Anno XXII, n. 1
DICEMBRE 2011
riogiornale@ scali.it
Rio Giornafondato ne
Foglio di collegamento per le famiglie della comunità cristiana di Rio Murtas
l 1990
Direttore: don Mario Riu
Sommario
Leggi RIO GIORNALE anche ON LINE
in questo numero ...
www.interparrocchial.altervista.org
Rio Giornale n.1 Anno XXII
@
Dicembre 2011
Tanti lettori già sanno che il nostro Rio
Giornale è anche in rete. Infatti collegandovi al sito riportato qui sopra troverete questo numero e il numero scorso di questo nostro giornale. Il sito, gradualmente, cresce,
dal 2012 darà spazio ai lettori per intervenire attraverso il forum che, a breve, integrerà il sito. Grazie fin d’ora a tutti quelli che
visiteranno il sito web di Rio Giornale, e un
grazie particolare al nostro web master Simon Gelso, che con tanto impegno e dedizione ha consentito che Rio Giornale avesse
anche la versione on line.
3
EDITORIALE
Natale in crisi
a cura della Redazione
4
SPIRITUALITA’
Jesus è amore
di Marzia Piras
5
CATECHESI
Ma Gesù quando verrà ...
di Suor Barbara Ferrari
6
LA PAROLA
Vivere da fratelli, si può?
a cura di Don Mario Riu
7
STORIA
E ci fu la Chiesa
tratto da Corriere del Sulcis 1966
8
CARTOLINA
Bidha mia
di Claudio Piria
9
PARROCCHIA
Consiglio Pastorale
di don Mario Riu
15 AMBIENTE
Sa gruta de is scintus
di Salvatore Cinus
18 NONSOLOMUSICA
Sopra: presepio realizzato nella nostra Parrocchia con le statuine “antiche”, probabilmente acquistate negli anni settanta.
BUON NATALE!
e
Felice 2012
La musica del diavolo
di Marzia Piras
19 SOCIETA’
Su capu est Nicola
di Giulio Cani
20 TERRA
Bollettino del mondo agricolo
di Giuseppe Beppe Bullegas
ai le ori, sostenitori ed amici di
Rio Giornale
2
22 ORATORIO
Notizie, proposte e attività dell’Anspi
a cura della Segreteria
RIO GIORNALE
Editoriale
N
atale in crisi
a cura della Redazione
A
bbiamo un Dio che conosce la parola “Crisi”. La conocampi in cui si può sviluppare una piccola e media impresa”.
sce perché ne ha fa o esperienza. Ed essendo Dio
Finita l’epoca del de-responsabilizzante “posto fisso”, alle voldobbiamo riconoscere che ha voluto fare esperienza
te, o enuto in cambio di “impegno ele orale a vita”,
di povertà, incertezza, precarietà. “ … non c’era posto per loro
(meccanismo che ha costruito la fortuna poli ca di alcuni, in
…” così racconta il Vangelo di Luca. Il “non c’è posto”, è, nel
faccia alla democrazia e al merito) a noi spe a ricostruire. È
contempo espressione biblica, ma, purtroppo, anche modo di
vero siamo in crisi, giacciamo in una mangiatoia, ma ci si prodire in voga nel mondo di oggi. “Non c’è posto di lavoro” per il
spe a la provvidenziale occasione di costruire finalmente una
giovane, per il padre di famiglia, per le donne, “non c’è posto”
società più giusta. Dove i valori studia sui libri possono divenper noi. Ma c’è un posto? C’è
tare realtà. Dove quell’utopia
Nascita di Gesù
un luogo felice dove andare?
sessanto na di una società
Un luogo dove sen rsi finalnuova, libera e pacifica è possimente realizza , come uomini, “In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordi- bile. A pa o che i demolitori
come professionis , come pa- nò che si facesse il censimento di tutta la terra. non siano anche i nuovi codri, come madri? Cosa possia- Questo primo censimento fu fatto quando era go- stru ori. A condizione che l’emo fare? Il nostro Vescovo, vernatore della Siria Quirino. Andavano tutti a farsi conomia ceda il passo alla poliMons. Giovanni Paolo Zedda, registrare, ciascuno nella sua città. Anche Giusep- ca e questa sia servizio, pure
nel documento “Per un’agenda pe, che era della casa e della famiglia di Davide, indennizzato, ma per nessuno
di speranza per il Sulcis Iglesien- dalla città di Nazareth e dalla Galilea salì in Giudea professione. Con il presupposto
alla città di Davide, chiamata Betlemme, per farsi
te” scrive: “Si sente la necessità
che equità voglia dire non par
registrare con Maria sua sposa, che era incinta.
di un’economia diffusa, che
uguali tra disuguali, altrimen
Ora, mentre si trovavano in quel luogo, si compisappia incen vare i giovani e in
non si camminerà mai insieme
rono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo
par colare quelli che vanno alla
e qualcuno, inevitabilmente,
figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo depose
ricerca esclusiva del lavoro dirimane indietro. A pa o che le
in una mangiatoia, perché non c’era posto per loro
pendente, perché non amano nell’albergo”. Lc 2, 1-7.
guide per disegnare un
responsabilizzarsi. Una man“quaderno economico” abbiacanza di responsabilità dovuta agli eleva rischi o ai risulta
mo gli occhi rivol al presente, per idee, formazione, interessi.
non del tu o appagan che cara erizzano talvolta il lavoro
Troppi nostri rappresentan hanno un formazione obsoleta
autonomo”. E aggiunge il Vescovo: “Veniamo da una storia di
(quando ce l’hanno), un’età elevata per stare al passo dei velocultura mineraria e industriale e immaginiamo scenari ambici mutamen sociali, una mentalità e un’idea di poli ca, imziosi. Tu avia, i cambiamen radicali non possono essere reapresa e società che è ben lontana da creare quello sviluppo
lizza se non si innesta il sapere e la conoscenza con l’idea che
necessario per uscire dalla crisi.
l’impresa incomincia dentro ciascuno di noi. Il lavoro da realizCari le ori, questo editoriale, è solo un inizio di riflessione,
zarsi è poter unire le risorse delle persone che hanno un’adesaremo lie di con nuarla con voi al presepio di Is Aios, pensaguata conoscenza del territorio, delle sue potenzialità e che
to e realizzato proprio pensando a queste tema che.
raccolgano il maggior numero di informazioni u li a predisporCon l’augurio che per tu ci sia “un posto”, la redazione di Rio
re un “quaderno economico” contenente tu i possibili
Giornale, di cuore, vi augura un cris ano Natale.
Auguri.
La Redazione
RIO GIORNALE
Foglio di collegamento per le famiglie della comunità cristiana di Rio Murtas. Pro manuscripto, ad uso interno
.
DIREZIONE: don Mario Riu WEB MASTER:Simon Gelso REDAZIONE:Guido Cadoni, Antonello Cani, Giuliano Cani, Susanna
Fanutza, Elisabetta Orioni, Riccardo Piras. HANNO COLLABORATO: Giuseppe Bullegas, Modesta Cadeddu, Salvatore Cinus,
Suor Barbara Ferrari, Marzia Piras.
Chiuso in redazione il 16/12/2011. Informazioni: 348 392 70 26 - [email protected] 349 332 59 22 - [email protected]
RIO GIORNALE
3
Spiritualità
J
esus è amore
O
ggi è 24 Dicembre. Da qualche parte nel mondo
sta per nascere un bambino. Per averlo la madre ha
dovuto lo are contro ca verie e pregiudizi che la
circondano, è dovuta persino scappare dal suo paese trovando
rifugio in una piccola case a fa a di legno e paglia. A riscaldarli ci sono degli animali. Lo chiamano Jesus e quando nasce
è un frugole o con le guance rosa che già sorride. E' un bambino fortunato, ha vicino le persone che ama. Quando cresce
gioca con gli altri bambini e alle volte li ga con loro,
ma poi si pente, fa pace, e sorridendo torna a giocare. Dicono tu che Jesus sia un bambino strano,
diverso dagli altri, sorride sempre, è riflessivo pure
troppo per la sua età, e qualche volta ascolta i discorsi dei grandi e con loro si confronta. Questo suo
essere non dà fas dio, anzi, ecce o poche persone
gli altri apprezzano le sue qualità. Alla gente, Jesus
piace. Jesus ha in mente qualcosa, parla sempre d'Amore usando parole che troppo spesso non si capiscono: carità, rispe o,pace.... sono termini difficili da
spiegare, eppure lui ci riesce. Jesus è grande, è un
bravo ragazzo, sereno, felice circondato da mol
amici e amiche e frequenta sempre persone più
grandi cercando di far capire a tu cosa vuol dire
Amore. Capita a volte che le sue parole vengano
fraintese e stravolte, ma lui è calmo e pacato e riesce sempre a far capire il senso di ciò che dice. Sembra che il suo scopo nella vita sia questo. Sfortunatamente la
sua vita finisce presto, ma le sue parole durano in eterno. Cosa
mi avrebbe de o incontrandolo da piccolo ?
"Ciao Jesus, che fai di bello?"
"Oh, nulla di che, gioco a Bakarà con i miei amici. Sai, alle volte
li gano, e io devo separarli e me ere pace."
"Jesus, piace la musica?"
"Oh si, tan ssimo, qualche volta vado da alcuni amici e suoniamo. Io ba o delle bacche e su un tronco di legno, mentre un
amico soffia dentro una canna di bambù, poi c'è uno più fortunato di noi: il padre cacciatore gli ha procurato una pelle e lui
si è fa o un tamburo, è divertente sai?"
"Ci credo. Sai scrivere?"
"Non so. Cosa è scrivere?"
"E' rappresentare con dei segni ciò che vedi e ciò che pensi"
"Ah, ho capito. Guarda!"
Jesus prende un bastoncino di legno e traccia sei segni sulla
terra secca “Ques sono i miei amici. Oggi è il mio compleanno
e stasera verranno a trovarmi. Questa è la
4
di Marzia Piras
mia casa, è un po’ piccola ma ci s amo bene, poi possiamo
stare fuori fino a tardi".
"E la tua mamma e il tuo papà?"
"La mamma è per i campi a cercare delle radici e del cibo per
stasera, papà invece non c'è più è volato in cielo.".
"Mi spiace e tu non sei triste?".
"Un pochino, ma ho tante belle cose che mi circondano e un
mucchio di persone da amare".
"Cosa è per te l'amore?".
"Oh, sai a me piace parlare dell'amore. E' un sen mento grande, bello, forte, e se lo riconosci non fa
mai fare errori. In genere è accompagnato da rispe o,
carità, pace... insomma tu e belle cose. Io sono fortunato!". Jesus si dice fortunato… Questa no e nasceranno tan Jesus in tu o il mondo. Qualcuno avrà una
culla calda e imbo ta, e sarà circondato da giochi di
ogni po. Altri avranno una culla in legno, come fosse
una mangiatoia e non avranno mol giochi, solo l'amore di chi li circonda. E nasceranno dei Jesus molto
meno fortuna , che avranno una pietra come culla e
saranno circonda da mosche e formiche. Non possiamo dire che avranno una vita lunga e bella, perché
moriranno presto e soli, perché chi li ha messi al mondo sta già morendo. Sono Jesus che staranno li immobili senza sapere cos'è l'amore, senza dis nguere un
giorno dall'altro, non conosceranno mai la storia del
Jesus che li ha precedu , in effe non conosceranno mai alcuna storia. Oggi rinasce Jesus che porta al mondo parole d'amore. Domani sarà Natale che porta nelle case luci, pane oni e
giochi. Quale è il significato di ciò che Jesus chiama Amore? In
quale momento in ques giorni ci fermiamo a pensare all'amore? Il pensiero che da giorni mi martella la testa è che davvero in giro non vedo Amore. Non lo vedo in chi ci è più vicino
e meno che mai con chi è più sfortunato di noi. Vedo troppi
che gridano 'miseria' perché al cenone non hanno l'as ce.
Vedo gente che si affre a a cercare regali per gli altri, e mi
pare chiaro che l'unica cosa che abbia veramente valore non
sia materiale. Perdonatemi amici se da me non avrete regalo o
biglie , non ho neppure voglia di andarli a cercare. L'unica
cosa che mi vien voglia di fare è prendere ques bambini e
dargli da mangiare, dirgli cos'è Amore e raccontargli di quel
grande Jesus che cercava di far capire cosa è Amore. Come
spieghi a dei bambini che hanno fame che cosa è Amore? Dove lo vedono? Come lo sentono? Questo è il mio regalo di Natale. Auguri Amici.
Marzia Piras
RIO GIORNALE
Cate-
M
“
a Gesù quando verrà ...
Ma il Figlio dell'uomo, quando verrà, troverà la fede sulla
terra?" (Lc 18,8). Questo è uno degli interroga vi più inquietan di Gesù, l’interroga vo che mi affascina maggiormente. Non per quella parvenza misteriosa che cela, ma
per la provocazione che so ende. Vorrei rispondere così:
“Certo, Signore! Troverai ancora fede sulla terra: troverai ancora i “tuoi” impegna a viver ; troverai chi è capace di dono,
di gratuità; troverai ancora chi sa “pa re con”, chi si “sba e”
perché tu sia annunciato e conosciuto; troverai la tua Chiesa
bella, la tua Chiesa giovane, la tua Chiesa spoglia di moralismi,
legalismi e fondamentalismi.” Vorrei rispondere così, ma mi
rendo conto che la realtà è lontana dall’ideale, fragile e sbiadita, presumibilmente in cammino …
Quale è il volto delle nostre parrocchie? Un volto bello, acca vante, affascinante, o un volto provato dalla fa ca, un
volto dall’espressione disorientata, dai lineamen stanchi,
car na di tornasole di un cuore ancorato alla fissità, al “si è
sempre fa o così”?!? Perché i ragazzi, dopo la Confermazione
e, prima ancora, dopo aver celebrato la loro prima Comunione, se ne vanno per ritornare a distanza di tempo a mbrare il
cartellino del cris anesimo, in quanto cer sacramen
“servono” per contrarre il matrimonio cris ano? Perché le
nostre chiese non raccolgono più la Chiesa tu a di Gesù, la
Chiesa che è tu a la gente di un territorio e non solo una parte cos tuita da qualche sporadico cris ano che sgrana il rosario, che pra ca la pietà delle devozioni, che si è ritagliato una
fe a di tempo da impegnare per Dio e per gli altri nei vari
gruppi o associazioni?
Le domande potrebbero mol plicarsi a dismisura e vogliono
essere un pungolo per interrogare le coscienze più sensibili,
per interrogare l’animo di chi non si rassegna e si ribella alla
descrizione appena fa a e, con forza, grida: “Non è così! Ti
stai sbagliando!”
Ti stai sbagliando perché noi s amo facendo esperienza di
Gesù, della sua presenza, della sua provvidenza; stai sbagliando perché come cris ani noi siamo a raen e risplendiamo della luce di Gesù, lo conosciamo così bene che tu a la
nostra vita lo ripresenta: la nostra esistenza è quella parola
bella che sa di Vangelo. Ti stai sbagliando perché i nostri ragazzi vivono in famiglie che sono piccole Chiese domes che nella
Chiesa universale: lì imparano la speranza, l’amore, la fede; lì
imparano a me ere Dio al primo posto; lì imparano che alla
domenica tu ci si incontra per celebrare l’amore di Gesù
nell’Eucaris a, un amore così grande che non si può tacere, un
amore così grande che non si può comprare, un amore così
grande che non è un mbro al cartellino del dover essere per
forza un bravo cris ano, ma un sigillo del diri o d’essere cris ano. Ti stai sbagliando perché la nostra parrocchia è una
Chiesa giovane, bella, una Chiesa in cammino, in movimento,
RIO GIORNALE
di Suor Barbara Ferrari
una Chiesa che piace, una Chiesa che prega, una Chiesa semplice e familiare, una Chiesa che non giudica, una Chiesa dove
ognuno matura la sua vocazione e trova la sua realizzazione
come persona, una Chiesa che è sempre in movimento, che
percorre strade alterna ve e crea ve per l’annuncio del Vangelo, perché tu possano sen rsi presi ed avvin dalla bellezza
d’essere di Gesù … Vorrei tanto sbagliarmi, perché vorrei questa
Chiesa! Una Chiesa che a ende Gesù, una Chiesa che vive, sulla
terra, la fede in Lui, una Chiesa che educa e si educa all’e ca
delle virtù, non a quella del dovere, una Chiesa con un cuore
ossigenato dalla presenza dello Spirito che spinge oltre. Con
coraggio, con speranza.
Suor Barbara Ferrari
Anche negli USA si interrogano sul Post Cresima
noto che molti giovani smettono di frequentare la Chiesa. Nel libro
"You Lost Me: Why Young Christians are Leaving the Church ...
and Rethinking Faith,"(Baker Books), è stata
esaminata un'ampia ricerca statistica effettuata dal
Gruppo Barna per scoprire quali sono le ragioni che
allontanano i giovani dalla Chiesa. Gli autori David
Kinnaman, e Aly Hawkins, hanno analizzato una
vasta gamma di dati ed hanno indicato tre aspetti da
valutare quando si osserva la situazione dei giovani:
1. Le Chiese hanno un impegno attivo con gli adolescenti, ma dopo la Cresima molti giovani non frequentano più e pochi crescono fino a diventare
adulti seguaci di Cristo.
2. Le ragioni per cui la gente abbandona la Chiesa
sono varie e diverse, quindi è importante non generalizzare sulle nuove generazioni.
3. Le Chiese hanno una certa difficoltà a formare la nuova generazione a
seguire Cristo, a causa di una cultura che cambia rapidamente.
Kinnaman ha spiegato, che non si tratta di una differenza generazionale.
Non è vero che oggi gli adolescenti sono meno attivi in Chiesa che in
tempi precedenti. Infatti, circa quattro su cinque adolescenti in America
passano una parte della loro infanzia o adolescenza in una congregazione
cristiana o in una parrocchia. Quello che succede è che la formazione non
è abbastanza profonda e svanisce intorno ai vent’anni. Sia per i cattolici
che per i protestanti la fascia d'età dei ventenni è quella meno impegnata
cristianamente, indifferentemente dalla loro precedente esperienza religiosa. Il problema principale è la relazione con la Chiesa. Ancor più che
una lotta con la loro fede in Cristo, i giovani cessano la loro partecipazione istituzionale. Un fattore importante che influenza i giovani di oggi è il
contesto culturale in cui vivono. Nessun altra generazione di cristiani, ha
sostenuto Kinnaman, ha vissuto così profondi e rapidi mutamenti culturali. Alla fine del libro l’autore fornisce alcune raccomandazioni su come
arginare la perdita di tanti giovani. C'è bisogno di un cambiamento nel
modo in cui le vecchie generazioni si riferiscono alle generazioni più
giovani. Egli ha anche sollecitato la riscoperta del concetto teologico di
vocazione al fine di favorire una più approfondita considerazione da parte
dei giovani di ciò che Dio ha in mente per la loro vita. Infine, Kinnaman
sottolinea che abbiamo bisogno di dare priorità alla saggezza rispetto alle
informazioni. “Saggezza, - ha spiegato - significa la capacità di relazionarsi correttamente con Dio, con gli altri e con la cultura”.
È
5
La Parola
V
P
ivere da fratelli, si può?
Dal Libro della Genesi
3 Dopo un certo tempo, Caino offrì frutti del suolo
in sacrificio al Signore; 4 anche Abele offrì primogeniti del suo gregge e il loro grasso. Il Signore
gradì Abele e la sua offerta, 5 ma non gradì Caino
e la sua offerta. Caino ne fu molto irritato e il suo
volto era abbattuto. 6 Il Signore disse allora a
Caino: «Perché sei irritato e perché è abbattuto il
tuo volto? 7 Se agisci bene, non dovrai forse tenerlo alto? Ma se non agisci bene, il peccato è
accovacciato alla tua porta; verso di te è il suo
istinto, ma tu dòminalo». 8 Caino disse al fratello
Abele: «Andiamo in campagna!». Mentre erano in
campagna, Caino alzò la mano contro il fratello
Abele e lo uccise. 9 Allora il Signore disse a Caino: «Dov'è Abele, tuo fratello?». Egli rispose:
«Non lo so. Sono forse il guardiano di mio fratello?». 10 Riprese: «Che hai fatto? La voce del
sangue di tuo fratello grida a me dal suolo!
11 Ora sii maledetto lungi da quel suolo che per
opera della tua mano ha bevuto il sangue di tuo
fratello. 12 Quando lavorerai il suolo, esso non ti
darà più i suoi prodotti: ramingo e fuggiasco sarai
sulla terra».
erché è cosi difficile vivere da
fratelli,nel mondo, nella società,
nella comunità?
Questo testo me e a fuoco le cara eris che della fraternità e dove si radica
quel dinamismo par colare che è il confli o tra le persone. Il racconto inizia
nominando i genitori, maniera semplice
per dire che ogni persona è preceduta da
una vicenda umana a sua volta precedente - Adamo ed Eva - cioè da una situazione nega va, da una disarmonia tra
le persone e verso Dio. La cupidigia umana come fonte di orgoglio e superbia. Si
crea cioè una distorsione del rapporto
con Dio e di conseguenza con la terra.
Subito dopo i genitori viene nominato
Caino, vero protagonista del racconto. Il
suo nome ritorna insistentemente (13
volte). L’autore ci dice di guardare a Caino per dirci che lui rivela
quello che noi siamo, ci insegna a capire che cosa c’è nella fraternità. Dopo Caino viene nominato Abele, figura fragile e precaria. Il suo nome vuol dire cosa inconsistente, Abele é sempre
presentato in rapporto al fratello (Caino); il suo nome viene
ripetuto (7 volte). Ed è la nascita di Abele che introduce nella
fraternità Caino; ma Caino riconoscerà Abele come suo fratello?
… questo è il problema.
v. 5a: Il Signore gradi’ Abele e la sua offerta, ma non gradi’
Caino e la sua offerta.
Ci sono da so olineare delle differenze sostanziali tra Caino e
Abele: differenza di nascita: un primogenito e un secondogenito … questo crea una distanza; differenza di cultura : uno era
agricoltore e l’altro era un pastore; differenza di religione: modo diverso di vivere il rapporto con Dio; differenza di offerta:
Dio gradisce l’offerta di Abele e non quella di Caino. Questa
ul ma differenza è quella scatenante la violenza inaudita di
Caino. A questo riguardo ci sono state diverse interpretazioni …
Caino è il ca vo, Abele è il giusto; un’altra linea interpreta va
più significa va è quella che Dio guardò con preferenza Abele;
Dio cioè ha un a enzione maggiore per il debole, per i piccoli:
Abele è il più debole. Oppure si può leggere questa differenza:
Abele ha più successo nella vita, le cose vanno bene rispe o a
Caino ... l’altro è più fortunato di me. Se ci pensiamo bene la
storia di Caino è anche la nostra storia. Nella vita c’è sempre
qualcuno che risveglia la nostra invidia: privilegi, potere, successo … tu cioè abbiamo il nostro Abele e questa situazione è
percepita come qualcosa di inacce abile … mi rode dentro, mi
da fas dio … l’altro è un rivale, scatenando in noi ciò di cui ci si
sente ingiustamente priva ed è proprio qui che si radica la
6
a cura di Don Mario Riu
violenza. L’interesse è quello di me ere a
fuoco ciò che scatena l’aggressività.
v. 5b- Caino ne fu molto irritato e il suo
volto era abba uto. Caino è arrabbiato
dentro, diventa preda del rancore e della
depressione e fa violenza contro se stesso. Dio allora interviene e cerca di entrare
in dialogo con Caino: vv. 6-7: Perché sei
irritato? Se reagisci bene potrai incontrare bene nella pace e nella serenità gli altri, e se non agisci bene, il peccato è accovacciato alla tua porta. Qui l’immagine
del peccato è come rappresentato come
la bes a feroce che sta davan alla porta
del tuo cuore, cioè il peccato che provoca ad agire bes almente… verso di te è il
tuo is nto, ma tuo dominalo. L’uomo ha
una somiglianza con gli animali (cfr. primo
racconto della creazione), l’uomo è creato dopo gli animali… l’uomo è fa o ad immagine di Dio che
consiste nel dominare e governare il mondo animale. Questa è
una componente fondamentale dell’essere ad immagine di
Dio: uomo è il pastore di Dio.
Ciò ci dice che l’uomo non è consegnato ai suoi impulsi, ma
abbiamo la voce della coscienza che ci aiuta a non negare e
sopprimere quella energia posi va che abbiamo dentro di noi.
v. 9. Allora il Signore disse a Caino: Dov’è tuo fratello?Egli rispose : “Non lo so. Sono forse il guardiamo di mio fratello?”.
Caino non comunica e non parla con Dio, la violenza é muta e
sorda, la violenza é stre amente connessa a non entrare in
dialogo con Dio.
v. 12b - Dio disse: ora andrai ramingo e fuggiasco sulla terra.
E’ un po’ la sentenza, la punizione; non è che Dio inventa la
punizione, ma la punizione è intrinseca al peccato … è Dio stesso che fa emergere al cuore dell’uomo (Caino) questa conseguenza. Chi elimina il fratello si condanna a vivere senza fratello, sarà solo nella sua solitudine, senza nessuna comunicazione.
Questo vuol dire non riconoscere l’altro come dono, ma farsi
padrone della vita; vuol dire entrare in un meccanismo distru vo. E’ necessario, anzi bisogna rifle ere della fraternità a par re
da Caino … il problema è come io vivo, come io reagisco a queste situazioni. Questo meccanismo contorto si può scatenare
anche in ciascuno di noi. L’esperienza di Caino fissa una esperienza esistenziale che è presente in noi. Allora è interessante
capire che uno acce la provocazione del testo biblico e che si
me a nei panni di Caino per capire … il testo colpisce e vuole
colpire, perché non è un racconto banale. Lasciamoci interpellare dalla Parola e … buona meditazione
RIO GIORNALE
Storia
E“
ci fu la Chiesa
articolo tratto da Corriere del Sulcis, 1966
Mamma voglio vedere. Cosa c’è lì? Non ne ho visto
mai!” .
“Abbi pazienza figlio mio non ne ho visto mai neanche
io!”.
Veramente era bello vedere quel masso (lavorato con arte dal
maestro Musa) scendere nel terreno che farà da sostegno alla
nuova chiesa. Diciamo nuova, non perché prima ce ne fosse
una vecchia! Non c’è mai stata una chiesa di pietra anche se
c’era quella con la C maiuscola; perché a Rio Murtas erano già
buoni cris ani. Tante difficoltà si son fa e avan ma si è cercato di superarle con un po’ di buona volontà, e mi pare che ci
siamo riusci . Ci
è sembrato di
vederlo nell’entusiasmo con il quale la popolazione
ha accolto il Vescovo, venuto per un
a o tanto importante per il paese.
Erano ad a enderlo
le autorità civili e
militari del luogo.
Naturalmente
un
buon numero di parroci era ad a endere il
Vescovo. Spiccava tra
tu la persona del Canonico Serafino Pinna di
Masainas a orniato da
don Antonio Vigo, Don
Giovanni Garau, Don Giovanni Poddighe ed altri
della zona.
Ha aperto la cerimonia Mons. Selis so olineando l’importanza
del momento per l’avvenire del paese. Un ringraziamento parcolare, accompagnato da calorosi applausi, al canonico Pinna
che ha fa o la dotazione della nuova Parrocchia. I riomurtesi
lo ringraziano veramente di cuore. Mentre i capi famiglia firmavano la pergamena (con precedenza, naturalmente, per
Mons. Enea faceva andare in visibilio i bambini per le nuvole
di caramelle che faceva volare sulle loro teste. C’era un po’ di
invidia da parte dei meno giovani, che sarebbero volu andare
anche loro a prendere le caramelle al volo, ma non ne avevano il coraggio perché i bambini li avrebbero ba u certamente! Ha coronato la cerimonia un vivace spe acolo comicomusicale organizzato da Flavio e Carle o Vacca con la collaborazione dei giovani e dei ragazzi di Rio Murtas. Applausi par colari hanno so olineato l’apparizione
sul palcoscenico di
Franco, Giacomina,
Dante e Gloria!!
A tu
un grazie
par colare
(perché, non so se
lo sappiate, qui
funziona
tu o
gra s, anche le
chitarre ele riche e le fisarmoniche!).
Il Signor Garia,
assessore
presso il comune di Narcao ha preso
la parola per
ringraziare il
Vescovo, il
Can. Pinna e
tu coloro
che si sono adopera
per un giorno così bello.
La prima pietra l’ha messa il Vescovo … se ne me amo un’altra ciascuno, ci avviciniamo già al te o … coraggio dunque!
Don Gino
(Un sen to ringraziamento alla Signora Modesta Cadeddu per
aver messo a disposizione di Rio Giornale questo ar colo di
giornale, oramai storico).
Festa Regionale ANSPI Sardegna
Macomer 2 Giugno 2012
con la partecipazione di Mons. Mauro M. Morfino, Vescovo di Alghero Bosa
RIO GIORNALE
7
Cartolina
Bidha mia
Ci funt matas de oria, carriaras funt is nais,
in su Monti de Masonis, e in susu de Sesolais.
Fatu anti una strada si passarat in vespinu,
in susu de Gutuetoi e in su Parentinu.
Oria cin d’est mera, ca is matas funti meras
... in basciu in su de Mocis, e fin’e in Bagisterras.
Aumentarat sa benzina, po curpa de su petroliu,
tocarat a fai funzionai, is machinas a olu.
chi siarat oria de Gonnos, o chi siarat semidana,
candu custu arat sucedi, fareus festa manna.
A pei non andaus prusu, e custu est unu vitziu,
in Santacroce fatu, anti unu oleificiu.
c’est oria sarda, e fin’e sa bosana,
po nd’arrigoli mera, nci oiri però ganna.
Donaus sì piciocus, totusu de fai,
ca su petroliu ognia dì, continuarat aumentai.
nci funti disi mauas, nci funti disi bellas,
ma su petroliu ormai, portau anti a is sa stellas.
Claudio Piria
8
RIO GIORNALE
Parrocchia
C
onsiglio Pastorale
C
arissimi parrocchiani,
durante
ques anni in mezzo a voi, ho cercato
di conoscere la parrocchia,
il paese, nelle varie espressioni e sensibilità.
Questo mi ha fortemente
sollecitato, da una parte, a
far memoria del tempo
trascorso alla vostra guida,
e dall’altra, a guardare al
presente ed al futuro per
realizzare con voi una Parrocchia ed in essa una Comunità, secondo il disegno
di Dio e le urgenze e le sfide del nostro tempo.
Sulla conoscenza maturata, è importante che la parrocchia
alla luce dell’esperienza fa a e dalle nuove indicazioni che
man mano ci vengono della Chiesa Italiana e da quella Diocesana e da tu a la storia di cui siamo partecipi, si me a in
cammino; di riscoperta della Chiesa, che è la “Chiesa che
vive tra le case degli uomini”, di cui tu i ba ezza sono
chiama a sen rsi parte viva e a va e dove ognuno si impegna a creare un clima di famiglia, che ha radice e alimento nell’ascolto assiduo della Parola di Dio, nella preghiera
comunitaria, in uno s le di dialogo e comunicazione.
Infa la Parrocchia non è principalmente una stru ura, un
territorio, un edificio, è piu osto “la famiglia di Dio, come
una fraternità animata dallo spirito di unità”,è “una casa di
famiglia, fraterna e accogliente”, è la “comunità dei fedeli”.
La famiglia non è un super - market, una grande stazione di
servizio, ma una comunità di s le familiare. La parrocchia è
una comunione di tante comunità, famiglie, gruppi, movimen , associazioni. La parrocchia diceva Papa Giovanni, è
come “la fontana del villaggio”. Nella parrocchia il cris ano
nasce alla vita nuova con il Ba esimo, riceve il dono dello
Spirito Santo per crescere nella fede (Cresima), si nutre
all’unica mensa della Parola e dell’Eucares a per formare
insieme l’unico grande corpo mis co di Cristo. Nella parrocchia come nella famiglia, ciascuno ha il proprio posto, con
diri -doveri e servizi da svolgere. Vivere ai margini della
vita parrocchiale e come vivere da fores eri in casa.
RIO GIORNALE
a cura di don Mario Riu
La persona è aperta
agli altri in ogni dimensione e si arricchisce e si perfeziona nei rappor interpersonali e comunitari: vita familiare, sociale, economica, poli ca, culturale ect... Diceva
Paolo VI: “Nessun
uomo è un isola”; la
solitudine e l’individualismo sono contro l’uomo.
Tu o questo è vero
anche nella dimensione
spirituale.
“Nessuno è anonimo, nessuno è estraneo nella Chiesa”. Non si può nascondere la fede nel segreto della coscienza o in una forma individualis ca. Cercare il Signore nella sua dimora, vuol dire in
concreto, cercalo nella comunità ecclesiale parrocchiale. Da
questo, perciò, scaturisce l’esigenza di non procedere a
caso, in modo ripe vo e disordinato, ma di elaborare alcune linee pastorali che sappiano innanzitu o capire la realtà
di cui ciascuno è parte, per indicare poi percorsi di crescita
umana e nella fede per tu a la comunità. Delineare un percorso è rela vamente facile, non altre anto e facile realizzarlo. Ma comunque è u le avere il tracciato di un i nerario su cui convergere, diversamente si rischia la frantumazione e la discon nuità. Certamente alcune linee pastorali,
come punto di riferimento costante, contribuiscono certamente a iden ficare la comunità. Ecco chiedo a me ed insieme chiedo a voi questo impegno da fare per essere Chiesa secondo il cuore di Cristo, segno visibile fra la gente del
nostro tempo dell’amore con cui siamo sta ama e da Lui
predile . Ci chiediamo: riusciremo a realizzare tu i nostri
proge , quelli scri sulla carta e quelli che ci por amo nel
cuore?. Ci accompagnino in questo nostro cammino la Vergine Maria, Vergine del silenzio e dell’ascolto e San Giuseppe, custode premuroso di Gesù e nostro patrono, avvalorino con la loro intercessione ques proposi di impegno per
il bene della comunità.
Don Mario Riu
9
Parrocchia
STATUTO
Consiglio Pastorale Parrocchiale
Art. 1: Cos tuzione
In a uazione al canone 536 del Codice di Diri o Canonico viene cos tuito, nella parrocchia San Giuseppe Ar giano in Rio
Murtas, il Consiglio Pastorale Parrocchiale, regolato dalle norme del presente statuto (qui di seguito brevemente denominato CCP). Esso rappresenta l’intera comunità cris ana nell’unità
della fede e nella varietà dei suoi carismi e ministeri.
Art. 2: Natura
1. II Consiglio Pastorale, è l'organo di partecipazione responsabile dei fedeli alla vita della Parrocchia ed è segno e strumento
della comunione nell’unità dell’intera Comunità parrocchiale.
2. La partecipazione dei fedeli al CCP è fondata sui sacramen
del Ba esimo e della Cresima, e per i presbiteri anche dell’Ordine, che generano il Popolo Sacerdotale nella diversità dei
ruoli e dei ministeri e nella varietà dei doni.
Art. 3: Finalità
1. Esso ha lo scopo di “studiare, valutare e proporre conclusioni opera ve su quanto riguarda le a vità pastorali” della Parrocchia, can. 511 in spirito di fraternità e di comunione, tenendo presen le linee pastorali della C.E.I. (Conferenza Episcopale Italiana) e il proge o pastorale diocesano.
2. Gli ambi dell’a vità pastorale sono:
l’evangelizzazione;
la liturgia;
la tes monianza della carità;
3. L’indole del CCP è consul va, can. 536 & 2, nello spirito di
comunione tra i sogge ecclesiali, che supera il principio puro
e semplice di democrazia.
3. I consiglieri decadono dall’incarico dopo tre assenze consecu ve ingius ficate alle riunioni del CCP. L’incarico può
essere revocato per mo vi gravi, sen to il parere dell’Ordinario Diocesano.
4. In caso di dimissioni, di decadenza o di revoca di un consigliere, il Presidente può provvedere entro un mese a nominare il sos tuto secondo le norme dello Statuto.
Art. 6: Compi del Presidente
-
La convocazione del CCP.
La definizione dell’Ordine del Giorno delle riunioni.
La presidenza delle riunioni.
La designazione del segretario.
Art. 7: Compi del Segretario
-
Trasme ere ai consiglieri la convocazione scri a dei CCP
dieci giorni prima della riunione, indicando data, l’orario e
i luogo e l’O.d.G.
- Redigere i verbali delle riunioni e darne le ura per l’approvazione.
Art. 8: Riunioni
1. Il CCP si riunisce:
- ordinariamente qua ro volte all’anno: in se embre, dicembre, marzo e giugno;
- straordinariamente quando il presidente lo ri ene opportuno o quando viene richiesto da un terzo dei consiglieri.
2. Per la validità delle riunioni e richiesta la presenza della metà più uno dei consiglieri.
Art. 9: Modalità delle riunioni
a) dal Parroco, che di diri o ne è il Presidente;
b) Membri di diri o:
- un rappresentante del Consiglio Parrocchiale per gli Affari
Economici (CPPAE)
- un rappresentante per ogni ambito pastorale, associazione,
movimento e gruppo ecclesiale ufficialmente riconosciuto,
presente e operante in parrocchia;
c) da alcuni fedeli laici nomina dal parroco, in numero equivalente ad un terzo dei rappresentan dei gruppi.
2. Per essere consiglieri del CCP si richiedono 18 anni compiu.
- L’assemblea è moderata dal presidente.
- In apertura della Riunione il segretario legge il verbale della
riunione precedente per l’approvazione.
- Si passa all’O.d.G.
- Ogni punto viene introdo o dal relatore incaricato o dal
Presidente.
- Ogni consigliere può intervenire nella discussione per un
tempo non superiore a tre minu .
- Esaurita la discussione si passa alla votazione su quesi preci
si concorda dal Presidente con il relatore.
- La votazione normalmente avviene per alzata di mano.
- Qualora si tra di persone o di argomen riserva si vota a
scru nio segreto.
- Le “varie ed eventuali” vanno comunicate al segretario prima della riunione
Art. 5: Durata e sos tuzioni
Art. 10: Collegamento gruppi parrocchiali
1. II CCP dura in carica tre anni.
2. I consiglieri designa possono essere riconferma in via
ordinaria solo per una seconda volta consecu va.
1. E’ compito dei consiglieri del CCP, rappresentan dei gruppi
parrocchiali, curare il collegamento tra gli stessi gruppi e il CCP
come loro portavoce nella ricerca del bene comune.
Art 4: Composizione e riunioni
1. II CCP è formato:
10
RIO GIORNALE
Parrocchia
Ecco i nomi che andranno a comporre il nostro primo Consiglio Pastorale Parrocchiale, per il
triennio 2011 - 2014:
Membri di diritto:
Don Mario Riu, Parroco;
Roberta Atzeni, Volontarie per la cura e il decoro della Chiesa;
Elisabetta Atzori, Catechiste;
Guido Cadoni, Lettori;
2. I gruppi parrocchiali, autonomi, all’interno della propria
a vità, devono inserirsi con spirito comunitario nella vita parrocchiale, per realizzare e favorire gli orientamen del CCP.
Art. 11: Modifiche dello Statuto
Qualsiasi modifica al presente Statuto deve essere approvata
da due terzi dei consiglieri del CCP.
Rio Murtas, 4 O obre 2011
Festa di San Francesco D’Assisi
Il Parroco
Don Mario Riu
Il Proge o parrocchiale con la collaborazione del Consiglio
Pastorale Parrocchiale:
“In Comunione per Evangelizzare“
per il 2011 - 2012, si propone quattro obiettivi
in riferimento alla situazione parrocchiale:
1. - “Vivere in comunione”, sviluppando i segni di comunione
già presen , individuando e avviando quelli che mancano.
2. - “La Parola di Dio” (la Bibbia): primo punto di riferimento
per la vita cris ana e fonte della comunione fraterna.
3. - “L’Oratorio”: luogo di aggregazione e ambiente educa vo
dal punto di vista umano e di fede.
4. - “La formazione di una tradizione religiosa”, che me a
radici nell’animo popolare.
PR OG ETT O PARR OCCH IAL E
IN COM UN ION E PER EV ANG EL IZ Z AR E
L’ecclesiologia della comunione è la base del rinnovamento
che si è sviluppato progressivamente dal Concilio Va cano II.
La Chiesa nasce dal mistero della comunione trinitaria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, ed è come un sacramento
per realizzare l’unione con Dio e tra gli uomini. La Chiesa è in
Cristo come un sacramento o segno e strumento dell’in ma
unione con Dio e dell’unità di tu o il genere umano” .
(Costituzione dogmatica sulla Chiesa: Lumen Gentium, n.1)
Su questa linea ecclesiologica si sono mossi gli orientamen
della Chiesa Italiana a par re dagli anni‘70.
Desidero richiamare a proposito alcuni documen di riferimento: ha iniziato con Evangelizzazione e Sacramen (Roma
1976); ha con nuato con Comunione e comunità (Loreto
1985);
RIO GIORNALE
Susanna Fanutza, Circolo ANSPI;
Riccardo Piras, Ministranti;
Nominati dal Parroco:
Mirella Arceri, Scuola;
Graziella Musa, CPAE (Consiglio Affari Economici) e
sostegno economico della Chiesa;
Evangelizzazione e Tes monianza della Carità (Palermo 1995)
e Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia sulle condizioni irrinunciabili per un impegno di annuncio e di evangelizzazione:“tenere gli occhi fissi su Gesù Cristo nostro Signore e
fare delle nostre comunità case di comunione per una scuola di
comunione” (Verona 2006). A questo bisogna aggiungere completando il quadro: gli A del Concilio Plenario Sardo:“La
Chiesa di Dio in Sardegna all’inizio del terzo millennio, i Proge Pastorali diocesani che si sono sussegui in ques anni, e
poi non ul mi perché meno importan :
Linee di Programmazione Pastorale 2009-2010 (Sulcis Iglesiente Oggi - Gennaio 2010); e Linee guida 2010 - 2011: Cerchiamo
il Volto del Signore!. Il testo degli Orientamen pastorali per il
decennio 2010 - 2020 è ancora in via di pubblicazione me erà
al centro della nostra a enzione il tema dell’educazione. A tal
proposito quest’anno nel mese di Se embre nei giorni 28,29
e 30: il Convegno Diocesano per la nostra Diocesi è stato dedicato interamente a questo argomento: Educare alla vita buona del Vangelo. I tempi “moderni”che s amo vivendo pongono sfide moderne obbligando la pastorale a ripensare a se
stessa dentro un clima culturale e sociale “disincantato”. Il
problema della pastorale rimane quello di far scoprire il volto
di Dio a par re dalle domande dell’uomo.
Dio infa ci chiama ad essere sua Chiesa oggi, nel nostro territorio, inseri in Cristo, il Crocifisso Risorto, e guida dal suo
Spirito, nell’ascolto a ento della sua Parola e mediante i sacramen .
Perciò è opportuno rifle ere ancora con umiltà, ma anche con
coraggio, su che cosa è u le per il futuro di fede della nostra
gente.
1. Vivere in comunione
come a eggiamento permanente è l’obie vo e il punto di
partenza di ogni proge ualità pastorale.
Edificare la Chiesa significa edificare e vivere in comunione,
perché nella Chiesa o si è in comunione o non si vive pienamente nella Chiesa. La comunione non può ridursi a un pio
desiderio o a un semplice sen mento ma va fa cosamente
costruita giorno per giorno, mediante l’evangelizzazione e la
catechesi, la san ficazione e la liturgia, la tes monianza della
carità in spirito di servizio. Da questo sapranno che siete miei
discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri” (Gv. 13, 35).
11
Parrocchia
E la scuola della Chiesa primi va insegna che i creden
“ … erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli
apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e
nelle preghiere … stavano
insieme e tenevano ogni cosa
in comune …“ (At. 2, 42 44).
Non c’è comunità, se non c’è
al centro Cristo.
Non c’e comunità senza condivisione della stessa fede, che non
vuol dire essenzialmente condivisione dei cammini, ma fede,
intesa come mistero della Trinità, dono eterno del Padre, che
nel suo Figlio, Gesù Cristo, noi tu siamo sta reden e salva.
Non c’è comunità senza obbedienza alla Chiesa, intesa come
Magistero ecclesias co. Edificare la Chiesa, non vuol dire
semplicemente realizzare delle cose, ma avere insieme la gioia
nel condividere un esperienza di fede e vita a raverso dei
pilastri, se vogliamo costruire la Casa = Chiesa.

Ricordiamo le parole di Gesù:
“ Chiunque ascolta queste mie parole e le me e in pra ca è
simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia e quella casa non cadde perché era costruita sopra la roccia … chiunque ascolta queste mie parole e non le me e in
pra ca è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa
sulla sabbia e la sua rovina fu grande” (Mt. 7, 24 - 27).
Su queste basi si edifica la Chiesa quale comunità di fede, speranza e carità.
Impegni per vivere in comunione
1.1. Essere “operatori di unità”
- cercando ciò che unisce tra i singoli e nella comunità,
evitando ciò che può dividere i singoli e la comunità per non
diventare “operatori di divisione”.- allontanando tu o ciò che
non corrisponde ai requisi esigi dalla comunione e dal cammino pastorale della comunità.- comporta la collaborazione
per il bene comune, me endo a disposizione degli altri i propri
doni in spirito di servizio e non per la propria affermazione
personale.
1.2. Partecipazione e collaborazione
dei singoli e di tu alla vita della comunità parrocchiale negli
12
ambi della catechesi, della
liturgia e della carità senza
ritagliarsi spazi esclusivi o monopoli di competenze, ma
me endo i propri doni, a servizio del bene comune. Il vivere l’esperienza della comunità,
l’essere partecipi alla vita della Chiesa, ci deve far pensare
immediatamente al mio posto, al mio ruolo all’interno
della comunità. La comunità
cresce ed è vivace solamente se ognuno di noi me e tu i
suoi doni, i talen , a servizio degli altri.
Come ricordava S. Paolo alla comunità di Corinto:
ognuno deve me ere a servizio dell’unità ciascun dono personale.“Vi sono poi diversità di carismi, ma uno solo è lo Spirito;vi sono diversità di ministeri, ma uno solo è il Signore; vi
sono diversità di operazioni, ma uno solo è Dio, che opera tu o
in tu . E a ciascuno è data una manifestazione par colare
dello Spirito per l’u lità comune”.
(1 Le . ai Corin 12, vv. 4 - 7).
Siamo chiama a costruire unità, comunione partendo dalla
nostra originalità, dalle cara eris che di ciascuno.
1.3. Corresponsabilità
nella vita parrocchiale a raverso gli organismi di partecipazione, quali il Consiglio Pastorale Parrocchiale (CCP) e il Consiglio
Parrocchiale per gli Affari Economici(CPAE), di prossima cos tuzione. I membri di ques organismi, quali rappresentan dei
gruppi e aggregazioni laicali, sono gli intermediari naturali della comunicazione e del collegamento tra CCP e CPAE e aggregazioni per favorire il coinvolgimento nella vita parrocchiale e
la crescita comunitaria.
1.4. Stringere rappor di comunione e di collaborazione con
le altre realtà ecclesiali interparrocchiali e foraniali:
- concordando le linee pastorali negli ambi catechis co liturgico - carita vo.
- intensificando le esperienze comuni gia avviate, come gli
incontri di formazione biblico - teologica per gli operatori
pastorali.
- promuovendo altre inizia ve comuni: quali i corsi prematrimoniali, la preparazione dei catechis , il coordinamento
della Caritas per una tes monianza più significa va della
carità.
2. Il secondo obie vo di questo proge o è l’annuncio della
RIO GIORNALE
Parroc-
Parola di Dio ai parrocchiani vicini e lontani, a raverso l’evangelizzazione e la catechesi.
L’annuncio - ascolto della Parola è il presupposto
della nascita e dello sviluppo della fede (Rom 10,17) e
quindi il primo compito della comunità ecclesiale.
Nello spirito della “Nuova Evangelizazzione” l’annuncio del Vangelo va fa o con stru ure metodi e linguaggio adegua al mutuato contesto socio culturale.
E’ un lungo cammino che non si esaurisce in un anno, ma di
cui è necessario muovere i primi passi.
E’ un lungo cammino che non si esaurisce in un anno, ma di
cui è necessario muovere i primi passi.
2.1. La Bibbia deve diventare il “Libro della comunità”.
E’ necessario riservarle spazi adegua per favorirne la conoscenza e la familiarità, in modo che diven il primo nutrimento
della vita cris ana.
Ques spazi sono la catechesi ancorata alla Bibbia, i corsi biblici, la lec o divina, la liturgia della Parola.
2.2. Creare la mentalità di una catechesi permanente
come cammino di fede per gli adul ,giovani, i ragazzi e i fanciulli. E’questo un impegno lungo e fa coso, perché la mentalità della catechesi è carente e in certe fasce è addiri ura assente. Gli i nerari della catechesi sono indica dai tes della
C. E. I. In par colare la catechesi degli adul , des nata ai singoli e ai gruppi, è insieme cammino di fede e laboratorio di
“spirito comunitario”. La partecipazione alla catechesi è un
impegno prioritario per gli adul che desiderano crescere
nell’esperienza di fede.
2.3. Il mondo della famiglia
Se è vero che la famiglia è la “chiesa domes ca”(Lumen Genum n.11) o il “santuario domes co” della Chiesa
(Apostolicam Actuositatem n.11), ne consegue che la famiglia
è la prima des nataria dell’evangelizzazione per diventare a
sua volta sogge o evangelizzante.
 A questa luce diventa urgente :
- Curare l’accompagnamento dei genitori nell’i nerario dell’iniziazione cris ana dei figli, a iniziare dalla preparazione
ba esimale.
- Valorizzare momen liturgici significa vi quali la Festa della
Santa Famiglia, la Presentazione di Gesù al Tempio, ecc.

Avviare e preparare un gruppo - famiglia per coinvolgerlo in questa pastorale famigliare.
2.4. L’evangelizzazione dei cosidde “lontani”, cioè di coloro
RIO GIORNALE
che per vari mo vi hanno perso il conta o con la comunità
ecclesiale e di quan volutamente vivono nell’indifferenza
religiosa sfru ando l’occasione della richiesta dei sacramen e
le altre circostanze che si possono presentare.
3. Il terzo obie vo di questo proge o è il rilancio e l’organizzazione dell’Oratorio. L’Oratorio è luogo di aggregazione e
fucina di fermento cris ano sopra u o per la gioventù. L’a vità oratoriana esige la disponibilità di un equipe coordinatrice
adeguatamente preparata per animare i vari ambi : forma vo, culturale, ar s co, ricrea vo, spor vo, ecc.
E’ lodevole l’impegno del Circolo Oratorio Anspi per quanto è
riuscito finora a realizzare. Far funzionare bene l’oratorio è
compito di tu : sacerdo , famiglia, animatori, educatori e
laici, devono essere collaboratori e corresponsabili.
E’necessario proseguire su questa strada e incrementare questa a vità che qualifica la pastorale giovanile della parrocchia.
 Impegni per l’oratorio:
3.1. formare per preparare educatori - animatori pastorali.
3.2. far crescere e qualificare nel suo ruolo ecclesiale l’associazione dell’Anspi (Associazione Nazionale Circoli Oratori San Paolo Italia).
3.3. programmazione dell’a vità oatoriana all’interno del
proge o parrocchiale, con par colare a enzione all’aspe o forma vo.
4. Il quarto obie vo di questo proge o è l’impostazione di
una tradizione religiosa che me a radici nell’animo popolare.
La memoria storica perme e di risalire e conservare le proprie
radici e la tradizione derivata fino alla fisionomia a uale della
comunità. Questa conoscenza è necessaria per valorizzare
quanto di posi vo permane nella comunità e per innestare in
essa le scelte pastorali proie ate nel futuro. La memoria storica infa non è una memoria sta ca, il ricordo del passato, ma
è una memoria dinamica... Pertanto senza memoria storica
non si và da nessuna parte, perché non si può costruire nel
vuoto, ma nella con nuità dinamica della propria storia e della
propria tradizione. La trasmissione della tradizione è una via di
evangelizzazione.
A questo proposito sono orienta i seguen impegni:
13
Parrocchia
4.1. la Cos tuzione a raverso Statuto di una Confraternita
La confraternita è un associazione laicale pubblica di fedeli di
ambo i sessi, i quali tendono comunitariamente all’esercizio
delle virtù cris ane e temporali e intendono promuovere l’incremento del culto pubblico nonché col vare la vita di pietà e
la devozione, in par colare al santo patrono.
4.2. la Festa patronale, come momento privilegiato della vita
di fede
Tu a la comunità viene sollecitata in occasione della festa a
rimeditare il proprio cammino e la stessa crescita spirituale.
Può essere interessante scoprirvi le radici della nostra fede per
rivisitarle e trovare alimento per oggi. Ma non solo. Diventa
l’occasione che ci viene offerta per ricordarci che siamo in
cammino non in modo solitario ma come comunità. La festa
patronale al di là dei momen di aggregazione rimane un invito e una scommessa con noi stessi: possiamo essere più comunità rendendoci disponibili al dialogo e al lavoro insieme.
E auspicabile la cos tuzione di un Gruppo di laici che si impegnino a far crescere il senso e significato della festa: certamente momento fondamentale del cammino di una parrocchia.
4.3. l’inizio dei lavori per la nascita del nuovo complesso parrocchiale
(Chiesa, casa parrocchiale, oratorio, aule catechis che, ecc.),
per conservare la memoria storica e per rendere funzionali i
locali in relazione all’a vità pastorale. Ci auguriamo che questa situazione di precarietà e disagio possa risolversi quanto
prima.
5. Una professione di impegno
O Signore Dio! Con queste riflessioni, ci hai incoraggiato a
me ere in a o alcune conversioni urgen , per essere una
Comunità di fede secondo il Tuo cuore, prima che sia troppo
tardi.Crediamo nella Tua presenza operante, crediamo nella
forza del Tuo Santo Spirito che dà coraggio anche a noi, come
lo de e agli inizi della vita della Chiesa. Allontana da noi ogni
senso cri co e pessimis co, rendici fedeliascoltatori della Tua
Parola, per credere nell’efficacia delle Tue parole e non nei
nostri mezzi. Donaci l’ansia del Vangelo per consegnarlo alla
nuove generazioni, sapendo cogliere l’opportunità che Tu ci
offri. Per questo c’impegniamo a dare spazio e formazione alle
famiglie, ai ragazzi, agli adolescen , ai giovani affinché Ti trovino, Ti scelgano, Ti amino. Signore, Tu ci scru e ci conosci, sai
quanto orgoglio, quanta presunzione trabocca dal di dentro.
Conver ci ed insegnaci ad amarci, a non giudicarci, a perdonarci. Fa' che usiamo la parola per s marci a vicenda, per dialogare, per costruire rappor auten ci.
Fa' che l’Eucaris a ci bruci dentro, se non c’impegniamo per la
comunione fraterna. Fa' che la bocca si chiuda al momento
della recita del “Padre nostro”, se non sappiamo rime ere le
offese ai fratelli . Fa' che la mano non si allunghi verso le altre
mani, se non abbiamo volontà di pace con chiunque. Signore,
Tu ci dai il tempo per il lavoro, per il riposo, per soddisfare
tu e le nostre necessità. Fa' che sappiamo ogni giorno ringraziarTi, sia al ma no che alla sera, per tu o ciò che ci dai. Aiutaci a me ere la Santa Messa al centro e al culmine della nostra vita di cris ani. Fa' che in ogni festa Tu sia per noi, il più
importante da incontrare, da ascoltare, e di cui nutrirci. Aiutaci a fare della Celebrazione Domenicale il volto visibile della
Parrocchia. Confrontandoci con le prime comunità dei cris ani
abbiamo molto cammino da fare per somigliare ad esse. Conver ci, o Signore, all’ascolto della Tua Parola, al sen re fraterno e comunitario. Fa' che siamo capaci di me ere insieme i
nostri carismi ed insegnaci ad amare l’unità, prima dei componen . Conver ci ai valori che ci fanno crescere e ci uniscono.
Sappiamo che essere Tua Chiesa vuol dire essere Tuoi tes moni e Tuoi missionari. In una grande famiglia come la parrocchia
c’è bisogno di tu . Noi, donne e uomini del nostro tempo,
crediamo che Tu ci chiami ad una coerenza della vita, ad una
radicalità evangelica, ad una tes monianza di san tà aiuta
dai mezzi che Tu sempre disponi per il nostro cammino, dalla
preghiera ai sacramen , dalla carità alla comunione fraterna.
Vogliamo, con la Tua grazia, coniugare insieme Amore e Dolore per essere comunità gioiosa del Signore Risorto, segno e
strumento, nel nostro tempo, del Tuo amore per tu .
6. Preghiera per la parrocchia
Ti preghiamo, Signore Dio, per intercessione di S. Giuseppe
nostro patrono: Guarda alle famiglie della nostra Parrocchia,
fa' che vivano nella concordia, trovino il tempo per onorarTi e
pregarTi, siano fedeli ai doni del Sacramento del Matrimonio
ed educhino i figli nella fede e nella carità. Guarda ai ragazzi e
ai giovani, fa' loro riscoprire l’entusiasmo degli ideali coraggiosi, l’impegno a seguirTi sulla strada della coerenza, l’apertura a
compagni e amici per coinvolgerli nell’esperienza della Chiesa,
liberi da pregiudizi.Guarda alla Comunità Parrocchiale formata
da tu noi, fa' che cresca sul modello della Comunità apostolica, a enta alla Parola di Dio, fedele all’Eucaris a domenicale,
assetata di preghiera personale e comunitaria, amichevole
nella fraternità, caritatevole verso tu i poveri.
Gloria a Te, o Padre, che operi tu o in tu .
Gloria a Te, o Figlio, che per amore Ti sei fa o servo.
Gloria a Te, o Spirito Santo, che semini i Tuoi doni nei nostri
cuori. Gloria a Te, o San ssima Trinità, che vivi e regni nei secoli dei secoli.
Amen
A Gennaio 2012 il Progetto Pastorale Parrocchiale sarà presentato alla Comunità
14
RIO GIORNALE
Ambiente
I
l nostro territorio, aspro agli occhi del viandante poco a ento, risulta invece ricco di
boschi, imponen costoni rocciosi, aspre
gole, cascate e fresche sorgen a chi vi si addentra con occhio più a ento e dedito ad osservarne le sue bellezze. Dopo questa premessa
tra eremo una risorsa di cui ben poco si conosce: “Le gro e, ieri rifugio dai bombardamen ,
oggi luoghi da riscoprire”.
Nota ai più come “Sa gruta de is scintus”, venne
ba ezzata col nome “Risorgente di Rio Murtas”
dal gruppo di speleologi Cagliaritani che la rilevarono per la prima volta (1996). Gli speleologi
furono incuriosi da una serie di sprofondamennel terreno ai piedi del versante in cui è sita la
gro a, che come si seppe in seguito si verificarono per i for emungimen dalla falda acquifera tramite grandi pompe. Questo provocò un
abbassamento del livello di falda e il terreno
non ricevendo più una sufficiente spinta idrostaca collassava su se stesso con cedimen che
prendono il nome di “sinkole” (collassamento
delle volte di gro e so ostan ).
Nonostante nel tempo seguirono studi più approfondi nelle gro e del territorio (Rio Murtas, Narcao, Nuxis) e la classificazione della fauna e dei numerosi reper ossei e manifa urieri
ritrova ; ancora oggi sopra u o grazie
all’a ento lavoro degli appassiona come il
Do . Geol. Roberto Curreli e del suo gruppo
speleologico, vengono rilevate e segnalate nuove gro e e gallerie, lasciando presagire una ricchezza notevolmente superiore a quanto si pensi.
Nicola Medda
Sa gruta de is scintus
di Salvatore Cinus
RIO GIORNALE
15
Ambiente
Ancora oggi ricordo
la prima volta in cui
mio padre mi raccontò della gro a e
delle sue avventure
insieme alla combriccola di amici. La
gro a era il loro
parco giochi in cui ci
si avventurava con
occhi sognan
e
fantasiosi e in cui il
mistero di quell’antro oscuro dava modo di cimentarsi in
piccole prove di coraggio. La curiosità
fu tale che, raduna
tre o qua ro amici,
andammo a cercarla
arma di vari a rezzi (che si rivelarono
completamente
inu li) e ci addentrammo all’interno.
Lo scenario che si presentò ai nostri occhi ci mozzò il fiato,
splendide colate e ampie stanze ricche di concrezioni, adornate da stala
e stalagmi anche di notevoli dimensioni. La
stanza più grande e maggiormente concrezionata veniva chiamata “Sa cresia” per la vaga somiglianza all’abside di una chiesa. Questa risulta adiacente ad un laghe o che in passato veniva a raversato a nuoto dai monelli del tempo e imme e poi
in una stanza più piccola che con nua in profondità risultando
però di difficile accesso per via del fango. Non so quanto tempo vi trascorremmo, ma durante la risalita, ancora entusias
della visita, il mio stupore crebbe maggiormente nel ritrovare,
scri con il fumo delle candele, numerosi nomi di persone
ormai adulte tra cui quello di mio padre e di uno zio che non è
più con noi. La rinnovata scoperta, incuriosì anche altri ragazzi
che successivamente vi si addentrarono rimanendone entusias .
L’importanza di queste cavità carsiche, più volte so olineata e
la cui tutela viene promossa già da tempo, non è semplice ed
estremo conservazionismo, ma un’esigenza da molteplici pun
di vista:
Salvaguardia di tali sitemi poiché nelle cavità carsiche, passano
annualmente migliaia di litri d’acqua. Nel caso della risorgente
16
di Rio Murtas, da essa si riesce a stabilire il livello della falda
più importante del territorio. Recen studi scien fici dimostrano che il 70 - 80% delle acque potabili verranno emunte dalle
falde carsiche.
Tutela della biodiversità e degli equilibri interni delle gro e.
Ques ambien contengono numerosi endemismi che spesso
si trovano localizza esclusivamente in poche aree, il tu o
regolamentato da un delicato equilibrio interno. Proprio per
salvaguardare questo equilibrio, sta nascendo la polemica
sulla “chiusura/messa in sicurezza” delle imboccature delle
miniere che spesso comunicano con sistemi di gro a. La chiusura totale precluderebbe l’interscambio tra ambiente esterno
e ambiente ipogeo, minandone irrimediabilmente la stabilità.
Nelle gro e del territorio sono state rinvenute alcune specie
di mammiferi (chiro eri), anfibi (geotritoni) e inse esclusivi
della Sardegna e di poche altre zone:
Stenasellus assorgiai, crostaceo presente nella gro a
della Risorgente esclusivo del Sulcis
Speleomantes genei, tra asi di un anfibio caudato
RIO GIORNALE
Ambien-
Sopra: effetto geometrico dovuto allo stillicidio intenso; a pag. 16: Colate in parete con stalattiti; a pag. 15: Cortine o vele in parete.
della famiglia dei Plethodor dae di dimensione di 10-12 cm. La
respirazione è cutanea e buco faringea non avendo polmoni
ne branchie.
Pipistrelli del Genere Rinolophus (rinolofo, cara eris co perché ha il muso a forma di ferro di cavallo e sono:
-Rinolophus euryale
-Rinolophus ferumequinum
Ques sono prote sia da leggi nazionali che internazionali,
hanno un’apertura alare di circa 32 cm., la femmina partorisce
un piccolo che pesa circa 4 gr.
Un’altra specie classificata è Myo s cappuccini, appar ene alla
famiglia dei Vesper lionidae, è lungo circa 7 cm. pesa 35 gr.,
ha il pelo bruno-giallastro sul dorso mentre è scuro sul ventre,
sul collo ha un alone giallastro.
Per quanto riguarda gli inse sono sta classifica due pseudoscorpioni, il Roncus bacce i (gro a della Risorgente), Roncus puddui (Sulcis), degli aracnidi, un isopode simile al porcellino di terra etc … etc ...
Grande rilevanza archeologica per la storia del territorio.
RIO GIORNALE
Queste gro e come rilevato nei territori adiacen (Nuxis, Narcao, Rio Murtas), venivano u lizzate come luoghi funerari;
come dimostrano i vari reper ossei e manifa urieri. La segnalazione dei si sparsi nell’area perme erebbe una più a enta
analisi della sua storia ed evoluzione.
Valorizzazione e promozione turis co - rice va da sfru are
insieme alle altre risorse. La conoscenza e l’essere consapevoli
del proprio territorio crea, insieme ad un a enta pianificazione territoriale e degli inves men , solide basi di crescita sociale ed economica.
A livello regionale, la segnalazione di grotte non
conosciute, viene regolamentata da una legge che
ne richiede il censimento per motivi scientifici e
di sicurezza. Colgo pertanto l’occasione per invitare chiunque sia a conoscenza di cavità o gallerie
a farlo presente a me o al dott. Curreli in modo
da poterle rilevare e studiare con più attenzione.
Salvatore Cinus
17
Nonsolomusica
L
a musica del diavolo
S
ento ancora troppo spesso dire la frase “ La musica è la
strada di Satana” e io sorridendo rispondo “Ebbene si !
La musica è la strada di Santana”, qualcuno non la capisce … e pazienza. Il pregiudizio è la cosa più radicata nell’animo umano. Senza conoscere siamo porta a non acce are
ciò.. che non conosciamo. Ma neppure ci proviamo. Quando
dico “Conosco un cantante Metal che fa musica votata a Cristo” nessuno ci crede … e allora io racconto. I KORN sono un
gruppo Nu Metal. Sono sulla cresta dell’onda dal quasi ven
anni e con momen di gloria e fama alterna da momen di
calma. Faceva parte dei Korn anche Brian “HEAD” Welch, chitarrista molto carisma co. Il male che affligge i Korn è lo stesso che tocca altre band, la droga. Pare che il gruppo, alla fine
delle serate, si dedicasse a fes ni di droga. Un giorno Brian, il
chitarrista, sos ene di aver sen to la voce di Cristo e di aver
capito l’importanza di una vitavissuta nella fede. Con l’aiuto
della figlia (allora una bambina incosciente) decide di voler
cambiare vita, ripulire se stesso dal male che vedeva nei Korn,
non solo a raverso le droghe, ma nei tes stessi. Scrive egli
stesso che la sua bambina non doveva crescere sentendo dei
versi così volgari e bru come quelli dei tes dei Korn e per
questo esce dal gruppo ed entra in comunità. Per questo passo molte furono le cri che e le polemiche sopra u o coloro i
quali ritenevano la cosa come una nuova pubblicità per il
gruppo stesso, ma anche i rimanen membri del gruppo cri carono ampiamente il passaggio di Head. Ad ogni modo dopo
la disintossicazione pubblica un libro che si in tola
Washed my blood dove racconta proprio il suo desiderio di
vivere una nuova vita all’insegna della ricerca della fede. Il
tolo del libro in Italiano significa “Hai lavato il mio sangue”
rafforzando il conce o di pulizia dalle droghe.
Washed my blood è anche il testo di una delle canzoni dell’album “Save me from my self “, le eralmente “Salvami da me
stesso”. In tu o l’album, nella traduzione dei tes si sente
forte la necessità di far ascoltare a più persone possibile, sopra u o giovani, la Parola del Signore. Lo scopo è quello di far
capire che la vita con le influenze delle droghe non è ne reale
ne buona, tantomeno avvicina a Dio. Una vita di droghe allontana da Dio. Per far capire ulteriormente il messaggio Head
scrive anche un secondo libro che porta il
tolo dell’album stesso, “Salvami da me stesso”. Nel fra empo si rinchiude in una comunità cris ana e dopo un percorso
lungo la le ura del vangelo e una nuova catechesi, si fa ba ezzare nel fiume Giordano insieme ad altre persone che hanno
seguito le parole di Cristo. Alla luce di tu o questo sembra
davvero una immensa promozione discografica, ma qualcosa
di Marzia Piras
sfugge ai più, a coloro
che si fermano alla apparenza e al giudizio del
solo album o del libro.
Head si uniscead un
gruppo, che definirei di
preghiera, che si chiamano “whosoever” la
cui
traduzione
è
“Chiunque” forse intendendo quel ‘chiunque’
come coloro i quali si
possono avvicinare a
Dio. Con loro Head suona, ma più di tu o
diffonde il Verbo. Lo fa
a raverso le scuole. Con gli Whosoever gira di college in college e scuole superiori e parla ai ragazzi e adolescen dei danni
provoca dalle droghe e della necessità di es rpare questo
germe dalle società. Head parla con i giovani, ma sopra u o li
ascolta. Loro si confidano e pregano con lui, in lui vedono uno
di loro che crescendo ha capito ed è riuscito a liberarsi dal
male, vedono un esempio. Ci sono in rete alcune interviste di
giovani in lacrime che dopo aver partecipato ad un incontro
con Head, avendo pregato con lui , avendo ascoltato il percorso verso la Luce, sono riusci ad uscirne e grazie a lui si dicono
liberi. Che si parli di enfa zzare una storia, come fanno i nostri
giovani davan ad agli idoli di massa, mi pare difficile crederlo,
perché ques beniamini poco realmente fanno per i fan o per i
giovani. Al contrario Head si impegna, ci me e la faccia e le
parole, ci me e il cuore e la Bibbia. E suona. Suona quella musica
che
ancora
troppe
volte sen amo por a Satana … Ma dopo questa storia vera
che vi ho raccontato, quanto realmente possiamo affermare
che la musica porta a Satana? E ora vi stupisco: all’interno del
panorama Metal esistono diversi gruppi cris ani. E’ un genere
che si chiama Chris an Metal oppure White Metal, uno fra
tu , per far capire il genere, i Metatrone, italiani, metal, alle
tas ere un Don. Per chi può in rete consiglio di ascoltare alcuni
brani:Metatrone,
I
colori
del
sole
Brian Head Welch Adonai, Save me from myself, Paralyzed
Ul mo brano uscito eche annuncia il nuovo a data ancora da
des narsi). Bramo il giorno in cui non sen rò più dire “La musica è la via di Satana!” si faccia di tu a un’erba un fascio, e
per specificare neppure tu o il metal porta a Satana … è una
sciocchezza nata da pregiudizi e ignoranza. Buon ascolto!
Marzia Piras
18
RIO GIORNALE
So-
S
u capu est Nicola
di Giulio Cani
La squadra di caccia grossa capitanata dal giovane Nicola Medda, è un raro esempio, nel nostro territorio, di realtà organizzata in mano a forze giovani. Che la primavera per noi parta dalla caccia?
L
a caccia al cinghiale (caccia grossa), è forse per un cacciatore quella che presenta maggiori difficoltà ed ovviamente maggiori soddisfazioni; la montagna è di sicuro un ambiente duro e difficile, ma allo stesso tempo di una
bellezza straordinaria, se a ciò sommiamo lo spirito e l'entusiasmo di un piccolo gruppo di amici che condividono la stessa
passione e le stesse avventure, si esalterà al meglio l'a vità
venatoria. Una squadra di caccia grossa è composta dalle cosidde e “poste” (con il fucile) e dai ba tori (con i cani),ques
ul mi sono l'anima della squadra, che difficilmente durante
l'anno avranno la possibilità di sparare un colpo, ma la caccia
non è sempre sinonimo di fucile e colpi spara , il ba tore è
colui che segue, conduce la muta dei cani e perme e agli altri
di sparare il cinghiale.
Da qualche mese a questa parte si vocifera che a Rio Murtas si
senta un’aria che sa di “Primavera”, e tra pensieri, parole e
passioni comuni si è andata a formare una società di caccia
grossa guidata e ges ta da giovani, naturalmente con l'aiuto e
la collaborazione anche di alcune persone di una certa età
(con esperienza alle spalle). La società ha iniziato a prendere
forma sul finire dell'autunno scorso, quando alcuni compagni
di caccia sapendo della presenza dei cinghiali all'interno delle
nostre montagne, cioè proprio in quei luoghi dove abbiamo
mosso i primi passi nel se ore venatorio,hanno ritenuto di
essere le persone più ada e ad occupare quella zona del tu o
libera e priva di una società di caccia grossa, che tutelasse,nello stesso tempo,in maniera adeguata il proprio territorio. Ora resta da definire la figura del capo caccia, si,proprio
quel
RIO GIORNALE
ruolo intrigante e ambito, che
presenta responsabilità spesso
so ovalutate, quel cacciatore
d'esperienza, paziente e dai
nervi saldi, rispe ato da tu a la
squadra, giovane ma allo stesso
tempo saggio, cara eris che
che abbiamo riscontrato in Nicola Medda. Ma chi è il capo
caccia? È quella persona che ha
Nicola Medda
so o la sua responsabilità tu i
cacciatori, si assicura che ogni
postazione strategica venga assegnata, e che ciascun cacciatore conosca con precisione il luogo di ro e la posizione di tu
gli altri cacciatori presen nelle vicinanze, per una maggiore
sicurezza di tu a la ba uta. Chi meglio di lui sa localizzare i
cinghiali all'interno del proprio territorio, e organizzare l'intero
svolgimento della ba uta, de ando volta per volta un piano
preciso di caccia? Effe vamente la caccia grossa è forse la pologia di caccia più impegna va poiché vi deve essere un monitoraggio costante del territorio, quindi non si è impegna
solo la domenica, ma anche i giorni preceden e sopra u o il
sabato, andando dal ma no presto alla ricerca di tracce e segni su tu o il territorio che a es no la presenza di selvaggina.
A conclusione di una lunga ma nata di caccia, prima di rincasare, ci si raduna tu assieme con la squadra in baracca, dove
c'è sempre una lunga e divertente mangiata in compagnia
(papai totusu impai), tra bistecche e bicchieri di vino, in fondo
la caccia grossa è anche questo!. Concludiamo con una riflessione di Nicola Medda, capo caccia:
“Indubbiamente non è facile per una squadra
giovane andare avan con tante pressioni dovute dalla gelosia, molte volte aspe rispe o
dalle persone adulte e dalle compagnie di caccia
confinan , ma non sempre è così, anzi, spesso e
volen eri si ricevono degli insul gratui e scorre ezze di caccia, ma noi pur essendo giovani,
abbiamo la pellaccia dura, con nueremo a diverrci come abbiamo fa o fin'ora, rispe ando le
squadre confinan e sperando che anche “gli
altri” pur vantando un curriculum di esperienza
superiore, apprendano proprio dai giovani il significato della parola “rispe o”.
Giulio Cani
19
Terra
a cura di Beppe Giuseppe Bullegas*
F
ino a pochi anni fa, le nostre imprese agricole vedevano tutelate le proprie produzioni da una poli ca nazionale ispirata ad una chiara economia reale. Oggi sono
chiamate ad affrontare invece una confusa e rapida evoluzione di filiere agroindustriali, delocalizzazioni produ ve, re
mul nazionali, mercato globale, speculazioni finanziarie, ecc..
La globalizzazione è ormai un processo irreversibile, ma il mercato mondiale non può essere ancora considerato come una
fonte inesauribile, dalla quale chiunque può tranquillamente
a ngere i necessari prodo agricoli primari. Il commercio
delle commodi es alimentari è diventato anche ogge o di
speculazioni finanziarie, capaci di sconvolgere il naturale andamento crescente della domanda rispe o all’offerta.
La nostra agroindustria sembra non accorgersi che sta rischiando di perdere il primo scalino delle sue filiere nazionali,
cioè la disponibilità di prodo primari della nostra agricoltura,
i cui cos di produzione tendono
a superare i prezzi di mercato.
Qualcuno ha da
tempo espresso il
parere che “dove
non c’è una sana
agroindustria,
non c’è una robusta agricoltura”.
Conce o giusto e
di grande a ualità, ma cresce il
more che possa
presto leggersi in
senso inverso.
Nei Paesi BRIC
(Brasile, Russia,
India, Cina), il
basso costo della
manodopera determina un imba bile livello di
compe vità.
Questo vantaggio
fondamentale
potrà presto consen re a quei Paesi di trasformare autonomamente i propri
prodo primari ed esportare verso di noi altre anto compe vi alimen elabora .
20
Inoltre, la moderna delocalizzazione, anche frazionata, delle
a vità produ ve agroindustriali favorirà la nascita di agguerrite re mul nazionali (o nazionali, adeguate ai tempi) che
potranno con nuare a sfru are il marchio Made in Italy. In
mancanza di adeguate regole condivise e di efficien controlli
internazionali, capaci di garan re che ques marchi non possano essere applica anche dire amente all’estero.
Gli stessi nuclei produ vi delle a uali filiere – a cominciare da
quelle alimentari – a endono di essere organizza e regolamenta su basi moderne, affinché nel loro ambito non vi siano
ruoli privilegia e dominan , capaci di creare sperequazioni
nella formazione e nella ripar zione del valore aggiunto complessivo, quindi con disparità tra i reddi consegui dagli agricoltori ed i prezzi finali al consumatore (sugli scaffali della
grande distribuzione). Ques obie vi possono essere vantaggiosi per tu . Andrebbero tempes vamente realizza con un
univoco sostegno generale,
pubblico
e
privato, nonostante
che
l’intreccio dei
vari interessi
cos tuisca
ormai una realtà complessa,
non facilmente
malleabile
e
controllabile.
Il quadro in cui
si evolve rapidamente
il
contesto del
mondo
produ vo richiede grande impegno poli co.
La tendenza a
privare la nostra agricoltura
della necessaria a enzione
e
sostegno
diventa quindi
assai più grave di quanto potesse esserlo fino a pochi anni fa.
(dal Quo diano La Nazione, 2 dicembre 2011)
RIO GIORNALE
Terra
DALLA SARDEGNA
Programma apis co regionale: annualità 2011-2012
L
'Assessorato dell' Agricoltura e Riforma Agro Pastorale
informa che prosegue il Programma apis co regionale
anche per l'annualità 2011 - 2012.
Le azioni finanziate sono:
- azione A assistenza tecnica e formazione professionale degli apicoltori (seminari e convegni tema ci, azioni di
comunicazione,
assistenza
tecnica
alle
aziende);
- azione B lo a contro la
mala a della varroasi
(indagini sul campo finalizzate all'applicazione di strategie a basso impa o chimico
sugli alveari);
- azione C razionalizzazione della transumanza (acquisto arnie, acquisto macchine, a rezzature e materiali vari specifici per l'esercizio del nomadismo);
- azione D provvedimen a sostegno dei laboratori di analisi
(spese per analisi chimico-fisiche melissopalinologiche e
residuali);
- azione E misure di sostegno per il ripopolamento del patrimonio apis co (acquisto di api regine, famiglie, nuclei e sciami d'api).
Possono presentare domanda:
l'agenzia Laore per le azioni A e D;l'agenzia Agris per l'azione
B; gli apicoltori e i produ ori apis ci singoli e associa per le
azioni C e E.
Agli apicoltori e ai produ ori apis ci sarà concesso un contributo massimo complessivo per azienda pari a diecimila euro
che può essere elevato a ven mila euro nel caso in cui i beneficiari siano coopera ve, consorzi o società agricole. Le domande devono pervenire entro il 10 gennaio 2012 ai servizi
territoriali di Argea. Il modulo può essere scaricato dal portale
internet del sistema informa vo agricolo nazionale all'indirizzo
h p://www.sian.it; Per eventuali chiarimen conta are l'ufficio relazioni con il pubblico di Argea Sardegna al numero di
telefono 070/60262411.
Contribu per acquisto o locazione di macchinari agricoli
P
ubblicato il nuovo bando
della "legge Saba ni": due
milioni e 685mila euro a favore degli imprenditori agricoli che
hanno acceso un mutuo per l'acquisto o l'affi o di macchinari. Le domande di agevolazione dovranno
essere presentate alla SfirsSpA –
società in house della Regione. Le
risorse sono disponibili sino all'esaurimento, ma in ogni caso entro il 31
RIO GIORNALE
richieste di agevolazione per l'acquisto o il leasing (locazione
finanziaria) di nuove macchine agricole utensili o di produzione. L'agevolazione consiste in un contributo in conto interessi
sui finanziamen bancari. L'intervento è a uato dalla SfirsSpA
mediante procedura valuta va a sportello, ossia in base all'ordine cronologico di presentazione della documentazione.
Passo importante verso l’aumento del prezzo del la e e
la diversificazione
L
a Giunta regionale, su proposta dell’assessore all’Agricoltura ha deliberato l’erogazione di un premio massimo di 4000 euro ad azienda agricola che conferirà il
la e per la trasformazione diversificata dalla produzione di
Pecorino Romano. Il provvedimento è stato ado ato nell’ambito di applicazione della legge 15 del 2010 che contempla azioni
di rilancio del comparto ovi caprino. "E’ il primo importante
passo per portare il prezzo del la e ovino a livelli decisamente
più remunera vi, - precisa l’Assessore Oscar Cherchi - infa
con questo aiuto centriamo due obbie vi: quello di portare il
prezzo del la e dagli a uali 60 centesimi che offre il mercato
a ualmente, fino ad un massimo di 80, e quello di incen vare
la diversificazione. Gli aiu saranno concessi esclusivamente ai
soli produ ori che avranno so oscri o un accordo con le aziende di trasformazione che impegni queste ul me a des nare il
prodo o acquistato alla produzione di la e in polvere o comunque a formaggi diversi dal Pecorino Romano".L’impegno finanziario, si legge nella
delibera della Giunta,
verrà
mantenuto
prioritariamente nei
confron
di quelle
aziende che si saranno cos tuite in società coopera ve, consor li o in Organizzazioni di Produ ori.
L’ammontare del programma di spesa per l’annualità 2011 è di 4 mln di euro e potrà
essere richiesto dalle aziende che conferiscono almeno 20.000
litri di la e all’anno per la trasformazione: "L’aiuto sarà concesso dando priorità alle domande delle associazioni aggregate da
più tempo – specifica ancora l’assessore - e successivamente a
quelle composte dal maggior numero di aggrega . Esaurite
queste domande, verranno soddisfa e le richieste degli imprenditori agricoli singoli in ordine di quan tà di la e des nato alla
produzione di la e in polvere e a formaggi
diversi come il pecorino sardo o il fiore sardo".
* Agronomo
21
Oratorio
F
formazio-
inalmente il primo Laboratorio dell’Anspi riomurtese.
Lo a endevamo da tempo. A vità manuali per realizzare ogge sul tema del Natale, questo è stato l’obie vo. So o la guida degli animatori Carlo Bosio, Tina Schulze e Marzia Piras, oltre ven bambini e ragazzi hanno partecipato all’A vità. Ma lasciamo ai partecipan il giudizio sull’a vità: “Bello, crea vo e divertente, signor Carlo poi è stato paziente e ci ha insegnato tante cose” (Gloria Talana); “Bello,
stupendo” (Sara Fanutza); “E’ stato bello, mi sono diver to” (Claudio Fanutza); “E’
andata bene, mi sono diverta” (Alice Orioni); “Per me
è stato bello, ho imparato a
fare cose nuove” (Mar na
Sabiu); “E’ stata una bella
esperienza, abbiamo fa o
molte cose, che ricorderò
per sempre” (Marika Piliu);
“E’ stato bello perché ho
imparato cose nuove e sono stata con i miei compagni” (Arianna Atzori); “E’ stata una bellissima esperienza. Poi
sono contenta di avere avuto mia madre come animatrice ...” (Lisa Usai); “E’ stato bello incontrarsi e imparare cose
nuove” (Luana Cambuli); “E’ stato bello, Tina ci ha aiutato a
realizzare
cose nuove” (Valeria Curreli); “Mi è piaciuto
molssimo, ho spostato la danza al venerdì
per poter partecipare. Se lo rifanno torno
anche l’anno prossimo” (Nicole a Serra): Be y Atzori, a nome delle catechiste, esprime grande soddisfazione per
l’a vità svolta che, in con nuità con
l’opera catechis ca, aiuta i più giovani a inserirsi e a vivere in comunità.
Senz’altro un servizio educa vo da
ripetere
durante il 2012, con a vità nuove e,
sarebbe auspicabile, avere anche altri animatori.
Questo 2011 è stato anche l’anno del primo concorso:
“Famiglia: ar sta del Natale”. Nella le era di invito il Parroco
ha dichiarato l’intento: promuovere nel nostro paese e sopra u o tra i giovani il significato del Presepio e l’arte presepiale. La commissione composta dal Parroco, da Nicola Pinna
(fotografo) e da Ielmo Cara (pi ore) ha giudicato le opere realizzate.
tessera-
Per
chi
vuole rinnovare la TESSERA ANSPI, per
l’anno 2012, ricordiamo le quote:
ADULTI: 8,50 Euro
22
RAGAZZI: 6,5O Euro
G
cinema
li appassiona del grande cinema si tengano pron
perché da Gennaio il salone della Chiesa si trasformerà
in sala cinematografica. Personalmente punto molto su
questa inizia va che è, sia un modo per trascorrere una serata
diversa dalle altre, in alterna va alla quasi mancanza di alternave, sia per arricchire la nostra personale cultura cinematografica, in quanto il cinema è arte, ed un bel film trasme e sempre
un messaggio importante. Ho individuato una serie di films che
hanno lasciato una traccia importante, per vari aspe , nella
storia cinematografica. La nostra avventura comincerà con un
film vecchissimo...di anni (io penso che i bei film, siano sempre
a uali), il cui regista e a ore è Charlie Chaplin, nel suo personaggio che l'ha reso celebre “Charlot”, il “vagabondo”. Non potevo non iniziare con lui perché, oltre ad esser considerato uno
dei più grandi della storia del cinema mondiale, fu uno dei pochi
a riuscire ad ada arsi al passaggio dal muto al sonoro in maniera formidabile...anche se dove e abbandonare per ovvi mo vi il
suo celebre personaggio). Chi non lo ricorda? Chi non ne ha mai
sen to parlare? Nessuno non può non sapere chi era Charlot,
un omino dalle raffinate maniere e la dignità di un gen luomo,
ves to di una stre a giacche a, pantaloni e scarpe più grandi
della sua misura, una bombe a e un bastone da passeggio in
bambù, pici del personaggio erano anche i baffe e l'andatura
ondeggiante. L'emo vità sen mentale e il malinconico disincanto di fronte alla spietatezza e alle ingius zie della società moderna, fecero di Charlot l'emblema dell' alienazione umana par colare delle classi sociali più emarginate - nell'era del progresso economico e industriale. Son numerosi i film di Chaplin
che hanno fa o ridere ma anche rifle ere tu o il mondo. Per la
nostra rassegna ho scelto La febbre dell'oro. Abbandonato l'umorismo sfrenato di Chaplin, ci tuffiamo poi nell'atmosfera da
brividi Hitchcockiana. Alfred Hitchcock è considerato dai più il
mago della suspense, che si o ene grazie ad uno scollamento
tra ciò di cui è a conoscenza lo spe atore e ciò di cui è a conoscenza il personaggio sulla scena; lo spe atore si trova così in
uno stato di ansiosa a esa, spesso rinforzata da temi musicali
accentua , ombre o luci par colari. Avremo modo di tastarla in
La donna che visse due volte (ver go) (dove le zoomate improvvise sui vol dei protagonis , o le inquadrature in sogge va di immagini distorte o turbinan , che oggi sembrano banalità, sono invenzioni regis che di Hitchcock, così come l'effe o
ricavato combinando una carrellata all'indietro con lo zoom,
usato per dare il senso di ver gine), un film del 1958 tra o dal
romanzo D'entre les morts (1954), ricco di mistero, ossessioni e
claustrofobia, scri o da Thomas Narcejac (1908–1998) insieme
a Pierre Boileau (1906–1989). Il film è stato definito da mol
come la più bella e più crudele delle love story di Hitchcock.
Cambiando decisamente tema, accontenteremo gli ormai nostalgici appassiona dei western. Il terzo film in programma è
considerato uno dei cento più belli della storia, ricco di colpi di
scena e meritevole di due nomina on agli oscar. Il mucchio
selvaggio, di Sam Peckinpah, ci porterà negli splendidi paesaggi
messicani.
RIO GIORNALE
OraMemorabile una frase tra a dal film: «Tu sogniamo di
tornare bambini, anche i peggiori di noi. Forse i peggiori lo sognano più di tu . »(Don Jose).Toro scatenato(1980), della
coppia Scorsese - De Niro, appar ene al genere dramma co.
Viene in risalto la maestria del regista e la grandissima interpretazione dell'a ore che gli valse l'oscar. In questo capolavoro, mai niente di ordinario, in nessuna scena, che, pur avendo
un cara ere biografico, si limita a raccontare dei fa realmente accadu a una sola persona, e sopra u o quelli priva ,
quindi sostanzialmente ordinari, perché ogni singolo momento
è l'occasione per inventare qualcosa, so o vari aspe . Si parte
subito con una delle più belle aperture che si ricordino: De Niro
(La Mo a) si scalda al suo angolo su un ring avvolto nella bruma, mentre si ode il celebre intermezzo da "Cavalleria Rus cana" di Mascagni. Apparentemente sono due ingredien totalmente inconciliabili, e invece magicamente si realizza un'ideale
coinciden a oppositorum. L'ul ma parte, che racconta il declino del campione e dell'uomo, è assai commovente. E' un film
sicuramente da vedere in grande schermo, con un incantevole
bianco e nero con inser a colori. Nel penul mo appuntamento
di questa rassegna toccheremo un tema sempre caldo, quello
della vita in carcere...tema alquanto delicato se poi accostato a
quello dell'apparenza e su come questa può trarre in inganno.
Un geniale Morgan Freeman sarà il protagonista di Le ali della
libertà(1994), un film che è una sorta di apologia del risca o
morale oltre che sociale di coloro che sono condanna a lunghissime pene deten ve, e del loro desiderio di rivalsa e ribellione contro ogni genere di sopruso. Ho cercato di individuare
dei film che a mio modesto avviso, hanno lasciato qualcosa
nell'animo dello spe atore; l'intento poi è quello di me ere in
luce l'evoluzione del modo di fare cinema, partendo dal film
muto di C. Chaplin (dove i ges , le movenze e le espressioni
visive erano più eloquen di mille parole), al cinema che conosciamo noi oggi...che personalmente non apprezzo più di tanto.
Sono andato per generi e per periodi, estrapolando quelli che
mi sembravano i film più rappresenta vi, anche se la cosa è
molto sogge va. La nostra prima rassegna si chiuderà con un
film recente che affronta una tema ca purtroppo sempre
a uale, il razzismo, ma anche sfacce ature del rapporto umano che non si possono racchiudere in una definizione semplicista. S'in tola Crash-conta o fisico(2004), di Paul Haggis che
nel 2006 si è aggiudicato tre oscar come miglior film, migliore
sceneggiatura originale, miglior montaggio. Crash - Conta o
Fisico è un film composto da una mol tudine di storie, che si
intrecciano tra di loro. Si tra a di un dramma che inizia con
una serie di storie indipenden e, successivamente, il des no
le fa incrociare. Presto fisseremo le date per le proiezioni e
verranno preparate le locandine. Se la rassegna avrà successo,
e lo spero vivamente, potremo anche individuare un modo per
far scegliere il film da vedere, magari con un sistema di preferenze, che per i più tecnologici potrebbe farsi on-line sul nostro
sito ormai pronto, mentre per gli altri dando la possibilità di
lasciare la propria preferenza in un apposito foglio che lasceremo nel salone della Chiesa. Vi auguro un buon Natale e buone
feste.
Antonello Cani
RIO GIORNALE
teatro
A
nche a raverso il Teatro l’ Oratorio esercita il suo
ruolo in campo educa vo, un compito mai semplice,
ma nel teatro, forse c’è qualche chance in più. In
effe il teatro educa grandi e piccoli alla dipendenza l’uno
dell’altro, al principio che il risultato lo si raggiunge insieme, o,
viceversa si fallisce insieme. All’assioma che l’applauso finale, di
ogni spe acolo, non è individuale,
ma è il coronamento del lavoro di
tu ed è la somma di un numero
al ssimo di prove e di ore di studio. Necessariamente nel teatro
l’io incontra il noi, e se il compito
educa vo è svolto bene, lo spe acolo ha successo. L’Anspi di Rio
Murtas, dal 2002, a raverso SA
LANTIA porta avan questo servizio, dal 2010 ci sono, inoltre anche, IS LANTIEDHAS, i più piccoli che si stanno rivelando auten che promesse. SA LANTIA ha
portato in scena nel 2011 la commedia “Certus in famiglia” in
ben se e località. IS LANTIEDHAS portano in scena lo spe acolo “Sa pingiara de tziu Giuannicu”. Entrambi sono a disposizione per spe acoli e serate di intra enimento.
turismo
I
l Circolo/Oratorio ANSPI di Rio Murtas propone la gita:
TOUR DEI PRESEPI IN
MARMILLA: Ales, Usellus,
Nureci, Genoni. A Genoni
ci sarà la visita alla Mostra di Natale presso il
Museo del cavallino della
Giara e al museo paleontologico.
Partenza dallo Stabile di
via Nazionale: h. 8:00;
Pranzo presso Agrituri- Sopra: uno dei tanti meravigliosi
murales nelle vie di Nureci
smo ad Usellus;
Viaggio in Pullman GT;
Rientro previsto entro le h. 20:00;
Info: 349 332 59 22;
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