ANNO IV - N.12 - OTTOBRE 2007
...meglio
gli aquiloni
Discarica di rifiuti a Senna Lodigiana
Ospedaletto dice NO !
C
oncittadini, nel mese di luglio del corrente anno
abbiamo avuto notizia che la società C.R.E. Srl con
sede in Arcore (Mi) Via Forlanini n. 52, ha presentato
presso la Regione Lombardia una richiesta per la
realizzazione di una discarica controllata per rifiuti non
pericolosi nel Comune di Senna Lodigiana, nelle vicinanze
della cascina Bellaguarda, in prossimità del fiume Po.
La discarica progettata ha una capacità complessiva
di 2.708.500 mc suddivisi in tre vasche:
• vasca A - rifiuti inerti – 255.000 mc
• vasca B - rifiuti non pericolosi
inorganici - 1.803.400 mc
• vasca C - rifiuti non pericolosi inorganici
e organici - 650.100 mc
I tempi di conferimento sono stati indicati in nove anni
corrispondenti a 1.244mc/giorno cioè circa 300.000mc/
anno.
L’area interessata al progetto occupa una superficie
totale di 391.300 mq ed insiste su un’area ricadente in
un ambito estrattivo individuato dal Piano Cave della
Provincia di Lodi destinato al soddisfacimento dei bisogni
straordinari di materiali inerti sabbiosi per la realizzazione
di opere pubbliche.
Tale notizia ha sollevato immediatamente una presa
di posizione dell’Amministrazione Comunale di Senna
Lodigiana, e successivamente del Comune di Somaglia,
per dire NO alla discarica.
Anche i cittadini si sono mossi costituendo un comitato
OTTOBRE 2007
2
editoriale
per organizzare iniziative contro
il rilascio delle autorizzazioni
necessarie all’insediamento
della discarica.
L’Amministrazione Comunale
di Ospedaletto Lodigiano non
è stata solo a guardare e nella
seduta del 24 Settembre 2007,
dopo una sana discussione
dell’argomento, ha approvato
con voti unanimi un ordine del
giorno congiunto deliberando
“la più ferma e assoluta
contrarietà al progetto
presentato di realizzazione dell’impianto” … “di esprimere altresì,
in virtù della sua propensione alla salvaguardia del territorio, la
propria contrarietà a qualsiasi altra attività che possa alterare o
danneggiare l’equilibrio dell’ecosistema e della qualità della vita
del nostro territorio”.
Le ragioni di questo NO alla discarica, analizzate durante la
seduta, si possono così riassumere.
I sensi dela legge regionale n. 26/2003 modificata ed integrata
dalla legge regionale n. 12/2007, le Province sono tenute
ad elaborare con il concorso dei Comuni e sulla base delle
linee guida di redazione e i criteri localizzativi contenute nella
Pianificazione Regionale, i Piani Provinciali di Gestione dei Rifiuti,
relativi alla gestione dei rifiuti urbani e speciali, nella logica della
programmazione integrata dei servizi, nel rispetto dei principi
della tutela della salute individuale e collettiva e della salvaguardia
dell’ambiente.
I Piani provinciali devono essere elaborati secondo le logiche di
autosufficienza territoriale in merito allo smaltimento e recupero
dei rifiuti solidi urbani.
Il progetto presentato si colloca al di fuori da qualsiasi
pianificazione territoriale, ed è completamente estraneo ad un
processo di condivisione, concertazione e programmazione che
il territorio si è dato attraverso diversi strumenti tra cui il Piano
Territoriale di Coordinamento Provinciale e il Piano Strategico
della Provincia di Lodi.
Il Lodigiano è già duramente colpito da insediamenti nocivi per la
salute dei cittadini tanto da essere una delle Province con il più
alto tasso di malattie tumorali e la gigantesca discarica ipotizzata
verrebbe a trovarsi in una zona molto sensibile e l’impatto
sarebbe un’ulteriore aggravante ad un quadro già difficile e
compromesso.
In Provincia di Lodi è rispettato il criterio dell’autosufficienza nello
smaltimento dei rifiuti, sono presenti e attive altre discariche,
da molti anni sono conseguiti importanti risultati da tutti i
comuni con la raccolta differenziata e l’impianto ipotizzato non
servirebbe il territorio ma certamente altre province e quindi la
sua realizzazione è dettata solo ed esclusivamente da interessi
economici e vuole essere imposto ad un territorio che ne è
completamente estraneo e che non lo vuole.
Esistono poi dei criteri che escludono la localizzazione della
nuova discarica:
il luogo indicato si trova a pochissima distanza dai centri abitati e
dalle strutture scolastiche come la Scuola Materna della frazione
Mirabello di Senna Lodigiana e il polo scolastico di Somaglia,
nonché a pochissima distanza dalla discarica attiva di Coste
Numero 12 - OTTOBRE 2007
Fornaci nel Comune di Casalpusterlengo.
Bisogna anche tenere in considerazione un bene prezioso per il
nostro territorio: l’acqua.
La falda acquifera che alimenta i pozzi ad uso civile, è
sicuramente alta e troppo vicina alla base dell’impianto
progettato.
Il rischio di inquinamento sarebbe altissimo, data anche la
variabilità dell’altezza della falda e la vicinanza con il regime
idraulico del fiume Po.
L’area su cui insiste il progetto è destinata da secoli all’agricoltura,
con un esperienza e una valenza fondamentale per il territorio.
La qualità e la valenza di questo comparto, fondamentale per
l’economia lodigiana, sarebbe certamente compromessa.
Per non parlare dei tantissimi elementi di grande valore
naturalistico e ambientale presenti nella zona, come la fascia del
fiume Po, la riserva naturale Monticchie , il Plis della Guardalobbia
che risulterebbe addirittura a confine con la discarica.
Inoltre il Lodigiano in questi ultimi anni si sta rilanciando dal punto
di vista turistico e proprio in questa zona passa la Via Francigena
che conduce da Canterbury a Roma che, dopo la tappa a Corte
S. Andrea (Comune di Senna Lodigiana), percorrendo l’argine si
avvia verso Somaglia per raggiungere poi Guardamiglio.
Curioso poi lo studio presentato relativamente agli impianti:
superficiale ed incompleto. L’indicazione della direzione dei venti,
degli odori, delle concentrazioni nell’aria, ha portato i progettisti
a conclusioni sulla dispersione degli inquinanti che contrasta con
l’esperienza di chi vive nel territorio. Per ultimo ma non meno
importante la viabilità. Lo studio presentato relativamente agli
impatti viabilistici porta a conclusioni di incidenza sul traffico
locale molto pesanti. I mezzi previsti transiterebbero su strade
di calibro inadeguato, ma soprattutto attraversando centri
abitati come Ospedaletto Lodigiano, già snodo viabilistico con
elevatissimo traffico lungo la S.P. 126 e la S.S. 234, e San Martino
Pizzolano ove è stata indicata erroneamente come provinciale una
strada comunale.
Tutte le forze politiche lodigiane si sono schierate per il NO alla
discarica, il Consiglio Provinciale ha votato all’unanimità un
ordine del giorno che esprime ferma contrarietà al progetto, gli
stessi assessori regionali della Lega Nord durante una assemblea
pubblica tenutasi a Senna Lodigiana si sono dichiarati contrari.
Ma allora perché dovrebbe sussistere il problema della discarica?
L’azienda avrà sondato il terreno prima di presentare la richiesta.
Qualcuno sta forse facendo il doppio gioco?
Non abbassiamo la guardia, vigiliamo e contrastiamo tutti quei
progetti che stravolgono il nostro territorio per i soliti motivi
economici e speculativi. Tutto questo mi porta ancora una volta a
sottolineare l’importanza della raccolta differenziata dei rifiuti: più i
rifiuti vengono differenziati e più alcuni materiali vengono riciclati,
quindi meno rifiuti meno discariche.
Tutti i cittadini dovrebbero avere un occhio di riguardo sulla
produzione dei rifiuti, privilegiando quei prodotti con imballi
riciclabili ovvero con materiale di rifiuto minimo rispetto al
prodotto stesso. Ospedaletto Lodigiano ha raggiunto un buon
livello di raccolta differenziata dei rifiuti e questo proprio grazie
all’attenzione dei suoi cittadini, ma dobbiamo ancora migliorare
per ridurre al minimo il conferimento alle discariche.
Grazie per il vostro impegno e la vostra collaborazione.
Eugenio Ferioli - Sindaco
OTTOBRE 2007
3
anniversari
I Cavalieri di Vittorio Veneto
Grazie “ragazzi”
I
l 4 Novembre 1918 il Generale Diaz accettò la richiesta di armistizio da parte
dell’Austria ponendo fine al primo conflitto mondiale con l’annessione di Trento e
Trieste all’Italia. Da quel momento, per
la prima volta nella storia, l’Italia diventa
un unico stato, sovrano e indipendente.
Ogni 4 Novembre è consuetudine celebrare l’Anniversario della Vittoria, ma ricordiamoci anche che in questo giorno
ricorrono la Festa dell’Unità Nazionale e
la Festa delle Forze Armate. Ma soprattutto ricordiamoci di tutti quei ragazzi che
hanno partecipato alla guerra. Abbiamo
il dovere di non dimenticare il loro sacrificio. Ragazzi non ancora maggiorenni
chiamati alla guerra in trincea, in mezzo
al fango, sotto i colpi del mortaio, aspettando l’attacco del nemico o l’ordine di
uscire per attaccare sotto il fuoco delle
mitragliatrici. Per non parlare delle battaglie dove si combatteva all’arma bianca,
con la baionetta, faccia a faccia con il nemico, uccidere per non essere uccisi.
Chissà quali pensieri attraversarono le loro
menti, chissà quali sensazioni provarono in
quei momenti difficili.
Tutti loro ebbero la loro gioventù segnata
da una tragedia, costretti a diventare uomini prima del tempo, portandosi dentro
per tutta la vita quei momenti di violenza,
di paure, di rinunce. Alla fine della guerra
si contarono circa 600.000 morti e la stessa sorte toccò anche ad alcuni ragazzi di
Ospedaletto Lodigiano, ecco i loro nomi:
Un’immagine risalente agli anni 1930.
Sul tronco di ogni albero era stata
applicata una targa con i nomi dei caduti
Abordi Giulio, Ardemagni Enrico, Barbieri
Domenico, Bertolotti Francesco, Bottini
Luigi, Bravi Domenico, Cabrini Teodoro,
Carani Carlo, Cipolla Ettore, Feneri Paolo,
Franchi Giuseppe, Gazzola Virginio, Gioncada Ferdinando, Grossi Giuseppe, Granata Domenico, Granata Francesco, Landi
Angelo, Landi Giuseppe, Leccardi Antonio,
Leccardi Enrico, Montanari Pasquale, Pavesi Pasquale, Pedrazzini Edoardo, Petrali
Giovanni, Petrali Lino, Riboni Pietro, Sari
Giovanni, Scacchi Antonio, Scaramuccia
Luigi, Zigalla Cesare. Negli anni venti il Comune di Ospedaletto Lodigiano dedicò loro
il Viale delle Rimembranze che porta alla
chiesa: un albero per ogni caduto.
Oggi durante la celebrazione dell’anniversario viene riproposta questa dedica ponendo presso ogni albero una croce con
il nome del soldato. La legge 18/3/1968 n.
263 ha voluto poi ricordare anche chi ha
partecipato alla guerra 1914/1918 ed è tornato alle proprie famiglie, concedendo loro
l’Onorificenza dell’Ordine di Vittorio Veneto
e l’assegno vitalizio.
Dagli archivi del Comune di Ospedaletto Lodigiano risulta che i cittadini
insigniti del titolo di Cavalieri di Vittorio Veneto furono i seguenti:
Classe Nome
Classe Nome
Classe Nome
1877 Bisi Carlo
1880 Locatelli Ernesto
1885 Zoppi Quinto
1886 Landi Pietro
Opizzi Pietro
Ferrari Angelo
Meazzi Angelo
1887 Brizzolari Amilcare
Leccardi Mario
Battista
1890 Monticelli Erminio
Perigoni Antonio
Fusari Pietro
Acerbi Cifredo Luigi
Bassini Carlo
1891 Tasca Luigi
Pancotti Antonio
Dragoni Pierino
1892 Bianchi Angelo
Artuso Remo
1893 Negri Giuseppe
Steffenini Giuseppe
Zigalla Giov.Battista
Tomasetti Giuseppe
1894 Sfondrini Don
Andrea
1895 Geroli Alessandro
Ponginibbio
Giovanni
Ferrari Luigi
1896 Berlucchi Battista
Mori Alfredo
Bassanini
Francesco
Dedè Ermanno
1897 Conca Battista
Piacentini Giovanni
Zaneletti Fiorano
Rossetti Mario
Maniezzo Luigi
1898 Rossi Pietro
Vergnaghi G. Battista
Lionello Cornelio
Cipolla Luigi
1899 Casali Mario
Bozzini Antonio
Volpi Mario
Fusari Domenico
Moro Mario
Abbiati Secondo
Sari Ernesto
Cerati Giovanni
1900 Monticelli Giovanni
Colombini Giuseppe
Gioia Paolo
Merli Giovanni Mario
Rizzo Silvio
Ai nostri concittadini che hanno servito la Patria con impegno e sacrificio, presentiamo la nostra gratitudine e riconoscenza, impegnandoci alla perpetuazione della loro
memoria, a testimonianza del loro dolore e delle loro sofferenze, in onore dei caduti, in
difesa della pace.
Eugenio Ferioli
OTTOBRE 2007
4
news
Contributi alle giovani coppie
per la prima casa
L
a Giunta Regionale con deliberazione
del 02/08/07 ha destinato 40 milioni
di euro a 8.000 giovani coppie per l’acquisto della prima casa.
Beneficiari del nuovo bando sono le giovani coppie, intese come nucleo familiare composto da due persone di sesso diverso, che acquistano, autocostruiscono
o ristrutturano la prima casa e che:
– siano sposate o si sposino, con rito civile o religioso concordatario, tra il 1°
novembre 2006 e il 30 Giugno 2008;
– non abbiano compiuto 40 anni di età
alla data di presentazione della domanda;
– abbiano un indicatore ISEE non superiore a 25.000 euro (complessivo per
la coppia);
– non siano in possesso di altro alloggio
adeguato;
– non abbiano usufruito di altre agevolazioni pubbliche per le stesse finalità
L’alloggio, sia acquistato che autocostruito o ristrutturato, deve:
– avere un valore tra 25.000 e 200.000
euro;
– non essere di lusso ai sensi del DM n.
1072/1969;
– avere le caratteristiche per usufruire
delle agevolazioni fiscali per la prima
casa;
– essere gravato da mutuo o finanziamento di durata non inferiore a 5 anni
e di importo compreso fra i 25.000 ed
i 200.000 euro
Entità del contributo: 5.000 euro
Per le modalità ed i tempi di presentazione delle domande si rimanda al sito web
della Regione Lombardia.
LA ROGGIA “SOMAGLIA”
NON È UNA DISCARICA
L
Prevenzione
inquinamento
atmosferico
L
a Regione Lombardia con DGR n.
5291 del 02/08/2007 ha riproposto
per il periodo dal 15 ottobre 2007 al
15 aprile 2008 limitazioni dell’uso di
biomasse legnose per il riscaldamento
domestico. In particolare nel caso
in cui sono presenti altri impianti
per il riscaldamento, alimentati con
combustibili ammessi, è vietato
l’utilizzo di caminetti e stufe funzionanti
con biomassa legnosa, che non
rispettano i valori di rendimento
energetico previsti nel Piano.
Informazioni integrative e di interesse
generale destinate alla salvaguardia
della salute ed al miglioramento della
qualità dell’aria, sono pubblicate
all’indirizzo: www.ambiente.regione.
lombardia.it
a “Roggia Somaglia” è un fosso che delimita l’abitato di Ospedaletto
Lodigiano: dalla località “Cristo” costeggia prima la ferrovia, poi la strada
provinciale 126, attraversa l’incrocio di Via Minoia, lambisce il Noviziato e la pista
ciclo pedonale per poi proseguire in direzione di Senna Lodigiana. In prossimità
del parcheggio di Via Trieste, alcuni cittadini hanno preso la cattiva abitudine
di gettare l’immondizia nel fosso, tenendo decisamente un comportamento
poco educato e infischiandosene dei regolamenti comunali vigenti in materia
ambientale, ma soprattutto disattendono le norme in materia di igiene.
L’immondizia gettata nel fosso, il più delle volte, viene trattenuta dai rovi, dai
rami e dalle strettoie dei ponti, diventando preda degli animali, trasformando il
tratto di roggia in ricettacolo di topi.
Altri cittadini usano i cestini dislocati per le vie del paese per gettare l’umido o
altri rifiuti domestici, provocando emanazione di odori sotto le case degli altri
cittadini e impedendo di fatto l’utilizzo corretto degli stessi, in quanto i cestini
vengono svuotati settimanalmente.
Altri ancora abbandonano ramaglie, foglie ed altro genere di “rifiuto verde” sul
terreno comunale nei pressi della stazione ferroviaria.
E’ bene ricordare a tutti questi cittadini che nel Comune di Ospedaletto
Lodigiano vige l’obbligo della raccolta differenziata e il gettare o abbandonare
i rifiuti non comporta un risparmio della tassa rifiuti, anzi ne provoca
l’inasprimento, in quanto i maggior costi della bonifica dei luoghi e dei fossi
vanno ad aggiungersi a quelli già stanziati per la raccolta porta a porta.
Il servizio di raccolta rifiuti nel nostro comune funziona con il ritiro porta a porta
in giorni prestabiliti:
– Lunedì
umido;
– Giovedì umido e secco;
– Venerdì plastica/carta e plastica/vetro/lattine a settimane alternate.
Inoltre la piazzola ecologica di Via per Senna rimane aperta il martedì
pomeriggio e il sabato tutto il giorno.
Invitiamo tutti coloro che assistono ad episodi di inquinamento a segnalare
tempestivamente il fatto agli uffici comunali.
OTTOBRE 2007
5
news
Convenzione Regione Lombardia/
Comune di Ospedaletto/Aler
Con deliberazione n. 78 del 11/10/2007 la Giunta Comunale ha approvato lo schema di convenzione per l’assegnazione e la gestione alloggi a canone moderato realizzati in attuazione del PRERP 2002/2004 nel
Comune di Ospedaletto Lodigiano.
Trattasi di otto dei ventiquattro appartamenti costruiti in Via Madre Teresa di Calcutta, praticamente un’intera palazzina, da assegnare a nuclei
familiari con redditi medi, ovvero ISEE-erp tra i 14.000 e 20.000 euro.
Lo schema di convenzione dovrà essere approvato anche dalla Regione
Lombardia e successivamente verrà pubblicato il Bando contenente i
requisiti necessari per accedere all’assegnazione e le modalità del calcolo dei punteggi per redigere la graduatoria.
I sedici appartamenti a canone sociale verranno assegnati nel mese di
Novembre con la graduatoria a suo tempo stilata ed approvata.
MODALITÀ PER USUFRUIRE
DEL TRASPORTO SCOLASTICO
Mitigazione impatto ambientale
e sviluppo sostenibile
D
C
urante lo scorso anno scolastico l’Amministrazione Comunale ha registrato delle lamentele per episodi di bullismo e
maleducazione accaduti durante il trasporto degli alunni alle
scuole medie sui mezzi messi a disposizione dal Comune. Per
arginare questi tipi di episodi, il Consiglio Comunale nell’ultima
seduta ha approvato un disciplinare con il quale solo l’alunno in
possesso di apposito tesserino è autorizzato a salire sugli autobus adibiti al trasporto scolastico. Per il rilascio del tesserino
è necessaria la preventiva sottoscrizione da parte dei genitori
di un documento di assunzione di responsabilità. Mediante il
tesserino l’alunno è facilmente riconoscibile dall’autista che
segnalerà il responsabile dell’episodio all’Amministrazione Comunale. Al terzo richiamo il tesserino verrà ritirato e l’alunno
dovrà quindi raggiungere la scuola con i propri mezzi.
ontinua la collaborazione con la Scuola I.T.A.S. di Codogno
riguardo lo studio macroscopico sull’insediamento di nuove
realtà produttive con suggerimenti per mitigazione impatto ambientale nel territorio di Ospedaletto. Questo studio viene effettuato sulle aree verdi sia comunali sia di aziende site sul territorio
per uno sviluppo sostenibile. Inoltre verranno evidenziate proposte di integrazione e valorizzazione zone verdi comunali con relativi costi. Il progetto è correlato al censimento e identificazione
delle specie arboree ed arbustive di proprietà comunale presenti
sul territorio del comune effettuato nell’anno 2006
Gruppo di lavoro e altre risorse
Il personale comunale di riferimento per questo progetto è il tecnico comunale e il funzionario servizi ambientali comunali, che
operano con il personale scolastico, gli studenti e tutors della
Scuola I.T.A.S. di Codogno.
www.comune.ospedalettolodigiano.lo.it
Visitate il sito di Ospedaletto: troverete informazioni preziose. Alcune pagine sono ancora incomplete,
stiamo lavorando per caricare nuovi contenuti utili a tutti i cittadini
OTTOBRE 2007
6
manifestazioni
Triangolare di calcio
Lo sport per ricordare gli amici scomparsi
L
a Nuova Gloria ha ben ingranato nel
campionato di terza categoria, ma
non dimentica gli amici scomparsi.
Domenica 21 ottobre il centro sportivo
rimesso a nuovo ha ospitato la quarta
edizione del Torneo triangolare di calcio
intitolato alla memoria di Giuseppe Bignami, Evandro Pagani e Carlo Garioni.
Tutta la giornata è stata un festa del calcio ospedalettese. Al mattino la squadra ha partecipato alla messa celebrata
dal parroco don Antonio Peviani, a cui è
seguita la benedizione del nuovo gonfalone; quindi alle 14.30 è iniziato il triangolare, che ha visto la partecipazione
delle formazioni dell’ASD Nuova Gloria,
Polisportiva Gloria e Oratorio San Colombano. Tre le gare disputate, di tre
tempi di 45 minuti ciascuno.
Ecco i risultati:
Polisportiva Gloria – San Colombano 0 – 0;
Nuova Gloria – San Colombano 2 – 0;
Nuova Gloria – Polisportiva Gloria 1 – 1.
Dopo i calci di rigore, per differenza reti
è risultata vincitrice del 4° Trofeo a.m.
di Bignami – Pagani – Garioni la ASD
Nuova Gloria, seconda la Polisportiva
Gloria, terzo l’Oratorio San Colombano.
I premi sono stati consegnati dai famigliari degli amici scomparsi, salutati da
un lungo applauso.
Molti i tifosi che non hanno voluto mancare all’appuntamento, fra i quali il sindaco Eugenio Ferioli, che ha ricordato le
figure indimenticabili dei tre amici.
«Bignami è stato il direttore sportivo degli anni ’70 / ’80, appassionato e competente; Pagani era un grande amico, ex
calciatore e dirigente, un vero esempio
come uomo e sportivo per i giovani; Garioni è stato il sostenitore numero uno
del Gloria, una persona gioviale e generosa. Li abbiamo ricordati disputando
partite ben giocate, con tanto pubblico,
e vorrei che il calcio fosse sempre così,
uno sport sano e divertente che ci permette di ritrovarci in amicizia attorno ai
nostri colori. Un grosso grazie quindi ai
dirigenti della Nuova Gloria, che hanno
organizzato il torneo fra mille impegni
ed ai giocatori, che hanno onorato la
manifestazione».
OTTOBRE 2007
7
manifestazioni
Orizzonti di
…nuova gloria
La Nuova Gloria vuole recitare un ruolo di
primo piano nel campionato. Il presidente in pectore Fabrizio Tasca è concreto
e con i piedi ben piantati per terra. «Abbiamo lavorato molto ed alla fine siamo
riusciti ad allestire un buon gruppo guidato da un tecnico di esperienza e sperimentato, per cui intendiamo concorrere
per i primi posti, così da giocarcela fino in
fondo. Dopo le prime partite ci troviamo
in un’ottima posizione di classifica e speriamo di continuare così».
Dario Moiraghi da Orio Litta è alla guida
della squadra e, visto come si è partiti,
coltiva ambizioni legittime. «Se devo tracciare un primo parziale bilancio dico che è
ottimo, ma poteva essere ancora migliore. Finora abbiamo dimostrato di essere
una squadra da trasferta, visto che in
casa non abbiamo ancora vinto. Tre vittorie, un pari ed una sconfitta ci hanno posizionati dietro la capolista Brembio, che
io reputo squadra da primato indiscusso.
Ma il torneo è lungo e noi abbiamo margini di miglioramento, specie se William
Lombino continuerà a metterla dentro». Il
sindaco Eugenio Ferioli traccia un quadro degli interventi fatti per il centro sportivo. «Abbiamo dato in gestione all’ASD
Nuova Gloria il campo sportivo fino a tutto giugno 2008. Vedo che c’è voglia di far
bene ed entusiasmo, per cui cercheremo
di migliorare ancora le strutture. Certo se
arrivassero contributi da aziende private
o enti, allora potremmo veramente fare
il salto di qualità ristrutturando anche gli
spogliatoi, ormai vecchi ed insufficienti.
Intanto abbiamo rimesso a posto la zona
esterna, anche grazie al lavoro di volontari e della società».
Il momento
della
premiazione
delle
squadre che
hanno preso
parte al
Triangolare
LA “PRO LOCO OSPEDALETTESE” ORGANIZZA GITA A:
DOLCE NATALE
ALL’ISOLA DELLE FIABE
MONACO -
15 / 16 Dicembre 2007
Sabato 15 Dicembre 2007:
Ritrovo in Piazza Roma e partenza per raggiungere il castello di Neuschwanstein, il più
famoso dei castelli di Re Ludwig. È il “castello da favola” che ogni anno attira un milione
di visitatori e che è rappresentato in innumerevoli illustrazioni. L’hanno persino copiato
a “Disneyland”! Pranzo libero. Nel pomeriggio arrivo a Monaco, visita al caratteristico
e animatissimo Viktualienmarkt dove è possibile degustare ogni leccornia e tempo a
disposizione per visite di interesse individuale o per curiosare tra le bancarelle del Mercatino di Natale. Cena e pernottamento a Monaco.
Domenica 16 Dicembre 2007:
Prima colazione in hotel. Visita al santuario di Altotting e dei relativi mercatini (aperti
dalle 11 alle 20,00). Pranzo libero. Nel pomeriggio partenza per il rientro alla sede di
partenza con arrivo previsto in tarda serata.
QUOTA DI PARTECIPAZIONE: euro 155,00
Supplemento singola: euro 23,00
LA QUOTA COMPRENDE:
- Il viaggio in pullman GT
- La sistemazione in hotel 3 stelle, in camere doppie con servizi
- Il trattamento di cena, pernottamento e colazione in Hotel
- Bevande ai pasti.
- Entrata al castello di Neuschwanstein.
- Assicurazione sanitaria/bagaglio.
LA QUOTA NON COMPRENDE:
Mance, gli extra di carattere personale e tutto quanto non espressamente indicato alla
voce “La quota comprende”.
PER ULTERIORI INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI CONTATTARE:
Pagani diego tel. 392/6510648
Al momento dell’iscrizione dovrà essere versata una quota di partecipazione pari a euro
55,00 a titolo di caparra (la quale non verrà restituita in caso di un’eventuale disdetta)
Grazie dall’Orio Bike
Sabato 6 ottobre e Domenica 14 ottobre il paese di Ospedaletto ha visto il
passaggio di due manifestazioni ciclistiche organizzate a Orio Litta dal GC Orio
Bike. Il presidente Pierluigi Cappelletti ringrazia l’amministrazione comunale per
la collaborazione prestata ed in particolare il sindaco Eugenio Ferioli. Un grosso
grazie per l’impeccabile servizio del Gruppo di Protezione Civile coordinato da
Zilioli, che ha garantito la messa in sicurezza sia del percorso cittadino della ciclo turistica “Sulle orme dei pellegrini della Via Francigena” ( 50 partecipanti fra
cui un non vedente), sia della “ Oreum Bike pro Missioni”, 153 partecipanti, una
gara di mountain bike che da 16 anni si corre a scopo benefico per sostenere le
missioni lodigiane nel mondo. «Sono transitati da Ospedaletto oltre 200 ciclisti e
sono rimasti meravigliati nel vedere gli uomini della protezione civile posizionati
al meglio a coprire tutti i punti critici, ha detto Cappelletti. Non ho parole per
ringraziare a nome di tutti, perché anche Ospedaletto può dire di aver sostenuto
il vero ciclismo, quello che non dimentica la solidarietà».
OTTOBRE 2007
8
manifestazioni
Due giorni insieme
Giallo. Il colore che ha invaso le vie di
Ospedaletto sabato 29 settembre per
l’edizione 2007 di “Puliamo il Mondo”:
gialle infatti erano le pettorine dei bambini,
numerosi anche quest’anno, che assieme ai genitori hanno dato un bell’esempio di senso civico, ripulendo parchi,
giardini e strade dai rifiuti. Un sano momento di divertimento e di impegno per
tenere pulito il paese. Non sono mancati
i rifiuti ingombranti come dimostrano le
immagini, purtroppo un bottino piuttosto
importante anche per quest’anno, speriamo che le cose possano migliorare in
futuro. Un garzie a tutti i bambini e ai loro
genitori per la partecipazione.
Arancione. Il colore degli aquiloni che
volavano nel cielo del centro sportivo di
Ospedaletto. Sempre sabato 29 settembre, il pomeriggio, si è tenuta la doppia
manifestazione di “Aquilonando” e “Pierin pescatore”: la prima un laboratorio
pratico di costruzione di aquiloni (che volano davvero, ve lo possiamo assicurare)
dove i ragazzi guidati da due insegnanti
dell’associazione Alba Vita di Padova si
sono cimentati nella costruzione di un
aquilone che poi hanno fatto volare nel
campo sportivo e portato a casa come
ricordo dell’esperienza; la seconda una
manifestazione di pesca sportiva (i pesci pescati sono stati rimessi in libertà)
che ha visto la partecipazione dei ragazzi
accompagnati da un adulto cimentarsi
nell’appassionante hobby sportivo della
pesca. L’associazione pescatori 3 Colli
di Somaglia si è impgnatata nella fornitura dell’attrezzatura di pesca e negli
interventi di emergenza sulle montature
delle canne. Non è mancato anche un’interessante momento introduttivo dove
sono state illustrate ai ragazzi le diverse
attrezzature di pesca e lo spirito ambientalista che anima il pescatore appassionato. Non poteva mancare l’abbondante
rinfresco offerto a tutti i partecipanti, nella splendida cornice del centro sportivo
riqualificato da alcuni interventi di recupero e dall’impegno nella pulizia e tenuta
in ordine ad opera della società sportiva
Nuova Gloria che vi ha la propria sede.
Ricordo. La “Due giorni” è proseguita
domenica 30 settembre con la festa dei
nonni: la mattina alle 10.30 è stata celebrata la S. Messa in ricordo di tutti i nonni
defunti con la consegna di un ricordo ai
nonni presenti: un angelo e una preghiera
per dire grazie a queste splendide figure
sempre disponibili e pazienti con i loro nipoti e figli. Il pomeriggio si è concluso con
la rappresentazione teatrale ad opera delle scuole elementari e dell’infanzia presso
l’auditorium, che ha visto alternarsi balli,
recitazioni, sfilate in abiti d’epoca e per
finire l’album fotografico dei nonni. Guida
artistica dell’evento, l’ormai famoso Vittorio aiutato dalle insegnati delle scuole.
Una partecipazione da record come da
record è stato il consueto rinfresco con
la “torta della nonna”. Un arrivederci alla
prossima edizione.
OTTOBRE 2007
9
manifestazioni
OTTOBRE 2007
10
c’era una volta...
Vittorio Lampugnani,
ricordi di guerra e spirito di amicizia
N
on conoscevo Vittorio Lampugnani, e prima di bussare
alla sua porta ho chiesto qualche
informazione sul carattere dell’uomo, tanto per sapermi orientare.
Poi, come spesso mi è successo
da quando incontro e intervisto
gli anziani di Ospedaletto, ho
scoperto che la “chiave” che mi
può aprire le porte dei loro ricordi la possiedo già. Lampugnani
quando ha sentito come mi chiamo mi ha aperto subito la porta,
sorridente e accogliente, perché
è da anni amico di mio papà e
ricevermi è stato per lui un vero
piacere. Classe 1917, Vittorio è
un novantenne tutto d’un pezzo
che crede nell’amicizia e che ha
vissuto l’esperienza della guerra
al fronte, in prima linea. Proprio
dai ricordi di guerra, come spesso succede coi più anziani, inizia
la lunga chiacchierata, interrotta
poco prima delle 12.30 per forza
di cose, dal mio tempo sempre
tiranno.
«Sono partito da casa il 23
maggio del 1938 per andare a
militare, comincia Vittorio con
memoria di ferro, e “son gnud
a cà pu”. Francia, Sicilia, Bari, Albania,
Macedonia: ero aggregato al 3° Alpini, un reggimento che in Grecia è stato massacrato. Fra i pochi a salvarmi,
sono stato mandato a Tirana. Pensa
che in Albania avevamo solo cinque
carri armati del Duce, li chiamavamo
“Balilla” perché sembravano giocattoli, “ i ‘ndèvu pu!”. In guerra ho fatto
di tutto, dall’infermiere al seppellitore,
ho anche un croce al merito». Lampugnani mi mostra l’onorificenza e torna
a raccontare. «Da Tirana sono andato
al Lago di Pogravic, poi dalla Macedonia a Verona a portare una cassa di documenti del comando proprio il giorno
in cui hanno ucciso il Duce. Mi hanno
mandato a Roma, ed ho assistito al più
grande bombardamento della città. Era
nascosto con sette donne e tre uomini
nella cantina di un palazzo, poi quando è scoppiato un incendio, ho rotto la
finestrella ed ho spinto fuori tutti, fra
cui quelli che se l’erano fatta addosso
dalla paura. Sono stato inviato ancora
a Dulcigno, fra Durazzo e Fiume, quando i tedeschi avevano sequestrato tutti:
io mi sono nascosto per cinque giorni
sotto le fascine. Poi ho lavorato nelle
saline guadagnando 15 mila lire albanesi e con sette mila lire mi sono fatto
dare un passaggio in barca fino a Zara,
per tornare a casa. “Ghevi una famm…
Cul vestid tut rut” sono arrivato in città
ed un uomo mi ha invitato a casa sua e
mi ha dato da mangiare».
Finita la guerra, Vittorio Lampugnani
da Cassano d’Adda si è sposato con
l’ospedalettese Maria Gobbi ed
è diventato cittadino di Ospedaletto al cento per cento. «Avevo
solo sette mila lire e la stanza costava tre mila lire, così i miei amici mi hanno regalato chi il vino,
chi la roba da mangiare».
Lampugnani ha fatto il paisàn.
«Ho avuto la fortuna di avere “fitauli” dal cuore d’oro. Per
guadagnare qualcosa facevo le
urgenze a Senna: con Castoldi e
col siur Natalino Griffini, correvo a uccidere le vacche, andavo in giro a uccidere i maiali per
arrotondare. Lavoravo la terra
a mezzadria al Torch insieme
ai Campagnoli». Il papà di Vittorio invece faceva il deviatore
dei treni: prima a Treviglio, poi a
Lodi, Casale e Ospedaletto. Ricorda il nostro baldo novantenne che quella era l’epoca d’oro
della ferrovia. «Dalla stazione di
Ospedaletto passavano fino a
40 treni merci al giorno e oltre
30 treni passeggeri».
Infine, la svolta. «Sono andato a
lavorare a Milano come garzone
di salumiere, poi ho rilevato il
negozio di via Piacenza. E’ stata
la mia fortuna, tanto che sono riuscito
a comprare casa a Milano».
Oggi Vittorio Lampugnani è uomo dignitoso e cordiale, ha una casa molto ben
tenuta e direi anche signorile, acquistata
con il lavoro. Ultimamente ha avuto problemi di salute anche seri che si sono
protratti a lungo, ma il suo spirito è forte
e saldo. E’ tardi per me, lo sto salutando, e quasi per scusarmi, gli prometto
che tornerò a trovarlo magari portando
mio papà. «Bene , bene, vi aspetto, venite giovedì che faccio la trippa, so che
a tuo papà piace tanto» mi dice col suo
sorriso aperto. E’ proprio vero: mio papà
ha un debole per la trippa. E la fortuna di
avere tanti amici ad Ospedaletto, come
ad esempio Vittorio.
plc
OTTOBRE 2007
11
imprese locali
Copi s.r.l. di Franchi
mi chiamavano il “parilein”
L
a presentazione di una ditta ospedalettese ci porta questa volta a conoscere quello che si potrebbe tranquillamente
definire “un uomo che si è fatto da sé”.
Carlo Franchi, se ne avesse avuto l’occasione, avrebbe potuto emigrare in America
e, state certi, sarebbe certo diventato un
“self made man”, modello di come, in quel
grande Paese, tutti quelli che ne hanno i
numeri possono “far fortuna”. La storia di
Carlo Pasqualino Franchi, che incontriamo
al termine di una lunga giornata di lavoro
in campagna, è un vero film neorealista.
Basta osservare la fotografia che lo ritrae
a spingere l’aratro trainato da una coppia
di buoi, per rendersene conto. Oppure,
guardarlo sorridente su uno dei suoi camion carichi di “bici”, pronti a partire per i
mercati emiliani.
Il nostro personaggio è originario di Piacenza, come suo papà Aldo e mamma
Desolina Minetti. «Da giovane quando
sono venuto di qua dal Po avevo una moto
Parilla, così hanno cominciato a chiamarmi
“parilein”». E’ stanco Carlo, la cervicale gli
segnala che domani pioverà, ma gli occhi
vivaci si accendono quando lo invitiamo
a scorrere le pagine della sua giovinezza,
toccando quadri di vita vissuta che oggi
sembrano preistoria. «Nel 1949 avevo 14
anni e facevo il garzone in una stalla a Santimento, dormivo fra le balle di paglia con
fascine di melga come soffitto, come un
cane nella cuccia, lavoravo facendo luce
con una pila che tenevo in bocca. Ero vicino al cimitero e quando portarono nella
camera mortuaria una donna annegata in
Po, passai la notte in bianco per la paura.
Avevo scarpe troppo lunghe, così mettevo
la bambagia in punta per poterle calzare».
L’anno dopo Franchi è già nel Lodigiano.
«Al Botterone roncavo le radici dei pioppeti con la zappa, insieme a mio zio Pellegri, che aveva un mulo ed un’asina. Poi
andai in campagna al Castellario di Senna
da Grassi, mentre mio papà faceva al bergamìn con mio fratello Bruno». Intanto la
famiglia mandava avanti 90 pertiche di un
terreno preso in affitto e allevava cinque
mucche. La vita da contadino del “parilein”
ha una svolta quando compra la macchina
per tagliare la legna. «Nel 1953 a Parma
comprai con le cambiali una mobilsega
usata, la prima qui in zona, poi anche una
mietitrebbia usata. Erano lavori stagionali, andavo con la Cooperativa di Senna di
Grossi Nucent a tagliare i boschi con scure
e resgòn». Ormai la strada era tracciata,
i boschi diventano la sua fortuna. Carlo
Pasqualino rinunciava alle feste per mettere qualcosa in tasca e intanto comprava
i pioppi delle ripe, li abbatteva e andava
a Cento di Ferrara a venderli al mercato.
«Ero giovane del mestiere e spesso mi toccava prendere quello che mi davano».
Ma tutto serve e l’esperienza cresce. Nasce una società di abbattitori con “al Magnàn e al Gianòn”, poi Franchi va avanti
da solo insieme al fratello, fino agli anni
Settanta, quando i due amichevolmente
si dividono. Il commercio dei pioppi prosegue molto bene. “Al parilein” compra
prima un camion usato, poi altri due. Nel
1961 si sposa con Luisa Clerici e viene ad
abitare a Ospedaletto, dapprima in affitto
poi nella casa attuale. E’ ormai storia recente, un’escalation lavorativa che porta
Carlo Franchi a fare affari su affari, sempre
grazie ad un fiuto commerciale non comune ed un’attività instancabile. Per vent’anni
la Società Copi s.r.l. è gestita da Franchi
e Sbarufati, poi alla morte del socio, entra il genero Daniele Grassi. Ancor oggi, a
72 anni, “al parilein” guida personalmente
le sue due mietitrebbie da mattina a sera.
La terra ed i boschi sono la sua casa, gli
affari il suo passatempo preferito. Unica
concessione: il ballo liscio, una valvola
di sfogo di cui non sa fare a meno. Grazie alla collaborazione di tutta la famiglia,
l’azienda è oggi leader del mercato nel
commercio dei pioppi. Con Carlo Franchi
lavorano le figlie Giovanna in amministrazione ed il marito Daniele Grassi nel commercio, Ornella con il marito Tiziano Tedeschi nell’azienda agricola; mentre Romina
ha preferito mettersi in proprio nell’attività
di estetista. La moglie di Carlo, la signora
Luisa, per non essere da meno è addetta
alla vendita dell’ottimo riso prodotto nelle
aziende di Ospedaletto e di Pavia. In azienda lavorano anche
quattro dipendenti: due in campagna e due come autisti. «La
mia vita non è ancora cambiata,
dice Carlo, è sempre la stessa,
attiva e onesta come all’inizio». E
forse è proprio questo il segreto
del suo successo.
Pierluigi Cappelletti
1953, Carlo Franchi
al lavoro con i buoi
OTTOBRE 2007
12
l’intervista
Don Antonio Peviani
«Cerco di essere il parroco di tutti»
D
on Antonio Peviani è da un anno il
nuovo parroco di Ospedaletto. Lo
abbiamo incontrato in uno dei suoi rari
momenti di pausa e gli abbiamo posto
alcune domande...
Quale primo parziale bilancio ci può
fare, tenendo presente che è alla sua
prima esperienza parrocchiale?
«Ci sono due aspetti presenti come esigenza interiore nella relazione col Signore
e con la nuova comunità affidatami: un
desiderio di maggior radicalità nel seguire
il Signore; e una quotidiana richiesta di saper amare questo popolo con il cuore del
Buon Pastore.
Prende ora maggiormente forza il bisogno
di dedicare più spazio alla preghiera di intercessione quotidiana per la gente a me
affidata, una preghiera che come parroco sto certamente cambiando. Mi ritrovo
spesso, dopo aver ascoltato un problema, dopo essere sollecitato di un parere o
aver accostato una sofferenza, a pregare
prima di fare.
Ho l’impressione certa che il Signore
ascolti, non tanto perchè esaurisce all’istante una richiesta o un invito ad aiutarmi nella chiarezza e nell’equilibrio degli
interventi, quanto perché Lui stesso mi
dona la percezione di essere un semplice strumento nelle sue mani ed è già una
grazia che io non mi frapponga alla sua
opera, ma la assecondi. Accanto a questo
aggiungo la fatica di ogni parroco nuovo
nel mettersi in gioco con nuove relazioni
ed entrare nei vissuti della
gente, per questo ho imparato che ci vuole molta
pazienza. Come Parroco,
sento ancora più forte il
desiderio di imitare Gesù
nell’andar incontro alla
gente, nel fare il primo
passo. Mi sono accorto
che c’è il rischio, per il
ruolo che si ricopre, che
accada il contrario. “Cerca di essere il parroco di
tutti”: era questo l’invito
che mi è stato rivolto il
giorno del mio ingresso.
Credo sia un buon programma, che vorrei continuare a seguire, cercando
però di essere il parroco
anche di me stesso, perché anch’io sono
membro di questo gregge».
Quale pastorale è stata elaborata per la
comunità?
«Siamo chiamati a costruire una parrocchia fraterna, fatta di tanti laici corresponsabili e appassionati che sappiano
vivere la sequela di Gesù dentro una forte
appartenenza ecclesiale. La nostra persona ha ritrovato la sua bellezza, ma infinitamente più vivo e bello deve essere
il “tempo vivo”, tanto più vivo e tanto più
bello quanto più ci sono uomini e donne
che si lasciano guidare dal Vangelo. E non
importa il posto che tu occupi, importa
sentirsi “pietra viva”,
umile eppure preziosa, che sostiene le
altre e che si sostiene sulla pietra angolare che è Cristo. Di
solito poi, le pietre
nascoste agli occhi,
quelle che non si vedono, sono le pietre
“fondamentali”. Il Signore ci dia la fierezza e la gioia di sentirci persona così».
L’oratorio è ancora un luogo frequentato e vivo?
«Mi piace pensare l’oratorio come crocevia, posto tra le case e la persona, luogo
capace di interessare la vita: per questo
ha la capacità di essere crocevia come la
strada, ma nello stesso tempo è attirato
verso le risposte fondamentali della vita,
come fa la persona. È il luogo in cui si
può guardare la vita al rallentatore tutto il
giorno. L’oratorio mi piacerebbe che fosse
posto nelle condizioni di essere crocevia
di giovani che nella vita quotidiana cercano un senso per la loro vita, uno spazio in
cui sentirsi protagonisti capaci di dialogo,
per proporre idee e accogliere valori, ricercatori di Dio attenti a percepire i percorsi
necessari per incontrarLo, desiderosi di
offrire energie e di impegnarle per gli altri.
L’oratorio insomma come luogo educativo che interpreta la vita del ragazzo e la
orienta alla vita di credente».
L’anno pastorale e catechistico è appena iniziato: quali le linee seguite?
«C’è un intreccio sempre sentito e mai
di facile realizzazione tra la vita delle famiglie e i percorsi educativi della parrocchia. La parrocchia trova nel legame con
i genitori e le famiglie il suo fondamento e
OTTOBRE 2007
13
l’intervista
la sua stessa natura. Più questo legame è
stretto, più c’è un’identità di prospettiva,
più si riesce a creare quel clima che favorisce certamente lo sviluppo armonico
dei ragazzi; più c’è diversità di vedute, o
talvolta anche il sorgere di pregiudizi, e
certamente questo non favorisce la collaborazione».
A Ospedaletto ci sono tante associazioni che perseguono la carità.
«Sono certamente ricchezza per tutta la
comunità, perché ne esprimono il volto
caritativo. L’intento sarà quello di creare
ancora di più stima e collaborazione, per-
ché questo non potrà che favorire l ‘attenzione verso gli ultimi».
Il paese ha una chiesa storica e ricca
d’arte, ed un santuario molto venerato.
«Grazie alla determinazione ed al coraggio di don Mauro la chiesa è un vero
gioiello, spesso inserita nel circuito artistico provinciale. Il santuario della Madonna
delle Grazie o del Fontanone è una realtà
molto sentita e di grande devozione popolare, meta anche di pellegrinaggi. Devo
ricordare qui il grande e generoso lavoro
dei volontari che tengono in ordine il luogo e la chiesa».
Nel ringraziarla per la disponibilità,
vorrei chiederle se c’è qualcosa che il
parroco vuole dire da queste pagine ai
cittadini di Ospedaletto.
«Ringrazio intanto per l’occasione che mi
è stata data. Nutro molta stima e fiducia
verso chi sta compiendo un servizio per
la comunità. Paolo VI diceva che la più
alta forma di carità è nel servizio politico,
nel dedicare tempo ed energie per il bene
comune. Io credo che, specie nell’attuale
contesto generale di sfiducia, sia un segno
di speranza vedere che ci sono persone
che si danno da fare per gli altri tenendo al
primo posto i valori in cui crediamo». Plc
Ospedaletto varca
il confine
Il folto gruppo di
Ospedaletto durante
la gita pellegrinaggio in
Slovenia, tenutasi a fine
agosto, accompagnati
da Don Antonio. Ecco le
città visitate dai nostri
concittadini: Lubiana,
Nova Mesto, Sofia Loca,
Maribor e infine
le famose grotte
di Postumia
fuori dalle mura
Sulle orme
di San Francesco
Dal 20 al 23 luglio
il gruppo famiglia
di Ospedaletto,
con Don Antonio,
ha trascorso una
piacevole e intensa
esperienza di comunità
e fede nelle terre
di San Francesco
d’Assisi
OTTOBRE 2007
14
ambiente e territorio
PO, il grande fiume
da valorizzare
A
Lodi si è tenuto a fine settembre un
importante convegno sul tema del
rilancio e della valorizzazione del Po.
La Provincia ha presentato sette priorità per
il tratto lodigiano, sette indirizzi uno più bello
dell’altro. Ma a pochi giorni di distanza dal revival del ruolo del fiume Po nella nostra Bassa e in tutta la Pianura Padana, sono successi fatti da me già adombrati sulla stampa.
Io parlavo di due aspetti senza i quali è inutile
e demagogico continuare a parlare di rilancio. Poco dopo, ecco scoppiare “rifiutopoli”.
A mio parere, le proposte emerse non erano
nuove ma, soprattutto, arrivavano in ritardo.
Mi è sempre piaciuto spendere tempo in golena e lungo il Po; posso dire di conoscere il
fiume, ma soprattutto l’ambiente che il Po ha
creato nel suo inizio di corso bassaiolo, cioè
da Orio Litta, dove riceve i veleni lambrani,
fino a Somaglia. Nella zona, in questi ultimissimi anni il padre della pianura ha subito
una serie di veri e propri attentati ecologici,
non solo impuniti, ma legalizzati. Invito chi
ha tenuto le fila del convegno ad imboccare
l’argine al Ponte di Mariotto, laddove inizia
il Lodigiano e l’itinerario lombardo della Via
Francigena, per accorgersene.
Il laghetto degli storioni fantasma
Il Lambro, che in territorio oriese sfocia nel
Po, è costeggiato da un’ampia camionale: il
massimo della comodità per i cavatori, ma un
gran brutto vedere per tutti noi e per ipotetici
turisti; la golena di pioppeti che fino a pochi
anni fa nascondeva questa autostrada non
esiste più; gli alberi che i pellegrini francigeni
fotografavano nel 1997 mentre scendevano
diretti a Orio sono scomparsi; la cava Forca
di Orio Litta, poeticamente denominata “laghetto degli storioni fantasma” (l’aggettivo
è mio) è cresciuta a dismisura, snaturando
completamente tutta quella grossa parte di
bassura e provocando brividi alla gente, tutte le volte che il fiume esonda. La verde foce
del Lambro, da due decenni annualmente
visitata da scolaresche brianzole in gita didattica, è stata snaturata: le maestre si sono
meravigliate nel vedere come i luoghi sono
mutati, perdendo la loro peculiarità.
Nei pressi della colonna francigena, un rudere di chalet in legno giace semi distrutto
da anni. Cento metri più avanti, a Corte S.
Andrea XXXIX sub mansio sulla Via Francigena, l’ attracco di Sigerico ha una piccola
piattaforma oramai insufficiente, non esiste
un traghetto lodigiano attivo e, nei pressi,
un’ampia cava denominata “bonifica” “ l’è
cume al Dom ad Milan”: non finisce mai,
continua all’infinito. E con quali danni al fiume avete potuto leggere sulla stampa...
Eppure, notando sbucare da dietro l’argine
il campanile di Corte, con le sue campane
rimesse a nuovo, un moto di speranza e
di pace inonda il cuore. Pedalando lungo
la costa del Po in questo autunno da cartolina, possiamo godere di paesaggi stile
“Everglades” : sentieri immersi nella verdissima foresta di salici avviluppati dalle piante
rampicanti, talmente fitti da creare una vera
giungla; stradine bianche costeggianti il fiume, altre che si immergono in golena verso
orizzonti che paiono non finire mai. Si sbuca
al Gargatano di Somaglia e … troviamo ruderi di un’ attività estrattiva vecchia di decenni: archeologia industriale?
Chiudiamo gli occhi, facciamo finta di niente e costeggiamo fino a Valloria, poi risaliamo l’argine: una giovane coppia cammina
spingendo il passeggino e guardando il Po.
Sembra di toccare il cielo. Scendiamo sulla
strada bianca ed una cascina agriturismo
offre un quadro di vita rurale che è una vera
pagina di storia. Il Po lodigiano ci riserva ancora queste perle, ma fino a quando? Chi
arriva dalle città, trova l’argine e il fiume,
l’orizzonte azzurro venato dalla linea degli
Appennini piacentini, la tranquillità, luoghi
di frontiera ricchi di storia e buoni piatti da
gustare. Ma a lungo andare, se non si pone
rimedio urgente alle “macchie nere” autorizzate un po’ dappertutto, anche quei pochi
innamorati di ruralità sceglieranno altri lidi. Mi
sento di invitare quindi chi ha le competenze
per farlo e ricopre ruoli istituzionali, a mettere
in agenda un forte progetto di recupero dell’
ambiente naturale tipico, per ricreare i pioppeti in golena e piantumare alberi autoctoni
lungo i sentieri; ma pure, controlli accurati
delle attività in essere lungo i fiumi. Si possono avviare percorsi ed itinerari ciclistici e
naturalistici non sulla carta ma coinvolgendo
le associazioni locali, che meglio di tutti gli
esperti conoscono i posti, li amano e sanno
com’erano prima.
Ombre minacciano la Bassa
Ma non dimentichiamo, scrivevo ai primi di
ottobre, che ombre inquietanti minacciano la
Bassa ed il lungo Po, dove incombono milioni di metri cubi di rifiuti industriali presso
Bellaguarda: come si fa a parlare di rilancio
se non si riesce a difendere questa terra da
progetti calati dall’alto, sprezzanti della nostra storia rurale?
Ora, dopo la minaccia di Bellaguarda, ecco
a metà ottobre la realtà incredibile di “rifiutopoli”. Cosa resta allora agli onesti, a noi cittadini che vorremmo solo poter vivere in un
territorio sano e salubre come quello lascito
in eredità dai nostri padri? Resta la speranza
di una politica e di un amministrare che mette al primo posto i valori e che sia seriamente rispettoso delle tradizioni economiche e
culturali, paesaggistiche e ambientali locali:
solamente così si può riuscire nell’impresa
di rilanciare un territorio ed un’area fluviale
che, dopo aver tracciato per secoli la nostra
storia e geografia, nel Lodigiano sta snaturandosi sempre più, forse, ma credo non ancora, irrimediabilmente.
Plc
OTTOBRE 2007
15
vita in comune
Il Segretario comunale
PROGETTO
SCREENING CA
COLON-RETTO
lascia il suo incarico
I
l Dott. Carlo Lopedote, segretario e direttore generale del Comune di Ospedaletto Lodigiano dal gennaio 2004, ha presentato le proprie dimissioni e ha
terminato il rapporto di lavoro il 31 Ottobre 2007.
Ha scelto di continuare l’attività lavorativa presso i Comuni di Dresano e Colturano, in Provincia di Milano, comuni con un numero superiore di abitanti rispetto
al nostro e utili quindi alla carriera del funzionario pubblico.
Durante la seduta del Consiglio Comunale del 29 Ottobre, il segretario ha voluto esprimere il suo apprezzamento per il Comune di Ospedaletto Lodigiano e,
oltre al ringraziamento rivolto ai dipendenti comunali, ha voluto ringraziare tutti
i consiglieri per la reciproca collaborazione e il rispetto che in questi anni non è
mai mancato.
Soffermandosi sui rapporti particolari intrattenuti con il consigliere De Carli per il
giusto scambio di vedute intervenute in questi anni e con il Vice Sindaco Giannelli per la particolare collaborazione ricevuta, il Dott. Lopedote ha ringraziato
anche l’ex Sindaco Gianfranco Montanari che lo nominò e l’attuale Sindaco Eugenio Ferioli che lo ebbe a riconfermare nel Giugno del 2004 nonostante il cambio di amministrazione, sottolineando come il segretario comunale debba essere
giustamente visto come garante della legalità e responsabile organizzativo del
Comune e non come componente politico delle giunte in carica.
Al Dott. Carlo Lopedote vanno i ringraziamenti di tutti noi per il proficuo lavoro
prestato a favore del Comune e della cittadinanza in generale.
La sua correttezza e la sua professionalità lo porteranno certamente lontano, ma
è comunque nostro dovere augurargli ogni bene e una carriera davvero unica, di
raggiungere gli obiettivi che si è prefissato, ma anche di trovare cordialità, correttezza e rispetto che stanno alla base di qualsiasi rapporto umano e quelle soddisfazioni che nel nostro piccolo Comune speriamo veramente di avergli dato.
Eugenio Ferioli
Ospedaletto è capofila,
per il Circolo Didattico
di Somaglia
O
spedaletto è comune capofila, per il
Circolo Didattico di Somaglia, nel progetto del Ministero di Solidarietà Sociale.
Sono cinque i comuni interessati dal bando
per favorire l’inclusione di migranti e di loro
famigliari nel contesto sociale dei nostri
paesi: San Rocco al Porto, Guardamiglio,
Orio Litta, Somaglia e Ospedaletto. Nella
compilazione del progetto, grazie al lavoro
dei nostri uffici ragioneria e segreteria, il comune ha dimostrato di non perdere tempo
e di essere in grado di fare da capofila nella
prassi tecnica predisposta. Il progetto, portato avanti dalla Cooperativa Emmanuele
di Casalpusterlengo, prevede aree d’intervento per la seconda generazione e per le
famiglie degli extracomunitari. Le attività
proposte saranno varie e coinvolgeranno,
oltre alle scuole, tutta la cittadinanza.
L’azienda ospedaliera della
provincia di Lodi,
nell’ambito di un più vasto
progetto nazionale, volto
alla prevenzione di patologie
tumorale,
ha individuato nella popolazione
a rischio del comune
di Ospedaletto Lodigiano
443 cittadini
a cui recapitare un invito
per sottoporsi allo
SCREENING CA
COLON-RETTO
Il luogo della convocazione è
l’ambulatorio comunale
di Via 25 Aprile, 5
i giorni sono i seguenti:
Venerdì 30 novembre - 9/11
Martedì 4 dicembre - 9/11
Giovedì 6 dicembre - 9/11
maggiori informazioni saranno
date sulle lettere di convocazione
Cinque per mille 2006
3.000 euro a Ospedaletto
Nelle dichiarazioni dei redditi 2006 relative all’anno 2005 (modello Unico, 730,
modello CUD) ogni cittadino aveva la possibilità di devolvere il cinque per mille
della propria irpef a favore di associazioni di volontariato, istituzioni per la ricerca sanitaria, istituzioni per la ricerca scientifica, per le attività sociali svolte
dai Comuni.
Sul sito dell’Agenzia delle Entrate sono stati pubblicati gli elenchi e le cifre delle
scelte operate dai contribuenti.
Dall’elenco risulta che 154 contribuenti hanno optato affinché il cinque per mille
delle loro imposte venisse versato a favore del Comune di Ospedaletto Lodigiano da utilizzarsi per scopi sociali e la somma ammonta complessivamente ad
euro 2.949,81.
Un ringraziamento è d’obbligo, sarà premura dell’Amministrazione Comunale
riferire le modalità di utilizzo una volta incamerata la somma spettante.
Già perché a distanza di un anno, siamo riusciti solo a conoscere la cifra, ma
non abbiamo notizie circa il versamento della somma nelle casse comunali,
probabilmente dovremo aspettare la spartizione del prossimo “tesoretto”.
Scarica

Numero 12 - Ospedaletto Informa Ottobre 2007