L’uso più esteso e diffuso che la maggior parte delle persone fa del linguaggio è il pettegolezzo: le chiacchiere Due terzi di tutte le conversazioni sono innescate da argomenti sociali (famiglia, scuola, relazioni, lavoro) In prevalenza le persone parlano di altre persone L’interesse reciproco risulta fortemente amplificato se ogni membro del gruppo è al corrente della vita degli altri. È proprio questa la funzione per la quale il pettegolezzo si rivela ideale: anzi questo è il suo unico scopo Vantaggio evolutivo delle chiacchiere: esse forniscono un meccanismo per creare e mantenere l’impegno e la dedizione dell’individuo nei confronti del gruppo Che cosa è la matematica ? La matematica è la scienza dell’ordine, dei modelli, della struttura e delle relazioni logiche Il mondo matematico è prodotto dall’incontro della mente umana con il mondo fisico. Pertanto la matematica è al tempo stesso determinata dal mondo che ci circonda e dalla struttura del nostro cervello. La matematica studia le proprietà di vari oggetti e le relazioni esistenti fra essi, indipendentemente dal fatto che si tratti di oggetti reali presenti nel mondo (versioni idealizzate) o di entità astratte create dal matematico Un matematico è una persona per la quale la matematica è… I matematici pensano agli oggetti matematici e alle relazioni esistenti fra essi servendosi delle stesse facoltà mentali che la maggior parte della gente usa quando pensa ad altre persone Le abilità mentali necessarie per il pettegolezzo sono altamente sofisticate e già strutturalmente adeguate a sostenere il pensiero matematico I matematici non possiedono un’abilità esclusiva Tutti hanno il gene della matematica “Abbiamo quel gene perché gli aspetti del nostro cervello che ci consentono di fare matematica sono gli stessi che ci permettono di comprendere il mondo e le persone che lo popolano: la capacità di riconoscere il vasto repertorio di tipi con cui classifichiamo la realtà.” Keith Devlin Ipotesi di Keith Devlin La capacità matematica non è altro che quella linguistica usata in modo leggermente diverso “Non è che noi usiamo il linguaggio per fare matematica, ma che le stesse caratteristiche del nostro cervello che ci consentono di usare il linguaggio ci mettono in condizione di poter fare della matematica.” “Pertanto nel momento in cui si sviluppò l’abilità di usare il linguaggio, il cervello umano acquisì anche quella di fare matematica” Ipotesi di Stanislas Dehaene: Le nostre conoscenze matematiche dipendono strettamente dall’organizzazione del cervello Numerosi animali hanno la capacità di rappresentare mentalmente delle quantità e di trasformarle secondo regole aritmetiche Accumulatore = circuito cerebrale che funziona come una calcolatrice in grado di tenere un registro di diverse grandezze numeriche. L’accumulatore non permette di manipolare numeri discreti ma soltanto grandezze continue: quindi un’aritmetica approssimativa Esso può codificare con precisione solo gli insiemi il cui numero cardinale non superi 3 Sanno addizionare (le scimmie antropomorfe anche le frazioni) e confrontare due quantità numeriche Effetto distanza = errore in funzione della differenza numerica Effetto grandezza = peggioramento delle capacità di calcolo quando aumenta la grandezza dei numeri Concetto di zero = capacità di comprendere l’assenza di una quantità 1, 2, 3 ma all’aumentare di n per l’animale diventa impossibile distinguere n da n+1 Dantzig nel 1954 afferma che l’uomo fin dai primi mesi di vita possiede una facoltà, il senso dei numeri, che gli permette di riconoscere i mutamenti in una piccola collezione di oggetti. Fin dai primi mesi di vita il bambino riesce ad individuare la costanza degli oggetti in mondo in movimento e a ricavarne il numero (capacità di astrazione) Ha una conoscenza precisa soltanto dei primi numeri, è incapace al di là del 4 di distinguere n da n+1 Il bambino dopo i sei mesi possiede un contatore aritmetico rudimentale capace di riconoscere i numeri piccoli e di ricombinarli in addizioni e sottrazioni La sola nozione aritmetica di cui sembra essere privo è la relazione d’ordine Le intuizioni matematiche dei bambini piccoli sembrano fondate su alcune leggi fondamentali della fisica: 1) Lo stesso oggetto non può occupare simultaneamente posizioni diverse 2) È escluso che due oggetti diversi occupino la stessa posizione. 3) La traiettoria spazio-temporale di un oggetto deve essere continua Se questa traiettoria non può essere seguita da un solo oggetto, senza contravvenire alle leggi della fisica, il bambino ne deduce che esistano almeno due oggetti, indipendentemente dalla loro identità. Esperimenti provano che a tre anni e mezzo un bambino si destreggia già nell’arte del contare. Gli automatismi del contare sono già preesistenti, ma il bambino non ne comprende lo scopo e così non gli viene di contare quando la situazione lo richiede. Nel nostro cervello vi è un organo preposto alla percezione e alla rappresentazione delle quantità numeriche; le sue caratteristiche lo collegano alle facoltà protoaritmetiche presenti negli animali e nei bambini molto piccoli: può codificare con precisione solo gli insiemi il cui numero cardinale non superi 3 e, più i numeri sono grandi e vicini, maggiore è la facilità con cui li confonde. La corteccia parietale inferiore (giro angolare) è cruciale per la rappresentazione quantitativa dei numeri. Le sue connessioni la situano alla convergenza delle informazioni visive e v. associative spaziali uditive tattili Anatomicamente questa regione occupa la sommità della piramide di aree occipitoparietali che elaborano mappe spaziali degli oggetti nell’ambiente. Il numero emerge naturalmente in quanto rappresentazione il più astratta possibile della permanenza degli oggetti nello spazio. Giro fusiforme identificazione visiva (a sin. parole e cifre, a dx. solo cifre) a. prefrontale dorso-laterale (strategie e pianificazione) Giro angolare (rappresentazione delle quantità) Nuclei della base a sin. (corpo striato) memoria aritmetica - automatismi Il nostro cervello a parte il meccanismo di calcolo approssimato non contiene strutture geneticamente determinate per i numeri e la TPO matematica Meccanismo supplementare: il linguaggio e la capacità di creare rappresentazioni simboliche, associazioni La matematica si adatta alla nostra architettura cerebrale L’architettura del cervello adulto è il risultato di un lungo processo di epigenesi che si prolunga oltre la pubertà e durante il quale le rappresentazioni corticali vengano modellate e selezionate a seconda della loro utilità per l’organismo. Le aree prefrontali continuano a maturare fino all’età di 20 – 25 anni La maturazione imperfetta potrebbe essere la spiegazione di errori sistematici comuni a tutti i bambini (e non) di una certa età. Ad esempio l’inibizione dello schema di sottrazione richiede l’attivazione delle aree prefrontali che hanno il compito di mettere in opera strategie che esulano dalla routine. La discalcolia, l'equivalente matematico della dislessia, è una condizione che colpisce fino al sei per cento di tutti i bambini. Chi ne soffre si trova in grandi difficoltà con tabelline e operazioni e risulta spesso incapace di effettuare semplici addizioni e sottrazioni anche da adulto Nicolas Molko, dell'istituto francese di ricerca medica di Parigi, ha scoperto che i discalcolici presentano ritmi di attività anormali in una zona del cervello chiamata solco intraparietale destro che aiuta a visualizzare le immagini spaziali. Lo stesso solco è risultato insolitamente breve e poco profondo in 14 donne che soffrivano di una condizione genetica chiamata sindrome di Turner. La sindrome di Turner è associata alla discalcolia. La scoperta conferma l'ipotesi secondo la quale i discalcolici hanno difficoltà a concepire l'ordinamento dei numeri, per esempio a collegare con una linea i numeri da 1 a 100. “Che cos’è il numero perché un uomo possa conoscerlo? E che cos’è un uomo perché possa conoscere il numero?” W. McCulloch Contare serve a dire quanto L’algoritmo di conteggio si trova all’intersezione di due capacità elementari del nostro cervello: la seriazione e l’esplorazione esauriente dell’ambiente La capacità di recitare i nomi dei numeri in ordine fisso deriva in modo naturale dal linguaggio proprio dell’uomo. Quanto al principio di corrispondenza termine a termine, secondo il quale un oggetto deve essere contato uno e una sola volta, esso è diffuso nel mondo animale. Le capacità aritmetiche del nostro cervello si lasciano modellizzare più facilmente da una macchina analogica come la bilancia, piuttosto che da un programma digitale “Di fatto, il sistema nervoso inverte la convenzione rappresentativa secondo la quale i numeri vengono utilizzati per rappresentare grandezze lineari. Invece di servirsi dei numeri per rappresentare le grandezze, il topo (proprio come l’Homo sapiens) utilizza le grandezze per rappresentare i numeri.” R. Gallistel L’intuizione dei numeri è saldamente ancorata nel nostro cervello. Il numero vi compare come una delle categorie fondamentali tramite le quali il nostro sistema nervoso rappresenta il mondo esterno. Allo stesso modo in cui non possiamo impedirci di attribuire agli oggetti colori o di dar loro una posizione nello spazio tridimensionale, così le quantità numeriche s’impongono attraverso le strutture specializzate del lobo parietale. L’organizzazione del cervello determina gli attributi del mondo esterno ai quali siamo in grado di prestare attenzione, e sui quali fondiamo l’analisi matematica I calcoli rigorosi non vengono spontanei all’Homo sapiens; egli viene al mondo con un’idea vaga e approssimativa dei numeri, che non hanno niente in comune con la rappresentazione digitale dei computer. L’invenzione di un linguaggio dei numeri e di algoritmi di calcolo esatto appartiene alla storia culturale recente dell’umanità e sotto certi aspetti, si tratta di una evoluzione contro natura. Mentre la nostra cultura inventava la logica e l’aritmetica, il nostro cervello restava immutato e riluttante agli algoritmi più elementari Il buon professore è un alchimista che trasforma un cervello fondamentalmente modulare in una configurazione di reti interattiva “Verrà mai il giorno in cui i matematici ne sapranno abbastanza di fisiologia del cervello e i neurofisiologi saranno abbastanza al corrente delle scoperte matematiche perché sia possibile una cooperazione efficace?” J. Hadamard “Questa scienza è l’opera dello spirito umano che è destinato a studiare più che a sapere, a cercare la verità più che a trovarla.” È . Galois La chiacchiera L’aritmetica Aree cerebrali La matematica discalculia