9 Anno 3 numero 1 – Aprile 2012 Il programma di formazione e inserimento destinato a oltre 350 giovani Le competenze per la trasformazione e per la nostra leadership Tutti insieme App... assionatamente Superinternet, l’offerta che offre il massimo della tecnologia ADSL Parlano i colleghi della funzione Technical Infrastructures SINCRONIZZANDO L’EDITORIALE S incronizzando anno terzo. La nostra rivista taglia questo traguardo e traccia un primo bilancio. Con nove edizioni realizzate e con lo speciale dedicato ai claim delle funzioni Domestic, Sincronizzando prosegue la diffusione della cultura di impresa presso i nostri key stakeholder e i seniores dell’ICT che ricevono regolarmente il periodico. L’Editoria di Telecom Italia Scarica l’applicazione L’Editoria e consulta i prodotti editoriali di Telecom Italia. Disponibile su Apple Store, Google Play (Android) e TIM Store, l’app viene alimentata con i periodici Sincronizzando e Notiziario Tecnico. Puoi effettuare il download dei prodotti di tuo interesse e consultarli anche offline in versione orizzontale e verticale. La lettura è semplificata grazie all’indice dinamico e alle miniature delle pagine visualizzabili. Attraverso il multitouch è possibile effettuare lo zoom e scorrere le singole pagine. L C N a rivista si candida sempre più a qualificarsi come “rivista delle persone, per le persone, realizzata dalle persone”, come dicono i numeri. Più di 120 colleghi hanno contribuito alla stesura di oltre 350 testi e altri 20 alla realizzazione di circa 750 photoreportage con più di 3.000 scatti: le persone evidenziate in “Hanno collaborato” in terza di copertina, aumentano esponenzialmente a ogni numero. irca 2.000 copie sono state distribuite presso i più importanti atenei italiani nel corso di importanti appuntamenti con gli studenti, per far conoscere da vicino spicchi di vita aziendale e della sua comunicazione interna, 1.000 sono state consegnate nel corso di convegni ed eventi. el 2012 l’Editoria di Telecom Italia sfrutterà ancor più le nuove tecnologie. In particolare Sincronizzando, oltre che nella tradizionale versione a stampa, realizzata in materiali eco-sostenibili, continuerà a essere disponibile su Intranet, in formato sfogliabile con l’archivio di tutte le edizioni e la possibilità di ricerche full text su temi e autori degli articoli. Fino allo scorso anno le visualizzazioni alla pagina web dedicata sono state circa 2.000 e 3.000 gli accessi a ogni news che annunciava nuove pubblicazioni. Da una recente rilevazione il 7 per cento di noi ha scelto la soluzione online per continuare a leggere i contenuti, al posto della copia cartacea. L a rivista, già disponibile anche su www.telecomitalia.com nella sezione Stampa con la raccolta completa in formato pdf e testi sintetici che riassumono ciascuna edizione, nel 2012, con l’imminente rilascio di un’applicazione dedicata all’Editoria di Telecom Italia, sarà anche su piattaforma Android e iOS, per garantire un’ulteriore modalità di lettura, oltre che di Sincronizzando, anche del Notiziario Tecnico e di altri prodotti editoriali come il nostro Codice Etico. L C a partecipazione, la passione delle persone hanno segnato la differenza perché sempre più tutti noi vogliamo essere soggetti attivi della vita del Gruppo, svolgere ruoli da protagonisti, mettere a disposizione la nostra energia. Lo abbiamo recentemente dimostrato con la partecipazione alla Rilevazione del Clima 2012, la più alta dell’ultimo quinquennio. on un ulteriore scatto in avanti possiamo rendere la rivista il luogo privilegiato dove ciascuno di noi potrà postare il “racconto” della propria realtà professionale. Un esempio? Il reportage, ospitato a pagina 18 di questo numero, scritto e illustrato a più mani dai colleghi protagonisti dell’emergenza causata dall’abbondante nevicata dello scorso inverno. I colleghi che hanno approntato le soluzioni ICT hanno scelto Sincronizzando per condividere la loro esperienza con il resto del Gruppo. G razie al contributo di quanti vorranno raccontare la nostra azienda e le storie che la caratterizzano, continueremo a presentare a noi stessi e a chi ci leggerà in rete, giovani, anziani, clienti, studenti, giornalisti, istituzioni, il soggetto imprenditoriale che nel Paese vuole guidare il futuro digitale e l’innovazione tecnologica regione per regione, territorio per territorio. Come è nella sua tradizione. Come è nella sua vocazione. La redazione 1 / 2012 3 4 Bruno Spiezia SINCRONIZZANDO 1 / 2012 5 IO IMPARO, L’AZIENDA È CON TE “Gli esami non finiscono mai”, ma si affrontano con impegno ed energia. È il motto dei coraggiosi colleghi che stanno seguendo i corsi di laurea previsti dal progetto I care myself, che alla seconda edizione ha registrato oltre 1.400 nuove adesioni. Sono 1.000 gli studenti che si iscrivono a ogni sessione di esame, dopo aver frequentato video-lezioni, interagito con tutor e classi virtuali, elaborato con profitto test di apprendimento, come previsto dall’Università Telematica Uninettuno. Nella foto, da sinistra, Francesco Cervino, Anna Maria Cimmino, Stefano Gisonna, Assunta Somma, Donata Soprano, Patrizia Cinquegrano, Giuseppe Strollo, Benedetta Santoro, in attesa di sostenere le prove scritte nella sede di Napoli. 6 SINCRONIZZANDO INDICE n n n PERSONE La parola alla funzione Compliance PUNTI DI VISTA L’energia della TGeneration 8 n n UNO DI NOI 4 Market 14 I responsabili che gestiscono la relazione con la clientela presentano il mercato di Telecom Italia dai loro diversi punti di vista. Quali le competenze necessarie per il futuro della nostra leadership? Il nostro grande freddo n n 18 n 22 n QUESTIONE DI STILE Emozioni in rete con PappanoinWeb 26 n n BUSINESS FACCIAMO IL PUNTO SU... n LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIA Professionisti della prevenzione n Aperti al cittadino L’Open Government sposta il focus dall’erogazione di servizi alla partecipazione attiva n VENITE DA NOI n IL RACCONTO Latte caffè La giovane scrittrice Martina Evangelisti, in esclusiva per Sincronizzando 38 64 Prosegue il nostro percorso nell’eccellenza: è la volta di Campania, Sardegna, Veneto 32 IN COSA POSSO ESSERLE UTILE? 60 La parola a chi gestisce le infrastrutture tecniche elettriche, meccaniche e civili che consentono il funzionamento e lo sviluppo delle reti e dei servizi Viaggio in Italia I colleghi della funzione Servizio di Prevenzione Protezione e Ambiente ci aiutano a garantire la sicurezza sul lavoro e a mantenere l’attenzione sulla tutela dell’ambiente 58 MESTIERI IERI OGGI DOMANI Sempre in prima linea 30 Il progetto customer journey prevede la sperimentazione diretta di prodotti e servizi Telecom Italia, TIM e della concorrenza da parte dei manager, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei nostri servizi ECOSISTEMA Premiati sette progetti, sui 300 presentati, per valorizzare il nostro patrimonio culturale meno conosciuto n PERCHÉ L’HO SCELTO MONDO I nostri beni invisibili 28 Superinternet, l’offerta che agevola il cliente nel mondo web, offre il massimo che la tecnologia ADSL permette. Il nuovo format advertising consumer Sulla via del cliente 56 Telecom Italia ha avvicinato il grande pubblico alla musica classica di qualità per diffondere la cultura e favorire la digital inclusion Sono i colleghi certificati nell’ambito del programma Lean Six Sigma, una risposta concreta alla qualità ed efficienza dei processi n 52 Dalla 2a zona al Future Centre, una passeggiata tra le nostre sedi storiche nel Triveneto n Una storia al futuro C’ERA UNA VOLTA Passaggio a Nord-Est 24 STRUMENTI DI LAVORO n n 46 La scuola: ricordi, successi, stress, giovinezza, ma soprattutto il luogo in cui cominciamo a costruire la nostra cultura con un apprendimento strutturato TECNOLOGIA AL QUOTIDIANO Le cinture? Nere e verdi 44 REPORTAGE Rappresentanti di classe Il progetto New Optical Fiber, per tornare a gestire le attività di realizzazione e manutenzione della rete ottica sul territorio nazionale n SCENARIO Lente di ingrandimento del 45° Rapporto Censis sull’iniziativa locale come leva per far ripartire l’economia INNOVAZIONE Riprendiamoci la fibra 42 COMMENTI Nuovo mondo antico I pilastri della nostra strategia in cinque passi, dalla centralità della persona alla produzione di idee per il futuro del mondo dell’ICT n n LO SPECCHIO DELL’AZIENDA L’intervento di Irene Tinagli SESTANTE Innovazione, qualità, territorio LA PAROLA ALL’ESPERTO Sapere alla portata di tutti L’impegno di Telecom Italia per l’emergenza neve. I racconti dei colleghi coinvolti in prima linea n 40 Come si pone un’impresa socialmente responsabile nella realizzazione del business. L’attenzione continua a valori intangibili come l’etica e la reputazione Il nostro piano di formazione e inserimento nel Gruppo Telecom Italia di oltre 350 giovani che raccontano questa esperienza n A CARTE SCOPERTE 66 1 / 2012 7 8 PERSONE SINCRONIZZANDO PUNTI DI VISTA L’ENERGIA DELLA TGENERATION Il nostro piano di formazione e inserimento nel Gruppo Telecom Italia di oltre 350 giovani che raccontano questa esperienza. 1 / 2012 9 N el luglio scorso, Telecom Italia ha intrapreso un grande progetto per la formazione e l’inserimento in azienda di oltre 350 laureati e laureandi nel prossimo triennio, con un obiettivo chiaro: avvalersi del contributo di giovani che possano rispondere all’esigenza di sviluppo dell’azienda e individuare, tra i migliori, i dirigenti del domani (vedi l’articolo alle pagine 22-23). Due i driver del programma: l’idea che la ricerca e la formazione sono il vero motore dell’innovazione, non solo per le imprese, ma anche per il Sistema Paese; la convinzione che l’apporto delle nuove generazioni, che svolgono spesso un ruolo determinante in ogni processo di cambiamento, possa arricchire i processi di innovazione di Telecom Italia. Sono stati coinvolti i maggiori atenei nazionali, dal Nord al Sud, per cogliere le più aggiornate competenze necessarie in Telecom Italia. Numerosi sono stati gli incontri e i gruppi di lavoro che hanno portato alla stipula di convenzioni e accordi in un numero sempre crescente di realtà accademiche che hanno aderito con entusiasmo. IL MODELLO DI TUTORSHIP Per assicurare ai giovani coinvolti nei diversi percorsi d’apprendimento sviluppati in azienda – apprendistato, master e dottorato – un equilibrato impegno sul campo tra studio e attività di funzione, è stato definito uno specifico modello di tutorship, finalizzato all’orientamento e alla valorizzazione delle competenze dei giovani. Tale modello, ispirato da consolidate best practice realizzate a livello internazionale, garantisce che tutte le fasi dell’inserimento dei laureati e laureandi in azienda – dalla selezione alla formazione per arrivare alla valutazione dell’apprendimento – siano parte di un nuovo processo costruito ad hoc per i giovani, che sia vicino alle loro caratteristiche ed esigenze di sviluppo. Incontrano, infatti, in azienda persone, situazioni, ambienti, dimensioni relazionali del tutto nuove, dinamiche per il conseguimento degli obiettivi che sono profondamente diverse dalla vita e dal contesto accademico. Il modello di tutorship avvicina le due realtà, accademica e aziendale, basandosi sullo scambio reciproco di know how e di visione tra le generazioni e punta in particolare all’autosviluppo personale dei giovani. Per ciascuno di loro c’è una persona speciale – un collega o una collega – formata appositamente per guidarli nell’apprendimento, che li segue per l’intero percorso trasmettendo la propria esperienza in un intenso scambio che arricchisce entrambi. Anna Golovkova e Pierluigi D’Ippolito, apprendisti Technology 10 PERSONE SINCRONIZZANDO PUNTI DI VISTA TRE FORMULE Il programma TGeneration segue tre direttrici: contratti di apprendistato per l’Alta Formazione, destinati a 200 giovani laureandi in ingegneria che sono via via inseriti in ambito Technology/ Open Access, in coerenza con quanto già attivato con il progetto The Day Before per Telecontact Center, finalizzato all’inserimento di ulteriori 200 laureandi in ingegneria ed economia; tre nuovi master post-lauream, rivolti a neolaureati in ingegneria ed economia, progettati in partnership con il Politecnico di Torino, il MIP (la Business School del Politecnico di Milano) e l’Università Federico II di Napoli, con lo scopo di formare 65 giovani su specifiche conoscenze inerenti l’innovazione tecnologica per il mercato; dottorati di ricerca, rivolti a 95 laureati in ingegneria ed economia, con competenze eccellenti e interessati a conseguire il più alto livello di istruzione universitaria, coinvolgendoli in 32 progetti di ricerca su temi di frontiera definiti dalle Linee di Business di Telecom Italia. I ragazzi saranno inseriti in azienda secondo una delle tre formule e, attraverso un attento programma BUSINESS E TECNOLOGIA Alla VI edizione, il Master in Innovazione di Reti e Servizi nel Settore ICT, in collaborazione con il Politecnico di Torino, è stato completamente aggiornato nel programma didattico. L’obiettivo è formare esperti in grado di gestire e portare innovazione nelle reti e nei servizi ICT, con competenze tecniche ma anche di mercato, come ha voluto la nuova progettazione. Per i 17 brillanti ingegneri ammessi, le lezioni sono iniziate il 20 febbraio scorso. Focalizzato sull’integrazione virtuosa tra tecnologie e business, per stimolare un approccio innovativo, è il neonato Master in Business Innovation & ICT Management realizzato in collaborazione con il MIP di Milano. Il master ha avuto inizio il 16 aprile 2012 con 20 partecipanti, non solo laureati in ingegneria ma anche in economia. Sempre nell’anno accademico 2011-2012 partirà la prima edizione del Master Innovazione ICT: Progettazione e Gestione di servizi di nuova generazione e cloud computing, presso l’Università Federico II di Napoli che ha lo scopo di formare 20 ingegneri nella progettazione e gestione di servizi e di architetture basate su reti di telecomunicazione fisse e mobili, con focus sul cloud computing. Ciascun master prevede, dopo la prima fase d’aula, un periodo di stage di sei mesi nelle nostre sedi, dove i partecipanti potranno vivere a stretto contatto con la nostra realtà e respirarne la cultura aziendale. Sopra, gli studenti del Master in Innovazione di Reti e Servizi nel settore ICT – iniziato il 20 febbraio 2012 e giunto alla sesta edizione – realizzato con il Politecnico di Torino. In piedi, da sinistra, Bartolomeo Mastronardi, Giuseppe Barillaro, Damiano Rapone, Giuseppe Simigliani, Vincenzo Liguori, Fabiola Cesarini, Emanuela Cocco, Maria Angelica Salguero Bermont, Valentina Sanna, Emanuele Zingale, Luca Oliva, Andrea Giuseppe Mura; in prima fila, da sinistra, Nicolò Vaccaro, Raul Guerrero, Stefano Petrangeli, Paolo Lobina, Fabio De Lazzari 1 / 2012 11 12 PERSONE SINCRONIZZANDO PUNTI DI VISTA LAVORO E STUDIO un forte orientamento all’apprendimento e grande energia per il raggiungimento dei risultati in contesti competitivi e in continua evoluzione. di tutorship e monitoraggio continuo, verranno individuati i migliori: quanti alla fine potranno essere assunti in Telecom Italia dipenderà anche dalla motivazione, dall’impegno e dalle competenze che i ragazzi avranno dimostrato durante il periodo di inserimento e ricerca in azienda. Tutti i giovani coinvolti dovranno dimostrare di avere LA FORMAZIONE Il piano di formazione e inserimento delineato fin qui è parte di un insieme molto articolato di attività che Telecom Italia porta avanti da tempo con le università e il mondo dell’innovazione, e che comprende partnership strategiche con le migliori università e business school italiane, sponsorizzazioni formative con gli atenei, finalizzate a master, stage e borse di studio, ma anche iniziative come Working Capital e Joint Open Lab. Si tratta in sostanza di un investimento importante in competenze non solo nel settore della tecnologia, ma anche per l’innovazione richiesta al business aziendale. DAL LABORATORIO ALL’INNOVAZIONE DI MERCATO Un momento inedito e particolarmente rilevante dell’incontro tra didattica, ricerca e innovazione è rappresentato dal progetto di inserimento di dottorandi in percorsi strutturati di ricerca finanziati da Telecom Italia su temi definiti dall’azienda e condivisi con le università. L’elemento caratterizzante di questa formula innovativa di inserimento coglie due punti essenziali: dedicare competenze eccellenti quali quelle dei dottorandi, all’individuazione e allo sviluppo di idee al servizio delle aree di business aziendali e formare risorse di grande qualità che maturino un’esperienza on field, trasformando l’azienda nel “nuovo laboratorio di ricerca” per l’applicazione diretta di mercato. Il progetto di ricerca dura 36 mesi ed è curato da un team, normalmente costituito da due ingegneri e un economista/ingegnere gestionale, per favorire una visione integrata tra innovazione tecnologica e business management, lavorando in gruppo. Gli studenti possono partecipare al dottorato di ricerca dopo aver vinto il concorso pubblico nazionale bandito dall’università convenzionata con l’azienda e, per l’intera durata del progetto, percepiscono una borsa di studio dall’ateneo, finanziata da Telecom Italia. Ciascun progetto di ricerca è seguito in azienda da un responsabile di progetto, referente e punto di coordinamento per i dottorandi per le attività di ricerca. In alto, da sinistra, Giuseppe di Bella e Cettina Barcellona, dottorandi del progetto di ricerca e-health - Modelli di sviluppo della sanità digitale; Francesco Lo Bue e Diego Agrò, dottorandi del progetto Cybersecurity. Sopra, l’intervista di Carlo Alberto Carnevale Maffè a Marco Patuano durante il Twitter Time dello scorso febbraio, dedicato alla TGeneration, trasmesso in diretta videostreaming su intranet e su alcuni social media. Nella pagina accanto, da sinistra, in basso, Oscar Civiletti, Vincenzo Brutto e Anna Formisano di Telecontact Center UNA PROPOSTA DEDICATA AI GIOVANI Per avvicinarsi sempre di più al mondo dei giovani e comprenderne a fondo aspirazioni e attitudini, Telecom Italia partecipa da anni ai Career Day e realizza presentazioni sulle nuove iniziative verso gli studenti nelle università, ma ha anche ideato una promozione mirata, per favorire le loro esigenze di network e socialità nel tempo libero. Da giugno 2011 ha avviato una nuova offerta dedicata ai giovani, TIM Young, creata sulla base dei bisogni dei ragazzi di comunicare senza limiti e senza pensieri, e attraverso un mondo di iniziative pensate per coinvolgere il target. Il percorso è stato fatto preservando l’esclusività del mondo “young” ai soli clienti under 30. L’offerta è stata costruita con sms, internet e chiamate verso un numero amico, che sono i principali mezzi di comunicazione tra i giovani. Su TIM Young poi è stato costruito un mondo di opportunità e di occasioni esclusive, come quella di poter ascoltare gratis sul telefonino la musica preferita, grazie a Cubomusica, o quella di partecipare a giochi e concorsi per vincere premi esperienziali come biglietti per i concerti e per gli eventi cool del momento. Quindi se avete amici “giovani” invitateli a entrare nel mondo TIM Young: scopritelo su www.timyoung.it. Il coinvolgimento dei giovani consentirà a Telecom Italia di confermare il proprio impegno allo sviluppo del mercato del lavoro nel nostro Paese come impresa socialmente responsabile. q Marina Giardini Maria Antonietta Russo Remigio Somma fotografie di Domenico Giampà, Patrizia Valfrè e Sergio Fallucca Abbiamo parlato dei giovani e dei loro percorsi d’apprendimento. La redazione di Sincronizzando ne ha incontrati alcuni tra quelli già inseriti nel Gruppo Telecom Italia. In particolare ragazzi già assunti con contratto di apprendistato per alta formazione (part time al 50 per cento per una durata di 18 mesi). Tutti laureandi. Tutti assunti da laureandi. Eh sì, proprio laureandi e non già laureati, come in genere chi entra per la prima volta in azienda. Perché l’originalità di questa modalità di inserimento sta proprio nel consentire ai giovani di entrare nel mondo del lavoro nel corso dell’ultimo anno di laurea, che diventa così anche il primo di apprendimento professionale, in una sovrapposizione temporale virtuosa che crea duplice vantaggio, sia per il giovane sia per l’azienda. Sentiamo il racconto della loro esperienza e iniziamo con i veterani Anna Formisano, Vincenzo Brutto e Oscar Civiletti, assunti nei mesi di giugno e luglio dello scorso anno nel canale Open Market di Telecontact Center e provenienti rispettivamente dalle sedi di Napoli, Catanzaro e Caltanissetta dove è stato avviato il progetto The Day Before. Veniamo accolti con entusiasmo e chiediamo subito ad Anna, 27 anni, laureanda in Ingegneria Gestionale alla Federico II di Napoli, appassionata di cucina e animali, come ha vissuto il momento iniziale dell’inserimento: “Avevo poca esperienza del mondo del lavoro e un grande timore riguardo all’impegno che mi aspettava: non riuscire a laurearmi! Ma da subito ho incontrato persone disponibili e un ambiente favorevole, attento alle mie esigenze rispetto allo studio e agli esami”. Oscar, 27 anni, laurea specialistica in Ingegneria dell’automazione a Palermo, amante delle moto e degli sport estremi, ci parla del percorso formativo. “È una risorsa importante che ci consente di completare il nostro bagaglio culturale e universitario, affrontando temi specialistici come il cloud computing, le reti fisse e mobili e anche argomenti nuovi come i trend di mercato ICT e la cultura d’impresa. Con il training on the job riusciamo poi a toccare con mano situazioni e problematiche in cui è importante l’esperienza”. Vincenzo, 27 anni, laurea specialistica in Ingegneria Biomedica a Catanzaro, capitano di una squadra di calcetto e amante del mare, ci racconta il suo impegno in azienda: “Il mio gruppo lavora nel canale Open Market e forniamo assistenza a clienti come ADR Aeroporti di Roma, Windjet, Posta Certificata, LA7, Italtel. Occorre capire sempre le esigenze di chi sta dall’altro capo del filo e trovare una soluzione definitiva per non far richiamare il cliente. Il rapporto di collaborazione tra colleghi e l’ambiente familiare è fondamentale, anche per il buon esito dei casi particolari”. Proseguiamo la nostra conversazione con gli apprendisti inseriti dal 16 gennaio 2012 nelle strutture di Technology di Roma e lasciamo la parola ad Anna Golovkova e Pierluigi D’Ippolito. Anna, 28 anni, di nazionalità russa, è laureanda in Ingegneria delle tecnologie della comunicazione e dell’informazione presso Roma Tre. È in Italia da un anno e mezzo, adora l’architettura italiana e la danza. Con lei scopriamo come si arriva a partecipare a questa esperienza: “Ho conosciuto Telecom Italia all’università in Russia, al corso sulla rete di trasporto backbone e, quando in Italia ho visto il bando, ho colto subito l’opportunità... speravo di farcela e ci sono riuscita!”. A Pierluigi, 26 anni, laureando in Ingegneria delle Telecomunicazioni a Roma Tor Vergata, chitarrista rock e appassionato di softair, chiediamo di raccontarci la sua impressione su questi giorni in Telecom Italia: “Mi piace molto l’approccio delle persone che lavorano in azienda – dice – sono attente a quello che esprimo e a quello che potrei fare, accogliendo con entusiasmo questa ondata di freschezza. Mi sento responsabilizzato e di conseguenza mi aspetto molto da me stesso, sapendo che il percorso sarà impegnativo”. Chiudiamo chiedendo, in una battuta, ai ragazzi di Telecontact cosa raccontano ai loro familiari e amici 1 / 2012 13 dell’esperienza che stanno vivendo. Dichiarano con decisione: “un passaggio fondamentale per conoscere il cliente”, sostiene Anna, “una nuova forma mentis – aggiunge Oscar – mantenendo la propria identità per aggiungere quel quid che fa la differenza”, “un impegno per partire con il piede giusto”, chiude Vincenzo. Ai ragazzi di Technology chiediamo infine cosa pensano i loro familiari e amici della loro nuova esperienza. Con altrettanta fiducia e decisione rispondono: “Mi hanno fatto i complimenti – spiega Pierluigi – e sono convinti che saprò costruire il mio futuro”, “mia madre – afferma Anna – è molto orgogliosa, sarà un’esperienza sfidante e fantastica”. 14 PERSONE UNO DI NOI SINCRONIZZANDO 1 / 2012 15 4 MARKET ad hoc. Per queste due tipologie di clienti dobbiamo pensare anche ai servizi aggiuntivi che i clienti spesso ci chiedono, quali per esempio l’assurance e il customer care personalizzati. Sulle aziende Medie abbiamo invece adottato un approccio per area territoriale. Qui troviamo imprese riconducibili a molti settori, dal manifatturiero al food, dal farmaceutico al trasporto, che non hanno modelli di business simili ma che sono accomunate da bisogni analoghi sul fronte delle tecnologie. Infine la novità di quest’anno nell’ambito Top è rappresentata dal segmento Medium Enterprise, con realtà piccole e medie sul territorio per le quali il packaging dell’offerta diventa fondamentale. I responsabili che gestiscono la relazione con la clientela presentano il mercato di Telecom Italia dai loro diversi punti di vista. Un confronto sulle competenze necessarie a garantire il futuro della nostra leadership nel Paese. Q uali competenze sono necessarie a questa azienda per la trasformazione? La redazione di Sincronizzando ha organizzato su questo tema un forum con Simone Battiferri, responsabile Top Client and Public Sector, Pietro Labriola, responsabile Business, Luca Rossetto, responsabile Consumer e Alessandro Talotta, responsabile Wholesale Nazionale e Internazionale, che guidano le attività di Go To Market in Telecom Italia. L’incontro si è svolto con un clima aperto e schietto, confermando la volontà di confronto e un sereno spirito di squadra, chiave indispensabile per i risultati positivi sul mercato. Il dibattito è stato condotto pensando alle domande che avrebbero posto sia i lettori interni, i nostri colleghi di Telecom Italia, sia tutti coloro che leggono la rivista sul web e quindi clienti e stakeholder esterni. I quattro responsabili si sono espressi sulle competenze distintive e da rafforzare di Telecom Italia, concentrando il dibattito sulle aree da rafforzare e su quelle su cui far leva per affrontare i cambiamenti in atto. Luca Rossetto. Parlare del mercato Consumer significa parlare di persone che utilizzano quotidianamente la tecnologia in modo spontaneo e naturale per comunicare, informarsi e divertirsi. Sono persone con un budget spesso limitato per i servizi di comunicazione e che, nell’ambito delle loro disponibilità, cercano di far rientrare il massimo che il mercato possa offrire. In questo settore Telecom Italia è certamente il brand che segmenta meno la domanda sia per i servizi fissi sia per quelli mobili. Abbiamo infatti una base clienti molto ampia, varia e diversificata, che rappresenta in sé un valore grandissimo e che pone a noi una sfida in termini di quantità e di focus più impegna- tiva di quella che si pone ad altri operatori con target più mirati. Pietro Labriola. Il segmento Business si caratterizza per la grande eterogeneità della sua clientela: dal negoziante del piccolo esercizio di quartiere al libero professionista, dalla piccola azienda manifatturiera, spesso collocata nelle aree industriali delle città, alla grande impresa con un brand già molto conosciuto sul mercato. Le sfide per noi sono quelle di comprendere le esigenze di ciascun cliente, di coglierne la varietà delle sfumature, di adattare il nostro linguaggio agli interlocutori e di acuire la nostra capacità di ascolto. Per i clienti più piccoli bisogna rendere semplici le cose difficili attraverso un linguaggio non sofisticato dal punto di vista tecnico. D’altro canto quando si parla con le aziende con più di 100 dipendenti i bisogni tendono a essere più sofisticati e il linguaggio deve naturalmente essere più evoluto. Tra questi due estremi ci sono le fasce intermedie come il libero professionista, che spesso innova perché è obbligato ad adempiere a obblighi di legge, o le piccole e medie imprese che devono chiedersi continuamente se convenga loro fare un investimento sulle tecnologie per creare efficienza e risparmio. La nostra difficoltà è quindi quella di parlare in maniera differente e mirata a queste diverse tipologie di clienti. Simone Battiferri. Con il riassetto organizzativo da poco varato è stato completamente rivisto il Go to Market per Top Clients and Public Sector. Il cambiamento è stato dettato dalla semplice convinzione che non era possibile seguire efficacemente tutti i nostri grandi clienti del settore privato e della Pubblica Amministrazione con un approccio unico e indifferenziato. Il Public Sector ha una sua specificità di norme e di esigenze che ne fanno un segmento assolutamente speciale, a esso abbiamo dedicato presidi molto fo- calizzati e messo a disposizione competenze distintive. Guardando dentro il mondo dei Top Clients abbiamo invece trovato Imprese Medio-Piccole e Imprese Medie, Aziende Grandi e Aziende Grandissime, tutte straordinariamente diverse tra loro. Nella parte alta del nostro mercato la sfida è quella di proporre “vestiti su misura” per le Grandissime Aziende senza dover partire sempre dalla “stoffa grezza”, massimizzando l’utilizzo di service elements predefiniti. Le soluzioni standard sono invece la priorità che intendiamo perseguire per le Grandi Aziende con la possibilità, solo quando necessario e conveniente, di procedere all’elaborazione di progetti Sopra, da sinistra, Luca Rossetto, Pietro Labriola, Alessandro Talotta e Simone Battiferri Alessandro Talotta. I nostri clienti sono gli altri operatori licenziatari che insieme a Telecom Italia rappresentano il totale del mercato delle Tlc in Italia. Questo è un momento economico e finanziario difficile perché è complicato recuperare finanziamenti utili agli investimenti, con conseguenti problemi sul credito. Il nostro orientamento oggi è quindi quello di comprendere le priorità del cliente per sviluppare il suo business. Ci sono grandi differenze nel mercato del fisso e del mobile e la difficoltà dei clienti ad avere i finanziamenti per gli investimenti crea naturalmente problemi di sviluppo di mercato. Per noi servire i nostri clienti significa creare efficienza e dare infrastrutture a un costo sostenibile. In particolare per il fisso sono importanti l’efficienza e i progetti innovativi chiavi in mano per la connettività, mentre per il mobile si lavora sulle grandi infrastrutture per consentire lo sviluppo della domanda di broadband mobile. La componente prezzo è quindi per noi una leva fondamentale e cerchiamo di dare più quantità allo stesso prezzo. Labriola. Il punto di forza di Telecom Italia è che abbiamo la possibilità di seguire il cliente a 360 gradi. Il punto di debolezza è che non riusciamo a sfruttare questo vantaggio al meglio perché spesso non ci parliamo. A tutt’oggi capita di fare riunioni nelle quali si può constatare che Funzioni diverse non interagiscono tra loro. Siamo un’azienda ancora troppo legata alle gerarchie e agli “orticelli”, quando in realtà la cosa importante è che non riusciremo mai a essere vincenti se l’ap- 16 PERSONE UNO DI NOI SINCRONIZZANDO Broaden your Life proccio è quello di definire il confine e spesso, per evitare di creare problemi a qualcun altro, è quello di allargare la distanza tra confini lasciando nel mezzo ampi spazi vuoti e non presidiati. Io dico che sarebbe preferibile avere un minimo di sovrapposizione, perché almeno si riuscirebbe a coprire tutto. E, anche se la sovrapposizione di tanto in tanto può generare sfridi e discussioni, da essa scaturisce sempre qualcosa di sano e costruttivo. Far notare di tanto in tanto che qualcosa non va in un’area che non è la mia non deve essere bollato come un atto di delazione, dal momento che abbiamo tutti un obiettivo comune, quello di servire il cliente garantendo così il futuro della nostra azienda. Nella mia funzione questa è la battaglia quotidiana che combatto. Per esempio, Luca Rossetto può essere un amico, ma se sta facendo una scelta sbagliata io devo farglielo notare e se non riusciamo a trovare una soluzione è giusto che si passi a un livello decisionale superiore. Rossetto. Non abbiamo la cultura del feedback e non abbiamo ancora fiducia sistematica nel feedback degli altri. Bisogna darsi feedback diretti basati sui fatti e non sulle percezioni poiché questo è un modo per crescere organizzativamente. Telecom Italia rappresenta un concentrato di competenze multi- usiness... B r u o y d Clou ...it’s easier disciplinari che non ha eguali nel nostro settore. Tuttavia mettere in comune le diverse competenze e scatenarle per competere sul mercato non ci è sempre naturale. Battiferri. Una caratteristica tipica della nostra azienda è stata quella di una certa autoreferenzialità, a volte anche ostentata. Le cose stanno però mano a mano cambiando, anche se c’è ancora la tendenza a vivere molto all’interno dei nostri confini più che a confrontarsi con quello che succede sul Mercato. Anche se in aziende grandi come la nostra il rapporto diretto con il cliente è appannaggio solo di una minoranza di colleghi, deve crescere in tutti la consapevolezza che Telecom Italia ha la sua ragion d’essere proprio nel mondo esterno, con i clienti e con le loro esigenze. Bisogna quindi continuare a chiedere alle nostre persone, come stiamo facendo già da qualche tempo, un atteggiamento diverso, dobbiamo imparare cose nuove e affrontare nuove sfide, guardando fuori e non dentro. Ci stiamo arrivando ma, ripeto, con una certa lentezza. Occorre accelerare il passo in maniera decisa. Talotta. Questa è un’azienda che sta seguendo un processo di trasformazione iniziato qualche anno fa e che è passata per varie fa- si di sperimentazione. Sono diversi anni che sperimentiamo modelli organizzativi differenti cercando di adattarci alle esigenze del mercato. I diversi modelli applicati di volta in volta per adattarci al mercato all’inizio erano lenti e poco efficaci, mentre adesso iniziano a essere veloci ed efficaci. Vuol dire che c’è un apprendimento rapido e la conoscenza di quello che sta accadendo sul mercato è superiore rispetto a prima. Rossetto. Siamo lenti. Sono d’accordo con Alessandro quando dice che stiamo correndo, ma abbiamo bisogno della velocità del ghepardo per avere successo e leadership in un mercato e in un contesto economico molto impegnativi. Viviamo in un sistema in cui in cinque anni nascono e diventano giganti aziende che prima non c’erano. È vero che noi dominiamo il nostro cliente nel senso che lo vediamo in un processo end to end, abbiamo competenze, esperienza, ma ci sono tre trappole – almeno in ambito consumer – alle quali fare attenzione: “questo non lo abbiamo mai fatto”, “questo lo abbiamo già fatto e non ha funzionato”, “in fondo andiamo abbastanza bene”. Ricordiamoci che siamo un’azienda con una grande ricchezza finanziaria, tecnologica, manageriale, di competenze e molto determinata, che ha la poten- ections Enable Worldwide Conn zialità di affrontare qualsiasi crisi in modo migliore rispetto a qualunque altro. Battiferri. Abbiamo grandissime competenze interne, una presenza sul mercato ineguagliata e ineguagliabile, abbiamo una capacità di investimento che non ha nessuno dei nostri competitor. Citando Woody Allen mi verrebbe da dire: “c’è solo un ostacolo tra noi e il successo: siamo noi stessi!”. A parte gli scherzi, abbiamo un problema culturale e, mentre la tecnologia si può comprare, la cultura è qualcosa che si deve creare e ha tempi di diffusione molto più lenti. Ma, considerando le dimensioni del cambiamento e la nostra complessità, le premesse per fare bene ci sono tutte e siamo comunque a buon punto nel nostro cammino. Labriola. Un altro tema che vedo è il seguente: la nostra azienda vuole recuperare la strategicità del territorio ma c’è un problema di comunicazione tra funzioni centrali e funzioni territoriali. Spesso ciò che viene deciso centralmente viene comunicato top-down senza spiegare le logiche che ci sono dietro. Una delle cose che dico più frequentemente è che non mi interessa dare l’ordine ma piuttosto fornire la spiegazione che vi è alla base. Se non iniziamo a coinvolgere le persone nei 1 / 2012 17 ss... Cloud your Busine ...build the future processi decisionali, applicando un modello da fabbrica industriale invece che uno concepito per un’azienda di servizi, avremo persone che quando hanno un problema non capiranno mai come poterlo risolvere. Talotta. Quello che vedo io è che troppe volte si mette in discussione la decisione presa e questo crea dei rallentamenti. Rossetto. Io sono abbastanza d’accordo con Alessandro perché probabilmente non discutiamo abbastanza a fondo i temi più critici per il business. Quando poi si conclude, non si deve concludere necessariamente con il consenso raggiunto da tutti, perché la media ponderata dei punti di vista non garantisce la soluzione giusta. Bisogna concludere la discussione e andare in esecuzione con disciplina e costanza. Labriola. Sono d’accordo, ma questo è vero per chi è a un livello manageriale. Ricordiamoci però, che chi fa muovere la macchina sono spesso i nostri specialisti e professional. Di solito non è il mio partner manager che rimette in discussione quanto io ho deciso, eppure il mio partner manager, che è un quinto o sesto livello, ha uno dei ruoli più importanti perché è quello seduto accanto al mio imprenditore e deve spiegargli la nostra strategia. Se a questa persona abbiamo chiesto per esempio di lavorare sulla leva della quantità e non abbiamo accompagnato questa comunicazione con la spiegazione del perché bisogna andare in questa direzione e sul come fare, il modo in cui si muoverà potrà essere non efficace. Battiferri. Oltre a quello che dice Pietro, su questo tema vorrei evidenziare che talvolta, anche quando si sia raggiunto un accordo su una determinata tematica tra tutti gli attori coinvolti e si scende al livello inferiore, la discussione inizia nuovamente generando confusione tra il momento del confronto, il momento della decisione, quello dell’allineamento e quello dell’execution. Questo ciclo purtroppo può ripetersi a ogni livello organizzativo. Quindi se, invece di pensare alla gestione dei confini e del chi fa cosa, una volta finita la fase del confronto e presa la decisione, pensassimo più all’execution della stessa, sicuramente questo aiuterebbe tutti. È un tema culturale che viene dalla nostra storia e oggi abbiamo la necessità di continuare a cambiare per potere garantire il successo della trasformazione in atto. q Ida Sirolli fotografie di Katia Carota 18 PERSONE SINCRONIZZANDO UNO DI NOI 1 / 2012 19 IL NOSTRO GRANDE FREDDO L’impegno di Telecom Italia per l’emergenza neve si sintetizza nelle parole di Franco Bernabè: “... tra i tanti disservizi che hanno afflitto le zone colpite dal maltempo non ho mai sentito citare problemi riferiti a noi”. Il racconto dei colleghi in prima linea. L Riccardo Adelini unedì 30 gennaio 2012, avviso dei colleghi di Security/Crisis Management: “Per la mattinata di domani, martedì 31 gennaio 2012, e per le successive 24-36 ore, si prevedono nevicate: fino a quote di pianura su Piemonte, Lombardia e Liguria, in estensione dal pomeriggio su Emilia-Romagna, Toscana, Marche e Umbria, e a seguire, inizialmente a quote superiori a 400-600 metri, su Lazio, Abruzzo e Molise, in graduale abbassamento fino a 100-300 metri”. Il messaggio è inequivocabile, ma chi può immaginare che buona parte del nostro Paese andrà, per circa tre settimane, a competere con le località siberiane per temperature e precipitazioni? Bisogna affrontare l’emergenza con le “fabbriche” di Network Operations, Open Ac- Da sinistra, Andrea Voltolina, Stefano Masini, Franco Tiziani, Massimo Bontempi, Paolo Ajolfi, Giorgio Bonfiglioli, Paolo Di Feliciantonio, Claudio Demaria. Sopra, un UCR liberato dalla neve grazie all’intervento del tecnico di commutazione Saule Versari dell’AOA Nord Est, Longiano (Forlì-Cesena) cess, e Technical Infrastructure. È già tanto che non sia venerdì, con i presidi ridotti al minimo per il weekend. Che il vecchio Murphy si sia distratto? Mai pensare di fregarlo: nel pomeriggio di martedì, come da copione, inizia a nevicare massicciamente. Le conseguenze delle precipitazioni si protrarranno per una ventina di giorni. Ecco la testimonianza chi è sceso in campo a giocare questa partita impegnativa. MASSIMO BONTEMPI - TECHNOLOGY OPEN ACCESS AOA/NE AOL MARCHE “L’evento meteorologico dello scorso febbraio non trova riscontro neppure nella memoria degli ultracentenari. In due occasioni, a sette 20 PERSONE SINCRONIZZANDO UNO DI NOI giorni di distanza, metri e metri di neve non su una località sciistica o su un passo di montagna ma sulle nostre città. Un micidiale destrosinistro davvero difficile da assorbire senza andare al tappeto. Ma abbiamo risposto: abbiamo fatto riemergere impianti completamente sommersi, procedendo con le ciaspole o sui mezzi della protezione civile per chilometri e chilometri, inciampando su cartelli stradali coperti dalla neve, avanzando nei boschi come Indiana Jones – come scrive un media locale – ripristinando celermente i servizi di telecomunicazioni sia fissi sia mobili ricollegando al mondo località isolate. I ‘messaggi nella bottiglia’: l’abnegazione, il senso di appartenenza a un’azienda che ha come missione il servizio, la tenacia dei protagonisti e la solidarietà da parte di colleghi di altri territori, accorsi in aiuto. Non avevo alcun dubbio che così sarebbe avvenuto. È stato un periodo terribile e magnifico al tempo stesso, che racconteremo ai nostri nipoti dicendo: io c’ero!”. GIORGIO BONFIGLIOLI E PAOLO AJOLFI TECHNOLOGY OPEN ACCESS AOA/NE AOL EMILIA OVEST “Quando si pensa a Reggio e a Modena, vengono di solito in mente il buon cibo, la disfida dei lambruschi, gli ineguagliabili bolidi della Motor Valley. Ma nessuno penserebbe mai a Zanna Bianca, a Kirk Douglas che assalta in Norvegia la base segreta dei cattivi con gli sci da telemark o a Stefania Belmondo che in staffetta lotta per la sua dieci chilometri olimpica. Ecco la cronaca di quanto è successo nell’Alto Frignano all’inizio di febbraio. La frontiera ‘da conquistare’ è una stazione radio base che si è pie- gata sotto il peso di 110 centimetri di neve rendendosi inespugnabile. Gli sci di Kirk sono stati sostituiti da meno nobili, ma più efficaci, racchette e la slitta trainata da Zanna Bianca non ospita più Franco Nero, ma una scorta Nokia da 20 chili. Tania (Badodi), abbandonata la 4x4 nell’ultimo punto carrabile, ha ora una tre chilometri di fondo da affrontare in staffetta con Mauro (Zuliani) e Decenzio (Ferrari) e con una slitta da 20 chili da portare in quota. I tre staffettisti capiscono di avere in pugno la partita non appena sul loro HTC rispuntano le cinque tacche... e immediatamente dopo se ne accorgono anche i nostri clienti dell'Alto Frignano. Grazie Tania, Grazie Mauro, Grazie Decenzio”. STEFANO MASINI - TECHNOLOGY OPEN ACCESS AOA/NE AOL ROMAGNA “Leggo sui depliant: ‘La Romagna, il divertimento per eccellenza dove tutto è possibile, qualunque cosa tu voglia fare’. E che tutto sia veramente possibile l’ho scoperto a febbraio. Non mi sarei mai aspettato che una località famosa per il mare, le spiagge, i parchi divertimento e il sole si sarebbe trasformata in poche ore in un luogo capace di fare concorrenza a Cortina o a Davos... La perturbazione ci ha colpito duramente, soprattutto nella zona dell’Alta Valmarecchia, dove la neve ha raggiunto l’altezza record di tre metri abbondanti e nella provincia di Forlì-Cesena, con strade bloccate, migliaia di automobilisti rassegnati a muoversi a piedi parcheggiando dove possibile, treni fermi sui binari con centinaia di persone a bordo, centinaia di famiglie sfollate dalle proprie abitazioni per il pericolo di crollo dei tetti sotto il peso della neve. Di 1 / 2012 21 IL RUOLO DI SECURITY CRISIS MANAGEMENT PROTEZIONE CIVILE fronte a questo scenario, con i Comuni e le Prefetture attive a coordinare la macchina dei soccorsi, possiamo affermare con orgoglio di aver dato il nostro contributo, con i colleghi di Crisis Management/Protezione Civile, garantendo soprattutto la funzionalità della rete radiomobile e consentendo il coordinamento delle squadre di pronto intervento della Protezione Civile. Per due settimane ci siamo dimenticati del sabato e della domenica. Tutti hanno risposto presente alla chiamata alle armi dando massima disponibilità”. ANTONINO ORLANDO - TECHNICAL INFRASTRUCTURES AREA SUD “A dispetto degli stereotipi che caratterizzano il Sud anche noi, nelle prime settimane di febbraio, ci siamo svegliati circondati da un sorprendente paesaggio polare. Le condizioni metereologiche avevano generato molteplici interruzioni di energia elettrica, la ‘benzina’ degli impianti di telecomunicazione. I tecnici di Infrastructures, insieme a Protezione Civile e Vigili del Fuoco, hanno compiuto azioni in condizioni limite raggiungendo centri isolati per mancanza di energia elettrica, ripristinando il servizio con i gruppi elettrogeni di soccorso in nostra dotazione. Le nostre famiglie sono passate, una volta tan- to, in secondo piano, come pure l’orario di lavoro, i pranzi e talvolta anche le cene, senza che, tuttavia, venisse a mancare l’entusiasmo per il lavoro. Un grazie a coloro che mi hanno fatto sentire orgoglioso di appartenere alla squadra di Technology e in particolare ai colleghi della Campania, della Calabria e della Basilicata Gianfedele Cosentino, Antonio Todisco, Eugenio Galiano, Antonio Satriano, Silvano Recupido, Luigi Iovini, Carlo Sarracino che abbandonando le 4x4 hanno percorso l’ultimo chilometro a piedi trasportando gasolio e convertitori per il ripristino del servizio”. PAOLO CANTORO - TECHNICAL INFRASTRUCTURES AREA CENTRO “Anche in Abruzzo quello che è successo a febbraio ha avuto, in termini di intensità di precipitazioni nevose, un carattere di assoluta straordinarietà. Un esempio per tutti: Balsorano, vicino a L’Aquila, è rimasto letteralmente isolato per tre giorni. L’avvio dell’intervento di ripristino viene concordato con la Prefettura per la mattinata di domenica 5. A notte fonda una task force riesce a raggiungere il centro abitato con mezzi speciali della Protezione Civile. Dopo alcune ore, aiutati anche dalla popolazione e con mezzi del Comune, riusciamo ad accedere alla nostra centrale. Dopo circa 30 minuti tornano a funzionare telefoni, modem e cellulari dei cittadini del paese. Ce ne torniamo a casa sfiniti, ma orgogliosi per il lavoro svolto al servizio della comunità”. In queste pagine, alcuni interventi di manutenzione straordinaria realizzate dai colleghi di Technology a seguito delle nevicate di febbraio, monte Petrano (Pesaro-Urbino) FABRIZIO SILVESTRI - NETWORK OPERATIONS NETWORK MAINTENANCE “Roma, sabato, ore 7. Luca, quattro anni, si arrampica sulla sedia. La faccia e le manine appiccicate al vetro della finestra: ‘papà, guarda... nevica!’, esclama. Al tempo stesso sugli schermi dei Centri di Supervisione a Milano, Bologna, Firenze, Roma e Napoli, si infittiscono le lucette rosse. Abbiamo rinforzato i presidi, ma ecco le prime telefonate Il racconto è di Letizia Stazi: “Sheraton Golf: corso di Nodi Manageriali, immersa nell’Etica vengo catapultata nella ‘realtà’ da una telefonata del Dipartimento che mi convoca per le 19.30 al Comitato Operativo, attivato in modalità permanente, a causa delle intese nevicate che stanno interessando la penisola. Da questo momento si scatena il finimondo in un crescendo ‘rossiniano’ di tensione, telefonate, email, richieste... Ho vissuto per una settimana, alternandomi con Fabrizio Sette, al Dipartimento, in contatto, pressoché continuo, con i colleghi del territorio. Non si può capire la tensione di quei momenti nei quali bisogna far fronte a tante pressioni nell’urgenza. Per esempio la richiesta del Capo Dipartimento Franco Gabrielli di avere continui aggiornamenti dello stato dei servizi di telefonia fissa e mobile nelle aree colpite e la ricerca di sinergie con gli organi istituzionali e le altre società di servizi per dare il supporto logistico, indispensabile ai nostri tecnici, per realizzare interventi particolarmente complessi”. Maria Letizia Stazi Fabrizio Sette dei colleghi che non riescono a uscire di casa. La risposta arriva dai Centri: ‘rimaniamo noi finché non arrivano i cambi, non molliamo’. Sono i colleghi che diagnosticano i guasti, danno assistenza ai tecnici esterni, monitorano le congestioni e smistano il traffico. I garanti dell’E2E. Due volte al giorno inviamo un bollettino che sintetizza in due righe la situazione della rete a livello nazionale e informa l’azienda sullo stato dei nostri impianti fissi e mobili. Per tre lunghe settimane. Fino al termine dell’emergenza”. q Stefano Paggi Raoul Pieroni Venanzio Iacozzilli Salvatore Aiello Paolo Ajolfi Giorgio Bonfiglioli Massimo Bontempi Paolo Cantoro Claudio Demaria Massimiliano Dotti Stefano Masini Antonino Orlando Claudio Seguiti Fabrizio Silvestri 22 PERSONE SESTANTE SINCRONIZZANDO INNOVAZIONE, QUALITÀ, TERRITORIO I pilastri della nostra strategia in cinque passi, dalla centralità della persona alla produzione di idee per il futuro del mondo dell’ICT. INTERNET: LA PERSONA AL CENTRO G li effetti che Internet ha prodotto sulle nostre vite sono moltissimi, ma se dovessi indicare l’effetto più rilevante direi la crescita straordinaria del ruolo dell’individuo all’interno delle dinamiche economiche e sociali. La democratizzazione diffusa. Internet ha messo al centro la persona, le persone. Le persone, con i loro desideri e la loro identità, si sono rimesse al centro, e in gioco, grazie a Internet. Questo effetto si è moltiplicato attraverso i terminali mobili di ultima generazione. La centralità della persona si è ampliata grazie alla qualità squisitamente individuale della telefonia mobile. La telefonia mobile, come sostengo da tempo, al di là della categoria tecnologica andrebbe più correttamente definita telefonia personale. Ciò che caratterizza un telefono mobile e che lo distingue da uno fisso, non è la mobilità, ma la proprietà e l’utilizzo individuale. L’incontro tra Internet, gli smartphone e i tablet ha generato un fattore moltiplicativo a vantaggio dell’esperienza individuale: tutto, sempre di più, ruota attorno alle persone. 1 / 2012 23 LA PRESENZA ARTICOLATA T LA REGOLA INDEROGABILE L’ECOSISTEMA DELLA TGENERATION C Generation è il nome che abbiamo dato a una serie di iniziative che Telecom Italia ha avviato con il mondo delle università e della ricerca e, più in generale, con l’ecosistema allargato dell’innovazione. Iniziative che vedono coinvolti molti giovani: ricercatori, partecipanti ai progetti di formazione, nuovi assunti, innovatori. T sta per Telecom Italia, TIM, Telefonia, Talento, Trasformazione, Tecnologia, Territorio e molto altro. T è l’insieme dei fatti e dei valori che costituiscono l’identità di Telecom Italia. Un’identità che cambia nel tempo, che deve adattarsi ai mutamenti del mercato, all’emergere e all’affer- he si tratti di banda larga o ultra-larga, fissa o mobile, di cloud computing, di infrastrutture digitali, di offerte o altro ancora, tutto deve rispettare il comandamento della qualità. La qualità, in Telecom Italia, deve diventare una regola inderogabile. Assieme alla qualità, un ruolo di primaria importanza deve averlo l’innovazione. L’innovazione ha un ruolo centrale nello sviluppo futuro del nostro mercato. Senza qualità e innovazione non possiamo soddisfare efficacemente i bisogni dei nostri clienti. Entrambe trovano riflesso in alcuni tra i principi più importanti che ispirano il nostro Codice Etico. All’articolo 2, quello in cui si elencano gli Obiettivi e i Valori delle Società del Gruppo, si fa esplicito riferimento al “perseguimento dell’eccellenza e della competitività nel mercato, offrendo ai propri clienti prodotti e servizi di qualità, che rispondano in maniera efficiente alle loro esigenze”. Le scelte di business devono sempre essere espressione del nostro Codice Etico, manifestazione concreta della convinzione che l’etica nella conduzione degli affari sia anche condizione del successo dell’impresa. T marsi di nuovi bisogni. La TGeneration è il capitale umano, tecnologico e formativo che definisce l’identità presente e futura di Telecom Italia. Investiamo in iniziative e progetti legati al mondo universitario perché la formazione dei giovani e la ricerca sono il motore dell’innovazione. Il futuro di Telecom Italia è necessariamente legato ai giovani e alla capacità di fare innovazione (vedi il dossier alle pagine 8-13, ndr). La capacità di innovare non è prerogativa dei giovani, ma le nuove generazioni hanno sicuramente un ruolo cruciale in tutti i processi di rinnovamento. elecom Italia vanta una straordinaria articolazione sul territorio. Tutta la sua storia è profondamente legata alla geografia fisica, antropica, sociale, economica del nostro Paese. Bene, in un’epoca dominata dalla georeferenziazione, nell’era di Google Maps e di Foursquare, dobbiamo ridare slancio al network di relazioni sul territorio, valorizzare le specificità locali in termini tecnologici, istituzionali e commerciali, e cogliere tutte le opportunità che ne derivano. Essere vicini al cliente significa anche saperne interpretare e soddisfare i bisogni in relazione alla sua identità regionale, comunale, distrettuale. Le condizioni socio-economiche e culturali variano da regione a regione, con importanti riflessi sui consumi e sulla domanda di beni e servizi. La nostra risposta deve essere differenziata, puntuale, ad hoc. LA COMMUNITY DELLE IDEE W orking Capital in due anni ha creato la più ampia community nazionale sull’innovazione, ha promosso un grande movimento d’opinione attorno a un progetto di comunicazione. Quest’anno abbiamo deciso di fare un passo avanti, generando un portfolio. Working Capital 2012 trasforma infatti le idee in impresa: investe nelle idee migliori e le fa accadere. È una edizione tutta orientata all’attuazione concreta dei progetti, sia in termini di investimento sia di supporto operativo. C’è più pratica e meno teoria. Più workshop e meno telecamere. Più mentorship e meno microfoni. Idee da realizzare, punto. Working Capital 2012 non è più solo un abilitatore di startup, diventa a tutti gli effetti un acceleratore di innovazione capace di generare un portfolio coerente con i piani di sviluppo di Telecom Italia, con l’obiettivo di assumere la leadership di un progetto di crescita per il sistema Paese, sul modello di Startup America. a cura di Paolo Priolo Fonte: discorsi dell’AD Marco Patuano gennaio-aprile 2012 24 INNOVAZIONE SINCRONIZZANDO TECNOLOGIA AL QUOTIDIANO 1 / 2012 25 I NUMERI DELLA FORMAZIONE Il percorso formativo è partito a novembre 2011 e si concluderà entro giugno 2012. • 16 tutor • 422 tecnici in aula • 4 moduli formativi • 9 centri di formazione: Battipaglia, Bologna, Catania, Firenze, Mestre, Milano, Oristano, Roma e Torino U RIPRENDIAMOCI LA FIBRA È in campo da alcuni mesi il progetto New Optical Fiber, pensato per tornare a gestire le attività di realizzazione e manutenzione della rete ottica sul territorio nazionale. n progetto maturato nel tempo. Nel 2009 è stato costituito un gruppo di lavoro – in ambito Open Access – con l’obiettivo di individuare percorso, modalità di funzionamento e modello organizzativo per consentire la piena operatività con manodopera sociale sulle attività di esercizio, manutenzione, delivery e creation della rete in fibra ottica. Inizialmente riguarderà la sola rete ottica distribuita in viabilità ordinaria, per poi procedere in una seconda fase con le attività relative alla Rete di Transito Nazionale – RTN, posata in sede autostradale. La parola chiave quindi è internalizzazione, sia per quanto riguarda le attività di manutenzione sia per gli spostamenti e la realizzazione di impianti, recuperando autonomia nei confronti delle imprese esterne e portando in azienda il know how relativo alla fibra ottica. È importante sottolineare che il progetto GLI AMBITI OPERATIVI DEL PROGETTO • Rete in rame di giunzione e distribuzione • Rete ottica di giunzione in viabilità ordinaria • Rete ottica di distribuzione • Rete ottica NGAN orizzontale non è circoscritto solo alla fibra ottica, ma riguarderà anche la rete di giunzione e distribuzione in rame attraverso una continuità di presidio dell’esercizio e della manutenzione assicurata da nuclei di tecnici dedicati. Tutto questo assume rilevanza strategica per il futuro, ma comporta effetti significativi anche nell’immediato. L’attenzione è alta sugli aspetti economici: le attività finora affidate alle imprese – a esclusione delle sole opere civili – possono essere realizzate in completa autonomia con personale e mezzi interni. Basti pensare che è stato già rivisto il contratto verso terzi prevedendo un graduale azzeramento della quota relativa alla manutenzione correttiva della rete regionale e di accesso a partire da gennaio 2012. Nell’immediato il progetto si pone anche l’obiettivo del miglioramento della qualità della rete – ottica e in rame – attraverso un’intensa e continua attività di risanamento e manutenzione, fino ad arrivare all’allineamento delle banche dati, ai collaudi, alle campagne di misura e alla diagnosi e localizzazione dei guasti. E naturalmente l’NGAN: l’implementazione della nuova rete sul territorio nazionale è in crescita, ed è sicuramente necessario avere team dedicati come punti di riferimento. Sopra, in piedi, da sinistra, Valentino Frau, Giuseppe Buttafuoco, Stefano Lecco, Jos Brants, Nicola Ferrari, Francesco Novi, Lorenzo Sorrentino, Claudio Guidolin, Mario Spera, David Giuli e Gianni De Felice; in prima fila, da sinistra, Giancarlo Mattiangeli, Francesco Valli, Giuseppe Palmeri, Massimo Defraia, Mauro Vomiero, Valentino Segradin e Damiano Truglia. Nella pagina accanto, Alessio Micheli ORGANIZZAZIONE DEI TEAM Andiamo con ordine ripercorrendo le tappe più significative del processo. La prima è stata quella di individuare la struttura organizzativa idonea all’interno della quale collocare l’attività, tenendo conto delle circostanze operative e degli impianti in esercizio. In tal senso è stato previsto di identificare, nell’ambito di ciascuna AOL (Access Operations Line) un nucleo NOF (New Optical Fiber) in seno a una AOU (Access Operations Unit), costituito da un team di tecnici specializzati e dedicati alla fibra. I team sono opportunamente dislocati a copertura dell’intero territorio nazionale e organizzati in modo da ottimizzare sia le risorse dedicate alle attività operative sia quelle dedicate alle attività di coordinamento e relazione con i clienti, interni ed esterni. Altra tappa fondamentale per l’intero processo è rappresentata dalla formazione: è stato avviato uno specifico piano formativo rivolto agli ex tecnici portanti fisici in rame e ai tecnici Impianti e Servizi che svolgeranno le attività previste dal progetto. È stato realizzato dapprima formando sia tecnicamente che metodologicamente 16 risorse – i tutor – che hanno poi assunto il ruolo di docenti, facilitatori e supervisori dell’intera attività di formazione. Un percor- so molto impegnativo che prevede inoltre un ciclo di verifiche finali per ogni singolo tecnico. IL FUTURO Un nucleo composto da personale altamente specializzato e mezzi dedicati costituisce sicuramente un’ottima base di partenza per i successivi sviluppi. Uno degli obiettivi più ambiti per il futuro è rappresentato dall’internalizzazione di esercizio e manutenzione dell’intera rete di transito nazionale posata lungo il percorso delle autostrade, da sempre affidata all’impresa SIRTI. Un’ulteriore importante opportunità di crescita sarà rappresentata dalla possibilità di proporsi – ad altri operatori di telecomunicazioni, aziende municipalizzate e chiunque in possesso di reti ottiche – come esercenti e manutentori a fronte di canoni prestabiliti. Open Access avrà, infatti, sull’intero territorio nazionale un’organizzazione di esercizio e manutenzione assolutamente non replicabile in termini di professionalità, copertura del territorio nazionale e tempestività d’intervento. q David Giuli Nicola Ferrari Giovanni Zizzari ha collaborato Francesco Costanzo fotografie di Giuseppe Di Lorenzo 26 INNOVAZIONE SINCRONIZZANDO STRUMENTI DI LAVORO VALENTINA NAPPI BLACK BELT, MARZO 2011 CONSUMER “L’esperienza LSS è stata entusiasmante, amo molto lavorare in team e la forza della squadra è la forza del progetto. All’inizio c’è molto fermento perché bisogna approcciare argomenti nuovi per tutti i componenti del gruppo in modo veloce e approfondito. Man mano che si prosegue nell’attività, supportati da una metodologia strutturata in fasi ben definite e grazie anche ai numerosi strumenti a disposizione, ciascun partecipante trova il modo di dare un contributo essenziale e personale alla buona riuscita del progetto. È affascinante come in poco tempo risorse con competenze differenti riescano a dar vita a progetti e soluzioni così accurati ed efficaci”. LE CINTURE? NERE E VERDI Sono i colleghi certificati nell’ambito del programma Lean Six Sigma, una risposta concreta alla qualità ed efficienza dei processi. U na metodologia per il miglioramento continuo. Si tratta del Lean Six Sigma che nasce dall’integrazione fra l’approccio Lean Manufacturing e la metodologia Sei Sigma. La sua applicazione consente di perseguire simultaneamente il miglioramento della qualità dei processi tramite la riduzione della variabilità rispetto alla richiesta del cliente e l’incremento della velocità attraverso l’eliminazione delle fasi prive di valore aggiunto e la riduzione degli sprechi. In particolare il programma Lean Six Sigma di Telecom Italia ha l’obiettivo di realizzare progetti di process improvement su aree di interesse in tutte le funzioni aziendali e si connota per due elementi distintivi: l’attenta identificazione dei progetti da lanciare, attraverso analisi costi/benefici e analisi dei parametri che possono influenzare direttamente o indirettamente il progetto (stakeholder, sponsorship, importanza critica sul sistema e così via); l’enfasi posta sul potenziamento della professionalità delle persone presenti in azienda. I progetti infatti sono condotti da team composti da risorse in formazione su due ruoli, Green Belt e Black Belt, uno più junior, l’altro di seniority più elevata. L’azienda pertanto investe sul capitale umano e su know how interni. 1 / 2012 27 VALERIA ELIA GREEN BELT, NOVEMBRE 2010 HUMAN RESOURCES & ORGANIZATION “La partecipazione al programma LSS? Un’esperienza coinvolgente, intensa e di grande soddisfazione. Coinvolgente è stato il clima di team working e di messa in comune di esperienze diverse, intenso il ritmo di aula e di lavoro sul progetto, grande soddisfazione è derivata dalla preparazione della celebration finale e dall’impatto sull’audience delle conclusioni di progetto. Il punto di forza del programma LSS? Puntare sul capitale di competenze interne all’azienda e metterlo ‘al lavoro’ in logica di progetto. I risultati sono arrivati e con orgoglio posso dire che ci sono stati riconosciuti”. PAOLA MARINO Il programma è stato introdotto in Telecom Italia nel 2009 e da allora ne sono state realizzate quattro edizioni che hanno portato alla certificazione di 74 risorse di diversa estrazione organizzativa e alla realizzazione di 13 progetti di improvement su differenti aree aziendali (di staff, commerciali, eccetera). GREEN BELT, LUGLIO 2009 HUMAN RESOURCES & ORGANIZATION “Ho avuto l’opportunità e il piacere di partecipare nel 2009 a una delle edizioni pilota del percorso formativo sulla metodologia Lean Six Sigma. Oltre alla soddisfazione di aver potuto conseguire la certificazione internazionale di Green Belt, contemporaneamente partecipando a un progetto vero di ricerca dell’efficienza e della qualità di un importante processo aziendale, non posso fare a meno di raccontare quanto, con tutto il gruppo dei 20 pionieri, mi sono divertita: abbiamo misurato, campionato, calcolato metriche... i nostri visi talvolta sbalorditi, ma sempre tra battute spiritose, grande complicità e strettissima collaborazione con la line che ci sosteneva. C’è voluta un po’ di buona volontà per rimettersi a studiare certe cose, ma ne è valsa la pena: abbiamo accresciuto le nostre competenze e siamo tutti tornati un po’ ragazzi”. UN NUOVO MODO DI VIVERE IN AZIENDA Per chi ha partecipato, questa esperienza non si è conclusa con la fine del progetto: si è trasformata in un patrimonio professionale e personale che ha inciso profondamente sul modo di vivere in azienda. Ha cambiato l’approccio al tema del miglioramento dei processi e ha valorizzato in ciascuno la propensione a lavorare in team, a confrontarsi con gli altri e a trarre beneficio dalle differenze reciproche pur nell’applicazione di una metodologia comune. Il programma pertanto rappresenta l’opportunità per Telecom Italia di muoversi efficacemente in una logica di trasversalità delle competenze, di aiuto e supporto (e non in antitesi) alle professionalità verticali presenti nell’organizzazione tipicamente funzionale. q Michela Di Carlo fotografie di Daniele Antoni Paoli Sopra, da sinistra, Aldo Resciniti ed Eliana Tius. In alto, da sinistra, Eliana Tius, Aldo Resciniti, Alessia Menichella e Alessandra Impallomeni. Nella pagina accanto, da sinistra di spalle, Alessandro Liguori, Eliana Tius; in piedi Alessandra Impallomeni, Aldo Resciniti, Alessia Menichella e Michela Di Carlo SOFIO BONGIOVANNI BLACK BELT, NOVEMBRE 2011 TECHNOLOGY “Quando si scoprono le potenzialità del Lean Six Sigma, dallo scetticismo iniziale si passa all’entusiasmo: evidente la flessibilità del metodo e l’applicabilità a tutti i processi, da quelli prettamente tecnici a quelli di staff, con reali e rapidi miglioramenti. Che dire poi della varietà di strumenti di cui si dispone? Alcuni di tipo statistico (approccio Sei Sigma), altri più orientati alla Lean Organization. Dalla loro sinergia scaturisce una vera e propria cassetta degli attrezzi con strumenti che permettono di ottenere dei miglioramenti radicali e soprattutto concreti. Se per l’esperienza maturata avevo la consapevolezza della veridicità e correttezza di alcuni fatti, ora, grazie alla metodologia Lean Six Sigma, ho gli strumenti giusti per poterlo dimostrare oggettivamente. Il mio slogan? Lean Six Sigma: improvement dei processi, giocando con i numeri”. SINCRONIZZANDO 28 BUSINESS FACCIAMO IL PUNTO SU... 1 / 2012 29 UNA STORIA AL FUTURO Superinternet, l’offerta che agevola il cliente nel mondo web, offre il massimo che la tecnologia ADSL permette. Il nuovo format advertising consumer. S uperinternet è una storia che parla del lavoro di squadra, di come abbiamo imparato dal passato e di come ci prepariamo al futuro. Una storia piena di colpi di scena e di ostacoli, divertente, ma anche impegnativa. Soprattutto, una storia – da poco iniziata – che, c’è da chiederselo, potrebbe aprire altre storie, ancora più emozionanti. Le offerte ADSL di Telecom Italia sono sempre state riconosciute come affidabili e di qualità: una vera garanzia per la connessione internet di tutta la famiglia. All’alba del 2011 il rischio che questo servizio si tramutasse in una generica commodity era altissimo, con la conseguenza quindi di perdere importanza agli occhi dei nostri clienti ADSL, il 98 per cento dei quali usufruiva di un’offerta internet a casa con velocità 7 Megabit. L’offerta ad altissima velocità 20 Mega esisteva già dal 2006, ma senza grande ritorno: si puntava, infatti, sul solo dato tecnico, la velocità nominale, lontana da quanto la maggior parte dei clienti poteva effettivamente sperimentare. A dare una svolta a questa visione è stata l’evoluzione di internet e, con l’avvento e lo sviluppo dei social network, sempre più evidente è sorta la necessità di creare offerte rivolte al nuovo mondo social. L’IDEA COME OPZIONE La nuova offerta doveva quindi, innanzitutto, agevolare il cliente nel suo vivere i social network e incarnare la possibilità di condivisione, ovvero la velocità di upload, scelta a 1 Megabit: il massimo che la tecnologia ADSL permette. Inoltre doveva essere proposta a clienti che potevano effettivamente sperimentarne i vantaggi. Per questo, sono stati creati due distinti “tagli”, uno con velocità a 10 Megabit, e l’altro con velocità a 20 Megabit. Dal presupposto che non c’è miglior modo di convincere qualcuno se non facendogli provare quello che gli si propone, la nuova offerta era nata come Opzione. Poteva essere attivata o disattivata su qualsiasi ADSL flat già esistente e i primi mesi in promozione gratuita avrebbero permesso di proporre un vero e proprio try&buy, senza nessun costo di cessazione e senza alcun vincolo per recedere. Questa offerta doveva raccontare la vera internet, far capire che più velocità non è il fine, ma il mezzo dell’esperienza di internet, per condividere, vivere e creare meglio la propria vita digitale. In questo senso, si doveva creare un nuovo paradigma anche nella comunicazione di Telecom Italia per la casa. Nascevano così Superinternet 10 Mega e Superinternet Plus 20 Mega. LA SQUADRA AL LAVORO: IL CARING PROATTIVO L’offerta stessa doveva essere messa in campo in modo da garantire al cliente il rispetto della promessa fatta. Marketing, Service Creation e le funzioni di Technology hanno quindi indivi- duato diverse soglie di vendibilità – testate con clienti reali grazie all’aiuto della funzione Qualità – che realmente potessero dare un miglioramento della user experience. La tecnologia ADSL è comunque complessa e garantire a priori qualità è sempre problematico, per questo la qualità andava valutata anche dopo l’attivazione del servizio. Il team si concentrava quindi su questo aspetto, ideando il Caring Proattivo. Nasceva l’idea – grazie al fondamentale contributo di Open Access – di monitorare nelle settimane successive all’attivazione la linea del cliente, per valutarne i parametri ed eventualmente, in caso di qualche disallineamento dalla promessa fatta, contattare il cliente per spiegare in trasparenza la situazione e decidere insieme come procedere. AVVICINARCI AL MERCATO: CUSTOMER CARE, SALES E PROFILING Anche l’avvio commerciale è stato fatto con una strategia di avvicinamento al cliente progressiva. Si è partiti con una spinta commerciale mirata con i migliori operatori Customer Care per saggiare le prime reazioni dei clienti. Dopo le prime settimane di evidente riconoscimento si è allargata sempre di più la spinta NARRAZIONE, IRONIA E ITALIA Il nuovo format advertising consumer di Telecom Italia segna una svolta, dettata anche dal passaggio da un target familiare a un universo giovane, colto e particolarmente sensibile alla tecnologia: destinatario prioritario per l’opzione Superinternet, cavallo di battaglia nei primi mesi dell’anno. Considerando che la metà delle famiglie italiane è oggi connessa a internet, pensiamo che il nuovo linguaggio adottato, anche se più sofisticato possa essere facilmente compreso. Creativamente abbiamo anche cercato un punto concettuale di avvicinamento all’idea di TIM, lavorando sempre intorno alla storia d’Italia, sviluppata in modo diverso dall’agenzia argentina Santo. L’idea del racconto fantastico coglie un aspetto di internet non secondario: straordinario mezzo di comunicazione pieno di risorse utilissime e scoperte inattese. Telecom Italia è in grado di rivelare che esiste una storia inedita e divertente grazie a internet. In una cornice narrativa più articolata rispet- to al format precedente, mantenendo uno stile ironico e divertente, il mix utilizzato nella costruzione degli spot, cioè l’ambiente internet di uso comune e quotidiano, i video anticati realizzati ad hoc e realmente caricati su YouTube, la colonna sonora di Raphael Gualazzi, svecchiano l’immagine seguendo una modernità contemporanea, a partire dalla scelta della nuova “casa Telecom”, un loft milanese realmente abitato, per tutti gli spot. La scelta di Nicola Savino – molto attivo sui social media, in particolare su Twitter, dove è fra i più seguiti in Italia – come guida nel viaggio virtuale è dovuta all’esigenza di avere una bella voce narrante legata a un personaggio giovane e sufficientemente noto. La campagna continuerà a vivere come un vero progetto di comunicazione integrata su tutti i mezzi. Dopo Venezia e Napoli toccherà a Roma. Un’altra storia sorprendente... Gaetano Di Tondo Elisabetta Nottola Da sinistra, in basso, Pier Luigi Gardini, Helen Festa, Domenico Ferro, Roberto Faralli, Lucio Grascia, Maurizio Scarsella, Elisabetta Tosetti, Raffaele Lorello, Giovanni Lepri, Leonardo Varasconi, Gianfranco Cocchieri, Claudio Corsi, Maurizio Caracciolo, Marco Bracaglia, Alessandro Alongi, Dario Vincenzo Maccarrone, Francesco Di Clemente, Gaetano Di Tondo, Luigi Zabatta, Elisabetta Nottola, Allegra Tarizzo, Stefano Casaccia, Fabio De Gaetano, Carmelo Iannicelli commerciale a tutto il Customer Care e ai canali Sales oltre che ai Punti di Vendita, tutto sempre con la guida del Profiling per indirizzare al meglio i canali di vendita. COMUNICARE AL CLIENTE Il canale web telecomitalia.it assumeva, soprattutto nei primi mesi – i più delicati – un’importanza strategica per spiegare il nuovo modo di considerare l’offerta. Spiegare non sempre significa chiarire tutti i dubbi. Da qui, l’immediata decisione di iniziare a comunicare la nuova offerta anche sulla neonata pagina Facebook di Te- lecom Italia, per poter rispondere in tempo reale a tutti i quesiti posti dai nostri clienti. Dopo un 2011 all’insegna del mondo social, è stato il momento utile per il lancio del nuovo format Telecom Italia fisso. Il trascinante testimonial Nicola Savino e La sorprendente storia d’Italia - Secondo Telecom Italia hanno interpretato Superinternet nella sua volontà di presentare una nuova internet, proponendo una storia fantasiosa che non parla genericamente di Megabit e di prezzo, ma parla a clienti più consapevoli e più esigenti di condividere i contenuti. E dimostra come internet può diventare Super! SULLA RAMPA DI LANCIO Il presente ci dice che Superinternet è stato un successo ma per il futuro Superinternet ci ha insegnato che esistono tante forme di internet, con esigenze diverse, ognuna delle quali è un’opportunità. Dopo Superinternet altri servizi innovativi sono sulla rampa di lancio... ma questa è un’altra storia, per future nuove emozioni. q Francesco Di Clemente Pier Luigi Gardini Luigi Zabatta ha collaborato Barbara Lucangeli fotografie di Luciano Capanna 30 BUSINESS PERCHÉ L’HO SCELTO SINCRONIZZANDO 1 / 2012 31 SULLA VIA DEL CLIENTE COSA HANNO DETTO... La narrazione è stata ricca di spunti di riflessione e approfondimento, le esperienze mai distaccate, il coinvolgimento emotivo come quello di un vero cliente. I racconti dei nostri colleghi che hanno sperimentato il prodotto Telecom Italia: “Sul sito non era immediato capire l’offerta e la differenza tra le chiavette (40, 100, illimitato), il cliente tipo sarebbe probabilmente andato in negozio”. “Il pacco è arrivato dopo neanche 24 ore. Lo apro e mi sorprendo di scoprire che devo andare al Punto di vendita per attivare!”. hanno detto di ritornare il lunedì perché aveva i sistemi giù” e momenti di soddisfazione: “Operatore gentilissimo e disponibile, il personale del 119 è stata una vera scoperta, confesso di non averlo mai contattato prima”. Tra le azioni di miglioramento realizzate grazie al primo customer journey: la bonifica di indirizzi non correttamente associati al terminale di rete, un’ulteriore formazione del personale dei Punti di vendita sulle offerte e sui terminali, una rivisitazione degli sms inviati ai clienti su offerte bundle. Il progetto customer journey prevede la sperimentazione diretta di prodotti e servizi Telecom Italia, TIM e della concorrenza da parte dei manager, con l’obiettivo di migliorare la qualità dei nostri servizi. L’ idea del customer journey nasce da un viaggio studio, un learning tour quality, realizzato da alcuni nostri colleghi presso aziende leader nella Customer Satisfaction come O2, BMW e Allianz. Concretamente è stato chiesto ad alcuni manager di vivere l’esperienza del cliente nella scelta, acquisto, attivazione e utilizzo di un servizio o di un prodotto di Telecom Italia o della concorrenza. È stato chiesto insomma di mettersi “nei panni dei clienti” per comprendere nel dettaglio gli elementi, razionali ed emotivi, che contribuiscono a rendere l’esperienza soddisfacente; evidenziare le debolez- ze all’interno dei processi Telecom Italia che possono determinare insoddisfazione nei clienti e le azioni (immediate e di medio termine) necessarie per risolvere le criticità; fornire ai manager una visione “in presa diretta”. I “viaggiatori” sono stati una ventina di manager di varie funzioni aziendali. A ciascun partecipante è stato assegnato un prodotto o servizio da sperimentare e indicato il canale di acquisto prioritario da utilizzare. Le semplici regole del gioco sono: non delegare l’esperienza ad altri; non sperimentare servizi o utilizzare canali di contatto di cui si è responsabili; non chiedere aiuto all’interno se non si riesce ad attivare o utilizzare il servizio; confrontarsi direttamente con i colleghi raccontando i risultati della sperimentazione in workshop dedicati al progetto. 2010: LA PRIMA EDIZIONE Ha coinvolto 15 manager che hanno sperimentato 16 servizi in ambito consumer, telefonia fissa, mobile e applicazioni broadband. Nel vissuto non sono mancati momenti di crisi: “L’IVR (Interactive Voice Response o sistema di risponditore automatico) è davvero impegnativo: alla prima chiamata ho attaccato!”; “Nel negozio dove sono andato mi 2011: LA SECONDA EDIZIONE Ha impegnato un nuovo gruppo di manager focalizzando la sperimentazione sui prodotti e servizi innovativi e aprendo l’esperienza a un maggior numero di servizi dei competitor. Nei tre workshop realizzati ogni partecipante ha raccontato il suo viaggio, nelle quattro fasi: “Mi guardo intorno”, “Scelgo e acquisto”, “Funziona!”, “Lo uso tutti i giorni” e “C’è qualcosa che non va”. L’edizione del 2011 è stata poliedrica e ricca di spunti per i molti servizi/ prodotti sperimentati sia della nostra azienda sia dei nostri competitor. Per quanto riguarda i feedback dei partecipanti, tre su quattro ritengono pienamente raggiunti gli obiettivi del progetto, tutti (100 per cento) ritengono che sia stato molto utile vivere l’esperienza del cliente e gran parte (85 per cento) pensa che sia davvero interessante il confronto con manager di altre funzioni/strutture aziendali. Il 77 per cento dei partecipanti giudica “abbastanza” possibile trasferire le azioni individuate al proprio contesto operativo, il rimanente 23 per cento si mostra assolutamente convinto di poterlo fare. Per la prossima edizione suggeriscono di ripetere l’esperienza con un maggiore coinvolgimento in fase di workshop delle persone che in azienda hanno le leve finanziarie e operative per agire; di aggiornare nel tempo il documento con le azioni di miglioramento fino al raggiungimento degli obiettivi prefissati; di prolungare il progetto e le occasioni di confronto e di estenderlo a tutta la popolazione dei responsabili di attività. q Gaia Spinella fotografie di Luciano Capanna e Katia Carota Sopra, Silvia Bogi. Nella pagina accanto, il team che ha partecipato al customer journey. In piedi da sinistra, Stefano Santini, Giorgia Sperandei, Marco La Manna, Helen Festa, Fabio Grasso, Silvia Salemi, Salvatore Maglione, Fabio Piolini, Maria Rosaria Gerardi, Emanuela Ghini, Manuela Martelli, Paolo Santolamazza, Salvatore Pinto; in prima fila, da sinistra, Erminia Ianniello, Gaia Spinella, Rosario Cristaudo, Amedeo Parente, Ivana Borrelli e Daniela Fiore “Chiamo per avere informazioni che non ho trovato sul sito: cosa succede se vado all’estero? Alla fine non sono riuscito a capirlo tramite IVR e sono andato un’altra volta sul sito”. “Stupita positivamente dal Customer Care Telecom Italia per competenza, gentilezza e disponibilità”. Non sono da meno i suggerimenti nati dalla sperimentazione di prodotti o servizi di competitor particolarmente innovativi o di impatto mediatico. “L’IVR comunica che è possibile acquistare il prodotto solo tramite il Punto di vendita. Via sms, su mia richiesta, mi sono arrivati gli indirizzi dei negozi dove avrei trovato il prodotto”. “Solo una volta c’è stato un disservizio che ha impedito la navigazione ma, cosa molto positiva, era stato comunicato sul portale con l’impegno di risolvere il problema nelle 48 ore successive. Il disservizio è durato molto meno”. “IVR rapido e comodo, al terzo livello già parli con un operatore”. Alcune criticità rilevate durante l’esperienza sono già state risolte, altre azioni, di carattere più trasversale e strategico, potranno contribuire ad attivare progetti interfunzionali di miglioramento della qualità del servizio. ALCUNE PROPOSTE... • Assicurare la cancellazione delle offerte preesistenti al momento dell’acquisto e/o comunicare al cliente la necessità di provvedere alla cancellazione delle offerte “ereditate”. • Valutare l’opportunità di inviare al cliente sms ogni volta che si attiva un evento straordinario e/o un utilizzo improprio del prodotto/servizio. • Migliorare l’aggiornamento dei Customer Care e dei negozi sulle caratteristiche delle offerte, condizioni di vendita e sull’attivazione. • Semplificare e armonizzare le comunicazioni al cliente in termini di contenuti e di forma. • Abilitare l’attivazione da remoto delle SIM per finalizzare l’acquisto via web. • Rendere più chiare e leggibili le informazioni sul web relative ai prodotti e ai servizi. • Migliorare le informazioni gestite dall’IVR. • Ridurre i tempi di attivazione presso i Punti di vendita in particolare i tempi necessari per definire le rateizzazioni. • Semplificare le informazioni contenute nella bolletta. • Rendere più chiare e coerenti le informazioni per l’installazione dei modem ADSL e le policy per l’assistenza all’installazione dei modem non Telecom Italia. 32 BUSINESS LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIA SINCRONIZZANDO 1 / 2012 33 IN AULA PER LA FORMAZIONE La formazione e l’addestramento sono i mattoni della prevenzione. L’adozione di corretti comportamenti durante lo svolgimento delle attività consente di ridurre al minimo la possibilità che si verifichino infortuni, incidenti e malattie professionali. 76.460 le ore di formazione erogate complessivamente nel 2011 in materia di salute, sicurezza e ambiente (dato Telecom Italia). Nella foto, Simone Cioli mentre gestisce un’aula. PROFESSIONISTI DELLA PREVENZIONE I colleghi della funzione Servizio di Prevenzione Protezione e Ambiente ci aiutano a garantire la sicurezza sul lavoro e a mantenere l’attenzione sulla tutela dell’ambiente. a cura di Luciano Capanna e Maria Luisa Traisci Ripalta fotografie di Riccardo Adelini, Moreno Balzani, Luciano Capanna, Fabrizio Ignesti e Hildegard Adelheid Kuss LE BUONE REGOLE Lavorare ogni giorno al fianco dei colleghi per capire quali tecniche e misure di sicurezza occorre adottare è l’obiettivo principale del Servizio. Perché la sicurezza si fa insieme, osservando i comportamenti, adeguando le tecniche ai nuovi mestieri. Tutte le regole per prevenire gli infortuni e le malattie professionali sono descritte nel “Documento di valutazione dei rischi”, redatto anche insieme ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, che costituisce la base del mestiere della prevenzione. Nella foto, il collega Massimo Ottaviani mentre indossa l’attrezzatura di sicurezza. ARRIVANO I NOSTRI Gestire un’emergenza significa saper adottare comportamenti corretti che contribuiscano a minimizzare i rischi per le persone e per il patrimonio aziendale. In caso di incendio o qualora un collega si sia infortunato o sia colto da malore, abbiamo procedure specifiche e centinaia di persone formate per intervenire immediatamente, prestando i primi soccorsi e attivando i mezzi necessari. Nella foto, accanto all’ascensore Marco Paoli durante una prova di emergenza. 34 BUSINESS LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIA SINCRONIZZANDO 1 / 2012 35 ATTENTI ALL’AMBIENTE Garantiamo un impegno costante nel facilitare l’adozione delle migliori pratiche per la prevenzione degli inquinamenti e per la tutela dell'ambiente attraverso lo studio di metodologie, l’introduzione di policy e di linee guida. A destra, nella foto, Gianfranco Gigli. INSIEME PER LA RICERCA Insieme all’Istituto Superiore di Sanità è alle battute finali uno studio per la rilevazione della presenza del gas radon, svolto sia presso i siti aziendali sia presso le abitazioni dei circa 600 colleghi che hanno aderito alla campagna volontaria. I risultati dell’indagine, oltre a darci informazioni importanti sullo stato dei nostri ambienti, contribuiranno a definire anche la mappatura italiana sulla presenza di questo gas. Nella foto, Vinicio Carelli. LA QUALITÀ È UN SERVIZIO Il servizio ha un’articolazione nazionale e territoriale ed è costituito da 60 colleghi che studiano e individuano le pratiche migliori da adottare. Da maggio 2011 è stata conseguita la certificazione ISO 9001 sui processi di valutazione dei rischi, formazione e misure strumentali. Da sinistra, Fabio Brusa, Maurizio Peruch, Fabio Lazzaro, Antonella Zolla, Natale Lanzuise. 36 BUSINESS LA FACCIA DI CHI CI METTE LA FACCIA SINCRONIZZANDO 1 / 2012 37 SICUREZZA DENTRO E FUORI SORVEGLIATI SPECIALI Con l’aiuto di un team di 22 medici sono garantiti i necessari controlli sanitari. La sorveglianza sanitaria ci consente infatti di tutelare lo stato di salute dei circa 14.000 colleghi – prevalentemente addetti al videoterminale – che sono esposti a rischi di natura professionale. Nella foto, il dottor Marco Turbati. Attraverso decine di verifiche in campo ogni anno controlliamo che i principali fornitori, cui sono affidate attività in appalto, adottino e rispettino tutte le disposizioni normative e contrattuali in merito alla sicurezza sul lavoro e alla tutela ambientale. Così, anche presso i nostri appaltatori si è innescato un meccanismo virtuoso focalizzato sulla salvaguardia delle persone e dell’ambiente. Da sinistra, Maurizio Puccini, Luca Bardelli e Daniele Bronzini. LO STRESS CORRELATO AL LAVORO IL POLSO DELLA SITUAZIONE I continui rapporti con gli enti esterni deputati alla normazione, alla prevenzione e al controllo consentono di conoscere gli orientamenti normativi più aggiornati e offrono la possibilità di avere un confronto sempre aperto tra addetti ai lavori per adottare le misure di tutela più opportune. Sopra, Daniela Fiori e Luca Ciuoli si consultano prima di un incontro con i referenti della ASL Roma C. UN UOMO DA LABORATORIO Per valutare al meglio i rischi e fare prevenzione dobbiamo misurare i parametri importanti per la salute delle persone e la tutela dell’ambiente. Ogni anno sono centinaia le misure di microclima, di campi elettromagnetici, di rumore e di vibrazioni eseguite dai nostri tecnici della prevenzione. Nella foto, Ciro Somma. La legge non lo definisce, ma si può affermare che è connesso alla difficoltà dell’individuo di rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente in cui lavora. Alla fine del 2010 la Commissione consultiva permanente per la salute e la sicurezza del lavoro ha emanato le linee guida per la valutazione del rischio stress correlato al lavoro. Telecom Italia è stata tra le prime aziende a livello nazionale a svolgere la valutazione e oggi sono in corso di attuazione le azioni di miglioramento negli ambiti organizzativi che hanno evidenziato necessità di intervento. 38 BUSINESS IN COSA POSSO ESSERLE UTILE? SINCRONIZZANDO 1 / 2012 39 APERTI AL CITTADINO L’Open Government sposta il focus dall’erogazione di servizi alla partecipazione attiva. C on l’Open Government l’amministrazione focalizza i suoi processi decisionali sulle effettive esigenze e necessità della comunità di riferimento. Di recente si è affermata in molti Paesi la dottrina dell’Open Government, secondo la quale le Pubbliche Amministrazioni dovrebbero utilizzare le nuove tecnologie per essere aperte e trasparenti e rendere pubblici tutti i propri dati, in modo da consentire ai cittadini di valutare il proprio operato e di dare nuovo impulso all’economia della conoscenza. Un passaggio culturale necessario per il rinnovamento delle istituzioni nella direzione di apertura e trasparenza deve prevedere che siano a disposizione del cittadino e delle imprese l’insieme dei dati pubblici gestiti dall’Amministrazione in un formato aperto: l’Open Data. Con questo termine si fa riferimento a una filosofia e a una pratica per cui alcune tipologie di dati sono liberamente accessibili a tutti. Un dato è aperto se tutti sono in grado di usarlo, riutilizzarlo e ridistribuirlo liberamente, con l’unico vincolo di citare la fonte e ridistribuirlo allo stesso modo. Per quanto riguarda la diffusione del dato è stato creato il portale nazionale dei dati aperti raggiungibile all’indirizzo www.dati.gov.it oltre ai portali regionali e delle autonomie locali dei dati aperti con cui si stabilisce un rapporto di reciproca collaborazione e di scambio anche attraverso l’Application Programming Interface (API) che ne garantisce l’aggiornamento permanente. UNA TESTIMONIANZA CONCRETA In questo contesto è sempre più importante trovare le modalità per facilitare il dialogo tra la Pubblica Amministrazione e il cittadino e abilitare tutte le possibili forme di dialogo al fine di instaurare il massimo della collaborazione. Per questo occorre pensare all’attuazione di tecniche di governance collaborative e lanciare la realizzazione e l’utilizzo di piattaforme di collaborazione in cui si possa garantire alla PA di recepire organicamente le richieste e le opinioni, autenticarne la provenienza e classificarne il macrocontenuto. A questo proposito ci siamo rivolti a Beth Noveck, già responsabile del progetto Open Government dell’amministrazione Obama e ora consulente del governo Cameron per lo stesso progetto, sostenitrice INTERNET PER IL GOVERNO Telecom Italia partecipa al progetto Wikitalia rendendo disponibili le soluzioni business to business to citizen e business to business, definite OpenGov, all’interno della sezione e-gov presente nell’application store di Telecom Italia (www.timstore.it), nella quale vengono pubblicate le app per renderle fruibili al cittadino. Telecom Italia ha inoltre aperto un Developer Program (apploaders.telecomitalia.it) in cui lo sviluppatore, azien- convinta che il sistema di dati aperti faccia da apripista al wiki government, avvicinando l’amministrazione ai cittadini. Il wiki government per la Noveck non è uno slogan e lo dimostra a suo dire quanto fatto in questi anni dall’amministrazione Obama che ha messo in rete tutti i dati prodotti dalla Casa Bianca. Con l’open data, l’amministrazione non sarà più percepita come un corpo estraneo alla società ma qualcosa che ne fa parte a pieno titolo pronta a lavorare per il benessere collettivo. I dati pubblici cambiano il modo di operare dei governi perché non è più solo il governo a poter utilizzare le informazioni che, in realtà, sono della collettività ma è la collettività stessa che torna a esserne “proprietaria”. L’open data rappresenta un momento di rottura con il passato e porta a una naturale innovazione del rapporto tra amministrazione e cittadini. Un aspetto rilevante, sostiene la Noveck, riguarda la scelta tecnologica che gli uffici devono compiere per rendere pubbliche le informazioni. Trattandosi di una ingen- te mole di dati la scelta più consona oggi è il cloud computing che ne rende più agevole l’archiviazione. Con l’open data si dà il via libera all’innovazione nella macchina pubblica, costringendo in qualche modo le PA a ingegnerizzare le procedure. Dati aperti e cloud camminano, dunque, di pari passo e sono in grado di rispondere anche alle esigenze di risparmio del sistema pubblico in un momento di difficoltà economica come quello che stiamo vivendo: le soluzioni cloud costano decisamente meno delle piattaforme di legacy. Ecco perché oggi vale la pena ricordare che l’open data, grazie al cloud computing, permette di fare innovazione a costo zero. IL WIKI GOVERNMENT Come sostiene il nostro AD Marco Patuano “se le Pubbliche Amministrazioni ragionassero in termini di Open Data, le possibilità sarebbero pressoché infinite per i cittadini e per le imprese. Immaginatevi che i dati della PA, nel pieno rispetto della privacy, vengano resi disponibili, che io sia interessato a consultarli e che, incrociandoli, si possano svi- Sopra, da sinistra, Federico Morena e Luigi Bertollini. A destra, i colleghi con Manuela Campea luppare API proprio sulla base dei dati certificati dalle Amministrazioni: questo è quello che si chiama wiki government. Il wiki government può consentire di eliminare un’infinità di barriere”. La recente iniziativa, che vede sviluppare un’area di collaborazione tra Wikitalia e Telecom Italia, riprende l’indicato proponimento di Telecom Italia a partecipare attivamente alla modernizzazione delle istituzioni secondo un’ottica di Open Government. Wikitalia è l’iniziativa di un gruppo di appassionati di web e democra- da o individuo, dopo essersi registrato, può proporre le proprie app seguendo un percorso di ideazione, creazione, certificazione e pubblicazione. Una serie di strumenti di sviluppo e monitoring sono a disposizione del developer per realizzare le app e gestirne la diffusione, verificarne l’andamento dei profitti e la rispondenza alle aspettative. Marco Nicolai Alberto Ciarniello zia, per realizzare una piattaforma da mettere gratuitamente a disposizione delle città italiane dove sviluppare degli strumenti in open source che garantiscano la trasparenza della politica, consentano il riutilizzo dei dati pubblici e favoriscano la partecipazione dei cittadini. Wikitalia si rivolge agli sviluppatori nonché ai sindaci e alle loro amministrazioni affinché decidano di far propri la filosofia e gli strumenti dell’Open Government. q Luigi Bertollini Manuela Campea fotografie di Claudio Patrizi 40 BUSINESS A CARTE SCOPERTE SINCRONIZZANDO LA PAROLA ALLA FUNZIONE COMPLIANCE fondante la governance del Gruppo e rappresentativo del nostro modo di fare business. Proprio allo scopo di promuovere la compliance culture e richiamare nell’agire quotidiano di ciascuno i valori espressi nel Codice Etico, Telecom Italia – attraverso la funzione Compliance – ha pianificato specifiche iniziative di tipo trasversale (vedi box sotto). Come si pone un’impresa socialmente responsabile nella realizzazione del proprio business. L’attenzione continua a valori intangibili come l’etica e la reputazione. Inoltre, sul piano operativo, Compliance svolge un ruolo di prevenzione, agendo ex-ante attraverso la partecipazione attiva, con le funzioni preposte, all’analisi degli scenari di evoluzione del contesto normativo di riferimento e dei possibili impatti sui processi aziendali. Supporta e/o interviene direttamente nella definizione di procedure interne, a garanzia della piena aderenza alle normative applicabili. Identifica, valuta e verifica nel continuo l’esposizione al rischio di non conformità. E inoltre definisce e attua i piani formativi e di comunicazione, differenziati per ambiti normativi e rivolti ai diversi livelli dell’organizzazione. 1 / 2012 41 cacia dei presidi in essere; il monitoraggio della corretta e tempestiva applicazione degli interventi di rimedio, individuati come necessari a ripristinare situazioni di piena conformità e infine tramite il reporting verso il Vertice, gli Organismi di Controllo e le altre funzioni aziendali. Al di là, tuttavia, dello specifico impegno delle funzioni più direttamente coinvolte nel presidio dei temi della conformità, è bene ricordare che un’impresa sana, ispirata a principi di correttezza ed eticità, vigile ai comportamenti al proprio interno, deve stimolare lo scambio e la diffusione di informazioni e contributi che consolidino e salvaguardino la sua credibilità e reputazione e, quindi, i suoi risultati. In tal senso – in azienda, da parte di tutti – sono necessari comportamenti virtuosi, perché sono questi ultimi ad assicurare al Gruppo Telecom Italia la prevenzione dei rischi e i necessari livelli di credibilità, reputazione e performance. q Francesca Petralia ha collaborato Barbara Lucangeli fotografie di Vittoria Marletta Compliance agisce anche ex-post, attraverso la verifica diretta, periodica e risk-oriented della conformità dei comportamenti e dell’effi- LE INIZIATIVE TRASVERSALI L’ evoluzione generale del contesto normativo – sempre più pervasivo a livello nazionale e internazionale – ha indirizzato e vincolato le strategie e l’organizzazione di molte imprese, in particolare di quelle operanti nei settori più altamente regolamentati. In generale, questo contesto impone sempre più la diffusione di una cultura aziendale improntata alla correttezza e alla conformità alle norme, a tutti i livelli, manageriali e operativi. Cresce la spinta degli stakeholder verso l’adozione di politiche sostenibili e socialmente responsabili nella realizzazione del business d’impresa e verso la salvaguardia dei valori intangibili come l’etica e la reputazione. Oggi poi, a differenza del passato, l’esigenza di assicurare un business compliant non risponde più solo alla necessità di rispettare precisi vincoli di legge. Questo approccio – puramente difensivo – non consentirebbe infatti di perseguire la compliance anche in ottica di miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dei processi aziendali, quale vera e propria leva di vantaggio competitivo. Per assicurare questo percorso, devono pertanto essere largamente diffusi e promossi comportamenti ispirati a principi di correttezza e trasparenza, al rispetto delle norme, al controllo e alla prevenzione dei rischi. In Telecom Italia, questo processo parte dall’etica quale valore Sopra, Francesca Petralia CONOSCENZA E ADESIONE AL CODICE ETICO A LIVELLO DI GRUPPO Nel Codice Etico e di Condotta sono indicati i principi generali (trasparenza, correttezza, lealtà) cui si ispira la Società nello svolgimento e nella conduzione degli affari. Business etico è un principio fondamentale per Telecom Italia e nel Codice ogni manager e dipendente trova riferimento costante per i propri comportamenti e azioni. Sono state pubblicate su intranet pillole dedicate ai temi relativi all’etica e alla compliance. POTENZIAMENTO COMMITMENT A LIVELLO DI GRUPPO L’adesione al sistema di regole condivise deve essere nel nostro Dna; dobbiamo sviluppare al nostro interno gli “anticorpi” per isolare comportamenti non coerenti con tale principio. È necessario adottare e consolidare la compliance, intesa anche come scelta di adesione individuale ai principi di riferimento e come parte integrante della cultura d’impresa. INIZIATIVE DI COMPLIANCE CULTURE NELLE CONTROLLATE DOMESTICHE ED ESTERE Nella consapevolezza che il business compliant è anche un’opportunità sul piano competitivo, le iniziative vanno progettate in termini trasversali alle diverse realtà del Gruppo. INIZIATIVE DI FORMAZIONE E COMUNICAZIONE SUGLI AMBITI MO 231, NORMATIVE MERCATI FINANZIARI, PROCESSI COMMERCIALI, PROCESSI TECNICI E DI SUPPORTO In quanto cultura in continua evoluzione, i temi di compliance richiedono periodici aggiornamenti diffusi attraverso strumenti e modalità diversi, trasversali e personalizzati che vedano coinvolti tutti, in primis i responsabili, chiamati a essere parte attiva di queste iniziative. 42 LA PAROLA ALL’ESPERTO LO SPECCHIO DELL’AZIENDA SINCRONIZZANDO 1 / 2012 43 SAPERE ALLA PORTATA DI TUTTI “P er ogni cosa c'è il suo momento”, ci insegna la Bibbia, ma c’è qualcosa che non ha un momento definito e che dovrebbe accompagnarci sempre: imparare. Perché la capacità di acquisire e aggiornare le proprie conoscenze è importante in relazione a molti aspetti della nostra vita, individuale e collettiva. A livello individuale la capacità di migliorarsi e approfondire certe conoscenze ha un effetto molto forte su quello che il noto psicologo Albert Bandura ha definito self efficacy, ovvero la sensazione di potercela fare in situazioni complesse, una maggior fiducia nelle proprie capacità. Una sensazione che a sua volta aumenta la motivazione a impegnarsi e la soddisfazione nei confronti di noi stessi e della vita che conduciamo. Ma gli effetti non si fermano al livello individuale. Sono molti gli studi in economia e in sociologia che mostrano il ruolo delle conoscenze su aspetti Sopra, Irene Tinagli, fotografata da Domenico Giampà. In queste pagine, le immagini realizzate da Luigi Chiriacò chiave della performance di un’azienda (perché una solida base di conoscenze aiuta ad “assorbire” e trasformare in innovazione gli stimoli e i saperi che ci circondano) e più in generale della crescita socio-economica di una comunità. Numerosi studi sociologici hanno trovato correlazioni sistematiche tra il livello di istruzione e apprendimento e il livello di apertura culturale e “modernizzazione” di una società. IL BENEFICIO DELL’APPRENDIMENTO In sintesi, un apprendimento diffuso e costante nella popolazione (e non limitato ai primi anni di vita o all’apprendimento meramente scolastico) ha effetti benefici che si estendono a molti ambiti e a tutti i livelli. Per questo numerosi organismi internazionali, dall’OCSE all’UNESCO, già da molti anni hanno sviluppato il concetto di lifelong learning, ovvero di apprendimento continuo nell’arco della vita dei cittadini, e cercano di sensibilizzare i governi ad adottare politiche e iniziative in tal senso. La Comunità europea a sua volta ha cercato di rispondere a queste esigenze lanciando un programma ad hoc, il Lifelong Learning Programme 20072013, che supporta e finanzia numerose iniziative, dall’Erasmus per imprenditori a programmi formativi per adulti. E per monitorare l’andamento e il livello di diffusione del Lifelong Learning nei vari Paesi, Eurostat raccoglie ogni anno, attraverso il sondaggio sulla forza lavoro, dati sulla formazione effettuata dai lavoratori dei vari Paesi membri. Quello che emerge da questi sondaggi è poco confortante per il nostro Paese: in Italia solo il 6,2 per cento dei lavoratori intervistati aveva condotto qualche tipo di formazione nel mese precedente all’intervista, contro il 10,8 per cento della Spagna, il 19,4 per cento dell’Inghilterra, il 24 per cento della Svezia e via crescendo negli altri Paesi del Nord Europa (tra i grandi Paesi solo la Francia fa peggio di noi). LE RAGIONI DEL RITARDO ITALIANO Perché questo ritardo? Sicuramente la struttura del nostro sistema produttivo, fatto di microimprese non aiuta. Ma il fenomeno delle piccole imprese caratterizza molti Paesi europei, non solo il nostro. Ci sono altri fattori che intervengono, primo fra tutti una concenzione di lavoro che nel nostro Paese è stata tradizionalmente incentrata sul binomio “salario-profitto”. Si tratta di una visione che si focalizza quindi sul posto di lavoro piuttosto che sul lavoratore, e che non si rende conto che l’apprendimento aiuta a rafforzare la posizione del dipendente, a renderlo più sicuro non solo dentro all’azienda, ma sul mercato del lavoro in senso ampio. Rinunciando o sminuendo il valore della formazione si innesca quindi un circolo vizioso. Perché senza investimento sulla crescita del dipendente si indebolisce la sua posizione, rendendolo più insicuro, e così cresce l’urgenza per la garanzia del posto, che prevarrà ancora più su tutto il resto. LA FORMAZIONE AL CENTRO Questa concezione e questo circolo vizioso vanno rettificati. E lo si può fare non solo riportando la formazione al centro delle politiche delle istituzioni e delle aziende. Ma facendo in modo che le competenze e gli skill appresi attraverso la formazione siano effettivamente valorizzati all’interno dei processi di valutazione e carriera nelle aziende e negli enti pubblici. Solo così si creano gli incentivi e gli strumenti per far sì che l’apprendimento diventi un vero volano di crescita per l’azien- da e la comunità. Se lo lasciamo un elemento isolato, non servirà a nessuno. I tradizionali timori legati ai costi e ai tempi che la formazione comporta non sono più giustificati. Oggi esistono piattaforme e programmi delle migliori scuole, istituti, associazioni del mondo che consentono di condividere saperi, esperienze, progetti con investimenti di tempo e denaro molto ridotti rispetto al passato. Strumenti che riescono a co- niugare qualità ed economicità. Insomma, oggi non ci sono più scuse: continuare a crescere e imparare nell’arco della propria vita non solo è necessario, ma è alla portata di tutti. q Irene Tinagli Economista, Docente all’Università Carlos III di Madrid 44 COMMENTI SCENARIO SINCRONIZZANDO 1 / 2012 45 NUOVO MONDO ANTICO Lente di ingrandimento del 45o Rapporto Censis sull’iniziativa locale come leva per far ripartire l’economia. F ragili. A causa di una crisi che viene dal non dominio della finanza globalizzata. Con un sentimento di stanchezza collettiva e di fatalismo inerte. Isolati, fuori dai grandi processi internazionali e con il timone che ci sfugge di mano. Sospesi come siamo tra un mercato turbolento e sregolato, una specie di mostro alieno cui sono affidate le nostre vite, e centri di potere lontani e poco trasparenti, come quelli finanziari che, al meglio, fanno rigore ma non sviluppo. Insomma, dice il 45° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese, “ognuno per sé e Francoforte per tutti”. Un quadro buio, ma non del tutto scuro: l’evo- luzione della società italiana segue – con passo lentissimo – un sentiero antico ma sicuro che il Censis chiama “scheletro contadino”. Da noi vige ancora, e nonostante tutto, il primato dell’economia reale, anche se la nostra mitica capacità di adattamento è seriamente messa alla prova. Eppure la vitalità dei singoli soggetti, dice il Censis, resta essenziale per superare la congiuntura negativa e la cultura del declino (il “declinismo”). DIVERSI MODI PER RISPONDERE ALLA CRISI Iniziativa imprenditoriale di piccola e media dimensione, vitalità delle diverse realtà territoriali, forza eco- In queste pagine, paesaggi agricoli e cittadini. L’agricoltura, un po’ a sorpresa, sembra essere una risposta alla crisi: in questo settore la produttività ultimamente è salita in modo considerevole. Nella città, invece, il grosso problema è rappresentato dal modello di mobilità: costoso e poco capace di risolvere i problemi di spostamento nomica e finanziaria delle famiglie, diffusa patrimonializzazione immobiliare, coesione sociale, radicamento sul territorio del sistema bancario, responsabile copertura pubblica e privata dei bisogni sociali: queste le realtà da cui ripartire. La vitalità dei singoli soggetti è anche alla base di risposte differenziate alla crisi: ci sono “minoranze attive” che restano fedeli alla sfida imprenditoriale pur non riuscendo a trainare il resto della società; c’è chi ha potuto scegliere di isolarsi, magari in campagna o nei borghi, per perseguire una più alta qualità della vita; c’è il “ceto medio” impaurito dalla prospettiva di cadere più in basso, e c’è una parte marginale del- la società che effettivamente è caduta. Diseguaglianze, dice il Censis, che potrebbero incubare germi di conflitto sociale. Un pericolo che si disinnesca solo con l’arricchimento dei rapporti sociali e lo sviluppo delle relazioni. La società italiana riprende respiro con nuovi “format relazionali”: lo dimostrano l’esplosione dei tanti social network, reali o virtuali, la crescita di forme amicali collettive (dalle movide alle sagre), lo sviluppo di aggregazioni capaci di supplire alle carenze del welfare pubblico, la partecipazione comunitaria alla vita di quartiere. Insomma nuove reti – o nuova linfa in vecchie maglie – capaci di intessere relazioni forti tra individui e comunità, allontanando il senso di insicurezza provocato dall’isolamento e rendendo più facile la gestione della vita quotidiana delle persone. LA FORZA DELLA RELAZIONE Qualche dato: il 43,4 per cento degli Italiani definisce il vicinato “una comunità in cui tutti si conoscono, si frequentano e si aiutano”; quasi 6 milioni di persone sono coinvolte in forme di mutualità in sanità con circa 10 milioni di beneficiari; 11.700 le iniziative locali a carattere conviviale come sagre, feste, manifestazioni di vario tipo che si svolgono annualmente nel nostro Paese. Aiuta altre persone attraverso il volontariato oltre il 26 per cento degli Italiani (più di 13 milioni di persone per oltre 351 milioni di ore mensili) di cui il 76 per cento con regolarità. Infine le reti tecnologiche: i social network coinvolgono il 31 per cento degli Italiani, sono 16 milioni gli utenti di Facebook, 6 milioni utilizzano Skype, 1,1 milioni Twitter. Le relazioni, facilitate dalla piccola dimensione insediativa (quasi la metà degli Italiani vive in Comuni con meno di 20mila abitanti), dal radicamento territoriale (il 47,2 per cento dichiara che non cambierebbe mai la città dove vive) e dai legami di prossimità (l’81,6 per cento dichiara di avere rapporti frequenti e soddisfacenti con i propri vicini) contribuiscono a creare eccellenza nelle economie del territorio, dice il Censis. Che, un po’ a sorpresa, indica come modello per capacità di adattamento e risposta alla crisi nientemeno che l’agricoltura. Settore nel quale la produttività è salita a doppia cifra: oggi, tra l’altro, siamo il Paese europeo con il maggior numero di prodotti agroalimentari di qua- lità con denominazione protetta: 219, il 22,1 per cento di tutti quelli riconosciuti dalla UE. IL MODELLO DI MOBILITÀ Ma per svilupparci non basta. Se le reti relazionali tengono (non mancano dati su quella per eccellenza: la famiglia) quelle strutturali fanno acqua (e non stiamo parlando solo di acquedotti). Gran parte delle criticità sono riconducibili al modello di mobilità sul nostro territorio: costoso e poco capace di risolvere i problemi di spostamento. Il ritardo e la debolezza nel farvi fronte sono elementi che rallentano l’economia nazionale, mentre le città italiane, quelle grandi ma anche quelle medie, sono “gravemente malate di traffico”. Ma il Censis ha una ricetta chiarissima: “occorre scegliere nettamente di puntare a un reale rafforzamento dell’offerta di trasporto collettivo (unita allo sviluppo di trasporti alternativi e all’incentivazione dell’intermodalità). Coerentemente occorre regolare maggiormente e in alcuni casi disincentivare il trasporto privato, soprattutto nella città consolidata”. q Mauro Broggi fotografie di Riccardo Adelini 46 COMMENTI REPORTAGE SINCRONIZZANDO 1 / 2012 47 RAPPRESENTANTI DI CLASSE La scuola: ricordi, successi, stress, giovinezza, ma soprattutto il luogo in cui cominciamo a costruire la nostra cultura con un apprendimento strutturato. LOTTA ALL’ANALFABETISMO Eleganti e istruiti in una foto di classe dei primi del Novecento. Ma bisogna ricordare che in Italia a quell’epoca il tasso di analfabetismo era ancora del 56 per cento. 48 COMMENTI REPORTAGE MEDIE PER TUTTI Sembrano annoiati questi studenti negli anni Cinquanta perché non sanno di essere, per l’epoca, dei privilegiati. In Italia infatti bisognerà aspettare il 1962 per una legge che istituisca la scuola media obbligatoria e gratuita tra gli 11 e 14 anni. SINCRONIZZANDO 1 / 2012 49 50 COMMENTI REPORTAGE STUDIARE MANTIENE GIOVANI Studenti liceali – siamo nel 2005 – con un solo pensiero in testa: quello di... finire. Ma è solo un’illusione, perché lo studio come accrescimento e arricchimento personale può durare tutta la vita, secondo il principio del lifelong learning. Con un vantaggio: rimanere giovani. SINCRONIZZANDO 1 / 2012 51 52 COMMENTI C’ERA UNA VOLTA SINCRONIZZANDO 1 / 2012 53 PASSAGGIO A NORD-EST Dalla 2a zona al Future Centre, una passeggiata tra le nostre sedi storiche nel Triveneto. Q uando nel 1925 la Telve si aggiudicò la concessione del telefono per la 2a zona, e cioè l’area del Nord-Est che comprendeva i territori del Veneto, del Friuli-Venezia Giulia, del Trentino-Alto Adige e di Fiume e Zara, gli edifici di proprietà sociale erano solo sette: dopo 30 anni di attività il numero degli stabili di proprietà era salito a 83. Il grande sforzo di costruzione, in cui tutte le concessionarie furono impegnate a partire dalla seconda metà degli anni Venti, non si esauriva, infatti, solo nella posa e costruzione di cavi, reti e centrali, ma anche nel dar casa a uffici, posti di telefonia pubblica, agenzie, centrali, sale di commutazione, sedi direzionali. Edifici e palazzi di nuova o antica costruzione, adatti a rispondere alle diverse esigenze, comprese quelle di prestigio e rappresentanza, finirono spesso per diventare stabili punti di orientamento nella geografia delle città italiane del Novecento. presa, tant’è che nel 1928, dopo la morte del presidente Cattaneo, la Telve entrò sotto il controllo del Gruppo o (Società Idroelettrica Piemonte) allora guidato da Gian Giacomo Ponti. Nel 1964, come le altre concessionarie, sarà incorporata nella SIP-Società italiana per l’esercizio telefonico. SFOGLIANDO LE CARTE D’ARCHIVIO Nei verbali del CdA dei primi anni di vita della concessionaria, conservati presso l’Archivio storico Telecom Italia, sono numerose le decisioni in merito all’acquisto di terreni per la costruzione di nuovi edifici da destinare a uffici e centrali e di stabili da adattare alle diverse esigenze. La costruzione della sede della Direzione di Trieste fu approvata dal CdA Telve il 4 marzo 1929 su proposta di Gian Giacomo Ponti. Il palazzo Telve, oggi palazzo Telecom Italia, fu fra le prime importanti costruzioni di piazza Oberdan che proprio in quegli anni veniva riorga- nizzata urbanisticamente. Oggi piazza Oberdan è punto nevralgico della città. Al marzo del 1930 risale invece la proposta di acquisto del magnifico palazzo Alberti Colico nella centralissima via Belenzani per ospitare la Direzione di Trento, insieme ai servizi amministrativi e alla centrale urbana. Il palazzo, dove tuttora ha sede Telecom Italia, è indicato in tutte le guide turistiche come importante esempio d’arte e d’architettura urbana rinascimentale ed è noto soprattutto per gli affreschi cinquecenteschi della sua facciata. Tutte le attività di costruzione, ampliamento e ristrutturazione della Telve erano a cura del Servizio Edile interno alla stessa società. Dopo il 1928 anche su Sincronizzando, l’house organ della SIP, si trovano vari riferimenti in merito alle costruzioni che la società telefonica portava a termine tanto nei centri urbani come nei piccoli paesi della provincia per ospitare i Posti telefonici pubblici, indicati anche come “chioschi telefonici”. LA TELVE-SOCIETÀ TELEFONICA DELLE VENEZIE L’atto di nascita della Telve-Società telefonica delle Venezie, un consorzio di piccole e medie imprese telefoniche che nasceva dalle ceneri della precedente Società telefonica veneta, è del 5 ottobre 1924. Primo presidente fu il conte Uberto Cattaneo – già gerente della Società telefonica Alto Veneto e presidente della Società padovana per il telefono – e amministratore delegato l’imprenditore trevigiano Cesare Calandri. I legami con altre aziende del settore di primo piano erano quanto mai significativi: il fratello dell’amministratore delegato, Alfonso Calandri, era infatti presidente della Fatme (Fabbrica apparecchi telefonici e materiale elettrico di Roma) nonché rappresentante italiano dell’americana Kellogg di Chicago, tra le prime aziende a livello mondiale produttrici di apparecchi telefonici e apparati di centrali. Ciò non fu sufficiente, però, a consolidare l’imSopra, il “chiosco” Telve di Venezia Lido, sede del Posto telefonico pubblico negli anni Trenta. Nella pagina accanto, la sede Telve di Trento a palazzo Alberti Colico, in via Belenzani negli anni Trenta 54 COMMENTI C’ERA UNA VOLTA SINCRONIZZANDO Nell’area della rete di Venezia, gli investimenti in nuove centrali, edifici sociali, magazzini, officine e Ptp riguardarono principalmente le zone di Lido, Mestre, Marghera, Giudecca e Murano. LA STORIA DI SAN SALVADOR Merita un approfondimento particolare San Salvador a Venezia, dove, sin dal 1925, furono ospitate la sede sociale e la Direzione generale della Telve. Le origini dell’edificio di culto risalgono all’epoca bizantina, ma è tra la seconda metà del XII secolo e i primi decenni del XIII che venne edificato il convento, dopo che nel 1177 il papa Alessandro III (al secolo Rolando Bandinelli) aveva consacrato la chiesa di San Salvador in occasione del suo incontro a Venezia con l’imperatore Federico Barbarossa. Affidato ai monaci dell’Ordine di Sant’Agostino, il Convento con attigua la Chiesa di San Salvador subì nel corso del Cinquecento importanti rimaneggiamenti secondo il gusto rinascimentale dell’epoca, le cui tracce sono ancora oggi visibili nella bellissima volta affrescata del salone dell’antico refettorio e nei due chiostri presenti all’interno del complesso. Sopra, lavori sulla rete aerea a Venezia negli anni Trenta. In alto, la sede Telve di Trieste in piazza Oberdan negli anni Trenta. Nella pagina accanto, la centrale urbana di Venezia a San Salvador negli anni Trenta SCOPRIRE IL FUTURO SALPANDO DA VENEZIA... Destinato a sede di caserma militare da Napoleone Bonaparte nel 1806, il convento di San Salvador conservò quest’uso sino al 1912. Fu allora che il Ministero delle Poste e Telegrafi guidato da Teobaldo Calissano lo rilevò dal Ministero della Guerra per insediarvi la Direzione generale dei Telefoni di Stato di Venezia. Il progetto, portato a termine nel 1921, era di dotare la città di una nuova centrale e di una nuova sede per la gestione del servizio telefonico. In un lungo articolo dedicato proprio a San Salvador pubblicato nel 1923 sulla rivista Telegrafi e Telefoni edita dal Ministero delle Poste e Telegrafi, il direttore Giacomo Magagnini, descrivendo le varie fasi del progetto, sottolineò le grandi difficoltà incontrate, in una città come Venezia, nella posa della rete di cavi, sia sotterranei che aerei. Fra le interessanti foto pubblicate in quell’occasione, in una è ben documentato il riadattamento dell’antico refettorio in sala di commutazione. Nel 1925, la convenzione stipulata tra la Telve e il governo stabilì che la concessionaria telefonica si sarebbe insediata nel convento dietro pagamento di un canone, con l’impegno di far fronte alle necessarie opere di ristruttu- Ogni viaggio inizia con una domanda e quella che Telecom Italia si è posta è: “E se il futuro fosse diverso?”. A questa domanda provano a rispondere i dirigenti del nostro Gruppo, che si incontrano a Venezia, presso il Future Centre, grazie a un’iniziativa formativa articolata in 15 edizioni, avviate a novembre dello scorso anno e in realizzazione fino al prossimo giugno. Il progetto, interamente realizzato grazie alla docenza di esperti aziendali, si pone il duplice obiettivo di favorire, da un lato, il completo allineamento manageriale sui temi dell’innovazione tecnologica; dall’altro di agevolare il networking, consentendo lo scambio continuo di informazioni e conoscenze sulle grandi sfide che l’azienda è chiamata oggi a fronteggiare. Dai feedback raccolti fino a ora emerge che l’iniziativa è particolarmente apprezzata dai partecipanti, a testimonianza dell’evidente volontà del nostro management di potenziare ulteriormente il portafoglio di competenze utili ad affrontare al meglio le sfide imposte dalla business transformation, rafforzando la leadership di Telecom Italia nel mercato delle telecomunicazioni. Bruna Capobianchi razione e manutenzione. È dei primi anni Trenta la preziosa serie di fotografie custodite dall’Archivio che ha per oggetto gli interni e gli esterni del convento. Sede e simbolo del servizio telefonico a Venezia, nella seconda metà degli anni Ottanta il Progetto San Salvador voluto dalla SIP comprendeva sia un impegnativo programma di restauro per la salvaguardia del patrimonio artisticoarchitettonico dell’edificio sia l’allestimento della prima centrale telefonica totalmente a tecnica numerica. E fu così che nell’ex convento ed ex caserma ebbe inizio l’era digitale in Italia. Oggi San Salvador è sede del Future Centre di Telecom Italia: le sue aree espositive e congressuali ospitano annualmente importanti eventi nazionali e internazionali. q Chiara Ottaviano fotografie Archivio Storico Telecom Italia 1 / 2012 55 56 COMMENTI QUESTIONE DI STILE SINCRONIZZANDO PARLA IL MAESTRO ANTONIO PAPPANO EMOZIONI IN RETE CON PAPPANOINWEB Telecom Italia ha avvicinato il grande pubblico alla musica classica di qualità per diffondere la cultura e favorire la digital inclusion. “N on ho mai visto un’orchestra così da vicino, che emozione!” “Many of us are watching from the USA! Thanks”. Due voci dal web, Carla e Sasha, commentano così il progetto PappanoinWeb durante uno dei live streaming di questa stagione. Da una parte l’emozione di un contatto diretto e privilegiato con una delle orchestre più famose del mondo e dall’altra l’orgoglio di portare la grande cultura italiana sul panorama internazionale grazie alle potenzialità della rete: nato lo scorso anno come un esperimento innovativo, PappanoinWeb si è consolidato nel 2012 come evento di grande successo. Antonio Pappano, uno dei più famosi direttori d’orchestra del mondo e Direttore Musicale dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, ha prestato con entusiasmo il suo nome a un’operazione congiunta tra Telecom Italia e la prestigiosa Accademia romana per rendere alcuni dei concerti della stagione in corso liberamente disponibili online. Ma PappanoinWeb non è solo l’occasione per ascoltare da qualunque dispositivo connesso in rete momenti musicali tratti dai repertori di Mozart, Haydn, Schubert, Brahms e poter assistere in modalità live, contestualmente ai concerti romani, e on demand, fino alla fine dell’anno, alle esecuzioni dell’Accademia. È soprattutto il modo per rendere facile, attuale e interattivo un contenuto come la musica classica abitualmente riservato al pubblico delle sale da concerto. Una scommessa vinta nel corso del 2011 con più di 300.000 visitatori unici alla prima stagione di concerti e replicato quest’anno con novità che hanno ulteriormente arricchito il portale www.pappanoinweb.telecomitalia.com incontrando il favore del pubblico. LE GUIDE ALL’ASCOLTO “La musica classica – scrive in chat Alex – mi aveva sempre annoiato, grazie alla Guida all’ascolto di Pappano è diventata davvero divertente”. Le novità di quest’anno, infatti, sono state, oltre a nuove forme di interazione attraverso i social network, le quattro guide all’ascolto realizzate dall’Accademia appositamente per Telecom Italia. Quattro appuntamenti che, assieme ai quattro concerti, hanno portato a otto il totale degli eventi: un percorso editoriale che ha incuriosito anche il pubblico neofita, svelando i segreti delle varie esecuzioni e la complessità nella gestione di un’orchestra. CULTURA E RETE La partnership con l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia e il successo di PappanoinWeb è solo uno dei progetti che Telecom Italia sta mettendo in campo per valorizzare la cultura e promuovere la rete come fattore di vicinanza e di partecipazione attiva alla fruizione dei contenuti prodotti dalle istituzioni culturali più prestigiose del Paese. Un racconto che oltre alla musica del Maestro Pappano porta alle star della musica italiana protagoniste di LugliosuonaWeb come Ludovico Einaudi e Vinicio Capossela, alle parole dei protagonisti dell’arte contemporanea Massimiliano Fuksas e Michelangelo Pistoletto per il ciclo MaxxinWeb, alle performance teatrali del Romaeuropa Festival, fino ai Premi Nobel del Festival della Scienza oppure agli scrittori di scena a Mantova al Festivaletteratura. Una serie di iniziative e attività che parte dal territorio e arriva al nostro web. Il sito telecomitalia.com diventa il canale privilegiato per partecipare ed “emozionarsi in rete” sviluppando interazioni, community appassionate, valore concreto per il nostro Gruppo come emerge da un semplice messaggio di Cristina, una fan del nostro profilo Facebook che durante il suo primo Mozart seguito in live streaming ci saluta con “Grazie Telecom!!!”. q Massimiliano Tarantino Sopra, il Maestro Antonio Pappano dirige l’Orchestra e il Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia. Nella pagina accanto, la pagina pubblicitaria del calendario di concerti dello scorso inverno trasmessi in live streaming Maestro, il successo dell’iniziativa dimostra una certa vitalità nel pubblico ma ha sottolineato anche il dinamismo della rete che può creare le opportunità per proporsi come il veicolo del sapere e della cultura, cosa ne pensa? La musica classica fa parte del patrimonio culturale dell’umanità, è un linguaggio universale che unisce uomini di qualsiasi cultura e Paese, la stessa musica pop nulla sarebbe senza la classica. Il web e i social network sono ormai veicolo imprescindibile al “transito” del sapere, sono free-highway, grandi autostrade di libero accesso dove ciascuno può scegliere se viaggiare, dove andare e naturalmente cosa “caricare” nel proprio bagagliaio di conoscenze. Il pubblico del web – e non necessariamente quello specializzato ma anche i curiosi, gli amanti delle nuove tecnologie, i giovani – ha apprezzato senz’altro la possibilità di avere accesso a un sapere che solitamente è riservato ai frequentatori delle sale da concerto ma soprattutto si è entusiasmato alle varie forme d’interazione del progetto che hanno consentito la partecipazione attiva e la semplificazione di contenuti solitamente esclusivi. Possiamo forse dire che li abbiamo interessati e incuriositi e forse anche divertiti. L’Italia è il Paese dell’arte, della creatività, della reinterpretazione e della reinvenzione, un Paese dove crescono e si formano talenti innovativi che a volte riescono a portare il loro sapere nel mondo, a volte fanno difficoltà a emergere: il web secondo lei può essere il trampolino di lancio per la creatività del futuro? Io posso portare la mia esperienza personale: il mio lavoro, il mio percorso di vita, quello che sto vivendo oggi è un viaggio perpetuo, ho relazioni con tantissime persone e realtà diverse ma l’Italia mi riserva sempre delle sorprese emozionanti e, avete ragio- 1 / 2012 57 COLLEGHI PROTAGONISTI La funzione People Caring ha destinato inviti ai colleghi di Customer Operations Business, Mobile Customer Operations e Open Access per assistere a PappanoinWeb nelle serate del 16 e 23 gennaio, 24 febbraio e 5 marzo. Ecco alcune testimonianze: “Ci siamo recate al concerto per ascoltare musica diversa da quella che ascoltiamo tutti i giorni. Tre ore di partecipazione piena, un primo tempo intenso, struggente, emozionante che ci è arrivato dritto al cuore. L’assolo di Mario Brunello è stato come ascoltare poesia, siamo rimaste rapite dalle note e dalle sensazioni provate. Una serata di dolcezza, ritmo e passione che sembrava rivolta solo a noi”. Veronica, Daniela e Raffaella “Una serata caratterizzata da una sensazione continua di calore e partecipazione, sia per il leitmotiv della nostalgia che ha collegato le due sinfonie, sia per il bis di Mario Brunello che ha proposto, in assolo, la musica di un canto armeno davvero suggestivo. Mi ha colpito il rapporto che il direttore Antonio Pappano ha instaurato con il pubblico: prima dell’esecuzione ha illustrato tutti i passi salienti della Sinfonia n.1 di Edward Elgar con l’aiuto della sua meravigliosa orchestra”. Barbara ne, è il Paese creativo per eccellenza, dove i talenti artistici e scientifici sono diffusi su tutto il territorio con una qualità e una ricercatezza nel pensiero che viene non solo dagli studi ma dalla vostra storia culturale. In passato, se pensiamo per esempio al Settecento, le Accademie italiane erano i centri dell’innovazione dove i talenti trovavano il giusto terreno per farsi conoscere ed essere accreditati verso il pubblico più vasto. Nel nostro millennio internet, con le sue opportunità di intrattenimento e di lavoro, di scoperta e di conoscenza nonché d’interazione tra le persone è quello che sono state le Accademie del passato ma con una marcia in più: la democratizzazione. Il web, se correttamente utilizzato, è il vero trampolino di lancio dei nostri tempi. Questo mezzo così democratico consente al pubblico di avere sempre a disposizione un’offerta sterminata di contenuti e di entrare in relazione diretta con istituzioni e personaggi che un tempo erano inaccessibili: secondo lei tutto ciò aumenta il livello di consapevolezza nella fruizione dei contenuti oppure intravede dei rischi di un’overdose d’offerta? Il web è uno strumento per sua natura “libero” – in quanto di accesso facoltativo – nel caso nostro peraltro gratuito. Per chi è capace di “selezionare” è un’autentica fonte di eccellenze. Ma la differenza fra gli utilizzatori sta proprio qui, nella capacità di individuare la qualità o gli elementi d’interesse all’interno dell’immensa offerta di internet. Per questo contano ancora di più le grandi istituzioni, come l’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, e nel suo campo Telecom Italia, che aiutano il pubblico a orientarsi. È un po’ come trovarsi da soli davanti a un banchetto di nozze principesco: un commensale può abbuffarsi troppo velocemente e a casaccio senza apprezzare il gusto e la ricercatezza delle pietanze, soffrendo ben presto d’in- “Volevo ringraziarvi per la possibilità che ho avuto di partecipare al concerto all’Auditorium, un’occasione per avvicinarsi alla musica e vivere momenti ricchi di emozioni. Ho potuto assistere a uno spettacolo davvero particolare, sia per la bravura del direttore d’orchestra che ha coinvolto direttamente il pubblico fornendo delle indicazioni sui pezzi che dirigeva, sia per l’interpretazione dell’orchestra che ha creato momenti molto suggestivi. Mi hanno colpita i pezzi di assolo di Mario Brunello, soprattutto per il brano che ha dedicato al popolo armeno, sicuramente commovente. Il pubblico non era solo spettatore, ma anche parte attiva dello spettacolo”. Lia Sonia Casaro digestione, ma se sa scegliere bene potrà cibarsi di piatti prelibati e sofisticati, mai assaggiati prima. E certi “sapori”, come la grande Musica con la M maiuscola, una volta assaggiati non si dimenticano più. Massimiliano Tarantino Emanuele Santandrea 58 MONDO ECOSISTEMA SINCRONIZZANDO I NOSTRI BENI INVISIBILI Premiati sette progetti, sui 300 presentati, in risposta al bando lanciato da Fondazione Telecom Italia, per valorizzare il nostro patrimonio culturale meno conosciuto. L’ Italia, prima al mondo con i suoi 43 siti UNESCO, i suoi 3.400 musei e le sue oltre 2.000 aree archeologiche è, in materia di beni culturali, lo Stato più ricco del mondo, un vero “museo diffuso”. Purtroppo questa enorme ricchezza accumulata nei secoli scorsi ha qualche difficoltà a esprimere il suo intero potenziale competitivo come aggregatore di turismo e di visitatori, per cui l’Italia vede intaccata la sua storica leadership internazionale di Paese turistico. Le graduatorie ci vedono solo al ventisettesimo posto nell’ultima graduatoria annuale sulla competi- tività nel settore viaggio e turismo stilata dal World Economic Forum. GRANDI “BENI MINORI” Prendendo spunto da questa situazione, Fondazione Telecom Italia, che tra i suoi compiti statutari ha anche quello della tutela del patrimonio storico-artistico, ha deciso di dare un suo contributo per offrire qualche concreta risposta ai problemi legati alla valorizzazione del nostro patrimonio. Il nostro contributo è stato un bando destinato a finanziare progetti di valorizzazione dei cosiddetti “beni invisibili”: con questa espressio- In queste pagine, il progetto Crescere, che avventura, Istituto degli Innocenti di Firenze, da seicento anni luogo di tutela dei diritti dei minori ne s’intende innanzitutto quei giacimenti di “arte invisibile” che giacciono nei depositi dei nostri musei, ma anche un cosiddetto bene minore non visibile e che invece potrebbe diventare, con un opportuno progetto di valorizzazione, un elemento attrattivo per l’economia e il turismo locale. In tutte le fasi, dalla progettazione, attraverso un procedimento di stakeholder engagement che ha visto coinvolti autorevoli rappresentanti del mondo della tutela e valorizzazione dei beni artistici, fino alla selezione dei progetti da finanziare, la nostra Fondazione è stata assistita dal professor Salvatore Settis, membro del Comitato scientifico (vedi la sua testimonianza nel box accanto). Il bando ha avuto un successo davvero rilevante, segno che abbiamo visto giusto nella scelta del tema: oltre 300 i progetti pervenuti, che hanno coinvolto come proponenti soprintendenze, università, enti locali, fondazioni, mondo associativo. TESORI NASCOSTI Un vero e proprio mondo di progettualità, di tesori nascosti, di proposte di valorizzazione che hanno costretto la commissione giudicatrice a un vero tour de force. “Sono molto lieto di aver contribuito a dar vita al progetto di Fondazione Telecom Italia sulla valorizzazione dei beni invisibili, nella mia qualità di membro del Comitato scientifico della Fondazione. Credo che possiamo essere soddisfatti prima di tutto per i buoni risultati che il bando ha conosciuto, coinvolgendo numerosissimi proponenti e avendo quindi un ritorno in termini di qualità e quantità della risposta. Tra l’altro, e ci tengo a sottolinearlo, con una buona ed equilibrata distribuzione territoriale tra Nord, Centro e Sud. Ma c’è un altro motivo di soddisfazione: i progetti selezionati rientrano tutti in possibili modi di ripensare il tema di come mettere in evidenza i beni artistici portatori di valori, e pertanto meritevoli di tutela, ma anche di essere opportunamente valorizzati declinandone in modo specifico il rapporto con il visitatore, con la tecnologia, con il contesto circostante. In tutti i casi prescelti è presente molto bene la domanda: una volta individuato un bene che meriti di essere meglio e più vastamente conosciuto, come fare per realizzare un’offerta di valorizzazione in Alla fine, Fondazione ha scelto sette progetti, importanti perché ciascuno rappresenta uno specifico modo per valorizzare un bene artistico, storico, paesaggistico. Il progetto Storage presentato dalla Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei, ha l’obiettivo di rendere visibili ai visitatori le sale, oggi chiuse, usate come deposito di sculture prove- Bruno Spiezia “TUTELARE IL BENE ARTISTICO COME PORTATORE DI VALORE” grado di evidenziarne le caratteristiche storiche, ma anche di sfruttare in modo seduttivo le potenzialità delle tecnologie e attrarre quindi flussi di visitatori? A me sembra che i progetti selezionati possano davvero rappresentare un momento alto di riflessione sul tema del rapporto fra conoscenza, tutela e fruizione, oggi così centrale nel nostro Paese, e dar vita a dei percorsi utili all’approfondimento progettuale e realizzativo.” Salvatore Settis Comitato scientifico Fondazione Telecom Italia nienti da Ercolano e Cuma. Il progetto Crescere, che avventura, presentato dall’Istituto degli Innocenti di Firenze, da 600 anni luogo di accoglienza e di tutela dei diritti dei minori, intende valorizzare l’archivio storico dell’Istituto con le sue 13.000 unità archivistiche che testimoniano la storia dell’antico orfanotrofio fiorentino. Il progetto del Distretto Veneto dei 1 / 2012 59 Beni Culturali vuole utilizzare gli strumenti della multimedialità per rappresentare la storia delle origini di Venezia e drenare il flusso turistico. Il progetto di Milano è finalizzato a far rivivere il Borgo Nocetum all’interno della Valle dei Monaci come riscoperta e valorizzazione della zona del Parco Sud. Il progetto Percorrere i paesaggi della bonifica interessa la parte centrale della pianura Padana ed è volto a far conoscere quella porzione del territorio nazionale, dove la natura, le attività agricole, il patrimonio civile e ingegneristico (legato allo sfruttamento e al governo delle acque) hanno creato un ambiente unico, che deve essere meglio conosciuto e ammirato (e così facendo tutelato). Si prosegue con un progetto presentato dal Fondo per l’Ambiente Italiano che propone il recupero del palazzo Noha a Matera, sito nella zona dei Sassi, per farne una sede di incontri, iniziative culturali, mostre. Infine l’ultimo progetto viene dall’Istituto Centrale per il Catalogo Unico delle Biblioteche italiane e propone la realizzazione di un kit per la produzione di mostre virtuali online, costituito da un software open source per la realizzazione di mostre virtuali in ambito web, in ambito mobile, per smartphone. Fondazione Telecom Italia ha l’obiettivo di collaborare coi partner proponenti a realizzare i progetti entro 18 mesi e a trasformarli in possibili esempi di come valorizzare il nostro immenso patrimonio. Il Grand Tour della nostra Fondazione è appena iniziato. q Luisa Giolito ha collaborato Cinzia Esposito fotografie di Moreno Balzani 60 MONDO MESTIERI IERI OGGI DOMANI SINCRONIZZANDO SEMPRE IN PRIMA LINEA La parola alle colleghe e ai colleghi che gestiscono le infrastrutture tecniche elettriche, meccaniche e civili che consentono il funzionamento e lo sviluppo delle reti e dei servizi. P rogettisti, pianificatori, ingegneri, periti tecnici, geometri, fisici, esperti di innovazione e sviluppo tecnologico applicato alle infrastrutture. Presentiamo il nostro mondo di colleghi che lavorano alla funzione Technical Infrastructures di Technology. Quando si parla di una nuova rete di telecomunicazioni, di una nuova copertura radiomobile, di un nuovo servizio ICT, siamo fra i primi a essere coinvolti dalle attività operative: a noi compete la sperimentazione, la progettazione, la realizzazione e la manutenzione delle infrastrutture per l’alimentazione e degli impianti per l’ottimizzazione dei parametri ambientali di esercizio degli apparati, la predisposizione delle sale, dei locali tecnici e dei tralicci. Siamo stati fra i primi a intervenire nelle recenti calamità naturali (vedi l’articolo sull’emergenza neve a pagina 18, ndr) per controllare e, se necessario, ripristinare la sicurezza e le funzionalità delle centrali e delle stazioni radio base sotto il profilo della statica e dell’impiantistica. In altre parole, siamo le colleghe e i colleghi, divisi sulle quattro aree territoriali, ai quali sono affidate le infrastrutture tecniche elettriche, meccaniche e civili che consentono il funzionamento e lo sviluppo delle reti e dei servizi. I NUMERI Telecom Italia ha acquisito nel tempo un asset infrastrutturale di notevole complessità strumentale alle attività tecniche aziendali. Le cifre parlano da sole: oltre 10.500 immobili per oltre sei chilometri quadrati, pari alla superficie edificata di una città simile a Cuneo; sette Data Center per circa 33.000 metri quadrati; 15.000 stazioni radio base; 22 impianti di trigenerazione per una potenza complessiva di circa 13 MW; oltre 46.000 condizionatori (in un anno potremmo riempire di ghiaccio un volume pari a sette volte la basilica di San Pietro); 23.000 stazioni di energia, 3.450 gruppi elettrogeni, 43.000 batterie, pari a un assorbimento elettrico annuale equivalente a quello di circa 50 treni TAV Roma-Milano. LA TRIPLA E L’evoluzione del mestiere di specia- lista delle infrastrutture tecniche ha seguito negli anni sia quella delle tecnologie (l’elettronica sostituisce l’elettromeccanica) sia quella del business delle telecomunicazioni (dal monopolio al mercato) attraverso il processo di privatizzazione. Negli anni Novanta a chi si occupava di infrastrutture veniva chiesto di essere efficace (la prima E) e cioè, nei tempi più rapidi possibili, progettare e realizzare le nuove infrastrutture e risolvere gli eventuali guasti degli impianti in esercizio. Nel 1998, il settore delle telecomunicazioni è stato aperto alla concorrenza. In tale nuovo scenario, la strategia competitiva ha richiesto allo specialista delle infrastrutture tecniche di evolvere le sue competenze, aggiungendo all’efficacia, l’efficienza (la seconda E), cioè contribuire al continuo miglioramento del time to market dei servizi e alla riduzione dei costi. Lo sviluppo della larga banda con velocità crescenti e il modello cloud computing determinano oggi la necessità di integrare verticalmente la stessa infrastruttura tecnica ai servizi quale elemento qualificante per la competitività, ovvero quale leva determinante per la fruibilità delle reti e l’affidabilità delle piattaforme. È quindi proprio la strategia competitiva che sta conducendo – e sempre più condurrà – lo specialista delle infrastrutture tecniche a essere eccellente (la terza E), cioè conseguire e mantenere standard qualitativi così elevati nelle attività di competenza da creare valore per il cliente finale e sostenerlo nel tempo. Le infrastrutture e i servizi manutentivi di alimentazione di Telecom Italia hanno raggiunto tali livelli di evoluzione tecnologica e di qualità per cui la riserva accumulata e la produzione autonoma di energia elettrica potrebbero garantire complessivamente il fabbisogno di elettricità a una provincia, Bologna per esempio, per circa 12 ore in caso di blackout della rete elettrica. In questi ultimi anni, Telecom Italia ha rafforzato e incrementato l’attenzione per l’eccellenza nelle infrastrutture impiantistiche, affidando il compito agli stessi colleghi e colleghe di Technical Infrastructures di progettare e realizzare un piano di interventi operativi, basato sull’innovazione tecnologica, sullo sviluppo della sostenibilità ambientale e in coerenza con i ritorni economici degli investimenti agli standard aziendali: oltre 2.000 sistemi di free cooling, 250 accumulatori a idrogeno (fuel cell), 42 gruppi di refrigerazione a lievitazione magnetica, impianti eolici-fotovoltaici e sperimentali di geocooling. A conferma dei risultati raggiunti nel settore delle infrastrutture tecniche e della sostenibilità ambientale, Telecom Italia è stata inclusa nei più prestigiosi rating internazionali, tra cui i Dow Jones Sustainability Indexes (DJSI) e i Financial Times Stock Exchange for Good (FTSE4Good) e ha conseguito le certificazioni ISO 14001 e 27001. Le infrastrutture per i data center sono state valutate ai livelli più alti della scala TIER definita dall’American National Standards Institute. q Ugo Corasaniti Sandro Gentili Angelo Gugole Venanzio Iacozzilli Marco Marzella Stefano Sabatini Aristide Torrelli fotografie di Hildegard Adelheid Kuss Sopra, Gianfranco Fiorucci. A sinistra, Gianfranco Fiorucci coadiuvato da un tecnico d’impresa. Nella pagina accanto, la realizzazione di un’infrastruttura per una stazione radio base. In particolare l’assemblaggio in quota con l’ausilio di elicottero di un palo flangiato con due anelli, alto 24 metri 1 / 2012 61 MESTIERI IERI OGGI DOMANI SINCRONIZZANDO OGGI - VALENTINA MONTEFUSCO “Sono entrato nell’allora SIP agli inizi degli anni Novanta, in qualità di assistente agli impianti tecnologici asserviti ai sistemi di telecomunicazione. Da allora, il mio pane quotidiano sono gli apparati di alimentazione che consentono alle centrali e alle stazioni radio base di erogare i loro servizi, anche in caso di malfunzionamenti nell’erogazione dell’energia elettrica: batterie, gruppi elettrogeni, sistemi di continuità. Oggi opero nell’Area Territoriale Sud di Technical Infrastructures e, assieme ai miei colleghi, mi occupo della manutenzione e della risoluzione di eventuali guasti a queste infrastrutture, con reperibilità continua. Con il passare degli anni, pur restando centrale per la mia professione il mantenimento di una elevata competenza tecnica, ho osservato con soddisfazione una crescente sensibilità verso le tematiche ambientali e di sicurezza sul lavoro. Infatti, occorre tener presente che le apparecchiature di nostra pertinenza, se non gestite propriamente, possono rappresentare un pericolo per le persone e per l’ambiente, a causa delle sostanze contenute (come acidi e carburanti). In tale ottica si inquadrano le certificazioni ambientali conseguite dalla mia struttura e gli aggiornamenti professionali rivolti a me e ai miei colleghi sulle tematiche di safety. Di pari passo con la digitalizzazione delle telecomunicazioni, ho assistito alla trasformazione delle tecniche di conversione dell’energia; l’adozione della conversione elettronica in luogo di quella elettromeccanica e l’informatizzazione dei connessi sistemi di gestione consentono oggi risparmi energetici, contenimenti degli spazi e (buon per me) interventi risolutivi più rapidi e mirati”. DOMANI - ROBERTO CAFARO Riccardo Adelini Hildegard Adelheid Kuss IERI - SILVANO RECUPIDO “Superata la soglia dei 25 anni d’azienda è inevitabile pensare a un bilancio. Era il 1984, i miei orizzonti non superavano la provincia di Pavia: poche infrastrutture immobiliari da gestire e interazione con colleghi non ancora percepiti come clienti interni. Nel 1996 nasce l’ultimo miglio. Sono di quegli anni i primi Accordi Quadro di ospitalità reciproca (housing) con altri operatori; da Immobili e Servizi diveniamo Real Estate. Da allora e sino al 2008, anno di costituzione di Technical Infrastructures, il nostro business si è via via ampliato, con una gestione del patrimonio immobiliare volta a ottimizzare gli spazi industriali, a massimizzare l’efficienza degli impianti tecnologici, nonché a rispondere ai riassetti organizzativi intervenuti. Soprattutto nell’ultimo triennio, a valle dell’unificazione del patrimonio industriale di rete fissa e mobile, l’efficacia della nostra organizzazione è stata misurata anche per le capacità di progettare infrastrutture tecnologiche avanzate, quali gli impianti di condizionamento free cooler e di cogenerazione. Il presente viaggia su smartphone e tablet. I servizi veicolati dalle reti di telecomunicazioni necessitano di un rapido potenziamento e di innovazione tecnologica delle infrastrutture. Nell’ottica di ottimizzazione dei costi e di riduzione degli impatti ambientali, progettiamo impianti tecnologicamente evoluti, affidabili, in linea con le esigenze dei clienti interni ed esterni. Un lavoro complesso, in costante equilibrio tra sviluppo tecnologico e ritorno degli investimenti operati. Ma, a questo punto, non ho difficoltà ad affermare: noi, quelli di Technical Infrastructures, ci siamo”. 1 / 2012 63 Hildegard Adelheid Kuss 62 MONDO “Mi occupo di continuità dell’alimentazione elettrica degli apparati industriali di Telecom Italia da circa 15 anni e attualmente opero nei siti strategici dell’Area Territoriale Centro quali Data Center e nodi primari della rete trasmissiva. Lo standard tecnologico di tali siti è molto alto e le prestazioni richieste sono il massimo dell’eccellenza. Svolgere bene la propria professione, in un campo così delicato, significa avere un'elevata conoscenza tecnica ma soprattutto uno spiccato senso di responsabilità. Per comprendere l’importanza della continuità dell’alimentazione, basti pensare alle sale operatorie negli ospedali, oppure alle torri di controllo degli aeroporti; un eventuale blackout in quei contesti comporta conseguenze facilmente intuibili. Il nostro compito è impedire che tale evenienza possa coinvolgere anche le comunicazioni telefoniche o quelle dati. Chi lavora nel nostro mondo ha il dovere di intervenire prima che l’anomalia possa verificarsi, garantendo una scrupolosa attività di manutenzione e di innovazione tecnologica. Tanti colleghi in Telecom Italia non conoscono l’esistenza di un servizio come il nostro. Per chi come noi si occupa da anni di continuità di alimentazione, paradossalmente, questo è motivo di orgoglio. Significa che stiamo svolgendo bene il nostro lavoro. Infatti, si viene a conoscenza della strategicità dei sistemi di alimentazione solo in occasione dei blackout e noi ci teniamo a non essere visibili. Il senso di appartenenza che mi tiene legato a questa azienda è la mia motivazione chiave. Nel corso degli anni i sistemi di alimentazione si sono evoluti in maniera repentina, grazie alle nuove tecnologie di costruzione e alla ricerca di componenti elettronici di elevate prestazioni. La frontiera dell’idrogeno come fonte d’energia per le nostre batterie è già il presente, l’energia rinnovabile sarà il futuro e il nostro obiettivo è identificare e attuare le innovazioni che risultano maggiormente vantaggiose, attraverso investimenti economici mirati, strutturali ed efficaci”. A sinistra, Gianfranco Fiorucci Luca Ascione VENITE DA NOI SINCRONIZZANDO Roberto Defraia 64 MONDO VIAGGIO IN ITALIA 1 / 2012 65 BUSINESS IN SARDEGNA Sono varie le realtà imprenditoriali della nostra isola e forse Tiscali è solo la più nota. La fine dell’era industriale ha fatto sì che le possibilità di sviluppo si spostassero verso il recupero ambientale come la riconversione ai fini turistico-culturali del patrimonio minerario che per anni è stata una delle principali fonti dell’economia. La creazione del Parco Geominerario permette la visita dei siti che testimoniano architetture conservate nell’antico splendore e la discesa nei pozzi profondi attraverso i cunicoli bui ha un fascino e un’emozione indescrivibile. Alle falde del Monte Spada, un progetto in collaborazione con il WWF ha realizzato l’oasi Life Natura di Donnorotei. Il Parco faunistico, di particolare interesse comunitario per il monitoraggio e la salvaguardia di alcune specie uniche al mondo, offre un turismo all’insegna della natura e, perché no, della buona cucina. Sempre in Barbagia innumerevoli sono le iniziative locali che stimolano la partecipazione attiva come per esempio le Cortes Apertas (cortili aperti), un circuito incantato dove da settembre a dicembre è possibile immergersi nei paesi dell’interno per prendere parte alla ripopolazione delle case dei centri storici, rivivendo tradizioni millenarie, arti e mestieri gelosamente custoditi. Non bastano mille parole per dire che la Sardegna non è solo mare, ma tanto, tanto altro... Roberto Medda Ilenia De Rossi Prosegue il nostro percorso nell’eccellenza: è la volta di Campania, Sardegna, Veneto. Denominatore comune: l’intreccio delle diversità culturali. S alerno, sede dell’antica Scuola Medica Salernitana, Capitale d’Italia nel 1944, è riuscita a trovare l’equilibrio socio-economicoambientale per gestire – in un momento in cui in Italia faticano a decollare – “grandi opere” di architettura moderna, firmate da prestigiosi esponenti internazionali quali Bohigas, Calatrava, Hadid, Bofill, Fuksas. Cantieri edili al lavoro per portare a compimento piazza della Libertà, tra le più grandi d’Europa, centro di aggregazione e commercio; Marina d’Arechi Port Village, complesso sul mare con approdi turistici, negozi e attività per il tempo libero; impianto di compostaggio ad alta efficienza funzionale e ridot- to impatto ambientale; impianto fotovoltaico da 24MW con annessa fattoria didattica per progetti dedicati alle scuole. Fonte di consolidato e crescente business, nonché crocevia di opportunità di sviluppo e scambi culturali, è l’area portuale di Salerno che nel 2011 si è collocata tra i primi cinque porti europei per maggiore tasso di crescita nell’anno, con un incremento medio del 13 per cento, rispetto al 2010, per il traffico merci e un incremento del 10 per cento per i collegamenti turistici. La provincia di Salerno, che per estensione territoriale è la seconda in Italia, ha fatto del turismo un importante e primario fattore socio-economico. Turismo legato non solo alle bellezze naturali, alla ricchezza artistica e culturale della Costiera Amalfitana (patrimonio dell’UNESCO) e della Costiera Cilentana, ma anche alle grotte di Castelcivita, grotte di Pertosa, Templi di Paestum, scavi di Velia, Certosa di Padula, oasi WWF di Persano. L’eco- nomia è strettamente legata anche a importanti eventi e prodotti locali. Luci d’Artista, una magia luminosa in un percorso d’installazioni che si snoda in tutta la città di Salerno; il Festival Internazionale del Cinema di Salerno, uno dei più antichi, nato nel 1946; Linea d’Ombra - Festival Culture IL NETWORK PEOPLE NET Molti tra i colleghi che documentano la rubrica Venite da noi fanno parte del Network People Net, 218 colleghi convinti che la loro azione contribuisca a dare colore alla vita in azienda, recuperando le informazioni e promuovendone la diffusione in Telecom Italia e nelle società del Gruppo. Costituiti in TIM nel 1998 come Comunicatori, si sono poi uniti nel 2007 ai colleghi di Telecom Italia, i Sensori, dando così vita al network dei People Net. Oltre a veicolare notizie, i Supporter si preoccupano di soddisfare le esigenze di caring dei colle- ghi, di verificare l’efficacia di nuovi servizi e di farli conoscere a tutti. Ascoltano, infine, le esigenze dei colleghi per trovare una soluzione. Il network è composto da una squadra centrale, la Task Force Supporter, alla quale fanno riferimento le squadre dei Leader che coordinano i Supporter. Luogo d’incontro, piazza virtuale, del Network è il Blog People Net, attivo dal 2008, che nel 2011 ha collezionato 12.158 accessi, con 285 utenti unici, 179 post e 509 commenti. Andrea Coco Giovani, presenta eventi legati alla creatività contemporanea; Giffoni Film Festival, dedicato ai ragazzi. Tra i prodotti: la mozzarella di bufala DOP (dal 1993) della piana del Sele con un’esportazione che non riesce a soddisfare la domanda; la nocciola Tonda di Giffoni IGP, una delle varietà italiane più pregiate. Da gennaio 2012 è stato attivato a Salerno, nell’ambito della mobilità sostenibile, un servizio gratuito di car pooling. Salerno e la sua provincia vi aspettano, tutto l’anno, per un viaggio indimenticabile. q Luca Ascione ECCELLENZE E VITALITÀ Il Veneto gode di una posizione geografica particolarmente privilegiata: terra di passaggio e di confine, ma anche luogo in cui le culture di popoli diversi si sono intrecciate e sedimentate attraverso viaggi e commerci, immigrazioni ed emigrazioni. Il Veneto ha vissuto negli ultimi decenni un notevole successo economico confermandosi una delle regioni più ricche d’Italia ma anche più visitate grazie al suo patrimonio paesaggistico, storico, artistico e architettonico. Imprese di ogni tipo, ma soprattutto di medie e piccole dimensioni, sono diffuse in tutta la regione: stabilimenti grafici a Verona, fabbriche di elettrodomestici a Treviso e Conegliano, di tessuti e filati a Schio e Valdagno, di biciclette a Padova e a Vittorio Veneto, di macchine agricole a Padova e Verona, calzaturifici a Treviso, Verona, Vicenza, stabilimenti ottici a Belluno, oreficerie e concerie a Vicenza. Nella provincia di Venezia hanno sede a pochi chilometri di distanza grandi strutture di traffico: il porto, tra i primi per importanza in Italia, soprattutto in relazione alle industrie di Marghera, e l’aeroporto internazionale, salito al terzo posto nel traffico del Paese. La storia di Venezia è indissolubilmente legata a quella del suo porto, che è radice del suo splendore artistico e della sua ricchezza. Sopra, una veduta di Venezia. In alto, uno scorcio del Parco Geominerario di Porto Flavia da dove i minerali venivano imbarcati sui piroscafi. A sinistra, il porto di Salerno Nella Venezia d’oggi tra vetri e merletti si scopre che si può ancora fare impresa senza fare solo turismo. Nel luogo più impensato, tra le barche sull’isola della Giudecca, scopriamo una fabbrica di sci: Stradivarius, che si pone come marchio di qualità per prodotti e servizi legati allo sci alpino. Si tratta di sci caratterizzati da una costruzione artigianale con prestazioni di alto livello e da una serigrafia personalizzata e assolutamente esclusiva. Il riferimento alla musica e alla maestria del grande liutaio, Antonio Stradivari, è simbolico a testimonianza dell’idea dello sport più vicina all’armonia e all’arte di vivere che alla pura competizione. Ilenia De Rossi DI MARTINA EVANGELISTI LATTE CAFFÈ cendi con un paio di mutandoni stropicciati, una maglietta storta che mi stampa sulla bocca il suo Fuck off. Hai la faccia sfollata dei tuoi risvegli, quel naso grande che ti divarica le guance. Allungo sul tavolo un mezzo sputo di latte e caffè e tu ci tuffi dentro gli occhi e le orecchie, mi tagli fuori da qui. Nessuno dei due ha voglia di parlare, di rassegnarsi a quel dovere da domenica mattina. Sei uno stecco di uomo abituato alla diffidenza, ti ho cresciuto così. Accendi la televisione, ci saturiamo la gola in quel rumore. Ci sono le luci di un concerto, un uomo che si attorciglia su una chitarra da scarica elettrica. Tu muovi la testa su e giù, con gli occhi chiusi, la tazza in mano. Mi fai ridere. Una sera ti ho visto in mezzo ai tuoi amici, stavo attraversando il centro a piedi dopo il lavoro, calpestavo la città come si calpesta la vita, con il mento dentro la giacca, le mani aggrappate alle tasche. Non ci siamo salutati, tu non ti sei voltato a guardarmi. C’erano delle ragazze, vi raggomitolavate in quei colli giovani, profumati. Ho invidiato la fila dei vostri motorini schiacciati contro il muro, quei giubbotti di pelle che vi stanno troppo bene. Sono vecchio, Luca. Sento il peso degli anni attaccato alla schiena, sotto lo stomaco. Alzi le sopracciglia su di me, sui bottoni del mio pigiama. Ti chiedo a che ora sei tornato e tu scrolli le spalle, mi rincuori con un sorriso ad angolo sul bordo del tavolo. Vuoi dirmi di lasciar perdere, vuoi che ti faccia sbagliare da solo, con i tuoi vent’anni, con quel lavoro che inizia sempre di notte e che non paga. So che sei un petto buono, anche se gonfi il collo dentro la tua auto usata, anche se per parlare avremmo bisogno di una chat. Io ti offro latte caffè, e forse quel latte sta scadendo o è già scaduto, non ho controllato. Sei troppo magro, sembri un gatto, un randagio della strada. Ti sei fatto quel piercing nel sopracciglio che mi fa pensare a dei gemelli da polsino. Mi dico che non ti capisco, ma se avessi la tua età vorrei essere esattamente come te, pieno di buchi e sigarette, con un cuore intero, largo di spazio. Quando hai iniziato a cambiare voce quel tuo abbaiare rauco mi irritava, ti dicevo di sforzarti, di non parlare come un uomo di fatica. Lì sono iniziati i tuoi silenzi, in quell’obbligo duro, da carceriere. Qualche volta dovrei chiederti scusa, invece mi alzo e prendo una scatola nuova di biscotti secchi, quelli che non ti piacciono e che riesci a distruggere solo nel tè. Uscirai da questa stanza strisciando i piedi come fai tu, trascinando le ciabatte. Prenderai il cellulare e ti accamperai in balcone, la tua trin- cea. E quella del primo piano verrà a suonare perché le cadono i tuoi mozziconi sulle begonie. E la ragazza del palazzo di fronte ti farà segno dalla finestra, scenderete a parlare in cortile. Io sarò nello studio, con gli occhiali sul naso, l’ansia da e-mail. Ti sentirò ridere, di sotto. Saprò che stai bene. Prendo la tua tazza e la mia e le porto sul lavello, accendo l’acqua e le lavo come posso. Male, diresti tu, anche se non sai fare meglio. Rimani seduto, con la testa dentro quel concerto di percussioni forti. Ti vengo vicino, a guardare con te questo schermo che si muove, questa notte brava da un’altra parte. È il nostro contatto, la nostra familiarità. Stare seduti con i gomiti che si toccano quasi e che so- no entrambi ossuti, nodosi, rami secchi spezzati. Siamo a dieta di parole. Ci sta bene così. A pranzo tu esci, io mi preparo un panino perché a cucinare non ho mai imparato, anche se a te dico che la pasta non mi piace. Condividiamo un bagno solo, e il tuo dopobarba cade sempre per terra quando apro l’armadietto delle medicine. Te lo sposto e lo ritrovo lì. E penso che se un giorno non ci dovesse essere più mi sentirei solo, e farei cadere qualcos’altro, forse l’aspirina. Mi stiracchio le braccia e tu fai lo stesso, e all’improvviso siamo uguali, speculari. All’improvviso sono la tua copia accartocciata con le rughe, e tu sei la mia controfigura migliore. Martina Evangelisti È nata a Ravenna il 21 novembre 1992. Nel 2011 ha conseguito la maturità classica presso il liceo ginnasio Dante Alighieri di Ravenna e attualmente studia Lettere Moderne a Bologna. Ha iniziato a scrivere racconti nel 2009, ha vinto alcuni concorsi locali e nel 2011 è entrata nella cinquina finalista del Premio Campiello Giovani con il romanzo breve Rose Rosse. Nel 2012 ha scritto Forbici, che fa parte dei venticinque racconti semifinalisti oggi in gara sempre per il Premio Campiello Giovani. Martina ha ereditato tutti i caratteri spigolosi del segno dello Scorpione, vive un rapporto conflittuale con i suoi capelli, è in dipendenza inguaribile dai dolci al cucchiaio e dai telefilm, resetta il suo iPod una volta a settimana per passare dalla musica classica alla musica rock alla musica pop alla musica house a seconda dell’umore, ama i jeans e comprare scarpe, ha una collezione infinita di orecchini ma porta sempre gli stessi perché pensa le portino fortuna. Legge qualsiasi cosa, da Nietzsche ai libri di cucina, considera capolavori assoluti Cent’anni di solitudine di Gabriel Garcia Marquez, i racconti di Raymond Carver, Peter Pan e le tragedie di Euripide. S Riccardo Adelini 66 IL RACCONTO Sincronizzando il periodico di Telecom Italia Anno 3 numero 1 – Aprile 2012 Proprietario ed editore Gruppo Telecom Italia Direzione, Amministrazione, Redazione Corso d’Italia, 41 – 00198 Roma [email protected] Direzione Editoriale Antonio Migliardi Francesco Cardamone Attilio Fiorentino Direttore Responsabile Cinzia Vetrano Progetto editoriale Peliti Associati Coordinamento e consulenza editoriale Valeria Accornero Redazione Luciano Capanna Francesco Costanzo Francesca Impecora Barbara Lucangeli Ida Sirolli Remigio Somma Art Director Mario Peliti Grafica e impaginazione Valerio Fanelli Hanno scritto per Sincronizzando Mauro Broggi Martina Evangelisti Chiara Ottaviano Salvatore Settis Irene Tinagli Hanno collaborato Diego Agrò Salvatore Aiello Paolo Ajolfi Silvia Alberta Alessandro Alongi Luca Ascione Tania Badodi Cettina Barcellona Deborah Bardaro Luca Bardelli Giuseppe Barillaro Simone Battiferri Giovanna Bellezza Debora Bernardini Luigi Bertollini Daniela Biscarini Giorgio Bonfiglioli Sofio Bongiovanni Massimo Bontempi Paola Bonucci Ivana Borrelli Marco Bracaglia Jos Brants Daniele Bronzini Fabio Brusa Vincenzo Brutto Giuseppe Buttafuoco Roberto Cafaro Manuela Campea Paolo Cantoro Bruna Capobianchi Silvia Cappelletti Maurizio Caracciolo Vinicio Carelli Barbara Carnevali Stefano Casaccia Sonia Casaro Ettore Cervi Francesco Cervino Fabiola Cesarini Chiara Chiarelli Alberto Ciarniello Anna Maria Cimmino Patrizia Cinquegrano Simone Cioli Luca Ciuoli Oscar Civiletti Gianfranco Cocchieri Emanuela Cocco Andrea Coco Ugo Corasaniti Carlo Cordedda Claudio Corsi Gianfedele Cosentino Giulia Costa Daniela Costanzi Rosario Cristaudo Gianni De Felice Massimo Defraia Roberto Defraia Fabio De Gaetano Fabio De Lazzari Claudio Demaria Barbara De Martino Luigi D’Ercole Ilenia De Rossi Giuseppe di Bella Michela Di Carlo Simonetta di Carlo Francesco Di Clemente Paolo Di Feliciantonio Pierluigi D’Ippolito Patrizia Di Sarno Stefania Di Simio Fabio Di Spirito Gaetano Adolfo Maria Di Tondo Massimiliano Dotti Valeria Elia Cinzia Esposito Stefano Evangelisti Roberto Faralli Giovanni Ferigo Decenzio Ferrari Nicola Ferrari Domenico Ferro Helen Festa Daniela Fiore Daniela Fiori L’editoria di Telecom Italia comprende anche notiziariotecnico www.telecomitalia.com/notiziario-tecnico Gianfranco Fiorucci Anna Formisano Paolo Frasca Valentino Frau Andrea Furelli Eugenio Galiano Piero Gallo Fabio Galluccio Pier Luigi Gardini Sandro Gentili Maria Rosaria Gerardi Emanuela Ghini Giacinto Giaracuni Marina Giardini Gianfranco Gigli Luisa Giolito Stefano Gisonna David Giuli Anna Golovkova Lucio Grascia Fabio Grasso Raul Guerrero Angelo Gugole Claudio Guidolin Venanzio Iacozzilli Carla Iaia Carmelo Iannicelli Erminia Ianniello Alessandra Impallomeni Arturo Iorio Luigi Iovini Pietro Labriola Marco La Manna Natale Lanzuise Fabio Lazzaro Stefano Lecco Alessandra Leonardi Giovanni Lepri Alessandro Liguori Vincenzo Liguori Paolo Lobina Francesco Lo Bue Raffaele Lorello Marco Lotito Dario Vincenzo Maccarrone Salvatore Maglione Sofia Marcone Carla Marinelli Paola Marino Daria Marinuzzi Manuela Martelli Marco Marzella Stefano Masini Bartolomeo Mastronardi Giancarlo Mattiangeli Roberto Medda Carmine Melaragni Alessia Menichella Franco Mezzotero Mario Micarelli Valentina Montefusco Riccardo Monti Lia Morbioli Federico Morena Rossella Mossotto Andrea Giuseppe Mura Valentina Nappi Roberta Nicchiarelli Marco Nicolai Elisabetta Nottola Francesco Novi Luca Oliva Antonino Orlando Massimo Ottaviani Stefano Paggi Giuseppe Palmieri Marco Paoli Amedeo Parente Veronica Penna Clemente Perrone Maurizio Peruch Francesca Petralia Raoul Pieroni Stefano Petrangeli Salvatore Pinto Fabio Piolini Paolo Priolo Maurizio Puccini Daniela Ramello Damiano Rapone Silvano Recupido Aldo Rescinti Carmelo Romeo Luca Rossetto Maria Antonietta Russo Stefano Sabatini Raffaella Ester Sabatino Silvia Salemi Maria Angelica Salguero Bermont Valentina Sanna Emanuele Santandrea Stefano Santini Paolo Santolamazza Benedetta Santoro Carlo Sarracino Antonio Satriano Maurizio Scarsella Giuseppe Scozzafava Valentino Segradin Claudio Seguiti Fabrizio Sette Giorgia Signorini Fabrizio Silvestri Giuseppe Simigliani Assunta Somma Ciro Somma Donata Soprano Lorenzo Sorrentino Mario Spera Giorgia Sperandei Gaia Spinella Maria Letizia Stazi Giuseppe Strollo Alessandro Talotta Massimiliano Tarantino Allegra Tarizzo Antonella Termine Eliana Tius Franco Tiziani Antonio Todisco Marina Tognoni Elena Tondini Aristide Torrelli Elisabetta Tosetti Maria Luisa Traisci Ripalta Damiano Truglia Marco Turbati Nicolò Vaccaro Francesco Valli Leonardo Varasconi Saule Versari Claudia Vitali Andrea Voltolina Mauro Vomiero Luigi Zabatta Emanuele Zingale Giovanni Zizzari Antonella Zolla Mauro Zuliani Amministrazione Lucilla Mancini Illustrazioni Alberto Ruggieri (copertina e pagine 22-23) Fotografie Riccardo Adelini Daniele Antoni Paoli Moreno Balzani Katia Carota Luigi Chiriacò Giuseppe Di 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