CAMPIONATO GIORNALISMO MARTEDÌ 20 MARZO 2012 9 •• Scuola media IIIE Gamerra Putignano, Putignano, Pisa Pisa Quattro passi nella memoria Nei ricordi di chi visse quei momenti, lo stesso sgomento di allora LE BOMBE A ZONE Pisa Una città coventrizzata PISA è stata la prima città italiana ad essere «coventrizzata», cioè ad essere soggetta ad un’«area bombing», un bombardamento a zone. Da questo episodio il termine «coventrizzare», un neologismo che deriva appunto dal nome della città inglese di Coventry, nel Regno Unito, che, nella notte tra il 14 e il 15 novembre del 1940, subì un bombardamento a tappeto da parte della Luftwaffe tedesca, per circa dieci ore continuative. L’effetto fu devastante, spianando completamente tutto quanto compreso sotto il raggio d’azione degli aerei. Il bombardamento causò la morte di 1236 persone, migliaia di feriti e furono distrutte vie di comunicazione, ospedali e molte abitazioni. ANCHE PISA, il 31 agosto del 1943, fu soggetta a un simile bombardamento: alle 13 furono avvistati nei cieli di Pisa una schiera di 152 aerei bombardieri americani, «Liberator» e «Flying Fortress», che volavano parallelamente tra loro e in 7 minuti, a ondate successive, furono scaricate sulla zona sud della città 408 tonnellate di bombe, incatenate a due a due e legate a grappolo. Dopo lo sgancio delle prime bombe, il fumo che saliva dalle macerie era talmente denso che nelle ondate successive i piloti bombardarono alla cieca. Alla fine dell’incursione aerea si contarono quasi mille morti, molte abitazioni e luoghi di culto distrutti o danneggiati e i punti strategici della città devastati. PARLARE del bombardamento del 31 agosto 1943 significa non dimenticare una pagina drammatica della millenaria storia cittadina. Il tempo passa e le ferite si risanano, ma Pisa, all’indomani del bombardamento, era una città prostrata! Molte volte prima di quel giorno erano risuonati falsi allarmi aerei: il patrimonio artistico della città sembrava proteggere dalla follia distruttrice della guerra. Quella speranza fu spezzata il 31 agosto, l’impreparazione generale fu causa delle numerose vittime. Gli alleati volevano colpire l’aeroporto, la stazione e tutte industrie riconvertite a uso bellico. ERANO le 13 quando la città a sud dell’Arno fu investita da un uragano di fuoco, un inferno che durò 7 lunghi minuti. Come testimonia la signora Nada Mattioli: «… Quando suonò l’allarme ero sulla terrazza di casa, poi un boato e mio padre, riconoscendo il rombo degli aerei, mi prese in collo e ci precipitammo con la famiVOTA ONLINE Segui i baby cronisti sul web e dài la tua preferenza. Clicca la sezione dedicata su A FUOCO La stazione dopo il bombardamento del 31 agosto 1943 glia nel rifugio al Giardino Scotto. Finito il bombardamento, attoniti, uscimmo dai rifugi e vedemmo un’immensa colonna di fumo coprire la zona di mezzogiorno; passò di lì una donna che teneva tra le braccia un giovane insanguinato: disperata, gridava a squarciagola - andate di là d’Arno, son tutti morti! - In effetti in quella zona i morti furono tantissimi, lì abitavano anche gli zii con i figli: quel giorno è morta la mia cugina di 6 anni per le gravi lesioni riportate: avevamo giocato insieme proprio il giorno prima! La sera stessa con la famiglia dormii su un prato appena fuori città perché temevamo un altro bombardamento; ormai impauriti, di lì a pochi giorni sfollammo sulle colline pisane. Nel diario della signora Massima Muller si legge che mentre la radio dava un bollettino di guerra, d’improvviso ci fu un silenzio tombale: con la prima bomba andò via la luce, poi uno schianto e iniziò la distruzione. Fu una sequenza interminabile di esplosioni. Tanto spavento in «quel diluvio di morte … mi metto sulla soglia di casa, perché mi hanno detto che, quando le case crollano, le soglie rimangono su … la mia vicina in ginocchio recita il Confiteor … lo spostamento d’aria piega le canne dei pomodori degli orti … un’ora d’inferno, un terrore che ci toglieva il respiro … quando la furia parve placarsi … era buio perché il pulviscolo … oscurava il sole … d’intorno un silenzio lugubre, poi gemiti, lamenti, pianti...». La signora Muller ricorda poi l’angoscia per i due figli che si trovavano nella zona devastata fino a quando non li ha visti tornare, un po’ malconci, ma vivi. LE DOMANDE A 69 ANNI DA QUEL TRAGICO GIOVEDÌ 31 AGOSTO 1943 CI INTERROGHIAMO www.lanazione.it Ma ce n’era davvero bisogno? A 69 ANNI da quel tragico giovedì 31 agosto 1943 ci interroghiamo: Ma ce n’era bisogno? Molte le immagini, i video e i testimoni diretti che ancora oggi ricordano i terribili bombardamenti da parte degli alleati, che non accontentandosi più di bombardare obiettivi precisi, introdussero il concetto di “bombardamento a zone”, per distruggere progressivamente il sistema militare e industriale italiano. Il raid su Pisa del 31 agosto 1943 fu un perfetto esempio di questa strategia offensiva. Ma perché intensificare i bombardamenti, coinvolgendo i civili, quando ormai l’Italia era stremata, il fascismo caduto e le trattative per la resa in corso? DALL’ALTO Ore 13 del 31 agosto 1943: si scatena l’inferno PROPRIO il 31 agosto, mentre il generale Castellano si recava a Cassibile, pronto a sottoscrivere l’ar- mistizio, le fortezze volanti iniziavano a sganciare le prime bombe su Pisa. Una possibile spiegazione potrebbe essere che fu Churchill a volere a tutti i costi sulle città italiane una tempesta di ferro e di fuoco, per spingere la popolazione a schierarsi sempre più contro il fascismo e la guerra; ma se i servizi segreti angloamericani si fossero sforzati di capire meglio la posizione degli italiani nei confronti della situazione politica, avrebbero intuito che il regime era ormai finito e l’inutile crudeltà del bombardamento su Pisa e su tante altre città, sarebbe stata evitata. Noi ragazzi stentiamo a capire tanta violenza ed è per questo che siamo convinti che ricordare un tragico evento come questo, sia, per tutti, un utile esercizio in un periodo della nostra storia in cui il fragore delle armi spesso torna a farsi sentire in tante parti del mondo. LA REDAZIONE Questa pagina del campionato di giornalismo organizzato da «La Nazione» in collaborazione con gli sponsor è stata realizzata dalla IIIE della scuola media Gamerra di Putignano, Pisa: Bufalini Lorenzo, Cacel- li Flavio Ceccarelli Giada Cini Kinzica Ciotir Margareta Di Ruscio Francesca Galli Giacomo Giusti Adriana Gori Christopher Magli Domiziana Mansueto Benedetta Mazzitelli Domenico Ndiouck Mor Pannocchia Federico Romano Matilda Sasz Cristina Maria. Insegnante tutor: professoressa Alessandra Guerri. Dirigente scolastico: Paola Lucarelli.