschivo attraverso la corretta gestione delle pratiche forestali e garantire la presenza di un mosaico di elementi diversi come pattern essenziale per la conservazione della biodiversità vegetale; b. i castagneti da fruito ed il recupero di quelli in stato di abbandono; c. i nuclei delle piante di sughera; d. le pinete lungo costa; e. le gole dei ripiani tufacei; f. le biancane e dei campi di alterazione geotermica; g. il grado di naturalità del patrimonio ambientale della costa sabbiosa, dei sistemi dunali e retrodunali, degli affioramenti rocciosi lungo costa e delle isole minori; h. le zone umide, le aree lagunari e lacustri. 2. Configurazioni Morfologico-agrarie da mantenere: 1.ì brani di coltura promiscua e le eventuali sistemazioni idraulico-agrarie (terrazzamenti e ciglionamenti) esistenti intorno ali 'insediamento storico anche attraverso il recupero degli oliveti e vigneti abbandonati e l'eliminazione delle forme invasive del bosco; 2.la maglia dei "campi chiusi ", in particolare il disegno strutturante delle alte siepi arborate, evitando la dispersione delle nuove costruzioni rurali; 3.le aree di piano, con il mantenimento, dove esistente. delle sistemazioni di bonifica, della vegetazione ripariale non interagente con l'efficienza idraulica, della viabilità campestre, dell'orientamento dei campi, delle piantate residue, delle siepi. delle siepi alberate, delle alberature a filari, a gruppi e isolate; 4.le emergenze del disegno del suolo e del paesaggio agrario, le insulate coltivate ali 'interno del bosco, evitando l'avanzamento di quest 'ultimo nelle radure, oltre a consentire la permanenza di tracce signifìcative di piante arboree di notevoli dimensioni. isolate o a gruppi; 5.la maglia dei prati-pascoli con alberi isolati o a gruppi, in particolare le querce isolate o a gruppi nei campi aperti, la vegetazione arborea lineare lungo gli impluvi e le siepi alberate lungo la viabilità rurale; 6.i pascoli ed arbusteti di crinale per mantenere nei crinali in oggetto importanti punti panoramici per la visione. del paesaggio circostante. 7.la rete dei percorsi della transumanza quali elementi strutturanti ed identitari del territorio rurale. 20 3. La pianificazione comunale 3.1 Il piano strutturale Il Piano Strutturale del Comune di Monte Argentario è stato approvato definitivamente il 25 luglio 2002, con la delibera del Consiglio comunale n. 63. Il Piano Strutturale individua e articola il territorio comunale in 9 Utoe di cui tre "insediative", in ragione della rilevante antropizzazione del loro territorio, con la presenza di ambiti urbani quali Porto Santo Stefano, Porto Ercole e Pozzarello ; sei "rurali", che interessano il promontorio nella sua parte centrale e la costa nel tratto occidentale del mare aperto tra Porto S.Stefano e Porto Ercole. Per quanto attiene all'argomento della presente relazione, la variante si è resa necessaria per riconoscere una situazione di fatto esistente, e non evidenziata nel P.S., e in particolare il riconoscimento di Terrarossa quale ambito insediativo esistente dalla caratteristiche "urbane". Infatti, l’ambito di Terrarossa, fortemente antropizzato ed infrastrutturato ha acquisito nel tempo caratteristiche urbane, dal momento che vi coesistono molteplici realtà, tutte a “dominante insediativa” , come riconosceva già il PS nel 2002, ancorché allora non tutte realizzate e per questo allora non riconducibili ad un ambito urbano. L 'Utoe n.2 di "Terrarossa" è inoltre descritta dal PS come una zona che "racchiude le aree dell'insediamento costiero sparso sorto a margine del confine lagunare, da S. Liberata (connessione del monte col tombolo di Giannella), passando per il nucleo di Terra Rossa, alla spiaggia di Feniglia (connessione del Monte col tombolo di Feniglia), oltre a comprendere i territori interni delle Piane. Si tratta di una unità territoriale che il PS riconosce a dominante insediativa, nella quale nuclei di insediamento residenziale convivono con quelli turistici e con una notevole concentrazione di attività per lo sport e il tempo libero di rilievo comunale e territoriale (campo da golj; polo, centro sportivo locale)". Tale insediamento ha quindi necessità oggi di essere identificato, nel suo complesso, come “ambito urbano”, in cui riconoscere, come facenti parte del sistema, le seguenti strutture” esistenti: - il nucleo residenziale di Terra Rossa, comprensivo degli edifici esistenti e della lottizzazione di Terrarossa, il tutto quantificabile come superficie complessiva in 8,00 ha ca.; - la Cava di calcare di Terra Rossa, ricompresa nel Piano delle Attività Estrattive provinciale (P.A.E.R.P.) e di cui alla D.C.P. n.49 del 27.10.2009, al n.166 delle “Cave dismesse e abbandonate” e quindi soggetta a recupero urbanistico per attività varie; - il Depuratore Intercomunale di Orbetello – Monte Argentario ( quale struttura di notevoli dimensioni) in esercizio a servizio dei centri abitati di Orbetello, Orbetello Scalo, Albinia, Talamone, dei Campeggi Osa-Albegna, di Ansedonia, Porto S. Stefano, Porto Ercole, Pozzarello e Terra Rossa; - il sito della Ex-discarica bonificata di Rifiuti Solidi e Urbani, sottratta alle zone agricole e destinata a verde sportivo; - la Stazione Ecologica comunale per la raccolta differenziata degli R.S.U.; 21 le Strutture di Servizio alla Mobilità esistenti e da realizzare nell’ambito del corridoio multimodale (Porto S. Stefano-S.Liberata-Terrarossa-Porto Ercole), quale viabilità extraurbana di interconnessione sovracomunale e di cui all’art. 91 del RU: Rete viaria; - l’albergo Argentario Golf Resort & Spa con 146 posti letto - L’area di trasformazione strategica ( ATS ) di Terrarossa, così come definita dall’art.2, comma 20 del presente PS ( ATS2.4 ). Terra Rossa possiede pertanto, nel suo insieme, nell’ambito del territorio di Monte Argentario, caratteristiche tali da essere riconosciuta, negli strumenti urbanistici comunali, affine agli ambiti urbani di Porto Santo Stefano, Pozzarello e Porto Ercole. - Fig. 3 Stralcio della tavola 7 del piano strutturale vigente ACA 2.3 ACA 2.3 ATS 2.3 ATS 2.2 ATS 2.1 ACA 2.1 ACA 7.4 ATS 2.4 ACA 7.2 ACA 7.1 ACA 2.2 ATS 2.5 ACA 3.2 3. 2 Gli strumenti vigenti il Comune di Monte Argentario ha approvato il proprio Piano Strutturale (PS) con Delibera del Consiglio Comunale n. 67 del 25 luglio 2002 ed ha adottato il 16 settembre 2010 il Regolamento Urbanistico (RU) con D.C.C. n. 61, poi approvato il 23 marzo 2012 con delibera del C.C. n.23, la cui efficacia ha iniziato a decorrere dal 11 luglio 2012, data di pubblicazione sul B.U.R.T. Il piano regolatore del Comune di Monte Argentario è stato adottato nel 1980 e, soltanto dopo oltre trent'anni, è stato sostituito dal nuovo Regolamento Urbanistico. Come è facile intuire, dal 1980 ad oggi, numerose sono state le varianti che, in qualche caso, hanno completamente ridisegnato un piano concepito in un'altra epoca storica. Il PRG, tenuto anche conto del piano paesaggistico redatto in funzione del vincolo ministeriale del 1958, conteneva un mix di previsioni urbanistiche vere e proprie e salvaguardie di tipo ambientale. Dopo l' entrata in vigore del Pit della Regione Toscana, del PTC della Provincia di Grosseto, nel PRG di Monte Argentario molte sono state le modifiche apportate nel corso del tempo, anche a seguito della sottoscrizione del Patto Territoriale per lo sviluppo della Maremma grossetana del 1997.Il Patto Territoriale è stato attuato con varianti urbanistiche successive, 22 che tra l'altro hanno previsto e poi realizzato quell'insieme di residenze, strutture ricettive, impianti sportivi, strutture di servizio alla viabilità, infrastrutture tecnologiche e servizi di carattere generale, che oggi caratterizzano fortemente l’intero ambito insediativo. Infatti, il Patto Territoriale per lo Sviluppo della Maremma Grossetana, all’art. 7 dell’Accordo tra i soggetti Pubblici stipulato il 27 ottobre 1997, ha previsto ,nella Scheda B 10 di intervento, per Monte Argentario, la realizzazione del complesso golfistico Le Piane con una club house da 5000 mc., un campo da golf a 18 buche e una struttura ricettiva di mc.10.000, da realizzarsi con procedure accelerate, quindi tramite Conferenza di Servizi , “al fine di pervenire ad una determinazione congiunta di tutte le Amministrazioni interessate con effetto di variazione degli strumenti urbanistici e di sostituzione delle concessioni edilizie”.La determinazione conclusiva è stata assunta il giorno 3 giugno 1998 e il 29.09.’98, con Delibera C.P. n. 173. Il PTC 2010 della Provincia di Grosseto ,all’art. 29 delle Norme espressamente dedicate all’offerta turistica, riconosce al settore turistico un ruolo trainante ai fini dello sviluppo provinciale, “non solo in termini di contributo intrinseco alla formazione del P.I.L., ma anche e soprattutto in termini di spillover e di effetti indotti”.Inoltre il PTC “individua nel territorio provinciale una marcata vocazione a un turismo di qualità fondato su una fruizione non massificata di attrattive irriproducibili e fortemente identitarie, nonché di estesa stagionalità, dal momento che l’insieme di tali attrattive offre motivi di appetibilità tali da soddisfare un’ampia gamma di esigenze lungo l’intero arco dell’anno.” La struttura sportiva del campo da golf a 18 buche di Monte Argentario - Le Piane- è annoverato fra i capisaldi Infrastrutturali del tempo libero di interesse strategico provinciale (Scheda 10E del PTC). Inoltre, fra gli Indirizzi per la Cooperazione delle Politiche di Sviluppo (Scheda 15A del PTC, punto 21.), nella “Città” d’Acqua e Pietra, a cui Monte Argentario appartiene, è riportato che: “Nel campo dell’offerta golfistica l’obiettivo è la realizzazione sostenibile di nuovi campi da golf a 18 buche a Capalbio, Magliano e l’ampliamento a 18 buche di quello di Maremmello (Orbetello): La previsione privilegerà la tematica ambientale e la qualità morfo-insediativa in un’ottica di perequazione degli effetti redistributivi. Le modalità organizzative dovranno garantire la costituzione di un effettivo circuito che includa anche il campo delle Piane (Monte Argentario).”, a sancire la connessione dello stesso in una rete complessiva provinciale. il Piano Strutturale di Monte Argentario delinea la struttura del golf all’interno dell’UTOE n.2 di Terrarossa a “dominante insediativa” che, all’art. 36 SSFI.7 – Cittadella dello Sport, articola il Sottosistema Funzionale Integrato in tre differenti comparti: - SSFI.7.1 Centro sportivo locale delle Piane, comprensivo dello stadio comunale, di servizi sportivi e di una piscina pubblica; - SSFI.7.2 Centro Golf, comprensivo di un campo da golf a 18 buche, club house e annesse strutture ricettive, come da Accordo per il Patto Territoriale per la Provincia di Grosseto del 27.10.’97 e dalla apposita Conferenza di Servizi (Determinazione conclusiva del 3.6.’98 e D.C.P. n. 173 del 29.9.’98), sopra menzionata; - SSFI.7.3 Centro Equestre, comprensivo del Campo di Polo e ulteriori attività ippiche connesse. 23 Il Piano Strutturale comunale stabilisce di assumere per il Sottosistema Funzionale Integrato SSFI.7 come opera pubblica determinante, il depuratore di Terra Rossa ed annovera tra gli “Obiettivi locali” specifici per il Centro Golf AT 7.4 e AT7.5 : - “la realizzazione di un campo da golf professionale, di almeno 18 buche, comprensivo di annessi di servizio, club house e strutture ricettive, come da progetto definito nel Patto Territoriale per la Provincia di Grosseto, dopo verifica delle compatibilità ambientali in ordine soprattutto al fabbisogno idrico e a condizione che venga contestualmente realizzata la bonifica dell’area di discarica RSU”; - la realizzazione di un’adeguata dotazione di parcheggi pubblici, per almeno 100 posti auto. Sempre il PS prevede, nelle “Dimensioni di Programma” per il Centro Golf, le seguenti volumetrie: club house da 5000 mc., strutture ricettive per 10.000 mc. e 100 posti auto (parcheggi pubblici) dedicati al servizio della struttura, su un totale di 550 per l’intero Sottosistema Funzionale Integrato. Inoltre evidenzia, tra le “funzioni caratterizzanti”, quelle “che prevedono lo sviluppo delle attrezzature di servizio al turismo e alla comunità locale, in particolare per quelle di tipo sportivo, che devono convivere con le funzioni agricole presenti da sempre e non devono alterare quelle ecologiche relative alle connessioni tra ecosistema lagunare ed ecosistema montano”. Lo Schema Direttore , di cui alla Schede Grafiche allegate al Piano (Schede e Normative: Schema di Assetto SSFI.7 e Corridoio Lagunare SSFI. 4), individua inoltre il sistema della mobilità di accesso anche interna a tutta l’area, comprensiva delle previsioni di parcheggi dedicati e di interesse locale e il Sistema di interscambio Terrarossa e come invarianti, l’effettiva disponibilità idrica “a totale copertura dei fabbisogni indotti dallo sviluppo delle attività sportive programmate” ed il ripristino della “continuità dei corridoi ecologici di attraversamento dell’area”. Le Tavole di PS individuano per l’area del campo da golf e relativa struttura ricettiva l'ambito definito “aree di trasformazione intensiva ATI” - SSF1 Cittadella dello Sport- così come riportato nella Tav. 7 “parchi e servizi”. Nel RU (elaborato C) l’area in questione è catalogata FrP.2- Zona per attrezzature sportive “Golf Le Piane” ed è riportata all’art.45 delle Norme Tecniche, che recitano: ”nelle more della variante al PS, avviata con Delibera CC del 23.04.2010, sono consentiti interventi sulle strutture esistenti fino alla ristrutturazione edilizia RE2 di cui all’articolo 7, punto 5.2 delle presenti norme”. La specifica variante al Piano Strutturale e la relativa VAS, si pongono quale obiettivo l’ampliamento della struttura ricettiva all’interno del Campo da Golf di M. Argentario, quale “struttura riconosciuta a livello internazionale che ha di fatto esaurito le proprie capacità edificatorie”. Il Comune di Monte Argentario ha quindi avviato, ancora prima dell’adozione del RU, il procedimento di variante al Piano Strutturale con Deliberazione del C.C. n.28 del 23 aprile 2010 e relativa VAS, per l’ampliamento della struttura ricettiva all’interno del Campo da Golf di M. Argentario, specificando che, data la natura della variante, ha inteso intraprendere la 24 procedura concertativa dell’Accordo di Pianificazione, anche in funzione del nuovo PTC, peraltro solo adottato al tempo dell’avvio della variante stessa. 4. Obiettivi e strategie Il territorio del Comune di Monte Argentario si caratterizza, all' interno della Provincia di Grosseto, come polo turistico, in ragione, soprattutto, delle sue pregevoli caratteristiche ambientali, paesaggistiche e storico documentali. Il piano strutturale, che trova la sua prima applicazione con il primo regolamento urbanistico, sconta il fatto di essere stato pensato alla fine degli anni novanta e contiene obiettivi e dimensionamenti che non tengono conto delle dinamiche socio-economicodemografiche che in un decennio hanno modificato l'economia locale, in particolare per quanto riguarda la fruizione turistica del territorio. In questa ottica appare indispensabile una revisione totale dello strumento urbanistico al fine di adeguarlo anche al nuovo Pit della Regione Toscana e al Ptc della Provincia di Grosseto. Nel frattempo, però, appare fondamentale fornire gli strumenti necessari agli operatori locali del turismo affinché possano portare avanti progetti di sviluppo delle loro strutture, non sempre coerenti con l'attuale dimensionamento del piano strutturale. Nello specifico, l'avvio del procedimento di variante al piano strutturale, si pone come obiettivo l'ampliamento delle attività ricettive all'interno della struttura alberghiera collegata al campo da Golf di Monte Argentario, denominata “Argentario Golf Resort & SPA” e riconosciuta a livello internazionale, che ha di fatto esaurito le proprie capacità edificatorie. L'attività è nata, come già detto, a seguito della sottoscrizione (tra Comune, Provincia e Regione) del Patto territoriale per la Provincia di Grosseto, avvenuta il 21 luglio 1997, che permetteva l'adeguamento degli strumenti urbanistici (leggi Prg) in ragione di progetti strategici per la Maremma. Il piano strutturale, che nel frattempo si stava formando, ha recepito le previsioni, anche dimensionali. Alla luce delle nuove dinamiche sopra richiamate, però, si rende necessaria una variante al Piano stesso che permetta il consolidamento dell'attività ricettiva all'interno dell’Argentario Golf Resort & SPA, in maniera da permettere una diversificazione dell'offerta non legata soltanto alla stagionalità estiva. Vista anche la peculiarità del territorio di Monte Argentario, la disciplina urbanistica dovrà garantire la massima qualità architettonica degli interventi e un loro armonico inserimento nel contesto paesaggistico. Sarà indispensabile garantire, inoltre, l'utilizzo di sistemi ecocompatibili, soprattutto per quanto riguarda il consumo di energie e di risorse del territorio. In sintesi gli obiettivi da concretizzare con la specifica variante al piano strutturale possono essere così sintetizzati: 25 1. promuovere un sostanziale sviluppo dell’attività turistica all’interno della struttura del campo da golf di Monte Argentario, attraverso un incremento dimensionale della capacità ricettiva; 2. destagionalizzare l’offerta, in maniera da offrire ospitalità durante tutto l’arco dell’anno, non vincolandosi solamente alla fruizione del mare, al fine di garantire una maggiore ricaduta occupazione sul territorio; 3. garantire la salvaguardia del patrimonio ambientale e comunque di tutto il contesto paesaggistico di riferimento, in coerenza con il Pit e il Ptc; 4. garantire la salvaguardia delle risorse essenziali (aria, acqua, suolo e sottosuolo, biodiversità e paesaggio, energia, clima acustico, rifiuti), attraverso specifiche prescrizioni sulla qualità architettonica e sul risparmio energetico, specie per quanto attiene all’approvvigionamento idropotabile, allo smaltimento dei rifiuti e delle acque reflue; 5. ridurre al massimo il consumo di suolo inedificato, prevedendo gli ampliamenti in stretta connessione con il costruito. In tale contesto, la struttura turistica esistente Argentario Golf Resort & Spa, con 146 posti letto e relativo impianto sportivo, campo da golf a 18 buche, rappresenta un’ attività ed una realtà produttiva strategica per l’intero territorio provinciale, dal momento che è inserito in un circuito golfistico di grande qualità e rilievo internazionale. Infatti la struttura fa registrare un notevole numero di presenze e fornisce occupazione ad un numero consistente di dipendenti, oltre a registrare un’elevata partecipazione da parte della comunità dei residenti alla pratica golfistica. Nonostante i risultati di flusso turistico registrati nella struttura, anche a causa dell’attuale fase di congiuntura economica sfavorevole, la stessa, per mantenere l’obiettivo di destagionalizzazione turistica ed occupazionale, necessita di un potenziamento e di una integrazione funzionale e dimensionale, in quanto, ad oggi, la capacità ricettiva (146 posti letto), risulta sottodimensionata rispetto alle esigenze di mercato e quindi non sostenibile dal punto di vista economico e finanziario. Quindi, per garantire e possibilmente consolidare la presenza di tale iniziativa imprenditoriale nel territorio provinciale, occorre che la stessa sia potenziata prevedendo azioni concrete di rilancio e sviluppo. Contestualmente alla programmazione di interventi finalizzati alla sopravvivenza, al potenziamento e quindi al rilancio di tale struttura ricettiva, occorre mettere in atto strategie finalizzate al mantenimento della qualità complessiva e percettiva del contesto paesaggistico di riferimento, la salvaguardia degli assetti e delle caratteristiche ambientali, la tutela dei beni e delle risorse essenziali del territorio. In questa ottica si inserisce l’uso corretto delle componenti insediative, con criteri di inserimento a basso impatto, con il contenimento dell’uso del suolo ed elevata qualità tipo-morfologica (in sintonia con l’esistente), nonché con previsione di interventi di adeguate mitigazioni laddove necessario. Peraltro la struttura alberghiera, oltre a ricadere –come già rilevato- sull’asse urbanizzato ed infrastrutturato che comprende l’insediamento di Porto Santo Stefano-Pozzarello, Santa Liberata, Terra Rossa- 26 Orbetello e Porto Ercole, costituendo in tal senso un’appendice dello stesso asse, non determina impatti paesaggistici negativi, essendo ubicata in una depressione morfologica (“conca” naturale) non percepibile o visibile né dalle strade né dal mare, quindi ben contestualizzato dal punto di vista paesaggistico-ambientale. Considerando quanto sopra rappresentato, si comprende che la presente variante è necessaria per consentire, nella parte del "Dimensionamento", una maggiore flessibilità delle previsioni per la gestione successiva del Regolamento Urbanistico. Infatti ad oggi il PS prevede, per ogni Utoe, un "budget" di posti letto, alloggi e servizi, fortemente limitativo per una gestione flessibile e coerente con il variare delle necessità pianificatorie. La variante, comunque, non altera la previsione complessiva stimata e programmata nel tempo in ragione dello sviluppo sostenibile del territorio, ma consente soltanto di poter trasferire, da alcune UTOE verso quella di Terrarossa, una parte delle previsioni individuate. Infatti la stessa variante stabilisce la possibilità di trasferimento di posti letto dalle UTOE N°1 di Porto Santo Stefano e N°3 di Porto Ercole alla UTOE di Terrarossa , nel limite massimo del 14% dei posti letto totali, pari a un incremento di 166 posti letto. Conseguentemente sono state decrementate le dotazioni di posti letto relativamente alla UTOE n°1, per 100 posti letto e alla UTOE n° 3 per 66 posti letto.Inoltre, la presente variante consente anche il trasferimento degli alloggi dalle UTOE di Porto Santo Stefano e di Porto Ercole alla UTOE di Terrarossa , nel limite massimo del 12% degli alloggi totali, pari quindi a un incremento di 34 alloggi, esclusivamente all’interno dell’ambito urbano di Terrarossa. Quindi sono state decrementate le dotazioni di alloggi relativamente alla UTOE n°1, per 22 alloggi e alla UTOE n° 3 per 12 alloggi. 5. I contenuti della variante In data 20.12.2012 è stato sottoscritto tra la Provincia di Grosseto e il Comune di Monte Argentario un Protocollo d’Intesa per l’ampliamento della struttura ricettiva campo da golf e l’individuazione dell’ambito urbano di Terrarossa , condividendo di modificare il PS ed il RU (Tavole e Norme) ai sensi della L.R. 1/05 e della L.R 10/10 e l.m.i., per ampliare le dotazioni previste nella struttura alberghiera, ai sensi della LR 42/2000 e s.m.i. per complessivi n.266 posti letto (attuali n. 146 posti letto). Le Amministrazioni provinciale e comunale condividono l’individuazione nel PS, dell’ambito urbano di Terra Rossa (con relative prestazioni qualitative e funzionali), da organizzare secondo i criteri stabiliti dal PTC 2010 della Provincia di Grosseto, ambito nel quale riconoscere come facenti parte del sistema, le seguenti strutture esistenti: - il nucleo residenziale di Terra Rossa, quantificabile come superficie complessiva in 8,00 ha ca.; - la Cava di calcare di Terra Rossa, compresa nel Piano delle Attività Estrattive provinciale (P.A.E.R.P.) e di cui alla D.C.P. n.49 del 27.10.2009, al n.166 delle “Cave dismesse e abbandonate”; 27 - il Depuratore Intercomunale di Orbetello – Monte Argentario in esercizio , a servizio dei centri abitati di Orbetello, Orbetello Scalo, Albinia, Talamone, dei Campeggi OsaAlbegna, di Ansedonia, Porto S. Stefano, Porto Ercole, Pozzarello e Terra Rossa; - il sito della ex-discarica di Rifiuti Solidi e Urbani; - la Stazione ecologica per la raccolta differenziata degli R.S.U.; - le strutture di Servizio alla Mobilità esistenti e da realizzare nell’ambito del corridoio multimodale (Porto S. Stefano-S.Liberata-Terra Rossa-Porto Ercole), quale viabilità extraurbana di interconnessione sovracomunale e di cui all’art.91 del RU: Rete viaria; - l’albergo Argentario Golf Resort & Spa con 146 posti letto ; - L’area di trasformazione strategica ( ATS ) di Terrarossa, così come definita dall’art.2, comma 20 del presente PS ( ATS2.4 ). La perimetrazione à stata effettuata nel rispetto dei criteri insediativi del PTC e in particolare definendo e accrescendo l’identità urbana di Terra Rossa, definendo il sistema delle funzioni qualificanti come la residenza, il turistico-ricettivo e i servizi, concentrando la crescita in stretta aderenza ai tessuti esistenti, con finalità di integrazione e ricucitura dei margini di Terra Rossa, precludendo la formazione di nuovi nuclei autonomi, evitando ogni forma di crescita non concentrata, compatta e conchiusa e quindi contenendo il consumo di suolo. Dalla perimetrazione dell’ambito insediativo è stata eliminata tutta la superficie interessata da bosco o formazioni forestali, così come definite dalla legge regionale. Tale individuazione ha costituito un caso unico e peculiare, che non potrà essere ripetuto nel restante contesto comunale. Le Amministrazioni Provinciale e Comunale condividono quindi la modifica al PS ed al RU (Tavole e Norme ai sensi della L.R. 1/05 e della L.R 10/’10 e l.m.i.) per l’inserimento dell’ambito urbano di Terra Rossa, secondo le modalità sopra rappresentate. All’interno di questo nuovo ambito urbano, l'ampliamento delle dotazioni previste per la struttura alberghiera (ai sensi della LR 42/2000 e s.m.i.) per complessivi n.266 posti letto (attuali n. 146 posti letto), sarà articolato nel seguente modo: A) “Casa Madre” (art. 28, L.R. 42/00) : incremento di n. 40 posti letto per un totale di n. 186 posti letto complessivi, in ampliamento all’Albergo esistente, da integrare con il corpo principale e realizzare sulle ali esterne dello stesso B) “Dipendenze” (art. 28, L.R. 42/00) con una previsione di 80 posti letto in n. 20 unità abitative, così come consentito dall’art. 26, c. 4 della L.R. 42/00, per una capacità ricettiva non superiore al 40% di quella complessiva, con tipologia a Resort diffuso, idoneo ad ospitare famiglie con permanenze medio-lunghe, con vincolo di pertinenzialità con l’Albergo e non alienabilità autonoma e separata dallo stesso, con gestione alberghiera unitaria e con centralizzazione dei servizi alberghieri, senza distacchi funzionali, gestionali e operativi, con 28 un incremento complessivo della S.U.L. della struttura ricettiva ( Casa Madre e Dipendenze ) pari a mq.3.250,00 e mc.12.000,00 C) “Servizi Generali” . I servizi alberghieri, a seguito di specifica osservazione alla variante, non sono stati localizzati in un’unica zona, ma distribuiti all’interno delle aree destinate alla Casa Madre, alle Dipendenze ed alle Residenze, come meglio evidenziato nella specifica scheda di comparto. I servizi, che peraltro sono stati anche sostanzialmente ridimensionati, soddisfano le esigenze logistiche ed organizzative del Resort ed in particolare contengono le destinazioni ad office, magazzini e depositi , buvette, chiosco, uffici, corridoi, disimpegni e spazi di servizio , per una SUL complessiva di mq.1.500,00 e mc.4.000,00. D) “Residenze”. Nel rispetto del dimensionamento complessivo programmato dal PS, la variante prevede, all’interno dell’ambito urbano di Terra Rossa, la possibilità di realizzare n. 34 nuovi alloggi contigui all’Albergo con la formazione di un complesso urbanisticamente unitario e con l’erogazione a livello centrale di servizi alberghieri comuni, con obbligo del mantenimento della centralità gestionale e di continuità paesaggistico-ambientale con il resto del complesso alberghiero, secondo la tipologia del Condo Hotel e con specifiche clausole nei singoli contratti d’acquisto, da inserire nei successivi atti di trasferimento con una SUL complessiva di 4250 mq. e mc.15.000,00. Le nuove strutture saranno connesse funzionalmente all’Albergo con l’erogazione centrale dei servizi alberghieri comuni, quali: utilizzo dell’ ingresso principale della struttura alberghiera senza altra viabilità carrabile di accesso (impiego di percorsi pedonali e golf-car elettrichesolari), utilizzo della portineria, dei parcheggi-garage, lavanderia, ristorazione, mantenimento unità ricettive e aree verdi, servizi navetta, ecc.., Le limitazioni e gli obblighi sopra elencati saranno disciplinati da un apposito Regolamento, da approvare in allegato alla Convenzione del Piano Attuativo. Inoltre, su tali alloggi dovrà vigere l’obbligo del non frazionamento delle unità abitative e della non modificazione della destinazione d’uso per almeno 20 anni dalla fine dei lavori. La presente variante al PS esclude dall’ambito urbano di Terrarossa, così come sopra descritto e definito, il campo da Golf, collegato al Resort , che dovrà rimanere nel territorio aperto, mentre prevede la possibilità di realizzare un campo pratica aggiuntivo (5 piazzole, area gioco e putting green), per migliorare le dotazioni sportive e di addestramento, disponendone l’obbligo di fruizione, su richiesta, per i ragazzi interessati al di sotto dei 14 anni residenti nella Provincia. La Società titolare del Resort, si impegna, contestualmente alla realizzazione degli interventi sopra elencati, a provvedere ad alcune dotazioni utili al territorio e che rivestono interesse pubblico e precisamente: - realizzazione di una serra botanica all’interno dell’area di proprietà ( con essenze arboree, arbustive e floreali), il cui accesso dovrà essere garantito, oltre che agli ospiti della struttura alberghiera, anche a soggetti esterni ed in particolare a scolaresche; 29 - realizzazione di un eliporto anche per servizi sociali (elisoccorso, WWFF, Protezione Civile e Guardie Forestali); - realizzazione di cartellonistica a norma CAI in un sentiero storico per escursioni naturalistico-ambientali e valorizzazione di emergenze storiche minori e per consentirne la visibilità e la fruibilità in un circuito turistico organizzato; - realizzazione di un nuovo innesto sulla strada provinciale n°440 di Porto Santo Stefano, per il nuovo accesso al Resort, attraverso la viabilità locale esistente. Gli interventi relativi all'ampliamento dell'albergo, delle residenze e dei servizi hanno utilizzato, con la presente variante, il dimensionamento ancora disponibile nel PS (DCC n. 67 del 25 luglio 2002), come esplicitato in dettaglio nella specifica disciplina del RU. Detti interventi saranno disciplinati dal RU secondo le caratteristiche costruttive di bioarchitettura, con materiali bioecologici e con la prescrizione relativa al contenimento dei consumi energetici (anche con il ricorso ad energie rinnovabili), oltre all’obbligo della centralizzazione dei servizi alberghieri, che dovranno essere forniti esclusivamente dall’Albergo esistente, senza facoltà di realizzare distacchi funzionali, gestionali e operativi. Il RU e il successivo Piano Attuativo dovranno impegnare la Società proprietaria della struttura ricettiva a stipulare a favore del Comune di Monte Argentario una convenzione contenente una serie di obblighi ed oneri comunque vincolanti e irrevocabili a carico della Soc. stessa, per eventuali successori e/o aventi causa a qualsiasi titolo e relativi a quanto sopra specificato anche tramite un Regolamento concernente uso, manutenzione ed esercizio condominiale dei servizi nei nuovi alloggi (con l'impegno inderogabile ad inserire tale clausola anche nei successivi contratti di trasferimento di tali unità): Dovrà inoltre essere previsto un Piano di sistemazione ambientale complessivo per la realizzazione della rete di distribuzione dell’acqua potabile occorrente, l’allontanamento delle acque di rifiuto a mezzo di fognatura e relativo innesto in quella esistente e quant’altro il Comune di Monte Argentario riterrà necessario e utile porre come adempimento e obbligo a carico della proprietà stessa. Anche se la variante al piano strutturale ha una valenza limitata rispetto al completo adeguamento dello strumento di pianificazione, un obiettivo imprescindibile per l'Amministrazione Comunale è quello di rendere chiari e trasparenti gli strumenti urbanistici. La corretta attuazione delle scelte condivise diventa un parametro di giudizio sull'operato dell'Ente. Con queste premesse il garante della comunicazione, con il supporto di attrezzature tecnologiche e informatiche, dovrà assicurare ai cittadini, singoli o associati, la conoscenza delle scelte effettuate dal Comune nelle diverse fasi di formazione della variante al piano strutturale, attraverso un linguaggio chiaro e comprensibile. Per quanto sopra esposto, le Norme Tecniche di Attuazione del Piano strutturale, verranno variate al " Capo III - Unità territoriali organiche elementari" nel seguente modo : - all' Art.12 con l'introduzione, nel dispositivo "Per ogni Unità Territoriale Organica 30 Elementare il Piano Strutturale", del nuovo punto "5.5" che reciterà : " il presente strumento stabilisce la possibilità di trasferimento di posti letto dalla UTOE n°1 (Porto Santo Stefano) e dalla UTOE n°3 (Porto Ercole) verso l’UTOE n°2 (Terrarossa) nel limite massimo del 14 % dei posti letto totali pari quindi ad un incremento di 166 posti letto. Pertanto sono decrementate le dotazioni dei posti letto, relativamente all’UTOE n°1 per 100 posti letto e alla UTOE n°3 per 66 posti letto"; e del nuovo punto " 5.6" che reciterà: " il presente strumento consente il trasferimento degli alloggi dalla UTOE n°1 (Porto Santo Stefano) e dalla UTOE n°3 (Porto Ercole) verso l’UTOE n°2 (Terrarossa) nel limite massimo del 12 % degli alloggi totali, esclusivamente all’interno degli ambiti urbani riconosciuti dal presente P.S. ; pari quindi ad un incremento di 34 alloggi. Pertanto sono decrementate le dotazioni degli alloggi, relativamente all’UTOE n°1 per 22 alloggi e alla UTOE n°3 per 12 alloggi"; - all' Art.14 per l' "UTOE. 2: Terrarossa" al punto "1. Delimitazione" con l'introduzione, nel dispositivo ......"Il Piano Strutturale riconosce all’interno dell’UTOE 2 l’ambito urbano di Terra Rossa costituito da: - il nucleo residenziale di Terra Rossa; - la Cava di calcare di Terra Rossa, ricompresa nel Piano della Attività Estrattive Provinciale (P.A.E.R.P.) e di cui alla D.C.P. n. 49 del 27.10.2009, al n. 166 delle “Cave dismesse e abbandonate”; - il depuratore intercomunale di Orbetello-Monte Argentario, a servizio dei centri abitati di Orbetello, Orbetello Scalo, Albinia, Talamone, dei Campeggi Osa-Albegna, di Ansedonia, Porto S. Stefano, Porto Ercole, Pozzarello e Terra Rossa; - il sito della Ex-discarica dei Rifiuti Solidi ed Urbani; - la Stazione Ecologica per la raccolta differenziata degli R.S.U.; - le Strutture di servizio alla Mobilità esistenti e da realizzare nell’ambito del corridoio multimodale (Porto S.Stefano-S.Liberata-Terra Rossa-Porto Ercole), quale viabilità extraurbana di interconnessione sovra comunale e di cui all’art. 91 del R.U.: rete viaria; - - l’Albergo Argentario Golf Resort & SPA con 146 posti letto; l’area di trasformazione strategica (ATS) di Terrarossa, così come definita dall’art.2.c.20 del presente PS e in ATS2.4 e del presente articolo al punto 6.1 lettera c e lettera c.2 “Area ATS2.4” ; L’ambito insediativi di Terrarossa costituisce un caso unico, peculiare e non ripetibile all’interno del territorio del Comune di Monte Argentario; Il punto " 2 Obiettivi locali (Ol)" che è stato integrato nel seguente modo: Ol.2.4.1 Apposizione di cartellonistica a norma CAI in un sentiero esistente allo scopo di valorizzare emergenze storico-documentali Ol.2.10.1 Realizzazione di una serra botanica all’interno dell’area golfistica, aperta anche a soggetti esterni e con finalità didattiche, per la valorizzazione delle essenze arboree, arbustive e floreali tipiche della zona. 31 Ol.2.10.2 Realizzazione di un campo pratica per il golf, di numero 5 piazzole, all’interno del perimetro dell’attuale campo da golf, per migliorare le dotazioni sportive e di addestramento, con l’obbligo della fruizione a tutti i ragazzi interessati al di sotto dei 14 anni, residenti nella provincia Ol.2.14 adeguamento dello svincolo sulla SP 440 , per garantire una idonea fruibilità degli impianti sportivi nel loro complesso: campo da golf, campo da polo, stadio comunale e relativo accesso alla struttura alberghiera. La società proprietaria dell’Argentario Golf Resort si impegna, previa autorizzazione sul progetto da parte della Provincia, a realizzare gli interventi suddetti contestualmente alla realizzazione delle opere di ampliamento della struttura alberghiera. La strada vicinale delle Piane, infrastruttura di accesso alla struttura alberghiera, potrà essere adeguata al fine di assolvere pienamente alle funzioni di collegamento."; Ol.2.15 Realizzazione di un eliporto per il traffico privato e per i servizi sociali (elisoccorso medico, vigili del fuoco, protezione civile, etc.). E’ stato inserito il punto "4 bis. Dimensioni massime ammissibili per Argentario Golf Resort" : a) edilizia alberghiera (“casa madre” e “dipendenze”)aggiuntiva: 3.250 mq di s.u.l. mc 12.000 (120 p.letto); b) edilizia residenziale(“ nuovi alloggi “) aggiuntiva: 4.250 mq di s.u.l., mc 15.000 ( 34 alloggi); c) edilizia alberghiera totale prevista ( esistente e di progetto ) :7.000 mq di s.u.l., mc 28.000 ( 266 p.letto); d) edilizia per servizi (“servizi generali”) totali previsti:1.500 mq di s.u.l., mc 4.000; La Società proprietaria della struttura alberghiera che realizza l’impianto dovrà stipulare a favore del Comune di Monte Argentario una convenzione contenente obblighi ed oneri, vincolanti e irrevocabili: obblighi elencati negli articoli 3,4,5 del Protocollo di Intesa tra la Provincia di Grosseto e il Comune di Monte Argentario per l’ampliamento della struttura, il Regolamento concernente uso, manutenzione ed esercizio condominiale dei servizi e dei nuovi alloggi, un Piano di Sistemazione Ambientale complessivo, la realizzazione della rete di distribuzione dell’acqua potabile occorrente, l’allontanamento delle acque di rifiuto a mezzo fognatura e relativo innesto in quella esistente e tutto quant’altro il Comune di Monte Argentario riterrà necessario e utile porre come adempimento e obbligo a carico della Ditta. Inoltre, la Società dovrà impegnarsi ad assumere in convenzione gli impegni di cui all’art.6 del protocollo d’intesa tra Provincia e Comune. La Società proprietaria si impegna inoltre a completare i nuovi alloggi solo successivamente alle diverse fasi di ampliamento del complesso turistico-ricettivo, secondo le modalità disciplinate."; Viene inoltre inserito un nuovo punto " 4 ter. Vincoli di edificabilità per Argentario Golf Resort: Nel rispetto del dimensionamento complessivo programmato con il presente strumento, si prevedono n. 34 alloggi (residenze) contigui all’Albergo (ricadenti all’interno dell’ambito urbano di Terra Rossa) formando un complesso urbanisticamente unitario e con l’erogazione, a livello centrale, di servizi alberghieri comuni, con obbligo del mantenimento della centralità gestionale 32 degli stessi e di continuità paesaggistico-ambientale con il resto del compendio alberghiero, secondo la tipologia del Condo Hotel (unità residenziali: 136 posti letto) e con specifiche clausole sulla gestione dei servizi di cui sopra nei singoli contratti d’acquisto, da inserire nei successivi atti di trasferimento (s.u.l. 4.250mq). Tale intervento consente di attingere dal budget complessivo degli alloggi previsti nel PS trasferendo gli stessi nell’ambito di Terra Rossa. Le nuove strutture dovranno essere connesse funzionalmente all’albergo, con dovranno quindi, come definito al paragrafo precedente, garantire l’erogazione centrale dei servizi alberghieri comuni, quali: utilizzo dell’ingresso principale della struttura alberghiera senza altra viabilità carrabile di accesso (impiego di percorsi pedonali e golf-car elettriche-solari), utilizzo della portineria, dei parcheggi-garage, lavanderia, ristorazione, mantenimento unità ricettive e aree verdi, servizi navetta ecc., da erogarsi mediante un apposito Regolamento interno alla struttura,così come disciplinato dalla convenzione prevista dall’art.6 del protocollo d’intesa dal precedente articolo. Inoltre, per l’intervento con destinazione urbanistica ad alloggi (residenze private ),dovrà vigere l’obbligo di non modificazione della destinazione d’uso per almeno 20 anni dalla fine dei lavori, dopo 20 anni il legame tra il Resort e gli alloggi può rimanere inalterato o eventualmente destinato al turistico ricettivo. Sarà inoltre vietato il frazionamento delle singole unità immobiliari al fine di non incrementare il numero degli alloggi totali previsti. Viene inserito infine un nuovo punto " 7. Criteri insediativi: I nuovi sistemi insediativi dovranno definire ed accrescere l’identità urbana di ciascun centro (nella fattispecie quella di Terra Rossa), definendo il sistema delle funzioni qualificanti, concentrare la crescita in aderenza ai tessuti esistenti con finalità di integrazione e ricucitura dei margini (in tal caso il ambito insediativi del contesto urbanizzato e infrastrutturato di Terra Rossa), precludere la formazione di nuovi nuclei autonomi, evitare ogni forma di crescita non concentrata, compatta e conchiusa, quindi contenere in il consumo di suolo. L’intervento dovrà evitare l’uso di tipologie insediative tipiche della lottizzazione urbana, caratterizzata da singoli lotti, strade carrabili di smistamento e penetrazione parcheggi, marciapiedi, pubblica illuminazione, recinzioni di proprietà per ogni singolo edificio, tipologie edilizie a schiera e in linea. I criteri progettuali dell’intervento dovranno ispirarsi ad una marcata qualità architettonica e compositiva, mediante l’aggregazione con tipologia a grappolo di singole unità abitative da posizionare secondo l’andamento collinare del terreno e all’interno della vegetazione esistente in modo tale da non offrire mai un fronte continuo e compatto, ma adattando i volumi alla morfologia ed al contesto ambientale, anche mediante l’utilizzo costante del tettogiardino, in modo tale da limitare drasticamente l’impatto visuale degli interventi. Anche i materiali, i colori e le tecnologie utilizzate saranno coerenti alla filosofia progettuale, di cui sopra, ecocompatibili ed ispirati ai principi della bioedilizia e del risparmio energetico, in perfetta sintonia con le caratteristiche dell’attuale Golf Resort. Particolare cura dovrà essere posta agli interventi di mitigazione attraverso l’uso di piante arbustive e nelle esecuzione delle opere di urbanizzazione primaria come parcheggi (pavimentazioni permeabili) e spazi a verde.