Rassegna Stampa di
mercoledì 26 marzo 2014
SNALS / CONFSAL
Corriere della Sera - Ed.
Bergamo
Il Tempo - Cronaca di
Roma
Italia Oggi
L’eco di Bergamo
Corriere della Sera - Ed.
Bergamo
26/03/2014
ELISABETTA, 17 ANNI DI CALVARIO LE CURE SOLO A MAGENTA
26/03/2014
EMERGENZA ROM, PRONTI ALLE RONDE
CONFSAL ATTENDE #LA SVOLTABUONA
«GRAZIE AL SINDACATO RICONOSCIUTE LE CURE PER LA MALATTIA
RARA»
26/06/2014 «VISITATA DA DODICI TIPI DI SPECIALISTI, NON SI CAPIVA COSA
AVESSI: L’HO SAPUTO DAL WEB»
26/03/2014
24/03/2014
Scuola, Formazione, Università, Ricerca
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
Corriere della Sera
26/03/2014
26/03/2014
GLI
26/03/2014
EDIFICI LOW COST IN CLASSE A LA SFIDA VINTA IN VENETO
ARCHITETTI IN CAMPO PER RIPENSARE LE SCUOLE
ORARI PIU' LUNGHI PER IL SABATO LIBERO NELLA SCUOLA LA
DISFIDA DEL WEEKEND
26/03/2014 SCUOLA, LAICI E CATTOLICI ALLA BATTAGLIA DEI SESSI
la Repubblica
26/03/2014 QUEI BIMBI CHE SOGNANO SCUOLE VERE
la Stampa
02/04/2014 PROGETTI DIDATTICI
OGGI
26/03/2014 "PIU' MORBIDI SU GRECO E LATINO PER RILANCIARE IL LICEO
Corriere della Sera - ed.
Milano
CLASSICO"
26/03/2014 I SINDACI DI AMRCA:LE TASSE RESTINO QUI
il Gazzettino
26/03/2014 IL PATTO DI STABILITA' APPRODA IN CONSIGLIO
il Gazzettino
Il Messaggero - Cronaca di 26/03/2014 "ERA FUORI DI SE', UN ALUNNO CI HA SALVATO"
Roma
26/03/2014 ECCO L'ENERGIA CHE FA LA STORIA
Il Secolo XIX
26/03/2014 COMUNE SALVABIMBI OGGI LA PRESENTAZIONE PER LE SCUOLE
Roma
26/03/2014 Int. a G.Rocca: ROCCA: L'ITALIA ADESSO PUO' RIPARTIRE MENO
Corriere della Sera
ILLUSIONI E PIU' FIDUCIA NELL'INDUSTRIA
26/03/2014 "ESCLUSI COLLEGHI DI VALORE" ECONOMISTI DI TUTTO IL MONDO
Corriere della Sera
CONTRO IL CONCORSO IN ITALIA
26/03/2014 NON C'E' ARCHITETTURA SENZA FILOSOFIA
Corriere della Sera
26/03/2014 MEDICINA, LA SCORCIATOIA DI TIRANA ORA HA LA
Corriere della Sera
CERTIFICAZIONE DEL TAR
26/03/2014 PMI, PIU' RISCHI E MAL GESTITI
MF - Milano Finanza
26/03/2014 IL PROCURATORE PALAZZI AL CONFRONTO SULLA RIFORMADELLA
il Mattino
GIUSTIZIA SPORTIVA
26/03/2014 CACCIA AL POSTO DI LAVORO "ECCO IL LAUREATO IDEALE"
il Mattino
26/03/2014 EUROPARLAMENTO DI STUDENTI ALL'ESOF DI COPENHAGEN
TST Tutto Scienze e
Tecnologie(La Stampa)
26/03/2014 SCELTA CIVICA A STRASBURGO CON LA SUA LISTA UN SIMBOLO A
la Repubblica
SOSTEGNO DEI LIBERALI
Corriere del Mezzogiorno –
Campania
la Repubblica - ed.
Bologna
la Repubblica - ed. Firenze
26/03/2014
SALVIAMO POMPEI, ADERISCE ANCHE L'(EX) AMBASCIATORE
LA RABBIA DI BIANCHI CONTRO IL GOVERNO "SISTEMA ASSURDO,
PUNISCE I PIU' VIRTUOSI"
26/03/2014 UN DECRETO PER SALVARE I PRESIDI DECADUTI
26/03/2014
Economia, Lavoro, Previdenza
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
il Sole 24 Ore
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Corriere della Sera
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la Repubblica
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Italia Oggi
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il Messaggero
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L'Unita'
il Tempo
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Giorno/Resto/Nazione
Corriere della Sera
la Repubblica
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il Messaggero
LE RENDITE DI POSIZIONE E IL SACCHEGGIO DELLO STATO
"DIRIGENTI PA LICENZIABILI COME NEL PRIVATO"
26/03/2014 "PREPENSIONAMENTI PER AIUTARE I GIOVANI"
26/03/2014 TARARE LE RETRIBUZIONI IN BASE AI RISULTATI E ALLE
RESPONSABILITA'
26/03/2014 STIPENDI PUBBLICI, ECCO TUTTI GLI ECCESSI
26/03/2014 PIANO ESUBERI PER LUCCHINI
26/03/2014 FORMAZIONE REGIONALE FACOLTATIVA
26/03/2014 Int. a M.Calderone: CONTRATTI A TEMPO ANCHE NEGLI STUDI
26/03/2014 "STATALI PREPENSIONATI, SPAZIO AI GIOVANI"
26/03/2014 DARE LAVORI UTILI AI CASSINTEGRATI
26/03/2014 STRETTA SUI COMPENSI DEI DIRIGENTI STATALI, PREPENSIONAMENTI E
MOBILITA'
26/03/2014 MADIA: PREPENSIONAMENTI PER FAR LAVORARE I GIOVANI
26/03/2014 RENZI NOVITA' VERA PER IL PAESE
26/03/2014 I LICENZIAMENTI PARI SONO
26/03/2014 LAVORO, STOP ALLE DIMISSIONI IN BIANCO SI' DELLA CAMERA
26/03/2014 Int. a A.Rughetti: "STATALI, ESUBERI IN PENSIONE E LA MOBILITA'
SARA' LA REGOLA"
26/03/2014 CAMUSSO: LA POLITICA NON CI PARLA DOBBIAMO DIVENTARE UN
PARTITO?
26/03/2014 ALFANO CONGELA I TAGLI ALLA POLIZIA
26/03/2014 STATALI, TORNANO MOBILITA' E PREPENSIONAMENTI
26/03/2014 LAVORO, ASSUNZIONI PIU' FACILI ECCO I NUOVI CONTRATTI A
TERMINE
26/03/2014 AL SENATO IL GOVERNO RISCHIA SULLE PROVINCE
26/03/2014 PIU' POTERI A PALAZZO CHIGI
26/03/2014 "TORNA L'INTERESSE A INVESTIRE IN ITALIA"
26/03/2014 Int. a D.Arcuri: "STIPENDI LEGATI AI RISULTATI E MENO SOCIETA'
PUBBLICHE SOLO COSI' SI VOLTA PAGINA"
26/03/2014 LA RIVOLUZIONE DI INTESA SP: ARRIVA LA FILIALE MONOPRODOTTO
26/03/2014
26/03/2014
Quotidiano
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Pagina
I
Foglio
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Il Consiglio generale della confederazione è stato convocato dal 2 al4aprile prossimi
~11iiii!4Jn attende #lasvoltabuona
Il governo deve fare cose concrete ed essere incisivo
di provvedimenti in materia fiscale (Irpef e Irap) e
sulle «bozze» dei disegni.di
legge per le riforme istituzionali.·
l 2~io scorso,
la ~ chiedeva
al nuovo governo - in
quel momento ancora
in fase di costituzione - un
programma organico e condiviso incentrato su lavoro e
occupazione, fisco e riforme
istituzionali.
Chiedeva anche che il governo mettesse in gioco tutta
la sua capacità e tutta la sua
autorevolezza politica per
avviare, nei confronti della
governance dell'Euro zona,
una mediazione di alto profilo sulla necessità di attuare
in modo flessibile, anche se finanziariamente compatibile,
i patti europei.
I
Apertura di credito
al governo ...
Subito dopo le indicazioni programmatiche del premier Renzi in Parlamento,
della fiducia, la
~ esprimeva una «fiduciosa attesa» dei fatti e
degli atti dovuti al paese e,
in particolare, ai giovani,
ai lavoratori, ai pensionati
enormemente gravati dalla
lunga crisi economica globale e dalla pesante recessione
dell'economia italiana.
Mi
Sempre in quei giorni,
auspicavamo l'avvio di un
nuovo, moderno e proficuo
sistema di relazioni industriali - ovviamente, sempre nel rigoroso rispetto
dei ruoli e delle funzioni
istituzionali - fra governo
e parti sociali rappresentative, facendo leva sul prezioso valore aggiunto della
partecipazione democratica
e dell'inclusione sociale.
---1112 marzo scorso, larlftlll
lJ!l!l veniva a conoscenza degli esiti del sesto Consiglio
dei ministri.
Questi, com'è noto, consistevano in una prima
decr-etazione Su alcune
modifiche ai contratti di
lavoro a tempo determinato e all'apprendistato, e
sull'emergenza abitativa;
in anticipazioni di disegni
di legge-delega sulla regolazione dei contratti di
lavoro, su un nuovo e moderno sistema di ammortizzatori sociali, sul pagamento dei debiti pregressi della
pubblica amministrazione
alle Imprese e in annunci
Ritaglio
Marco Paolo Nigi
La materia era tanta ed
era complessa - spaziando
dal lavoro al fisco, alle riforme istituzionali -, tanto
da indurci a passare dalla
doverosa posizione della
«fiduciosa attesa» del 2425 febbraio alla altrettanto
doverosa valutazione della
cosiddetta «svolta buona»
del premier Renzi, non trovando, però, degli elementi concreti e sicuri che ci
consentissero di esprimere
un primo giudizio compiuto e motivato sull'operato
del Consiglio dei ministri,
che oseremmo definire un
«impegno politico indeterminato».
gravi omissioni che preoccupano, e non poco, la ~m,
lavoratori, i pensiona1epresumibilmente tutti i cittadini
italiani.
Come confederazione siamo dunque in attesa della
«svolta buona» nutrita da
fatti concreti e da un'azione di governo consapevole,
organica, coerente, equa e
incisiva. Un'azione clamorosamente mancata dai governi precedenti.
... e verifica a breve
degli atti e dei fatti
Ma è bene chiarire subito
che questa nostra attesa è sì
consapevole e responsabile
ma è anche assai esigente.
Essa punta i:q alto, ovvero
al rilancio della crescita economica e occupazionale; alla
valorizzazione economica,
sociale e civile dei lavoratori;
al dovuto e concreto rispetto
dei pensionati; all'equità reale del fisco, ottenuta anche
Quindi, affidandoci alla attraverso una seria lotta
via della memoria rispetto all'evasione fiscale da pora questo impegno, abbiamo tare a livello di Eurozona;
optato per una «apertu- alla defiscalizzazione signira di credito» al governo', ficativa delle retribuzioni e
chiedendo alcune garanzie delle pensioni e al puntuale
sulla fattibilità dello stesso rinnovo dei contratti scaduimpegno-ann uncio.
ti sia nel settore privato che
Al momento, infatti, la
ti1MlM è molto interessata
al sistema di coperture finanziarie della manovra, in
gran parte soltanto annunciate, e alle scelte politiche
sulla spending review.
Altrettanto interesse rivestono: l'approfondimento
in sede di iter parlamentare
- da noi ritenuto assolutamente indispensabile - sulla
nuova imposizione fiscale
delle rendite, gli esiti degli
incontri istituzionali a livello dell'Euro zona sull'attuazione flessibile dei patti
europei, le reali intenzioni
governative sulla puntuale
emanazione dei decreti delegati prevista entro l'anno
dalla legge delega sulla riforma fiscale e sul rinnovo
in tempi brevi dei contratti
dei pubblici dipendenti.
Si tratta di questioni politiche complesse e impegnative che rivelano, nella loro
presentazione da parte del
governo, ombre, incertezze e
stampa
ad
uso esclusivo
nance europea;
Ma, sappiamo pure che un
governo, che si definisce di
legislatura e che si 'arma del
necessario coraggio, non può
fermarsi proprio in questo
momento dopo aver espresso tante buone e condivisibili intenzioni e aver creato
altrettante legittime aspettative nei giovani, nei lavoratori, nei pensionati, nelle
famiglie e nelle imprese.
La l!rn11E] pron~
a uii"'iifOficuo confronto
con il governo
Dal governo Renzi la !riIiI
rmlsi attende anche un'immediata, e per certi versi
dovuta, risposta in merito
all'avvio di un proficuo e
corretto confronto, pronta
com'è a dare il proprio contributo di idee e di proposte
per la soluzione delle grandi
questioni sociali ed economiche del paese.
Del resto, l'esperienza
relazionale ci ha insegnato
che i corpi democratici intermedi, con particolare riferimento alle parti sociali
rappresentative, possono
avere un ruolo fondamentale per "fare sistema» al
fine di conseguire i grandi
nel pubblico impiego.
obiettivi socio-economici e
contrastare la resistenza
Tutto questo, da tempo, alle riforme messe in atto
costituisce la grande sfida dai poteri forti.
e il forte e continuo impegno
della rtllTi'IIM11
In vista, dunque, di queFra circa novanta giorni, sto auspicato confronto con
all'inizio del semestre euro- il governo, prosegue e si appeo a guida italiana, quando profondisce il nostro dibatsi passerà alla verifica siste- tito interno.
matica degli atti governatiIn particolare, dal 2 al
vi maturati nei primi cento 4 aprile, il Consiglio genegiorni di governo, avremo rale della confederazione
tutti gli elementi necessa- si riunirà per discutere e
ri per condividere o meno, deliberare sul tema La sfinel rispetto dei ruoli istitu- da, l'impegno: rilanciare
zionali, l'impegno effettivo lo sviluppo - promuovere e
dell'azione governativa.
valorizzare il lavoro - renMa, oggi, riconosciamo, con dere equo il fisco - rinnovare
lealtà politica e in piena li- i contratti.
bertà e autonomia sindacale,
che l'agenda governativa del
Gli atti deliberativi del
premier Renzi è oltremodo Consiglio verranno immeimpegnativa, sia per quanto diatamente inviati al goriguarda gli obiettivi sia per verno.
quanto riguarda i percorsi e
Sarà un nostro contributo
i tempi di realizzazione - e a costruire il cambiamento
questo anche a causa delle nell'interesse delle giovani
«storiche» difficoltà riscon- generazioni, dei lavoratori,
trate nel sistema delle rela- dei pensionati e di tutto il
zioni politiche con la gover- paese.
del
destinatario,
non
riproducibile,
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IItalla0g9i
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26-03-2014
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Ritaglio
Marco Paolo Nigi
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destinatario,
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riproducibile.
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Città e hinterland 23
L’ECO DI BERGAMO
DOMENICA 23 MARZO 2014
-
Mozzo, alla Porta del Parco
primavera sana e solidale
-
Ogni sabato il mercatino biologico a «chilometro zero»
gestito da 3 cooperative sociali con altre realtà locali
«Grazie al sindacato
riconosciute le cure
per la malattia rara»
Mozzo
GABRIELLA PELLEGRINI
La primavera, anche se con qualche capriccio proprio sul più bello, è ormai arrivata.
E la Porta del Parco, nel quartiere Borghetto a Mozzo, sin dall’inizio di marzo, ogni sabato
mattina si anima con i prodotti
di aziende locali a «chilometro
zero» del mercatino biologico
gestito da un gruppo costituito
dalle cooperative sociali Alchimia, Oikos e Magnolia, in collaborazione con Agrimagna e con
i Gruppi di acquisto solidale di
Mozzo.
-
Dolori insopportabili anche
solo a stare seduta, esami, terapie ma
nessuna cura. Un calvario durato oltre
17 anni, poi l’estate scorsa finalmente
uno spiraglio grazie all’incontro con un
medico.
A scuola di orticoltura
Ma nel ricco programma di iniziative rientrano anche dei corsi
di formazione e autoproduzione
che partiranno ad aprile: il primo
corso che verrà attivato avrà come tema l’orticoltura biologica
e sarà tenuto dall’agronomo
Marco Zonca della cooperativa
sociale Biplano.
Negli appuntamenti successivi si parlerà anche di educazione
alimentare per sensibilizzare i
cittadini e gli utenti all’uso del
compost organico come concime per orti e giardini: il tutto
all’interno di un progetto sulla
riduzione degli sprechi alimentari legato a Expo 2015.
«La Porta del Parco – spiega
Elena Malgrati responsabile dell’area ambiente e comunicazione
della cooperativa Alchimia – è un
ambizioso progetto di riqualificazione dell’area agricola situata
a Mozzo in via Masnada. Il terreno situato nel quartiere Borghetto e di proprietà del Comune è
ora in gestione alle cooperative
sociali Oikos, Alchimia e la Magnolia, che in accordo con le realtà locali si occupano del vigneto,
-
La Porta del Parco di Villa Masnada a Mozzo
Il progetto di recupero
del vigneto prevede
nuovi orti condivisi
affidati ai cittadini
Nell’assegnazione
privilegiate famiglie
bisognose e progetti
educativi speciali
della gestione del punto ristoro
e vendita di prodotti locali e biologici, oltre che della trasformazione del terreno circostante in
orti sociali e orti collettivi».
Al lavoro su 6 ettari di terra
Il progetto di recupero del vigneto presto si arricchirà infatti di
nuovi orti condivisi che saranno
affidati ai cittadini, privilegiando in particolare le famiglie bisognose e progetti educativi speciali. Le tre cooperative bergamasche sono al lavoro da un anno sui sei ettari del vigneto, che
per convenzione gestiranno per
Azione cattolica
FRAMMENTI DI VITA
Migranti, nel bagaglio
anche i loro pregiudizi
I
pregiudizi, gli stereotipi
e i cliché negativi sono
come i virus: li si combatte in tutti i modi, ma
non si riesce a debellarli.
Resistono anche nelle condizioni più sfavorevoli e, come mutanti, sono in grado
di riproporsi in ogni tempo
e luogo, come certi pericolosi germi imprigionati da decine di millenni nel permafrost e riportati in vita dal
riscaldamento globale del
pianeta. La presenza in Italia di milioni di stranieri e la
grave crisi economica che
moltiplica poveri e bisognosi, rischiano di accrescere
non la solidarietà, comprensione e collaborazione, ma
la chiusura, l’intolleranza e
la difesa dei propri interessi
nei confronti dell’altro e del
diverso. In questa situazione è sorprendente come però stereotipi e pregiudizi
non siano esclusivi di una
sola classe sociale, ma si ripropongano a tutti i livelli.
Così alcuni nordafricani,
che si lagnavano dei toni e
modi razzisti degli italiani,
a un «berbero» del Sud Marocco che faceva notare come certi loro comportamenti sbagliati spiegassero
–pur senza giustificarli – tali pregiudizi, risposero in
modo stizzito: «Tais-toi,
“terrone” du Maroc» («Zitto tu, terrone del Marocco!»). 1
Davide Rota
Gli esercizi
spirituali
per i giovani
«”Andrai da tutti coloro che ti manderò”. Nessuno è escluso dalla gioia
del Vangelo» è la traccia proposta
per gli esercizi spirituali per i giovani venti-trentenni, promossi dai
giovani di Azione cattolica e aperti
a tutti. Si terranno a Somasca di
Vercurago dalle 19 del 4 aprile fino
alle 16 di domenica 6, predicati da
padre Ludwig Monti, monaco di Bose. «La consapevolezza che nessuno è escluso dalla gioia del Vangelo
— sottolineano all’Ac — apre ogni
discepolo, in virtù del Battesimo,
alla missione dell’annuncio del Vangelo a ogni uomo. Nell’esperienza
di silenzio, preghiera, meditazione
e discernimento personale, gli esercizi vogliono rendere i giovani consapevoli della vocazione missionaria costitutiva dell’esperienza di fede cristiana». Le iscrizioni ([email protected]) si
chiudono venerdì 28 marzo (80 euro di quota, raccolti in loco).
i prossimi 20 anni.
«Nel 1984 la contessa Elisa
Masnada ha voluto donare i terreni agricoli di sua proprietà, tra
cui il vigneto, alla comunità mozzese con un lascito testamentario – continua Malgrati –. Il nostro progetto offre interessanti
opportunità legate alla produzione del vino, ma intende anche
svolgere un ruolo didattico educativo, di cultura ambientale e
rispetto del territorio, rivolto a
tutti i cittadini con particolare
attenzione alle nuove generazioni». 1
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Quella dell’insegnante Elisabetta B., colpita da cistite interstiziale, è la storia di molte donne,
in alcuni casi di uomini e bambini, che devono fare i conti con un
sistema sanitario che non garantisce l’opportuna assistenza per
tale patologia. Al contrario «sarebbe necessaria l’istituzione di
un ticket sanitario per l’erogazione dei dispositivi medici, un
potenziamento del counselling
per pazienti e familiari, finanziamenti per la ricerca e collaborazione con le Asl per la domiciliazione terapeutica».
È questa la battaglia condotta
da Elisabetta e una serie di sostenitori. Come Loris Renato
Colombo, segretario provinciale
del sindacato scuola Snals-Confsal di Bergamo: «Quando abbiamo scoperto la storia di Elisabetta siamo riusciti ad aiutarla
affinché l’Asl di Bergamo le passasse il farmaco. Ora anche gli
altri malati devono poter accedere alla terapia». Al suo fianco
anche Isabella Colombo, presidente dell’Associazione Italiana
per la tutela dei diritti del malato: «Lavoriamo affinché i pazienti ottengano le giuste cure».
A loro si era rivolta Elisabetta
NUMERO77
NUOVA SERIE
DIRETTA DA FERNANDO NORIS
Gennaio Febbraio Marzo 2014
• Enrico Prometti Dal mito dalla storia dalla strada - Le ragioni
di una mostra • Luce e materia
nelle sculture di Giuliano Gaigher • La bella pittura di Angiolo Alebardi oltre le impressioni di paesaggio • Calisto
Gritti Come fogli al vento • Solo
Jazz nelle fotografie di Maurizio
e Federico Buscarino • Educarte Un concorso contro ogni
forma di dipendenza • Un bergamasco a Venezia - Notturno
• La Scuola di Bergamo, A.C.
Allievi e Sostenitori Accademia
Carrara • Inserto C’era una volta la Rivista di Bergamo
che dopo anni di sofferenza aveva lasciato il lavoro di insegnante, impegnandosi nel sindacato:
«Oltre a quello fisico, il dolore
più grande è stato non essere
ascoltata e capita», si sfoga la
donna colpita dalla sindrome
del dolore vescicale dopo un intervento chirurgico. La svolta
grazie all’incontro con Monica
Sommariva, medico dirigente
alla Divisione di Urologia Ospedale G. Fornaroli di Magenta
(Milano) che ha dato vita a
un’unità specializzata. «È un
modello esportabile all’estero
anche durante Expo, ma necessita il riconoscimento di Regione Lombardia come centro di
expertise». Gianluigi Patelli,
primario di Radiologia all’Ospedale di Alzano Lombardo, auspica «che anche a Bergamo ci siamo centri come quello di Magenta».
In favore di questa causa, è
intervenuta Silvana Saita, consigliere in Regione Lombardia
della Commissione sanità e politiche sociali: «Sto chiedendo
l’appoggio all’assessore Mantovani e al ministro Lorenzin affinché possa essere lanciato un
input alle Asl per poter curare
questi pazienti». Sul fronte nazionale il senatore Giacomo
Stucchi: «Roma deve sostenere
le Regioni affinché possano seguire questa malattia». 1
Elisa Riva
LaRivista
DIBERGAMO
diretta da Fernando Noris
Grafica & Arte
24128 Bergamo - via Coghetti 108
Tel. 035255014 - Fax 035250164
www.larivistadibergamo.it
[email protected]
DAL 1922 LA RIVISTA DEI BERGAMASCHI
BERGAMO 26 marzo 2014
«Visitata da dodici tipi di specialisti, non si capiva cosa avessi: l’ho saputo dal web»
Dai primi sintomi alla cura sono trascorsi quindici anni. Anni durante i quali ha sofferto senza
sapere perché e ha sentito su di sé gli sguardi di chi la vedeva come una malata immaginaria. Alla
fine Elisabetta Becherini, quarantatreenne, insegnante di Dalmine, è dovuta andare su Internet per
scoprire a cosa fossero dovuti i sintomi della malattia rara di cui soffriva, e ora per potersi curare
deve andare ogni settimana fino a Magenta. La sua malattia si chiama cistite interstiziale o sindrome
del dolore vescicale, ed è provocata da turbe del sistema immunitario.
La lunga storia della malattia della professoressa è iniziata dopo una gita in moto nel 1997, è
proseguita con un’operazione per l’asportazione di una cisti, e poi cure, terapie, esami, analisi,
visite con dodici tipi diversi di specialisti e cambi continui di farmaci. Oltre a ripercussioni sul
lavoro e sulla vita privata. «Mi sentivo sempre più sola, incompresa e inascoltata, nessuno si è mai
accorto davvero di cosa io stessi passando», racconta lei adesso. Infine, nel giugno 2012 ha scoperto
su Internet i sintomi della malattia e anche la relativa cura. «Così - commenta - mentre tutti gli altri
mi vedevano con la maschera di ragazza spensierata e felice che mi ero costruita per non sentirmi
giudicata, e che indossavo con grande fatica, io ero pronta per la mia seconda vita: certa di guarire,
ho iniziato i pellegrinaggi nei centri per la cura della cistite interstiziale. Pensavo di poter dire addio
ai miei disturbi invece è iniziato un nuovo calvario fatto di esami, visite e di intoppi burocratici». La
cura infatti non viene erogata dall’Asl di Bergamo. Solo la collaborazione di un medico
dell’ospedale di Magenta le ha permesso di effettuare la sua cura, anche se raggiungendo tutte le
settimane la struttura milanese.
Ora al caso, suo e di altre malate, si sta interessando la politica, anche grazie alle pressioni dello
Snals (sindacato autonomo della scuola). «Spero che a Bergamo si risolvano le difficoltà per
l’erogazione del farmaco così da poter fare la terapia domiciliare - conclude Elisabetta Becherini -.
La mia è una lunga storia. Mi auguro ci sia un bel finale».
26 marzo 2014
«Malattie rare, tutelare i pazienti
Prezzi più giusti per i farmaci»
Horton, direttore di «The Lancet», lancia la campagna dal Mario Negri
di Simone Bianco
C’è un gruppo di scienziati chiusi in una stanza del «Mario Negri» di Ranica. Parlano inglese con
accenti diversi, americano, tedesco, francese, olandese, finlandese. C’è pure quello italiano di Silvio
Garattini e Giuseppe Remuzzi. Discutono di malattie rare e dopo un’ora le questioni di metodo
prendono il sopravvento: «Ci stiamo facendo le domande giuste?». Oppure: «Esiste un criterio non
soggettivo per dire che un prezzo è alto?». Richard Horton, direttore di The Lancet, rivista medica
con quasi duecento anni di storia, li osserva per un po’ poi decide: così non va. Prende una lavagna,
tira una riga, di qui i problemi, di là le soluzioni. Il pragmatismo inglese rasserena l’aria e nel giro
di qualche ora il brainstorming tra scienziati viene condensato in un manifesto mondiale per la
tutela dei pazienti di malattie rare. Con un obiettivo fondamentale: abbassare i prezzi dei farmaci.
Quando parliamo di malattie rare, di quanti pazienti parliamo? «Le malattie rare colpiscono
complessivamente tra il 5 e il 10% della popolazione - risponde Horton -. Ci sono patologie che
toccano anche solo cento persone, ma si tratta di migliaia di malattie. Oggi a questi malati non viene
data una reale risposta. Sono invisibili alle case farmaceutiche e alla politica, ma anche agli stessi
medici».
Qual è la responsabilità dell’industria farmaceutica? «La nostra mobilitazione parte da una
domanda: i malati stanno pagando un prezzo giusto per i farmaci di cui hanno bisogno? Noi
pensiamo che in molti casi l’unico criterio utilizzato per stabilire i prezzi sia quello del massimo
profitto possibile. Ovviamente le aziende hanno come obiettivo quello di fare profitto, ma hanno
anche obblighi sociali che in questo preciso momento non stanno rispettando, hanno rotto una parte
del contratto sociale. Questa campagna è rivolta prima di tutto proprio all’industria».
Qualcuno però sostiene che in alcuni casi i ricavi prodotti dai farmaci non coprano i costi
della ricerca. «Non c’è trasparenza ed è quello che chiediamo anzitutto alle case farmaceutiche.
Perciò siamo convinti che sia molto efficace porsi davanti alle case farmaceutiche chiedendo:
spiegateci come arrivate a determinare i vostri prezzi». Ma gli scienziati per primi stanno facendo
abbastanza? «Si è fatto molto negli ultimi dieci anni ma non è abbastanza. Basti dire che in tanti
casi il primo dei problemi per chi ha una malattia rara è la mancanza di una diagnosi corretta. Certo,
questa deve essere anche un’occasione per noi medici per fare autocritica. La verità è che i pazienti
con malattie rare oggi non vengono presi sul serio, non quanto quelli portatori delle patologie più
diffuse. Dobbiamo partire proprio dai nostri colleghi medici con questa mobilitazione».
Come si convince l’industria farmaceutica a rivedere le politiche di prezzo? «Siamo convinti
che la comunità scientifica abbia la forza per ottenere risultati, pubblicheremo il testo di questa
campagna e cercheremo di suscitare una mobilitazione collettiva». Dall’osservatorio di The
Lancet, l’impressione è che negli anni della crisi le grandi compagnie della farmaceutica
abbiano continuato a fare soldi, anche a spese dei malati? «Basta prendere i bilanci delle
aziende. Ma è evidente che questa situazione non è sostenibile: dalla Grecia all’Italia, fino alla Gran
Bretagna, tutta l’Europa è di fronte a una profonda crisi dei sistemi sanitari e l’industria
farmaceutica non può ignorarlo. La crisi finanziaria si è trasformata in una crisi civile. Siamo tutti
chiamati a fare di più per la comunità, a una maggiore solidarietà, noi medici per primi».
Cosa rimprovera ai medici oggi? «Parlo di ciò che vedo nel mio Paese: molto spesso i medici
sono troppo concentrati sulla carriera e sullo stipendio, dimenticando di mettere al primo posto il
paziente, come invece è doveroso fare. È proprio quello che stiamo dicendo sulle malattie rare: la
logica che guida le scelte non può rispondere alle esigenze delle aziende, né dei medici, né della
politica. Si deve partire dai pazienti e si deve arrivare ai pazienti. Non c’è altro».
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Riqualiflcazione. Lo studio C+S ha realizZato molti interventi innovativi
.Edifici low cost in classe A
La sfida vinta in Veneto
ROMA
Progettare nuove scuole a
meno di mille euro al metro
quàdrato in classe energetica
A+. Si può, senza trascurare la
buona architettura. E non è un
caso che lo studio veneto C+S
di Carlo Cappai e Maria Alessandra Segantini - pluripremiato con il centro infanzia di Covolo e le scuole elementari di
Ponzano e Chiarano - abbia co. minciato più di dieci anni fa
proprio con un concorso di progettazione per la «messa a norma di un complesso scolastico
a Caprino Veronese».
«Nel Veneto - spiegano i due
progettisti - reinterpretare ilruolo dell' edificio scolastico nella
.periferia disgregata dei non-luoghi significa offrire uno sguardo
rinnovato a uno degli elementi
urbani potenzialmente più interessant~ ma considerato invece
convenzionalmente un contenitore di aule. Le scuole sono luoghi di passaggio obbligati per le
comunità, spazi in cui l' esperienzamulticulturale avviene inmodo spontaneo, interventi a budget limitato e quindi .costruibili
in tempi molto veloci. li nostro
sogno era trasformare le scuole
da edifici chiusi e funzionalment~ defIDiti, a spazi aperti, nodi Colorati, aperti oltre l'orario scolastico. Non dunque e non solo edifici, ma spazi di relazione, semi
di città». Vinsero il primo concorso con queste idee e questo
programma. «li risultato fu che
la scuola venne aperta oltre l'orario scolastico e nei week-end, diventandò uno spazio usato dalla
comunità dei bambini e dei genitori. Come la Prestolee School di
Francis o 'Neil, la scuola senza lacrime, i bambini possono dipingere, costruire, fare l'orto, suonare, perché le attività in compagniasono molto più divertenti
che trascorrere i pomeriggi trasportati in macchina dai genitori
tra un'insegnante di pianoforte e
una classe di danza Ipop».
Il programma di C+S si è andato poi consolidando nel decennio. Il centro infanzia di Covolo
C+S ha vinto la Medaglia d'Oro
dell'Architettura italiana 2006 e
il FarbDesignPreis a Monaco
2009. «Con quel progetto - dicono Cappai e Seg~tini -lo spazio
chiuso ·delle aule si trasforma in
uno spazio continuo, dove i bambiniimparano sçambiando tra loro. Grazie alle pareti scorrevoli
tra le aule e alle vetrate, trasparenza, luce e intervisibilità sono
i cardini del progetto». Le scuole
di Ponzano e Chiarano sono
quelle costruite a meno di mille
euro almqinclasseA+. «Sono disegnate come piccole città per i
LA FILOSOFIA
Reinterpretare il ruolo
degli edifici scolastici
trasformandoli in spazi
aperti, nodi colorati fruibili
oltre l'orario delle lezioni
ClasseA+
• Il fabbisogno energetico di un
edificio viene indicato attraverso
la certificazione energetica e
classificato con una lettera da G(il
livello peggiore, con consumi
elevati uguali o superiori a 175
kWh al metro quadrato all'anno)
ad A+ (la massima efficienza, che
consuma appena 12kWh al metro
quadrato all'anno). Prendendo un
appartamento di 120 mq
riscaldato a metano, tra la classe G
e la B, sui dodici mesi ci sono circa
1.900 euro di spesa di differenza
bambini, con una piazza centrale dove si affacciano tutti gli spazi pubblici: la biblioteca, vero
centro del progetto, ma anche là
palestra, la mensa/auditorium,
gli spazi speciali per la musica,
l'arte, le scienze. Le aule sono le
case dei bambini: sono aule senza mura, disegnate da pareti attrezzate opache solo fmo ad una
certa altezza, mentre, sopra sono vetrine trasparenti per. mostrare a tutti quello che si fa in
classe». Le scuole diventano
«piccoli distretti culturali della
conoscenza», la sfida è «trasformare l'obbligo in un piacere, nel
desiderio dei bambini a prendere parte a questo nuovo "gioco
della scuola"».
Poi ci sono i bambini, coinVolti in una serie di giochi che cniavano l'aspettativa del nuovo
spazio, in rapporto alla compagnia teatrale La Stanza a Chiarano per mettere in scena lo spettacolo della nuova scuola: uno
spazio luminoso, senza corridoi, con una biblioteca aperta oltre l'orario scolastico, un orto
botanico sospeso sul tetto e tanti spazi di laboratori colorati,
edifici divertenti e colorati,
aperti e trasparenti, ma anche
modelli di quella sostenibilità
energetica che è necessario imparare fm da piccoli, per poterla mettere in pratica da adulti.
«Abbiamo raccontato loro dicono Cappai e Segantini - che
la parola chiave è riparare nel
suo doppio significato. Da un lato ricuce le periferie, gli spazi,
ma anche i rapporti di vicinato;
dall'altro si riferisce direttamente a un elemento fondamentale
del nostro mestiere che è quello
di generare un tetto sotto il quale sentirsi protetti, trovare riparo, sentirsi al sicuro per poter
giocare, cioè esprimere al massimo le proprie potenzialità».
G.Sa.
'tI@giorgiosantilli
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Il Consiglio nazionale sollecita l'avvio di concorsi e procedure più snelle
Gli architetti in campo
per ripensare le scuole
Freyrie: pronti
amettere la nostra
piattaforma online
a disposizione
. Giorgio Santilli
ROMA
Concorsi di architettura
per la nuova generazione di
scuole italiane, nuove o "ricucite" che siano. Ne hanno parlato,
nel pranzo della scorsa settimana, il senatore a vita-architetto
Renzo Piano e il premier Matteo
R,enzi. E ora rilancia il presidente del Consiglio nazionale degli
architetti, Leopoldo Freyrie,
che ha riproposto il t~ma dei
concorsi all'Anci e al sottosegretario all'Istruzione, Roberto
Reggi, il quale dovrebbe ricevere a giorni la delega per l'edilizia
scolastica. «Su entrambi i fronti
ho trovato piena disponibilità»,
dice Freyriè che denuncialemille occasioni perse. Ultima quella dell'Expo. «Abbiamo detto e
ridetto che bisognava fare di
questa avventura un laborato-
rio di progettazione che pro- .10 svolgimento di gare e concorsi
muovesse le migliori intelligen- di progettazioI:\e».
Ma non c'è solo l'esigenza dei
zedell'architettura e dell'ingegneria italiana per lasciare nel concorsi trasparenti e capaci di
dopo Expo un'eredità di qualità coinyolgere le popolazioni nel
architettonica e innovazione: a campo della progettazione delle
parte il Padiglione Italia, grazie scuole. li governo cerca di venire
all'ascolto che ciha dato la presi- a capo del puzzle dei fondi blocdente Bracco, e poco più, tutto è cati e dispersi in otto piani e 12
procedure, ma la stessa cosa si
stato .ed è gestito "in house"».
Con le scuole bisogna voltare potrebbe dire delle migliaia di
pagina, è l'invito al governo Ren- progetti teoricamente in corsa.
zi. Occorre certamente evitare Non a caso una delle prime mostempi troppo Junghi, che spesso se di Renzi è stata la lettera ai sinsono associati alla procedura del daci per chiedere la segnalazioconcorso. Occorre trovare una .ne di un progetto, «uno solo»,
«procedura semplificata che per prioritario, per mettere ordine
altro. stiamo studiando da tem- nella galassia dell'edilizia scolapo», dice ancora il presidente . stica. E non è un caso neanche
dell'ordine degli architetti. «Mi che la seconda mossa sia stata di
sono spinto oltre - aggiunge- e al creare una task force a Palazzo
sottosegretario Reggi ho propo- Chigi per mettere ordine nel casto difare con le scuole una sorta os. «C'è un'esigenza comunque
di sperimentazione su come do- di censimento, di verifica e di agvrebbe effettivamente funziona: giornamentò dei progetti damanre il nuoVo codice/regolamento dare in cantiere - dice Freyrie degli appalti, che il governo vuo- perché non si può pensare di aple cambiaré, per conciliare quali- paltare un progetto di dieci anni
tà della progettazione e tempi ra- fasenzaneanche verificare se sia
pidi. Siamo pronti - continua adeguato». Oggi, in effetti, l'uniFreyrie - a mettere a disposizio- verso dei progetti di edilizia scone dei comuni la nostra piattafor- lastica può essere suddiviso in
ma online che già contempla pro- quattro categorie: interventi già
cedure semplificate e rapiçleper progettati e finanziati per cui ser-
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ve solo lo sblocco del patto di stabilità interno; interventi progettati e non fmanziati che hanno
bsiogno del reperimento di fondi; intervento finanziato ma con
progetto inadeguato da rivedere;
interventi che non hanno né fondi né un progetto pronto. «In
ogni caso serve l'intervento di un
progettista che verifichi lo stato
del progetto, anche quando questo sia già disponibile».
Sul tema della programmazione è intervenuta il ministro
dell'Istruzione, Stefania Giannini, secondo cui c'è bisogno di
«uscire dal clima dell'emergenza». Per il ministro si deve passare a una «programmazione
possibile, vale a dire poter avere la certezza di quello che si ha,
sia in termini di risorse, sia in
termini obiettivi, non per il mese successivo o per l'anno in corso, ma almeno per il triennio
successivo». La propostap,i passare al regime dei concorsi di
progettazione avanzata da
Freyrie tanto più potrà trovar
posto in questa programmazione se gli interventi non saranno
limitati alla rincorsa di un' emergenza mese dopo mese.
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Progetti innovativi e riusciti. Le scuole di Chiarano (nell'immagine a
sinistra) e di Ponzano (nell'immagine qui sopra) sono state costruite con
068391
un costo di meno di mille euro al metro quadrato e pur tuttavia in
classe energetica A+. Fanno parte della sfida portata avanti dallo
studio veneto di progettazione C+5, di Carlo Cappai e Maria Alessandra
5egantini
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L'ULTIMA ARMA,
IL VOTO DI FIDUCIA
di MARIA TERESA MEIl
bolizione delle Province e
riforma del Senato: Renzi
intende andare avanti anche
usando l'arma del voto -di-fiducia.
-----
A
Orari più lunghi per il sabato libero
Nella scuola la disfida del weel(end
La Provincia di Milano: così in tutta Italia Divisi docenti e famiglie
A PAGINA 3
C'era una volta il sabato a scuola,
alle medie e alle superiori. Anche alle
elementari, se non si faceva il tempo
pieno. Oggi, con l'autonomia scolastica, il sabato è la coperta più contesa
della programmazione: c'è Chi la tira,
per dare più respiro alla didattica,
spalmando le lezioni su sei giorni. Chi
la accorcia (cinque giorni di scuola e
un intero weekend libero), per permettere ai ragazzi di avere più tempo
a disposizione per se stessi, lo sport,
le relazioni sociali; e alle famiglie di
organizzare meglio i tempi domestici.
All' economia locale di rispanniare
sulle bollette dell'energia e sui costi
dei trasporti pubblici. E ai docenti di
avere, finalmente, tutti il sabato libero.
Ma c'è chi vorrebbe che il sabato a
scuola. diventasse solo un ricordo, per
tutti. E quanto si augura l'assessore
all'Istruzione della Provincia di Milano, Marina Lazzati, che dopo aver
suggerito, lo scorso anno, ai presidi
del capoluogo di rivedere l'orario delle lezioni, introducendo la settimana
corta, ha ora preso carta e penna rivolgendo la richiesta al presidente del
Consiglio, al ministro dell'Istruzione
e al responsabile della spending revièw, Carlo Cottarelli. <<I tagli di bilancio imposti alle Amministrazioni
pubbliche - scrive - stanno mettendo in seria difficoltà l'erogazione
dei servizi essenziali per il buon funzionamento delle istituzioni scolastiche. Problema che investe pesantemente riscaldamento e spese di trasporto, per cui sono previste per iI
prossimo anno scolastico ulteriori diminuzioni di spesa». Laziati propone
di rendere «obbligatoria l'articolazione oraria settimanale su cinque gior-
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ad
ni per tutte le scuole di ogni ordine e
grado». Una scansione oraria che
«comporterebbe un significativo risparmio e renderebbe le nostre scuole autentici laboratori di apprendimento, ottimizzando la qualità dell'insegnamento e l'utilizzo delle risorse».
Nessun taglio di ore in vista (già ridotte dallarifonna delle superiori a
un massimo di 30 nei licei e 32 per
istituti tecnici e professionali), ma
una «diversa articolazione dell'orario».
Tra i presidi, c'è chi ha aderito giudicando la proposta «ragionevole»,
<<fattibile», <<in linea con l'Europa>>. E
chi, come il preside del classico Berchet, Innocente Pessina, l'ha definita
«una molestia didattica», soprattutto
per i ragazzi del triennio, che si troverebbero a sostenere giornate di sette
ore in aula, con materie pesanti come
latino e greco. Ma anche -chi ricorda
che le superiori non hanno la mensa,
quindi i ragazzi dovrebbero mangiare
al bar, o a casa dopo le tre.
Delle 105 scuole del territorio sono
m~no della metà quelle che hanno
aderito, consentendo risparmi, quantifica l'assessore Lazzati, per circa tre
milioni di euro.
A livello nazionale non esiste
un' «anagrafe» dell' organizzazione
del tempo scuola, spiega Carmela Palumbo, della direzione generale per
gli ordinamenti scolastici del ministero. «Ogni consiglio d'istituto può
decidere - anche attraverso il voto
delle famiglie - se optare per la settimana corta». Ma certo, ammette, il
sesto giorno di didattica è sempre più
raro, anche per ragioni di budget. Verona, Cuneo, Novara, Bergamo, Ro-
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del
ma: sono in tanti a cercare la strada
per gestire al meglio risorse sempre
più scarse. La Provincia di Ferrara ha
calcolato che i benefici della settimana corta nei licei cittadini consentirebbero un risparmio notevole: 120
mila euro l'anno, il costo di un dirigente.
Polemiche e dissensi tra insegnanti e sindacati (che temono un aumento dell'insuccesso scolastico) -e studenti: «Grave che la scuola venga guidata mettendo sempre la quadratura
dei bilanci davanti alle considerazioni
di carattere educativo e didattico», dice Roberto Campanelli, dell'Unione
degli studenti.
Settimana corta promossa a pieni
voti da Pier Cesare Rivoltella, ordinario di 'Iecnologie dell'apprendimento
alla cattolica di Milano: il weekend libero funziona da decompressione, favorendo l'apprendimento - sostiene
-. Ma va ripensato il nostro modo di
insegnare. In catalogna, suggerisce il
docente, è nato un «movimento dell'educazione lenta», uno «slow food»
applicato alla didattica, che vede la
riorganizzazione di ogni disciplina in
moduli di due ore, riducendo cosÌ il
numero di materie (e il carico) affrontate nella stessa giornata.
- Antonella De Gregorio
antdegre
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Molti istituti
della Lombardia
hanno già scelto
il fine settimana
lontano dai libri
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di organizzare le lezioni in classe per
cinque giorni la settimana,
escludendo quindi il sabato
lionl di euro la stima
Ila somma che verrebrisparmiata con la settimana scolastica accor':
ciata secondo i calcoli dell'assessorato provinciale
milanese all'Istruzione
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ettimanalezioni nei
Per quanto
riguarda l'organizzazione
delle scuole elementari
il totale delle lezioni non
supera le 40 ore
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Scuola, laici ecattolici
alla battaglia dei sessi
VERASCHIAVAZZI
OITAall'omOfobianelle
scuole o propaganda
pro-gay in classe? Laici e
cattoliciitalianitornano a divi-
L
dersi come non accadeva da
anni. Al centro c'è il piano che
burocraticamente viene chiamato "Strategia nazionale
LGBT 2013". Che il governo
Montiavevavaratoconl'obiettivo di arginare l'onda di intolleranzae bullismo nelle aule.
SEGUE A PAGINA 21 CON
UN'INTERVISTA DI RODARI
''No ai corsi anti-omofobia"
A scuola l'ultima battaglia
trai laici e i cattolici
L'iniziativa {{rinviata" dalMinistero dopo lepolemiche
impegnava da tempo contro "l'indottrinamento dei giovani" nelle
scuole, remando contro l'intervento
delle associazioni gay. L'inVERA SCHIAVAZZI
terpellanza di Marzano, insieme
A CHE i cattolici avevano alla pronta reazione di una parte
dall'inizio bollato come delle associazioni impegnate peri
diritti glbt hanno rotto il silenzio.
uno strisciante tentativo
Rivelandovetiincrociatielotteindi incoraggiare i ragazzi all'omotestine che risalgono ai governi
sessualità. L'ultimo episodio delMonti e Letta, e all'Unar, l'Ufficio
la battaglia risale a pochi giorni fa:
nazionale antidiscriminazioni
il 20 marzo è arrivata a tutti i diridel dipartimento Pari Opportugenti scolastici di elementari, medie e superiori una circolare del nità del governo. «Il 19 aprile del
2013-ricordaMarzanonellasua
ministero dell'Istruzione che
"rinviava a data da destinarsi" i interpellanza - il governo ha formalmente adottato una "Stratedue giorni di corso di fonnazione
per insegnanti previsti per questa "gia nazionale LGBT 2013-2015",
settimana, confermando così una un piano di azioni di risposta alle
discrillÙnazioni fondate sull'ovoce che circolava da tempo. Aderientamento sessuale e sull'idennunciare l'inconfessabile desiderio di lasciar cadere l'iniziativa era tità di genere». Il 18 dicembre
stata, a Montecitorio, la deputata 2013, il Ministero dell'Istruzione
MichelaMarzano (Pd) , con un'in- ha emanato un' apposita circolare
terpellanza, mentreGabrieleToc- a tutti gli Uffici scolastici regionacafondi, sottosegretario all'Istru- li in cui si prevede lo svolgimento
zione' vicino a Angelino Alfano, si di una "Settimana nazionale con(segue dalla prima pagina)
M
tro ognifonna di violenza e discrillÙnazione". Ne è nato un progetto comllÙssionato dallo stesso
Unar e costato, così denuncia il
quotidiano cattolico "Awenire",
250.000 euro. Il titolo? "Educare
alla diversità a scuola", a cura dell'Istituto Beck di Roma (unascuola di specializzazione accreditata
dalMiur),chehaprodottounkitdi
materiale infonnativo suddiviso
secondo i diversi ordini scolastici.
Il kit non è mai stato diffuso, ilcorso è stato rinviato. E la polemica si
èfattarovente, ancheperchécisono dieci llÙlioni di euro stanziati
per la "lottaalbullismo", e dunque
anche per quella all' orno fobia. «Il
Pd resta in silenzio - dice Enzo
Cucco, presidente dell'associazione radicale "Certi diritti" - e
ha firmato un patto elettorale di
non belligeranza col Nuovo Centrodestra diAlfano. Ci aspettiamo
un atteggiamento diverso da parte del ministro Gianninh). E la vicenda ha già registrato un lungo
elenco di reazioni. «Da parte mia
c'è massimo impegno contro le
discriminazioni - dice Toccafondi, finitonelmirinocomeresponsabile del rinvio - Ma non
possiamo usare la scuola italiana
come un campo di battaglia ideologico, dobbiamo promuovere un
confronto aperto tra docenti e fallÙglie». Afar reagire il sottosegretario è stata anche una sitcom in
cinque puntate, "Vicini", che ha
definito "di impronta culturale a
senso unico". Ed è guerra tra sottosegretari' perché IvanScalfarotto (viceministro alle Rifonne costituzionali e ai rapporti conilParlamento) interviene così: «L'idea
di un contradditorio nelle scuole
tra posizioni diverse sulla lotta all' omofobia fa a pugni con il buonsenso. Toccafondi suggerisceforse di invitare i negazionisti quando si parla di antisemitismo?».
Contro il rinvio dei corsi, intanto,
sonointervenutilaReteStudentie
molte altre associazioni.
Cl RIPRODUZIONE RISERVATA
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la Repubblica
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L'i.dice tolle..aaza ilga
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massimo
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11 % Intolleranza '\
generale
REGNO
UNITO
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Scritte omofobe
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Roma. Negli
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Fonte:
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FEBBRAIO 2014
Il Forum delle
associazioni
familiari
dell'Umbria si
schiera contro
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strategia:
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a casa"
avrebbe problemi
le Il migliore amico
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di essere gay
Fonte: Skuolll.net:
MARZO 2014
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A Modena al
liceo Muratori,
200 studenti non
entrano in
classe per
protestare
contro il "no" di
una cinquantina
di genitori a una
assemblea èon
Vladimir Luxuria
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Quei bimbi
che sognano
scuole vere
FLAVIA AMABILE
INVIATA A ~AQUILA
n'intera generazione
di bambini va regolarmente in auto, arristorante, ÌIl villeggiatura ma non
è mai stata in una scuola in
muratura, una di quelle con le
pareti spesse, il portone, il tetto rivestito di tegole: .
U
CONTINUAAPAGINA 12 .
La vita dei bimbi dell'Aquila
mai stati in una scuola vera
A cinque anni dal terremoto, vanno ancora a lezione nei prefabbricati
FLAVIA À'VIl'\.BILE
INVIATA A ~AQUILA
·.
S
SEGUE DALLA PRIMA PAGINA
Ma a L'Aquila non vogliono più sentir nominare la parola progetto. Di rinvio in rinvio, di promessa in promessa,
chi era bambino durante il terremoto è
diventato adolescente e chi aveva delle
speranze ha fatto presto a vederle trasformarsi in delusioni. Perché è vero
che gli studenti entrano ogni giorno in
classe, trovano gli insegnanti, e fanno
lezione come se tutto fosse normale
ma di normalè c'è poco in un Musp dove per qUfittro anni nessuno sa che agli
aeratori vanno cambiati i filtri. «Poi c'è
stato un allarme per le malattie respiratorie _racconta Silvia Frezza - e ora i
filtri vengono cambiati ogni sei mesi».
Né è normale che si debba studiare in
luoghi dove i pavinlenti sono coperti di
scotch da imballaggio perché i moduli
si stanno separando, e si deve usare il
nastro adesivo per tenere insieme le
connessioni e per evitare che i bambini
si taglino con i pezzi staccati. Oppure
phe le finestre studiate per dei containers non garantiscano la sicurezza dei
ragazzi e quindi debbano restare chiuse per l'intera giornata. «La rIcostruzione delle scuole non è una priorità
delle agende politiche dei responsabili
di questa città, noi pensiamo invece
cbe 11\.quila del futuro debba ripartire
da qui», spiega Sara Vegni di ActionAid Abruzzo che nelle scuole sta portando laboratori, eventi e soprattutto
che sulla ricostruzione sta facendo
una forte pressione in città.
«Siamo in ritardo è vero - ammette Cialente - ma è colpa della disastrosa gestione di Chiodi che quando .era
commissario ha escluso le scuole del.
11\.quila dai 226 milioni di euro stan~~l~e. pn~e scu~le .c~~ atten~evano ziati dalCipe nel 2009, dandoli a tutto
l mlZIO del lavon dI ncostruzIOne e 11\.bruzzo e non solo alle aree sismiabb~am~ un grande progett~, creere:
che, anche per interventi su edifici
mo Ilpnmo campus per glI studentI che non erano scuole. In ogni caso ora
médi. E comunqu~, nel frattempo, le stiamo recuperando: credo che fra
scuole stanno funZIOnando».
tre anni avremo finito tutti i lavori,».
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ono i bambirri dell'Aquila che
da cinque anni al suono della
campanella entrano ÌIl scatole di lamiera per restarci
otto ore, a volte anche di più.
Sia chiaro, c'è lamiera e lamiera,
e questa dei prefabbricati arrivati
dopo il terremoto del 6 aprile è di
prim'ordine. Ma dopo cinque anni
anche la più'solida e pregiata delle
lamiere assomiglia più alla latta
che all'acciaio e i problemi si sommano ai problemi, dai pavimenti tenuti con lo scotch ai soffitti che fanno acqua, le fogne che non funzionano, le finestre che non si possono
aprire, i riscaldamenti che hanno
provocato un'impennata di allergie
e malattie respiratorie.
In Emilia Romagna dopo pochi
mesi dal sisma sono state ricostruite 58 scuole. A L'Aquila e dintorni
dopo qualche mese sono arrivati 31
Musp, sigla che in questa città di
acronimi che è diventata il capoluo·
go abruzzese, sta per Moduli ad Uso
Scolastico Provvisorio, volgarmente definiti containers. Per costruirli
sono stati spesi 32 milioni di euro distribuiti a 52 imprese appaltatricj, e
154 ditte subappaltatrici. Cifre importanti che hanno permesso a oltre 6 mila bambirri e bambine, ragazzi e ragazze di ricominciare ad
andare a scuola. Ma cinque anni dopoa L'Aquila e dintorni ci sono gli
stessi 31 Musp frequentati da oltre 6
mila studenti. Qualcosa non toma.
Anche perché nel frattempo le
scuole private sono state ricostruite. «Forse c'è un equivoco, si chia-
mano Moduli ad Uso Scolastico
Provvisorio, la "p" non vuoI dire
permanente», ironizza Silvia Frezza, insegnante da cinque anni con i
suoi alunnÌ delle primarie in un Musp a Sassa, una frazione delll\.quila.
Terrorizzati all'idea di questa latta provvisoria che lentamente si trasform,~ in permanent:, .g~i aquilani
quest mverno hanno mIzIato a far
sentir~ la loro voce. Nei giorni scorsi
Stefarua Pe~zopane - da un :m~o al
Senato per Il Pd ma durante Il SIsma
presid.ente della Provinci:'l dell1\.9uila ha scntto a Matteo RenZI per chledergli dioccuparsi anche delle scuole ~~vastate dal terremoto, perché se l'edilizia scolastica italiana è uno scandalo le
scuole del capoluogo abruzzese sono
lI? buco nero n?n 'più sos~enibil~. Ieri il
smdaco della CItta, MaSSImo Clalente,
era a Palazzo' Chigi per incontrare il
'sottosegret~a Gr;tziano ~el ~io e il
s?tto51e~~tano all Econonua GIOvanru L~gruru. H~Imo ottenu~o la promessa ,di una .dehbe~a. d~l ?Ipe che asse~:~à,altn 180 ~lioru di e~ro e la po~sIbllita <;he .le n~orse de~tmate alla n:
costruZIOne del ComunI terremotat~
poss.a.n? essere es~luse dal. Patto di
s~ablhta..Son~ fondi da destmare alla
ncostruzIO?e m generale non solo all~
scuole, ~a e comun~ll:e qu~cos~. Ede
~rob~bile c~e RenZI SI~ a L'Aqwla per
l anruversano del 6 apnle.
~u~l.cosa ir~j~ia a? muoversi d?po
anru di Immoblhsmo. «Non sono d accordo c~e non si sia fatto nulla - si difende Clalent.e' -. Le scuole. che P?te, vano essere rIparate le abbIamo nparate, or.a stiamo avviando il recupero
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LA STAMPA
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lE lAMIERE
Anche se di buona qualità,
subiscono l'usura del tempo
Le fmestre non si aprono
I PROBLEMI
Soffitti che fanno acqua,
pavimenti tenuti con scotch,
fogne che non funzionano
moduli
uliUoni
Sono quelli che ospitano
le scuole dopo
il terremoto
Il costo dei moduli, con
appalti che hanno
coinvolto 206 ditte
Ricostruzione
Sul vetri
La facciata della scuola De Amicis a L'Aquila
con i ponteggi montati cinque anni fa
Scritte di bambini sulla finestra di una scuola «prowisoria»,
in cui raccontano le esperienze dei laboratori
te tappe
Lastossa
. . . La scossa principale, verifica-
tasi alle ore 3;32, ha una magnitudo J)ati a,6,3, epicentro tra le località di Roio Colle, Genzano e CoUefracido: 308 morti, 1600 fèriti,
80.000 sfc>lIati, 10 miliardi di danni.
Lenewtown
. . . Il presidente del Consiglio Silvio Berlusfoni "onsegna in diretta
, televisiva i primi appàrtainenti del
progetto C.A.S.E., 400 alloggi antisismici ilei nuovo quartiere di Bazzano.
In classe
Studenti con l'insegnante in uno dei' moduli att~zza~i per ospitare una scuola dopo il. sisma del 2009
'Gli sfotlati
A, quasi otto mesi~al sisma
,vengono chiuse ufficialmente tutte'le tendopoli allestite per gestire,
l'emergenza: le ultime 13 persone
sono infatti sistemate in alberghi e
in una caserma.
'III!IÌIII
Le inchieste
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068391
. . . NeWambito dell'inchiesta sug't appalti del G8 emer90no intercettazioni di jmprenditori che esultano per iì terremoto. È la prima di
una lunga serie di indagini e processi.
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Settimanale
02-04-2014
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OGGI
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Una giornata aperta agli
insegnanti, per parlare della
scuola elementare come luogo in
cui valorizzare le potenzialità di
ogni bambino, senza lasciare
indietro nessuno. È il Primaria
day, iniziativa itinerante
organizzata da Rcs Education
insieme a Fabbri Editori,
Erickson e Oxford, tre case
editrici scolastiche. Partita
il 20 marzo da Roma,
si sposterà a Milano il 31 e il 7
aprile a Napoli.
Il tema dei vari incontri
e workshop, completamente
gratuiti, è la didattica inclusiva.
Il titolo dell'iniziativa, non a caso,
è «Ogni bambino è unico»:
come stabilito dalla direttiva
ministeriale, gli studenti con
bisogni educativi speciali (affetti
da dislessia o discalculia, autistici
lievi, iperattivi, con difficoltà di
comportamento) hanno diritto a
La scuola prirn.aria
c:h~ valorizza
la P9~(;v'\.zIFlht,tt
di ogni bambina
un percorso personalizzato.
E gli esperti cercano di capire
come la scuola possa far fronte
a queste esigenze e superare
le difficoltà.
Si parla anche degli strumenti
indispensabili a un progetto
didattico inclusivo: i libri di testo
digitali, per esempio, possono
avere un ruolo molto importante
perché dotati di opzioni che
facilitano il lavoro: sistemi di
lettura integrati per i bambini
dislessici, caratteri studiati per
chi ha problemi di vista, percorsi
sonori per i non vedenti.
Chi è interessato può ancora
iscriversi gratuitamente alle
068391
giornate che si terranno a Milano
il 31 marzo e Napoli il 7 aprile:
Info: prìmarìaday.rcseducatìon.ìt
Enrica Bel/oni
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l~lHrmft'
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Il caso Le strategie dei presidi per rendere attrattivo !'indirizzo umanistico
«Più morbidi su greco e latino
per rilanciare il liceo classico»
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Quotidiano
CORRIERE DELLA SERA
TI preside del Carducci: «Sia un indirizzo adatto per tutti»
Un liceo classico ridisegnato,
che punta anche sugli studenti
stranieri senza temere l'ostacolo
della lingua, che sostiene la linea morbida su greco e latino
almeno nel ginnasio, che organizza stage in azienda e all'estero senza paura di assomigliare a
un istituto tecnico.
Anche questa è una manovra
anticrisi, strategia per riconquistare gli studenti persi da questi
licei. Se il Parini apre una sezione di scientifico (così ha votato
il Consiglio d'istituto lunedì) e il
Berchet ha valutato il raddoppio
con il linguistico (ma la proposta, votata sempre lunedì al liceo di via Commenda, non è
passata) altri presidi scelgono
di rlIanciano il classico, ma con
qualche ritocco.
Michele Monopoli, da due
anni alla guida del Carducci,
spieg.\ come e perché ha trasformato l'istituto di via Beroldo (dietro piazzale Loreto): <<Bisogna mandare un messaggio
nuovo: il classico è per tutti.
-------~~--
I
----
ParlaI
·lIliceo·di via Goito Hprossimo
anno aprirà anche una
sezione di liceo scientifico. La
decisione è stata presa per il
crollo delle iscrizioni al
ginnasio
Il dlllIrdaet
aprendo una sezione di linguistico. <<Dovevamo correre ai ripari, perché rischiavamo l'accorpamento e magari con il Parini visti i numeri. Al doppio indirizzo i docenti erano inizialmente favorevoli - spiega il
dirigente -. Poi, a iscrizioni
chiuse il crollo temuto non c'è
stato e il Consiglio d'istituto ha
deciso di rinviare».
Confronto aperto, comunque, in tutti gli istituti che offrono soltanto questo indirizzo, dal
Manzoni al Beccaria, al Tito Livio, all'Omero. TI punto di partenza sono i numeri delle iscrizioni: hanno scelto gli studi
umanistici soltanto il quattro
per cento dei ragazzi in uscita
dalle medie.
'
Immobile, per ora, il Manzoni. Che però dichiara il tutto
esurito: «Avremo otto quarte
ginnasio, una in più dello scorso anno - dice il preside Luigi
Barbarino -. La crisi del classico comunque esiste. E il doppio
liceo non mi scandalizza, per il
Manzoni avevo già pensato il
raddoppio con quello Economico. Per adesso comunque non è
necessario».
Non esclude la formula mista
anche il liceo Beccaria, che si ritrova nelle stessa posizione dello scorso anno e
prevede la formazione di sette classi
per i nuovi studenti.
<<Non si deve difendere la purezza del
mono indirizzo sostiene il preside
Roberto Proietto -.
Semmai giusto scegliere in base all'offerta del territorio, come poi ha fatto il Parini che apre lo scientifico perché
la richiesta era quella».
Mentre il Tito Livio (<<stessi
numeri dello scorso anno») riconferma la sua proposta: <<Abbiamo due sezioni con potenziamento sulle materie scientifiche e sulla musica. Per queste
la richiesta è sempre alta».
Federica Cavadini
e RIPRODUZIONE RISERVATA
....
AMilano solfanto il quattro
per cento degli studenti in
uscita dalle medie ha scelto il
liceo classico come scuola
superiore
Le lKrIzIonI
Il punto di partenza è il dato delle
iscrizioni: hanno scelto gli studi
umanistici soltanto il4 per cento
dei ragazzi in uscita dalle medie
StrateaiI
Non tutti puntano sul doppio
indirizzo. Il preside del
Carducci sceglie la linea
morbida e /'innovazione, e
introduce gli stage in azienda,
eall'estero. l'inglese nelle
materie scientifiche e
propone anche una
formazione giuridico
economica
068391
Il classico di via Commenda,
a rischio accorpamento, ha
messo ai voti l'istituzione di
un corso di liceo linguistico
ma la proposta è stata
bocciata dal Consiglio
d'istituto riunito lunedl scorso
Non vogliamo soltanto gli studenti eccellenti. Nostro compito
è far nascere la passione, anche
con pazienza». Per esempio:
<<Nel ginnasio approccio morbido, graduale su latino e greco,
non devono essere lo spauracchio dei ragazzi. Basta con fughe e bocciature al primo anno». Soprattutto: <<Bisogna innovare. Noi abbiamo introdotto
l'inglese nelle materie scientifiche, stage in azienda e all'estero,
e formazione giuridico economica». Per adesso la nuova linea
paga: le iscrizioni al Carducci
sono il quindici percento in più,
il preside conta di formare otto
nuove classi ed erano cinque.
Numeri bloccati invece al
Berchet. «Le quarte ginnasio saranno otto come lo scorso anno.Noi paghiamo la percezione diffusa che questa sia una scuola
impossibile», dice il preside Innocente Pessina. Anche nello
storico liceo di via Commenda
era stato predisposto un piano B
tipo quello del Parini, qui
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~
Innocente Pessina
Michele Monopoli
Noi paghiamo
Bisogna innovare:
la percezione diffusa ralternanza scuola
che questa sia una
lavoro, gli stage
scuola impossibi1e ' all'estero
068391
Crisi del classico Il Parini aprirà una sezione di liceo scientifico
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ntervlsta
Rocca; l'Italia adesso può ripartire
Meno illusioni e più fiducia nell'industria
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npresidente di Assolombard<t lavoro, le prime misure di Renzi nella giusta direzione
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Universita'
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ad
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zione. E ha in genere un legame molto stretto con
il territorio, dove crea o mantiene occupazione e
favorisce la re distribuzione della ricchezza. Non
si può dire lo stesso per l'hi-tech. AppIe negli Stati Uniti occupa 50 mila persone. Ma i suoi prodotti li montano in Cina, ai salari che sappiamo, i milioni di FOXCOIlIl».
Perciò lei ricorda che Barack Obama fa studiare un piano di reindustrializzazione. E che
l'Europa punta a riportare al 20% il peso dell'industria. Se è cosÌ noi italiani, individualisti
e però a volte proprio per questo campioni del
manifatturiero innovativo, delle nicchie alte di
mercato, dovremmo essere in pole position
per la ripresa. Non lo siamo.
«Ma potremmo. Vediamo il quadro oggi. Siamo un Paese ricchissimo di imprenditorialità e
creatività, come dimostrano le leadership nella
moda o nel design, ma carente di tecnologia.
Non perché ci manchino i cervelli, al contrario: i
nostri politecnici, per esempio, sfornano eccellenze di livello internazionale. TI problema è che
l'Italia ha un'alta intensità di scienza ma non di
brevetti. Abbiamo troppi accademici e troppo
pochi professional. Questo però dimostra quante
potenzialità possiamo ancora sfruttare. Facciamo cadere la grande muraglia tra le università e il
mondo del lavoro, delle aziende, della produzione "intelligente", e potremo puntare a livelli tedeschÌ».
La Germania però, e lei lo scrive in modo anche crudo, ha fatto quello che noi abbiamo
puntualmente predicato ma mai attuato: le riforme.
«È vero, la Germania post-unificazione, oltre a
ad avvicinare l'education alla formazione professionale, ha fatto i due grandi compiti a casa che
noi abbiamo bisogno di fare: moderazione salariale e flessibilità del mercato del lavoro. È così
che ha recuperato produttività. E l'ha fatto con la
collaborazione del sindacato».
Che da noi, salvo rari casi e tutti a livello
aziendale, è fermo alla concertazione. Come
ferma lì pare Confindustria: la Fiat, per ottenere flessibilità, alla fine è dovuta uscime (non
con dispiacere, per la verità). Pensa davvero si
possa abbattere, il totem concertativo?
«La questione principale è il sistema sindacale. Per dirla con una battuta: copernicano quello
tedesco, tolemaico quello italiano».
Cioè non accetta ancora che la terra sia rotonda, non piatta. Non un limite da poco.
«No, ed è lo specchio di una certa Italia. È una
buona parte del Paese che ha vissuto in modo tolemaico. L'idea, o meglio l'illusione, era che il debito pubblico potesse crescere all'infinito perché
ci s<Jtebbe stato sempre chi comprava i nostri
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del
destinatario,
non
-
068391
MILANO - Alla fine conclude che «sÌ, credo
di sÌ: ripartiremo». Per Gianfelice Rocca la condi zione -la principale, almeno - è che «ci liberiamo di vent'anni di equivoci e problemi non
affrontati». passi avanti però ne abbiamo fatti,
dice, e se è vero che il prezzo è stato la Grande
Crisi «ormai dell'emergenza siamo consapevoID>. Soprattutto (o nonostante tutto): <<1'1talia ha
doti profonde cui dobbiamo soltanto consentire
di emergere». È assolutamente alla nostra portata. Riaccendere i motori -l'espressione che il
presidente di Techint e Assolombarda ha scelto
come titolo del saggio appena pubblicato da
MarsiIio - è possibile. Del «come» e degli «a
patto che» Rocca discuterà questa sera con Romano Prodi, Giorgio Squinzi, Andrea Pontremoli, Ferruccio de Bortoli (padrone di casa dell'incontro organizzato dalla Fondazione Corriere
della Sera: appuntamento nella sede milanese di
via Solferino, ingresso da via Balzan per la Sala
Buzzati, ore 18). Le premesse, e le promesse
mantenute dal libro, sono una serie di analisi
raccontate in un linguaggio antiaccademico, alcuni giudizi sottilmente sferzanti e senza riguardi per nessuno, più molti, molti luoghi comuni
sfatati.
Lei scrive nell'introduzione che «Riaccendere i motori» nasce da una passione, quella per
la lettura dei fenomeni che in pochissimi anni
hanno cambiato il pianeta, e da una frustrazione. Va giù piatto contro le «interpretazioni eccessivamente sbrigative che fanno la parte del
leone nel dibattito economico, non solo italiano». Ed è tranchant nell'accusare «voci anche
molto autorevoli» di «assumere con troppa
leggerezza una visione unidimensionale del
mondo». In questo neo-conformismo mette
un po' tutti: economisti, politici, sindacalisti...
«Partiamo dalla passione: io sono un industriale e rivendico la bellezza che nel mondo dell'industria ancora c'è. La frustrazione ne è la conseguenza. Perché si parla sempre e soltanto di hitech, sembra esistano unicamente il digitale e i
bit e che tutto il resto sia preistoria».
Ma è quella «preistoria», peraltro ben felice
di sposarsi ai bit, che continua a mandare
avanti il mondo: lei cita la meccanica, la farmacèutica, il manifatturiero in generale.
«Vuole un dato, uno dei tanti, che lo dimostri?
Gli Stati Uniti sono per antonomasia la culla dell'alta tecnologia. La patria di AppIe, Google, Microsoft. Tutte società che hanno certamente
cambiato in meglio la nostra vita e quella delle
nostre aziende. Eppure anche gli Usa, come la
Germania, diminuiscono le esportazioni di hi-tech e aumentano quelle di medium tech. TI manifatturiero è un mondo altrettanto ricco di innova-
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Bot. E l'equivalente di quello che è successo poi
negli Usa con la bolla immobiliare. Nell'uno e
nell'altro caso l'esplosione, prima o dopo, era
lavoro e la scuola
scritta».
Eppure, con tutto ciò, lei dice: «Riaccendere Tecnologia e impresa: se cade la
i motori» si può. Apatto che?
<<A patto che si liberi lo zaino del medium tech grande muraglia tra le università
dai pesi insostenibili: burocrazia, Fisco, ineffi- e il mondo del lavoro potremo
cienza dei servizi. il resto deve farlo una politica puntare a livelli tedeschi
dell' education che punti sull'innovazione e arricchisca il patrimonio tecnologico. Do per scontate
le riforme strutturali, e devo dire che nel campo
del lavoro le prime misure del governo vanno
TI «sindacato tolemaico»
nella direzione giusta, e una politica industriale
"di continuità". Così come mi aspetto si metta
IJa Germania ha fatto le riforme
mano a un federalismo incompiuto e confuso:
con il sindacato. Da noi
anzic.pé la burocrazia competitiva e virtuosa del
modello Germania, ha inventato la "burocrazia
le confederazioni sono rimaste
concorrente". Una gara a chi fa peggio. il massia una concezione tolemaica
mo».
Scusi: perché, allora, questa dovrebbe essere la volta buona?
Oggi rincontro
«Perché gli italiani, dopo la crisi, dell'emer- _ _ _ _ _ _ _ _ __
genza sono consapevoli. E sonoJoro i primi a voIndustriale
ler riaccendere i motori».
I punti di forza
Il presidente di
Già. Ma la chiave? Chi ce l'ha?
Assolombarda,
«Riaccendere i motori Gianfelice Rocca, 65
«La fiducia. È il gap di fiducia che frena le no- Jnnovazione, merito ordinario;
anni. Rocca è
presidente del gruppo
stre enormi potenzialità. Dopodiché, dobbiamo rinascita italiana» è il titolo
Techint. Negli Anni 90
sicuramente "spurgare" vent'anni di ritardi, vi- scelto da Gianfelice Rocca per il
ha fondato l'Istituto
Clinico Humanltas.
sioni tolemaiche, illusioni».
D,I
2004 ,12012 è
saggio, appena pubblicato da
stato vicepresidente
Questo presuppone che la vendita di illusio- Marsilio, in cui il presidente di
di Confindustria con
ni sia finita.
delega alla
Techint eAssolombarda spiega
formazione
«Un venditore c'è se c'è un compratore ...».
come eperchéJltalia può
Raffaella Polato ripartire, Tesi di fondo: il nostro
Paese ha tantissimi punti di
forza inespressi e. se saremo
capaci di ricominciare da neda
politiche che possano
valorizzarli, scopriremo che la
globalizzazione non ci obbliga
necessariamente a un destino
da comprimari.
n
© RIPRQDUZ10NE RISERVATA
Alla Fondazione Corriere
068391
Di questi temi Rocca parlerà
questa sera, in uno degli
«Incontri Exlibris>>. organizzati
dalla Fondazione Corriere della
Sera, con Romano Prodi.
Giorgio Squinzi, Andrea
Pontremoli eFerruccio de
Bortoli. L<lppuntamentoaperto al pubblico econ
ingresso libero previa
, prenotazione allo 0287387707 o all'indirizzo mai!
[email protected] ~
è alte ore 18 nella sede
milanese di via Solferino,
entrata da via Balzan 3 per la
Sala Buzzati.
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lari si contano rispettivamente 211, 336 e
661 citazioni. Numeri superiori a quelli
degli stessi membri della commissione
esaminatrice. Come del resto anche per
le pubblicazioni. La cosa si può facilmente verificare su Econlit, il sito dell'Associazione degli economisti americani che aggiorna scrupolosamente i
curriculum internazionali di tutti i professori del settore.
Affermano Toninelli, Toniolo e Zama-
Data
Pagina
Foglio
gni che «i criptici verbali» della commis-
sione «non consentono un'adeguata
comprensione dei criteri adottati per
promuovere o bocciare». Aggiungono
però che «contrariamente a una prassi
internazionale consolidata» la suddetta
commissione «non ha preso in considerazione lavori a più mani». Escludendo
in questo modo «dalla valutazione articoli pubblicati sulle migliori riviste internazionali». Come mai?
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Gli autori di questo commento puntano il dito sulla «qualità scientifica media
della commissione», dove «tre dei commissari hanno meno di 30 citazioni ciascuno: una situazione che del resto li accomuna a molti colleghi». Tre su cinque.
E «con una tale maggioranza», concludono, c'era il rischio «che prevalessero
criteri valutativi fortemente divergenti
dalle raccomandazioni delI'Anvuf». Rischio o certezza?
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© RIPRODUZIONE R!SFRVATA
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1l,~11.(;'A!ìl!'l«St."l»<'i'M"'Ul'!fWlrt.IWA\tIi~bQ
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Njj~ll.l>f. J'L Cr.Iiì:; f\L"l:l"'~I1o~~)' ~WJlrwldl}
lM1I"1tIlmpM~{M~$(,.,\.l-tj'.Il. \'!lIhrd";l1»uf~ll>~
f'~drt ,at:l4)'i:t:-t)' (~'l'f'\\t;'f o;l'J'~l~l:tIIq,ll.ll'lUI1I\>l'~\'J!Y""!t1Il'4l!Ì:j.a~ C~kn~1
IlWllo\f).lll-'t(Nt1t1h'wt-\lt.~fl'l ~jl'lwll'n>ay}
..
N~I M?~lul fr'l1!~l)!' ۍ!!<:\~m.~~~l':!lll~ t~.l}
;1~kI~~t, !t(,1~(W,,~gI~\,It1~l"i,tYi)!.!M..l.f.)I.\I',.
K('~il1 (l1t~In::\>tMl ~Ih f:nllt'$C, \l;i"l"'r~"y r.of(tt(N'd)
t,,,,.mdr<ill't";\d~<l:cla 1i1~~rJi.tlJnhtrò\d:td Q,tlOi III m: ~l~(Uid~
I
li Il t
Il documento
068391
La lettera inviata al
premier Matteo Renzi
e al ministro
dell'Istruzione,
università e ricerca
Stefania Giannini e
firmata da 12 autorità
nel campo delle
discipline economiche:
tra loro c'è anche
l'americano Douglass
North, Nobel per
l'Economia nel 1993
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1
Città Il progetto, con il pensiero che lo genera, è il luogo della ricerca di una disciplina che va ridefinita
Non c'èarchitettura senza filosofia
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Perché teoria e mestiere servono più dell' alta tecnologia
l filosofo Roberto Esposito ha pubblicato una giusta protesta per una normativa che vorrebbe eliminare da al_ cune facoltà, come Pedagogia o
Scienza dell'Educazione, gli insegnamenti
di filosofia teoretica. È quello che sta avvenendo purtroppo anche nelle facoltà di
Architettura, una soppressione che sembra volersi accompagnare in modo simmetrico a quella della riduzione degli insegnamenti di mestiere e della proibizione agli insegnanti di praticare la professione, cioè di fare esercizi di progetto per
poterla insegnare.
Ma per un architetto obiettivo della propria carriera di alliev~ universitario è proprio la teoria e la pratIca della costruZIOne
del progetto. Tale progetto si fonda sulla
conoscenza del proprio mestiere dei suoi
compiti, dei suoi obiettivi, dei suoi metodi e dei suoi fondamenti. Senza confondere ricerca con ideologia della ricerca, cioè
con la falsa coscienza che è offerta dallo
stato di incertezza che pervade oggi la cultura dell'architettura come pratica artistica, per chi vuole diventare architetto il
campo essenziale della ~~erca dev~ e.sser~
il progetto, la cui forma e il luogo di smtesI
tra teoria e prassi.
La responsabilità di questa condizione
non può essere scaricata direttamente sullo studente a cui è necessario far presente
lo stato delle cose nella loro complessità,
ma al quale la scuola deve offrire un'ipotesi di soluzione, non importa se parziale e
provvisoria, ma pu.r sempre fOl~da~~ su
un'ipotesi capace dI confrontarsI cnticamente con la realtà della società dei nostri
anni e delle sue contraddizioni. E ciò deve
avvenire per mezzo del progetto, che deve
dare una risposta storicamente e metodologicamente precisa, capace di un confronto con le altre culture e in grado di acquisire alla specificità della propria d!sciplina le loro ricchezze utili e neces~af!e ..
Ma i recenti risultati dei concorSI dI abIlitazione, anche nella volgarità dei giudizi,
sembrano proporre sovente il docente come una figura opposta a quella del progettista di architettura. Tutto questo tenendo
conto che lo sviluppo tecnico e scientifico
è, per gli obiettivi de~'architettura, u~
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mezzo e non un fine COSI come lo sono gli
strumenti di rappresentazione. Inoltre, Strategie
che il disegno è un modo di essere della ri- Lo sviluppo tecnico e scientifico è,
flessione progettuale e non solo uno stru- per gli obiettivi dell'a~chiteti;ura,
.
. azione e che le altre arti un mezzo e non un fine COSI come
mento di comum
perseguono
ne llac costruzl'one dell'opera gli strumenti di rappresentazione
I
Ritaglio
Universita'
stampa
ad
uso esclusivo
del
Salone del restauro
da oggi a Ferrara
• Si apre oggi a Ferrara
Fiere la XXI· edizione del
Salone del Restauro (fino al
29 marzo). Focalizzerà la
propria attenzione sulla
ricostruzione post-sisma, in
particolare.cqn esempi
dall'Emilia Romagna.
+Ci saranno quattro giorni
di eventi, incontri, dibattiti e
presentazioni di ricerche sUI
restauro.
+Nello stand del Ministero
per i Beni culturali saranno
presentati i progetti di
restauro più innovativi e
rappresentativi delle
tecniche eteorie
sperimentate negli ultimi .
anni tra cui i recenti restauri
delle opere di Beato
Angelico e Paolo Uccello,
che potranno essere
ammirate.
L'incontro
In occasione
dell'lnternational
workshop lasue
intitolato «Gardens
of culture in Porta
Genova.lnhabit,
exposeand
communlcate the
projects for public
space», oggi, in aula
et 8 edificio 2
Campus Bovisa via
. Durando 10 a
Milano, alle ore 15,
Vittorio Gregotti terrà
un ihcontro dal titolo:
«II disegno urbano
nella periferia della
città europea», con
Alberto Aschieri.
A sinistra: Pietro
labruzzi, ritratto di
Giovan Battista
Piranesi (particolare)
destinatario,
068391
obiettivi sovente analoghi ai nostri ma con
mezzi specifici diversi; infine che la creatività è figlia della necessità complessa e
profonda di dare risposte future. f?~date
sul terreno della storia, una creatiVlta fondata cioè sulla convinzione che per essere
padri è necessaria la presa di c?sci~nza.d!
essere figli, con tutte le propne diverslta
ed i propri ambiti storici.
.
.
Questo implica da parte del docenti l~
piena coscienza dell'insieme di questI
problemi e del loro sviluppo a confronto
con lo stato politico e sociale e con le condizioni in trasformazione del proprio lavoro, della complessità e della responsabilità collettiva dei compiti. Confronto critico che è fondamento di ogni ricerca, a
cui è necessario consegnare risposta con
tutti i suoi interrogativi ai propri studenti,
compresi quelli che atteng?no al prop~o
mestiere, ai suoi strumentI e alla pratIca
del disegno come indispensabile strumento di indagipe progettuale.
Tutto ciò deve essere messo a confronto
con le condizioni della scuola italiana e,
più in generale, con la pre~a .di coscienz~
del fatto che dopo i grandi nnnovamenti
del XVIll e XX secolo le facoltà di architet tura nell'artfcolazione del proprio mestiere dalla pianificazione al disegno degli
oggetti, dall'ingegneria ai compiti istituzionali, non hanno per ora trovato nuove
proposte organiche convincenti, che vanno cercate. Inoltre, tutto questo è stato travolto sia dall'articolazione del proprio mestiere sempre più complicata e laterale rispetto ai processi di produzione edilizia
con un compito sempre più connesso all'immagine di mercato del progett;o. Infine nel caso italiano, da un decadimento
delle scuole superiori preparatorie, dall'assurdo numero delle sedi universitarie
di architettura, a cui è stato impossibile
fornire un corpo docente preparato, che
hanno prodotto un -numero di architetti
inutilmente macroscopico, emigrante ma
scarsamente connesso con un internazionalismo critico capace di proporre alternative a contrasto con l'attitudine di un'architettura di rispecchiamento stilistico
del dominante stato delle cose.
Niente teoria e niente mestiere, ma allora come si costruisce la pratica artistica
dell'architettura?
di VITTORIO GREGOTTI
non
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Pag. 30
Data
Pagina
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26-03-2014
12
1
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Quotidiano
Emanuele Filiberto fu nominato dal sindaco D'Alessio
Il luogo di uno degli ultimi crolli avvenuti all'interno dell'area archeologica di Pompei
Salviamo Pompei, aderisce
anche l' (ex) ambasciatore
pello e lo ha rilanciato su Twitter pure Emanuele Filiberto. A sorpresa perché il principe Savoia qualche mese fa, nel novembre
scorso, era stato nominato ambasciatore di
Pompei nel mondo dal sindaco Claudio D'A1essio. Contro di lui e ancor di più contro il
primo cittadino si era però levato un moto
di protesta, soprattutto dei neoborbonici.
D'Alessio aveva spiegato che puntava sulla
sua grande popolarità per stringere nuovi
rapporti in Italia nel mondo. Ma l'iniziativa
era naufragata insieme con l'amministrazione comunale, caduta per implosione della
maggioranza. E probabilmente Emanuele Filiberto c'era anche rimasto male. Non tanto,
però, da non partecipare alla nuova iniziativa per Pompei, sebbene in questo caso a tutela dell'area archeologia e non di quella extra moenia.
L'adesione di Emanuele Filiberto non è
sfuggita agli «IndiVAnados», che infatti
l'hanno pubblicamente ringraziato. Su Twitter, naturalmente.
) RIPRODUZIONE RISERVATA
068391
adesione del direttore Antonio Polito e del Corriere del Mezzogiorno all'appello «#SalviamoPompei», lanciato dall'associazione culturale «IndiVAnados» e rivolto alle istituzioni, ha suscitato
una nuova ondata di sottoscrizioni alla lettera aperta che sollecita la tutela degli Scavi e
presenta anche una serie di proposte operative per raggiungere l'obiettivo. Ora chi vuole manifestare la propria condivisione lo
può fare anche attraverso il sito Corrieredelmezzogiorno. it.
Tra i moltissimi sotto scrittori, intanto,
spuntano varie associazioni e anche qualche politico. Per esempio Paola Concia, ex
deputata del Pd, e Luisa Bossa, che invece è
parlamentare del Partito democratico in carica e ha anche ritweettato l'appello indirizzato al premier Matteo Renzi, ai ministri Dario Franceschini e Stefania Giannini, al governatore Stefano Caldoro, al presidente della Provincia di Napoli Antonio Pentangelo e
al nuovo soprintendente Massimo Osanna.
Un po' a sorpresa, forse, ha aderito all'ap-
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la Repubblica
Ed. Bologna
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26-03-2014
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Quotidiano
L'assessore regionale all 'Istruzione: ci hanno tolto 4milioni, abbiamo dovuto limitare i danni
La rabbia di Bianchi contro il governo
"Sistema assurdo, punisce ipiù virtuosi"
«Mi aspettavo un premio perché siamo stati virtuosi. Invece
vengo punito. Da non crederci.
Abbiamo fatto i salti mortali grazie all'efficienza dell' azienda regionale Ergo e alla collaborazione
con i rettori per garantire a tutti gli
studenti le borse di studio e questo è quello che abbiamo avuto in
cambio».
Cosa farete adesso?
«Ho scritto al nuovo ministro
Stefania Giannini - ne ho già visti
passare quattro da quando sono
assessore - per dire con forza che
qui c'è un problema enorme di diritto allo studio e per sottolineare
che questo metodo di programmazione è insostenibile».
Era un taglio che non si aspet-
tava?
«Certo che no, non era annunciato né concordato. Ma come si
fa ad andare avanti così? Vieni a
sapere che ti tolgono quattro mi-
lioni a dicembre, quando gli studenti beneficiari delle borse hanno cominciato l'università già da
tre mesi. Mi dicano: taglieremo
nel 2016 e io posso attrezzarmi,
ma così è assurdo».
Il problema è che quasi mille
matricole riceveranno una borsa
più leggera rispetto a quelle cui
avrebbero avuto diritto. E' il prima segnale che mette in difficoltà
gli studenti, nonostante i vostri
sforzi.
«E' meglio di niente. Siamo arrivati a garantire le borse al 94%
degli aventi diritto. Agli altri almeno abbiamo dato qualcosa. Ma
cosìnonsipubandareavanti.Non
possiamo continuare a fare da
ammortizzatori rispetto ai tagli
del governo. Va bene dire: l'istruzione è una priorità. Ma poi questa va garantita».
(il. ve.)
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DEFINIRLO arrabbiato è poco.
L'assessore regionale all'UniversitàPatrizio Bianchi si èvisto scippare dal governo quattro milioni
sul diritto allo studio, da un fondo
che nel 2012 era di venti. Ed è soprattutto il motivo, oltre all'inattesa sforbi ciata, ad averlo fatto andare su tutte le furie.
Assessore, cos' è successo?
«E' successo che alla vigilia di
Natale, il 24 dicembre, mi hanno
chiamato dal ministero per dirmi
del taglio: dovevano portare tutte
le Hegioni a coprire l'3D per cento
delle borse di studio. E per farlo
hanno ridotto i finanziamenti a
noi, che da anni invece copriamo
il cento per cento delledomande».
Il danno e la beffa.
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Stefania Giannini
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la Repubblica
Pagina
Ed. Firenze
Foglio
'
STATAnotificataierial
ministero dell'istruzione la sentenza del
consiglio di Stato che il3 marzo
scorso ha annullato il concorsone 2012 e ha di fatto reso <dnammissibili» 112 presidi di scuola
toscani. Conlanotificadel provvedimento giudiziario, che motiva le ragioni della decadenza
dei presidi, scatta la procedura
in terna all' amministrazione
scolastica che dovrebbe portare
alla rimozione dei presidi. Già
oggi i dirigenti scolastici riceve-
Un decreto E
per salvare
i presidi
decaduti
MAURIZIO BOLOGNI
26-03-2014
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1
Data
ranno una lettera del ministero
che li solleva dall'incarico con
preavviso di cinque giorni. E
quindi è partita una corsa contro il tempo per cercare di sanare la paradossale situazione che
si è venuta a creare prima della
decadenza dei 112 presidi che
avverrà tra meno di una settimana.
Il ministro dell'istruzione,
Stefania Giannini, vorrebbe
portare al prossimo consiglio
dei ministri l'approvazione di
un decreto che, in attesadelrifacimento delconcorso, consenta
di non spostare i dirigenti fino
alla fine dell'anno scolastico. I
dirigenti scolastici toscani hanno organizzato un sit-in di protesta davanti al dicastero di viale Trastevere. Nel pomeriggio il
ministro ha incontrato una loro
delegazione. E a loro Giannini
ha spiegato la strategia per cercare di uscire dalla situazione di
impassechesiècreataechenon
permette di perdere neppure
un giorno di tempo. Il rischio,
infatti, èche a fronte di unamotivazione già notificata gli eventuali atti dei presidi possano essere impugnati come nulli.
SEGUE A PAGINA VII
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Quotidiano
Presidi da oggi decaduti
il ministro pensa al decreto
(SEGUE dalla prima di cronaca)
«La sentenza ci è stata notificata oggi. Sto scrivendo
al presidente del consiglio, Matteo Renzi, al sottosegretario alla presidenza, Graziano Del Rio, e al ministro per
i rapporti con il Parlamento, Maria Elena Boschi, perchiedere - ha spiegato il ministro - che nel prossimo Consigliodei Ministri sia approvato un decreto che, in attesa
del rifacimento del concorso, ci consenta di non spostare questi dirigenti fino alla fine dell'anno scolastico».
Il ministro ieri sera ha chiesto anche, tramite l'Avvocaturadi Stato, un'interpretazionesualcuni punti dellasentenza in vista della sua applicazione. «Capisco la manifestazionelegittimadidisappuntodapartedeipresiditoscani che hanno negli ultimi dueanni svolto un lavoro importante nelle scuole. Noi non possiamo non rispettare
la sentenza, ma da parte mia garantisco - ha assicurato Stefania Giannini - che c'è la ferma volontà di trovare una soluzione,>.
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I
Costa snobba Piombino perché chiede di più
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068391
rc~
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Quotidiano
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Data
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Foglio
di Fabrizio Forquet
T on è dato sapere quante
ore abbiano dedicato
all'insegnamento, ma di
certo saranno state molto dense di informazioni per gli studenti. Tanto dense da meritare
stipendi fino a 300mila euro
all'anno. A tanto ammontano,
infatti, le retribuzioni garantite
dalla Scuola di formazione del
Mef e dalla Scuola superiore
della Pa a dirigenti ministeriali
di lungo corso, come - per citarne alcuni - Francesco Tomasone, Vincenzo Fortunato, Giuseppe Nerio Carugno, Marco
Pinto. Tutti alti burocrati dalle
tante relazioni e dagli infiniti incarichi. Tutti accomunati da
questa passionacda per l'insegnamento. Ovviamente molto
ben retribuita.
È davanti a cifre come queste
che si capisce come, nell'affrontare il tema delle retribuzioni ai
vertici deH:a"Pa, è fqdamentale
inIÌ:anzitutto conosce~e i numeri. Tutti i numeri. Ci si accorge
allora che gli abusi più insopportabili, e soprattutto onerosi per
le finanze pubbliche, vanno ben
al di là di quella ventina di incarichi apicali che sono sotto i riflettori dci media.
Quello delle scuole è un caso
limite, giustamente sollevato da
un articolo del Fatto quotidiano
di qualche giorno fa sulla scuola
del Mef, e rilanciato dall'inchiesta di Mariolina Sesto a pagina 2.
Una vera vergogna nazionale
per la quale tutti i dirigenti coinvolti dovrebbero chiedere scusa al Paese. È stato, ed è ancora,
un vero e proprio saccheggio di
risorse pubbliche, perpetuato
nell'arroganza del potere e
nell' opacità del sistema.
Ma i dati che il Sole 24 Ore
pubblica oggi rivelano una realtà di privilegi e incongruenze
che va al di là dei casi singoli.
Coinvolgendo interi comparti e
intere categorie della pubblica
amministrazione. È giusto che
Ritaglio
Lavoro e previdenza
Fabrizio
Forquet
Le rendite
di posizione
e il sacche~o
dello Stato
.. Continua da paginil1
dati che pubblichiamo (anno
2012) parlano da soli. Sul totae dei dipendenti statali solo
il14%guadagnapiùdi40milaeuro lordi l'anno. Ma allapresidenza del Consiglio nessuno, dicasi
nessuno, guadagna meno di quella cifra. Sempre a Palazzo Chigi,
poi, il 16% dei dipendenti, 384
persone per l'esattezza, guadagnano più di 80mila euro, contro
una media dei ministeri del 2%.
Anche presso le autorità indipendenti nessuno ha la sventura
di guadagnare meno di 40mila
euro e addirittura il 43% porta a
casa uno stipendio che supera
gli80mila.Mai veri record si toccanotralemagistratureealministero degli Esteri. TI 90% dei magistrati italiani guadagna oltre
80mila euro lordi all'anno (lamedia ponderata in questa fascia è
di 149mila euro), per un totale di
9.123 persone, con un esborso
per lo Stato dil,8 miliardi dieuro.
Permoltidiqueimagistratiècer- .
tamente un trattamento più che
meritato, ma anche qui una progressione e una differenziazione legata ai risultati sarebbe più
equa e foriera di un servizio migliore per i cittadini. Pernon parlare della carriera diplomatica:
perché qui vieni proiettato automaticamente oltre gli80mila euro (nel 96% dei casi), aprescindere dall'anzianità e dall'incarico.
Qjlello che manca, in partko-
E
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lare per i dirigenti di prima fascia, è il collegamento trale retribuzioni, da una parte, e leresponsabilità esercitate e irisultati conseguiti dall'altra.
Paradossalmente il capo della
Polizia o il direttore dell'Agenzia delle Entrate possono ritrovarsiaguadagnare come il titolare di un insegnamento presso le
scuole di formazione. D'altra
parte oggi un direttore generale
per le politiche attive e passive
del ministero de1Lavoro, settore
strategico, ha uno stipendio annuolordo(circa148milaeuro)inferiore a dirigenti che ricoprono
incarichi di studio o al responsabile di un settore dellaSruolanazionale dell'amministrazione
(oltre i 230mila euro).
Sono incongruenze che fanno capire quanto sia difficile il
lavoro per riportare ordine nelle retribuzioni della pubblica
amministrazione. Ma è qui che
Renzi dovrà dimostrare di saper compiere la sua rivoluzione. Perché è in queste cifre l'iniquità di un sistema dove le rendite di posizione e i ricatti delle
corporazioni saccheggiano lo
Stato e fanno strame del servizio al cittadino.
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Le rendite
di posizione
e il saccheggio
dello Stato
ma responsabilità, e consegue risultati per la collettività, sia premiato con uno stipendio adeguato. Quello che non è tollerabile è
un sistema per cui in alcune categorie si accede sempre e comunque a trattamenti elevati. Todos
caballeros, si direbbe. E poco importa se il servizio offerto ai cittadini è scadente, se i risultati sono inesistenti, se le responsabilità esercitate sono di poco conto.
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RETRIBUZIONI DELLA PA chi esercita funzioni di altissi-
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del
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Il dg Panucci: non crediamo più alla parola «riforma» spesso usata come rneuo.di marketing
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Quotidiano
«Dirigenti Pa licenziabili come nel privato»
Nicoletta Picchio
Scuola nazionale dell'amministrazione, dove la Panucci ha
Le riforme della Pubblica affrontato anche il tema della
amministrazione che si sono licenziabilità dei dirigenti pubsuccedute finora non hanno blici: «Anche il dirigente pubfunzionato. «N e abbiamo viste blico deve poter essere licentante, da ultimo la riforma Bru- ziabile come nel privato», ha
netta, ma nemmeno una è stata detto il direttore generale di
attuata. Non crediamo più alla Confindustria.
Oggi, ha precisato, «il diriparola riforma, che spesso è
stata usata come mezzo di gente pubblico non può essemarketing». Marcella Panuc- re licenziato se non raggiunge
ci, direttore generale di Confin- gli obiettivi, perché verrebbe
dustria, bolla cosÌ gli interven- reintegrato ai sensi dell'articoti dei passati governi in mate- lo 18». Invece, a suo parere
rià di semplificazione della bu- «va bene equiparare gli stipenrocrazia. L'occasione è stata di dei dirigenti pubblici a quelun convegno organizzato dalla li dei privati, però onori e one-
ri, ovvero valgano tanti privilegi quanto le sanzioni».
In ogni caso, tornando alla
riforma della Pubblica amministrazione «riteniamo positivo - ha aggiunto - che il presidente del Consiglio e il ministro Madia abbiano deciso di
finalizzare l'attenzione sulla
dirigenza pubblica». Il personale pubblico e in particolare
la dirigenza secondo il direttore generale di Confindustria
rappresentano il punto di snodo tra la legge o la decisione
politica e la sua attuazione
concreta. Il te.\lla dunque ha
un'incidenza molto forte sulla
vita dell'impresa. «Non solo
le decisioni politiche passano
attraverso la cinghia di trasmissione della dirigenza, ma
dirigenza e personale sono titolari di prerogative amministrative che tradizionaLmente
incidono sull'accesso e
sull'operatività dell'impresa
nel mercato».
A questo proposito, ha aggiunto, si pensi alle semplificazioni amministrative che rappresentano uno dei cardini
dell'impegno del presidente di
Confindustria Giorgio Squinzi
sin dal suo insediamento.
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ROMA
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Lavoro e previdenza
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Il ministro
Pa
«Già firmata la circolare sul tetto ai manager
ma è in arrivo una proposta del governo»
Pubblico impiego
LA
Il responsabile del Welfare
«Nessun bonus in busta paga,
lavoriamo sulle detrazioni»
«Prepensionamenti per aiutare i giovani»
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Quotidiano
Madia: sana mobilità obbligatoria nella Pa -Poletti: alla Cig in deroga manca l miliardo, 2014 anno duro
Giorgio Pogliotti
ROMA
Favorireleuscite di dipendenti pubblici, anche con il ricorso a
prepensionamentL con l'obiettivo
di «ringiovanire la pubblicaamministrazione»: è il piano armunciato
dal ministro della Pa, Mariarma
Madia, che intende ricorrere ad
una «sana mobilità obbligatoria»,
per spostare il personale dagli uffici in cui è in sovrarmumero a quelli
incui si registrano carenze di organico, nel «rispetto dei diritti del lavoratore,laddove non ci siano degli ostacoli burocratici».
Questi due strumenti sararmo
attivati per il personale in eccedenza, il ministro considera i ventilati
8smila esuberi «un numero e una
terminologia assolutamente sbagliati e distorti anche rispetto al piano Cottarelli». Sono temi che sararmo oggetto di un «progetto
complessivo sullaPa» che, ha spiegato il ministro Madia, si occuperà
«dell'accesso, della formazione e
degli incarichi a termine», e vista
la situazione del Paese, «ci potrà
essere un contributo di solidarietà
che non riguardi solo i dirigenti,
ma che deve partire dalla politica». Base di partenza per l'azione
di governo la proposta del presidente della commissione Bilancio
della Camera, Francesco Boccia
(Pd) di un taglio del 6% nel
2014-2016 agli stipendi oltre i 6omila euro l'anno, del 7°1o per quelli 01tre i 70mila euro, e dell'8% oltre gli
80mila. L'ipotesi che sta prendendo quota è di inasprire il taglio sopra gli 80mila euro, per salvaguar- '
dare gli stipendi sotto questa soglia. In quest'ottica il governo starebbe valutando, anche su indicazione di Boccia, la possibilità di
comprendere il personale di altri
entL dall1stat alla Banca d'Italia, e
di far scattare un taglio secco del
10% sulle consulenze.
Tornando al ministro Madia,
non intende partecipare alla polemica sul compenso dell'ad delle Fs
Moretti, e sul tetto agli stipendi dei
manager precisa: «Ho appena firmato una circolare dove viene
esplicitato che nel tetto fissato, debbano essere cumulati anche tutti i
trattamentipensionisticLcompresiivitalizi».Econfermachealrigurado «ci sarà una proposta» del Governo. Con i sindacati il ministro è
disponibile a dialogare, ma non secondo i rituali: «Non è detto che ci
sararmo dei tavoR perché abbia-
mo tempi molto stretti». Critica la
leader della Cgil, Susanna Camusso:«Èincorsounagaratraministri
per spiegare che dal sindacato si accoglie al massimo consigli, ma non
una discussione». Polemico anche
il numero uno della Cisl, Raffaele
Borrarmi: «Se il governo non vuole
confrontarsi con le parti sociali, ce
ne faremo una ragione. Non ci
strapperemo le vesti».
TI riordino della Pa desta preoccupazione nel sindacato anche perché, come ha ricordato il ministro
del Lavoro, Giuliano Poletti, «il
2014saràancoraunarmodigrande
sofferenza, indipendentemente
dalle valutazioni sul Pil, la dinarnica dell'occupazione continuerà ad
essere molto pesante come immancabile coda della crisi». Tuttavia ci sararmo anche «dinamiche
di ripartenza di alcuni segmentL il
settore metalmeccanico si sta riprendendo». Intervenuto ieri maudizione alla commissione Lavoro
dove è iniziato l'iter di conversione del Dl occupazione - relatore
Carlo Dell'Aringa (Pd), il4 aprile è
il termine per gli emendamenti Paletti ha sottolineato che la novitàsuicontrattia termine (ilcontrattoacausalesalea36mesLpotràave-
re 8proroghe invece di una) «creerà occupazione» perché «alla fme
l'impresa, se saràcontenta,stabilizzeràillavoratore. Se invece ci sono
sei persone diverse conun contratto di sei mesi è più difficile che un
lavoratore resti in azienda». Le misure del Dl hanno ottenuto il consenso del presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. «Credo sia
unfatto positivo se ci sono apprezzamenti per il lavoro che facciamo», ha commentato Poletti. Che
ha confermato un approccio pragmatico: «Non ho nessuna teoria
del lavoro, credo che si debbano
esaminare con puntualitàifatti, fare delle scelte, monitorarle e se
esce una conferma si prosegue, altrimenti si cambia». Sul taglio del
cuneo fiscale, Polettiha confermato che «la scelta per l'aumento di
80 euro in busta paga resta quella
armunciatadaRenzL ovvero un interv~nto sull'Irpef e sulle detrazioni da lavoro dipendente». TI ministro ha confermato l'allarme sulle
risorse per la cassa in deroga:
«Mancacircaunrniliardo,se guardiamo alle dinamiche dell'altro anno. Occorre avere garanzie di copertura altrimenti rischiamo problemisociali».
if.l RIPRODUZIONE RISERVATA
068391
Prendono quota le ipotesi
di inasprire il taglio deU'S%
oltre gli SO mila euro,
includere Istat e Bankitalia,
ridurre del 10% le consulenze
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La galassia del pubblico impiego
I DIPENDENTI DELLA PA
L'ANDAMENTO
Il personale della Pubblica amministrazione per comparto.
Anno 2012. Numero di dipendenti
Numero di dipendenti
35,2%
2007
3.238.474
12,6%
Lombardia in testa
Èla regione che "pesa" di più in
termini di dipendenti pubblici a
tempo indeterminato, seguita a
breve distanza dal Lazio (12,2%) e
dalla Campania (9,1%). Nel2012
tutte le regioni del Nord, ad
eccezione della Liguria, hanno
aumentato la loro quota
percentuale
IL COSTO DEL LAVORO
Miliardi di euro
2007
2012
~
170
~----+---------+-
160
150
55 . 5%
7
Le donne
La presenza femminile nel2012
supera la metà del totale dei
pubblici dipendenti a tempo
indeterminato.
Complessivamente le donne
sfiorano gli 1,8 milioni e
l'incremento della loro quota
percentuale (+0,5% rispetto
all'anno precedente) è dovuto sia
al maggior numero di assunzioni
rispetto agli uomini (circa 5mila in
più)sia al minor numero di uscite
(circa 17 mila in meno)
068391
1-------··1.013.327 Scuola
, - - - - - 673.335 Servizio Sanitario Nazionale
, - - - - - 490.115 Regioni ed autonomie locali
,----- 32oA04 Corpi di polizia
~--- 187.324 Forze Armate
,---- 163.231 Ministeri
.----105.571 Università
, - - - 93.398 Regioni a statuto speciale
53.412 Agenzie fiscali
48.634 Enti pubblici non economici
31.732 Vigili del fuoco
20.861 Enti di ricerca
10.952 Altri enti
10.308 Magistratura
9.174 1st. formo art., cor., musicale
2.347 Presidenza consiglio ministri
1.741 Autorità indipendenti
1.315 Carriera prefettizia
923 Carriera diplomatica
370 Carriera penitenziaria
2012
La consistenza maggiore al Sud
Secondo i dati della Rgs nel2012
la fetta più numerosa di
dipendenti pubblici a tempo
indeterminato è concentrata nel
Mezzogiorno e nelle Isole. Segue il
Nord con il 34,8%, mentre il
Centro è aI29,7%. Il resto è
all'estero
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Gli interventi possibili
Tarare le retribuzioni
in base ai risultati
e alla responsabilità
di Mariella Mainolfi
l dibattito sulla riforma
della dirigenza pubblica
sta ruotando in questi giorni sulla questione degli stipendi, che va senz'altro posta. Ma
perché non sia solo uno sfogo
alla demagogia deve tener
conto di fattori importanti
dello svolgimento della funzione dirigenziale, quali sono
le responsabilità, i risultati e,
quindi, il merito. Anche perché uno degli obi<;;ttivi primari della riforma, al di là dei risparmi, deve essere la qualità
dei servizi ai cittadini, che va
garantita e migliorata. Oggi è
giusto che si chieda alla pubblica amministrazione di es~
sere più efficiente, ma come
si fa ad ottenerlo se invece di
creare sana competitività si
determina un livellamento
verso il basso di tutte le retribuzioni? Occorre, invece, dife
I
ferenziare in ragione delle responsabilità e dei risultati. È
da qui che bisogna partire, distinguendo tra dirigenti che
producono risultati e dirigenti che non lo fanno.
La struttura della retribuzione lo permette, perché accanto alle voci fisse (stipendio tabellare e posizione di
parte fissa) ci sono la posizione di parte variabile e l'indennità di risultato.
Esaminiamo in concreto
cosa è accaduto nel sistema
retributivo dei dirigenti dei
ministeri. Per i dirigenti di seconda fascia il Ccnl per il secondo biennio economico
2000"2001 del personale dirigente del comparto Dirigenza area I ha previsto all'articolo 4 che le amministrazioni
determinino (articolandoli
in tre fasce) i valori economici della retribuzione di posizione delle funzioni dirigen-
ziali, tenendo conto di parametri connessi alla collocazione nella struttura, alla
complessità organizzativa,
alle responsabilità gestionali
interne ed esterne, all'interno dei parametri indicati dallo stesso Ccni. Analogo procedimento, invece, non è stato seguito per gli incarichi dirigenziali di prima fascia, la
cui retribuzione di posizione
è identica per tutti, a prescindere dal grado di responsabilità e dalle risorse umane e finanziarie assegnate.
Le conseguenze sono sotto
gli occhi di tutti: direttori generali a capo di strutture complesse per dimensioni, funzioni e connesse responsabilità
percepiscono lo stesso trattamento economico di un dirigente di prima fascia con incarico di studio. Questo se circoscriviamo l'analisi all'ambito
di uno stesso ministero, ma se
confrontiamo amministrazionicon differenti livelli diretribuzione il paradosso diventa
un'ingiustizia sociale.
Ben venga allora la proposta, già presentata sul Sole-24 Ore de121 febbraio 2014
e riproposta ieri da Tabellini e Valotti, volta al superamento della distinzione tra
la prima e la s~conda fascia;
ma ove ciò non avvenga o richieda tempi più lunghi, perché intanto non intervenire
con una norma di rango primario che imponga anche
per la dirigenza di prima fascia la distinzione di livelli
retributivi della posizione
di parte variabile? E perché
ancora non aumentare la
percentuale di retribuzione
collegata ai risultati?
In caso contrario a beneficiare non saranno i migliori, anzi questi verranno solo demotivati, a danno dei cittadini.
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Indennità di risultato
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.. La struttura della retribuzione,
accanto alle voci fisse
(stipendio tabellare e posizione
di parte fissa) pone la posizione
di parte variabile e l'indennità
di risultato.
Per avere una pubblica
amministrazione più efficiente
bisognerebbe creare più
competitività nelle retribuzioni,
differenziarle in ragione delle
responsabilità e dei risultati.
L'obiettivo sarebbe distinguere
tra dirigenti che producono
risultati e dirigenti che non lo
fanno.
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Pubblico impiego
Lc categorie
Buste ~aga al t.op p~r diplomatici: magistrati,
: prefetti e funziOnan delle authonty
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LE RETRIBUZIONI
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In fondo alla classifica
Solo ~87 vigili del fuoco ~dagnano più di
60mila euro. Nella scuola ili 39 sopra i 70mila
Stipendi pubblici, ecco tutti gli eccessi
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Quotidiano
Le retribuzioni oltre gli 80mila euro lordi sono il 9,5% dei redditi Pa -APalazzo Chigi nessuno sotto i 40mila
Marco Rogari
Claudio Tucci
ROMA
Lavorare per meno di 4IDila-4.500 euro netti al mese? Per i
funzionari del corpo diplomatico è sostanzialmente impensabile. Anche perché il 9604% del
personale in servizio, ovvero
890 "unità" sulle 923 monitorate
nelzo12 dalla Ragioneria generale dello Stato, guadagna più di
80mila euro lordi l'armo. E altrettanto accade per la quasi totalità
dei magistrati che in circa 9 casi
su lO superano questa soglia retributiva. Una soglia considerata un limite assolutamente valicabile nella carriera prefettizia
dove praticamente tutti, con rare eccezioni, percepiscono una
retribuzione lorda superiore ai
60mila euro all' anno (tra i 3mila
e i 3.500 euro netti al mese), che
in oltre il 60% dei casi va oltre
gli 80mila euro.
In tutto il variegato pianeta
del pubblico impiego sono
117.838 i funzionari, i dirigenti o i
semplici addetti che guadagnano oltre 80mila euro lordi armui
per un "costo" che rappresenta il
9055% della spesa complessiva
per redditi nella Pa. Si sale al
16052% sotto la spinta dei 224.273
"travet" con retribuzioni supe-
riori ai 60mila euro: tra i 3mila e i
3.500 euro netti al mese. Tra questi i funzionari delle Authority.
Nelle Autorità indipendenti a
livello dirigenziale gli stipendi
non scendono quasi mai sotto i
60mila euro lordi e sup~rano per
il 43,8% delle posizioni gli 80mila euro. Con punte di oltre 270mila euro, come nel caso, ad esempio, del segretario generale
dell'Agcom, Francesco Sclafani,
o di quello dell'Antitrust, Roberto Chieppa, almeno sulla base
dei dati riportati nei siti web delle Autorità.
Retribuzioni che, come quelle
dei commissari e dei presidenti
delle Authority, sono al di sotto
del tetto agli stipendi dei vertici
della Pa introdotto dal 2012, ma
che risultano abbondantemente
al di sopra di quella del capo dello Stato (239.181 euro lordi) che il
governo Renzi vuole utilizzare
come parametro di riferimento
per i super-manager diStato. Un
limite retributivo al quale è di fatto allineato lo stipendio del segretario generale dell'Ivass (l'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni), Corrado Baldinelli (il sito
web indica 240mila euro armui).
Dall'ultima fotografia scattata
dalla Ragioneria con il «Cdnto
armuale 2012» emergono chiara-
mente gli elevati livelli retributivi di un'ampia fascia dirigenziale: il 17,7% della spesa complessiva perredditi nel pubblico impiego (in tutto 14705 miliardi che diventano circa 158 miliardi tenendo conto del costo del lavoro) è
assorbita da stipendi superiori ai
50mila euro lordi (tra i 2.500 e i
2.900 euro netti mensili). Una
questione, quella degli stipendi
mediamente elevati in quasi tutti
i comparti della pubblica amministrazione che si va ad aggiungere a quella delle singole mega-retribuzioni dei supermanager dello Stato. Sulle retribuzioni dei
156mila dirigenti pubblici ha già
puntato i suoi riflettori l'Ocse
con unreport del novembre scorso con cui ha evidenziato che nel
201110 stipendio di un senior manager del settore pubblico era di
650mila dollari, quasi il triplo di
quello medio di tutti i membri
dell'Organizzazione (232mila
dollari) e nettamente superiore
a quelli di Gran Bretagna (348mila), Stati Uniti (275mila), Francia
(260mila) e Germania (23uni1a).
il Governo Letta aveva replicato
che l'analisi Ocse non teneva conto del "tetto" 303mila euro introdotto dal 2012.
Tornando ai dati della Ragioneria, dal monitoraggio emerge,
ancora, che alla presidenza del
Consiglio tutto il personale guadagna più di 40mila emQ, lordi
l'armo e che 1.892 dipendenti sui
circa2.400 in servizio beneficiano di una retribuzione supeÌ'iore ai 50mila euro l'anno che in
488 casi su pera i 70mila euro annui. Ma nel variegato pianeta Pa
c'è anche chi, come i vigili del
fuoco, considera un miraggio
una retribuzione superiore ai
2.200 euro netti al mese: nel 2012
sugli oltre 30mila "pompieri" e
assimilati solo 1.421 sono riusciti
nell'impresa. Senza considerare
che appena 187 vigili del fuoco
hanno' superato quota 60mila
euro l'anno lordi. Nella scuola
poi soltanto 39 dipendenti Miur
guadagnano più di 70mila euro
lordi l'anno e appena lo 0,8% del
personale (7.815 "unità") va oltre i 40mila euro lordi annui.
Questa soglia è superata dal
26,2% delle forze di polizia che
solo in 5.480 casi su circa 320mila unità in servizio riesce a portare a casa oltre 60mila euro lordi.
Uno stipendio, quest'ultimo,
più alla portata delle Forze armate (il 6,6% del comparto) e, soprattutto, dei professori universitari: uno su quattro supera il livello retributivo dei 60mila euro lordi armui e il 12,3% arriva a
più di 80mila euro l'anno.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
1.1. CARRIERA DIPLOMATICA
1196,4% del personale
in servizio nel corpo
diplomatico, 890 persone su
un totale di 923. è in cima alla
classifica delle buste paga
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Sono in tutto circa 118mila
i dipendenti pubblici, tra
funzionari, dirigenti o
semplici addetti, che
superano 80mila euro annui
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La mappa delle retribuzioni
Gli stipendi dai 40 mila euro in su· Distribuzione per comparto della pubblica amministrazione· Conto annuale 2012
ÌN~t;:idati prendono a riferimento il ~~~;o annuale 2012. Le retribuzioni m~d·ie indicate sono comprensive anche di quote di trattamento accessorio non direttamente riconducibili alle retribuzioni "contrattuali".
I Dall'elenco è stato escluso il personale Afam, quello degli enti ex articolo 60 e quello della carriera penitenziaria. * Ansf, Ansv, Asi, Cnel, DigitPA, Enac, Unioneamere
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reNlldis,tato. Il decreto legge 34/2012 ha eliminato il vincolo di frequenza dei corsi pubblici per il «professionalizzante»
Formazione regionale facoltativa
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Quotidiano
Cancellato l'obbligo di stabilizzazione salvi gli effetti degli accordi collettivi
Giampiero Falasca
La riforma dell'apprendistato professionalizzante si
sviluppa lungo tre principali linee. Viene meno l'obbligo di
usare la forma scritta per il piano formativo, cambiano le regole per la formazioneregionale, e si cancella l'obbligo di stabilizzare una quota minima di
apprendisti.
La misura che ha fatto più discutere riguarda il rapporto tra
formazione aziendale e formazione professionalizzante. Prima del decreto legge 3412014, il
Testo unico assegnava al contratto collettivo un ruolo centrale nella disciplina del percorso
formativo. Questa scelta veniva
tuttavia bilanciata dalla salvaguardia di un ruolo, seppure
marginale, per le Regioni, che
avevano la possibilità di organizzare la formazione pubblica
(direcente erano state approvate delle linee guide uniformi a
livello nazionale). Il sistema si
reggeva, quindi, su due gambe:
la formazione prevista dal contratto collettivo, finalizzata
all'acquisizione delle competenze tecnico-professionali e
specialistiche, e quella pubblica, per acquisire competenze di
base e trasversali.
Con il DI 3412014 questo meccanismo viene messo in discussione, con la dichiarata finalità
di rendere meramente facoltativa la formazione regionale. Questa scelta - fondata su valide ragioni, connesse ai troppi disguidi che la frammentazione locale
ha creato su questa materia - dovràfare i conti con due tipi di problemi tecnici. Il primo è di tipo
testuale: la nuova formulazione
del Testo unico non dice con
chiarezza che l'azienda è libera
di saltare la formazione regionale. Si dice una cosa diversa e cioè
che la formazione aziendale
«può essere integrata» da quella
regionale, ma non viene meno la
delega alle Regioni a disciplinare la materia. Questa considerazione si lega con il secondo problema tecnico della riforma: la
norma sembra porsi in conflitto
con il Titolo V della Costituzione, che assegna alle Regioni competenze rilevanti in materia di
formazione professionale.
Meno dubbia è la disposizione che cancella l'obbligo di usare la forma scritta per il piano formativo. Questa innovazione, infatti, non fa venire meno - non
potrebbe mai farlo, in quanto gli
sgravi contributivi non possono
essere concessi senza un collegamento con la formazione -l'obbligo di realizzare un percorso
formativo coerente con la qualifica che si vuole conseguire. Viene solo ampliata la facoltà di provare con qualsiasi mezzo l'esistenza del piano, ma l'impatto
concreto dovrebbe essere minimo: pare difficile immaginare,
infatti, che un datore di lavoro intenzionato a investire sull'apprendistato rinunci a mettere
per iscritto un piano formativo.
Non suscita alcun dubbio - e
pare destinata a stimolare concretamente l'utilizzo del contratto -la cancellazione con effetto
immediato degli obblighi di stabilizzazione. Va tuttavia considerato che gli accordi collettivi
che stabiliscono impegni di questo tipo resteranno in vita fino
all'eventuale modifica.
È importante che in fase di
conversione questi dettagli tecnici vengano chiariti. La riforma, infatti, può aiutare a togliere
definitivamente l'alibi dell'eccessiva complessità dell' apprendistato, a condizione che non
apra la strada a nuove incertezze e che non renda necessario,
tra qualche mese, un altro intervento. Dal 2011 a oggi, la normativa ha subito più di dieci ritocchi
legislativi (oltre ai rinnovi collettivi e alle norme regionali). La
spiegazione del mancato decollo dell'apprendistato sta in gran
parte dentro questo numero.
© RIPRODUZWNE RISERVATA
1.,' AGEVOLAZIONE
Non è più necessaria
la forma scritta
per dimostrare
l'esistenza del piano
formativo individuale
Fo~(}ne regio~Maie fc~~oltativa
0
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"~'
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Marina Calderone
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Quotidiano
Presidente dei consulenti del lavoro
Contratti a tempo anche negli studi
MaHeo Prioschi
«L'eliminazione della causalità per i contratti a termine va
verso la buona flessibilità deirapporti di lavoro rimuovendo, nei
fatti, pratiche molto diffuse di aggiramento dei limiti della proroga. Inoltre, sono convinta che la
permanenza in azienda per tre
anni da più chance ai lavoratori
che nel frattempo hanno acquisito una professionalità e sono inseriti fattivamente nel processo
organizzativo».
Per Marina Calderone, presidente del consiglio nazionale
dell'Ordine dei consulenti dellavoro, le novità introdotte dal decreto legge 34 non sono però tutte positive.
Gli studi professionali sembrerebbero esclusi dalla possibilità di assumere un dipendente a tempo determinato se han-
no fino a cinque dipendenti.
Condivide questa lettura?
Mi rifiuto di pensare che questa possa essere la lettura della
norma e questo per almeno due
motivi: iI primo di equità, si creerebbe sul territorio una distinzione tra micro studi e aziende che
non avrebbe un senso logico e si
baserebbe solo su una lettura capziosa; la seconda è giuridica, oramaiinEuropanonc'èpiùunadifferenza in questo senso tra glistudi professionali e le imprese o
aziende. Qp.indi mi aspetto anche su questo che il ministero del
Lavoro ne prenda atto.
Le nuove regole per l'apprendistato professionalizzante rischiano di svuotare l'aspetto
formativo di questo contratto?
La modifica in tema di apprendistato non ci convince. La semplificazione vera non è iI piano
formativo individuale, bensì la facoltà della formazione pubblica.
In verità, al di là degli annunci, a
nostro avviso iI testo normativo
su questo punto, per come è scritto' si presta a due possibiIiletture.
La prima, che attribuisce la facoltà al datore di lavoro di effettuare
o meno la formazione pubblica.
Questa soluzione, certamente darebbe al contratto la semplificazione che aspettavamo, ma è a rischio di incostituzionalità. Una
seconda lettura, priva di rischio
costituzionale, è che la facoltà sia
rimessa alla Regioni: questa soluzione sarebbe in linea coniI titolo
V ma non cambierebbe nulla rispetto ai disastri del passato.
Ritiene necessario un chiarimento?
Sì, e mi auguro che iI chiarimento ministeriale sia condiviso
dalla conferenza delle Regioni.
Se dobbiamo semplificare non
possiamo farlo di nascosto ma deve esserci una chiara presa di responsabilità da parte delle istituzioni locali che fmo a oggi hanno
contribuito a non far decollare
questo contratto.
Come giudica le novità in materiadiDurc?
Il Durc online non è immediatamente operativo in quanto la
sua entrata in vigore è rinviata a
una disciplina ulteriore con decreti interministeriali. Ma questa novità non sarà risolutiva
dell'attuale pessima situazione
esistente. Mettere in linea iI
Durc per la stampa non risolve i
problemi esistenti a monte del rilascio, Se non saranno variate le
proc~ll~ gestionali dell'Inps, si
contmueranno ad avere archivi
non aggiornati e quindi posizioni non èorrette.
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AI vertice. Marina Calderone,
presidente dei consulenti del lavoro
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COBBIEBE DELLA SEBA
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Il ministro
"Madia e gli statali:
prepensionamenti ~"
per aiutare i giovani
Il responsabile della Pubblica
amministrazione, Marianna
Madia: si sta lavorando su uscite di
personale con prepensionamenti
anche per aiutare igiovani ad
entrare nella Pa
di ENRICO MARRO
A PAGINA 8"
TI governo I tagli
«Statali prepensionati, spazio ai giovani»
Madia: sono per una sana mobilità obbligatoria Bonanni: poche chiacchiere
ROMA - Prepensionamenti,
mobilità obbligatoria, rotazione
dei dirigenti e tetto agli stipendi
dei manager. Sono queste le novità annunciate ieri dal ministro
della Pubblica amministrazione
Marianna Madia che, ad aprile,
come previsto dal cronoprogramma del governo, presenterà
la sua riforma. Il ministro, rispondendo a mll\"gine di un convegno ad una domanda sugli 85
mila dipendenti pubblici in esubero quantificati dal commissario per la revisione della spesa
pubblica Carlo Cottarelli, ha detto
che non si sta pensando ad uscite
traumatiche di personale ma
piuttosto a «prepensionamenti»
anche «per aiutare i giovani ad
entrare nella Pubblica amministrazio ne». Eventuali carenze di
organico, ha aggiunto Madia, potranno essere coperte anche con
<<una sana mobilità obbligatoria»
del personale. Queste decisioni,
ha spiegato, visti i tempi stretti,
potrebbero essere prese senza
aprire un tavolo di trattativa con i
sindacati. Che ovviamente non
l'hanno presa bene».
<<Noi pensiamo che il ministro
farebbe bene umilmente ad adoperare il suo compito nell'interesse generale anziché della
chiacchiera generale», ha commentato Raffaele Bonanni per la
Cisi. Ma nel merito la pròposta
dei prepensionamenti ha ricevuto apprezzamenti dal segretario
della Funzione pubblica Cgil,
Rossana Dettori (sÌ se si assumono i giovani, a partire dai vincitori di concorso e dai precari) e dal
leader della Uil, Luigi Angeletti:
<<Ottima idea far entrare i giovani». Un'idea questa dei prepensionamenti per svecchiare la
Pubblica amministrazione, che a
ben vedere risale al 14 giugno
2006 quando a lanciarla con
un'intervista al Corriere fu Nicola
Rossi, già consigliere economico
di MassimQ D'AIema a Palazzo
Chigi, che propose appunto di
prepensionare 100 mila dipendenti pubblici per assumere 20
mila giovani, con notevoli risparmi e un aumento della produttività. In questi 8 anni, invece, il
combinato disposto dell'aumento dell'età pensionabile e del
blocco del tumover ha prodotto
sÌ una riduzione del numero dei
dipendenti pubblici, scesi da 3,4
a 3,2 milioni, ma ha aggravato
!'invecchiamento della burocrazia italiana, tanto che solo il 10%
ha un'età inferiore a 35 anni, contro il 28% in Francia e il 25% nel
Regno Unito mentre il 44% ha più
di 50 anni (29% Francia, 30% Regno Unito). E gli over 60, quelli
più vicini alla pensione dunque,
sono circa 200 mila
Madia ha quindi annunciato
che «ci sarà sicuramento una
proposta del gove!1lo» sui tagli ai
super stipendi dei manager delle
aziende pubbliche e ha sottolineato che per i dirigenti pubblici è
già vigente la circolare che attua
il tetto fissato dal governo Letta
pari alla retribuzione del primo
presidente di Cassazione, cioè
311 mila euro lordi. La riforma,
secondo il ministro, riguarderà
anche <d'accesso, la formazione e
gli incarichi a termine» dei dirigenti. Infine non ha escluso l'arrivo di un «contributo di solidarietà» sulle retribuzioni più alte,
«che non riguardi solo i dirigenti,
ma che deve partire dalla politiC3». Nessun commento invece
sul caso Moretti, l'amministratore delegato che non vuole subire
tagli al suo stipendio di 873.666
euro lordi e che ieri ha detto di
non temere di essere sostituito:
«Se il governo trova un'alternativa migliore, ben venga».
Al ministero dell'Economia,
intanto, procede la preparazione
del Def, il Documento di economia e finanza, che deve essere
presentato entro il 10 aprile e che
conterrà la comice finanziaria del
taglio delle tasse per i lavoratori
dipendenti, i famosi 80 euro in
più al mese per chi guadagna
1.500 euro netti promessi dal
presidente del Consiglio, Matteo
Renzi. Anche qui c'è una novità.
Il sottosegretario all'Economia,
Giovanni Legnini, ieri infatti ha
aperto alla possibilità che lo sgravio vada anche agli incapienti,
cioè a chi ha un reddito annuo inferiore a 8 mila euro lordi. «Sono
in corso elaborazioni, bisogna
decidere», ha detto in tv a Sky
Tg24- Il problema è difficile da risolvere perché mentre sopra 8
mila euro lo sconto può essere
messo in busta paga con un aumento delle detrazioni da lavoro
dipendente (fino a 25 mila euro
lordi) sotto gli 8 mila non operano le detrazioni e quindi bisognerebbe erogare una somma attraverso l'Inps, per esempio, oridurre i contributi previdenziali. I
pensionati, ha detto ieri il ministro del Lavoro Giuliano Poletti,
dovrebbero comunque restare
fuori dal taglio delle tasse. Infine,
il viceministro dell'Economia,
Luigi Casero, ha annunciato che
nell'attuazione della delega fiscale si partirà dalle dichiarazioni
dei redditi precompilate che dal
prossimo anno potrebbero essere mandate ai pensionati e ai dipendenti pubblici.
Enrico Marro
ID RIPRQDUZIONE RISERVATA
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Il sottosegretario Legnini
apre anche agli sgravi
per chi guadagna meno
di 8 mila euro
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Modello Alessi In Senato il ddllchino
Dare lavori utili
ai cassintegrati
La cassa integrazione può essere socialmente utile? sì. 10 ha
dimostrato lo scorso anno Michele Alessi, l'imprenditore piemontese che, in piena crisi economica, anziché ricorrere alla
Cig nei mesi fisiologici di minor
produzione, mise i suoi dipendenti a disposizione della comunità di Omegna, dove sorge
la fabbrica. AderÌ 1'85% dei dipendenti: furono dedicate
10.017 ore di lavoro per ritinteggiare il terzo piano della scuola
De Amicis, pulire il verde pubblico e assistere disabili e anziani.
Alessi investì di tasca propria.
Cioè pagò come di consueto
manager e operai e, paradossalmente, continuò a versare la
percentuale obbligatoria per il
fondo di cassa integrazione. Il
modello, però, era ormai fissato.
Ed è confluito nel disegno di
legge bipartisan depositato in
Senato con l'atto numero 1221 e
assegnato alla XI
Commissione
permanente su
lavoro e previdenza sociale.
L'estensore e primo firmatario è
Pietro Ichino.
Spiega il professore: «Abbiamo
provato a delineare \ID modello di
sospensione dal
lavoro socialmente utile, e anche a dotare i Centri per l'impiego di un know how specifico
per mettere in contatto domanda e offerta anche in luoghi e occasioni dove esse per lo più non
si incontrano».
Anzitutto, chi interessa: le
aziende da una parte, Regioni ed
enti locali dall'altra. In un caso, è
l'impresa che, se ci sono le condizioni per la cassa integrazione
ordinaria o straordinaria, propone di far impiegare i dipendenti, su base volontaria, per attività di pubblica utilità: il datore di lavoro, che organizza il servizio, dovrà pagare un quarto
della integrazione salariale a carico della Cig, mentre tre quarti
resteranno a carico dell'Inps.
Negli altri casi, potranno essere
gli enti locali a fare richiesta al
Centro per l'impiego di una serie di figure; i cassintegrati che
decideranno di aderire continueranno a ricevere l'integrazione salariale per intero dall'Inps. Le misure possono durare tre mesi, rinnovabili per altri
tre. «Siamo orgogliosi di essere
stati in parte di ispirazione per
questo disegno di legge, la nostra esperienza ha dato una carica speciale al nostro gruppo»,
racconta Michele Alessi.
Il nuovo schema potrebbe essere attivato nelle cancellerie dei
tribunali, negli ispettorati, per
la vigilanza fuori dalle scuole,
nelle biblioteche, per la manutenzione ordinaria degli edifici
pubblici, nei musei. Spiega Ichino: <<Bisogna essere realisti: al
momento la pubblica ammini ~
strazione impiega oltre duecentomila contrattisti a termine. È
verosimile che nei prossimi tre
anni ne riesca a immettere in
ruolo non più di uno su venti. È
sbagliatissimo incoraggiare i
giovani a puntare su questa soluzione occupazionale: semmai
andrebbero assistiti nel reinserimento nel tessuto produttivo
ordinario con i nuovi strumenti
come il contratto di ricollocazione. Quando, invece, in una
amministrazione si verifica una
necessità occasionale, ha più
senso e costa meno utilizzare risorse che altrimenti resterebberoferme».
Il pluripremiato «Modello
AlessÌ» (sette riconoscimenti
nel 2013: anche da Confindustria ed Ernst&Young) ha incoraggiato un'altra grande industria metalmeccanica piemontese a seguirne l'esempio: partirà
ad aprile con attività sul territorio per i servizi sociali. Hanno
aderito 70 dipendenti su duecento. Il messaggio ai lavoratori
è: l'azienda non vi abbandona.
Elvira Serra
..,. @elvira_serra
€l RIPRODUZIONE RISERVATA
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Sul «Corriere» l'articolo un anno fa
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la Repubblica
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Stretta sui compensi dei dirigenti
Statali, prepensionamenti emobilità
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Retribuzioni epensioni entro 311 mila euro. Moretti: Renzisaprà convincenni
ROBERTO PEmINl
ROMA - Il ciclone Marianna si
abbatte sui grandi burocrati di
Stato. Il tetto di tutti gli stipendi e
i compensi erogati dalla pubblica amministrazione sarà totale e
omnicomprensivo: nessuno potrà riscuotere, per nessun motivo, più di 311 mila euro lordi annui, owero laremunerazionedel
primo presidente della Corte di
Cassazione.
Il nuovo ministro per la Pubblica amministrazione, Marianna Madia lo ha annunciato asorpresa, nel corso di un convegno
organizzato dalla Bocconi e dallaEief:«Iltettoperglistipendidei
managen>, ha detto, «è già tarato
su quello del primo presidente
della Corte di Cassazione: ma io
ho firmato una circolare dove si
esplicita che in questo tetto debbano essere compresi anche tutti i trattamenti, compresi quelli
pensionistici».
In altre parole: la circolare trasforma il tetto agli stipendi e agli
emolumenti vari dei dirigenti
pubblici, già introdotto dai governi Monti e Letta, in un limite
<<tutto compreso» nel quale vanno computate pensioni, vitalizi,
indennità accessorie, collaborazioni occasionali e consulenze.
Tirate le somme la nuova regola
dice: a nessuno più di 311 mila
euro lordi annui.
La «tagliola» blocca con effet-
toimmediatopratichemoltodiffuse tra gli «alti papaveri» della
burocrazia statale: dirigenti in
pensione, chiamati a collaborare con lo Stato, cumulavano l'assegno previdenziale e un congruo compenso. Altri mettevano
insieme collaborazioni con vari
ministeri ed enti; altri ancora stipendi e consulenze. Ora basta:
scatta la norma-catenaccio.
Dall'intervento della Madia
non si salva nessuno. La circolare specifica che ai limiti di remunerazione sono soggetti i dirigenti centrali e regionali, i membri dei consigli di amministrazione degli enti, delle autorità di
vigilanza e di controllo. Tutti dovranno restare all'interno del
tetto dei 311 mila euro, almeno
fino a quando non saràintrodotto il nuovo limite, annunciato dal
premier Renzi, che vuole che
nessuno guadagni più del presidente della Repubblica, owero
248 mila euro lordi all' anno.
Gli effetti ci saranno. Gli stipendi medi lordi dei dirigenti
dello Stato, secondo il rapporto
della Bocconi, sono elevati: arrivano fino 243 mila euro al ministerodellaSalute, a218milaaPa·
lazzo Chigi, a 217 mila euro agli
Interni. Lo stipendio medio non
incapperà nel limite, ma nume·
rose remunerazioni apicali do·
vranno essere adeguate. Inoltn
molti di coloro chepercepiscone
stiDendi alti. intorno ai 200 milii
euro lordi, dovranno fare i conti
cori collaborazioni e consulenze
percepite sempre nell' ambito
della pubblica amministrazione
e dovranno limare i guadagni per
stare all'interno del tetto.
La cura taglia-stipendi non finisce qui. Dopo la circolare sui
dirigenti, è in fase avanzata.anche la misura sui manager delle
società e delle aziende controllate dallo Stato: la Madia ha annunciato che la «propostID> del
governo è in dirittura d'arrivo
Del resto la polemica sul caso
Moretti, il manager delle Ferrovie che guadagna a850 mila euro
e che ha minacciato di andarsene se gli sarà tagliato lo stipendio,
è ancora calda. Eieri il manager è
tornato sull'argomento: «Lo stipendio? Aspetto la proposta di
Renzi, farò le mie valutazioni e,
come dice lui, saprà convincermi». Intanto i tagli vanno avanti.
Cambiano verso anche le pra·
tiche di reclutamento dei manager pubblici. Da poche ore il sito
delministerodellaPubblicaamministrazione ha messo in rete
un «avviso per la manifestazione
d'interesse» per l'incarico di presidente dell'Istat, attualmente
vacante: si invia curriculum e
progranuna di lavoro per via telematicaecisicandida. Unainedita procedura di trasparenza
che bypassa segreterie politiche
e relazioni personali e allarga le
possibilità di scelta.
• Se l'operazione-dirigenti è già
scattata altre novità, più controverse, sono in arrivo: il ministro
della Pubblica amministraziom:
ha anche annunciato un piano
per incentivare i prepensiona·
menti degli statali per far posto ai
giovani. La Madia ha minacciate
una«sanamobilitàobbligatoria>
all' interno della pubblica ammi·
nistrazione per gestire gli esube·
ri. Mentre ha parlato di «numer
e metodologia sbagliati» a pro·
posito dell' esistenza, emersa da
piano Cottarelli, di 85 mila esuberi tra gli statali. Dove la Madia
ha toccato un nervo scoperto è
tuttaviailrapportoconisindacati. «Non è detto che ci saranno dei
tavoli, perché abbiamo tempi
molto stretti», ha replicato la ministra a chi le chiedeva se fosse
previsto un confronto con CgilCisl-Uil. «NonIo so, può anche
darsi, ma non per forzID>, ha
dichiarato.
L'atteggiamento non è
piaciuto ai sindacati: per la
leader della Cgil Susanna
Camusso, già ai ferri corti
con il premier Renzi, c'è una
«gara tra ministri» per spiegare che dal sindacati «siattendono al massimo dei consigli ma non una discussione». «Ci rivolgeremo ai
lavoratori»,haallargatole bracciailsegretario della Cisl Raffaele I
Bonanni.
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Gli stipelldi degli alti dirigellti pubblici
Numero
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6/7
2/3
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Cassazione, sm:à
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l'intervento
di Mauro Moretti
sul suo stipendio
068391
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I LA STAMPA
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Madia: prepensionamenti
per far lavorare i giovani
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TI :rrllnistro della P.A.: "Non è detto che ci sararmo tavoli sindacali"
FRANCESCA SCHIANCHI
ROMA
.
AI ministero della Pubblica
amministrazione sanno di
avere un mese o poco più: entro la fine di aprile l'annunciata riforma dovrà essere pronta. «Abbiamo tempi molto
stretti», spiega il minIstro,
Marianna Madia, «non è detto 'Che ci saranno dei tavoli»
con i sindacati, «può anche
darsi, ma non per forza». E a
poco serve che il ministro, a
margine di un convegno dal
profetico titolo «I manager
pubblici che vogliamo», chiarisca però come' si augura
«che i sindacati siano i primi a
collaborare con noi», e di aver
già chiesto loro, in singoli faccia a faccia, «proposte oltre il
piano CottareJli», insomma «di
aiutarci a trovare risorse per la
Pubblica amministrazione»,
per aprire a «nuove energie, ragazze e ragazzi che da troppo
tempo non riescono ad entrare
I confederali contrariati
lei corregge il tiro:
«Mi auguro che ci sia
una collaborazione»
Ha
Angeletti: «Uimportante è che
il governo faccia le cose giuste».
Per quanto riguarda un
aspetto che preoccupa particolarmente i sindacati, il ministr.o
ha cercato di dare dell~ rassicurazioni: non si parli, dice, di 85,
mila esuberi del comparto, «un
numero e una terminologia assolutamente sbagliati e distorti
anche rispetto al piano Cottarelli». La proposta su cui sta lavorando «è quella di provare ad
avere delle u~cite, anche con
prepensionaIIlenti», con l'obiettivo di «aiutare i giovani a entrare», visto che «ci sono generazioni che non hanno avuto uri
canale sano di accesso nella
P.A.: vincitori di concorsi non
assunti e precari, vittime di uno
Stato che non ha concesso canali sani e trasparenti di accesso, cOlI).e dice la nostra Costituzione». Quello che ha in mente
lo definisce una «sana mobilità
obbligatoria, dove il rispetto-è
quello del diritto del lavoratore,
ma dove non ci siano ostacoli
burocratici».
E, per quanto riguarda il t~t­
to agli stipendi dei manager
pubblici, su cui si è accesa una
polemica con l'ad delle Ferrovie
Moretti (<<trovo che sia sbagliato, per l'importanza del tema,
metterci a discutere delle singole persone», taglia corto sul
punto), Madia annuncia una
proposta del governo, che starà
dentro «un progetto complessivo sulla P.A.», in cui si prenderanno in considerazione i temi
«dell'accesso, delIa formazione
e degli incarichi a termine. Poi,
vista anche la situazione del Paese, ci potrà essere un contributo di solidarietà che non riguar(ji solo i dirigenti, ma che
deve partire dalla politica». Lei,
ricorda, come primo atto ha firmato Una circolare che mette
un tetto al cumulo tra redditi e
pensioni dei dipendentipubbIici. E la volontà di andare avanti
è ribadita quotidianamente anche dal premier. Entro un mese,
è la promessa, la riforma sarà
pronta.
Sul tetto agli stipendi
dei manager pubblici
annuncia una proposta
inun progetto più ampio
LE TRATTATIVE
IL RICAMBiÒ
GLI STIPENDI D'ORO
Non è detto che ci
saranno dei tavoli
perché abbiamo
tempi molto stretti
Abbiamo chiesto
ai sindacati di fare delle
proposte oltre il piano
Cottarelli: mi auguro
chesiano i primi
a collaborare con noi
Gli 85 mila esuberi?
Si usano un numero
e una terminologia
assoluta mente
sbagliati e distorti
anche rispetto al piano
Cottarelli: l'idea sarà di
avere uscite, anche con
prepensionamenti,
perfar entrare i giovani
Il tetto agli stipendi
nella P.A. è'ora ta rata
sul primo presidente
di Corte di Cassazione
Ho già fatto una
circolare dove esplicito
che nel tetto devono
essere cumulati anche
tutti i trattamenti
pensionistici
068391
detto
in modo sano nella P.A.»: la reazione dei confederali alle sue
parole, a quell'ipotesi lasciata
aperta ma non considerata necessaria di tavoli di confronto, è
quasi ovunque contrariata.
Si rivolge con un secco rimprovero al ministro il leader
della Cisl Bonanni, riéhiamandola. a «umilmente» lavorare
«nell'interesse generale anziché della chiacchiera generale». Il segretario della Fp-Cgil,
Rosanna Dettori, la invita a non
dire «che non c'è tempo per
confrontarsi sulla riforma. È
una posizione paternalistica
che stride con la sua giovane
età. Per altro una posizione fortemente sbagliata», e alla sua
voce si aggiunge quella del segretario generale Susanna Camusso, già da giorni in rotta di
collisione con il premier Renzi:
«Oggi nel PaeSe e nel dibattito
politico-lamenta - il sindacato
confederale è considerato un
ostacolo ,da rimuovere». Meno
allarmato il leader della DiI,
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1
Le prime scelte del governo vanno nella direzione da sempre auspicata dalla Vil
Renzi novità vera per il Paese
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Il sindacato sostenga con coraggio le politiche di crescita
finanziarie, pretendere da chi
finora ha eluso le imposte di
restituire il maltolto.
atteo Renzi è al goAbbiamo sempre sostenuto
verno da un mese e la necessità di tagliare la spesa
ha già dimostrato nazionale e locale che alimenta
di essere «la novità>, sprechi, clientele e privilegi e di
della politica italiana. IJimpe- imporre alla politica di stringno a ridurre di lO miliardi le . gere la cinghia. Ora che finaltasse sulle retribuzioni meno mente le nostre proposte sono
elevate e del 10% l'Irap a tutte condivise, dobbiamo sostenerle
le aziende e il costo dell'energia con convinzione.
alle PIni, imprime alla politica
Con le proposte di Renzi,
economica del paese un vero e l'Italia muove finalmente verproprio cambio di rotta rispet- so la terra promessa di una
to alle scelte compiute dai tre maggiore crescita ma è solo il
precedenti esecutivi. .
primo passo di un lungo perIJEuropa si è subito dichia- corso pieno di insidie e nemici
rata contraria alla proposta di terribili.
tagliare le tasse a lavoratori e
Qualche numero spiega meimprese. C'è da capirli: sono glio la situazione: secondo Concinque anni che comprano fcommercio, grazie alle «proaziende e tecnologie italiane poste di Renzi», nel 2014 il pil
a «prezzi di saldo» e vorrebbe- aumenterebbe dal 0,3 al 0,8%,
ro che la pacchia continuasse i consumi del 1% e la pressione
all'infinito. In casa nostra si è fiscale scenderebbe dal 44,1 al
aperta una vera e propria gara 43,9%. Effetti benefici ma non
tra chi è contrario, perplesso o sufficienti.
favorevole ma... con riserva.
Perché l'occupazione riparta
La Uil, ha sempre sostenu- e si riduca il rapporto tra deficit
to che per tornare a crescere e PiI, l'Italia deve crescere ogni
fosse necessario mettere soldi anno a un ritmo superiore al
freschi in tasca a lavoratori e 2%. VuoI dire ridurre ancor di
pensionati, tassare le rendite più tasse e spesa pubblica. NulDI STEFANO MANrEGAZZA
M
la di tutto ciò sarà facile perché
le resistenze degli interessi colpiti sono e sempre più saranno
formidabili.
Proprio per non essere bloccato dalle oligarchie imperanti, Renzi si è rivolto, con le sue
proposte, direttamente agli
italiani.
Una decisione che può funzionare ancora per un po' ma,
di sicuro, non per sempre. Perché, l'ambizione di cambiare
verso all'Italia non può essere
coltivata in solitudine e prescindendo dalla collaborazione di autonomie locali e corpi
sociali intermedi.
Creare il lavoro che manca,
rimettere in movimento la produzione, restituire competitività alle imprese, ridurre il debito e salvaguardare il welfare
non è fatica di cui possa venire
a capo, da solo, il governo, per
<<nuova e autorevole» che ne sia
la guida.
In questo nuovo contesto, il
sindacato e la Uil devono decidere se e come partecipare
a quella fatica, sapendo che il
diritto alla concertazione non è
dato per grazia divina; occorre
guadagnarselo con la qualità
delle proposte e l'autorevolezza
che discende dalla opportunità
di parlare a nome di tutti i lavoratori italiani.
Un sindacato rissoso, diviso
e arroccato a semplice difesa
dell'esistente non selVe a Renzi né, francamente, al paese e
tanto meno ai lavoratori.
Da qui la Uil deve ripartire: a noi tocca compiere i
passi necessari a recuperare
un rapporto unitario, forte e
convinto, con Cgil e Cisl e un
dialogo, altrettanto importante
per il paese, con il sistema delle
imprese. Dobbiamo sostenere,
con più convinzione, le scelte
di equità e sviluppo, fatte da
questo governo, rafforzandole
con le nostre proposte su tagli
alla spesa,. fisco e riforme istituzionali.
Cambiare l'Italia, per quanto
difficile possa essere, è l'unica
possibilità per agganciare lo
sviluppo; sindacato e imprese contribuiranno a guidare
il cambiamento se, invece di
linÌitarsi a protestare, avranno il coraggio di proporre e
di prendersi la loro parte di
responsabilità.
* segretario
generale Uila-Uil
l1occupàZione non si crea per decreto; al con:- La Uila si confronta da sempre con la precatrario, per decreto le si può impedire di cre- rietà imposta al, 90% dei lavoratori agricoli
scere, sovraccaricando Ì lavoratori di tasse e dall'altè:marsirleì cicli èolturnli e alla produle aziende di costi e oneri burocratici, come zione alitnentare dalla atagionalità delle lavohanno fatto i precedenti governi. Per <tu:esto il razioniedeì~'
quindi,
«taglio.del cqneofisca1e» e la semplificazione che qMl
'.
cizza
. i; illude sé
arnm:ìnistratiV:fi, p!,!>posti da Renzi sosterranno laprec
la creazione di lavor() piùe meglil) di qualsiasi stessa e
.91d*e che il
rifonna. Anchela p~arietà" pu:rtr<lppo, non $i' sind
'. ' .... ilavaiatoriprepuò v:tetare per legge.1è :rlgi.ditàdella,<rlforma cari a$l;lstes~le ,alòfOflorte. Al CQnttàrlo, il
Fp:merm>, intatti, non hanno ù:ri;pedito alla di- <1obs act» .dE\~e~ssE!re 11~asione perconvina disoccupazl<!ne di awnentare, néhànJ,1o ridotto la cerè (e Se oc'çQì'tè~S . .
precariètà d~i qontratti a tempo. determinato e scutere col sl1lt'1.lite'àto·
buS()
. . "
di a.pprendistato;4naloga eot,tclusione vale pElI' dellil
nI'ecèhte délìi'eto.legge delgove:mo Renzi, pur ài1àvotatQri~
i·
.~histrato e
se incoraggerà qualche assunzione a tenrrlne va in <ìdumpì
equal(1)e contratto di" appren~vòu.(,lher a,
Pagina a cura di
. ,pro}lÒsto
distato in pij).; n()n itn~ ai
'nsiglioai
contrattia.tempo detEitmiMto
di arrlvareascMe~àennnga­
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estooontesto di
068391
l'antirà la definitiva3SSunzione
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erisila; ~sà.lnterazione in
'---_ _ _ _----:--~ . rlerogànonsi toçca. .
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di tutti gli apprendisti,
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Quotidiano
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Lavoro, stop
alle dimissioni
in bianco
Sì della Camera
"Il CASO
068391
ROMA Cala il sipario sulle dimissioni in bianco. L'Aula della Camera ha approvato la proposta
di legge che mette fine alla pratica sulla base della quale al lavoratore, e più spesso alla donna lavoratrice, si chiede di firmare una lettera di dimissioni
al momento dell'assunzione.
Una lettera che può essere successivamente utilizzata dal datore di lavoro: il più delle volte
in caso di gravidanza, ma anche
per una malattia prolungata o
per la partecipazione ad uno
sciopero. Il testo, approvato a
Montecitorio con 300 sì, 101 no
e 21 astenuti, passa ora al Senato.
In base al testo approvato, la
lettera di dimissioni volontarie
deve essere sottoscritta, pena la
sua nullità, dal lavoratore su appositi moduli, con tanto di numero progressivo che accerta la
data, resi disponibili gratuitamente dalle direzioni territoriali del lavoro, dagli uffici comunali e dai centri per !'impiego.
La nuova normativa si riferisce
a qualsiasi contratto. E la nuova
disciplina assicura una semplificazione degli oneri amministrativi connessi alla risoluzione del contratto per dimissioni
volontarie, salvaguardando, tuttavia, l'esigenza di garantire la
certezza dell'identità del lavoratore richiedente e il rispetto del
termine di validità del modulo
di dimissioni. Qualora la lavoratrice o il lavoratore si assentino
dal lavoro, senza fornire comunicazioni, per oltre sette giorni,
il rapporto si intende risolto per
dimissioni volontarie.
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Angelo Rughetti
Sottosegretario alla pubblica amministrazione
~Grazie
ad una norma già in vigore i dipendenti in eccesso lasceranno il servizio in anticipo
Novara è il primo Comune autorizzato, si valuta con il Tesoro l'allargamento del piano
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«Statali, esuberi in pensione
e la mobilità sarà la regola»
piano di riforma della pubblica amministrazione, uno dei punti cardine del
programma di Renzi, sarà pronto.
«Contiamo di presentar lo tra la fine di
aprile e la prima metà di maggio», dice
a Il Messaggero Angelo Rughetti, sottosegretario del ministero della Pubblica
amministrazione.
Il commissario Cottarelli chiede 3
miliardi di risparmi dal pubblico impiego. Il ministro Madia ha parlato di
prepensionamenti e mobilità obbligato'ria per gli statali, conferma?
«Confermo. Abbiamo intenzione di utilizzare sia il meccanismo degli scivoli
che quello dei prepensionamenti per
svecchiare la pubblica amministrazione e far entrare giovani».
Come funzioneranno i prepensionamenti?
«Intanto abbiamo iniziato ad applicare
una norma già prevista dal governo
Monti che consente ai Comuni con piani di esubero di effettuare prepensionamenti applicando le regole precedenti
alla riforma Fornero. Il primo ad essere autorizzato è stato il Comune di Novara».
In pratica, generalizzando, 62 anni e
3 mesi con 36 di contributi invece dei
66 anni attuali. Vale solo per Novara?
«Abbiamo aperto un tavolo con il ministero dell'Economia e con l'Inps per
estendere l'utilizzo della norma ad altri Comuni che ne stanno facendo richiesta. Vorremmo studiare anche altre soluzioni per le altre amministrazioni e che si basano sullo stesso concetto, ossia favorire l'uscita del personaIe che è più vicin<;> alla pensione per
assumere giovani. E chiaro che tutto
questo va reso compatibile finanziariamente. Insieme a Tesoro e Inps stiamo
effettuando delle simulazioni per capire quanti nuovi assunti possiamo fare
ogni "tot" di persòne che mandiamo in
pensione».
C'è già un risultato di queste simulazioni?
«Ci stiamo ancora lavorando, anche pe
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Lavoro e previdenza
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ché molto dipende da quanto tempo si anticipa la pensione. Più apro la forbice, più
risparmia lo Stato ma più costa per l'Inps».
Anche la mobilità obbligatoria già esiste
ma non è praticamente stata mai applicata?
«Per farlo stiamo attivando un tavolo interistituzionale insieme a Comuni e Regioni.
Dovremo mettere a punto una tabella di
equiparazione che chiarisca che, per fare
un esempio, un dipendente che è un Cl in
un Comune diventa un D3 in un ministero».
La mobilità sarà possibile, come chiede
per esempio il Comune di Roma, anche
tra amministrazione e società controllate?
«Sì, ci stiamo lavorando e potrebbe essere
introdotta come emendamento al salva
Roma. La capitale e gli altri Comuni che
hanno piani di ristrutturazione potranno
essere un modello, un laboratorio. Ma questa norma ha una sua ratio all'interno della riforma complessiva che abbiamo in
mente».
Quale sarebbe la ragione?
«I dipendenti del pubblico impiego, siano
essi di un Comune, di una Regione, di un
ministero, ma anche di un'azienda pubblica, andranno tutti considerati come dipendenti della Repubblica che prestano la loro
attività pro tempore presso un determinato ente. In questo modo la mobilità non sarà più l'eccezione, ma l'ordinario. Soprattutto sulla parte alta, per i dirigenti».
Il ministro Madia ha detto che non ci sarà tempo per trattare con i sindacati?
«Chiariamo. Non abbiamo i tempi per la
concertazione lunga e rituale. I sindacati
ci possono mandare le proposte e possiamo incontrarci, come abbiamo già fatto,
informalmente. Il confronto rituale, quello è morto».
L'amministratore delle Ferovie Mauro
Moretti è tornato all'attacco sulla questione degli stipendi. Andate avanti comunque anche su manager e dirigenti?
«Sulle controllate c'è già un tetto previsto
dalla legge e ridotto del 25% da Letta. Pochissime aziende lo hanno applicato. Per
le società quotate-come Eni e Ene!, o che
emettono obbligazioni come Ferrovie e Poad
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destinatario,
ste , i tetti non sono stati applicati. Ma una
regola ci deve essere anche per loro, non si
possono lasciare le decisioni sulle retribuzioni solo ai consigli di amministrazione e
alle assemblee».
Andrea Bassi
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Il PASSAGGIO
TRA. AMMINISTRAZIONI
CON LA RJfO~MA
.
NON SARA PIU l'ECCEZIONE
SOPRATIUTIO
PER I DIRIGENTI
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ROMA Ancora poche settimane. Poi il
non
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rUnità
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Camusso: la politica non ci parla
dobbiamo diventare un partito?
ANDREA BONZI
@andreabonzi74
Il sindacato confederale è «sotto attacco». I ministri del governo Renzi «fanno a gara per non discutere con noi, al
massimo sono pronti ad accettare dei
consigli». In questo contesto la Cgil
deve reagire, tracciando nuove coordinate entro le quali muoversi: «Siamo considerati un ostacolo da rimuovere. Cosa intendiamo fare? Attendiamo? Oppure pensiamo che siccome
c'è un primato, non so quanto forte,
della rappresentanza politica, ci trasformiamo in un partito?». Se lo chiede provocatoriamente Susanna Camusso, leader della Cgil, che arringa
dal palco i quasi 700 delegati riuniti
al congresso emiliano-romagnolo del
sindacato.
TENSIONE ALTA CON L'ESECUTIVO
Da giorni è alta la tensione tra 1'esecutivo e i confederali: tra i principali motivi di attrito, il decreto Lavoro (con i
nuovi contratti a termine) e la spending review che riguarda la Pubblica
amministrazione. «Siamo considerati
un ostacolo darimuovere - incalza Camusso -, perché si pensa che la rappresentanza sociale interferisca nel rapporto diretto con i! cittadino, e che lo
scambio deve passare dal consenso».
Nel giorno in cui viene annunciato il
piano prepensionamenti, la segretaria Cgil affonda il colpo, rivolgendosi
direttamente al ministro Marianna
Madia, ultima ad aver dichiarato che,
visti <<Ì tempi stretti», i! confronto con
le sigle potrebbe anche essere evitato
«<Non è detto che ci saranno dei tavoli
con le parti sociali», sono le sue parole).
La leader clelia Cgil, dal canto suo,
è convinta che il sindacato «possa sfidare questo governo sulla riforma della Pubblica amministrazione», ma
chiede chiarezza sul progetto: «Se il
problema è il numero di dipendenti
da espellere, non si sta parlando della
riforma dell a Pubblica amministrazione, ma di un altro taglio lineare». In
pratica, suggerisce Camusso, si usano
le forbici sul settore pubblico, «come
sulle pensioni, per tenere insieme un
Il segretario della CgiI Susanna Camusso '010 :.APRESSE
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Paese sul quale non vai poi a fare modifiche profonde». Detto ciò «non abbiamo mai dichiarato di non essere disponibili a discutere processi di riorganizzazione, mobilità e riqualificazione di certi servizi rispetto ad altri»,
ma il ragionamento deve partire
«dall'idea che quei servizi devi continuare ad erogarli», insiste.
Anche sulla scelta dei dirigenti nelle aziende a partecipazione statale,
Camusso teme «che diventi una gigantesca campagna di nomine della politica. L'abbiamo già sperimentata, succede in tutta la Sanità dove tanta parte degli incarichi non avviene in ragione delle competenze e degli obiettivi,
ma dell'appartenenza di chi governa». C'è spazio anche per l'autocritica
nel lungo intervento di Camusso. Sulla riforma Fornero delle pensioni «c'è
un orientamento forte di lavoratori e
pensionati sul fatto che noi non abbiamo fatto tutto ciò che era necessario:
è vero, non c'è dubbio. Per noi è stata
una sconfitta. Ma ora dobbiamo ripartire e costruire nuove alleanze per
cambiare quella norma», chiude.
FRONTE COMUNE CON CISL E UIL
Ben deciso a far farsi sentire con l' esecutivo è anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, che la rassicura la collega: «Camusso non si
preoccupi. Più che parlare con i vari
ministri, noi andremo a parlare con la
gente, con i lavoratori e i pensionati,
spiegando quello che di positivo farà
il governo Renzi, ma anche le cose negative, che non vanno affatto bene».
Bonanni ribalta l'uscita di qualche
giorno fa del premier Matteo Renzi:
«Non vuole confrontarsi con noi? Ce
ne faremo una ragione, senza strapparci le vesti. Faremo iI nostro mestiere, orientando con le nostre opinioni
il giudizio di lavoratori e pensionati
sulle scelte di questo governo». Infine, un commento durissimo sulle dichiarazioni della ministra Madia, che
viene invitata a fare meno «chiacchiere» e a lavorare «nell'interesse generale».
Promette battaglia anche Antonio
Foccillo, segretario conferedale Ui!:
«Le riforme della Pa, ogni volta che
sono proposte senza i! coinvolgimento dei lavoratori o di chi li rappresenta, si sono sempre rivelate fallimentari». Gli obiettivi da perseguire, ovvero
«il cambiamento, una maggiore efficienza e la valorizzazione di chi lavora», possono essere raggiunti «solo
con la partecipazione di tutti».
destinatario,
non
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e La leader Cgil critica i ministri: «Fanno a gara
per evitare il confronto» e Sulla rifonna Pa: «Solo
tagli lineari, dov' è il progetto?» e Cisl-Uil d'accordo:
«Andrenlo a parlare con operai e pensionati»
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Alfano congela i tagli alla Polizia
La decisione dopo l'incontro al ministero con il sindacato Consap
Restano invece le riduzioni previste per i Carabinieri e la Finanza
Fabio Di Chio
[email protected]
• Stop ai tagli nei ranghi della
polizia di Stato. Via libera (almeno per il momento) allacura dimagrante che riguarda carabinieri e Guardia di finanza.
Il ministro dell'InternoAngelino Alfano ha congelato la rivo1uzione che stravolge organico e strutture del Viminale. Ieri pomeriggio, alla fine dell'incontro iniziato alle 15 coni sindacati di categoria - presenti
pure il viceministro Bubbico,
il capo della Polizia Alessandro Pansa, il vice Marangoni e
il capo di Gabinetto La Morgese - il ministro ha cambiato tono. Sembrachenonintendenda più sforbiciareil Corpo, ispirato dai risparmi di cui parla
tanto il premier Matteo Renzi
ed esegue alla lettera il «signore dei conti» Carlo Cottarelli.
Prima di tagli, accorpamenti e
riduzioni di presidi e Commissariati, vuole ascoltare le proposte di questori e rappresentanti delle forze dell'ordine.
Buoni consigli che le varie sigle sono riusciti a suggerire, ot _
tenendo da Alfano l'attenzio-
ne sperata. Infatti alla fine del
tavolo, il capo del dicastero ha
precisato: «N on abbiamo fatto
concertazione, parola che
non piace a questo governo.
Abbiamo scelto una via diversa, quella della consultazione».
In altri termini, la decisione
presa avrà come ripercussione pratica e immediata il fermo dei decreti che sarebbero
stati firmati ad aprile e sulla base dei quali si sarebbe preparata la chiusura di circa trecento
uffici di polizia in tutta Italia,
tra Commissariati, pattuglie a
cavallo, nautiche, della polizia
stradale e ferroviaria. Messo
nero su bianco, il colpo di scure previsto sarebbe andato giù
a fondo: la soppressione di Il
Commissariati, 2 Compartimenti e 27 presidi della
Polstrada, 73 sottosezioni della Polfer e di altri venti posti, 73
sezioni provinciali di polizia
postale, due zone di frontiera,
59 squadre nautiche, quattro
di sommozzatori, Il squadre
a cavallo e 4 nuclei artificieri.
In cifre, lacrime e sangue
avrebbero prodotto risparmi
per 600 milioni ne120l4, di800
nel 2015 e di 1.700 l'anno dopo. I responsabili delle Questure avevano avuto poco spazio
di manovra, per trattare con la
politica e tentare di tamponare l'emorragia. N ella lettera ricevutail28 febbraio scorso, ecco cosa scriveva il capo della
Polizia Alessandro Pansa: «Si
evidenzia l'esigenza di una
condivisa razionalizzazione
dei presidi di polizia sul territorio». Un modo velato per ottenere un sissignore. Adesso dovranno essere i vari questori,
interpellati dal Viminale, a proporre le riduzioni possibili senza pregiudicare il sistema di sicurezzanel suo complesso.
I sindacati gongolano. Parla
il segretario generale del Consap, Giorgio Innocenzi: «Si è
trattato di un significativo riconoscimento al ruolo del sindacato - esulta al termine dell'incontro - ma soprattutto della
consapevolezza che in materia di sicurezza non si possono
fare tagli lineari ispirati esclusivamente da concezioni ragioneristiche, ma occorre conoscenzadel territorio e coscienza del ruolo sociale svolto dagli uffici di polizia. Giudichia-
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Quotidiano
mo quindi con cauto ottimismo la posizione espressa dal
ministro che ha voluto anche
assicurare solleciti interventi
presso il governo per la formalizzazione della legge delega
del riordino delle carriere e lo
sblocco contrattuale».
Stando alla prima versione
del piano, Roma e provincia
rappresentano il territorio che
deve dare di più. È prevista la
chiusura dei Commissariati
dei Castelli romani: Colleferro, Frascati e Genzano. Oltre a
vari uffici Polfer, di Polstrada e
sezioni nautiche. Il ragionamento che fa la Consap è che
non si possono chiudere i presidi che sono una presenzaimportante sul territorio e dove il
personale è altamente formato, per il quale lo Stato ha già
speso un mucchio di soldi per
specializzarlo. Quindi, se risparmio ci deve essere lasoluzione migliore non sarebbe tagliare ma accorpare, ridurre le
dimensioni delle sezioni e ragionare sugli eventuali riduzioni. Ragionamento che avrebbero fatto i carabinieri, limitando al massimo gli effetti della cura dimagrante.
Il piano
Prevede la soppressione
di circa 300 presidi
Roma la più colpita
Razionalizzazione
Ora dovranno essere
i questori a proporre
Intesa Da sinistra, il segretario Consap, Innocenzi; il ministro Ailano; il presidente del sindacato Pantano e il segretario dell'Adp, Strano
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le possibili soluzioni
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Rivoluzione Il ministro Madia: non c'è tempo per discutere con i sindacati. Presto le nuove norme
Statali, tornano mobilità e prepensionamenti
Laura Della Pasqua
[email protected]
• RiformaFornero indietro tutta
ma solo per gli statali. Il governo
sta studiando un meccanismo
per incentivare i prepensionamenti nella pubblica amministrazioneinmododafavorireilricambio generazionale. Non solo. Rispunta anche 1'ipotesi dellamobilità.
Questi interventi previsti anche dal piano del commissario
per la spending review Cottarelli,
sono stati confermati dal ministro della Funzione Pubblica Marianna Madia che ha parlato anche di <<una sana mobilità obbliga tori a, laddove il rispetto è quelo
del dirito del lavoratore e laddove
non ci siano ostacoli burocratici».
Il ministro non ha voluto addentrarsi nella polemica sugli esuberi
ma si è limitato a dire inmodo molto diplomatico che «85 mila è un
numero e una terminologia assolutamente sbagliati e distorti anche rispetto al piano Cottarelli».
L'ipotesi che si sta valutando è di
«provare ad avere uscite, anche
con prepensionamenti» in modo
da creare dei varchi per giovani assunzioni. Di mobilità si parla da
trent'anni ma i risultati finora sono stati pochi. Ci provò l' allora mi nistro Bassanini ma riuscì a spostare solo 9.000 dipendenti. I sindacati si sono messi sempre di traverso e chi si è cimentato in questa sfida alla fine ha dovuto rassegnarsi. Forse è per questo che il
ministro Madia, seguendo lo stile
Renzi, ha messo in chiaro che
<<fion è detto che ci saranno dei
tavoli di discussione con i sindacati, perchè abbiamo tempi molto
stretti». Poi ha ricordato che ai sindacati il governo ha chiesto «proposte oltre il piano Cottarelli e di
aiutarci a trovare risorse per la
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l
pubblica amministrazione. In
particolare
mettere
risorse
sull'entrata di nuove energie, diragazzi e ragazze che da troppo tempo non riescono ad accedere in
modo sano nello Stato». Per le regole di pensionamento va ricorda to che la riforma Fornero prevede
per il2014 il pensionamento a 66
annietremesi. Con anzianità contributivamaturataa131 dicembre
'95, si andrà in pensione a 42 anni
e sei mesi per gli uomini e a fronte
della stessa condizione, le donne
potranno andare in pensione a 41
anni e sei mesi. Immediata la reazione dei sindacati. La leader della Cgil, Susanna Camusso afferma che qui si tratta di «tagli linearil». Per il segretario della Cis!, Raffaele Bonanni, il ministro «farebbe bene ad adoperarsi nell'interesse generale anziché dellachiacchiera generale». Secondo la Uil
«ogni volta che le riforme sono state proposte senzail coinvolgimento del sindacato sono fallite».
Cgil
Il segretario
Susanna
Camusso
chiede il
coinvolgimento dei sindacati nella
riforma. A
destra il
ministro
Madia
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Alfano congela i tagli alla Polizia
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ENEL Più di 600 giovani fra i 18 e i 29 anni, diplomati con indirizzo tecnico.
sono stati assunti ieri da Enel. Il gruppo rientra nelle 1.500 nuove assunzioni
previste entro il 2014 nell'ambito del piano di ricambio generazionale
MENO VINCOLI ANCHE PER L'APPRENDISTATO
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Lavoro, assllllzioni più facili
Ecco i nuovi contratti a termine
Ifi~~ilI'11i1C\"~!h'NiOvità arrivano anche in mate-
MaHeoPalo
w ROMA
ria di proroghe.
MENO vincoli per i contratti a
termine. E rigidità ridotte per
l'utilizzo del contratto di apprendistato. Sono le due novità principali del decreto lavoro, firmato dal ministro del
Welfare Giuliano Poletti (nella foto Olycom) ed entrato in vigore da pochi giorni, esattamente lo scorso 21 marzo.
TI provvedimento prova a sbullonare questi due istituti facilitandone la diffusione, come
avrebbe voluto fare anche la
precedente riforma Fornero,
ottenendo però scarsi risultati.
IL SECONDO pilastro del prov-
vedimento riguarda l'apprendistato. In generale, viene reso
meno rigido lo strumento, allo
. scopo di favorirne la diffusione: l'assunzione degli apprendisti non sarà più vincolata alla conferma dei precedenti. E
. viene eliminato l'obbligo di assicurare all'apprendista una
formazione pubblica, tramite i
corsi regionali.
Ancora, viene limitato il ricorso alla forma scritta per alcuni
elementi del rapporto di lavoro (il piano formativo individuale). La retribuzione dell'apprendis.ta, infine, viene fissata
al 35% di quanto previsto per
il suo livello di inquadramento.
IL PACCHEnO di novità più
sostanzioso riguarda i contratti a termine. Cade completamente il paletto legato alla cosiddetta "acausalità",
la possibilità per il datore di non specificare la motivazione che lo porta a fissare un termine al rapporto di lavoro.
Con la precedente versione era possibile utilizzarla
solo nei primi dodici mesi. Adesso questa facoltà
viene estesa fino a 36 mesi: in pratica, viene lasciata mano completamente libera sulla determinazione delle mansioni. Per rendere più semplici i contratti a tempo determinato salta anche il limite della pausa per i rinnovi: non esiste più la necessità di
fermarsi per dieci o venti giorni, come in passato.
NON è parte del decreto del lavoro, ma sicuramente incide sulla vita dei lavorratori la decisione assunta ieri dalla Camera che ha dato il via al ddl sulle dimissioni volontarie dei lavoratori. TI provvedimento passa ora all'esame del Senato. TI disegno
mira ad evitare il ricorso alle cosiddette 'dimissioni in bianco'. TI modulo per le dimissioni con
validità 15 giorni sarà disponibile gratuitamente
per lavoratori e datori di lavoro nelle Direzioni territoriali del lavoro, nei Comuni, nei Centri per
l'impiego, nei patronati e sul sito Internet del ministero del Lavoro.
;1 NUMERI DELL'EMERGENZA
12,9%
440.000
18.000
DISOCCUPAZIONE
CASSINTEGRATI
POSTI A RISCHIO
E' IL numero dei
cassintegrati a zero ore
in ItaUariferito aUo
socrsofebbraio
I Lavoratori che rischiano
il posto su un totale
di 120 mila addetti in
"aziende in stato di crisi
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In Italia il tasso
di disoccupazione
" è a liVelli record." Fra
i giovani arriva al 42,4 o/ò
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BUROCRAZIA
GIOVANI
'Atemline
il 20% dei posti
AddioDurc
E' tutto online
Apprendistato
Tolti i lacci
Viene introdotto un tetto
massimo del 20%
dell'organico dell'azienda
coperto tramite rapporti a
termine, sempre che i
contratti collettivi non ne
abbiano già previsto uno.
In questo modo si cerca di
evitare che gli imprenditori
abusino dello strumento
dei contratti a tempo
determinato, assumendo
in questo modo la maggior
parte del loro personale.
Le a~iende sotto i cinque
dipendenti, che altrimenti
sarebbero penalizzate dal
, tetto, possono comunque
stipulare un contratto.
Un altro cambiamento
riguarda il documento
unico di regolarità
contributiva, usato dalle
imprese per attestare la
situazione dei loro
pagamenti verso Inps e
Inail. Il Durc viene
smaterializzato e salta_,
completamente il sistema
attuale, in base al quale le
pubbliche amminis,trazioni
devono effettuare richieste
per ottenerlo. Le banche
dati degli istituti
previdenziali saranno
messe tutte quante in rete
e per consultare la
situazione di un'impresa
basterà ùn semplice clic.
Il contratto
di apprendistato diventa
più flessibile. Rispetto
alla legge Fornero salta
la regQla in base alla quale
l'assunzione di nuovi
apprendisti è
necessariamente
condizionata alla conferma
in servizio dei precedenti,
al termine del loro
percorso formativo.
Le imprese, con il nuovo
decreto, potranno
regolarsi sulle assunzioni
degli apprendisti
decidendo in maniera
libera, senza vincoli
di legge.
SENZA STOP
CRISI
MODIFICHE
Otto proroghe
in 36 mesi
Solidarietà:
nuovi fondi
All'esame
dell'Aula
Viene aumentato il numero
massimo di proroghe
possibili tra la fine di un
contratto e l'inizio del
successivo. Una norma
pensata per tutelare i
dipendenti che, però,
veniva continuamente
aggirata. Sale da una ad
otto che, quindi, potranno
essere tutte consecutive,
dal momento che sono
state azzerate le pause per
i rinnovi. L'unica
condizione posta dal
decreto è che le proroghe
si riferiscano alla stessa
attivit~ lavorativa per la
quale Il contratto e stato
inizialmente stipulato.
Vengono anche rifinanziate
le risorse dedicate dallo
Stato ai contratti di
solidarietà delle aziende
in difficoltà. A decorrere
dal 2014 viene fissato un
limite pari a 15 milioni di
euro, contro i 5,6 milioni di
euro dell'ultimo
dfinanziamento, risalente
ormai al 2005. Un decreto
del ministero del Lavoro
potrà stabilire i criteri per
individuare le imprese che
potranno beneficiare del
bonus del ricorso al
contratto di solidarietà
come forma alternativa ad
altri ammortizzatori
sociali.
Il testo, comunque, non è
ancora definitivo e
potrebbe cambiare
parecchio nel corso dei
prossimi giorni. Il
Parlamento, infatti, avrà
due mesi di tempo per
discuterlo e, vista le
polemiche con le quali il
prowedimento è stato
salutato, è probabile che lo
modificherà in diversi
punti. Nel mirino di
deputati e senatori c' è
soprattutto la flessibilità
eccessiva che deriverebbe
dalle norme sui contratti a
termine, criticata anche da
diverse aree interne al
partito democratico.
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Rassegna Stampa di mercoledì 26 marzo 2014