ANNO IV - N.12 - OTTOBRE 2007 ...meglio gli aquiloni Discarica di rifiuti a Senna Lodigiana Ospedaletto dice NO ! C oncittadini, nel mese di luglio del corrente anno abbiamo avuto notizia che la società C.R.E. Srl con sede in Arcore (Mi) Via Forlanini n. 52, ha presentato presso la Regione Lombardia una richiesta per la realizzazione di una discarica controllata per rifiuti non pericolosi nel Comune di Senna Lodigiana, nelle vicinanze della cascina Bellaguarda, in prossimità del fiume Po. La discarica progettata ha una capacità complessiva di 2.708.500 mc suddivisi in tre vasche: • vasca A - rifiuti inerti – 255.000 mc • vasca B - rifiuti non pericolosi inorganici - 1.803.400 mc • vasca C - rifiuti non pericolosi inorganici e organici - 650.100 mc I tempi di conferimento sono stati indicati in nove anni corrispondenti a 1.244mc/giorno cioè circa 300.000mc/ anno. L’area interessata al progetto occupa una superficie totale di 391.300 mq ed insiste su un’area ricadente in un ambito estrattivo individuato dal Piano Cave della Provincia di Lodi destinato al soddisfacimento dei bisogni straordinari di materiali inerti sabbiosi per la realizzazione di opere pubbliche. Tale notizia ha sollevato immediatamente una presa di posizione dell’Amministrazione Comunale di Senna Lodigiana, e successivamente del Comune di Somaglia, per dire NO alla discarica. Anche i cittadini si sono mossi costituendo un comitato OTTOBRE 2007 2 editoriale per organizzare iniziative contro il rilascio delle autorizzazioni necessarie all’insediamento della discarica. L’Amministrazione Comunale di Ospedaletto Lodigiano non è stata solo a guardare e nella seduta del 24 Settembre 2007, dopo una sana discussione dell’argomento, ha approvato con voti unanimi un ordine del giorno congiunto deliberando “la più ferma e assoluta contrarietà al progetto presentato di realizzazione dell’impianto” … “di esprimere altresì, in virtù della sua propensione alla salvaguardia del territorio, la propria contrarietà a qualsiasi altra attività che possa alterare o danneggiare l’equilibrio dell’ecosistema e della qualità della vita del nostro territorio”. Le ragioni di questo NO alla discarica, analizzate durante la seduta, si possono così riassumere. I sensi dela legge regionale n. 26/2003 modificata ed integrata dalla legge regionale n. 12/2007, le Province sono tenute ad elaborare con il concorso dei Comuni e sulla base delle linee guida di redazione e i criteri localizzativi contenute nella Pianificazione Regionale, i Piani Provinciali di Gestione dei Rifiuti, relativi alla gestione dei rifiuti urbani e speciali, nella logica della programmazione integrata dei servizi, nel rispetto dei principi della tutela della salute individuale e collettiva e della salvaguardia dell’ambiente. I Piani provinciali devono essere elaborati secondo le logiche di autosufficienza territoriale in merito allo smaltimento e recupero dei rifiuti solidi urbani. Il progetto presentato si colloca al di fuori da qualsiasi pianificazione territoriale, ed è completamente estraneo ad un processo di condivisione, concertazione e programmazione che il territorio si è dato attraverso diversi strumenti tra cui il Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale e il Piano Strategico della Provincia di Lodi. Il Lodigiano è già duramente colpito da insediamenti nocivi per la salute dei cittadini tanto da essere una delle Province con il più alto tasso di malattie tumorali e la gigantesca discarica ipotizzata verrebbe a trovarsi in una zona molto sensibile e l’impatto sarebbe un’ulteriore aggravante ad un quadro già difficile e compromesso. In Provincia di Lodi è rispettato il criterio dell’autosufficienza nello smaltimento dei rifiuti, sono presenti e attive altre discariche, da molti anni sono conseguiti importanti risultati da tutti i comuni con la raccolta differenziata e l’impianto ipotizzato non servirebbe il territorio ma certamente altre province e quindi la sua realizzazione è dettata solo ed esclusivamente da interessi economici e vuole essere imposto ad un territorio che ne è completamente estraneo e che non lo vuole. Esistono poi dei criteri che escludono la localizzazione della nuova discarica: il luogo indicato si trova a pochissima distanza dai centri abitati e dalle strutture scolastiche come la Scuola Materna della frazione Mirabello di Senna Lodigiana e il polo scolastico di Somaglia, nonché a pochissima distanza dalla discarica attiva di Coste Numero 12 - OTTOBRE 2007 Fornaci nel Comune di Casalpusterlengo. Bisogna anche tenere in considerazione un bene prezioso per il nostro territorio: l’acqua. La falda acquifera che alimenta i pozzi ad uso civile, è sicuramente alta e troppo vicina alla base dell’impianto progettato. Il rischio di inquinamento sarebbe altissimo, data anche la variabilità dell’altezza della falda e la vicinanza con il regime idraulico del fiume Po. L’area su cui insiste il progetto è destinata da secoli all’agricoltura, con un esperienza e una valenza fondamentale per il territorio. La qualità e la valenza di questo comparto, fondamentale per l’economia lodigiana, sarebbe certamente compromessa. Per non parlare dei tantissimi elementi di grande valore naturalistico e ambientale presenti nella zona, come la fascia del fiume Po, la riserva naturale Monticchie , il Plis della Guardalobbia che risulterebbe addirittura a confine con la discarica. Inoltre il Lodigiano in questi ultimi anni si sta rilanciando dal punto di vista turistico e proprio in questa zona passa la Via Francigena che conduce da Canterbury a Roma che, dopo la tappa a Corte S. Andrea (Comune di Senna Lodigiana), percorrendo l’argine si avvia verso Somaglia per raggiungere poi Guardamiglio. Curioso poi lo studio presentato relativamente agli impianti: superficiale ed incompleto. L’indicazione della direzione dei venti, degli odori, delle concentrazioni nell’aria, ha portato i progettisti a conclusioni sulla dispersione degli inquinanti che contrasta con l’esperienza di chi vive nel territorio. Per ultimo ma non meno importante la viabilità. Lo studio presentato relativamente agli impatti viabilistici porta a conclusioni di incidenza sul traffico locale molto pesanti. I mezzi previsti transiterebbero su strade di calibro inadeguato, ma soprattutto attraversando centri abitati come Ospedaletto Lodigiano, già snodo viabilistico con elevatissimo traffico lungo la S.P. 126 e la S.S. 234, e San Martino Pizzolano ove è stata indicata erroneamente come provinciale una strada comunale. Tutte le forze politiche lodigiane si sono schierate per il NO alla discarica, il Consiglio Provinciale ha votato all’unanimità un ordine del giorno che esprime ferma contrarietà al progetto, gli stessi assessori regionali della Lega Nord durante una assemblea pubblica tenutasi a Senna Lodigiana si sono dichiarati contrari. Ma allora perché dovrebbe sussistere il problema della discarica? L’azienda avrà sondato il terreno prima di presentare la richiesta. Qualcuno sta forse facendo il doppio gioco? Non abbassiamo la guardia, vigiliamo e contrastiamo tutti quei progetti che stravolgono il nostro territorio per i soliti motivi economici e speculativi. Tutto questo mi porta ancora una volta a sottolineare l’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti: più i rifiuti vengono differenziati e più alcuni materiali vengono riciclati, quindi meno rifiuti meno discariche. Tutti i cittadini dovrebbero avere un occhio di riguardo sulla produzione dei rifiuti, privilegiando quei prodotti con imballi riciclabili ovvero con materiale di rifiuto minimo rispetto al prodotto stesso. Ospedaletto Lodigiano ha raggiunto un buon livello di raccolta differenziata dei rifiuti e questo proprio grazie all’attenzione dei suoi cittadini, ma dobbiamo ancora migliorare per ridurre al minimo il conferimento alle discariche. Grazie per il vostro impegno e la vostra collaborazione. Eugenio Ferioli - Sindaco OTTOBRE 2007 3 anniversari I Cavalieri di Vittorio Veneto Grazie “ragazzi” I l 4 Novembre 1918 il Generale Diaz accettò la richiesta di armistizio da parte dell’Austria ponendo fine al primo conflitto mondiale con l’annessione di Trento e Trieste all’Italia. Da quel momento, per la prima volta nella storia, l’Italia diventa un unico stato, sovrano e indipendente. Ogni 4 Novembre è consuetudine celebrare l’Anniversario della Vittoria, ma ricordiamoci anche che in questo giorno ricorrono la Festa dell’Unità Nazionale e la Festa delle Forze Armate. Ma soprattutto ricordiamoci di tutti quei ragazzi che hanno partecipato alla guerra. Abbiamo il dovere di non dimenticare il loro sacrificio. Ragazzi non ancora maggiorenni chiamati alla guerra in trincea, in mezzo al fango, sotto i colpi del mortaio, aspettando l’attacco del nemico o l’ordine di uscire per attaccare sotto il fuoco delle mitragliatrici. Per non parlare delle battaglie dove si combatteva all’arma bianca, con la baionetta, faccia a faccia con il nemico, uccidere per non essere uccisi. Chissà quali pensieri attraversarono le loro menti, chissà quali sensazioni provarono in quei momenti difficili. Tutti loro ebbero la loro gioventù segnata da una tragedia, costretti a diventare uomini prima del tempo, portandosi dentro per tutta la vita quei momenti di violenza, di paure, di rinunce. Alla fine della guerra si contarono circa 600.000 morti e la stessa sorte toccò anche ad alcuni ragazzi di Ospedaletto Lodigiano, ecco i loro nomi: Un’immagine risalente agli anni 1930. Sul tronco di ogni albero era stata applicata una targa con i nomi dei caduti Abordi Giulio, Ardemagni Enrico, Barbieri Domenico, Bertolotti Francesco, Bottini Luigi, Bravi Domenico, Cabrini Teodoro, Carani Carlo, Cipolla Ettore, Feneri Paolo, Franchi Giuseppe, Gazzola Virginio, Gioncada Ferdinando, Grossi Giuseppe, Granata Domenico, Granata Francesco, Landi Angelo, Landi Giuseppe, Leccardi Antonio, Leccardi Enrico, Montanari Pasquale, Pavesi Pasquale, Pedrazzini Edoardo, Petrali Giovanni, Petrali Lino, Riboni Pietro, Sari Giovanni, Scacchi Antonio, Scaramuccia Luigi, Zigalla Cesare. Negli anni venti il Comune di Ospedaletto Lodigiano dedicò loro il Viale delle Rimembranze che porta alla chiesa: un albero per ogni caduto. Oggi durante la celebrazione dell’anniversario viene riproposta questa dedica ponendo presso ogni albero una croce con il nome del soldato. La legge 18/3/1968 n. 263 ha voluto poi ricordare anche chi ha partecipato alla guerra 1914/1918 ed è tornato alle proprie famiglie, concedendo loro l’Onorificenza dell’Ordine di Vittorio Veneto e l’assegno vitalizio. Dagli archivi del Comune di Ospedaletto Lodigiano risulta che i cittadini insigniti del titolo di Cavalieri di Vittorio Veneto furono i seguenti: Classe Nome Classe Nome Classe Nome 1877 Bisi Carlo 1880 Locatelli Ernesto 1885 Zoppi Quinto 1886 Landi Pietro Opizzi Pietro Ferrari Angelo Meazzi Angelo 1887 Brizzolari Amilcare Leccardi Mario Battista 1890 Monticelli Erminio Perigoni Antonio Fusari Pietro Acerbi Cifredo Luigi Bassini Carlo 1891 Tasca Luigi Pancotti Antonio Dragoni Pierino 1892 Bianchi Angelo Artuso Remo 1893 Negri Giuseppe Steffenini Giuseppe Zigalla Giov.Battista Tomasetti Giuseppe 1894 Sfondrini Don Andrea 1895 Geroli Alessandro Ponginibbio Giovanni Ferrari Luigi 1896 Berlucchi Battista Mori Alfredo Bassanini Francesco Dedè Ermanno 1897 Conca Battista Piacentini Giovanni Zaneletti Fiorano Rossetti Mario Maniezzo Luigi 1898 Rossi Pietro Vergnaghi G. Battista Lionello Cornelio Cipolla Luigi 1899 Casali Mario Bozzini Antonio Volpi Mario Fusari Domenico Moro Mario Abbiati Secondo Sari Ernesto Cerati Giovanni 1900 Monticelli Giovanni Colombini Giuseppe Gioia Paolo Merli Giovanni Mario Rizzo Silvio Ai nostri concittadini che hanno servito la Patria con impegno e sacrificio, presentiamo la nostra gratitudine e riconoscenza, impegnandoci alla perpetuazione della loro memoria, a testimonianza del loro dolore e delle loro sofferenze, in onore dei caduti, in difesa della pace. Eugenio Ferioli OTTOBRE 2007 4 news Contributi alle giovani coppie per la prima casa L a Giunta Regionale con deliberazione del 02/08/07 ha destinato 40 milioni di euro a 8.000 giovani coppie per l’acquisto della prima casa. Beneficiari del nuovo bando sono le giovani coppie, intese come nucleo familiare composto da due persone di sesso diverso, che acquistano, autocostruiscono o ristrutturano la prima casa e che: – siano sposate o si sposino, con rito civile o religioso concordatario, tra il 1° novembre 2006 e il 30 Giugno 2008; – non abbiano compiuto 40 anni di età alla data di presentazione della domanda; – abbiano un indicatore ISEE non superiore a 25.000 euro (complessivo per la coppia); – non siano in possesso di altro alloggio adeguato; – non abbiano usufruito di altre agevolazioni pubbliche per le stesse finalità L’alloggio, sia acquistato che autocostruito o ristrutturato, deve: – avere un valore tra 25.000 e 200.000 euro; – non essere di lusso ai sensi del DM n. 1072/1969; – avere le caratteristiche per usufruire delle agevolazioni fiscali per la prima casa; – essere gravato da mutuo o finanziamento di durata non inferiore a 5 anni e di importo compreso fra i 25.000 ed i 200.000 euro Entità del contributo: 5.000 euro Per le modalità ed i tempi di presentazione delle domande si rimanda al sito web della Regione Lombardia. LA ROGGIA “SOMAGLIA” NON È UNA DISCARICA L Prevenzione inquinamento atmosferico L a Regione Lombardia con DGR n. 5291 del 02/08/2007 ha riproposto per il periodo dal 15 ottobre 2007 al 15 aprile 2008 limitazioni dell’uso di biomasse legnose per il riscaldamento domestico. In particolare nel caso in cui sono presenti altri impianti per il riscaldamento, alimentati con combustibili ammessi, è vietato l’utilizzo di caminetti e stufe funzionanti con biomassa legnosa, che non rispettano i valori di rendimento energetico previsti nel Piano. Informazioni integrative e di interesse generale destinate alla salvaguardia della salute ed al miglioramento della qualità dell’aria, sono pubblicate all’indirizzo: www.ambiente.regione. lombardia.it a “Roggia Somaglia” è un fosso che delimita l’abitato di Ospedaletto Lodigiano: dalla località “Cristo” costeggia prima la ferrovia, poi la strada provinciale 126, attraversa l’incrocio di Via Minoia, lambisce il Noviziato e la pista ciclo pedonale per poi proseguire in direzione di Senna Lodigiana. In prossimità del parcheggio di Via Trieste, alcuni cittadini hanno preso la cattiva abitudine di gettare l’immondizia nel fosso, tenendo decisamente un comportamento poco educato e infischiandosene dei regolamenti comunali vigenti in materia ambientale, ma soprattutto disattendono le norme in materia di igiene. L’immondizia gettata nel fosso, il più delle volte, viene trattenuta dai rovi, dai rami e dalle strettoie dei ponti, diventando preda degli animali, trasformando il tratto di roggia in ricettacolo di topi. Altri cittadini usano i cestini dislocati per le vie del paese per gettare l’umido o altri rifiuti domestici, provocando emanazione di odori sotto le case degli altri cittadini e impedendo di fatto l’utilizzo corretto degli stessi, in quanto i cestini vengono svuotati settimanalmente. Altri ancora abbandonano ramaglie, foglie ed altro genere di “rifiuto verde” sul terreno comunale nei pressi della stazione ferroviaria. E’ bene ricordare a tutti questi cittadini che nel Comune di Ospedaletto Lodigiano vige l’obbligo della raccolta differenziata e il gettare o abbandonare i rifiuti non comporta un risparmio della tassa rifiuti, anzi ne provoca l’inasprimento, in quanto i maggior costi della bonifica dei luoghi e dei fossi vanno ad aggiungersi a quelli già stanziati per la raccolta porta a porta. Il servizio di raccolta rifiuti nel nostro comune funziona con il ritiro porta a porta in giorni prestabiliti: – Lunedì umido; – Giovedì umido e secco; – Venerdì plastica/carta e plastica/vetro/lattine a settimane alternate. Inoltre la piazzola ecologica di Via per Senna rimane aperta il martedì pomeriggio e il sabato tutto il giorno. Invitiamo tutti coloro che assistono ad episodi di inquinamento a segnalare tempestivamente il fatto agli uffici comunali. OTTOBRE 2007 5 news Convenzione Regione Lombardia/ Comune di Ospedaletto/Aler Con deliberazione n. 78 del 11/10/2007 la Giunta Comunale ha approvato lo schema di convenzione per l’assegnazione e la gestione alloggi a canone moderato realizzati in attuazione del PRERP 2002/2004 nel Comune di Ospedaletto Lodigiano. Trattasi di otto dei ventiquattro appartamenti costruiti in Via Madre Teresa di Calcutta, praticamente un’intera palazzina, da assegnare a nuclei familiari con redditi medi, ovvero ISEE-erp tra i 14.000 e 20.000 euro. Lo schema di convenzione dovrà essere approvato anche dalla Regione Lombardia e successivamente verrà pubblicato il Bando contenente i requisiti necessari per accedere all’assegnazione e le modalità del calcolo dei punteggi per redigere la graduatoria. I sedici appartamenti a canone sociale verranno assegnati nel mese di Novembre con la graduatoria a suo tempo stilata ed approvata. MODALITÀ PER USUFRUIRE DEL TRASPORTO SCOLASTICO Mitigazione impatto ambientale e sviluppo sostenibile D C urante lo scorso anno scolastico l’Amministrazione Comunale ha registrato delle lamentele per episodi di bullismo e maleducazione accaduti durante il trasporto degli alunni alle scuole medie sui mezzi messi a disposizione dal Comune. Per arginare questi tipi di episodi, il Consiglio Comunale nell’ultima seduta ha approvato un disciplinare con il quale solo l’alunno in possesso di apposito tesserino è autorizzato a salire sugli autobus adibiti al trasporto scolastico. Per il rilascio del tesserino è necessaria la preventiva sottoscrizione da parte dei genitori di un documento di assunzione di responsabilità. Mediante il tesserino l’alunno è facilmente riconoscibile dall’autista che segnalerà il responsabile dell’episodio all’Amministrazione Comunale. Al terzo richiamo il tesserino verrà ritirato e l’alunno dovrà quindi raggiungere la scuola con i propri mezzi. ontinua la collaborazione con la Scuola I.T.A.S. di Codogno riguardo lo studio macroscopico sull’insediamento di nuove realtà produttive con suggerimenti per mitigazione impatto ambientale nel territorio di Ospedaletto. Questo studio viene effettuato sulle aree verdi sia comunali sia di aziende site sul territorio per uno sviluppo sostenibile. Inoltre verranno evidenziate proposte di integrazione e valorizzazione zone verdi comunali con relativi costi. Il progetto è correlato al censimento e identificazione delle specie arboree ed arbustive di proprietà comunale presenti sul territorio del comune effettuato nell’anno 2006 Gruppo di lavoro e altre risorse Il personale comunale di riferimento per questo progetto è il tecnico comunale e il funzionario servizi ambientali comunali, che operano con il personale scolastico, gli studenti e tutors della Scuola I.T.A.S. di Codogno. www.comune.ospedalettolodigiano.lo.it Visitate il sito di Ospedaletto: troverete informazioni preziose. Alcune pagine sono ancora incomplete, stiamo lavorando per caricare nuovi contenuti utili a tutti i cittadini OTTOBRE 2007 6 manifestazioni Triangolare di calcio Lo sport per ricordare gli amici scomparsi L a Nuova Gloria ha ben ingranato nel campionato di terza categoria, ma non dimentica gli amici scomparsi. Domenica 21 ottobre il centro sportivo rimesso a nuovo ha ospitato la quarta edizione del Torneo triangolare di calcio intitolato alla memoria di Giuseppe Bignami, Evandro Pagani e Carlo Garioni. Tutta la giornata è stata un festa del calcio ospedalettese. Al mattino la squadra ha partecipato alla messa celebrata dal parroco don Antonio Peviani, a cui è seguita la benedizione del nuovo gonfalone; quindi alle 14.30 è iniziato il triangolare, che ha visto la partecipazione delle formazioni dell’ASD Nuova Gloria, Polisportiva Gloria e Oratorio San Colombano. Tre le gare disputate, di tre tempi di 45 minuti ciascuno. Ecco i risultati: Polisportiva Gloria – San Colombano 0 – 0; Nuova Gloria – San Colombano 2 – 0; Nuova Gloria – Polisportiva Gloria 1 – 1. Dopo i calci di rigore, per differenza reti è risultata vincitrice del 4° Trofeo a.m. di Bignami – Pagani – Garioni la ASD Nuova Gloria, seconda la Polisportiva Gloria, terzo l’Oratorio San Colombano. I premi sono stati consegnati dai famigliari degli amici scomparsi, salutati da un lungo applauso. Molti i tifosi che non hanno voluto mancare all’appuntamento, fra i quali il sindaco Eugenio Ferioli, che ha ricordato le figure indimenticabili dei tre amici. «Bignami è stato il direttore sportivo degli anni ’70 / ’80, appassionato e competente; Pagani era un grande amico, ex calciatore e dirigente, un vero esempio come uomo e sportivo per i giovani; Garioni è stato il sostenitore numero uno del Gloria, una persona gioviale e generosa. Li abbiamo ricordati disputando partite ben giocate, con tanto pubblico, e vorrei che il calcio fosse sempre così, uno sport sano e divertente che ci permette di ritrovarci in amicizia attorno ai nostri colori. Un grosso grazie quindi ai dirigenti della Nuova Gloria, che hanno organizzato il torneo fra mille impegni ed ai giocatori, che hanno onorato la manifestazione». OTTOBRE 2007 7 manifestazioni Orizzonti di …nuova gloria La Nuova Gloria vuole recitare un ruolo di primo piano nel campionato. Il presidente in pectore Fabrizio Tasca è concreto e con i piedi ben piantati per terra. «Abbiamo lavorato molto ed alla fine siamo riusciti ad allestire un buon gruppo guidato da un tecnico di esperienza e sperimentato, per cui intendiamo concorrere per i primi posti, così da giocarcela fino in fondo. Dopo le prime partite ci troviamo in un’ottima posizione di classifica e speriamo di continuare così». Dario Moiraghi da Orio Litta è alla guida della squadra e, visto come si è partiti, coltiva ambizioni legittime. «Se devo tracciare un primo parziale bilancio dico che è ottimo, ma poteva essere ancora migliore. Finora abbiamo dimostrato di essere una squadra da trasferta, visto che in casa non abbiamo ancora vinto. Tre vittorie, un pari ed una sconfitta ci hanno posizionati dietro la capolista Brembio, che io reputo squadra da primato indiscusso. Ma il torneo è lungo e noi abbiamo margini di miglioramento, specie se William Lombino continuerà a metterla dentro». Il sindaco Eugenio Ferioli traccia un quadro degli interventi fatti per il centro sportivo. «Abbiamo dato in gestione all’ASD Nuova Gloria il campo sportivo fino a tutto giugno 2008. Vedo che c’è voglia di far bene ed entusiasmo, per cui cercheremo di migliorare ancora le strutture. Certo se arrivassero contributi da aziende private o enti, allora potremmo veramente fare il salto di qualità ristrutturando anche gli spogliatoi, ormai vecchi ed insufficienti. Intanto abbiamo rimesso a posto la zona esterna, anche grazie al lavoro di volontari e della società». Il momento della premiazione delle squadre che hanno preso parte al Triangolare LA “PRO LOCO OSPEDALETTESE” ORGANIZZA GITA A: DOLCE NATALE ALL’ISOLA DELLE FIABE MONACO - 15 / 16 Dicembre 2007 Sabato 15 Dicembre 2007: Ritrovo in Piazza Roma e partenza per raggiungere il castello di Neuschwanstein, il più famoso dei castelli di Re Ludwig. È il “castello da favola” che ogni anno attira un milione di visitatori e che è rappresentato in innumerevoli illustrazioni. L’hanno persino copiato a “Disneyland”! Pranzo libero. Nel pomeriggio arrivo a Monaco, visita al caratteristico e animatissimo Viktualienmarkt dove è possibile degustare ogni leccornia e tempo a disposizione per visite di interesse individuale o per curiosare tra le bancarelle del Mercatino di Natale. Cena e pernottamento a Monaco. Domenica 16 Dicembre 2007: Prima colazione in hotel. Visita al santuario di Altotting e dei relativi mercatini (aperti dalle 11 alle 20,00). Pranzo libero. Nel pomeriggio partenza per il rientro alla sede di partenza con arrivo previsto in tarda serata. QUOTA DI PARTECIPAZIONE: euro 155,00 Supplemento singola: euro 23,00 LA QUOTA COMPRENDE: - Il viaggio in pullman GT - La sistemazione in hotel 3 stelle, in camere doppie con servizi - Il trattamento di cena, pernottamento e colazione in Hotel - Bevande ai pasti. - Entrata al castello di Neuschwanstein. - Assicurazione sanitaria/bagaglio. LA QUOTA NON COMPRENDE: Mance, gli extra di carattere personale e tutto quanto non espressamente indicato alla voce “La quota comprende”. PER ULTERIORI INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI CONTATTARE: Pagani diego tel. 392/6510648 Al momento dell’iscrizione dovrà essere versata una quota di partecipazione pari a euro 55,00 a titolo di caparra (la quale non verrà restituita in caso di un’eventuale disdetta) Grazie dall’Orio Bike Sabato 6 ottobre e Domenica 14 ottobre il paese di Ospedaletto ha visto il passaggio di due manifestazioni ciclistiche organizzate a Orio Litta dal GC Orio Bike. Il presidente Pierluigi Cappelletti ringrazia l’amministrazione comunale per la collaborazione prestata ed in particolare il sindaco Eugenio Ferioli. Un grosso grazie per l’impeccabile servizio del Gruppo di Protezione Civile coordinato da Zilioli, che ha garantito la messa in sicurezza sia del percorso cittadino della ciclo turistica “Sulle orme dei pellegrini della Via Francigena” ( 50 partecipanti fra cui un non vedente), sia della “ Oreum Bike pro Missioni”, 153 partecipanti, una gara di mountain bike che da 16 anni si corre a scopo benefico per sostenere le missioni lodigiane nel mondo. «Sono transitati da Ospedaletto oltre 200 ciclisti e sono rimasti meravigliati nel vedere gli uomini della protezione civile posizionati al meglio a coprire tutti i punti critici, ha detto Cappelletti. Non ho parole per ringraziare a nome di tutti, perché anche Ospedaletto può dire di aver sostenuto il vero ciclismo, quello che non dimentica la solidarietà». OTTOBRE 2007 8 manifestazioni Due giorni insieme Giallo. Il colore che ha invaso le vie di Ospedaletto sabato 29 settembre per l’edizione 2007 di “Puliamo il Mondo”: gialle infatti erano le pettorine dei bambini, numerosi anche quest’anno, che assieme ai genitori hanno dato un bell’esempio di senso civico, ripulendo parchi, giardini e strade dai rifiuti. Un sano momento di divertimento e di impegno per tenere pulito il paese. Non sono mancati i rifiuti ingombranti come dimostrano le immagini, purtroppo un bottino piuttosto importante anche per quest’anno, speriamo che le cose possano migliorare in futuro. Un garzie a tutti i bambini e ai loro genitori per la partecipazione. Arancione. Il colore degli aquiloni che volavano nel cielo del centro sportivo di Ospedaletto. Sempre sabato 29 settembre, il pomeriggio, si è tenuta la doppia manifestazione di “Aquilonando” e “Pierin pescatore”: la prima un laboratorio pratico di costruzione di aquiloni (che volano davvero, ve lo possiamo assicurare) dove i ragazzi guidati da due insegnanti dell’associazione Alba Vita di Padova si sono cimentati nella costruzione di un aquilone che poi hanno fatto volare nel campo sportivo e portato a casa come ricordo dell’esperienza; la seconda una manifestazione di pesca sportiva (i pesci pescati sono stati rimessi in libertà) che ha visto la partecipazione dei ragazzi accompagnati da un adulto cimentarsi nell’appassionante hobby sportivo della pesca. L’associazione pescatori 3 Colli di Somaglia si è impgnatata nella fornitura dell’attrezzatura di pesca e negli interventi di emergenza sulle montature delle canne. Non è mancato anche un’interessante momento introduttivo dove sono state illustrate ai ragazzi le diverse attrezzature di pesca e lo spirito ambientalista che anima il pescatore appassionato. Non poteva mancare l’abbondante rinfresco offerto a tutti i partecipanti, nella splendida cornice del centro sportivo riqualificato da alcuni interventi di recupero e dall’impegno nella pulizia e tenuta in ordine ad opera della società sportiva Nuova Gloria che vi ha la propria sede. Ricordo. La “Due giorni” è proseguita domenica 30 settembre con la festa dei nonni: la mattina alle 10.30 è stata celebrata la S. Messa in ricordo di tutti i nonni defunti con la consegna di un ricordo ai nonni presenti: un angelo e una preghiera per dire grazie a queste splendide figure sempre disponibili e pazienti con i loro nipoti e figli. Il pomeriggio si è concluso con la rappresentazione teatrale ad opera delle scuole elementari e dell’infanzia presso l’auditorium, che ha visto alternarsi balli, recitazioni, sfilate in abiti d’epoca e per finire l’album fotografico dei nonni. Guida artistica dell’evento, l’ormai famoso Vittorio aiutato dalle insegnati delle scuole. Una partecipazione da record come da record è stato il consueto rinfresco con la “torta della nonna”. Un arrivederci alla prossima edizione. OTTOBRE 2007 9 manifestazioni OTTOBRE 2007 10 c’era una volta... Vittorio Lampugnani, ricordi di guerra e spirito di amicizia N on conoscevo Vittorio Lampugnani, e prima di bussare alla sua porta ho chiesto qualche informazione sul carattere dell’uomo, tanto per sapermi orientare. Poi, come spesso mi è successo da quando incontro e intervisto gli anziani di Ospedaletto, ho scoperto che la “chiave” che mi può aprire le porte dei loro ricordi la possiedo già. Lampugnani quando ha sentito come mi chiamo mi ha aperto subito la porta, sorridente e accogliente, perché è da anni amico di mio papà e ricevermi è stato per lui un vero piacere. Classe 1917, Vittorio è un novantenne tutto d’un pezzo che crede nell’amicizia e che ha vissuto l’esperienza della guerra al fronte, in prima linea. Proprio dai ricordi di guerra, come spesso succede coi più anziani, inizia la lunga chiacchierata, interrotta poco prima delle 12.30 per forza di cose, dal mio tempo sempre tiranno. «Sono partito da casa il 23 maggio del 1938 per andare a militare, comincia Vittorio con memoria di ferro, e “son gnud a cà pu”. Francia, Sicilia, Bari, Albania, Macedonia: ero aggregato al 3° Alpini, un reggimento che in Grecia è stato massacrato. Fra i pochi a salvarmi, sono stato mandato a Tirana. Pensa che in Albania avevamo solo cinque carri armati del Duce, li chiamavamo “Balilla” perché sembravano giocattoli, “ i ‘ndèvu pu!”. In guerra ho fatto di tutto, dall’infermiere al seppellitore, ho anche un croce al merito». Lampugnani mi mostra l’onorificenza e torna a raccontare. «Da Tirana sono andato al Lago di Pogravic, poi dalla Macedonia a Verona a portare una cassa di documenti del comando proprio il giorno in cui hanno ucciso il Duce. Mi hanno mandato a Roma, ed ho assistito al più grande bombardamento della città. Era nascosto con sette donne e tre uomini nella cantina di un palazzo, poi quando è scoppiato un incendio, ho rotto la finestrella ed ho spinto fuori tutti, fra cui quelli che se l’erano fatta addosso dalla paura. Sono stato inviato ancora a Dulcigno, fra Durazzo e Fiume, quando i tedeschi avevano sequestrato tutti: io mi sono nascosto per cinque giorni sotto le fascine. Poi ho lavorato nelle saline guadagnando 15 mila lire albanesi e con sette mila lire mi sono fatto dare un passaggio in barca fino a Zara, per tornare a casa. “Ghevi una famm… Cul vestid tut rut” sono arrivato in città ed un uomo mi ha invitato a casa sua e mi ha dato da mangiare». Finita la guerra, Vittorio Lampugnani da Cassano d’Adda si è sposato con l’ospedalettese Maria Gobbi ed è diventato cittadino di Ospedaletto al cento per cento. «Avevo solo sette mila lire e la stanza costava tre mila lire, così i miei amici mi hanno regalato chi il vino, chi la roba da mangiare». Lampugnani ha fatto il paisàn. «Ho avuto la fortuna di avere “fitauli” dal cuore d’oro. Per guadagnare qualcosa facevo le urgenze a Senna: con Castoldi e col siur Natalino Griffini, correvo a uccidere le vacche, andavo in giro a uccidere i maiali per arrotondare. Lavoravo la terra a mezzadria al Torch insieme ai Campagnoli». Il papà di Vittorio invece faceva il deviatore dei treni: prima a Treviglio, poi a Lodi, Casale e Ospedaletto. Ricorda il nostro baldo novantenne che quella era l’epoca d’oro della ferrovia. «Dalla stazione di Ospedaletto passavano fino a 40 treni merci al giorno e oltre 30 treni passeggeri». Infine, la svolta. «Sono andato a lavorare a Milano come garzone di salumiere, poi ho rilevato il negozio di via Piacenza. E’ stata la mia fortuna, tanto che sono riuscito a comprare casa a Milano». Oggi Vittorio Lampugnani è uomo dignitoso e cordiale, ha una casa molto ben tenuta e direi anche signorile, acquistata con il lavoro. Ultimamente ha avuto problemi di salute anche seri che si sono protratti a lungo, ma il suo spirito è forte e saldo. E’ tardi per me, lo sto salutando, e quasi per scusarmi, gli prometto che tornerò a trovarlo magari portando mio papà. «Bene , bene, vi aspetto, venite giovedì che faccio la trippa, so che a tuo papà piace tanto» mi dice col suo sorriso aperto. E’ proprio vero: mio papà ha un debole per la trippa. E la fortuna di avere tanti amici ad Ospedaletto, come ad esempio Vittorio. plc OTTOBRE 2007 11 imprese locali Copi s.r.l. di Franchi mi chiamavano il “parilein” L a presentazione di una ditta ospedalettese ci porta questa volta a conoscere quello che si potrebbe tranquillamente definire “un uomo che si è fatto da sé”. Carlo Franchi, se ne avesse avuto l’occasione, avrebbe potuto emigrare in America e, state certi, sarebbe certo diventato un “self made man”, modello di come, in quel grande Paese, tutti quelli che ne hanno i numeri possono “far fortuna”. La storia di Carlo Pasqualino Franchi, che incontriamo al termine di una lunga giornata di lavoro in campagna, è un vero film neorealista. Basta osservare la fotografia che lo ritrae a spingere l’aratro trainato da una coppia di buoi, per rendersene conto. Oppure, guardarlo sorridente su uno dei suoi camion carichi di “bici”, pronti a partire per i mercati emiliani. Il nostro personaggio è originario di Piacenza, come suo papà Aldo e mamma Desolina Minetti. «Da giovane quando sono venuto di qua dal Po avevo una moto Parilla, così hanno cominciato a chiamarmi “parilein”». E’ stanco Carlo, la cervicale gli segnala che domani pioverà, ma gli occhi vivaci si accendono quando lo invitiamo a scorrere le pagine della sua giovinezza, toccando quadri di vita vissuta che oggi sembrano preistoria. «Nel 1949 avevo 14 anni e facevo il garzone in una stalla a Santimento, dormivo fra le balle di paglia con fascine di melga come soffitto, come un cane nella cuccia, lavoravo facendo luce con una pila che tenevo in bocca. Ero vicino al cimitero e quando portarono nella camera mortuaria una donna annegata in Po, passai la notte in bianco per la paura. Avevo scarpe troppo lunghe, così mettevo la bambagia in punta per poterle calzare». L’anno dopo Franchi è già nel Lodigiano. «Al Botterone roncavo le radici dei pioppeti con la zappa, insieme a mio zio Pellegri, che aveva un mulo ed un’asina. Poi andai in campagna al Castellario di Senna da Grassi, mentre mio papà faceva al bergamìn con mio fratello Bruno». Intanto la famiglia mandava avanti 90 pertiche di un terreno preso in affitto e allevava cinque mucche. La vita da contadino del “parilein” ha una svolta quando compra la macchina per tagliare la legna. «Nel 1953 a Parma comprai con le cambiali una mobilsega usata, la prima qui in zona, poi anche una mietitrebbia usata. Erano lavori stagionali, andavo con la Cooperativa di Senna di Grossi Nucent a tagliare i boschi con scure e resgòn». Ormai la strada era tracciata, i boschi diventano la sua fortuna. Carlo Pasqualino rinunciava alle feste per mettere qualcosa in tasca e intanto comprava i pioppi delle ripe, li abbatteva e andava a Cento di Ferrara a venderli al mercato. «Ero giovane del mestiere e spesso mi toccava prendere quello che mi davano». Ma tutto serve e l’esperienza cresce. Nasce una società di abbattitori con “al Magnàn e al Gianòn”, poi Franchi va avanti da solo insieme al fratello, fino agli anni Settanta, quando i due amichevolmente si dividono. Il commercio dei pioppi prosegue molto bene. “Al parilein” compra prima un camion usato, poi altri due. Nel 1961 si sposa con Luisa Clerici e viene ad abitare a Ospedaletto, dapprima in affitto poi nella casa attuale. E’ ormai storia recente, un’escalation lavorativa che porta Carlo Franchi a fare affari su affari, sempre grazie ad un fiuto commerciale non comune ed un’attività instancabile. Per vent’anni la Società Copi s.r.l. è gestita da Franchi e Sbarufati, poi alla morte del socio, entra il genero Daniele Grassi. Ancor oggi, a 72 anni, “al parilein” guida personalmente le sue due mietitrebbie da mattina a sera. La terra ed i boschi sono la sua casa, gli affari il suo passatempo preferito. Unica concessione: il ballo liscio, una valvola di sfogo di cui non sa fare a meno. Grazie alla collaborazione di tutta la famiglia, l’azienda è oggi leader del mercato nel commercio dei pioppi. Con Carlo Franchi lavorano le figlie Giovanna in amministrazione ed il marito Daniele Grassi nel commercio, Ornella con il marito Tiziano Tedeschi nell’azienda agricola; mentre Romina ha preferito mettersi in proprio nell’attività di estetista. La moglie di Carlo, la signora Luisa, per non essere da meno è addetta alla vendita dell’ottimo riso prodotto nelle aziende di Ospedaletto e di Pavia. In azienda lavorano anche quattro dipendenti: due in campagna e due come autisti. «La mia vita non è ancora cambiata, dice Carlo, è sempre la stessa, attiva e onesta come all’inizio». E forse è proprio questo il segreto del suo successo. Pierluigi Cappelletti 1953, Carlo Franchi al lavoro con i buoi OTTOBRE 2007 12 l’intervista Don Antonio Peviani «Cerco di essere il parroco di tutti» D on Antonio Peviani è da un anno il nuovo parroco di Ospedaletto. Lo abbiamo incontrato in uno dei suoi rari momenti di pausa e gli abbiamo posto alcune domande... Quale primo parziale bilancio ci può fare, tenendo presente che è alla sua prima esperienza parrocchiale? «Ci sono due aspetti presenti come esigenza interiore nella relazione col Signore e con la nuova comunità affidatami: un desiderio di maggior radicalità nel seguire il Signore; e una quotidiana richiesta di saper amare questo popolo con il cuore del Buon Pastore. Prende ora maggiormente forza il bisogno di dedicare più spazio alla preghiera di intercessione quotidiana per la gente a me affidata, una preghiera che come parroco sto certamente cambiando. Mi ritrovo spesso, dopo aver ascoltato un problema, dopo essere sollecitato di un parere o aver accostato una sofferenza, a pregare prima di fare. Ho l’impressione certa che il Signore ascolti, non tanto perchè esaurisce all’istante una richiesta o un invito ad aiutarmi nella chiarezza e nell’equilibrio degli interventi, quanto perché Lui stesso mi dona la percezione di essere un semplice strumento nelle sue mani ed è già una grazia che io non mi frapponga alla sua opera, ma la assecondi. Accanto a questo aggiungo la fatica di ogni parroco nuovo nel mettersi in gioco con nuove relazioni ed entrare nei vissuti della gente, per questo ho imparato che ci vuole molta pazienza. Come Parroco, sento ancora più forte il desiderio di imitare Gesù nell’andar incontro alla gente, nel fare il primo passo. Mi sono accorto che c’è il rischio, per il ruolo che si ricopre, che accada il contrario. “Cerca di essere il parroco di tutti”: era questo l’invito che mi è stato rivolto il giorno del mio ingresso. Credo sia un buon programma, che vorrei continuare a seguire, cercando però di essere il parroco anche di me stesso, perché anch’io sono membro di questo gregge». Quale pastorale è stata elaborata per la comunità? «Siamo chiamati a costruire una parrocchia fraterna, fatta di tanti laici corresponsabili e appassionati che sappiano vivere la sequela di Gesù dentro una forte appartenenza ecclesiale. La nostra persona ha ritrovato la sua bellezza, ma infinitamente più vivo e bello deve essere il “tempo vivo”, tanto più vivo e tanto più bello quanto più ci sono uomini e donne che si lasciano guidare dal Vangelo. E non importa il posto che tu occupi, importa sentirsi “pietra viva”, umile eppure preziosa, che sostiene le altre e che si sostiene sulla pietra angolare che è Cristo. Di solito poi, le pietre nascoste agli occhi, quelle che non si vedono, sono le pietre “fondamentali”. Il Signore ci dia la fierezza e la gioia di sentirci persona così». L’oratorio è ancora un luogo frequentato e vivo? «Mi piace pensare l’oratorio come crocevia, posto tra le case e la persona, luogo capace di interessare la vita: per questo ha la capacità di essere crocevia come la strada, ma nello stesso tempo è attirato verso le risposte fondamentali della vita, come fa la persona. È il luogo in cui si può guardare la vita al rallentatore tutto il giorno. L’oratorio mi piacerebbe che fosse posto nelle condizioni di essere crocevia di giovani che nella vita quotidiana cercano un senso per la loro vita, uno spazio in cui sentirsi protagonisti capaci di dialogo, per proporre idee e accogliere valori, ricercatori di Dio attenti a percepire i percorsi necessari per incontrarLo, desiderosi di offrire energie e di impegnarle per gli altri. L’oratorio insomma come luogo educativo che interpreta la vita del ragazzo e la orienta alla vita di credente». L’anno pastorale e catechistico è appena iniziato: quali le linee seguite? «C’è un intreccio sempre sentito e mai di facile realizzazione tra la vita delle famiglie e i percorsi educativi della parrocchia. La parrocchia trova nel legame con i genitori e le famiglie il suo fondamento e OTTOBRE 2007 13 l’intervista la sua stessa natura. Più questo legame è stretto, più c’è un’identità di prospettiva, più si riesce a creare quel clima che favorisce certamente lo sviluppo armonico dei ragazzi; più c’è diversità di vedute, o talvolta anche il sorgere di pregiudizi, e certamente questo non favorisce la collaborazione». A Ospedaletto ci sono tante associazioni che perseguono la carità. «Sono certamente ricchezza per tutta la comunità, perché ne esprimono il volto caritativo. L’intento sarà quello di creare ancora di più stima e collaborazione, per- ché questo non potrà che favorire l ‘attenzione verso gli ultimi». Il paese ha una chiesa storica e ricca d’arte, ed un santuario molto venerato. «Grazie alla determinazione ed al coraggio di don Mauro la chiesa è un vero gioiello, spesso inserita nel circuito artistico provinciale. Il santuario della Madonna delle Grazie o del Fontanone è una realtà molto sentita e di grande devozione popolare, meta anche di pellegrinaggi. Devo ricordare qui il grande e generoso lavoro dei volontari che tengono in ordine il luogo e la chiesa». Nel ringraziarla per la disponibilità, vorrei chiederle se c’è qualcosa che il parroco vuole dire da queste pagine ai cittadini di Ospedaletto. «Ringrazio intanto per l’occasione che mi è stata data. Nutro molta stima e fiducia verso chi sta compiendo un servizio per la comunità. Paolo VI diceva che la più alta forma di carità è nel servizio politico, nel dedicare tempo ed energie per il bene comune. Io credo che, specie nell’attuale contesto generale di sfiducia, sia un segno di speranza vedere che ci sono persone che si danno da fare per gli altri tenendo al primo posto i valori in cui crediamo». Plc Ospedaletto varca il confine Il folto gruppo di Ospedaletto durante la gita pellegrinaggio in Slovenia, tenutasi a fine agosto, accompagnati da Don Antonio. Ecco le città visitate dai nostri concittadini: Lubiana, Nova Mesto, Sofia Loca, Maribor e infine le famose grotte di Postumia fuori dalle mura Sulle orme di San Francesco Dal 20 al 23 luglio il gruppo famiglia di Ospedaletto, con Don Antonio, ha trascorso una piacevole e intensa esperienza di comunità e fede nelle terre di San Francesco d’Assisi OTTOBRE 2007 14 ambiente e territorio PO, il grande fiume da valorizzare A Lodi si è tenuto a fine settembre un importante convegno sul tema del rilancio e della valorizzazione del Po. La Provincia ha presentato sette priorità per il tratto lodigiano, sette indirizzi uno più bello dell’altro. Ma a pochi giorni di distanza dal revival del ruolo del fiume Po nella nostra Bassa e in tutta la Pianura Padana, sono successi fatti da me già adombrati sulla stampa. Io parlavo di due aspetti senza i quali è inutile e demagogico continuare a parlare di rilancio. Poco dopo, ecco scoppiare “rifiutopoli”. A mio parere, le proposte emerse non erano nuove ma, soprattutto, arrivavano in ritardo. Mi è sempre piaciuto spendere tempo in golena e lungo il Po; posso dire di conoscere il fiume, ma soprattutto l’ambiente che il Po ha creato nel suo inizio di corso bassaiolo, cioè da Orio Litta, dove riceve i veleni lambrani, fino a Somaglia. Nella zona, in questi ultimissimi anni il padre della pianura ha subito una serie di veri e propri attentati ecologici, non solo impuniti, ma legalizzati. Invito chi ha tenuto le fila del convegno ad imboccare l’argine al Ponte di Mariotto, laddove inizia il Lodigiano e l’itinerario lombardo della Via Francigena, per accorgersene. Il laghetto degli storioni fantasma Il Lambro, che in territorio oriese sfocia nel Po, è costeggiato da un’ampia camionale: il massimo della comodità per i cavatori, ma un gran brutto vedere per tutti noi e per ipotetici turisti; la golena di pioppeti che fino a pochi anni fa nascondeva questa autostrada non esiste più; gli alberi che i pellegrini francigeni fotografavano nel 1997 mentre scendevano diretti a Orio sono scomparsi; la cava Forca di Orio Litta, poeticamente denominata “laghetto degli storioni fantasma” (l’aggettivo è mio) è cresciuta a dismisura, snaturando completamente tutta quella grossa parte di bassura e provocando brividi alla gente, tutte le volte che il fiume esonda. La verde foce del Lambro, da due decenni annualmente visitata da scolaresche brianzole in gita didattica, è stata snaturata: le maestre si sono meravigliate nel vedere come i luoghi sono mutati, perdendo la loro peculiarità. Nei pressi della colonna francigena, un rudere di chalet in legno giace semi distrutto da anni. Cento metri più avanti, a Corte S. Andrea XXXIX sub mansio sulla Via Francigena, l’ attracco di Sigerico ha una piccola piattaforma oramai insufficiente, non esiste un traghetto lodigiano attivo e, nei pressi, un’ampia cava denominata “bonifica” “ l’è cume al Dom ad Milan”: non finisce mai, continua all’infinito. E con quali danni al fiume avete potuto leggere sulla stampa... Eppure, notando sbucare da dietro l’argine il campanile di Corte, con le sue campane rimesse a nuovo, un moto di speranza e di pace inonda il cuore. Pedalando lungo la costa del Po in questo autunno da cartolina, possiamo godere di paesaggi stile “Everglades” : sentieri immersi nella verdissima foresta di salici avviluppati dalle piante rampicanti, talmente fitti da creare una vera giungla; stradine bianche costeggianti il fiume, altre che si immergono in golena verso orizzonti che paiono non finire mai. Si sbuca al Gargatano di Somaglia e … troviamo ruderi di un’ attività estrattiva vecchia di decenni: archeologia industriale? Chiudiamo gli occhi, facciamo finta di niente e costeggiamo fino a Valloria, poi risaliamo l’argine: una giovane coppia cammina spingendo il passeggino e guardando il Po. Sembra di toccare il cielo. Scendiamo sulla strada bianca ed una cascina agriturismo offre un quadro di vita rurale che è una vera pagina di storia. Il Po lodigiano ci riserva ancora queste perle, ma fino a quando? Chi arriva dalle città, trova l’argine e il fiume, l’orizzonte azzurro venato dalla linea degli Appennini piacentini, la tranquillità, luoghi di frontiera ricchi di storia e buoni piatti da gustare. Ma a lungo andare, se non si pone rimedio urgente alle “macchie nere” autorizzate un po’ dappertutto, anche quei pochi innamorati di ruralità sceglieranno altri lidi. Mi sento di invitare quindi chi ha le competenze per farlo e ricopre ruoli istituzionali, a mettere in agenda un forte progetto di recupero dell’ ambiente naturale tipico, per ricreare i pioppeti in golena e piantumare alberi autoctoni lungo i sentieri; ma pure, controlli accurati delle attività in essere lungo i fiumi. Si possono avviare percorsi ed itinerari ciclistici e naturalistici non sulla carta ma coinvolgendo le associazioni locali, che meglio di tutti gli esperti conoscono i posti, li amano e sanno com’erano prima. Ombre minacciano la Bassa Ma non dimentichiamo, scrivevo ai primi di ottobre, che ombre inquietanti minacciano la Bassa ed il lungo Po, dove incombono milioni di metri cubi di rifiuti industriali presso Bellaguarda: come si fa a parlare di rilancio se non si riesce a difendere questa terra da progetti calati dall’alto, sprezzanti della nostra storia rurale? Ora, dopo la minaccia di Bellaguarda, ecco a metà ottobre la realtà incredibile di “rifiutopoli”. Cosa resta allora agli onesti, a noi cittadini che vorremmo solo poter vivere in un territorio sano e salubre come quello lascito in eredità dai nostri padri? Resta la speranza di una politica e di un amministrare che mette al primo posto i valori e che sia seriamente rispettoso delle tradizioni economiche e culturali, paesaggistiche e ambientali locali: solamente così si può riuscire nell’impresa di rilanciare un territorio ed un’area fluviale che, dopo aver tracciato per secoli la nostra storia e geografia, nel Lodigiano sta snaturandosi sempre più, forse, ma credo non ancora, irrimediabilmente. Plc OTTOBRE 2007 15 vita in comune Il Segretario comunale PROGETTO SCREENING CA COLON-RETTO lascia il suo incarico I l Dott. Carlo Lopedote, segretario e direttore generale del Comune di Ospedaletto Lodigiano dal gennaio 2004, ha presentato le proprie dimissioni e ha terminato il rapporto di lavoro il 31 Ottobre 2007. Ha scelto di continuare l’attività lavorativa presso i Comuni di Dresano e Colturano, in Provincia di Milano, comuni con un numero superiore di abitanti rispetto al nostro e utili quindi alla carriera del funzionario pubblico. Durante la seduta del Consiglio Comunale del 29 Ottobre, il segretario ha voluto esprimere il suo apprezzamento per il Comune di Ospedaletto Lodigiano e, oltre al ringraziamento rivolto ai dipendenti comunali, ha voluto ringraziare tutti i consiglieri per la reciproca collaborazione e il rispetto che in questi anni non è mai mancato. Soffermandosi sui rapporti particolari intrattenuti con il consigliere De Carli per il giusto scambio di vedute intervenute in questi anni e con il Vice Sindaco Giannelli per la particolare collaborazione ricevuta, il Dott. Lopedote ha ringraziato anche l’ex Sindaco Gianfranco Montanari che lo nominò e l’attuale Sindaco Eugenio Ferioli che lo ebbe a riconfermare nel Giugno del 2004 nonostante il cambio di amministrazione, sottolineando come il segretario comunale debba essere giustamente visto come garante della legalità e responsabile organizzativo del Comune e non come componente politico delle giunte in carica. Al Dott. Carlo Lopedote vanno i ringraziamenti di tutti noi per il proficuo lavoro prestato a favore del Comune e della cittadinanza in generale. La sua correttezza e la sua professionalità lo porteranno certamente lontano, ma è comunque nostro dovere augurargli ogni bene e una carriera davvero unica, di raggiungere gli obiettivi che si è prefissato, ma anche di trovare cordialità, correttezza e rispetto che stanno alla base di qualsiasi rapporto umano e quelle soddisfazioni che nel nostro piccolo Comune speriamo veramente di avergli dato. Eugenio Ferioli Ospedaletto è capofila, per il Circolo Didattico di Somaglia O spedaletto è comune capofila, per il Circolo Didattico di Somaglia, nel progetto del Ministero di Solidarietà Sociale. Sono cinque i comuni interessati dal bando per favorire l’inclusione di migranti e di loro famigliari nel contesto sociale dei nostri paesi: San Rocco al Porto, Guardamiglio, Orio Litta, Somaglia e Ospedaletto. Nella compilazione del progetto, grazie al lavoro dei nostri uffici ragioneria e segreteria, il comune ha dimostrato di non perdere tempo e di essere in grado di fare da capofila nella prassi tecnica predisposta. Il progetto, portato avanti dalla Cooperativa Emmanuele di Casalpusterlengo, prevede aree d’intervento per la seconda generazione e per le famiglie degli extracomunitari. Le attività proposte saranno varie e coinvolgeranno, oltre alle scuole, tutta la cittadinanza. L’azienda ospedaliera della provincia di Lodi, nell’ambito di un più vasto progetto nazionale, volto alla prevenzione di patologie tumorale, ha individuato nella popolazione a rischio del comune di Ospedaletto Lodigiano 443 cittadini a cui recapitare un invito per sottoporsi allo SCREENING CA COLON-RETTO Il luogo della convocazione è l’ambulatorio comunale di Via 25 Aprile, 5 i giorni sono i seguenti: Venerdì 30 novembre - 9/11 Martedì 4 dicembre - 9/11 Giovedì 6 dicembre - 9/11 maggiori informazioni saranno date sulle lettere di convocazione Cinque per mille 2006 3.000 euro a Ospedaletto Nelle dichiarazioni dei redditi 2006 relative all’anno 2005 (modello Unico, 730, modello CUD) ogni cittadino aveva la possibilità di devolvere il cinque per mille della propria irpef a favore di associazioni di volontariato, istituzioni per la ricerca sanitaria, istituzioni per la ricerca scientifica, per le attività sociali svolte dai Comuni. Sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono stati pubblicati gli elenchi e le cifre delle scelte operate dai contribuenti. Dall’elenco risulta che 154 contribuenti hanno optato affinché il cinque per mille delle loro imposte venisse versato a favore del Comune di Ospedaletto Lodigiano da utilizzarsi per scopi sociali e la somma ammonta complessivamente ad euro 2.949,81. Un ringraziamento è d’obbligo, sarà premura dell’Amministrazione Comunale riferire le modalità di utilizzo una volta incamerata la somma spettante. Già perché a distanza di un anno, siamo riusciti solo a conoscere la cifra, ma non abbiamo notizie circa il versamento della somma nelle casse comunali, probabilmente dovremo aspettare la spartizione del prossimo “tesoretto”.