“Riflessioni intorno alla figura di Andrea Torrente”
ITC A. Torrente – Casoria (Napoli)
29° Distretto scolastico
Anno scolastico 2008/2009
Sommario
“Riflessioni intorno alla figura di Andrea Torrente”
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Premessa
Descrizione del lavoro
Il personaggio: Andrea Torrente uomo delle Istituzioni
Verbale di insediamento del CSM, 18 luglio 1959
Interventi significativi, CSM, sedute del: 14/11/1959 e 16/01/1963
Note bibliografiche
Attività accademica e produzione scientifica
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Premessa
Nell’ambito della VI edizione della manifestazione “Maggio dei monumenti a
Casoria”, il 29° Distretto scolastico, cui il nostro Istituto appartiene, si è reso
promotore di una iniziativa già sperimentata con successo nei precedenti
anni, volta a coinvolgere le scuole del Distretto con il proposito di stimolare
l’interesse dei docenti e degli alunni verso le tradizioni storiche, artistiche e
culturali del territorio.
Tale iniziativa viene dunque riproposta anche quest’anno nel convincimento
che la cultura del territorio rappresenti un valore da custodire ma anche da
alimentare nel tempo. Si tratta di valori che il nostro Istituto, attraverso
l’analisi attenta del Dirigente scolastico, Prof. Giovanni De Rosa, ha inteso
porre al centro della propria offerta formativa rendendosi partecipe di ogni
attività volta a fare acquisire agli alunni che lo frequentano la consapevolezza
delle loro origini, la conoscenza della storia e della cultura dei luoghi in cui
vivono quotidianamente, le opere dei personaggi che, laboriosamente, con il
loro impegno e la loro dedizione, hanno saputo dare lustro alla città di
Casoria.
Il nostro Istituto, da sempre aperto al territorio con cui interagisce e da cui
raccoglie le istanze di una società che cambia e si evolve rapidamente,
rispondendo fattivamente ad ogni moderna esigenza sul piano educativo e
formativo e interpretando in anticipo le esigenze degli alunni e delle rispettive
famiglie, intende riservare analoga cura e attenzione alle tradizioni culturali
del contesto in cui opera nel convincimento che la storia, la cultura e le
tradizioni locali siano parte imprescindibile di quel processo formativo che
consente a nostri ragazzi di essere cittadini responsabili, consapevoli di poter
contare non solo su un solido patrimonio professionale di conoscenze, abilità
e competenze ma anche su un corredo di saperi culturali che connotano il
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senso di appartenenza e su cui si fondano le radici della propria identità.
Descrizione del lavoro
In relazione all’iniziativa promossa dal 29° Distretto scolastico sul tema del
Maggio dei monumenti a Casoria, la classe V, Sezione A (IGEA), dell’ITC “A.
Torrente” ha proposto di svolgere un percorso di approfondimento intorno al
Personaggio dal quale la Scuola prende il proprio nome.
Tale scelta è stata motivata da una duplice necessità: in primo luogo, dal
percorso formativo che la classe ha intrapreso nell’ambito delle lezioni di
Diritto pubblico svolte dall’insegnante sul tema dell’evoluzione storica della
Carta costituzionale al quale il personaggio adottato risulta intimamente
connesso; in secondo luogo, dall’esigenza di conoscenza delle proprie origini
e, segnatamente, dall’identità di appartenenza che ha acceso la curiosità degli
alunni intorno alla figura di Andrea Torrente.
Dall’interpretazione dei documenti reperiti, anche presso la Biblioteca
dell’Istituto, sotto la guida dell’insegnante, gli alunni hanno avuto la
possibilità di appropriarsi delle metodologie di ricerca dei testi, sia sul web
che sul supporto cartaceo, approfondendo i contenuti degli argomenti trattati
in classe nel corso delle lezioni di Diritto pubblico.
Il presente lavoro non ha la presunzione di esaurire la trattazione
giurisprudenziale e dottrinale intorno alla complessa figura di Andrea Torrente
ma ha voluto essere, essenzialmente, un’occasione di riflessione sul
personaggio considerato sia come autore, sia come magistrato ma,
soprattutto, come uomo delle Istituzioni.
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Il personaggio: Andrea Torrente uomo delle Istituzioni
La città di Casoria annovera tra i suoi concittadini diversi uomini illustri tra i quali spicca
la figura di Andrea Torrente (25/04/1908-25/12/1965).
Ultimati gli studi di giurisprudenza, giovanissimo, intraprese la sua carriera nell’ambiente
giudiziario infatti, il 26 giugno 1931, fu nominato uditore giudiziario presso il Tribunale di
Napoli e, successivamente, uditore vicepretore presso la Pretura unificata della
medesima città. Ma la sua formazione professionale non si esaurì nella città di Napoli
dove aveva iniziato la sua attività di tirocinante poiché, ben presto, venne chiamato a
ricoprire
la funzione di giudice assegnato dapprima al Tribunale di Teramo e,
successivamente, ai Tribunali di Lecce, Benevento e Roma.
Sotto l’autorevole presidenza di Ugo Forti, altro insigne uomo delle istituzioni, fu tra i
componenti della Commissione per la riforma dell’Amministrazione che iniziò i suoi lavori,
dapprima presso la Presidenza del Consiglio e poi presso il Ministero della Costituente,
insieme ad altri autorevoli commissari quali: Roberto Ago, Guido Astuti, Gaetano Azzariti,
Giovanni Barberio, Piero Calamandrei, Vezio Crisafulli, Giuseppe Fagiolari, Massimo
Severo Giannini, Carlo Maria Iaccarino, Arturo Carlo Jemolo, Michele La Torre, Luigi
Medugno, Costantino Mortati, Antonio Papaldo, Leopoldo Piccardi, Emanuele Piga,
Ferdinando Rocco, Leonardo Severi, Antonio Sorrentino, Cino Vitta, Guido Zanobini. Si
tratta Personalità che, in quella veste, furono chiamati ad affrontare problemi molto
delicati relativi al nuovo impianto costituzionale.
Anche Vittorio Emanuele Orlando, nel suo storico discorso, pronunciato dinanzi
all’Assemblea Costituente il 9 marzo 1946, ebbe modo di chiarire, con grande enfasi, a
tale riguardo: “La rivoluzione del 1789 era uno scherzo in confronto: qui è una svolta di
epoche storiche, qui non si passa da una forma di governo all’altra, ma da un’epoca ad
un’altra. Il paragone non si deve fare con le varie successioni di governo, ma con eventi
che si verificano ogni cinque o sei secoli”. Un ammonimento che dovrebbe essere ben
presente al nostro Parlamento quando con cuor leggero mette mano alla Costituzione,
come se si trattasse di una legge facilmente revocabile (1).
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Gli argomenti studiati dalla Commissione presieduta da Forti, sintetizzati e
contenuti in due volumi, sono di grandissima delicatezza: rigidità o flessibilità
della Costituzione; diritti dei cittadini; funzione legislativa e gerarchia delle
fonti; sistema elettorale deferito in legge speciale o in costituzione; funzione
governativa e amministrativa; funzione giurisdizionale, tribunali ordinari e
foro amministrativo; organizzazione delle amministrazioni, ammissione ai
pubblici impieghi; doveri dei dipendenti pubblici; responsabilità dei funzionari;
partecipazione diretta dei cittadini alla funzione amministrativa.
Tra
le
guarentigie
giurisdizionali
dei
diritti
dei
cittadini,
la
Commissione dibattè il tema non solo della limitazione dei poteri del giudice
ordinario, ma anche quello della necessità di eliminare le disposizioni che
escludono il ricorso avverso taluni provvedimenti amministrativi, e
dell’opportunità di sancire costituzionalmente l’obbligo dell’amministrazione di
motivare i propri provvedimenti.
Il Ministro per la Costituente, Pietro Nenni, dopo aver incoraggiato i membri
delle varie Commissioni, affermò che: <<esse, e specie la prima
(Commissione per la riforma dell’Amministrazione), avranno un compito
difficile e delicato; occorre non dimenticare che, al di là del Governo, il Paese
ha bisogno di essere illuminato su una serie di problemi la cui conoscenza è,
fino ad oggi, ristretta a pochi specialisti>> … <<L’apporto degli studiosi
appartenenti a diverse correnti politiche, mette in grado la Commissione di
fornire al Paese una conoscenza criticamente elaborata dei problemi che si
pongono per sistemare il nostro futuro in uno Stato tecnicamente ben
costruito e democraticamente ordinato (1).
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Ed infatti, secondo Jemolo, il lavoro compiuto doveva necessariamente
meritare ogni elogio dell’Assemblea costituente: <<non foss’altro (per) lo
schema di legge generale sull’Amministrazione, destinato a porre su basi di
dignità e di giustizia i rapporti tra amministratori ed amministrati, tra
funzionari e cittadini, (che) avrebbe dato un’altra impronta alla vita pubblica
italiana (1)>>.
Tali osservazioni ci portano a meditare sul particolare momento storico vissuto
dal Torrente, sul contributo che Egli diede nell’ambito dei lavori preparatori
all’Assemblea costituente nonchè sulla delicatezza dei propri compiti assolti
con il massimo impegno al servizio delle Istituzioni.
Ma la figura di Andrea Torrente riveste grande importanza anche negli ambienti
giudiziari. Infatti, dopo avere superato, nel 1942, il concorso per esami per la
promozione in Corte d’Appello, dal 1943 iniziò a lavorare presso la I Sezione
della Corte di Appello di Roma, collaborando con il primo Presidente, Leopoldo
Caliendo.
Pur se impegnato attivamente presso l’Ufficio della Corte d’Appello di Roma,
ove lavorò fino ai primi mesi del 1948, non tralasciò mai i suoi studi per
l’accesso ai gradi più alti della Magistratura che culminarono con il
superamento, con il massimo dei voti, del concorso presso la Corte Suprema di
Cassazione.
La sua esperienza professionale presso la Suprema Corte spaziò ampiamente
dalle mansioni di applicato fino alla promozione a magistrato di Cassazione nel
maggio del 1949 per giungere, nel novembre del 1956, all’Ufficio direttivo di
Presidente presso la II Sezione civile, poi presso la I Sezione e poi,
nuovamente, presso la II Sezione.
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Particolarmente importante fu il lavoro svolto da Andrea Torrente presso il
Consiglio Superiore della Magistratura.
Sostenuto dalla fiducia e dall’ammirazione dei colleghi, fu componente del
CSM dal 18 luglio 1959 al 28 ottobre 1963.
Ma la centralità della sua figura viene in risalto soprattutto nella fase
istituzionale del CSM: <<La vicenda istituzionale del Consiglio Superiore della
Magistratura>> osserva Andrea Torrente, <<è la storia del progressivo
affermarsi, non solo nella coscienza collettiva, ma anche nel nostro
ordinamento positivo, del principio dell’indipendenza dei giudici dal potere
esecutivo (2)>>; suoi contributi sulla vicenda istituzionale del CSM sono
riportati dalla vastissima letteratura sull’argomento che proliferò soprattutto
all’indomani della promulgazione della legge 24 marzo 1958 n.195. (3).
Il 16 settembre 1958 fu emanato il D.p.r. n. 916, contenente le norme di
attuazione e di coordinamento.
La legge istitutiva del CSM suscitò immediatamente aspre critiche da parte
della magistratura e della dottrina che manifestarono dubbi di
incostituzionalità (4), in particolare, in merito all’ampiezza dei poteri del
Ministro della giustizia, il quale deteneva il monopolio dell’iniziativa delle
delibere del CSM in materia di: assunzioni, assegnazioni di sedi e di funzioni,
trasferimenti e promozioni e su ogni altro provvedimento sullo stato dei
magistrati (artt. 10, 1 co., e 11, 1 co.).
Ciò appariva in contrasto con gli artt. 104, 1 co., 105 e 110 della Costituzione
e con il principio della indipendenza della magistratura. Infatti, secondo il
Teresi, appariva chiaramente in contrasto con lo spirito e la lettera della
Costituzione: <<attraverso l’esercizio del potere di iniziativa, il Ministro era in
grado, anche con la semplice inerzia, di realmente vanificare e comunque
limitare l’autonomia dell’organo di auto-governo nello specifico settore>>…
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<<Con tali disposizioni si giungeva ad interventi così penetranti da negare,
non pure il carattere costituzionale dell’organo, ma a contrastare l’esercizio
della stessa sua attività>> (5).
Presieduto dal Ministro della giustizia, il CSM era composto dagli ex Ministri
della giustizia Azara e De Pietro, dal Primo Presidente della Cassazione Eula,
dai Presidente di Sezione della Cassazione Tavolaro e Torrente, dal
Presidente dell’ANM Chieppa, dai parlamentari Tosato, Magliano e Rocchetti,
fu istituito e poté insediarsi il 18 luglio 1959.
Le elezioni dei membri togati si svolsero il 18 gennaio 1959.
Il Parlamento, convocato in seduta comune il 12 febbraio, impiegò molto
tempo per trovare un accordo e riuscì a eleggere i sette consiglieri laici solo al
quinto scrutinio. I Consiglieri elettivi togati furono i cassazionisti Andrea
Torrente, Paolo Polimeno, Domenico Pedote, Guglielmo Gentile, Errico
Laporta, Carlo Giannattasio; i magistrati d’appello Elio Siotto, Emilio
Germano, Gianfranco Carnesecchi, Francesco Spinelli; e i magistrati di
tribunale Luigi De Marco, Santi Licheri, Pietro Paolo Glinni, Riccardo Pacifici.
Membri di diritto, oltre al Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi,
furono il Primo Presidente della Cassazione reggente, Silvio Tavolaro e il
Procuratore Generale reggente Enrico Poggi.
La seduta inaugurale del CSM si svolse al Quirinale nella Sala delle Feste alla
presenza del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi.
Dal verbale di insediamento del Consiglio superiore della magistratura
del 18 luglio 1959 di seguito interamente riportato: <<Si compie un nuovo
passo verso la realizzazione della Costituzione la quale ha voluto un Consiglio
Superiore che non fosse un organo chiuso dei magistrati per l’auto-governo
del corpo, nè un organo aperto alle vicende volubili dell’istituzione politica>>
(6) (7).
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SEDUTA DEL 14/11/1959
Occasione della presenza del Capo dello Stato:
Esame pratiche all’o.d.g..
Interventi più significativi:
Il Prof. Andrea Torrente si dichiara perplesso sulla
possibilità di una norma di carattere generale sull’obbligo della
motivazione, rilevando che vi sono deliberazioni nelle quali è
molto difficile motivare e, d’altra parte, con la motivazione si
incorrerebbe nel pericolo di appesantire i lavori del Consiglio,
con grave intralcio per il suo funzionamento.
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SEDUTA DEL 16/1/1963
Occasione della presenza del Capo dello Stato:
Visita augurale per il nuovo anno.
Interventi più significativi:
Il V. Presidente, avv. Michele De Pietro, nel rassegnare un
bilancio dell’attività svolta durante il 1962, sottopone
all’autorità del Capo dello Stato la possibilità che alla nuova
legge con cui si è risolto il problema dei bandi di concorso
segua un regolamento che potrebbe essere formulato, come
ritenuto dal Prof. Torrente, dal Consiglio stesso; evidenzia,
poi, con la lettura del prospetto statistico dell’attività svolta, il
vantaggio che si avrebbe se il lavoro attuale del Consiglio in
adunanza plenaria fosse invece devoluto a Sezioni, salvo
naturalmente il reclamo all’assemblea.
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Riferimenti bibliografici
(1)
(2)
(3)
(4)
(5)
(6)
(7)
Giovanni Leone, Relazione commemorativa: Ugo Forti, Docente,
Avvocato, uomo delle Istituzioni, biblioteca on-line del Dipartimento di
Diritto Amministrativo;
Andrea Torrente, Consiglio superiore della magistratura, in Enciclopedia
del diritto, IX, Milano, 1961, p.327;
Andrea Torrente, Commento e prefazione in Il Consiglio superiore della
magistratura. Principi e precedenti: legge istitutiva 24 marzo 1958
n.195 a cura di Fernando Santosuosso, Milano, 1958;
Mario Brutti, Questioni di legittimità costituzionale di alcune norme della
legge sul Consiglio superiore della magistratura, in Magistrati o
funzionari?,
Atti
del
Symposium
‘Ordinamento
giudiziario
e
indipendenza della magistratura’, a cura di Giuseppe Maranini, Milano,
1962 pp. 388-396;
Renato Teresi, Il Consiglio superiore della magistratura, Venticinque
anni di applicazione della legge 24 marzo 1958 n. 195, Napoli, 1984 p.
105;
Edmondo Bruti liberati, Consiglio superiore della magistratura, in
Notiziario, I (1961);
Paolo Alvazzi del Frate, Costituzione e ordinamento giudiziario.
L’istituzione del Consiglio superiore della magistratura, Biblioteca online atto n°4891963-Consiglio-Superiore-Magistratura.txt.
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Attività accademica e produzione scientifica
Andrea Torrente fu un uomo dalla cultura vastissima che, con la sua vivacità, al di là degli
uffici ricoperti, ha affascinato gran parte del mondo dottrinale poiché anche se fu insigne
l’opera svolta al servizio della Giustizia, di pari rilievo fu l’attività svolta nel campo della
produzione scientifica che si presenta molteplice e variegata.
Infatti, nel 1948, gli fu conferita la libera docenza in Diritto della navigazione e, dal 1956, fu
chiamato a ricoprire, quale incaricato, la cattedra di Istituzioni di diritto privato presso
l’Università di Roma.
Autore di originali monografie, diverse furono le sue note a sentenze sia italiane che straniere.
Di grande spessore fu la collaborazione editoriale ad enciclopedie giuridiche ed a rassegne di
giurisprudenza (v. TORRENTE, Consiglio Superiore della Magistratura, voce dell’ Enciclopedia
del diritto, Milano, 1961, IX, pag. 327);
Fra le molte opere pubblicate nei vari campi del diritto
ricordiamo, in primo luogo, il Manuale di diritto privato - Andrea
Torrente, Piero Schlesinger – 18^ ed. – Milano, A.Giuffrè,
2007 - XXXV, 1348 p., che rappresenta uno dei maggiori testi utilizzati "
nella preparazione degli esami universitari di “Istituzioni di diritto privato”
poiché considerato un manuale completo ma, al tempo stesso, un testo di
agevole comprensione; in esso vi si trovano singolari considerazioni in merito alla formazione
del consenso, alla disciplina istituzionale dei cosiddetti “contratti standard” o “per adesione” e
al conflitto di interessi (v. situazione di conflitto di interessi, obbligo di astensione, violazione,
vizio del contratto, restituzione, cessione del credito: XII edizione, 1985, capitolo 34, par. 230
intitolato alla “Modificazione dei soggetti dell’obbligazione” e par. 232 sull’efficacia della
cessione).
Il manuale è consultabile presso la Biblioteca dell’ITC “A. Torrente” – Area Diritto –
collocazione 884-885/D/26-1.
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Ma la produzione scientifica di Andrea Torrente non si limita al solo “Manuale di diritto
privato” bensì comprende molteplici monografie e note giurisprudenziali, nei più svariati
campi del diritto civile, che si citano di seguito:
-Note ed osservazioni alla rassegna di giurisprudenza francese in tema di diritto civile,
(periodo 1939), 1939;
-Note ed osservazioni alla rassegna di giurisprudenza tedesca di diritto civile, (periodo
1937-1938), 1940 ;
-Note ed osservazioni alla rassegna di giurisprudenza belga di diritto civile, (periodo
1934-1938), 1940;
-Note ed osservazioni alla rassegna di giurisprudenza degli Stati Uniti d’America in
materia di obbligazioni per l’anno 1933, Istituto italiano di studi legislativi, 1942;
-Le innovazioni più notevoli nel nuovo Libro del codice civile italiano sulle successioni per
causa di morte e sulle donazioni, 1940;
-I contratti di lavoro della navigazione: arruolamento e contratto di lavoro del personale
di volo, 1948;
-Delle obbligazioni: Art.1861-1932, Andrea Torrente, Vittorio Salandra, Bologna,
Zanichelli editore
-Art. 1861 – 1932: rendita perpetua, rendita vitalizia, assicurazione, Andrea Torrente,
Vittorio Salandra, 3. ed. – Bologna Zanichelli; Roma Società editrice del Foro italiano,
1966, XXVI, 453 p.;
-Giurisprudenza dei contratti agrari: proroga ed equo canone, Milano, Giuffrè,1951, p.
97;
-Giurisprudenza
dei contratti agrari: proroga ed equo canone. Appendice di
aggiornamento con la L. 16 giugno 1951, n. 435, pubblicata nella G. U. 12 luglio 1952
n.160, 1952;
-Atti del i Convegno internazionale di Diritto agrario, Atti 1958, Giuffrè, di A. Torrente: La
giurisprudenza come fonte del diritto nei contratti agrari;
-La donazione, Milamo, Giuffrè, 1956- Seconda edizione aggiornata da Ugo Carnelvali e
Andrea Mora, 2006 in Collana Trattato di Diritto civile e Commerciale diretto da A. Cicu,
F. Messineo, L. Mengoni e continuato da P. Schlesinger;
-Autori vari, A. Torrente, Giustizia e certezza nel processo di Cassazione, 1957;
-Art. 2060-2221, 1061: Del lavoro; Art. 2222-2324: Del lavoro, 1962;
-L’impresa e il lavoro nella navigazione, i contratti di utilizzazione della nave 21
o
dell’aeromobile, 1964;
-Autori
Vari, A. Torrente, Appunti sulla diseredazione, Giuffrè, 1964;
-Rassegna di giurisprudenza sul Codice civile, Libro IV, 1954-1958-1966;
-Rassegna di giurisprudenza sul Codice di procedura civile, diretta da Virgilio
Andrioli. Libro I, e Libro II a cura di Andrea Torrente, Mario Stella Richter,
Aldo Cutrupia, Giuseppe Lo Surdo, Giuseppe Pera, 1954 -1966.
-Le leggi complementari al codice civile annotate con la giurisprudenza della
Cassazione e delle altre giurisdizioni superiori, 1962;
-I rapporti di lavoro. Parte generale, Giuffrè, 1966;
-Rassegna di giurisprudenza sul Codice civile, Libro IV, 1954-1958-1966;
-Rassegna di giurisprudenza sul Codice di procedura civile, diretta da Virgilio
Andrioli. Libro I, e Libro II a cura di Andrea Torrente, Mario Stella Richter,
Aldo Cutrupia, Giuseppe Lo Surdo, Giuseppe Pera, 1954 -1966;
-A. Torrente, La protezione del lavoratore nell’ordinamento giuridico italiano,
Giuffrè, 1968;
-Esercitazioni di diritto privato: appendice al Manuale di diritto privato
Torrente-Schlesinger / Salvatore Di Blasi, Milano, Giuffrè, 1986, XVI, 386 p.
Dopo la Sua morte, avvenuta il 25 dicembre del 1965, gli furono dedicati gli
studi di giurisprudenza dal titolo: “Studi in memoria di Andrea Torrente”
(1968, Milano, Giuffrè – Biblioteca della Corte d’Appello di Napoli) ancora oggi
citati dalla più recente dottrina (cfr. Giuseppe Barbagallo “Le grandi decisioni
del Consiglio di Stato”, in Le Carte e la Storia, ed, Il mulino, 2/1999, pp 6467; Guido Melis, “Il Consiglio di Stato nella storia d’Italia. Biografie dal 1861
al 1948”, Milano Giuffrè, 2006).
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Conclusioni
Il modesto lavoro svolto ha voluto essere, essenzialmente, l’occasione per
uno spunto di riflessione sul ruolo degli Organi costituzionali, sull’importanza
della Carta costituzionale e sullo spessore storico di tale documento, alla cui
attuazione contribuirono Uomini di cultura e di grande impegno morale e
professionale come, appunto, l’insigne giurista Andrea Torrente; in questa
sede è stata citata una parte della Sua produzione scientifica che, unitamente
ai riferimenti bibliografici, rappresenta un cenno ai pregevoli contributi da
Questi elargiti al patrimonio delle fonti giuridiche sia italiane che
internazionali.
La classe ha apprezzato l’iniziativa partecipando con vivo interesse alla varie
fasi del lavoro.
Casoria, 29 maggio 2009
Prof.ssa Doriana Campilongo
(Docente di Discipline Giuridiche ed Economiche presso l’ITC A. Torrente)
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Scarica

continua - Isis Andrea Torrente