Proc. pen. n. 3345/12 R.G.N.R. Mod. 21 DDA
PROCURA DELLA REPUBBLICA
PRESSO IL TRIBUNALE DI REGGIO CALABRIA
Direzione Distrettuale Antimafia
FERMO DI INDIZIATO DI DELITTO
- artt. 384 e segg. c.p.p. -
Il Pubblico Ministero, nella persona del Procuratore della Repubblica
Aggiunto, dott. Michele Prestipino Giarritta, del Sostituto Procuratore della
Repubblica DDA, dott.ssa Alessandra Cerreti, e del Sostituto Procuratore della
Repubblica, dott. Rosario Ferracane;
visti gli atti del procedimento penale indicato in epigrafe nei confronti,
tra gli altri, di:
1. BURZOMATO Arturo, nato a Scilla il 24.05.1990, ivi residente in via
Umberto I n°88;
2. CALABRESE Carmelo, nato a Torino il 27.03.1972, residente a Scilla
in via Ieracari n°27 int. 5;
3. FULCO Annunziatina, nata a Scilla il 30.12.1965, residente a Palmi
Contrada Torre;
4. FULCO Giuseppe, nato a Scilla in data 05.06.1971, in atto detenuto
per altra causa presso la Casa Circondariale di Benevento.
5. GAIETTI Matteo, nato a Scilla il 22.10.1969, ivi residente in via
Provinciale Scilla Melia;
6. LIBRO Francesco, nato a Reggio di Calabria il 21.04.1974, residente
a Bagnara Calabra in via A. Vespucci n°23;
7. NASONE Antonino, nato a Reggio di Calabria il 28.07.1981, ivi
residente in via Largo Tripi Sup. fabbricato D n°4, int. 1;
8. NASONE Domenico, nato a Reggio Calabria il 10.04.1983 e residente
a Scilla (RC) in via Annunziata nr. 49;
9. NASONE Domenico, nato a Casorate Primo in data 28.10.1969 e
residente a Scilla in via Largo Vela n°11;
10.NASONE Francesco, nato a Scilla il 29.01.1972, ivi residente in via
Roma n°40;
11.NASONE Rocco, nato a Scilla il 06.05.1974, ivi residente in via Largo
Vela n°11;
12.NASONE Virgilio Giuseppe, nato a Scilla il 19.07.1944, ivi residente
in via Canalello n°21;
13.PUNTORIERI Pietro, nato a Scilla il 29.09.1988, ivi residente in via
Bastia III vico n°53;
persone sottoposte alle indagini per le seguenti ipotesi di reato:
NASONE Virgilio Giuseppe, NASONE Francesco, NASONE Domenico (cl.
69), NASONE Rocco, GAIETTI Matteo, FULCO Giuseppe, BURZOMATO
Arturo,
PUNTORIERI
Pietro,
NASONE
Domenico
(cl.
83),
NASONE
Antonino, LIBRO Francesco, FULCO Annunziatina e CALABRESE Carmelo
A) del reato di cui all’art. 416-bis, commi 1, 2, 3 e 6 c.p., per aver fatto parte, con
altre persone allo stato non ancora individuate, dell’associazione mafiosa
denominata ’ndrangheta, operante sul territorio della provincia di Reggio
Calabria, nazionale ed estero costituita da molte decine di locali, articolata in tre
mandamenti (Tirrenica, Ionica e Reggio Calabria città) e con organo di vertice
denominato “Provincia”, associazione che si avvale della forza d’intimidazione
del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne
deriva, attuando un capillare controllo di ogni aspetto della vita, specie pubblica
ed economica, allo scopo:
a) di conseguire vantaggi patrimoniali dalle attività economiche che si
svolgevano nel territorio attraverso o la partecipazione alle stesse, ovvero
l’imposizione e la riscossione di somme di denaro a titolo di compendio estorsivo;
b) di acquisire direttamente o indirettamente la gestione e/o il controllo di
attività economiche nei più svariati settori, affermando il controllo egemonico nel
territorio;
d) di commettere delitti contro il patrimonio (in particolare danneggiamenti ed
estorsioni), contro la vita e l’incolumità individuale ed in materia di armi;
e) di conseguire per sé e per altri vantaggi ingiusti;
in particolare, per aver fatto parte dell’articolazione territoriale della ‘ndrangheta
operante a Scilla e territori limitrofi nota come “cosca Nasone-Gaietti” e nella
specie:
- NASONE Virgilio Giuseppe, con il ruolo di capo della cosca, con compiti di
decisione, pianificazione e individuazione delle azioni e delle strategie generali
del sodalizio criminoso; trattandosi in particolare di soggetto in posizione apicale
2
cui rivolgersi per ottenere la preventiva autorizzazione a svolgere ogni tipo di
attività economica nel territorio di Scilla;
- NASONE Francesco, NASONE Domenico (cl. 69) e GAIETTI Matteo con il ruolo di
organizzatori
e
promotori
con
compiti
di
decisione,
pianificazione
e
individuazione delle azioni concrete da realizzare e delle strategie da mettere in
atto; in particolare, dirigendo e organizzando il citato sodalizio criminoso anche
attraverso la convocazione di apposite riunioni, assumono le decisioni più
rilevanti individuando le modalità ed i tempi con i quali imporre il pagamento del
“pizzo” alle numerose imprese impegnate nella realizzazione dei lavori di
ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC e/o nelle altre attività commerciali
ricadenti nel territorio di Scilla, stabilendo i criteri di suddivisione dei proventi
illeciti conseguiti ed impartendo puntuali disposizioni agli altri associati a loro
subordinati;
- FULCO Giuseppe, NASONE Rocco, BURZOMATO Arturo, PUNTORIERI Pietro,
NASONE Domenico (cl. 83), NASONE Antonino, LIBRO Francesco, FULCO
Annunziatina e CALABRESE Carmelo con la qualità di partecipi attivi della
citata cosca, con il compito di assicurare le comunicazioni tra gli associati, di
inviare ‘imbasciate anche a soggetti detenuti, di partecipare alle riunioni ed
eseguire le direttive dei vertici dell’associazione impartite anche dal carcere,
riconoscendo e rispettando le gerarchie e le regole interne al sodalizio; in
particolare e tra l’altro BURZOMATO, PUNTORIERI, CALABRESE e LIBRO con il
compito - dopo aver preso parte a riunioni preparatorie riservate alla
pianificazione delle azioni intimidatorie da compiere ai danni delle imprese
sopra indicate - di effettuare i sopralluoghi preliminari e provvedere poi alla
materiale esecuzione delle predette azioni presso i cantieri delle ditte da
sottoporre a richieste estorsive.
NASONE Virgilio Giuseppe, NASONE Francesco, NASONE Domenico (cl. 69) e
GAIETTI Matteo per aver promosso, diretto ed organizzato l’articolazione della
‘ndrangheta operante a Scilla e territori limitrofi.
Con l’aggravante che le attività economiche di cui gli associati intendono
assumere o mantenere il controllo sono finanziate in tutto o in parte con il
prezzo, il prodotto, il profitto di delitti.
Accertato in Scilla, in provincia di Reggio Calabria, nella Regione Calabria ed in
altre parti del territorio nazionale nell’anno 2011 con condotta tuttora in atto.
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NASONE Francesco
B) del reato di cui agli artt. 81 cpv, 110 e 629, commi 1 e 2, in relazione all’art.
628, comma 3, n. 3, c.p., e 7 d.l. n. 152/91, convertito in legge n. 203/91,
perchè, in concorso con Fulco Giuseppe (per cui si è proceduto separatamente
nell’ambito del procedimento penale n. 4398/11 R.G.N.R. DDA), in tempi diversi
e con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, mediante violenza
e minaccia consistite:
1) nell’organizzare e nel porre in essere i seguenti danneggiamenti mediante
incendio:
- in data 19 marzo 2011, presso il cantiere A.N.A.S. sito sulla S.S. 18, al Km.
509, incendio di un compressore marca Sullair modello 17HM;
- in data 28 marzo 2011 presso il predetto cantiere incendio di circa 1000 mq. di
rete utilizzata per il contenimento massi;
2) nel recarsi in più occasioni, nel periodo compreso tra il 25 maggio ed il 1°
giugno 2011, presso il citato cantiere e nel rivolgersi – con tono intimidatorio
volto ad incutere timore ed a coartare la volontà dell’interlocutore – dapprima al
capo-cantiere
della
ditta
Consolidamenti
speciali
srl
Scalia
Franco
e
successivamente al titolare della predetta ditta D’Agata Giuseppe Fabio
richiedendo il pagamento di una somma di denaro;
costringevano l’imprenditore D’AGATA Giuseppe Fabio a versare, in relazione ai
lavori di consolidamento che la ditta stava eseguendo presso il cantiere A.N.A.S.
sito sulla S.S. 18, al Km. 509, nel tratto compreso tra il centro abitato di Scilla e
la frazione di Favazzina, l’importo di euro 4.000.00 come prima tranche del
pagamento complessivo di euro 6.000,00 inizialmente richiesto, procurandosi
così un ingiusto profitto con altrui danno.
Con l’aggravante della violenza o minaccia posta in essere da persona facente
parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A).
Con l’aggravante del fatto commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416-bis c.p., nonchè al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di
cui al capo A).
Fatto commesso a Scilla (RC) il 1° giugno 2011
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NASONE Francesco
C) del reato di cui all’art. 629, commi 1 e 2, in relazione all’art. 628, comma 3, n.
3, c.p., e 7 d.l. n. 152/91, convertito in legge n. 203/91, perchè mediante
minaccia – consistita, tra l’altro, nell’imporre tramite un’imbasciata a Speziali
Giuseppe (amministratore della Calme Beton spa) il pagamento di una somma
non inferiore al 3% del valore dell’appalto – costringeva l’imprenditore Speziali
Lorenzo, amministratore della ditta Calme Beton srl (società controllata al 100%
dalla Calme Beton spa), a versare, per poter eseguire la fornitura di calcestruzzo
prodotto presso l’impianto sito in contrada Scirò del comune di Scilla, materiale
destinato alla realizzazione delle opere di ammodernamento dell’autostrada SARC, una somma indeterminata quale tranche dell’importo complessivo pari al 3%
del valore dell’appalto conseguito, procurandosi così un ingiusto profitto con
altrui danno.
Con l’aggravante della violenza o minaccia posta in essere da persona facente
parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A).
Con l’aggravante del fatto commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416-bis c.p., nonchè al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di
cui al capo A).
Fatto commesso a Scilla (RC) il 1° marzo 2012
NASONE Francesco,
CALABRESE Carmelo
BURZOMATO
Arturo,
PUNTORIERI
Pietro
e
D) del reato di cui agli artt. 56, 81 cpv, 110 e 629, commi 1 e 2, in relazione
all’art. 628, comma 3, n. 3, c.p., e 7 d.l. n. 152/91, convertito in legge n.
203/91, perchè, in concorso tra loro, in tempi diversi e con più azioni esecutive
di un medesimo disegno criminoso, mediante violenza e minaccia consistite:
1) nell’organizzare e nel porre in essere i seguenti danneggiamenti:
- nel periodo compreso tra il 12.08.2011 ed il 22.08.2011, presso il cantiere
PARATIA SCILLA sito nelle adiacenze della strada provinciale per Melia del
comune di Scilla, di una macchina perforatrice marca “CASAGRANDE” modello
C7-2 matricola nr. C7UZ0135;
5
- in data 25.08.2011 l’asportazione dalla sede stradale in cui era installato ed il
successivo getto, lungo la scarpata adiacente il cantiere, di un semaforo mobile
per la regolazione della circolazione stradale;
- in data 28.08.2011 l’effrazione del lunotto posteriore dell’autovettura
noleggiata dalla ditta ed utilizzata dal dipendente Zappia Salvatore;
- la notte tra il 3 ed il 4 marzo 2012, presso il predetto cantiere, di un
compressore marca “INGERSOL” e del quadro di comando di una sonda, marca
“COMACCHIO”, modello MC 1200;
- la notte tra l’8 ed il 9 marzo 2012, nel medesimo cantiere e mediante un corpo
contundente, del quadro comando e dei tubi idraulici della citata sonda, nonchè
l’asportazione ed il getto nell’adiacente scarpata del semaforo mobile utilizzato
per la regolazione della circolazione stradale;
2) nel posizionare su ciascuno dei mezzi danneggiati la notte tra il 3 ed il 4
marzo 2012 una bottiglia di plastica contenente sostanza liquida, avvolta da
nastro da imballaggio di colore marrone e con una finta miccia incendiaria
realizzata con carta arrotolata;
compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i legali
rappresentanti della ditta Fondazioni speciali spa a versare una somma di
denaro non determinata per poter eseguire lavori di perforazione, che la predetta
ditta si era aggiudicata in subappalto dalla Impresa Carchella s.p.a. e che stava
compiendo presso il citato cantiere e, quindi, a procurarsi un ingiusto profitto con
pari danno per la medesima Fondazioni Speciali spa.
Non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla propria volontà.
Con l’aggravante della violenza o minaccia posta in essere da persona facente
parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A).
Con l’aggravante del fatto commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416-bis c.p., nonchè al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di
cui al capo A).
Fatto commesso a Scilla (RC) tra il 12 agosto 2011 ed il 9 marzo 2012
NASONE Francesco, BURZOMATO Arturo e PUNTORIERI Pietro
E) del reato di cui agli artt. 56, 81 cpv, 110 e 629, commi 1 e 2, in relazione
all’art. 628, comma 3, n. 3, c.p., e 7 d.l. n. 152/91, convertito in legge n.
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203/91, perchè, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, mediante violenza e minaccia consistite:
1) nell’organizzare e nel porre in essere, nella notte tra il 1° ed il 2 marzo 2012,
il danneggiamento mediante un corpo contundente, presso il cantiere della ditta
Mosconi,
sito
in contrada Oliveto
di Scilla,
di un
autogru
di colore
bianco/azzurro, marca Grove, mod. GMK 4080-1 targato ZA704XW, di proprietà
della ditta Compagnia Portuale di T. Gullì srl;
2) nel posizionare nella medesima occasione sul mezzo danneggiato una
bottiglia di plastica, avvolta da nastro da imballaggio di colore marrone e con
una finta miccia incendiaria realizzata con carta arrotolata;
compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i legali
rappresentanti della ditta Compagnia Portuale di T. Gullì srl a versare una
somma di denaro non determinata per poter eseguire lavori di smontaggio delle
scalette poste sui pilastri dell’autostrada A3 SA-RC e, quindi, a procurarsi un
ingiusto profitto con pari danno per la medesima Compagnia Portuale di T. Gullì
srl.
Non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla propria volontà.
Con l’aggravante della violenza o minaccia posta in essere da persona facente
parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A).
Con l’aggravante del fatto commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416-bis c.p., nonchè al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di
cui al capo A).
Fatto commesso a Scilla (RC) nella notte tra il 1° ed il 2 marzo 2012
NASONE Francesco, BURZOMATO Arturo e PUNTORIERI Pietro
F) del reato di cui agli artt. 56, 81 cpv, 110 e 629, commi 1 e 2, in relazione
all’art. 628, comma 3, n. 3, c.p., e 7 d.l. n. 152/91, convertito in legge n.
203/91, perchè, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, mediante violenza e minaccia consistite:
1) nell’organizzare e nel porre in essere, nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2011, il
danneggiamento mediante un corpo contundente, presso il cantiere della ditta
General Smontaggi srl, sito sul viadotto dell’autostrada A3 SA-RC denominato
d’Angelo nei pressi dello svincolo per Scilla, di una pala gommata marca
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Kometsu, matricola ha980339 e di un furgone Fiat Ducato targato TO29771F, di
proprietà ed in uso rispettivamente alla predetta ditta;
2) nel posizionare nella medesima occasione sulla descritta pala gommata,
nonchè su un escvatore marca Hyundai, matricola hy7570025 (in uso alla
General Smontaggi srl), quattro bottiglie di plastica contenenti sostanza liquida
tutte avvolte da nastro da imballaggio di colore marrone e con una finta miccia
incendiaria realizzata con carta arrotolata;
compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere i legali
rappresentanti della ditta General Smontaggi srl a versare una somma di
denaro non determinata per poter eseguire i lavori di ammodernamento
dell’autostrada A3 SA-RC ottenuti in appalto e, quindi, a procurarsi un ingiusto
profitto con pari danno per la medesima General Smontaggi srl.
Non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla propria volontà.
Con l’aggravante della violenza o minaccia posta in essere da persona facente
parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A).
Con l’aggravante del fatto commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416-bis c.p., nonchè al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di
cui al capo A).
Fatto commesso a Scilla (RC) nella notte tra il 7 e l’8 febbraio 2011
NASONE Francesco, BURZOMATO Arturo e PUNTORIERI Pietro
G) del reato di cui agli artt. 56, 81 cpv, 110 e 629, commi 1 e 2, in relazione
all’art. 628, comma 3, n. 3, c.p., e 7 d.l. n. 152/91, convertito in legge n.
203/91, perchè, in concorso tra loro, in tempi diversi e con più azioni esecutive
di un medesimo disegno criminoso, mediante violenza e minaccia consistite:
1) nell’organizzare e nel porre in essere, nella notte tra il 19 ed il 20 febbraio
2012, il danneggiamento mediante un corpo contundente, presso il cantiere
della ditta A.B.S. ING. s.r.l., sito nelle adiacenze dello svincolo dell’autostrada
A3 SA-RC per Scilla, di un rullo compressore marca Vitelli, di un escavatore
Caterpillar modello 225 cabinato e di un altro escavatore Caterpillar modello
219, mezzi di proprietà ed in uso alla predetta ditta;
2) nel posizionare nella medesima occasione su ognuno dei predetti mezzi
meccanici danneggiati tre bottiglie di plastica tutte avvolte da nastro da
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imballaggio di colore marrone e con una finta miccia incendiaria realizzata con
carta arrotolata;
3) nell’organizzare e nel porre in essere, nella notte tra il 6 ed il 7 marzo 2012, il
danneggiamento, presso il citato cantiere della ditta A.B.S. ING. s.r.l., sito nelle
adiacenze dello svincolo dell’autostrada A3 SA-RC per Scilla, del vetro
dell’escavatore Caterpillar modello 219 già infranto in precedenza;
compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere, i legali
rappresentanti della ditta A.B.S. ING. s.r.l. a versare una somma di denaro non
determinata per poter eseguire lavori, che la predetta ditta si era aggiudicata in
subappalto dalla Impresa Carchella s.p.a. e che stava compiendo presso il citato
cantiere e, quindi, a procurarsi un ingiusto profitto con pari danno per la
medesima A.B.S. ING. s.r.l..
Non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla propria volontà.
Con l’aggravante della violenza o minaccia posta in essere da persona facente
parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A).
Con l’aggravante del fatto commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416-bis c.p., nonchè al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di
cui al capo A).
Fatto commesso a Scilla (RC) tra il 19 febbraio 2012 ed il 7 marzo 2012
NASONE Francesco, BURZOMATO Arturo e PUNTORIERI Pietro
H) del reato di cui agli artt. 56, 81 cpv, 110 e 629, commi 1 e 2, in relazione
all’art. 628, comma 3, n. 3, c.p., e 7 d.l. n. 152/91, convertito in legge n.
203/91, perchè, in concorso tra loro, con più azioni esecutive di un medesimo
disegno criminoso, mediante violenza e minaccia consistite:
1) nel recarsi, in data antecedente al 18 febbraio 2012, presso l’abitazione di
Callore Rocco – già titolare, tramite la figlia Anna, di una concessione per
l’occupazione temporanea di un’area demaniale marittima nei pressi del porto di
Scilla, denominata “parcheggio lato ovest”, finalizzata al posizionamento di un
autofurgone (targato RC092994) per la sommistrazione di alimenti e bevande – e
nel rivolgersi al proprio interlocutore con tono intimidatorio volto ad incutere
timore ed a coartarne la volontà, chiedendo di ritirare immediatamente la
domanda presentata per il rilascio di una diversa concessione demaniale
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marittima a carattere stagionale per il mantenimento di un chiosco mobile su
automezzo per la somministrazione di alimenti e bevande nell’area del porto di
Scilla denominata “Piazzetta”;
2) nell’organizzare e nel porre in essere, nella notte tra il 18 ed il 19 febbraio
2012, nei pressi della stazione ferroviaria di Scilla in cui risultava parcato, il
danneggiamento seguito da incendio dell’autofurgone Fiat OM Leoncino 35L
targato RC092994, di proprietà di Callore Salvatore Emilio ed in uso al padre
Callore Rocco;
compivano atti idonei diretti in modo non equivoco a costringere Callore Rocco a
ritirare immediatamente la pratica presentata per il rilascio della suddetta
concessione demaniale marittima a carattere stagionale e, quindi, a procurarsi
un ingiusto profitto con pari danno per la persona offesa.
Non riuscendo nell’intento per cause indipendenti dalla propria volontà.
Con l’aggravante della violenza o minaccia posta in essere da persona facente
parte dell’associazione mafiosa di cui al capo A).
Con l’aggravante del fatto commesso avvalendosi delle condizioni di cui all’art.
416-bis c.p., nonchè al fine di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa di
cui al capo A).
Fatto commesso a Scilla (RC) in data antecedente e prossima al 19 febbraio
2012
Con la recidiva reiterata per Nasone Domenico, Nasone Virgilio Giuseppe e
Fulco Giuseppe (art. 99 c.p.)
Con la recidiva reiterata ed infraquinquennale per Nasone Rocco (art. 99
c.p.)
tutti difesi di ufficio dall'Avv. Francesco FABBRICATORE del foro di
Reggio Calabria, con studio in Reggio Calabria, via Calabria, trav. V, n. 20
(tel. n. 0965/53003 – 0965/891545), nominato con il presente atto a norma
dell’art. 97 c.p.p. sulla base degli elenchi predisposti dal Consiglio dell’Ordine
degli Avvocati di Reggio Calabria (rich. n. 20122132524),
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INDICE
CAPITOLO I – Premessa
§ 1. Premessa
CAPITOLO II – Le fonti di prova: la valenza probatoria delle attività
di intercettazione
§ 1. Il criterio interpretativo delle conversazioni intercettate
§ 2. I criteri identificativi delle voci intercettate
§ 2.1. Le conversazioni tra presenti captate presso la sala colloqui
della Casa Circondariale di Benevento (R.I.T. n. 1206/11 DDA)
§ 2.2 Le conversazioni tra presenti captate all’interno del bar “La
Genziana” di Scilla (R.I.T. n. 319/12 DDA)
§ 2.3 Le conversazioni telefoniche intercettate
CAPITOLO III – Il reato di partecipazione all’associazione di tipo
mafioso (art. 416-bis c.p.)
§1. Brevi osservazioni su alcuni aspetti correlati al reato di associazione
mafiosa
§ 2. L’organizzazione delle associazioni mafiose
§ 3. Le finalità delle associazioni di tipo mafioso
CAPITOLO IV – I fatti oggetto del presente provvedimento
§ 1. Le indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Villa San
Giovanni: la genesi delle indagini e l’arresto in flagranza di reato di Fulco
Giuseppe avvenuto il 1° giugno 2011
§ 2. Gli approfondimenti investigativi conseguenti all’arresto in flagranza
di Fulco Giuseppe
§ 2.1 Il colloquio in carcere del 12 agosto 2011 (R.I.T. n. 1206/11
DDA)
11
§ 2.2 Il colloquio in carcere del 23 settembre 2011 (R.I.T. n.
1206/11 DDA)
§ 2.3 Il colloquio in carcere dell’11 novembre 2011 (R.I.T. n.
1206/11 DDA)
§ 2.4 Il colloquio in carcere del 27 gennaio 2012 (R.I.T. n.
1206/11 DDA)
§ 3. Gli sviluppi investigativi conseguenti alla captazione dei colloqui in
carcere: l’intercettazione della corrispondenza epistolare intrattenuta dal
detenuto Fulco Giuseppe.
§ 4. Ulteriori sviluppi investigativi: gli esiti dell’attività di captazione
all’interno del bar-pasticceria La Genziana di Scilla.
§ 4.1 Conversazione tra presenti del 23 febbraio 2012 (R.I.T. n.
319/12 DDA)
§ 4.2 Conversazione tra presenti del 27 febbraio 2012 (R.I.T. n.
319/12 DDA)
§ 4.3 Conversazione tra presenti del 1° marzo 2012 (R.I.T. n.
319/12 DDA)
§ 4.4 Il sistema esistente per i lavori di ammodernamento
dell’autostrada A3 SA-RC
§ 4.5 Conversazioni tra presenti del 29 febbraio 2012, nonchè
quelle del 2, 3 e 4 marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12 DDA)
4.5.1 Premessa
§ 4.5.2 Le conversazioni registrate all’interno del bar La
Genziana il 29 febbraio ed il 2 marzo 2012 (R.I.T. n.
319/12 DDA)
§ 4.5.3 Le conversazioni registrate all’interno del bar La
Genziana il 3 marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12 DDA)
§ 4.5.4 Le conversazioni registrate all’interno del bar La
Genziana il 4 marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12 DDA)
12
§ 5. Conversazioni tra presenti intercettate all’interno del bar La
Genziana di Scilla il 26 febbraio ed il 3 marzo 2012: l’incendio del
furgoncino in uso a Callore Rocco (R.I.T. n. 319/12 DDA)
CAPITOLO V – La contestazione del reato di associazione mafiosa
CAPO A della rubrica - Il reato di associazione mafiosa
§ 1. Premessa
§ 2. La cosca Nasone-Gaietti
§ 3. Biografia criminale e rapporti di parentela tra alcuni dei soggetti
coinvolti nella presente attività di indagine
§ 4. Attualità della cosca Nasone-Gaietti
§ 5. Le posizioni individuali
§ 5.1 Nasone Virgilio Giuseppe
§ 5.2 Nasone Francesco
§ 5.3 Nasone Domenico cl. 69
§ 5.4 Nasone Rocco cl. 74
§ 5.5 Gaietti Matteo
§ 5.6 Fulco Giuseppe
§ 5.7 Fulco Annunziatina
§ 5.8 Nasone Antonino e Nasone Domenico cl. 83
§ 5.9 Burzomato Arturo e Puntorieri Pietro
§ 5.10 Calabrese Carmelo
§ 5.11 Libro Francesco
CAPITOLO VI – La contestazione dei delitti di estorsione
1) L’estorsione aggravata consumata ai danni della ditta Consolidamenti
speciali srl (capo B della rubrica)
§ 1. Premessa
§ 2. Gravi indizi di colpevolezza a carico di Nasone Francesco
13
2) L’estorsione aggravata consumata ai danni della Calme Beton srl (capo
C della rubrica)
3) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta Fondazioni Speciali
s.p.a. (capo D della rubrica)
§ 1. Premessa
§ 2. Le successive azioni intimidatorie di tipo estorsivo consumate tra il
3 ed il 9 marzo 2012
4) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta Compagnia
Portuale T. Gullì srl (capo E della rubrica)
5) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta General Smontaggi
srl (capo F della rubrica)
6) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta A.B.S. ING. srl
(capo G della rubrica)
7) La tentata estorsione aggravata ai danni di Callore Rocco (capo H della
rubrica)
CAPITOLO VII – Il pericolo di fuga e le esigenze cautelari
§ 1. Premessa
§ 2. Il pericolo di fuga
§ 3. Le esigenze cautelari
14
CAPITOLO I
PREMESSA
§ 1. Premessa.
Il presente provvedimento trae origine dal collegamento di alcune indagini,
coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria e condotte
dal N.O.R.M. della Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni. Tali indagini,
avviate nell’estate del 2011, hanno confermato l’esistenza e la piena operatività
della storica cosca “Nasone-Gaietti”, articolazione dell’associazione mafiosa
denominata ’ndrangheta avente come proprio centro di interessi illeciti il
comune di Scilla ed i territori limitrofi.
Più in particolare le predette indagini – compendiate nell’informativa di reato
depositata dalla Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni il 7 maggio 2012
– evidenziano:
1) i riscontri probatori acquisiti immediatamente dopo l’arresto in flagranza di
Fulco Giuseppe (soggetto pregiudicato per reati in materia di armi e droga,
nonchè legato da stretti rapporti di parentela e frequentazione con i
componenti della citata cosca, su cui si dirà ampiamente in seguito) per il
reato di estorsione aggravata commesso nel giugno 2011 ai danni di
un’impresa impegnata nella realizzazione dei lavori di ammodernamento della
SS 18 in prossimità del comune di Scilla;
2) gli esiti delle intercettazioni audio-video dei colloqui in carcere del detenuto
Fulco Giuseppe con i propri familiari (R.I.T. n. 1206/11 DDA), nonché quelli
relativi all’intercettazione della corrispondenza epistolare intrattenuta dal
Fulco durante il periodo di detenzione (R.I.T. n. 204/12 DDA)
3) il contenuto delle conversazioni tra presenti captate all’interno del bar La
Genziana di Scilla (esercizio commerciale gestito
dall’indagato Nasone
Francesco) (R.I.T. n. 319/12 DDA);
4) le comunicazioni telefoniche intercorse tra i vari soggetti indagati (R.I.T. n.
2136/11 DDA, n. 2352/11 DDA, n. 2280/11 DDA e n. 161/12);
5) gli elementi oggettivi di riscontro rispetto a quanto emerso dalle suddette
attività di intercettazione telefonica, epistolare ed ambientale.
Le emergenze probatorie sopra indicate consentono di affermare in modo
inequivocabile
l’attuale
esistenza
a
15
Scilla
della
cosca
di
‘ndrangheta
denominata Nasone-Gaietti, di delinearne l’organizzazione, la composizione e
le
gerarchie
interne,
nonché
di
individuarne
gli
obiettivi
economici
illecitamente perseguiti (in particolare la sistematica richiesta e riscossione del
“pizzo” dalle numerose imprese impegnate nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada A3 SA-RC) e le strategie criminali pianificate per raggiungere
con la forza di intimidazione del vincolo associativo tali obiettivi (nella specie
attraverso danneggiamenti, incendi ed ogni altro atto di tipo intimidatorio
all’interno dei cantieri delle ditte oggetto di estorsione).
16
CAPITOLO II
LE FONTI DI PROVA:
LA VALENZA PROBATORIA
DELLE ATTIVITA’ DI INTERCETTAZIONE
§ 1. Il criterio interpretativo delle conversazioni intercettate
Per gran parte le fonti di prova poste alla base del presente provvedimento
sono costituite da esiti di attività tecniche di intercettazione, sia di
comunicazioni telefoniche che di conversazioni tra presenti. Prima di
analizzare il materiale probatorio è opportuno precisare che, nel corso dei
colloqui in carcere di Fulco Giuseppe con i propri familiari, nonchè
nell’ambito delle conversazioni tra presenti registrate all’interno del bar La
Genziana di Scilla sono state captate dichiarazioni sia autoaccusatorie che
eteroaccusatorie. Per cui appare preliminarmente necessario chiarire quale
sia stato il criterio utilizzato da questo Ufficio nell’interpretazione delle
conversazioni intercettate.
In proposito occorre innanzitutto rilevare che é indiscutibile l’affidabilità
generale dei soggetti intercettati, che si desume sia dai precedenti penali
specifici dai quali alcuni di essi risultano gravati, sia, soprattutto,
dall’esame complessivo del contenuto di tutte le conversazioni captate.
Nulla quaestio con riferimento alle c.d. dichiarazioni autoaccusatorie
intercettate -rivelatesi intrinsecamente attendibili e logicamente credibili che non necessiterebbero di alcun elemento di riscontro o di conferma, che
pure spesso in concreto è stato acquisito.
Rimandando le valutazioni più specifiche all’esame delle singole posizioni,
basti osservare come per gli indagati che siano stati direttamente
intercettati le rispettive dichiarazioni costituiscano nella quasi totalità dei
casi una piena ammissione di responsabilità quali associati mafiosi. Invero,
i riferimenti specifici a fatti, persone e situazioni non potrebbero che
provenire da intranei al sodalizio.
Non é emersa ragione alcuna, del resto, per ritenere che le dichiarazioni
autoccusatorie registrate fossero oggetto di invenzione o fantasia, tenuto
17
anche conto dell’assoluta delicatezza e importanza delle questioni oggetto
dei dialoghi.
Quanto alle dichiarazioni eteroaccusatorie, é evidente che queste abbiano
una maggiore e più pregnante valenza probatoria soprattutto quando la
fonte conoscitiva del soggetto conversante sia diretta. Nel procedimento in
esame le dichiarazioni etero-accusatorie provengono:
1) da stretti congiunti degli accusati, cioè da soggetti che non avrebbe avuto
alcun motivo per accusare persone vicine di fatti penalmente rilevanti ove
questi non fossero stati veri; in ogni caso è opportuno evidenziare che gli
elementi di responsabilità a carico dei predetti indagati si fondano anche su
dichiarazioni autoaccusatorie captate e/o su ulteriori attività di riscontro;
2)
da appartenenti alla medesima organizzazione criminale, che si
limitavano a commentare i fatti e che non avrebbero avuto alcuna ragione
per diffamare i soggetti che nelle dichiarazioni captate venivano accusati.
Andranno
distinti,
ovviamente,
i
casi
in
cui
la
dichiarazione
eteroaccusatoria si sia risolta in una scarna e isolata affermazione da quelli
in cui sia stato possibile valutare compiutamente tutto un complesso di
dichiarazioni -o di elementi di conferma- che si integrano, si raccordano e si
riscontrano tra loro, disvelando un compiuto quadro probatorio.
Il giudizio, pertanto, è di massima affidabilità e di massima valenza
indiziaria non emergendo, ripetesi, ragioni di calunnia o millanteria, di cui
non vi è traccia in atti. Si tratta, perciò, di acquisizioni probatorie
particolarmente credibili, indicative e concludenti, generalmente suscettive
di fornire una ricostruzione degli eventi in maniera la più aderente ai reali
accadimenti.
La necessità di valutare con la dovuta attenzione le dichiarazioni eteroaccusatorie non deve, tuttavia, far ritenere indispensabile l’acquisizione di
riscontri estrinseci ed intrinseci richiesti dal legislatore nell’ipotesi di
chiamata in correità, prevista dall’art. 192, terzo comma, c.p.p., come del
resto
ha
pacificamente
chiarito
e
ribadito
anche
la
più
recente
giurisprudenza di legittimità: “il contenuto di una intercettazione, anche
quando si risolva in una precisa accusa in danno di terza persona,
indicata come concorrente in un reato alla cui consumazione anche
18
uno degli interlocutori dichiara di aver partecipato, non è in alcun
modo equiparabile alla chiamata in correità e pertanto, se va anch'esso
attentamente interpretato sul piano logico e valutato su quello probatorio, non
è però soggetto, nella predetta valutazione, ai canoni di cui all'art. 192,
comma terzo, cod. proc. pen.” (Sez. 4, sent. n. 35860 del 28.09.06, DELLA
VENTURA; negli stessi termini Cass. Pen. Sez. V°, n. 13614 del 19.01.2001,
PRIMERANO; Cass. Pen. Sez. V°, n. 38413 del 9.10.2003, ALVARO ed altri;
Cass. Pen. Sez. V°, n. 603 del 13.01.2004, GRANDE ARACRI; Cass. Pen.
Sez. I°, n. 1683 del 21.01.2004, BARILLA’ ed altri).
Particolarmente interessante risulta la parte della motivazione della
sentenza nr. 603 del 14.10.03, sopra citata, in cui la Corte spiega in
maniera chiarissima le ragioni per le quali una dichiarazione eteroaccusatoria intercettata non è in alcun modo equiparabile alla chiamata in
correità: “Non è fondata la tesi - secondo motivo di impugnazione - secondo la
quale le parole dei conversanti debbano essere suffragate da altri elementi ai
sensi dell'articolo 192 comma 3^ c.p.p.. La parificazione tra conversanti e
chiamanti in correità è, infatti, improponibile. Il chiamante in
correità è persona che interrogata da un giudice o da un ufficiale di
polizia giudiziaria accusa altre persone di avere commesso reati. Si
tratta di una situazione di indubbia delicatezza, perché molte
possono essere le motivazioni che spingano una persona ad indicare
altri come autori di un reato e non si può, quindi, escludere che ciò
venga fatto a scopo di calunnia. La situazione si è resa ancora più
delicata da quando le norme tese a favorire il c.d. fenomeno del pentitismo
hanno previsto misure premiali anche consistenti per chi, pur autore di gravi
delitti, decida di collaborare con gli organi di giustizia. Queste sono senz'altro
indicazioni assai preziose che più volte hanno consentito di individuare gli
autori di gravissimi delitti rimasti impuniti per molti anni.
È evidente, però, specialmente quando i collaboranti provengano da ambienti
di criminalità organizzata, la necessità di una valutazione attenta e prudente
di tali prove. Ed è per tale ragione che il legislatore, pur non mettendo in
dubbio il principio del libero convincimento del giudice e pur non volendo
introdurre nel processo penale forme di prova legale, ha ritenuto di dettare
precisi criteri di valutazione di prove siffatte che sono quelli indicati
19
dall'articolo 192 comma 3^ c.p.p.. La giurisprudenza di legittimità, sensibile
alla complessa problematica, ha poi, in applicazione della norma citata,
ulteriormente precisato detti criteri, che impongono ai giudici una prudente
valutazione di tali prove.
Il discorso fatto non vale ovviamente per i c.d. conversanti. In questo
caso, infatti, si tratta di persone che non scelgono deliberatamente di
accusare qualcuno all'Autorità Giudiziaria, ma di persone, che, non
sapendo
che
le
loro
conversazioni
sono
intercettate,
parlano
liberamente di vari argomenti, spesso anche irrilevanti ai fini del
processo per il quale è stata disposta la intercettazione.
Tra le tante questioni discusse capita, quando vengano intercettate
conversazioni di persone appartenenti ad organizzazioni criminali, che i
soggetti intercettati discutano di problemi di lavoro, come del resto capita di
fare a molte donne c.d. uomini, ovvero di imprese criminali già realizzate o da
porre in essere e dei soggetti che hanno compiuto reati e con i quali loro siano
in contatto. La differenza tra le due categorie di persone - collaboratori
di giustizia e conversanti - appare del tutto evidente, perché nel caso
dei conversanti non vi è alcuna consapevolezza di accusare qualcuno
e l'intento di chi parla non è quello di accusare, ma essenzialmente
quello di scambiare libere opinioni con un sodale. È allora evidente
che tutte le riserve e tutte le prudenze necessarie per valutare la
genuinità delle dichiarazioni del collaboranti non sussistono quando
si tratta di conversazioni intercettate, perché in siffatte situazioni la
spontaneità e la genuinità sono più semplici da accertare. Una volta
accertato che i conversanti non sanno di essere intercettati, infatti, i
criteri da utilizzare per la valutazione della prova sono quelli
ordinari e non può farsi riferimento ai criteri indicati dall'articolo
192 comma 3^ c.p.p... Del resto la Suprema Corte ha già chiarito che
il contenuto di una intercettazione, anche quando si risolva in una
precisa accusa in danno di una terza persona, indicata come
concorrente in un reato alla cui consumazione anche uno degli
interlocutori dichiara di avere partecipato, non è in alcun modo
equiparabile alla chiamata in correità e pertanto, se va anche esso
attentamente interpretato sul piano logico e valutato su quello
20
probatorio, non va però soggetto, nella predetta valutazione, ai
canoni di cui all'articolo 192 comma 3^ c.p.p. (così Cass. Pen. 19
gennaio 1991, Primerano, CED 218392;Cass. Pen. 2 aprile 1992, Filice, in
Cass. Pen. 93, 2590; Cass. Pen. 3 maggio 2001, Corso, in CED 220227, che
ha sostenuto che le dichiarazioni, captate nel corso di attività di
intercettazione regolarmente autorizzata, con le quali un soggetto si accusa
della commissione di reati, hanno integrale valenza probatoria)”.
§ 2. I criteri identificativi delle voci intercettate
§ 2.1. Le conversazioni tra presenti captate presso la sala colloqui della
Casa Circondariale di Benevento (R.I.T. n. 1206/11 DDA)
L’identificazione delle singole voci delle persone partecipanti ai colloqui con il
detenuto Fulco Giuseppe è stata resa possibile per il fatto che:
a) l’identificazione dei partecipanti al colloquio è avvenuta tramite la previa
esibizione di un documento di riconoscimento agli agenti della Polizia
Penitenziaria al momento dell’ingresso presso la Casa Circondariale;
b) l’intercettazione del colloquio è stata effettuta con modalità audio-video, ciò
facilitando l’individuazione delle voci dei soggetti intercettati;
c) i militari operanti, essendo certi dell’identità dei participanti di volta in volta
ai colloqui ed acquisendo una certa familiarità, hanno potuto associare
agevolmente le voci dei predetti partecipanti a quelle degli usuari (e talvolta
anche intestatari) delle rispettive utenze telefoniche nel frattempo intercettate,
riscontrando che si trattava delle medesime voci;
d) nel corso delle conversazioni tra presenti i soggetti in argomento si sono
spesso chiamati per nome o per soprannome.
§ 2.2 Le conversazioni tra presenti captate all’interno del bar “La
Genziana” di Scilla (R.I.T. n. 319/12 DDA)
L’identificazione delle singole voci delle persone coinvolte di volta in volta nelle
conversazioni è stata resa possibile per il fatto che:
21
a) i militari operanti, acquisendo una certa familiarità, hanno potuto associare
agevolmente le voci dei vari partecipanti alle discussioni a quelle degli usuari e
talvolta anche intestatari (v., ad esempio, Calabrese Carmelo) delle rispettive
utenze telefoniche nel frattempo intercettate, riscontrando che si trattava delle
medesime voci;
b) nel corso delle conversazioni tra presenti intercettate i soggetti in argomento
si sono spesso chiamati per nome o per soprannome (Arturo, Franco,
Francesco, Melo, Pietro) o si sono presentati con le loro generalità.
§ 2.3 Le conversazioni telefoniche intercettate
L’individuazione degli usuari delle utenze telefoniche intercettate è stata resa
possibile dal fatto che:
a) i militari operanti, acquisendo una certa familiarità con le voci dei
partecipanti ai colloqui in carcere, hanno potuto associare agevolmente le
predette voci a quelle ascoltate nel corso delle conversazioni telefoniche
intercettate, riscontrando che si trattava dei medesimi soggetti;
b) l’esame della rubrica telefonica e del registro chiamate del cellulare
sequestrato a Fulco Giuseppe in occasione dell’arresto in flagranza del 1°
giugno 2011 ha contribuito ad individuare con certezza gli usuari delle utenze
poi sottoposte ad intercettazione;
c) nel corso delle conversazioni captate gli indagati si sono spesso chiamati per
nome o per soprannome (Arturo, Franco, Melo, Pietro, Matteo) o si sono
presentati con le loro generalità.
Ulteriori specificazioni sui predetti criteri sono inoltre presenti nell’informativa
della Compagania Carabinieri di Villa San Giovanni già citata (depositata il 7
maggio 2012), nella parte in cui viene stilata una scheda per ciascuno degli
indagati con l’indicazione dei connotati descrittivi dell’attribuibilità delle voci,
nonchè nel corpo del presente provvedimento di fermo con riferimento - ove
necessario - alle singole conversazioni telefoniche o tra presenti intercettate.
22
CAPITOLO III
IL REATO DI PARTECIPAZIONE
ALL’ASSOCIAZIONE DI TIPO MAFIOSO
(art. 416-bis c.p.)
§1. Brevi osservazioni su alcuni aspetti correlati al reato di
associazione mafiosa.
Con il presente decreto di fermo viene contestato, tra gli altri, il reato di
partecipazione all’associazione ex art. 416-bis c.p., per cui, in via
preliminare,
appare
opportuno
richiamare
i
più
recenti
indirizzi
giurisprudenziali - sul punto ormai consolidatisi - circa i presupposti in
presenza dei quali può ritenersi integrato il delitto associativo di tipo
mafioso.
Il provvedimento riguarda in particolare l’articolazione territoriale della
’ndrangheta, nota come cosca Nasone-Gaietti, operante nella fascia tirrenica
della provincia reggina.
Relativamente alla struttura dell’organizzazione denominata ‘ndrangheta, gli
elementi acquisiti nel corso dell’attività di indagine relativa al p.p. 1389/08
R.G.N.R.-D.D.A.
(p.p.
noto
come
“CRIMINE”)
hanno
consentito
di
approfondire in maniera esaustiva “la questione fondamentale dell’unitarietà
dell’organizzazione” (cfr. relazione n. 2/10, redatta il 23.2.2010 dalla
Suprema Corte di Cassazione a commento del d.l. n. 4/2010) e di affermare
con certezza quello che già si era intuito nelle sentenze pronunciate negli
anni passati1: la ‘Ndrangheta è un’organizzazione unitaria, divisa in tre
distinti mandamenti (tirrenico, di Reggio Centro e jonico), facenti capo ad
un organismo di vertice, denominato la “Provincia”, che ha il compito di
cooordinare l’attività dei vari locali e di dirimerne le controversie.
1
Già nelle sentenze pronunciate nel processo noto come “Armonia” (proc. pen. n. 14/1998 RGNR DDA),
relativo ad una attività di indagine svolta alla fine degli anni novanta, gli organi giudicanti avevano
registrato un “processo evolutivo di tipo piramidale” nel senso che dalle conversazioni intercettate era emersa
la possibile esistenza di un “organismo collegiale egemone” sovraordinato ai singoli locali e denominato “la
Provincia”. In particolare la sentenza pronunciata dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria (sentenza n.
2002/1512 - Reg. sent., 2002/361 Reg. Gen. – proc. pen. n. 14/1998 RGNR DDA) concludeva nel senso che
la piattaforma probatoria a disposizione non aveva consentito di affermare con certezza l’esistenza di tale
“organismo collegiale egemone“, né di individuarne i poteri, pur non potendosene escludere l’esistenza.
23
Le “cariche della Provincia” (Capo-Crimine, Capo-Società, Contabile, Mastro
Generale, Mastro di Giornata) hanno durata temporanea e vengono
conferite a vari esponenti appartenenti ai tre mandamenti nel mese di
Settembre, in occasione della festa per la Madonna di Polsi.
Sul punto semplicemente straordinarie sono risultate le emergenze
acquisite nel corso dell’attività di indagine relativa al citato p.p. n. 1389/08
R.G.N.R.-D.D.A.,
che
hanno
consentito
di
accertare
“in
diretta”
il
conferimento delle cariche della Provincia per l’anno 2009, decise in data
19.08.09, in occasione del matrimonio fra PELLE Elisa (figlia di PELLE
Giuseppe) e BARBARO Giuseppe, ed entrate in vigore a Polsi il 2.09.09.
L’organo collegiale di vertice dell’associazione denominata ‘ndrangheta (“la
Provincia”) coordina non solo l’attività dei locali operanti in Calabria, ma
anche quella delle articolazioni territoriali che hanno sede in altre regioni
italiane o addirittura all’estero. Tale assunto, che poteva desumersi già da
una conversazione tra presenti registrata nel corso della citata Operazione
“Armonia” (“Ci siamo riuniti tutti... tutta la provi... tutta... la chiamiamo la
Provincia, tutta l’Italia, ah! Per questo fatto, abbiamo fatto le “CARICHE”), ha
trovato molteplici riscontri nel corso delle successive attività di indagine.
Chiarissime sono, in questo senso, le parole di NESCI Bruno, Capo-Società
di Singen, in Germania, a proposito delle iniziative di un altro associato:
“Adesso se lo vuole fare lo fa, però ci devono essere pure quelli del Crimine
presenti, gli ho detto io … perché lui dipende di là, come dipendiamo tutti”. E
ancora più drasticamente: “…. senza ordine di quelli di lì sotto non possono
fare niente nessuno”. Queste ultime costituiscono parole inequivocabili sul
cui significato nessuno può nutrire dubbi anche alla luce della sorte toccata
a NOVELLA Carmelo, ucciso nel Luglio 2008 perché cultore del progetto
“indipendentista” della Lombardia (“no lui è finito oramai...! e finito...! la
Provincia lo ha licenziato a lui”).
Dal territorio calabrese, la ‘ndrangheta si è da tempo proiettata verso i
mercati del centro-Nord Italia, verso l’Europa, il Nord America, il Canada,
l’Australia. L’infiltrazione e la penetrazione in questi mercati ha comportato
la stabilizzazione della presenza di strutture ‘ndranghetiste in continuo
contatto ed in rapporto di sostanziale dipendenza con la casa madre
reggina.
Occorre,
tuttavia,
precisare
24
che
il
principio
di
unitarietà
dell’organizzazione comporta anche la possibilità, in alcune circostanze, di
lasciare significativi margini di autonomia per le singole articolazioni
dell’associazione, come si è potuto constatare, in particolare, per i locali
operanti in Lombardia.
Ciò detto è pacifico che la cosca Nasone-Gaietti costituisca una delle
proiezioni territoriali della ‘ndrangheta nella fascia tirrenica della provincia
di Reggio Calabria, non solo in considerazione delle sentenze passate in
giudicato che ne hanno attestato l’esistenza per il passato2, ma soprattutto
in ragione del fatto che nel corso dell’attività di indagine compiuta
nell’ambito del presente procedimento è emerso in modo chiarissimo che la
predetta consorteria è legittimata, oltre che a “sollecitare” attraverso
reiterate azioni di danneggiamento ed intimidazioni, ad imporre ed a
riscuotere, nella rispettiva zona di competenza, una quota dei proventi delle
estorsioni connesse ai lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC
(il famoso “tre per cento” del capitolato), somma pretesa a titolo di
imposizione di “pizzo” anche in Calabria da parte delle cosche che
esercitano il proprio dominio nei territori in cui vengono eseguiti i lavori;
nonché ad ottenere, con la forza di intimidazione derivante dal vincolo
associativo ed avvalendosi della relativa condizione di assoggettamento e di
omertà, il pieno controllo del territorio e la gestione di altre fette del tessuto
economico (v. l’episodio estorsivo ai danni di Callore Rocco), seppure non
coinvolte nei citati lavori di ammodernamento.
Essendo incontestabile, alla luce di quanto sopra, che il sodalizio in
discorso rientri pienamente nei paradigma dell’associazione di tipo mafioso
di cui all’art. 416 bis c.p., appare del tutto superflua in questa sede una
disamina generale sul reato in discorso, del quale ci si limiterà ad
esaminare solo alcuni aspetti.
Le questioni principali afferiscono alla natura permanente del reato e
concernono l’individuazione dei fatti o atti tipici che possano dirsi
interruttivi della permanenza, con i conseguenti rilevanti riflessi in tema di
ne bis in idem, di reato continuato, come anche sulla sussistenza della
condotta nei periodi temporali contestati a ciascun imputato. Esula da tale
2
Vedi sentenza della Corte d’Assise di Appello di Messina n. 11/98, depositata il 22.02.1999 e divenuta
irrevocabile il 31.03.1999
25
disamina
l’ipotesi
della
volontaria
cessazione
della
condotta
con
l’irreversibile abbandono della associazione da parte dell’agente, che
ovviamente costituisce la più tipica causa di interruzione della condotta
permanente, ma non presenta aspetti problematici in punto di diritto.
Vengono in primo luogo in rilievo gli effetti della sopravvenuta carcerazione
di un associato (nella specie, da ultimo, FULCO Giuseppe). Sul punto
l’orientamento della Suprema Corte, da cui non vi è ragione di discostarsi, è
oramai consolidato nel senso di ritenere che la circostanza dell'arresto di
uno dei partecipanti all'associazione non può, per ciò solo, escludere il
concorso
nell'attività
successiva
esplicata
dagli
altri
membri
dell'associazione rimasti in libertà, quando non risulti dimostrato che la
detenzione di tale compartecipe abbia interrotto il vincolo che univa i
partecipanti al sodalizio criminoso. La condotta antigiuridica, infatti, ben
può persistere, sia sotto il profilo materiale sia sotto quello morale, nello
stato di detenzione che non impedisce di concepire, organizzare ed eseguire
delitti servendosi di altri (v. Cass. Sez. VI, 11/2/1994 n. 1793, De Tommasi;
Cass., Sez. 1, 8/3/93 n. 550; Cass. Sez. 1, 12/2/88 n° 1896; Cass. Sez. 2,
14/12/85 n° 1934; Cass. Sez. 1, 13/3/84 n° 6092).
Tale orientamento appare condivisibile in linea generale ed è pienamente
rispondente alle concrete risultanze procedimentali concernenti l’associato
FULCO Giuseppe, essendo emersa, con assoluta e convergente conducenza
degli elementi investigativi acquisiti, la persistente attività di quest’ultimo, e
la sua capacità di far pervenire con ogni mezzo - prevalentemente messaggi
verbali nel corso dei colloqui con la madre e la sorella (anch’esse intranee
all’associazione) - all’esterno direttive relative alle vicende dell’associazione,
spesso con precise istruzioni o nulla osta relativi ad imprese delittuose da
commettere ovvero ad azioni da non effettuare.
Appare infine opportuno enunciare in questa sede alcune considerazioni di
carattere
generale
relative
alla
valutazione
del
materiale
indiziario-
probatorio con specifico riferimento ai gravi indizi di colpevolezza del reato
associativo. Il problema assume rilievo in quanto il delitto di partecipazione
ad associazione per delinquere di tipo mafioso si configura come reato a
forma libera perché il legislatore non descrive in modo particolare la
condotta tipica, ma si limita ad affermare che commette il reato “chiunque
26
ne fa parte”. Ne deriva che la condotta di partecipazione, che può assumere
forme e contenuto variabili, consiste sul piano oggettivo nel contributo,
purché apprezzabile e concreto, al piano criminoso e, quindi, alla
realizzazione
dell’offesa
tipica
agli
interessi
tutelati
dalla
norma
incriminatrice, qualunque sia il ruolo che l’agente svolga nell’ambito
associativo.
In definitiva, è partecipe, nel senso richiesto dall’art. 416 bis c.p., chiunque,
all’interno dell’organizzazione, e quindi in modo non occasionale, esplichi
una qualsiasi attività, ancorché di importanza secondaria, che ridondi a
vantaggio
dell’associazione
considerata
nel
suo
complesso,
con
la
consapevolezza e la volontà di associarsi allo scopo di contribuire
all’attuazione del programma dell’organizzazione, senza però che sia
necessario che tale fine egli persegua direttamente.
Per cui appare opportuno precisare che questi Pubblici Ministeri, nel
valutare la condotta di “partecipazione” all’associazione mafiosa, intendono
rifarsi alle più recenti pronunce della giurisprudenza di legittimità in
materia di partecipazione al delitto associativo, secondo cui <<è partecipe
colui che, risultando inserito stabilmente ed organicamente nella
struttura organizzativa dell’associazione mafiosa, non solo “è”, ma
“fa parte” (meglio ancora:”prende parte alla) stessa: locuzione da
intendersi non in senso statico, come mera acquisizione di uno status, bensì
in senso dinamico e funzionalistico, con riferimento all’effettivo ruolo
in cui si è immessi e ai compiti che si è vincolati a svolgere perché
l’associazione raggiunga i suoi scopi, restando a disposizione per le
attività organizzate della medesima. Di talché, sul piano della dimensione
probatoria della partecipazione rilevano tutti gli indicatori fattuali
dai quali, sulla base di attendibili regole di esperienza attinenti propriamente
al fenomeno della criminalità di stampo mafioso, possa logicamente inferirsi il
nucleo
essenziale
della
condotta
partecipativa,
e
cioè
la
stabile
compenetrazione del soggetto nel tessuto organizzativo del sodalizio. Deve
dunque trattarsi di indizi gravi e precisi (tra i quali le prassi
giurisprudenziali hanno individuato, ad esempio, i comportamenti tenuti
nelle pregresse fasi di “osservazione” e “prova”, l’affiliazione rituale,
l’investitura della qualifica di “uomo d’onore”, la commissione di delitti scopo,
27
oltre a molteplici, variegati e però significativi “facta concludentia”)
dai quali sia lecito dedurre, senza alcun automatismo probatorio, la
sicura dimostrazione della costante permanenza del vincolo nonché
della duratura, e sempre utilizzabile, “messa a disposizione” della
persona per ogni attività del sodalizio criminoso, con puntuale
riferimento,
peraltro,
allo
specifico
periodo
temporale
considerato
dall’imputazione>> (SS.UU., nr. 33748 del 12.07.05, MANNINO). Nel
valutare la condotta del “partecipe” all’associazione mafiosa, pertanto, si
avrà riguardo al contributo offerto in concreto da ciascun soggetto e non
alla sussistenza o meno di una formale affiliazione, in quanto <<le
gerarchie interne ed i riti di affiliazione non rilevano agli effetti della
legge
penale,
sostanziandosi
la
partecipazione
associativa
-a
differenza del concorso esterno- proprio nell’”affectio societatis” e
nella stabile messa a disposizione della propria opera per i fini
dell’organizzazione (cfr. SS.UU. 30.10.02/21.05.03, CARNEVALE)>> (cfr.
Cass. Sez. I, sent. nr. 32094 del 18.02.04, INGRASCIOTTA ed altri).
Si osserva, poi, che il dato dell’appartenenza al sodalizio va ricercato
essenzialmente con la ricostruzione della rete dei rapporti personali, dei
contatti, delle cointeressenze e delle frequentazioni, oltre che, ovviamente,
con l’individuazione di estremi di partecipazione ai reati che l’associazione si
è data come scopo. Come osserva sul punto la Suprema Corte: “in tema di
partecipazione ad associazione a delinquere…il fulcro centrale della prova è
costituito, nella prevalenza dei casi, dalla prova logica, dal momento che la
prova dell’esistenza della volontà di assumere il vincolo associativo è desunta
per lo più dall’esame d’insieme di condotte frazionate ciascuna delle quali
non
necessariamente
dimostrativa
della
partecipazione
associativa
e
attraverso un ragionamento dal quale si possa dedurre che le singole intese
dirette alla conclusione dei vari reati costituiscono l’espressione del
programma delinquenziale oggetto dell’associazione stessa…” (Cass. sez. VI,
1525/97).
Trattandosi, come detto, di un reato a forma libera, la principale
caratteristica della prova deve essere quella della tendenziale specificità,
non sembrando sufficiente la mera indicazione di appartenenza di un
28
soggetto al sodalizio malavitoso senza l’indicazione di circostanze specifiche
idonee ad illustrare in concreto i connotati di tale appartenenza.
Un primo grado di specificità è dato dai connotati più elementari, quali ad
esempio l’indicazione dell’epoca di affiliazione, il gruppo o sottogruppo di
appartenenza, la particolare amicizia o vicinanza per rapporto di affinità e/o
parentela con altro associato e più in generale qualsivoglia elemento,
caratteristica o episodio (anche non delittuoso) relativo ad un soggetto.
Un grado più elevato di specificità hanno invece quelle indicazioni relative al
ruolo dell’associato ed alle singole attività poste in essere in favore del
sodalizio e da questo in favore dell’associato; più in generale rileva
l’indicazione di tutte quelle attività in cui si sostanzia l’agire associativo.
Nel valutare le posizioni dei singoli partecipi, tuttavia, non si deve
dimenticare che il ricorso alla “forza di intimidazione” non costituisce una
modalità di realizzazione delle condotte poste in essere dai singoli associati,
ma costituisce l’elemento strumentale tipico di cui gli associati si avvalgono
in vista dell’ottenimento degli scopi propri del gruppo criminale. Non è,
pertanto, necessario dimostrare che tali strumenti siano stati utilizzati in
concreto da ciascuno degli associati, ma semplicemente che questi fossero
consapevoli di disporre di essi e che si muovessero in un contesto socioambientale che riconosceva a loro, o al gruppo in sé considerato, tale
autorità di carattere mafioso, assoggettandosi, apparentemente in maniera
volontaria, alle pretese provenienti dal clan.
A questo proposito occorre tuttavia precisare che il grado di specificità è
rilevante ai fini dell’individuazione della valenza probatoria del singolo
elemento del quadro accusatorio; tutti gli elementi sono poi soggetti ad una
imprescindibile valutazione unitaria, il che significa che anche un elemento
probatorio generico (quale la semplice indicazione di appartenenza) non può
essere ignorato ed escluso ma è soggetto ad apprezzamento, sia pure per la
ridotta valenza probatoria che possiede (ad esempio quale elemento di
riscontro di un altrui specifico contributo).
Nel caso di specie costituiscono, tra gli altri, elementi sintomatici
dell’appartenenza degli odierni indagati ad una cosca di tipo mafioso (per
l’appunto la cosca di ‘ndrangheta Nasone-Gaietti) le innumerevoli estorsioni
29
aggravate dal metodo mafioso, commesse – nella forma consumata (v. capi B)
e C) della rubrica)
e tentata (v. capi da D) ad H) della rubrica) – nel medesimo
contesto territoriale (non a caso quello in cui domina storicamente la citata
cosca) ai danni delle imprese impegnate nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada A3 SA-RC ovvero di altri soggetti economici operanti a Scilla
(cfr., sul punto, tra le altre, Cass. pen., Sez. 6, Sentenza n. 47048 del 10/11/2009, nella
quale si legge che “la partecipazione dell'indagato ad episodi di estorsione compiuti nell'ambito
di un contesto mafioso costituisce per sé solo elemento gravemente indiziante di partecipazione
al gruppo criminale, senza che siano necessarie ulteriori rappresentazioni di frequentazione
con altri associati”).
§ 2. L’organizzazione delle associazioni mafiose
Altro aspetto da analizzare, riferendosi ad un momento importante e
sostanzialmente imprescindibile delle associazioni mafiose, è quello della
relativa organizzazione.
Il momento organizzativo è essenziale in ogni associazione, quasi implicito
nella forza del vincolo e sol meno tipizzante, poiché comune alla
associazione a delinquere semplice, e anzi proprio su questa si è formata la
relativa elaborazione giurisprudenziale, che, in mancanza di una specifica
indicazione del legislatore, rimarca il carattere di stabilità e i dati di
organizzazione interna.
Si è detto che non è necessaria una organizzazione molto complessa, che
può essere sufficiente anche che sia semplice e rudimentale purché
adeguata e funzionale alla realizzazione del programma. Va detto, in realtà,
che appare rilevare la stabilità e permanenza del vincolo, che è l’elemento
distintivo di una società rispetto alla diversa fattispecie del concorso nella
consumazione di reati. Ciò perché sussiste pur al di là delle singole fasi di
attuazione del programma criminoso, e non solo nell’attuazione dei delitti,
rilevando il rapporto anche sotto un profilo potenziale, anche nei momenti
in cui non ve n’è alcuna manifestazione e attuazione.
L’essenziale è che il soggetto risulti pronto e sodale, non che sia
costantemente attivo ed utilizzato. Come è evidente, questo principio di
carattere generale ha una forte incidenza sulla valutazione delle singole
30
partecipazioni associative. Del resto, l’associazione mafiosa, per le sue
caratteristiche più penetranti ed incisive, a maggior ragione è, quasi per
necessità intrinseca, strutturata.
Va poi considerato che di regola i singoli gruppi mafiosi promanano da
sodalizi storici, ne costituiscono la realizzazione nel singolo momento ma
sono in realtà un segmento di una mafia sempre uguale e quindi con
strutture consolidate in cui, per i più vari accadimenti, e raramente per
decessi naturali, vi sono continue mutazioni soggettive.
Restano e si tramandano gli elementi tipici della forza di intimidazione, con
i connessi assoggettamenti e omertà, ma anche la struttura originaria in cui
vengono ad inserirsi i nuovi entrati.
Tale dato è talmente implicito, nei metodi e obiettivi, che normativamente
non si disciplina ma si presuppone. Resta solo vero che i dati strutturali
non devono seguire un necessario modello standard, ma solo essere tali da
avere quei mezzi e raggiungere quei fini previsti dal legislatore.
Sotto questo aspetto anche la divisione per ruoli, secondo capacità e
competenze, è inevitabile poi in fatto, ma si tratta comunque più di una
ricostruzione della dottrina, peraltro basata su dati storici e di effettività,
che di una reale necessità. Vero è in fatto che le strutture mafiose si
presentano di regola strutturate gerarchicamente, e che è una certa
selezione e divisione di compiti per competenza, capacità e coraggio è quasi
naturale, ma nulla vieterebbe in teoria una struttura democratica o
egualitaria e, per esempio, assoluta intercambiabilità di ruoli.
La strutturazione accertata con ruoli è, in realtà, solo una maggior prova di
organizzazione e stabilità.
§ 3. Le finalità delle associazioni di stampo mafioso
Come si è già anticipato, pacifico è, poi, con riferimento all’aspetto
finalistico delle associazioni, che non è necessaria l’attuazione delle tipiche
e alternative finalità normativamente espressamente previste, che il reato
resta consumato anche solo col dato programmatico predisposto e solo con
l’avvalersi della forza di intimidazione.
31
Tale ultimo aspetto, se non implica necessariamente il porre in essere atti
intimidatori richiede, però, comunque dei comportamenti, anche se essi
partendo dal metodo non giungano alla realizzazione dei fini. L’obiettivo può
essere solo commettere delitti, e in questo caso la distinzione dalla
associazione semplice sussiste solo se c’è metodo mafioso.
Comunque l’obiettivo di commettere delitti resta una costante, e quindi è
l’aspetto generale rispetto agli altri ed eventuali ulteriori fini.
Quali delitti siano necessari non viene indicato dal legislatore, però è
evidente
che
le
estorsioni
organizzate, l’ingerenza
negli
appalti, la
realizzazione di monopoli con violenze e minacce, i traffici di stupefacenti e
armi sono i marchi di fabbrica della mafia e che per tali reati, per le più
varie ma evidenti ragioni, sono funzionali intimidazioni e assoggettamenti
diffusi.
La finalità di commettere delitti non è in sé tipizzante né principale, in
genere i delitti non sono compiuti per se stessi o anche solo per contingente
arricchimento ma nell’ambito di strategie di ricerca del potere e del potere
economico, con intimidazione e violenza usati come normali strumenti di
lavoro e di profitti. Anche gli stessi omicidi di mafia, tra cosche, hanno
finalità ultime imprenditoriali, in quanto innegabilmente dirette a realizzare
il monopolio delle attività criminose, e dei connessi profitti, su un dato
territorio, e quanto esposto nel capitolo dedicato alla riapertura della faida,
con particolare riferimento alla causale della stessa, ne costituisce
innegabile dimostrazione.
Obiettivo sono spesso anche fasce di attività lecite e il legislatore è “largo e
alternativo” sui fini, perché il monopolio e l’ingiusto vantaggio non sempre
sono di immediato rilievo penale, ed ha quindi tenuto conto di tale dato
tendendo a colpire a largo spettro le imprese che utilizzino i metodi mafiosi
indicati. Il ricercare genericamente vantaggi e profitti ingiusti è, appunto e
logicamente, la previsione onnicomprensiva e di chiusura della norma.
Non è inoltre indispensabile ricercare la prova dei completi organigrammi
delle cosche, né del singolo ruolo di ogni associato, essendo sufficiente
verificare la esistenza della cosca, l’effettività della rappresentatività, e poi il
32
contributo
individuale
dei
soggetti
che
sono
indagati
in
questo
procedimento.
Per pacifici principi generali non è necessario, anche a fronte di una
contestazione associativa, che siano imputati ed individuati tutti gli
associati, potendo per ipotesi estrema il processo esser fatto nei confronti di
un solo imputato, e con segmenti di condotta non gravissimi, purché la
prova evidenzi la esistenza di una complessiva associazione con le
caratteristiche normativamente prescritte.
Né è necessario che vi siano atti costitutivi, né verbali assembleari della
nuova associazione, ma una operatività comune per le finalità comuni e con
la specificazione che l’associazione, specie per i casi in cui vi è (come nel
caso concreto) una successione in vita.
Nel corso dell’intera attività di indagine – su cui si dirà ampiamente fra
breve – si percepisce un capillare controllo e potere sul territorio, il terrore e
l’omertà della gente3 e delle imprese4, la finalità e anzi l’attuazione di
ingiusti profitti da estorsioni e la longa manus sugli appalti e su qualsiasi
fonte di ricchezza.
Come si esporrà, tutti i profili di diritto evidenziati sono presenti, dalla
paura della gente tale in alcuni casi da non richiedere violenza (v. l’ipotesi
dell’estorsione ai danni della ditta Calme Beton srl),
alle violenze sistematiche che
tale paura hanno sedimentato a tali livelli da determinare terrore il solo
nome del gruppo (v. la circostanza relativa alle innumerevoli azioni intimidatorie di tipo
estorsivo compiute in un breve arco temporale nel territorio di Scilla ),
all’organizzazione
gerarchica complessa con mezzi e uomini, alle attività e finalità non singole
ma massicce e capillari su tutte le imprese attualmente impegnate nel
completamento lavori di ristrutturazione dell’autostrada A3 SA-RC.
Ma è soprattutto evidente che l’organizzazione mafiosa in argomento si
ritiene padrone pieno ed esclusivo del territorio, con tutti i relativi poteri.
3
Come si vedrà a proposito del danneggiamento seguito da incendio del furgoncino in uso a Callore Rocco
(avvenuto a Villa San Giovanni il 20.02.2012), quest’ultimo – pur pienamente consapevole del movente e
dell’autore dell’azione delittuosa – ha dichiarato in sede di denuncia di non aver subito estorsioni e/o
minacce nè di aver avuto contrasti con alcuno.
4
Fatta eccezione per il caso della ditta Consolidamenti speciali srl (vicenda conclusasi con l’arresto in
flagranza dell’indagato Fulco Giuseppe), in tutte le denunce presentate alle FF.OO. dalle ditte impegnate nei
lavori di ammodernamento dell’autostrada SA-RC, vittime di azioni intimidatorie di tipo chiaramente
estorsivo, non sono mai stati forniti elementi utili alla prosecuzione delle indagini ed in tutti i casi i soggetti
denuncianti hanno negato di aver subìto minacce e/o richieste estorsive.
33
E’ mafia che vive anche del “prestigio” dei capostipiti mitici, come
nell’ambito dell’indagine emerge nel colloquio tra l’indagato Nasone
Francesco cl. 72 e Callore Rocco (soggetto vittima pochi giorni prima
dell’incendio di un mezzo dallo stesso utilizzato per la vendita di panini e
bevante presso il porto di Scilla), laddove quest’ultimo – pienamente
consapevole del coinvolgimento del suo interlocutore nel danneggiamento –
si piega all’atto di intimazione e chiede di poter “risolvere” la questione con
Nasone Francesco, senza disturbare il padre Nasone Viriglio Giuseppe, di
cui però chiaramente riconosce il prestigio e l’autorità carismatica.
E su tale ultimo punto il dato appare confermato anche dal contesto di
mafia tracciato, e dalla circostanza che in esso non può negarsi che l’essere
detenuto e per gravi reati, crei un alone di prestigio e timore, tale da
consentire il mantenimento di un potere esterno quando ricorrano due
condizioni, presenti nella specie, e cioè la possibilità di comunicazione con
l’esterno e la connessa esistenza all’esterno di un gruppo che resti fedele e
pronto alla esecuzione degli ordini (v. la circostanza relativa agli ordini ed
alle direttive, poi concretamente eseguite, impartite nel corso dei colloqui
dal detenuto Fulco Giuseppe – tramite i propri familiari – ai cugini Nasone
Antonino e Nasone Domenico cl. 83 facenti parte anch’essi dell’associazione
di stampo mafioso che ci occupa).
34
CAPITOLO IV
I FATTI OGGETTO DEL PRESENTE PROVVEDIMENTO
§ 1. Le indagini condotte dalla Compagnia Carabinieri di Villa San
Giovanni: la genesi delle indagini e l’arresto in flagranza di reato di Fulco
Giuseppe avvenuto il 1° giugno 2011
In data 19 marzo 2011, l’imprenditore catanese D’AGATA Giuseppe
Fabio, titolare della ditta “Consolidamenti Speciali s.r.l.”, società incaricata di
effettuare i lavori di consolidamento di un costone roccioso per conto
dell’A.N.A.S. sulla S.S.18, denunciava presso la Stazione Carabinieri di Scilla,
l’incendio di un compressore marca “Sullair” modello 17HM. Il successivo 28
marzo, lo stesso imprenditore denunciava presso la medesima Stazione dei
Carabinieri, l’incendio di circa 1000 mq di rete utilizzata per il contenimento di
massi.
In relazione a tali denunce, venivano avviate una serie di attività volte ad
addivenire all’individuazione dei responsabili e a definire se tali eventi fossero
riconducibili ad una comune matrice criminosa di tipo mafioso. La reiterazione
dei danneggiamenti, l’obiettivo prescelto (un’impresa in piena attività) e
l’ambito territoriale in cui tali fatti si erano verificati (cioè il territorio di Scilla,
controllato
dalla
cosca
Nasone
Gaietti,
dedita
storicamente
–
come
ampiamente emerso in sede giudiziale – alla commessione di reati di tipo
estorsivo) facevano sin da subito ipotizzare un coinvolgimento della cosca di
‘ndrangheta insediata nel territorio, trattandosi di atti intimidatori prodromici
alla richiesta diretta di denaro che sarebbe stata effettuata direttamente sul
cantiere da un emissario della cosca.
La predetta intuizione investigativa trovava conferma in data 26 maggio 2011
(v. all. n. 1 citata informativa), allorchè il D’Agata si presentava presso gli uffici della
Compagnia CC di Villa San Giovanni per denunciare quanto segue:
“…Omissis…In data 25/05/2011 venivo avvisato da un mio dipendente
che nella stessa giornata, intorno alle ore 13,00, veniva avvicinato da una
persona,
la
quale
gli
chiedeva
di
contattare
il
responsabile
dell’impresa, perché se ciò non fosse avvenuto gli stessi avrebbero
35
dovuto abbandonare il cantiere ed andare via. L’atteggiamento era
intimidatorio ed arrogante. Il mio operaio gli ha detto che mi avrebbe trovato
l’indomani, cioè oggi. Fino alle ore 11,00 odierne non si è presentato nessuno.
Subito dopo sono accorso presso Questi Uffici per sporgere denuncia querela.
Voglio precisare che ieri, alle ore 13,24, dopo avere appreso quanto dettovi ho
immediatamente contatto Voi Carabinieri.
Successivamente lo stesso imprenditore integrava quanto denunciato in
precedenza (v. all. n. 2 citata informativa) e riferiva quanto segue:
“Ad integrazione di quanto già denunciato in data odierna, uscito da questi
uffici, mentre tornavo presso il cantiere di Scilla, venivo avvisato
telefonicamente dal mio capo operaio SCALIA Franco che poco prima, la
persona che il giorno precedente aveva chiesto di me, si era ripresentato
a bordo di una Renault Clio vecchio tipo di colore grigio chiaro. Nella
circostanza gli riferivo che stavo quasi per raggiungere il cantiere dove mi
avrebbe spiegato meglio l’accaduto. Ivi giunto, mentre il capocantiere mi
spiegava quanto accennatomi al telefono, giungeva una persona a bordo
di una Vespa Piaggio 50 cc. di colore giallo chiaro targata 90VJ8.
Questi, in un primo momento, senza togliere dalla testa il casco, si fermava
nelle adiacenze del cantiere osservando quanto accadeva all’interno. Poco dopo
mi avvicinavo a lui chiedendogli il motivo della sua presenza. In un
primo momento mi rispondeva vagamente che stava soltanto osservando i
lavori in corso, ma in seguito, mi chiedeva dapprima se ero io il titolare
della ditta ed in seguito da quale città provenivo. Io gli rispondevo che la
mia ditta è di Catania, come anche gli operai alle mie dipendenze. L’uomo
allora mi chiedeva se ritenevo giusto che da Catania stavo eseguendo un
lavoro a Scilla senza far “campare” le persone del posto. All’inizio ho fatto
finta di non capire la sua richiesta ma in seguito ho chiesto io a lui di cosa
avesse bisogno. L’uomo, con fare minaccioso, mi chiedeva a quanto
ammontava l’importo dei lavori ed appurato che la cifra ammontava a
245.000 euro, avanzava una richiesta di denaro pari a 6.000 euro. Nella
circostanza mi faceva capire che anche le altre imprese che lavorano in
zona sono soggette alle medesime richieste e che è normale che
corrispondano una cifra proporzionale all’importo dell’appalto che
stanno eseguendo. L’uomo, che mostrava anche di capire le mie difficoltà a
reperire una somma di denaro simile in così poco tempo, mi faceva capire che
36
il trattamento che mi stava riservando era di favore. Nella circostanza mi
chiedeva di consegnare tale somma entro tre giorni. Io, manifestando
nuovamente difficoltà a reperire la somma richiesta, concordavo la
consegna di 4.000 euro per giovedì prossimo alle ore 13.00 con riserva
di consegnare la rimanenza in una data successiva.
Ricordo di avergli chiesto se fosse stato lui a bruciarmi il compressore
presso il medesimo cantiere di Scilla ma questo mi rispondeva che è
tornato da poco in paese in quanto si trovava all’estero, ma che comunque la
colpa del danneggiamento è la mia poiché dovevo rivolgermi prima di
iniziare i lavori ad un qualche soggetto non meglio specificato del luogo
per pagare la somma di denaro che in quel momento mi stava chiedendo
lui. Voglio comunque precisare che l’uomo, a mio avviso, non sapesse veramente
nulla dei danneggiamenti pregressi che ho patito nel medesimo cantiere di
Scilla.
A.D.R.: Sono in grado di riconoscere la persona che mi ha richiesto il
denaro in quanto, come ho già detto in precedenza, indossava un
vecchio casco di colore grigio tipo jet e quindi il viso era completamente
scoperto.
Omissis A.D.R.: Se me lo mostrate in foto sono sicuramente in grado di
riconoscere la persona che è venuta oggi in cantiere a chiedermi il
denaro.
A.D.R.: Per l’estorsore sembrava che fosse normale che la mia ditta
pagasse il pizzo, spiegandomi che sicuramente la stessa cosa facevo
anche nei cantieri che ho a Catania.
A.D.R.: Ricordo che l’uomo parlava l’italiano e francamente la cadenza non mi
sembrava del posto.
A.D.R.. L’uomo, andando via, mi lasciava intendere di non rivolgermi per
nessuna ragione al mondo alle Forze dell’Ordine altrimenti ci sarebbero
state delle ritorsioni.
Sulla base delle inequivacabili indicazioni fornite dal denunciante si aveva
modo di accertare che il contrassegno identificativo n°90VJ8 della Vespa
Piaggio 50 cc. – mezzo utilizzato dall’estorsore per raggiungere il cantiere della
ditta Consolidamenti speciali srl – risultava essere intestato a NASONE
Domenico cl. 69 (figlio del capo cosca Giuseppe ucciso nel 1987, di cui in
37
seguito è ampiamente tratteggiata la biografia criminale), mentre il suddetto
ciclomotore, alle ore 22.19 del 14.08.2010, era stato controllato dai
Carabinieri di Scilla in via C. Colombo di quel centro condotto dall’odierno
indagato FULCO Giuseppe (cugino di primo grado del predetto Nasone
Domenico).
Successivamente,
considerando
quanto
dichiarato
dall’imprenditore,
la
minuziosa descrizione dell’estorsore e le risultanze investigative, si poneva in
visione al denunciante un fascicolo fotografico contenente, tra le altre, la foto
del FULCO, con il seguente esito:
“Riconosco senza ombra di dubbio il soggetto ritratto nella foto n°8
quale autore della richiesta estorsiva precedentemente denunciata” (la
foto n° 8 corrispondeva proprio a quella di FULCO Giuseppe).
In data 1° giugno 2011 (data fissata per la consegna di parte del denaro
oggetto della richiesta estorsiva), nei pressi del cantiere di Scilla della ditta
Consolidamenti speciali srl veniva predisposto un servizio di osservazione con
l’ausilio di telecamera digitale, supportato da un dispositivo di “pronto
intervento” mirato all’eventuale arresto del colpevole, nonché alla prevenzione
di eventuali altri più gravi delitti. Tale attività inoltre era stata implementata
dall’intercettazione ambientale presso il suddetto cantiere, nonchè all’interno
ed all’esterno dell’autovettura del D’AGATA Giuseppe Fabio, autorizzate con
decreto n°1177/11 R.I.T., datato 31.05.2011 (v. all. n. 9 citata informativa), emesso
da questo Ufficio.
Tale servizio in effetti si concludeva con l’arresto in flagranza di reato di
FULCO Giuseppe, il quale – dopo aver ricevuto dal D’Agata, come concordato,
un parte della complessiva somma di denaro pattuita (euro 4.000,00) ed
essersi allontanato a bordo della suddetta Vespa Piaggio 50 c.c. – veniva
fermato dalle FF.OO. a poca distanza dal cantiere con ancora in dosso il
denaro estorto ed un coltello a serramanico (v. all. n. 3 e 4 citata informativa).
In data 27.10.2011, il G.U.P. del Tribunale di Reggio di Calabria dichiarava
l’imputato FULCO Giuseppe colpevole dei reati di porto illegale di arma ed
estorsione aggravata dal metodo mafioso e dal fine di agevolare
un’associazione mafiosa, nonchè commessa con violenza o minaccia
esercitata da soggetto appartenente ad associazione di cui all’art. 416-bis
c.p., condannandolo in sede di giudizio abbreviato alla pena finale di anni 9
e giorni 20 di reclusione (v. all. n. 5 citata informativa).
38
Si riportano di seguito alcuni passaggi motivazionali della citata
sentenza di primo grado:
“Ed è proprio il risultato delle intercettazioni che, riscontrato dal
contenuto della denuncia resa dalla p.o., converge con quest’ultima
nella piena prova della responsabilità penale del FULCO per il fatto
ascrittogli. Ed infatti dalle dichiarazioni rede dal D’AGATA in sede di
denuncia e nel corso del dialogo riportato si evince senza alcun dubbio
che l’odierno imputato abbia posto in essere nei confronti della vittima
di turno quel potere di intimidazione e persuasione frutto della sua
evidente appartenenza alla societas sceleris, di cui costituisce diretto
emissario, mettendo in risalto che analoghe richieste erano state rivolte
ad altri imprenditori della zona e che prassi obbligatoria per tutti era
quella di rivolgersi prima di avviare dei lavori in una determinata area
territoriale a chi comanda dando così rispetto in cambio di protezione
(omissis)… Nelle dichiarazioni rese da FULCO si ravvisa la sua piena
conoscenza delle regole che sono alla base della oppressione mafiosa
sulle imprese che eseguono lavori in appalto nelle aree territoriali
controllate dalle varie ‘ndrine, direttive che egli, pertanto, espone ed
impone a D’AGATA, il quale aveva osato non rispettarle. Ed infatti, ad
ulteriore conferma della sua partecipazione alla cosca operante sul
territorio di Scilla, FULCO è stato notato in diverse occasioni in
compagnia di appartenenti alla cosca GAIETTI – NASONE, è legato,
altresì, a questi ultimi da rapporti parentelari (egli è cugino di NASONE
Domenico e Rocco, entrambi figli del defunto capo della consorteria
mafiosa operante in Scilla di nome Giuseppe) e si è recato sul luogo
dell’estorsione più volte a bordo del ciclomotore intestato a NASONE
Domenico ed in uso a NASONE Rocco (siccome confermato dallo stesso
indagato in sede di interrogatorio). Convergono in tal senso le
affermazioni contenute nella denuncia del D’AGATA quando si richiama
al riferimento fatto dal FULCO ad un personaggio di grado superiore al
quale la vittima avrebbe dovuto chiedere il benestare prima dell’inizio
di qualsiasi lavoro ed al quale avrebbe dovuto corrispondere la stessa
somma di denaro corrisposta ora a lui. Così come l’appartenenza del
FULCO alla cosca si deduce dal suo manifestato riconoscimento al
39
D’AGATA della responsabilità dei subiti danneggiamenti, per non avere,
a tempo dovuto, contattato le “persone del luogo” ed essersi dimostrato
pronto al pagamento del “pizzo”:” omissis ... Palese è, peraltro, l’effetto
intimidatorio che l’evidente riferimento ad altri personaggi suoi
mandanti esercita sulla vittima la quale, comprende bene la serietà del
contesto e dell’atteggiamento del FULCO nonché il suo ruolo di
esecutore di ordini. Sulla base del ricco e robusto materiale probatorio sopra
esaminato si desume chiaramente che FULCO Giuseppe, avvalendosi
della condizione di associato mafioso alla cosca NASONE-GAIETTI ha
avanzato una richiesta estorsiva nei confronti del D’AGATA. Deve
ravvisarsi, pertanto, nella condotta dell’imputato il delitto di estorsione
con l’aggravante del metodo mafioso e dell’essere stata la violenza o
minaccia
posta
in
essere
da
soggetto
appartenente
ad
un’organizzazione mafiosa. La pretesa esercitata da parte di FULCO nei
confronti dell’imprenditore a versare una determinata somma di denaro si
fonda sull’utilizzo del “metodo mafioso” ossia si avvale del modo di
operare dell’associazione cui appartiene. Non può non definirsi “da
mafioso”, infatti, l’intera condotta posta in essere dall’autore del
delitto, che poggia sul presupposto che non era consentito a nessuno
eseguire lavori senza versare una percentuale, (…). Si tratta di quella
forma di metodo mafioso che non richiede neanche un comportamento
ostentatamente provocatorio: è la pretesa, di per sé considerata, ad
essere oggettivamente connotata dal metodo mafioso, essendo priva di
ogni fondamento e avanzata da un personaggio mafioso nei confronti di
un imprenditore che opera nella zona di competenza della sua cosca.
Sussiste a carico del soggetto in esame anche l’aggravante di cui al
capoverso dell’art. 629 c.p., nella parte in cui richiama il terzo comma
n°3
dell’art.
628
dall’appartenente
c.p.
ad
(violenza
o
minacce
un’organizzazione
poste
mafiosa)
in
essere
trattandosi
di
personaggio appartenente ad associazione mafiosa (cosca GAIETTI –
NASONE) ed operanti con metodologie di carattere “mafioso”.”
§ 2. Gli approfondimenti investigativi conseguenti all’arresto in flagranza
di Fulco Giuseppe.
40
La condotta delittuosa consumata dal Fulco, la sua caratura criminale ed i
rapporti di parentela con soggetti appartententi alla cosca di Scilla denominata
Nasone Gaietti, nonchè le frasi dallo stesso utilizzate per formulare la richiesta
estorsiva e per convincere il D’Agata a cedere al ricatto, non lasciavano spazio
ad equivoci ovvero a divergenti interpretazioni, trattandosi – come poi statuito
dal Giudice di primo grado nella sentenza di condanna – di una chiara azione
estorsiva di tipo mafioso non riconducibile all’iniziativa isolata di un singolo.
Pertanto, sulla base degli elementi e dei riscontri acquisiti nel corso delle
indagini poi sfociate nell’arresto di Fulco Giuseppe veniva avviata nel giugno
2011 da questo Ufficio, in un autonomo fascicolo contro ignoti, un’attività di
indagine diretta all’individuzione dei correi del Fulco e del contesto criminale
in cui quest’ultimo si muoveva.
In tale ottica si procedeva, previa richiesta ed autorizzazione del G.i.p. in sede,
all’intercettazione audio-video dei colloqui in carcere intrattenuti dal detenuto
Fulco Giuseppe con i propri familiari5 (R.I.T. n. 1206/11 DDA).
§ 2.1 Il colloquio in carcere del 12 agosto 2011 (R.I.T. n. 1206/11 DDA).
In data 12 agosto 2011, presso la sala colloqui della Casa Circondariale di
Benevento, veniva intercettato un colloquio tra il detenuto Fulco Giuseppe ed i
propri familiari (la sorella Fulco Annunziatina, il fratello Fulco Francesco e la
compagna Iljazi Eloana).
Giova premettere, come è noto, che gli appartenenti alle consorterie criminali,
qualora le vicende giudiziarie relative ad affari dell’organizzazione li portino ad
una condizione di detenzione, possono contare sul sostegno di tutti i sodali sia
per il sostentamento economico del detenuto e dei relativi familiari, sia per
l’aiuto meramente pratico ai predetti familiari (es. spostamenti per la
partecipazione ai colloqui con il detenuto etc). FULCO Giuseppe, a conferma
del ruolo ricoperto all’interno della cosca mafiosa di Scilla, ha da subito potuto
5
Con riferimento ai colloqui in carcere intrattenuti dal detenuto Fulco Giuseppe l’identificazione dei
partecipanti e l’attribuibilità delle singole voci ai vari soggetti è certa in quanto: a) l’identificazione dei
partecipanti al colloquio è avvenuta tramite esibizione di documento di riconoscimento agli agenti della
Polizia Penitenziaria al momento dell’ingresso presso l’istituto di pena; b) l’intercettazione del colloquio è
stata effettuta con modalità audio-video, ciò facilitando l’individuazione delle voci dei soggetti intercettati; c)
i militari operanti, essendo certi dell’identità dei participanti di volta in volta ai colloqui, hanno potuto
associare agevolmente le voci dei predetti partecipanti a quelle degli usuari (e talvolta anche intestatari) delle
41
contare su tali aiuti, chiedendone conto di volta in volta ai familiari durante i
vari colloqui in carcere.
La gran parte del colloquio in esame è caratterizzato proprio dalle notizie dei
familiari del Fulco circa dazioni di denaro di vario importo ricevute nel suo
interesse da una moltitudine di soggetti, compresi alcuni familiari (la zia
6
7
8
Virgilia ed i cugini Rocco e Maria ).
ANNUNZIATA: “…EH… COMUNQUE POI… DOPO QUELLA LETTERA È VENUTO…”
GIUSEPPE: “ …L’AVVOCATO?…”
ANNUNZIATA: “SI… HO PARLATO CON LUI… CIOÈ HO PARLATO… IO NO … NON C’ERO IO…”
GIUSEPPE FA UN NOME CON LE LABBRA SENZA EMETTERE SUONI.
ANNUNZIATA: “NO…”
GIUSEPPE CONTINUA A PARLARE CON LE LABBRA SENZA EMETTERE SUONI, MA FACENDOSI
UGUALMENTE DALLA SORELLA.
ANNUNZIATA: “…PERÒ NON È CHE HA DETTO CHI, COME E QUANTO… EH…IERI… IL TELEFONO…”
GIUSEPPE: “… NICOLA?”
GIUSEPPE CONTINUA A PARLARE CON LE LABBRA SENZA EMETTERE SUONI.
ANNUNZIATA: “NO…SII… IL LIDO…”
FRANCESCO: “...IL RISTORANTE…”
GIUSEPPE APRE LA MANO A MOSTRARE LE 5 DITA COME A DIRE: “50”.
FRANCESCO: “IL RIST…NO…IL RISTORANTE 2…”.
ANNUNZIATA RIVOLGENDOSI A FRANCESCO: “SI… SI.. HA CAPITO..”
GIUSEPPE: “SI…”
ANNUNZIATA: “..POI…ZIA VIRGILIA…”.
FRANCESCO: “…I TUOI CUGINI…”
ANNUNZIATA: “ ZIA VIRGILIA, ROCCO E MARIA…”
FRANCESCO: “I CUGINI…”
ANNUNZIATA: “ …50, 50 E 50…”
(INTERCETTAZIONE AMBIENTALE PRESSO LA SALA COLLOQUI
12.08.2011, AUTORIZZATA CON R.I.T. N°1206/11 DDA)
DEL CARCERE DI
BENEVENTO
CAPIRE
AVVENUTA IN DATA
Tra le elargizioni di denaro indicate dai familiari del Fulco Giuseppe al proprio
congiunto spicca, anche per l’importo, quella di euro 600,00 elargita
dall’odierno indagato Gaietti Matteo. Tale peculiare dazione - che come si
vedrà verrà effettuata ogni mese da GAIETTI Matteo nelle mani della madre del
Fulco – formerà oggetto di più approfondita discussione nei successivi colloqui
in carcere (v. colloqui in carcere del 23 settembre 2011, dell’11 novembre 2011 e del 27
gennaio 2012).
GIUSEPPE: “INSOMMA CHE SI DICE... IL TOTALE QUANTO... 200 EURO DA CHI, PINO...?”
ANNUNZIATA: “... DUE PINO, DUE TUTÙ...”
FRANCESCO: “PINO, TUTÙ... IL RISTORANTE…”
ANNUNZIATA: “.. 150 EURO ZIA VIRGILIA E QUEGLI ALTRI...E POI MI AVEVA PORTATO MATTEO 600..”
rispettive utenze telefoniche nel frattempo o successivamente intercettate (v. RIT n. 2136 e 2280/11),
riscontrando che si trattava delle medesime voci;
6
NASONE Virgilia nata a Scilla (RC) il 20/03/1946 ivi residente in via Largo Tripi Superiore fabbricato C nr.
3 int. 1.
7 NASONE Rocco nato a Scilla (RC) il 06/05/1974 ivi residente in via Largo Vela nr. 11(precedenti penali
per associazione di tipo mafioso, estorsione, illecito profitto in associazioni mafiose).
8 NASONE Maria nata a Scilla (RC) il 29/06/1973 ivi residente in via Nazionale nr. 137.
42
(INTERCETTAZIONE AMBIENTALE PRESSO LA SALA COLLOQUI
12.08.2011, AUTORIZZATA CON R.I.T. N°1206/11 DDA)
DEL CARCERE DI
BENEVENTO
AVVENUTA IN DATA
Ma vi è di più !!
Nel corso del colloquio in questione la compagna del Fulco (Iljazi Eloana), oltre
ad accennare ad una somma di modesto importo (200,00 euro) versata sul
conto del detenuto acceso presso la Casa Circondariale, fa riferimento alla
circostanza di aver dato la restante e più cospicua parte a Nasone Gioia
Virgilia, che ne tiene la contabilità redigendo apposita lista (“GLIEL’HO DATI A
TUA MAMMA...DUE TE LI HO MESSI.. 2 TE LI HO MESSI...INC.. 100 LI HO DATI A FRANK,
PER LA STRADA...PERCHÈ...POI IL RESTO CE LI HA TUA MAMMA SEGNATI... SEGNATI...
TUA MAMMA HA SCRITTO...”).
La provenienza illecita di tali somme trova indiretta conferma alla luce del
timore manifestato dal detenuto Fulco Giuseppe qualora tale elenco sia
rinvenuto in occasione di un controllo dei Carabinieri (“SCRITTO?... NON È CHE...
INC... STE CARTE LÌ... VIENE QUALCUNO...E LE VEDE? ”).
La preoccupazione del Fulco
è peraltro condivisa dalla propria compagna, la quale si spinge ad ipotizzare
che le Forze dell’ordine abbiano già provveduto ad ambientalizzare la casa
(magari in occasione della perquisizione conseguente all’arresto in flagranza
del Fulco) e che dunque ascoltino le conversazioni che ivi si svolgono (“... E
GLIEL’HO DETTO... INC... PIÙ CHE ALTRO SE VIENE QUALCUNO, CAPITO......INC...
QUANDO MAGARI SONO VENUTI A FARE... NON È CHE HANNO MESSO?... E MA SAI
INTANTO UNO...NON PENSO SENTONO PARLARE... PARLARE...”).
Poiché il Fulco Giuseppe condivide appieno i timori espressi dalla compagna
Elona ordina ai propri familiari di non fare mai riferimenti a cose o persone
che possano ricondurre agli artefici di quei versamenti ovvero ad altre
circostanze che devono rimanere segrete (“NON PARLARE...NON PARLARE... “...NON
FATE NOMI...”).
Emerge dunque dalla conversazione il ruolo di NASONE Gioia, madre del
detenuto, la quale si occupa materialmente della riscossione e gestione dei
soldi “donati” al figlio e si adopera per eludere eventuali controlli delle Forze
dell’ordine.
ELONA: “...POI A TUA MAMMA HO DATO 2(DUECENTO EURO)...
GIUSEPPE: “ ..A TE?”
ELONA: “ .. GLIEL’HO DATI A TUA MAMMA...DUE TE LI HO MESSI...”
GIUSEPPE: “E NON TE LI POTEVI TENERE?”
43
ELONA: “... 2 TE
LI HO MESSI...INC..
100 LI HO DATI
A
FRANK,
PER LA STRADA...PERCHÈ... POI IL RESTO CE
LI HA TUA MAMMA SEGNATI...”
GIUSEPPE: “...CHE?...”
ELONA: “... SEGNATI...”
GIUSEPPE: “CHE COSA?...”
ELONA: “... TUA MAMMA HA SCRITTO...”
GIUSEPPE: “SCRITTO?... NON È CHE... INC... STE CARTE LÌ... VIENE QUALCUNO...E LE VEDE?”
ELONA: “... E GLIEL’HO DETTO... INC... PIÙ CHE ALTRO SE VIENE QUALCUNO, CAPITO......INC... QUANDO
MAGARI SONO VENUTI A FARE... NON È CHE HANNO MESSO?... E MA SAI INTANTO UNO...NON PENSO
SENTONO PARLARE... PARLARE...”
GIUSEPPE: “AH?... PUÒ ESSERE...
ELONA: “... E PUÒ ESSERE SI...”
GIUSEPPE: “... INC... NON PARLARE...”
ELONA:” ... AH?...”
GIUSEPPE: “... NON PARLARE...”
ELONA: “...NO...”
GIUSEPPE: “... NON FATE NOMI... E FA DEI GESTI COME AD INDICARE QUALCUNO CHE MENTRE SCRIVE PARLA DI
QUELLO CHE STA SCRIVENDO.
(INTERCETTAZIONE AMBIENTALE PRESSO LA SALA COLLOQUI DEL CARCERE DI BENEVENTO AVVENUTA IN DATA
12.08.2011, AUTORIZZATA CON R.I.T. N°1206/11 DDA)
§ 2.2 Il colloquio in carcere del 23 settembre 2011 (R.I.T. n. 1206/11
DDA).
In data 23 settembre 2011, presso la sala colloqui della Casa Circondariale di
Benevento, veniva intercettata la conversazione tra il detenuto Fulco Giuseppe
ed i propri familiari (la madre Nasone Gioia Virgilia e la sorella Fulco
Annunziatina).
La parte iniziale del colloquio in esame conferma che l’episodio delittuoso per il
quale FULCO Giuseppe si trova detenuto è inquadrabile in una serie di atti
estorsivi che da tempo vengono espletati nei confronti di ditte che effettuano
lavori nel territorio del comune di Scilla e che sono riconducibili alla cosca
mafiosa insediata nel territorio di Scilla. I familiari del Fulco riferiscono infatti
al proprio congiunto che in paese si è sparsa la voce che lo stesso volesse
organizzare con il denaro estorto un “festino” finalizzato all’assunzione di
sostanza stupefacente. La risposta del FULCO è però seccata e perentoria, in
quanto lo stesso nega fermamente tale circostanza ed evidenzia al contrario il
fatto che qualcuno “aspettava che gli portassi i soldi a casa!”; la predetta
affermazione è l’inequivocabile conferma di quanto già emerso nel corso delle
indagini poi sfociate nell’arresto in flagranza del 1° giugno 2011: la condotta
estorsiva del Fulco non era il frutto di un’azione estemporanea ed il denaro
provento dell’estorsione era destinato ad una terza persona, cioè una sorta di
44
collettore del “pizzo” imposto dalla cosca mafiosa di Scilla alle ditte operanti
nel territorio di influenza della consorteria.
Si riportano di seguito i passaggi del colloquio dai quali si evince quanto sopra:
NASONE:FULCO G.:NASONE:
FULCO G.:NASONE:FULCO G.:FULCO A.:NASONE: FULCO G.:FULCO A.:NASONE:FULCO A.:FULCO G.:NASONE:FULCO G.:NASONE:FULCO G.:NASONE:FULCO A.:-
Tu quel giorno… quel giorno… la sera dovevi fare un festino… voi?--//
Ah?---//
Quel giorno che è successo il fatto… la sera dovevi fare
un
festino?---//
Che festino?---//
Tu lo devi sapere! Io non lo so…---//
Ma che stai dicendo? Perché?---//
Inc…---//
Dovevi fare un festino…---//
Chi lo diceva?---//
Si dice…si dice---//
Si dice ---//
Lasciamo stare chi lo dice e chi non lo dice ---//
Ma… ma da chi è uscito? Come? Quello mi stava aspettava che gli portassi
i soldi a casa!---//
Che dovevate fare un festino… per soffiare (sniffare,
ndr)… tu… e
tanti altri… ---//
E chi sono? Io e chi?---//
Altri 5…6…7… Che so chi erano?---//
E chi è che ha detto questo fatto?---//
Voci…---//
Voci di popolo… “voci di popolo … Voci di Dio”---//
Nelle fasi successive del colloquio il Fulco chiede alla madre ed alla
sorella quale sia l’attuale situazione a Scilla (“...ma c’è movimento per ora?”). I
familiari del Fulco, ed in particolare la madre, riferiscono di numerosi episodi
criminosi avvenuti in paese nell’ultimo periodo (incendi e danneggiamenti di
autovetture anche con colpi di arma da fuoco), manifestando la convinzione
che gli eventi criminosi accaduti negli ultimi periodi siano stati “avallati” da
“quelli della piazza”, in quanto al momento sono loro che comandano e
senza il loro permesso nessuno si permetterebbe di compiere tali gesti. In
particolare Nasone Gioia Virgilia riferisce al figlio di aver saputo di tale
circostanza dal cugino “Ninuzzo” (soggetto n.m.i.). Come si avrà modo di
dimostrare in seguito, “quelli della piazza” sono gli elementi della struttura
‘ndranghetistica che ci occupa riconducibili all’indagato NASONE Francesco
(detto Franco), gestore del bar “La Genziana” ubicato non a caso nella centrale
piazza San Rocco di Scilla.
FULCO G.:- Non è che c’è...? ma c’è movimento per ora?---//
FULCO A.:- In che senso?... a Scilla? ... hanno bruciato un po’ di
non so neanche di chi erano...---//
45
macchine...così...
ma
FULCO G.:FULCO A.:NASONE:FULCO G.:NASONE:FULCO A.:NASONE.:FULCO A.:NASONE:FULCO A.:NASONE.:FULCO A.:NASONE: FULCO A.:NASONE:FULCO A.:NASONE:FULCO G.:FULCO A:NASONE:-
Hanno bruciato macchine?---//
Si...---//
Si si---//
A chi? A chi?---//
Una a Gori... a Mimmo il medico...---//
Anche a Mimmo il medico?---//
Gliel’anno sparata tutta...---//
A Mimmo il medico?---//
Allora!---//
Ah si! e quando?---//
Prima che morisse il padre... forse apposta è morto... per la collera... ne ha
risentito...----//
Si! ...magari non gliel’hanno detto neanche a suo padre... Oh mamma!---//
Qualche 3 giorni prima.---//
Ah si? Non lo sapevo di Mimmo il medico... ----//
Qualche sette colpi---//
Ah?---//
Qualche sette colpi... gli hanno rovinato la macchina---//
Ah si? E poi?---//
E Mimmo che “nicche e nacche”? (che c’entra?, ndr)---//
Chi altro poi? Non lo ricordo... ne hanno bruciate un’altra o altre due... non lo
ricordo... e Ninuzzo mi ha detto “ vedi...” – ha detto – “ quattro sporchi...
comandano quattro sporchi... e la colpa sai a chi viene addebitata? A noi!”
Gli ho detto io “ma....” “Cugina...” – mi ha detto – “ tutte passate (avvallate,
ndr) dalla piazza sono queste, altrimenti nessuno si permetteva di fare una
cosa qua...---//
Il colloquio, subito dopo, si sposta nuovamente sulle cause che hanno
determinato l’arresto di Fulco Giuseppe. In particolare - ciò confermando
appieno il ruolo preminente del Fulco all’interno dell’associazione mafiosa
operante a Scilla - la madre e la sorella del detenuto lo rimproverano e
criticano il fatto che quest’ultimo, nonostante la posizione che lo stesso dice
di ricoprire all’interno del sodalizio (“Ma comunque sia non dovevi essere neanche
tu... se dici di essere quello che sei ... Non si è mai visto che uno importante va .... che
uno
importante
va...
non
si
è
visto
mai...mai
al
mondo!”)
si sia recato
personalmente a riscuotere “il pizzo” invece di mandare una terza persona.
La madre in particolare lo ammonisce dicendo che avrebbe dovuto mandare
una terza persona di cui però non fa il nome (“Mandavi a lui... mandavi lui, “vai
tu! .... Mandavi a lui, mandavi a lui”).
Il FULCO Giuseppe, senza negare in alcun modo l’importanza del ruolo
ricoperto all’interno dell’associazione di cui fa parte, si giustifica asserendo
di aver temuto che se avesse mandato qualcuno, quest’ultimo avrebbe
potuto trattenere per sé parte del denaro estorto (“Ma io ho pensato “non è che
gli rimangono incollati nelle mani!”)
L’ulteriore replica della sorella Fulco Annunziatina non lascia spazio a
diverse intepretazioni: “No, questo problema non c’era... perché sei stato
46
sempre tu quello al quale rimanevano sempre incollati nelle mani !”.
L’espressione “sempre tu” conferma infatti che Fulco Giuseppe è soggetto
dedito abitualmente, per conto del sodalizio mafioso di cui fa parte, alla
richiesta e successiva riscossione di somme di denaro estorte ad imprese ed
operatori economici impegnati in attività economiche a Scilla e nei territori
limitrofi. D’altro canto la preoccupazione che il danaro nella disponibilità
della cosca subisca nei vari passaggi di mano, prelievi “non autorizzati”,
costituirà – come di dirà di qui a breve - un elemento emerso più volte
nell’ambito dei colloqui intercettati.
Inoltre sempre la sorella di Fulco conclude il discorso con la seguente frase:
“Perché... secondo te se li prendevano gli altri non te li davano, se te
li dovevano dare?”. Tale affermazione, ed in particolare il riferimento a “gli
altri”, costituisce la riprova dell’attuale operatività della cosca mafiosa di
‘ndrangheta che da tempo è insediata a Scilla (“...se te li dovevano dare?”).
omissis
FULCO A.:- Ma comunque sia non dovevi essere neanche tu... se dici di essere quello
che sei...Non si è mai visto che uno importante va...
NASONE:- Mandavi a lui... mandavi lui, “vai tu!”
FULCO A:- ...che uno importante va... non si è visto mai...mai al mondo!
FULCO G.:- Ma io ho pensato “non è che gli rimangono incollati
nelle mani!” (lo
dice ridendo, ndr)
NASONE:Mandavi a lui, mandavi a lui ...inc. per sovrapposizione di voci...
FULCO A.:- No, questo problema non c’era... perché sei stato sempre tu quello al quale
rimanevano sempre incollati nelle mani!
FULCO G.:- Perché?
FULCO A.:- Perché... secondo te se li prendevano gli altri non te li davano, se te li
dovevano dare?
omissis
Ma vi è di più !!
Fulco Annunziatina - soggetto pienamente a conoscenza delle dinamiche
dell’associazione di cui ella stessa fa parte - fa notare infine al Fulco
Giuseppe come né il padre9 né lo “zio Peppino”10 si erano mai recati
personalmente sul posto a riscuotere denaro (“Hai visto mai a tuo zio Peppino
andare a prendersi i soldi in qualche posto... hai visto mai a tuo padre?”).
quest’ultima
affermazione
è
possibile
trarre
due
Da
inequivocabili
considerazioni:
9
FULCO Rocco, nato a Scilla il 21.08.1937, deceduto il 24.06.1983. Sul conto dello stesso gravavano
pregiudizi penali per detenzione e porto abusivo di armi ed estorsione.
47
a) in primo luogo, pur essendo la cosca Nasone-Gaietti dedita alle
estorsioni, nè il padre del Fulco (gravato da precedenti giudiziari specifici),
nè il capo cosca Giuseppe cl. 38 (ucciso nel 1987 in un agguato di mafia e
fratello della madre del Fulco Giuseppe) si sono mai occupati della materiale
riscossione dei relativi proventi illeciti, demandando tale compito agli altri
partecipi al sodalizio criminoso di rango secondario;
b) in secondo luogo, il Fulco Giuseppe – già in precedenza definito dalla
sorella come “uno importante” nell’ambito dell’associazione mafiosa
operante a Scilla – viene implicitamente equiparato a figure di alto spessore
criminale (il padre Fulco Rocco e lo zio Nasone Giuseppe cl. 38).
FULCO A.:- Hai visto mai a tuo zio Peppino andare a prendersi i soldi in qualche
posto... hai visto mai a tuo padre?---//
NASONE:- Ma non dovevi capire che quello...?
FULCO G.:- (annuisce col capo, ndr) ...qualcosa non è quadrata... altrimenti quello non
andava a fare la denuncia...
FULCO A.:- ...altrimenti tu non eri lì!
NASONE:- Tu dovevi dirgli... lo sai cosa dovevi dirgli “vai tu!”... così ti rendevi conto se
ci dovevi andare...
Superata la fase dell’analisi della condotta imprudente costata al Fulco
Giuseppe l’arresto in flagranza e la successiva detenzione, il tema dominante
del colloquio del 23 settembre 2011 si sposta sui motivi di risentimento del
Fulco e dei propri familiari nei confronti degli altri componenti della
consorteria; in particolare la madre e sorella si lamentano con il Fulco per il
fatto di aver ricevuto soltanto la somma di 500,00 euro, considerata troppo
esigua ed alla stregua di una vera e propria elemosina.
FULCO A.:- Si... 500 euro.. Che poi, voglio dire, tutti questi grandi amici che fanno gli
spavaldi...
FULCO G.:- Chi sono?
FULCO A.:- In generale.... 500 euro raccolgono! Ora.. non è che nessuno pretende, ma
l’elemosina falla ai tuoi cani! A noi non interessa!
FULCO G.:- In un momento di questo!
FULCO A.:- Perché tu pensi che la spesa non sapevamo fartela pure noi?
FULCO G.:- Non si tratta...
FULCO A.:- Tanto non che dici abbiamo a sufficienza soldi per mandarli per la bambina o...
se dobbiamo fargli il pensierino glielo facciamo noi, ma... non è che ci
risolvono la situazione, anzi.. ci mortificano... almeno a me personalmente
mi mortificano.
10
NASONE Giuseppe, nato a Scilla il 01.03.1938, ucciso con colpi di arma da fuoco in data 29.09.1987,
capo della cosca denominata NASONE – GAIETTI. Sul conto dello stesso gravavano pregiudizi penali
in materia armi, tentato omicidio, maltrattamenti in famiglia, associazione mafiosa.
48
FULCO recepisce tale sfogo ed inoltre avvalora la circostanza che
l’organizzazione continui a percepire proventi illeciti, facendo riferimento in
particolare alla cifra di “otto” che sarebbe versata mensilmente “da quello
dell’autostrada” nelle mani di una persona in via di identificazione, indicata
come “il nano”.
FULCO A.:- La situazione... noi sappiamo quello che ci dicono... poi i fatti precisi non li
può sapere nessuno, se non la pignata che li ha fatti...
FULCO G.:- Siccome qua... non è arrivato nessuno... ed io so che ogni mese... (col le
mani mima il segno del pagamento, ndr)... c’è quello dell’autostrada
(indica con le dita la cifra 8, ndr)
FULCO A.:- A chi?
FULCO G.:- Dove sono?
FULCO A.:- Ah?
FULCO G.:- Dove sono?
FULCO A.:- Ma a chi, però? A quello?
FULCO G.:- Eh!
FULCO A.:- Il solito nano?
FULCO G.:- Si
Ciò, oltre a confermare quanto detto dal FULCO stesso al D’AGATA al
momento della richiesta estorsiva presso il cantiere, cioè che la ditta
Consolidamenti Speciali non fosse l’unica a subire la pressione del racket
dell’organizzazione criminale locale (“…Nella circostanza mi faceva capire che anche
le altre imprese che lavorano in zona sono soggette alle medesime richieste e che è
normale che corrispondano una cifra proporzionale all’importo dell’appalto che stanno
eseguendo…”
– stralcio denuncia presentata da D’Agata Giuseppe il 26.05.2011 presso la
Compagnia CC Villa San Giovanni),
indica che i pagamenti del “pizzo” imposti alle
ditte impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC
avvengono
con
dell’autostrada...”).
cadenza
mensile
(“ed
io
so
che
ogni
mese...c’è
quello
Giova peraltro evidenziare che da oltre un anno i predetti
lavori si sono intensificati proprio sul tratto autostradale in cui è compreso il
territorio di Scilla, in quanto è in fase di realizzazione il 6° macrolotto che si
estende dalle località di Scilla fino a Reggio Calabria-Santa Caterina.
Rivestono poi particolare interesse investigativo i passaggi del colloquio
in esame nei quali Fulco Giuseppe affronta con i propri familiari la questione
relativa alla spartizione dei proventi delle attività delittuose riconducibili alla
citata cosca mafiosa. Ancora una volta l’abbrivio del discorso scaturisce da
una considerazione dalla madre del Fulco e si riferisce alla mancata
osservanza da parte del figlio del consiglio datogli da uno dei suoi cugini (“Te
l’aveva detto tuo cugino di abbandonare a quelli là”),
49
essendo evidente il riferimento
ad uno dei cugini di primo grado del Fulco (Nasone Domenico cl. 69 o Nasone
Rocco cl. 74), ciò anche tenuto conto della risposta con l’uso del plurale data
dello stesso Fulco (“Ma pure loro... hanno pensato ai fatti loro”).
La predetta sollecitazione di Nasone Gioia Virgilia spinge il figlio –
provato psicologicamente dal prolungato stato di detenzione – ad avanzare una
critica anche nei confronti dei predetti cugini Domenico e Rocco, colpevoli a
dire del Fulco di essere stati poco propensi in passato a spartire con lui i
proventi illeciti della cosca (“Ma pure loro... hanno pensato ai fatti loro...con tutti i
soldi che gli hanno dato...mi hanno dato mai una lira?”).
D’altro canto, tenuto conto
del tenore complessivo della conversazione e della caratura criminale dei
soggetti coinvolti, all’espressione “con tutti i soldi che gli hanno dato” non
può essere data alcuna lettura alternativa se non quella riferita proprio alla
ricezione dei proventi accumulati dal sodalizio criminoso di cui anche i fratelli
Rocco e Domenico Nasone (oltre che lo stesso Fulco Giuseppe) fanno
certamente parte.
NASONE:
-Te l’aveva detto tuo cugino di abbandonare a quelli là
FULCO G.:- Ma pure loro... hanno pensato ai fatti loro...con tutti i soldi che gli hanno
dato...mi hanno dato mai una lira?
Lamentandosi della mancata elargizione da parte dei cugini Domenico
e Rocco di quanto a lui dovuto, il Fulco riferisce inoltre alla madre quanto in
passato (“...da sempre...da quando io me ne sono andato” – è chiaro il riferimento al fatto
che Fulco Giuseppe per un certo periodo si è allontanato da Scilla per andare a vivere in
provincia di Milano dove risulta a tutt’oggi solo formalmente residente)
era stato concordato
in ordine alla spartizione dei proventi illeciti dell’associazione. In particolare il
Fulco racconta che, come stabilito “da quello là” (indicando con le mani una
persona con i baffi),
si era deciso di dividere i proventi illeciti in tre parti e che
per la sua quota lo stesso Fulco avrebbe dovuto fare riferimento ad uno dei
citati cugini (“Allora...da sempre...da quando io me ne sono andato...quello là... (indica
con le mani il labbro superiore facendo segno dei baffi, si riferisce a persona con i baffi,
ndr)... inc... facciamo tre parti...tu te la vedi con Peppe... ecc. (spartizione del territorio, dei
proventi ndr). Ne ho visti mai!”).
Inoltre, è lo stesso FULCO a riferire nel corso del colloquio che tra le persone
beneficiarie della suddetta spartizione vi è certamente l’odierno indagato
50
GAIETTI Matteo11, il quale – seppure non in presenza di “quello là” (cioè la
persona con i baffi) – aveva in almeno un’occasione ricordato ai cugini
Domenico e Rocco la necessità di applicare il suddetto criterio di spartizione e
di coinvolgere pertanto il medesimo Fulco Giuseppe nella suddivisione dei
proventi illeciti (“Matteo, davanti a me glielo ha detto...inc... “ma quello non c’era..
quello...”. Parliamo di...tanto tempo fa...”).
Di seguito, sempre con riferimento al ruolo di “Matteo” (cioè di Gaietti
Matteo) ed alla sua partecipazione alla suddetta spartizione, il Fulco conclude
il ragionamento affermando che per tali ragioni gli immobili di proprietà il
Gaietti non sono il frutto dei suoi sacrifici (“Le case... le case...non è che le ha
comprate con la sua “valentizza” (con i suoi sacrifici, ndr)”,
lasciando in tal modo
intendere che, al contrario, essi sono necessariamente la conseguenza del
reimpiego dei proventi delittuosi cui poco prima egli stesso aveva fatto cenno.
Quanto dichiarato dal Fulco trova immediato riscontro nella circostanza che il
Gaietti Matteo è effettivamente proprietario di innumerevoli beni immobili12 e,
fino al gennaio del 2011, è stato anche uno dei soci della ditta “Simposium
Service s.r.l.”13, occupandosi tra l’altro di intermediazione immobiliare.
Ed è proprio alla mancata ricezione da parte dei cugini Domenico e
Rocco di quanto a lui dovuto in base ai suddetti accordi di spartizione che
Fulco Giuseppe – in replica all’accusa a lui mossa pochi minuti prima dalla
11
L’identificazione è certa in quanto: a) “Matteo”, , è il nome con il quale Fulco Giuseppe - come emerge
dall’analisi della rubrica del telefono cellulare in suo possesso al momento dell’arresto del 1° giugno 2011 ha memorizzato il numero telefonico 340/8260821; b) il nome “Matteo” ricorre più volte nei colloqui in
carcere sostenuti dal Fulco con i propri congiunti e tutte le volte (v. i criteri di identificazione indicati nelle
relative note a piè di pagina) si è avuto modo di dimostrare che vi è prefetta coincidenza tra il predetto nome
e l’odierno indagato Gaietti Matteo; c) pochi istanti dopo le parole del Fulco anche la sorella Annunziatina
afferma: “Matteo...ha case in vendita ? .... ora gli chiedo che me ne venda una”; tale affermazione
rende certa la coincidenza tra il riferimento a tale “Matteo” e l’indagato Gaietti Matteo in quanto
quest’ultimo, oltre ad essere proprietario di numerosi immobili a Scilla, svolge ed ha svolto (tramite la
Simposium Service s.r.l., con sede legale a Scilla in via Matteotti n°27 - società cessata a gennaio del 2011)
attività di intermediazione immobiliare.
12
Da accertamenti effettuati presso l’Agenzia del Territorio (v. visura in atti) è emerso che effettivamente
Gaietti Matteo risulta proprietario di innumerevoli cespiti immobiliari ed in particolare: a) 3 appartamenti
ubicati in Scilla, via Umberto I vico III n°24 (rispettivamente di 1,5 vani, 2,5 vani e 4 vani); b) 2
appartamenti ubicati in Scilla, c.da Ieracari di 5 vani ciascuno, oltre ad un fabbricato di 62 mq; c) 1
fabbricato di 205 mq in contrada Pacì di Scilla, cointestato con SGARANO Giuseppe cl. ’62; d) 1 stabile in
costruzione costituito da piano terra, primo e secondo piano, oltre lastrico solare ed un piano sotterraneo,
ubicato in via Matteotti di Scilla per un totale di n°10 appartamenti; e) 1 appartamento ubicato sulla
Strada Provinciale Scilla Melia, della consistenza di 5 vani; f) 1 terreno bosco ceduo dell’estensione di 4 are
e 80 ca; g) 1 terreno bosco ceduo dell’estensione di 3 are e 20 ca; h) 5 terreni bosco ceduo dell’estensione
totale di 2 ettari 55 are e 38 centiare; i) 1 terreno agrumeto dell’estensione di 10 ca; j) 1 terreno bosco
ceduo dell’estensione di 1 ha 68 are e 90 ca; l) 3 terreni vigneti dell’estensione totale di 11 are e 10 ca; m)
1 terreno vigneto dell’estensione di 5 are e 10 ca.
13
Simposium Service s.r.l., con sede legale a Scilla in via Matteotti n°27, c.f. 02095740805, di GAIETTI
Matteo, già generalizzato, RICHICHI Rocco, nato a Scilla il 12.04.1977, SGARANO Giuseppe, nato a Scilla il
19.06.1963 e GAIETTI Rocco, nato a Reggio Calabria il 21.05.1980. Società cessata a gennaio del 2011.
51
sorella Annunziatina (“No, questo problema non c’era... perché sei stato sempre tu
quello al quale rimanevano sempre incollati nelle mani!”)
– imputa la scelta di
essersi appropriato “indebitamente” di una parte delle somme di denaro
provento delle estorsioni (“io ne ho visti mai (soldi, ndr) ed apposta io ne ho
rubati...”),
ammettendo implicitamente ancora una volta di essersi occupato per
conto della cosca “Nasone-Gaietti” della materiale riscossione del “pizzo”.
FULCO G:- Allora...da sempre...da quando io me ne sono andato... quello là... (indica
con le mani il labbro superiore facendo segno dei baffi, si riferisce a
persona con i baffi, ndr)... inc... facciamo tre parti...tu te la vedi con
Peppe... ecc. (spartizione del territorio, dei proventi ndr). Ne ho visti mai!
NASONE:- Tu...
FULCO A.:- Ecco! Inc.. invece in questo caso pare che invece ci sono stati...
FULCO G:- (a denti stretti, ndr) Matteo, davanti a me glielo ha detto...inc... “ma quello
non c’era.. quello...”. Parliamo di...tanto tempo fa (con il braccio fa capire che
si sta riferendo a tempi che furono, ndr) Le case... le case... non è che le ha
comprate con la sua “valentizza” (con i suoi sacrifici, ndr)... io ne ho visti
mai (soldi, ndr) ed apposta io ne ho rubati...
La conversazione sopra riportata assume notevole valenza probatoria
in quanto, oltre a confermare l’esistenza a Scilla di un’articolazione territoriale
dell’’ndrangheta, funge indirettamente da riscontro in ordine alla suddivisione
dei proventi illeciti in tre parti (“...facciamo tre parti...”), confermando nella
sostanza quanto già emerso nel corso delle indagini relative al proc. pen. n.
3/93 DDA mod. 21. Dalla dichiarazioni del collaboratore di giustizia Nasone
Rocco cl. 48, richiamate nelle citate sentenze di condanna passate in
giudicato, emerge infatti con chiarezza che la cosca di Scilla – almeno dalla
metà degli anni ’80 – si è articolata sostanzialmente in tre cd. rami, ognuno
corrispondente ad una parte della famiglia Nasone-Gaietti. Il primo è quello
facente capo a Nasone Giuseppe cl. 38 (ucciso nel 1987 nel corso di un
agguato di stampo mafioso, capo incontrastato della cosca fino alla sua morte
e dunque come è ovvio sostituito dai figli, cioè gli odierni indagati Domenico cl.
69 e Rocco cl. 74). Il secondo è quello riconducibile a Nasone Viriglio Giuseppe
(cugino di primo grado di Nasone Giuseppe cl. 38, nonchè padre di Nasone
Francesco). Il terzo, ed ultimo ramo, è quello riferibile a Gaietti Vincenzo cl. 30
e dunque al figlio Matteo (quest’ultimo cugino in primo grado di Nasone
Virgilio Giuseppe).
Non è pertanto un caso che il Fulco Giuseppe, nel riferire alla madre
l’accordo raggiunto all’interno della cosca, riporti il dato della spartizione in tre
52
parti, con l’impegno però dei “cugini” (Nasone Domenico cl. 69 e Nasone Rocco
cl. 74) a provvedere con riguardo al finanziamento dello stesso Fulco. Infatti, il
Fulco Giuseppe è figlio di Nasone Gioia Virgilia (sorella di Nasone Giuseppe cl.
38) e dunque appartiene senza dubbio al “ramo” della cosca rappresentato
dapprima da Nasone Giuseppe cl. 38 e dopo la sua uccisione dai figli
Domenico e Rocco.
Quanto infine all’identificazione della persona con “i baffi” – soggetto
indicato dal Fulco come colui che aveva sancito la spartizione dei proventi in
tre parti – fondati ed univoci elementi conducono a Gaietti Vincenzo:
a) GAIETTI Vincenzo, già condannato con sentenza passata in
giudicato per il reato di cui all’art. 416-bis c.p. è da sempre l’unico ad avere i
baffi tra i soggetti più anziani, carismatici ed influenti facenti parte della cosca
Nasone-Gaietti;
b) non è un caso che il Fulco, dopo aver riferito alla madre del criterio
di spartizione, faccia espressamente riferimento a Gaietti Matteo (figlio di
Gaietti Vincenzo) (“Matteo, davanti a me glielo ha detto...inc... “ma quello non c’era..
quello...”. Parliamo di...tanto tempo fa”);
c) dalle dichiarazioni rese dal collaboratore di giustizia Nasone Rocco
cl. 48 - poi poste a fondamento della condanna passata in giudicato di Gaietti
Vincenzo per il reato di cui all’art. 416-bis c.p. nell’ambito del procedimento
Cyrano - emerge che il predetto Gaietti, già dopo la morte di Nasone Giuseppe
cl. 38, aveva iniziato a trattare direttamente la riscossione delle “tangenti” e si
era più volte occupato specificatamente della suddivisione dei proventi illeciti
tra i vari associati.
Ma vi è di più !
Il Fulco Giuseppe, concludendo il discorso relativo alla ripartizione dei
proventi illeciti all’interno della struttura ‘ndranghetistica operante a Scilla,
afferma che tale decisione è stata presa nel corso di una riunione ristretta
riservata ai soggetti di vertice della cosca (“Che comunque... queste qua erano cose
che dovevano restare... tra quelli...che ci siamo seduti al tavolo...perché se ci sediamo io
e te per sistemare una cosa, 4 persone...”).
con
la
sorella
e
la
madre
Per tale ragione il detenuto si lamenta
dell’incapacità
di
alcuni
componenti
dell’organizzazione a mantenere il riserbo sulle decisioni prese; la circolazione
53
di notizie – che devono necessariamente rimanere riservate – determina per
Fulco il rischio di essere tutti nuovamente arrestati (“...quelli... che ci siamo seduti al
tavolo... perché sai ancora cosa succede – te lo dico – (anche mimando, ndr) “te l’ho detto a
te ...a quello a quest’altro...quello parla... quell’altro parla...ecc” e ci arrestano un’altra
volta...e ci arrestano. Questo accadrà...starete a vedere... perché se ci sediamo io e te per
sistemare una cosa, 4 persone...come fanno, poi a saperla 48 persone?”),
così come già
avvenuto nel 1993 in occasione dell’applicazione dell’o.c.c. emessa nell’ambito
del procedimento penale denominato Cyrano.
L’organizzazione di riunioni ristrette per concordare, tra l’altro, la
spartizione dei proventi illeciti, è la conferma dell’esistenza di una cosca
mafiosa operante a Scilla e contestulamente di un organismo di vertice
chiamato a prendere le decisioni più rilevanti.
FULCO G:- Che comunque... queste qua erano cose che dovevano restare... tra quelli...
che ci siamo seduti al tavolo...
FULCO A.:- Cosa capisci da questo? Quello che è lo spessore della gente!
FULCO G:- ...quelli... che ci siamo seduti al tavolo... perché sai ancora cosa succede –
te lo dico – (anche mimando, ndr) “te l’ho detto a te ... a quello a
quest’altro... quello parla... quell’altro parla...ecc” e ci arrestano un’altra
volta...e ci arrestano. Questo accadrà... starete a vedere... perché se ci
sediamo io e te per sistemare una cosa, 4 persone...come fanno, poi a
saperla 48 persone?
FULCO A.:- Giuseppe! Sono finiti i tempi di una volta! Non ci sono più gli uomini di
una volta! Oggi si vendono per questa bottiglia di... (indica la bottiglia di
succo di frutta che è sul tavolo, ndr)
Alcuni passaggi del colloquio del 23.09.2011 tra Fulco Giuseppe ed i
propri familiari sono inoltre caratterizzati dal pressante timore del predetto
detenuto di essere stato “tradito” dagli altri componenti dell’associazione. Il
Fulco non riesce infatti a trovare una spiegazione logica al mancato
coinvolgimento di un altro soggetto (poi identificato nel corso della presente
indagine in Nasone Francesco) nella vicenda estorsiva culminata nel suo
arresto in flagranza di reato; e ciò nonostante il complice si fosse recato
insieme
a lui in almeno un’occasione
presso il cantiere della ditta
“Consolidamenti Speciali s.r.l.”. In particolare il Fulco non comprende come
mai l’imprenditore D’Agata Giuseppe che aveva sporto denuncia ai Carabinieri,
pur avendo segnalato la presenza di un’autovettura Clio (si tratta senza
dubbio della Renault Clio targata CL926ZR, di colore grigio, intestata a FULCO
Annunziata, utilizzata dal fratello per recarsi presso il cantiere della
Consolidamenti Speciali s.r.l. e non a caso segnalata dall’impenditore D’Agata
nella denuncia del 26 maggio 2011), avesse omesso di indicare nelle denunce
54
rese alle FF.OO. l’altra macchina (“....questa macchina nera...la macchina nera
niente! ”)
impiegata per raggiungere in almeno una circostanza con un complice
il suddetto cantiere.
Appare evidente come il FULCO ipotizzi che le Forze dell’ordine siano
state informate proprio dalla persona che si trovava insieme a lui a bordo della
“macchina nera” non denunciata.
FULCO G.:- Come, io sono sceso là con lui... quello non ha visto la macchina e questa
macchina nera non compare da nessuna parte
FULCO A.:- Tu sai. Noi non sappiamo... noi non sappiamo, non possiamo giudicare...
FULCO G.:- Ah! Pure per dire...”sono una inc...”... la Clio... se la ricorda... la Clio
FULCO A.:- Noi non sappiamo
FULCO G.:- Perché poi, leggendo quella carta ho pensato “come mai questo fatto?”,
perché quello poi si è affacciato, quella volta, per vedere la prima
macchina... invece niente... la macchina sua... la macchina nera niente!
NASONE:- Ma poi tu...non è che poi sei stato furbo...!
FULCO G.:- Io sono sceso la sera... sono sceso la mattina presto...inc...e non ho visto
niente...
NASONE:- Si facevano vedere da te
FULCO A.:- Certo che non hai visto niente
NASONE:- Si facevano vedere da te!
FULCO A.:- Sembra che... e meno male
FULCO G.:- Ora tutti sono... ora tutti parlano ora tutti ... “hai visto inc...” ma era
mezzogiorno , stavano mangiando.... quando sono sceso io... ora tutti... ognuno
ricama..
FULCO A.:- Hai visto mai a tuo zio Peppino andare a prendersi i soldi
in
qualche
posto... hai visto mai a tuo padre?---//
NASONE:- Ma non dovevi capire che quello...?
FULCO G.:- (annuisce col capo, ndr) ...qualcosa non è quadrata... altrimenti quello non
andava a fare la denuncia...
FULCO A.:- ...altrimenti tu non eri lì!
NASONE:Tu dovevi dirgli... lo sai cosa dovevi dirgli “vai tu!”...
così ti
rendevi conto se ci dovevi andare...
FULCO G.:- Ma lui è venuto con me...
NASONE:Ma non è sceso dalla macchina...
FULCO G.:- E che scendevamo tutti e due?
NASONE:Si.... non è sceso... ha fatto scendere a te!
FULCO A.: Basta... basta... basta!
FULCO G.:- No! No... gli ho detto io di aspettare lì... però c’è il fatto
che quello l’ha
vista la macchina nera... però lì non ha
visto...inc...
FULCO A.:- E scusa... una volta sola ha parlato... parlavano solo della Clio...
Lo spessore criminale di Fulco Giuseppe ed il suo ruolo all’interno
della cosca di ‘ndrangheta operante a Scilla trova ulteriore conferma
analizzando il seguente passaggio del colloquio con la madre e la sorella
Annunziatina. In particolare, mentre la discussione cade su un soggetto
definito dalla sorella il “ragazzo del pesce” (identificato senza dubbi
nell’odierno indagato Nasone Antonino cl. 8314), la madre del Fulco riferisce al
L’identificazione è certa in quanto: 1) durante il colloquio Fulco Giuseppe, per identificare la persona cui
intende riferirsi, usa il diminuitivo “Micuzzo”; nella rubrica telefonica del cellulare in uso al FULCO
Giuseppe al momento dell’arresto risultava memorizzato un solo nome “Micuzzo”, cui era associata l’utenza
14
55
figlio di aver incontrato il predetto soggetto e di aver ricevuto tale indicazione:
“cugina, quando andate?...ditegli l’imbasciata a posto”. La reazione del
Fulco è di stupore in quanto appare sicuro di non aver mandato alcuna
“imbasciata” a Nasone Domenico. E’ per qusto motivo che, dopo alcuni minuti
dalla precedente affermazione della madre, il Fulco Giuseppe – sempre più
diffidente ed ipotizzando che i reali mandatari della “imbasciata” siano invece
sempre “quelli della piazza” (nell’ottica generale di far ricadere le eventuali
responsabilità di altri illeciti sempre su di lui e di utilizzare per la commissione
dei reati persone a lui vicine – “Hai capito? perché l’hanno chiamato a loro ...non l’hai
capito? - “l’imbasciata tutto a posto...” - a quanto ho capito ... sapevano che non glielo
dico io.. se lo sono chiamati a loro (nel senso di convocare, ndr) e lo mandano (col
braccio mima a significare “lo mandano in giro, ndr”)
– indica ai propri familiari
precise e perentorie direttive da riportare all’esterno del carcere una volta
tornati a Scilla.
Infatti, temendo che sia stata organizzata “una trappola” per
aggravare la sua posizione (“Se ho capito bene il fatto che mi ha fatto riferire....di
non andare in nessun posto perché lo fanno arrestare e me li addosso...e me li stanno
facendo tutte per me ... Perché stanno organizzando qualche trappola...qualche
trappola....”)
la prima indicazione del Fulco per la madre e la sorella è quella di
contattare NASONE Domenico (tale “Micuzzo”) per intimargli di non eseguire
“ordini” non giunti direttamente da lui (“lo fai venire a casa...glielo dici
nell’orecchio (anche mimando, ndr) ...(digli, ndr) di non andare in nessun posto... se lo
mandano...di non andare in nessun posto. ... di non andare in nessun posto perché lo
fanno arrestare e me li addossano tutti a me....tutti!”).
Viene quindi in rilievo la posizione di FULCO Annunziatina, la quale – a
conoscenza dell’attività dell’organizzazione criminale di cui ella stessa fa parte
– si attiva prontamente quale emissaria di ordini ed “imbasciate” del fratello,
rassicurandolo sull’immediata esecuzione degli stessi (“Allora ... la prima cosa
che faccio quando io esco da qui, chiamo a Nino... in modo che lo vada a prendere... in
maniera che venga da me ... perché lui viene”).
In particolare Fulco Annunziatina
3273469103 intestata a SONSOGNO Daniela (nata a Reggio Calabria il 07/09/1985), moglie di NASONE
Domenico cl. 83; 2) durante il colloquio la sorella di Fulco Giuseppe, per identificare la persona cui si
riferirà poco dopo il fratello, la indica come “ragazzo del pesce” o “Velardi”; in effetti, per un verso, Nasone
Domenico cl. 83 gestisce con la moglie Sonsogno Daniela una pescheria a Reggio Calabria e per altro verso
la madre dello stesso Nasone Antonino si chiama Velardi Concetta Maria; 3) durante il colloquio la madre di
Fulco Giuseppe, nell’identificare la persona cui si riferirà poco dopo il figlio, fa riferimento all’esistenza di un
rapporto di parentela con il soggetto in questione (“mi ha detto “cugina, quando andate?”, gli ho chiesto
“perché?” “ditegli l’imbasciata “a posto”...”); tale circostanza è confermata dal fatto che il padre di NASONE
Domenico cl. 83 è cugino di primo grado di FULCO Giuseppe.
56
ha le idee molto chiare su come organizzare l’incontro con “Micuzzo”, usando
ogni opportuna precauzione al fine di non essere intercettata dalle Forze
dell’ordine (“questa cosa me la vedo io...No a casa mia...nella discesa là...non voglio
che me lo portino a casa”);
al riguardo, a conferma della consapevolezza circa il
proprio coinvolgimento nelle attività delittuose della cosca mafiosa di Scilla e
della possibilità di essere pertanto sottoposta ad attività di intercettazione, la
stessa Annunziatina rassicura il fratello circa l’attenzione dalla stessa prestata
anche durante le conversazioni all’interno dell’abitazione (“Si, ma forse non hai
capito... io anche con la mamma...a casa non la faccio parlare per niente”).
FULCO A.:- Se ho capito, quello del bar... Matteuzzo... e poi... – lo sai... quando parla io a
Nino non lo capisco, perché non sa neanche esprimere... non è che mi va di
fargli domande - “ io dove vado? Adesso lui forse se ne andrà... perché suo zio...
suo zio gli troverà qualche cosa fuori... perché qua non può rimanere... che sono
bastardi... e...io... per Giuseppe mi dispiace... perché non so come Giuseppe
abbia deciso di frequentare questi personaggi...” ha… ha detto - “...l’unico che
si salva, forse, è quel il ragazzo del pesce...” – quello...Come si chiama?
Vilardi... là...
FULCO G.:- ‘Ntony...
NASONE:- Domenico
FULCO A.:- Domenico
NASONE:Ah! Mi diceva... mi diceva... l’altro giorno l’ho incontrato, mentre
salivo...ed era fuori dal medico
FULCO G.:- Ah?
NASONE:- L’altro giorno salivo ed era fuori dal medico...ah, no... ero andata dal
medico per le ricette e mi ha detto “cugina, quando andate?”, gli ho chiesto
“perché?” “ditegli l’imbasciata “a posto”...
FULCO A.:- Che cosa?
NASONE:- L’imbasciata “a posto” (lo dice all’orecchio della figlia, ndr). Non lo so... Non
mandare “imbasciate” con nessuno...a nessuno!
FULGO G.- Non so che vuole... non ho capito.
NASONE:- Glielo avevi detto a tuo fratello, forse? Di dirglielo a lui? A nessuno...
FULCO G.:- Sai che fai mamma? ... a Micuzzo... a Micuzzo
NASONE:- Eh!
FULCO G.:- ...lo fai venire a casa... glielo dici nell’orecchio (anche mimando, ndr)
...(digli, ndr) di non andare in nessun posto... se lo mandano
NASONE:- No...dove?
FULCO G.:- .. di non andare in nessun posto...
NASONE:- No, ma lui non ci va lì- dice -...
FULCO G.:- Micuzzo... Micuzzo
NASONE:- ....perché lo prendono sempre in giro... che sempre lo fanno... Si ho capito, ho
capito.
FULCO G.:- Va bene... se gridi... Se ho capito bene il fatto che mi ha fatto riferire....di
non andare in nessun posto perché lo fanno arrestare e me li addosso...e
me li stanno facendo tutte per me.
NASONE:- Ma quello... perché dice...?
FULCO A.:- Tu hai il numero di questo ragazzo?
NASONE:- Si si
FULCO G.:- ... di non andare in nessun posto perché lo fanno arrestare e me li
addossano tutti a me....tutti!
FULCO A:- Allora ... la prima cosa che faccio quando io esco da qui, chiamo a Nino...
in modo che lo vada a prendere... in maniera che venga da me ... perché lui
viene.
FULCO G.- ...neanche se scende Iddio deve andare...perché me li addebitano tutti a
me, perché questo stanno facendo...
FULCO A:- Va bene se poi dobbiamo giocar sporco... giochiamo sporco
57
FULCO G.:- Hai capito? perché l’hanno chiamato a loro ...non l’hai capito? “l’imbasciata tutto a posto...” - a quanto ho capito ... sapevano che non
glielo dico io.. se lo sono chiamati a loro (nel senso di convocare, ndr) e lo
mandano (col braccio mima a significare “lo mandano in giro, ndr)
NASONE:- Ma lui non ci sta andando là!
FULCO G.- Digli... se ho capito bene, digli così... di non andare in nessun posto...
neanche se scende Iddio... Hai capito? (La domanda è rivolta alla sorella, ndr)
NASONE:
Me la vedo, me la vedo io...
FULCO A:- No mamma, faccio..., mi dispiace, questa cosa me la vedo io...inc. per
sovrapposizione d voci.... da me.
NASONE:- Da te? A casa da te?
FULCO A:- No a casa mia...nella discesa là.
NASONE:- Eh!
FULCO A:- ... non voglio che me lo portino a casa.
FULCO G.- Perché stanno organizzando qualche trappola... qualche trappola....
NASONE:- No..
FULCO A:- Subito, quando esco da qua...
FULCO G.:- Ma questo fatto... (col dito destro indica l’orecchio a significare “queste cose
ditele all’orecchio per sottrarsi all’eventualità di essere intercettati, ndr)... per
fanno trovare...
FULCO A:- Si, ma forse non hai capito... io anche con la mamma... a casa non la faccio
parlare per niente.
Non contento delle ampie rassicurazioni dategli dalla sorella (“Va bene... io,
comunque, la prima cosa che faccio quando esco è questa... ora quando esco da qua,
prendo il telefonino... la prima cosa che faccio...”)
il FULCO Giuseppe continua a
riflettere su quanto sopra appreso tramite la madre e ribadisce ad
Annunziatina la necessità di comunicare a Nasone Domenico cl. 83 di non
eseguire eventuali ordini di terze persone in quanto potrebbe essere arrestato
(“Si! Neanche se viene ... la Vergine... Lo fanno arrestare. (la sorella si avvicina
all’orecchio di Fulco) ...perché lo fanno arrestare...”).
Peraltro la convinzione del
FULCO Giuseppe circa un possibile arresto di “Micuzzo” (Nasone Domenico cl.
83) e in ordine all’esistenza di una “trappola” ai suoi danni sembra essere
avvolorata - per come riferito da Nasone Gioia Virgilia (“Nino questo dice!”) anche da tale “Nino” (identificato in NASONE Antonino15); il Fulco è convinto di
15
NASONE Antonino, nato a Reggio di Calabria il 28.07.1981, residente a Scilla in Largo Tripi Superiore
Fabbr. D n°4 int. 1, incensurato. L’identificazione è certa in quanto: a) nella rubrica telefonica del
cellulare in uso a FULCO Giuseppe al momento dell’arresto è presente un solo nome “Nino” e ad esso è
associata l’utenza 3317693481 intestata a NASONE Giuseppina, nata a Scilla il 18.11.1975 (residente a
Villa San Giovanni in viale Tommaso Campanella n°35), sorella di NASONE Antonino; b) dalle intercettazioni
telefoniche effettuate nell’ambito del RIT n. 2280/11 è emerso che l’utilizzatore della suddetta utenza lavora
con NASONE Domenico cl ’69 e NASONE Rocco cl. ’74 nella rivendita di materiale edile da questi gestita,
denominata “Scilla Service di Nasone Antonino” intestata proprio a NASONE Antonino; c) in una
conversazione telefonica NASONE Aurelio, padre di Domenico cl. ’83, chiede a quest’ultimo il numero di
telefono di Nino dello zio Matteo ed il figlio gli detta proprio l’utenza indicata sulla rubrica telefonica di
FULCO; NASONE Antonino è figlio di Matteo cl. ’45, a sua volta zio di NASONE Aurelio d) dalla predetta
identificazione si comprende come mai NASONE Gioia e FULCO Annunziata debbano riferire a NASONE
Domenico gli ordini impartiti da FULCO Giuseppe tramite NASONE Antonino (v. conversazione tra presenti
del 23.09.2011 – RIT n. 1206/11); quest’ultimo infatti abita nella palazzina accanto a quella di NASONE
Gioia, mentre NASONE Domenico abita insieme alla moglie nella frazione Archi di Reggio di Calabria.
58
ciò in quanto coloro che, a suo dire, vogliono “danneggiarlo” (e lo hanno fatto
arrestare) sono a conoscenza del fatto che NASONE Domenico e tale “Nino”
(Domenico Antonino cl. 81) sono sodali alle sue strette dipendenze (“Sì, perché
sanno che loro sono con me e se gli dico di buttarsi a mare si buttano… se li stanno
tirando a se, tanto poi la colpa è mia”).
A fronte dell’ordine perentorio del fratello (“La cosa che dovete fare è
quella là... ... di chiamare a Nino e di fartelo portare là... Di andare a prenderlo e
portarlo”),
Fulco Annunziatina rassicura nuovamente il Fulco (“a Nino lo chiamo
io...devo parlare io... fuori da casa... e tutto”),
il quale a sua volta ribadisce alla
sorella ed alla madre la necessità di avvisare NASONE Antonino e NASONE
Domenico cl. 83 di “uscire dal giro”. Anche dal tenore della predetta
affermazione appare evidente che NASONE Domenico cl. 83 e NASONE
Antonino cl. 81 sono legati a doppio filo a Fulco Giuseppe ed al contempo sono
pienamente inseriti nel contesto associativo di tipo mafioso di cui lo stesso
Fulco è esponente di spicco. La seguente frase pronunciata dal Fulco: “io ti
sto dicendo... Che loro escano fuori dal giro” non si presta infatti ad alcuna
lettura alternativa, se non quella di voler spingere i predetti Nasone a porsi,
durante la sua permanenza in carcere (ed in attesa di chiarire le circostanze
relative al suo arresto), ai margini della cosca mafiosa di Scilla.
FULCO G.:- Non ho capito quel fatto “a posto” quello là!
FULCO A:- Va bene... io, comunque, la prima cosa che faccio quando esco è questa... ora
quando esco da qua, prendo il telefonino... la prima cosa che faccio...
FULCO G:- Si! Neanche se viene ... la Vergine... Lo fanno arrestare. (la sorella si
avvicina all’orecchio di Fulco) ...perché lo fanno arrestare...
FULCO A:- È probabile.
NASONE:Nino questo dice!
FULCO G.:- Si perché sanno che lui è con me...
FULCO A:- Si si si... mi ha detto proprio questo... mi ha detto “stanno architettando di
farmi arrestare”
FULCO G.:- Si perché sanno che loro sono con me e se gli dico di buttarsi a mare si
buttano... se li stanno tirando a se, tanto poi la colpa è mia (frase in parte
mimata con la gestualità delle mani, ndr). Tanto è vero che tutto lo show che
stanno facendo...
FULCO G.:- La cosa che dovete fare è quella là...
FULCO A:- Uh!
FULCO G.:- Subito! Quella...prima possibile...
NASONE:Quando scendo...
FULCO G.:- ... di chiamare a Nino e di fartelo portare là...
FULCO A.:- Mamma, non facciamo confusione... a Nino lo chiamo
io...devo
parlare io... fuori da casa... e tutto
FULCO G.:- Di andare a prenderlo e portarlo...
FULCO A.:- Si.... e gli dico di portare a coso...
FULCO G.:- Che se... assolutamente...neanche... a nessuno
FULCO A.:- Neanche se scende il signore
FULCO G.:- A nessuno.. perché... gli dici il perché... e che se lo tenga per lui...
FULCO A.:- Va bene... giustamente a questo fatto non ci avevo pensato
59
FULCO G.:FULCO A.:FULCO G.:NASONE:FULCO G:FULCO A.:NASONE:FULCO G.:FULCO A:FULCO G.:NASONE:FULCO G.:-
Perché in tutto questo casino, fanno...
Si.
...bisogna veder dove fanno.
Tutte le sere salgono e girano là... fanno il giro e se ne vanno...
Quelli fanno.
Quelli della piazza...o quelli?
No!
I Carabinieri...
ah!
inc.. quelli fanno...a chi fanno? A loro? no! A Nino...a
Rocco...a me
Appunto ti dico io...lascia stare
No... io ti sto dicendo... Che loro escano fuori dal giro...
Vi è poi un’ultima direttiva impartita da FULCO Giuseppe alla sorella,
cioè quella di riferire ai due ragazzi sopra menzionati (Domenico cl.83 ed
Antonino cl. 81), di non parlare né sulle auto né in alcun posto (“con la
raccomandazione... di non parlare sulle auto... di non parlare in nessun posto...e di non
parlare in nessun modo...”);
considerate le attività criminose in cui questi ultimi -
anche nel suo interesse - sono impegnati, risulta più che giustificato il timore
di Fulco Giuseppe circa possibili intercettazioni (anche di tipo ambientale)
disposte dall’A.G. nei confronti dei sodali a lui più vicini.
FULCO A:-
Noi... facciamo... assoluta indifferenza... io parlo con quei ragazzi, dopo di
ché silenzio assoluto...né... neanche io parlerò...
FULCO G:- ...e con la raccomandazione... di non parlare sulle auto... di non parlare in
nessun posto... e di non parlare in nessun modo...
FULCO A:- Se qualcuno mi dovrebbe dare... non possiamo...
FULCO G:- Con molta freddezza... (mima l’azione di mettere in tasca i soldi, ndr)
FULCO A:- ...ritirare... si chiama diplomazia. E basta! Poi noi dobbiamo essere
semplicemente impegnati in questa battaglia... (il processo, ndr)
Una parte del colloquio in esame è ancora una volta dedicata al capitolo delle
dazioni di denaro ricevute dai familiari del Fulco. In particolare NASONE Gioia
riferisce al figlio che tale “Mimmo” (NASONE Domenico cl. 69) le ha consegnato
la somma di 500,00 euro (“e… Mimmo l’altro giorno… - quando è stato? (rivolgendosi
alla figlia, ndr) -…l’altro ieri, venerdì… è salito e mi ha portato 500 (cinquecento) euro…
ha detto che…”).
A tal proposito va evidenziato, in primo luogo, il fatto che NASONE Gioia viene
interrotta bruscamente quando pronuncia le parole “ha detto che…” e viene
aspramente rimproverata dalla figlia FULCO Annunziatina per aver fatto
riferimento a dazioni di denaro (“…per favore Mamma…,ti dico di non parlare…! non
capisci…e te lo avevo detto! Meno male che te lo avevo detto!”).
A conferma peraltro
del carattere non lecito delle periodiche dazioni di denaro consegnate ai
familiari del Fulco (come si dirà tra breve si tratta con certezza di una sorta di
“stipendio” mensile versato dalla consorteria in favore di un proprio sodale
60
detenuto per “ragioni di servizio”, cioè per il contributo prestato in favore
dell’associazione) si segnala il maldestro tentativo di quest’ultimo di dare un
significato diverso all’affermazione della madre, chiedendole se si riferisse ai
soldi per la pensione (“…per il fatto della pensione?”).
In secondo luogo va rilevato che l’entità della somma erogata dal cugino
“Mimmo” è diversa e più elevata dalle altre dazioni di denaro (tutte di importi
molto ridotti), corrisposte come detto da vari soggetti; essa non a caso è
sostanzialmente corrispondente per importo (500,00 euro a fronte dei 600,00
del mese prima) e per circostanze di tempo (prima del colloquio con il
detenuto, affinchè costui possa apprezzare e venire a conoscenza del fattivo
contributo materiale mensile fornito dall’associazione ai propri familiari) a
quella fatta da GAIETTI Matteo il mese precedente (v. colloquio in carcere del
12.08.2011).
NASONE:-
e… Mimmo l’altro giorno… - quando è stato? (rivolgendosi alla figlia, ndr)
-…l’altro ieri, venerdì… è salito e mi ha portato 500 (cinquecento) euro… ha
detto che…---//
Viene subito interrotta dalla figlia---//
FULCO A:- Eee! (con tono di voce più basso, ndr) …inc… per favore Mamma…, ti dico di
non parlare…! non capisci?!---//
NASONE:- No…pensavo…---//
FULCO A.:- … e te lo avevo detto! Meno male che te lo avevo detto!---//
FULCO G.:- …per il fatto della pensione? (presumibilmente affermazione fatta per
confondere il senso del discorso nell’eventualità di essere intercettati, ndr)
NASONE:- Si…
In labiale dice qualcosa alla madre, dall’espressione si dimostra contrariato dall’intervento
della stessa (n.d.r.).
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data 23.09.2011,
autorizzata con R.I.T. n°1206/11 DDA)
Come già avvenuto in occasione del colloquio del 12.08.2011 l’attenzione di
FULCO Giuseppe si sposta nuovamente sulla contabilità interna tenuta dalla
madre. Se da un lato il Fulco raccomanda alla madre di tenere un elenco di
coloro che hanno consegnato soldi (“Scrivetelo... scrivetelo...se viene qualcuno a
casa! No per niente...per sapere uno...a chi devo dire “ciao, bello...” (mima la stretta di
mano, ndr”);
dall’altro lato, in ciò sostenuto dalla sorella Annunziatina (“Io...
l’unica cosa che ho detto alla mamma è se può evitare di scrivere cose comprensibili ”),
si dice preoccupato che tale lista possa finire nelle mani delle Forze dell’Ordine
(“Se per volontà di Dio... trovano quella cosa... che poi questi...lo sai che pensano? Ma
non voglio che... (mima con le mani a significare “non voglio che prendete appunti scritti ….
Loro dicono “tu hai un negozio? Hai una cosa? Eee... che sono? (mima la lettura di una
lista, ndr”).
Nonostante le rassicurazioni di Nasone Gioia circa il fatto di
61
utilizzare una sorta di codice di scrittura in modo da rendere la lista
incomprensibile a chi la dovesse rinvenire (“Ma tu che pensi che io scrivo...oggi,
martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, sabato e domenica!”)
il Fulco Giuseppe
continua a manifestare la sua contrarietà ed a rimanere perplesso (“ Ma che
pensi che loro...? Loro dicono “tu hai un negozio? Hai una cosa? Eee... che sono? (mima
la lettura di una lista, ndr”),
temendo tra l’altro che la madre possa dimenticare
il predetto codice criptico (“A va bene... io sono sicuro che la mamma scrive... ma poi
se le chiedo cosa voglia dire... si è dimenticata!”).
Giova sottolineare nuovamente sia il ruolo di NASONE Gioia nel raccogliere il
denaro “donato” a vario titolo al figlio da numerosi soggetti n.m.i., sia la
natura illecita di tali dazioni, tanto da spingere la stessa NASONE Gioia ad
utilizzare degli accorgimenti finalizzati ad eludere eventuali controlli delle
Forze dell’ordine.
FULCO G.:- Fammi finire... 200 glieli avevi dati tu e 200 Curella... e 200 te li hanno dati a
te...
NASONE:- ...e me li ha dati a me
FULCO G.:- ...100 se li è tenuti Ilona e 100 li ha dati a Frank... me lo ha detto...inc...
NASONE:Ascoltami...
FULCO G.:- Ma il fatto è stato dopo...inc..
NASONE:No, ma glieli ho dati io... no Ilona. Allora, Ilona me li ha dati a me; 200
li ho dati ad Ilona quella sera stessa e le ho detto di comprare qualcosa
alla bambina.
FULCO G.:- Si... ma io devo saperle queste cose!
NASONE:- Certo!
FULCO A.:- Io le ho detto... In ogni caso tutto quello che c’è...
NASONE:
Inc...
FULCO G.:- Scrivetelo... scrivetelo... se viene qualcuno a casa!
FULCO A.:- No gliel’ho detto io...
NASONE:Non ti preoccupare che... io...
FULCO A.:- Pure come si spendono...
FULCO G.:No per niente... per sapere uno... a chi devo dire “ciao, bello...”
(mima la stretta di mano, ndr)
FULCO A.:Perché le ho detto che è giusto che un domani tu sappia come sono stati
spesi... le ricevute che ti abbiamo portato...
FULCO G.:- Più che altro uno gli dice “grazie... buonanotte... ai suonatori!”
FULCO A.:- Ma è giusto!
FULCO A.:Io... l’unica cosa che ho detto alla mamma è se può evitare di scrivere
cose comprensibili
FULCO G.:Se per volontà di Dio... trovano quella cosa... che poi questi... lo sai
che pensano?
NASONE:Nooo... non ti preoccupare
…Omissis…
FULCO G:- O ma’!
NASONE:No... tu non mi conosci
FULCO A.:- No...Giuseppe... è giusto, è giusto anche per rendersi conto...
FULCO G:Ma non voglio che... (mima con le mani a significare “non voglio
che prendete appunti scritti, n.d.r.)
FULCO A.:Infatti, l’altro giorno l’ho presa e gli ho detto “fammi vedere..”, poi però
mi sono distratta...non mi ricordo che cosa è...
62
NASONE:-
Ma tu che pensi che io scrivo...oggi, martedì, mercoledì, giovedì,
venerdì, sabato e domenica!
FULCO A.:- Che c’entra mamma!
FULCO G:Ma che pensi che loro...? (mima a significare “pensi che non
riescono a ricondurre logicamente a cosa si riferiscono gli
appunti?”) Loro dicono “tu hai un negozio? Hai una cosa? Eee...
che sono? (mima la lettura di una lista, ndr)
NASONE:E chi? Ma tu sai che scrivo?
FULCO G:A va bene... io sono sicuro che la mamma scrive... ma poi se le
chiedo cosa voglia dire... si è dimenticata!
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
23.09.2011, autorizzata con R.I.T. n°1206/11 DDA)
§ 2.3 Il colloquio in carcere dell’11 novembre 2011 (R.I.T. n. 1206/11
DDA).
In data 11 novembre 2011, presso la sala colloqui della Casa Circondariale di
Benevento, veniva intercettata una conversazione tra il detenuto Fulco
Giuseppe ed i propri familiari (la madre Nasone Gioia Virgilia e la sorella Fulco
Annunziatina).
Il predetto colloquio, come ben evidenziato dalla P.G. operante nella citata
informativa depositata il 7 maggio 2012, segna un passaggio fondamentale
nello svolgimento delle indagini. Da tale colloquio in poi infatti, Fulco, la
madre e la sorella cambiano il modo di comunicare, in quanto sono venuti a
conoscenza di indagini nei loro confronti, nonchè delle conseguenti attività di
intercettazione telefonica ed ambientale in corso anche in occasione dei
colloqui in carcere.
Pertanto, attesa la necessità di aggiornare comunque il detenuto sulle vicende
relative
all’articolazione
di
‘ndrangheta
operante
a
Scilla
(esigenza
storicamente avvertita come fondamentale ed imprescindibile in presenza di
associazioni
criminali di tipo mafioso fortemente radicate nel territorio di
influenza), i partecipanti al colloquio utilizzano da quel momento in poi un
linguaggio criptico e marcatamente gestuale. In particolare, ogni qual volta
intendono conferire su argomenti di natura illecita, i familiari del Fulco e lo
stesso detenuto parlano all’orecchio oppure si esprimono a gesti e/o con
movimenti labiali afoni.
In primo luogo, all’inizio del colloquio in esame FULCO Annunziatina diversamente da quanto fatto in occasione dei precedenti incontri in carcere -
63
dopo aver ricevuto il fratello in piedi gli si avvicina abbracciandolo e
profferendo alcune parole incomprensibili all’orecchio.
Dallo stralcio della trascrizione delle conversazioni, di seguito riportato, si
coglie in modo chiaro il motivo dell’insolito comportamento tenuto da Fulco
Annunziatina. I congiunti del detenuto riferiscono a FULCO Giuseppe di essere
venuti a conoscenza del fatto che i loro colloqui in carcere sono intercettati
(“Quel fatto che ti avevo raccontato io… Quello che ti ho raccontato io! Che fanno…..che
volevano fare a Scilla? è tutto registrato!...Pure in cella!”).
A conferma di ciò, più
volte, nel corso della conversazione le donne fanno intendere al detenuto anche attraverso un continuo gesticolare - di aver saputo che lo stesso è
intercettato in ogni luogo, perfino in cella (“Si, di non aprire né bocca e né niente!”).
A questo punto il Fulco - particolarmente innervosito e sorpreso dalla notizia
(“Come cazzo devo fare i colloqui?”) - vuole capire quale sia la fonte
dell’informazione appena riferita dai congiunti (“E chi te l’ha detto a te?”). Fulco
Annunziatina, dopo una generica affermazione “lo sanno tutti” e dopo aver
manifestato il timore di essere anche lei arrestata in conseguenza di quanto
detto nel precedente colloquio (“Che mi arrestano pure a me!”), si convince - a
seguito delle pressanti richieste in tal senso del fratello (“Chi te l’ha detto?...chi
l’ha
detto ?”)
- a rivelare la fonte della notizia riservata, pronunciando il
seguente nome: “Mimmo”.
Non sussistono dubbi, per i seguenti motivi, circa l’identità del predetto
“Mimmo”, da identificarsi nel cugino del Fulco ed odierno indagato Nasone
Domenico cl. 69:
a) “cugino Mimmo” è il nome con il quale il Fulco Giuseppe - come emerge
dall’analisi della rubrica del telefono cellulare in suo possesso al
momento dell’arresto del 1° giugno 2011 (v. all. n. 10 citata informativa) - ha
memorizzato il numero telefonico 320/4821516; tale utenza è non a caso
intestata alla moglie di Nasone Domenico cl. 69, tale Bellantoni Maria
Teresa, ed è risultata essere in uso al predetto Nasone;
b) “Mimmo” ovvero “cugino Mimma” (con l’uso del femminile per tentare di
depistare le indagini) sono i nomi utilizzati dalla madre del Fulco ( v.
intercettazioni ambientale in carcere del 23.09.2011 e del 27.01.2012 RIT n. 1206/11 conversazioni telefoniche del 28.01.2012 RIT n. 2280/11 progr. n. 944 e 946; del
01.02.2012 RIT n. 2280/11 progr. n. 1004 e 1007; del 14.02.2012 RIT n. 2280/11 progr.
n. 1033)
e da Nasone Virgilia (sorella di Nasone Gioia Virgilia - conversazioni
64
telefoniche del 21.01.2012 RIT n. 2280/11 progr. n. 816 )
per indicare Nasone
Domenico cl. 69;
c) nella medesima conversazione ambientale in cui Fulco Annunziatina
rivela al fratello Giuseppe la fonte (tale “Mimmo”) che le ha indicato
l’esistenza di un’attività di intercettazione anche in carcere, emerge un
altro
elemento decisivo per poter affermare la coincidenza tra tale
“Mimmo” e Nasone
Domenico cl.
69.
La sorella del Fulco Giuseppe,
infatti, in replica ad una presumibile domanda rivolta da quest’ultimo
parlando all’orecchio, risponde a più riprese come segue: “Eh! E’ venuto con
noi oggi, si trova fuori….e Gigi! Matteo e Gigi!”.
Dal tenore della conversazione
appare evidente che Fulco Annunziatina sta riferendo al fratello il nome
dei due soggetti (“Matteo e Gigi!”) che hanno accompagnato lei e la madre
Gioia Virgilia presso il carcere di Benevento per sostenere il colloquio in
corso. Uno di tali soggetti si può identificare con certezza nell’odierno
indagato Gaietti Matteo16. Dopo pochi istanti è lo stesso Fulco a
domandare alla sorella: “E come mai?”. Dalle risposte di Fulco
Annunziatina e della madre (“FULCO A.: Perché Mimmo oggi aveva una visita
che....! NASONE G.:-…aveva una visita….! FULCO A.:-per qualche pensione…una
cosa…e quindi è venuto lui”)
emerge chiaramente la domanda di Fulco
Giuseppe, il quale vuole sapere come mai le due donne non siano state
accompagnate dal cugino Mimmo (Nasone
Domenico cl. 69). Di
conseguenza risulta chiara la risposta con la quale la madre e la sorella
del Fulco spiegano al detenuto che “Mimmo” era impegnato in una visita
presumibilmente legata all’ottenimento di una pensione e quindi è stato
Gaietti Matteo ad accompagnarle.
Ciò premesso, non vi sono dubbi sul fatto che il “Mimmo” indicato dai
partecipanti al colloquio corrisponda all’indagato Nasone Domenico cl. 69 in
quanto:
L’identificazione è certa in quanto: a) “Matteo”, nome che ritornerà più volte nei colloqui sostenuti dai
congiunti del Fulco, è il nome con il quale Fulco Giuseppe - come emerge dall’analisi della rubrica del
telefono cellulare in suo possesso al momento dell’arresto del 1° giugno 2011 - ha memorizzato il numero
telefonico 340/8260821; tale utenza risulta non a caso intestata ed in uso a Gaietti Matteo; b) nel corso di
una conversazione telefonica avvenuta l’11.11.2011 (ore 12:29) tra le utenze rispettivamente in uso a
Gaietti Matteo (340/8260821) e Fulco Annunziatina (utenza nr. 3289597545 - progressivo n°178 RIT n.
2136/11) entrambe le predette utenze cellulari agganciano non a caso ponti ripetitori siti nel comune
di Benevento (luogo in cui si trova il carcere in cui Fulco Annunziatina e la madre, accompagnate da
Gaietti Matteo e da tale Gigi n.m.i. hanno sostenuto l’11.11.2011 il colloquio in carcere con Fulco Giuseppe)
16
65
- dalla conversazione telefonica di seguito riportata, si evince che in data 11
novembre 2011 (proprio nella data del colloquio in esame) NASONE Domenico
– come riferito da Fulco Annunziatina al fratello Giuseppe – si è effettivamente
recato a Reggio Calabria per sostenere una visita medica finalizzata al
riconoscimento di un’invalidità ed all’ottenimento della relativa pensione.
NASONE D.:BUSCETI G.:NASONE D.:BUSCETI G.:NASONE D.:BUSCETI G.:NASONE D.:BUSCETI G.:-
No... non ci sono andato! No, sono dovuto andare a passare una visita
a Reggio...Al fegato?---//
No, per il fatto... avevo fatto la domanda... per gli invalidi... e mi hanno
chiamato per la visita.---//
Ah! Ah! Ed invalidi di che? Di che sei invalido?---//
Invalido! Eh... sto facendo ricorso ora pure... per... prendere la
pensione, Peppe... sono cotto!---//
Ma di che sei cotto? Il fegato?---//
Certo!---//
Alla faccia del cazzo!---//
(Conversazione n°159 del 11.11.2011 alle ore 11:19, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso
a NASONE Domenico cl. ‘69, R.I.T. n°2136/11 DDA)
- Nasone Domenico cl. 69 – ed in tal senso appare legittima la predetta
domanda del Fulco (“E come mai?”) – è proprio colui che, tra le altre cose, è
deputato ad organizzare le trasferte a Benevento della madre e della sorella
del Fulco Giuseppe in coincidenza dei colloqui che quest’ultime vanno a
sostenere con il proprio congiunto. Solo a titolo esemplificativo si segnalano
le seguenti conversazioni:

in data 14.02.2012, alle ore 08:45, NASONE Domenico chiama la
zia NASONE Gioia, la quale gli chiede se può accompagnarle lui dal
figlio giorno 24 (giorno in cui Nasone Gioia Virgilia, unitamente alla
figlia Annunziatina, sosterrà effettivamente il colloquio in carcere a
Benevento con il detenuto Fulco Giuseppe. NASONE Domenico
risponde alla zia che se gli restituiranno la macchina dall’officina
sarà lui ad accompagnarla, comunque parlerà anche con Matteo
(Conversazione del 14.02.2012 alle ore 08:45, registrata sull’utenza nr.
3495278464 in uso a NASONE Gioia al progressivo n°1127, R.I.T.
n°2280/11);

in data 15.02.2012, tramite messaggio telefonico, NASONE
Domenico riferisce a GAIETTI Matteo la necessità della zia di essere
accompagnata al colloquio e la propria indisponibilità. GAIETTI
Matteo, sempre tramite messaggio gli risponde che lo avrebbe
raggiunto per trovare una soluzione (Messaggi di testo del 15.02.2012
alle ore 12:48 ed alle ore 12:52, registrati sull’utenza nr. 3204821516 in
uso a NASONE Domenico cl. ‘69 ai progressivi n°3761, 3762 e 3763 e
sull’utenza nr. 3408260821 in uso a GAIETTI Matteo, ai progressivi n°1961,
1962 e 1963, R.I.T. 2136/11).
^^^^^
66
La successiva preoccupazione del Fulco è quella di capire se la madre e la
sorella sono venute a conoscenza anche di attività di captazione in corso
presso le loro abitazioni (ndr…..si esprime a gesti con le labbra e con le mani - …a
casa?”),
ricevendo da queste ultime – come peraltro evidenziato dalla stessa
Annunziatina già nel corso del colloquio del 23.09.2011 (“Si, ma forse non hai
capito... io anche con la mamma...a casa non la faccio parlare per niente”)
– ampie
rassicurazioni sul fatto che le stesse in casa non affrontano discorsi
“pericolosi”, tali da implicare un loro diretto coinvolgimento e/o da aggravare
la posizione del Fulco (“..io mai!... noi a casa.. non abbiamo….”).
Da quanto sopra riportato, si delinea chiaramente:
1) lo spessore criminale degli esponenti della cosca Nasone-Gaietti, la
quale - oltre ad esercitare, come si dirà di qui a breve, con la forza
dell’intimidazione
del
vincolo
associativo
e
della
condizione
di
assoggettamento e di omertà che ne deriva un controllo asfissiante sul
tessuto economico-imprenditoriale presente a Scilla, anche mediante la
commissione di innumerevoli delitti di danneggiamento ed estorsione è in grado di infiltrarsi con facilità all’interno degli apparati investigativi
dello Stato, carpendo illecitamente informazioni segrete sulle indagini in
corso. Risulta al riguardo inquietante quanto riferito dalla sorella e
dalla madre del Fulco circa l’esistenza di un’attività di intercettazione
ambientale in corso (anche in carcere), in relazione alle quali le due
donne indicano “Mimmo” (alias Nasone Domenico cl. 69) quale loro
fonte privilegiata;
2) il
ruolo di
Nasone
Domenico cl. 69, il quale – tra i promotori ed
organizzatori della consorteria
criminale
in
esame – si attiva per
ottenere da soggetti infedeli, solo formalmente a servizio dello Stato,
informazioni riservate circa le indagini in corso, potendo in tal modo
adottare ogni cautela necessaria a depistare e depotenziare le attività
investigative
in
corso,
nonché
a
salvaguardare
gli
interessi
dell’associazione mafiosa di cui fa parte e dei relativi sodali (compreso
il detenuto Fulco Giuseppe);
3) il timore di FULCO Annunziatina di essere ella stessa arrestata per
quanto detto nei colloqui in precedenza intrattenuti in carcere con il
fratello, ciò dimostrando da un lato l’indubbia attendibilità di quanto
riferito nei citati colloqui (nella specie, quello del 23.09.2011); dall’altro la
67
consapevolezza della donna di essere pienamente inserita nelle vicende
criminali dell’organizzazione e di dover dare pertanto il proprio
contributo, a maggior ragione tenuto conto dello stato di detenzione del
fratello;
Fulco accede alla saletta colloqui, la sorella gli va incontro e mentre l’abbraccia per salutarlo gli
profferisce delle parole all’orecchio. Poi il detenuto saluta i congiunti di altri detenuti e la madre
che già si era seduta nella postazione predesignata. Prima di prendere posto Annunziata, con la
scusa di abbracciare nuovamente il fratello, gli profferisce altre parole all’orecchio. Mentre Fulco
Giuseppe prende posto, la sorella gli sussurra altre parole nell’orecchio, ragione per la quale viene
richiamata dalle guardie a prendere posto.
FULCO G.:Cioè?
FULCO A.:Quel fatto che ti avevo raccontato io!
NASONE G:Tutto
FULCO G.:Uhm!
FULCO A:Quello che ti ho raccontato io! Che fanno ….. che volevano fare a Scilla?
NASONE G.: (ndr….coprendosi la bocca con le mani profferisce) … è tutto registrato!
FULCO G.:Come cazzo devo fare i colloqui?
FULCO A.:Che mi arrestano pure a me! (…ride…..)
FULCO G.:E chi te l’ha detto a te?
FULCO A.:Lo sanno tutti! …..incomprensibile …. a meno che ….. gliel’ho detto io non
c’era niente di quello che abbiamo che……;
FULCO G.:E noi che problema .... incomprensibile….?
FULCO A.:Però…..
NASONE G.:- Non te lo levare che fa freddo
(..ndr rivolgendosi a Giuseppe gli dice di non levarsi il giubbotto che fa freddo)
FULCO A.:Fa freddo! Ohu ….! (ndr… si alza in piedi per fare vedere al fratello che sta
dimagrendo….)
NASONE G.:- Guarda come gli sta pulito?
FULCO A.:Lo sapevo io….!
FULCO G.:Che cos’è?
NASONE G.:- Si è dimagrita!
FULCO G.:E tu, mamma?
NASONE G.:- Siamo qui, figlio!
FULCO G.:Che cosa ti è successo?
NASONE G.:- Eh, non mi sono sentita tanto bene!
FULCO G.:Che cosa ti è preso, ti sei abbandonata?
NASONE G.:- Non posso andare avanti, a mamma!
FULCO A.:L’amnesia!
FULCO G.:E a me cosa mi è preso, un camion di fronte?
FULCO A.:Perché? (….ride…..)
FULCO G.:(…..ride……)
FULCO A.:Perché, tu sei dimagrito. Adesso devi dimagrire!
FULCO G.:No, che mi ha preso al processo un TIR?
NASONE G.:- Ah…. Ah…. Ah……!
FULCO A.:Le hai ricevute le mie lettere?
NASONE G.:- (ndr…mettendosi la mano davanti le labbra e parlando a bassa voce dice…)
Ascolta … ascolta .. dice che …incomprensibile ….;
FULCO A.:Pure in cella!
FULCO G.:Pure?
NASONE G.:- Si, di non aprire né bocca e né niente!
FULCO G.:Chi te l’ha detto?
NASONE G.:- …(ndr gesticola facendo capire qualcosa al figlio….)
FULCO A.:Tutti …..eh …..eh…. noi non sappiamo!
FULCO G.:Chi l’ha detto?
FULCO A.:(…ndr… parla vicino all’orecchio di Giuseppe e dice…) MIMMO!
NASONE G.:- …..incomprensibile……
FULCO G.:Adesso ho capito perché…..! (ndr. ….Poi si esprime mimando solo le labbra senza
profferire parole.)
FULCO A.:(…ride…..) Così non capiamo un cazzo!
68
FULCO G.:FULCO A.:FULCO G.:FULCO A.:NASONE G.:FULCO A.:FULCO G.:FULCO A.:FULCO G.:FULCO A.:NASONE G.:FULCO A.:-
dice qualcosa all’orecchio della sorella ….incomprensibile…..
Eh! E’ venuto con noi oggi, si trova fuori.
….movimenti labiali afonici.
….e Gigi!
Gli hai detto …incomprensibile…..
Aspetta mamma, abbiamo 4 ore per dirci le cose!
…..incomprensibile…..
Matteo e Gigi!
E come mai?
Perché Mimmo oggi aveva una visita che....!
…aveva una visita….!
per qualche pensione…una cosa…e quindi è venuto lui. A dire il vero io
gliel’avevo detto a Raffaele perché pensavo che lui era da solo e invece ieri sera
mi hanno detto di no.
FULCO G.:E quindi c’è…. (ndr… gesticola con le mani come per dire che sono
controllati/intercettati in qualsiasi modo e posto…)
FULCO A.:Si in tutto….!
NASONE G.:- ….si!
FULCO A.:….completamente..!
NASONE G.:- ….dalla A alla Z!
FULCO A.:Solo che io …..
FULCO G.:(ndr…..si esprime a gesti con le labbra e con le mani) …a casa?
FULCO A.:..io mai!
NASONE G.:- noi a casa.. non abbiamo….;
FULCO A.:….io normalmente……!
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
11.11.2011, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
Il colloquio in esame evidenzia inoltre i concreti timori di Fulco
Annunziatina circa una possibile evoluzione negativa del procedimento penale
scaturito dall’arresto in flagranza del fratello, con il conseguente aggravamento
della sua posizione processuale.
Infatti è la stessa Annunziatina, dopo aver riassunto con puntualità le
richieste di pena formulate nel corso dell’udienza di discussione del citato
giudizio abbreviato contro Fulco Giuseppe (“Lui ha chiesto diciotto, il Giudice te ne
ha dati quindici e te ne sono toccati nove”),
ad esternare a quest’ultimo i rischi di
una complicazione della sua situazione nel caso in cui gli vengano contestati
anche reati associativi (“Allora prima di tutto il rischio grosso è che non facciano…. il
rischio grosso è che non facciano qualche associazione perché dice che…”).
Per tale
motivo la sorella riferisce al Fulco Giuseppe di aver già provveduto a
raccomandare a chi di dovere di prestare la massima attenzione, ciò al fine di
non aggravare, come detto, la posizione del fratello (“E quindi bisogna stare
proprio (ndr… gesticola con le mani come se fosse una bilancia). Perché se caso mai
succede qualche cosa la tua situazione non può che peggiorare. Io gliel’ho detto,
guardate e state attenti perché mio fratello sarà rovinato”).
69
Anche in questo caso emerge il pieno inserimento di FULCO
Annunziatina nelle dinamiche criminali della cosca. Si ha in particolare la
conferma, per un verso, della consapevolezza di Annunziatina in ordine al
concreto rischio venga contestato a Fulco Giuseppe ed agli altri sodali il reato
di
associazione
mafiosa;
il
ragionamento
della
Fulco
presuppone
necessariamente, sotto il profilo logico, che ella è conscia dell’esistenza di una
consorteria, della sua piena operatività e della necessità di adottare le
necessarie precauzioni (è sintomatico il gesto della bilancia, a voler evidenziare
l’esigenza di mantenere equilibrio), ciò per evitare che una situazione già
complicata possa ulteriormente aggravarsi (“…la tua situazione non può che
peggiorare…”).
Per altro verso la conversazione di seguito riportata avvalora l’ipotesi
dell’esistenza di una cosca di ‘ndrangheta, ciò deducendosi dal riferimento di
Fulco Annunziatina ad una pluralità di soggetti (“Io gliel’ho detto, guardate e
state
attenti
perché
mio
fratello
sarà
rovinato”);
si tratta ovviamente dei
componenti dell’associazione ai quali la sorella di Fulco Giuseppe, quale
componente della medesima cosca (in
caso contrario non avrebbe avuto
alcuna legittimazione ad esprimersi in tal senso), raccomanda la massima
attenzione, onde evitare di pregiudicare con le loro azioni delittuose e/o i loro
comportamenti la situazione processuale del fratello.
I congiunti parlano di argomenti generici legati alla situazione sentimentale, non molto fiorente, tra
FULCO Giuseppe e la convivente Elona. Giuseppe gli riferisce che a seguito di una nuova istanza
gli hanno permesso di poter telefonare ogni mercoledì. Nel corso della conversazione Giuseppe
riferisce che non parlerà più e chiede alla madre ed alla sorella di cosa avevano parlato nel
precedente colloquio.
…Omissis…
FULCO A.:Gliel’ho detto pure io. Tutt’al più gli ho detto un pettegolezzo che si dice nel
paese!
FULCO G.:- …incomprensibile ….. cose del giornale!
NASONE G.:- No… no….. (ndr la madre sussurra qualcosa all’orecchio di Giuseppe)
FULCO A.:Basta ….mamma …. siediti Giuseppe;
NASONE G.:-…..incomprensibile….. (ndr continua a parlare in sottovoce)
FULCO G.:- (…gesticola..)
FULCO A.:No comunque ….
NASONE G.:-Io nemmeno me lo ricordavo, fatti il conto tu?
FULCO A.:La poverella non si ricorda nulla!
FULCO G.:- Ma poi non vedi che ci mettono sempre qui
FULCO A.:Si infatti io mi sono messa qui di proposito, però …..
FULCO G.:- No sempre qui (…ride…) ….è tutta …. è tutta…
FULCO A.:eh ….eh….
NASONE G.:-Si perché…..
FULCO A.:Allora.. quindi l’istanza è a posto giusto? Questa botta senza
….incomprensibile….
FULCO G.:- Per questo mi hanno dato questa legnata!
NASONE G.:-Dodici anni avevano chiesto!
70
FULCO A.:FULCO
FULCO
FULCO
FULCO
No, l’hai ricevuta la lettera che ti ho scritto per filo e per segno? Lui ha chiesto
diciotto, il Giudice te ne ha dati quindici e te ne sono toccati nove. …..ride
…. ce li possiamo giocare questi numeri!
…..ride …. come bisogna fare, questo appello che ha detto l’avvocato?
Allora prima di tutto il rischio grosso è che non facciano…
il…..?
il rischio grosso è che non facciano qualche associazione perché dice che
…..
…..gesticola…
E quindi bisogna stare proprio (ndr… gesticola con le mani come se fosse
una bilancia). Perché se caso mai succede qualche cosa la tua situazione
non può che peggiorare. Io gliel’ho detto, guardate e state attenti perché
mio fratello sarà rovinato
G.:A.:G.:A.:-
FULCO G.:FULCO A.:-
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
11.11.2011, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
La convinzione dei familiari di Fulco di essere
intercettati trova
peraltro riscontro in alcune conversazioni telefoniche intercettate, che si
riportano di seguito:
a)
in data 04.12.2011, NASONE Gioia parla con il figlio FULCO Francesco
(fratello del detenuto Giuseppe), al quale raccomanda di non parlare
durante il prossimo colloquio in carcere con il fratello in quanto “è tutto
intercettato”.
FULCO F.:NASONE G.:FULCO F.:NASONE G.:FULCO F.:NASONE G.:-
O mamma!
Ascoltami .... ascoltami...?
Si mamma, dimmi?
Mi capisci?
Si, ma non ho nulla da dire, quindi non posso dire nulla!
Non hai capito ... non parlare. No perché sappiamo che ci sono
...incomprensibile...
FULCO F.:Si mamma, si....!
NASONE G.: Va bene a mamma?
FULCO F.:Va bene!
NASONE G.:Mi raccomando figlio? Ciao bello, ciao.
FULCO F.:Ciao.
(Conversazione n°129 del 04.12.2011 alle ore 13:32, registrata sull’utenza nr. 3495278464 in uso
a NASONE Gioia, R.I.T. n°2280/11)
b) in
data
12.12.2011
FULCO
Annunziatina
parla
con
la
figlia
TERRANOVA Beatrice. Le due donne, mentre conversano, sentono un
rumore strano ed ipotizzano che si tratti del rumore di una bobina
utilizzata
da
“qualcuno
che
è
sicuramente
interessato
alle
loro
conversazioni”.
TERRANOVA B.:-Ma notizie di zio da parte di Franci, si è saputo poi ... o l'ha allarmato e basta?
FULCO A.:No al momento non sappiamo niente, almeno quando io mio sono sentita
con zia Paola era rimasta…
TERRANOVA B.:-Ma zia è in contatto con lui?
FULCO A.:Ma lui è stato, non la chiamava mai e mi ha detto "mi ha chiamato adesso
per dirmi questa cosa" eh .. eh.. però erano rimasti che lui prima si faceva
tutti gli accertamenti e poi gli faceva sapere. Ma non credo che gli abbia
fatto sapere ancora. Al solito sono ...prima fanno ...come dire tutte le cose e
poi magari non gli fa sapere nulla. No .. ma ... oddio .. non dovrebbe in
71
questo caso visto che uno che se la caga sotto sicuramente poi la chiamerà.
Mi auguro che ci siano dopo buone notizie.
TERRANOVA B.: Si certo!
FULCO A.:Per carità!
TERRANOVA B.:...(incomprensibile)...
FULCO A.:Però per il resto non so nulla! Con Raffi ci siamo sentiti l'altra sera, l'altro
ieri sera che erano usciti.
TERRANOVA B.:-Comunque hai sentito, non hai sentito nulla al telefono?
FULCO A.:Cioè, di che?
TERRANOVA B.:-Proprio un rumore, tipo una bobina che girava tr... tr... tr...!
FULCO A.:Dove, adesso?
TERRANOVA B.:-Adesso, adesso, poi si è interrotto e ti ho risentita.
FULCO A.:Ma sicuramente qualcuno...
TERRANOVA B.:-...(incomprensibile)... meccanica ..tr.... tr....
FULCO A.:Ma sicuramente che è interessato alle nostre conversazioni è
probabile…
TERRANOVA B.:-Non siamo soli, siamo soli (ndr. canticchia il ritornello)
FULCO A.:Siamo sempre .. come si dice in buona compagnia, a mamma non
abbiamo!
TERRANOVA B.:-Ma si, contenti loro (ndr. ride)
FULCO A.:Lasciali stare purtroppo!
(Conversazione n°630 del 12.12.2011 alle ore 21:20, registrata sull’utenza 3289597545 in uso a
FULCO Annunziatina, R.I.T. n°2136/11)
Nel corso del colloquio in esame – come già in quelli precedentemente
analizzati – emerge nuovamente una grossa dazione di denaro da parte della
cosca al detenuto, a conferma che le somme di denaro cui si è fatto riferimento
nel colloquio del 12 agosto 2011 (600 euro consegnati da GAIETTI Matteo) ed
in quello del 23 settembre 2011 (500 euro consegnati da NASONE Domenico cl
’69), sono da considerarsi una sorta di retribuzione “mensile”.
In tale occasione emerge che i familiari del Fulco (nella specie NASONE Gioia)
abbiano ricevuto, per il tramite di Gaietti Matteo, una certa somma anche
dall’odierno indagato NASONE Francesco cl. 72.
FULCO Giuseppe, la madre e la sorella - consapevoli delle possibili
intercettazioni in corso anche durante il colloquio - tentano in ogni modo di
mascherare il reale oggetto dei loro argomenti, soprattutto quando questi sono
riferiti ad affari e/o a persone facenti parte dell’organizzazione criminale.
Il coinvolgimento di Nasone Francesco, detto Franco17, nella dazione del
denaro in questione si può dedurre dai seguenti elementi.
17
L’utilizzo del diminuitivo “Franco” trova conferma dai seguenti elementi: a) sulla rubrica del telefono
cellulare in uso a FULCO Giuseppe al momento dell’arresto del 1° giugno 2011, al nome “Franco” è
associata l’utenza 392/5101077 intestata a Puntorieri Domenica, compagna convivente di Nasone
Francesco cl. 72. Dalle intercettazioni telefoniche effettuate è emerso che l’utilizzatore della suddetta utenza
è proprio il predetto Nasone; b) nel corso delle conversazioni tra presenti intercettate all’interno del bar La
Genziana di Scilla gestito da Nasone Francesco cl. 72 (R.I.T. n. 319/12) gli interlocutori lo chiamano
sovente con il nome “Franco” e/o lui stesso, parlando in terza persona, usa il nome “Franco” (v.
conversazione del 26.02.2012 con Callore Salvatore) c) “Franco” è il diminutivo ripetutamente utilizzato da
Nasone Gioia Viriglia allorchè chiama il bar La Genziana e vuole parlare con Nasone Francesco
(Conversazione telefonica n°1681 del 30.03.2012 alle ore 17:56 registrata sull’utenza n°3495278464 in uso
72
Durante il colloquio Fulco Giuseppe incomincia a muovere le braccia e le
spalle a voler imitare i movimenti di una persona conosciuta anche dai propri
familiari; contestualmente alla predetta imitazione pronuncia le seguenti
parole: “Mangiati il pasticcino, mangiati il pasticcino! Mangiati un
pastetto, va’!”. Appare evidente che tale condotta del Fulco è finalizzata a
spostare la discussione sulla persona oggetto dell’imitazione senza però
consentire a terzi (nella specie, coloro che – convinzione dallo stesso maturata
e più volte espressa – stanno intercettando ed ascoltando i colloqui in carcere)
di individuare il soggetto interessato.
Seppure il riferimento ai “pasticcini” non lascia dubbi circa la riconducibilità
dell’imitazione a NASONE Francesco cl. 72 (gestore non a caso del barpasticceria La Genziana di Scilla), la visione del labiale utilizzato pochi istanti
dopo da Fulco Giuseppe conferma i precedenti sospetti; quest’ultimo, rivolto
alla sorella, pronuncia infatti la parola “Franco”.
Ma vi è di più !!
Il coinvolgimento diretto dell’odierno indagato Nasone Francesco nel periodico
versamento di somme di denaro in favore dei familiari del Fulco si evince dai
passaggi immediatamente successivi del colloquio in carcere in esame.
Una volta individuato il soggetto al centro della discussione (cioè il predetto
Nasone Francesco), Fulco Annunziatina dapprima, guardando il fratello
Giuseppe, afferma: “Eh…sì, non te l’ho detto!?”, mentre successivamente,
rivolgendosi alla madre, dice: “Che ti aveva detto?”.
Appare evidente come la sorella di Fulco Giuseppe, avendo compreso a chi
quest’ultimo si sta riferendo, voglia aggiornarlo su un fatto già accaduto e che
la stessa si era dimenticato di riferirgli (“Eh…sì, non te l’ho detto!?”).
Nasone Gioia Virgilia, su sollecitazione della figlia Annunziatina e riferendosi
ovviamente a Nasone Francesco cl. 72 (la persona in quel momento oggetto del
dialogo tra il Fulco ed i propri familiari) risponde di aver ricevuto un qualcosa
(“…Mi ha dato la…” - come si dirà tra poco una somma di denaro non meglio
quantificata) e di non aver affrontato altri particolari discorsi (“Niente! Mi ha dato
la… (incomprensibile)… Basta!”).
La conferma che l’oggetto della dazione sia
denaro viene fornita indirettamente dalla stessa Fulco Annunziatina, laddove
a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T. n°2280/11 - Conversazione telefonica n°1693 del 31.03.2012 alle
ore 20:02 registrata sull’utenza n°3495278464 in uso a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T. n°2280/11).
73
ella – rivolgendosi al fratello – afferma: “Di… di tasca sua!”, circostanza
avvolorata subito dopo dalla madre (“Ah, sì! Sì!”).
Appare ragionevole ipotizzare che l’indagato Nasone Francesco abbia inteso
corrispondere una somma extra rispetto a quella versata periodicamente
dall’associazione mafiosa in favore dei familiari del detenuto Fulco Giuseppe,
ciò deducendosi dall’utilizzo dell’inequivocabile affermazione: “…di tasca
sua”.
FULCO G.:-
E… (mima dei gesti con le braccia e con le spalle, n.d.r.)… quello… che fa… (ride
e ripete la stessa gestualità con le braccia e le spalle, n.d.r.). Mangiati il
pasticcino, mangiati il pasticcino! Mangiati un pastetto, va’!---//
FULCO A.:Non ne voglio!... (ride, n.d.r.)…---//
FULCO G.:- Hai capito? Quello che parla così… (ripete la stessa gestualità con le braccia e le
spalle, n.d.r.)…---//
NASONE G.:-E chi è? Pino “mezza lingua” dici tu?---//
FULCO G.:- Chi è?---//
NASONE G.:-Mezza lingua?---//
FULCO A.:Grida un altro po’!---//
FULCO G.:- …(rivolto alla sorella, con un movimento labiale afono sembra dire la parola
“Franco”, n.d.r.)…-//
FULCO A.:Eh!... (guarda la madre, per poi tornare a guardare il fratello, n.d.r.)… Eh… sì,
non te l’ho detto!?---//
FULCO G.:- Eh, ma che dice?... (incomprensibile)…---//
NASONE G.:-Sì! Sì!---//
FULCO A.:…(annuisce, n.d.r.)…---//
FULCO G.:- Lo prendevamo… lo prendevo in giro che lui quando parla… (ripete la stessa
gestualità con le braccia e le spalle, n.d.r.)… non so, lo hai notato che ogni
volta che… si accascia… (ripete la stessa gestualità con le braccia e le spalle,
n.d.r.)…---//
FULCO A.:…(Si rivolge alla madre, n.d.r.)… Che ti aveva detto?---//
NASONE G.:-Niente! Mi ha dato la… (incomprensibile)… Basta!---//
FULCO A.:…(Torna a rivolgersi al fratello, n.d.r.)… Di… di tasca sua!---//
NASONE G.:-Ah, sì! Sì!---//
FULCO Giuseppe e FULCO Annunziatina annuiscono ironicamente, n.d.r.---//
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
11.11.2011, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
La parte immediatamente successiva del colloquio è invece impiegata dal Fulco
Giuseppe per avere conferma dell’avvenuto versamento di denaro operato
mensilmente dalla cosca in favore dei propri familiari.
FULCO Giuseppe, consapevole delle intercettazioni in corso anche durante il
colloquio e d’accordo con i familiari, inaugura la prassi di fare riferimento agli
“orari” per indicare invece una certa quantità di denaro. Come si dirà in
seguito tale riferimento verrà utilizzato anche nel corso del colloquio in
carcere del 28.01.2012.
In particolare dalla registrazione audio-video del colloquio si nota il Fulco
Giuseppe guardare la sorella Annunziatina ed indicare il numero “otto” con le
74
due mani, pronunciando le seguenti parole: “Alle otto? O alle nove?”. La
risposta univoca della madre e della sorella è: “Le otto e mezza!”. Da una
successiva frase della stessa Annunziatina (“Ora Matteo ottocento…otto e
ci…”) si ha la duplice conferma da un lato che si tratta di una somma di
denaro (“…ottocento…otto e ci…”), laddove “otto e ci…” non è altro se non la
somma di euro 850,00 prima definita in modo criptico da Fulco Giuseppe con
l’orario “otto e mezza”; dall’altro lato che tale somma è stata corrisposta di
recente (“Ora!...Si!...Si!”) da “Matteo”, soggetto -come detto- senza dubbio
corrispondente all’indagato Gaietti Matteo e già indicato in precedenti colloqui
come la persona incaricata dalla cosca di provvedere, tra l’altro, alla consegna
della retribuzione mensile destinata al detenuto Fulco Giuseppe.
FULCO A.:FULCO G.:-
Comunque…---//
…(guarda la sorella e indica il numero “otto” con le due mani, n.d.r.)… Alle
otto? O alle nove?--//
FULCO A.:Domani verso… (si rivolge verso la madre, n.d.r.)…---//
FULCO G.:- Le otto e mezza?!---//
NASONE G.:-Le otto e mezza!---//
Si omette dalle ore 11:07:24 alle ore 11:10:10 poiché parlano di argomenti non di interesse
operativo.---//
FULCO G.:- …(cerca di attirare l’attenzione della sorella, ed una volta ottenuta le chiede
qualcosa con i soli movimenti labiali, n.d.r.)…---//
FULCO A.:Quando?---//
FULCO G.:- …(annuisce, n.d.r.)…---//
FULCO A.:Ora… (in un primo momento guarda la madre, per poi avvicinarsi all’orecchio di
questa e sussurrare, n.d.r.)… Ora Matteo ottocento… otto e ci…
(incomprensibile)…---//
NASONE G.:-Sì! Sì! No, no, no!---//
FULCO G.:- …(sbatte ripetutamente con il dito sul tavolo, chiedendo probabilmente se
ciò di cui parlano sia avvenuto ora, n.d.r.)…---//
FULCO A.:Ora!---//
NASONE G.:-Sì! Sue! Sue! Sue!---//
FULCO A.:Però nessuno vi capisce quando non volete fare capire una cosa, vero?!---//
NASONE G.:-Sì!---//
FULCO G.:- No…!---//
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data 11.11.2011,
autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
§ 2.4 Il colloquio in carcere del 27 gennaio 2012 (R.I.T. n. 1206/11 DDA).
In data 27 gennaio 2012, presso la sala colloqui della Casa Circondariale di
Benevento, veniva intercettata un’ulteriore conversazione tra il detenuto Fulco
Giuseppe ed i propri familiari (la madre Nasone Gioia Virgilia e la sorella Fulco
Annunziatina).
75
Una parte del colloquio è come al solito destinata da Fulco Giuseppe, a
verificare se i familiari hanno ricevuto la retribuzione mensile che gli è dovuta
quale affiliato alla cosca Nasone-Gaietti. Il detenuto dà abbrivio alla
discussione chiedendo informazioni circa “un avvocato”, ma il riferimento reale
è inequivocabilmente a GAIETTI Matteo.18
In particolare, FULCO Giuseppe chiede alle sue interlocutrici quando
avevano visto l’ultima volta Matteo Gaietti. Le donne inizialmente rispondono
di averlo visto la settimana scorsa, ma il detenuto chiede un particolare
assolutamente anomalo e per lui ininfluente: “A che ora, a che ora?”. A tale
domanda, la sorella risponde subito che lo hanno visto “alle sei”, prima di
venire ingenuamente contraddetta dalla madre, la quale afferma che non era
quella l’ora in cui il GAIETTI era passato (“No, prima!”). FULCO Annunziatina
ribadisce al fratello che l’incontro era avvenuto “alle sei”, ed entrambi i fratelli
deridono la madre, in quanto – a differenza di quanto accadeva in passato – la
stessa era incapace di afferrare al volo il linguaggio criptico da loro utilizzato
(“Una volta…una
volta capivi al volo! … Non solo non sente, non sa più parlare! …Una
volta ci capivamo senza che ci parlassimo!”).
Infatti il detenuto Fulco Giuseppe e la sorella, così come nel precedente
colloquio in carcere dell’11.11.2011, intendono riferirsi nuovamente ad una
somma di denaro attraverso l’apparente riferimento ad un orario, intendendo
nel caso di specie che GAIETTI Matteo ha consegnato a Nasone Gioia Virgilia
la somma di seicento euro (“alle sei”). Si ha pertanto l’ulteriore conferma che le
18
L’identificazione è certa in quanto: a) FULCO Giuseppe, dopo aver chiesto ai familiari: “A quello
quando l’hai visto, all’avvocato?”, con la mano destra rivolta verso il basso indica con le dita indice,
medio ed anulare la forma di una “M”, ciò per fare intendere bene a chi relamente si riferisca (la “M” è non a
caso l’iniziale del nome Matteo); b) la risposta della madre del Fulco (“Eh! (ndr. movimenti labiali
afoni)…Matteo, Matteo?”) conferma che il figlio vuole avere informazioni su tale “Matteo” (appunto Gaietti
Matteo); c) la madre del Fulco, sempre riferendosi a tale “Matteo”, afferma che quest’ultimo la settimana
scorsa le ha detto che doveva andare dal medico (“La settimana scorsa, ha detto che andava dal
medico”…Doveva partire, deve andare dal medico…Dice che doveva partire!”). Si precisa al riguardo
che GAIETTI Matteo, per come lo stesso ha dichiarato nel corso delle s.i.t. rese il 16.01.2012 presso la
Stazione Carabinieri di Scilla, è gravemente affetto da alcune patologie, tra le quali il diabete e
l’ammoniemia. Inoltre dall’intercettazione delle conversazioni telefoniche dallo stesso intrattenute
(Conversazione telefonica n°1669 del 19.01.2012 alle ore 08:39 registrata sull’utenza n°3408260821 in uso
a GAIETTI Matteo, autorizzata con R.I.T. n°2136/11) si è appurato che effettivamente il GAIETTI, la
settimana prima del colloquio del 27.01.2012, si è recato a Padova per essere sottoposto a visite
specialistiche; d) la madre di Fulco Giuseppe, nel riferirsi sempre a tale “Matteo”, racconta al figlio che la
moglie di “Matteo” è incinta e che partorirà a maggio (“Sua moglie è incinta! … Partorirà a Maggio!”). A
tal riguardo, si specifica che la moglie di Gaietti Matteo, tale SURACE Fortunata (nata a Scilla in data
08.08.1982), è incinta e dovrebbe partorire proprio a maggio p.v., come si evince anche dalla corrispondenza
inntercettata che GAIETTI Matteo ha inviato, in data 13.03.2012, al detenuto FULCO Giuseppe presso la
Casa Circondariale di Benevento.
76
somme versate dai partecipanti all’associazione (nella specie Gaietti Matteo)
alla madre di Fulco Giuseppe hanno una cadenza periodica e sono tutte più o
meno di uguale importo, trattandosi di un vero e proprio stipendio.
FULCO G.:- A quello quando l’hai visto, all’avvocato? (ndr. con la mano destra rivolta verso
il basso indica con le dita indice, medio ed anulare un tre o la forma di una “M”)
-------///
FULCO A.:- …(ndr. dopo che guarda la madre si rivolge al fratello e dice)… Il mese scorso. Ma
no, quando è venuto mamma? -------///
NASONE:Eh! (ndr. movimenti labiali afoni) …Matteo, Matteo?----///
FULCO A.:- Eh!... (ndr. dice qualcosa all’orecchio della madre)…-------///
NASONE:Adesso, l’ultima volta? Te l’ho detto la settimana scorsa. -------///
FULCO A.:- Eh! -------///
FULCO G.:- (ndr. Annuisce) -------///
NASONE:La settimana scorsa, ha detto che andava dal medico. -------///
FULCO G.:- A che ora, a che ora? -------///
NASONE:
Nel pomeriggio! -------///
FULCO G.:- (ndr. ride) -------///
FULCO A.:- (ndr. ride) Verso le sei! -------///
FULCO G.:- Ah! -------///
NASONE:Nel pomeriggio! -------///
FULCO A.:- Verso le sei! -------///
FULCO G.:- La scorsa settimana? -------///
NASONE:No, prima! -------///
FULCO A.:- (ndr. ride ed annuisce) Prima, verso le sette! -------///
FULCO G.:- (ndr. ride) -------///
NASONE:(ndr. s’incazza) Io non sente bene, non sento! -------///
FULCO A.:- (ndr. abbraccia la madre e la bacia sulla guancia) -------///
FULCO G.:- Una volta … una volta capivi al volo! -------///
NASONE:Quando non sento non sento. Non sento parlare! -------///
FULCO A.:- Non solo non sente, non sa più parlare! -------///
FULCO G.:(ndr. ride e fa dei movimenti labiali afoni) Una volta ci capivamo senza che ci
parlassimo! -------///
NASONE:Mi avete cacciato d’avanti, a mamma! -------///
FULCO A.:- Mamma sei tu da sola che ti stai cacciando! -------///
NASONE:Si perché mi chiudo dentro e non voglio vedere a nessuno. -------///
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
27.01.2012, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
Con riferimento alla consegna di denaro effettuata da GAIETTI Matteo, il
detenuto esprime però la propria preoccupazione circa il fatto che tali dazioni
siano state in qualche modo registrate dalle Forze dell’ordine, magari anche
attraverso una telecamera installata nei pressi dell’abitazione della madre (“Sai
che dubbio che ho? … (ndr. movimenti labiali afoni come se indicasse a casa da loro che ci
sta qualche telecamera … ndr. annuisce e con dei movimenti labiali afoni ed il segno della
mano destra fa capire che sia qualcosa. Continua a fare dei gesti con l’avambraccio destro
come “nel dare e ricevere” e poi si porta il dito davanti all’occhio come se sono visti )
e
che pertanto anche la stessa possa essere tratta in arresto (“E cosi pure a te, qui
non è che dice!”).
77
Nasone Gioia Virgilia tranquillizza però il figlio dicendogli di non averlo fatto
nemmeno entrare in casa nell’ultima occasione (“Ma lei, ma lei nemmeno entra!
...nella porta, fuori della porta”).
Ancora una volta la madre tenta di porre
ostacoli all’identificazione del “Matteo” in precedenza indicato, utilizzando il
“lei”. Si tratta di un maldestro escamotage, atteso l’impiego poco dopo del
genere maschile per riferirsi alla medesima persona, cioè come detto l’odierno
indagato Gaietti Matteo.
FULCO G.:- Sai che dubbio che ho? -------///
FULCO A.:- Eh! -------///
FULCO G.:- (ndr. movimenti labiali afoni come se indicasse a casa da loro che ci sta
qualche telecamera)----///
FULCO A.:- Da noi? -------///
FULCO G.:- (ndr. annuisce e con dei movimenti labiali afoni ed il segno della mano destra fa
capire che sia qualcosa. Continua a fare dei gesti con l’avambraccio destro
come “nel dare e ricevere” e poi si porta il dito davanti all’occhio come se
sono visti) -------///
FULCO A.:- Eh.. -------///
FULCO G.:- Hai capito? -------///
FULCO A.:- E cosi pure a te, qui non è che dice! -------///
FULCO G.:- Si va bene! Hai capito qual’è? -------///
FULCO A.:- Ma secondo me! -------///
FULCO G.:- Uhm! -------///
FULCO A.:Ma secondo me, io dall’inizio avevo fatto questa osservazione e gliel’avevo
detto pure alla mamma. Lei mi garantisce e mi rassicura che le cose sono
fatte in una maniera….. Va bene, poi alla fine, scusa…---//
FULCO G.:- (ndr. gesticola con la mano) Una, due! -------///
FULCO A.:- Eh, va bene, siccome la parentela è grande! -------///
FULCO G.:- Va bene, ok! Siccome non hai capito un cazzo. -------///
FULCO A.:- Sulla porta, sulla porta? -------///
FULCO G.:- (ndr. annuisce) Sulla imballatura! -------///
FULCO A.:Eh, eh …eh gli devo dire ….incomprensibile …. Qui, calda, calda! (ndr. lascia
intendere come se venisse arrestata dai movimenti registrati dalla
telecamera) -------///
FULCO G.:- Uhm, uhm (ndr. movimenti labiali afoni) -------///
FULCO A.:- E’ vero! -------///
FULCO G.:- (ndr. movimenti labiali afoni con le mani lascia intendere l’unione di qualcosa e poi
come se fosse arrestata) -------///
FULCO A.:- (ndr. annuisce) Potrei! -------///
FULCO G.:- (ndr. movimenti labiali afoni e ride) -------///
NASONE:- Ma…..!-------///
FULCO A.:- Io uno ne posso tollerare, più di questo non posso! -------///
NASONE:Ma lei, ma lei nemmeno entra! -------///
FULCO A.:- No! -------///
NASONE:- …
(incomprensibile)… nella porta, fuori della porta-------///
FULCO A.:- ..incomprensibile…. adesso, l’ultima? -------///
NASONE:Doveva partire, deve andare dal medico-------///
FULCO G.:- E’ andato? -------///
NASONE:Dice che doveva partire! -------///
FULCO G.:- Com’è, com’è sta bene? -------///
NASONE:Sua moglie è incinta! -------///
FULCO G.:- A, si? -------///
NASONE:A Maggio! -------///
FULCO A.:- Te l’avevo detto l’altra volta! -------///
NASONE:Partorirà a Maggio! -------///
FULCO A.:- Te l’avevo detto l’altra volta! -------///
FULCO G.:- Ah! -------///
FULCO A.:- Già a Maggio partorisce? -------///
FULCO G.:- Ma come sta lui? -------///
78
NASONE:E’ sempre un po’ bene ed un poco meno bene-------///
FULCO A.:- Chi? Ah! Si no ….incomprensibile….-------///
NASONE:Con la cura, con la cura! -------///
FULCO A.:- Quello è …incomprensibile..! -------///
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
27.01.2012, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
Il prosieguo del colloquio conferma invece il ruolo chiave ricoperto da NASONE
Domenico cl. ’69 e Nasone Rocco cl. 74 nell’ambito dell’associazione mafiosa
operante a Scilla. Ciò si desume, tra l’altro, allorchè Nasone Gioia Virgilia
riferisce al figlio che i nipoti NASONE Domenico e Rocco, in un recente
incontro avuto con questi ultimi, le avevano chiesto conto del buon esito
dell’ultima dazione di denaro consegnata da Matteo Gaietti.
In particolare è possibile risalire all’oggetto della discussione, oltre che
individuare con certezza i soggetti coinvolti (cioè Nasone Domenico cl. 69 e
Nasone
Rocco cl. 74), attraverso i seguenti elementi offerti dalla stessa
conversazione:
a) la madre del Fulco e la sorella riferiscono al proprio congiunto che
“Mimma” aveva loro chiesto conto circa il buon esito di un qualcosa
(NASONE G.: “Lei poi…. (ndr. gesticola)…. Eh….Eh…Mimma, mi aveva chiesto quel
giorno che siamo andati lì (ndr. movimenti labiali afoni); FULCO A.:-Si, voleva
sapere se era tutto a posto!”);
risulta fin troppo evidente che, tenuto conto
dell’argomento poco prima affrontato dal Fulco e dai propri familiari (cioè
la consegna di euro 600,00 da parte di Gaietti Matteo), la madre e la
sorella del Fulco si stanno senza dubbio riferendo alla dazione della
predetta somma di denaro; peraltro, come già detto, “Mimma” è il nome
che i familiari del Fulco utilizzano spesso per indicare il nipote NASONE
Domenico cl. ’69, detto “Mimmo”, nel tentativo di celare il coinvolgimento
di quest’ultimo;
b) nella medesima conversazione assumono poi particolare rilievo due frasi,
l’una rivolta al figlio da Nasone Gioia Virgilia: “Rocco,.. ha detto “no zia
..incomprensibile...siccome vengono loro!” e l’altra pronunciata dalla
sorella Annunziatina: “Si perché se no gli faranno la cresta, giusto?”.
Il combinato disposto delle predette affermazioni fornisce una sola
possibile chiave di lettura; in occasione dell’incontro tra Nasone Gioia
Viriglia (e la figlia Annunziatina) ed i nipoti Nasone Domenico cl. 69 e
79
Rocco cl. 74, è stato proprio Rocco, per come riferito dalla madre del
Fulco, a spiegare il motivo della domanda rivolta poco prima dal fratello
Domenico (NASONE G.: “-Lei poi….(ndr. gesticola)…. Eh….Eh…Mimma, mi aveva
chiesto quel giorno che siamo andati lì (ndr. movimenti labiali afoni); FULCO A.: “Si, voleva sapere se era tutto a posto!”).
La spiegazione è chiara: i soldi
vengono materialmente portati ai familiari del Fulco da altri componenti
della cosca (“no zia ...incomprensibile…siccome vengono loro!”), motivo per cui i
predetti fratelli Nasone hanno l’esigenza di controllare indirettamente il
buon esito della dazione, non provvedendovi personalmente. E’ inoltre la
stessa
Annunziatina
a
dare
un
concreto
riscontro
alla
predetta
spiegazione, laddove quest’ultima paventa altrimenti il rischio che
qualcuno possa farci “la cresta” (“Si perché se no gli faranno la cresta,
giusto?”).
Appare evidente come l’utilizzo del plurale “vengono loro” sia la
conferma di una precisa suddivisione dei compiti all’interno della cosca
mafiosa di Scilla, ciò avvalorando l’ipotesi sopra formulata della natura
composita della cosca di Scilla.
c) la circostanza dell’incontro di Nasone Gioia Viriglia con i nipoti Domenico
e Rocco trova inoltre riscontro alla luce delle conversazioni intercettate
sull’utenza in uso alla madre del Fulco, confermando pertanto senza
alcun dubbio l’identità dei soggetti sopra indicati. In particolare, in data
21.01.2012 (pochi giorni prima del colloquio in carcere in esame), viene
intercettata una telefonata tra l’odierna indagata Nasone Gioia e Nasone
Virgilia cl. 46, nel corso della quale quest’ultima dice alla sorella che i
nipoti Domenico e Rocco (cioè Nasone Domenico cl. 69 e Nasone Rocco
cl. 74) devono parlarle (“Eh, "gli dico di andare a casa?" C'è Mimmo e Rocco che
erano venuti da te!”).
La risposta di Nasone Gioia Virgilia è la seguente: “sto
scendendo” (Conversazione del 21.01.2012 alle ore 18:16, registrata sull’utenza nr.
3495278464 in uso a NASONE Gioia al progressivo n°816, R.I.T. n°2280/11).
^^^^^
Il colloquio in esame fornisce infine un altro interessante spunto investigativo,
allorchè è lo stesso Fulco Giuseppe a riferire alla madre ed alla sorella –
mediante l’utilizzo di un linguaggio volutamente criptico – di aver egli stesso
chiesto a Gaietti Matteo (componente della consorteria di cui chiaramente si
80
fida, definito nuovamente come “l’avvocato”) di consegnare mensilmente i soldi
ai propri familiari (“Io gli ho detto all’avvocato se ci saranno delle novità di venire a
dirtelo lui!”).
A tal proposito è la stessa Nasone Gioia Virgilia ad avvalorare
quanto detto dal figlio affermando quanto segue: “Si lo so ed infatti quando
viene a portarmi la ricetta me la porta nella busta!”. Va da sé che “la
ricetta” è senza dubbio la somma di denaro consegnata ogni mese dal Gaietti
Matteo, ciò deducendosi: a) dall’improbabile utilizzo del termine “ricetta” con
riferimento ad un soggetto poco prima definito “l’avvocato” (cosa peraltro
evidenziata ironicamente dallo stesso Fulco Giuseppe – “L’avvocato non dà ricette
(ndr. ride)”;
b) dal maldestro tentativo di Nasone Gioia Virgilia di dare un senso
compiuto alla precedente affermazione, il tutto accompagnato dalle risate dei
figli (“Mi porta la ricetta, quando andrà dal medico mi porterà la ricetta per dirmi le
medicine che dovrò prendere!”).
NASONE:-
Lei poi …. (ndr. gesticola) …. Eh …. Eh.. Mimma, mi aveva chiesto quel
giorno che siamo andati lì (ndr. movimenti labiali afoni) -------///
FULCO A.:- Si, voleva sapere se era tutto a posto! -------///
NASONE:E’ venuta…..(ndr. movimenti labiali afoni) -------///
FULCO G.:- Tu gli dovevi dire di no! -------///
NASONE:No! -------///
FULCO G.:- Ascoltami! -------///
NASONE:No, perché .. (ndr. movimenti labiali afoni) -------///
FULCO G.:Perché .. (ndr. movimenti labiali afoni e con le mani gesticola come per fare
capire qualche unione con qualcuno) -------///
NASONE:Rocco,.. ha detto “no zia ..incomprensibile.. siccome vengono loro!”
FULCO G.:(ndr. interrompe la madre nel dire qualcosa facendogli capire di esprimersi per
tramite dei movimenti labiali afoni) -------///
FULCO G.:- Perché…. (ndr. movimenti labiali afoni) -------///
NASONE:- (ndr. annuisce) -------///
FULCO A.:- Si perché se no gli faranno la cresta, giusto? -------///
FULCO G.:Io gli ho detto all’avvocato se ci saranno delle novità di venire a dirtelo lui!
-------///
NASONE:Si lo so ed infatti quando viene a portarmi la ricetta me la porta nella
busta! -------///
FULCO G.:- L’avvocato non dà ricette (ndr. ride) -------///
FULCO A.:- (ndr. ride) -------///
NASONE:Mi porta la ricetta, quando andrà dal medico mi porterà la ricetta per
dirmi le medicine che dovrò prendere! -------///
FULCO G.:- (ndr. continua a ridere) -------///
FULCO A.:- (ndr. continua a ridere) -------///
NASONE:- ….e come vuole Dio! -------///
FULCO G.:- Perché, purtroppo, è arrivato il tempo che uno si deve guardare per dire…-------///
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
27.01.2012, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
A ritornare dopo qualche minuto su quest’ultimo argomento è lo stesso Fulco
Giuseppe, allorchè chiede se sia stato lo stesso Gaietti ad esprimere la volontà
81
di portare i soldi personalmente. NASONE Gioia e FULCO Annunziatina
spiegano che è stato proprio GAIETTI Matteo a riferire loro di volersene
occupare personalmente (“Perché mi ha detto che vuole venire lui”), in quanto
vuole essere sicuro che al destinatario arrivi quanto previsto (“Almeno sono
sicuro! Almeno so che quella carta te la porto!”).
Quanto riportato dalla madre e dalla sorella spinge FULCO Giuseppe, su
sollecitazione della stessa Annunziatina (“Perché tu avevi questo dubbio? … avevi
questo dubbio ?”),
ad esternare nuovamente ai propri familiari i suoi vecchi
sospetti (“L’avevo avuto e me l’hanno confermato ma non di ora, per dire non una sola
volta, …da anni!”),
cioè che all’interno della cosca di ‘ndrangheta operante a
Scilla la suddivisione dei proventi dei reati non è mai stata trasparente, in
quanto qualcuno si è sicuramente appropriato di somme non dovute
sottraendole agli altri affiliati. Va peraltro evidenziato che già nel corso del
colloquio del 23 settembre 2011, FULCO Giuseppe aveva giustificato ai propri
familiari l’essersi recato in prima persona sul cantiere della Consolidamenti
speciali srl a riscuotere il provento dell’estorsione - nonostante la posizione
ricoperta nell’organizzazione - proprio per il timore che un altro eventuale
emissario della cosca potesse trattenere per sé o per altri parte del denaro
riscosso.
Le paure del fratello circa la non corretta divisione tra gli associati dei proventi
illeciti spingono dunque Fulco Annunziatina a porre al fratello Giuseppe una
domanda puntuale: “Scusa perché…quanto ti dovrebbero dare ogni
mese?”; la risposta di Fulco Giuseppe è altrettanto eloquente: “Non si sa, ma
la cosa è continua!”.
Dal predetto scambio di battute si ha la definitiva conferma che FULCO
Giuseppe usufruisce – quale appartenente alla cosca dominante nel territorio
di Scilla – di una sorta di stipendio mensile. Se le precedenti attività di
captazione dei colloqui in carcere avevano reso evidente la dazione periodica di
somme di denaro in favore dei familiari di Fulco Giuseppe, la domanda di
Fulco Annunziatina e la risposta del fratello non si prestano a diverse letture
se non
quella proposta. D’altro canto è lo stesso detenuto a non saper
determinare il quantum a lui dovuto mensilmente quale affiliato, poiché
l’importo, pur dovendo essere corrisposto con regolarità (“…la cosa è continua!”),
non è fisso (“Non si sa…”); tale ultima circostanza, oltre a trovare conferma
82
dall’ascolto dei precedenti colloqui del Fulco (come si è visto le singole dazioni
sono state di importo variabile tra i 500,00 e gli 850,00 euro), appare coerente
con l’esistenza a Scilla di un’articolazione territoriale dell’’ndrangheta, la quale
- agendo come una vera e propria “impresa del crimine” - incontra dei fisiologici
momenti di crisi, non potendo pertanto garantire agli associati (pur se
detenuti) la corresponsione di uno stipendio ad importo fisso.
FULCO G.:- Dico io… (ndr. gesticola con la mano qualcosa sul tavolo come se volesse fare
intendere due posizioni)… l’avvocato!---///
FULCO A.:- Eh! ----///
NASONE:- Eh! ----///
FULCO G.:- Ha detto che viene lui perché….; ----///
FULCO A.:- Non sappiamo perché? ----///
FULCO G.:- …vogliono venire loro? (ndr. gesticola per fare capire meglio il suo concetto) ---///
NASONE:- Vuole venire lei, l’avvocato ….. vuole venire lei! ----///
FULCO A.:- Angela, ….vuole venire Angela! ----///
NASONE:- Eh! ----///
FULCO A.:- Visto che….----///
NASONE:- Perché mi ha detto che vuole venire lui----///
FULCO G.:- Ti ha detto lui? ----///
FULCO A.:- “Almeno sono sicuro!” ----///
NASONE:- Almeno so che quella carta te la porto! ----///
FULCO A.:- Giusta, per come la scriveranno! ----///
FULCO G.:- Ti ha detto? (ndr. con la mano destra rivolta verso il basso indica con le dita
indice, medio ed anulare un tre o la forma di una “M”) ----///
NASONE:- Eh! ----///
FULCO A.:- Si! ----///
FULCO G.:- Perché …. (ndr. movimenti labiali afoni ed apre i palmi delle mani verso l’alto
come se imprecasse)FULCO A.:- Perché tu avevi questo dubbio? ----///
FULCO G.:- Eh? ----///
FULCO A.:- Avevi questo dubbio? ----///
FULCO G.:- L’avevo avuto e me l’hanno confermato ma non di ora, per dire non una sola
volta, …da anni!-///
NASONE:
- In quel posto a Jeracari lo sai che l’hanno fatto pulito? ----///
FULCO A.:- Scusa perché (ndr. si alza e parla all’orecchio del fratello) …quanto ti
dovrebbero dare ogni mese?FULCO G.:- Non si sa, ma la cosa è continua! ----///
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
27.01.2012, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
Nel passaggio di colloquio di seguito riportato FULCO Giuseppe chiede
infine ai propri familiari l’entità totale del denaro raccolto durante la sua
detenzione. La sorella, fingendo di parlare ancora una volta di un orario, gli
comunica che hanno raccolto circa quattromila euro (“verso le quattro”).
Contestualmente FULCO Annunziatina riferisce al fratello che parte di quel
denaro è stato consegnato dai “cugini” (cioè NASONE Domenico e NASONE
Rocco).
…Omissis…
83
FULCO G.:-
Ma in generale? (ndr. gesticola con la mano sinistra e con il dito indice
traccia un cerchio a 360°)-/
…Omissis…
FULCO A.:Eh, …eh …..si! Ma in totale? -------///
FULCO G.:- (ndr. annuisce con la testa) A che ora? -------///
FULCO A.:Verso le quattro! -------///
FULCO G.:- (ndr. annuisce con la testa, con movimenti labiali afoni e gesticola con la mano
destra per chiedere chi o che cosa) -------///
FULCO A.:Ma in generale! -------///
FULCO G.:- (ndr. indica qualcosa alla sorella che si trova all’interno della giacca e
gesticola con movimenti afoni della bocca per fargli capire qualcosa)---//
FULCO A.:Si! (ndr. movimenti labiali afoni) -------///
FULCO G.:- (ndr. gesticola) -------///
FULCO A.:Si, la cugina! -------///
FULCO G.:- Questo è lui! (ndr. con la mano destra rivolta verso il basso indica con le
dita indice, medio ed anulare un tre o la forma di una “M”) -------///
NASONE:Ma dimmi a me? -------///
FULCO A.:A cugina e … i due cugini! -------///
FULCO G.:- Nunziatina e coso? -------///
FULCO A.:Si! -------///
NASONE:.
Ieri mi ha chiamato pure Nunziatina. -------///
FULCO G.:- Come sta? -------///
NASONE:Mi ha detto:- “zia ti voglio comprare un chilo di carne, qualche cosa per
fargli le cotolette a Giuseppe”, gli ho detto:- “guarda a zia …..”--///
FULCO G.:- Ma non gli dire niente! -------///
NASONE:No, io non gli ho chiesto nulla! -------///
FULCO A.:Sono …..incomprensibile….-------///
NASONE:No, ma io non gli ho detto nulla, non ho cercato niente a nessuno!----///
FULCO G.:- No, digli che il mangiare lo fai tu. -------///
NASONE:Gli ho detto io:- “Nunziatina, a zia, se ne parla un’altra volta adesso il
mangiare è pronto!”. Già te l’avevo detto l’altra volta! -------///
…Omissis…
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data
27.01.2012, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
La conferma che Fulco e la sorella Annunziatina facciano riferimento
al denaro ricevuto periodicamente dalla cosca è evidente allorchè il detenuto,
con un linguaggio criptico, chiede pochi istanti dopo alla madre quanti soldi le
sono rimasti (“Ma ne hai ….. nei hai cosi?…Nei hai lasciati soldi adesso?”). NASONE
Gioia riferisce al figlio che, detratte le varie spese che la donna ha dovuto
sostenere e detratto il denaro che gli ha già inviato, le restano al momento
circa tremila euro (“Si, tre!...Tremila, tremila!... Si (ndr. ed annuisce anche con la
testa)…Perché le cose che abbiamo preso adesso…Ti ho messo i soldi adesso, e quelli che
ti avevo mandato te quando ho fatto il vaglia prima di Natale… Tre ne ho lasciati”).
Dal tenore della predetta conversazione si ha inoltre la conferma di
come il costante contributo economico fornito dalla cosca a Fulco Giuseppe
risulti fondamentale per il sostentamento del predetto detenuto e dei propri
familiari; ne è una chiara dimostrazione la frequenza con la quale nel corso dei
vari colloqui il Fulco, la madre e la sorella affrontino il tema della periodica
ricezione di somme di denaro da parte di vari emissari della cosca.
84
…Omissis…
FULCO A.:- C’è una busta ….incomprensibile…. (ndr. se si capisce bene data dalla zia Peppina
e con la mano sinistra indicando un due o tre si tocca la tempia sinistra) -------///
FULCO G.:- (ndr. movimenti labiali afoni) -------///
FULCO A.:- Dice:- “comare me lo salutate, dice, non credo se si offende vostro figlio!” -------///
FULCO G.:- No! -------///
FULCO A.:- Per niente! (ndr. ride) -------///
FULCO G.:- (ndr. ridendo e con la mano rivolgendosi verso la madre gli dice) No, vi vuole bene
assai, assai! -------///
FULCO A.:- Ma chi è questa? -------///
NASONE.:- La GIORDANO! Giordano …incomprensibile….-------///
FULCO A.:- Ah! Si, si mi ero dimenticata! -------///
FULCO G.:- Ma questo fatto quando è stato mamma? -------///
NASONE:- A Natale …..è stato! (ndr. annuisce con la testa con movimenti labiali afoni) ------///
FULCO G.:- (ndr. annuisce con la testa con movimenti labiali afoni). Ma ne hai ….. nei hai
cosi? -------///
FULCO A.:- Sei un idiota. Tu sei poi più cazzone di …..incomprensibile…-------///
FULCO G.:- (ndr. si alza e proferisce qualcosa all’orecchio della madre) -------///
NASONE:
- Si, tre! -------///
FULCO G.:- ..tre! -------///
FULCO A.:- Eh…. Eh…eh….! -------///
NASONE:- Ohu! (ndr. con movimenti labiali afoni dice). Tremila, tremila!-----///
FULCO G.:- Basta! -------///
NASONE:- ..tre! -------///
FULCO A.:- Che cosa, in tutto, adesso? -------///
NASONE:- Si (ndr. ed annuisce anche con la testa). Perché le cose che abbiamo preso
adesso…-------///
FULCO A.:- Ah, si! -------///
NASONE:- Ti ho messo i soldi adesso, e quelli che ti avevo mandato te quando ho fatto il
vaglia prima di Natale. ----//
FULCO G.:- Nei hai lasciati soldi adesso? -------///
FULCO A.:- Adesso tre! -------///
NASONE:- Tre ne ho lasciati! Eh ..eh… io a mamma-------///
FULCO A.:- Poi tu…..;-------///
FULCO G.:- Quando prenderai la pensione! -------///
FULCO A.:- Se per caso dovessi avere qualche necessità. Anche perché ci stiamo cercando di
tenere! -------///
NASONE:- Ascoltami alla bambina mandagli tu qualcosa di soldi? -------///
…Omissis…
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data 27.01.2012,
autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
La conversazione si sposta poi sulle modalità di contabilizzazione,
gestione e custodia del denaro raccolto da Nasone Gioia Virgilia. In particolare,
Fulco Giuseppe - consapevole delle indagini in corso nei suoi confronti ricorda nuovamente alla madre di non tenere in casa alcuna lista riportante i
nomi dei “benefattori” (“…Fa il segno alla madre su qualcosa di scritto o che stanno
annotando…Numeri, per dire cose .. a casa. Te l’avevo detto l’altro giorno”), in quanto in
caso di perquisizione da parte delle Forze dell’ordine rischierebbe lei stessa di essere tratta in
arresto
(“Perché
funziona…Questi
se
troveranno
capiscono
un
i
numeri
cazzo
con
scritti….No,
l’altro!”).
perché
sappiamo
come
La madre e la sorella
rassicurano Fulco Giuseppe dicendo di aver preso tutte le precauzioni
necessarie (“Si, si ho capito, già fatto!”); in particolare Nasone Gioia Virgilia
85
racconta al figlio come, in occasione di una precedente perquisizione (con ogni
probabilità quella effettuata in conseguenza dell’arresto del figlio avvenuto il 1° giugno 2011),
la
stessa abbia evitato che le Forze dell’ordine potessero venire a conoscenza e
sequestrare
documenti
compromettenti per la famiglia Fulco attraverso il
seguente escamotage, cioè nascondendo i predetti documenti insieme a quelli
relativi al proprio testamento e chiedendo poi ai Carabinieri impegnati nella
perquisizione di non prenderne visione (“Quando sono venuti per perquisirmi la
casa… Io avevo le carte… (ndr. seguita da gestualità)…Le carte che ho scritto certe cose
io…per quando morrò, per quando morrò! ... Gli ho detto io: “lì non aprite per favore che
sono cose le devono aprire dopo la mia morte!” e non l’hanno aperti!”).
FULCO G.:- (ndr. movimenti labiali afoni seguiti da gestualità. Fa il segno alla madre su
qualcosa di scritto o che stanno annotando) ----///
NASONE:- No, no----///
FULCO G.:- (ndr. compie delle gestualità con le mani) Numeri, per dire cose .. a casa. Te
l’avevo detto l’altro giorno. (ndr. movimenti labiali afoni rivolgendosi alla sorella)
----///
FULCO A.:- Non ti ho sentito, scusami ripeti? ----///
FULCO G.:- (ndr. movimenti labiali afoni seguiti da gestualità. Fa il segno alla sorella su
qualcosa di scritto o che stanno annotando) Non è che la mamma. ----///
FULCO A.:- Si, si ho capito, già fatto! (ndr. annuisce) ----///
NASONE:- Eh, eh… Peppino vai a dormire! ----///
FULCO A.:- (ndr. movimenti labiali afoni seguiti da gestualità) ----///
FULCO G.:- (ndr. movimenti labiali afoni seguiti da gestualità) Ah, è vero? Perché vengono! ---///
NASONE:- Vai a dormire! ----///
FULCO A.:- Si, basta! ----///
FULCO G.:- E sai quello che dicono ….. quelle cose (ndr. labiali afoni seguiti da gestualità.
In particolare con le mani indica un certo traffico di denaro)
NASONE:- Vai a dormire, vai a dormire! ----///
FULCO A.:- Tu però! ----///
FULCO G.:- No, te lo sto dicendo perché non so se vedete. (ndr. seguita dalla gestualità della
mano destra e con il dito indice che segna un giro di 360°)----///
NASONE:- Si, si! ----///
FULCO A.:- (ndr. ride) ----///
NASONE:- Si, ho capito! ----///
FULCO G.:- (ndr. Si alza e parla all’orecchio della madre) ..incomprensibile …. Perché se
troveranno i numeri scritti….incomprensibile…----///
NASONE:- O Peppino, quando morirò io, quando morirò io! Quando sono venuti per
perquisirmi la casa. ----///
FULCO A.:- (ndr. ride) ----///
FULCO G.:- Eh! ----///
NASONE:- Io avevo le carte… (ndr. seguita da gestualità) ----///
FULCO G.:- Del matrimonio? ----///
NASONE:- Le carte che ho scritto certe cose io ----///
FULCO G.:- Di che cosa? ----///
NASONE:- per quando morrò, per quando morrò! ----///
FULCO G.:- Ah, hai scritto delle cose? ----///
FULCO A.:- Le voglio vedere queste cose----///
FULCO G.:- Alla faccia del cazzo! ----///
NASONE:- Quelle cose che all’epoca ti avevo mandato a te e poi le ho scritte! (ndr. si rivolge
alla figlia Annunziata) FULCO A.:- (ndr. guarda la madre con sguardo attonito) ----///
NASONE:- Per quando morrò! Ti ho detto io… (ndr. movimenti labiali afoni)?---///
86
FULCO A.:NASONE:FULCO G.:NASONE:FULCO A.:FULCO G.:NASONE:FULCO G.:FULCO A.:NASONE:FULCO A.:FULCO G.:NASONE:FULCO G.:NASONE:FULCO A.:-
Ah, ah… ah…..!----///
Ah… ah….. ah……!----///
Ah, tipo un’eredità? ----///
Gli ho detto io “lì non aprite per favore che sono cose le devono aprire dopo la
mia morte!” e non l’hanno aperti! ----///
(ndr. ride) ----///
No, poi questi pensano un cazzo per un altro! (ndr. seguiti da gestualità) ----///
Non l’aprite per favore. E gliel’ho chiesto per favore e non l’hanno aperta.
Potevano guardare quello che volevano, gliel’ho detto io potete guardare dove
volete, questi ci sono le braccia di lavoro. (ndr. gesticola con le braccia) ----///
No, perché tu certe volte tu ti segni che so … la bolletta per dire di … (ndr. si
rivolge verso la sorella e gesticola) ----///
Basta! ----///
No, no! ----///
State facendo un discorso superfluo! ----///
No, perché sappiamo come funziona----///
No, io quando …incomprensibile…----///
Questi capiscono un cazzo con l’altro! ----///
Possono capire quello che vogliono, devono capire come dico io! ----///
E va bene! ----///
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data 27.01.2012,
autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
§ 3. Gli sviluppi investigativi conseguenti alla captazione dei colloqui in
carcere: l’intercettazione della corrispondenza epistolare intrattenuta dal
detenuto Fulco Giuseppe.
In data 06.02.2012 (R.I.T. n. 204/12 DDA), previa autorizzazione del
Gip in sede, veniva avviata da questa A.G. un’attività di intercettazione della
corrisponenza in entrata ed in uscita riferita al detenuto Fulco Giuseppe; dai
colloqui in carcere, come sopra ampiamente illustrati, appariva infatti certo
l’utilizzo da parte del predetto detenuto di altri mezzi (anche più tradizionali)
per comunicare con l’esterno.
Dall’esame della corrispondenza intercettata emerge in modo lampante il
ruolo e l’importanza dell’odierno indagato Nasone Francesco all’interno
dell’associazione mafiosa operante a Scilla; costui assurge – come peraltro
avvalorato dalle conversazioni captate all’interno del bar La Genziana dallo
stesso gestito e tra poco oggetto di approfondita disamina – a vero “motore”
della
consorteria
con
compiti
di
reperimento
del
denaro
necessario
all’organizzazione, di pianificazione delle azione delittuose prevalentemente di
tipo estorsivo e di successiva ripartizione tra gli associati (compresi quelli in
stato di detenzione) dei proventi illecitamente conseguiti.
In paricolare si osserva quanto segue.
87
In data 13 marzo 2012 FULCO Giuseppe riceve una lettera da GAIETTI
Matteo, nella quale quest’ultimo gli riferisce che, per motivi personali e di
salute, da un po’ di tempo non riesce ad incontrarsi con tale “Francesca””.
GAIETTI Matteo, con l’impiego di un linguaggio volutamente criptico, lo
rassicura dicendo che se l’avesse incontrata le avrebbe parlato lui (“Alla nostra
dolce Francesca quando la vedo me la scopo io, se me la da...”),
ma invita Fulco
Giuseppe a provvedere anche lui a ricordare spesso a “Francesca” il loro
rapporto (“...ma lei vuole essere scopata da te, quindi ricordaglielo spesso...”).
…omissis “Carissimo cugino. Inizio questo mio scritto per dirti che a Francesca e figli, sono
quasi due mesi che non riesco a parlare in quanto io sono in una situazione familiare e
personale dove dalla mattina alla sera sono medici, medici e ospedali ospedali, per non
dire il resto, con questo mi fermo qui senno sembra che mi lamento sempre. Come vedo sei
informato che mia moglie aspetta un altro bambino e augurando tutto bene a Maggio viene alla
luce, dandoci forza di andare avanti e superare questi periodi disgraziati che stiamo trascorrendo.
Io stasera devo andare da un legale per vedere se è pronto il tuo intero fascicolo dalla A alla Z, in
quanto tua sorella mia ha detto se riuscivo a fargli fare una copia, cosa che prima non era
possibile in quanto dovevano depositare la sentenza. Del resto che ti posso dire ………… Ti lascio
immaginare a te! Come dici tu nel tuo scritto, alla fine la giustizia trionferà augurandoti, quanto
vuole il tuo cuore che al più presto ritorni nei tuoi cari, iniziando dalla tua piccolina, che hanno
bisogno di te. Alla nostra dolce Francesca quando la vedo me la scopo io, se me la da, ma
lei vuole essere scopata da te, quindi ricordaglielo spesso …Ora ti saluto augurandoti che
per il tuo onomastico sei a casa”….Omissis
Corrispondenza ricevuta dal detenuto FULCO Giuseppe da GAIETTI Matteo, via Cimitero nr.1
Scilla, in data 13/03/2012 (RIT n. 204/12)
Dalla lettura della suddetta missiva emerge con chiarezza che il nome
“Francesca” utilizzato da GAIETTI Matteo è utilizzato in realtà per celare
l’identità di un altro soggetto e nella specie dell’odierno indagato NASONE
Francesco. D’altro canto, come già visto con riferimento a Nasone Domenico cl.
69 (più volte indicato dal Fulco Giuseppe e dai suoi familiari con il diminuitivo
“Mimma” anzichè “Mimmo”), quello di utilizzare il nome al femminile è uno dei
metodi utilizzati di sovente dagli indagati per tentare di nascondere la reale
identità dei soggetti coinvolti nelle varie discussioni, ciò a riprova della natura
illecita degli argomenti di volta in volta trattati.
L’indubitabile coincidenza tra Nasone Francesco e tale “Francesca” indicata
nella suddetta missiva, si desume agevolmente dalle seguenti circostanze:
a) nella rubrica telefonica del cellulare in uso al Fulco al momento
dell’arresto non è risultato memorizzato alcun contatto con il nome
“Francesca” (v. all. n. 10 citata informativa);
b) in data 15 febbraio 2012 NASONE Francesco chiama GAIETTI Matteo;
quest’ultimo, senza alcuna richiesta da parte del Nasone, si giustifica
88
riferendo di trovarsi in ospedale a Reggio Calabria e di aver avuto un
imprevisto legato al ricovero del proprio figlio. Dalla conversazione si
evince che il Gaietti – come espressamente promesso al Fulco nella
lettera ricevuta da quest’ultimo il 13.02.2012 – ha effettivamente
contattato Nasone Francesco; è per questo motivo che il Gaietti –
quando il Nasone lo chiama con ogni probabilità per fissare un incontro
e per vedersi – ha la premura di informare l’interlocutore di non trovarsi
a Scilla, ma in ospedale a Reggio Calabria per un problema di salute del
figlio. L’importanza della chiamata di Nasone Francesco è peraltro
avvalorata dal fatto che la stessa è l’unica tra i predetti soggetti
registrata in oltre cinque mesi di attività di intercettazione telefonica.
GAIETTI:NASONE:GAIETTI:NASONE:GAIETTI:NASONE:GAIETTI:NASONE:GAIETTI:NASONE:GAIETTI:NASONE:-
Sì?---//
Ehi, zio Matteo!---//
Oh, vedi che io sono a Reggio che... (incomprensibile)... dal bambino qua, che
è all'ospedale a Reggio!--//
Sì, lo so! Lo so! Ma... e che ha?---//
No, niente... bronchi sporchi... cose... queste cose qua!... (incomprensibile)...---//
E mannaia la madosca!---//
Eh... (incomprensibile)...---//
E va bene, andiamo!----//
Va bene! Ci sentiamo, dai!---//
Ci sentiamo!---//
Ciao!---//
Ciao, ciao.---//
(Conversazione del 15.02.2012 alle ore 16:00 registrata al progressivo n°1968
dell’utenza n°3408260821 in uso a GAIETTI Matteo ed al progressivo n°2661
dell’utenza n°3925101077 in uso a NASONE Francesco. R.I.T. n°2136/11)
c) in data 19 marzo 2012, seguendo il consiglio di GAIETTI Matteo (che in
sostanza gli scriveva di ricordare anche lui alla tale “Francesca” del loro
rapporto), FULCO Giuseppe invia una lettera proprio a NASONE
Francesco, confessando con tono sarcastico di non stare bene
(“Carissimo
cugino, come stai? Mi auguro bene, purtroppo non posso dirti lo
stesso da parte mia e tu potrai capire il perché vero?”), ricordandogli di non
trovarsi in villeggiatura (“...qua tutto scorre al solito ci sei stato quindi sai che non
è proprio una villeggiatura...”)
(“Quindi
e chiedendo allo stesso maggiore impegno
speriamo che le cose vadano meglio...In futuro ci vuole un pò di
impegno!!”).
Il detenuto conclude la missiva con la seguente frase: “spero
che sia stato chiaro”. In particolare, Fulco Giuseppe, con l’utilizzo di
espressioni dal contenuto minaccioso, fa presente che non si trova in
una bella situazione e che il destinatario della lettera sa bene il perchè
(appare chiaro il riferimento al motivo per cui il Fulco si trova
89
attualmente detenuto), manifesta a Nasone Francesco l’auspicio che le
cose vadano meglio e pertanto richiede “un pò di impegno”, cioè un
maggiore coinvolgimento della cosca nel sostegno economico da
prestare a lui ed ai suoi familiari.
…omissis “Carissimo cugino, come stai? Mi auguro bene, purtroppo non posso dirti lo stesso
da parte mia e tu potrai capire il perché vero? Quindi speriamo che le cose vadano
meglio. In futuro ci vuole un pò di impegno!! Del resto cosa dirti qua tutto scorre al solito ci
sei stato quindi sai che non è proprio una villeggiatura però ci siamo e dobbiamo farcela
piacere. Salutami tanto Mimma e spero che sia stato chiaro. In attesa ti mando un forte
abbraccio. Peppe”….Omissis
Corrispondenza inviata dal detenuto FULCO Giuseppe a NASONE Francesco19, via Roma Scilla in data 19/03/2012
– RIT n. 204/12
d) in data 25 marzo 2012 FULCO Giuseppe risponde alla missiva di
GAIETTI Matteo, esortandolo nuovamente a sollecitare lui “Francesca”,
in ragione della loro vicinanza fisica (“...tu volendo potrai vederla essendo
lì...”)
ed in quanto non vuole esporsi spesso scrivendole direttamente,
dato che la corrispondenza potrebbe essere intercettata (“...voglio evitare di
scrivergli anche perché la lettera potrebbe andare in mani sbagliate cioè suo marito,
capisci?”).
Contestualmente
FULCO
chiede
a
GAIETTI
Matteo
–
il
quale
è
perfettamente a conoscenza delle dinamiche dell’associazione in quanto ne
fa parte (“...perché sai che il nostro rapporto era particolare...“) di ricordare a
“Francesca” che lui si trova nell’attuale situazione di detenzione anche a
causa sua (“...il nostro rapporto era particolare e certamente l’abbiamo voluta in
due...”)
e adesso che lui è detenuto “ha bisogno di lei”. Tale riferimento da
parte del Fulco Giuseppe evidenzia chiaramente, fuor di metafora, il pieno
e diretto coinvolgimento di NASONE Francesco nell’estorsione che ha poi
determinato l’arresto in flagranza di FULCO Giuseppe, non potendo la
predetta frase prestarsi a diverse letture.
La missiva si chiude peraltro con un messaggio di minaccia che Fulco
chiede sia indirizzato a Nasone Francesco (alias Francesca): “mi rivolgo a te
se non ricevo sue notizie allora vuol dire che non gli interesso più!!! In
questo caso ne trarrò le conseguenze e faccio la mia vita”. Il senso
19
NASONE Francesco, nato a Scilla il 29/01/1972 ivi residente in via Roma nr.40.
90
della predetta frase è il seguente: o Nasone Francesco si interessa
economicamente di Fulco Giuseppe (e della sua famiglia) oppure lo stesso
Fulco ne trarrà le dovute conseguenze, non ultima quella di coinvolgere il
Nasone Francesco nella vicenda delittuosa per cui egli stesso è detenuto.
…omissis “Mio carissimo. Spero che questa mia ti trovi bene, lo stesso posso dirti di me al
momento, certo non è che si potrebbe stare meglio però…. Apprendo dalla tua che non ti vedi
con la tipa da un paio di mesi però tu volendo potrai vederla essendo lì, io non posso e voglio
evitare di scrivergli anche perché la lettera potrebbe andare in mani sbagliate cioè suo
marito, capisci? Da parecchio ormai non si fa sentire e questo non va bene perché sai
che il nostro rapporto era particolare e certamente l’abbiamo voluta in due, ora io che
non ci sono ho bisogno di lei se poi lei se ne frega di me basta dirmelo!!! Io capisco che
con il marito sta attraversando un particolare momento però tu trovala e con parole tue
spiega la situazione che dovrebbe capire da sola non essendo una stupida. Non voglio
rubarti altro tempo ti lascio con i tuoi problemi “purtroppo” però sappi che anche io non scherzo ne
ho in abbondanza. Non voglio essere stressante con te, ma siccome con lei hai confidenza mi
rivolgo a te se non ricevo sue notizie allora vuol dire che non gli interesso più!!! In
questo caso ne trarrò le conseguenze e faccio la mia vita. Adesso non vado oltre ti abbraccio
forte con affetto. Tuo cugino Peppe”….Omissis
Corrispondenza inviata dal detenuto FULCO Giuseppe a GAIETTI Matteo, via Cimitero nr.1 Scilla,
in data 25/03/2012 RIT n. 204/12
d) in data 25 marzo 2012 FULCO Giuseppe scrive alla madre Nasone
Gioia Virgilia, chiedendole di ricordare a qualcuno di darsi da fare, in
quanto lui “ha fame” (“Se ti capita digli di non dormire sempre perché io ho
fame”);
alla luce di quanto sopra argomentato, la persona a cui si riferisce il
Fulco è ancora una volta NASONE Francesco e l’espressione “ho fame”
allude alla mancata consegna da parte di quest’ultimo del denaro
necessario al sostentamento del detenuto Fulco Giuseppe e dei propri
familiari.
…..si omette di trascrivere integralmente la predetta lettera, in quanto FULCO Giuseppe informa
alla madre che il colloquio che ha avuto il 23 è andato bene. riportando solo le frasi d’interesse
investigativo …omissis “Mamma organizzatevi x il 13, lasciamo stare il 5 perché ci sarà un casino
e possiamo fare solo due ore, organizzatevi per il 13. Ricordati quel giornale Scilla che esce ogni
mese. Se ti capita digli di non dormire sempre perché io ho fame” …..omissis
Corrispondenza inviata dal detenuto FULCO Giuseppe alla madre NASONE Gioia, via Largo Tripi
Sup. nr.3 Scilla, in data 25/03/2012 - RIT n. 204/12
Atteso che le missive sopra indicate ruotano inequivocabilmente sul
sostegno economico che Fulco Giuseppe pretende sia assicurato a lui ed alla
sua famiglia da parte di Nasone Francesco (v. lettera inviata dal Fulco a Nasone
Francesco il 19.03.2012)
Gaietti Matteo),
ovvero da tale “Francesca” (v. scambio di corrispondenza con
non vi sono dubbi neppure sulla persona oggetto della lettera
91
indirizzata alla madre Nasone Gioia (“Se ti capita digli di non dormire sempre
perché io ho fame...”).
La conferma proviene dalle seguenti conversazioni
registrate sull’utenza telefonica in uso NASONE Gioia, nelle quali quest’ultima
chiede, non a caso, un incontro con NASONE Francesco:

in data 30 marzo 2012 (dopo aver ricevuto la predetta lettera del figlio,
spedita dal carcere di Benevento il 25.03.2012) NASONE Gioia chiama il
bar
“La
Genziana”;
risponde
PUNTORIERI
Loredana
(sorella
della
compagna di Nasone Francesco e dipendente del bar) alla quale Nasone
Gioia chiede se ha trasmesso ad una terza persona “l'imbasciata” che le
aveva affidato nei giorni precedenti (“Loredana, l’altro giorno ti avevo lasciato
una
“imbasciata”,
gliela
hai
data?”).
PUNTORIERI Loredana risponde
affermativamente invitando la sua interlocutrice a richiamare più tardi per
parlare direttamente con il destinatario della stessa “imbasciata” (“Sì,
perché viene lui, direttamente… così parlate”).
PUNTORIERI L.:Pronto, La Genziana?---//
NASONE G.:- Eh… con chi parlo, scusi?----//
PUNTORIERI L.:Loredana!---//
NASONE G.:- Loredana, l’altro giorno ti avevo lasciato una “imbasciata”, gliela hai
data?---//
PUNTORIERI L.:Eh… sì, se vuo… vuole richiamare più ta… dalle due e mezzo in
poi!---//
NASONE G.:- Va bene, dai! Ciao.---//
PUNTORIERI L.:Sì, perché viene lui, direttamente… così parlate…---//
NASONE G.:- Sì, va bene! Ciao.---//
PUNTORIERI L.:Salve.---//
(Conversazione telefonica n°1673 del 30.03.2012 alle ore 14:05 registrata sull’utenza n°3495278464 in
uso a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T. n°2280/11)

Sempre in data 30 marzo 2012 NASONE Gioia richiama il bar “La
Genziana” ed alla telefonata risponde NASONE Domenico20, al quale chiede
di poter parlare con Franco. L’interlocutore le chiede chi sia, ma NASONE
Gioia si rifiuta di dire il proprio nome al telefono e data l’insistenza di
NASONE Domenico a non volerle passare NASONE Francesco, con tono
alterato e perentorio chiede di riferire a Franco che ha chiamato la cugina e
che vuole che lo stesso passi da lei il giorno seguente (“Allora gli devi dire che
ha chiamato sua cugina… domani… se può venire…”).
Solo a questo punto
l’interlocutore si convince a passare il telefono a NASONE Francesco, al
quale NASONE Gioia chiede di andarla a trovare l’indomani (“Domani se ti
fai una passeggiata verso qua..”).
NASONE Gioia inoltre vuole avere conferma
92
del fatto che Loredana gli abbia riportato “l’imbasciata” che le aveva
affidato (“Ti ho mandato una “imbasciata” l’altro giorno là a… a Daniela, non so
come si chiama!”)
e NASONE Francesco le dice di sì, anche se non era
riuscito ad individuarne il mandante.
NASONE D.:- Pronto, La Genziana?---//
NASONE G.:- Eh… c’è Franco?---//
NASONE D.:- Chi è?----//
NASONE G.:- Eh… non si sa! C’è Franco? Dimmi sì o no!---//
NASONE D.:- Franco è qua, ma è impegnato ora! Chi è?---//
NASONE G.:- Ah! E’ impegnato!? Allora gli devi dire che ha chiamato sua cugina…
domani… se può venire…---//
NASONE D.:- Ah, e aspetta un po’! Aspetta un po’!---//
NASONE G.:- …(incomprensibile)…---//
NASONE D.:- Aspetta un poco! Vediamo se…---//
NASONE F.:Pronto?---//
NASONE G.:- Franco?---//
NASONE F.:Sì!---//
NASONE G.:- Domani se ti fai una passeggiata verso qua…---//
NASONE F.:Oh, ciao cugi… (ride)…---//
NASONE G.:- …(ride)…---//
NASONE F.:Ti ho riconosciuta!---//
NASONE G.:- Ti ho mandato una “imbasciata” l’altro giorno là a… a Daniela, non so
come si chiama!---//
NASONE F.:Non ha capito per dirmelo… che poi… ho detto io: “E chi è? Chi è? Chi
è?”---//
NASONE G.:- Va bene, dai! Franco ciao, ciao.---//
NASONE F.:Va bene! Ci sentiamo. Ciao.---//
NASONE G.:- Sì, ciao.---//
NASONE F.:Ciao, ciao.---//
(Conversazione telefonica n°1681 del 30.03.2012 alle ore 17:56 registrata sull’utenza
n°3495278464 in uso a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T. n°2280/11)

il 31 marzo 2012 NASONE Gioia chiama nuovamente il bar “La Genziana”
ed a NASONE Domenico cl. ‘85 spiega di aver saputo che NASONE
Francesco era passato da casa sua senza trovarla (“Mi hanno detto che era
salito…io ero andata al lutto… Sì, era salito!”);
pertanto chiede al suo
interlocutotore di riferire a Franco che adesso è rientrata a casa (“Sì, sì, a
casa sono ora!”).
NASONE D.:- Pronto La Genziana?---//
NASONE G.:- Eh… c’è Franco?---//
NASONE D.:- No! Gioia?----//
NASONE G.:- Sì!---//
NASONE D.:- No, non c’è…---//
NASONE G.:- Mi hanno detto che era salito… io ero andata al lutto…---//
NASONE D.:- Sì, era salito!---//
NASONE G.:- Eh! Ero andata al funerale… là al lutto, alla marina io!---//
NASONE D.:- Lui è uscito un attimo. Se tu sei a casa, io appena viene gli dico che hai
chiamato!---//
NASONE G.:- Sì, sì, a casa sono ora!---//
20
NASONE Domenico, nato a Reggio di Calabria il 27.08.1985, residente a Scilla in via Piano IV
vico.
93
NASONE
NASONE
NASONE
NASONE
D.:G.:D.:G.:-
Eh! Va bene, andiamo! O.K.!---//
O.K.! Ciao bello!---//
O.K.! Ciao, ciao.---//
Ciao, ciao.---//
(Conversazione telefonica n°1693 del 31.03.2012 alle ore 20:02 registrata sull’utenza
n°3495278464 in uso a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T. n°2280/11)
La mancanza di ulteriori telefonate da parte di NASONE Gioia consente di
ipotizzare che l’incontro con NASONE Francesco -
tanto sollecitato dal
detenuto Fulco Giuseppe - sia effettivamente avvenuto, anche se in realtà pare
non abbia sortito gli effetti sperati. Ne è una conferma il fatto che il 2 aprile
2012 NASONE Gioia, parlando al telefono con il figlio FULCO Francesco in
merito ad una lettera ricevuta da FULCO Giuseppe (nella quale quest’ultimo le
chiede di inviare 200€ a lui e 100€ alla figlia), gli riferisce di aver potuto
mandare solo 200,00 euro a Giuseppe e di dover aspettare di ricevere la
pensione per inviare quelli alla bambina. A tal riguardo risulta eloquente
l’affermazione sibillina “a riposo” con cui Fulco Francesco chiude la seguente
frase
pronunciata
della madre: “tutti
quanti
sono....”; è
il segnale
inequivocabile che i familiari di Fulco – come già avvenuto in concomitanza
con le periodiche dazioni di denaro consegnate personalmente anche da
Gaietti Matteo – sono ancora in attesa di ricevere adeguato sostegno
economico dalla cosca mafiosa operante a Scilla.
…Omissis…
FULCO F.:Senti una cosa, ti volevo dire… nella lettera che c’era scritto?---//
NASONE G.:- Eh… duecento di mandarli a lui…--//
FULCO F.:Eh!---//
NASONE G.:- E a lui glieli ho mandati!---//
FULCO F.:Eh!---//
NASONE G.:- Eh… perché qua… tut… tutti quanti sono… basta!---//
FULCO F.:…a riposo!---//
NASONE G.:- Eh! E cento di mandarli alla bambina!---//
FULCO F.:Eh!---//
NASONE G.:- Ora devo vedere se mi arriva questo po’ di pensione a me, per vedere come
posso mandarglieli!--//
FULCO F.:Eh! E va bene! Se è possibile, se non è possibile no!---//
NASONE G.:- … (incomprensibile)… Ah, certo! Se no… pazienza! Il muro non lo posso
spingere io!---//
FULCO F.:No, non ne parlare!---//
NASONE G.:- Io non lo posso spingere il muro!---//
FULCO F.:Eh!---//
…Omissis…
(Conversazione telefonica n°1720 del 02.04.2012 alle ore 21:49 registrata sull’utenza
n°3495278464 in uso a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T. n°2280/11)
94
§ 4. Ulteriori sviluppi investigativi: gli esiti dell’attività di captazione
all’interno del bar-pasticceria La Genziana di Scilla.
Dall’ascolto dei colloqui in carcere tenuti da Fulco Giuseppe con i propri
familiari
(vedi
quanto
sopra
ampiamente
argomentato
sulle
singole
conversazioni) è emersa in modo lampante l’esistenza e la piena operatività a
Scilla e nei territori limitrofi di una struttura ‘ndranghetistica, riconducibile ai
vari componenti della famiglia Nasone-Gaietti ivi storicamente dominante.
Al fine di acquisire ulteriori riscontri veniva pertanto installata nel laboratorio
del bar-pasticceria “La Genziana” di Scilla, gestito dall’odierno indagato
Nasone Francesco (detto “Franco”), apparecchiatura idonea all’intercettazione
delle conversazioni tra presenti (R.I.T. n. 319/12 DDA).
Il tenore delle prime conversazioni registrate confermava inequivocabilmente
che il predetto bar, ubicato nella piazza centrale di Scilla, era in realtà il luogo
all’interno del quale Nasone Francesco - alla presenza di altri sodali (spesso ivi
convocati attraverso telefonate dal contenuto telegrafico, in alcuni casi senza
specificare
il
motivo della richiesta ed in
altri
fornendo motivazioni
palesemente inverosimili a tutela di argomenti illeciti) - quotidianamente
pianificava, dirigeva ed organizzava molteplici e reiterate azioni delittuose di
tipo intimidatorio ed estorsivo a danno di imprese operanti nei lavori di
ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC, nonchè nei confronti di altri
soggetti esercenti altre attività economiche nel territorio di Scilla.
§ 4.1 Conversazione tra presenti del 23 febbraio 2012 (R.I.T. n. 319/12
DDA)
In data 23 Febbraio 2012, alle ore 06.09 ss, all’interno del bar “La
Genziana”, viene interecettata un’interessante conversazione tra PUNTORIERI
Pietro21 (dipendente del bar, cognato di Nasone Francesco cl. 72 ed affiliato
alla cosca mafiosa di Scilla) e LIBRO Francesco22 (dipendente del bar ed
anch’egli affiliato alla medesima cosca); in particolare il Puntorieri racconta al
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
22 Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
21
95
suo interlocutore che “il capo”, vale a dire NASONE Francesco, il giorno
precedente si era molto arrabbiato per una circostanza che aveva visto
protagonisti lo stesso PUNTORIERI e BURZOMATO Arturo (“Ieri il capo si è
incazzato!). Dal colloquio emerge che i predetti soggetti hanno attirato su di
loro l’attenzione in maniera plateale per aver scaricato con il furgoncino
solitamente in uso al NASONE un divano nella zona del porto di Scilla, non
passando pertanto inosservati a causa del forte rumore provocato. Per tale
motivo appunto il “capo” li aveva rimproverati, ammonendoli – come
raccontato dal Puntorieri – circa la necessità prestare maggiore attenzione alle
azioni compiute, ciò anche al fine di depistare gli inquirenti che sicuramente
seguono i loro movimenti e che potrebbero trarre spunto per contestare il reato
di associazione di tipo mafioso (“Qualche giorno di questi... non uno... erano questo
qua... questo di là... questo di qua... e ci menano... associazione. Fanno quell'articolo...
(incomprensibile)... con il 416 bis ci possiamo andare a ricoverare.).
Ma vi è di più !!
Come riferito con precisione dal Puntorieri al Libro nel corso della
conversazione intercettata, il NASONE si era spinto ad illustrare loro le
tecniche utilizzate dai Carabinieri per addivenire alla disarticolazione dei
sodalizi criminali, portando come esempio quelle che vengono definite “le sue
cartelle”, cioè con ogni probabilità gli atti relativi ai numerosi procedimenti
penali nei quali lo stesso Nasone Franco è rimasto coinvolto (“Ha preso le
cartelle
sue...
"Vedi?
Vedi
qua?
Solo
con...
(incomprensibile)...
e
lettere...
(incomprensibile)...qua...ed hanno scritto!... (incomprensibile)... persone, vedi? Questo
con questo, quello con quello... e che facevano? Niente, una parlata! Associazione!...
(incomprensibile)... persone.”)23.
Peraltro, come chiaramente evidenziato dallo
stesso Puntorieri, il NASONE non auspicava che costoro desistessero dal
commettere condotte delittuose, ma solo che agissero con maggiore oculatezza
per evitare la pressione delle Forze dell’Ordine, rimanendo vigili e mantenendo
la calma (“Vi sto dicendo che dobbiamo stare calmi... non è che non la dobbiamo fare
una cosa...la facciamo...però dobbiamo stare calmi! Non vedete il bordello che c'è?"...
(incomprensibile)... una faccia.”).
23
Anche alla luce di tale conversazione tra presenti si spiega la ritrosia degli odierni indagati – legati da forti
e reciproci rapporti di parentela - a frequentarsi ovvero ad incontrarsi in luoghi pubblici o aperti al pubblico
(come dimostrato dall’assenza di controlli sul territorio da parte delle Forze di Polizia attestanti i rapporti di
frequentazione, ad esempio, tra i soggetti di vertice della consorteria mafiosa (Nasone Francesco, Nasone
Domenico cl. 69 e Gaietti Matteo); allo stesso modo nel conso delle indagini sono stati molto rari i contatti
telefonici registrati tra i predetti soggetti nel corso delle attiviità di intercettazione (nella specie n. 3 contatti
tra Nasone Domenico cl. 69 e Nasone Francesco; n. 5 contatti tra Nasone Domanico cl. 69 e Gaietti Matteo;
n. 1 contatto tra Nasone Francesco e Gaietti Matteo).
96
Chiaro appare nel contesto dialogico sopra riportato il ruolo di Nasone
Francesco, il quale si preoccupa della “formazione” di Puntorieri Pietro e di
Burzomato Arturo (“...non è che non la dobbiamo fare una cosa...la facciamo...però
dobbiamo stare calmi!”),
rimproverandoli per una “bravata” commessa da questi
ultimi la sera precedente nei pressi del porto di Scilla. Da quanto riferito dal
Puntorieri il richiamo di Nasone Franco nasce dal timore di quest’ultimo –
consapevole da un lato dei rischi di far parte di una consorteria di stampo
mafioso e dall’altro della probabile esistenza di indagini in corso – di essere
nuovamente arrestato per il reato di all’art. 416-bis c.p. (“Qualche giorno di
questi...
non
uno...
erano
questo
qua...
questo
di
là...
questo
di
qua...e
ci
menano...associazione. Fanno quell'articolo... (incomprensibile)...con il 416 bis ci
possiamo andare a ricoverare!”).
Ed è per questo motivo che lo stesso Nasone,
quale affiliato di notevole spessore criminale all’interno della cosca di Scilla
(“Ha
preso le cartelle sue...”),
impartisce a Puntorieri ed a Burzomato - sodali
ancora alle prime armi - una vera e propria lezione sul come comportarsi per
evitare proprio la contestazione del predetto reato associativo (“E ci ha spiegato
tutto...un bordello di cose ci ha spiegato!”);
ciò pur continuando – come vedremo di
qui a breve – ad avvalersi in modo sistematico della forma di intimidazione del
vincolo associativo e della relativa condizione di assoggettamento e di omertà
per commettere delitti e per garantirsi profitti ingiusti attraverso un controllo
capillare delle attività economiche gravanti sul territorio di Scilla.
A tal riguardo va rilevato che il suddetto timore di Nasone Franco è
identico a quello già manifestato da altri partecipanti al medesimo sodalizio
criminoso; come emerso nel corso del colloquio in carcere del 23 settembre
2011 è la sorella del detenuto Fulco Giuseppe a far presente al fratello il
rischio legato ad una possibile contestazione di reati associativi (“Allora prima
di tutto il rischio grosso è che non facciano…. il rischio grosso è che non facciano
qualche associazione perché dice che…”),
prima di tranquillizzarlo dicendogli di
aver già provveduto a raccomandare agli altri sodali di prestare la massima
attenzione (“E quindi bisogna stare proprio (ndr… gesticola con le mani come se fosse
una bilancia). Perché se caso mai succede qualche cosa la tua situazione non può che
peggiorare. Io gliel’ho detto, guardate e state attenti perché mio fratello sarà
rovinato”).
PUNTORIERI P.:-Ieri il capo si è incazzato!
LIBRO F.:Con chi?
PUNTORIERI P.:-Con noi.
97
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
Perché?
P.:-Abbiamo fatto un bordello!
Ieri pure, un'altra volta?
P.:-Che abbiamo buttato un divano... (incomprensibile)...
Dove l'avete buttato? Dove siete andati?
P.:-Ah? Glielo abbiamo portato... (incomprensibile)... nel porto!
A chi?
P.:-Con il camion?
A Franco?"
P.:-...(incomprensibile)... (ride, n.d.r.)...
Ha alzato?
P.:-Ah?
Ha alzato?
P.:- Pisella con le... (incomprensibile)...
Quella che gli dà i soldi?
P.:-No! Un'altra! Di puttane ce ne sono... a perdere ce ne sono lì... quei cornuti!
Li hai usciti già?
P.:-Minchia, si sono spaventati tutti! Per questo Franco si è incazzato!...
(incomprensibile)... un cazzo... (incomprensibile)... "Fate gli storti..."
LIBRO F.:...(tossisce)... Ha ragione, Pietro!
PUNTORIERI P.:-Se l'è presa con me. "Tu sei sempre... (incomprensibile)... Poi dice c'è bordello
là..." Mi fa: "Qualche giorno di questi... non uno... erano questo qua...
questo di là... questo di qua... e ci menano... associazione. Fanno
quell'articolo... (incomprensibile)... con il 416 bis ci possiamo andare a
ricoverare!"
Finisce il progressivo n°62 ed inizia il progressivo n°63.---//
PUNTORIERI P.:-..(incomprensibile)... detto l'altra volta a Franco... l'altro giorno...
(incomprensibile)...
LIBRO F.:La mattina la fa Franco? O Rocco?
PUNTORIERI P.:-Non sa... (incomprensibile)...
LIBRO F.:Come?
PUNTORIERI P.:-Ora invece lo chiamiamo!
LIBRO F.:...(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:-E ci ha spiegato tutto... un bordello di cose ci ha spiegato!
LIBRO F.:...(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:-Un bordello... e noi zitti... non abbiamo detto nemmeno una parola! Ha
preso le cartelle... sue!
LIBRO F.:Ah?
PUNTORIERI P.:-Ha preso le cartelle sue... "Vedi? Vedi qua? Solo con... (incomprensibile)... e
lettere... (incomprensibile)... qua... ed hanno scritto!... (incomprensibile)...
persone, vedi? Questo con questo, quello con quello... e che facevano?
Niente, una parlata! Associazione!... (incomprensibile)... persone." Uno...
(incomprensibile)... sedici, uno... (incomprensibile)... ventidue... il minore è
quattro anni!... (incomprensibile)... "Vi sto dicendo che dobbiamo stare
calmi... non è che non la dobbiamo fare una cosa... la facciamo... però
dobbiamo stare calmi! Non vedete il bordello che c'è?"...
(incomprensibile)... una faccia!
LIBRO F.:Ah?
PUNTORIERI P.:-...(incomprensibile)... non ha parlato più!
LIBRO F.:...(incomprensibile)...---//
PUNTORIERI P.:-Dice "Così era? Ah! Ah!" Gli ho detto io "Solo che facciamo improvvisate..." gli
ho detto. Ha detto "E tu fai lo storto... non le sai queste cose? A 23 anni
non hai esperienza?" Gli dico "Sì... ma io non è che lo posso pensare che un
bombone... che c'era un attentato?!" gli ho detto io. "Questo vogliono
trovare... (incomprensibile)..."
LIBRO F.:Vanno cercando questo... vanno cercando questo... la miccia.
PUNTORIERI P.:- "Vedi... che ti sembra ora perché non c'è niente... che puoi... ti sembra
che non sono usciti... che non stanno facendo niente? Stanno
indagando... qua, quattro... (incomprensibile)... questo con questo,
questo con questo... e stanno vedendo i movimenti che facciamo. Loro
ci vedono, pure che non ci sono... (incomprensibile)... dove cazzo vai? Poi
scrivono... che cazzo se ne fottono! Tanto scrivono... mandato di
cattura... e ti fai due anni... e poi lo vediamo se sei assolto o meno!"
LIBRO F.:...(incomprensibile)... in carcere!... (incomprensibile)...
98
PUNTORIERI P.:-..(incomprensibile)... il menu Franco! Il menù di Reggio di quello che devi
mangiare se hai... se hai soldi. Gli ho detto io: "Non ne voglio menù, io!"
LIBRO F.:...(incomprensibile)... ti arrestano. Se ti vuoi cucinare tu... ogni fine mese
ti... (incomprensibile)... due o trecento euro!
PUNTORIERI P.:-No... (incomprensibile)... nessuno a me!
LIBRO F.:Franco ti paga!
PUNTORIERI P.:-Gli ho detto io: "Grazie, ma di queste cose non ne voglio io!"
LIBRO F.:"Non è cosa per me!" glielo hai detto?
PUNTORIERI P.:-Uhm!
(Conversazioni n°62 e 63 del 23.02.2012 alle ore 06:09, registrata all’interno del bar “La
Genziana” gestito da NASONE Francesco, R.I.T. n°319/12)
A conferma dell’incontro serale descritto al Libro dal Puntorieri,
nonchè dell’identità degli altri partecipanti (come detto certamente Nasone
Franco e Burzomato Arturo), giova sottolineare che la sera precedente
rispetto alla suddetta conversazione PUNTORIERI Pietro e BURZOMATO
Arturo – come si evince dalle seguenti telefonate del 22.02.2012 – si sono
incontrati ed hanno cenato a casa di NASONE Francesco:
- alle ore 20:13 del 22 febbraio 2012, PUNTORIERI Domenica (compagna di
Nasone Francesco e sorella di Puntorieri Pietro), chiama BURZOMATO Arturo
con il telefono in uso al compagno e gli chiede dove si trova. BURZOMATO le
dice di essere al bar con PUNTORIERI Pietro. La donna allora li invita a casa a
mangiare.
PUNTORIERI D.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI D.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI D.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI D.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI D.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI D.:BURZOMATO A.:-
Pronto!------//
Si! ------//
Ohu! ------//
Chi è ...incomprensibile.... ------//
Dove sei? ------//
Al bar! ------//
Con Pietro? ------//
Si! ------//
Volete mangiare? ------//
Ah! A che ora ci dobbiamo vedere? ------//
Quando volete tra 10, 15 minuti! ------//
Si, tra 15 minuti il tempo che stiamo aiutando che Mimmo si sente
male, per chiudere tutto, e stiamo salendo! ------//
PUNTORIERI D.:Va bene, ciao. ------//
BURZOMATO A.:Ma Franco è caduto dal divano? ------//
PUNTORIERI D.:Si, ciao (ndr. ride) ------//
BURZOMATO A.:Ciao, ciao. Ah, ciao! ------//
(Conversazione del 22.02.2012 alle ore 20:13, registrata sull’utenza nr. 3925101077 in uso a
NASONE Francesco al n°2881, R.I.T. n°2136/11 e sull’utenza nr. 3477365535 in uso a
BURZOMATO Arturo al n°1480, R.I.T.n°2352/11)
- alle
successive ore 21:57 PUNTORIERI Pietro viene chiamato dalla madre, la
quale gli chiede dove si trovi. Il ragazzo le risponde che sta cenando da Mimma
(PUNTORIERI Domenica, sua sorella e convivente di NASONE Francesco).
PUNTORIERI P.:CURRO' A:-
Si!-------////
Dove sei? -------////
99
PUNTORIERI
CURRO' A:PUNTORIERI
CURRO' A:PUNTORIERI
CURRO' A:PUNTORIERI
CURRO' A:PUNTORIERI
P.:P.:P.:P.:P.:-
Quì, da Mimma! Che cosa vuoi? -------////
Niente! -------////
Ah? -------////
Non ti avevo visto. -------////
Come non mi hai visto, io sono venuto, non sei salita a casa? -------////
Uhm! -------////
Più tardi vengo. -------////
Va bene, ciao. -------////
Ciao. -------////
(Conversazione del 22.02.2012 alle ore 21:57, registrata sull’utenza nr. 3466299564 in uso a
PUNTORIERI Pietro al n°807, R.I.T.n°2352/11)
§ 4.2 Conversazione tra presenti del 27 febbraio 2012 (R.I.T. n. 319/12
DDA)
Come si evince dalla trascrizione della conversazione di seguito riportata
Nasone Franco non perde occasione per manifestare le proprie preoccupazioni
in merito alla pressante attività di contrasto storicamente esercitata dalle
Forze dell’ordine e dall’A.G. nei confronti della sua famiglia (il riferimento corre
evidentemente agli arresti eseguiti nell’ambito del procedimento penale cd.
Cyrano del 1993 ed a quello successivo del 1998 (proc. pen. n. 169/98 RGNR
DDA). In particolare, la mattina del 27.02.2012, Nasone Franco24 – nel riferire
a Puntorieri Pietro25 l’oggetto di una conversazione avuta il giorno prima con
tale Callore Salvatore Emilio26 - riporta integralmente alcune delle frasi da lui
stesso utilizzate nel corso della predetta discussione: “che vengono da te a
bussarti la notte a farti la perquisizione?...(incomprensibile)…quello che è
successo...Ti sbattono (NASONE F. sbatte effettivamente qualcosa) la porta
anche a te, magari. No? Non ti ricordi? A me..(incomprensibile)...io non mi
salvo
mai...Da
me
vengono
a
bussare
perquisizione e scassano il cazzo...tutti
i
Carabinieri
a
fare
gli affiliati...dai
la
miei
cugini...da me...da mio zio...da quell'altro zio...”.
Le predette affermazioni, nella loro inequivocabile chiarezza, confermano due
fondamentali circostanze.
24
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
25
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
26
E’ il figlio di Callore Rocco (nato a Scilla il 19.02.1947), venditore ambulante che, nella notte tra il 18 ed
il 19 febbraio 2012, ha subìto l’incendio del proprio furgoncino posteggiato nei pressi del porto di Scilla. Le
attività di indagine hanno consentito – come si dirà in seguito (conversazioni tra presenti del 26.02.2012
100
Da un lato, l’attuale esistenza a Scilla – come già in passato statuito da
sentenze passate in giudicato nell’ambito del procedimento cd. Cyrano – di
una cosca mafiosa riconducibile alla famiglia Nasone-Gaietti; l’espressione
“affiliati non si presta infatti ad altra possibile interpretazione e, accompagnata
all’elencazione dei soggetti facenti parte integrante della consorteria (“ ...dai miei
cugini...da me...da mio zio...da quell'altro zio...”),
descrive plasticamente una
struttura associativa mafiosa di tipo familistico, tutta incentrata su solidi e
reciproci rapporti di consanguineità.
Dall’altro lato la partecipazione attiva dello stesso Nasone Franco (“tutti gli
affiliati....da me”)
– unitamente, come detto, ai cugini (tra gli altri, Nasone
Domenico cl. 69, Nasone Rocco cl. 74 e Fulco Giuseppe27) ed agli zii (tra gli
altri Gaietti Matteo28) – alla suddetta cosca mafiosa.
La riprova dell’esistenza della cosca oso è peraltro fornita dallo stesso Nasone
Francesco in un passaggio della medesima conversazione con Callore
Salvatore, laddove – in perfetto stile mafioso – si rivolge al suo interlocutore nei
seguenti termini: “Hai chiesto ai tuoi cugini come si ragiona a Gioia
Tauro?...che sanno come si ragiona a Gioia Tauro? o no? ... Qui purtroppo
non si fa nulla!...Ognuno si sta bello tranquillo qui! Si alza la mattina
ed alza le serrande per bene, "pulite". No, ..(incomprensibile)... - per direche se non hanno fatto quello che hanno fatto ogni mese.... li fanno
saltare in aria con tutti i palazzi!”.
Il “rammarico” espresso da Nasone Franco per la situazione esistente a Scilla è
la dimostrazione più lampante del suo essere partecipe e promotore di una
cosca mafiosa; lo stesso Nasone vuole però che il modus agendi della cosca di
Scilla sia più orientato ad imporre un clima di terrore ed assoggettamento del
tipo di quello esistente – a suo dire – nei territori controllati dalle strutture
R.I.T. n. 319/12) – di attribuire la paternità di tale danneggiamento a Nasone Francesco, Puntorieri Pietro e
Burzomato Arturo.
27
A conferma del fatto che Nasone Francesco consideri Fulco Giuseppe un suo “cugino” (pur non
essendo formalmente legati da tale vincolo di parentela) occorre rilevare che, in data 19 marzo 2012, Fulco
Giuseppe invia a Nasone Francesco dal carcere di Benevento una missiva nella quale così esordisce:
“Carissimo cugino” (RIT n. 204/12).
28
A conferma del fatto che Nasone Francesco consideri Gaietti Matteo un suo “zio” (pur non essendo
formalmente legati da tale vincolo di parentela, in quanto in effetti Gaietti Matteo è cugino in primo grado di
Nasone Virgilio Giuseppe, padre di Nasone Gfrancesco cl. 72) giova evidenziare che, in data 15 febbraio
2012 in una conversazione telefonica con Gaietti Matteo il Nasone Francesco così esordisce: “Ehi, zio
Matteo!” (Conversazione del 15.02.2012 alle ore 16:00 registrata al progressivo n°1968 dell’utenza
n°3408260821 in uso a GAIETTI Matteo ed al progressivo n°2661 dell’utenza n°3925101077 in uso a
NASONE Francesco. R.I.T. n°2136/11).
101
‘ndranghetistiche della zona di Gioia Tauro. Risulta poi eloquente il riferimento
dello stesso Nasone Franco al pagamento mensile del “pizzo” (“...che se non
hanno fatto quello che hanno fatto ogni mese...li fanno saltare in aria con tutti i
palazzi!”),
come vedremo una delle modalità più ricorrenti con le quali il
sodalizio di cui fa parte realizza profitti ingiusti e li distribuisce tra i vari sodali
(v. le somme di denato versate periodicamente in favore del detenuto Fulco Giuseppe).
NASONE F.:-
No... non ho pensato a te... qua e là... ci siamo trovati a parlare con i miei
cugini...". "Ed i tuoi cugini - gli ho detto io- sono amici miei. I tuoi
cugini..(incomprensibile)... "Ieri glieli ho dovuti portare - per dire- è giusto.... li
mandano da te...". "Quindi? Che vuoi che ti dica io? Che vuoi che ti dica? “Non ti
preoccupare” gli ho detto io “che, prima o poi, si sanno le cose. Che ti pensi” gli
ho detto io “quello che succede” per dire “che vengono da te a bussarti la
notte a farti la perquisizione?... (incomprensibile)… quello che è
successo...” gli ho detto io “Ti sbattono (NASONE F. sbatte
effettivamente qualcosa) la porta anche a te, magari. No? Non ti
ricordi? A me..(incomprensibile)... io non mi salvo mai... Da me vengono
a bussare i Carabinieri a fare la perquisizione e scassano il cazzo...
tutti gli affiliati... dai miei cugini... da me...da mio zio... da quell'altro
zio...
…Omissis…
NASONE F.:-…(incomprensibile) …Gli ho detto: " Hai chiesto ai tuoi cugini come si ragiona a
Gioia Tauro?... che sanno come si ragiona a Gioia Tauro? o no? Qui
purtroppo non si fa nulla![08:33:41] Ognuno si sta bello tranquillo qui!
Si alza la mattina ed alza le serrande per bene, "pulite". No,
..(incomprensibile)... - per dire- che se non hanno fatto quello che hanno
fatto ogni mese.... li fanno saltare in aria con tutti i palazzi!
(Conversazioni n°456 del 27.02.2012 alle ore 08:22, registrata all’interno del bar “La Genziana”
gestito da NASONE Francesco, R.I.T. n°319/12)
§ 4.3 Conversazione tra presenti del 1° marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12
DDA)
La conferma, come detto, che l’attività preminente della cosca mafiosa
di Scilla consiste nella richiesta sistematica di denaro alle imprese ed ai
soggetti economici operanti nel proprio territorio di “competenza” è data dalla
conversazione registrata il 1° marzo 2012, alle ore 19,00 circa, all’interno del
laboratorio del bar “La Genziana” tra NASONE Francesco29 e CALABRESE
Carmelo30.
29
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
30
CALABRESE Carmelo, nato a Torino il 23.07.1972, residente a Scilla in via Ieracari n°27 int. 5,
incensurato, dipendente della CALME BETON s.r.l. con mansioni di “palista”. L’identificazione del
Calabrese Carmelo è certa in quanto: a) NASONE chiama il suo interlocutore “Melo”, notoriamente
102
Nell’ambito di tale conversazione infatti NASONE Francesco riferisce a
CALABRESE
che
un
soggetto
(poi
identificato
in
Speziali
Lorenzo,
amministratore unico della ditta CALME BETON s.r.l.31) si è recato da lui in
tarda mattinata (“E' venuto... (incomprensibile)...verso le dodici e mezzo...”) per
consegnargli dei soldi e che tale somma non era quella dovuta (“Quanto? ... solo
questo mi ha dato...").
La natura illecita della somma ricevuta da Nasone Franco trova
riscontro alla luce di quanto riferito da quest’ultimo al suo interlocutore nel
prosieguo della conversazione. In particolare Nasone Franco – fornendo in tal
modo anche elementi decisivi al fine di identificare la ditta Calme Beton srl ed
il suo legale rappresentante – racconta a Calabrese Carmelo la situazione di
difficoltà, anche economica, in cui si trova il soggetto che gli ha consegnato la
somma di denaro, ciò a causa da un lato dei controlli a tappeto operati, tra gli
altri, dalla Capitaneria di Porto (“...che già ci fanno dei problemi qua che ci stanno
controllando a tappeto. L'altro ieri... dice... (incomprensibile)...mila euro di multa...la
Capitaneria
di
Porto
che
abbiamo
scaricato
acqua...”)
e
dall’altro
lato
dall’impossibilità - essendovi altrimenti il rischio di essere arrestati - di
fatturare una quantità di cemento superiore a quella realmente caricata sulle
betoniere ("...che sono due metri in meno sulla betoniera...invece di caricarne otto, ne
caricano sei...che poi...poi mi fanno arrestare...perchè noi siamo i responsabili... io e
mio fratello ...E allora ho rifiutato”).
Ben si comprende come il soggetto che ha
versato il corrispettivo di denaro n.m.q. in favore Nasone Franco è una ditta
impegnata nella lavorazione del calcestruzzo, pertanto del tutto estranea
all’attività commerciale svolta dal Nasone (cioè la gestione del bar-pasticceria
La Genziana).
Un passaggio decisivo della conversazione in esame è però quello di seguito
riportato, laddove - sempre proseguendo a parlare del soggetto in questione Nasone Franco afferma: “ha detto: "Mio fratello ora è a Catanzaro...perchè
diminuitivo di Carmelo; b) la voce di tale “Melo” è la stessa dell’utilizzatore dell’utenza telefonica
331/7275852 intestata proprio al predetto CALABRESE Carmelo, soggetto che spesso viene convocato
presso il bar dallo stesso NASONE; c) la voce di tale “Melo” è stata registrata, in data 3.03.2012, all’interno
del bar La Genziana nel corso di una conversazione con NASONE Franco, PUNTORIERI Pietro e
BURZOMATO Arturo durante la pianificazione di un danneggiamento alla ditta Fondazioni Speciali; il
Calabrese dispensa in quell’occasione consigli su come manomettere e/o danneggiare i macchinari della
predetta ditta dimostrando conoscenza tecnica degli stessi, circostanza quest’ultima avvalorata dalle sue
specifiche mansioni lavorative.
31
La CALME BETON s.r.l. ha sede a Catanzaro ed è una ditta specializzata nella lavorazione e fornitura di
calcestruzzo, attualmente impegnata nei pressi di Scilla nei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3
SA-RC nell’ambito del 6° macrolotto. La Calme Beton srl – il cui amministratore unico è SPEZIALI Lorenzo
103
voleva parlare con te...perchè io gli avevo mandato un'imbasciata...per
non scendere...per dire...dal 3%”. Aggiunge poi lo stesso Nasone: “ha detto:
“Ora mio fratello non c'è...ora manca un mese." Doveva scendere il 6...
(incomprensibile)... "Ora... (incomprensibile)... ora non lo so se scende... vi
vedete domani, perchè ora lui riparte un'altra volta, però...io ordine di
licenziamento ho... e poi chi sarà che deve venire...(incomprensibile)...
puoi parlare"...."Va bene..." -gli ho detto io: "...io voglio parlare con... con
tuo fratello!"....capisci, Melo? Se se ne vanno questi... non so con chi
dobbiamo parlare più!”).
Dalla ricostruzione complessiva della conversazione tra Nasone Franco e
Calabrese Carmelo è possibile trarre le seguenti conclusioni:
a) il Nasone riceve dall’amministratore unico della Calme Beton srl32 una
somma di denaro non meglio quantificata;
(nato a Catanzaro il 30.01.1971) – è interamente di proprietà della CALME s.p.a.., il cui amministratore
unico è il fratello di SPEZIALI Lorenzo, tale Speziali Giuseppe (nato a Catanzaro il 05.01.1963).
32 La riconducibilità della conversazione in esame alla Calme Beton srl ed al suo amministraotre
unico (ovvero Speziali Lorenzo) è certa in quanto: a) nella conversazione Nasone Franco parla di carichi
di calcestruzzo nelle betoniere; la Calme Beton srl - attualmente impegnata nei pressi di Scilla nei lavori di
ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC nell’ambito del 6° macrolotto - è una ditta specializzata proprio
nella lavorazione e fornitura di calcestruzzo; b) nella conversazione in esame si fa riferimento a controlli
operati dalla Capitaneria di Porto nei confronti della società in questione, poi sfociati in una multa per aver
“scaricato acqua”; effettivamente in data 15 dicembre 2011 la società Calme Beton srl è stata fatta oggetto di
un controllo operato dalla Capitaneria di Porto di Reggio Calabria, cui ha fatto seguito in data 1° febbraio
2012 una contestazione d’infrazione per la non conformità ai parametri di legge delle acque reflue
provenienti dall’impianto della citata società e l’applicazione di una sanzione amministrativa, da
determinarsi in separata sede, compresa tra un minimo di 3.000,00 euro ed un massimo di 30.000,00 euro;
c) nella conversazione in esame si fa riferimento agli obblighi legati al pagamento di una multa comminata
dalla Capitaneria di Porto (“L'altro ieri... dice... (incomprensibile)... mila euro di multa... la Capitaneria di
Porto che abbiamo scaricato acqua... (incomprensibile)... è a nome mio e se non la pagano loro, la devo
pagare io”); che la multa sia quella sopra indicata, inflitta anche alla Calme Beton srl e dunque al suo
legale rappresentante Speziali Lorenzo, si evince dal fatto che l’infrazione (v. all. n. 15 citata informativa) è
stata contestata in solido, oltre che alla Calme Beton srl, anche alla SA-RC SCPA (cioè il consorzio che si è
aggiudicato l’appalto per l’ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC); si capisce allora perchè Speziali
Lorenzo (a.u. della Calme Beton srl) – cioè l’interlocutore di Nasone Francesco – evidenzi correttamente che,
qualora la sanzione non verrà pagata dal consorzio SA-RC SCPA, dovrà essere lui, quale co-obbligato in
solido, a versare quanto dovuto all’Erario (in effetti nel citato verbale di contestazione dell’infrazione
amministriva uno dei co-obbligati in solido è proprio Speziali Lorenzo, quale a.u. della Calme Beton srl); d)
dalla conversazione in esame si evince che colui il quale ha consegnato la somma di denaro a Nasone
Francesco (e che con quest’ultimo ha dialogato) ha un fratello che in quel momento si trova a Catanzaro;
Speziali Lorenzo ha effettivamente un fratello, tale Speziali Giuseppe (amministratore unico della Calme
spa); non a caso la Calme spa ha sede a Catanzaro e lo stesso Speziali Giuseppe è residente a Catanzaro; e)
nella conversazione in esame Nasone Francesco dice a Calabrese Carmelo di aver chiesto al suo
interlocutore di parlare con il fratello, al quale peraltro aveva mandato in precedenza “un’imbasciata”; si
evince dunque che il predetto fratello ha certamente un ruolo sovraordinato rispetto all’interlocutore di
Nasone Franco. Non è un caso, per l’appunto, che SPEZIALE Giuseppe (peraltro più anziano del fratello
Lorenzo) sia l’amministratore unico della CALME s.p.a., la quale è proprietaria del 100% delle quote della
CALME BETON s.r.l.; f) l’espressione “qua da Scarano ?”, utilizzata da Calabrese Carmelo, conferma
l’inequivocabile riferimento alla Calme Beton, in quanto – come emerge dalla C.N.R. n. 160/11 della
Capitaneria di Porto, Guardia Costiera di Reggio Calabria (v. all. n. 14 citata informativa) – l’impianto di
produzione di calcestruzzo presso il quale opera attualmente la Calme Beton è stato realizzato dalla ditta
Scarano srl di Scilla e venduto nei primi mesi del 2011 proprio alla Calme Beton.
104
b) dal tenore della discussione – il cui contenuto viene riportato fedelmente da
Nasone Francesco a Calabrese Carmelo – si può facilmente dedurre che il
legale rappresentante della ditta CALME BETON s.r.l. ha motivato la
diminuzione della somma corrisposta a NASONE con i problemi che la stessa
ditta sta affrontando anche a seguito dei controlli operati dalla Capitaneria di
Porto presso i propri stabilimenti di produzione di calcestruzzo;
c) l’intensificarsi dei controlli rende inoltre impossibile alla ditta fatturare una
quantità di cemento superiore a quella realmente caricata sulle betoniere,
rendendo quindi ulteriormente difficoltoso il reperimento di somme di denaro
“extra” (“quando fanno il carico di cemento... lo fanno due metri in meno della...
di carico…” “...che sono due metri in meno sulla betoniera... invece di caricarne
otto, ne caricano sei... che poi... poi mi fanno arrestare... perchè noi siamo i
responsabili... io e mio fratello. E allora ho rifiutato, che già ci fanno dei problemi
qua che ci stanno controllando a tappeto.).
d) Speziali Lorenzo riferisce a NASONE Francesco che il fratello Giuseppe al
momento del loro incontro si trova a Catanzaro, ma che quest’ultimo vuole
incontrarlo per parlargli. E’ lo stesso NASONE Francesco a spiegare con
chiarezza a CALABRESE Carmelo il motivo dell’incontro; Speziali Giuseppe
vuole parlare con Franco in quanto costui in precedenza gli ha mandato una
“imbasciata” per ricordargli che non sarebbero assolutamente dovuti scendere
sotto la soglia fissata del 3% dell’importo complessivo dell’appalto ottenuto
(“Mio fratello ora è a Catanzaro... perchè voleva parlare con te..." perchè io gli avevo
mandato
un'imbasciata...
per
non
scendere...per
dire...dal
3%.”).
Tale ultima
deduzione trova peraltro conferma tenuto conto del fatto che è lo stesso
Nasone, pochi istanti dopo, a far riferimento ad una somma di denaro molto
elevata (“un milione e ottocentomila euro”), con ciò volendo evidenziare proprio
l’ammontare dell’appalto ottenuto dalla ditta CALME (“Attaccato al silos! ... Un
milione e ottocentomila euro...”)
sul quale poi calcolare il 3% dovuto alla cosca
mafiosa di Scilla.
e) a causa dei vari problemi evidenziati, l’amministratore della CALME BETON
s.r.l. prospetta a Nasone Franco l’ipotesi che la ditta proceda al licenziamento
di tutti gli operai ed abbandoni il cantiere di Scilla (“...io ordine di licenziamento ho...e
poi chi sarà che deve venire...(incomprensibile)...puoi parlare....");
pertanto è lo stesso
Nasone a porsi il problema di come proseguire i rapporti con la ditta che
105
succederà alla Calme Beton srl, in quanto vi è il rischio che venga meno un
interlocutore affidabile, ormai incline a cedere alle richieste estorsive della
cosca (“....capisci, Melo? Se se ne vanno questi... non so con chi dobbiamo parlare
più!”).
NASONE F.:CARMELO:NASONE F.:CARMELO:NASONE F.:-
CARMELO:NASONE F.:CARMELO:-
E' venuto... (incomprensibile)... verso le dodici e mezzo...
Uhm?
Eh!
Quanto?
"...solo questo mi ha dato..." ha detto ...(incomprensibile)... "...e mi ha detto
che forse... ...tutti e due ci licenziamo..." che c'è... che vogliono fare... non lo so
che cosa vogliono fare... ma io penso che li vogliono arrestare! Cose... della
ditta... ispezioni... (incomprensibile)... che gli hanno mandato a dire... che lui
era per sopra ("pa munti", n.d.r.)... che è da 20 giorni che sale e scende e non è
potuto nemmeno venire... che lui ha detto di fare... quando fanno il carico di
cemento... lo fanno due metri in meno della... di carico. E lui gli ha detto:
"Non è che sono due..." gli ha detto "...che sono due metri in meno sulla
betoniera... invece di caricarne otto, ne caricano sei... che poi... poi mi
fanno arrestare... perchè noi siamo i responsabili... io e mio fratello. E
allora ho rifiutato, che già ci fanno dei problemi qua che ci stanno
controllando a tappeto. L'altro ieri... dice... (incomprensibile)... mila euro di
multa... la Capitaneria di Porto che abbiamo scaricato acqua...
(incomprensibile)... è a nome mio e se non la pagano loro, la devo pagare
io. Ora sono a Catanzaro..." ha detto "Mio fratello ora è a Catanzaro... perchè
voleva parlare con te..." perchè io gli avevo mandato un'imbasciata... per
non scendere... per dire... dal 3%. ... (incomprensibile)... così...
(incomprensibile)... "Ora mio fratello non c'è... ora manca un mese." Doveva
scendere il 6... (incomprensibile)... ha detto "Ora... (incomprensibile)... ora non
lo so se scende... vi vedete domani, perchè ora lui riparte un'altra volta, però...
io ordine di licenziamento ho... e poi chi sarà che deve venire...
(incomprensibile)... puoi parlare." ha detto. "Va bene..." gli ho detto io "...io
voglio
parlare
con...
con
tuo
fratello!"
gli
ho
detto
io...
(incomprensibile)......capisci, Melo? Se se ne vanno questi... non so con chi
dobbiamo parlare più!... (incomprensibile)...
Qua da SCARANO?
Attaccato al silos! Un milione e ottocentomila euro... (incomprensibile)...
Che dobbiamo fare con questo, Melo?
A me?
…Omissis…
(Conversazioni n°804 del 01.03.2012 alle ore 19:04, registrata all’interno del bar “La Genziana” gestito
da NASONE Francesco, R.I.T. n°319/12)
La suddetta conversazione costituisce peraltro la conferma di quanto
già emerso nel colloquio registrato presso la Casa Circondariale di Benevento
tra Fulco Giuseppe ed i propri familiari. In quell’occasione il Fulco,
lamentandosi con la madre per non aver ricevuto dalla cosca mafiosa di cui fa
parte un adeguato sostegno economico, affermava quanto segue: “Siccome
qua...non è arrivato nessuno...ed io so che ogni mese...c’è quello
dell’autostrada”. Appare chiaro come il Fulco si riferisca proprio ai proventi
illeciti che mensilmente il sodalizio riceve da una o più ditte tra quelle
impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada SA-RC; tra di esse,
106
anche alla luce della conversazione registrata all’interno del bar La Genziana il
1° marzo 2012 alle ore 19 e 04, vi è senza dubbio la Calme Beton srl.
Dalla predetta conversazione è possibile inoltre trarre indubbi elementi di
conferma – anche con riferimento all’ambito territoriale di Scilla – del sistema
con cui la ‘ndrangheta si è infiltrata prepotentemente nel business legato ai
lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC. Il dato percentuale
contenuto nell’”imbasciata” con cui Nasone Franco impone alla ditta Calme
Beton srl di non scendere sotto la soglia del 3% è infatti uno degli elementi
cardine di cui si compone il predetto sistema, come emerge da riscontri
acquisiti nel corso di precedenti attività di indagine di seguito ampiamente
illustrate, nonchè da numerose sentenze passate in giudicato.
A ciò si aggiunga infine che la percentuale sopra indicata (cioè il 3%) è non a
caso quella richiesta da Fulco Giuseppe in occasione della vicenda estorsiva
culminata con il successivo arresto in flagranza del 1° giugno 2011 ed in cui –
come si dirà a breve – risulta coinvolto anche Nasone Francesco. Al titolare
della ditta Consolidamenti speciali srl venne infatti imposto - a fronte di un
appalto del valore complessivo di euro 245.000,00 - il pagamento della somma
di euro 6.000,0033, cifra di poco inferiore al 3% e pertanto da considerarsi, per
ammissione dello stesso Fulco Giuseppe, frutto di un “trattamento di favore”.
§4.4 Il sistema esistente
dell’autostrada A3 SA-RC
per
i
lavori
di
ammodernamento
Costituisce fatto notorio – peraltro già oggetto di numerose pronunce
giurisdizionali34 – quello secondo cui la ‘ndrangheta è solita imporre tangenti il
33
“...L’uomo allora mi chiedeva se ritenevo giusto che da Catania stavo eseguendo un lavoro a Scilla senza far
“campare” le persone del posto. All’inizio ho fatto finta di non capire la sua richiesta ma in seguito ho chiesto io
a lui di cosa avesse bisogno. L’uomo, con fare minaccioso, mi chiedeva a quanto ammontava l’importo
dei lavori ed appurato che la cifra ammontava a 245.000 euro, avanzava una richiesta di denaro
pari a 6.000 euro. Nella circostanza mi faceva capire che anche le altre imprese che lavorano in zona
sono soggette alle medesime richieste e che è normale che corrispondano una cifra proporzionale
all’importo dell’appalto che stanno eseguendo....mi faceva capire che il trattamento che mi stava
riservando era di favore” (stralcio integrazione denuncia presentata presso la Compagnia CC Villa San
Giovanni dall’imprendiore D’Agata Giuseppe in data 26.05.2011 – v. all. n. 2 citata informativa)
34
Vedi motivazione contenuta della sentenza n. 611/11 pronunciata il 24.11.2011 dal G.U.P. di Reggio
Calabria nell’ambito del p.p. n. 3281/11 RGNR DDA contro Piromalli Girolamo per il reato di cui agli
artt. 56, 110, 629 cpv c.p. e 7 l. n. 203/91 nella quale si statuisce che: “omissis … In primo luogo,
partendo anzitutto dall’entità della somma poi richiesta in concreto (30.000,00 euro pari a circa il
3% dell’importo dell’acquisto del bene) si deve sottolineare … non solo che tale entità è proprio la
percentuale “usualmente” richiesta dalla cosche in ordine ad ogni tangente pubblica e privata da
acquisire ma anche (ed il dato per cui le cosche locali esercitano la loro immane oppressione anche mediante
richieste estorsive su singole transazioni private di cui abbiano avuto conoscenza. … omissis” (pg. 46 citata
sentenza).
107
cui dato percentuale è pari al 3% dell’importo complessivo dell’appalto
conseguito e/o del bene compravenduto.
La cd. tassa ambientale del 3%
Con riferimento specifico ai lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 SARC tale dato è emerso peraltro in modo inequivocabile da almeno due
intercettazioni telefoniche eseguite nell’ambito del p.p. 1893/2004 R.G.N.R.
D.D.A. mod. 44 (ed acquisite al presente procedimento ex art. 270 cpv c.p.p.),
che dimostrano in maniera incontestabile la disponibilità del Contraente
Generale operante sul V macrolotto (CONDOTTE S.p.a. ed IMPREGILO S.p.a.)
a sottostare alla c.d. tassa ambientale, pari al 3%, da corrispondere alle
organizzazioni criminali.
La prima conversazione in questione veniva registrata in data 25.05.04 fra
due dirigenti di CONDOTTE S.p.a., l’ing. D’ALESSANDRO Giovanni e l’ing.
SALES Giancarlo; di seguito se ne riporta uno stralcio:
Omissis…
D’ALESSANDRO:
ingegnere mi dia questo input e io sistemo tutte le carte…
SALES:
E certo, capito, prima diciamo…
D’ALESSANDRO:
Il…quarantuno milioni deve restare quello o lo vogliamo
portare a qualche…(inc)..in più?
SALES:
No…lo possiamo…guardi…quarantacinque ce lo
giochiamo…l’importo com’è…sempre con quel discorso
che ho fatto io, spalle coperte e 3% di paravento…
D’ALESSANDRO:
E allora mi faccia fare queste cose…però i costi di impianto
per l’apertura in sezione…li anticipo e li concretizzo nel
primo anno di attività
SALES:
Ecco…ma io direi per quello che riguarda alcuni costi, tipo i
campi, va bene e compagnia bella, io direi di concretizzare
nei primi cinque - sei mesi
…Omissis… (seguitavano a discutere di costi)
D’ALESSANDRO:
…Ma infatti quello lì rientra nei costi che ho ipotizzato a
novanta giorni…nel senso che portiamo l’acciaio e lo
paghiamo a novanta giorni…
SALES:
E allora ha messo quei costi a novanta giorni…va bene,
allora l’input è…
D’ALESSANDRO:
Poi prudentemente ne ho collocato altri a sessanta…e che
però…
SALES:
Va bene, va bene
D’ALESSANDRO:
Ecco perché…i criteri di prudenza ci sono, poi…
SALES:
Si lo so, lo so che ci stanno…col 3% di paravento…
comunque adesso sviluppiamo …
108
D’ALESSANDRO:
….uh…
SALES:
…Ma io su quello stavo abbastanza tranquillo, è una
questione di…(inc)…degli impegni per far quadrare…per
non far vedere giustamente alla banca…essere prudenti è
il ragionamento….intanto il ragionamento concettuale alla
base che piuttosto che fare anche quegli acquisti di…di
immobilizzazione va bene perché io poi gli altri non sono
immobilizzazioni….noi le immobilizzazioni sono
estremamente ridotte…(inc)…per i campi, va bene e per
qualche macchina particolare…ma saranno due o tre
macchine operatrici tipo che ne so…un jumbo ci può essere
o…o un paio di autogrù particolari che dovessero servire,
ma insomma va bene, si va bene, ma poi l’altra
roba…quando ha considerato un mi…cinquecentomila
euro per comprare le macchine secondarie lei sta a posto
con qualche macchina di servizio…
D’ALESSANDRO:
Ma penso di si
…Omissis…(Riassumevano il contenuto della conversazione fissando i punti salienti:
(1) inserire i dati distribuendoli su periodi più lunghi nella fase iniziale (2) scarico del
costo della polizza nel primo mese di attività (3) Proget management al 4% sulla
produzione (4) Esame del flusso di cassa su entità delle anticipazioni.
(Conversazione del 25/05/2004 ore 17:05 progr. 1249 sull’utenza nr. 348/2503675) 35
Questa importantissima conversazione si riallacciava ad una precedente
telefonata, registrata nella mattinata del 14 maggio 2004. In quella data, il
capo area D’ALESSANDRO Giovanni aveva spiegato, sempre all’ingegnere
SALES della sede di Roma, che per recuperare il 3% da stornare alle
organizzazioni criminali, aveva studiato un inserimento fittizio di un costo
aggiuntivo. Per usare le parole dell’ingegnere D’ALESSANDRO questa nuova
voce era stata
chiamato
denominata: “costo fittizio di stima di un 3% sui ricavi
costo
sicurezza
CONDOTTE
–
IMPREGILO”
.
L’ingegnere
proseguiva parlando di “strategia aziendale”, indispensabile per raggiungere
certi obiettivi. Dalla conversazione emergeva chiaramente che la CONDOTTE S.
p. A. e la IMPREGILO S.p.a. miravano, mediante un giro di fatture maggiorate, a
ricavare un surplus finanziario, il “cash flow” appunto, per poi destinarlo alla “tassa
ambientale” da versare alle cosche.
Il flusso di cassa o cash flow nella
terminologia anglosassone è la ricostruzione dei flussi monetari (differenza tra
tutte le entrate e le uscite monetarie) di una azienda/progetto nell'arco del
periodo di analisi. Quando il flusso è positivo (incremento) si definisce cash
inflow, quando è negativo (decremento) si definisce cash outflow. Il cash flow
rappresenta una misura dell'autofinanziamento aziendale.
109
D'ALESSANDRO :
SALES:
D'ALESSANDRO:
SALES:
D'ALESSANDRO:
…Omissis…
Ma c'è un altro aspetto che volevo sottolineare dal discorso
no..
uhm..
montando tutti questi numeri e via dicendo...abbiamo
riaggiornato un po’ tutti i parametri che devono essere
oggetto di una valutazione e di una condivisione ..
uh.. uh..!!
Perché hanno influenza economica sull'andamento
dell'appalto..
SALES:
D'ALESSANDRO:
certo.(inc)..
Per esempio in una forma prudente però poi lei.. o
decidendo ASTALDI...il gruppo no...Io su quei margini che
escono dai costi di gara, che sono stati forzati, ho inserito
una nuova riga, cioè ... in cui ho messo un costo
fittizio di stima di un 3% sui ricavi e l'ho chiamato
costo sicurezza CONDOTTE - IMPREGILO ...
SALES:
D'ALESSANDRO:
uhm.. ho capito!
.. Perché se no si evidenziava nel casch-flou un
margine molto alto che verosimilmente ingegnere...
non ci sta!
secondo me non ci sta!
Si
Cioè, io onestamente, sono pure perplesso su quello che è
rimasto
Esatto
Perché i costi diretti ... per quella che è la mia esperienza e
la difficoltà di quel lavoro, ci sarà da battagliare parecchio
...
Per mantenerli e rispettarli…o ... senta una co…
Sicuramente le avvisaglie ...
SALES:
D'ALESSANDRO:
SALES:
D'ALESSANDRO:
SALES:
D'ALESSANDRO:
SALES:
D'ALESSANDRO:
SALES:
D'ALESSANDRO:
Non sono buone
(inc.) interlocutore ... con IMPREGILO, per come si sta
manifestando ..
SALES:
D'ALESSANDRO:
uh, uh!
Ora ... lo trasferisco solo a SALES per renderlo partecipe di
un travaglio interiore ...
SALES:
D'ALESSANDRO:
e cioè?
Non mi ispirano grande fiducia, perché ... la competitività
si ha quando ... nel rispetto delle strategie ... che la nostra
strategia aziendale è ben chiara e via dicendo ...
SALES:
D'ALESSANDRO:
E ma questa ... a…
Però c'è gente che non deve fare…fare i giri a un
contrattino di fitto di una casa a ottanta uffici legali
SALES:
D'ALESSANDRO:
SALES:
D'ALESSANDRO:
eh, eh (ride)
perché ... mi ha capito?
eh!
Se no ... figuriamoci quando poi facciamo una cosa ... no,
questo la tratta quello .... si analizzano carte, ma non si
entra nel cuore del ..
110
SALES:
D'ALESSANDRO:
SALES:
D'ALESSANDRO:
eh, ma questa è la tattica loro ... la tattica loro
eh, ma è pericoloso ingegnere
pericolosissimo!
pericoloso ..perché questo non ha il respiro economico
dell'alta velocità del (inc.)..
SALES:
e lo so...e da tempo che lo sto dicendo io.. da parecchio che
lo sto dicendo ..
D'ALESSANDRO:
qui c'è un approccio grosso...ma ci deve essere il sangue
agli occhi come abbiamo sempre avuto…cioè ..per me
l’affidatario è il subappaltatore!
SALES:
esatto!
D'ALESSANDRO:
bisogna trattare a livello di subappaltatori
SALES :
Di subappaltatori è inutile va bene..
D'ALESSANDRO:
Se trattiamo a livello di impresa generale eh ... facciamo
solo impostazione, gli oneri della sicurezza e via dicendo...
…Omissis…
(Conversazione del 14.05.04 ore 12.22 progressivo 886 utenza nr. 348/2503675)
Dalle due conversazioni sopra riportate, quindi, emergeva chiaramente che le
società CONDOTTE S. p. A. e IMPREGILO S. p. A. avevano compreso molto
bene la realtà mafiosa calabrese, insediando con la carica di capo area della
Calabria, rispettivamente, D’ALESSANDRO Giovanni e MIGLIO Francesco.
La conferma dell’esistenza della c.d. “tassa ambientale” - nella misura del 3%
del capitolato - è emersa anche da alcune conversazioni tra presenti
registrate nell’ambito del procedimento penale n. 4508/06 RGNR DDA (cd.
“Cosa mia”), presso le sale colloqui delle case circondariali di Secondigliano e
Regina Coeli, dove erano ristretti, rispettivamente, GALLICO Giuseppe e
BRUZZISE Giuseppe, personaggi di vertice delle omonime consorterie.
Mentre nel p.p. 1348/2001 R.G.N.R. D.D.A. (c.d. “Operazione Arca”) era stata
acquisita la prova del fatto che il Contraente Generale pagava alle cosche
una somma pari al 3% del capitolato -che veniva recuperata indicando in
bilancio una voce di costo fittizia- nell’ambito del procedimento n. 4508/06
RGNR DDA si è accertato che tale somma era ripartita fra le varie ‘ndrine
secondo il criterio della “competenza per territorio”.
Ci si riferisce alle seguenti conversazioni:
1) Conversazioni ambientali registrate presso la casa circondariale di
Secondigliano, ove era detenuto (condannato in via definitiva
all’ergastolo) GALLICO Giuseppe, capo dell’omonima cosca di Palmi:
- conversazione del 23.08.07 (R.I.T. 290/07): trattasi di una
importantissima conversazione tra GALLICO Giuseppe, il figlio
GALLICO Antonino e la figlia GALLICO Italia Antonella. Nel corso di
111
-
tale dialogo ad un certo punto si faceva esplicito riferimento
all’autostrada e si aveva la conferma dell’esistenza di una percentuale
di guadagno ben definita per le organizzazioni mafiose, che il
GALLICO asseriva essere pari proprio al 3% dell’importo dei lavori
(GALLICO Giuseppe: “per i lavori…gli dovevano dare il tre per
cento per tutti i lavori…il 3%”).
conversazione del 1.02.07 (R.I.T. 136/06), tra GALLICO Giuseppe e
il figlio GALLICO Antonino, nel corso della quale il primo diceva al
secondo che lo “zio Rocco” (GALLICO Rocco, all’epoca latitante, poi
arrestato dalla Squadra Mobile di RC in data 24.03.08) prendeva
tangenti dall’autostrada: ”lui li piglia i soldi dell’autostrada! Noi queste
cose, noi…”.
2) Conversazioni
ambientali
registrate
all’interno
della
casa
circondariale di Regina Coeli, ove era detenuto (condannato in via
definitiva all’ergastolo) BRUZZISE Giuseppe, capo dell’omonima
cosca di Barritteri di Seminara:
- conversazione del 19.01.07 (RIT 62/07): trattasi di una
rilevantissima conversazione intercorsa tra BRUZZISE Giuseppe, il
genero RAO Diego e le figlie BRUZZISE Maria e BRUZZISE Domenica.
Nel corso di tale dialogo BRUZZISE Giuseppe faceva esplicito
riferimento alle percentuali del provento delle estorsioni (dal tenore
complessivo della discussione appare evidente che si riferisse a quelle
relative agli appalti dell’autostrada, cfr. parte seconda, capitolo III) e
diceva che a Seminara SANTAITI Carmine Demetrio prendeva il 50%,
U ‘DOLU (GIOFFRE’ Rocco) il 30% e “quell’altro ragazzo” il 20%:
“…perché lui (SANTAITI Carmine Demetrio) ha preso il cinquanta
a Seminara, “U NDOLU” (GIOFFRE’ Rocco) ha preso il trenta e
quello… quel ragazzo il venti…”.
- conversazione del 12.01.07 (RIT 62/07): circa una settimana prima,
precisamente in data 12.01.07, BRUZZISE Giuseppe aveva già
espresso tale concetto: “dici ma quelli si sono messi d’accordo … sai
chi si divide i soldi …a Seminara …a Seminara … quelli di
Seminara il cinquanta per cento i SANTAITI… e i…(inc.)… e i
trenta …quelli …meno male che un ‘NDOLU … sa che a Barritteri
ci siamo noi …e quelli devono portare i soldi…(inc.)…”.
Alla luce di quanto finora esposto può considerarsi pacifico il fatto che le
cosche pretendevano dal Contraente Generale una percentuale sui lavori
da eseguire e che questa percentuale era pari al 3% del capitolato
d’appalto.
Non è superfluo sottolineare che la percentuale destinata al pagamento della
“tangente” non è certo nuova nel panorama imprenditoriale calabrese: già
nell’ambito del procedimento denominato “Porto” era emersa un’analoga
percentuale dovuta alle imprese mafiose operanti nella zona.
La divisione dell’autostrada A3 in zone di competenza delle cosche
112
Trattasi del secondo “punto fermo” degli accordi stipulati dalle consorterie
mafiose calabresi nel corso delle riunioni tenute in c.da Bosco di Rosarno: la
tangente spettava alla cosca operante nel territorio in cui venivano eseguiti i
lavori di ammodernamento.
Dall’attività di indagine compiuta nel corso del procedimento penale n.
4508/06 RGNR DDA è emerso in modo inequivocabile che i numerosi omicidi
perpetrati nella sopra indicata frazione di Seminara dal Gennaio 2004 al
Dicembre 2006 erano riconducibili proprio alla legittimazione a riscuotere i
proventi delle estorsioni connesse ai lavori di ammodernamento della A3.
Anche sul punto relativo alla “competenza per territorio” sono stati acquisiti
numerosi riscontri, particolarmente significativi risultano quelli di seguito
riportati:
1) Conversazione ambientale registrata in data 23.08.07 (RIT 290/07)
all’interno della casa circondariale di Secondigliano, ove era
detenuto (condannato in via definitiva all’ergastolo) GALLICO
Giuseppe, capo dell’omonima cosca di Palmi: è una conversazione
inequivocabile, nel corso della quale i GALLICO commentavano le
misure cautelari eseguite un mese prima nell’ambito della c.d.
“Operazione Arca”. GALLICO Giuseppe si mostrava particolarmente
rammaricato ed evidenziava che a causa degli arresti eseguiti soltanto
la sua famiglia aveva perso 30.000,00 euro (somma che evidentemente
avrebbero dovuto incassare a titolo di estorsione). Poi diceva al figlio che
era stato arrestato proprio “quello” che distribuiva i soldi, riferendosi
quasi certamente a VAZZANA Noé, sindacalista di Rosarno. Quindi
continuava affermando che fino allo svincolo di Gioia Tauro non era
accaduto nulla in quanto erano riusciti a gestire bene la situazione,
mentre da Gioia Tauro verso Palmi non era andata altrettanto bene
(“fino a Gioia è andato tutto liscio…di qua, a Palmi…che sfortuna, che
sfortuna!”). GALLICO Giuseppe evidenziava che il tratto fino a Palmi era
quello maggiormente remunerativo poiché dovevano esser realizzati
ponti e gallerie e aggiungeva che qualcuno (quasi certamente PESCE
Antonino, all’epoca anch’esso detenuto a Secondigliano) gli aveva
riferito che ai GALLICO era andata bene perché con tali guadagni si
sarebbero “sistemati”. Il boss spiegava, inoltre, che i referenti delle ditte
impegnate nei lavori erano stati arrestati ed era stato questo a causare
il blocco delle spartizioni. Ipotizzava che se i referenti fossero stati
scarcerati “i guadagni” sarebbero ricominciati, sia pure in misura
inferiore.
GALLICO Giuseppe: abbiamo perso!... ma sai quanto abbiamo perso? (n.d.r.:
gesticola con la mano destra roteando l’ avambraccio)
GALLICO Italia Antonella: iah!
GALLICO Giuseppe: … (incomprensibile)… dell’autostrada (n.d.r.: si copre la
bocca con la mano destra e pronuncia la parola con un filo di voce)
113
…(incomprensibile)… (n.d.r.: il figlio si avvicina con la testa poggiandosi con il
braccio sinistro sul bancone) il fatto di… degli arresti… (n.d.r. incrocia i polsi)
dell’autostrada… abbiamo perso un sacco di soldi (n.d.r.: continua a tenere
basso il tono di voce)
GALLICO Antonino: …(incomprensibile)…? (n.d.r.: volta le spalle alla telecamera)
GALLICO Giuseppe: di …(incomprensibile)… trentamila… (n.d.r.: indica il
numero tre con le dita della mano sinistra e continua a parlare con un filo di voce)
GALLICO Italia Antonella: uhm!... Ah…! Senti, senti… gli ho detto…(n.d.r.:
afferra il padre dal braccio sinistro)
GALLICO Giuseppe: i nostri!... (n.d.r.: indica il proprio petto più volte)
GALLICO Italia Antonella: gli ho detto io…
GALLICO Giuseppe: solo i nostri!
GALLICO Italia Antonella: quando è uscito l’articolo sul giornale…
…(incomprensibile)… era che scriveva …(incomprensibile)… e diceva lei: – “guarda
qua …(incomprensibile)…” (n.d.r.: pronuncia le parole con tono di voce stridulo
per imitare un’altra donna) – lei… la zia Teresa, gli diceva!... Gli ho detto io: “oh!...
vi siete immischiati con uno di qua in mezzo!...”; lei …(incomprensibile)…: – “esci
di qua!” (n.d.r.: pronuncia le parole con tono di voce stridulo per imitare un’altra
donna) – “e senti!...” – gli ho detto io – “se almeno devo piangere almeno piango
con un occhio!” – Eeh!... (n.d.r.: ride)
GALLICO Giuseppe: (n.d.r.: annuisce più volte con la testa)
GALLICO Italia Antonella: eh… scusa ...(incomprensibile)… (n.d.r.: continua a
sorridere)
GALLICO Antonino: lei… – “esci di qua!...” – dice… però …(incomprensibile)…
(n.d.r.: solleva il busto e scuote lievemente la testa a destra e sinistra ad imitare
chi si pavoneggia)
GALLICO Italia Antonella: si.. va be…
GALLICO Giuseppe: ora lei lo sapeva!… lei!... (n.d.r.: dopo una breve pausa
pronuncia le seguenti parole a bassa voce) lo hanno arrestato… (n.d.r.: incrocia i
polsi) a quello che… (n.d.r.: rialza il tono della voce e gesticola con le mani per far
intendere qualcuno che pagava) lo hanno arrestato… (n.d.r.: pronuncia
nuovamente la frase a voce bassissima; i figli annuiscono con la testa e dopo
qualche istante G riprende a parlare con tono di voce più alto) eh… e come sono
iniziati ora i …(incomprensibile)… (n.d.r.: descrive un semicerchio con le mani)
fino a Gioia è andato tutto liscio (n.d.r.: batte con la mano destra sul bancone
di fronte a se) di qua… (n.d.r.: batte nuovamente con la mano destra sul bancone
spostando il punto indicato più a sinistra) a Palmi… (n.d.r.: batte nuovamente
con la mano destra sul bancone spostando il punto indicato più a destra)
…(incomprensibile)… (n.d.r.: gesticola con la mano destra per indicare un taglio
orizzontale) che sfortuna… che sfortuna! (n.d.r.: scuote la testa a destra e a
sinistra)
GALLICO Italia Antonella: ma no che è andato… (n.d.r.: non termina la frase)
GALLICO Giuseppe: (n.d.r.: scuote nuovamente la testa per rispondere di no)
GALLICO Italia Antonella: aah!... perché puoi dormire sogni tranquilli che non
succede niente… che non si muove una foglia… (n.d.r.: ride)
GALLICO Giuseppe: solamente a… tavole!
GALLICO Italia Antonella: e perché proprio… (n.d.r.: gesticola con la mano
destra)
GALLICO Antonino: possiamo stare non tranquilli per… tranquillissimi!…
GALLICO Italia Antonella: (n.d.r.: ride nuovamente)
GALLICO Antonino: che… cacciaviti… tavole… gessetti… …(incomprensibile)…
televisioni…
GALLICO Italia Antonella: ieri gli diceva a Lucia…(n.d.r.: non termina la frase
perché viene interrotta dal padre)
GALLICO Giuseppe: tramite a… (n.d.r.: sospende la frase e disegna un cerchio
con l’indice destro sul bancone) a quelli che gli… (n.d.r.: abbassa il tono della voce
e non conclude la frase) a quello… (n.d.r.: abbassa il tono di voce e cerca di far
114
intuire di chi parla indicando davanti a se con il dito indice della mano destra) lo
stesso di come glielo facevano a quello (n.d.r.: indica nuovamente davanti a se
con l’indice della mano destra) lo facevano a noi!... (n.d.r.: abbassa il tono della
voce) il più grosso lavoro… il maggiore di tutti… (n.d.r.: sfrega il pollice con
l’indice ed il medio della mano destra per indicare che parla di soldi) è questo di
Palmi!… il nostro! Ci davano più di tutti!... vengono gallerie… ponti…, là
niente! Là è liscio!... (n.d.r.: sfrega con il palmo della mano destra il bancone e
sorride) mi ha detto: - “qua niente…” – mi ha detto: – “Peppe…” – ha detto: - “qua
poco…” (n.d.r.: ridere mentre pronuncia quello che gli è stato riferito) – mi ha
detto: - “… ma proprio…” – (n.d.r. muove la mano destra aperta davanti a se) ha
detto: - “sta botta…” - ha detto…: - “ti salvi!… questa botta…” (n.d.r.: sfrega il
pollice con l’indice ed il medio della mano destra per indicare che parla di soldi) –
ha detto: - “vi salvate!”
GALLICO Italia Antonella: eh… niente più?
GALLICO Giuseppe: sono arrestati!...
GALLICO Antonino: …(incomprensibile)… ormai!...
GALLICO Italia Antonella: di solito…
GALLICO Giuseppe: tutte le ditte… le ditte… sono arrestati (n.d.r.: abbassa il tono
della voce) le ditte sono arrestate (n.d.r.: incrocia i polsi)
GALLICO Italia Antonella: …(incomprensibile)… (n.d.r.: parla a voce bassissima)
GALLICO Antonino: che?
GALLICO Giuseppe: le ditte… (n.d.r.: incrocia i polsi)
GALLICO Antonino: (n.d.r.: annuisce con la testa)
GALLICO Giuseppe: gli hanno sequestrato tutto! ci sono cinquecento miliardi…
(n.d.r.: si corregge) cinquecento milioni di euro di …(incomprensibile)…
GALLICO Antonino: (n.d.r.: solleva le sopracciglia mostrando stupore)
GALLICO Giuseppe: mille miliardi!…
GALLICO Antonino: …(incomprensibile)…
GALLICO Italia Antonella: tu pensi che... eh!...(n.d.r.: non termina la frase)
GALLICO Giuseppe: Noo... se esce!... (n.d.r.: rigira più volte le mani e annuisce
con la testa); però non come prima perché loro facevano… (n.d.r.: durante la
spiegazione indica con il pollice e l’indice della mano destra una comunione tra
due soggetti e quando sospende la frase indica con l’indice destro dietro di se, ove
è ubicato l’accesso alla sala colloqui) …(incomprensibile)… facevano… (n.d.r.:
non termina la frase e rimane qualche istante a pensare)
GALLICO Italia Antonella: … (incomprensibile)… (n.d.r.: afferma qualcosa a
bassissima voce ed è coperta alla visuale della telecamera dal fratello)
GALLICO Giuseppe: si!... (n.d.r.: sorride)
GALLICO Italia Antonella: …(incomprensibile)… (n.d.r.: parla a bassissima voce
con il fratello e continua ad essere coperta all’inquadratura)
GALLICO Giuseppe: (n.d.r.: si solleva dal sedile, si avvicina all’orecchio sinistro
della figlia e le parla a bassissima voce))…per i lavori…gli dovevano dare il tre per
cento per tutti i lavori…(incomprensibile)…il
3%…(incomprensibile)…
GALLICO Antonino: …(incomprensibile)… (n.d.r.: tocca il padre sul braccio destro
per attirare la sua attenzione)
GALLICO Italia Antonella: si.. si!...
GALLICO Giuseppe: sessanta miliardi!
2) Conversazioni ambientali registrate in data 5.01.07, 12.01.07 e
19.01.07 (R.I.T 62/07) all’interno della circondariale di Regina
Coeli, ove era detenuto (condannato in via definitiva all’ergastolo)
BRUZZISE Giuseppe, capo dell’omonima cosca di Barritteri di
Seminara: particolarmente interessante risulta, al riguardo, il colloquio
del 5.01.07, nel corso del quale BRUZZISE Giuseppe spiegava al
cognato CARBONE Rocco che nel 2005 aveva raggiunto un accordo con
115
un soggetto di Rosarno -individuato in BELLOCCO Umberto cl. ‘37, in
forza del quale la ‘ndrina legittimata a riscuotere nella zona di Barritteri
era quella dei BRUZZISE. Aggiungeva il detenuto che, nonostante
l’omicidio di suo padre BRUZZISE Giovanni e di suo zio CELI Vincenzo,
i patti erano rimasti immutati e chi procedeva alle spartizioni sapeva
che la quota di Barritteri spettava ai BRUZZISE. Una volta emigrati tutti
i componenti della famiglia, il ruolo di esattore era stato ricoperto da
GAGLIOTI Domenico, il quale aveva continuato a riscuotere la quota dei
BRUZZISE, lasciando le briciole agli altri, e per tale ragione in data
14.12.06 era stato eliminato.
Il colloquio sopra richiamato si incastra perfettamente con quanto era
già emerso nel p.p. 1348/2001 R.G.N.R. D.D.A. (c.d. “Operazione Arca”)
con riferimento al coinvolgimento delle più importanti ‘ndrine di
Rosarno nell’”affare autostrada”: “dunque tutto passava per Rosarno,
definito il centro del “potere occulto”, da qui partivano ordini,
autorizzazioni a procedere, risoluzioni di questioni sindacali, interventi di
qualsiasi genere, qualora fossero venuti meno certi equilibri a causa
dell’intromissione di “cani sciolti”. I PESCE – BELLOCCO erano molto
legati ai MANCUSO ed, in tal senso, non tolleravano ingerenze esterne, al
di fuori delle “famiglie” che erano state investite per soprintendere le
attività imprenditoriali che riguardavano la Calabria” (o.c.c. del 2.07.07,
pg. 958).
Nel corso del medesimo colloquio, inoltre, BRUZZISE Giuseppe spiegava
al cognato come veniva ripartita la “quota di Seminara” (“il trenta per
cento… lo zio Rocco… il venti per cento i “Bracchi” e il cinquanta per cento
i “SANTAITI”), a riprova del fatto che la quota spettava alla cosca
competente per territorio.
Tale concetto veniva ribadito nel corso del colloquio del 12.01.07 con il
figlio BRUZZISE Giovanni (“dici ma quelli si sono messi d’accordo … sai
chi si divide i soldi …a Seminara …a Seminara … quelli di Seminara
il cinquanta per cento i SANTAITI… e i…(inc.)… e i trenta …quelli
…meno male che un ‘NDOLU … sa che a Barritteri ci siamo noi …e
quelli devono portare i soldi…(inc.)…”) e in quello del 19.01.07 con il
genero RAO Diego (“si è caricato di testa… perché lui (SANTAITI Carmine
Demetrio, n.d.r.) ha preso il cinquanta a Seminara, “U NDOLU” ha preso il
trenta e quello… quel ragazzo il venti“).
§ 4.5 Conversazioni tra presenti del 29 febbraio 2012, nonchè quelle del
2, 3 e 4 marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12)
4.5.1 Premessa.
Dal 2009 ad oggi sul territorio di Scilla sono stati perpetrati
numerosissimi atti intimidatori in danno di imprese impegnate nei lavori di
ammodernamento dell’autostrada A/3 SA-RC nell’ambito del cd. VI macrolotto.
A conferma dell’esistenza di una condizione di assoluta omertà derivante dal
116
controllo operato della cosca mafiosa di Scilla, tutti i legali rappresentanti delle
ditte interessate dai danneggiamenti e dalle minacce di tipo estorsivo, pur
avendo presentato regolare denuncia, hanno sempre negato di aver ricevuto
richieste estorsive ed a maggior ragione di aver corrisposto in conseguenza di
esse somme di denaro.
Un delle ditte più volte oggetto di atti intimidatori è stata certamente
la Fondazioni Speciali s.p.a..
In data 29.06.2011 quest’ultima società ha sottoscritto un contratto di
sub-appalto con la ditta appaltante CARCHELLA S.p.A. per l’esecuzione di
parte dei lavori di consolidamento delle opere “Galleria Artificiale ScillaRilevato-Sottovia scatolare-Tombino e Svincolo di Scilla” per un importo
complessivo di 850.000,00 euro. Dall’inizio della sua attività presso i cantieri
compresi nel territorio di Scilla, ovvero dal luglio 2011, la ditta Fondazioni
Speciali s.p.a. ha subìto i seguenti atti intimidatori di natura estorsiva:

in data 22.08.2011 il danneggiamento di una macchina perforatrice marca
“CASAGRANDE”
modello
C7-2
matricola
nr.
C7UZ0135,
avvenuto
presumibilmente tra il pomeriggio del 12/08/2011 (giorno in cui il cantiere
è stato chiuso per le ferie estive degli operai) e le ore 07:30 del 22/08/2011
(giorno di riapertura dello stesso);

in data 25.08.2011 l’asportazione dalla sede stradale in cui era installato
ed il successivo getto lungo la scarpata adiacente il suddetto cantiere di un
semaforo mobile per la regolazione della circolazione stradale;

in data 28.08.2011 inoltre, ZAPPIA Salvatore36, all’epoca impiegato tecnico
amministrativo
della
ditta
“Fondazioni
Speciali
s.p.a.”,
subiva
il
danneggiamento del lunotto posteriore dell’autovettura da lui utilizzata per
motivi di lavoro.
Dalle intercettazioni telefoniche attivate in conseguenza delle denunce
presentate (R.I.T. n°1718/11 – proc. pen. 6612/11 RGNR mod. 44), ed in
particolare dalle conversazioni di seguito riportate, emerge il clima di timore ed
omertà sorto tra i dipendenti della Fondazioni speciali spa in conseguenza di
tali indimidazioni:
36
ZAPPIA Salvatore, nato a Scilla il 11.08.1987
117

in data 25.08.2011, MUSUMECI Concetto37, responsabile del cantiere di
Scilla per conto della Fondazioni speciali spa, riferisce ad un collaboratore
quello che è successo la notte precedente in merito all'asportazione di un
semaforo. Il collaboratore gli chiede se stanno continuando a lavorare.
MUSUMECI gli riferisce di sì, che ci sono alcuni problemi con la direzione
dei lavori e che ha saputo che la zona su cui stanno lavorando è una zona
calda.
MUSUMECI C.:- Si, ci sei adesso?-----------------------------------------------------------------------//
CILLO:Si, con i Carabinieri cos'era successo?------------------------------------------------//
MUSUMECI C.:- Che questa notte hanno trafugato un semaforo, quello di monte!----------------//
CILLO:Hanno?------------------------------------------------------------------------------------//
MUSUMECI C.:- Trafugato! Trafugato, che poi si è scoperto che non era stato trafugato ma solo
rimosso e buttato giù per la scarpata. E quindi niente abbiamo denunciato
questo atto vandalico e sono arrivati, anche perché sembra che quella sia
una zona calda e quindi particolarmente “attenzionata”. -//
(Conversazione del 25.08.2011 alle ore 16:36, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a
MUSUMECI Concetto al progressivo n°9, R.I.T. n°1718/11)

in data 28.08.2011 MUSUMECI Concetto parla con ZAPPIA Salvatore, il
quale gli racconta dell’anomalo danneggiamento del lunotto posteriore della
propria autovettura. MUSUMECI Concetto gli consiglia di non far sapere
in giro che lavora per conto della “Fondazioni Speciali” e pertanto di
rimuovere
dall’autovettura
l’adesivo
della
ditta,
ritenendo
implicitamente che il danneggiamento sia stato effettuato proprio in quanto
dipendente della predetta società.
ZAPPIA S.:Pronto
MUSUMECI C.:-Ciao Totò
ZAPPIA S.:Buon giorno!
MUSUMECI C.:-Ciao, mi hai chiamato?
ZAPPIA S.:Ti disturbo?
MUSUMECI C.:-Eh?
ZAPPIA S.:Ti disturbo?
MUSUMECI C.:-No, no dimmi … dimmi?
ZAPPIA S.:Allora ieri sera mi hanno, non so se mi hanno rotto un vetro oppure è scoppiato
in macchina.
MUSUMECI C.:-Cosa ti hanno scoppiato in macchina?
ZAPPIA S.:Il vetro di dietro del porta bagagli!
MUSUMECI C.:-Ah!
ZAPPIA S.:Non so se me l'hanno rotto o se è scoppiato, questo non lo so. Dentro non c'era
nulla, fuori ...incomprensibile....
MUSUMECI C.:-Ed è scoppiato da solo, ma dove?
ZAPPIA S.:Sotto casa mia!
MUSUMECI C.:-Minchia! Ma tu non sei il Sindaco, il figlio del ..... o no?
ZAPPIA S.:E che vuoi che ti faccio?
MUSUMECI C.:-Eh! Vedi quando ti dico di non parlare troppo perché,
37
MUSUMECI Concetto, nato a Catania il 05/07/1965
118
quando ... quando la situazione.. che ... tu devi fare una cosa Salvo,
quell'adesivo che gli hai messo cosi bello carino che si vede lì glielo devi
togliere.
ZAPPIA S.:Si lo so!
MUSUMECI C.:-Eh!
ZAPPIA S.:Allora oggi vado dai Carabinieri
MUSUMECI C.:-Fai denuncia contro ignoti. Non lo so scoppiare, che scoppia un vetro così?
ZAPPIA S.:No, può anche .. può succedere ..in teoria.
MUSUMECI C.:-Si va bene, però!
ZAPPIA S.:Dentro non c'era nulla Concetto!
MUSUMECI C.:-Come?
ZAPPIA S.:Dentro non c'era nulla.
MUSUMECI C.:-L'ho capito, ma non è detto che l'hanno spaccato per farti ..
per rubarti qualcosa. Può essere che l'hanno spaccato così per sfregio, per dispetto, per
farti danno insomma.
ZAPPIA S.:Si va bene ma io non ho problemi, non ho mai avuto problemi con
nessuno. Di questo ieri parlavo con mio padre.
MUSUMECI C.:-No, tu non hai mai avuto problemi con nessuno ma la macchina è
Fondazioni Speciali
ZAPPIA S.:Si lo so
MUSUMECI C.:-Nemmeno io ho mai avuto problemi con nessuno se no quelli che sappiamo
però!
(Conversazione del 28.08.2011 alle ore 13:05, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a
MUSUMECI Concetto al progressivo n°116, R.I.T. n°1718/11)

in data 23.09.2011 MUSUMECI Concetto conversa con un soggetto non
meglio identificato sulle difficoltà incontrate sul lavoro. L’interlocutore
riferisce che “la cosa più brutta è l’aria che si respira”. MUSUMECI
risponde a tale commento asserendo che da questo punto di vista “si sono
calmati”, perchè egli è andato dai Carabinieri. L'interlocutore dice che,
prima, quando non serviva, di fronte al cantiere c'era una postazione
dell'Esercito, ora che potrebbe servire come protezione allo stesso quella
postazione è stata rimossa.
UOMO:MUSUMECI C.:-
La cosa più brutta è l'aria che si respira, veramente!
Ma diciamo che da questo punto di vista si sono anche abbastanza
calmati. Anche perché io me ne sono andato dove dovevo andare ... dai
Carabinieri ed ho detto senti o mi fanno lavorare oppure cioè non me
ne fotte un cazzo!
(Conversazione del 23.09.2011 alle ore 09:57, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a
MUSUMECI Concetto al progressivo n°2116, R.I.T. n°1718/11)
Per diversi mesi la ditta in questione non ha denunciato altre azioni
intimidatorie, ciò fino ai primi giorni del mese di marzo 2012 allorquando sono
state compiute e regolarmente denunciate dalla Fondazioni speciali spa le
seguenti azioni delittuose:

la notte tra il 3 ed il 4 marzo 2012, presso il cantiere “PARATIA SCILLA”
in cui la ditta Fondazioni speciali spa è impegnata in lavori di perforazione
adiacenti alla strada Provinciale per Melia (comune di Scilla), viene liberato
119
dai freni e dai fermi un compressore marca “INGERSOL”; il mezzo,
collocato in un tratto di strada in discesa, va ad urtare contro uno
spartitraffico in cemento, riportando danni rilevanti. Su tale compressore
inoltre, viene rinvenuta posizionata una bottiglia di plastica contenente
una sostanza liquida, avvolta da nastro da imballaggio di color marrone e
con una finta miccia incendiaria realizzata con della carta arrotolata.
Sul medesimo cantiere viene inoltre danneggiata una sonda marca
“COMACCHIO” modello MC 1200 attraverso la distruzione del quadro di
comando. Anche su tale mezzo viene posizionata una bottiglia di plastica
avente le medesime caratteristiche di quella sopra indicata.

la notte tra l’8 ed il 9 marzo 2012, nel cantiere sopra indicato, viene
ulteriormente danneggiato, mediante un corpo contundente, il quadro
comando ed i tubi idraulici della sonda di cui sopra. Inoltre, il semaforo
mobile presente sul cantiere, utilizzato per la regolazione della circolazione
stradale, come già in occasione dell’atto intimidatorio compiuto il
25.08.2011, viene gettato nell’adiacente scarpata.
§ 4.5.2 Le conversazioni registrate all’interno del bar La Genziana il 29
febbraio ed il 2 marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12 DDA)
In data 29 Febbraio 2012, alle ore 08:49, all’interno del bar La
Genziana viene captata una conversazione nel corso della quale NASONE
Francesco38 invita PUNTORIERI Pietro39 (che dovrà andare insieme a
BURZOMATO Arturo – “vedi che viene anche coso...Arturo….Arturo...viene Arturo…”)
a fare “una passeggiata” (rectius: un sopralluogo) in un posto al quale si
arriva attraverso una strada adiacente alla fabbrica di serramenti “CO.FE.AL.”.
---Omissis--NASONE F.:... vedi che viene anche coso... Arturo…
PUNTORIERI P.:-…Chi?
NASONE F.:... Arturo...viene Arturo…
PUNTORIERI P.:-…(incomprensibile)...
NASONE F.:No... la strada... c'è la strada... che esce proprio qui sotto dov'è...
PUNTORIERI P.:-... prima di... (incomprensibile)... sotto...
NASONE F.:…(incomprensibile)...
38
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
39
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo
120
PUNTORIERI P.:-…(incomprensibile)...
NASONE F.:…(incomprensibile)... la strada lì sotto dove c'è la CO.FE.AL…
(incomprensibile)... per quella strada... esce là...
PUNTORIERI P.:-...(incomprensibile)... cazzo… (incomprensibile)…
NASONE F.:...vi fate un giro..(incomprensibile)... tutte e due...una passeggiata…
(incomprensibile)…
PUNTORIERI P.:-…(incomprensibile)…
---Omissis---
(Conversazione n°652 del 29.02.2012 alle ore 08:49, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Alle ore 13 e 55 del 2 marzo 2012 – la mattina successiva ad un atto
di intimidazione denunciato dalla ditta “Compagnia T. GULLI”, avvenuto in
c.da Oliveto di Scilla40 - all’interno del “bar La Genziana” PUNTORIERI Pietro e
BURZOMATO Arturo41, conversando con NASONE Francesco e LIBRO
Francesco42, discutono sulla corretta identificazione di un mezzo meccanico.
Comparando l’automezzo danneggiato di proprietà della ditta “T.Gullì” (una
gru montata su un camion con ruote gommate) e quanto emerge dall’analisi
della predetta conversazione, non vi sono margini di dubbio sul fatto che i
suddetti interlocutori si stiano riferendo proprio alla citata gru.
RAGAZZO:BURZOMATO A.:RAGAZZO:LIBRO F.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI P.:RAGAZZO:PUNTORIERI P.:RAGAZZO: ride.:LIBRO F.:PUNTORIERI P.:BURZOMATO A.:-
...(incomprensibile)... sto' camion...
Ma che cazzo sei, handicappato? quale camion?
...quale camion...
...(incomprensibile)...
...(incomprensibile)...
... camion è... il camion è sulla gru...
...(incomprensibile)... è tutta la gru...
...il camion era con la gru... ha le ruote...
... le ruote tengono...
..(incomprensibile)...
...un camion era d'avanti, c'era la cabina d'avanti...
... e quella la gru era... che la abbassano e camminano e la guidano...
quello era tutto un mezzo... una gru era...
RAGAZZO:...no…
PUNTORIERI P.:... no... un camion era...
BURZOMATO A. ride.---//
PUNTORIERI P.:...un camion era... non è un camion quello? Che ne so?...
(incomprensibile)...
RAGAZZO:…(ride, n.d.r.)... (incomprensibile)... aveva un palo e lungo…
(incomprensibile)… passare… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:…(incomprensibile)... mi sembrava fosse un camion attaccato con...
(incomprensibile)...
40
Tra le ore 17:00 del 1° marzo 2012 e le ore 08:00 del 2 marzo 2012, ignoti si introducevano all’interno del
cantiere della ditta “MOSCONI” sito in contrada Oliveto di Scilla e danneggiavano i vetri di protezione di una
autogru da cantiere di proprietà della ditta “T. GULLI”, posizionando sulla stessa autogru una bottiglia di
plastica avvolta da nastro da imballaggio di colore marrone con finta miccia incendiaria.
41
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo
42
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo
121
(Conversazione n°880 del 02.03.2012 alle ore 13:55, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
A ciò va aggiunto che in data 3 marzo 2012, alle ore 20 e 08, sempre
all’interno del bar è lo stesso PUNTORIERI Pietro a far presente a NASONE
Francesco che, nonostante quanto fatto qualche giorno prima “sopra alla
CO.FE.AL…alla gru…”, proprio in quel posto hanno continuato a lavorare.
NASONE Francesco risponde però che la ditta cui si riferisce PUNTORIERI in
realtà se ne è già andata liberando il cantiere (“…se ne sono andati questi qua...”).
Il duplice richiamo alla “CO.FE.AL.” ed alla “gru” conferma inequivocabilmente
che il Puntorieri si sta riferendo al danneggiamento compiuto qualche giorno
prima (“...l'altro giorno?... lui sta parlando dell'altro giorno...”) sul citato mezzo della
ditta “T. GULLI”, impresa anch’essa impegnata nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada.
PUNTORIERI P.:NASONE F.:PUNTORIERI P.:-
Allora...
...(incomprensibile)... nella strada...
...sono dovuto andare (incomprensibile)... ne… (incomprensibile)…
problemi?...
(incomprensibile)...
quelli
che
lavoravano…
(incomprensibile)... sopra la CO.FE.AL.?...nella gru?
NASONE F.:Eh?... (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:...pensa che... quelli che lavoravano… (incomprensibile)...
NASONE F.:...(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:Sei andato… (incomprensibile)...?
NASONE F.:…(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-...ora?
NASONE F.:...l'altro giorno?
BURZOMATO A.:-Ecco...
NASONE F.:...oggi... lui sta parlando dell'altro giorno...
BURZOMATO A.:Quindi tu dell'altro giorno stai parlando?
PUNTORIERI P.:...io, le cose che abbiamo fatto... non parlo delle cose che non
facciamo...è normale che lavorino, se noi non facciamo nulla noi...
NASONE F.:…se ne sono andati questi qua...
(Conversazione n°1002 del 03.03.2012 alle ore 20:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Non sussistono pertanto dubbi circa l’attribuibilità al Nasone ed agli
altri sodali coinvolti nella discussione dell’intimidazione compiuta la notte tra
il 1° e d il 2 marzo 2012 in c.da Oliveto di Scilla ai danni della ditta T. Gulli. In
particolare si segnalano i seguenti elementi:
-
quando Nasone Francesco, nella conversazione tra presenti del
29.02.2012, fa riferimento alla “strada lì sotto dove c'è la CO.FE.AL.”,
individua senza dubbio un’unica strada che costeggia la fabbrica di
serramenti “CO.FE.AL.” con sede a Scilla; tale strada conduce
122
esclusivamente al cantiere della ditta MOSCONI in cui si trovava la
gru della Compagnia Portuale T. Gullì poi danneggiata;
-
quando Puntorieri Pietro, nel corso della conversazione del 3 marzo
2012, fa riferimento “alla CO.FE.AL” ed “alla gru” intende senza
dubbio indicare rispettivamente il luogo del danneggiamento (nei
pressi del cantiere della ditta Mosconi) ed il mezzo poi danneggiato;
-
come riferito dallo stesso Nasone Francesco a Puntorieri nella
predetta conversazione del 3 marzo 2012, la ditta T. Gullì ha
effettivamente abbandonato il cantiere della ditta Mosconi il giorno
successivo al danneggiamento;
-
Nasone Francesco evidenzia, nella conversazione del 3 marzo 2012,
che il danneggiamento alla gru vicino la CO.FE.Al si è verificato –
come concretamente accaduto – “l’altro giorno” (“lui sta parlando
dell'altro giorno...”), cioè non caso la notte tra il 1° ed il 2 marzo 2012;
-
il
rinvenimento
sulla
gru
danneggiata
di
una
finta
bottiglia
incendiaria, avente le medesime caratteristiche di quella repertata in
occasione dell’intimidazione consumata il 3 marzo 2012 ai danni della
ditta Fondazioni speciali spa, conferma - come si dirà - la riferibilità
dell’azione al medesimo gruppo criminale.
§4.5.3 Le conversazioni registrate all’interno del bar La Genziana il 3
marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12 DDA)
Proprio con riguardo alla predetta intimidazione compiuta ai danni della ditta
Fondazioni speciali spa vengono intercettate presso il bar “La Genziana” di
Scilla alcune conversazioni tra presenti dalle quali emergono riscontri
inequivocabili circa la responsabilità di alcuni degli odierni indagati.
La mattina del 3 marzo 2012, alle ore 13 e 53, viene registrata la
seguente conversazione tra BURZOMATO Arturo, PUNTORIERI Pietro e LIBRO
Francesco, in cui gli stessi commentano la presenza di alcuni mezzi d’opera su
123
un cantiere e l’opportunità di fermarsi con la macchina sull’autostrada
adiacente.
BURZOMATO A.:-Secondo... perchè c'erano... c'erano già un sacco di... c'erano lì una moto...
una "motopalaletta"... inc... a giro... c'era una...
PUNTORIERI:Solo uno non basta!
BURZOMATO A.:-...(incomprensibile)... non so..." Va bene - gli ho detto - non sai?...
Due persone dicono qualcosa troppo a bassa voce.--//
PUNTORIERI:..(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:- Lì... gli ho detto io..(incomprensibile)... gli ho detto io..(incomprensibile)... Lì ci
sono ... c'è solo una corsia e basta...
LIBRO F..:C'è una corsia?
BURZOMATO A.:- C'è una corsia e basta..(incomprensibile)... allora c'è, in poche parole, la
corsia che è buona..(incomprensibile)... mezza di qua e mezza di
qua... di lato c'è una specie di spiazzale, di sosta… (incomprensibile)...
c'è una… (incomprensibile)... ci dobbiamo fermare con una macchina...in
mezzo all'autostrada... si scende...(incomprensibile).... e ce ne andiamo
d'avanti… (incomprensibile)..
(Conversazione n°977 del 03.03.2012 alle ore 13:53, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Dalle successive ore 19 e 08 in poi all’interno del suddetto esercizio
commerciale NASONE Francesco, PUNTORIERI Pietro e BURZOMATO Arturo
pianificano un’azione delittuosa da compiere, discutendone i dettagli.
In particolare la prima parte della conversazione è incentrata sul
sopralluogo effettuato su un cantiere per verificare la presenza di mezzi
d’opera e di eventuali operai ancora intenti a lavorare. BURZOMATO e
PUNTORIERI infatti elencano a NASONE Francesco i mezzi visti sul cantiere.
Dal tenore del dialogo si comprende che il NASONE sta studiando con i propri
interlocutori il modo migliore per giungere sul suddetto cantiere, anche se tale
parte di conversazione non risulta molto comprensibile a causa dei rumori di
fondo provocati dai macchinari in funzione.
NASONE F.:Entra un attimo!
BURZOMATO A.:-(incomprensibile)...
NASONE F.:...(incomprensibile)... che se ne sono andati... ora se ne sono scesi...
BURZOMATO A.:-.. (incomprensibile)...
NASONE F.:Ora è arrivato, eccolo qua... (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-Dietro di noi?!
NASONE F.:Eh!
BURZOMATO A.:-Allora sì... fino a quando siamo saliti con Mimmo c'era il compressore in
moto ed il coso acceso.
RAGAZZO:Praticamente, me lo spiegava da Rocco...
BURZOMATO A.:-Glielo hai spiegato tu... che mi ha detto
"Non gli dire niente..." perchè.. (incomprensibile)...
Accavallamento di voci.
PUNTORIERI P.:-Qua sotto... qua sotto... qua uno... due... l’escavatorino e tre.
RAGAZZO:E l'unica cosa... (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:-Noi... (incomprensibile)... sotto e rientriamo!
NASONE F.:Eh, bravo!
PUNTORIERI P.:-(incomprensibile)... passare... (incomprensibile)...
per entrare da sotto... (incomprensibile)... perchè... (incomprensibile)...?
124
NASONE F.:...(incomprensibile)... di fronte... (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:-Eh!
NASONE F.:...(incomprensibile)... Se voi andate là, vi affacciate... non vedete la
strada di sotto!
PUNTORIERI P.:-Eh! Certo... (incomprensibile)...
(Conversazione n°998 del 03.03.2012 alle ore 19:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Nella seconda parte della conversazione NASONE Francesco dà invece precise
disposizioni a Puntorieri e Burzomato su cosa fare una volta giunti sul
cantiere, ossia liberare dai freni uno dei mezzi d’opera, in modo che lo stesso trattandosi di un cantiere ubicato su una strada con forte pendenza - precipiti
nella strada sottostante.
BURZOMATO A.:-Li sistemavamo tutti... (incomprensibile)... Comunque..
NASONE F.:Tu devi pensare... (incomprensibile)... siccome ti ho domandato...
(incomprensibile)...
...Omissis...
NASONE F.:Là ci sono le ruote... (incomprensibile)... ci sono due pietre... togli
quelle pietre... di qua davanti ha una levetta... (incomprensibile)... freno
a mano... (incomprensibile)... precipitano di sotto nella strada... che
cazzo ce ne fottiamo!
BURZOMATO A.:-...(incomprensibile)...
NASONE F.:...(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-Esatto!
NASONE F.:...(incomprensibile)... girano... si svitano... si svitano... quell'altro lo
molli... quell'altro caso... togli le pietre... (incomprensibile)...
(Conversazione n°998 del 03.03.2012 alle ore 19:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
La terza parte della conversazione invece è tutta incentrata sulla pianificazione
di una via di fuga e sui “saggi” consigli dispensati sempre da Nasone
Francesco (“Voi pensate lì? E se caso mai dovete fuggire che fate? Il motorino lo
lasciate là e vi buttate verso sotto!...Uno deve guardare prima la via di fuga!... Uno devi
pensare il male, non deve pensare il bene!”).
Da tale tratto di conversazione, si ha
inoltre la conferma che il cantiere al quale gli interlocutori si riferiscono è
quello della ditta Fondazioni Speciali spa, dato che lo stesso si trova nelle
vicinanze di una villa, ancora in fase di costruzione, di proprietà di tale
SCARANO Giuseppe43 (“...Potete scassare, per dire, il cancello di Scarano... c'è il
cancello di Scarano, giusto?”).
Inoltre emerge chiaramente come PUNTORIERI
Pietro e BURZOMATO Arturo già in passato hanno commesso delitti dello
stesso tipo anche in cantieri ubicati sull’autostrada (“Ma perchè noi...dovremmo
fuggire? Non siamo fuggiti là...nel centro dell'autostrada e dobbiamo fuggire qua?”)
ed
in un’occasione non hanno potuto compiere quanto pianificato proprio perché
non avevano preventivato tutte le possibili complicazioni (“E tu pure sei lì... il coso
125
va bene... lo hai fatto 100 volte... va bene... arrivi lì, nel fatto... eh... cic (imiti il rumore di una
pistola che si inceppa o di un accendino che fa solo la scintilla, n.d.r.) cic... e sei rimasto come a
quello... se non provvedi ad averne qualcun'altra...”).
NASONE F.:-
Perchè...
(incomprensibile)...
non
si
deve
scendere
per
sotto...
(incomprensibile)... quello è il discorso da fare... quel discorso là... però è un
discorso, per dire... (incomprensibile)... è la stessa cosa.... (incomprensibile)...
o ve ne salite per "monte"... (incomprensibile)... per "monte"...
(incomprensibile)... buttiamo giù due minuti, poi... (incomprensibile)...
saliamo.. (incomprensibile)... saliamo io e tu... con la mattina... e si sale e si fa
i suoi fatti!... (incomprensibile)... vai piano piano... (incomprensibile)... a me
quel cazzo di motorino non mi inquadra dove lo dovete mettere!
PUNTORIERI P.:-Là dietro!
NASONE F.:Voi pensate lì? E se caso mai dovete fuggire che fate? Il motorino lo
lasciate là e vi buttate verso sotto!
PUNTORIERI P.:-Che faccio... (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-Lo lascia più sopra, buttato in un... (incomprensibile)...
NASONE F.:E questo vi voglio dire... siccome "per monte"... siccome qua... sopra la strada...
sopra... giusto... c'è la strada... dove entra... coso per scendere alla vigna, "u
buttigghiu"...
BURZOMATO A.:-Eh... lo infiliamo negli scaloni...
NASONE F.:Il motorino lo mettete qua, là dentro... lo mettete là... voi...
(incomprensibile)... di qua... e si mettono là. Gli togli le chiavi... lo
lasci aperto, togli le chiavi... mettila in tasca la chiave... caso mai
dovete fuggire... il motorino è lì... a tipo... uh... uh... e te ne sei andato verso
sotto. .. (incomprensibile)... Perchè quando siete qua non potete arrivare qua
sotto. Potete scassare, per dire, il cancello di Scarano... c'è il cancello
di Scarano, giusto?
PUNTORIERI P.:Uhm!
NASONE F.:Uno glielo sfonda... voi dovete guardare dove dovete fuggire!
BURZOMATO A.:- Ma perchè noi... dovremmo fuggire? Non siamo fuggiti là...nel centro
dell'autostrada e dobbiamo fuggire qua?
NASONE F.:Ma siccome è una strada di passaggio... una volta che siete lì e fate
rumore... se caso mai viene fuori qualcuno che fate? Non vi dovete guardare
la... via di fuga?
BURZOMATO A.:- Sì, ma...
NASONE F.:Io questo sto dice... uno deve prevedere tutte queste cose qua... questo sto
guardando io.
BURZOMATO A.:- Sì, sì...
NASONE F.:Uno deve guardare prima la via di fuga!
BURZOMATO A.:- Sì!
NASONE F.:Uno devi pensare il male, non deve pensare il bene! Se uno può
riuscire... E tu pure sei lì... il coso va bene... lo hai fatto 100 volte... va
bene... arrivi lì, nel fatto... eh... cic (imiti il rumore di una pistola che
si inceppa o di un accendino che fa solo la scintilla, n.d.r.) cic... e sei
rimasto come a quello... se non provvedi ad averne qualcun'altra...
Allora?
PUNTORIERI P.:Mannaia la Madonna... mannaia!
NASONE F.:Sei rimasto come un coglione là? Ti ricordi?
Burzomato e Puntorieri mugugnano.---//
NASONE F.:Cic, cic... pù...
...Omissis...
NASONE F.:Giusto Pietro, che dico, o no?
PUNTORIERI P.:Allora!
NASONE F.:Uno deve guardare prima... (incomprensibile)... prima... prima di
"funzionare" le sue azioni, deve guardare prima la via di fuga!
43
SCARANO Giuseppe, nato a Scilla il 25.05.1962, ivi residente in via Libertà I traversa n°1.
126
Prevede... (incomprensibile)... una volta che sei là... uno tipo vaglia...
dove deve fuggire.
Si sente qualcuno che entra nel bar è chiede a Loredana Puntorieri se il pavimento è bagnato o
meno.
NASONE F.:Giusto o no? Per cui... solo da là puoi fuggire... là sotto... prendi di là ed esci
nella Chiesa... nelle palazzine... le palazzine da dove usciva il carro... da te...
per dire... il carro... (incomprensibile)... strada strada?
BURZOMATO A.:-...(incomprensibile)...
NASONE F.:Passi sotto il ponte... dove esce il carro.
BURZOMATO A.:Il carro? Esce là... nella Chiesa...
NASONE F.:Nella Chiesa! La Chiesa di... (incomprensibile)... la strada tutta quella è.
Che là ora... (incomprensibile)... tutta quanta, se tu segui...
(incomprensibile)... rovinato... esci qua sotto..
...Omissis…
(Conversazioni n°998 e n°999 del 03.03.2012 dalle ore 19:08, registrate all’interno del bar “La Genziana”, gestito
da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Alle successive ore 19 e 23 del 3 marzo 2012 la conversazione e la
pianificazione
dell’azione
delittuosa
si
arricchisce
del
contributo
di
CALABRESE Carmelo44, al quale NASONE Francesco chiede di fornire
informazioni tecniche sul mezzo da danneggiare (certamente già oggetto di una
loro precedente discussione come si evince dalla seguente frase: “Melo...ma quel
coso normale è?”),
nonchè di spiegare
a PUNTORIERI e BURZOMATO come
liberare dai freni il macchinario.
NASONE F.:-
(chiama ad alta voce CALABRESE Carmelo, n.d.r.) Melo… (incomprensibile)...
ma quel coso normale è?
CALABRESE C.:- Quello deve essere, non lo so se… (incomprensibile)... quello deve essere…
(incomprensibile)... quello rosso... quello è… (incomprensibile)...
NASONE F.:…(incomprensibile)... olio…
CALABRESE C.:- Quello deve essere... o quello..
NASONE F.:...come riesce a toglierlo uno?...
CALABRESE C.:- ...o sotto l'assale, uno davanti, uno dietro... come le ruote dei carri...
NASONE F.:…(incomprensibile)... lunga...
CALABRESE C.:- …(incomprensibile)...
leva
rossa
è...
che
è
dipinta
di
rosso...praticamente..
BURZOMATO A.:-...(incomprensibile)...
CALABRESE C.:- No... dev'essere penso laterale, questo... o a destra o a sinistra...
NASONE F.:A sinistra a gancio… (incomprensibile)... tipo così...
BURZOMATO A.:-Sgancia...
NASONE F.:Quei cosi là... hai capito? Tipo una cosa così... no? E molli... poi può essere
al contrario, non lo so… (incomprensibile)...
(Conversazione n°999 del 03.03.2012 alle ore 19:23, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Successivamente, NASONE, CALABRESE, BURZOMATO e PUNTORIERI,
affrontano la questione delle precauzioni da adottare per non essere colti in
flagranza di reato.
44
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
127
CALABRESE infatti suggerisce a chi materialmente si recherà sul posto, che se dovessero essere visti mentre sono sul cantiere - potrebbero far finta che
stanno cercando un cellulare che hanno perso lì passando con il motorino.
NASONE invece consiglia a Burzomato e Puntorieri (cioè coloro che dovranno
eseguire materialmente l’atto intimidatorio) di andare in un primo momento a
viso scoperto per verificare che non vi fosse nessuno e di verificare, al
momento di agire, che non vengano visti da eventuali operai che potrebbero
essere presenti sugli altri cantieri sottostanti a quello in cui devono recarsi.
Quest’ultimo suggerimento di Nasone Franco conferma tra l’altro che il
cantiere oggetto di discussione è quello della ditta Fondazioni Speciali, il quale
si trova sulla Strada Provinciale Scilla-Melia, al di sopra dello svincolo
autostradale di Scilla ove vi sono altri cantieri.
CALABRESE C.:-...perchè... si dovrebbe fare però... fare finta di aver perso qualcosa…
(incomprensibile)... che hai perso qualcosa al buio e non vedevi nulla... se in caso dovesse…
(incomprensibile)… qualcuno, gli dici: "No... ho perso ...
PUNTORIERI P.:-...l'orologio... il telefono...
CALABRESE C.:-...ho perso l'orologio", per dire "…il telefono…
(incomprensibile)... passando con il motorino… (incomprensibile)... nella strada... per
evitare che le macchine te lo rompano… ("pezziano")... sono passato con
il motorino, oggi, ho perso il telefono... sono passato di qua... cerchiamo
di trovare… (incomprensibile).. Hai capito? Vai due o tre volte...
NASONE F.:...vedi di andare con quelle cose…
CALABRESE C.:-…(incomprensibile)... da sotto...
NASONE F.:piedi piedi... gliele mettete sul coperchio... e andate lì.... prima guardate...
BURZOMATO A.:- Senza cappello e senza niente...
NASONE F.:Senza niente... non vi mettete cappello... quando vedete che è tutto
ok... gliela posi...
BURZOMATO A.:-No, no, no... (incomprensibile)...
NASONE F.:...scendete... guardate come vi ho detto io, dalla parte di sotto...
(incomprensibile)... che non ci sia qualcuno lì... da quegli altri, hai
capito? Quegli altri tre... (incomprensibile)... prendete quello che dovete
prendere...
CALABRESE C.: -…(incomprensibile)... dalla strada...
andare guardando...
NASONE F.:...capisci... (incomprensibile)… di guardare...
CALABRESE C.:- …(incomprensibile)... sempre in basso...
NASONE F., rivolto a qualcun altro nel bar, forse Loredana PUNTORIERI P.: "L'hai trovato?”
CALABRESE C.:- ... perchè non si sa, perchè ci può essere qualcuno..(incomprensibile)..
…Omissis…
CALABRESE C.:- ...(incomprensibile)... e sempre con gli occhi aperti...
BURZOMATO A.:- ...e se c'è qualcuno lì, dov'è?
CALABRESE C.:- Ah?
BURZOMATO A.:Se c'è qualcuno dov'è?
CALABRESE C.:- e cosa ne puoi sapere? eh....... la cosa è quella... se lo sapessimo...State...
non andate così... state sempre allerta... hai capito?
(Conversazione n°999 del 03.03.2012 alle ore 19:23, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
128
I predetti interlocutori continuano a discutere sulle modalità con cui recarsi
sul cantiere ed in particolar modo su dove lasciare il motorino per rendere più
agevole la fuga. CALABRESE Carmelo propone di accompagnare lui stesso i
due ragazzi, che per la fuga dovrebbero però comunque usare il motorino,
precedentemente posizionato nelle vicinanze. CALABRESE inoltre suggerisce
loro di indossare dei guanti.
CALABRESE C.:…(incomprensibile)... col motorino..(incomprensibile)..
BURZOMATO A.:-..(incomprensibile)... a piedi siamo..(incomprensibile)...se poi...
CALABRESE C.:...se volete fare un'altra cosa...salite da sotto...
NASONE F.:..(incomprensibile)... giusto...giusto che..(incomprensibile)
BURZOMATO A.:-... sotto non c'è la strada per… (incomprensibile)…?
Io posso arrivare, lascio il motorino dentro...
CALABRESE C.:Anzi...
BURZOMATO A.:-vicino casa al cugino Matteo...
CALABRESE C.:... e il motorino ...quale è...
BURZOMATO A.:-... no... il suo...
CALABRESE C.:se
devi
fuggire...
dove
cazzo
lo
lasciate
il
motorino…
(incomprensibile)... lasciamo sul muro... (incomprensibile)... ve ne andate
da sotto...
BURZOMATO A.:-Eh... ed il motorino come..(incomprensibile)...
NASONE F. chiede qualcosa, ma pare faccia riferimento al discorso prima citato del ristorante.--//
CALABRESE C.:...(incomprensibile)... sai dove ha la casetta Mico Scarano?
BURZOMATO A.:-si… (incomprensibile)... la casetta...
CALABRESE C.:...là dove c'è la casetta... (incomprensibile)... c'è una piazzola... da
lasciare la macchina lì... e te la fai a piedi… (incomprensibile)... c'è il
dirupo... Là sotto stesso... si presenta il dirupo... lì sotto stesso…
(incomprensibile)... -----------------------------------------------------------------------------------Si sente la voce del NASONE F. in sottofondo.--//
Si sente PUNTORIERI P. che dice di chiamare qualcuno per farsi dare il numero dell'Alicante
perchè gli è stata ordinata una torta...---//
CALABRESE C....Oppure tornate indietro… (incomprensibile)... quello che esce dietro le
palazzine?
BURZOMATO A.:-Eh...
CALABRESE C.No... quello… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.-...(incomprensibile)...
CALABRESE C.:Troppo… (incomprensibile)…
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)... che esce nella pista...
CALABRESE C.:…(incomprensibile)... volta... solo quello c'è... sali verso sopra ("pa munti") e
ti butti... te ne esci là dove... sul lato di Scarano... la strada ... da sotto…
(incomprensibile)... sopra...
BURZOMATO A.:-Eh...
CALABRESE C.:sopra c'è... (incomprensibile)... che cammina sotto... dove c'è qua sotto…
BURZOMATO A.:-Eh... ti devi nascondere ("ammacchiare")… (incomprensibile)...
perchè se ti vede qualcuno che fai?
CALABRESE C.:…(incomprensibile)... qualcuno da sotto dove?... (incomprensibile)...
non... dove lo devo mettere il motorino... se viene qualcuno col
motorino… (incomprensibile)... un po' lì sopra...
NASONE F.:...c'è una traversa lì sopra...
BURZOMATO A.:-...ma da… (incomprensibile)... non da...
NASONE F.:...no, qualcuno sale...
CALABRESE C.:Ma lo devono andare prendere...
NASONE F.:...nella curva lì sopra... sale lì... lontano… (incomprensibile)... lo scende là e
lo… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-…e infatti...
NASONE F.:...in quel modo... in quel modo si deve fare... come ti ho detto io...
CALABRESE C.:Se no salgo anche io, li accompagno con la macchina... li lascio a
piedi... e scendono da sotto... gli lascio più sopra (a munti) con la
macchina... l'importante è che il motorino è messo là vicino... che lo
acchiappino..
129
NASONE F.:CALABRESE C.:-
...(incomprensibile)... vedere...
…(incomprensibile)... da una parte nascosto fino a quando serve e poi
via... (incomprensibile)... col motorino e poi parti col motorino e te ne
vai...
NASONE F.:...ti sei fatto problemi?... (incomprensibile)... ti sei accorto…
(incomprensibile)...? ...io neanche...
CALABRESE C.:…(incomprensibile)... quello del bar… (incomprensibile)... camminava... si è
fermato, ha parcheggiato la macchina... ha fatto quello che dovevo fare ed è
ripartito... (incomprensibile)... è che cosa dovevano fuggire a piedi…
(incomprensibile)... ti metti da una parte… (incomprensibile)… ti metti da
una parte... un paio di guanti, cose, lo sapete...
(Conversazione n°999 del 03.03.2012 alle ore 19:23, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Alle successive 19 e 38 il Puntorieri commenta una sua eventuale reazione in
caso di intervento delle Forze dell’Ordine. In particolare si vanta di non aver
problemi né per un eventuale fuga, né tantomeno nell’eventualità dovesse
affrontarle violentemente a viso aperto (“Che mi interessa? Se... (incomprensibile)... gli
faccio scoppiare in aria!” “Io non è che mi voglio vantare... anzi, non mi sono vantato mai... anzi io
ho... tremo io... ma tremo sai perchè? Per rabbia tremo...”).
CALABRESE C.:-
State attenti... non andate così... (incomprensibile)… moto...
---Omissis--BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)... ci vuole mezz'ora…
CALABRESE C.:no, no, no..
BURZOMATO A.:-...perdo troppo tempo... (incomprensibile)… e te ne vai…
(incomprensibile)... sotto… (incomprensibile)... e se c'è qualche cosa?... (incomprensibile)... da
me...
PUNTORIERI P.:Che mi interessa? Se... (incomprensibile)... gli faccio scoppiare in aria!
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)... scoppiano…
(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:No?... va bene… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-...Gliel'hai sfasciata... gliel'hai sfasciata… (incomprensibile)..
. la Questura... (ride, n.d.r.)...
CALABRESE C.:…(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-Pensi che loro siano come te?
Loro sono più devoti di te! Gli butti quattro… (incomprensibile)…
PUNTORIERI P.:…(incomprensibile)... a me!
CALABRESE C.:Ma che dici, Pietro, lascia perdere...
PUNTORIERI P.:Io non è che mi voglio vantare... anzi, non mi sono vantato mai... anzi
io ho... tremo io... ma tremo sai perchè? Per rabbia tremo...
CALABRESE C.:A loro... non gli fai nulla… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-Ci vuole Roccuzzo… (incomprensibile)...
Ridono.--//
PUNTORIERI P.:...Roccuzzo...
CALABRESE C.:No, così li frena... a distanza... non li lascia avvicinare…
(incomprensibile)... salivano… (incomprensibile)... salivano sopra...
l’Alicante era a 300 metri più sopra di me... li sentivo che salivano? che
sembrava camminassero...
BURZOMATO A.:-...anzi...
CALABRESE C.:…(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-...nelle mani...
CALABRESE C.:…può darsi che sei a 100 metri... (incomprensibile)... al buio che non ti
vedano... (incomprensibile)... quelli non sono questi qua normali... quelli
sono altri...
PUNTORIERI P.:No lo so?
CALABRESE C.:...No... non sono grossi... così come te… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:…quante volte è che corriamo io e..(incomprensibile)...
CALABRESE C.:Volano, ..(incomprensibile)..., volano..
130
PUNTORIERI P.:CALABRESE C..PUNTORIERI P.:CALABRESE C.:PUNTORIERI P.:CALABRESE C.:PUNTORIERI P.:-
Io pure ...(incomprensibile)..
...volano..(incomprensibile)...
io pure volo, Melo....
...volano , ... quelli volano...
Io pure volo!
... quelli sono allenati, Pietro...
...decollo io... (incomprensibile)... poi quando vedo qualcuno che mi
segue dietro... (incomprensibile)... qualcuno di fronte!
CALABRESE C.:Quelli ti raggiungono... ti raggiungono quelli..(incomprensibile).... la
strada... sali a Scilla, montagne montagne... (incomprensibile)...
(Conversazioni n°999 e n°1000 del 03.03.2012 dalle ore 19:38, registrate all’interno del bar “La Genziana”, gestito
da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
BURZOMATO Arturo, proprio in considerazione della possibilità di essere colti
in flagranza e per ridurre i tempi di permenenza presso il cantiere, propone di
effettuare “solo” il posizionamento delle bottiglie come “al solito”, senza
procedere ai danneggiamenti dei mezzi. Tale affermazione del Burzomato
conferma che le intimidazioni compiute nei pressi di Scilla in danno di altre
ditte impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada – intimidazioni
in occasioni delle quali sono state posizionate finte bottiglie incendiarie – sono
senza dubbio attribuibili a Nasone Francesco e ai suoi più fedeli sodali.
BURZOMATO A.:-Benzina hai fatto al motorino?... se no... scusa... se si lasciano…
(incomprensibile)… bottiglie... al solito... senza che gli tocchiamo nulla... ah?
(Conversazione n°1000 del 03.03.2012 alle ore 19:38, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
La riprova di quanto appena evidenziato è data peraltro dallo stesso
PUNTORIERI Pietro, il quale vanta la propria conoscenza dei cantieri
autostradali, dichiarando di averli ispezionati tutti, uno per notte, compreso
quello di Santa Trada e quello vicino all’area di servizio di Villa San Giovanni,
verificando la possibilità di poter accedere agli stessi persino con la macchina.
PUNTORIERI P.:-Lo so!... (incomprensibile)... lo so... che sono... allora... Melo...
. tutte queste zone qui... una la notte me le facevo… (incomprensibile)... una alla notte... e
ho conosciuto tutti i cantieri... tutti...
CALABRESE C.:-...e ..(incomprensibile)... fare la notte?
PUNTORIERI P.:-...mi guardavo tutti i cantieri... tutti... dalla A alla Z... e
... so tutti come vanno: Santa Trada... là sotto a... (incomprensibile)...
quello là...quel grande coso che c'è sull'Autogrill... che mi mettevo
("azziccavo") lì dentro con la macchina... andando da sopra a sotto... Non
si muoveva una foglia...
(Conversazione n°1000 del 03.03.2012 alle ore 19:38, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
131
NASONE, PUNTORIERI, BURZOMATO e CALABRESE continuano inoltre a
ragionare sul modo più opportuno per compiere l’intimidazione, valutando i
tempi dell’azione, le via di fuga e la possibilità di un intervento delle Forze
dell’Ordine.
CALABRESE C.:-Ma io sai cosa ti dico... Stasera… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:-Anche ora andrei io, Melo, da solo…
CALABRESE C.:-Ora è già a casa... questo punto siamo...
PUNTORIERI P.:-Da lì, Melo... da lì... sai dove arrivo?... (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-...non gli piace… (incomprensibile)...
CALABRESE C.-…(incomprensibile)... il centro della notte è brutto...
BURZOMATO A.:- ...non gli piace..
PUNTORIERI P.:- Al coso lì... al carro. Sai dov'è... (incomprensibile)...
CALABRESE C.:- ...al centro della notte è brutto... il carro è brutto lì... lì sotto... hai capito
che è brutto lì?... (incomprensibile)... qualcuno apre la bocca? Te le devi
pensare queste cose... loro non lo sanno che aspettano là...
BURZOMATO A.:- come se non lo sapessero... quelli… (incomprensibile)...
CALABRESE C.:- …(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-Che strada possono fare se vanno?
PUNTORIERI P.:- Comunque Melo.... questa cosa qui non si può dire: si può parlare, si
può discutere...ma quando sei sul posto di dove sei... mille pensieri ti
girano..
CALABRESE C.:- Ma a te pare... (incomprensibile)... Dove vai Pietro?
PUNTORIERI P.:- E' assai ..(incomprensibile)...... sono arrivato a marina già io... da lì.
CALABRESE C.:- E se... te lo trovi davanti e rimani bloccato nel vico... (incomprensibile).. dove
vai?
PUNTORIERI P.:- ... e non lo vedo io?
CALABRESE C.:- …(alza il tono della voce, n.d.r.)… Che vedi? Se sono nascosti vedi? Quelli…
(incomprensibile)… e ti arrestano...
BURZOMATO A.:-...e ti prendono… (incomprensibile)...
CALABRESE C.:- ...ti aspettano là... ti aspettano... come passi… (incomprensibile)”... ride...
PUNTORIERI P.:- …(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)...
CALABRESE C.:- …(incomprensibile)... saliva... a piedi… (incomprensibile)... loro sanno che…
(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:- …(incomprensibile)... dove entrano...
CALABRESE C.:- Pensi a male per farti venire il bene! Sempre a male devi pensare, ricordatelo!
Sempre a male devi pensare!
---Omissis--CALABRESE C.:- Questo "maccarrone" qua… (imita il rumore di un colpo)…Paffete! Ti
sparano, non è che pensa che si crede...
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)...
CALABRESE C. :-E' difficile...
---Omissis--BURZOMATO A.:-Io ho guardato, ma a Pietro non gli piace...
PUNTORIERI P.:- …(incomprensibile)...
NASONE F....(incomprensibile)... sai che cos'è: io ti ho detto...
BURZOMATO A.:-Onde evitare..
NASONE F.:…come "onde evitare"?.. perchè quando parli troppo... bello... ti devi fidare...
che ti ho detto io l'altra volta?... (incomprensibile)... Mi avete capito, allora?...
Pietro… (incomprensibile)... in quel modo… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P..- ...se non si muove... (incomprensibile)... torniamo un'altra volta... (ride,
n.d.r.)...
CALABRESE C.:- ...sali da sopra... (incomprensibile)... da sotto... lasci… (incomprensibile)...
poi scendi da SCARANO e sei… (incomprensibile)...
NASONE F.:Quello di Gianfranco, sotto da Gianfranco?
BURZOMATO A.:-...e lo so… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:- ...Lasci per sotto... lasci il motorino...
132
CALABRESE C.:- ...esci più sopra di SCARANO...
BURZOMATO A.:- …o esco da sotto il ponte… (incomprensibile)...
CALABRESE C.:- Esci... nella vigna... come si chiama? Quello delle bombole... che ha le capre
lì... Là dove ha le capre lui… (incomprensibile)... e ti ritrovi sotto la…
(incomprensibile)... Un giro lungo... con la macchina… (incomprensibile)…
(Conversazione n°1000 del 03.03.2012 alle ore 19:38, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
I suddetti interlocutori continuano inoltre a commentare il modo in cui
danneggiare
i
mezzi
d’opera
presenti
sul
cantiere.Ribadiscono
infatti
l’intenzione di lasciar scendere un mezzo d’opera lungo la strada in pendenza,
togliendo il freno a mano.
BURZOMATO A.:-Pietro a sfascio... hai capito?
PUNTORIERI P.:-Ho capito!
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)... Pietro... Con un martello andiamo…
(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:-…(incomprensibile)... lo rompi?
CALABRESE C.:-Non glielo far fare… (incomprensibile)... non fate.
.. (incomprensibile)... non gli fate...
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)... il freno a mano e glielo scendiamo dentro la casa...
NASONE F.:…(incomprensibile)… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-Certo... e buonanotte...
PUNTORIERI P.:-…(incomprensibile)..."pa munti”… (incomprensibile)...
(Conversazione n°1000 del 03.03.2012 alle ore 19:38, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Discutendo
sulle
modalità
d’azione,
PUNTORIERI
afferma
inoltre
che
provvederà a camuffarsi in qualche modo. BURZOMATO lo prende in giro,
narrando di un’occasione in cui i due hanno agito insieme e PUNTORIERI si
era dimenticato di portare un martello, nonostante avesse assicurato a
BURZOMATO di averlo con sé. I predetti soggetti hanno comunque potuto
compiere l’atto narrato solo perché BURZOMATO ne teneva uno nascosto.
Ribadiscono peraltro di essere pronti a reagire con violenza qualora colti in
flagranza (“chi passa lo sbattiamo a terra…”).
PUNTORIERI P.:-
...e me ne scendo da sotto... che m'interessa... “m'infascio” tutto... mi
trucco... chi passa lo sbattiamo a terra… (incomprensibile)... che vuoi
che ti dica?
BURZOMATO A.:-(incomprensibile)... tutto... E ci... (incomprensibile)... tutto quanto...
"Pietro, ma hai tutto quanto"..."Si, ho tutto quanto!" "Pietro?" Mannaia la madosca... meno
male che ce l'avevo nascosto dentro una cosa... gli ho detto: "Vai a
prendere il martello, se no… (incomprensibile)... Tutto pagato…
PUNTORIERI P.:A costo zero...
BURZOMATO A.:- A costo zero, senza interessi!
(Conversazione n°1001 del 03.03.2012 alle ore 19:53, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
133
BURZOMATO e PUNTORIERI continuano a discutere sul come comportarsi
all’interno del cantiere ed ipotizzano il rischio che il mezzo che vogliono
danneggiare possa fermarsi sulla discesa a causa degli spartitraffico che sono
stati posizionati in prossimità del cantiere (situazione che, come vedremo, si
verificherà concretamente). Pertanto, BURZOMATO chiede a PUNTORIERI se
non sia il caso di evitare di danneggiare i mezzi e limitarsi a posizionare solo
delle bottiglie (“Per forza danni gli devi fare? E se gli mettiamo solo le bottiglie e
basta?”).
PUNTORIERI teme però che l’intimidazione non risulti
abbastanza
chiara ed efficace (“E se non vengono? E se non vengono?”), in tal modo provocando
la reazione di BURZOMATO, il quale lo rassicura affermando che in quel caso
tornerebbero sul posto a bruciare i mezzi (“E se non vengono glieli bruciamo”).
Il suddetto contesto dialogico conferma – se ve ne fosse bisogno – che i
suddetti interlocutori stanno organizzando un’azione intimidatoria di tipo
estorsivo ai danni di una ditta impegnata nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada SA-RC (nella specie la Fondazioni Speciali spa); l’espressione
“se non vengono” non si presta infatti ad altra interpretazione, se non quella
riferita al contatto che i rappresentanti della ditta danneggiata cercheranno al
fine di regolare i conti con la cosca mafiosa operante a Scilla.
NASONE F.:Melo hai preso il telefono?
BURZOMATO A.:-Vuoi che andiamo da...
NASONE F.:Non ho capito...
BURZOMATO A.:-E se non cade?... e se non cade?
Siamo rovinati...
PUNTORIERI P.:...perchè non cade?
Ragazzo:Eh...
PUNTORIERI P.:...non cade... ci hanno messo ("appizzato") i... (incomprensibile)... lì…
BURZOMATO A.:-Quali… (incomprensibile)?
PUNTORIERI P.:...(incomprensibile)... là sotto ci lasciano… (incomprensibile)... e noi
glieli togliamo da sotto… (incomprensibile)...
---Omissis--PUNTORIERI P.:…(incomprensibile)… Sto lì mezz'ora a fare qualcosa... a vedere quelli che
passano… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-...ascolta: per forza danni gli devi fare?
PUNTORIERI P.:Uh?
BURZOMATO A.:-Per forza danni gli devi fare? E se gli mettiamo solo le bottiglie e basta?
Si sente Franco NASONE nel bar.--///
PUNTORIERI P.:...le altre... gliele incartiamo…
BURZOMATO A.:-...e se gliele incartiamo, gli mettiamo… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:E se non vengono?
BURZOMATO A.:-Uhm?
PUNTORIERI P.:E se non vengono?
BURZOMATO A.:-E se non vengono glieli bruciamo...
PUNTORIERI P.: -Sì... e vai tu la prossima volta (in senso ironico)…
(Conversazione n°1001 del 03.03.2012 alle ore 19:53, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
134
La cura con cui viene preparata l’azione intimidatoria è comprovata dai progr.
n. 1001 e 1002, nel corso dei quali BURZOMATO Arturo propone di rimandare
il tutto a lunedì sera (cioè alla sera del 5 marzo 2012), dato che per
PUNTORIERI Pietro il giorno successivo non è lavorativo (il martedì è infatti il
giorno di chiusura del bar La Genziana) e quindi potrebbero effettuare il
danneggiamento nascondendosi subito dopo nelle vicine zone di montagna
(dove evidentemente godono di un rifugio), per poi ritornare direttamente a
Scilla la mattina del 6 marzo 2012.
NASONE Francesco valuta l’ipotesi prospettata da BURZOMATO, affermando
che potrebbe poi andare lui stesso a recuperarli il martedì mattina.
BURZOMATO A.:-...e allora aspetta, non facciamo niente stasera se no…
(incomprensibile)... facciamo domani sera... (incomprensibile)... facciamo come se domani…
(incomprensibile)... lunedì sera… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:...tra stasera e domani, non è che cambia qualcosa, sono tutti quattro…
(incomprensibile)…
BURZOMATO A.:-...martedì tu non lavori... martedì tu non lavori...
saliamo sopra ( "a munti"), e spuntiamo qui martedì mattina. E si fa… (incomprensibile)... ce
ne saliamo sopra… (incomprensibile)... rotta e ce ne saliamo sopra. Stop! Al
posto… (incomprensibile)… ora… (incomprensibile)…
BURZOMATO A.:...e sale lui martedì mattina sopra ("a munti")...
NASONE F.:...e ci vediamo martedì...
BURZOMATO A.:...e ci vediamo martedì mattina sopra ("a munti")...
NASONE F. :...e possiamo fare così...
BURZOMATO A.:…ed è finito il film, senza che usciamo pazzi...
NASONE F.:...si prendono le due cose...
(Conversazioni n°1001 e n°1002 del 03.03.2012 dalle ore 19:53, registrate all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
PUNTORIERI Pietro si dice però contrario a rimandare l’azione delittuosa al
successivo lunedì sera, temendo che le Forze dell’Ordine possano risalire a
loro notando che molti episodi delittuosi avvengono proprio la notte precedente
al giorno di chiusura del bar. E’ lo stesso Puntorieri inoltre a rendersi
disponibile a compiere l’azione delittuosa – come poi avvenuto – anche la
stessa sera (“io non ho differenza tra stasera, domani e lunedì e martedì...”).
L’affermazione del PUNTORIERI è l’ulteriore conferma che gli indagati si sono
già resi responsabili in passato di diversi episodi criminosi dello stesso genere.
PUNTORIERI P.:-Non è che martedì... vengono e ci chiamano... che il martedì che poi c'è
un "fracello"?...(incomprensibile)...
NASONE F.:Che dici… (incomprensibile)...?
PUNTORIERI P.: -Mi sono accorto che ogni martedì c'è il "fracello"...
non è che poi dicono che il martedì, perchè siamo liberi noi... e succede il... il patatrac...?
NASONE F.:...(incomprensibile)...
135
PUNTORIERI P.:-Io non lo so... io non ho differenza tra stasera, domani e lunedì
e martedì... io quanto le prendo là, vado e le metto là sotto... tutto... possiamo fare tutto
quello che volete... io non ho paura... però il discorso... se andiamo
bene così…
(Conversazione n°1002 del 03.03.2012 alle ore 20:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Appare di particolare rilevanza – confermando l’assunto precedente – la
conversazione in esame nella parte in cui, alle ore 20 e 08, sempre
PUNTORIERI Pietro ribadisce la necessità di compiere l’intimidazione in modo
tale
che
il
messaggio
venga
recepito
dai
destinatari
(cioè
il
legale
rappresentante della ditta interessata) e non scambiato per un gesto
commesso “da ragazzini di due anni”; in sostanza l’intimidazione deve essere di
entità tale da spingere la ditta danneggiata a recarsi da loro senza equivocare
il messaggio.
PUNTORIERI P.:-
Io voglio almeno che andiamo al fine di farli venire… non che io vado
e loro che quello dice: "ragazzini di due anni che vanno"... ah…
(incomprensibile)... che sia andato qualcuno a fare, per dire…
(incomprensibile)... ore...
NASONE F.:...lì uno è... una volta sola si fa… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:…(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:Un lavoro bello... in maniera da scendere… (incomprensibile)…
(Conversazione n°1002 del 03.03.2012 alle ore 20:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
A tal proposito è lo stesso PUNTORIERI a far presente a NASONE che,
nonostante quanto fatto qualche giorno prima “sopra alla CO.FE.AL…alla
gru…”, proprio in quel posto hanno continuato a lavorare. NASONE Francesco
risponde però che la ditta cui si riferisce PUNTORIERI in realtà se ne è già
andata liberando il cantiere (“…se ne sono andati questi qua...”). Il
riferimento corre senza dubbio al danneggiamento di alcuni mezzi della ditta
“T.
GULLI”
(anch’essa
impegnata
nei
lavori
di
ammodernamento
dell’autostrada), avvenuto all’interno del cantiere della ditta Mosconi in c.da
Oliveto di Scilla la notte tra l’1° ed il 2 marzo 2012.
Tale passaggio della conversazione conferma la perfetta conoscenza da parte
degli indagati delle ditte presenti sui cantieri e dei loro movimenti. Non è un
caso che la ditta “Compagnia di T. GULLI” – fino a quel momento operante in
una strada adiacente la fabbrica di serramenti Co.FE.AL. – il giorno successivo
al
danneggiamento
abbia
lasciato
136
il
cantiere,
risultando
pertanto
inequivocabile l’assunzione della paternità del danneggiamento in argomento
(“...io, le cose che abbiamo fatto... non parlo delle cose che non facciamo... è normale
che lavorino, se noi non facciamo nulla noi...).
PUNTORIERI P.:NASONE F.:PUNTORIERI P.:-
Allora...
...(incomprensibile)... nella strada...
...sono dovuto andare (incomprensibile)... ne… (incomprensibile)…
problemi?...
(incomprensibile)...
quelli
che
lavoravano…
(incomprensibile)... sopra la CO.FE.AL.?...nella gru?
NASONE F.:Eh?... (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:...pensa che... quelli che lavoravano… (incomprensibile)...
NASONE F.:...(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:Sei andato… (incomprensibile)...?
NASONE F.:…(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-...ora?
NASONE F.:...l'altro giorno?
BURZOMATO A.:-Ecco...
NASONE F.:...oggi... lui sta parlando dell'altro giorno...
BURZOMATO A.:Quindi tu dell'altro giorno stai parlando?
PUNTORIERI P.:...io, le cose che abbiamo fatto... non parlo delle cose che non
facciamo...è normale che lavorino, se noi non facciamo nulla noi...
NASONE F.:…se ne sono andati questi qua...
(Conversazione n°1002 del 03.03.2012 alle ore 20:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Il seguente scambio di battute, che conclude la conversazione captata il 3
marzo 2012 all’interno del bar La Genziana di Scilla, dimostra infine il ruolo di
capo e promotore rivestito da Nasone Franco all’interno del sodalizio criminoso
in
esame.
Nonostante
PUNTORIERI
e
BURZOMATO
partecipino
alla
pianificazione dell’atto delittuoso e ne siano poi gli esecutori materiali,
fornendo proposte e pareri, la decisione finale spetta comunque al NASONE,
alla cui autorità gli altri sodali si rimettono in modo sommesso (“Come dici tu,
Franco? Tu devi parlare... se non parli tu...”).
PUNTORIERI P.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI P.:-
Come dici tu, Franco? Tu devi parlare... se non parli tu...
Se succede qualcosa… (incomprensibile)... no come dice lui...
No… si… (incomprensibile)... faccio qualcosa che dice lui? Io, per me, posso
andare anche da solo...
BURZOMATO A.: -…il problema lo sai...
PUNTORIERI P.:... non è quello...
BURZOMATO A.:Il problema lo sai quale è? Cerco di mettere… (incomprensibile)...
(Conversazione n°1002 del 03.03.2012 alle ore 20:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
§ 4.5.4. Le conversazioni registrate all’interno del bar La Genziana il 4
marzo 2012 (R.I.T. n. 319/12 DDA)
137
Il giorno successivo, il 4 marzo 2012 alle 6 e 08, sempre all’interno
del bar La Genziana di Scilla, PUNTORIERI Pietro45 racconta a LIBRO
Francesco46 alcuni dettagli dell’azione delittuosa compiuta la notte precedente
ai danni della ditta Fondazioni speciali spa e già programmata nei minimi
particolari nel corso della lunga conversazione registrata il 3 marzo 201247.
In particolare:

PUNTORIERI riferisce al Libro che NASONE Francesco lo ha deriso in
quanto non era stato in grado di ultimare l’azione per come programmata,
dato che il mezzo non è poi arrivato dove avevano previsto (“non è caduto di
sotto…se cadeva di sotto...”);
per tale motivo il Puntorieri esterna il proprio
rammarico (“Però se fosse caduto lì sotto mi sarei divertito di più io!”).
LIBRO Francesco – dimostrando di essere pienamente inserito nelle dinamiche
criminali dell’associazione – chiede se comunque fossero riusciti a posizionare
le bottiglie (“Ma gliele avete lasciate... sì?”). PUNTORIERI risponde che ovviamente
quello lo hanno fatto “come sempre”. (“... sì, sempre... quello sempre no?”).
PUNTORIERI:-..(incomprensibile).. gli ho detto: "Mamma che ti hanno detto!
Non vali niente!"...(incomprensibile).." Uno come a te non vale nulla?" Lo stesso che sei un
cesso..."sorride..."(incomprensibile)… la doccia...no?
LIBRO:E "Non vali" chi glielo ha detto? Franco?
45
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
46
Si richiamano integralmente i criteri di identificazione delle voci già indicati al cap. II, par. 2 del presente
provvedimento di fermo.
47
L’individuazione della ditta e del cantiere oggetto dell’azione intimidatoria è certa in quanto:
a) nel corso della conversazione registrata il 3 marzo 2012 Nasone Francesco e gli altri sodali pianificano
un’azione di danneggiamento di un mezzo presente in un cantiere, da realizzare la sera successiva
sganciando i freni e facendolo scendere lungo la discesa. Gli interlocutori inoltre ipotizzano che il mezzo
possa “non cadere” a causa di presunti ostacoli. La notte tra il 3 ed il 4 marzo 2012 presso il cantiere
Paratia Scilla la ditta Fondazioni speciali spa subisce efffettivamente il danneggiamento di un compressore
marca Ingersol che ignoti malfattori, dopo averlo liberato dai freni e dai fermi, fanno scendere lungo un
tratto di strada in discesa fino a determinarne l’urto contro uno spartitraffico in cemento ivi presente; le
circostanze del predetto danneggiamento trovano conferma anche nella conversazione tra Puntorieri e Libro
del 4 marzo 2012 all’interno del bar La Genziana di Scilla.
b) nel corso della conversazione registrata il 3 marzo 2012 Nasone Francesco e gli altri sodali, nel pianificare
un’azione di danneggiamento di un mezzo presente in un cantiere e nell’individuare il luogo, fanno
riferimento più volte all’abitazione di tale Scarano; il cantiere Paratia Scilla, all’interno del quale si è
verificato il 3 marzo 2012 l’atto indimidatorio ai danni della ditta Fondazioni speciali spa, si trova nelle
vicinanze di una villa, ancora in fase di costruzione, di proprietà di tale SCARANO Giuseppe, nato a Scilla il
25.05.1962;
c) nel corso della conversazione registrata il 3 marzo 2012 Nasone Francesco e gli altri sodali, fanno
riferimento alla necessita di collocare anche delle “bottiglie”. In occasione della predetta indimidazione ai
danni della ditta Fondazioni speciali spa sono state rinvenute su due mezzi presenti nel cantiere delle
bottiglie di plastica contenenti sostanza liquida, avvolte da nastro da imballaggio e recanti una finta miccia;
la cricostanza relativa alle “bottiglie” trova inoltre conferma nella conversazione tra Puntorieri e Libro del 4
marzo 2012 all’interno del bar La Genziana di Scilla;
d) nel corso della conversazione registrata il 3 marzo 2012 Nasone Francesco e gli altri sodali, questi ultimi
fanno riferimento alla necessità di non essere visti da eventuali operai presenti sugli altri cantieri sottostanti
a quello in cui devono recarsi; il cantiere della ditta Fondazioni Speciali si trova non a caso sulla strada
Provinciale Scilla-Melia, al di sopra dello svincolo autostradale di Scilla ove vi sono altri cantieri.
138
PUNTORIERI:-Si...No... non è che glielo ha detto Franco...
LIBRO:si...(incomprensibile)…
PUNTORIERI-Si... lo ha detto quando è andato via..." Lo stesso che non valiamo nulla...
anzi, soprattutto tu non vali niente... perchè io"...ride..."io sarei andato... che cazzo
me ne sarebbe fottuto... io non ho problemi con l'altezza...io se mi devo buttare da
una montagna, mi butto, non ho paura di buttarmi... posso rompermi le gambe,
qualche volta...
LIBRO:...(incomprensibile)…
PUNTORIERI:-Ah?
LIBRO:...(incomprensibile).. stavano parlando... (incomprensibile)…
PUNTORIERI:-.. mannaia la marina... lì sai cos'è stato... (incomprensibile)...
non è caduto di sotto… se cadeva di sotto... (incomprensibile)…
LIBRO:Ma gliele avete lasciate... sì?
PUNTORIERI:-... sì, sempre... quello sempre no? Però se fosse caduto lì sotto mi sarei
divertito di più io!
(Conversazione n°1042 del 04.03.2012 alle ore 06:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)

continuando a raccontare la condotta criminosa consumata la sera prima,
PUNTORIERI, oltre a discutere con LIBRO su alcune divergenze tra lui e
BURZOMATO in merito al “modus operandi”, affronta con il proprio
interlocutore la questione delle precauzioni necessarie da individuare già in
fase di pianificazione degli atti intimidatori, per poi essere pronti ad
adottarle nella successiva fase di esecuzione. In particolare, Puntorieri si
riferisce alla necessità di “addestrarsi” (“...uno si deve addestrare...”), nonchè
di prevedere le idonee vie di fuga (“...vedere com'è... se si può fare... se deve
salire sotto le montagne, sopra, di lato, di sopra…”)
e le eventuali giustificazioni
se colti in flagranza sul luogo del fatto (“Io qui? Ho perso un mazzo di chiavi, un
portafoglio e lo sto andando a trovare.")
.
PUNTORIERI P.:-
Franco, sai quale è il fatto? Che Arturo se la pensa, no? Se fa una cosa? Si...
la può fare meglio di me... perchè lui la pensa...ma, ieri mi ha dato ragione...
"Chi parla "- mi ha detto lui-"...chi parla parla...". "Non si fa nulla - mi ho detto
lui- e tu, Pietro, hai ragione che non si parla se devi reagire...". Gli ho detto io:
"Arturo, io la ragiono così... se uno quando parla .." "... quello che
deve dare, se no si perde a chiacchere uno. Che poi non ti... non ti
convince...la cosa si fa all'attimo... se no.. la cosa non si fa
più...perde d'animo la cosa...delle cose, Madonne, Signore... e ti blocchi,
non sai più cosa fare... certo... la pellaccia uno se la deve guardare lo
stesso, lo so... uno non è che deve andare... lì... obbligatorio... uno si deve
addestrare, vedere com'è... se si può fare... se deve salire sotto le
montagne, sopra, di lato, di sopra… (incomprensibile)... lì... quelli vedono
quando mettiamo mano... Cosa sanno quello che..."Io qui? Ho perso un
mazzo di chiavi, un portafoglio e lo sto andando a trovare."... cosa mi
racconti, stupido (“sturtu”)?
LIBRO F.:Ho la vigna qui vicino...
PUNTORIERI P.:... ho la vigna vicina. "E a quest'ora?" "Io vado quando voglio nella mia vigna,
nella mia proprietà... e - per dire- io non devo dare conto a nessuno...neanche
a voi che siete..(incomprensibile)...
(Conversazione n°1043 del 04.03.2012 alle ore 06:23, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
139
La notte tra l’8 ed il 9 marzo 2012, sempre presso il cantiere della
ditta Fondazioni Speciali spa, vengono ulteriormente danneggiati mediante un
corpo contundente il quadro comando ed i tubi idraulici di una sonda marca
Comacchio; inoltre, il semaforo mobile presente sul cantiere, utilizzato per la
regolazione della circolazione stradale - come già avvenuto in occasione del
danneggiamento del 25.08.2011 nei confronti della predetta ditta - viene
gettato nell’adiacente scarpata.
Tali danneggiamenti costituiscono senza dubbio la concretizzazione di
quanto già ipotizzato da Nasone Francesco e dai predetti sodali in occasione
della conversazione registrata il 3 marzo 2012, laddove questi ultimi avevano
sostenuto che - qualora i titolari della ditta vittima dell’atto delittuoso non
avessero recepito il messaggio ad esso sottointeso (ossia cercarli per mettersi
“in regola”) – l’unica soluzione sarebbe stata quella di tornare sul cantiere e
reiterare in modo più efficace l’intimidazione (“E se non vengono?BURZOMATO A.:-E
se non vengono glieli bruciamo....”).
Solo in questo modo può essere letta la scelta
del predetto gruppo criminale di reiterare l’intimidazione nei confronti della
medesima ditta a pochi giorni di distanza dalla precedente.
BURZOMATO A.:-...ascolta: per forza danni gli devi fare?
PUNTORIERI P.:Uh?
BURZOMATO A.:-Per forza danni gli devi fare? E se gli mettiamo solo le bottiglie e basta?
Si sente Franco NASONE nel bar.--///
PUNTORIERI P.:...le altre... gliele incartiamo…
BURZOMATO A.:-...e se gliele incartiamo, gli mettiamo… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:E se non vengono?
BURZOMATO A.:-Uhm?
PUNTORIERI P.:E se non vengono?
BURZOMATO A.:-E se non vengono glieli bruciamo...
PUNTORIERI P.: -Sì... e vai tu la prossima volta (in senso ironico)…
PUNTORIERI P.:-
Io voglio almeno che andiamo al fine di farli venire… non che io vado
e loro che quello dice: "ragazzini di due anni che vanno"... ah…
(incomprensibile)... che sia andato qualcuno a fare, per dire…
(incomprensibile)... ore...
NASONE F.:...lì uno è... una volta sola si fa… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:Un lavoro bello... in maniera da scendere… (incomprensibile)…
A riprova di quanto appena evidenziato, non possono inoltre sottacersi
le seguenti circostanze temporali relative ai danneggiamenti subìti dalla ditta
Fondazioni Speciali spa:
140
a) la ditta CARCHELLA s.p.a., incaricata dal contraente generale di
eseguire alcuni lavori di ammodernamento dell’autostrada A/3, ha subappaltato parte di tali lavori alle ditte Fondazioni Speciali e A.B.S. ING,
rispettivamente a fine giugno ed a fine luglio del 2011, per un importo totale di
1.370.000,00 euro. Tali ditte hanno iniziato i lavori in cantieri adiacenti nel
successivo agosto, mese in cui si sono verificati i primi danneggiamenti a
carico della ditta Fondazioni Speciali spa.
b) in data 02.03.2012, la ditta CARCHELLA s.p.a. ha affidato in subappalto alla ditta A.B.S. ING ulteriori lavori per un importo di 150.000,00
euro. Proprio in tale periodo, entrambe le ditte hanno subito nuovamente atti
intimidatori.
Ciò
fa
presupporre
un
attento
monitoraggio
da
parte
dell’organizzazione criminale in questione sui lavori in cui sono impegnate le
ditte presenti nel territorio di Scilla, attività propedeutica ad estorcere somme
di
denaro
ai
intimidazione
predetti
derivante
operatori
dal
economici
vincolo
avvalendosi
associativo
e
della
della
forza
di
condizione
di
assogggettamento che ne deriva.
Ulteriore coincidenza temporale che si ritiene opportuno evidenziare è
quella relativa alla stipula di una convenzione tra la ditta Fondazioni Speciali
ed il bar “La Genziana” di Scilla per la consumazione della colazione da parte
degli operai della ditta impegnati nel cantiere. Tale convenzione infatti è stata
stipulata nel settembre 2011 (cioè subito dopo i primi danneggiamenti) e la
suddetta ditta ne ha usufruito fino a dicembre 2011 (cioè, non a caso, fino alla
vigilia della seconda tornata di danneggiamenti). Tali anomale circostanze
trovano conferma:
1. da quanto dichiarato da RANNONE Giuseppina48;
2. da quanto emerge dalle conversazioni telefoniche di seguito riportate;
- In data 12.01.2012, RANNONE Giuseppina chiama MUSUMECI Concetto
(responsabile della ditta Fondazioni speciali spa) per dirgli che sta facendo una
raccolta delle fatture per poi passare dal bar “La Genziana”. La RANNONE
chiede al suo interlocutore che giustificazione dovrà dare ai gestori del bar in
merito al fatto che gli operai non stanno più usufruendo della convenzione.
MUSUMECI le consiglia, senza dare loro la colpa di tale situazione, di
48
RANNONE Giuseppina, nata a Catania il 18.10.1970, impiegata tecnica della ditta Fondazioni
Speciali spa (v. s.i.t. rese in data 22.03.2012)
141
riferire che al momento per la ditta Fonmdazioni speciali è economicamente
più conveniente utilizzare la mensa presso il campo base di Santa Trada.
MUSUMECI C.:RANNONE G.:MUSUMECI C.:RANNONE G.:MUSUMECI C.:RANNONE G.:-
MUSUMECI C.:RANNONE G.:MUSUMECI C.:RANNONE G.:MUSUMECI C.:RANNONE G.:MUSUMECI C.:RANNONE G.:MUSUMECI C.:RANNONE G.:MUSUMECI C.:RANNONE G.:-
Pronto!
Capo buon giorno!
Buon giorno, mi trovo in una brutta zona se cade ti richiamo.
Va bene. Senti io sto facendo una raccolta delle fatture.
Eh!
ARFUSO, ho chiamato ad ARFUSO e mi ha dello che l'ha preparata proprio
ieri quindi dopo ci mando qualcuno. Adesso passo dalla Genziana, eh.. eh..
la Genziana se mi dice qualcosa cosa gli devo dire se vede che non ci stiamo
andando più?
Aspetta che non si sente un cazzo!
Uhm! Mi senti?
Si!
Dico, io sto andando alla Genziana se mi dice qualcosa che non sta
venendo più nessuno gli devo rispondere in qualche maniera?
Beh, il prezzo quello lì abbiamo trovano, ce ne andiamo in mensa
chiaramente che ci fa meno!
Gli dico che fino a quando non ci dicono che non ci accordiamo è
inutile che continuiamo con quel prezzo lì…
Va bene proprio così non credo che sia il caso di dirglielo…
Eh!
Diciamo ... diciamo che...
Gli dico che vado in mensa
Diciamo che visto ..... visto che non riusciamo ad abbassare il prezzo
non riusciamo ..insomma non è che uno gli da colpa, non riusciamo
ad abbassare il prezzo e ci stiamo appoggiando alla mensa.
Va bene, ok.
(Conversazione del 12.01.2012 alle ore 08:00, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a MUSUMECI Concetto
al progressivo n°2116, R.I.T. n°1718/11)
- In data 03.02.2012, NASONE Franco chiama MUSUMECI Concetto per
sollecitare il pagamento di alcune fatture. Prima della risposta si sente
NASONE Franco che ad una terza persona accanto a lui dice: “Questi non ci
vengono più!”.
MUSUMECI C.:-Pronto!
NASONE F.:Si salve!
MUSUMECI C.:-Salve!
NASONE F.:Come andiamo? Sono Francesco della pasticceria, del bar in piazza di
Scilla.
MUSUMECI C.:-Ah, buon giorno!
NASONE F.:Scusate se vi disturbo.
MUSUMECI C.:-No, niente mi dica?
NASONE F.:Niente, volevo sapere più o meno che novità abbiamo?
MUSUMECI C.:-Ah, per i pagamenti dice?
NASONE F.:Penso di si!
MUSUMECI C.:-Guardi io so .... io so che oggi dovevano fare qualcosa.
Non so se riuscivano a fare tutto o se fanno una parte e l'altra parte la
fanno la prossima settimana. Le farò sapere qualcosa.
NASONE F.:Mi fate sapere voi?
MUSUMECI C.:-Si! La chiamo a questo numero qui?
NASONE F.:Qui al bar!
MUSUMECI C.:-Eh!
NASONE F.:E' il numero del bar
MUSUMECI C.:-Ok, d'accordo.
NASONE F.:Fatemi sapere
MUSUMECI C.:-D'accordo, va bene.
142
NASONE F.:MUSUMECI C.:-
Grazie.
Grazie a lei buon giorno.
(Conversazione del 03.02.2012 alle ore 11:37, registrata sull’utenza nr. 3939324493 in uso a
MUSUMECI Concetto al progressivo n°9152, R.I.T. n°1718/11)
§ 5. Conversazioni tra presenti intercettate all’interno del bar La
Genziana di Scilla il 26 febbraio ed il 3 marzo 2012: l’incendio del
furgoncino in uso a Callore Rocco (R.I.T. n. 319/12 DDA)
La notte tra il 18 ed il 19 febbraio 2012, intorno alle ore 1 e 25, veniva
distrutto nei pressi della stazione ferroviaria di Scilla, da un incendio di chiara
origine dolosa, il mezzo Fiat OM Leoncino 35 L, targato RC092994, di
proprietà di CALLORE Salvatore Emilio, di fatto in uso al padre CALLORE
Rocco (esercente l’attività di venditore ambulante), il quale utilizzava durante
l’estate il predetto mezzo presso il porto di Scilla come chiosco per la rivendita
di bevande e panini. Nell’immediatezza dei fatti, come già avvenuto in
occasione
delle
intimidazioni
alle
imprese
impegnate
nei
lavori
di
ammodernamento dell’autostrada, la vittima del danneggiamento (Callore
Rocco) non forniva alcun elemento utile all’individuazione dei rei o di un
possibile movente.
Nei giorni successivi al danneggiamento hanno però inizio una serie di
inconsueti contatti tra i componenti della famiglia CALLORE ed alcuni
appartenenti alla cosca di ‘ndrangheta che ci occupa.
In particolare:
- in data 25.02.2012 CALLORE Anna49, figlia di Rocco, contatta
NASONE Domenico cl. ’69 e gli chiede con insistenza di passare da casa sua in
quanto vorrebbe parlargli. NASONE Domenico le dice che a breve l’avrebbe
raggiunta.
NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:-
Pronto!-------////
Mimmo? -------////
Ehu! -------////
Dove sei? -------////
A casa! -------////
Senti un poco a che ero scendi domani? -------////
Minchia, domani? -------////
Uhm! -------////
A che ora ci sta che dopo devo andare a Melia? -------////
49
CALLORE Anna, nata a Reggio di Calabria l’08.09.1974, residente a Scilla in via Provinciale Scilla Melia,
titolare di omonima ditta individuale, dedita alla somministrazione al pubblico di bevande ed alimenti:
ristorante, pizzeria, paninoteca.
143
CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:NASONE D.:CALLORE A.:-
Dimmi a che ora, tu mi devi dire l'ora? -------////
No, tu mi devi dire chi lo carica? -------////
Mio padre, non ho trovato a nessuno! -------////
A che ora glielo devo scendere che poi alle 10:00 andrò via? -------////
Che ne so, per le 08:00? -------////
Per le 08:00, dai facciamo per le 08:00! -------////
Eh? -------////
Però fammi uno squillo per ricordarmelo per non dimenticarlo. -------////
Ti devo pure telefonare? -------////
Ah? -------////
Ti devo pure telefonare. Senti tu non è che adesso uscirai? -------////
Perché? -------////
Perché ti devo chiedere una cosa! -------////
Si, adesso uscirò! -------////
Ah? -------////
Adesso uscirò. -------////
Va bene passa un attimo da qui. -------////
Mi sposto? -------////
Ah? -------////
Mi sposto un attimo da lì? -------////
Si, passa un attimo da qui. Che devi spostare? Passa un attimo da qui che ti
devo dire una cosa.--//
Ciao. -------////
Ciao. -------////
(Conversazione del 25.02.2012 alle ore 18:17, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°4291, R.I.T. n°1718/11)
- il 26 Febbraio 2012, CALLORE Salvatore50, figlio di Rocco, si reca presso il
bar “La Genziana” di Scilla per parlare con NASONE Francesco. Dalla
conversazione intercettata emergono le seguenti circostanze:
a) CALLORE Salvatore va a discutere con NASONE Francesco per
cercare di risolvere “la situazione con suo padre”.
NASONE F.:Che chiacchierata dobbiamo fare?
CALLORE S.: -..(incomprensibile)..
NASONE F.:..(incomprensibile)..
CALLORE S.: -..(incomprensibile).. vediamo se sistemiamo questa situazione...
50
L’identificazione è certa in quanto: a) l’interlocutore dice a Nasone di voler risolvere la “situazione” sorta
con il “padre”; in effetti, come detto, pochi giorni prima del colloquio intercettato Callore Rocco (padre di
Salvatore) subisce a Scilla l’incendio del proprio camioncino; b) nella conversazione Nasone Franco fa
riferimento a delle “carte” da prendere al Comune; in effetti, come si vedrà di qui a breve, Callore Rocco ha
presentato presso il Comune di Scilla - anche per l’anno 2011 ed a nome della figlia Anna – un’istanza di
occupazione temporanea di area demaniale marittima per il posizionamento di un autofurgone (poi
incendiato), nonchè di tavolini e sedie per la somministrazione di bevande ed alimenti in una zona,
denominata La Piazzetta, del porto di Scilla (tale istanza confligge con altra presentata presso il Comune,
per la medesima zona e per lo svolgimento della medesima attività, da Puntorieri Domenica, compagna di
Nasone Franco e formale intestataria anche del bar La Genziana); c) nella conversazione, rivolgendosi al suo
interlocutore, Nasone Franco – nel voler escludere una propria responsabilità – fa espressamente riferimento
all’incendio di un camion (“....che non si senta che io brucio camion...”); d) Nasone Franco dice al suo
interlocutore: “tuo cognato 'Ntoni”, laddove ‘Ntoni è il diminuitivo di Antonio; il cognato di Callore Salvatore
(marito della sorella Anna), è in effetti tale Piria Antonio; e) Nasone Franco, nel riferirsi al suo interlocutore,
afferma che il padre aveva comprato un mezzo ed aveva chiesto, al suo di padre, l’autorizzazione a
sistemarsi per un mese presso il porto di Scilla; in effetti Callore Rocco – come emerge dalla denuncia di
danneggiamento in atti e dalla documentazione acquisita presso il comune di Scilla – utilizzava il furgoncino
in questione durante il periodo estivo posizionandosi a vendere panini e bibite proprio nei pressi del porto di
Scilla; f) in data 27.02.2012, nel corso di una conversazione tra presenti intercettata all’interno del bar La
Genziana, Nasone Franco racconta al proprio interlocutore Puntorieri Pietro dell’incontro avuto il giorno
precedente con un soggetto (appunto Callore Salvatore).
144
troviamo una soluzione..(incomprensibile)... una soluzione per sistemarci con mio padre…
(incomprensibile).
NASONE F.:Chi ti ha mandato?
CALLORE S.: -Non mi ha mandato (nessuno?), anzi…
(Conversazione n°381 del 26.02.2012 alle ore 13:48, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
b) la “situazione” da sistemare – come confermato peraltro da successive
attiività investigative – è senza dubbio quella legata ad un contenzioso tra
NASONE Francesco e CALLORE Rocco, connesso in particolare al mancato
ritiro da parte del Callore di una certa documentazione depositata presso il
Comune di Scilla (“Vai al Comune e ti prendi le carte, ti guardi l'assegnazione
dell'idoneità e….”).
Nel corso della conversazione lo stesso NASONE Francesco aggiunge che per
lui quella controversia era finita lì (“Per me è chiusa la storia...”), sebbene tenga a
precisare di non aver gradito il fatto che Callore Rocco (cioè il padre del suo
interlocutore) gli abbia “pestato i piedi”, pur avvisato che “l’importante è
che in questo paese di merda nessuno mi pesti i piedi”.
CALLORE S.: -Siccome ho sentito parlare l'altra volta...
NASONE F.:Eh... ed io che ti ho detto?..(incomprensibile).. tuo padre..(incomprensibile).. ed
io..(incomprensibile).. Dov'è giusto! Punto e basta! Per me è chiusa la storia...
(incomprensibile)… non ho parlato… (incomprensibile)... Ho detto: "Vai al
Comune e ti prendi le carte, ti guardi l'assegnazione dell'idoneità e…
(incomprensibile)... Altro, a me, non interessa nulla! Ma siccome tu...non
quest'altro, né quest'altro... l'importante che i miei piedi non vengano
pestati..."
CALLORE S.:-..(incomprensibile)..
NASONE F.:Quando ho detto io: “L’importante è che nessuno, in questo cazzo di paese
di merda, mi deve pestare i piedi!” Hai capito?
(Conversazione n°381 del 26.02.2012 alle ore 13:48, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
c) NASONE Francesco è molto contrariato del fatto che CALLORE
Salvatore si sia recato da lui per “risolvere la situazione” solo dopo che al padre
è stato bruciato il camion; in particolare minaccia ripetutamente il suo
interlocutore, affermando che riterrà direttamente responsabili lui ed i
familiari qualora si dovesse spargere a Scilla la voce che a compiere il
danneggiamento del mezzo sia stato lui, ciò proprio in ragione della suddetta
controversia con CALLORE Rocco (“...che non si senta che io brucio camion, o brucio
macchine, o brucio porte o brucio cose...”).
NASONE Francesco, tra l’altro, sostiene
145
durante il discorso che lui le proprie controversie preferisce risolverle “faccia a
faccia”.
NASONE F.:-
Se tu vieni qua ora, perchè è successo quello che è successo…che è più…
(incomprensibile).. ancora...
CALLORE S.:-No..no...
NASONE F.:Non... per dire... per sentire tanto così... tanto così... su di me...
CALLORE S.:-No Franco, a posto...
NASONE F.:Riguardo me...
CALLORE S.:-Va bè...
NASONE F.:Perchè io...
CALLORE S.:-Va bè... a posto così, Franco...
NASONE F.:No... no... non devi ragionare in quella maniera con me...
CALLORE S.:- No...eh...
NASONE F.:Io ti sto dicendo una cosa: Se sento tanto così...
CALLORE S.:- Io sto dicen...
NASONE F.:Che (circola, ndr) la mia voce... che noi abbiamo già parlato una volta...
se sento tanto così, io non vado... vado direttamente da sua madre o da
sua moglie..(incomprensibile).. io non posso… per dire… un mio caro amico...
affinché possiamo ragionare... Ma altro da me non devono venire... che non
si senta che io brucio camion, o brucio macchine, o brucio porte o brucio
cose: io affronto le cose faccia a faccia... fino a quando campo io! Fino a che
campiamo noi, noi ragioniamo così! Dietro le spalle non ci mettiamo -per dire... poi se c'è una terza persona che vuole godere dei cazzi nostri... che qui noi…
(incomprensibile).. se è una persona, se è persona e uomo., capisce che
ragionamento, ha cervello... qui noi... uno, due…
CALLORE S.:Qui davanti... qui davanti.. hai persone che ragionano ... e che sono uomini!
NASONE F.:Qua siamo tre persone… No... che stanno venendo, per dire..
CALLORE S.:- ..(incomprensibile)..discorsi...
NASONE F.:..(incomprensibile).. discorsi...già, allora..
CALLORE S.:- ..(incomprensibile)..
(Conversazione n°381 del 26.02.2012 alle ore 13:48, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
d) NASONE Francesco sottolinea al suo interlocutore il comportamento
– a suo dire scorretto – tenuto nei suoi riguardi anche dal cognato di CALLORE
Salvatore, tale PIRIA Antonio51; quest’ultimo, a dire di Franco, lo ha chiamato
in piazza chiedendogli di “sistemare il fatto di papà”, ciò solo dopo il
danneggiamento del camion.
NASONE F.:
...c'è, per dire, un anno... oggi succede quell'elemento, per dire, che è
successo..(incomprensibile).. mi sento, mentre stavo uscendo in piazza,
chiamato da tuo cognato 'Ntoni, che viene... (incomprensibile) vuole...
"Sistemiamo il fatto di papà." … "Che dobbiamo sistemare? Non dobbiamo
sistemare nulla. Noi siamo compari, noi ci rispettiamo, tuo padre è
(incomprensibile)... io lo rispetto... io non sono, per dire quello che viene...
(Conversazione n°381 del 26.02.2012 alle ore 13:48, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
51
PIRIA Antonio, nato a Scilla il 09.08.1960, ivi residente in via Provinciale Scilla Melia, coniugato con
CALLORE Anna , sorella di Salvatore e figlia di Rocco, precedentemente generalizzata.
146
e) NASONE Franco rimprovera a Callore Salvatore il fatto che il padre Rocco, a
differenza sua, non ha tenuto conto del legame esistente tra le due famiglie.
NASONE ricorda infatti al CALLORE di essere legato al padre da “San
Giovanni” (ossia un legame di comparato) e proprio in virtù di tale rapporto si
era recato personalmente a parlargli per cercare di risolvere la situazione
bonariamente senza però riuscirvi.
In particolare, come emerge dalla conversazione captata, NASONE Francesco
rimprovera al CALLORE Rocco di essere uno di quelli che i legami di
“comparato li usa al momento del bisogno”, dimenticandosi poi di coloro che
lo hanno aiutato. A tal proposito Il Nasone evidenzia a Callore Salvatore che,
quando il padre comprò il camion (poi distrutto dall’incendio) per la rivendita
di alimenti e bevande si recò da NASONE Virgilio Giuseppe a chiedere il
permesso di poter posizionarsi al porto per un mese (“E’ salito, per dire, a
casa mia, da mio padre che gli ha detto: "Compare, mi sono comprato
un bugigattolo...sapete...so che vi dovete fare un coso...mi dovrei
mettere 10 minuti al porto... un mese… (incomprensibile)…”). A tale
richiesta NASONE Virgilio Giuseppe, proprio in virtù dei rapporti tra le due
famiglie, concesse a CALLORE di posizionarsi per un breve periodo di tempo,
rimandando al momento in cui loro avrebbero eventualmente deciso di aprire
un’attività al porto, la decisione sulla possibilità di restare o meno ("Settanta
mesi!" mio padre "Quando sarà l'ora, se per Dio campiamo, e apriremo
un locale al porto, se volete restare, restate... se no chiudete...").
Inoltre, NASONE Francesco ribadisce il fatto di aver mantenuto un
comportamento di assoluto riguardo nel chiedere al padre di spostarsi dal
porto di Scilla, perché se “si fosse trattato di un altro” sarebbe “sceso come
Franco” e non “come un amico” (“Io ho parlato come un mio amico…
(incomprensibile)… se si potesse spostare da lì... come ti ho spiegato,
giusto? Come… (incomprensibile)…Non sono sceso, per dire, come
Franco....”). La stessa accortezza – per come riferito da Nasone Franco – non
l’ha avuta CALLORE Rocco, il quale, dimenticandosi del legame tra le due
famiglie e di quanto concessogli dal padre (cioè Nasone Viriglio Giuseppe),
quando lui è andato a trovarlo a casa lo ha accolto sull’uscio senza nemmeno
farlo entrare e gli si è rivolto in malo modo (“perché Franco Nasone ha
parlato sempre con educazione… perchè… (incomprensibile).. non mi
147
ha fatto entrare ...E' sceso Franco... e l'ha lasciato sulla porta... si è
rivolto male....”).
Va sottolineato che tra l’altro la conversazione – a prescindere dalle parole solo a
tratti concilianti di Nasone Francesco – fa emergere in modo evidente la figura del
padre NASONE Virgilio Giuseppe; quest’ultimo, come appare chiaro dalle frasi
inequivocabilmente rivolte dal figlio Francesco a Callore Salvatore, è vero e proprio
passaggio obbligato per chi vuole aprire e/o esercitare a Scilla un’attività
commerciale. Tale circostanza è sintomatico dell’esistenza di una storica cosca di
‘ndrangheta operante ancora oggi sul territorio, tale da condizionare con la forza
dell’intimidazione derivante dal vincolo associativo ogni attività economica,
seppure di limitata portata quale quella messa in piedi da Callore Rocco.
NASONE F.:-
CALLORE S.:NASONE F.:CALLORE S.:NASONE F.:CALLORE S.:NASONE F.:-
CALLORE S.:NASONE F.:-
da quando parlammo... da quando parlammo... è successo il fatto... vedi che io
non sono in quel modo... vedi che io ho quarant'anni... ed un anno, per dire, che
"mi pesa sul collo" e non so se campo con queste malattie.... Io so quello che
penso: il cervello lo faccio funzionare io... al ragionamento che pensi tu... che puoi
pensare tu... possono pensare pure gli altri. Il discorso è che io sono sceso a
casa tua e di tuo padre... è un altro discorso: io sono sceso "per San
Giovanni"... perchè il "San Giovanni", ancora noi, lo portiamo come una
corona sulla nostra testa.... e certi lo contraddicono al contrario... e lo
pensano al contrario... perchè, quando hanno bisogno vengono a
bussare...così..(incomprensibile).. lo ritengo così... l’ho usato così... al
momento giusto vengono, per dire, affinchè le cose si spianino… vengono,
per dire: "Caro compare (bussa per tre volte)...ho bisogno di questo! Ma poi
il compare si dimentica! Ho usato così, nella mia casa.
... non fu sempre così..(incomprensibile)..
... e tuo padre se ne è dimenticato...
No!
Tuo padre se ne è dimenticato!
No...
E’ salito, per dire, a casa mia, da mio padre che gli ha detto: "Compare,
mi sono comprato un bugigattolo... sapete... so che vi dovete fare un
coso... mi dovrei mettere 10 minuti al porto... un mese…
(incomprensibile)… ". "Settanta mesi!" mio padre "Quando sarà l'ora, se
per Dio campiamo, e apriremo un locale al porto, se volete restare,
restate... se no chiudete..." mio padre. Tuo padre si è comportato male…
(incomprensibile)… con educazione, perché Franco Nasone ha parlato sempre
con educazione… perchè… (incomprensibile).. non mi ha fatto entrare
neanche dentro... sulla porta… sull’uscio... suo compare... è sceso il pollo, è
sceso? E' sceso Franco... e l'ha lasciato sulla porta... si è rivolto male... e
poi sei salito tu...
..(incomprensibile)..
...perchè tu sappia il discorso per come ho parlato io, giusto? Sto ripetendo il
discorso un'altra volta... ti sto riportando tutta la storia... per come sono... perchè
se ragionassi diversamente... come ero sceso, sono sceso un'altra
volta..(incomprensibile).. se fosse stato un altro..(incomprensibile).. ma
siccome qua… (incomprensibile)... tanti anni di rispetto, rispettiamo noi...
perchè se usassimo diversamente, come si usava negli altri paesi... che ti
assicuro, sarei sceso diversamente sotto... Ho cercato di lasciare stare…
(incomprensibile).. evito il carcere..(incomprensibile). Io ho parlato come un mio
amico… (incomprensibile)… se si potesse spostare da lì... come ti ho
148
spiegato, giusto? Come… (incomprensibile)… Non sono sceso, per dire,
come Franco... (incomprensibile)… un paio di mesi fa, un anno fa...
UOMO:
...un anno fa...
(Conversazione n°381 del 26.02.2012 alle ore 13:48, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
Dal passaggio del colloquio, di seguito riportato, si ha la conferma che il
contrasto tra NASONE Francesco e CALLORE Rocco è sorto proprio a causa di
una richiesta di concessione che quest’ultimo ha presentato al Comune di
Scilla per occupare la medesima zona demaniale marittima del porto alla quale
era interessato il NASONE. NASONE Francesco infatti rappresenta a CALLORE
Salvatore che lui aveva avuto l’accortezza di richiedere l’autorizzazione per un
sito diverso, proprio per non creare concorrenza allo stesso CALLORE e a tale
ARENA52 (“...non vado, per dire, dove c'è ARENA… dove c'è CALLORE... loro pure devono
lavorare…”):
è in virtù di tale accortezza che non ammette “intromissioni” per
l’area da lui individuata (“...però là, per dire, non voglio intromissioni...”).
Pertanto, CALLORE Salvatore tenta a sua volta di spiegare al Nasone che il
posto a cui loro sono sempre stati interessati è solo quello “sotto la montagna”,
ma temendo che il Comune non rilasciasse loro l’autorizzazione per mancanza
di posto e per garantirsi comunque una concessione per poter lavorare e “non
farsi togliere completamente dal porto”, l’hanno presentata anche per la
“piazzetta”, dove eventualmente si sarebbero posizionati insieme a CIRO
Alfredo53.
NASONE F.:-
CALLORE S.:-
NASONE F.:-
…(incomprensibile)... perchè c'è un "cane" lì ..(incomprensibile)... in politica e ti
intoppano le cose.... che purtroppo quello che fanno, per dire, lì... dove siamo
andati noi… (incomprensibile)... si può fare tutto un progetto creativo,
perchè facciano bar, che facciano cose… (incomprensibile)... comunque...
comunque... se non lo faccio lì, non lo faccio da nessuna parte... non vado,
per dire, dove c'è ARENA… dove c'è CALLORE... loro pure devono
lavorare… (incomprensibile)... perchè… (incomprensibile)... guardare queste
cose... però là, per dire, non voglio intromissioni...
…(incomprensibile)... la domanda… (incomprensibile)… la domanda noi
l’abbiamo fatta là sopra… perché non c’era posto… (incomprensibile)… che
stavano facendo il parcheggio… e per poter mettere ..(incomprensibile)...
Alfredo con noi... per non farci togliere completamente dal porto, noi
abbiamo fatto la domanda lì... perché se non ce la davano lì sopra avevamo
una concessione almeno fatta. Infatti a noi, quando noi stavamo al porto, noi
ormai… la concessione… (incomprensibile)…
Sì... (incomprensibile)… estivo…
52
ARENA Clemente, nato a Scilla l’08.08.1973, ivi residente in via c.da Ieracari II traversa snc, titolare di
omonima ditta individuale, dedita alla ristorazione ambulante.
53 CIRO Alfredo, nato a Vibo Valentia il 02.11.1973, residente a Scilla in piazza San Rocco n°8, riconosciuto
dai militari operanti come colui che materialmente svolge l’attività di venditore ambulante presso il Porto di
Scilla, oltre a CALLORE Rocco.
149
CALLORE S.:-
Solo per il periodo estivo! Solo per il periodo estivo. Questa è la cosa! A noi,
là sopra, non ci è interessato mai... a noi interessa solamente…
NASONE F.:…(incomprensibile)... ho detto… (incomprensibile)...
CALLORE S.:- ...là sotto, sotto... sotto dove ci sta... dove era il furgoncino... sotto la
montagna... a noi interessa lì… sopra la piazzetta non ci è mai
interessato...
(Conversazione n°382 del 26.02.2012 alle ore 14:03, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
I seguenti elementi di riscontro documentale, acquisiti nel corso delle
indagini presso il Comune di Scilla (v. all. da n. 33 a n. 37 citata informativa)
confermano il contenuto del colloquio intercettato ed i soggetti coinvolti a vario
titolo nella vicenda:
a) negli anni 2010 e nel 2011 CALLORE Anna (figlia, come detto di
Callore Rocco) ed ARENA Clemente hanno richiesto ed ottenuto autorizzazioni
dal Comune di Scilla per occupazioni temporanee di spazi presso il porto
finalizzate alla somministrazione di alimenti e bevande (il Callore in particolare
al fine di posizionare il furgoncino poi incendiato); le predette aree sono quelle
rispettivamente sotto la rupe (da qui l’espressione di Callore Salvatore “sotto la
montagna”) ed all’ingresso del quartiere di Chianalea;
b) in data 01.06.2006 CALLORE Anna ha inoltre presentato richiesta
alla Capitaneria di Porto finalizzata al rilascio di una concessione demaniale
marittima a carattere stagionale per l’installazione di un chiosco mobile in
un’altra area del porto di Scilla, denominata “Piazzetta”. Ciò si desume dal
fatto che, con missiva del 13.04.2010, la Capitaneria di Porto trasmetteva
l’incarto relativo a tale richiesta al responsabile dell’Ufficio Tecnico del
Comune di Scilla, Servizio Demanio Marittimo. Il Comune, per la mancanza di
un’apposita regolamentazione della destinazione delle aree del porto di Scilla,
non ha mai rilasciato tale autorizzazione.
c) in data 30.03.2011 nel corso della seduta del Consiglio Comunale
veniva approvata una delibera immediatamente esecutiva riguardante il
regolamento della destinazione funzionale delle aree e banchine nell’ambito del
porto di Scilla (v. all. da n. 35 citata informativa). Tra le zone inquadrate in tale
regolamento venivano individuate la zona “C” parcheggio (posta tra la rupe e la
strada di collegamento al quartiere di Chianalea, destinata in parte a sosta
autovetture ed in parte ad attività turistico ricreative a carattere stagionale) e
la zona “Piazzetta” (destinata in parte a sosta pedonale ed in parte ad attività
150
turistiche ricreative a carattere stagionale). La zona “C” coincide con quella in
cui negli anni 2010 e 2011 sono state rilasciate le già citate autorizzazioni a
CALLORE Anna ed a ARENA Clemente. La zona “Piazzetta” è quella invece
relativa alla porzione di zona porto per la quale aveva richiesto l’autorizzazione
CALLORE Anna in data 01.06.2006.
d) a seguito di tale delibera e facendo riferimento ad essa, in data
10.05.2011 PUNTORIERI Domenica, compagna convivente di NASONE
Francesco e formale intestataria del bar La Genziana di Scilla, ha presentato
richiesta per avviare attività turistico ricettiva mediante la realizzazione di un
chiosco su suolo demaniale nella citata zona del porto di Scilla denominata
“Piazzetta”;
e) in data 24.05.2011 CALORE Anna, per mezzo dello studio legale
BELLANTONI, faceva pervenire al Sindaco ed al responsabile dell’Ufficio
Tecnico un sollecito al rilascio della concessione demaniale marittima a
carattere stagionale per il mantenimento di un chiosco mobile su automezzo
per la somministrazione di alimenti e bevande in località porto del Comune di
Scilla nella zona “Piazzetta”, già richiesta nel 2006 e per la quale la stessa
aveva provveduto ad espletare le formalità amministrative previste;
f) nel corso dell’estate 2011 il Comune di Scilla non ha rilasciato
autorizzazioni per attività turistico ricreative a carattere stagionale per la zona
denominata “Piazzetta”.
Anche dai suddetti riscontri documentali appare evidente che, in vista
dell’inizio della stagione estiva 2012, l’area denominata “piazzetta” del porto di
Scilla è quella su cui si innestano i confliggenti interessi di Callore Rocco e
Nasone Francesco; tali interessi formano senza dubbio oggetto del colloquio
tra
il
Nasone
e
Callore
Salvatore,
oltre
a
costiuire
il
movente
inequivocabilmente sotteso all’azione incendiaria ai danni del furgoncino in
uso proprio al Callore Rocco.
La conversazione tra presenti sopra riportata conferma pertanto
l’unica lettura possibile dei fatti:
1. Nasone Franco “chiede” a Callore Rocco di ritirare la pratica
pendente presso il Comune di Scilla per la concessione a carattere stagionale
151
dell’area del porto denominata “piazzetta” (“Vai al Comune e ti prendi le carte...”),
in quanto tale pratica si pone in stridente contrasto con quella presentata
dalla compagna Puntorieri Loredana (ovvero di fatto dal Nasone);
2. Callore Rocco si rifiuta di dar seguito alla richiesta del Nasone e
addirittura non lo tratta come dovrebbe (“...non mi ha fatto entrare neanche
dentro... sulla porta… sull’uscio...”);
3. Pertanto Nasone Franco - atteso anche l’imminente abbrivio della
stagione estiva - compie un’azione di tipo estorsivo per costringere Callore
Rocco a cedere alle sue richieste, ordinando l’incendio del furgoncino con il
quale quest’ultimo svolge durante l’estate l’attività di somministrazione di
bevande ed alimenti nella zona del porto di Scilla denominata “parcheggio lato
ovest”.
In data 02.03.2012 CALLORE Rocco54, insieme a tale Tonino non
meglio identificato, si reca presso il bar “La Genziana” a parlare con
NASONE Francesco per chiedergli di “risolvere” la questione connessa
all’incendio del camioncino. Appare evidente che il Callore teme ulteriori
ritorsioni, ipotizzando che il danneggiamento del camion non sia destinato a
rimanere un episodio isolato.
Risultano a tal fine significativi due passaggi del colloquio di seguito riportato
laddove:
a) Callore Rocco rappresenta a Nasone Francesco di non nutrire alcun
rancore o sentimento di vendetta per l’incendio del proprio furgoncino (“me ne
fotte del camion... me ne fotte...”),
ma di avere interesse solo a sanare (“risolvere”)
una volta per tutte la questione (“...me la puoi risolvere questa?... dormivo in
pace...io non sto più dormendo...”);
b) il Callore ribadisce al proprio interlocutore – che evidentemente
ritiene coinvolto a pieno titolo nella vicenda dell’incendio del furgoncino – di
voler definire la questione, in quanto “i panni sporchi si lavano in famiglia”.
54
L’identificazione è certa in quanto: a) l’interlocutore di Nasone Franco, come già Callore Salvatore, chiede
al Nasone di poter “risolvere” un problema; b) l’oggetto della discussione riguarda anche un “camion”
andato perduto; infatti, l’interlocutore di Nasone Franco gli dice espressamente che a lui non interessa che
fine abbia fatto il suo camion (“dormivo in pace...io non sto più dormendo... me ne fotte del camion... me ne
fotte...”), che non riesce più a dormire la notte e che intende soltanto risolvere il problema in quanto “i
panni sporchi si lavano in famiglia”;
152
…Omissis…
...me la puoi risolvere questa?... questa qui è...
...io, questa qui... che vi so dire io? io, che ne so, io...
... no, no, no... nel senso... come la pensi tu questa cosa?..(incomprensibile)....
…è una cosa non...non...
…Omissis…
CALLORE R.:- ... un’istituzione... ora… questa qua, me la puoi risolvere, affinchè
sappiamo… (incomprensibile)?
NASONE F.:... e come..(incomprensibile)... come posso?..(incomprensibile)...non ho idea
CALLORE R.:- ... a me, queste infamità...
NASONE F.:... per me, una cazzata sono per me!
CALLORE R.:- ... saranno una cazzata...
NASONE F.:... io vi conosco a voi...
CALLORE R.:- ... saranno cazzate..
NASONE F.:..(incomprensibile).. mio padre…
CALLORE R..:-…(incomprensibile)... a me, dormivo in pace...
io non sto più dormendo... me ne fotte del camion... me ne fotte...
NASONE F.:... qualsiasi cosa io...
CALLORE R.:- .... però questa qua no! Se tu me la puoi risolvere... se no...
NASONE F.:..(incomprensibile)...
…Omissis…
CALLORE R.:- …(incomprensibile)… io te la lascio... se tu me la vuoi risolvere, fammi
sapere... di quanto… (incomprensibile)....
NASONE F.:... compare... io ..(incomprensibile)...
CALLORE R.:- ... perchè questa è un'infamità... che a me non piace...
…Omissis…
CALLORE R.:...
se
tu
puoi
sapere
qualche
cosa
vieni
a
trovarmi...
(incomprensibile)..giorni...a me interessa … una cosa "pulita"... i panni
sporchi si lavano in famiglia... i vecchi... i giovani non so come li
lavate...
NASONE F.:... no...
CALLORE R.:... voi siete giovani ... . voi altri siete giovani e la ragionate
diversamente...
NASONE F.:No... hai ragione...ragiono peggio io... come la penso io...ah?
CALLORE R.:... se me la puoi risolvere... Perché… tu ancora sei giovanotto...
TONINO:...è da preoccupare? o da prendere alla leggera... dal tuo punto di vista?
come la vedi?
NASONE F.:... si, ho capito...
…Omissis…
(Conversazione n°895 del 02.03.2012 alle ore 17:40, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
CALLORE R.:NASONE F.:TONINO:NASONE F.:-
Ma vi è di più !!
Nel prosieguo del colloquio intercettato tra Nasone Francesco e
Callore Rocco, torna nuovamente in primo piano la figura carismatica di
NASONE Virgilio Giuseppe, storico componente della consorteria mafiosa di
Scilla; in particolare è lo stesso Nasone Francesco – come già fatto con Callore
Salvatore – a rimarcare il ruolo ancora ricoperto dal padre (“...faccio vedere pure
mio padre...”).
Ciò è tanto vero che, alla sollecitazione di Franco, CALLORE
Rocco risponde di non essere andato direttamente a parlare con NASONE
Virgilio Giuseppe, in quanto ritiene che l’atto intimidatorio subìto sia di fatto
riconducibile ad un modo di ragionare della nuova generazione e non della
153
vecchia, pertanto vuole evitare di “disturbare” NASONE Virgilio Giuseppe (“...io
non sono andato da tuo padre direttamente perchè so che ormai... i giovani...avete più
sangue... potete correre meglio...”).
Dalle predette parole di Callore Rocco si ha l’indiretta conferma che
egli si è recato da Nasone Francesco in quanto è ben consapevole: a) del ruolo
apicale ricoperto da Franco Nasone all’interno della cosca di Scilla in ragione
dell’intervenuto passaggio generazionale; b) del fatto che Nasone Franco è
coinvolto nell’incendio del furgoncino e che è dunque l’unico soggetto con cui
deve tentare di “risolvere” la controversia in atto.
CALLORE R.:-
…(incomprensibile)... in qualche maniera la devo risolvere..(incomprensibile)...
se me la potete risolvere voi... questi che siete voi...
NASONE F.:…(incomprensibile)...no...non sono nessuno io....ride...
CALLORE R.:- ...no, no, no, no..
NASONE F.:...se posso fare… (incomprensibile)... faccio vedere pure mio padre…
(incomprensibile)...
CALLORE R.:- ...io non sono andato da tuo padre direttamente perchè so che ormai... i
giovani...
NASONE F.:... no... che vuol dire?
CALLORE R.:- .... avete più sangue... potete correre meglio...
…Omissis…
CALLORE R.:- ... se tu puoi sapere qualche cosa vieni a trovarmi... (incomprensibile)..giorni...a
me interessa … una cosa "pulita"... i panni sporchi si lavano in famiglia... i
vecchi... i giovani non so come li lavate...
NASONE F.:... no...
CALLORE R.:- ... voi siete giovani ... . voi altri siete giovani e la ragionate
diversamente...
NASONE F.:No... hai ragione...ragiono peggio io... come la penso io...ah?
CALLORE R.:- ... se me la puoi risolvere... Perché… tu ancora sei giovanotto...
…Omissis…
TONINO:...(incomprensibile)... se sta… (incomprensibile)... a suo padre...
CALLORE R.:- ...io non vado nel circolo, davanti a tutti... Tonino… (incomprensibile)...
NASONE F.:…(incomprensibile)...gioca a carte...
CALLORE R.:- …(incomprensibile)... ci "tira" le orecchie alle carte...
NASONE F.:…(incomprensibile)... si passa il tempo...sopra la ..etta (incomprensibile)..nel
circolo...
…Omissis…
(Conversazione n°895 del 02.03.2012 alle ore 17:40, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
A ciò si aggiunga peraltro che la conversazione intercettata risulta
molto utile per collocare quanto accaduto in un quadro criminale tipicamente
mafioso; nel caso di specie infatti Callore Rocco – che nella denuncia di
danneggiamento sporta il 20.02.2012 presso il Commissariato P.S. di Villa San
Giovanni non ha fornito alcun movente connesso all’azione delittuosa patita (v.
all. n. 32 citata informativa)
– si piega alla forza di intimidazione della consorteria
154
che domina a Scilla ed subisce l’umiliazione di dover tentare pure un
componimento amichevole del contrasto sorto con Nasone Francesco.
A riprova della riconducibilità dell’incendio in esame a Nasone Franco
e altri sodali della medesima cosca (Puntorieri e Burzomato, più volte
incaricati dal Nasone di compiere azione delittuose intimidatorie), si riportano
di seguito alcune conversazioni telefoniche registrate la sera prima, la notte e
la mattina successiva al danneggiamento, attraverso le quali si evince:
1. il reperimento, nel corso del pomeriggio precedente all’azione delittuosa, da
parte di PUNTORIERI Pietro, d’accordo con Burzomato Arturo, di alcune
bottiglie di benzina (liquido infiammabile utilizzato per incendiare il furgoncino
in uso a Callore Rocco).
BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI A.:BURZOMATO A.:-
Ohu!--------////
Ohu! --------////
Che dici? --------////
Ho disturbato? --------////
No! --------////
Ma io non lo sembri un privato, non lo so, non so più come spiegarmi.-----///
Eh! --------////
Con mille parole. --------////
...spiegati? --------////
Ecco, mi posso spiegare? --------////
Eh! --------////
Eh... se è il caso, non so se disturbo, se prendevi questo mezzo motorino e
scendevamo lì sotto con due fili, che scendevamo e lo facevamo partire?--////
Eh, non mi trovo a casa altri 10 minuti quando salirò! --------////
Ti trovi da tua nonna? --------////
Si! --------////
Va bene! --------////
Va bene, ci vediamo tra un poco. --------////
Ci tento di vedere con qualche altro. --------////
Si, però vai a prendere la benzina. --------////
Ce l'ho, ce l'ho ho preso 2 € da Candeloro .... me la doveva mettere e
già un'altra bottiglia me l'ha messa da parte mio padre questa
mattina. --------////
Va bene. --------////
Hai capito? --------////
Si. --------////
Adesso vedrò un attimo se posso disturbare a qualche altro e vediamo due
cavi, due cose. -----////
Va bene dai. --------////
Va bene. --------////
Si. --------////
Ciao. --------////
Ciao. --------////
(Conversazione del 18.02.2012 alle ore 18:49, registrata sull’utenza nr. 3457624862 in uso a
PUNTORIERI Pietro al progressivo n°270, R.I.T. n°161/12 e sull’utenza nr. 3477365535 in uso a
BURZOMATO Arturo al progressivo n°1289, R.I.T. n°2352/11)
155
2. l’incontro avvenuto la sera del 18.02.2012 a casa di Nasone Francesco tra
quest’ultimo, PUNTORIERI Pietro e BURZOMATO Arturo (con ogni probabilità
finalizzato a pianificare il danneggiamento);
PUNTORIERI A.:Ohu!-------///
BURZOMATO A.:Ohu! -------///
PUNTORIERI A.:Dove sei? -------///
BURZOMATO A.:A casa! -------///
PUNTORIERI A.:Da te? -------///
BURZOMATO A.:Si! -------///
PUNTORIERI A.:Si va bene, allora non esci? -------///
BURZOMATO A.:Ah? -------///
PUNTORIERI A.:Allora non esci? -------///
BURZOMATO A.:Dove sei tu? -------///
PUNTORIERI A.:Se vuoi vengo a prenderti. -------///
BURZOMATO A.:No, ma che fai esci tu? -------///
PUNTORIERI A.:Io già sono uscito! -------///
BURZOMATO A.:Va bene ci vediamo tra un poco. -------///
PUNTORIERI A.:Mi trovo a casa di Franco. -------///
BURZOMATO A.:Va bene. -------///
PUNTORIERI A.:Dai, chiamami vedi che vuoi, che dici non lo so come sei ritrovato! ------///
BURZOMATO A.:Va bene. -------///
PUNTORIERI A.:Se sei ritrovato con "il coppo o con lo rizzaglio!" -------///
BURZOMATO A.:Va bene. -------///
PUNTORIERI A.:Va bene dai. -------///
BURZOMATO A.:Ciao fanalino, ciao, ciao. -------///
PUNTORIERI A.:Ciao. -------///
(Conversazione del 18.02.2012 alle ore 20:36, registrata sull’utenza nr. 3477365535 in uso a
BURZOMATO Arturo al progressivo n°1311, R.I.T. n°2352/11)
3. la presenza fuori casa, all’ora del danneggiamento, di PUNTORIERI Pietro e
BURZOMATO Arturo dopo l’incontro con NASONE Francesco; ciò trova
conferma dai vari tentativi (non riusciti) dei genitori del Puntorieri di
contattarlo alle ore 1,24 e 1,27 del 19.02.201255 (il Callore Rocco nella
denuncia presentata alla Polizia riferisce di aver notato l’incendio del proprio
furgoncino intorno alle ore 1,25 del 19.02.2012).
(Conversazioni del 19.02.2012 dalle ore 01:24 alle ore 01:27, registrate sull’utenza nr.
3457624862 in uso a PUNTORIERI Pietro ai progressivi n°2284, 286, 287 e 290, R.I.T. n°161/12,
non trascritte in quanto relative solo a tentativi di chiamata).
4. il fatto che PUNTORIERI e BURZOMATO erano insieme la notte del
danneggiamento; infatti nel corso della conversazione delle ore 07:44 del
55
Conversazioni del 19.02.2012 dalle ore 01:24 alle ore 01:27, registrate sull’utenza nr. 3457624862 in uso
a PUNTORIERI Pietro ai progressivi n°2284, 286, 287 e 290, R.I.T. n°161/12, non trascritte in quanto
relative solo a tentativi di chiamata).
156
19.02.2012, PUNTORIERI Pietro, chiamando con l’utenza in uso a LIBRO
Francesco, contatta BURZOMATO Arturo e gli chiede di controllare se ha
dimenticato il cellulare nel suo giubbotto.
BURZOMATO A.:Si pronto.--------///
PUNTORIERI A.:Ohu, controlla nel tuo giubbotto se hai il mio cellulare? --------///
BURZOMATO A.:Ah? --------///
PUNTORIERI A.:Se hai il mio cellulare nel tuo giubbotto? --------///
BURZOMATO A.:No, non ce l'ho. Dove ce l'ho, non me l'hai dato ieri? --------///
PUNTORIERI A.:(ndr. impreca) Va bene vieni quì. --------///
BURZOMATO A.:Si adesso, tra un poco vengo. --------///
PUNTORIERI A.:Fatti una passeggiata qui per favore. --------///
BURZOMATO A.:Va bene, ciao. --------///
PUNTORIERI A.:Ciao. --------///
(Conversazione del 19.02.2012 alle ore 07:44, registrata sull’utenza nr. 3477365535 in uso a
BURZOMATO Arturo al progressivo n°1322, R.I.T. n°2352/11)
Infine, in data 4 aprile 2012 CURRO’ Annunzata56, madre di Puntorieri Pietro,
si reca presso la stazione Carabinieri di Scilla ed esasperata dall’atteggiamento
del figlio (in particolare per le sue continue richieste di denaro) riferisce che
quest’ultimo la notte del danneggiamento al camion di CALLORE Rocco si era
ritirato a casa alle quattro del mattino e proprio in quell’occasione aveva
smarrito il proprio cellulare. La donna inoltre si dichiarava certa che il figlio lo
avesse smarrito durante la fuga dopo aver dato fuoco al camioncino. Tale
certezza le derivava da motivi che non intendeva riferire né mettere a verbale
per paura di ritorsioni da parte del figlio.
56
CURRO’ Annunziata, nata a Melito Porto Salvo il 28.01.1956, residente a Scilla in via Bastia III vico
n°53, madre dell’indagato Puntorieri Pietro.
157
CAPITOLO V
GRAVI INDIZI DI COLPEVOLEZZA
CAPO A della rubrica – La contestazione del reato di associazione
mafiosa
§ 1. Premessa
Come ampiamente esposto, nell’ambito della presente indagine emergono
numerosi elementi comprovanti in modo inequivocabile l’attuale esistenza ed
operatività della cosca Nasone-Gaietti, nonché la partecipazione alla stessa,
tra gli altri, di Nasone Virgilio Giuseppe, di Nasone Francesco cl. 72, di Nasone
Domenico cl. 69, di Nasone Rocco cl. 74, di Gaietti Matteo, di Fulco Giuseppe
(attualmente sottoposto alla custodia cautelare in carcere e come tale non
assoggettabile al presente provvedimento di fermo), della sorella Fulco
Annunziatina e della madre Nasone Gioia Virgilia, di Nasone Antonino, di
Nasone Domenico cl. 83, di Libro Francesco, di Puntorieri Pietro e Burzomato
Arturo, nonchè infine di Calabrese Carmelo.
§ 2. La cosca Nasone-Gaietti
La sussistenza a Scilla e nei territori confinanti di un’articolazione della
’ndrangheta è stata già riconosciuta con una sentenza passata in giudicato nel
1999 nell’ambito del procedimento penale n. 3/93 R.G.N.R. DDA, noto come
“Cyrano”.
In tale procedimento, a numerosi soggetti ritenuti appartenenti alla cosca
NASONE-GAIETTI (fra i quali, NASONE Rocco cl. 48, CACCIOLA Rocco,
GAIETTI Vincenzo cl. 30, NASONE Virgilio Giuseppe, GAIETTI Matteo, SCRIVA
Giuseppe, NASONE Domenico cl. 69, FULCO Giuseppe cl. 71), veniva infatti
contestata - oltre a svariate ipotesi di danneggiamenti ed estorsioni aggravate
ai danni di imprenditori e commercianti, nonchè di violazioni delle legge in
materia di armi - la seguente fattispecie di reato:
“A) per il reato p. e p. dall'art. 416 bis c.p. per avere fatto parte di una
associazione a
delinquere di tipo mafioso che si denomina NASONE -
GAIETTI costituita ed organizzata al fine di assumere il controllo sul
158
territorio del Comune di
appalti
pubblici
imprenditori,
della
forza
e
delle attività economi che,
degli
e privati, a mezzo di estorsioni, intimidazioni sugli
anche
danneggiamenti
Scilla
a
mezzo
della
eliminazione
fisica,
con
con armi ed esplosivi, avvalendosi per dette finalità
dell'intimidazione
del
vincolo
associativo
e
della
condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva.
-omissisCon l'aggravante per tutti gli associati dall'avere l'associazione la
disponibilità di armi.
In Scilla fino ad aprile 1993”
Il processo cd. Cyrano si concludeva in primo grado, dinanzi alla Corte di
Assise di Reggio Calabria (v. motivazione sentenza n. 7/95 depositata il 23.08.1995 – v.
all. n. 6 citata informativa),
con il riconoscimento della penale responsabilità di
alcuni imputati (tra gli altri, NASONE Rocco cl. 48, CACCIOLA Rocco, GAIETTI
Vincenzo cl. 30, NASONE Virgilio Giuseppe, NASONE Domenico cl. 69, FULCO
Giuseppe e SCRIVA Giuseppe) e con la contestuale affermazione dell’esistenza
a Scilla, almeno fino all’aprile 1993, di un’associazione a delinquere di stampo
mafioso riconducibile alla famiglia Nasone.
Appare opportuno riportare di seguito alcuni significativi passaggi della
motivazione:
“Le notizie acquisite al processo mediante l'audizione dei verbalizzanti offrono
infatti l'inequivocabile dimostrazione di una realtà criminale non altrimenti
spiegabile se non attraverso l'esistenza di una stabile e funzionale cosca
mafiosa. Si è infatti accertato, a tal riguardo, che nell'arco degli anni ottanta
in Scilla furono compiuti oltre cento attentati dinamitardi. Così come si è
accertato, attraverso la ricostruzione postuma di talune delle parti offese, che
quelle
manifestazioni di violenza furono essenzialmente compiute in
vista di successive richieste estorsive che furono rivolte e portate a
compimento secondo modalità tali da dimostrare che esse provenivano
non gà da singoli
valere
la
soggetti ma da un gruppo organizzato che faceva
forza del proprio collettivo ed intendeva in tal modo
affermare la propria egemonia sul territorio.
E' dunque evidente che in Scilla, nel periodo di tempo oggetto delle
dichiarazioni
del
collaboratore
[Nasone
159
Rocco
cl.
48],
operava
un'organizzazione che utilizzava strumenti ed agiva per fini tipicamente
mafiosi.
....questo giudice ritiene di potere tranquillamente affermare che i fatti
criminosi fino ad
ora
commentati sono stati
dall'esistenza in Scilla
requisiti
per
di una
essere
cosca
considerata
consentiti e generati
criminale
munita dei
un'associazione
tipici
delinquenziale
mafiosa.
La trattazione delle singole fattispecie criminose ha infatti dimostrato ad
abundantiam che in Scilla fino al 1987 si riunirono attorno alla figura
carismatica di Giuseppe NASONE numerose persone che ne condivisero
la vita scellerata e gli prestarono manforte ogni qualvolta fosse
necessario taglieggiare, intimidire, danneggiare. Ugualmente, dopo la
morte del boss nel settembre 1987, non ci fu alcuna dispersione del
particolare avviamento di cui godeva la cosca di Scilla essendovi prova
sufficiente
che
le
attività
associative
continuarono
indisturbate
attraverso la guida delle persone che in passato erano state le più
vicine al vecchio capo.
Piena
dimostrazione
è
stata
infine
offerta
della
condizione
di
assoggettamento. Anche in questo caso basta infatti richiamare alcune
delle vicende discusse in precedenza per avere efficace contezza della
esplicita consapevolezza di
fare i
conti
chiunque operasse a Scilla di dovere
con quella "istituzione" non ufficiale ma non per questo
meno autorevole che era costituita dal locale mafioso ivi operante”.
Con successiva pronuncia della Corte di Assise di Appello di Reggio
Calabria (v. motivazione della sentenza n. 5/96 depositata in data 27.05.1997 – v. all. n. 7
citata informativa)
talune condanne di primo grado venivano riformate ( v. quella nei
confronti di FULCO Giuseppe),
rimanendo però confermato in pieno l’assunto
accusatorio circa l’operatività a Scilla, almeno fino al 1993, della cosca
mafiosa Nasone-Gaietti, con il conseguente passaggio in giudicato delle
condanne inflitte in primo grado per il reato di cui all’art. 416-bis c.p. (oltre
che per numerose ipotesi di estorsione aggravata continuata in concorso e
violazione della disciplina in materia di armi) nei confronti di Nasone Rocco
160
cl. 4857 (collaboratore di giustizia e fratello di Giuseppe, capo storico della
cosca di Scilla ucciso a seguito di agguato nel settembre 1987) e Cacciola
Rocco. In particolare i giudici di secondo grado hanno statuito quanto segue:
a) “...ritiene questa Corte che non possa minimamente dubitarsi della reale
esistenza in Scilla della consorteria mafiosa denominata cosca Nasone,
comprovata
da
numerosi
elementi
dimostrativi
emergenti
dagli
atti
porcessuali...”;
b) “...le notizie acquisite al processo mediante l’audizione dei verbalizzanti
hanno offerto l’inequivocabile dimostrazione di una realtà criminale non
altrimenti spiegabile se non attraverso l’esistenza di una stabile e
funzionale cosca mafiosa”;
c) “si è infatti accertato che nell’arco degli anni ottanta in Scilla sono stati
compiuti oltre cento attentati dinamitardi...quelle manifestazioni di
violenza sono state essenzialmente compiute in vista di successive
richieste estorsive che sono state rivolte e portate a compimento secondo
modalità tali da dimostrare che esse provenivano non da singoli
soggetti, ma da un gruppo organizzato che faceva valere la forza del
proprio collettivo ed intendeva in tal modo affermare la propria egemonia
sul territorio”;
d) “si è accertato inoltre che da molti anni in Scilla ha sempre e soltanto
operato un’unica cosca mafiosa genericamente definibile come quella
facente capo ad esponenti della famiglia Nasone...Depongono in tal
senso le conclusioni degli investigatori...pienamente confermate da
numerosi testimoni i quali .... hanno tuttavia concordemente attestato il
particolare carisma mafioso di Giuseppe Nasone e la sua costante
partecipazione a tutte le attiviità estorsive di qualche rilievo compiute a
Scilla”;
e) “ci sono, infine, a suggello di un quadro probatorio incontrovertibile, le
prove
dirette
costituite
dalle
dichiarazioni
dibattimentali
dei
collaboratori di giustizia Giacomo Lauro e Giuseppe Scopelliti, i quali
hanno concordemente riferito, come dato pacifico, dell’esistenza di un
“locale” mafioso in Scilla facente capo a Giuseppe Nasone, nonchè dalle
confessioni di Rocco Cacciola e Rocco Nasone cl. 48 .... quest’ultimo in
57
La relativa iscrizione nel certificato del casellario giudiziale è stata eliminata ai sensi dell’art. 5, co. 1,
d.P.R. n. 313/2002 in ragione della morte del soggetto interessato.
161
particolare, come già evidenziato, sicuramente attendibile sui fatti di mafia
scillesi, sia per la sua estrazione familiare sia per la sua condizione
personale”.
Con sentenza n. 461 del 27.03.1998 (v. all. n. 7 citata informativa) la
Suprema Corte di Cassazione rigettava il ricorso proposto dal Procuratore
Generale avverso le pronunce di assoluzione emesse nel giudizio di appello,
confermando le condanne già inflitte a Nasone Domenico cl. 69 (per i reati di
tentata estorsione aggravata e detenzione illegale di armi) e Nasone
Virgilio Giuseppe (per il reato di estorsione) ed annullando con rinvio la
sentenza impugnata nei confronti dei predetti Nasone (entrambi condannati in
primo grado ed in appello per il delitto di associazione mafiosa) quanto al reato
di cui all’art. 416-bis c.p., nonchè nei confronti di Gaietti Vincenzo58 al solo
fine di rivalutare se il fatto di cui all’art. 416-bis c.p. – per il quale lo stesso
imputato veniva comunque riconosciuto responsabile in via definitiva anche
dalla Corte di Cassazione – fosse da ricomprendere o meno nell’alveo della
previsione di cui all’art. 416-bis, co. 2, c.p..
Si riporta di seguito un significativo passaggio motivazionale contenuto nella
citata pronuncia di legittimità: è “infondata la censura di carenza di
motivazione sulla sussitenza dell’associazione mafiosa facente capo
(originariamente) al defunto Nasone Giuseppe. Nella sentenza vengono
dettagliatamente esaminati gli elementi dimostrativi dell’associazione
criminosa...non
si
rileva
alcuna
confusione
tra
partecipazione
concorsuale ai singoli reati-fine e la partecipazione al reato associativo,
in
quanto
nella
sentenza
si
chiarisce
che
i
reati-fine
presi
in
considerazione implicano, tra i concorrenti, accordi, organizzazione,
modalità esecutive sintomatici di un’associazione di tipo mafioso”.
Con sentenza n. 11/98 (v. all. n. 7 citata informativa), divenuta irrevocabile il
31.03.1999, la Corte d’Assise di Appello di Messina definiva il giudizio di
rinvio, assolvendo Nasone Domenico e Nasone Virgilio Giuseppe dal reato di
cui all’art. 416-bis c.p., escludendo per Gaietti Vincenzo l’ipotesi di cui all’art.
416-bis c. 2, cp. e statuendo espressamente quanto segue: “Difatti – come
58
La relativa iscrizione nel certificato del casellario giudiziale è stata eliminata ai sensi dell’art. 5, co. 1,
d.P.R. n. 313/2002 in ragione del raggiungimento da parte del soggetto interessato dell’ottantesimo anno di
età.
162
risulta chiaramente dagli atti, indipendentemente dal reperimento di
sufficienti elementi probatori idonei all’individuazione delle singole
responsabilità – l’associazione di tipo mafioso alla quale aderiva il
Gaietti ha, per almeno un decennio, assoggettato il territorio e la
popolazione di Scilla ad una sistematica opera di taglieggiamento di
ogni
attività
particolarmente
economica,
violenti,
svolta
quale
il
con
mezzi
frequente
di
ricorso
intimidazione
ad
attentati
dinamitardi”.
Alle risultanze probatorie del procedimento penale n. 03/93 R.G.N.R.
DDA, cui hanno fatto seguito le condanne sopra indicate, si sono aggiunte
quelle emerse dal procedimento penale n. 169/98 R.G.N.R. DDA relativo ad
un’attività di indagine svolta dalla Squadra Mobile della Questura di Reggio
Calabria. Quest’ultimo procedimento ha visto tra gli imputati, per i reati di
associazione mafiosa ed estorsione aggravata in concorso, GAIETTI Vincenzo,
NASONE Virgilio Giuseppe e NASONE Rocco cl. 74 (figlio del defunto capo
cosca NASONE Giuseppe, nonchè nipote del defunto collaboratore di giustizia
Nasone Rocco cl. 48 sopra citato).
In questo caso alla condanna in primo grado emessa dal Gup di Reggio
Calabria in data 16.02.2000 ha fatto seguito una pronuncia di assoluzione in
appello (sentenza Corte di Appello di Reggio Calabria del 15.02.2001) per il
reato di cui all’art. 416-bis c.p. ed il riconoscimento invece della penale
responsabilità, con statuizioni divenute irrevocabile il 11.12.2001, di NASONE
Virgilio Giuseppe e NASONE Rocco cl 74 per il reato di estorsione
continuata aggravata in concorso.
Nel 2011 il quadro appena delineato si è peraltro arricchito di
un’ulteriore pronuncia giurisdizionale (sentenza del Gup di Reggio Calabria del
27.10.2011 – v. all. n. 5 citata informativa) non ancora passata in giudicato, con la
quale il Giudice di primo grado – nel condannare l’odierno indagato Fulco
Giuseppe per il reato di estorsione aggravata ai sensi dell’art. 628, co. 3, n. 3,
c.p. (violenza o minaccia commessa da soggetto facente parte dell’associazione
di cui all’art. 416 bis c.p.) e dell’art. 7 d.l. n. 152/91 (aggravante del cd.
metodo mafioso e/o dell’agevolazione di un’associazione mafiosa) – ha
espressamente riconosciuto l’esistenza a Scilla della cosca Nasone-Gaietti.
163
§ 3. Biografia criminale e rapporti di parentela tra alcuni dei soggetti
coinvolti nella presente attività di indagine
Come la quasi totalità delle cosche che costituiscono la ‘ndrangheta anche
quella Nasone-Gaietti presenta una struttura su base familistica. Dunque per
meglio comprendere l’operatività, l’organizzazione e la suddivisione dei ruoli
all’interno della citata associazione mafiosa, avente il proprio centro di
interessi criminali nel territorio di Scilla, appare opportuno esplicitare
l’intricata rete delle relazioni parentali che la connotano, tracciando al
contempo la variegata biografia criminale di alcuni dei soggetti indagati nel
presente procedimento (v. all. n. 12 citata informativa):
a) NASONE Virgilio Giuseppe
E’ padre di Nasone Francesco (cl. 72), nonchè cugino in primo grado del
defunto NASONE Giuseppe cl. 38 (capo cosca ucciso in un agguato di mafia
nel settembre 1987), di NASONE Gioia Virgilia (madre degli indagati FULCO
Giuseppe
e
FULCO
Annunziata
ed
indagata
anch’essa
nel
presente
procedimento), di GAIETTI Matteo (la madre di Nasone Virgilio Giuseppe, tale
Gaietti Grazia, è sorella del padre di Gaietti Matteo, cioè di Gaietti Vincenzo cl.
30), di NASONE Domenico cl. ’30 (nonno dell’indagato NASONE Domenico cl.
’83) e di NASONE Matteo cl. ’45 (padre dell’indagato NASONE Antonino cl.
’81).
Coinvolto nel procedimento penale cd. Cyrano (p.p. n. 3/93 RGNR DDA), nel
1999 è stato assolto dalla Corte di Appello di Messina per il reato di cui all’art.
416-bis
c.p.,
mentre
nell’ambito
del
medesimo
procedimento è
stato
condannato con sentenza passata in giudicato per il reato di cui agli artt. 110
e 629 c.p..
Nel 2001 Nasone Virgilio Giuseppe è stato nuovamente condannato,
unitamente a NASONE Rocco cl 74 (figlio del defunto Nasone Giuseppe cl. 38),
per il reato di estorsione aggravata in concorso nell’ambito del suddetto p.p. n.
169/98 R.G.N.R. DDA.
Infine, con decreto divenuto definitivo il 25.01.2005 gli è stata applicata la
misura di prevenzione della sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per
la durata di anni 4.
164
b) NASONE Francesco cl. 72
E’ figlio di Nasone Virgilio Giuseppe ed è pertanto cugino, seppure non in
primo grado, di Nasone Domenico cl. 69 e Nasone Rocco cl. 74.
Risulta allo stato formalmente incensurato, seppure con decreto divenuto
definitivo il 29.04.2008 gli è stata applicata la misura di prevenzione della
sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno per la durata di anni 1.
c) NASONE Domenico cl. 69 e NASONE Rocco cl. 74
Sono figli del defunto NASONE Giuseppe cl. 38 e pertanto cugini, seppure
non in primo grado, di Nasone Francesco cl. 72. Sono inoltre cugini in
primo grado di Fulco Giuseppe.
Entrambi coinvolti nei suddetti procedimenti penali sono gravati da pesanti
condanne passate in giudicato.
Nasone Domenico è stato infatti condannato nell’ambito del procedimento cd.
Cyrano per tentata estorsione aggravata in concorso e detenzione illegale di
armi e munizioni, oltre che successivamente per violazione della misura di
prevenzione della sorveglianza speciale applicata con decreto del Tribunale di
Reggio Calabria del 1999 per la durata di anni 3.
Nasone Rocco, oltre a numerosi precedenti giudiziari per violazione della
misura di prevenzione della sorveglianza speciale (applicata con decreto del
Tribunale di Reggio Calabria del 2004 per la durata di anni 1), risulta gravato
da una condanna nel citato proc. pen. n. 169/98 per estorsione aggravata
commessa in concorso con Nasone Virgilio Giuseppe.
d) GAIETTI Matteo
E’ figlio di GAIETTI Vincenzo (condannato con sentenza passata in giudicato
nel p.p. Cyrano per il reato di cui all’art. 416-bis c.p.) e pertanto, come detto,
cugino in primo grado di Nasone Virgilio Giuseppe, nonchè ovviamente
legato da un rapporto di parentela con il figlio di quest’ultimo Nasone
Francesco cl. 72. Gaietti Matteo è inoltre cugino in primo grado di Nasone
Domenico cl. 69 e Nasone Rocco cl. 74 (in quanto la madre Vita Giuseppa è
sorella della madre dei predetti Nasone, tale Vita Angela.
e) FULCO Giuseppe
165
E’ figlio di Nasone Gioia Virgilia (a sua volta sorella dei defunti Nasone
Giuseppe cl. 38 e Nasone Rocco cl. 48) e fratello di Fulco Annunziata.
Pertanto il Fulco Giuseppe è cugino in primo grado di Nasone Domenico cl.
69 e Nasone Rocco cl. 74, oltre ad essere ovviamente legato da rapporti di
parentela con Gaietti Matteo e Nasone Viriglio Giuseppe (entrambi cugini
della madre Nasone Gioia Virgilia), nonchè con Nasone Francesco cl. 72.
Il Fulco Giuseppe, oltre ad essere gravato da due condanne passate in
giudicato per detenzione illegale di armi e di droga, è stato condannato in
abbreviato dal G.u.p. di Reggio Calabria il 27.10.2011 alla pena finale di
anni 9 e giorni 20 di reclusione, per i reati di porto illegale di arma ed
estorsione aggravata dal metodo mafioso e dal fine di agevolare
un’associazione mafiosa, nonchè commessa da soggetto appartenente ad
associazione di cui all’art. 416-bis c.p., consumata ai danni di un’impresa
impegnata nei pressi di Scilla, per conto dell’ANAS, in lavori di consolidamento
del costone roccioso ivi presente.
§ 4. Attualità della cosca Nasone-Gaietti.
Dalle intercettazioni sopra riportate e dai riscontri acquisiti, emerge in modo
incontestabile la perdurante operatività a Scilla e nei territori limitrofi di
un’articolazione della ’ndrangheta nota come cosca Nasone-Gaietti, la cui
esistenza è stata già riconosciuta dalla Corte d’Assise di Appello di Messina
con sentenza n. 11/98 divenuta irrevocabile il 31.03.1999.
E’ lo stesso Nasone Francesco cl. 72, figlio di Virgilio Giuseppe, a confermare
nel corso di una conversazione tra presenti intercettata all’interno del bar La
Genziana di Scilla l’esistenza del sodalizio criminoso in questione: “Da me
vengono a bussare i Carabinieri a fare la perquisizione e scassano il
cazzo...tutti gli affiliati...dai miei cugini...da me...da mio zio...da
quell'altro zio...” (conversazione avvenuta il 27.02.2012 all’interno del bar La
Genziana di Scilla – R.I.T. n. 319/12). L’espressione “gli affiliati” assume un
significato inequivocabile e dimostra l’appartenenza alla ‘ndrangheta, previa
affiliazione, di Nasone Francesco e di altri appartenenti alla famiglia (i cugini
166
Domenico cl. 69 e Rocco cl. 74, il cugino Fulco Giuseppe59 ed i suoi zii, tra i
quali certamente è compreso Gaietti Matteo60).
Gli
elementi
sintomatici
dell’esistenza
e
dell’attualità
della
predetta
consorteria, ed in particolare dell’utilizzo della forza di intimidazione del
vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne
deriva, per acquisire in modo diretto o indiretto la gestione o il controllo
di attività economiche, sono, tra gli altri, i seguenti:
a) l’estorsione aggravata consumata da Fulco Giuseppe, in concorso
con Nasone Francesco (“...Da parecchio ormai non si fa sentire e questo non va bene
perché sai che il nostro rapporto era particolare e certamente l’abbiamo voluta in due,
ora io che non ci sono ho bisogno di lei se poi lei se ne frega di me basta dirmelo!!!...” - missiva
inviata in data 25/03/2012 dal detenuto FULCO Giuseppe a Gaietti Matteo ed intercettata nell’ambito del RIT
n. 204/12),
ai danni della ditta Consolidamenti speciali srl, accompagnata dalle
inequivocabili considerazioni dei familiari del Fulco (“Ma comunque sia non dovevi
essere neanche tu... se dici di essere quello che sei...Non si è mai visto che uno
importante va...Hai visto mai a tuo zio Peppino andare a prendersi i soldi in qualche
posto... hai visto mai a tuo padre?” - colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11);
b) la partecipazione del Fulco Giuseppe ad innumerevoli azioni di
materiale riscossione, nell’interesse della cosca mafiosa di Scilla, di somme di
denaro provento delle estorsioni (“Ma io ho pensato “non è
che gli rimangono
incollati nelle mani!”...“No, questo problema non c’era... perché sei stato sempre tu quello
al quale rimanevano sempre incollati nelle mani !”. Perché... secondo te se li prendevano
gli altri non te li davano, se te li dovevano dare?” - colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n.
1206/11);
c) il versamento periodico di somme di denaro da parte di ditte
impegnate nei lavori di rifacimento dell’autostrada (“...FULCO G.:- Siccome qua...
non è arrivato nessuno... ed io so che ogni mese... (col le mani mima il segno del
pagamento, ndr)... c’è quello dell’autostrada (indica con le dita la cifra 8, ndr)” –
colloquio in carcere del 23.09.2011 - RIT n. 1206/11).
d) la dettagliata pianificazione e realizzazione di reiterate azioni
intimidatorie di tipo estorsivo (v. capi di imputazione da B) ad H) della rubrica) – anche
59
A conferma del fatto che Nasone Francesco consideri Fulco Giuseppe un suo “cugino” (pur non
essendo formalmente legati da tale vincolo di parentela) occorre rilevare che, in data 19 marzo 2012, Fulco
Giuseppe invia a Nasone Francesco dal carcere di Benevento una missiva nella quale così esordisce:
“Carissimo cugino” (RIT n. 204/12).
60
A conferma del fatto che Nasone Francesco consideri Gaietti Matteo un suo “zio” (pur non essendo
formalmente legati da tale vincolo di parentela, in quanto in effetti Gaietti Matteo è cugino in primo grado di
Nasone Virgilio Giuseppe, padre di Nasone Francesco cl. 72) giova evidenziare che, in data 15 febbraio 2012,
in occasione di una conversazione telefonica con Gaietti Matteo il Nasone Francesco così esordisce: “Ehi, zio
Matteo!” (Conversazione del 15.02.2012 alle ore 16:00 registrata al progressivo n°1968 dell’utenza
167
dopo l’arresto in flagranza di Fulco Giuseppe – ai danni delle ditte attualmente
impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC nei pressi
dello svincolo autostradale di Scilla (cd. 6° macrolotto)61;
e) l’assoggettamento delle predette ditte al pagamento di una “tassa” del
3% sull’importo degli appalti conseguiti, come emerge in modo palese da
un’approfondita ricostruzione dell’episodio relativo alla Calme Beton srl
(Conversazione n°804 del 01.03.2012 alle ore 19:04, registrata all’interno del bar “La Genziana”
R.I.T. n°319/12 – v. capo C della rubrica);
f) il controllo capillare del territorio attraverso l’imposizione agli
operatori economici di obblighi ben precisi, come dimostrato dalla vicenda
legata all’incendio del furgoncino utilizzato da Callore Rocco per la vendita di
bevande ed alimenti nei pressi del porto di Scilla (v. capo H della rubrica);;
g) il versamento periodico da parte dell’associazione mafiosa di somme
di denaro in favore del detenuto Fulco Giuseppe (“Scusa perché…quanto ti
dovrebbero dare ogni mese?” ....“Non si sa, ma la cosa è continua!”
(Intercettazione
ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento avvenuta in data 27.01.2012 - R.I.T.
n°1206/11),
nonchè le continue pressioni esercitate dal predetto detenuto e dai
propri familiari per ottenere quanto dovuto (v.,
tra l’altro, la missiva inviata in data
19/03/2012 dal detenuto FULCO Giuseppe a NASONE Francesco ed intercettata nell’ambito del RIT n.
204/12);
h) la partecipazione del detenuto Fulco Giuseppe a riunioni ristrette
tenutesi tra alcuni componenti di vertice della cosca di Scilla (“Che comunque...
queste qua erano cose che dovevano restare... tra quelli...che ci siamo seduti al
tavolo...perché se ci sediamo io e te per sistemare una cosa, 4 persone...” – colloquio in
carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11),
nel corso delle quali erano stati, tra l’altro,
fissati i criteri e le modalità di suddivisione dei proventi delittuosi (“Allora...da
sempre...da quando io me ne sono andato...quello là... (indica con le mani il labbro
superiore facendo segno dei baffi, si riferisce a persona con i baffi, ndr)... inc... facciamo
tre parti...tu te la vedi con Peppe... ecc. (spartizione del territorio, dei proventi ndr). Ne ho visti
mai!),
n°3408260821 in uso a GAIETTI Matteo ed al progressivo n°2661 dell’utenza n°3925101077 in uso a
NASONE Francesco. R.I.T. n°2136/11).
61
Dal 2009 ad oggi sono stati denunciati dalle ditte impegnate nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada A3 SA-RC innumerevoli episodi di danneggiamento nei vari cantieri; tale allarmante
situazione è stata peraltro – anche di recente – rimarcata nell’ambito di due missive del 20.03.2012 e del
27 aprile 2012, a firma del Project Manager della RC-Scilla S.c.p.a., ing. Antonio Picca, inviate ai vari
soggetti istituzionalmente competenti, con le quali il Contraente generale per i lavori di
ammodernamento ed adeguamento dell’autostrada SA-RC (Macrolotto 6) denuncia i reiterati atti
intimidatori commessi ai danni delle imprese impegnate nei predetti lavori (in particolar modo nei pressi
dello svincolo di Scilla), evidenziando: a) le gravi ripercussioni sull’andamento delle lavorazioni; b) lo stato di
timore e preoccupazione per l’incolumità delle maestranze impegnate nei vari cantieri.
168
i) le ‘imbasciate inviate dal detenuto Fulco Giuseppe, tramite i propri
familiari, ad altri sodali affinchè prestino attenzione e si defilino dall’attività
della cosca durante la sua detenzione (“lo fai venire a casa...glielo dici nell’orecchio
(anche mimando, ndr) ...(digli, ndr) di non andare in nessun posto... se lo mandano...di non
andare in nessun posto...di non andare in nessun posto perché lo fanno arrestare e me li
addossano tutti a me....tutti! Si! Neanche se viene ... la Vergine... Lo fanno arrestare. (la
sorella si avvicina all’orecchio di Fulco) ...perché lo fanno arrestare...ti sto dicendo...
Che loro escano fuori dal giro” - colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11).
j) i timori manifestati da Fulco Giuseppe (“...quelli... che ci siamo seduti al
tavolo... perché sai ancora cosa succede – te lo dico – (anche mimando, ndr) “te l’ho detto a
te ...a quello a quest’altro...quello parla... quell’altro parla...ecc” e ci arrestano un’altra
volta...e ci arrestano. Questo accadrà...starete a vedere... perché se ci sediamo io e te per
sistemare una cosa, 4 persone...come fanno, poi a saperla 48 persone?” - colloquio in carcere
del 23.09.2011 RIT n. 1206/11)
e dalla sorella Annunziatina (“Allora prima di tutto il
rischio grosso è che non facciano…. il rischio grosso è che non facciano qualche
associazione perché dice che…Io gliel’ho detto, guardate e state attenti perché mio
fratello sarà rovinato” - colloquio in carcere del 11.11.2011 RIT n. 1206/11),
nonchè dallo
stesso Nasone Francesco (per come fedelmente riferiti da Puntorieri Pietro – “Qualche
giorno di questi... non uno... erano questo qua... questo di là... questo di qua... e ci
menano... associazione. Fanno quell'articolo... (incomprensibile)... con il 416 bis ci
possiamo andare a ricoverare” (Conversazioni n°62 e 63 del 23.02.2012 alle ore 06:09, registrata
all’interno del bar “La Genziana” gestito da NASONE Francesco, R.I.T. n°319/12)
in ordine al
concreto rischio di subìre la contestazione del reato di cui all’art. 416-bis c.p.;
§ 5. Le posizioni individuali.
Sulla scorta della giurisprudenza sopra richiamata e dell’attività di indagine
compiuta può affermarsi che sono senza alcun dubbio organici alla cosca
Nasone-Gaietti i seguenti soggetti:
§ 5.1 NASONE Virgilio Giuseppe, risponde del reato di cui all’art. 416-bis c.p.
(capo A della rubrica) con il ruolo il capo della cosca mafiosa di Scilla,
ricoprendo senza dubbio una posizione apicale all’interno della predetta
struttura ‘ndranghetistica. Ne è una dimostrazione la vicenda relativa
all’incendio del furgoncino di Callore Rocco e la successiva conversazione
intercettata all’interno del bar La Genziana il 26 febbraio 2012 (v. cap. IV par. 5);
nella predetta occasione è lo stesso Francesco Nasone a “ricordare” a Callore
169
Salvatore (figlio di Rocco) quando, solo previo consenso del padre Virgilio
Giuseppe, Callore Rocco aveva potuto iniziare ad esercitare durante l’estate
l’attività di venditore ambulante nei pressi del porto di Scilla (“E’ salito, per dire,
a casa mia, da mio padre che gli ha detto: "Compare, mi sono comprato un bugigattolo...
sapete...so che vi dovete fare un coso...mi dovrei mettere 10 minuti al porto... un mese…
(incomprensibile)… Settanta mesi!" mio padre "Quando sarà l'ora, se per Dio campiamo,
e apriremo un locale al porto, se volete restare, restate... se no chiudete...").
E’ ancora
Nasone Francesco a rimarcare il ruolo ricoperto dal padre Virgilio Giuseppe
all’interno della consorteria laddove, nel corso di in una conversazione con
Callore Rocco (che è andato a trovarlo per risolvere una volta per tutte la
controversia sorta in conseguenza dell’incendio del camioncino), intercettata
all’interno del bar La Genziana di Scilla il 02.03.2012, afferma di dover
investire comunque della questione il padre. (“...faccio vedere pure mio padre..).
§ 5.2 NASONE Francesco cl. 72, detto anche Franco, risponde – oltre che
delle condotte estrosive di cui ai capi da B) a H) della rubrica – del reato di cui
all’art. 416-bis c.p. (capo A della rubrica) con il ruolo di organizzatore e
promotore della cosca mafiosa operante a Scilla; è colui che:
1. si auto-definisce un “affiliato” della cosca di Scilla, al pari di altri
appartenenti alla sua famiglia (“...Da me vengono a bussare i Carabinieri a fare la
perquisizione e scassano il cazzo...tutti gli affiliati...dai miei cugini...da me...da mio
zio...da quell'altro zio...” (conversazione avvenuta il 27.02.2012 all’interno del bar La
Genziana di Scilla – R.I.T. n. 319/12);
2. è correo del Fulco Giuseppe nell’estorsione consumata in data 1° giugno
2011 ai danni della ditta Consolidamenti speciali srl, in occasione della quale
è stato tratto in arresto in flagranza il predetto Fulco (“...Da parecchio ormai non si
fa sentire e questo non va bene perché sai che il nostro rapporto era particolare e
certamente l’abbiamo voluta in due, ora io che non ci sono ho bisogno di lei se poi lei se ne
frega di me basta dirmelo!!!...” - missiva inviata in data 25/03/2012 dal detenuto FULCO Giuseppe a
Gaietti Matteo ed intercettata nell’ambito del RIT n. 204/12),;
3. promuove e pianifica nei minimi dettagli – unitamente a Calabrese Carmelo,
Puntorieri Pietro, Burzomato Arturo e Libro Francesco – le azioni intimidatorie
di tipo estorsivo compiute, anche di recente, ai danni delle imprese
attualmente impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 SARC nei pressi dello svincolo autostradale di Scilla (cd. 6° macrolotto) (v. capi di
imputazione da B) a H) della rubrica),
dando precise disposizioni a Puntorieri e
170
Burzomato sugli obiettivi da colpire, oltre che sulla modalità di concreta
realizzazione delle singole condotte delittuose (v. numerose conversazioni captate
all’interno del bar La Genziana
– RIT n. 319/12);
4. pianifica ed ordina, per i motivi sopra ampiamente esposti (“l'importante che i
miei piedi non vengano pestati...l’importante è che in questo paese di merda nessuno mi
pesti i piedi..hai capito ?” – conversazione tra presenti presso il bar La Genziana del
27.02.2012 – RIT n. 319/12),
l’incendio del furgoncino in uso a Callore Rocco,
demendandone la materiale esecuzione a Puntorieri Pietro e Burzomato
Arturo;
5. provvede a riscuotere personalmente una somma di denaro non meglio
quantificata dal legale rappresentante della ditta Calme Beton srl (impresa
impegnata nei lavori di rifacimento dell’autostrada SA-RC), dopo aver ordinato
con un’imbasciata alla predetta ditta di non scendere al di sotto della soglia
del
3%
dell’importo
complessivo
dell’appalto
conseguito;
(“E'
venuto...
(incomprensibile)... verso le dodici e mezzo...solo questo mi ha dato...” ha detto
“...(incomprensibile)...perchè io gli avevo mandato un'ambasciata... per non scendere...
per dire... dal 3%”
- Conversazioni n°804 del 01.03.2012 alle ore 19:04, registrata all’interno
del bar “La Genziana” gestito da NASONE Francesco, R.I.T. n°319/12);
6. viene continuamente contattato da Fulco Giuseppe (v. corrispondenza inviata a
Nasone Francesco il 19.03.2012 dalla Casa Circondariale di Benevento – RIT n. 204/12),
da
Gaietti Matteo (Corrispondenza inviata al detenuto FULCO Giuseppe da GAIETTI Matteo e
ricevuta in data 13/03/2012 - RIT n. 204/12)
e dai familiari del Fulco (Conversazione
telefonica n°1673 e 16 del 30.03.2012 alle ore 14:05 registrata sull’utenza n°3495278464 in uso
a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T. n°2280/11; conversazione telefonica n°1693 del
31.03.2012 registrata sull’utenza n°3495278464 in uso a NASONE Gioia, autorizzata con R.I.T.
n°2280/11),
i quali pretendono un adeguato sostegno economico durante lo
stato di detenzione del proprio congiunto; tale elemento conferma che il
Nasone Francesco è colui che raccoglie con le estorsioni (ed altre attiviità
illecite) i proventi per conto dell’associazione mafiosa di Scilla, li gestisce e poi
li distribuisce, occupandosi anche del supporto finanziario dei componenti
della cosca attualmente detenuti62;
62
Tale circostanza è indirettamente confermata dalla seguente conversazione registrata all’interno del bar
La Genziana di Scilla, nel corso della quale Nasone Francesco, rivolgendosi ad un uomo n.m.i., afferma: “Il
di più non te lo possiamo... (incomprensibile)... perché non bastano i miei... perché io ora ho un
avvocato... ho una sorella... ed ho mia figlia da mantenere lontana... e la devo mantenere... ho
qualche dieci figli qua...per dire...orfani...ed ho tre persone dentro il carcere!...
(incomprensibile)...omissis” - Conversazione n°171 del 24.02.2012 alle ore 09:21, registrata all’interno del
bar “La Genziana” - R.I.T. n°319/12)
171
7. elargisce di persona, in almeno un’occasione, una somma di denaro n.m.q.
in favore del detenuto Fulco Giuseppe, consegnandola alla madre di
quest’ultimo;
8. gode indubitabilmente di appoggi e collegamenti con soggetti appartenenti
alle Istituzioni tramite i quali riesce a carpire illecitamente notizie coperte dal
segreto investigativo, come dimostrato dalla conversazione di seguito riportata
(“Vedi...
che ti sembra ora perché non c'è niente... che puoi... ti sembra che non sono
usciti... che non stanno facendo niente?
Stanno indagando...
qua, quattro...
(incomprensibile)... questo con questo, questo con questo... e stanno vedendo i movimenti
che facciamo. Loro ci vedono, pure che non ci sono...”
(Conversazioni n° 62 e 63 del
23.02.2012 alle ore 06:09, registrata all’interno del bar “La Genziana”, R.I.T. n° 319/12).
§ 5.3 Nasone Domenico cl. 69, detto anche Mimmo, risponde del reato di cui
all’art. 416-bis c.p. (capo A della rubrica) con il ruolo di organizzatore e
promotore della cosca mafiosa di Scilla; è figlio di Nasone Giuseppe cl. 38
(capo storico della citata cosca ucciso - come detto - nel 1987) ed è colui che:
1. ha preso parte, unitamente a Fulco Giuseppe e ad altri componenti della
cosca, a riunioni ristrette nel corso delle quali sono stati fissati i criteri e le
modalità di suddivisione dei proventi delittuosi (“Che comunque... queste qua erano
cose che dovevano restare... tra quelli...che ci siamo seduti al tavolo...perché se ci
sediamo io e te per sistemare una cosa, 4 persone...” – colloquio in carcere del 23.09.2011
RIT n. 1206/11).
E’ per tale motivo che il cugino Fulco Giuseppe lo accusa
esplicitamente di non averlo fatto partecipare – nonostante gli accordi
raggiunti alla presenza di altri soggetti di spicco della cosca (Allora...da
sempre...da quando io me ne sono andato...quello là... (indica con le mani il labbro
superiore facendo segno dei baffi, si riferisce a persona con i baffi, ndr)... inc... facciamo
tre parti...tu te la vedi con Peppe... ecc. (spartizione del territorio, dei proventi ndr). Ne ho visti
mai!)
– alla spartizione dei proventi illeciti conseguiti (“Te l’aveva detto tuo cugino
di abbandonare a quelli là” ... “Ma pure loro... hanno pensato ai fatti loro” ... “con tutti
i soldi che gli hanno dato...mi hanno dato mai una lira?”
–
colloquio in carcere del 23.09.2011
RIT n. 1206/11);
2. fornisce in almeno un’occasione sostegno economico al detenuto Fulco
Giuseppe ed ai suoi familiari (“e…
Mimmo l’altro giorno… - quando è stato? (rivolgendosi
alla figlia, ndr) -…l’altro ieri, venerdì… è salito e mi ha portato 500 (cinquecento) euro… ha detto
172
che…”
-
colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11 ),
consegnado per conto della cosca
la somma di denaro di euro 500,00;
3. si preoccupa dell’avvenuta ricezione da parte dei familiari del Fulco del
periodico contributo economico materialmente corrisposto da altri componenti
della cosca mafiosa (“Lei poi…. (ndr. gesticola)…. Eh….Eh…Mimma, mi aveva chiesto
quel giorno che siamo andati lì (ndr. movimenti labiali afoni); FULCO A.:-Si, voleva sapere
se era tutto a posto!” - colloquio in carcere del 27.01.2012 RIT n. 1206/11);
4. gode indubitabilmente di appoggi e collegamenti con soggetti appartenenti
alle Istituzioni tramite i quali riesce a carpire illecitamente notizie coperte dal
segreto investigativo, informando i familiari del detenuto Fulco Giuseppe del
fatto che sono in corso attività di intercettazione anche in occasione dei
colloqui con il proprio congiunto presso la Casa Circondariale di Benevento
colloquio in carcere del 11.11.2011 RIT n. 1206/11);
(v.
tale condotta è evidentemente finalizzata
a salvaguardare l’esistenza della cosca e prevenire azioni di contrasto da parte
delle Forze di Polizia e dell’Autorità giudiziaria;
5. in occasione di un vasto controllo sul territorio operato a Scilla il
13.01.2012 dalla Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni si dà
immediatamente alla fuga andandosi a nascondere in un luogo prestabilito ed
invitando il fratello Rocco a fare la stessa cosa (R.I.T. n. 2136/11 – conv. del
13.01.2012 - progr. n. 2361, 2362, 2365, 2368, 2369, 2379 e 2382).
Tale condotta è il
segno inequivocabile della consapevolezza del Nasone Domenico di far parte
attivamente della cosca mafiosa di cui il padre Giuseppe è stato - fino alla
morte per omicidio avvenuta nel 1987 - il capo incontrastato e di essere
pertanto esposto, unitamente al fratello Rocco, a possibili provvedimenti
restrittivi della liberta personale proprio per tale reato.
§ 5.4 Nasone Rocco cl. 74, risponde del reato di cui all’art. 416-bis c.p. (capo
A della rubrica) con il ruolo di partecipe della cosca mafiosa di Scilla; è figlio di
Nasone Giuseppe cl. 38 (capo storico della citata cosca ucciso - come detto nel 1987) ed è colui che:
1. ha preso parte - unitamente a Fulco Giuseppe, al fratello Domenico e ad
altri componenti della cosca - a riunioni ristrette nel corso delle quali sono
stati fissati i criteri e le modalità di suddivisione dei proventi delittuosi (“Che
comunque... queste qua erano cose che dovevano restare... tra quelli...che ci siamo
seduti al tavolo...perché se ci sediamo io e te per sistemare una cosa, 4 persone...” –
colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11).
173
E’ per tale motivo che il cugino
Fulco Giuseppe lo accusa – insieme al fratello Domenico – di non averlo fatto
partecipare – nonostante gli accordi raggiunti alla presenza di altri soggetti di
spicco della cosca (Allora...da sempre...da quando io me ne sono andato...quello là...
(indica con le mani il labbro superiore facendo segno dei baffi, si riferisce a persona con
i baffi, ndr)... inc... facciamo tre parti...tu te la vedi con Peppe... ecc. (spartizione del
territorio, dei proventi ndr). Ne ho visti mai!)
– alla spartizione dei proventi illeciti
conseguiti (“Te l’aveva detto tuo cugino di abbandonare a quelli là” ... “Ma pure loro...
hanno pensato ai fatti loro” ... “con tutti i soldi che gli hanno dato...mi hanno dato mai
una lira?”
–
colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11);
2. si preoccupa dell’avvenuta ricezione da parte dei familiari del Fulco del
periodico
contributo
economico
materialmemente
corrisposto
da
altri
componenti dell’associazione (“Lei poi…. (ndr. gesticola)…. Eh….Eh…Mimma, mi
aveva chiesto quel giorno che siamo andati lì (ndr. movimenti labiali afoni); FULCO A.:-Si,
voleva sapere se era tutto a posto!” colloquio in carcere del 27.01.2012 RIT n. 1206/11),
fornendo
i dovuti chiarimenti alla zia Nasone Gioia Virgilia (“Rocco, ha detto “no zia
..incomprensibile...siccome vengono loro” colloquio in carcere del 27.01.2012 RIT n. 1206/11);
3. come il fratello Domenico si va prontamente a nascondere in occasione
dell’operazione di controllo effettuata il 13 gennaio u.s. dai Carabinieri della
Compagnia di Villa San Giovanni.
§ 5.5 Gaietti Matteo, risponde del reato di cui all’art. 416-bis c.p. (capo A
della rubrica) con il ruolo di organizzatore e promotore della cosca mafiosa di
Scilla; è figlio di Gaietti Vincenzo (storico capo della cosca di Scilla già
condannato con sentenza passata in giudicato per il reato di cui all’art. 416bis c.p.) ed è colui che:
1. ha senza dubbio preso parte – unitamente a Nasone Domenico e Rocco,
nonchè a Fulco Giuseppe – alle riunioni di vertice della cosca, nel corso delle
quali sono stati fissati tra l’altro i criteri e le modalità di ripartizione dei
proventi illeciti conseguiti (“Allora...da sempre...da quando io me ne sono
andato...quello là... (indica con le mani il labbro superiore facendo segno dei baffi, si
riferisce a persona con i baffi, ndr)... inc... facciamo tre parti...tu te la vedi con Peppe...
ecc. (spartizione del territorio, dei proventi ndr). Ne ho visti mai!) .... MATTEO, davanti a me
glielo ha detto...inc... “ma quello non c’era.. quello...”. Parliamo di...tanto tempo fa... (“Che
comunque... queste qua erano cose che dovevano restare... tra quelli...che ci siamo
seduti al tavolo...perché se ci sediamo io e te per sistemare una cosa, 4 persone...” –
colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11);
174
in particolare viene indicato dal
Fulco Giuseppe come colui il quale raccomanda a Domenico e Rocco Nasone di
occuparsi dell’elargizione in favore del predetto Fulco di una quota-parte dei
proventi loro spettanti.
2. risulta proprietario di innumerevoli beni immobili (v. nota a piè di pagina n.
12),
laddove tale ultima circostanza è inequivocabilmente ricollegata da Fulco
Giuseppe – poco dopo aver fatto cenno alla suddetta spartizione dei proventi
illeciti – al fatto che tali beni sono stati ottenuti proprio impiegando per
l’acquisto denaro provento di attività delittuose (FULCO G.: Le case... le case... non
è che le ha comprate con la sua “valentizza” (con i suoi sacrifici, ndr)”
- colloquio in
carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11);
3. si occupa personalmente della materiale consegna delle somme di denaro
versate periodicamente dalla cosca ai familiari di Fulco Giuseppe (FULCO A.:
“....E POI MI AVEVA PORTATO MATTEO 600…” - colloquio in carcere del 12.08.2011 RIT n.
1206/11 – NASONE G.: ”Perché mi ha detto che vuole venire lui...Almeno sono sicuro!
Almeno so che quella carta te la porto!” - colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11 FULCO A: “Ora Matteo ottocento… otto e ci…” - colloquio in carcere del 11.11.2011 RIT n.
1206/11 – FULCO G.: A quello quando l’hai visto, all’avvocato? (ndr. con la mano destra
rivolta verso il basso indica con le dita indice, medio ed anulare un tre o la forma di
una “M”) NASONE:-Eh! (ndr. movimenti labiali afoni) …Matteo, Matteo? . omissis NASONE:
Adesso, l’ultima volta? Te l’ho detto la settimana scorsa. FULCO G.:-A che ora, a che ora?
Omissis FULCO A.: (ndr. ride) Verso le sei! - colloquio in carcere del 27.01.2012 RIT n. 1206/11);
4.
tiene
contatti,
anche
epistolari,
con
il
detenuto
Fulco
Giuseppe,
impegnandosi con quest’ultimo a sollecitare Nasone Francesco alla dazione di
ulteriori somme di denaro (“…omissis “Carissimo cugino. Inizio questo mio scritto per dirti
che a Francesca e figli, sono quasi due mesi che non riesco a parlare in quanto io sono
in una situazione familiare e personale dove dalla mattina alla sera sono medici, medici e
ospedali ospedali, per non dire il resto, con questo mi fermo qui senno sembra che mi lamento
sempre. Come vedo sei informato che mia moglie aspetta un altro bambino e augurando tutto
bene a Maggio viene alla luce, dandoci forza di andare avanti e superare questi periodi disgraziati
che stiamo trascorrendo. Io stasera devo andare da un legale per vedere se è pronto il tuo
intero fascicolo dalla A alla Z, in quanto tua sorella mia ha detto se riuscivo a fargli
fare una copia, cosa che prima non era possibile in quanto dovevano depositare la
sentenza. Del resto che ti posso dire… Ti lascio immaginare a te! Come dici tu nel tuo scritto, alla
fine la giustizia trionferà augurandoti, quanto vuole il tuo cuore che al più presto ritorni nei tuoi
cari, iniziando dalla tua piccolina, che hanno bisogno di te. Alla nostra dolce Francesca
quando la vedo me la scopo io, se me la da, ma lei vuole essere scopata da te, quindi
ricordaglielo
spesso
casa”….Omissis”
…Ora
ti
saluto
augurandoti
che
per
il
tuo
onomastico
sei
a
- Corrispondenza inviata al detenuto FULCO Giuseppe da GAIETTI Matteo e
ricevuta in data 13/03/2012 - RIT n. 204/12)
e dando poi seguito ai medesimi impegni
175
assunti con Fulco Giuseppe (Conversazione del 15.02.2012 alle ore 16:00 registrata al
progressivo n°1968 dell’utenza n°3408260821 in uso a GAIETTI Matteo ed al progressivo n°2661
dell’utenza n°3925101077 in uso a NASONE Francesco. R.I.T. n°2136/11);
§ 5.6 Fulco Giuseppe risponde del reato di cui all’art. 416-bis c.p. (capo A
della rubrica) con il ruolo di partecipe della cosca mafiosa di Scilla; è colui che:
1. ha commesso, in concorso con Nasone Francesco, l’estorsione aggravata ai
danni della ditta Consolidamenti speciali srl (“...perché sai che il nostro rapporto
era particolare e certamente l’abbiamo voluta in due...”- RIT n. 204/12),
episodio
delittuoso per il quale è stato tratto in arresto in flagranza di reato e
condannato successivamente in primo grado alla pena di anni 9 e giorni 20 di
reclusione;
2. ha più volte partecipato – unitamente ai cugini Nasone Domenico e Rocco,
nonchè a Gaietti Matteo – a riunioni di vertice della cosca, nelle quali – come
detto – si sono stabiliti i criteri e le modalità di ripartizione dei proventi
illecitamente conseguiti (v. cap. IV par. n. 2.1-2.2-2.3-2.4);
3. nel corso dei colloqui in carcere viene indicato dai propri familiari quale
soggetto di vertice della struttura ‘ndranghetistica operante a Scilla (“Ma
comunque sia non dovevi essere neanche tu... se dici di essere quello che sei...Non si è
mai visto che uno importante va...Hai visto mai a tuo zio Peppino andare a prendersi i
soldi in qualche posto... hai visto mai a tuo padre?” - colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT
n. 1206/11),
al pari del padre e dello zio Nasone Giuseppe cl. 38 (ucciso in un
agguato di mafia nel 1987 e capo storico della cosca di Scilla);
4. ha partecipato ad innumerevoli azioni di materiale riscossione, nell’interesse
della cosca mafiosa di Scilla, di somme di denaro provento delle estorsioni (“Ma
io ho pensato “non è che gli rimangono incollati nelle mani!”...“No, questo problema non
c’era... perché sei stato sempre tu quello al quale rimanevano sempre incollati nelle mani
!”. Perché... secondo te se li prendevano gli altri non te li davano, se te li dovevano
dare?” - colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11 );
5. tramite i propri familiari (in particolare la sorella Annunziatina e la madre
Nasone Gioia Virgilia -- “Sai che fai mamma? ... a Micuzzo... a Micuzzo...lo fai venire
a casa... glielo dici nell’orecchio (anche mimando, ndr) ...(digli, ndr) di non andare in nessun
posto... se lo mandano ... di non andare in nessun posto......e con la raccomandazione...
di non parlare sulle auto... di non parlare in nessun posto... e di non parlare in nessun
modo... – colloquio in carcere del 23.09.2011)
ovvero utilizzando il mezzo della
corrispondenza epistolare (v. cap. IV par. 3) impartisce ordini e direttive da
eseguire all’esterno del carcere nei confronti di alcuni dei componenti della
176
cosca a lui più vicini (nella specie Nasone Antonino e Nasone Domenico cl. 83
– “Sì, perché sanno che loro sono con me e se gli dico di buttarsi a mare si buttano… se
li stanno tirando a se, tanto poi la colpa è mia...La cosa che dovete fare è quella là... ...
di chiamare a Nino e di fartelo portare là... Di andare a prenderlo e portarlo...io ti sto
dicendo...Che loro escano fuori dal giro... Si! Neanche se viene ... la Vergine... Lo fanno
arrestare. (la sorella si avvicina all’orecchio di Fulco) ...perché lo fanno arrestare..
Perché stanno organizzando qualche trappola... qualche trappola....” - colloquio in carcere
del 23.09.2011 RIT n. 1206/11);
6. riceve, tramite i propri familiari, periodiche dazioni di denaro dal sodalizio
criminoso di cui fa parte (“Scusa perché…quanto ti dovrebbero dare ogni mese?”
....“Non si sa, ma la cosa è continua!” (Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere
di Benevento avvenuta in data 27.01.2012 - R.I.T. n°1206/11)
e non esita ad avanzare esplicite
richieste di denaro agli altri soggetti al vertice della consorteria come Nasone
Francesco (“omissis “Carissimo cugino, come stai? Mi auguro bene, purtroppo non posso
dirti lo stesso da parte mia e tu potrai capire il perché vero? Quindi speriamo che le cose
vadano meglio. In futuro ci vuole un pò di impegno!! Del resto cosa dirti qua tutto scorre al
solito ci sei stato quindi sai che non è proprio una villeggiatura però ci siamo e dobbiamo farcela
piacere. Salutami tanto Mimma e spero che sia stato chiaro. In attesa ti mando un forte
abbraccio. Peppe”….Omissis - Corrispondenza inviata dal detenuto FULCO Giuseppe a NASONE
Francesco in data 19/03/2012 – RIT n. 204/12);
§ 5.7 Fulco Annunziatina, sorella del detenuto Fulco Giuseppe, risponde del
reato di cui al capo A) della rubrica con il ruolo di partecipe alla cosca (v. cap. IV
par. n. 2.1-2.2-2.3-2.4);
in particolare:
1. esegue pedissequamente le direttive e gli ordini che vengono di volta in volta
impartiti dal congiunto Giuseppe (“Va bene... io, comunque, la prima cosa che faccio
quando esco è questa... ora quando esco da qua, prendo il telefonino... la prima cosa
che faccio...Noi... facciamo... assoluta indifferenza... io parlo con quei ragazzi, dopo di
ché silenzio assoluto...né... neanche io parlerò...”
– colloquio in carcere del 23.09.2011) e
lo aggiorna circa le imbasciate ricevute dagli altri sodali (“L’altro giorno salivo ed
era fuori dal medico...ah, no... ero andata dal medico per le ricette e mi ha detto
“cugina, quando andate?”, gli ho chiesto “perché?” “ditegli l’imbasciata “a posto” colloquio in carcere del 23.09.2011- RIT n. 1206/11);
2. si preoccupa, unitamente alla madre Nasone Gioia, di raccogliere, gestire,
tenere la contabilità e custodire il denaro che la cosca versa loro
periodicamente in ragione dell’attuale stato di detenzione del proprio
congiunto;
177
3. tiene continui contatti con gli altri componenti dell’associazione (tra gli altri,
Nasone Domenico cl. 69 e Rocco; Gaietti Matteo; Nasone Francesco; Nasone
Antonino e Domenico cl. 83) e nel corso dei successivi colloqui in carcere
aggiorna il congiunto detenuto di ogni circostanza utile a salvaguardare la
cosca e le sue attività illecite (Vedi, ad esempio, l’informazione coperta dal segreto
investigativo- relativa alle attività di intercettazione in corso su Fulco Giuseppe appresa tramite
il nipote Nasone Domenico cl. 69);
4. prende parte attivamente alle dinamiche della cosca di Scilla, come si evince
dal
duro
ammonimento
rivolto
ad
altri
appartenenti
della
struttura
‘ndranghetistica che ci occupa (“Allora prima di tutto il rischio grosso è che non
facciano…. il rischio grosso è che non facciano qualche associazione perché dice che…Io
gliel’ho detto, guardate e state attenti perché mio fratello sarà rovinato” - colloquio in
carcere del 11.11.2011 RIT n. 1206/11);
§ 5.8 Nasone Antonino e Nasone Domenico cl. 83 rispondono del reato di
cui al capo A) della rubrica con il ruolo di partecipi della cosca mafiosa di
Scilla; in particolare:
1. entrambi vengono espressamente indicati da Fulco Giuseppe quali suoi
“fedelissimi” (“Sì, perché sanno che loro sono con me e se gli dico di buttarsi a mare si
buttano…se li stanno tirando a se, tanto poi la colpa è mia”- colloquio in carcere del
23.09.2011),
tanto che quest’ultimo teme possano essere impiegati da altri
componenti della cosca per far ricadere su di lui eventuali responsabilità per
fatti penalmente rilevanti commessi a Scilla (v. seguenti punti 3. e 4.);
2. in un’occasione il Nasone Domenico cl. 83, tramite la madre del Fulco
Giuseppe, invia al predetto detenuto rassicurazioni circa il buon esito di
un’”imbasciata”, dimostrando pertanto di essere pienamente inserito nei
meccanismi che regolano l’articolazione di ‘ndrangheta operante a Scilla
(NASONE G. “.....e mi ha detto “cugina, quando andate?”, gli ho chiesto “perché?”
“ditegli l’imbasciata “a posto”...” - colloquio in carcere del 23.09.2011)
e scatenando
l’improvvisa reazione del Fulco meglio descritta al seguente punto 3.;
3. entrambi ricevono da Fulco Giuseppe – tramite la sorella di quest’ultimo
(“Va bene... io, comunque, la prima cosa che faccio quando esco è questa... ora quando
esco da qua, prendo il telefonino... la prima cosa che faccio...Noi... facciamo... assoluta
indifferenza... io parlo con quei ragazzi, dopo di ché silenzio assoluto...né... neanche io
parlerò...”
– colloquio in carcere del 23.09.2011) – l’ordine di uscire temporaneamente
“fuori dal giro” (“...Che loro escano fuori dal giro...” - colloquio in carcere del 23.09.2011),
178
in quanto corrono il rischio di essere arrestati (Si! Neanche se viene ... la Vergine...
Lo fanno arrestare. (la sorella si avvicina all’orecchio di Fulco) ...perché lo fanno
arrestare.. Perché stanno organizzando qualche trappola... qualche trappola....” colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11),
oltre alla raccomandazione di non
parlare (“...e con la raccomandazione... di non parlare sulle auto... di non parlare in
nessun posto... e di non parlare in nessun modo...”
- colloquio in carcere del 23.09.2011); le
indicazioni del Fulco – unitamente a quest’ultima raccomandazione –
dimostrano la loro appartenenza al sodalizio, non prestandosi l’espressione
“fuori dal giro” ad una diversa chiave di lettura, se non quella della loro
effettiva e concreta partecipazione alle attività della cosca;
4. vengono indirettamente indicati da Fulco Giuseppe quali soggetti chiamati a
eseguire gli ordini e le direttive degli altri capi della cosca, da cui lo stesso
Fulco teme di essere stato tradito in occasione dell’arresto in flagranza del 1°
giugno 2011 (“Hai capito? perché l’hanno chiamato a loro ...non l’hai capito? “l’imbasciata tutto a posto...” - a quanto ho capito ... sapevano che non glielo dico io.. se
lo sono chiamati a loro (nel senso di convocare, ndr) e lo mandano (col braccio mima a
significare “lo mandano in giro, ndr)”
– colloquio in carcere del 23.09.2011).
§ 5.9 Burzomato Arturo e Puntorieri Pietro rispondono, oltre che delle
condotte estorsive di cui ai capi da D) a H) della rubrica, del reato di cui al
capo A) quali partecipi alla cosca mafiosa di Scilla; in particolare:
1. come emerge inequivocabilmente dall’intercettazione di innumerevoli
conversazioni all’interno del bar La Genziana di Scilla (conversazioni del
23.02.2012, del 27.02.2012, del 29.02.2012, del 03.03.2012, del 04.03.2012 - RIT n. 319/12),
sono i “fedelissimi” di Nasone Francesco (il Puntorieri è, tra l’altro, anche il
cognato) e sono gli appartenenti alla cosca con i quali lo stesso Nasone
pianifica in modo dettagliato le azioni intimidatorie di tipo estorsivo ai danni
delle imprese impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada SA-RC
ed ai quali demanda successivamente l’esecuzione materiale (v. cap. IV par. 4);
2. sono senza alcun dubbio gli autori materiali dell’incendio del furgoncino in
uso a Callore Rocco, atto intimidatorio programmato e voluto da Nasone
Francesco;
3. sono costantemente informati da Nasone Francesco (“Vedi... che ti sembra ora
perché non c'è niente... che puoi... ti sembra che non sono usciti... che non stanno
facendo niente? Stanno indagando...
qua, quattro... (incomprensibile)... questo con
questo, questo con questo... e stanno vedendo i movimenti che facciamo. Loro ci vedono,
179
pure che non ci sono...” (Conversazioni n°62 e 63 del 23.02.2012 alle ore 06:09, registrata
all’interno del bar “La Genziana”, R.I.T. n°319/12)
– il quale, come detto, riesce a carpire
illecitamente notizie coperte dal segreto investigativo – circa l’evolversi delle
attività di indagine delle FF.OO. in corso anche nei loro confronti.
§ 5.10 Calabrese Carmelo risponde, oltre che della condotta estorsiva di cui
al capo D) della rubrica, del reato di cui al capo A) della medesima rubrica con
il ruolo di partecipe alla cosca Nasone-Gaietti; in particolare:
1. su richiesta di Nasone Francesco (“Melo… (incomprensibile)...ma quel coso
normale è?”)
fornisce il proprio contributo in occasione della pianificazione degli
atti intimidatori poi commessi da Burzomato e Puntorieri ai danni delle ditte
impegnate nei lavori di ammodernamento dell’autostrada A3, dispensando ai
predetti esecutori materiali consigli utili alla buona riuscita delle azioni
delittuose. In particolare risultano eloquenti le istruzioni dallo stesso impartite
al fine di sganciare il freno di un compressore della Fondazioni speciali spa
(“...o sotto l'assale, uno davanti, uno dietro... come le ruote dei carri... leva rossa è... che
è dipinta di rosso...praticamente.. No... dev'essere penso laterale, questo... o a destra o a
sinistra... E molli... poi può essere al contrario, non lo so…”)
ovvero i suggerimenti su
come giustificare – qualora sorpresi – la loro presenza nei pressi del cantiere
(“si dovrebbe fare però... fare finta di aver perso qualcosa… ho perso l'orologio", per
dire "…il telefono… (incomprensibile)... passando con il motorino… (incomprensibile)...
nella strada... per evitare che le macchine te lo rompano… ("pezziano")... sono passato
con il motorino, oggi, ho perso il telefono perchè non si sa, perchè ci può essere
qualcuno.. e sempre con gli occhi aperti... state sempre allerta... hai capito?”
-
Conversazione n°999 del 03.03.2012 alle ore 19:23, registrata all’interno del bar “La Genziana”,
gestito da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12).
Appaiono inoltre significative le direttive
fornite a Burzomato e Puntorieri circa il modo con cui raggiungere il locus
commissi
delicti
(“se
devi
fuggire...dove
cazzo
lo
lasciate
il
motorino…
(incomprensibile)... lasciamo sul muro... (incomprensibile)... ve ne andate da sotto... sai
dove ha la casetta Mico Scarano?...là dove c'è la casetta... (incomprensibile)... c'è una
piazzola... da lasciare la macchina lì... e te la fai a piedi… (incomprensibile)... c'è il
dirupo... Là sotto stesso... si presenta il dirupo... lì sotto stesso… (incomprensibile)... sul
lato di Scarano... la strada ... da sotto… (incomprensibile)... sopra... qualcuno da sotto
dove?... (incomprensibile)... non... dove lo devo mettere il motorino... se viene qualcuno
col motorino… (incomprensibile)... un po' lì sopra...” - Conversazione n°999 del 03.03.2012
alle ore 19:23, registrata all’interno del bar “La Genziana”, R.I.T. n°319/12),
180
nonchè in
merito alle precauzioni da impiegare per non lasciare tracce (“... un paio di
guanti, cose, lo sapete...”
n°319/12),
- Conversazione n°999 del 03.03.2012 alle ore 19:23 R.I.T.
dimostrando tali indicazioni una perfetta conoscenza dei cantieri,
frutto di precendenti attività ricognitive svolte nell’interesse del sodalizio
criminoso di cui fa parte.
E’ poi lo stesso Calabrese Carmelo, nel corso della medesima conversazione,
ad offrirsi di accompagnare Burzomato e Puntorieri presso il cantiere in cui la
notte successiva dovranno commettere l’atto intimidatorio (“Se no salgo anche io,
li accompagno con la macchina... li lascio a piedi... e scendono da sotto... gli lascio più
sopra (a munti) con la macchina... l'importante è che il motorino è messo là vicino... che
lo acchiappino.. qualcuno da sotto dove?... (incomprensibile)... non... dove lo devo
mettere il motorino... se viene qualcuno col motorino… (incomprensibile)... un po' lì
sopra...” - Conversazione n°999 del 03.03.2012 alle ore 19:23 R.I.T. n°319/12).
2. è l’interlocutore di Nasone Francesco in occasione della conversazione in cui
quest’ultimo lo aggiorna sul parziale pagamento da parte della Calme Beton srl
(ditta per cui lavora lo stesso Calabrese) della tangente concordata dalla
predetta ditta con la cosca di Scilla (Nasone: “E' venuto... (incomprensibile)...verso le
dodici e mezzo...” Calabrese: “Quanto?” Nasone: solo questo mi ha dato..." - Conversazione
n°804 del 01.03.2012 alle ore 19:04, registrata all’interno del bar “La Genziana” R.I.T. n°319/12) ;
in particolare emerge dal tenore del dialogo intercettato che Calabrese Carmelo
viene direttamente chiamato in causa dal Nasone Franco per fornire un
contributo necessario alla definizione delle strategie criminali conseguenti al
possibile abbandono del cantiere da parte della ditta (la Calme Beton srl) fino a
quel momento oggetto di estorsione (“...capisci, Melo? Se se ne vanno questi... non
so con chi dobbiamo parlare più!...Attaccato al silos! Un milione e ottocentomila euro...
(incomprensibile)... Che dobbiamo fare con questo, Melo? - Conversazione n°804 del
01.03.2012 alle ore 19:04, registrata all’interno del bar “La Genziana” R.I.T. n°319/12).
§ 5.11 Libro Francesco risponde del reato di cui al capo A) della rubrica con
il ruolo di partecipe alla cosca di ‘ndrangheta operante a Scilla; in particolare:
1. partecipa concretamente alla pianificazione delle azioni delittuose, fornendo
in almeno un’occasione al Puntorieri una possibile giustificazione da utilizzare
qualora sorpreso nel cantiere di una ditta al momento di compiere un
danneggiamento (Libro F.: “Ho la vigna qui vicino....”63).
63
Conversazione n°1043 del 04.03.2012 alle ore 06:23, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito
da NASONE Franco, R.I.T. n°319/12:
omissis
181
2. si informa (e viene informato) sull’osservanza o meno da parte degli altri
componenti della cosca (in particolare Burzomato e Puntorieri) del modus
operandi tipicamente utilizzato per intimidire le imprese “taglieggiate”, ciò con
particolare riferimento all’impiego di finte bottiglie incendiarie (LIBRO: “Ma gliele
avete lasciate...sì?” PUNTORIERI:- “...sì, sempre... quello sempre no? Però se fosse caduto
lì sotto mi sarei divertito di più io!” (Conversazione n°1042 del 04.03.2012 alle ore 06:08,
registrata all’interno del bar “La Genziana”, R.I.T. n°319/12 );
3. si confronta più volte con gli appartenenti alla cosca a lui più vicini sulle
condotte delittuose materialmente consumate ai danni delle ditte impegnate
nei lavori di ammodernamento dell’autostrada SA-RC (Conversazione n°880 del
02.03.2012 alle ore 13:55, registrata all’interno del bar “La Genziana” - R.I.T. n°319/12, nel
corso della quale il Libro - unitamente a Nasone Francesco, a Puntorieri ed a Burzomato discute in ordine al danneggiamento consumato la sera precedente su un mezzo di proprietà
della ditta Compagnia Portuale di T.Gullì).
PUNTORIERI P.:-Franco, sai quale è il fatto? Che Arturo se la pensa, no? Se fa una cosa? Si... la può fare
meglio di me... perchè lui la pensa...ma, ieri mi ha dato ragione... "Chi parla "- mi ha detto lui-"...chi parla
parla...". "Non si fa nulla - mi ho detto lui- e tu, Pietro, hai ragione che non si parla se devi reagire...". Gli ho
detto io: "Arturo, io la ragiono così... se uno quando parla .." "... quello che deve dare, se no si perde a
chiacchere uno. Che poi non ti... non ti convince...la cosa si fa all'attimo... se no.. la cosa non si fa più...perde
d'animo la cosa...delle cose, Madonne, Signore... e ti blocchi, non sai più cosa fare... certo... la pellaccia uno se
la deve guardare lo stesso, lo so... uno non è che deve andare... lì... obbligatorio... uno si deve addestrare,
vedere com'è... se si può fare... se deve salire sotto le montagne, sopra, di lato, di sopra…
(incomprensibile)... lì... quelli vedono quando mettiamo mano... Cosa sanno quello che..."Io qui? Ho
perso un mazzo di chiavi, un portafoglio e lo sto andando a trovare."... cosa mi racconti, stupido
(“sturtu”)?
LIBRO F.: Ho la vigna qui vicino...
PUNTORIERI P.:-... ho la vigna vicina. "E a quest'ora?" "Io vado quando voglio nella mia vigna, nella mia
proprietà... e - per dire- io non devo dare conto a nessuno...neanche a voi che siete..(incomprensibile)...
182
CAPITOLO VI
LA CONTESTAZIONE DEI DELITTI DI ESTORSIONE
1) L’estorsione aggravata consumata ai danni della ditta Consolidamenti
speciali srl (capo B della rubrica)
§ 1. Premessa.
Di questo reato rispondono Fulco Giuseppe (nei confronti del quale si è
proceduto separatamente nell’ambito del procedimento penale n. 4398/11
R.G.N.R. DDA) e Nasone Francesco.
Come già ampiamente esposto nell’ambito del capitolo IV, par. 1 (v. all. da 1 a 5
citata informativa, nonché gli atti relativi al proc. pen. n. 4398/11 RGNR DDA - n. 2770/11 RG
GIP-GUP)
del presente provvedimento di fermo, in data 1° giugno 2011 l’odierno
indagato Fulco Giuseppe veniva tratto in arresto nella flagranza del delitto di
estorsione aggravata nei confronti della ditta Consolidamenti speciali srl.
All’esito del giudizio abbreviato, svoltosi dinanzi al G.U.P. presso il Tribunale
di Reggio Calabria, il Fulco veniva condannato – in continuazione con il reato
porto abusivo di armi – alla pena finale di anni 9 e giorni 20 di reclusione,
oltre le pene accessorie conseguenti.
§ 2. Gravi indizi di colpevolezza a carico di Nasone Francesco
Le attività di indagine avviate successivamente all’arresto in flgranza di Fulco
Giuseppe hanno consentito di acquisire indizi gravi, precisi e concordanti circa
un diretto coinvolgimento anche di Nasone Francesco nella condotta estorsiva
consumata ai danni della ditta Consolidamenti speciali srl.
Infatti, nel corso del colloquio intercettato in data 23.09.2011 all’interno della
Casa Circondariale di Benevento (RIT n. 1206/11) tra Fulco Giuseppe ed i propri
familiari emergono i seguenti elementi:
1. la condotta estorsiva di Fulco Giuseppe non è la conseguenza di
un’iniziativa isolata ed estemporanea, bensì il frutto di un’azione progammata
e consumata con il contributo morale e/o materiale di un altro soggetto (FULCO
183
A.: Ma comunque sia non dovevi essere neanche tu... se dici di essere quello che sei ...
Non si è mai visto che uno importante va .... che uno importante va... non si è visto
mai...mai al mondo! NASONE G.: Mandavi a lui... mandavi lui, “vai tu!...Mandavi a lui,
mandavi a lui” FULCO G.:-Ma lui è venuto con me... E che scendevamo tutti e due? ... No!
No... gli ho detto io di aspettare lì... però c’è il fatto che quello l’ha vista la macchina
nera... però lì non ha visto...inc...” colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11);
2. in almeno un’occasione il Fulco Giuseppe si reca presso il cantiere della
ditta “Consolidamenti Speciali s.r.l.” in compagnia di un complice, non già a
bordo dell’autovettura Renault Clio64, bensi con un’automobile di colore nero
(FULCO G.: “Ma lui è venuto con me... E che scendevamo tutti e due? ... No! No... gli ho
detto io di aspettare lì... però c’è il fatto che quello l’ha vista la macchina nera... però lì
non ha visto...inc...Come, io sono sceso là con lui...quello non ha visto la macchina e
questa macchina nera non compare da nessuna parte Ah! Pure per dire...”sono una
inc...”... la Clio... se la ricorda... la Clio ...Perché poi, leggendo quella carta ho pensato
“come mai questo fatto?”, perché quello poi si è affacciato, quella volta, per vedere la
prima macchina... invece niente... la macchina sua... la macchina nera niente!” colloquio
in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11);
3. la somma estorta da Fulco Giuseppe alla ditta Consolidamenti speciali srl
costituiva
senza
dubbio
un
provento
illecito
destinato
ad
essere
successivamente redistribuito tra una più vasta cerchia di soggetti (FULCO G.:
Ma io ho pensato “non è che gli rimangono incollati nelle mani!” - FULCO A.: “No, questo
problema non c’era... perché sei stato sempre tu quello al quale rimanevano sempre
incollati nelle mani ! ... Perché... secondo te se li prendevano gli altri non te li davano,
se te li dovevano dare?” – colloquio in carcere del 23.09.2011 RIT n. 1206/11).
4. è evidente il risentimento nutrito dal Fulco e soprattutto dalla madre nei
confronti di “quelli della piazza” (da identificarsi in coloro che agiscono alle
dirette dipendenze di Nasone Francesco, gestore non a casa del bar “La
Genziana” sito nella “piazza” centrale di Scilla65); tale rancore – avvalorato dai
timori dello stesso Fulco di essere stato tradito proprio da colui con il quale si
era
recato
a
bordo
di
un’autovettura
64
nera
presso
il
cantiere
della
Si tratta dell’autovettura Renault Clio, targata CL926ZR, di colore grigio chiaro, intestata a FULCO
Annunziatina (sorella di Fulco Giuseppe). Il predetto modello di automobile ed il relativo colore sono non a
caso corrispondenti al mezzo indicato dal titolare della Consolidamenti speciali srl, D’Agata Giuseppe, come
quello impiegato dal Fulco per raggiungere, in data 26 maggio 2011, il cantiere della citata ditta (“...Ad
integrazione di quanto già denunciato in data odierna, uscito da questi uffici, mentre tornavo presso il
cantiere di Scilla, venivo avvisato telefonicamente dal mio capo operaio SCALIA Franco che poco
prima, la persona che il giorno precedente aveva chiesto di me, si era ripresentato a bordo di una
Renault Clio vecchio tipo di colore grigio chiaro...” - integrazione di denuncia presentata il 26.05.2011
presso la Compagnia CC Villa San Giovanni – v. all. n. 2 citata informativa).
65
“Omissis NASONE G.: Chi altro poi? Non lo ricordo... ne hanno bruciate un’altra o altre due... non lo
ricordo... e Ninuzzo mi ha detto “ vedi...” – ha detto – “ quattro sporchi... comandano quattro
sporchi... e la colpa sai a chi viene addebitata? A noi!” Gli ho detto io “ma....” “Cugina...” – mi ha
detto – “ tutte passate (avvallate, ndr) dalla piazza sono queste, altrimenti nessuno si permetteva di
184
Consolidamenti speciali srl – può essere logicamente giustificato soltanto
muovendo dal presupposto di un diretto coinvolgimento di Nasone Francesco
nella condotta delittuosa da cui è poi scaturito l’arresto del figlio.
Dalla successiva attività di intercettazione della corrispondenza epistolare
intrattenuta dal detenuto Fulco Giuseppe (R.I.T. n. 204/12 DDA) è possibile
trarre i seguenti dati probatori:
1. in data 13 marzo 2012 FULCO Giuseppe riceve una lettera da GAIETTI
Matteo, nella quale quest’ultimo gli riferisce che, per motivi personali e di
salute, da un po’ di tempo non riesce ad incontrarsi con tale “Francesca””66.
GAIETTI Matteo, con l’impiego di un linguaggio volutamente criptico, lo
rassicura dicendo che se l’avesse incontrata le avrebbe parlato lui (“Alla nostra
dolce Francesca quando la vedo me la scopo io, se me la da...”),
ma consiglia al
detenuto Fulco Giuseppe di provvedere comunque anche lui a ricordare spesso
a “Francesca” il loro rapporto (“...ma lei vuole essere scopata da te, quindi
ricordaglielo spesso...”).
…omissis “Carissimo cugino. Inizio questo mio scritto per dirti che a Francesca e figli, sono
quasi due mesi che non riesco a parlare in quanto io sono in una situazione familiare e
personale dove dalla mattina alla sera sono medici, medici e ospedali ospedali, per non
dire il resto, con questo mi fermo qui senno sembra che mi lamento sempre. Come vedo sei
informato che mia moglie aspetta un altro bambino e augurando tutto bene a Maggio viene alla
luce, dandoci forza di andare avanti e superare questi periodi disgraziati che stiamo trascorrendo.
Io stasera devo andare da un legale per vedere se è pronto il tuo intero fascicolo dalla A alla Z, in
quanto tua sorella mia ha detto se riuscivo a fargli fare una copia, cosa che prima non era
possibile in quanto dovevano depositare la sentenza. Del resto che ti posso dire ………… Ti lascio
immaginare a te! Come dici tu nel tuo scritto, alla fine la giustizia trionferà augurandoti, quanto
vuole il tuo cuore che al più presto ritorni nei tuoi cari, iniziando dalla tua piccolina, che hanno
bisogno di te. Alla nostra dolce Francesca quando la vedo me la scopo io, se me la da, ma
lei vuole essere scopata da te, quindi ricordaglielo spesso …Ora ti saluto augurandoti che
per il tuo onomastico sei a casa”….Omissis
Corrispondenza ricevuta dal detenuto FULCO Giuseppe da GAIETTI Matteo, via Cimitero nr.1 Scilla, in
data 13/03/2012 (RIT n. 204/12)
2) in data 19 marzo 2012, seguendo il consiglio di GAIETTI Matteo (che in
sostanza gli scriveva di ricordare anche lui a “Francesca” del loro rapporto),
FULCO Giuseppe invia una lettera proprio a NASONE Francesco, dicendogli
fare una cosa qua...omissis” (stralcio colloquio registrato presso la sala colloqui della Casa Circondariale di
Benevento il 23.09.2011 – RIT n. 1206/11)
66
Come già ampiamente argomentato nell’ambito del capitolo IV, par. 3, del presente provvedimento il
nome “Francesca” è termine scelto da Gaietti Matteo per riferirsi in modo criptico all’indagato Nasone
Francesco.
185
con tono sarcastico di non stare bene (“Carissimo cugino, come stai? Mi auguro
bene, purtroppo non posso dirti lo stesso da parte mia e tu potrai capire il perché
vero?”),
ricordandogli di non trovarsi in villeggiatura (“...qua tutto scorre al solito
ci sei stato quindi sai che non è proprio una villeggiatura...”)
e chiedendo allo stesso
maggiore impegno (“Quindi speriamo che le cose vadano meglio...In futuro ci vuole un
pò di impegno!!”).
Il detenuto conclude la missiva con la seguente frase: “spero
che sia stato chiaro”. Emerge in modo palese che Fulco Giuseppe, con
l’utilizzo di frasi contenenti velate minacce, intende:
a) far presente che non si trova in una bella situazione e che il destinatario
della lettera sa bene il motivo (appare inequivocabile il riferimento al
motivo per cui il Fulco si trova attualmente detenuto);
b) manifestare a Nasone Francesco l’auspicio che le cose vadano meglio;
c) richiedere conseguentemente “un pò di impegno”, cioè un maggiore
coinvolgimento della cosca nel sostegno economico da prestare a lui ed ai suoi
familiari.
…omissis “Carissimo cugino, come stai? Mi auguro bene, purtroppo non posso dirti
lo stesso da parte mia e tu potrai capire il perché vero? Quindi speriamo che le
cose vadano meglio. In futuro ci vuole un pò di impegno!! Del resto cosa dirti qua
tutto scorre al solito ci sei stato quindi sai che non è proprio una villeggiatura
però ci siamo e dobbiamo farcela piacere. Salutami tanto Mimma e spero che sia stato
chiaro. In attesa ti mando un forte abbraccio. Peppe”….Omissis
Corrispondenza inviata dal detenuto FULCO Giuseppe a NASONE Francesco 67, via Roma Scilla in data
19/03/2012 – RIT n. 204/12
3) in data 25 marzo 2012 FULCO Giuseppe risponde alla missiva di GAIETTI
Matteo, esortandolo nuovamente a sollecitare lui “Francesca”, in ragione della
loro vicinanza fisica (“...tu volendo potrai vederla essendo lì...”) ed in quanto
non vuole esporsi troppo scrivendole direttamente, dato che la corrispondenza
potrebbe essere intercettata (“...voglio evitare di scrivergli anche perché la lettera potrebbe
andare in mani sbagliate cioè suo marito, capisci? ”).
Contestualmente FULCO chiede a
GAIETTI Matteo – il quale è perfettamente a conoscenza delle dinamiche
dell’associazione in quanto ne fa parte (“...perché sai che il nostro rapporto era
particolare...“)
di ricordare a “Francesca” che lui si trova nell’attuale situazione di
186
detenzione anche a causa sua (“...il nostro rapporto era particolare e certamente
l’abbiamo voluta in due...”)
e adesso che lui è detenuto “ha bisogno di lei”.
Tale ultima frase scritta da Fulco Giuseppe (“...certamente l’abbiamo voluta in
due...”)
dimostra
chiaramente,
fuor
di
metafora,
il
pieno
e
diretto
coinvolgimento di NASONE Francesco nell’estorsione che ha poi causato
l’arresto in flagranza di FULCO Giuseppe, non potendo la predetta frase
piegarsi a interpretazioni di tipo diverso. La missiva si chiude peraltro con un
messaggio di minaccia che Fulco chiede sia indirizzato a Nasone Francesco:
“mi rivolgo a te se non ricevo sue notizie allora vuol dire che non gli
interesso più!!! In questo caso ne trarrò le conseguenze e faccio la mia
vita”; in sostanza il senso della frase è il seguente: o Nasone Francesco si
interessa economicamente di Fulco Giuseppe e della sua famiglia oppure lo
stesso Fulco ne trarrà le dovute conseguenze, non ultima quella di svelare il
coinvolgimento dello stesso Nasone nella vicenda delittuosa per cui al
momento solo lui è detenuto.
…omissis “Mio carissimo. Spero che questa mia ti trovi bene, lo stesso posso dirti di me al
momento, certo non è che si potrebbe stare meglio però…. Apprendo dalla tua che non ti vedi
con la tipa da un paio di mesi però tu volendo potrai vederla essendo lì, io non posso e voglio
evitare di scrivergli anche perché la lettera potrebbe andare in mani sbagliate cioè suo
marito, capisci? Da parecchio ormai non si fa sentire e questo non va bene perché
sai che il nostro rapporto era particolare e certamente l’abbiamo
voluta in due, ora io che non ci sono ho bisogno di lei se poi lei se ne frega di me
basta dirmelo!!! Io capisco che con il marito sta attraversando un particolare momento
però tu trovala e con parole tue spiega la situazione che dovrebbe
capire da sola non essendo una stupida. Non voglio rubarti altro tempo ti lascio
con i tuoi problemi “purtroppo” però sappi che anche io non scherzo ne ho in abbondanza. Non
voglio essere stressante con te, ma siccome con lei hai confidenza mi rivolgo a te se non
ricevo sue notizie allora vuol dire che non gli interesso più!!! In questo caso ne trarrò le
conseguenze e faccio la mia vita. Adesso non vado oltre ti abbraccio forte con affetto. Tuo
cugino Peppe”….Omissis
Corrispondenza inviata dal detenuto FULCO Giuseppe a GAIETTI Matteo, via Cimitero nr.1 Scilla, in
data 25/03/2012 RIT n. 204/12
In sostanza dall’intercettazione del colloquio in carcere del 23.09.2011 e dalla
successiva captazione della corrispondenza epistolare, nonchè dai riscontri
probatori acquisiti in sede di indagine, emerge un compendio indiziario –
connotato dai requisiti della gravità, precisione e concordanza – in ordine al
reato di cui al capo B) a carico di Nasone Francesco; quest’ultimo è senza
67
NASONE Francesco, nato a Scilla il 29/01/1972 ivi residente in via Roma nr.40.
187
dubbio il soggetto con il quale il Fulco ha pianificato e commesso, con più
azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, l’estorsione ai danni della
ditta Consolidamenti speciali srl ed in particolare:
a) il riferimento di Fulco Giuseppe alla “macchina nera” trova piena conferma
alla luce della circostanza oggettiva che il Nasone ha in uso proprio
un’autovettura di colore nero68;
b) dall’analisi del registro chiamate del telefono sequestrato al Fulco in
occasione dell’arresto in flagranza emergono numerosi contatti telefonici con il
Nasone Francesco; tali contatti sono avvenuti anche nei due giorni precedenti
l’arresto del Fulco (il 30 ed il 31 maggio 2011) e dimostrano pertanto
l’esistenza di un rapporto, oltre che di parentela, di abituale e costante
frequentazione;
c) la seguente frase contenuta nella missiva indirizzata il 25.03.2012 dal
detenuto Fulco Giuseppe a Gaietti Matteo: “perché sai che il nostro
rapporto era particolare e certamente l’abbiamo voluta in due...”,
costituisce una vera e propria chiamata in correità di Nasone Francesco;
infatti nella lettera il Fulco, sfogandosi con Gaietti Matteo, gli ricorda senza
tanti giri di parole che il suo complice è Nasone Franco e che peraltro
quest’ultimo non ha bisogno di ulteriori spiegazioni conoscendo bene la
vicenda da cui è scaturito il suo arresto (“...con parole tue spiega la situazione che
dovrebbe capire da sola non essendo una stupida...”);
d) la missiva inviata in data 19 marzo 2012 da Fulco Giuseppe a Nasone
Francesco contiene infine la riprova del pieno e diretto coinvolgimento di
quest’ultimo nell’episodio delittuoso che ci occupa. Il Fulco – dopo aver
rimarcato al destinatario della lettera la difficile situazione in cui si trova ed il
motivo a lui ben conosciuto della permanenza in carcere (“Carissimo cugino,
come stai? Mi auguro bene, purtroppo non posso dirti lo stesso da parte mia e tu potrai
capire il perché vero? ... ci sei stato quindi sai che non è proprio una villeggiatura però ci
siamo e dobbiamo farcela piacere”)
– chiede a quest’ultimo un adeguato sostegno
economico, utilizzando velate ed inequivocabili minacce (“....Quindi speriamo che
68
Audi A3 di colore nero, targata CY893SL, intestata a NASONE Graziella, nata a Reggio di Calabria il
28.01.1974, residente a Scilla in via Roma n°40 int. 2, sorella di NASONE Francesco.
188
le cose vadano meglio. In futuro ci vuole un pò di impegno!! .... e spero che sia stato
chiaro”);
tale richiesta è senza dubbio il prezzo che Nasone Franco – quale
soggetto di vertice della cosca per di più direttamente coinvolto nella vicenda
estorsione ai danni della ditta Consolidamenti speciali srl – deve pagare anche
quale compensazione del danno morale e patrimoniale patito dal Fulco in
conseguenza dell’arresto.
Quanto infine alle contestate aggravanti, non sussistono dubbi in merito alla
loro configurabilità nel caso che ci occupa. A tal riguardo, per un verso appare
sufficiente un richiamo per relationem alle argomentazioni già svolte in ordine
alla posizione individuale di Nasone Francesco nell’ambito del contestato reato
associativo di cui al capo A); per altro verso, alcuna perplessità può residuare
– come ben motivato dal G.u.p di Reggio Calabria nell’ambito del proc. pen. n.
4398/11 RGNR DDA contro Fulco Giuseppe (v. all. n. 5 citata informativa) – circa la
sussistenza nel caso di specie degli elementi tipici di una condotta criminosa
indubbiamente caratterizzata dal cd. “metodo mafioso” e dal fine di agevolare
direttamente la cosca di ‘ndrangheta operante a Scilla (meglio nota come cosca
Nasone-Gaietti).
Va aggiunto poi che per consolidata giurisprudenza di legittimità la
circostanza aggravante prevista dall'art. 628, comma terzo, n. 3) cod. pen., per
essere la violenza o minaccia posta in essere da persona che fa parte
dell'associazione di tipo mafioso, può senza dubbio concorrere con la
circostanza aggravante prevista dall'art. 7 D.L. n. 152 del 1991 (ex pluribus, Sez.
1, Sentenza n. 43663 del 18/10/2007; Sez. 6, Sentenza n. 15483 del 26/02/2009).
Nel
primo caso infatti è sufficiente l'uso della violenza o minaccia e la provenienza
di questa da soggetto appartenente ad associazione mafiosa, senza necessità
di accertare in concreto le modalità di esercizio della suddetta violenza o
minaccia, né, in particolare, che esse siano attuate utilizzando la forza
intimidatrice derivante dall'appartenenza dell'agente al sodalizio mafioso;
mentre, nel caso della seconda aggravante, pur non essendo necessario che
l'agente appartenga al predetto sodalizio, occorre tuttavia accertare in concreto
che l'attività criminosa sia stata posta in essere con modalità di tipo "mafioso"
ovvero al fine di agevolare un’associazione di tipo mafioso.
189
2) L’estorsione aggravata consumata ai danni della Calme Beton srl
(capo C della rubrica)
Del presente reato risponde il solo Nasone Francesco.
Come illustrato nel capitolo 4, par. 4.3. e 4.4., del presente provvedimento (v.
all. da 13 a 15 citata informativa),
cui si fa integralmente rinvio, in data 1° marzo
2012, alle ore 19.04, viene intercettata all’interno del bar La Genziana di Scilla
una conversazione tra Nasone Francesco e Calabrese Carmelo (R.I.T. n. 319/12).
Dal tenore del dialogo – il cui contenuto non si presta a differenti
interpretazioni – emerge inequivocabilmente che nel corso della mattinata del
1° marzo 2012 (“E' venuto... (incomprensibile)...verso le dodici e mezzo...”) Nasone
Franco ha ricevuto dal legale rappresentante della ditta Calme Beton srl (tale
Speziali Lorenzo) una somma indeterminata (“Quanto?...solo questo mi ha
dato...”),
quale tranche del pagamento complessivo del 3% del valore
dell’appalto che la predetta ditta sta eseguendo nell’ambito dei lavori di
ammodernamento dell’autostrada SA-RC. In particolare è lo stesso Nasone ad
evidenziare al sodale Calabrese Carmelo (non a caso dipendente della stessa
Calme Beton srl) che tale somma – corrispettivo parziale rispetto a quanto
indebitamente ancora dovuto – è la conseguenza di una precedente imbasciata
fatta pervenire al fratello di Speziali Lorenzo (tale Speziali Giuseppe,
amministratore della Calme Beton spa), contenente l’ordine di versare
comunque una tangente non inferiore al 3% del valore appalto (“Mio fratello ora
è
a
Catanzaro...perchè
voleva
parlare
con
te......perchè
io
gli
avevo
mandato
un'imbasciata...per non scendere...per dire...dal 3%...”).
La conferma che si tratti di una tangente imposta dalla cosca di Scilla
all’impresa Calme Beton deriva inoltre da un ulteriore passaggio della suddetta
conversazione ambientale. Nasone Franco rappresenta infatti al proprio
interlocutore il rischio che l’impresa oggetto di discussione (la Calme Beton srl
per l’appunto) abbandoni il cantiere di Scilla, ciò facendo venir meno
improvvisamente un diretto interlocutore e ulteriori proventi illeciti di ingente
rilevanza (“...capisci, Melo? Se se ne vanno questi... non so con chi dobbiamo parlare
più!... Attaccato al silos! Un milione e ottocentomila euro... (incomprensibile)...Che
dobbiamo fare con questo, Melo?”).
A ciò va aggiunto che dalle attività di indagine svolte non è mai emerso alcun
coinvolgimento
di
Nasone
Franco
190
(e/o
di
soggetti
direttamente
o
indirettamente a lui collegati) nella gestione di attività imprenditoriali lecite
connesse alla fornitura di calcestruzzo. Tale elemento conferma ulteriormente
la corretta lettura del contenuto della suddetta conversazione captata.
Appare dunque evidente che, anche atteso il “sistema” di riscossione delle
tangenti imposto dall’ndrangheta nell’ambito dei lavori di ristrutturazione
dell’autostrada A3 SA-RC (v. cap. 4, par. 4.4.), l’importo ingiustamente versato
dalla Calme Beton srl costituisca un provento illecito frutto dell’attività
estorsiva consumata da Nasone Francesco a vantaggio della cosca operante
nel territorio di Scilla e che pertanto sussistono gravi indizi di colpevolezza a
carico di quest’ultimo anche in ordine al reato di cui al capo C).
Quanto poi alle contestate aggravanti, non sussistono dubbi in merito alla loro
configurabilità nel caso di specie, ritenendosi sufficiente un richiamo per
relationem alle argomentazioni già svolte in ordine alla posizione individuale di
Nasone Francesco nell’ambito del contestato reato associativo di cui al capo A).
Apppare poi evidente che la minaccia – indirizzata dal Nasone attraverso la
puntuale imbasciata di non scendere al di sotto del 3% - assuma una veste
tipicamente mafiosa, idonea ad integrare anche l’aggravante del cd. “metodo
mafioso” e che il delitto oggetto della presente contestazione rientri senza
dubbio tra quelli commessi al fine di agevolare la consorteria mafiosa operante
nel territorio di influenza (nella specie quello ricadente nel comune di Scilla e
dintorni).
3) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta Fondazioni
Speciali s.p.a. (capo D della rubrica)
Di questo reato rispondono Nasone Francesco, Calabrese Carmelo, Burzomato
Arturo e Puntorieri Pietro.
§ 1. Premessa
La Fondazioni Speciali s.p.a. è una ditta attualmente impegnata nei
lavori di ammodernamento dell’autostrada A3 SA-RC; in particolare, in data
29.06.2011, la citata ditta ha ottenuto l’assegnazione in sub-appalto dalla
ditta CARCHELLA S.p.A. l’esecuzione di parte dei lavori di consolidamento
191
delle opere “Galleria Artificiale Scilla-Rilevato-Sottovia scatolare-Tombino e
Svincolo di Scilla” per un importo complessivo di 850.000,00 euro. L’inizio
dell’attività della Fondazioni Speciali spa presso lo svincolo di Scilla è stato da
subito caratterizzato da sistematiche azioni di tipo intimidatorio:

in data 22.08.2011 (all. n. 20 citata informativa) veniva denunciato il
danneggiamento di una macchina perforatrice marca “CASAGRANDE”
modello C7-2 matricola nr. C7UZ0135, avvenuto presumibilmente tra il
pomeriggio del 12/08/2011 (giorno in cui il cantiere è stato chiuso per le
ferie estive degli operai) e le ore 07:30 del 22/08/2011 (giorno di riapertura
dello stesso cantiere);

in data 25.08.2011 (all. n. 21 citata informativa) un altro danneggiamento
consistente nell’asportazione dalla sede stradale in cui era installato ed il
successivo getto, lungo la scarpata adiacente il cantiere, di un semaforo
mobile per la regolazione della circolazione stradale;

in data 28.08.2011 un dipendente della ditta, tale ZAPPIA Salvatore69,
denunciava l’effrazione del lunotto posteriore dell’autovettura dallo stesso
utilizzata per motivi di lavoro, noleggiata dalla ditta per cui lavorava e
recante i relativi segni distintivi.
Dalle conseguenti attività di intercettazione compiute sulle utenze in
uso ai rappresentanti della ditta Fondazioni speciali spa (R.I.T. n. 1718/11 – conv.
del 25.08.2011 progr. n. 9 – del 28.08.2011 progr. n. 116 – del 23.09.2011 progr. n. 2116),
è
emerso il clima di terrore scaturito da tali eventi delittuosi, senza che da tale
attività – anche in ragione dell’assenza di collaborazione da parte dell’impresa
vittima dei danneggiamenti – sia provenuto alcun utile spunto investigativo
per l’individuazione dei responsabili.
§ 2. Le successive azioni intimidatorie di tipo estorsivo consumate tra il
3 ed il 9 marzo 2012
Per diversi mesi (da agosto 2011) la ditta Fondazioni speciali spa non
ha denunciato di aver subìto altre azioni intimidatorie fin quando – nel breve
69
ZAPPIA Salvatore, nato a Scilla il 11.08.1987, residente a Bagnara Calabra in via Oberdan n°4, all’epoca
impiegato tecnico amministrativo della ditta “Fondazioni Speciali s.p.a.”,
192
volgere di pochi giorni – si verificano e vengono accertati dalle FF.OO. i
seguenti eventi delittuosi:

la notte tra il 3 ed il 4 marzo 2012 (v. all. n. 27 citata informativa), presso il
cantiere “PARATIA SCILLA” (quello già interessato dalle precedenti
intimidazioni) in cui la suddetta ditta è impegnata in lavori di perforazione
adiacenti alla strada Provinciale per Melia del comune di Scilla, viene
liberato dai freni e dai fermi un compressore marca “INGERSOL”; tale
mezzo, trovandosi in un tratto di strada in discesa, va ad urtare contro uno
spartitraffico in cemento riportando ingenti danni. Su tale compressore
inoltre, viene posizionata una bottiglia di plastica contenente una sostanza
liquida, avvolta da nastro da imballaggio di colore marrone e con una finta
miccia incendiaria realizzata con carta arrotolata. Nello stesso cantiere
inoltre viene danneggiato con un corpo contundente70 – in guisa da rendere
la macchina inutilizzabile – il quadro di comando di una sonda, marca
“COMACCHIO”, modello MC 1200; anche su tale mezzo viene posizionata
una bottiglia di plastica avente le medesime caratteristiche di cui sopra.

la notte tra l’8 ed il 9 marzo 2012 (v. all. n. 29 citata informativa), nel
medesimo cantiere viene ulteriormente danneggiato, sempre mediante un
corpo contundente (v.
nota a piè di pagina n. 70),
il quadro comando ed i tubi
idraulici della sonda già presa di mira alcuni giorni prima. Inoltre, il
semaforo mobile ivi presente, utilizzato per la regolazione della circolazione
stradale, viene gettato nell’adiacente scarpata, come già accaduto in
occasione dell’azione delittuosa commessa il 25.08.2011 ai danni della
medesima ditta.
L’attività di intercettazione ambientale avviata all’interno del bar La Genziana
di Scilla (R.I.T. n. 319/12) ha consentito di ricostruire le suddette azioni
intimidatorie compiute ai danni della ditta Fondazioni speciali spa e di
individuare con certezza i responsabili.
Anche la circostanza dell’utilizzo di un mezzo contundente, con ogni probabilità un martello, per
danneggiare i mezzi in uso alle ditte trova riscontro alla luce delle conversazioni captate all’interno del bar
“La Genziana” di Scilla. In particolare si segnala: a) la conversazione n. 1000 del 3 marzo 2012, ore 19.38 in
cui BURZOMATO Aruro, nel corso della pianificazione del danneggiamento alla ditta Fondazioni speciali srl
e parlando con Nasone Francesco e Puntorieri Pietro, afferma: “... Pietro... Con un martello andiamo…”;
b) la conversazione n. 1001 del 3 marzo 2012, ore 19.53 in cui BURZOMATO Aruro, ricordando un’azione
delittuosa commessa in precedenza insieme al Puntorieri, afferma: “Pietro, ma hai tutto quanto"..."Si, ho tutto
quanto!" "Pietro?" Mannaia la madosca... meno male che ce l'avevo nascosto dentro una cosa... gli ho detto:
"Vai a prendere il martello, se no…”.
70
193
Infatti la mattina del 3 marzo 2012, alle ore 13.53, viene registrata
una prima conversazione tra BURZOMATO Arturo, PUNTORIERI Pietro e
LIBRO Francesco, all’interno del bar “La Genziana”, in cui gli stessi
commentano la presenza di alcuni mezzi d’opera su un cantiere e l’opportunità
di fermarsi con la macchina sull’autostrada adiacente.
Alle successive ore 19.08 e ss., come già ampiamente esposto ed
argomentato in occasione dell’analisi delle singole conversazioni (cui si fa
espresso rinvio – v. cap. 4, par. 4.5.3),
viene captato un lungo dialogo tra NASONE
Francesco, BURZOMATO Arturo, PUNTORIERI Pietro e CALABRESE Carmelo;
i predetti soggetti – facendo esplicito riferimento ad alcuni mezzi meccanici (un
compressore; un escavatorino etc) – pianificano nei minimi particolari
un’azione delittuosa di natura estorsiva da compiere in un cantiere nei pressi
dell’autostrada, le cui caratteristiche coincidono esattamente con quello
Paratia Scilla in uso alla ditta Fondazioni speciali spa ( v. nota a piè di pagina n.
47).
Giova peraltro evidenziare che il cantiere Paratia Scilla è stato l’unico in
cui, nella notte tra il 3 ed il 4 marzo 2012, sono state commesse azioni
intimidatorie di matrice evidentemente mafiosa.
La mattina del 4 marzo 2012, alle ore 6.08 e ss. (cioè appena poche
ore dopo l’intimidazione consumata ai danni della ditta Fondazioni speciali
spa) è lo stesso Puntorieri a raccontare a Libro Francesco di aver posizionato
come sempre le bottiglie unitamente a Burzomato Arturo (LIBRO: Ma gliele avete
lasciate... sì? PUNTORIERI:-“... sì, sempre... quello sempre no?)71,
ma di non essere
riusciti a far precipitare il mezzo nell’adiacente scarpata (“Però se fosse caduto lì
sotto mi sarei divertito di più io!”)72.
Appare poi evidente che il danneggiamento consumato la notte tra l’8
ed il 9 marzo 2012 nel medesimo cantiere costituisca la mera concretizzazione
di quanto già ipotizzato da Nasone Francesco e dagli altri sodali (Burzomato,
Puntorieri e Calabrese) in occasione della conversazione registrata il 3 marzo
2012 (R.I.T. n. 319/12 – conv. ore 19.53 e 20.08) ed anche tale azione intimidatoria
con finalità estorsive – come d’altronde le precedenti dell’agosto 2011 – debba
71
In occasione del sopralluogo effettuato dai Carabinieri della Stazione di Scilla la mattina del 4 marzo 2012
presso il cantiere Paratia Scilla della ditta Fondazioni speciali spa sono state rinvenute due finte bottiglie
incendiarie.
72
In occasione del predetto sopralluogo il compressore della Fondazioni Speciali spa, già oggetto di
discussione nel corso della conversazione tra presenti del 3 marzo 2012, è stato rinvenuto - dopo essere
scivolato lungo la strada in discesa - appoggiato ad uno spartitraffico e non già nell’adiacente scarpata.
194
pertanto essere loro addebitata; in particolare erano stati proprio Puntorieri e
Burzomato ad evidenziare che - qualora il titolari della ditta presa di mira non
avesse recepito il messaggio (ossia quello di cercarli per mettersi “in regola”) –
l’unica soluzione sarebbe stata quella di tornare sul cantiere e reiterare in
modo più efficace l’intimidazione. Pertanto, solo in tal modo può essere letta
l’azione delittuosa compiuta ai danni della medesima ditta e sul medesimo
cantiere a pochi giorni di distanza dalla precedente.
BURZOMATO A.:-...ascolta: per forza danni gli devi fare?
PUNTORIERI P.:- Uh?
BURZOMATO A.:-Per forza danni gli devi fare? E se gli mettiamo solo le bottiglie
e basta?
Si sente Franco NASONE nel bar.--///
PUNTORIERI P.:- ...le altre... gliele incartiamo…
BURZOMATO A.:-...e se gliele incartiamo, gli mettiamo… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:- E se non vengono?
BURZOMATO A.:-Uhm?
PUNTORIERI P.:- E se non vengono?
BURZOMATO A.:-E se non vengono glieli bruciamo...
PUNTORIERI P.: -Sì... e vai tu la prossima volta (in senso ironico)…
PUNTORIERI P.:-
Io voglio almeno che andiamo al fine di farli venire… non che
io vado e loro che quello dice: "ragazzini di due anni che
vanno"... ah… (incomprensibile)... che sia andato qualcuno a fare,
per dire… (incomprensibile)... ore...
NASONE F.:...lì uno è... una volta sola si fa… (incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-…(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:- Un lavoro bello... in maniera da scendere… (incomprensibile)…
Nessun dubbio sussiste infine in ordine alla configurabilità giuridica nel caso
di specie del delitto di tentata estorsione ai danni della ditta Fondazioni
Speciali, aggravato ai sensi dell’art. 628, co. 3, n. 3 c.p., nonchè ai sensi
dell’art. 7 della legge n. 203/9173.
Si tratta invero di ostinate, reiterate e sistematiche azioni delittuose commesse
con violenza alle cose (v. i danneggiamenti anche seguiti da incendio) e minaccia (v. il
posizionamento delle finte bottiglie incendiarie),
idonee ad intimidire e coartare la
volontà della persona offesa (la Fondazioni speciali spa), in guisa da
costringerla – come peraltro espressamente auspicato dal Puntorieri e dal
Burzomato nel corso della conversazione captata il 3 marzo 2012 – a “regolare
Per consolidata giurisprudenza di legittimità: “La circostanza aggravante di cui all'art. 7 del D.L. 13
maggio 1991 n. 152, convertito dalla L. 12 luglio 1991 n. 203 è applicabile anche al reato tentato,
non ostandovi alcuna ragione testuale nè sistematica” (Sez. 1, Sentenza n. 43663 del 18/10/2007;
cfr., tr le altre, anche, Sez. 1, Sentenza n. 43037 del 16/10/2008).
73
195
i conti” con la cosca mafiosa Nasone-Gaietti operante a Scilla e nei territori
limitrofi; condotta criminosa quest’ultima ovviamente finalizzata con “metodo
mafioso” a tentare di acquisire i proventi illeciti necessari ad agevolare l’attività
dell’associazione, compreso il sostegno economico ai familiari dei sodali
detenuti (v. vicenda relativa alle periodiche dazioni di denaro in favore del detenuto Fulco
Giuseppe)
ed agli altri componenti della consorteria.
Infine non può sottacersi che, in modo assolutamente anomalo, il periodo nel
quale la ditta Fondazioni speciali spa non ha subìto alcuna azione
intimidatoria è stato quello coincidente con la stipula di una convenzione con
il bar “La Genziana” di Scilla.
Infatti
nel
settembre
2011
(pochi
giorni
dopo
la
prima
ondata
di
danneggiamenti) la predetta ditta conclude con l’esercizio commerciale gestito
da Nasone Franco un accordo finalizzato alla consumazione della colazione da
parte degli operai impegnati nel cantiere Paratia Scilla74.
Della predetta convenzione e della successiva interruzione del rapporto
contrattuale con il bar “La Genziana” di Scilla si ha contezza anche attraverso
l’ascolto di alcune conversazioni intercettate sull’utenza in uso Musumeci
Concetto, direttore del cantiere della Fondazioni speciali spa (R.I.T. n. 1718/11 - conv.
con Rannone Giuseppina del 12.01.2012, ore 8.00 progr. n. 2116 – conv. con Nasone Francesco del 03.2.2012,
ore 11.37 progr. n. 9152).
In particolare emerge inequivocabilmente il “garbo”
suggerito dal Musumeci alla Rannone in vista dell’incontro di quest’ultima con
Nasone Francesco75, nonchè il tono deciso del Nasone nel richiedere il saldo
delle fatture (poi avvenuto effettivamente l’11 febbraio 2012 –
74
v. fatture in atti),
il
S.I.T. rese in data 22.03.2012 da Rannone Giuseppina, impiegata tecnica della ditta Fondazioni Speciali
spa (omissis A.D.R.: “Logisticamente, per gli operai utilizziamo il campo base di Santa Trada, dove gli stessi
dormono e mangiano. Per un periodo di tempo, compreso tra Settembre 2011 e Dicembre 2011, poiché
gli operai partivano dal campo base quando la mensa era ancora chiusa, abbiamo stipulato una
sorta di convenzione con il bar “La Genziana” di Scilla, per permettere ai nostri dipendenti di
consumare lì la colazione.”--//
A.D.R.: “Le fatture si aggiravano su un importo di circa 300/400 euro che venivano regolarmente
fatturate e liquidate con bonifico della sede di Parma. La convenzione dovrebbe essere stata stipulata
per il tramite del collega che ha svolto il mio ruolo prima di me, tale Zappia, che al momento non lavora più con
noi perché si è rimesso a studiare. Si dà atto che la signora RANNONE Giuseppina, esibisce copia delle fatture
rilasciate dal bar “La Genziana” e spontaneamente le consegna agli scriventi”.
75
Conv. con Rannone Giuseppina del 12.01.2012, ore 8.00 progr. n. 2116 (RANNONE G.:-Dico, io sto
andando alla Genziana se mi dice qualcosa che non sta venendo più nessuno gli devo rispondere in
qualche maniera? MUSUMECI C.:-Beh, il prezzo quello lì abbiamo trovano, ce ne andiamo in mensa
chiaramente che ci fa meno! RANNONE G.:-Gli dico che fino a quando non ci dicono che non ci
accordiamo è inutile che continuiamo con quel prezzo lì… MUSUMECI C.:- Va bene proprio così non
credo che sia il caso di dirglielo…omissis RANNONE G.:-Gli dico che vado in mensa MUSUMECI C.:Diciamo che visto...visto che non riusciamo ad abbassare il prezzo non riusciamo...insomma non è
che uno gli da colpa, non riusciamo ad abbassare il prezzo e ci stiamo appoggiando alla mensa.
RANNONE G.:-Va bene, ok).
196
tutto preceduto da una frase rivolta ad un terzo n.m.i. prima dell’inizio della
conversazione telefonica: “Questi non ci vengono più”.
A riprova del coinvolgimento di Nasone Francesco, appare evidente che
l’interruzione della convenzione con il bar “La Genziana” con il successivo
saldo delle fatture (che ha fruttato all’esercizio commerciale gestito dal Nasone
oltre 1.700,00 euro in appena 4 mesi) e la ripresa delle intimidazioni alla ditta
Fondazioni speciali spa (in data 3 marzo 2012) non possono essere considerate
mere coincidenze temporali. Esse segnano al contrario una precisa strategia
criminale
impiegata
dalla
cosca
di
Scilla
per
imporre
con
la
forza
dell’intimidazione la propria presenza.
Nel caso di specie l’interruzione per volontà della ditta Fondazioni speciali spa
del rapporto contrattuale con il bar “La Genziana” (e pertanto con Nasone
Franco) costituisce motivo sufficiente per spingere il Nasone ad ordinare la
ripresa di una nuova ondata di azioni intimidatorie; l’obiettivo prefissato è
quello di ottenere con la violenza e minaccia, nonchè con la forza
dell’intimazione, il denaro che fino a pochi giorni prima (e per circa 4 mesi) la
cosca aveva ottenuto per il tramite di una lecita relazione di tipo negoziale.
4) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta Compagnia
Portuale T. Gullì srl (capo E della rubrica)
Di questo reato rispondono Nasone Francesco, Burzomato Arturo e Puntorieri
Pietro.
Anche la condotta delittuosa contestata nel capo di imputazione in esame si
inserisce nella più ampia strategia criminale messa in atto dalla cosca mafiosa
di Scilla per estorcere ingiustamente somme di denaro ad una ditta
impegnata, seppure per un brevissimo arco temporale, nei lavori di
ammodernamento dell’autostrada SA-RC (v. all. n. 26 citata informativa).
I gravi indizi di colpevolezza a carico di Nasone Francesco, Puntorieri Pietro e
Burzomato Arturo sono desumibili dai seguenti elementi:
a) dalle modalità con cui è stata compiuta l’azione intimidatoria (utilizzo di un
corpo contundente – con ogni probabilità un martello (v. nota a piè di pagina n. 70) –
per danneggiare il mezzo meccanico e posizionamento di una finta bottiglia
197
incendiaria identica a quella rinvenuta, ad esempio, presso il cantiere della
ditta Fondazioni speciali spa), in ogni particolare corrispondenti a quelle
impiegate in occasione delle indimidazioni nei confronti della predetta ditta;
b) dalla conversazione tra presenti intercettata il 29.02.2012, alle ore 8.49 (il
giorno prima dell’azione intimidatoria compiuta presso il cantiere della ditta
Mosconi) all’interno del bar “La Genziana” di Scilla. In particolare NASONE
Francesco
invita
PUNTORIERI
Pietro
(che
dovrà
andare
insieme
a
BURZOMATO Arturo – “vedi che viene anche coso...Arturo…... Arturo...viene
Arturo…”)
a fare “una passeggiata” (rectius: un sopralluogo) in un posto al
quale si arriva attraverso una strada adiacente alla fabbrica di serramenti
“CO.FE.AL.” (“...la strada lì sotto dove c'è la CO.FE.AL… (incomprensibile)... per quella
strada... esce là....”)76.
---Omissis---
NASONE F.:PUNTORIERI
NASONE F.:PUNTORIERI
NASONE F.:PUNTORIERI
NASONE F.:PUNTORIERI
NASONE F.:-
... vedi che viene anche coso... Arturo…
P.:-…Chi?
... Arturo...viene Arturo…
P.:-…(incomprensibile)...
No... la strada... c'è la strada... che esce proprio qui sotto dov'è...
P.:-... prima di... (incomprensibile)... sotto...
…(incomprensibile)...
P.:-…(incomprensibile)...
…(incomprensibile)... la strada lì sotto dove c'è la CO.FE.AL…
(incomprensibile)... per quella strada... esce là...
PUNTORIERI P.:-...(incomprensibile)... cazzo… (incomprensibile)…
NASONE F.:...vi fate un giro..(incomprensibile)... tutte e due...una passeggiata…
(incomprensibile)…
PUNTORIERI P.:-…(incomprensibile)…
---Omissis--(Conversazione n°652 del 29.02.2012 alle ore 08:49, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
c) dalla conversazione registrata alle ore 13 e 55 del 2 marzo 2012 (la
mattina successiva ad un atto di intimidazione denunciato dalla ditta “T.
GULLI”, avvenuto in c.da Oliveto di Scilla77) all’interno del “bar La Genziana”
laddove PUNTORIERI Pietro e BURZOMATO Arturo, conversando con NASONE
Francesco e LIBRO Francesco, discutono sulla corretta identificazione di un
mezzo meccanico. Comparando l’automezzo danneggiato di proprietà della
ditta “T.Gullì” (una gru montata su un camion con ruote gommate) e quanto
Nasone Francesco si sta riferendo senza dubbio all’unica strada esistente che costeggia la fabbrica di
serramenti “CO.FE.AL.” sita in Scilla; tale strada conduce esclusivamente al cantiere della ditta MOSCONI
in cui si trovava l’autogru di proprietà della Compagnia Portuale T. Gullì srl oggetto di danneggiamento;
77
Tra le ore 17:00 del 1° marzo 2012 e le ore 08:00 del 2 marzo 2012, ignoti si introducevano all’interno del
cantiere della ditta “MOSCONI” sito in contrada Oliveto di Scilla e danneggiavano i vetri di protezione di una
autogru da cantiere della ditta “T. GULLI”, posizionando sulla stessa autogru una bottiglia di plastica
avvolta da nastro da imballaggio di colore marrone con finta miccia, contenente liquido non meglio
classificato. Il descritto atto intimidatorio è l’unico commesso nella notte tra il 1° ed il 2 marzo 2012.
76
198
emerge dall’analisi della predetta conversazione, non vi sono margini di dubbio
sul fatto che i suddetti interlocutori si stiano riferendo proprio alla citata
autogru.
RAGAZZO:BURZOMATO A.:RAGAZZO:LIBRO F.:BURZOMATO A.:PUNTORIERI P.:RAGAZZO:PUNTORIERI P.:RAGAZZO: ride.:LIBRO F.:PUNTORIERI P.:BURZOMATO A.:-
...(incomprensibile)... sto' camion...
Ma che cazzo sei, handicappato? quale camion?
...quale camion...
...(incomprensibile)...
...(incomprensibile)...
... camion è... il camion è sulla gru...
...(incomprensibile)... è tutta la gru...
...il camion era con la gru... ha le ruote...
... le ruote tengono...
..(incomprensibile)...
...un camion era d'avanti, c'era la cabina d'avanti...
... e quella la gru era... che la abbassano e camminano e la guidano...
quello era tutto un mezzo... una gru era...
RAGAZZO:...no…
PUNTORIERI P.:... no... un camion era...
BURZOMATO A. ride.---//
PUNTORIERI P.:...un camion era... non è un camion quello? Che ne so?...
(incomprensibile)...
RAGAZZO:…(ride, n.d.r.)... (incomprensibile)... aveva un palo e lungo…
(incomprensibile)… passare… (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:…(incomprensibile)... mi sembrava fosse un camion attaccato con...
(incomprensibile)...
(Conversazione n°880 del 02.03.2012 alle ore 13:55, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12)
d) in data 3 marzo 2012, alle ore 20 e 08, sempre all’interno del predetto bar
è lo stesso PUNTORIERI Pietro a far presente a NASONE Francesco che,
nonostante quanto fatto qualche giorno prima “sopra alla CO.FE.AL…alla
gru…”, proprio in quel posto hanno continuato a lavorare. NASONE Francesco
risponde però che la ditta cui si riferisce PUNTORIERI in realtà se ne è già
andata liberando il cantiere (“…se ne sono andati questi qua...”)78.
Il duplice richiamo alla “CO.FE.AL.” ed alla “gru” conferma inequivocabilmente
che il Puntorieri si sta riferendo al danneggiamento compiuto qualche giorno
prima (“...l'altro giorno?... lui sta parlando dell'altro giorno...”) sul citato mezzo della
ditta “T. GULLI”, impresa anch’essa impegnata nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada.
PUNTORIERI P.:NASONE F.:-
Allora...
...(incomprensibile)... nella strada...
Come già programmato la ditta Compagnia Portuale di T. Gullì srl ha effettivamente abbandonato il
cantiere della ditta Mosconi il giorno successivo a quello del danneggiamento (v. CNR Stazione CC Scilla del
3.03.2012);
78
199
PUNTORIERI P.:-
...sono dovuto andare (incomprensibile)... ne… (incomprensibile)…
problemi?...
(incomprensibile)...
quelli
che
lavoravano…
(incomprensibile)... sopra la CO.FE.AL.?...nella gru?
NASONE F.:Eh?... (incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:...pensa che... quelli che lavoravano… (incomprensibile)...
NASONE F.:...(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:Sei andato… (incomprensibile)...?
NASONE F.:…(incomprensibile)...
BURZOMATO A.:-...ora?
NASONE F.:...l'altro giorno?
BURZOMATO A.:-Ecco...
NASONE F.:...oggi... lui sta parlando dell'altro giorno...
BURZOMATO A.:Quindi tu dell'altro giorno stai parlando?
PUNTORIERI P.:...io, le cose che abbiamo fatto... non parlo delle cose che non
facciamo...è normale che lavorino, se noi non facciamo nulla noi...
NASONE F.:…se ne sono andati questi qua...
(Conversazione n°1002 del 03.03.2012 alle ore 20:08, registrata all’interno del bar “La Genziana”, gestito da
NASONE Franco, R.I.T. n°319/12).
5) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta General
Smontaggi srl (capo F della rubrica)
Di questo reato rispondono Nasone Francesco, Burzomato Arturo e Puntorieri
Pietro.
L’azione intimidatoria oggetto del presente capo di imputazione si colloca –
come le altre – nel solco del modus operandi criminoso sopra descritto. I
danneggiamenti
e
le
minacce
alle
imprese
impegnate
nei
lavori
di
ristrutturazione dell’autostrada SA-RC costituiscono infatti l’attuazione di un
piano ben preciso, finalizzato a costringere con “metodo mafioso” tutti i
soggetti economici operanti a Scilla (nella specie la ditta General Smontaggi
srl) a pagare il “pizzo”, in modo da contribuire allo sviluppo della cosca
mafiosa egemone nel territorio (v. all. n. 19 citata informativa).
Nel caso di specie i gravi indizi di colpevolezza a carico di Nasone Francesco,
Puntorieri Pietro e Burzomato Arturo sono desumibili dai seguenti elementi:
a) dalle modalità con cui è stata compiuta l’azione criminosa (utilizzo di un
corpo contundente – con ogni probabilità un martello (v. nota a piè di pagina n. 70) –
per danneggiare i mezzi meccanici e posizionamento di finte bottiglie
incendiarie aventi caratteristiche identiche a quelle rinvenute presso il cantiere
della ditta Fondazioni speciali srl (v. capo di imputazione D) ovvero presso quello
della ditta Mosconi srl (v. capo di imputazione E)), perfettamente conformi a
200
quelle impiegate in occasione delle indimidazioni nei confronti della ditta
Fondazioni Speciali spa e della Compagnia Portuale di T. Gullì srl;
b) dal luogo in cui è stato compiuta la tentata estorsione (nei pressi dello
svincolo autostradale di Scilla), ricadente – come negli altri casi – nell’ambito
territoriale di competenza della cosca Nasone-Gaietti;
c) dal contenuto delle conversazioni intercettate all’interno del bar “La
Genziana”, nel corso delle quali gli indagati Puntorieri e Burzomato si
“vantano” ripetutamente con gli altri sodali (tra cui Nasone Franco, Calabrese
Carmelo e Libro Francesco) non solo di conoscere alla perfezione tutti i cantieri
presenti sull’autostrada SA-RC79, ma anche di aver già compiuto in passato
azioni di tipo intimidatorio utilizzando un corpo contendente (nella specie un
“martello”) e collocando sui mezzi finte bottiglie incendiarie80.
Va da sè che tali univoci elementi consentono di sostenere con tranquillante
certezza la riconducibilità ai suddetti indagati dell’azione delittuosa commessa
ai danni della General Smontaggi srl.
6) La tentata estorsione aggravata ai danni della ditta A.B.S. ING srl
(capo G della rubrica)
79
RIT n. 319/12:
- Conversazione n°1000 del 03.03.2012 alle ore 19:38 (PUNTORIERI P.:-“Lo so!... (incomprensibile)... lo
so... che sono... allora... Melo...tutte queste zone qui... una la notte me le facevo… (incomprensibile)...
una alla notte... e ho conosciuto tutti i cantieri... tutti...” CALABRESE C.:-...e ..(incomprensibile)... fare
la notte? PUNTORIERI P.:-“...mi guardavo tutti i cantieri... tutti... dalla A alla Z... e... so tutti come
vanno: Santa Trada... là sotto a... (incomprensibile)... quello là...quel grande coso che c'è
sull'Autogrill... che mi mettevo ("azziccavo") lì dentro con la macchina... andando da sopra a sotto...
Non si muoveva una foglia...”;
80
RIT n. 319/12
- Conversazione n. 998 e 999 del 3.03.2012 ore 19,08 (BURZOMATO A.:-Ma perchè noi...dovremmo
fuggire? Non siamo fuggiti là...nel centro dell'autostrada e dobbiamo fuggire qua? omissis NASONE
F.:-Uno deve guardare prima la via di fuga! BURZOMATO A.:-Sì! NASONE F.:- Uno devi pensare il
male, non deve pensare il bene! Se uno può riuscire... E tu pure sei lì... il coso va bene... lo hai fatto
100 volte... va bene... arrivi lì, nel fatto... eh... cic (imiti il rumore di una pistola che si inceppa o di
un accendino che fa solo la scintilla, n.d.r.) cic... e sei rimasto come a quello... se non provvedi ad
averne qualcun'altra... Allora? PUNTORIERI P.:-Mannaia la Madonna... mannaia! NASONE F.:-Sei
rimasto come un coglione là? Ti ricordi? Omissis
- Conversazione n°1000 del 03.03.2012 alle ore 19:38 (BURZOMATO A.:-Benzina hai fatto al motorino?...
se no... scusa... se si lasciano… (incomprensibile)… bottiglie... al solito... senza che gli tocchiamo nulla... ah?
- Conversazione n°1042 del 04.03.2012 alle ore 06:08 (LIBRO:-Ma gliele avete lasciate... sì?
PUNTORIERI:-... sì, sempre... quello sempre no? Però se fosse caduto lì sotto mi sarei divertito di più io!
- Conversazione n. 1000 del 3 marzo 2012, ore 19.38 in cui BURZOMATO Aruro, nel corso della
pianificazione del danneggiamento alla ditta Fondazioni speciali srl e parlando con Nasone Francesco e
Puntorieri Pietro, afferma: “... Pietro... Con un martello andiamo…”;
- Conversazione n. 1001 del 3 marzo 2012, ore 19.53 in cui BURZOMATO Aruro, ricordando un’azione
delittuosa commessa in precedenza insieme al Puntorieri, afferma: “Pietro, ma hai tutto quanto"..."Si, ho tutto
quanto!" "Pietro?" Mannaia la madosca... meno male che ce l'avevo nascosto dentro una cosa... gli ho detto:
"Vai a prendere il martello, se no…”.
201
Di questo reato rispondono Nasone Francesco, Burzomato Arturo e Puntorieri
Pietro.
Le argomentazioni sopra ampiamente sviluppate con riferimento alla ditta
General Smontaggi srl (capo F della rubrica) valgono a maggior ragione per la
A.B.S. ING srl, dovendo le stesse essere qui integralmente richiamate (v. all. n.
25 e 28 citata informativa).
Quest’ultima ditta – impegnata quale soggetto sub-appaltante della Impresa
Carchella spa (come la Fondazioni speciali spa) nei lavori di ammodernamento
dell’autostrada SA-RC – è stata fatta oggetto di reiterate intimidazioni con
modalità del tutto identiche a quelle pianificate in altre occasioni da Nasone
Franco, poi compiute materialmente dai “fedeli” sodali Puntorieri e Burzomato.
In particolare:
a) l’utilizzo di un corpo contundente per danneggiare alcuni mezzi meccanici
presenti nel cantiere;
b) l’impiego delle “solite” bottiglie di plastica con finta miccia incendiaria;
c) lo iato temporale tra la prima ondata di danneggiamenti (19-20 febbraio
2012) e l’ulteriore tornata di azioni violente (6 e 7 marzo 2012).
Alla luce degli elementi appena elencati non possono esservi dubbi circa la
riconducilità dell’azione estorsiva in questione ai predetti indagati.
7) La tentata estorsione aggravata ai danni di Callore Rocco (capo
H della rubrica)
Di questo reato rispondono Nasone Francesco, Burzomato Arturo e Puntorieri
Pietro.
Quanto infine alla condotta di tentata estorsione ai danni di Callore Rocco,
appare opportuno richiamare integralmente le argomentazione esposte in
modo analitico nell’ambito del capitolo IV, par. 5, del presente provvedimento
di fermo (v. all. da 32 a 37 citata informativa); il contenuto inequivocabile delle
conversazioni intercettate all’interno del bar “La Genziana” (RIT n. 319/12),
unitamente ai riscontri documentali acquisiti presso il comune di Scilla, non
202
lasciano infatti spazio a dubbi in merito alla riconducibilità dell’azione
delittuosa in questione a Nasone Francesco, nonchè a Burzomato Arturo e
Puntorieri Pietro.
A tal riguardo risulta chiaro da un lato il movente del danneggiamento seguito
dall’incendio dell’autofurgone (cioè l’espresso rifiuto di Callore Rocco –
nonostante la pressione esercitata da Nasone Franco – di ritirare la pratica
presentata a nome della figlia Callore Anna per ottenere il rilascio di una
concessione demaniale marittima a carattere stagionale nella zona del porto di
Scilla denominata “la piazzetta”) e dall’altro lato la finalità dell’azione
intimidatoria (costringere Callore Rocco a ritirare la predetta pratica in
conflitto con analoga istanza presentata dalla compagna di Nasone Franco e
comunque
impedire
allo
stesso
Callore
l’esercizio
dell’attività
di
somministrazione di bevande ed alimenti nella zona del porto denominata
“parcheggio lato ovest”). Più di ogni altra argomentazione assumono un
significato inequivocabile le seguenti parole rivolte da Nasone Franco a Callore
Salvatore (figlio di Callore Rocco che dal Nasone si è recato per risolvere la
“situazione” del padre): “l'importante che i miei piedi non vengano
pestati...l’importante è che nessuno, in questo cazzo di paese di merda,
mi deve pestare i piedi!” Hai capito?” (Conversazione n°381 del 26.02.2012 alle ore
13:48, registrata all’interno del bar “La Genziana” - R.I.T. n°319/12).
Le predette parole,
oltre che a delineare la personalità criminale di Nasone Franco, dimostrano la
forza intimidatoria che quest’ultimo è in grado di esercitare su chiunque tenti
di contrastarlo e costituiscono, tra le altre circostanze, il segno inequivocabile
della sua appartenenza alla cosca mafiosa operante a Scilla.
Nessun dubbio sussiste infine in ordine alla configurabilità giuridica nel caso
di specie delle aggravanti contestate.
203
CAPITOLO VII
IL PERICOLO DI FUGA
E LE ESIGENZE CAUTELARI
§ 1. Premessa
Il quadro delle risultanze investigative, sopra dettagliatamente esposte,
consente di ritenere integrati nei confronti di NASONE Virgilio Giuseppe,
NASONE Francesco, NASONE Domenico (cl. 69), NASONE Rocco, GAIETTI
Matteo, BURZOMATO Arturo, PUNTORIERI Pietro, NASONE Domenico (cl. 83),
NASONE Antonino, LIBRO Francesco, FULCO Annunziatina e CALABRESE
Carmelo, quei gravi indizi di colpevolezza richiesti dall’art. 384 c.p.p. perché si
possa procedere al fermo di indiziato di delitto.
§ 2. Il pericolo di fuga
Deve altresì evidenziarsi che nel corso delle indagini sono emersi elementi tali
da ritenere sussistente il fondato pericolo di fuga.
Il pericolo di fuga degli indagati si ricava da tutta una serie di circostanze:
a) in primo luogo esso emerge in modo palese dal tenore delle conversazioni
telefoniche intercorse durante un vasto controllo predisposto il 13 gennaio
2012 dalla Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni nel territorio di Scilla,
con conseguente presenza di numerose pattuglie nel predetto centro abitato.
Tale dispiegamento di forze ha creato forte allarme tra i componenti della
cosca ed ha indotto i fratelli NASONE Domenico cl. 69 e Rocco cl. 74 ad
allontanarsi immediatamente dal proprio domicilio ed a nascondersi in luoghi
già prestabiliti presso soggetti compiacenti (“Vattene dai “Facile”!”); tale condotta
non trova alcuna ragionevole giustificazione se non considerando il timore dei
fratelli Nasone di essere destinatari di misure restrittive della libertà
personale.
In particolare:

alle ore 09:09 del 13.01.2012 NASONE Domenico intima al fratello Rocco di
scappare dal posto in cui si trova.
NASONE R.:NASONE D.:NASONE R.:-
Ohu!
Scappa via da lì!
Si.
204
(Conversazione del 13.01.2012 alle ore 09:09, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°2361, R.I.T. n°2136/11 e sull’utenza nr.
3291836876 in uso a NASONE Rocco, al progressivo n°2736, R.I.T. n°2280/11)

alle successive ore 09:13 NASONE Domenico suggerisce al fratello Rocco di
andarsene dai “Facile” (alias dei fratelli imprenditori PIRROTTA Domenico
ed Antonino).
NASONE D.:- Vattene, ...mi senti?
NASONE R.:- Si, si ..incomprensibile...
NASONE D.:- Vattene dai “Facile”!
NASONE R.:- Ciao!
(Conversazione del 13.01.2012 alle ore 09:13, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°2363, R.I.T. n°2136/11 e sull’utenza nr.
3291836876 in uso a NASONE Rocco, al progressivo n°2737, R.I.T. n°2280/11)

alle ore 09:16 del 13.01.2012 NASONE Domenico chiede alla suocera
PIRROTTA Domenica Giuseppa81 quante pattuglie ci siano in giro. La
donna gli dice di averne viste tre e NASONE Domenico le chiede di
controllare meglio.
PIRROTTA D.:NASONE D.:PIRROTTA D.:NASONE D.:PIRROTTA D.:NASONE D.:PIRROTTA D.:NASONE D.:PIRROTTA D.:-
Pronto!-------///
Suocero? -------///
Ohu Mimmo! Che c'è? -------///
Ma che siete a casa? -------///
Si, perché? -------///
Li sono scesi, guardate fuori? -------///
Si, si tre pattuglie! -------///
Li sotto sono scesi, da noi? -------///
Io ero che stavo lavando il corridoio e li ho visti scendere per sotto e
adesso non lo so. -------///
NASONE D.:Affacciatevi un attimo, affacciatevi! -------///
PIRROTTA D.:- Ma tu dove sei? -------///
NASONE D.:Qui sotto mi trovo. -------///
PIRROTTA D.:- E che mi.... mi state togliendo davanti a me! Mimmo io da qui non vedo con
gli alberi, non vedo nulla! -------///
NASONE D.:Salite sopra. -------///
PIRROTTA D.:- Ci sta il camion di DE LORENZO.-------///
NASONE D.:Salite un attimo sopra. -------///
PIRROTTA D.:- Aspetta un attimo, sta salendo Nuccio e gli chiedo a lui. "ma dove sono
andati, sono andati verso lì, sono scesi fino a lì, quattro lì ho visti, era
che stavo lavando ... no ...no....?" -------///
NASONE D.:Siccome ne sono salite "na murra" di macchine! -------///
PIRROTTA D.:- Eh! -------///
NASONE D.:Va bene chiudete va! -------///
PIRROTTA D.:- Mimmo, viene verso qui .. non so .... non posso ..... non parlo dai! ------///
NASONE D.:Ciao. -------///
(Conversazione del 13.01.2012 alle ore 09:16, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°2365, R.I.T. n°2136/11)
81
PIRROTTA Domenica Giuseppa, nata a Scilla il 12.08.1951, ivi residente in via Ieracari n°16
int.2.
205

alle ore 09:24 NASONE Domenico chiama il suocero BELLANTONI
Francesco82 per chiedergli se abbia visto pattuglie delle forze dell’ordine. Il
suocero gli dice di non averne viste e NASONE Domenico si innervosisce in
quanto non riesce a spiegarsi dove siano andate le pattuglie.
BELLANTONI:- Mimmo!---------///
NASONE D.:Suocero, allora? ---------///
BELLANTONI:- Niente, non c'è niente! ---------///
NASONE D.:Non ci sono lì? ---------///
BELLANTONI:- No! ---------///
NASONE D.:Ah pezzi di carogna e cornuti! ---------///
BELLANTONI:- Eh .. eh.. allora, va bene dai ci vediamo lì! ---------///
NASONE D.:Siete sceso lì sotto? ---------///
BELLANTONI:- Eh? ---------///
NASONE D.:Siete sceso lì sotto? ---------///
BELLANTONI:- Sono arrivato ... la sbarra è chiusa---------///
NASONE D.:Eh.. eh.. ---------///
BELLANTONI:- Non vedo nessun movimento, non vedo nessuna macchina! ---------///
NASONE D.:Va bene! ---------///
BELLANTONI:- Eh! ---------///
NASONE D.:Allora sono andati a grattarsi le corna in un altro posto! ---------///
BELLANTONI:- Eh! ---------///
NASONE D.:Ma li, ma lì sono saliti però! ---------///
BELLANTONI:- Va bene, ci vediamo lì sto scendendo io. ---------///
NASONE D.:Ciao. ---------///
(Conversazione del 13.01.2012 alle ore 09:24, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°2368, R.I.T. n°2136/11)

alle successive ore 09:25 NASONE Rocco chiama il fratello Domenico e dice
di aver visto sette pattuglie delle forze dell’ordine. NASONE Domenico gli
consiglia di andare verso casa sua in quanto, per come indicatogli pochi
istanti prima dal suocero, in quella zona non dovrebbero esserci pattuglie
dei Carabinieri.
NASONE
NASONE
NASONE
NASONE
NASONE
NASONE
Ohu, dove ti trovi?
Quì, da Peppe! Eh.. eh... sono salite circa 7 macchine!
Che ne so!
Bastardi, cornuti indegni! Comunque sali ....
Ce ne stanno due pure lì sotto!
Sali lì sopra, sali a casa mia che adesso adesso mi ha detto mio suocero
che non ci sta niente.
NASONE R.:Va bene, chiudi.
(Conversazione del 13.01.2012 alle ore 09:25, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°2369, R.I.T. n°2136/11 e sull’utenza nr.
3291836876 in uso a NASONE Rocco, al progressivo n°2738, R.I.T. n°2280/11)

R.:D.:R.:D.:R.:D.:-
alle successive ore 09:37 NASONE Domenico chiama la madre e le intima
di non muoversi da casa.
VITA A.:NASONE D.:VITA A.:NASONE D.:-
82
Che dici .... Mimmo?
Mamma?
Ohu!
Fermati a casa, non salire assolutamente!
BELLANTONI Francesco, nato a Scilla l’1.10.1945, ivi residente in via Ieracari n°16 int. 2.
206
VITA A.:Perché, .....cosa è successo?
NASONE D.:- Dove sei mamma?
VITA A.:Vicino della casa, che cosa vuoi?
NASONE D.:- Sali a casa e non rompere i coglioni!
(Conversazione del 13.01.2012 alle ore 09:37, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°2379, R.I.T. n°2136/11)

alle ore 10:00 del 13.01.2012 NASONE Domenico chiama tale CATANESE
Antonio (nato a Reggio di Calabria il 02.06.1985, residente a Scilla in via
Campo Sportivo n°12), per chiedere informazioni sul movimento dei
militari. CATANESE Antonio, oltre a rassicurarlo sul fatto che “le capre”
(dispregiativo usato per indicare i Carabinieri) sono andate via, gli dice che
poco prima aveva proprio tentato di chiamarlo per tale motivo.
CATANESE A.:-Mimmo!
NASONE D.:Ohu ‘Ntoni, mi avevi chiamato?
CATANESE A.:-Ti avevo chiamato .. a posto ..eh.. poi ci vediamo. Tutto è a posto?
NASONE D.:Ma le capre sono scese per lì?
CATANESE A.:-Le capre, no non le ho viste! Le ho viste salire per sopra poi hanno preso
.. forse l'autostrada ...stavano andando via…
(Conversazione del 13.01.2012 alle ore 10:00, registrata sull’utenza nr. 3204821516 in uso a
NASONE Domenico cl. ‘69 al progressivo n°2382, R.I.T. n°2136/11)
b) quanto emerso dalle attività tecniche di intercettazione telefonica sul
pericolo di fuga si arricchisce di un’ulteriore circostanza che ne rafforza la
fondatezza; i soggetti destinatari del presente provvedimento di fermo sono
consapevoli dell’attuale svolgimento di indagini nei confronti della cosca di
‘ndrangheta operante a Scilla per cui appare ovvio ritenere che gli stessi
possano
rendersi
irreperibili,
dandosi
ad
una
sorta
di
“latitanza
volontaria”; come emerge dalle conversazioni intercettate all’interno della
Casa Circondariale di Benevento (sopra integralmente riportate –
11.11.2011 – RIT n. 1206/11)
colloquio del
Nasone Gioia Virgilia e Fulco Annunziatina sono venute
a conoscenza, tramite il nipote e cugino Nasone Domenico cl. 69, dell’esistenza
di attività di intercettazione da parte delle FF.OO.83. Tale inquietante elemento
83
FULCO A.:NASONE G:FULCO G.:FULCO A:-
Quel fatto che ti avevo raccontato io!
Tutto
Uhm!
Quello che ti ho raccontato io! Che fanno ….. che volevano fare a Scilla?
NASONE G.:
FULCO G.:FULCO A.:FULCO G.:FULCO A.:-
(ndr….coprendosi la bocca con le mani profferisce) … è tutto registrato!
Come cazzo devo fare i colloqui?
Che mi arrestano pure a me! (…ride…..)
E chi te l’ha detto a te?
Lo sanno tutti! …..incomprensibile …. a meno che ….. gliel’ho detto io non c’era niente di
quello che abbiamo che……;
omissis
207
– corrispondente al vero (i colloqui del detenuto Fulco Giuseppe già allora
erano sottoposti ad intercettazione audio-video nell’ambito del R.I.T. n.
1206/11 DDA) – dimostra lo spessore criminale dei componenti della cosca
mafiosa denominata Nasone-Gaietti; infatti costoro – oltre ad esercitare, come
sopra dimostrato, con la forza dell’intimidazione del vincolo associativo e della
condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva un controllo
asfissiante sui soggetti economici operanti nel territorio di Scilla – sono riusciti
ad infiltrarsi all’interno degli apparati investigativi e giudiziari dello Stato,
carpendo illecitamente informazioni coperte dal segreto di indagine.
A ciò si aggiunga che è lo stesso Nasone Franco a nutrire la convinzione
dell’esistenza – avvalorata ovviamente da fonti di conoscenza illecite – di
un’indagine in corso da parte delle FF.OO.; tale circostanza emerge in modo
evidente da una conversazione tra presenti registrata il 23.02.2012 all’interno
del bar “La Genziana” di Scilla84, nel corso della quale Puntorieri Pietro
FULCO A.:FULCO G.:NASONE G.:FULCO G.:NASONE G.:FULCO A.:FULCO G.:-
Pure in cella!
Pure?
Si, di non aprire né bocca e né niente!
Chi te l’ha detto?
…(ndr gesticola facendo capire qualcosa al figlio….)
Tutti …..eh …..eh…. noi non sappiamo!
Chi l’ha detto?
FULCO A.:omissis
FULCO G.:-
(…ndr… parla vicino all’orecchio di Giuseppe e dice…)
MIMMO!
E quindi c’è…. (ndr… gesticola con le mani
controllati/intercettati in qualsiasi modo e posto…)
come
FULCO A.:NASONE G.:FULCO A.:-
Si in tutto….!
NASONE G.:FULCO A.:FULCO G.:FULCO A.:NASONE G.:FULCO A.:-
….dalla A alla Z!
….si!
….completamente..!
Solo che io …..
(ndr…..si esprime a gesti con le labbra e con le mani) …a casa?
..io mai!
noi a casa.. non abbiamo….;
….io normalmente……!
(Intercettazione ambientale presso la sala colloqui del carcere di Benevento
avvenuta in data 11.11.2011, autorizzata con R.I.T. n°1206/11)
84
PUNTORIERI P.:-Ieri il capo si è incazzato!
LIBRO F.:Con chi?
PUNTORIERI P.:-Con noi.
LIBRO F.:Perché?
PUNTORIERI P.:-Abbiamo fatto un bordello!
LIBRO F.:Ieri pure, un'altra volta?
PUNTORIERI P.:-Che abbiamo buttato un divano... (incomprensibile)...
LIBRO F.:Dove l'avete buttato? Dove siete andati?
PUNTORIERI P.:-Ah? Glielo abbiamo portato... (incomprensibile)... nel porto!
LIBRO F.:A chi?
PUNTORIERI P.:-Con il camion?
208
per
dire
che
sono
racconta a Libro Francesco le raccomandazioni ed i suggerimenti ricevuti da
Nasone Franco la sera precedente.
E’ altissimo, di conseguenza, il rischio che gli odierni indagati vengano a
conoscenza da un momento all’altro dei più recenti sviluppi legati all’indagine
in corso - in particolare, dell’esistenza di una microspia all’interno del bar “La
Genziana” di Scilla - ed in tal caso, anche tenuto conto della spiccata
propensione a rendersi irreperibili dimostrata già in occasione del controllo sul
omissis
PUNTORIERI
P.:-Minchia, si sono spaventati tutti! Per questo Franco si è incazzato!...
(incomprensibile)... un cazzo... (incomprensibile)... "Fate gli storti..."
LIBRO F.:...(tossisce)... Ha ragione, Pietro!
PUNTORIERI P.:-Se l'è presa con me. "Tu sei sempre... (incomprensibile)... Poi dice c'è bordello là..." Mi fa:
"Qualche giorno di questi... non uno... erano questo qua... questo di là... questo
di qua... e ci menano... associazione. Fanno quell'articolo... (incomprensibile)...
con il 416 bis ci possiamo andare a ricoverare!"
omissis
PUNTORIERI P.:-E ci ha spiegato tutto... un bordello di cose ci ha spiegato!
LIBRO F.:...(incomprensibile)...
PUNTORIERI P.:Un bordello... e noi zitti... non abbiamo detto nemmeno una parola! Ha preso le
cartelle... sue!
LIBRO F.:Ah?
PUNTORIERI P.:
-Ha preso le cartelle sue... "Vedi? Vedi qua? Solo con... (incomprensibile)... e lettere...
(incomprensibile)... qua... ed hanno scritto!... (incomprensibile)... persone, vedi?
Questo con questo, quello con quello... e che facevano? Niente, una parlata!
Associazione!... (incomprensibile)... persone." Uno... (incomprensibile)... sedici, uno...
(incomprensibile)... ventidue... il minore è quattro anni!... (incomprensibile)... "Vi sto
dicendo che dobbiamo stare calmi... non è che non la dobbiamo fare una cosa...
la facciamo... però dobbiamo stare calmi!
Non vedete il bordello che
c'è?"... (incomprensibile)... una faccia!
LIBRO F.:Ah?
PUNTORIERI P.:-...(incomprensibile)... non ha parlato più!
LIBRO F.:...(incomprensibile)...---//
PUNTORIERI P.:-Dice "Così era? Ah! Ah!" Gli ho detto io "Solo che facciamo improvvisate..." gli ho detto. Ha
detto "E tu fai lo storto... non le sai queste cose? A 23 anni non hai esperienza?"
Gli dico "Sì... ma io non è che lo posso pensare che un bombone... che c'era un
attentato?!" gli ho detto io. "Questo vogliono trovare... (incomprensibile)..."
LIBRO F.:Vanno cercando questo... vanno cercando questo... la miccia.
PUNTORIERI P.:"Vedi... che ti sembra ora perché non c'è niente... che puoi... ti sembra che non
Stanno indagando... qua,
stanno
vedendo i movimenti che facciamo. Loro ci vedono, pure
che non ci sono... (incomprensibile)... dove cazzo vai? Poi scrivono... che
sono usciti... che non stanno facendo niente?
quattro... (incomprensibile)... questo con questo, questo con questo... e
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
LIBRO F.:PUNTORIERI
cazzo se ne fottono! Tanto scrivono... mandato di cattura... e ti fai due anni... e
poi lo vediamo se sei assolto o meno!"
...(incomprensibile)... in carcere!... (incomprensibile)...
P.:-..(incomprensibile)... il menu Franco! Il menù di Reggio di quello che devi mangiare se hai...
se hai soldi. Gli ho detto io: "Non ne voglio menù, io!"
...(incomprensibile)... ti arrestano. Se ti vuoi cucinare tu... ogni fine mese ti...
(incomprensibile)... due o trecento euro!
P.:-No... (incomprensibile)... nessuno a me!
Franco ti paga!
P.:-Gli ho detto io: "Grazie, ma di queste cose non ne voglio io!"
"Non è cosa per me!" glielo hai detto?
P.:-Uhm!
(Conversazioni n°62 e 63 del 23.02.2012 alle ore 06:09,
registrata all’interno del bar “La Genziana”, R.I.T. n°319/12)
209
territorio operato dai Carabinieri il 13 gennaio u.s., è pressoché certo che si
darebbero alla fuga85.
c) il pericolo di fuga emerge infine tenuto conto del fatto che gli indagati
godono di una molteplicità di appoggi, oltre che sul territorio calabrese, in
diverse zone d’Italia, soprattutto al Nord, ed anche all’estero ove molti di essi
sono nati e/o sono stati residenti e dove tuttora risiedono molti loro congiunti.
Alla luce di quanto sopra fondatissimo appare il rischio che gli indagati si
diano alla fuga, circostanza che impone l’adozione di un provvedimento di
fermo di indiziato di delitto.
§ 3. Le esigenze cautelari
Con riferimento agli indagati oggetto del presente provveedimento di fermo
sussistono le ragioni di cui alla lett. A) dell’art. 274 c.p.p., cioé specifiche ed
inderogabili esigenze attinenti alle indagini relative ai fatti per i quali si
procede, in relazione a situazioni di concreto ed attuale pericolo per
l’acquisizione e la genuinità della prova; è, infatti, altissimo il rischio che
ciascun indagato ponga in essere interventi soppressivi di fonti accusatorie già
esistenti o -facendo leva sulla forza di intimidazione promanante da alcuni
indagati, trattandosi di appartenenti alla ‘ndrangheta, e sul conseguente stato
di soggezione provocato- intimidisca ed intimorisca testi chiave fondamentali
del presente procedimento e nel futuro dibattimento, influendo con minacce,
anche indirette, nell’acquisizione e nella genuinità delle prove da assumere: si
pensi, in particolare, alle dichiarazioni di chiunque potrebbe avere circostanze
rilevanti da riferire e al momento rimasto fuori del procedimento penale, in
merito a gravi fatti criminosi, tenuto conto del pericolo, innanzitutto, per la
loro vita e incolumità personale e, in secondo luogo e alla luce della novella
legislativa dell’art. 500 c.p.p., di dispersione del materiale probatorio raccolto,
avendo
oramai
le
esposte
dichiarazioni
valore
essenzialmente
endoprocedimentale.
85
Giova evidenziare che una motivazione dello stesso genere, quanto alla sussistenza del “pericolo di
fuga”, è stata già impiegata da questo Ufficio in occasione dei fermi di indiziato di delitto disposti in
occasione delle operazioni Reale e Crimine, rispettivamente in data 21 aprile e 13 luglio 2010. In entrambi i
210
Sussistono, inoltre, le ragioni di cui alla lett. B) dell’art. 274 c.p.p., cioé il
pericolo di fuga, già oggetto di ampia disamina nel precedente paragrafo.
Sussistono, infine, le ragioni di cui alla lett. C) dell’art. 274 c.p.p.
Le emergenze finora analizzate depongono di per sé in senso del tutto negativo
in ordine alla personalità di ognuno dei soggetti sottoposti alle indagini.
L’estrema pericolosità sociale dei predetti, dimostrata dalla personalità degli
stessi,
dalla
sistematicità
delle
condotte
illecite
realizzate,
risulta
incontrovertibilmente provata. L’analisi delle fattispecie criminose finora
ricostruite in termini di obiettiva inequivocità e la considerazione del
complessivo assetto del sistema di relazioni illecite individuato, invero,
depongono di per sé in senso del tutto negativo in ordine alla personalità di
ognuno degli odierni indagati.
Tale giudizio negativo, che si riflette inevitabilmente in termini di concretezza e
specificità anche sulla valutazione del pericolo di reiterazione di condotte
delittuose offensive dei medesimi interessi tutelati dalle norme incriminatrici la
violazione delle quali è stata accertata, risulta rafforzata dalla straordinaria
capacità criminosa dell’organizzazione per delinquere di tipo mafioso di cui è
stata ricostruita la struttura e della quale sono stati individuati - sia pure in
parte - i singoli componenti e nel cui interesse sono stati perpetrati anche i
delitti di cui ai capi da B) a H) (aggravati dall’art. 7 della legge 203/91 ed ai
sensi dell’art. 628, comma 3, n. 3, c.p.). Capacità criminale le cui origini non
sono affatto recenti, bensì risalgono indietro nel tempo e costituiscono da
decenni un patrimonio negativo ormai acquisito e consolidato sul territorio in
relazione alla cosca che le recenti indagini hanno disvelato anche nelle sue
nuove componenti soggettive.
La
determinazione
delinquenziale
degli
indagati,
peraltro,
facilmente
riscontrabile dalla semplice lettura delle conversazioni intercettate e dai “toni”
e dalle “espressioni” con i quali gli accoliti si rivolgono tra loro ed alle loro
vittime. A ciò si aggiunga la circostanza che alcuni dei soggetti destinatari del
presente provvedimento di fermo (nella specie Nasone Virgilio Giuseppe,
Nasone Domenico cl. 69 e Nasone Rocco cl. 74) risultano gravati da molteplici
precedenti giudiziari – anche recenti – per reati contro il patrimonio di
casi il Gip in sede ha disposto la convalida del fermo, ravvisando il presupposto del “fondato pericolo di
fuga”.
211
particolare allarme sociale (estorsione aggravata) e per violazione della
disciplina penale in materia di armi.
La trama dei rapporti intessuti tra persone provenienti dal medesimo ambito
criminale, in uno con la perfetta organizzazione e suddivisione di compiti e
ruoli, dati tutti che denotano l’elevato spessore criminale della cosca mafiosa
operante a Scilla e delle persone che sono state finora individuate.
Pertanto, e concludendo, l’allarmante capacità criminale dei soggetti coinvolti
nella presente indagine, la persistenza e reiterazione delle azioni delittuose da
loro poste in essere (anche in forma organizzata), la determinazione e la
spregiudicatezza dimostrata nella commissione dei singoli delitti, la gravità dei
fatti accertati (che - in caso di condanna - comporterebbe, con elevata
probabilità, l’irrogazione di una pena non contenibile nei limiti della
sospensione condizionale), i titoli di reato contestati portano a ritenere
proporzionata agli stessi e adeguata alla personalità dei singoli indagati
l’applicazione della più grave delle misure coercitive, quale è la custodia
cautelare in carcere.
P.Q.M.
visto l’art. 384 c.p.p.;
si dispone il fermo di indiziato di delitto, nei confronti dei seguenti soggetti,
come sopra meglio generalizzati:
1) BURZOMATO Arturo, nato a Scilla il 24.05.1990;
2) CALABRESE Carmelo, nato a Torino il 27.03.1972;
3) FULCO Annunziatina, nata a Scilla il 30.12.1965;
4) GAIETTI Matteo, nato a Scilla il 22.10.1969;
5) LIBRO Francesco, nato a Reggio di Calabria il 21.04.1974;
6) NASONE Antonino, nato a Reggio di Calabria il 28.07.1981;
7) NASONE Domenico, nato a Reggio Calabria il 10.04.1983;
8) NASONE Domenico, nato a Casorate Primo in data 28.10.1969;
9) NASONE Francesco, nato a Scilla il 29.01.1972;
10) NASONE Rocco, nato a Scilla il 06.05.1974;
11) NASONE Virgilio Giuseppe, nato a Scilla il 19.07.1944;
12) PUNTORIERI Pietro, nato a Scilla il 29.09.1988;
per le ipotesi di reato loro rispettivamente ascritte nei capi di imputazione A),
B), C), D), E), F), G) ed H).
212
Si delegano per l’esecuzione, con facoltà di sub-delega, Ufficiali di P.G. della
Compagnia Carabinieri di Villa San Giovanni, i quali, eseguendo il presente
provvedimento:
a) daranno immediata notizia dell'esecuzione al Pubblico Ministero del luogo in
cui sarà eseguito, trasmettendo il verbale di fermo anche a questo Ufficio;
b) informeranno inoltre immediatamente dell’esecuzione del fermo l'Avv.
Francesco FABBRICATORE del foro di Reggio Calabria, con studio in
Reggio Calabria, via Calabria, trav. V, n. 20 (tel. n. 0965/53003 –
0965/891545), nominato d'ufficio e comunque il difensore che il fermato
nominerà al momento del fermo ed inoltre senza ritardo daranno notizia ai
familiari del fermato dell'avvenuto fermo;
c) condurranno i fermati al più presto, e comunque non oltre le ventiquattro
ore, nella Casa Circondariale o Mandamentale del luogo di esecuzione del
fermo, a disposizione dell'Autorità Giudiziaria.
Reggio Calabria, 29 maggio 2012
Il Procuratore della Repubblica Aggiunto
Dott. Michele Prestipino Giarritta
Il Sostituto Procuratore della Repubblica - DDA
Dott.ssa Alessandra Cerreti
Il Sostituto Procuratore della Repubblica
Dott. Rosario Ferracane
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