L’ IGIENE ORALE
Lucia Esposito
Odontoiatra
E' di sicuro la prevenzione primaria quella che sta
assumendo rilevanza presso la popolazione.
Impedire l'insorgenza della malattia è ciò che
promette.
La sua parola d'ordine è:
"Eliminare la placca batterica da denti e
gengive".
Le principali malattie dei denti e dei loro tessuti di sostegno
riconoscono cause ben individuate e controllabili.
La carie dentaria e la parodontopatia (la piorrea, come era chiamata una volta)
vedono la placca batterica come principale fattore responsabile;
la malocclusione, invece, è frequentemente determinata, o comunque aggravata,
dall'abitudine che si protrae oltre tempo a succhiare, ad esempio il dito o il ciuccio, e
dalla tendenza del bambino ad assumere atteggiamenti a bocca aperta.
Tre sono i livelli di prevenzione della carie dentaria e della parodontopatia:
Il primo - La prevenzione primaria, mira al controllo delle cause per far si che la
malattia non si presenti.
Il secondo - La prevenzione secondaria, consiste nell'intercettare il danno
precocemente, tanto da renderlo reversibile. Si attua sottoponendosi a visite
periodiche dal dentista, nel corso delle quali egli potrà rilevare una gengivite iniziale,
una carie nei primi stadi di sviluppo oppure un morso crociato che influenza
negativamente la crescita dei mascellari e lo sviluppo della dentizione.
Sottoponendosi a blande terapie e prescrizioni quando la malattia è allo stadio
iniziale è possibile guarire la gengivite, arrestare la carie e far riprendere una
crescita equilibrata ai denti e ai mascellari.
Il terzo - La prevenzione terziaria, ovverosia l'intervento terapeutico mirato a
limitare il danno ormai provocato. Quotidianamente il dentista si cimenta nella cura
di carie dentarie più o meno estese e di parodontopatie. Il suo intervento, in questi
casi, pur non potendo garantire la completa "restitutio ad integrum" dell'organo
colpito guarisce comunque la malattia in atto, arrestandone la progressione che
renderebbe le cure più complesse o addirittura inefficaci.
Piorrea
è un termine medico che deriva dal greco e significa "scolo di pus".
All'origine delle gravi forme di piorrea c'è quasi sempre una gengivite
trascurata, causata dalla placca batterica mal rimossa. Magari ci
vorranno degli anni, si dovranno accumulare gli effetti nel tempo, ma
prima o poi, continuando a trascurare l'igiene orale e non
sottoponendosi alle necessarie cure specialistiche, i batteri della
placca avranno il sopravvento.
Gengivite espulsiva
Prima della scoperta della placca batterica come fattore
determinante il processo distruttivo dei tessuti di sostegno dei denti
e delle conseguenti pratiche preventive e curative messe in atto nei
paesi più sviluppati, una grave malattia odontoiatrica,
conosciuta come "piorrea" o "gengivite espulsiva", interessava
la maggior parte della popolazione.
La sostituzione progressiva dei denti naturali con elementi protesici
inseriti in apparecchi rimovibili con scheletro metallico (scheletrati o
protesi scheletrate) o, per i meno abbienti, su basi in resina (protesi
rimovibili in resina), era il naturale approdo della malattia. Mobilità
dentale, dolori alla masticazione, ascessi parodontali accompagnavano il
cammino verso l'edentulia. Spesso l'individuo affetto invocava la
dentiera come soluzione definitiva, perché avrebbe posto fine alle
ricorrenti sofferenze fisiche ed economiche. Quanti dentisti in un
recente passato si sono sentiti rivolgere dai pazienti affetti la seguente,
accorata, richiesta: "dottore mi tolga tutti i denti e mi metta la
dentiera".
Cos'è la placca batterica?
E' un'aggregato molle e appiccicoso di colore bianco-giallastro
che si fissa saldamente ai denti, formato da residui di cibo
colonizzati da batteri che sopravvivono e si riproducono al suo
interno cibandosi degli zuccheri in esso contenuti.
Diffuso accumulo di placca
batterica sulle superfici
dentali, in particolare lungo
il colletto dei denti.
Dopo l'asportazione della
placca batterica in studio
utilizzando uno spazzolino
montato su trapano e pasta
abrasiva
Come fa a provocare la carie dentaria?
Gli acidi che i batteri eliminano come prodotto finale del metabolismo degli
zuccheri causano la demineralizzazione dello smalto: condizione iniziale per la
formazione di cavità all'interno del dente. Perpetrato l'attacco acido alla parte
minerale del dente, gli enzimi prodotti dai batteri provocano la distruzione delle
proteine che compongono la parte organica. Le tossine, anche loro prodotti del
metabolismo batterico della placca dentale, sono invece la causa primaria delle
gengiviti e delle parodontopatie.
Oggi la gengivite espulsiva, più correttamente definita parodontite cronica,
definizione che mette in rilievo la condizione d'infiammazione dei tessuti di
sostegno dei denti fino alla loro distruzione con allentamento e caduta, è un
affezione che curata in tempo regredisce fino alla guarigione completa. Persino
negli stadi più avanzati è possibile arrestarne l'evoluzione verso l'espulsione dei
denti. Non curata, invece, è una malattia cronica e progressiva, che può portare
alla loro perdita, spesso totale e in breve tempo dall'apparire dei sintomi più
eclatanti.
La specifica branca dell'odontoiatria che comprende nel suo campo
d'interesse lo studio delle cause, della prevenzione e dei rimedi per per la
parodontite cronica è la parodontologia. Il professionista che si occupa
della sua diagnosi e terapia è il parodontologo.
Il nome scientifico che indica l'insieme dei tessuti affetti da questa grave
malattia è parodonto: un importante apparato, la cui funzione è sostenere
il dente e ammortizzare le pressioni esercitate su di esso, composto da
gengiva, osso alveolare, cemento radicolare e legamenti che collegano
l'alveolo osseo al dente.
Parodontite cronica
La parodontite cronica rappresenta sicuramente la forma più diffusa e di
più facile riscontro clinico nell'ambito delle parodontopatie. Pur avendo come
presupposto i segni tipici della gengivite che dovrebbero mettere in allarme,
quasi sempre i pazienti giungono all'osservazione quando il quadro clinico ha
assunto una certa gravità.
Quali sono i fattori responsabili?
I fattori responsabili della parodontite
Come si manifesta?
cronica sono diversi, ma quello batterico è
sicuramente il più significativo e per
questo richiede un'attenzione particolare.
La malattia si manifesta con
La presenza prolungata di residui di cibo
un'alterazione della consistenza della
sul margine gengivale, provoca la
gengiva e della sua architettura,
sanguinamento più o meno abbondante, formazione della placca batterica che, se
non viene rimossa, entro 24-48 ore
mobilità dentale più o meno marcata.
calcifica, trasformandosi in tartaro; è
Quest'ultimo segno, in genere, è quello
che porta i pazienti a sentire la necessità proprio in questo momento che la gengiva
subisce un attacco cruciale che la porta
di essere visitati, ma, purtroppo,
prima ad infiammarsi e poi ad allontanarsi
corrisponde ad uno stadio della malattia
dallo stimolo nocivo, cioè a ritrarsi dando
già molto avanzato e perciò più
luogo a quelle antiestetiche esibizioni
difficilmente trattabile.
della radice dentale, più scura dello
smalto e perciò particolarmente evidente.
Parodontopatie e gravidanza
Il dato più significativo dell'associazione tra malattia parodontale e gravidanza è
emerso da studi recenti che hanno dimostrato che la malattia parodontale non
trattata in donne in gravidanza può costituire un serio fattore di rischio per nascite
premature (circa 37 giorni prima) e sottopeso (2.500 g. in meno).
Un’associazione tra malattia parodontale e lo stato di gravidanza esiste ed è nota da
molti anni, tanto che nel settecento venivano curati i cosiddetti “dolori di denti in
gravidanza” e nell’ottocento si parlava di “iperplasia gengivale da gravidanza”.
In realtà attualmente quasi tutte le donne sanno che la propria salute generale
durante la gravidanza è di fondamentale importanza per quella del feto, ma poche
di loro sono a conoscenza del fatto che un’alterazione della salute sistemica dovuta
alla malattia parodontale potrebbe influire sulle condizioni generali del feto e
determinare nascite pretermine e di bimbi sottopeso.
La gengivite da gravidanza colpisce una percentuale altissima di donne con intensità
variabile ed è strettamente correlata allo stato delle gengive precedente la
gravidanza.
L’associazione tra i problemi gengivali e la gravidanza sembra essere legata più ad
un cambiamento della composizione della placca batterica che ad un aumento della
stessa.
L’estradiolo e il progesterone, il cui livello può aumentare rispettivamente di 30 e 10
volte rispetto al ciclo mestruale, funzionerebbero da fattori di crescita per alcuni
batteri (B.Melaninogenicus e P.Intermedia), in grado di alterare lo stato di salute
gengivale.
L’altro dato da tenere in considerazione è la diminuzione della risposta immunitaria
materna durante la gravidanza da cui deriva una maggiore suscettibilità alla malattia
parodontale.
Da quanto affermato finora emerge l’importanza del controllo della placca batterica
soprattutto in vista della gravidanza rendendo indispensabile la visita del
parodontologo.
Il momento migliore per risolvere i propri problemi gengivali infatti è quello che
precede la gravidanza perché si possono adottare tutte le terapie a disposizione
con eventuale terapia farmacologia di supporto, senza dover considerare eventuali
conseguenze del trattamento sulla salute del feto.
Torna quindi molto forte il richiamo alla prevenzione che deve portare l’individuo a
mirare ad uno stato di salute generale da mantenere nel tempo evitando di
risolvere i problemi medici solo dopo che la sintomatologia obbliga a farlo.
Il fattore principale nella prevenzione delle più importanti
affezioni di denti e gengive è perciò la capacità di
controllare la formazione e il deposito della placca
batterica?
Si, è necessario ridurre la formazione di placca attraverso un'alimentazione povera
di zuccheri, in particolare quelli raffinati e appiccicosi (gli alimenti dotati del
maggior potere cariogeno sono le caramelle, la marmellata, il miele). Un'abitudine
deleteria per la salute di denti e gengive è quella di assumere frequentemente nel
corso della giornata merendine zuccherate.
E' altresì importante che la placca batterica venga eliminata dai denti e dalle
gengive eseguendo una pulizia ottimale in quantità (i denti vanno spazzolati tutti i
giorni, dopo ogni pasto per circa 2 minuti, e almeno una volta al giorno deve
essere usato il filo interdentale) e qualità (tecnica di spazzolamento di Bass e
corretto utilizzo del filo interdentale). Un'igiene orale scrupolosa è alla base della
prevenzione in odontoiatria
Spazzolamento dei denti
lo spazzolino deve essere usato nel seguente modo:
le setole devono sempre passare prima sulla gengiva e
poi sul dente, con un movimento che descriviamo così
- dal rosso (gengiva) al bianco (dente).
Nei settori laterali e frontali lo spazzolino
viene tenuto col manico orizzontale ed
esegue un movimento rotatorio verso
l'esterno, a bocca aperta.
Sulle superfici masticatorie lo
spazzolino va passato con
movimento avanti-indietro.
Nei settori anteriori, interni, lo
spazzolino va tenuto verticale, e si
esegue un movimento rettilineo
verso l'esterno.
1. Spazzola i denti per almeno 2 minuti dopo ogni pasto. Al disotto di questo tempo è difficile eliminare completamente
la placca batterica da denti e gengive. Potresti impostare un timer all'inizio dello spazzolamento che ti aiuti a non accorciare il
tempo necessario.
2. Cambia lo spazzolino spesso. Quando le setole hanno perso la loro compattezza non esercitano più una efficace azione
di pulizia. Il tempo normalmente indicato è di 2 mesi ma accorciandolo un pò si aumenta la qualità dello spazzolamento.
3. Passa lo spazzolino sui denti anteriori e posteriori allo stesso modo. In genere si tende a trascurare la parte
posteriore delle arcate a vantaggio dei denti davanti. Se si mantiene questa cattiva abitudine a lungo i denti molari e le loro
gengive ne risentiranno.
4. Utilizza un dentifricio fluorato. Il fluoro esercita un azione protettiva, antisettica e remineralizzante sullo smalto dentale.
5. Compra spazzolini con setole artificiali che hanno le punte perfettamente arrotondate. Le setole naturali hanno punte
irregolari e cave, trattengono sostanze al loro interno e non hanno un azione di sfregamento ottimale come quelle artificiali.
6. Usa preferibilmente spazzolini con setole di durezza media a meno che il tuo dentista, per motivi particolari, non ti
consigli diversamente.
7. Effettua lo spazzolamento dei denti inclinando di 45° lo spazzolino rispetto all'asse del dente e muovilo verticalmente
con azione rotatoria dalla gengiva verso il dente.
8. Spazzolando con la mano destra devi fare attenzione a non trascurare alcune zone delle arcate, ad esempio la zona
interna superiore destra.
9. Quando hai finito di spazzolare i denti passa il filo interdentale e pulisci la lingua con strumenti appositi. Quest'ultima è
un'ottima abitudine per la prevenzione di carie, parodontopatie e disturbi dell'alito (alitosi).
10. Eseguendo un corretto spazzolamento dei denti associato all'utilizzo del filo interdentale e del puliscilingua non è
necessario di routine effettuare anche sciacqui con i collutori. Questi ultimi si rendono però indispensabili per la cura e la
profilassi di condizioni particolari.
Uso del collutorio
Il collutorio consigliato consente un'ottima azione disinfettante con una minima
esposizione alla clorexidina, grazie a cio si ha una riduzione dell'effetto di
pigmentazione dei denti e dell'alterazione del gusto.
Gli sciacqui vanno effettuati per quindici secondi, dopo aver spazzolato i denti,
senza diluire il collutorio, e senza risciacquare con acqua.
Filo interdentale
Il filo interdentale rappresenta uno strumento fondamentale per l'igiene di quegli
spazi che non possono essere raggiunti dallo spazzolino e che perciò ospitano e
trattengono più facilmente la placca batterica.
Va utilizzato inserendolo tra un dente e l'altro, e strofinando la corona dei denti in
direzione verticale, prima su un dente e poi su quello adiacente; questo va fatto
dopo ogni pasto, ed è molto utile anche come azione preventiva per la carie. Se
gli spazi interdentali risultano particolarmente stretti, si può utilizzare un filo
interdentale cerato che permette uno scorrimento maggiore tra i denti. Per i denti
sostituiti da protesi fissa si consiglia l'uso del filo Superfloss (Oral B), o
dell'Ultrafloss (Oral B) legato ad un ago passafilo (Butler) quando deve essere
fatto scorrere sotto protesi a ponte.
Test di autovalutazione della parodontite
In presenza di sintomi di malattia parodontale è necessario indagare più a fondo, si
deve agire con determinazione per proteggere le gengive, basta consultare un
parodontologo e chiedergli di aiutarci a conservare i nostri denti naturali.
Come si fa a scoprire in tempo la parodontite?
Gonfiori persistenti, arrossamenti, sanguinamento delle gengive, denti sensibili e
alito cattivo sono segnali di pericolo della malattia infiammatoria dei tessuti che
circondano e sostengono i denti.
Per effettuare un autodiagnosi di parodontite si possono considerare i sintomi
indicati qui sotto.
1. Dolore nella bocca
2. Gengive che sanguinano quando si spazzolano i denti o quando si mangiano
alimenti duri
3. Spazi che improvvisamente si sviluppano fra i denti
4. Gengive gonfie o tese
5. Gengive che si abbassano facendo apparire i denti più lunghi di prima
6. Alito cattivo persistente
7. Pus fra i denti e le gengive
8. Cambiamenti nella sensibilità dei denti quando si mastica
9. Sviluppo di ferite in bocca
10. Denti che non si mantengono stabili sotto i colpi masticatori
Bambini
Istruzioni all' igiene orale al bambino rimangono impresse nell'
educazione per tutta la vita.
RICORDATE
non é mai troppo presto per iniziare a guidarli verso buone abitudini di
igiene orale.
Dai 2-4 anni bisogna sviluppare l´abitudine a lavarsi i denti
regolarmente é importante per i vostri figli esattamente come per voi.
La placca si forma sui loro denti proprio come negli adulti, e puó causare
gli stessi danni. Ecco perché dovreste prendervi il tempo di spazzolare
correttamente i denti dei vostri figli e quando diventano piú grandi,
abituarli a spazzolarsi correttamente.
Sostanze che causano macchie e inscurimento dei denti
Cibi, bevande e coloranti cola, caffé, té, liquirizia, spezie, carciofi, salsa
di soia...Batteri.
Placca e tartaro
Scarsa igiene
Fumo: sigari, tabacco da masticare, sigarette, pipa, marijuana, nicotina
Abuso di colluttori e applicazione di fluoruro stannoso clorexidina
Medicinali tra cui antibiotici e chemioterapici tetracicline...
Sostanze metalliche ferro, rame , ottone , nichel...
Traumi ai denti(incidenti, fratture...)
Finalmente! perchè smettere di fumare?
E sono proprio tanti i motivi:
Stop Smoking
Per non avere più l'alito cattivo
Per non puzzare di fumo sui vestiti, sui capelli e sulla pelle
Per assaporare il cibo con più gusto
Per essere meno stressati dalla vita quotidiana
Per aumentare l'autostima
Per migliorare il respiro; la salute nostra, la nostra vita
Per il rispetto degli altri e quindi essere più accettati
Per non bruciare i soldi guadagnati
Per avere un sorriso più bianco e sano
Per una pelle più giovane e bella
Per togliersi la paura d'ingrassare
Per avere un sistema immunitario efficiente
Per prevenire le malattie
Praticare un'attività fisica ti può aiutare a smettere di fumare perchè riduce il
fabbisogno fisico di nicotina.
Sbiancamento dentale
In passato la cosmetica del cavo orale veniva soddisfatta soprattutto
attraverso trattamenti protesici che però non sempre davano risultati
soddisfacenti al paziente e portavano a diverse complicanze dei tessuti
adiacenti ai denti (gengiva, lingua e guance). La rapida diffusione
d'informazioni attraverso i media e i cambiamenti di stile di vita hanno
portato ad un aumento della richiesta delle persone, presso gli
Odontoiatri e Igienisti Dentali, d'interventi di miglioramento
dell'estetica del sorriso. Tra questi lo sbiancamento eseguito per la
prima volta negli Stati Uniti nel 1996.
Lo sbiancamento viene indicato soprattutto a persone che hanno usato
medicinali, specialmente antibiotici (tetracicline), che causano
scurimento dei denti e a persone che vogliono migliorare l'estetica del
proprio sorriso. Inoltre lo sbiancamento deve essere effettuato da
personale autorizzato come Dentisti e Igienisti Dentali, diffidare quindi
di trattamenti sbiancanti presso centri estetici non coperti dalla legge.
Si sconsiglia l'uso di prodotti cosmetici da banco (supermercati,
farmacie..ecc.), tra cui dentifrici e gel sbiancanti perchè abradono la
superficie esterna dello smalto causando più danni che miglioramenti.
Denti del giudizio
Denti del giudizio sono chiamati i terzi molari o ottavi, essi, a causa della
filogenetica riduzione della lunghezza dei mascellari e della scomparsa
dell'occlusione d'usura tipica dell'uomo primitivo, tendono, nell'uomo
civilizzato, a non trovare spazio eruttivo, rimanendo inclusi o seminclusi.
l’evento chirurgico non deve più rappresentare il tabù da allontanare ad ogni
costo, ma una delle tante pratiche odontoiatriche di routine, da effettuate
per ripristinare la salute nella bocca.
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