Anno XXIV N. 3 Sped. in abb. post. - Art. 2 Comma 20/c - Legge 662/96 - Filiale di Padova - Luglio/Settembre 2015 Periodico dell’Associazione UNA PROPOSTA DIVERSA - ONLUS aderente al Coordinamento nazionale CIPSI - Solidarietà e Cooperazione 30 ANNI DALLA PARTE DEGLI ULTIMI Riflessione del Presidente del CIPSI, a margine dei tre decenni di attività del nostro Coordinamento Attorno a noi è cambiato il mondo intero. Trent'anni fa avevamo un mondo diviso tra: Nord e Sud - ricchezza e povertà. Oggi questa divisione si è sgretolata sotto le ali forti delle varie globalizzazioni, a partire da quella economica. I processi di globalizzazione, i mercati ed i poteri dominanti, a partire da quello economico, stanno trasformando non solo il vocabolario, ma anche i valori di riferimento del Volontariato. Termini propri, fino ad ora, solo del mercato, come: efficienza, accumulazione, imprenditorialità, professionalità... si stanno trasferendo al Volontariato. E questo non deve accadere. Come CIPSI, partiamo da una situazione difficile. Da oltre 5 anni stiamo riflettendo e discutendo per individuare la strada. Non vogliamo coordinarci per tirare meglio, ognuno, il nostro carro, ma vogliamo tirare insieme l'unico carro della convivenza umana e sociale. Puntiamo a tre obiettivi: 1- una nuova forma di relazione e coordinamento. Il nostro coordinarci, non è più in funzione di interessi propri, bensì comuni. Non servizi e azioni finalizzati all'interesse di uno o dell'altro, ma un'azione culturale, politica ed anche operativa, finalizzata agli interessi e ai beni comuni. Azione partecipata, coeren- te, forte e propositiva. Autonoma da schieramenti di qualunque genere, ma capace di coinvolgere e aggregare su proposte culturali innovative e su forme nuove di gestione della convivenza locale ed internazionale. 2- una nuova proposta culturale. Dobbiamo rispondere alla necessità di “nutrizione” non solo alimentare del pianeta. È necessario garantire l'alimentazione integrale della “dignità umana” che trova le fondamenta nella garanzia di tutti i diritti fondamentali di ogni essere umano, attraverso la democrazia la solidarietà, la convivenza, la pace. Per questo non servono “anni Internazionali” “decenni” o 169 “obiettivi stupidi e non realizzabili” per i prossimi 15 anni. Ne abbiamo e vogliamo solo uno: la convivenza di tutti i popoli in pari diritti e nella pace! Si tratta quindi di ridefinire le relazioni personali e mondiali ripartendo dal principio che tutti siamo uguali e partiamo dallo stesso livello, per questo la cooperazione serve e servirà sempre di più. Perchè non dobbiamo più “aiutarci”, ma dobbiamo vivere bene tutti insieme. Una proposta culturale però la si costruisce non solo con le idee, ma ripartendo dall'essere a fianco della gente. Non per chiedere semplicemente denaro o presentare progetti, ma per presentare problemi, storie, L'Africa continua a camminare con i piedi delle donne Nel 2011 due donne africane e una yemenita sono state insignite del Premio Nobel per la pace. Per evidenziare il ruolo insostituibile delle donne nei Paesi poveri, soprattutto in Africa, nella costruzione della pace. Tra i principali sostenitori di queste candidature c'è stato proprio il Coordinamento “Solidarietà e Cooperazione CIPSI”. proposte. Per far conoscere una realtà che è nascosta o rifiutata. Per costruire dei percorsi comuni. È quanto abbiamo fatto con l'acqua, con le donne africane ed ora con i minerali… Dobbiamo far capire quanto, pur non sapendolo, ognuno di noi è di fatto dentro ai problemi, ai drammi e ai pericoli dell'umanità. Non vogliamo più continuare nella nostra piccola opera di bene verso “i più disgraziati” con qualche progettino… 3- una nuova proposta operativa. Il CIPSI si mette in gioco direttamente. Ne abbiamo l'esperienza e le possibilità. a) 4 giovani partiranno a settembre in servizio civile per Pikine, in Senegal. È il luogo dove abbiamo lanciato un nuovo patto tra Europa ed Africa e la candidatura delle donne africane al nobel. Con questi giovani vorremmo consolidare il lavoro avviato di organizzazione e responsabilizzazione sociale delle donne africane, ma anche nuove relazioni tra una terra di forte migrazione ed il nostro territorio. Auspichiamo un interesse partecipativo diretto per seguire relazioni specifiche con le donne, ma anche con i bambini e l'imprenditoria popolare… Vogliamo fare in Sengal un'esperienza pilota di nuova cooperazione sociale. b) La selezione del nostro progetto AMARANTO tra le 18 buone pratiche mondiali presentate ad EXPO2015 ha alimentato un notevole interesse con manifestazioni di possibili sviluppi per nuove attività similari. Non solo l'esperienza acquisita in questo ambito è un bagaglio prezioso, ma rappresenta anche un'interessante opportunità per un rilancio della nutrizione e dell'agricoltura familiare. c) Con i giovani italiani abbiamo portato l'attenzione europea su un tema fondamentale come l'economia sociale. Non dobbiamo aver paura di dare spazio ai giovani, alle loro idee e proposte. Se noi cerchiamo oramai di lenire le sofferenze di un mondo povero e sofferente, in Guido Barbera loro arde vivo il desiderio di un mondo più giusto e bello. Hanno il diritto di poterlo costruire. Di farlo crescere. Di viverlo… L'ultimo anno di lavoro del progetto CRISIS rappresenta un'occasione d'oro per noi per radicarci a livello di giovani europei per costruire la nuova Europa. d) Non basta scandalizzarci di fronte alle quotidiane tragedie del Mediterraneo. Troppe parole sono state dette e scritte. Da tempo, un editoriale della nostra rivista era vuoto con la sola scritta: Non abbiamo più parole! È ora di dare risposte con nuove relazioni con le associazioni degli immigrati, con una cooperazione presente alle origini dei viaggi e con un'azione educativa e formativa nuova che inizi nei nostri territori. Per questo abbiamo avviato un confronto con il Coordianmento degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani per riflettere sul rapporto Enti LocaliImmigrazione. Conclusione …È l'ora di alzarci le maniche, di darci la mano e di lavorare. Auspico una partecipazione veramente convinta a questa Assemblea. Convinta a superare le nostre diversità... Convinta nel portare le proprie prposte, discuterle e metterle in comune. Convinta a sporcarci le mani insieme Convinta a prepararci insieme ai prossimi trent'anni. Quelli della maturità. Guido Barbera - Presidente CIPSI 2 una Proposta diversa EBOLA SE NE È ANDATA LASCIANDO TANTI LUTTI, MA GUARDIAMO AVANTI... Sono Ramatu e vengo dalla Sierra Leone. Mi dispiace di raccontarvi sempre cose tristi, ma ho bisogno di condividere anche questo con voi sperando un giorno di raccontarvi di una bella esperienza come il viaggio in Sierra Leone che ho fatto nel 2013 grazie ad una coppia meravigliosa che non ringrazierò mai abbastanza. Sono in Italia da molto, con mio marito e i miei tre figli, e per molto siamo stati contenti che la guerra (1991-2000) che ci ha fatto abbandonare il nostro paese e la nostra gente fosse finita. Tuttavia nel 2014 un'altra piaga ha colpito la Sierra Leone: il virus Ebola. Perchè in Africa capita sempre qualcosa di brutto, prima la schiavitù, poi la guerra e adesso l'Ebola! Il 7 febbraio mio marito entrando in casa mi ha urlato di chiamare in Sierra Leone perchè gli avevano appena comunicato che sua sorella Abi era morta. In preda alla confusione più totale chiamo, risponde mia suocera in lacrime così come mio marito, che disperato cerca di capire se la madre avesse avuto contatto fisico con la defunta sorella. Eravamo preoccupati che fosse Ebola, e qualche giorno dopo ci hanno confermato che si trattava proprio del virus, “moriranno tutti” mi disse mio marito afflitto. E' stato un momento terribile, una cosa mai successa nella nostra famiglia, per questo vi scrivo tardi, è stato davvero pesante da sopportare. Mia suocera aveva un cuore grande, accoglieva tutti in casa sua, anche bambini orfani, e sapendo della nostra situazione economica si arrangiava insieme ad Abi. Abi era la sorella minore, si prendeva cura della madre, degli altri fratelli di mio marito e ovviamente dei suoi 5 figli. Faceva la parrucchiera, era andata a Freetown a comprare il materiale per il suo lavoro, e lì si è ammalata. Tornata a casa, a Lunsar, dalla sua famiglia tutti erano convinti si trattasse di malaria, ma si Ramatu (a sinistra) con l’amica Madou sbagliavano. Hanno messo in quarantena tutti quelli che si trovavano nella casa: la madre, le matrigne, i figli, i fratelli, i nipoti… Alla fine sono morti in 18, questo perchè ammucchiarli tutti nella stessa casa ha significato condannarli a morte, poichè la trasmissione è molto facile. Mi ricordo di aver chiamato una sera e di aver parlato con uno di loro, il giorno dopo aveva la febbre, il giorno seguente era morto. Ogni giorno toccava a qualcuno, una volta 3 in un colpo. Avevamo paura di rispondere al telefono. Quando suonava sapevamo già che qualcun altro ci aveva lasciati. Quest'incubo è durato un mese e mezzo. I defunti, tutti parenti di mio marito, sono: la sorella Abi, la madre, le due matrigne, altre due sorelle e i loro figli, un fratello con i tre figli ed i nipoti con i loro figli. Adesso è tutto tranquillo e stanno bene, hanno solo bisogno del nostro sostegno. Durante il periodo di quarantena uno di loro mi ha domandato “ora che la mamma e la nonna sono morte, come faremo a vivere?” Mi piangeva il cuore e gli ho detto che il Signore avrebbe provveduto. Un grande grazie a tutti, in particolare ad “Una proposta diversa” e alla “Comunità Papa Giovanni XXIII” per tutto quello che hanno fatto e tuttora fanno per noi, specialmente durante questa fase buia. Il Signore vi benedica. … Per la diffusione del virus di Ebola, a settembre 2014 , le scuole non si sono riaperte, nè io sono potuta tornare in Sierra Leone ad ottobre, per contattare insegnanti e famiglie. Quando a febbraio 2015 sono arrivata a Lakka, persisteva l'ordine di evitare raggruppamenti, di frequentare luoghi affollati come i mercati e di usare i mezzi pubblici. Scuole, chiese, moschee, spiagge, strade continuavano a essere deserte e, quando potevi incontrare qualche ragazzino, non lo potevi abbracciare nè accarezzare. Tuttavia mi è stato possibile programmare incontri con gli insegnanti e pianificare la formazione delle classi, aspettando il ritorno dai villaggi interni di quelle famiglie che si erano spostate là dove il contagio era meno possibile. Per Natale abbiamo provveduto a distribuire del riso alle nostre famiglie, e ad altre, perchè la situazione aveva bloccato ogni attività e non c'era possibilità di rifornimenti nei mercati. Poi, il 14 aprile, l'annuncio della ripresa delle lezioni, dopo ben nove mesi. Gli insegnanti erano tutti presenti, le aule disinfettate, le nuove divise pronte, i banchi e le seggiole riparate. Il rientro degli alunni è stato graduale, ma molti genitori si sono presentati ad iscrivere per la prima volta altri loro figli più piccini alla nostra scuola. Il nuovo calendario scolastico è stato modificato, ed è stato deciso di concludere il primo trimestre a fine luglio, perchè si Sierra Leone, Guinea Conakry e Liberia voleva “recuperare” il sono stati i paesi più colpiti da Ebola. tempo perduto, ma è anche la stagione delle piogge, tempo di malaria, di influenze, tifo e colera. Ebola ci ha lasciati tutti più poveri e ci sono nuovi poveri, per cui abbiamo deciso di aiutare tutti gli alunni e nel caso specifico stiamo aiutando le famiglie dei nuovi iscritti al primo gruppo dell'asilo, in maggioranza fratellini e sorelline dei più grandicelli. Ogni giorno, all'ora della merenda, controlliamo che ogni ragazzino abbia qualcosa da mangiare, perchè il loro unico pasto avviene alle 16:00. Con il vostro contributo abbiamo acquistato nuove lavagne, gessetti colorati, nuove sedie e altro. In cambio, più di 100 bambini dell'asilo ogni mattina arrivano puntuali, sorridenti e orgogliosi di andare a scuola. Ci vorrà ancora del tempo per arrivare alla normalità, ma voglio mettervi a conoscenza che in questi primi tre mesi tutti hanno potuto frequentare la scuola, perchè gratuita e a questi bambini che chiedono poco e che non hanno niente sono state offerte occasioni per dimenticare l'incubo dell'epidemia, che purtroppo ancora oggi non si è del tutto dissolto. Maria Teresa Nardello - Sierra Leone GIORNATA DI CONDIVISIONE IN MONTAGNA: LA SEDICESIMA... Metti una giornata di sole, un suggestivo paesaggio di montagna, una comitiva di persone che si riconoscono nella vicinanza al fratello che soffre. Sono i tre ingredienti che hanno connotato anche l'ennesima esperienza di condivisione sul Grappa, per l'esattezza la sedicesima. Il menù è molto semplice: si arriva a scaglioni ma in modo di trovarsi tutti entro le dieci e trenta. Dopo l'immancabile alzabandiera ad opera del Gruppo Alpini di Cittadella, tutti pronti ad ascoltare la testimonianza “dialogata” di un missionario o di un volontario impegnato nel Sud del Mondo e con cui l'Associazione collabora. A seguire la Santa Messa, quest'anno celebrata da don Roberto Calderaro sacerdote da sempre vicino ad UPD, tant'è che nella Parrocchia di Santa Margherita d'Adige (Pd) dove ha operato fino a qualche tempo fa, ha accolto per ben due volte l'Associazione a cui ha dato spazio a tutte le Messe. Quindi l'immancabile momento conviviale per rispondere alle esigenze anche del corpo ( con l'aria di montagna particolarmente avvertite…). Raccontata così, un'esperienza nella normalità, in realtà una piccola grande occasione per un gruppo di persone ( eravamo oltre una sessantina, di tutte le età …) di trovarsi nella condivisione e nella volontà di continuare a guardare concretamente agli altri, ai tanti che nel mondo sono nel bisogno. Avvertendo il tutto come un atto di giustizia. Stimolati in questo, da una parte dalla toccante esperienza della signora Ramatu Sherif, a cui Ebola ha tolto nella sua patria, la Sierra Leone, ben 18 familiari, dall'altra dalle parole di don Roberto che ha spiegato a chiare lettere come la fede debba sempre essere accompagnata dalla carità. Corre l'obbligo di un rinnovato grazie agli Alpini di Cittadella che ancora una volta ci hanno ospitato nella loro “malga” a Campocroce con tanta amicizia e preparandoci perfino il pranzo ! una Proposta diversa DA L L E M I S S I O N I I VOSTRI AIUTI COSI' PREZIOSI Vi raggiungiamo con il nostro grazie per il sostegno al progetto di alfabetizzazione per la missione di Luanda in Angola dove opera per noi suor Silvana Fiorese. In particolare ci facciamo portavoce delle nostre comunità missionarie che beneficiano della vostra generosità sapendo che il più delle volte i vostri aiuti economici sono gli unici con cui poter garantire dei beni spesso essenziali alle tante famiglie povere, ai moltissimi bambini e alle donne che ogni giorno si presentano in missione. La distribuzione di generi alimentari, il pagamento dei farmaci per combattere la malaria, la TBC, il pagamento delle tasse scolastiche per scongiurare l'abbandono della scuola diventano tanti piccoli gesti di “poco conto” dal punto di vista economico ma di “grande valore” umano e fraterno per tanta gente. Piccole Suore della Sacra Famiglia - Angola CIASCUNO PUO' DIVENTARE UN OPERATORE DI GIUSTIZIA Vi ringrazio di cuore per l'offerta di euro 2.000,00 a favore del progetto “Centro Aperto Marituba Belen”. Riporto un brano scritto da Don Oreste Benzi tratto da “Pane quotidiano” “Venite a me voi tutti che siete oppressi dal dolore ed io vi ristorerò. Misericordioso è chi, accorgendosi del dolore altrui, lo sente in sè e fa qualcosa per liberarlo e guarirlo. La rivoluzione di Gesù parte dai poveri, dagli oppressi. Perchè amiamo noi cristiani lottiamo per salvare la vita ai bambini, spezzare le catene degli schiavi e mandare liberi gli oppressi. È insieme che portiamo avanti questa missione, voluta e vissuta nella convinzione che metta quello che può, sarà poi il Signore a trasformare la nostra piccola offerta in pane spezzato per tutti.” Chiunque di noi abbia visto o capito, può diventare un operatore di giustizia cercando di porre un piccolo rimedio a questa ingiustizia, facendosi carico di quella che viene considerata la spazzatura del mondo, di quelli che non vuole nessuno... 3 PADRE FRANCO E... IL MESE DI AGOSTO Poche persone sanno mettersi a disposizione come padre Franco Bordignon. Missionario saveriano di Cittadella, 74 anni, da 43 anni a Bukavu nel nord-est della Repubblica Democratica del Congo. Qui ha dato vita, con la collaborazione di Una Proposta diversa, al Progetto “Acqua potabile in Congo” che ha visto la costruzione in 15 anni di quasi 250 sorgenti, capaci ciascuna di offrire acqua potabile ad un migliaio di persone! Il costo relativamente basso delle stesse ( euro 535 per ciascuna ) fa si che il Progetto sia gettonato da molti, in particolare da chi vuole coniugare un momento bello o triste della propria esistenza con un gesto di solidarietà.Quando, dopo tre anni di missione, torna in Italia per un breve periodo di meritato riposo, padre Franco, offre piena disponibilità ad incontrare chi sta aiutando la sua missione. Così in agosto, incurante del clima torrido, ha incontrato 21 realtà dell'Alta Padovana ( parrocchie, gruppi, famiglie, singoli…) a cui ha portato il grazie riconoscente degli ultimi, di coloro che non hanno voce. Particolarmente toccante la tradizionale Messa nella chiesa dell'Ospedale di Cittadella con i volontari che attuano la raccolta dei tappi di plastica, anch'essa destinata alla costruzione di sorgenti in Congo. Nell'omelia il sacerdote ha fatto toccare con mano quel minerale “misterioso” che è il coltan particolarmente prezioso nella costruzione degli strumenti delle nuove tecnologie, minerale che dovrebbe costituire la ricchezza del Congo e che è invece una delle cause della sua miseria.L'azione agostana a tutto campo di padre Franco, capace di generare tanta sensibilità ha consentito il finanziamento di altre 7 sorgenti, in una realtà del Congo “dove la gente non vedrebbe acqua potabile per altri 2000 anni”. Padre Franco, ovvero quando la vita è un dono. Ramonda Giovanni, “Comunità papa Giovanni XXIII” - Brasile SIAMO IN MEZZO ALLA GUERRA! ...Non so se vi è arrivata qualche “eco” della situazione ancora tragica che il Centrafrica sta vivendo. Purtroppo da venerdì 25 settembre siamo costrette, anche qui nella capitale a Bangui, a vivere chiuse in casa a causa del conflitto nuovamente riacceso tra le diverse fazioni in lotta e che non arrivano a vivere in pace … esattamente non capiamo quale sia il movente e la finalità di questa rinnovata violenza che purtroppo ancora una volta colpisce i più poveri. In un momento così triste il pensiero corre a voi in questo inizio del mese missionario e non trovo parole adatte per esprimervi i sentimenti di affetto e di gratitudine per quanto il vostro aiuto e le vostre preghiere ci permettono di realizzare a favore di questi nostri fratelli centrafricani. Ma Gesù conosce e premia anche per un solo bicchiere d'acqua dato al più piccolo dei suoi fratelli. Lo ha detto lui stesso e ci si può contare. E dico con convinzione che le offerte fatte con tanta generosità sono in effetti un restituire con amore quello che le potenze economiche strappano con violenza. Mi sento di fatto come uno strumento di unione e d'amore fra tanta gente lontana, ma che si sente più unita che mai nella fraternità di figli di Dio. Sr. Mariangela Piazza - R.C.Africana C O N G R A T U L A Z I O N I … a Martin Daminato (figlio di Francesco che collabora con UPD) il quale il 16 settembre, presso l'Università patavina, si è laureato in “Mediazione culturale e linguistica” con 110 e lode … Scusate se è poco! R I C O N O S C E N Z A La signora Laura Rossi in Sarto è mancata, ma i familiari la sentono ancora tanto vicina. Così nel giorno del suo compleanno ( l'8 luglio ) hanno voluto ricordarla devolvendo un'offerta per il Progetto in Sierra Leone dove opera, a contatto con i bambini, la nostra volontaria Maria Teresa Nardello. L'Associazione ringrazia di cuore per questa azione con cui la signora Laura continua ad essere vicina agli ultimi. C O N D O G L I A N Z E Il 6 ottobre è mancato Raffaele Merola, papà di Rosa e suocero di Gianni Tonelotto del Consiglio direttivo di UPD, a cui siamo vicini in questo momento. Nella sua lunga vita (94 anni) Raffaele è stato un esempio di amore alla famiglia, per la quale ha compiuto tanti sacrifici, e di attaccamento al lavoro, militando per decenni nell'Arma dei Carabinieri. Ha trascorso gli ultimi anni, caratterizzati anche dalla malattia, senza una parola di lamento, unito più che mai all'amata moglie Maria mancata 16 anni prima. Per volontà dei familiari egli sarà ricordato anche con la costruzione di una sorgente d'acqua in Congo. P. Franco (a sinistra) a colloquio con il direttore generale Benazzi (a destra) per la raccolta dei tappi nell’ospedale di Cittadella VITA DELL’ASSOCIAZIONE Ci siamo riuniti in sede: 2 settembre, 7 ottobre per gli incontri mensili del Consiglio direttivo. Abbiamo organizzato: 19 luglio - presenti con altre realtà, il banchetto di sensibilizzazione a Cittadella, in occasione della festa della Madonna del Carmine. 22 agosto - la serata con padre Franco Bordignon. Dopo la Messa nella Cappella dell'Ospedale, è seguito un breve momento conviviale con i volontari che realizzano la raccolta dei tappi a beneficio del Progetto “Sorgenti in Congo” dove a Bukavu opera padre Franco. 30 agosto - la tradizionale “Giornata di condivisione” in montagna ospiti nella Malga del gruppo ANA di Cittadella 12 settembre - la “Enjoy Africa! 2” a Cittadella a sostegno del Progetto Po.li.s. in Senegal. 12 ottobre - la presenza alla“Festa dea suca” a Cittadella. Abbiamo partecipato: 6 settembre - a Padova alla “Cena di condivisione” organizzata da “Beati i costruttori di pace” 9 e 29 settembre - alle riunioni del Consiglio direttivo del Coordinamento delle Associazioni di volontariato di Cittadella. 10 ottobre - a Montagnana (Pd) presso il GMA all'incontro fra le Associazioni del Nord Est per confrontarci su alcune proposte CIPSI. 16 ottobre - nella Parrocchia di Santa Maria di Cittadella alla Veglia missionaria con la testimonianza della nostra Ramatu Kargbo che ha parlato sulla tragedia della Sierra Leone e dell'Ebola. Abbiamo incontrato: 30 settembre - padre Camillo Scapin, missionario in Perù, che ci ha aggiornato sul Progetto “Hogar San Camillo”, a cui collabora anche la nostra Associazione. 7 ottobre - la nuova Dirigente scolastica dell'Istituto Comprensivo di Galliera Veneta, per illustrare e “rilanciare” la raccolta dei tappi a beneficio del Progetto “Sorgenti in Congo”. una Proposta diversa 4 SPECIALE GIOVANI YOUPD IMMIGRAZIONE IN ITALIA: IL PUNTO SULLA SITUAZIONE Al netto delle dinamiche di potere, per una corretta comprensione dei fatti è indispensabile inserire il fenomeno migratorio nella categoria degli eventi strutturali, quelli legati in modo intrinseco al nostro sistema economico-politico e uscire una volta per tutte da quella sfera di “emergenza continua” che contraddistingue la maggior parte delle analisi in merito. L'immigrazione è la naturale conseguenza delle politiche neo-colonialiste, della guerra che l'Europa costruisce e che l'Italia appoggia, anche materialmente: siamo o non siamo uno dei più grandi produttori mondiali di armi da fuoco? E' opportuno quindi scendere nei dettagli statistici per spiegare quello che è a tutti gli effetti un fenomeno strutturale. Secondo le Nazioni Unite, infatti, i migranti sono in aumento dal 1990, anche se sono solo il 3 per cento della popolazione mondiale. Come ha detto la portavoce dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati (Unhcr) Carlotta Sami, in merito agli arrivi sulle coste siciliane, “non siamo in una situazione di emergenza. Siamo in una situazione difficile, ma strutturale”. Per quanto riguarda i numeri, i migranti arrivati in Italia nei primi quattro mesi di quest'anno sono meno di quelli arrivati nello stesso periodo del 2014. Il lessico è altresì un problema nella definizione dell'argomento. Profugo, per esempio, è un termine generico che indica chi lascia il proprio paese a causa di guerre, invasioni, rivolte o catastrofi natu- rali. Un richiedente asilo invece, non è ancora un rifugiato, ma è una persona che, avendo lasciato il proprio paese, chiede il riconoscimento dello status di rifugiato o altre forme di protezione internazionale. Fino a quando non viene presa una decisione definitiva dalle autorità competenti del paese a cui si chiede asilo (in Italia è la Commissione centrale per il riconoscimento dello status di rifugiato), il richiedente ha il diritto di soggiornare, anche se è arrivato senza documenti d'identità o in modo irregolare. Alla luce di tutto questo, come si presentano l'Italia e l'Europa per affrontare la sfida imposta dalle contingenze storiche e strutturali che stiamo vivendo? Generosamente si potrebbe dire impreparati; ma purtroppo la riposta degli organismi politici e dei singoli stati si sta dimostrando molto più ideologica di quanto possa sembrare. Come sappiamo, non tutti i Paesi dell'Ue sono con- cordi nell'accettare i richiedenti asilo e non vogliono farsi carico di nuovi immigrati. Nel frattempo la situazione in Italia è problematica in quanto i prefetti stanno redistribuendo, come da ordine ministeriale, in maniera proporzionale nel territorio i nuovi arrivi senza però tener conto delle reali possibilità di accoglienza e senza un programma univoco e ben definito. Le cooperative sociali si stanno prendendo carico della gestione dei richiedenti asilo, ma tempistiche e scarsità di risorse umane rendono il lavoro complesso. Il punto fondamentale è che buona parte delle persone che arrivano in Italia vedono il nostro paese non come una meta di arrivo ma un ponte per l'Europa del nord, che però non sembra essere pronta ad accettarli. La questione è quindi apertissima. Le forze politiche nazionali e non spingono per ridefinire la politica europea sull'immigrazione, tenendo conto che il giusto flusso verso una nuova vita non si bloccherà. Alcune soluzioni nel breve periodo sembrano rivedere i Trattati di Dublino. Non da meno il flusso immigratorio dovrebbe essere visto anche come un'opportunità di crescita sia a livello sociale che economico. Resta il fatto che senza politiche strutturali ben definite che comprendano anche interventi di cooperazione internazionale a lungo termine, ci ritroveremo a commentare morti e sbarchi ancora per molti anni. Le risposte che daremo al fenomeno migratorio potrebbero essere la cartina tornasole della stato di salute delle nostre Giovanni Pedron democrazie. ENJOY AFRICA ! 2 Grande successo ha avuto l’evento organizzato e gestito dal Gruppo giovani la sera di sabato 12 settembre nella piazza vicino alla Torre di Mejaniga a Cittadella (Pd). In apertura sono stati proposti cibi di 5 Paesi africani: Burkina Faso, Costa d’Avorio, Marocco, Nigeria, Sierra Leone con tanti presenti che avevano l'imbarazzo della scelta, il tutto “condito” da musica e danze tipiche. Fulcro della serata è stato uno spettacolo di sensibilizzazione molto apprezzato dal numeroso pubblico, nel quale i giovani spopolavano… Il ricavato della serata verrà destinato al Progetto Po.li.s. in Senegal che i giovani dell'Associazione si sono impegnati a portare avanti e a sostenere anche economicamente. Una Proposta Diversa ONLUS Segreteria: Stradella Nico d’Alvise, 1 - Cittadella (PD) Sede Legale e Redazione: Via Beltramina Sud, 14 - Cittadella (PD) Cod. Fisc 90001130286 Registrazione Tribunale di Padova n. 1018 del 15-07-87 Direttore Responsabile: Giovanni Tonelotto (tel. 338 4981981) Se vuoi ricevere informazioni sull’Associazione e le sue attività - telefona al 049.9400748 (che è anche fax) o al 347 0064384 - scrivi a “Una Proposta Diversa” - Stradella Nico d’Alvise, 1 35013 Cittadella(PD) - invia un’e-mail a [email protected] - visita il sito internet: www.upd-onlus.it Stampa: Grafiche Baggio, Tombolo (PD) “Una Proposta Diversa” è stampato su carta riciclata Se vuoi contribuire ad un nostro progetto usa ·il conto corrente postale 17542358 ·i conti correnti bancari COD. IBAN: IT 66 A 062 2562 5200 7400607696L Cassa di Risparmio del Veneto succursale di Cittadella COD. IBAN: IT 85 V 08429 62520 017010000251 Banca Padovana Credito Cooperativo filiale di Cittadella Ricordati di indicare nella causale il Progetto sostenuto