16
GIOVEDÌ
30 LUGLIO 2015
savona
IL SECOLO XIX
IL DEPOSITO DELLA DISCORDIA CHE VEDE L’AUTHORITY ACCUSATA DAL COMUNE DI SCARSA TRASPARENZA
Miazza: «Il bitume? Polemiche da campagna elettorale»
Il presidente del porto: tecnicamente è possibile realizzare un progetto che tenga insieme porto, città e turismo
MARIO DE FAZIO
SAVONA. «Non entro in pole-
miche politiche da campagna
elettorale perché non ne sono
capace, non me ne occupo e
non faccio politica. Sugli
aspetti tecnici credo che possa
essere ampiamente realizzabile l’obiettivo di un progetto
che tenga insieme porto, turismo e città».
E’ una replica tecnica ma che
contiene una frecciata indirettaalComune, quellacheilpresidente dell’Autorità portuale
di Savona, Gianluigi Miazza,
rilasciaall’indomanidellamo-
vimentata riunione del consiglio comunale dedicata in larga parte alla discussione sul
deposito di bitume in porto.
Una seduta terminata con
l’approvazione da parte della
maggioranza di un ordine del
giorno presentato dal gruppo
Pd in cui si sottolinea come da
via Gramsci ci fosse stata sulla
vicenda «una mancata spiegazione approfondita» del progetto. Un’accusa rispedita al
mittente, pur con la cautela
del“tecnico”,daMiazza.«Tutti
noi attori coinvolti, Comune,
industriali, politica, vogliamo
che venga realizzato un im-
pianto senza impatti sulla città, le altre attività turistiche e
le abitazioni vicine, cercando
un buon compromesso tra
porto, turismo e città – spiega
il presidente -. E’ un obiettivo
ampiamente realizzabile: c’è
un iter ancora in corso, con valutazioni puntuali sulle emissioni, che sono convinto possa
portare ad arricchire il porto e
la città senza danni». Sui rapporti tesi con il Comune, Miazza dribbla le polemiche, almeno quelle esplicite. «Non entro
in questioni politiche, emozionali, da campagna elettorale. Mi limito a ricordare che,
Il presidente Gianluigi Miazza
nonostante non fosse previsto
alcun obbligo, siamo andati “a
domicilio”, partecipando a
una commissione comunale, a
spiegare gli aspetti tecnici. Cosa che in passato non era mai
stata fatta». Intanto le polemiche sul bitume rimbalzano anche in regione, dove il consigliere regionale del M5S, Andrea Melis, ha presentato una
mozione che verrà discussa in
aula martedì prossimo. «Il nostro documento prevede la
ferma opposizione dell’assemblea legislativa all’intesa
sul progetto – attacca Melis -,
che deve essere siglata fra Re-
gioneeMinisterodelloSviluppo economico, sia ora che nelle successive fasi cioè quando,
proprio in virtù della mancata
intesa, la palla passerà al Consiglio dei Ministri. Siamo di
fronte a una contraddizione
evidente del Pd: prima concede assenso al progetto a livello
di amministrazione comunale
e a livello regionale dichiara
che la Via non è necessaria; poi
dopolasconfittaalleregionali,
le imminenti elezioni a Savona e i cittadini della città contrari, non trova la quadratura
del cerchio».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
L’AREA DI PARCO DORIA DESTINATA A DIVENTARE UNO S NODO CENTRALE PER LE FERROVIE LIGURI
Savona soffia a Genova
il servizio riparazioni
dei treni regionali
Iter a una volta. Nel polo anche dei neo assunti
IL RETROSCENA
GIOVANNI VACCARO
SAVONA. L’area di Parco Do-
riasicandidaadiventareilnodo centrale per la Liguria della
manutenzione dei convogli di
Trenitalia, “portando via” da
Genova un reparto fondamentale della gestione del
parco ferroviario. Una piccola
rivincita della Torretta sulla
Lanterna,cheperònonhasolo
motivazioni di campanile, essendo basata su argomenti
solidi per quanto riguarda logistica e funzionalità.
Spostare a Savona la parte
più consistente della manutenzione della flotta ligure è
l’orientamento che le Ferrovie dello Stato hanno adottato
fin dal 2012, quando nel binario a monte della stazione di
Savona è stato costruito il
nuovo capannone dell’”Impianto di manutenzione corrente”. In queste settimane
sta procedendo l’iter per il potenziamento del polo manutentivo di Mongrifone-Parco
Doria: a settembre sarà completato l’allungamento del
capannone nell’impianto esistente e contestualmente
partirà la gara per l’ampliamento del deposito locomotive. Al momento è infatti in
corso di definizione, da parte
di Trenitalia con il Comune di
Savona, la progettazione definitiva del nuovo impianto,
per il quale si prevede la gara
verso la fine dell’anno.
Una volta avviate le nuove
lavorazioni, nella prima fase a
Savona sarebbe concentrata
la manutenzione delle locomotive “E464”, che trainano
quasituttiitreniregionali.Tra
l’altro, la vicinanza delle nuoveofficineFsdiParcoDoriaallo stabilimento vadese di
Bombardier Trasportation,
dove tutta la famiglia di
“E464” è stata costruita, offrirebbe un notevole risparmio
di tempi di intervento in caso
di problemi tecnici. Il capannone lungo 120 metri, sarà
prolungato di altri 60 e saranno rinnovati tre binari. Inoltre
è previsto l’ampliamento di
altre strutture con la specializzazione di tre binari per la
manutenzione delle locomotive per un investimento
complessivo di circa otto milioni di euro.
Il trasferimento, comunque, non ha affrontato una
strada in discesa. Oltre alle
L’area ferroviaria di Parco Doria
perplessità a livello politico
sulla sponda genovese, la Regione dovrà risolvere il nodo
del rio Molinero. «Il progetto è
stato rallentato - spiega l’assessore regionale alle Infrastrutture, Giacomo Giampedrone - poiché la lunghezza
del nuovo capannone va ad
interessare un’area sopra al
rio Molinero (uno dei corsi
d’acqua monitorati a causa
del rischio idrogeologico, che
ha già fatto registrare feno-
meni di allagamento, ndr).
Non ci sono conseguenze dirette negative, ma è una questione che va valutata e affrontata. Noi comunque contiamo di risolverla, dato che il
progetto non avrebbe implicazioni dirette sul rio. Dal
punto di vista logistico, per la
Regione l’operazione di spostamento a Savona porterebbe ad un miglioramento dell’efficienzadel servizio e offrirebbe la possibilità di interve-
AURELIA BIS. L’AMMINISTRAZIONE CHIEDE LO SGOMBERO PER I LAVORI
Aurelia bis, scontro Comune-Anas su via Turati
Palazzo Sisto chiede la messa in sicurezza con lo sgombero delle case. Ma l’ente si rifiuta
SAVONA. Braccio di ferro fra
Comune e Letimbro Scarl,
l’impresa che sta realizzando
l’Aurelia bis per conto di
Anas, sul «caso» del palazzo di
via Turati 1/A.
Per mettere in sicurezza lo
stabile, che si trova in mezzo
al cantiere di Miramare e dove l’anno scorso si erano
aperte crepe a causa dello scivolamento di un centimetro
emezzodelpalazzo, ilComune ha chiesto ad Anas e Letimbro lo sgombero temporaneo.
Secondo l’amministrazione questa misura si renderebbe necessaria per permettereuninterventocorposo e definitivo sullo stabile,
ma anche per salvaguardare
la sicurezza dei condomini.
I referenti dell’impresa Le-
Il l palazzo a ridosso del mega cantiere di Miramare
timbro, nel corso di un incontro a Palazzo Sisto, nei giorni
scorsi, hanno però spiegato
che non sarà necessario allontanare i condomini per intervenire. Alla richiesta ne-
gata è seguita la promessa di
un nuovo incontro a settembre in Comune, nel quale saranno illustrati i risultati di
nuove verifiche statiche sul
palazzo e sarò spiegato in che
modo intervenire definitivamente per mettere in sicurezza l’edificio. Al centro della discussone resta un «nodo»
non ancora sciolto: capire il
motivo per cui il palazzo si è
mosso così tanto da quando
sono iniziati i lavori dell’Aurelia bis.
I condomini ritengono che
lo scivolamento sia causato
dai lavori nel cantiere, ma
l’impresa ritiene che l’edificio avesse già dei problemi di
staticità prima che le ruspe
iniziassero a scavare.
Al di là delle responsabilità,
restano i timori dei residenti,
anche perchè stando alle verifiche più recenti, il palazzo
sarebbe a otto millimetri dalla classe di rischio 4, un livello
che implica una verifica urgente dei vigili del fuoco e
l’eventuale sgombero del palazzo.
Il movimento dell’edificio,
il luglio dello scorso anno,
aveva fatto scattare l’allarme
fra i condomini del palazzo,
che avevano chiesto verifiche ai vigili del fuoco e interventi all’Anas.
La Letimbro nei mesi successivi aveva effettuato dei
lavori, iniezioni di resine per
garantire maggiore stabilità,
ma nonostante le richieste
non sarebbero stati resi noti
dati aggiornati sul palazzo.
La paura degli abitanti di
Miramare è legato al futuro
del cantiere. «Come possiamo stare tranquilli se siamo
in questa situazione già adesso e la tal’pa deve ancora arrivare?», si chiedono.
C. BEN.
nire direttamente su un treno
intero». Dal punto di vista occupazionale nel polo di Savona è prevista l’assunzione di
un certo numero di nuovi addetti che sono stati già individuati e stanno già seguendo
un corso di formazione.
Il capannone aperto tre anni fa garantisce la manutenzione di circa la metà dei treni
regionale liguri, compresi i
Vivalto.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
ALLA FOCE DEL LETIMBRO
Bandiera rossa,
due bagnanti
salvate in extremis
SAVONA. Mare mosso, da
bandiera rossa, quindi bagni
vietati. Due donne, di 40 e
20 anni, si sono ugualmente
tuffate, rischiando di annegare, proprio nello stesso
punto, nello specchio acqueo
davanti alla spiaggia libera
che si trova vicino alla foce
del Letimbro, al Prolungamento, dove un anno fa aveva perso la vita un turista,
Massimo Barlacchi, era morto per salvare un bimbo di 7
anni. A salvarle i bagnini dei
vicini stabilimenti balneari:
lunedì sono intervenuti Alessandro Basso (dei Ligure) e
Alessandro Aisoni (dei Sirena); ieri mattina nuova situazione di allarme. risolta da
Massimo Mallarino dei Bagni
Ligure con l’aiuto del collega
dei bagni Sirena, Edoardo
Sutera.
Scarica

il secoloxix - uominiliberi