IL VOLONTARIATO IN ITALIA: NORMATIVE E CARATTERISTICHE Mauro Battuello – Presidente Co.Ge. Piemonte PRINCIPALE NORMATIVA NAZIONALE DI RIFERIMENTO LEGGE 11/8/1991 N. 266 “La Repubblica Italiana riconosce il valore sociale e la funzione dell’attività di Volontariato come espressione di partecipazione, solidarietà e pluralismo, ne promuove lo sviluppo salvaguardandone l’autonomia e ne favorisce l’apporto originale per il conseguimento delle finalità di carattere sociale, civile e culturale individuato dallo Stato, dalle regioni, dalle province autonome di Trento e Bolzano e dagli enti locali” (Art. 1, c.1) 2 L’ATTIVITA’ DI VOLONTARIATO DEFINITA DALLA L.266/91 PERSONALE Resa dal singolo Volontario SPONTANEA Assenza di costrizione ed imposizione; libera volontà del singolo, che esprime la propria personalità nella realizzazione del “bene comune” GRATUITA Non riconducibile a rapporto di lavoro Assenza di remunerazione e fine di lucro, nonché di rendite di posizione o vantaggi diretti o indiretti SVOLTA CON ESCLUSIVI FINI DI SOLIDARIETA’ TRAMITE ORGANIZ. DI VOLONTARIATO Riferimento a strutture stabili, privilegiando l’azione organizzata a quella individuale e sporadica 3 LE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO (OdV) Sono organismi liberamente costituiti al fine di svolgere l’attività di volontariato Si avvalgono in modo determinante e prevalente delle prestazioni volontarie dei propri aderenti Utilizzano lavoratori dipendenti o prestazioni di lavoro autonomo nei limiti necessari al loro funzionamento, oppure occorrenti a qualificarne o specializzarne l’attività 4 (segue) Prevedono espressamente, negli accordi tra gli aderenti, nell’atto costitutivo o nello statuto: assenza di fini di lucro democraticità della struttura elettività e gratuità delle cariche associative gratuità delle prestazioni fornite dagli aderenti criteri di ammissione/ esclusione, obblighi e diritti degli aderenti obbligo di formazione del bilancio, dal quale devono risultare i beni, i contributi o i lasciti ricevuti modalità di approvazione del bilancio da parte dell’assemblea degli aderenti In caso di cessazione dell’OdV, eventuali beni devono essere devoluti ad altre OdV di identico o analogo settore 5 REGISTRI DELLE ORGANIZZAZIONI DI VOLONTARIATO La L. 266/91 altresì prevede l’istituzione dei registri regionali delle OdV. Hanno diritto di iscrizione a tali registri le OdV che dimostrino il possesso dei requisiti stabiliti dalla normativa. L’iscrizione ai registri è condizione necessaria per: accedere a contributi pubblici; stipulare convenzioni; beneficiare di agevolazioni fiscali 6 Dal 1992 in poi, tutte le Regioni e Province autonome italiane hanno provveduto a recepire la L. 266/91 adeguandola ai territori di propria competenza. IN PIEMONTE L.R. 29/8/1994 n. 38 poi modificata dalle L.R. 1/2004, 9/2007 e 21/2008 7 La L.R. 38/94, nel richiamare i principi della L. 266/91, prevede, tra l’altro l’istituzione del registro regionale delle OdV quale ambito unitario delle sezioni provinciali, definendo modalità di iscrizione e procedure di revisione l’istituzione del Consiglio Regionale del Volontariato, ove viene rappresentato ogni settore del Volontariato piemontese 8 REGISTRO REGIONALE DEL VOLONTARIATO IN PIEMONTE: AREE DI INTERVENTO DELLE ODV a) b) c) d) e) f) g) h) Socio-assistenziale Sanitaria Impegno civile, tutela e promozione dei diritti Protezione civile Tutela e valorizzazione dell’ambiente Promozione della cultura, istruzione ed educazione permanente Tutela e valorizzazione del patrimonio storico ed artistico Educazione motoria, promozione delle attività sportive e tempo libero E’ altresì prevista un’apposita sezione nella quale sono iscritti gli Organismi di Collegamento e Coordinamento 9 CONSIGLIO REGIONALE DEL VOLONTARIATO: FUNZIONI Attività di promozione e attuazione, direttamente o in collaborazione con enti locali, OdV e CSV, di iniziative di studio e ricerca anche ai fini dello sviluppo dell’attività di volontariato Promozione con cadenza biennale della conferenza regionale del volontariato Formulazione di pareri e proposte circa l’attuazione della legge Individuazione delle OdV iscritte al registro regionale da proporre al Presidente del Consiglio Regionale per la nomina di 4 componenti del Comitato di Gestione Fondo Speciale per il Volontariato 10 LE ODV IN ITALIA Trend di crescita del numero di OdV (iscritte e non iscritte ai registri regionali) in Italia dal 2001 al 2009 Nel 2001: stima circa 24mila OdV Nel 2007: stima circa 35mila OdV Nel 2009: stima circa 43mila OdV 63% iscritte ai Registri regionali 11 (segue) Ambiti di attività prevalenti delle OdV Socio- assistenziale Servizi più “generalisti” e di welfare leggero (ad es. ascolto, assistenza…) Sanitario Promozione cultura ed educazione Servizi più specializzati e specifici (ad es. donazione sangue, trasporto malati…) 12 (segue) Numero Volontari occupati in modo continuativo e sistematico (rif. anno 2006) : 650mila circa Riscontrabili due tendenze Decremento del numero medio dei Volontari per OdV Incremento del numero di OdV sul territorio 13 (segue) In merito all’età dei Volontari, si riscontra un incidenza maggiore nella popolazione adulta (> 45 anni) Difficoltà nell’effettuare un ricambio generazionale nelle OdV Sfida nel motivare e stimolare i giovani all’attività di volontariato organizzato 14 ALCUNI DATI SULLA REALTA’ PIEMONTESE Numero OdV (iscritte e non iscritte) stimate nell’anno 2009: 4032 Numero OdV iscritte al 31/12/2010: 2657 Distribuzione per settori di intervento: Settore/ tipologia Numero OdV Socio-assistenziale 876 Sanitaria 709 Protezione civile 444 Promozione cultura, istruzione 188 Impegno civile 164 Tutela patrimonio storico e artistico 125 Tutela ambiente 75 Sport – tempo libero 34 Coordinamenti 42 15 IN CONCLUSIONE… Il Volontariato in Italia… se inteso come espressione della solidarietà spontanea, fa parte della tradizione italiana; viene riconosciuto giuridicamente come una forma di partecipazione sociale che contribuisce alla crescita della società; si fonda sulla gratuità, che attiene alla sfera del “donare” tramite la quale si sviluppa un nuovo tipo di legame sociale, generando fiducia nell’altro; è un attore che concorre a realizzare il principio di sussidiarietà, con un ruolo complementare all’intervento pubblico 16