Università degli Studi di Catania Dipartimento di Metodologie Fisiche e Chimiche per l’Ingegneria Corso di laurea in Ingegneria Meccanica Corso di Tecnologie di Chimica Applicata 16 MATERIALI LAPIDEI 1 Materiali lapidei Applicazioni (Tempo) Materiale per applicazioni strutturali Impieghi prevalentemente ornamentali Problemi di conservazione dei beni culturali (centri storici delle città) 2 Criteri di Classificazione (UNI 8458) In base alla destinazione d’uso: • Marmo • Granito • Travertino • Pietra Materiali Lapidei: CRITERI DI CLASSIFICAZIONE 3 Criteri di Classificazione Proprietà fisiche Comportamento meccanico Durabilità chimico-fisica Caratteristiche di struttura Processo di formazione delle rocce (GENESI) Materiali Lapidei: CRITERI DI CLASSIFICAZIONE 4 Criteri di Classificazione Genesi delle rocce: • Rocce eruttive (natura vulcanica) • Rocce sedimentarie • Rocce metamorfiche Materiali Lapidei: CRITERI DI CLASSIFICAZIONE 5 Rocce eruttive (Graniti, porfidi, ecc) Si originano dalla solidificazione di magmi Si distinguono: rocce plutoniche (o intrusive) (formatesi all'interno della crosta terrestre) Solidificazione lenta → grandi cristalli rocce vulcaniche (o effusive) (formatesi sulla superficie terrestre) Solidificazione veloce → struttura microcristallina Materiali Lapidei: CRITERI DI CLASSIFICAZIONE 6 Rocce sedimentarie (Calcari, arenarie, travertini) Derivano dalla deposizione e dal successivo consolidamento dei prodotti di alterazione di rocce esistenti L’alterazione può avvenire per cause: Fisico – meccaniche Chimiche Biologiche Materiali Lapidei: CRITERI DI CLASSIFICAZIONE 7 Rocce metamorfiche (marmi) Trasformazione Rocce vulcaniche Rocce sedimentarie Azione termica Azione meccanica Azione chimica Rocce metamorfiche “Scistosità” Suddivisione in lamine secondo particolari direzioni Materiali Lapidei: CRITERI DI CLASSIFICAZIONE 8 Tecnologie di estrazione e di lavorazione I fase • Estrazione II fase • Suddivisione in elementi di piccola dimensione o lastre Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 9 Tecnologie di estrazione Tecnologie cicliche • Taglio con esplosivi • Perforazione continua • Azione di cunei meccanici o idraulici • Impiego di agenti chimici espansivi • Taglio con acqua ad alta pressione (water-jet) Tecnologie continue • Filo diamantato • Taglio con fiamma Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 10 Tecnologie di estrazione Tecnologie cicliche Taglio con esplosivi Aspetti positivi Aspetti negativi Economicità e flessibilità Creazione di microlesioni sui materiali Si abbattono grandi volumi di roccia Effetti ambientali nocivi (polveri, rumore, vibrazioni) Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 11 Tecnologie di estrazione Tecnologie cicliche Perforazione continua Aspetti positivi Aspetti negativi Metodi competitivi e alternativi a quelli a taglio con fiamma Limiti in presenza di forti irregolarità delle superfici di appoggio Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 12 Tecnologie di estrazione Tecnologie cicliche Cunei meccanici o idraulici Aspetti negativi Taglio non troppo regolare (penalizza il volume di materiale utile ricavabile) Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 13 Tecnologie di estrazione Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 14 Tecnologie di estrazione Tecnologie cicliche Impiego di agenti chimici espansivi Si basano sulla tecnologia dei leganti a ritiro compensato Aspetti positivi Ottimo impatto ambientale Aspetti negativi Costi elevati Lentezza del processo Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 15 Tecnologie di estrazione Tecnologie cicliche Taglio con acqua ad alta pressione (water-jet) Aspetti positivi Aspetti negativi Velocità di taglio elevate In Italia è ancora oggetto di sperimentazione Regolarità delle superfici Sfridi ridotti Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 16 Tecnologie di estrazione Tecnologie continue Filo diamantato Filo metallico elicoidale ruotante ad alta velocità Aspetti negativi Velocità di taglio piuttosto basse per prolungare la vita in servizio Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 17 Tecnologie di estrazione Tecnologie continue Taglio con fiamma L’efficacia dell’azione di taglio dipende dagli stress termici creati dai differenti coefficienti di espansione delle diverse fasi Particolarmente efficace in materiali etereogenei (graniti) Aspetti positivi Semplicità di impiego e modesto costo dell’attrezzatura Aspetti negativi Pesante impatto ambientale Elevati costi di esercizio Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 18 Tecnologie di estrazione Criterio tecnico-economico Per giacimenti di materiali di modesto valore Tecnologie tradizionali Maggiori velocità di taglio Per estrazioni di prodotti di pregio Tecnologie più innovative Notevoli riduzioni delle perdite di volume Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 19 Tecnologie di estrazione Ottimizzazione dei due parametri: Velocità di taglio Perdite di volume Combinazioni di più tecnologie Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 20 Tecnologie di lavorazione II fase (segagione-finitura) • Realizzare elementi di grosso spessore • Effettuare il taglio di lastre di grosso spessore • Produrre manufatti di dimensione standardizzata Ulteriori operazioni sulle lastre: • Rifilatura • Rifinitura superficiale • Lavorazione delle coste Materiali Lapidei: TECNOLOGIE DI ESTRAZIONE E LAVORAZIONE 21 Proprietà fisiche e tecnologiche Forte domanda di materiali lapidei Comitato tecnico-scientifico UNI per una riconsiderazione della normativa Prove tecniche Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 22 Peso dell’unità di volume Massa volumica (vengono compresi nel volume anche i pori presenti nella struttura) Indispensabili per un corretto calcolo della struttura Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 23 Peso dell’unità di volume TIPO Molto leggeri Leggeri Mediamente pesanti Pesanti Molto pesanti MASSA VOLUMICA < 1000 kg/m3 MATERIALE Pomici Tufi vulcanici, calcareniti 1000-1500 kg/m3 1500-2500 kg/m3 Calcari teneri, arenarie porose, peperini, travertini 2500-3000 kg/m3 Calcari compatti, dolomie, porfidi > 3000 kg/m3 Basalti, graniti, anfiboliti Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 24 Porosità Quantità di vuoti presenti nella matrice del materiale A tale proprietà sono legate le caratteristiche di durabilità del materiale Misura della porosità: Intrusione forzata di mercurio Valutazione del volume totale Valutazione della distribuzione dimensionale dei pori Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 25 Coefficiente di imbibizione Aumento percentuale di peso dopo prolungata immersione in acqua (Gm − G ) i% = ⋅100 G G = peso del provino asciutto Gm = peso del provino saturo d’acqua Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 26 Assorbimento capillare Capacità dei materiali porosi di assorbire acqua per capillarità Legge di Darcy: 4 K cos θ x(t ) = t εrγ r = raggio dei pori capillari ε = frazione volumica dei vuoti K = permeabilità γ = tensione superficiale θ = angolo di bagnamento Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 27 Permeabilità all’acqua Attitudine di una roccia a lasciarsi attraversare dall’acqua sotto un gradiente di pressione È richiesta continuità tra i pori Materiali non permeabili: Graniti, dioriti, sieniti, rocce sedimentarie e metamorfiche Materiali scarsamente impermeabili: Pomici (Vuoti isolati) Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 28 Permeabilità all’aria e ai gas Particolarmente importante nell’utilizzazione dei lapidei come rivestimento esterno Le rocce compatte risultano impermeabili all’aria e ai gas Soluzione nell’utilizzo come rivestimenti esterni Pareti ventilate: Rivestimento esterno distanziato di alcuni cm dalla parete Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 29 Gelività Processo di degrado di un materiale poroso in conseguenza delle sollecitazioni prodotte dalla transizione di fase liquidosolido dell’acqua Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 30 Carico di rottura a compressione semplice Caratteristiche influenzanti il σR Caratteri migliorativi: • Grana • Tessitura • Natura petrografica • Porosità fine e uniforme Origine vulcanica piuttosto che sedimentaria ridotta • Grado di imbibizione (rocce sedimentarie): • Giacitura di stratificazione Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 31 Carico di rottura a compressione semplice MATERIALE σR (MPa) Calcareniti 3 - 15 Tufi vulcanici 4 - 20 Calcari teneri 10 - 20 Travertini 40 - 60 Arenarie 50 - 120 Marmi saccaroidi 70 - 150 Calcari compatti 80 - 200 Trachiti 80 - 200 Graniti, sieniti, dioriti 80 - 200 Gabbri e serpentine 100 - 200 Porfiriti e porfidi quarziferi 100 - 250 Basalti 150 - 350 Resistenze a compressione semplice Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 32 Carico di rottura a compressione semplice dopo cicli di gelività Esecuzione della prova: • Immersione in acqua a 35 °C per 3 h • Permanenza in camera climatica a -10 °C per 3 h Dopo 20 cicli: caduta di resistenza < 25% rispetto al provino non trattato Materiale “non gelivo” Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 33 Carico di rottura a trazione indiretta per flessione 1 1 σR <σ f < σR 25 5 Fortemente legata alla composizione mineralogica Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 34 Carico di rottura a trazione indiretta per flessione MATERIALE Tufi vulcanici σf (MPa) 0,5 – 0,7 Arenarie 4 - 20 Travertini 5 - 10 Calcari compatti e saccaroidi 8 - 20 Graniti, sieniti e dioriti 10 - 25 Ardesie 50 - 70 Resistenze a trazione indiretta per flessione Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 35 Resistenza all’urto Misura in modo indiretto della tenacità (fragilità) sotto l’applicazione di una sollecitazione dinamica (urto) Esecuzione della prova: Caduta di una sfera (1kg) su una lastra 20x20x3 cm (misura dell’altezza di partenza della sfera per la rottura della lastra) Fattori migliorativi Fattori peggiorativi: • Grana fine • Fori • Omogenecità • Cavità • Discontinuità Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 36 Resistenza all’urto Maggiormente tenaci Arenarie a cemento non siliceo Calcari compatti e marmi saccoroidi Arenarie a cemento siliceo Graniti Dioriti Porfidi Basalti Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 37 Usura per attrito radente Si valuta l’effetto del logoramento delle superfici da parte di agenti abrasivi Esecuzione della prova: Si impiega un tribometro rotante con una velocità periferica di 1 m/s premuto contro la superficie con una pressione di 3 MPa Si esprime il rapporto tra lo spessore abraso in un materiale di riferimento sottoposto alle stesse condizioni e quello abraso nella roccia in esame Resistenza alla logorabilità (spessore abraso) < 1 mm 1 - 5 mm > 5 mm Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 38 Coefficiente di dilatazione termica lineare Prova condotta in camera climatica tra -5 e +40°C Particolare importanza nell’utilizzo come rivestimento esterno Diverse fasi con differente α possono generare lesioni Microscopiche Interessanti l’intera superficie Materiale con comportamento particolare: marmo Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 39 Coefficiente di dilatazione termica lineare MATERIALE α x 106 (mm/m°C) Calcari compatti, marmi compatti 4-8 Porfidi quarziferi, porfiriti, basalti 5-6 Graniti, sieniti e dioriti 7-9 Arenarie 11 - 12 Coefficienti di dilatazione termica lineare Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 40 Conducibilità termica Attitudine di un materiale a trasmettere il calore Dipende dalla struttura e dalla tessitura Materiali lapidei: bassi valori di conducibilità Migliore conduzione: Peggiore conduzione: Rocce compatte Rocce porose Grana fine Grana grossa 41 Conducibilità termica MATERIALE KT watt / (metri × kelvin) Tufi vulcanici 0,3 – 0,4 Arenarie 1-3 Graniti, porfidi, gneiss 2,7 – 3,5 Calcari saccaroidi a grana grossa 2,8 Calcari saccaroidi a grana fine 3,5 Conducibilità termica Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 42 Microdurezza Knoop Viene realizzata un’impronta per mezzo di un penetratore di diamante applicando un carico di 200 g Durezza knoop = Carico applicato [kg] Superficie dell’impronta [m2] Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 43 Modulo di elasticità normale Si misura per mezzo di estensimetri elettrici la deformazione indotta in un campione 20x5x5 cm da una forza applicata sui lati minori Si effettuano 2 misure di cui se ne fa la media Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 44 Modulo di elasticità normale MATERIALE E (GPa) Calcareniti 3 - 20 Tufi vulcanici 3 - 20 Calcari teneri 5 - 20 Travertini 40 - 70 Arenarie 20 - 80 Marmi saccaroidi 60 - 100 Calcari compatti 60 - 100 Trachiti 10 - 40 Graniti, sieniti, dioriti 20 - 100 Gabbri e serpentine 80 - 110 Porfiriti e porfidi quarziferi 90 - 110 Basalti 90 - 120 Moduli di elasticità Materiali Lapidei: PROPRIETÀ FISICHE E TECNOLOGICHE 45 Fattori qualitativi Valore estetico: • Colore • Tessitura • Grana del materiale Materiali Lapidei: FATTORI QUALITATIVI 46 Fattori qualitativi Il colore dipende dalla composizione mineralogica e dalla presenza di sostanze pigmentanti Presenza in forma diffusa Presenza come pellicola avvolgente i singoli cristalli Fattore più importante per la determinazione della qualità: Intensità di colore Il colore di un materiale lapideo risente delle azioni idrotermali Materiali Lapidei: FATTORI QUALITATIVI 47 Fattori qualitativi La tessitura dipende dalla disposizione dei componenti minerealogici nello spazio Il carattere estetico che maggiormente dipende dalla tessitura è il disegno Materiali Lapidei: FATTORI QUALITATIVI 48 Problemi di conservazione e recupero in strutture di interesse storico Alterazione del materiale: naturale evoluzione termodinamica del materiale Il risultato sono composti o fasi di minore contenuto energetico I meccanismi di alterazione sono diversi Fattori di dipendenza: Condizioni ambientali Acqua (acidità) Tempi di degrado accelerati sensibilmente Tempi “storici” anziché “geologici” Spessore di un marmo cristallino in ambiente urbano: - 1,5 mm Materiali Lapidei: 49 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Problemi di conservazione e recupero in strutture di interesse storico Piogge acide: pH < 5,6-5,8 Più correttamente: deposizioni acide L’acidità dipende dall’equilibrio tra fasi condensate e gas presenti nell’atmosfera CO2 Responsabile della dissoluzione del carbonato CaCO3 + CO2 + H 2O = Ca (HCO3 ) 2 Materiali Lapidei: 50 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Problemi di conservazione e recupero in strutture di interesse storico N 2O NO, NO2 (NOx) HNO3 Aggredisce i materiali a matrice carbonatica CaCO3 + 2 HNO3 → Ca ( NO3 ) 2 + CO2 Materiali Lapidei: 51 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Problemi di conservazione e recupero in strutture di interesse storico SO3 SO2 + H 2O H 2 SO4 Solfatazione dei marmi Croste nere CaCO3 + H 2 SO4 + H 2O → CaSO4 ⋅ 2 H 2O + CO2 Materiali Lapidei: 52 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Problemi di conservazione e recupero in strutture di interesse storico Particolare della chiesa di San Frediano (Pisa) Materiali Lapidei: 53 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Problemi di conservazione e recupero in strutture di interesse storico Materiali calcarei porosi L’azione degli acidi si esplica in profondità Demolizione delle fasi leganti con formazione di sali Ricristallizzando variano di volume effetti Formazione di microlesioni Materiali Lapidei: Profonde cavernizzazioni 54 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Raccomandazioni NORMAL Raccomandazioni NORMAL (NORmative MAteriali Lapidei) dell’Istituto Centrale di Restauro • Definiscono metodologie standardizzate nel campo dei materiali impiegati in ambito storico-artistico • Stabiliscono i “riferimenti” ai quali attenersi per l’attuazione d’interventi conservativi e di protezione dei materiali costituenti beni culturali • Tali riferimenti riguardano le indagini per la valutazione dei parametri ambientali, i prodotti artificiali impiegabili, le procedure negli interventi conservativi Materiali Lapidei: 55 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Raccomandazioni NORMAL NORMAL 20/85 Criteri per la progettazione, l’esecuzione e la valutazione preventiva degli interventi conservativi sui materiali lapidei • Indagini preliminari Caratterizzazione dei materiali per risalire alla loro provenienza e valutare il loro stato di alterazione • Indagini per individuare le cause del degrado Indagini chimiche fisiche e meccaniche con particolare attenzione ai parametri ambientali • Intervento conservativo - Pulitura - Incollaggio - Stuccatura - Consolidamento - Protezione Materiali Lapidei: 56 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Raccomandazioni NORMAL Intervento conservativo Le procedure sui materiali vengono simulate in laboratorio Cicli di invecchiamento accelerato (secco-umido, gelo-disgelo, caldo-freddo) Differente approccio a seconda del tipo di materiale: • Compatto e impermeabile: Si impedisce il contatto tra superfici e agenti aggressivi • Poroso e permeabile: Si sfruttano le capacità di assorbimento impregnando con monomeri che polimerizzano in loco (consolidamento e impermeabilizzazione) Materiali Lapidei: 57 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Raccomandazioni NORMAL I materiali previsti sono diversi: Resine epossidiche Resine acriliche Siliconi Silicati alchilici Miscele acril-siliconiche Polimeri fluorati Fisicamente e chimicamente il più possibile compatibili Materiali Lapidei: 58 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Restauro del paramento lapideo interno della Chiesa della Madonna dei Galletti Chiesa della madonna dei Galletti - Pisa Materiali Lapidei: 59 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Restauro del paramento lapideo interno della Chiesa della Madonna dei Galletti Chiesa della madonna dei Galletti - Pisa Materiali Lapidei: 60 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Cantiere pilota per la pulitura del paramento lapideo della facciata della Chiesa di S.Frediano - Pisa La facciata della Chiesa di San Frediano a Pisa è stata oggetto di un cantiere pilota il cui obiettivo principale era quello di dimostrare l'efficacia della tecnologia laser La facciata della Chiesa di San Frediano costituiva un caso particolarmente significativo per la presenza di formazioni superficiali complesse e stratificate (croste nere, pellicole ad ossalati di calcio) Materiali Lapidei: 61 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Cantiere pilota per la pulitura del paramento lapideo della facciata della Chiesa di S.Frediano - Pisa Dopo dovute analisi, la tecnica più adeguata al raggiungimento di tale obiettivo progettuale, è stata individuata nella pulitura laser, in quanto caratterizzata da minima invasività, elevato grado di precisione e di controllo, selettività. Le misure di caratterizzazione ottica dei materiali sono state messe a disposizione come contributo alla normativa sull'impiego del laser per i beni culturali che è in corso di definizione. Materiali Lapidei: 62 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Cantiere pilota per la pulitura del paramento lapideo della facciata della Chiesa di S.Frediano - Pisa Materiali Lapidei: 63 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Cantiere pilota per la pulitura del paramento lapideo della facciata della Chiesa di S.Frediano - Pisa Materiali Lapidei: 64 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Cantiere pilota per la pulitura del paramento lapideo della facciata della Chiesa di S.Frediano - Pisa Materiali Lapidei: 65 DURABILITÀ DEI MATERIALI E RESTAURO DELLE COSTRUZIONI STORICO-MONUMENTALI Microporosità È difficile individuare una netta suddivisione tra strutture “microporose” e “compatte” Tale valore è fissato convenzionalmente: diametro dei pori < 20 Å Materiali microporosi Zeoliti: MATERIALI MICROPOROSI 66 Microporosità Microporosità < 20 Å Mesoporosità 20-50 Å Microcapillarità Capillarità Macrocapillarità Zeoliti: MATERIALI MICROPOROSI 1000 Å 67 Microporosità La presenza di micropori induce in un materiale un serie proprietà: • Adsorbimento • Setacciamento molecolare • Catalisi • Scambio ionico La microporosità deve essere accessibile Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 68 Materiali microporosi Una caratteristica molto importante è la stabilità termica Dal punto di vista chimico: Sostanze elementari Ossidi Sali Dal punto di vista strutturale: Strutture: Tetraedriche Cristallini Non cristallini Ottaedriche Entrambe Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 69 Materiali microporosi Materiale Dimensione Area superficiale, m2/g dei pori, Ǻ Materiali cristallini Impalcature 3-D tetraedriche Strutture a base di ottaedri Strutture a strati Strutture a strati interconnessi Impalcature 3-D tetra-ottaedriche 2 – 12 < 10 2 – 10 5 – 20 2–4 900 200 300 400 200 > 20 >4 800 1000 Materiali non cristallini Geli Carboni porosi Classi di materiali microporosi in relazione ad alcune caratteristiche strutturali Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 70 Materiali a impalcatura strutturale tetraedrica: zeoliti Sono la classe più importante tra i materiali microporosi Numerose specie conosciute (40 naturali, più di 200 quelle sintetiche) Connubio di tutte le proprietà dei materiali microporosi Definizione: silicoalluminati idrati di metalli alcalini e/o alcalino-terrosi (Principalmente Na, K, Ca) [ ] Mex / z Alx Si(1− x )O2 ⋅ wH 2O Me = uno o più cationi di valenza z x ≤ 1/2 (come in tutti i tectosilicati) w = variabile in funzione della zeolite Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 71 Struttura e proprietà Reticolo tridimensionale di tetraedri TO4 La disposizione spaziale dei tetraedri genera una rete di cavità Notevole diversificazione in termini di composizione e di struttura Sostituzione nel reticolo con T-atomi differenti Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 72 Struttura e proprietà Zeolite A Sodalite Variante esagonale della Faujasite Faujasite Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 73 Meccanismo di formazione delle zeoliti Temperature di produzione: 60-200 °C Meccanismo di formazione delle zeoliti Nel caso delle zeoliti naturali il meccanismo di formazione è estremamente complesso (elevato numero di parametri che influiscono sul sistema di reazione) Fase ad alto contenuto entropico Livello intermedio (ordine a livello microscopico, centri di nucleazione) Livello finale (ordine a livello macroscopico, presenza di cristalli) Periodo d’induzione: intervallo di tempo tra la miscelazione dei reagenti e la formazione dei primi cristalli La velocità di cristallizzazione è proporzionale alla quantità di fase cristallina già presente nel sistema Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 74 Meccanismo di formazione delle zeoliti Microcristalli di zeolite Linde A Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 75 Produzione Fase gelo in equilibrio con la fase liquida Qualche ora sotto agitazione a 45°C (nucleazione) Miscelazione dei reagenti Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 76 Produzione Reattore riscaldato tramite insufflazione di vapore saturo (100°C) Nuclei formatisi precedentemente Cristalli di zeolite (2-3 h) Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 77 Produzione Separazione dei cristalli, lavaggio ed essiccazione Il liquido madre (soluzione alcalina contenente ioni silicato e alluminato in equilibrio con i cristalli di zeolite) viene riutilizzato per la produzione successiva Produzione annua: 1.000.000 t Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 78 Applicazioni Principali applicazioni industriali: • Trattamenti delle acque • Adsorbimento • Setacciamento molecolare • Catalisi Zeoliti: MATERIALI A IMPALCATURA TETRAEDRICA: ZEOLITI 79 Scambio ionico Sono importanti scambiatori di ioni Sono l’alternativa alle resine scambiatrici di ioni Hanno minore capacità di scambio, e stabilità chimica, ma presentano maggiore stabilità termica e alle radiazioni ionizzanti Il loro comportamento dipende: dalla natura dalla dimensione dalla carica dei cationi dalla temperatura dalla concentrazione delle specie cationiche in soluzione dalle carattestiche strutturali Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 80 Scambio ionico Utilizzo maggiore nel campo della detergenza: Abbattimento della durezzza delle acque (zeolite Linde A al posto del tripolifosfato di sodio) Innocua nei confronti dell’ambiente Abbattimento dell’ammonio presente in acqua con conseguente limitazioni sull’insorgenza dell’eutrofizzazione Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 81 Scambio ionico Fertilizzazione dei suoli Depurazione delle acque da contaminanti radioattivi Trattamento delle acque di rifiuto dell’industria (riciclo dell’inquinante rimosso) Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 82 Applicazioni delle zeoliti basate sullo scambio ionico Settore Processo Vantaggi Detergenza Rimozione della durezza Selettività Innocuità per l’ambiente Acque di scarico municipali e industriali; acquacultura Rimozione dell’ammonio Selettività anche in presenza di rilevanti quantità di interferenti Agricoltura Correzione e fertilizzazione dei suoli Lento rilascio al terreno di nutrienti quali ammonio e potassio Zootecnia Integrazione della dieta di suini, polli, ruminanti Controllo del tasso di ammonio nell’organismo Acque di scarico di centrali nucleari Rimozione e stoccaggio di Stabilità nei confronti delle radionuclidi (cesio e stronzio) radiazioni ionizzanti Acque di scarico industriali Rimozione, recupero e stoccaggio di metalli tossici Elevata selettività anche in presenza di interferenti Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 83 Adsorbimento e setacciamento molecolare Adsorbimento Fenomeno nel quale una fase gassosa (gas o vapore) interagisce con un solido (adsorbente) rimanendo ad esso legato Setacciamento molecolare Capacità dei solidi microporosi a struttura cristallina di separare i costituenti di miscele gassose sulla base delle dell’ingombro molecolare Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 84 Adsorbimento e setacciamento molecolare Purificazione e separazione delle miscele gassose Accumulo di energia termica attraverso il desorbimento dell’acqua che si verifica esponendo la zeolite a fonti di calore Sistemi aperti Sistemi a ciclo chiuso L’acqua rilasciata non viene recuperata Adatti per l’utilizzazione in impianti condizionamento e refrigerazione (frigoriferi solari) Barriere antincendio (ritarda la trasmissione del calore e inoltre si fanno assorbire alla zeolite sostanze inibitrici di fiamma) Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 85 Catalisi Processi FCC (cracking catalitico in letto fluidizzato) Gasoli e oli pesanti → benzine Ottenimento di benzine ad alto numero di ottano Capacità di selezione dei prodotti della reazione Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 86 Altre applicazioni Cariche nella fabbricazione dei materiali polimerici Setacci molecolari in membrane dei sensori chimici Materie prime nella fabbricazione dei materiali ceramici speciali Superficie sulle strutture delle marmitte catalitiche per migliorarne il potere disinquinante Strutture ospitanti di specie elettrochimicamente attive per celle a combustibili Stoccaggio dell’idrogeno Zeoliti: CAMPI DI APPLICAZIONE DELLE ZEOLITI 87