Anno XXIV N. 3 Sped. in abb. post. - Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - Filiale di Padova - Luglio/Settembre 2015
Periodico dell’Associazione UNA PROPOSTA DIVERSA - ONLUS
aderente al Coordinamento nazionale CIPSI - Solidarietà e Cooperazione
30 ANNI DALLA PARTE DEGLI ULTIMI
Riflessione del Presidente del CIPSI, a margine dei
tre decenni di attività del nostro Coordinamento
Attorno a noi è cambiato il mondo
intero. Trent'anni fa avevamo un
mondo diviso tra: Nord e Sud - ricchezza e povertà. Oggi questa divisione si è sgretolata sotto le ali forti
delle varie globalizzazioni, a partire
da quella economica.
I processi di globalizzazione, i mercati ed i poteri dominanti, a partire
da quello economico, stanno trasformando non solo il vocabolario, ma
anche i valori di riferimento del
Volontariato. Termini propri, fino ad
ora, solo del mercato, come: efficienza, accumulazione, imprenditorialità, professionalità... si stanno
trasferendo al Volontariato. E questo
non deve accadere.
Come CIPSI, partiamo da una situazione difficile. Da oltre 5 anni stiamo riflettendo e discutendo per individuare la strada. Non vogliamo
coordinarci per tirare meglio, ognuno, il nostro carro, ma vogliamo
tirare insieme l'unico carro della
convivenza umana e sociale.
Puntiamo a tre obiettivi:
1- una nuova forma di relazione e
coordinamento. Il nostro coordinarci, non è più in funzione di interessi propri, bensì comuni. Non servizi e azioni finalizzati all'interesse
di uno o dell'altro, ma un'azione culturale, politica ed anche operativa,
finalizzata agli interessi e ai beni
comuni. Azione partecipata, coeren-
te, forte e propositiva. Autonoma da
schieramenti di qualunque genere,
ma capace di coinvolgere e aggregare su proposte culturali innovative e
su forme nuove di gestione della
convivenza locale ed internazionale.
2- una nuova proposta culturale.
Dobbiamo rispondere alla necessità
di “nutrizione” non solo alimentare
del pianeta. È necessario garantire
l'alimentazione integrale della
“dignità umana” che trova le fondamenta nella garanzia di tutti i diritti
fondamentali di ogni essere umano,
attraverso la democrazia la solidarietà, la convivenza, la pace. Per
questo
non
servono
“anni
Internazionali” “decenni” o 169
“obiettivi stupidi e non realizzabili”
per i prossimi 15 anni. Ne abbiamo
e vogliamo solo uno: la convivenza
di tutti i popoli in pari diritti e nella
pace! Si tratta quindi di ridefinire le
relazioni personali e mondiali ripartendo dal principio che tutti siamo
uguali e partiamo dallo stesso livello, per questo la cooperazione serve
e servirà sempre di più. Perchè non
dobbiamo più “aiutarci”, ma dobbiamo vivere bene tutti insieme.
Una proposta culturale però la si
costruisce non solo con le idee, ma
ripartendo dall'essere a fianco della
gente. Non per chiedere semplicemente denaro o presentare progetti,
ma per presentare problemi, storie,
L'Africa continua a camminare
con i piedi delle donne
Nel 2011 due donne africane e una yemenita sono
state insignite del Premio Nobel per la pace.
Per evidenziare il ruolo insostituibile
delle donne nei Paesi poveri,
soprattutto in Africa, nella
costruzione della pace.
Tra i principali sostenitori di queste
candidature c'è stato proprio
il Coordinamento “Solidarietà e Cooperazione CIPSI”.
proposte. Per far conoscere una realtà
che è nascosta o rifiutata. Per costruire dei percorsi comuni. È quanto
abbiamo fatto con l'acqua, con le
donne africane ed ora con i minerali… Dobbiamo far capire quanto, pur
non sapendolo, ognuno di noi è di
fatto dentro ai problemi, ai drammi e
ai pericoli dell'umanità. Non vogliamo più continuare nella nostra piccola opera di bene verso “i più disgraziati” con qualche progettino…
3- una nuova proposta operativa.
Il CIPSI si mette in gioco direttamente. Ne abbiamo l'esperienza e le
possibilità.
a) 4 giovani partiranno a settembre
in servizio civile per Pikine, in
Senegal. È il luogo dove abbiamo
lanciato un nuovo patto tra
Europa ed Africa e la candidatura
delle donne africane al nobel. Con
questi giovani vorremmo consolidare il lavoro avviato di organizzazione e responsabilizzazione sociale
delle donne africane, ma anche
nuove relazioni tra una terra di forte
migrazione ed il nostro territorio.
Auspichiamo un interesse partecipativo diretto per seguire relazioni specifiche con le donne, ma anche con i
bambini e l'imprenditoria popolare… Vogliamo fare in Sengal un'esperienza pilota di nuova cooperazione sociale.
b) La selezione del nostro progetto
AMARANTO tra le 18 buone pratiche mondiali presentate ad
EXPO2015 ha alimentato un notevole interesse con manifestazioni di
possibili sviluppi per nuove attività
similari. Non solo l'esperienza
acquisita in questo ambito è un
bagaglio prezioso, ma rappresenta
anche un'interessante opportunità
per un rilancio della nutrizione e
dell'agricoltura familiare.
c) Con i giovani italiani abbiamo
portato l'attenzione europea su un
tema fondamentale come l'economia sociale. Non dobbiamo aver
paura di dare spazio ai giovani, alle
loro idee e proposte. Se noi cerchiamo oramai di lenire le sofferenze di
un mondo povero e sofferente, in
Guido Barbera
loro arde vivo il desiderio di un
mondo più giusto e bello. Hanno il
diritto di poterlo costruire. Di farlo
crescere. Di viverlo… L'ultimo
anno di lavoro del progetto CRISIS
rappresenta un'occasione d'oro per
noi per radicarci a livello di giovani
europei per costruire la nuova
Europa.
d) Non basta scandalizzarci di fronte alle quotidiane tragedie del
Mediterraneo. Troppe parole sono
state dette e scritte. Da tempo, un
editoriale della nostra rivista era
vuoto con la sola scritta: Non abbiamo più parole! È ora di dare risposte
con nuove relazioni con le associazioni degli immigrati, con una
cooperazione presente alle origini
dei viaggi e con un'azione educativa
e formativa nuova che inizi nei
nostri territori. Per questo abbiamo
avviato un confronto con il
Coordianmento degli Enti Locali
per la Pace e i Diritti Umani per
riflettere sul rapporto Enti LocaliImmigrazione.
Conclusione
…È l'ora di alzarci le maniche, di
darci la mano e di lavorare. Auspico
una partecipazione veramente convinta a questa Assemblea. Convinta
a superare le nostre diversità...
Convinta nel portare le proprie
prposte, discuterle e metterle in
comune. Convinta a sporcarci le
mani insieme Convinta a prepararci insieme ai prossimi trent'anni.
Quelli della maturità.
Guido Barbera - Presidente CIPSI
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una Proposta diversa
EBOLA SE NE È ANDATA LASCIANDO
TANTI LUTTI, MA GUARDIAMO AVANTI...
Sono Ramatu e vengo dalla Sierra Leone. Mi dispiace di raccontarvi sempre
cose tristi, ma ho bisogno di condividere anche questo con voi sperando un giorno di raccontarvi di una bella esperienza come il viaggio in Sierra Leone che ho
fatto nel 2013 grazie ad una coppia meravigliosa che non ringrazierò mai abbastanza. Sono in Italia da molto, con mio marito e i miei tre figli, e per molto
siamo stati contenti che la guerra (1991-2000) che ci ha fatto abbandonare il
nostro paese e la nostra gente fosse finita. Tuttavia nel 2014 un'altra piaga ha
colpito la Sierra Leone: il virus Ebola. Perchè in Africa capita sempre qualcosa di brutto, prima la schiavitù, poi la guerra e adesso l'Ebola! Il 7 febbraio mio marito entrando in casa mi ha urlato di chiamare in Sierra Leone perchè gli avevano appena comunicato che sua sorella Abi era morta. In preda alla
confusione più totale chiamo, risponde mia suocera in lacrime così come mio
marito, che disperato cerca di capire se la madre avesse avuto contatto fisico con
la defunta sorella. Eravamo preoccupati che fosse Ebola, e qualche giorno dopo
ci hanno confermato che si trattava proprio del virus, “moriranno tutti” mi disse
mio marito afflitto. E' stato un momento terribile, una cosa mai successa nella nostra
famiglia, per questo vi scrivo tardi, è stato
davvero pesante da sopportare. Mia suocera
aveva un cuore grande, accoglieva tutti in
casa sua, anche bambini orfani, e sapendo
della nostra situazione economica si arrangiava insieme ad Abi. Abi era la sorella
minore, si prendeva cura della madre, degli
altri fratelli di mio marito e ovviamente dei
suoi 5 figli. Faceva la parrucchiera, era
andata a Freetown a comprare il materiale
per il suo lavoro, e lì si è ammalata. Tornata
a casa, a Lunsar, dalla sua famiglia tutti
erano convinti si trattasse di malaria, ma si
Ramatu (a sinistra) con l’amica Madou sbagliavano. Hanno messo in quarantena
tutti quelli che si trovavano nella casa: la madre, le matrigne, i figli, i fratelli, i
nipoti… Alla fine sono morti in 18, questo perchè ammucchiarli tutti nella stessa casa ha significato condannarli a morte, poichè la trasmissione è molto facile. Mi ricordo di aver chiamato una sera e di aver parlato con uno di loro, il giorno dopo aveva la febbre, il giorno seguente era morto. Ogni giorno toccava a
qualcuno, una volta 3 in un colpo. Avevamo paura di rispondere al telefono.
Quando suonava sapevamo già che qualcun altro ci aveva lasciati. Quest'incubo
è durato un mese e mezzo. I defunti, tutti parenti di mio marito, sono: la sorella
Abi, la madre, le due matrigne, altre due sorelle e i loro figli, un fratello con i
tre figli ed i nipoti con i loro figli. Adesso è tutto tranquillo e stanno bene,
hanno solo bisogno del nostro sostegno. Durante il periodo di quarantena uno
di loro mi ha domandato “ora che la mamma e la nonna sono morte, come faremo a vivere?” Mi piangeva il cuore e gli ho detto che il Signore avrebbe provveduto. Un grande grazie a tutti, in particolare ad “Una proposta diversa” e alla
“Comunità Papa Giovanni XXIII” per tutto quello che hanno fatto e tuttora
fanno per noi, specialmente durante questa fase buia. Il Signore vi benedica.
… Per la diffusione del virus di Ebola, a settembre 2014 , le scuole non si sono
riaperte, nè io sono potuta tornare in Sierra Leone ad ottobre, per contattare
insegnanti e famiglie. Quando a febbraio 2015 sono arrivata a Lakka, persisteva
l'ordine di evitare raggruppamenti, di frequentare luoghi affollati come i mercati e di usare i mezzi pubblici. Scuole, chiese, moschee, spiagge, strade continuavano a essere deserte e, quando potevi incontrare qualche ragazzino, non lo
potevi abbracciare nè accarezzare. Tuttavia mi è stato possibile programmare
incontri con gli insegnanti e pianificare la formazione delle classi, aspettando
il ritorno dai villaggi interni di quelle famiglie che si erano spostate là dove
il contagio era meno possibile. Per Natale abbiamo provveduto a distribuire
del riso alle nostre famiglie, e ad altre, perchè la situazione aveva bloccato
ogni attività e non c'era possibilità di rifornimenti nei mercati. Poi, il 14 aprile, l'annuncio della
ripresa delle lezioni,
dopo ben nove mesi. Gli
insegnanti erano tutti presenti, le aule disinfettate,
le nuove divise pronte, i
banchi e le seggiole riparate. Il rientro degli alunni
è stato graduale, ma molti
genitori si sono presentati
ad iscrivere per la prima
volta altri loro figli più
piccini alla nostra scuola.
Il nuovo calendario scolastico è stato modificato,
ed è stato deciso di concludere il primo trimestre
a fine luglio, perchè si
Sierra Leone, Guinea Conakry e Liberia
voleva “recuperare” il
sono stati i paesi più colpiti da Ebola.
tempo perduto, ma è
anche la stagione delle piogge, tempo di malaria, di influenze, tifo e colera.
Ebola ci ha lasciati tutti più poveri e ci sono nuovi poveri, per cui abbiamo deciso di aiutare tutti gli alunni e nel caso specifico stiamo aiutando le
famiglie dei nuovi iscritti al primo gruppo dell'asilo, in maggioranza fratellini
e sorelline dei più grandicelli. Ogni giorno, all'ora della merenda, controlliamo che ogni ragazzino abbia qualcosa da mangiare, perchè il loro unico pasto
avviene alle 16:00. Con il vostro contributo abbiamo acquistato nuove lavagne, gessetti colorati, nuove sedie e altro. In cambio, più di 100 bambini dell'asilo ogni mattina arrivano puntuali, sorridenti e orgogliosi di andare a scuola. Ci vorrà ancora del tempo per arrivare alla normalità, ma voglio mettervi a
conoscenza che in questi primi tre mesi tutti hanno potuto frequentare la
scuola, perchè gratuita e a questi bambini che chiedono poco e che non hanno
niente sono state offerte occasioni per dimenticare l'incubo dell'epidemia, che
purtroppo ancora oggi non si è del tutto dissolto.
Maria Teresa Nardello - Sierra Leone
GIORNATA DI CONDIVISIONE IN MONTAGNA: LA SEDICESIMA...
Metti una giornata di sole, un suggestivo paesaggio di montagna, una comitiva di persone che si riconoscono nella vicinanza al fratello che soffre. Sono i tre ingredienti che hanno connotato anche l'ennesima esperienza di condivisione sul Grappa, per l'esattezza la sedicesima. Il menù è molto semplice: si arriva a scaglioni ma in modo di trovarsi tutti entro le dieci e trenta. Dopo l'immancabile alzabandiera ad opera del
Gruppo Alpini di Cittadella, tutti pronti ad ascoltare la testimonianza “dialogata” di un missionario o di un
volontario impegnato nel Sud del Mondo e con cui l'Associazione collabora. A seguire la Santa Messa, quest'anno celebrata da don Roberto Calderaro sacerdote da sempre vicino ad UPD, tant'è che nella Parrocchia
di Santa Margherita d'Adige (Pd) dove ha operato fino a qualche tempo fa, ha accolto per ben due volte
l'Associazione a cui ha dato spazio a tutte le Messe. Quindi
l'immancabile momento conviviale per rispondere alle esigenze anche del corpo ( con l'aria di montagna particolarmente avvertite…). Raccontata così, un'esperienza nella normalità, in realtà una piccola grande occasione per un gruppo di persone ( eravamo oltre
una sessantina, di tutte le età …) di trovarsi nella condivisione e nella volontà di continuare a guardare
concretamente agli altri, ai tanti che nel mondo sono nel bisogno. Avvertendo il tutto come un atto di
giustizia. Stimolati in questo, da una parte dalla toccante esperienza della signora Ramatu Sherif, a cui
Ebola ha tolto nella sua patria, la Sierra Leone, ben 18 familiari, dall'altra dalle parole di don Roberto
che ha spiegato a chiare lettere come la fede debba sempre essere accompagnata dalla carità. Corre l'obbligo di un rinnovato grazie agli Alpini di Cittadella che ancora una volta ci hanno ospitato nella loro
“malga” a Campocroce con tanta amicizia e preparandoci perfino il pranzo !
una Proposta diversa
DA L L E M I S S I O N I
I VOSTRI AIUTI COSI' PREZIOSI
Vi raggiungiamo con il nostro grazie per il sostegno al progetto di alfabetizzazione per
la missione di Luanda in Angola dove opera per noi suor Silvana Fiorese. In particolare ci facciamo portavoce delle nostre comunità missionarie che beneficiano della vostra
generosità sapendo che il più delle volte i vostri aiuti economici sono gli unici con cui
poter garantire dei beni spesso essenziali alle tante famiglie povere, ai moltissimi bambini e alle donne che ogni giorno si presentano in missione.
La distribuzione di generi alimentari, il pagamento dei farmaci per combattere la malaria, la TBC, il pagamento delle tasse scolastiche per scongiurare l'abbandono della scuola diventano tanti piccoli gesti di “poco conto” dal punto di vista economico ma di
“grande valore” umano e fraterno per tanta gente.
Piccole Suore della Sacra Famiglia - Angola
CIASCUNO PUO' DIVENTARE UN OPERATORE DI GIUSTIZIA
Vi ringrazio di cuore per l'offerta di euro 2.000,00 a favore del progetto “Centro Aperto
Marituba Belen”. Riporto un brano scritto da Don Oreste Benzi tratto da “Pane quotidiano” “Venite a me voi tutti che siete oppressi dal dolore ed io vi ristorerò.
Misericordioso è chi, accorgendosi del dolore altrui, lo sente in sè e fa qualcosa per liberarlo e guarirlo. La rivoluzione di Gesù parte dai poveri, dagli oppressi. Perchè amiamo
noi cristiani lottiamo per salvare la vita ai bambini, spezzare le catene degli schiavi e
mandare liberi gli oppressi. È insieme che portiamo avanti questa missione, voluta e vissuta nella convinzione che metta quello che può, sarà poi il Signore a trasformare la
nostra piccola offerta in pane spezzato per tutti.”
Chiunque di noi abbia visto o capito, può diventare un operatore di giustizia cercando
di porre un piccolo rimedio a questa ingiustizia, facendosi carico di quella che viene
considerata la spazzatura del mondo, di quelli che non vuole nessuno...
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PADRE FRANCO E... IL MESE DI AGOSTO
Poche persone sanno mettersi a disposizione come padre Franco
Bordignon. Missionario saveriano di Cittadella, 74 anni, da 43 anni a
Bukavu nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Qui ha
dato vita, con la collaborazione di Una Proposta diversa, al Progetto
“Acqua potabile in Congo” che ha visto la costruzione in 15 anni di quasi
250 sorgenti, capaci ciascuna di offrire acqua potabile ad un migliaio di
persone! Il costo relativamente basso delle stesse ( euro 535 per ciascuna ) fa si che il Progetto sia gettonato da molti, in particolare da chi vuole
coniugare un momento bello o triste della propria esistenza con un gesto
di solidarietà.Quando, dopo tre anni di missione, torna in Italia per un
breve periodo di meritato riposo, padre Franco, offre piena disponibilità ad
incontrare chi sta aiutando la sua missione. Così in agosto, incurante del
clima torrido, ha incontrato 21 realtà dell'Alta Padovana ( parrocchie, gruppi, famiglie, singoli…) a cui ha portato il grazie riconoscente degli ultimi, di
coloro che non hanno voce. Particolarmente toccante la tradizionale
Messa nella chiesa dell'Ospedale di Cittadella con i volontari che attuano
la raccolta dei tappi di plastica, anch'essa destinata alla costruzione di sorgenti in Congo. Nell'omelia il sacerdote ha fatto toccare con mano quel
minerale “misterioso” che è il coltan particolarmente prezioso nella costruzione degli strumenti delle nuove tecnologie, minerale che dovrebbe costituire la ricchezza del Congo e che è invece una delle cause della sua
miseria.L'azione agostana a tutto campo di padre Franco, capace di generare tanta sensibilità ha consentito il finanziamento di altre 7 sorgenti, in
una realtà del Congo “dove la gente non vedrebbe acqua potabile per altri
2000 anni”. Padre Franco, ovvero quando la vita è un dono.
Ramonda Giovanni, “Comunità papa Giovanni XXIII” - Brasile
SIAMO IN MEZZO ALLA GUERRA!
...Non so se vi è arrivata qualche “eco” della situazione ancora tragica che il
Centrafrica sta vivendo. Purtroppo da venerdì 25 settembre siamo costrette, anche
qui nella capitale a Bangui, a vivere chiuse in casa a causa del conflitto nuovamente
riacceso tra le diverse fazioni in lotta e che non arrivano a vivere in pace … esattamente non capiamo quale sia il movente e la finalità di questa rinnovata violenza
che purtroppo ancora una volta colpisce i più poveri. In un momento così triste il
pensiero corre a voi in questo inizio del mese missionario e non trovo parole adatte per esprimervi i sentimenti di affetto e di gratitudine per quanto il vostro aiuto e
le vostre preghiere ci permettono di realizzare a favore di questi nostri fratelli centrafricani. Ma Gesù conosce e premia anche per un solo bicchiere d'acqua dato al
più piccolo dei suoi fratelli. Lo ha detto lui stesso e ci si può contare.
E dico con convinzione che le offerte fatte con tanta generosità sono in effetti un
restituire con amore quello che le potenze economiche strappano con violenza. Mi
sento di fatto come uno strumento di unione e d'amore fra tanta gente lontana, ma
che si sente più unita che mai nella fraternità di figli di Dio.
Sr. Mariangela Piazza - R.C.Africana
C O N G R A T U L A Z I O N I
… a Martin Daminato
(figlio di Francesco che collabora con UPD) il quale il 16
settembre, presso l'Università patavina, si è laureato in
“Mediazione culturale e linguistica” con 110 e lode …
Scusate se è poco!
R I C O N O S C E N Z A
La signora Laura Rossi in Sarto è mancata, ma i familiari la sentono ancora tanto vicina. Così nel giorno del suo compleanno ( l'8 luglio ) hanno voluto ricordarla devolvendo un'offerta per il Progetto in Sierra Leone dove opera, a contatto con i bambini,
la nostra volontaria Maria Teresa Nardello. L'Associazione ringrazia di cuore per questa azione con cui la signora Laura continua ad essere vicina agli ultimi.
C O N D O G L I A N Z E
Il 6 ottobre è mancato Raffaele Merola, papà di Rosa e suocero di Gianni Tonelotto del Consiglio direttivo di UPD, a cui
siamo vicini in questo momento. Nella sua lunga vita (94 anni)
Raffaele è stato un esempio di amore alla famiglia, per la quale
ha compiuto tanti sacrifici, e di attaccamento al lavoro, militando per decenni nell'Arma dei Carabinieri. Ha trascorso gli ultimi anni, caratterizzati anche dalla malattia, senza una parola di
lamento, unito più che mai all'amata moglie Maria mancata 16
anni prima. Per volontà dei familiari egli sarà ricordato anche
con la costruzione di una sorgente d'acqua in Congo.
P. Franco (a sinistra) a colloquio con il direttore generale Benazzi (a destra)
per la raccolta dei tappi nell’ospedale di Cittadella
VITA DELL’ASSOCIAZIONE
Ci siamo riuniti in sede:
2 settembre, 7 ottobre per gli incontri mensili del Consiglio direttivo.
Abbiamo organizzato:
19 luglio - presenti con altre realtà, il banchetto di sensibilizzazione a
Cittadella, in occasione della festa della Madonna del Carmine.
22 agosto - la serata con padre Franco Bordignon. Dopo la Messa nella
Cappella dell'Ospedale, è seguito un breve momento conviviale con i volontari che realizzano la raccolta dei tappi a beneficio del Progetto “Sorgenti
in Congo” dove a Bukavu opera padre Franco.
30 agosto - la tradizionale “Giornata di condivisione” in montagna ospiti
nella Malga del gruppo ANA di Cittadella
12 settembre - la “Enjoy Africa! 2” a Cittadella a sostegno del Progetto
Po.li.s. in Senegal.
12 ottobre - la presenza alla“Festa dea suca” a Cittadella.
Abbiamo partecipato:
6 settembre - a Padova alla “Cena di condivisione” organizzata da “Beati
i costruttori di pace”
9 e 29 settembre - alle riunioni del Consiglio direttivo del Coordinamento
delle Associazioni di volontariato di Cittadella.
10 ottobre - a Montagnana (Pd) presso il GMA all'incontro fra le
Associazioni del Nord Est per confrontarci su alcune proposte CIPSI.
16 ottobre - nella Parrocchia di Santa Maria di Cittadella alla Veglia missionaria con la testimonianza della nostra Ramatu Kargbo che ha parlato
sulla tragedia della Sierra Leone e dell'Ebola.
Abbiamo incontrato:
30 settembre - padre Camillo Scapin, missionario in Perù, che ci ha aggiornato sul Progetto “Hogar San Camillo”, a cui collabora anche la nostra
Associazione.
7 ottobre - la nuova Dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo di
Galliera Veneta, per illustrare e “rilanciare” la raccolta dei tappi a beneficio del Progetto “Sorgenti in Congo”.
una Proposta diversa
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SPECIALE GIOVANI YOUPD
IMMIGRAZIONE IN ITALIA: IL PUNTO SULLA SITUAZIONE
Al netto delle dinamiche di potere,
per una corretta comprensione dei
fatti è indispensabile inserire il
fenomeno migratorio nella categoria degli eventi strutturali, quelli
legati in modo intrinseco al nostro
sistema economico-politico e uscire una volta per tutte da quella sfera
di “emergenza continua” che contraddistingue la maggior parte delle
analisi in merito. L'immigrazione è
la naturale conseguenza delle politiche neo-colonialiste, della guerra
che l'Europa costruisce e che l'Italia
appoggia, anche materialmente:
siamo o non siamo uno dei più
grandi produttori mondiali di armi
da fuoco? E' opportuno quindi
scendere nei dettagli statistici per
spiegare quello che è a tutti gli
effetti un fenomeno strutturale.
Secondo le Nazioni Unite, infatti, i
migranti sono in aumento dal 1990,
anche se sono solo il 3 per cento
della popolazione mondiale. Come
ha detto la portavoce dell'agenzia
dell'Onu per i rifugiati (Unhcr)
Carlotta Sami, in merito agli arrivi
sulle coste siciliane, “non siamo in
una situazione di emergenza.
Siamo in una situazione difficile,
ma strutturale”. Per quanto riguarda
i numeri, i migranti arrivati in Italia
nei primi quattro mesi di quest'anno
sono meno di quelli arrivati nello
stesso periodo del 2014. Il lessico è
altresì un problema nella definizione dell'argomento.
Profugo, per esempio, è un termine
generico che indica chi lascia il
proprio paese a causa di guerre,
invasioni, rivolte o catastrofi natu-
rali. Un richiedente asilo invece,
non è ancora un rifugiato, ma è una
persona che, avendo lasciato il proprio paese, chiede il riconoscimento dello status di rifugiato o altre
forme di protezione internazionale.
Fino a quando non viene presa una
decisione definitiva dalle autorità
competenti del paese a cui si chiede
asilo (in Italia è la Commissione
centrale per il riconoscimento dello
status di rifugiato), il richiedente ha
il diritto di soggiornare, anche se è
arrivato senza documenti d'identità
o in modo irregolare. Alla luce di
tutto questo, come si presentano
l'Italia e l'Europa per affrontare la
sfida imposta dalle contingenze storiche e strutturali che stiamo vivendo? Generosamente si potrebbe
dire impreparati; ma purtroppo la
riposta degli organismi politici e
dei singoli stati si sta dimostrando
molto più ideologica di quanto
possa sembrare. Come sappiamo,
non tutti i Paesi dell'Ue sono con-
cordi nell'accettare i richiedenti
asilo e non vogliono farsi carico di
nuovi immigrati. Nel frattempo la
situazione in Italia è problematica
in quanto i prefetti stanno redistribuendo, come da ordine ministeriale, in maniera proporzionale nel territorio i nuovi arrivi senza però
tener conto delle reali possibilità di
accoglienza e senza un programma
univoco e ben definito. Le cooperative sociali si stanno prendendo
carico della gestione dei richiedenti
asilo, ma tempistiche e scarsità di
risorse umane rendono il lavoro
complesso. Il punto fondamentale è
che buona parte delle persone che
arrivano in Italia vedono il nostro
paese non come una meta di arrivo
ma un ponte per l'Europa del nord,
che però non sembra essere pronta
ad accettarli.
La questione è quindi apertissima.
Le forze politiche nazionali e non
spingono per ridefinire la politica
europea sull'immigrazione, tenendo
conto che il giusto flusso verso una
nuova vita non si bloccherà. Alcune
soluzioni nel breve periodo sembrano rivedere i Trattati di Dublino. Non
da meno il flusso immigratorio
dovrebbe essere visto anche come
un'opportunità di crescita sia a livello sociale che economico. Resta il
fatto che senza politiche strutturali
ben definite che comprendano anche
interventi di cooperazione internazionale a lungo termine, ci ritroveremo a commentare morti e sbarchi
ancora per molti anni. Le risposte
che daremo al fenomeno migratorio
potrebbero essere la cartina tornasole della stato di salute delle nostre
Giovanni Pedron
democrazie.
ENJOY AFRICA ! 2
Grande successo ha avuto l’evento organizzato e gestito dal Gruppo giovani la sera di
sabato 12 settembre nella piazza vicino alla Torre di Mejaniga a Cittadella (Pd). In apertura
sono stati proposti cibi di 5 Paesi africani: Burkina Faso, Costa d’Avorio, Marocco, Nigeria,
Sierra Leone con tanti presenti che avevano l'imbarazzo della scelta, il tutto “condito” da
musica e danze tipiche. Fulcro della serata è stato uno spettacolo di sensibilizzazione
molto apprezzato dal numeroso pubblico, nel quale i giovani spopolavano… Il ricavato
della serata verrà destinato al Progetto Po.li.s. in Senegal che i giovani dell'Associazione si
sono impegnati a portare avanti e a sostenere anche economicamente.
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Ricordati di indicare nella causale il Progetto sostenuto
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