CRONACA AREZZO MERCOLEDÌ 7 MAGGIO 2014 IL FENOMENO LETTERARIO 9 •• IL ROMANZO «COME FOSSI SOLO» LIBRO D’ESORDIO DELL’AUTORE ARETINO PARLA DELLA STRAGE DI SREBRENICA E DEL CASO ERDEMOVIC «Io imbucato alla festa dello ‘Strega’» Parla il giovane scrittore Marco Magini selezionato nella dozzina del prestigioso premio di ANGELA BALDI LE TAPPE E’ LANCIATISSIMO verso Villa Giulia, anche se lui si sente un po’ come un imbucato ad una festa. Parola di Marco Magini il giovanissimo autore aretino scelto con il suo romanzo d’esordio «Come fossi solo» per la dozzina finalista del Premio Strega 2014. Il libro sulla strage di Srebrenica sarà uno dei protagonisti ai prossimi Oscar della letteratura italiana. Il Comitato direttivo del Premio Strega, promosso dalla Fondazione Maria e Goffredo Bellonci in collaborazione con Liquore Strega, ha selezionato infatti i 12 libri che si disputeranno la sessantottesima edizione tra i 27 presentati lo scorso 4 aprile dagli Amici della domenica, lo storico corpo votante che dal 1947 attribuisce il riconoscimento a un libro di narrativa italiana pubblicato tra il 1˚ aprile dell’anno precedente e il 31 marzo dell’anno in corso. «Ancora una volta abbiamo constatato una qualità alta e l’emergere di temi legati sia alla ricostruzione storica sia ai dilemmi della nostra coscienza di fronte al mondo contemporaneo- ha detto Tullio De Mauro, presidente del Comitato direttivo e della Fondazione Bellonci - abbiamo anche alcune novità: un graphic novel e forme letterarie sperimentali». Presentato da Maria Rosa Cutrufelli e Piero Gelli il romanzo Come fossi solo è stato definito proprio da loro «singolare» ed «emotivamente coinvolgente». 2013 Lo scorso anno il libro è stato finalista al Premio Calvino e ha ricevuto la menzione speciale della giuria. Si tratta della prima fatica letteraria del giovane autore aretino Marco Magini 2014 Il volume finisce tra i 27 selezionati per il Premio Strega e successivamente scelto per la dozzina finalista che concorrerà al prestigioso riconoscimento MARCO Magini classe ’85 è nato ad Arez- zo, si è laureato in Politica Economica Internazionale alla London School of Economics e oggi lavora a Zurigo dove si occupa di cambiamento climatico ed economia sostenibile, con il suo romanzo Come Fossi solo, è stato anche finalista al Premio Calvino 2013 e ha ricevuto la menzione speciale della giuria. Nel libro racconta fatti terribili come la strage di Srebrenica. E per raccontare Giugno Mercoledì 11 giugno, a Roma, avverrà un’ulteriore votazione che ridurrà il gruppo dei candidati al Premio Strega. In commissione anche la scrittrice Maria Rosa Cutrufelli Luglio Il vincitore verrà poi designato giovedì 3 luglio a Villa Giulia. Prossima tappa è la presentazione alla stampa di venerdì dove l’autore conoscerà gli altri candidati. la storia di Erdemovic, ventenne costretto a combattere una guerra voluta da un’altra generazione, Marco è anche partito da Arezzo alla volta della Bosnia a bordo di una vecchia Opel Corsa. Che emozione è stata finire tra i candidati allo Strega? «E’ stata una bellissima sorpresa, non me l’aspettavo. È soprattutto una grandissima opportunità per il romanzo che acquisisce così maggiore visibilità e di questo sono molto contento». Come hai saputo della candidatura? «Inizialmente è stata Laura Guidi, responsabile dell’area marketing per la casa editrice Giunti, ad annunciarmi che avrebbero puntato su di me quest’anno. Quando ho visto che i candidati per il premio erano 27 ho temuto di non riuscire ad entrare tra i 12 finalisti ma per fortuna è andata bene». Sei il primo aretino che viene scelto per un premio così importante... «Questo mi riempie di orgoglio». Ti aspettavi questo grande successo per il tuo romanzo d’esordio? «Sinceramente no. Poco più di un anno fa non avevo neanche un editore. Poi è arrivata la finale del Premio Calvino e la decisione di Giunti di pubblicarlo. In tre mesi dall’uscita il romanzo ha già avuto tre ristampe e adesso la dozzina dello Strega è davvero il coronamento di una bellissima avventura andata al di sopra di ogni più rosea aspettativa». Adesso cosa ti aspetta? «Mercoledì 11 giugno, a Roma, avverrà un’ulteriore votazione che ridurrà il gruppo dei candidati da 12 a 5. Il vincitore verrà poi designato giovedì 3 luglio a Villa Giulia. Io vivo tutto senza aspettative: la prossima tappa è la presentazione alla stampa di venerdì prossimo dove conoscerò gli altri candidati. È tutto molto bello e lo vivo alla giornata, mi sento un po’ un imbucato ad una festa». di SILVIA BARDI IL LIBRO LA «MADRINA» CUTRUFELLI C’E’ ANCHE lei nella commissione del Premio Strega, Maria Rosa Cutrufelli, la penna che dà voce delle donne italiane, scrittrice e giornalista (nella cinquina del Premio Strega con «La donna che visse per un sogno» nel 2004), che mescola l’impegno femminista ai romanzi, ai saggi, al noir e che ama scoprire nuovi talenti, o meglio, nuove forme di scrittura. Per questo, insieme con Piero Gelli, ha proposto la candidatura dello scrittore aretino Marco Magini al Premio Strega con il suo romanzo di esordio «Come fossi solo» che, confessa, «mi sono trovata fra le mani per puro caso». «In realtà sono almeno due i motivi per cui ho scelto questo libro — ci spiega — il primo è che mi piacciono i libri che raccontano le storie del nostro tempo, senza fermarsi ai confini nazionali. Vivia- «Scrive con coraggio e in un modo nuovo la storia dei nostri tempi» LA SCRITTRICE «Offre tre punti di vista su una guerra fratricida Testo ricco per un esordiente» mo in un mondo globale, ma leggendo gran parte della nostra produzione sembra di vivere in un piccolo paese, come se il mondo attorno non ci toccasse. Magini parla dei nostri vicini dell’altra sponda, con i quali abbiamo antichi legami, sono i nostri cugini. Che un giovane uomo scelga questo tema è molto importante, ci riporta all’attualità, alla guerra fratricida, al tema della convivenza quotidiana da cui è scaturita una tragedia». E l’altro motivo? «Mi ha incuriosito il fatto che fosse un libro di esordio. Secondo la mia esperienza si vede subito se c’è un modo nuovo di raccontare. Magini è stato molto coraggioso perchè non ha scelto un unico punto di vista, ma tre punti di vista, calandosi in un corpo a corpo tra i personaggi. Un modo di narrare non tradizionale, molto nuovo, molto aperto, per niente facile. Ha affrontato questa struttura narrativa con coraggio e mi sembrava giusto premiare questo coraggio. Lo sperimentalismo non si giudica solo dal lessico, dalla lingua, ma anche dalla sua struttura. Mi piace, è molto vicino al mio modo di accostarmi alla narrazione». Lo ha sottolineato anche presentandone la candidatura. «Nella motivazione che ho scritto per presentarlo alla commissione ho detto che mi sembra un libro ricco per un giovane esordiente, che non ti lascia indifferente e che va incoraggiato. Non a caso è arrivato in finale anche al Premio Calvino».