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PASOLINI A MATERA. IL VANGELO SECONDO MATTEO
CINQUANT’ANNI DOPO.
■ Cultura ■ Arte ■ Fotografia ■ Mostre ed Eventi
di Annalisa Falcicchio - 18
novembre 2014
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PROROGATA FINO AL 25 GENNAIO 2015 LA GRANDE MOSTRA “PASOLINI A MATERA. IL
VANGELO SECONDO MATTEO CINQUANT’ANNI DOPO. NUOVE TECNICHE DI IMMAGINE:
ARTE CINEMA FOTOGRAFIA”
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Umberto ed Elisabetta Mauri
Manlio Ranieri
Manlio Ranieri
Prezzo: EUR 18,00
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Dal 17 ottobre Matera è Capitale Europea della Cultura per il 2019 insieme a tutta la Basilicata. Lo
straordinario risultato, raggiunto attraverso la mobilitazione di un’intera comunità, si deve anche
alla grande mostra Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo. Nuove
tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia – curata da Marta Ragozzino e Giuseppe Appella
con Ermanno Taviani ed allestita all’interno di Palazzo Lanfranchi.
La mostra, che sta riscuotendo un grandissimo successo nazionale ed internazionale e che
dovrebbe chiudere il 9 novembre p.v., ha raggiunto nei primi tre mesi di apertura l’eccezionale
risultato di 16.000 visitatori e sarà un fondamentale attrattore per i moltissimi visitatori che nei
prossimi mesi certamente visiteranno la città designata.
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La mostra, promossa dal Comune di Matera, dalla Soprintendenza BSAE della Basilicata insieme
alla Lucana Film Commission per celebrare i cinquant’anni del capolavoro girato da Pasolini nel
1964, prende forma -grazie al sostegno della Regione Basilicata- sotto l’egida del Comitato
Matera Capitale Europea della Cultura nel 2019, nell’ambito del programma culturale per il 2014
ed in stretta condivisione con il direttore artistico Joseph Grima. Patrocinata dal Ministero per i
beni e le attività culturali e del turismo e dalla Conferenza Episcopale Italiana, la mostra ha il
supporto dell’Arcidiocesi di Matera–Irsina ed è realizzata con il contributo operativo della Cineteca
Lucana, del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, della Cineteca Nazionale di
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Per questa ragione la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della
Basilicata ha deciso, insieme al Comune di Matera, al Comitato Matera 2019 e alla Regione
Basilicata con la Lucana Film Commission, di prorogarne l’apertura fino al 25 Gennaio 2015.
In questi primi mesi la grande esposizione dedicata al Vangelo secondo Matteo, realizzata dalla
Soprintendenza per celebrare i cinquant’anni del capolavoro girato da Pier Paolo Pasolini anche a
Matera, ha suscitato profondo interesse e continua attenzione da parte degli organi di
informazione a stampa e radio-televisivi nazionali oltre che della critica specializzata tradizionale
e on-line.
Nella ricca rassegna che caratterizza il percorso della mostra dal 21 di luglio, si ricordano gli
importanti articoli comparsi su L’Avvenire, La Stampa, Il Manifesto, il Venerdì di Repubblica, oltre
all’apprezzamento di Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera, i numerosi programmi Radio, le
interviste ai curatori (radio3suite ha dedicato ben due puntate alla mostra) e i servizi andati in
onda sui canali nazionali della RAI e SKY. In questo panorama va segnalato anche il contributo di
Emilio Ranzato che nei giorni immediatamente successivi l’inaugurazione della mostra, ha scritto
su l’Osservatore Romano, che il capolavoro di Pasolini è il più bel film mai girato sulla vita di
Gesù Cristo.
Molto importante è stato anche il contributo dei giornali e delle emittenti locali, che hanno
sostenuto e promosso la grande rassegna pasoliniana e le attività ad essa connesse.
Ricordiamo brevemente i Tableaux Vivants dei Teatri 35, ispirati alle Deposizioni di Pontormo e
Rosso Fiorentino (che Pasolini mette in scena nello ‘scandaloso’ mediometraggio La Ricotta,
ideato alla fine del 1962 e presentato l’anno successivo, da leggere in stretta relazione con il
Vangelo) e la rassegna di film pasoliniani tenutasi a Palazzo Lanfranchi in occasione della
Giornata Europea del Patrimonio 2014.
Ricordiamo che la grande mostra di Palazzo Lanfranchi, programmaticamente aperta a tutti i
pubblici, è stata apprezzata anche dai Commissari ECoC, che hanno visitato la Città dei Sassi il
7 ottobre u.s., qualche giorno prima della memorabile proclamazione di Matera Capitale della
Cultura 2019.
Con questa mostra, divisa in sette sezioni (è disponibile una mini-guida per agevolare il percorso
di visita e in ogni sala ci sono materiali informativi che permettono l’approfondimento) si è voluto
mettere a fuoco, in maniera particolarmente approfondita e grazie a una narrazione originale, la
genesi del capolavoro pasoliniano e il rapporto del regista con la città di Matera.
La mostra è stata l’occasione per rileggere – attraverso la scelta di Pasolini e la vicenda del set
principale nella città dei Sassi – un momento importante nella storia di Matera, negli anni della
“vergogna nazionale”, dello svuotamento e abbandono degli antichi rioni, la cui popolazione venne
trasferita nei nuovi quartieri della città ‘laboratorio’. Sono gli anni in cui Matera, teatro di profonde
contraddizioni, divenne meta privilegiata di artisti, fotografi, registi, documentaristi, antropologi,
intellettuali, sociologi, architetti ed urbanisti, che con le loro testimonianze, spesso straordinarie,
hanno contribuito a dar forma ad un’immagine della città e dell’intero Mezzogiorno.
L’allestimento si distingue per una forte connotazione multimediale e interattiva basata sul
modello delle stazioni creative e una narrazione estremamente visiva, resa possibile grazie al
montaggio creativo di documenti originali, dipinti, disegni, fotografie, spezzoni cinematografici,
interviste, materiale bibliografico ed oggetti tridimensionali (tra i quali la macchina da presa del
regista e i costumi originali del film), per favorire una lettura a più livelli di approfondimento,
comprensibile da tutti i diversi pubblici a cui il progetto intende rivolgersi, in un’ottica fortemente
inclusiva.
Aprono la mostra, nella Chiesa del Carmine all’interno di Palazzo Lanfranchi, nel cui spazio si
può accedere liberamente, le immagini di Intellettuale di Fabio Mauri, maestro dell’avanguardia
italiana del secondo dopoguerra e amico di Pasolini fin dai tempi bolognesi. La performance,
presentata nel 1975 in occasione dell’inaugurazione della Nuova Galleria d’Arte Moderna di
Bologna, vede lo stesso Pasolini trasformato dall’artista in uno “schermo umano” su cui è
proiettato Il Vangelo secondo Matteo.
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Bologna, del Gabinetto scientifico letterario G. P. Vieusseux di Firenze, la Pro Civitate Christiana
di Assisi ed il Centro Studi Pier Paolo Pasolini di Casarsa.
Obiettivo della mostra è mettere a fuoco, in maniera particolarmente approfondita e grazie a una
narrazione originale, la genesi del capolavoro pasoliniano e il rapporto del regista con la città di
Matera, che nell’estate del 1964, sotto un sole ‘ferocemente antico’ divenne Gerusalemme.
L’occasione è preziosa per rileggere, attraverso la scelta di Pasolini e la vicenda del set
principale nella città dei Sassi, un momento importante nella storia di Matera, negli anni della
‘vergogna nazionale’, dello svuotamento e abbandono degli antichi rioni, la cui popolazione venne
trasferita nei nuovi quartieri della città ‘laboratorio’. In questi anni Matera, teatro di profonde
contraddizioni, divenne meta privilegiata di artisti, fotografi, registi, documentaristi, antropologi,
intellettuali, sociologi, architetti ed urbanisti, che con le loro testimonianze, spesso straordinarie,
hanno contribuito a dar forma ad un’immagine della città e dell’intero Mezzogiorno.
La mostra, divisa in due parti, racconta la storia e i luoghi del Vangelo in relazione al clima
culturale e artistico lucano e italiano di quegli anni.
La prima parte vede la ricostruzione del doppio contesto del film – quello dell’ideazione ed
elaborazione creativa tra Roma ed Assisi e la Palestina tra il 1962 e il 1964 e quello della
realizzazione delle riprese, del montaggio e della produzione del film.
La seconda, intitolata Tra Gruppo Uno e Gruppo 63. Nuove tecniche di immagine. Sculture di
Gastone Novelli, Achille Perilli, Toti Scialoja. Nicola Carrino, Nato Frascà, Pasquale Santoro,
Giuseppe Uncini ed esposta tra il Museo di Palazzo Lanfranchi e il MUSMA (Museo di arte
contemporanea di Matera), presenta importanti opere d’arte realizzate dai principali protagonisti
del dibattito artistico dei primi anni Sessanta per aiutare a comprendere i nuovi orizzonti della
scultura italiana negli anni in cui si guarda alle nuove tecniche d’immagine teorizzate da Giulio
Carlo Argan e a Venezia la Pop-Art trova la sua consacrazione ufficiale.
L’allestimento si distingue per una forte connotazione multimediale e interattiva basata sul
modello delle stazioni creative (ogni sezione sarà aperta non da un pannello introduttivo ma da un
narratore, tra cui Goffredo Fofi, direttore della rivista Lo Straniero, Mino Argentieri, critico
cinematografico e Serafino Murri, critico cinematografico e regista) e una narrazione
estremamente visiva, resa possibile grazie al montaggio creativo di documenti originali, dipinti,
disegni, fotografie, spezzoni cinematografici, interviste, materiale bibliografico ed oggetti esposti
(tra i quali la macchina da presa del regista e i costumi del film), per favorire una lettura a più
livelli di approfondimento, comprensibile da tutti i diversi pubblici a cui il progetto intende rivolgersi,
in un’ottica fortemente inclusiva.
Sono esposte 103 opere di grandi protagonisti della scena artistica dei primi anni Sessanta, per
raccontare attraverso la scultura contemporanea il dibattito sulle nuove tecniche di immagine che
si riflettono nel capolavoro di Pasolini.
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