Documenti modificati secondo quanto disposto con Delibera C.C. 36 del 20/05/2015:"Controdeduzioni alle osservazioni e approvazione nuovo piano di Governo del territorio (PGT) ed atti integrativi" MAGGIO 2015 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 INDICE 1. PREMESSA ...................................................................................................... 2 2. FASE DI ANALISI .............................................................................................. 3 3. PERICOLOSITA’ SISMICA ................................................................................. 9 4. CARTA DEI VINCOLI .......................................................................................11 5. CARTA DI SINTESI ..........................................................................................16 6. CARTA DELLA FATTIBILITA’ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO ..................19 7. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE ................................................................22 Allegati Estratti Studio geologico precedente Allegato 01 ‐ FASE DI ANALISI estratto integrale dello studio geologico del 2011 redatto dal Dott. Geol. Francesco Serra – Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente di Rivolta d’Adda. ALLEGATO A – INDAGINI GEOFISICHE ALLEGATO B – INDAGINI GEOGNOSTICHE ALLEGATO C – DOCUMENTAZIONE FOTOGRAFICA ALLEGATO D – POZZI: PUBBLICI (schede censimento) E PRIVATI (schede informative) ALLEGATO E ‐ BANCA DATI EVENTI DI DISSESTI IDROGEOLOGICI ALLEGATO G – BIBLIOGRAFIA Nota L’allegato F‐ elenco dei siti oggetto di bonifica è sostituito dall’elenco aggiornato riportato in relazione. Tavole - Tavola 01‐ Carta geologica - Tavola 02‐ Carta geomorfologica - Tavola 03‐ Carta idrogeologica - Tavola 04‐ Carta geotecnica - Tavola 05‐ Carta della pericolosità sismica locale - Tavola 06: Carta dei vincoli - Tavola 07: Carta di sintesi - Tavola 08: Carta della Fattibilità geologica per le Azioni di Piano Comune di Mediglia (MI) 1 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 1. PREMESSA Il presente aggiornamento dello studio geologico comunale studio è stato redatto su incarico dello studio CPU di Orzinuovi (BS), per conto dell’amministrazione Comunale di Mediglia, a supporto della Variante al Piano di Governo del Territorio. Il comune di Mediglia è gia dotato di uno studio geologico redatto ai sensi della Lr 12/2005 della Dgr n. 8/7374 del 28 Maggio 2008, dal Dott. Geol. Francesco Serra datato Novembre 2011. Con il presente documento si procede a: aggiornare lo studio geologico vigente, sulla base dei contenuti della D.g.r. 30.11.11 n. IX/2616 “Aggiornamento dei criteri ed indirizzi per la definizione della componente geologica, idrogeologica e sismica del Piano di Governo del Territorio, in attuazione dell’art. 57 co. 1 della l.r. 11 marzo 2005 n. 12 approvati con D.g.r 22 dicembre 2005 n. 8/1566 e successivamente modificati con D.g.r. 28 maggio 2008 n. 8/7374”. Recepire all’interno della componente geologica a supporto del PGT le risultanze dello Studio del reticolo idrico comunale per il quale la Regione Lombardia‐ Sede territoriale di Milano ha dato parere favorevole nel Marzo 2014. In tale sede si recepisce anche la nuova classificazione sismica del territorio comunale introdotta dalla Regione Lombardia con la DGR n. X/2129 del 11 Luglio 2014. Si precisa comunque che tale classificazione entrerà in vigore a partire dal 15 Ottobre 2015. In tale sede si precisa che per quanto riguarda le informazioni di natura geologica, Idrogeologica, geomorfologica e sismica del territorio comunale si rimanda alle analisi eseguite nello studio geologico precedente. Nella presente relazione si riporta pertanto la documentazione relativa alla “fase di analisi” eseguita dal Dott. Geol. Serra nel 2011. Si riportano inoltre gli allegati dello studio geologico precedente: Allegato A: indagini geofisiche Allegato B: indagini geognostiche Allegato C: documentazione fotografica Allegato D: pozzi pubblici e privati Allegato E: banca dati dissesti idrogeologici Allegato Allegato G: bibliografia. Con il presente studio si procede ad aggiornare i capitoli relativi alla fase di sintesi‐ valutazione (vincoli, sintesi e fattibilità geologica) dello studio geologico vigente ed al recepimento della nuova classificazione sismica introdotta dalla Regione Lombardia con la DGR n. X/2129 del 11 Luglio 2014. Nella presente si recepiscono le osservazioni formulate dalla Città Metropolitana di Milano e dal Parco Agricolo Sud Milano. Documenti modificati secondo quanto disposto con Delibera C.C. 36 del 20/05/2015:"Controdeduzioni alle osservazioni e approvazione nuovo piano di Governo del territorio (PGT) ed atti integrativi" Comune di Mediglia (MI) 2 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 2. FASE DI ANALISI In allegato si riporta l’estratto integrale dello studio geologico del 2011 redatto dal Dott. Geol. Francesco Serra – Geologia Tecnica e Servizi per l’Ambiente di Rivolta d’Adda, per la fase di analisi. Comune di Mediglia (MI) 3 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 3. APPROFONDIMENTI IN APPLICAZIONE ALLE NTA DEL PTCP In applicazione alle NTA del PTCP nel presente capitolo si procede ad una valutazione di massima della sostenibilità dell’incremento della portata dai pozzi idropotabili rispetto alle previsioni di sviluppo urbanistico. Attualmente sul territorio comunale di Mediglia sono presenti n. 4 pozzi acquedottistici ad uso idropotabile con portate derivate comprese fra 30 e 40 l/s. Nel 2014 sono stati erogati dall’acquedotto comunale 1085353 mc a fronte di una popolazione di 12.124 ab (al 01/01/2014 – fonte PGT). Risulta quindi un consumo procapite pari a 89 mc/ ab / anno. La previsioni dal PGT è pari a 14.318 (comprensiva di abitanti generati dal DP, dal PR e PS, abitanti generati da meccanismi premiali, abitanti derivanti dai PA in attuazione e convenzionati. L’incremento massimo è pari a 2194 ab. Si ritiene pertanto che le attuali disponibilità idriche (e soprattutto le potenzialità dei pozzi comunali) siano in grado di sostenere l’incremento delle richiesta idrica potabile a seguito dell’attuazione delle previsioni di sviluppo urbanistico. Come precedentemente riportato si tratta di una valutazione di massima basata sui dati disponibili in letteratura. Non si tratta di una valutazione reale sull’efficienza della rete acquedottistica comunale (o su eventuali criticità) in quanto di competenza dell’ente gestore. Per quanto riguarda la valutazione del funzionamento delle reti di smaltimento delle acque di scarico, non essendo tale tematica di competenza prettamente geologica, di seguito si riporta la valutazione sulla sostenibilità dei servizi e delle infrastrutture riportata nella Relazione del Documento di Piano. 7.1 SOSTENIBILITA' DELLE RETI DEI SERVIZI E DELLE INFRASTRUTTURE In sinergia rispetto a quanto previsto all'art. 14 commi 5 bis e 5 ter delle NdA del PTCP di competenza, si provvede di seguito alla verifica descrittiva di alcuni aspetti relativamente al sistema delle reti per il territorio di Mediglia. In particolare per l'analisi delle reti stradali non sono disponibili dati sui flussi di traffico o dati inerenti a rilievi o campagne specifiche; il Comune inoltre non dispone di uno specifico PUT | Piano Urbano del Traffico quale piano di settore di dettaglio. Per tale motivazione è stata fatta una valutazione descrittiva sulle arterie esistenti in rapporto agli ambiti di trasformazione pregressi ed ex novo del DP e al loro reale impatto sullo scenario della mobilità. Le informazioni ivi riportate sono state tratte dal Rapporto Ambientale, dalla documentazione adottata del Piano Urbano Generale dei Servizi del Sottosuolo comunale nonché dalla documentazione ATO Provincia di Milano. 7.1.1 RETI SISTEMA IDROGEOLOGICO La definizione di tale indicatore deriva dall'analisi degli ambiti pregressi dallo strumento SMALTIMENTO ACQUE DI SCARICO In merito al sistema fognario, è stata fatta una verifica tra le linee di distribuzione presenti sul territorio e i nuovi ambiti di distribuzione del DP in funzione di verificare le reali disponibilità di inserimento nel sistema del nuovo carico insediativo. Comune di Mediglia (MI) 4 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 ATR del DP e sistema fognario (fonte: PUGSS Comune di Mediglia) Come è possibile notare dall'estratto, la maggior parte del territorio comunale è servito da una distribuzione fognaria del tipo "misto", ad eccezione della frazione di Bettolino per la quale acque bianche e nere sono separate (ma in essa non sono previsti nuovi ATR). A livello di connessioni, tutti gli ATR hanno accesso diretto alla rete ad eccezione di n.2 ambiti: l'ATR5 sito in Bustighera (per il quale è necessario prevedere la connessione mediante un prolungamento della rete che si attesta su via Martiri della Libertà) e l'ATR13 sito a S. Martino Olearo (per il quale è necessario prevedere la connessione mediante un prolungamento della rete che si attesta su via Galileo Galilei). Per entrambi gli ambiti si dovranno comunque prevedere delle connessioni di ridotte dimensioni se legate al sistema fognario esistente, da realizzarsi secondo i parametri necessari al corretto scorrimento delle acque. In merito alla potenzialità del sistema, il PUGSS definisce che lo smaltimento in fognatura è in media paria a 0,22 mc/d per ogni abitante del comune. Sulla base del numero di abitanti esistente al 1° gennaio 2014 e all'intero anno solare, si ottiene una portata totale di acqua smaltita in fognatura pari a 973.455 mc/anno (per 12.124 ab). Se si considerano gli abitanti finali come da previsioni del nuovo strumento urbanistico (dati dal n. degli abitanti esistenti maggiorati rispetto a quelli previsti dalle trasformazioni del DP, dal PR e dagli ambiti in attuazione) si ottiene una portata totale finale di acqua smaltita in fognatura pari a 1.149.735 mc/anno, pari a circa il 17% in più rispetto a quella attualmente smaltita. Si consideri però che il dato dei nuovi abitanti rappresenta un valore teorico in quanto gli ambiti hanno destinazione residenziale prevalente ma prevedono il possibile insediamento di diverse destinazioni fino a un massimo del 30% della capacità edificatoria. Il futuro numero di allacciamento sarà pari al numero di edifici presenti. Comune di Mediglia (MI) 5 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 Così come espresso dal PUGSS e a seguito dell'inserimento e l'attuazione degli ambiti di trasformazione, per alleggerire ulteriormente il carico fognario e in particolare per limitare le portate di deflusso nel caso di eventi meteoriti di una certa rilevanza, si consiglia di far inserire nei progetti attuativi l'uso di materiale semifiltrante nella pavimentazione di piazzali e cortili nonché l'utilizzo di tecniche di sub irrigazione. Così come elaborato dallo stesso PUGSS si riportano alcune indicazioni per la fase attuativa degli ambiti del DP. AMBITO INDIRIZZI ‐ INFRASTRUTTURAZIONE ATR 1 L'area, di notevoli dimensioni, dovrà prevedere un attento studio delle reti dei sottoservizi, in connessione rispetto alle linee esistenti nella frazione di Robbiano. si prediligono i nuovi allacciamenti sulla via Achille Grandi. ATR 2 Tale area potrà allacciarsi al sistema presente in via Roma senza particolari problemi. ATR 4/5/6/7 Sono aree inserite nel contesto urbano consolidato servito da tutti i sottoservizi in modo particolare lungo la via Martiri della Libertà, via Fratelli di Dio e via Bruno Buozzi. Andrà verificata la funzionalità delle reti e gli allacci saranno realizzati in modo convenzionale. ATR 8/9/10/11 Sono aree inserite nel contesto urbano consolidato servito da tutti i sottoservizi in modo particolare lungo la via Padre Biscaro, via Roma, via Giuseppe di Vittorio e via Filippo Turati. Andrà verificata la funzionalità delle reti e gli allacci saranno realizzati in modo convenzionale. ATR 13 Essendo di piccole dimensioni potrà allacciarsi al sistema presente in via G.Galilei senza particolari problemi. I progetti infrastrutturali interni dovranno essere predisposti e realizzati unitamente e contestualmente al progetto edilizio e stradale, nel rispetto delle normative vigenti. In sede attuativa dovranno essere installati sistemi fognari conformi alle norme relative alla limitazione delle portate meteoriche recapitate nei ricettori fognari, nel rispetto della normativa vigente. In sede attuativa si rimanda a quanto previsto nel Regolamento fognatura e depurazione del CAP Gestione Spa, in qualità di ente che gestisce la fognatura comunale del comune di Mediglia. SISTEMA DELLE DEPURAZIONE Per il territorio di Mediglia, le acque vengono in parte convogliate al depuratore di San Giuliano Milanese Est cod. DP01519502 (per Mediglia settore Ovest ‐ conglomerato con San Giuliano Milanese, San Donato Milanese) e in parte convogliate al depuratore di Settala cod. DP01521001 (per Mediglia settore Est ‐ conglomerato Pantigliate, Paullo futuro, Rodano, Settala, Tribiano). Per entrambi i depuratori sono state fatte delle valutazioni proporzionali sui carichi complessivi afferenti per ogni depuratore sulla base del valore percentuale destinato alla quota di carico civile (residenziale). E' stata fatta poi una valutazione proporzionale tra il carico generato e il n. di abitanti esistenti (suddividi tra Mediglia settore OVEST e Mediglia settore EST) secondo il valore disponibile suddiviso per frazioni al 31.12.2012 (di poco distante rispetto ai valori delle tabelle ATO del 2013). Per il numero di "nuovi abitanti", si è suddiviso il carico insediativo dello strumento in variante fra la parte "ovest" e la parte "est". Dai dati della tabella seguente si evince che per il depuratore a servizio di Mediglia settore Ovest il carico afferente è molto inferiore rispetto al carico generato (e può essere determinato da diverse variabili). Carico tot. Carico COMUNI C.O.P. Carico tot. Civile Carico tot. ID IMPIANTO Industriale AFFERENTE DP SERVITI [AE] generato [AE] generato [AE] [AE] [AE] MEDIGLIA 5.082 1.174 6.256 1.145 SAN GIULIANO M.SE EST 80.000 SAN DONATO DP01519502 MILANESE 26.864 16.513 40.377 28.877 Comune di Mediglia (MI) 6 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 SAN GIULIANO MILANESE totale 29.186 3.075 61.132 20.762 fonte: ATO Provincia di Milano 32.261 78.894 32.261 62.283 Residuo C.O.P. [AE] 80.000 ‐ 62.283 = 17.171 [AE] % quota civile/residenziale sul residuo (61.132*100)/78.894 = 77% (13.642 [AE]) % Mediglia sul carico civile/residenziale (5.082*100)/61.132 = 8% % Mediglia sul residuo civile/residenziale 13.642*8% = 1.091 [AE] n. ab. Mediglia ovest al 31.12.2012 (uff.anagrafe) 4.868 n. ab. Mediglia ovest aggiuntivi (DP e PR) 1.168 1.071 quota [AE] per nuovi abitanti (1.071*5.082)/4.868 = 1.118 [AE] < 1.091 quota [AE] per nuovi abitanti (al 70% residenziale) ((1.071*70%)*5.082)/4.868 = 783 [AE] > 1.091 In assenza di altri dati specifici, da una valutazione proporzionale come sovra descritta, l'attuazione dell'intero carico insediativo (suddiviso per la porzione ovest del territorio) non è ammissibile sulla quota residuale destinata a funzione civile (residenziale) rispetto alla Capacità Organica di Progetto (C.O.P.) dell'impianto di depurazione suddetto ma tale dato risulta teorico e strettamente legato all'attuazione del 100% per residenza. In caso di attuazione pari al 70% tale valore risulta ampiamente rispettato per cui si considera tale valore come ammissibile (il dato di 1.168 1.071 abitanti è puramente teorico). Per quanto riguarda il depuratore a servizio di Mediglia settore Est, il carico afferente al DP è il medesimo rispetto a quello del carico generato, come di seguito illustrato. ID IMPIANTO COMUNI SERVITI MEDIGLIA SETTALA DP01521001 PANTIGLIATE PAULLO RODANO SETTALA TRIBIANO totale C.O.P. [AE] Carico tot. Civile generato [AE] 6.465 Carico tot. Carico tot. Industriale generato [AE] [AE] 857 7.323 5.804 4.330 60 6 58.000 4.535 4.816 7.318 6.388 3.295 2.930 27.477 19.327 fonte: ATO Provincia di Milano Residuo C.O.P. [AE] % quota civile/residenziale sul residuo % Mediglia sul carico civile/residenziale % Mediglia sul residuo civile/ residenziale n. ab. Mediglia ovest al 31.12.2012 (uff.anagrafe) n. ab. Mediglia ovest aggiuntivi (DP e PR) quota [AE] per nuovi abitanti quota [AE] per nuovi abitanti (al 70% residenziale) 10.134 66 9.351 13.706 6.225 46.805 Carico AFFERENTE DP [AE] 7.323 10.134 66 9.351 13.706 6.225 46.805 58.000 ‐ 46.805 = 11.195 [AE] (27.477*100)/46.805 = 59% (6.605 [AE]) (6.465*100)/24.477 = 23% 11.195*23% = 2.634 [AE] 7.127 425 (425*6.465)/7.127 = 385 [AE] < 2.634 [AE] ((425*70%)*6.465)/7.127 = 270 [AE] < 2.634 [AE] Anche per la popolazione insediabile del settore est di Mediglia non si rilevano criticità, sia nel caso che il carico insediativo sia quantificato al 100% piuttosto che al 70%. La valutazione è da considerarsi indicativa in quanto: Comune di Mediglia (MI) 7 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 è stata elaborato un calcolo proporzionale rispetto ai valori forniti dall'ATO (Provincia di Milano) sulla base degli abitanti afferenti ai diversi settori (est e ovest), sulla base della quota percentuale destinata al carico civile esistente e residuale; è stato considerato il n. degli abitanti teorico complessivo per carico civile (senza la valutazione di possibili destinazioni complementari per carico differente); è stata considerata l'attuazione massima delle previsioni di piano, il cui carico insediativo è stato maggiorato dal n. di abitanti generato dalle trasformazioni del Piano delle Regole. Sulla base di tali premesse e sulla base dei dati a disposizione, può ritenersi sufficiente l'analisi della sostenibilità del carico urbanistico rispetto alle reti di smaltimento delle acque di scarico e dei depuratori. Comune di Mediglia (MI) 8 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 4. PERICOLOSITA’ SISMICA In base alla classificazione sismica nazionale associata all’Ordinanza del PCM n. 3519/2006 ed al DM 14/01/2008, il comune in esame è stato classificato in Zona 4 (con sismicità crescente da zona 4 a zona 1). Con la DGR n. X/2129 del 11 Luglio 2014 la Regione Lombardia ha riclassificato il comune di Mediglia nella zona sismica 3. Tale classificazione entrerà in vigore il 14 ottobre 2015. Fino all’entrata in vigore della nuova classificazione nei Comuni che saranno riclassificati dalla Zona 4 alla Zona 3 e dalla Zona 3 alla Zona 2, tutti i progetti delle strutture riguardanti nuove costruzioni ‐ pubbliche e private ‐ dovranno essere redatti in linea con le norme tecniche vigenti, rispettivamente, nelle Zone 3 e 2. Nella tabella seguente si riportano i valori di accelerazione (ag max) previsti dalla DGR per tale zona sismica. Figura 1‐ Estratto DGR . X/2129/2014 Con l’entrata in vigore del DM 14/01/2008 (Norme Tecniche per le Costruzioni 2008, tramite l’allegato B al DM vengono fornite tabelle con i parametri che definiscono l’azione sismica relativamente ad un reticolo di riferimento da cui è possibile derivare i valori per ogni punto indagato. Figura 2‐ Estratto Mappa interattiva di pericolosità sismica dal sito web INGV (http://esse1‐gis.mi.ingv.it/) Comune di Mediglia (MI) 9 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 Le direttive regionali prevedono per i comuni inseriti in zona sismica 2 e 3 l’esecuzione dell’approfondimento sismico di II livello in fase pianificatoria per lo scenario Z4a presente sul territorio comunale. Figura 3‐ Estratto DGR 2616/2011. Nell’ambito dello studio geologico precdenete era già stato eseguito l’approfondimento di II° livello per lo scenario Z4a tramite l’individuazione di due zone omogenee oggetto di indagine sismica MASW. Come riportato in allegato l’approfondimento ha considerato i valori di soglia comunale introdotti con la DGR 7374/2008. L’elaborazione dei dati ha portato ai seguenti risultati: Periodo 0.1<T<0.5 s – categoria di suolo C= Fa> Valore soglia comunale. La normativa non considera in modo esaustivo i possibili effetti di amplificazione sito specifica. Periodo 0.5<T<1.5 s – categoria di suolo C= Fa< Valore soglia comunale. La normativa considera in modo esaustivo i possibili effetti di amplificazione sito specifica. La normativa regionale prevede che nel caso Fa risulti maggiore del valore di soglia comunale, in fase di progettazione sia necessario procedere agli approfondimenti di III° livello o in alternativa all’utilizzo dello spettro della categoria di suolo superiore, come da schema riportato nella figura seguente. Figura 4‐ Estratto DGR 2616/2011. Per ulteriori approfondimenti in merito si rimanda allo studio geologico precedente (Capitolo 11 – Analisi di II° livello). Comune di Mediglia (MI) 10 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 5. CARTA DEI VINCOLI Di seguito sono analizzati i vincoli derivanti dalle normative e dai piani sovraordinati in vigore di contenuto prettamente geologico, che comportano delle limitazioni alle destinazioni d’uso del territorio. I vincoli sono riportati sulla Tavola 06 – Carta dei vincoli, allegata alla presente. 5.1.1. PAI – Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico Il territorio comunale di Mediglia è interessato dalle fasce fluviali A, B e C del Fiume Lambro. In tavola sono cartografate le fasce riportate nelle studio geologico vigente, tratte dalla variante PAI approvata nel 2004 “Fiume Lambro nel tratto del Lago di Pusiano alla confluenza con il deviatore Redefossi”. Tali aree sono così definite: Fascia di deflusso della piena (Fascia A), costituita dalla porzione di alveo che è sede prevalente del deflusso della corrente per la piena di riferimento, ovvero che è costituita dall'insieme delle forme fluviali riattivabili durante gli stati di piena. Fascia di esondazione (Fascia B), esterna alla precedente, costituita dalla porzione di territorio interessata da inondazione al verificarsi della piena di riferimento. Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C), costituita dalla porzione di territorio esterna alla precedente (Fascia B), che può essere interessata da inondazione al verificarsi di eventi di piena più gravosi di quella di riferimento. I vincoli e le prescrizioni per le aree compresi entro le Fasce Fluviali sono contenuti nelle Norme di Attuazione del PAI ed in particolare agli articoli: 29 ‐ fascia di deflusso della piena‐Fascia A, 30 ‐ fascia di esondazione della piena‐Fascia B, 31 ‐ area di inondazione per piena catastrofica‐Fascia C, 32 ‐ demanio fluviale e pertinenze idrauliche e demaniali, 38‐ interventi per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, 38bis ‐ impianti di trattamento delle acque reflue, di gestione dei rifiuti e di approvvigionamento idropotabile, 39 ‐ interventi urbanistici ed indirizzi alla pianificazione urbanistica, 41 ‐ compatibilità delle attività estrattive. Comune di Mediglia (MI) 11 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 5.1.2. Vincoli di polizia idraulica Come precedentemente riportato nel presente aggiornamento dello studio geologico si recepiscono, a seguito del parere favorevole della competente struttura regionale, i risultati dello Studio del reticolo Idrico Minore del comune redatto ai sensi D.G.R. X/883 del 31.10.2014. In particolare si riportano i corsi d’acqua inseriti nel reticolo idrico minore, consortile e principale e le relative fasce di rispetto. Nella tabella seguente si riportano la classificazione dei corsi d’acqua tratta dal Documento di Polizia Idraulica del Comune di Mediglia. N. Nome del corso d’acqua 1 Fiume Lambro 2 Colatore Addetta Tipologia Reticolo Principale Competenza Idrico Regione Lombardia 10 58 Consorzio di Bonifica Muzza‐ Bassa lodigiana Reticolo Consortile Consorzio di Bonifica Muzza‐ Roggia Gerina Addetta Bassa lodigiana Reticolo Consortile Consorzio di Bonifica Muzza‐ Roggia Borra Bassa lodigiana Fontanile Tombone o Gavazza Reticolo Consortile Consorzio di Bonifica Muzza‐ Ramo Bassa lodigiana Reticolo Idrico Comune di Mediglia Roggia Crosina Minore 5 Roggia Muzzetta Reticolo Minore Idrico Comune di Mediglia 61 5 Cavo Sellera Reticolo Minore Idrico Comune di Mediglia 62 3 4 5 Reticolo Consortile Fascia di rispetto 10 5 5 5 5 Tabella 1: elenco dei corsi d’acqua (fonte regolamento comunale di Polizia Idraulica) 5.1.3. Aree di salvaguardia delle captazioni ad uso idropotabile Sulla tavola sono riportate le zone di tutela assoluta aventi raggio di 10 metri dall’opera di captazione, e le zone di rispetto individuate con criterio geometrico (r= 200 m). Le attività consentite e vietate all’interno delle zona di rispetto e della zona di tutela assoluta dei pozzi idropotabili sono normate da: D.g.r. 10 aprile 2003 n. 7/12693 “Direttive per la disciplina delle attività all’interno delle aree di rispetto…” D.Lgs. n. 152 del 3 Aprile 2006 – Norme in materia ambientale – Art. 94 “Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano”. Comune di Mediglia (MI) 12 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 5.1.4. Vincoli ambientali derivanti da pianificazioni sovraordinate (P.T.P.R. Regione Lombardia, P.T.C.P. della Provincia di Milano, L.R. 86/83, L.R. 14/98, Direttiva 92/43/CEE e s.m.i., D.Lgs. 42/2004 Per quanto riguarda tali vincoli si riporta un estratto dello studio geologico vigente. Piano territoriale di Coordinamento provinciale (PTCP). Da questo strumento si evince la presenza di una Fascia di tutela dei fontanili e loro fascia di rispetto pari a 50 m misurati dalla testa del fontanile e lungo l’asta (DGR 7/818 del 3 agosto 2000) dove vige il divieto di urbanizzazione e nuova edificazione (art. 34 PTCP); questo aspetto verrà segnalato anche nella carta di fattibilità finale. Inoltre si promuove la riqualificazione di una fascia su entrambi i lati nei primi 150 m metri dell’asta per una valorizzazione ecologica e agricola del territorio rurale (art. 34 PTCP). Sulla base dei contenuti del PTC del Parco Agricolo Adda Sud, la fascia di tutela dell’asta dei fontanili è stata estesa a 200 m (per un’ampiezza di 10 m). Si segnala che per il colatore Addetta ed il fiume Lambro valgono le disposizioni dell’art. 46 delle NdA. Parco Agricolo Sud Milano, norme relative Piano cave della Provincia di Milano – ATEg27 settore sabbia e ghiaia; norme relative Fascia di tutela paesaggistica dei fiumi e dei corsi d’acqua: limite geometrico di 150 m per il fiume Lambro ed il colatore Addetta (ai sensi dell'art.142, comma 1, lettera c del D.Lgs. 42/2004; r.d. 1933 N.1775; D.G.R. 4/12028 del 25 luglio 1986 così come recepiti nell’art. 22 comma c del PTPR). Piano di gestione del bacino idrografico costituito dall’Atto di indirizzo e dal Programma di Tutela ed Uso delle Acque: tutto il territorio comunale fa parte della “Zona di attenzione” e ricade nelle aree denominate “Aree di riserva integrativa” così come definite dal PTUA e dalle relative cartografie di piano Tavole 8 e 9. Dall’osservazione della carta in oggetto si nota come il territorio di Mediglia sia interessato da numerosi elementi di valenza ambientale‐naturale che concorrono ad identificare e caratterizzare il territorio, come il fiume Lambro, il colatore Addetta, i fontanili ed il Parco Agricolo Sud Milano. Quest’ultimo ne costituisce l’aspetto più rilevante poiché la quasi totalità del territorio comunale ne fa parte, fatta eccezione della aree urbanizzate di Robbiano, Mombretto, Bettolino, Triginto, Mediglia e Bustighera. Gli altri elementi risultano localizzati spazialmente: il fiume Lambro scorre lungo il confine occidentale, il colatore Addetta lungo quello orientale, mentre i fontanili si concentrano nella fascia centro settentrionale del territorio. Per l’ubicazione si sono utilizzati i dati contenuti nel “Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Agricolo Sud Milano” (D.G.R. 7/818 del 3 agosto 2000, BURL II° suppl. straord. Al n.38 del 21 settembre 2000) e nel PTCP della Provincia di Milano (approvato con DCP n° 55 del 14/10/2003) e verificati con sopralluoghi in sito. I fontanili, oltre a rappresentare una testimonianza storico‐ambientale del paesaggio, costituiscono una peculiarità da tutelare che identifica e valorizza queste porzioni del territorio comunale, così come stabilito dallo stesso PTCP. L’urbanizzazione e la modificazione delle pratiche agricole (e del relativo regime idrico) ha prodotto una forte riduzione della presenza fontanili attivi o quiescenti: nel territorio in esame sono ancora presenti una decina di teste di fontanile, per la maggior parte semiattive o non attive che presentano nel complesso uno stato di conservazione scadente con acque stagnanti e torbide, il cui accesso risulta spesso impedito dalla folta vegetazione cresciuta in modo caotico. In effetti non sempre le segnalazioni di fontanili trovano un adeguato riscontro nel sito; in alcuni casi si tratta di elementi ancora ben visibili, come i fontanili del settore nord occidentale del territorio comunale talvolta soggetti a recenti tentativi di sistemazione e ripristino (ad esempio il fontanile di Robbiano, in vicinanza dell’omonimo abitato); in altri casi l’indicazione di fontanili non presenta un particolare riscontro nel sito. Intorno alla teste di ciascun fontanile individuato si è riportata la fascia di rispetto, definita da un limite geometrico di 50 m misurati dall’orlo della testa e lungo l’asta così come riportato nell’art. 34 del PTCP. Comune di Mediglia (MI) 13 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 Si precisa che l’elemento grafico segnato sulla Carta dei Vincoli – Tavola 6 (*)‐ è forzatamente indicativo a causa della scala adottata. Farà fede come area vincolata i 50 m della specifica morfologia della testa e dell’asta del fontanile e non il loro baricentro . Inoltre è stata inserita un’ulteriore fascia di rispetto recependo l’indicazione dello stesso art. 34: “promuovere la riqualificazione delle incisioni della testa e dell’asta per almeno 150 m, dei fontanili attivi e di quelli potenzialmente riattivabili …”. Tutti i fontanili nel territorio comunale, anche se non più attivi e riattivabili, sono identificati da questa fascia che verrà definita come aree di rispetto; si ricorda che, anche nel caso che qualche testa di fontanile non fosse, per qualsiasi motivo, individuata in carta, questa disposizione è comunque da ritenere valida. (*) Tavola 6‐ sostituita dalla Tavola 1 allegata alla presente relazione. La tavola 07 del PTCP inserisce il comune di Mediglia nel macrosistema idrogeologico di rigenerazione prevalente della risorsa idrica. Inoltre sono presenti ambiti a vulnerabilità molto elevata degli acquiferi. Si recepiscono pertanto gli obiettivi e gli indirizzi dell’art. 38 comma 2, 3b e 3c del PTCP, di seguito riportati Il Colatore addetta ad al Fiume Lambro sono considerati dal PTCP “corsi d’acqua meritevoli di tutela e riqualificazione dal PTCP” e pertanto trovano applicazione le disposizioni di cui all’art. 24 della NdA del PTCP, di seguito riportate: figurano L’area golenale del Fiume Lambro individuata in Tavola 7 del PTCP coincide con la fascia B individuata dal PAI. In essa trovano applicazioni le gli indirizzi dell’art. 37 delle NDA del PTCP. Nella Carta dei Vincoli si recepiscono gli orli di terrazzo di particolare rilevanza geomorfologica individuati dal PTCP e soggetti all’art. 21 delle NdA del PTCP. A tali elementi non si è ritenuto opportuno attribuire una classe di fattibilità geologica specifica in quanto non prevista dai criteri regionali (Dgr 2616/2011). Per la tutela di tali ambiti si rimanda alle norme del PTCP. La relativa fascia di tutela ambientale in fase progettuale sulle basi delle indicazioni fronite dal PTCP. 5.1.5. Vincoli derivanti dal PTR. Sul territorio comunale non sono presenti infrastrutture strategiche di interesse regionale (vasche di laminazione) contenute nella Tabella “Progetti di riferimento per le previsioni di infrastrutture per la difesa del suolo” dell’elaborato S01 “Obiettivi prioritari di interesse regionale e sovra‐ regionale – Obiettivi prioritari per la difesa del suolo” del Piano Territoriale Regionale. 5.1.6. Geositi Nel territorio in esame non sono presenti beni geologici (geositi) già soggetti a forme di tutela così come individuati nell’allegato 14 della Dgr IX/2616/2011. Comune di Mediglia (MI) 14 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 5.1.7. Piano cave provinciale Come riportato nel paragrafo 5.1.4 il territorio comunale in esame è interessato dall’ambito estrattivo ATEg 27‐ settore sabbia e ghiaia. Comune di Mediglia (MI) 15 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 6. CARTA DI SINTESI Nella Carta di Sintesi (tavola 07) è riportata una zonazione del territorio comunale sulla base dello stato di pericolosità geotecnica e della vulnerabilità idraulica ed idrogeologica, rilevati in sede d’indagine. Sono stati considerati gli elementi a carattere areale in grado d’interagire negativamente o di presentare problematiche di natura geologico‐ geotecnica tali da influenzare l’attribuzione della classe di fattibilità geologica sulla base dei criteri forniti dalla direttiva regionale (Dgr IX/2616/2011). Sulla base dei contenuti dello studio geologico vigente e di quanto sopraesposto, in carta sono state riportate le aree omogenee di seguito esposte. 6.1. AREE PERICOLOSE DAL PUNTO DI VISTA DELL’INSTABILITÀ DEI VERSANTI A. le aree di scarpata fluviale in evoluzione e con la possibilità di instaurarsi di piccoli smottamenti per fenomeni di soliflusso e di fenomeni di arretramento degli orli per azione delle acque superficiali; costituiscono un’area molto limitata posta nel settore sud‐ est del territorio in prossimità del colatore Addetta a sud della cascina Borgonuovo. B. le aree estrattive attive o dimesse non ancora recuperate; in carta sono state riportate le aree appartenenti all’ambito estrattivo ATEg27 così definite nel Piano Cave della Provincia di Milano vigente. C. le aree oggetto di attività estrattiva dismesse e/o recuperate; in carta sono state riportate le aree appartenenti alle zone che sono state in passato oggetto di attività estrattiva e che risultano attualmente dismesse. Per quanto riguarda tale scenario si confermano gli elementi di sintesi riportati nello studio geologico precedente. 6.2. AREE VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDROGEOLOGICO A. Aree con emergenze idriche in seguito all’attività estrattiva (attiva o cessata) B. Aree con emergenze idriche ‐ fontanili C. Le aree a più bassa soggiacenza della falda freatica Rispetto allo studio geologico vigente, in carta sono stai riportati i pozzi comunali e le relative aree di salvaguardia. Per tali elementi si rimanda alla carta dei vincoli. 6.3. AREE VULNERABILI DAL PUNTO DI VISTA IDRAULICO A. Aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali desunte dalla ricerca storica‐bibliografica; si sono riportate in carta le aree contenute nel “Catalogo degli Eventi di Piena” ‐ Progetto AVI a cura del GNDCI e relative alle alluvioni catalogate ed Comune di Mediglia (MI) 16 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 avvenute nel territorio nell’ultimo secolo, in accordo anche con quanto riportato nel “Piano di Emergenza Intercomunale – Rischio Idraulico” del 2004. B. le aree potenzialmente inondabili per eventi di piena ordinaria e/o straordinaria con possibilità di significativi valori di velocità e/o altezze d'acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido; sulla base di rilievi geomorfologici nell’area si è ritenuto ragionevole far coincidere queste aree con quelle definite dalla fascia fluviale A del F. Lambro,individuate nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po. Nella categoria è stato compreso anche il Colatore Addetta, interessato da un progetto di “Riqualificazione idraulico ambientale” a cura del Consorzio di Bonifica Muzza‐ Bassa Lodigiana. C. le aree potenzialmente inondabili per eventi eccezionali o catastrofici, allagabili con minore frequenza e/o con modesti valori di velocità ed altezze d'acqua, tali da non pregiudicare l'incolumità delle persone, la funzionalità degli edifici e infrastrutture e lo svolgimento di attività economiche; sono le aree appartenenti alla fascia fluviale B e C del F. Lambro, individuate nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po. In tale ambito sono state inserite anche le aree in fregio al colatore Addetta, perimetrate nello studio del 2011. Si prende atto che nello studio vigente (Novembre 2011) non era stato avanzata la proposta di inserimento di tali aree nella carta del dissesto PAI. Il Colatore Addetta è inoltre interessato da un progetto di “Riqualificazione idraulico ambientale” a cura del Consorzio di Bonifica Muzza‐ Bassa Lodigiana. Nell’ambito dell’individuazione delle aree vulnerabili dal punto di vista idraulico si sono consultate anche le Mappe di pericolosità e rischio idraulico della Direttiva Alluvioni il cui iter di adozione e approvazione è attualmente in corso (scenario di rischio individuato R1‐ moderato; R2‐ medio), e la aree ribassate in fregio al colatore Addetta. Per quanto riguarda le “aree adiacenti ai corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico” essendo stato approvato il Documento comunale di Polizia Idraulica, si rimanda a tale elaborato la definizione delle relative fasce di rispetto (riportate sulla Tavola 06 – Carta dei vincoli). 6.4. AREE CHE PRESENTANO SCADENTI CARATTERISTICHE GEOTECNICHE A. le aree caratterizzate con maggiore probabilità dalla presenza di livelli significativi di materiale prevalentemente limoso‐argilloso a scadenti caratteristiche geotecniche; questi livelli hanno spessori disomogenei, compresi mediamente tra i 2.0 ed i 4.0 m, e raggiungono in alcune zone anche valori consistenti (zona Mombretto ‐ Pantigliate). In altre aree, per lo più soggette ad attività agricola, tali livelli risultano molto meno spessi o addirittura assenti in quanto asportati e/o completamente rielaborati. 6.5. ALTRE AREE Pur non avendo una ricaduta diretta sull’attribuzione delle classi di fattibilità, per continuità con lo studio geologico vigente, visto anche il parere della Provincia di Milano sul PGT, nella tavola si riportano anche: Comune di Mediglia (MI) 17 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 A. Stabilimenti a rischio di incidente rilevante (Aree RIR): tali aree sono presenti sia all’interno del territorio comunale (in località Robbiano al confine Nord del comune) sia nei comuni confinanti di Tribiano e di Paullo In recepimento alle osservazioni della Città Metropolitana di Milano si riportano sulla carta di sintesi le aree di danno delle industrie a rischio d’incidente rilevante. Per quanto riguarda le interazioni fra tali aree e gli elementi territoriali si rimanda alla documentazione ERIR. Non si tiene necessario l’adozione di classi di fattibilità geologica specifica (in quanto non previsti dai criteri regionali – DGR 2616/2011). B. Aree di bonifica e/o caratterizzazione ambientale. Nella tabella seguente si riporta lo stato dell’arte al Ottobre 2014 dei siti oggetto di caratterizzazione/ bonifica presenti sul territorio comunale (fonte UTC). ID ANAGRAFE REGIONE MONITORAGGIO 2899 le caratteristiche tecnico‐esecutive e la tempistica del monitoraggio sono descritte nel Piano di Caratterizzazione presentato il 16/11/2007 prot. 14438 e approvato nella Conferenza di Servizi del 19/02/2008 3671 Sito non caratterizzato 13752 le caratteristiche tecnico‐esecutive e la tempistica del monitoraggio sono descritte nel Progetto di Messa in sicurezza operativa approvato con Determina SGT n° 30 del 24/10/2008 e successive modifiche approvate con Determina SGT n° 16 del 30/07/2010 le caratteristiche tecnico‐esecutive e la tempistica del monitoraggio sono descritte nel Piano Operativo di Bonifica approvato con Determina SGT n. 8 del 29/09/2012 14929 le caratteristiche tecnico‐esecutive e la tempistica del monitoraggio sono descritte nell’Analisi di Rischio approvata con Determina SGT n. 4 del 08/05/2012 115 sito prioritario nel Piano Regionale delle Bonifiche approvato con deliberazione di Giunta regionale n. 1990 del 20 giugno 2014; il perimetro dell'area è individuato sulla base del Piano di Caratterizzazione presentato 3765 In tale aree la realizzazione degli interventi urbanistici è subordinate alle procedure del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. C. Centro di potenziale pericolo (art. 94 del D.lgs n. 152/06): risulta solamente un centro di potenziale pericolo all’interno della fascia di rispetto dei pozzi (limite geometrico dei 200 m) posto in località Bettolinetto. Comune di Mediglia (MI) 18 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 7. CARTA DELLA FATTIBILITA’ GEOLOGICA PER LE AZIONI DI PIANO 7.1. CRITERI DI ATTRIBUZIONE DELLE CLASSI Sulla base degli elementi di criticità e di rischio idrogeologico e geomorfologico, emerse dal presente studio, si è proceduto alla stesura della Carta della Fattibilità Geologica per le azioni di Piano, redatta sulla base delle indicazioni contenute nel D.g.r. n. IX/2616/2011 “Criteri ed indirizzi per la determinazione della componente geologica ed idrogeologica e sismica del Piano di Governo del territorio, in attuazione all’art. 57, comma 1 della L.R. n. 12 del 11 Marzo 2005” e smi. Per l’attribuzione delle classi di fattibilità geologica ci si è attenuti alle indicazioni fornite nella tabella 1 della delibera regionale. La normativa prevede per tali aree omogenee le seguenti classi d’ingresso, individuate sul territorio comunale. Comune di Mediglia (MI) 19 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 VINCOLI SINTESI CLASSE FATTIBILITA' PROPOSTA SOTTOCLASSE Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Fascia Fluviale A del “PAI” Esterno del centro edificato Le aree potenzialmente inondabili per eventi di piena ordinaria e/o straordinaria con possibilità di significativi valori di velocità e/o altezze d'acqua o con consistenti fenomeni di trasporto solido; sulla base di rilievi geomorfologici nell’area si è ritenuto ragionevole far coincidere queste aree con quelle definite dalla fascia fluviale A del F. Lambro,individuate nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po. Aree già allagate. Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Fascia Fluviale B del “PAI” Esterno del centro edificato Aree appartenenti alla fascia fluviale B del F. Lambro, individuate nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po Fasce Fluviali C del “PAI” Aree appartenenti alla fascia fluviale C del F. Lambro, individuate nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti “Aree di scarpata fluviale in evoluzione” Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti “Aree estrattive attive o dismesse – ambito ATEg27” Aree pericolose dal punto di vista dell’instabilità dei versanti. “Aree oggetto di attività estrattive dismesse e/o recuperate” Aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Aree potenzialmente inondabili per eventi eccezionali o catastrofici, allagabili con minore frequenza e/o con modesti valori di velocità ed altezze d'acqua, in fregio al colatore 4 – Fattibilità con gravi limitazioni 4a – aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Fascia A: NTA del PAI (artt. 1, 29, 38, 38 bis, 38 ter, 39 e 41) 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni 3a1‐ aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Fascia B: NTA del PAI (Artt. 1, 30, 38, 38 bis, 38 ter, 39 e 41) 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni 3a2‐ aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Fascia C: NTA del PAI artt. 1, 31 4 – Fattibilità con gravi limitazioni 4b‐ Aree pericolose per instabilità 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni 3b‐ Aree pericolose per instabilità 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni 3b‐ Aree pericolose per instabilità 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni 3a‐ aree vulnerabili dal punto di vista idraulico Comune di Mediglia (MI) 20 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 VINCOLI SINTESI CLASSE FATTIBILITA' PROPOSTA SOTTOCLASSE Addetta. Aree che presentano scadenti caratteristiche geotecniche Le aree caratterizzate con maggiore probabilità dalla presenza di livelli significativi di materiale prevalentemente limoso‐argilloso a scadenti caratteristiche geotecniche; questi livelli hanno spessori disomogenei, compresi mediamente tra i 2.0 ed i 4.0 m, e raggiungono in alcune zone anche valori consistenti (zona Mombretto ‐ Pantigliate). In altre aree, per lo più soggette ad attività agricola, tali livelli risultano molto meno spessi o addirittura assenti in quanto asportati e/o completamente rielaborati. 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico Aree con emergenze idriche in seguito all’attività estrattiva (attiva o cessata) Aree con emergenze idriche – fontanili 4 – Fattibilità con gravi limitazioni Aree con soggiacenza inferiore a 1,5 – 2 m 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico Aree con soggiacenza 2 – 5 m 3‐ Fattibilità con consistenti limitazioni Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico 3 c‐ aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico che possono presentare scadenti caratteristiche geotecniche 4c – aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico 3 c‐ aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico che possono presentare scadenti caratteristiche geotecniche e bassa soggiacenza della falda (1,5 – 2m). 3 d‐ aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico (*) A seguito del recepimento delle osservazioni della Città Metropolitana di Milano tali aree, inizialmente inserite in classe 2 sono state riclassificate in classe 3 per la bassa soggiacenza della falda. Comune di Mediglia (MI) 21 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 8. NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE 8.1. CLASSE 4 – FATTIBILITÀ CON GRAVI LIMITAZIONI. L’alta vulnerabilità e pericolosità degli ambiti compresi in tale classe comporta gravi limitazioni all’utilizzo del suolo a scopi edificatori e/o alla modifica dell’attuale destinazione d’uso. Sulla base di quanto indicato nei capitoli precedenti sono stati inseriti in questa classe: Sottoclasse 4a‐ aree vulnerabili dal punto di vista idraulico: Le aree potenzialmente inondabili per eventi di piena ordinaria e/o straordinaria con possibilità di significativi valori di velocità e/o altezze d'acqua o con consistenti fenomeni di trasporto‐ Fascia fluviale A del F. Lambro,individuate nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po. Sottoclasse 4b‐ aree pericolose per instabilità. Le aree di scarpata fluviale in evoluzione e con la possibilità di instaurarsi di piccoli smottamenti per fenomeni di soliflusso e di fenomeni di arretramento degli orli per azione delle acque superficiali; costituiscono un’area molto limitata posta nel settore sud‐est del territorio in prossimità del colatore Addetta a sud della cascina Borgonuovo. Sottoclasse 4c‐ aree pericolose dal punto di vista idrogeologico. La sottoclasse comprende le aree con emergenze idriche in seguito all’attività estrattiva (attiva o cessata) o legate alla presenza di fontanili (50 m dalla testa e primi 150 metri dell’asta). In queste aree deve essere esclusa qualsiasi nuova edificazione, ivi comprese quelle interrate, se non opere finalizzate al consolidamento e/o sistemazione idrogeologica per la messa in sicurezza dei siti. Per gli edifici esistenti sono consentite esclusivamente le opere relative ad interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti dall’art. 27, comma 1, lettere a), b), e c) della L.R. 12/05, senza aumento di superficie o volume e senza aumento del carico insediativo. Sono consentite le innovazioni necessarie per l’adeguamento della normativa antisismica. Per tali aree è opportuno predisporre sistemi di monitoraggio del dissesto per controllare l’evoluzione dei fenomeni in atto. Nelle zone in classe 4 è consentita inoltre la realizzazione di infrastrutture pubbliche e/o d’interesse pubblico se non altrimenti localizzabili sul territorio comunale. Dovranno comunque essere puntualmente e attentamente valutate in funzione della tipologia di dissesto e del grado di rischio che determinano l’ambito di pericolosità/ vulnerabilità omogenea. A tale fine, alle istanze per l’approvazione da parte dell’autorità comunale, deve essere allegata apposita relazione geologica e geotecnica che dimostri la compatibilità degli interventi previsti con la situazione di rischio idrogeologico presente. Comune di Mediglia (MI) 22 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 Nel caso di eventuali nuove infrastrutture pubbliche che attraversino aree in classe 4 le documentazioni progettuali dovranno essere supportate da approfondimenti tecnici mirati alla verifica di compatibilità delle opere ed il conseguente incremento del rischio idrogeologico dell’area. Gli interventi eventualmente consentiti andranno subordinati ad indagine geologica‐ geotecnica ai sensi del DM 14.01.08 e s.m.i., e da: Sottoclasse 4a: verifica di compatibilità idraulica redatta ai sensi della normativa vigente. Sottoclasse 4b: Verifica di compatibilità fra l’intervento e le condizioni di dissesto in particolare riguardo a possibili aggravanti dell’instabilità del versante ed ad eventuali interventi di mitigazione del rischio. Sottoclasse 4c: studio idrogeologico di dettaglio finalizzato alla valutazione dell’impatto che le opere in progetto possono avere in termini quantitativi (es: portate idriche) e qualitativi (es: qualità delle acque ‐ impatti sulla vegetazione) sulle emergenze idriche e sulla falda. Per le aree comprese nella sottoclasse 4a fascia A del PAI si applicano anche le Norme di Attuazione del PAI ed in particolare agli articoli: 1 – finalità e contenuti 29 ‐ fascia di deflusso della piena‐Fascia A, 32 ‐ demanio fluviale e pertinenze idrauliche e demaniali, 38‐ interventi per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, 38bis ‐ impianti di trattamento delle acque reflue, di gestione dei rifiuti e di approvvigionamento idropotabile, 39 ‐ interventi urbanistici ed indirizzi alla pianificazione urbanistica, 41 ‐ compatibilità delle attività estrattive. Per quanto riguarda altri vincoli eventualmente presenti nelle aree in questione si precisa che: - Per le aree ricadenti all’interno della zona di rispetto e di tutela assoluta dei pozzi ad uso acquedottistico le attività consentite e vietate sono normate dalla D.g.r. 10 aprile 2003 n. 7/12693 ‐ Direttive per la disciplina delle attività all’interno delle aree di rispetto e dal D.Lgs. n. 152 del 3 Aprile 2006 – Norme in materia ambientale – Art. 94 ‐ Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. - Per quanto riguarda la regolamentazione delle attività sui corsi d’acqua e nelle relative fasce di rispetto si rimanda al Regolamento Comunale di Polizia Idraulica (D.g.r. 7/7868 del 25‐01‐2002 e successive modifiche). Nelle aree oggetto di bonifica e/o caratterizzazione la realizzazione degli interventi urbanistici è subordinate alle procedure del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. Comune di Mediglia (MI) 23 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 Considerando che il comune di Mediglia è inserito dal PRCP nel macrosistema idrogeologico di rigenerazione prevalente della risorsa idrica, con presenza di ambiti a vulnerabilità molto elevata degli acquiferi. Si recepiscono pertanto gli obiettivi e gli indirizzi dell’art. 38 comma 2, 3b e 3c del PTCP, di seguito riportati Art. 38 ‐ Ciclo delle acque 2. Oltre ai macro‐obiettivi di cui all’art.3 ed agli obiettivi di cui all’art.36, costituiscono ulteriori obiettivi per il ciclo delle acque: a) Prevedere soluzioni progettuali che regolino il deflusso dei drenaggi urbani verso i corsi d’acqua, anche individuando aree in grado di fermare temporaneamente le acque nei periodi di crisi e bacini multifunzionali fitodepuranti; b) Prevedere, ove possibile negli impianti di depurazione di progetto, l'adozione del trattamento terziario e di processi di fitodepurazione o di lagunaggio; c) Promuovere il risparmio idrico, la distinzione delle reti di distribuzione in acque di alto e basso livello qualitativo e interventi di riciclo e riutilizzo delle acque meteoriche nei nuovi insediamenti. d) Promuovere l’integrazione tra pianificazione territoriale e pianificazione dei servizi idrici, di fognatura e depurazione. 3. Per il ciclo delle acque, valgono i seguenti indirizzi: b) Negli Ambiti di rigenerazione prevalente della risorsa idrica di cui alla Tavola 7, favorire l'immissione delle acque meteoriche nel reticolo idrico superficiale. Nelle eventuali trasformazioni urbanistiche e infrastrutturali e necessario valutare le alterazioni al regime delle acque sotterranee e verificare i relativi effetti anche nelle aree limitrofe, eventualmente introducendo adeguati correttivi al progetto di intervento; c) Negli Ambiti degli acquiferi a vulnerabilità molto elevata e necessario approfondire ed evidenziare anche nella relazione geologica del PGT la tematica della permeabilità dei suoli ed introdurre eventuali limitazioni o condizionamenti alle trasformazioni stesse. Al Colatore addetta ad al Fiume Lambro (corsi d’acqua meritevoli di tutela e riqualificazione dal PTCP) si applicano le disposizioni di cui all’art. 24 della NdA del PTCP, di seguito riportate: figurano Art. 24 – Corsi d’acqua 1. Il PTCP individua alla Tavola 7 i corsi d’acqua evidenziando i corpi idrici significativi individuati nel Piano di Gestione di Distretto Idrografico del fiume Po (PdGPO) e alla Tavola 2 i corsi d’acqua aventi rilevanza paesistica. Il PTCP riporta inoltre in un apposito Elenco, parte integrante della presente normativa di piano, i principali corsi d’acqua con caratteristiche prevalentemente naturali e quelli sottoposti a vincolo paesistico ai sensi dell’art. 142, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 42/2004 integrati con i tratti del reticolo principale conformemente alla DGR 25 gennaio 2002, n. VII/7868, alla DGR 1 agosto 2003, n. 7/13950 e alla DGR 1 ottobre 2008 n.8/8127. 2. Oltre ai macro obiettivi di cui all’art. 3 e agli obiettivi specifici per la tutela e la valorizzazione del paesaggio di cui all’art. 17, il PTCP definisce i seguenti ulteriori obiettivi: a) Tutelare e riqualificare i corsi d’acqua migliorandone i caratteri di naturalita e salvaguardandone le connotazioni vegetazionali e geomorfologiche; b) Favorire il naturale evolversi dei fenomeni di dinamica fluviale e degli ecosistemi; c) Migliorare la capacita di laminazione delle piene e di autodepurazione delle acque; c bis) Concorrere, in coerenza con il PTUA, al recupero e alla salvaguardia delle caratteristiche ambientali delle fasce di pertinenza fluviale; d) Migliorare la qualita paesistico‐ambientale e la fruibilita dei luoghi. Comune di Mediglia (MI) 24 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 3. Per i corsi d’acqua valgono i seguenti indirizzi e prescrizioni, da coordinare con le indicazioni delle NdA del PAI vigente: Indirizzi: a) Progettare gli interventi urbanistici e infrastrutturali che interferiscono con il corso d’acqua armonizzandoli con i suoi tratti idrografici; b) Negli interventi di difesa del suolo e di regimazione idraulica utilizzare soluzioni che coniughino la prevenzione del rischio idraulico con la riqualificazione paesistico‐ambientale, garantendo l’attuazione del progetto di rete ecologica provinciale; c) Realizzare le vasche di laminazione delle piene fluviali e i canali di by‐pass per il rallentamento dei colmi di piena fluviale, con aspetto naturaliforme, creando un contesto golenale con funzioni ecologico‐ambientali; Prescrizioni: a) Utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica negli interventi di difesa del suolo e regimazione idraulica, fatta salva la loro inapplicabilita, anche con riferimento al Repertorio delle misure di mitigazione e compensazione paesistico‐ambientali; b) Sostituire, qualora ammalorate, le opere di difesa del suolo in calcestruzzo, muratura, scogliera o prismata realizzate sui corsi d’acqua naturali e prive di valore storico‐paesistico operando secondo quanto indicato alla lettera precedente; c) Rimuovere le tombinature esistenti sui corsi d’acqua ripristinando, ove possibile, le sezioni di deflusso a cielo aperto; 4. Il Comune, nei propri atti di pianificazione: a) verifica e integra a scala di maggior dettaglio le indicazioni relative all’individuazione dei corsi d’acqua di cui alla Tavola 7 del PTCP, articolando le specifiche tutele alla scala locale e assicurando efficaci strumenti di controllo della relativa attuazione e delle eventuali trasformazioni; b) individua il reticolo idrico minore secondo quanto disposto dalle DGR 25 gennaio 2002 n.7/7868, DGR 1 agosto 2003, n. 7/13950, DGR 1 ottobre 2008 n.8/8127 e s.m.i. c) attribuisce alle aree adiacenti ai corsi d’acqua per le attivita di difesa e di Polizia Idraulica adeguata classificazione di fattibilita geologica sulla base dei criteri regionali (DGR 28 maggio 2008 n.8/7374). In assenza di uno studio sul reticolo idrico minore ufficialmente approvato dal Comune a seguito della validazione regionale, lungo tutti i corsi d’acqua valgono comunque le disposizioni del RD 25 luglio 1904 n.523. Agli orli di terrazzo individuati nella Carta dei Vincoli si applicano inoltre le prescrizioni di cui all’art 21 delle NdA del PTCP, di seguito riportate: Art. 21 – Sistemi ed elementi di particolare rilevanza geomorfologica 3. Per i sistemi e gli elementi di particolare rilevanza geomorfologica valgono i seguenti indirizzi e prescrizioni: Indirizzi: a) Rispettare, negli interventi di trasformazione urbanistica e infrastrutturale, la struttura geomorfologica dei luoghi con particolare attenzione agli elementi di maggior rilievo quali solchi vallivi, paleoalvei, scarpate morfologiche, dossi morenici; Prescrizioni: a) Non consentire, rispetto agli orli di terrazzo, interventi infrastrutturali e di nuova edificazione per una fascia sul ripiano terrazzato e per una fascia sul ripiano sottostante a partire rispettivamente dall’orlo della scarpata e dal piede della stessa; l’estensione delle suddette fasce e pari all’altezza della scarpata e comunque non inferiore all’altezza del manufatto in progetto; b) Vietare l’edificazione sul culmine dei crinali, consentire invece l’edificazione sui fianchi dei crinali purche l'altezza dei manufatti in progetto non superi la quota di culmine del crinale stesso. Comune di Mediglia (MI) 25 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 La relativa fascia di tutela ambientale sarà da determinarsi in fase progettuale sella base di apposito rilievo di campagna. Comune di Mediglia (MI) 26 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 8.2. CLASSE 3 – FATTIBILITÀ CON CONSISTENTI LIMITAZIONI. La vulnerabilità – pericolosità degli ambiti compresi in tale classe comporta consistenti limitazioni all’utilizzo del suolo a scopi edificatori e/o alla modifica dell’attuale destinazione d’uso. Si tratta di aree per le quali sono state rilevate consistenti limitazioni nelle trasformazioni d’uso del suolo ed in particolare per le nuove edificazioni, che possono rendere necessaria la realizzazione di specifici interventi di difesa. Sulla base di quanto indicato nei capitoli precedenti sono stati inseriti in questa classe: Sottoclasse 3a‐ aree vulnerabili dal punto di vista idraulico. Sono state inserite in questa sottoclasse le aree già allagate in occasione di precedenti eventi alluvionali desunte dalla ricerca storica‐bibliografica; (in accordo anche con quanto riportato nel “Piano di Emergenza Intercomunale – Rischio Idraulico” del 2004.”) e le le aree aree appartenenti alla fascia fluviale B (3a1)e C (3a2) del F. Lambro, individuate nel Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po. Sottoclasse 3b‐ aree pericolose per instabilità. Comprende l’ambito ATE g27 e le aree oggetto di attività estrattive dismesse e/o recuperate. Sottoclasse 3c‐ aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico che possono presentare scadenti caratteristiche geotecniche. Comprende le aree con soggiacenza della falda inferiore a 1,5 – 2m caratterizzate con maggiore probabilità dalla presenza di livelli significativi di materiale prevalentemente limoso‐argilloso a scadenti caratteristiche geotecnice. Questi livelli hanno spessori disomogenei, compresi mediamente tra i 2.0 ed i 4.0 m, e raggiungono in alcune zone anche valori consistenti (zona Mombretto ‐ Pantigliate). In altre aree, per lo più soggette ad attività agricola, tali livelli risultano molto meno spessi o addirittura assenti in quanto asportati e/o completamente rielaborati. Sottoclasse 3d‐ Aree vulnerabili dal punto di vista idrogeologico‐ bassa soggiacenza della falda freatica (mediamente > 2 m). Le modificazioni d’uso dei terreni che ricadono nella Classe 3 dovranno essere subordinati ad interventi di messa in sicurezza preventivi alle opere edilizie, e/o a specifica indagine geomorfologica – idrogeologica – geotecnica che attesti la eventuale “non necessità” di tali interventi. Nel caso l’indagine preveda la realizzazione di opere di difesa, il rilascio della concessione sarà subordinato all’esecuzione di tali interventi. Ad avvenuta esecuzione degli interventi di difesa previsti dovrà essere prodotta al comune idonea attestazione da parte di professionista abilitato. Gli interventi andranno subordinati ad indagine geologica‐ geotecnica ai sensi del DM 14.01.08 e s.m.i. con particolare riferimento ai seguenti aspetti: - Verifica della possibilità/impossibilità di smaltimento delle acque meteoriche nel suolo/sottosuolo (autosmaltimento) Comune di Mediglia (MI) 27 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 - indagine idro‐geognostica specifica per la ricerca delle interazioni fra circolazioni idriche sotterranee e strutture interrate Sottoclasse 3a: verifica di compatibilità idraulica redatta ai sensi della normativa vigente. Per le aree comprese nelle fasce B del PAI – sottoclasse 3a1 all’esterno del centro abitato sono consentiti esclusivamente gli interventi previsti dai seguenti articoli delle NTA del PAI: 30 ‐ fascia di esondazione della piena‐ Fascia B 38‐ interventi per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico. 38bis ‐ impianti di trattamento delle acque reflue, di gestione dei rifiuti e di approvvigionamento idropotabile. 38ter – impianti a rischio di incidenti rilevanti e impianti con materiali radioattivi. 39 ‐ interventi urbanistici ed indirizzi alla pianificazione urbanistica. 41 ‐ compatibilità delle attività estrattive. L’area golenale del Fiume Lambro individuata in Tavola 7 del PTCP coincide con la fascia B individuata dal PAI. In essa trovano applicazioni le gli indirizzi dell’art. 37 delle NDA del PTCP. Nelle fasce C del PAI (sottoclasse 3a2) si applicano inoltre anche le Norme di Attuazione del PAI ed in particolare agli articoli: 31 ‐ area di inondazione per piena catastrofica‐ Fascia C. Sottoclasse 3 b: Verifica di compatibilità fra l’intervento e le condizioni geomorfologiche dell’area in particolare riguardo a possibili aggravanti dell’instabilità del pendio e ad eventuali interventi di mitigazione del rischio. Per quanto riguarda altri vincoli eventualmente presenti nelle aree in questione si precisa che: Per le aree ricadenti all’interno della zona di rispetto e di tutela assoluta dei pozzi ad uso acquedottistico le attività consentite e vietate sono normate dalla D.g.r. 10 aprile 2003 n. 7/12693 ‐ Direttive per la disciplina delle attività all’interno delle aree di rispetto e dal D. Lgs. n. 152 del 3 Aprile 2006 – Norme in materia ambientale – Art. 94 ‐ Disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano. Per quanto riguarda la regolamentazione delle attività sui corsi d’acqua e nelle relative fasce di rispetto si rimanda al Regolamento Comunale di Polizia Idraulica (D.g.r. 7/7868 del 25‐01‐2002 e successive modifiche). Nelle aree oggetto di bonifica e/o caratterizzazione la realizzazione degli interventi urbanistici è subordinate alle procedure del D. Lgs. 152/06 e s.m.i. Considerando che il comune di Mediglia è inserito dal PRCP nel macrosistema idrogeologico di rigenerazione prevalente della risorsa idrica, con presenza di ambiti a vulnerabilità molto elevata degli acquiferi. Si recepiscono pertanto gli obiettivi e gli indirizzi dell’art. 38 comma 2, 3b e 3c del PTCP, di seguito riportati Comune di Mediglia (MI) 28 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 Art. 38 ‐ Ciclo delle acque 2. Oltre ai macro‐obiettivi di cui all’art.3 ed agli obiettivi di cui all’art.36, costituiscono ulteriori obiettivi per il ciclo delle acque: a) Prevedere soluzioni progettuali che regolino il deflusso dei drenaggi urbani verso i corsi d’acqua, anche individuando aree in grado di fermare temporaneamente le acque nei periodi di crisi e bacini multifunzionali fitodepuranti; b) Prevedere, ove possibile negli impianti di depurazione di progetto, l'adozione del trattamento terziario e di processi di fitodepurazione o di lagunaggio; c) Promuovere il risparmio idrico, la distinzione delle reti di distribuzione in acque di alto e basso livello qualitativo e interventi di riciclo e riutilizzo delle acque meteoriche nei nuovi insediamenti. d) Promuovere l’integrazione tra pianificazione territoriale e pianificazione dei servizi idrici, di fognatura e depurazione. 3. Per il ciclo delle acque, valgono i seguenti indirizzi: b) Negli Ambiti di rigenerazione prevalente della risorsa idrica di cui alla Tavola 7, favorire l'immissione delle acque meteoriche nel reticolo idrico superficiale. Nelle eventuali trasformazioni urbanistiche e infrastrutturali e necessario valutare le alterazioni al regime delle acque sotterranee e verificare i relativi effetti anche nelle aree limitrofe, eventualmente introducendo adeguati correttivi al progetto di intervento; c) Negli Ambiti degli acquiferi a vulnerabilità molto elevata e necessario approfondire ed evidenziare anche nella relazione geologica del PGT la tematica della permeabilità dei suoli ed introdurre eventuali limitazioni o condizionamenti alle trasformazioni stesse. Al Colatore addetta ad al Fiume Lambro (corsi d’acqua meritevoli di tutela e riqualificazione dal PTCP) si applicano le disposizioni di cui all’art. 24 della NdA del PTCP, di seguito riportate: figurano Art. 24 – Corsi d’acqua 1. Il PTCP individua alla Tavola 7 i corsi d’acqua evidenziando i corpi idrici significativi individuati nel Piano di Gestione di Distretto Idrografico del fiume Po (PdGPO) e alla Tavola 2 i corsi d’acqua aventi rilevanza paesistica. Il PTCP riporta inoltre in un apposito Elenco, parte integrante della presente normativa di piano, i principali corsi d’acqua con caratteristiche prevalentemente naturali e quelli sottoposti a vincolo paesistico ai sensi dell’art. 142, comma 1, lettera c), del D.Lgs. 42/2004 integrati con i tratti del reticolo principale conformemente alla DGR 25 gennaio 2002, n. VII/7868, alla DGR 1 agosto 2003, n. 7/13950 e alla DGR 1 ottobre 2008 n.8/8127. 2. Oltre ai macro obiettivi di cui all’art. 3 e agli obiettivi specifici per la tutela e la valorizzazione del paesaggio di cui all’art. 17, il PTCP definisce i seguenti ulteriori obiettivi: a) Tutelare e riqualificare i corsi d’acqua migliorandone i caratteri di naturalita e salvaguardandone le connotazioni vegetazionali e geomorfologiche; b) Favorire il naturale evolversi dei fenomeni di dinamica fluviale e degli ecosistemi; c) Migliorare la capacita di laminazione delle piene e di autodepurazione delle acque; c bis) Concorrere, in coerenza con il PTUA, al recupero e alla salvaguardia delle caratteristiche ambientali delle fasce di pertinenza fluviale; d) Migliorare la qualita paesistico‐ambientale e la fruibilita dei luoghi. 3. Per i corsi d’acqua valgono i seguenti indirizzi e prescrizioni, da coordinare con le indicazioni delle NdA del PAI vigente: Indirizzi: a) Progettare gli interventi urbanistici e infrastrutturali che interferiscono con il corso d’acqua armonizzandoli con i suoi tratti idrografici; Comune di Mediglia (MI) 29 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 b) Negli interventi di difesa del suolo e di regimazione idraulica utilizzare soluzioni che coniughino la prevenzione del rischio idraulico con la riqualificazione paesistico‐ambientale, garantendo l’attuazione del progetto di rete ecologica provinciale; c) Realizzare le vasche di laminazione delle piene fluviali e i canali di by‐pass per il rallentamento dei colmi di piena fluviale, con aspetto naturaliforme, creando un contesto golenale con funzioni ecologico‐ambientali; Prescrizioni: a) Utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica negli interventi di difesa del suolo e regimazione idraulica, fatta salva la loro inapplicabilita, anche con riferimento al Repertorio delle misure di mitigazione e compensazione paesistico‐ambientali; b) Sostituire, qualora ammalorate, le opere di difesa del suolo in calcestruzzo, muratura, scogliera o prismata realizzate sui corsi d’acqua naturali e prive di valore storico‐paesistico operando secondo quanto indicato alla lettera precedente; c) Rimuovere le tombinature esistenti sui corsi d’acqua ripristinando, ove possibile, le sezioni di deflusso a cielo aperto; 4. Il Comune, nei propri atti di pianificazione: a) verifica e integra a scala di maggior dettaglio le indicazioni relative all’individuazione dei corsi d’acqua di cui alla Tavola 7 del PTCP, articolando le specifiche tutele alla scala locale e assicurando efficaci strumenti di controllo della relativa attuazione e delle eventuali trasformazioni; b) individua il reticolo idrico minore secondo quanto disposto dalle DGR 25 gennaio 2002 n.7/7868, DGR 1 agosto 2003, n. 7/13950, DGR 1 ottobre 2008 n.8/8127 e s.m.i. c) attribuisce alle aree adiacenti ai corsi d’acqua per le attivita di difesa e di Polizia Idraulica adeguata classificazione di fattibilita geologica sulla base dei criteri regionali (DGR 28 maggio 2008 n.8/7374). In assenza di uno studio sul reticolo idrico minore ufficialmente approvato dal Comune a seguito della validazione regionale, lungo tutti i corsi d’acqua valgono comunque le disposizioni del RD 25 luglio 1904 n.523. Agli orli di terrazzo individuati nella Carta dei Vincoli si applicano inoltre le prescrizioni di cui all’art 21 delle NdA del PTCP, di seguito riportate: Art. 21 – Sistemi ed elementi di particolare rilevanza geomorfologica 3. Per i sistemi e gli elementi di particolare rilevanza geomorfologica valgono i seguenti indirizzi e prescrizioni: Indirizzi: a) Rispettare, negli interventi di trasformazione urbanistica e infrastrutturale, la struttura geomorfologica dei luoghi con particolare attenzione agli elementi di maggior rilievo quali solchi vallivi, paleoalvei, scarpate morfologiche, dossi morenici; Prescrizioni: a) Non consentire, rispetto agli orli di terrazzo, interventi infrastrutturali e di nuova edificazione per una fascia sul ripiano terrazzato e per una fascia sul ripiano sottostante a partire rispettivamente dall’orlo della scarpata e dal piede della stessa; l’estensione delle suddette fasce e pari all’altezza della scarpata e comunque non inferiore all’altezza del manufatto in progetto; b) Vietare l’edificazione sul culmine dei crinali, consentire invece l’edificazione sui fianchi dei crinali purche l'altezza dei manufatti in progetto non superi la quota di culmine del crinale stesso. La relativa fascia di tutela ambientale sarà da determinarsi in fase progettuale sella base di apposito rilievo di campagna. Comune di Mediglia (MI) 30 ciComponente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Relazione descrittiva 12/14 8.3. NORMATIVA ANTISISMICA Come evidenziato dallo studio geologico precedente, l’intero territorio comunale è soggetto a fenomeni di amplificazione locale (effetti di sito) non adeguatamente valutati dall’attuale normativa antisismica, per tipologie edilizie che presentano periodo comprese tra 0.1 e 0.5 s. Per tali interventi dovranno essere prevista in fase progettuale gli approfondimenti di 3° livello ai sensi della dgr 2616/2011 o in alternativa utilizzato lo spettro della categoria di suolo superiore (vedi schema in figura). Figura 5‐ Estratto DGR 2616/2011. In funzione della tipologia e dell’importanza dell’opera prevista (es: realizzazione di edifici strategici e rilevanti ‐ elenco tipologico di cui al d.d.u.o. n.19904/03) di procedere, qualora il progettista lo ritenga opportuno all’analisi di II° livello per la ridefinizione della categoria di sottosuolo da utilizzate in fase di progettazione. Ai sensi della D.g.r. 10 ottobre 2014 ‐ n. X/2489 “Differimento del termine di entrata in vigore della nuova classificazione sismica del territorio approvata con d.g.r. 21 luglio 2014, n. 2129 «Aggiornamento delle zone sismiche in Regione Lombardia (l.r. 1/2000, art. 3, comma 108, lett. d)» in attesa dell’entrata in vigore della nuova classificazione sismica, nei Comuni che saranno riclassificati dalla Zona 4 alla Zona 3, tutti i progetti delle strutture riguardanti nuove costruzioni – pubbliche e private – siano redatti in linea con le norme tecniche vigenti, nelle Zone 3. In tale sede si precisa che le indagini e gli approfondimenti prescritti per le varie classi di fattibilità devono essere presentati prima della progettazione degli interventi in quanto propedeutici alla pianificazione dell’intervento ed alla sua progettazione. Palazzolo S/O, Luglio 2015 Dott. Geol. Marella Massimo Via Formiche 3 – 25036 Palazzolo S/O (BS) Tel 3486915165‐ Fax 0302053471 Mail: [email protected] Pec.: [email protected] Comune di Mediglia (MI) 31 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 Allegato 01 Estratto NTA del PAI Comune di Mediglia (MI) 32 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 Art. 1. Finalità e contenuti 1. Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino del fiume Po, denominato anche PAI o Piano, disciplina: a) con le norme contenute nel Titolo I, le azioni riguardanti la difesa idrogeologica e della rete idrografica del bacino del Po, nei limiti territoriali di seguito specificati, con contenuti interrelati con quelli del primo e secondo Piano Stralcio delle Fasce Fluviali di cui al successivo punto b); b) con le norme contenute nel Titolo II – considerato che con D.P.C.M. 24 luglio 1998 è stato approvato il primo Piano Stralcio delle Fasce Fluviali che ha delimitato e normato le fasce relative ai corsi d’acqua del sottobacino del Po chiuso alla confluenza del fiume Tanaro, dall’asta del Po, sino al Delta, e degli affluenti emiliani e lombardi limitatamente ai tratti arginati – l’estensione della delimitazione e della normazione ora detta ai corsi d’acqua della restante parte del bacino, assumendo in tal modo i caratteri e i contenuti di secondo Piano Stralcio delle Fasce Fluviali; c) con le norme contenute nel Titolo III, in attuazione dell’art. 8, comma 3, della L. 2 maggio 1990 n. 102, il bilancio idrico per il Sottobacino Adda Sopralacuale e le azioni riguardanti nuove concessioni di utilizzazione per grandi derivazioni d’acqua; d) con le norme contenute nel Titolo IV, le azioni riguardanti le aree a rischio idrogeologico molto elevato. 2. Il PAI è redatto, adottato e approvato ai sensi della L. 18 maggio 1989, n. 183; quale piano stralcio del piano generale del bacino del Po ai sensi dell’art. 17, comma 6 ter della legge ora richiamata. 3. Il Piano, attraverso le sue disposizioni persegue l’obiettivo di garantire al territorio del bacino del fiume Po un livello di sicurezza adeguato rispetto ai fenomeni di dissesto idraulico e idrogeologico, attraverso il ripristino degli equilibri idrogeologici e ambientali, il recupero degli ambiti fluviali e del sistema delle acque, la programmazione degli usi del suolo ai fini della difesa, della stabilizzazione e del consolidamento dei terreni, il recupero delle aree fluviali, con particolare attenzione a quelle degradate, anche attraverso usi ricreativi. Le finalità richiamate sono perseguite mediante: ‐ l’adeguamento della strumentazione urbanistico‐territoriale; ‐ la definizione del quadro del rischio idraulico e idrogeologico in relazione ai fenomeni di dissesto considerati; ‐ la costituzione di vincoli, di prescrizioni, di incentivi e di destinazioni d’uso del suolo in relazione al diverso grado di rischio; ‐ l’individuazione di interventi finalizzati al recupero naturalistico ed ambientale, nonché alla tutela e al recupero dei valori monumentali, paesaggistici ed ambientali presenti e/o la riqualificazione delle aree degradate; ‐ l’individuazione di interventi su infrastrutture e manufatti di ogni tipo, anche edilizi, che determinino rischi idrogeologici, anche con finalità di rilocalizzazione; ‐ la sistemazione dei versanti e delle aree instabili a protezione degli abitati e delle infrastrutture adottando modalità di intervento che privilegiano la conservazione e il recupero delle caratteristiche naturali del terreno; ‐ la moderazione delle piene, la difesa e la regolazione dei corsi d’acqua, con specifica attenzione alla valorizzazione della naturalità delle regioni fluviali; ‐ la definizione delle esigenze di manutenzione, completamento ed integrazione dei sistemi di difesa esistenti in funzione del grado di sicurezza compatibile e del loro livello di efficienza ed efficacia; Comune di Mediglia (MI) 33 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 ‐ la definizione di nuovi sistemi di difesa, ad integrazione di quelli esistenti, con funzioni di controllo dell’evoluzione dei fenomeni di dissesto, in relazione al grado di sicurezza da conseguire; ‐ il monitoraggio dei caratteri di naturalità e dello stato dei dissesti; ‐ l'individuazione di progetti di gestione agro‐ambientale e forestale; ‐ lo svolgimento funzionale dei servizi di navigazione interna, nonché della gestione dei relativi impianti. 4. I Programmi e i Piani nazionali, regionali e degli Enti locali di sviluppo economico, di uso del suolo e di tutela ambientale, devono essere coordinati con il presente Piano. Di conseguenza le Autorità competenti provvedono ad adeguare gli atti di pianificazione e di programmazione previsti dall’art. 17, comma 4, della L. 18 maggio 1989, n. 183 alle prescrizioni del presente Piano. 5. Allorché il Piano riguardante l’assetto della rete idrografica e dei versanti detta disposizioni di indirizzo o vincolanti per le aree interessate dal primo e dal secondo Piano Stralcio delle Fasce Fluviali; le previsioni integrano le discipline previste per detti piani, essendo destinate a prevalere nel caso che esse siano fra loro incompatibili. 6. Nei tratti dei corsi d’acqua a rischio di asportazione della vegetazione arborea in occasione di eventi alluvionali, così come individuati nell’Allegato 3 al Titolo I ‐ Norme per l’assetto della rete idrografica e dei versanti, è vietato, limitatamente alla Fascia A di cui al successivo art. 29 del Titolo II, l’impianto e il reimpianto delle coltivazioni a pioppeto. 7. Sono fatte salve in ogni caso le disposizioni più restrittive di quelle previste nelle presenti Norme, contenute nella legislazione in vigore, comprese quelle in materia di beni culturali e ambientali e di aree naturali protette, negli strumenti di pianificazione territoriale di livello regionale, provinciale e comunale ovvero in altri piani di tutela del territorio ivi compresi i Piani Paesistici. 8. È fatto salvo, nella parte in cui deve avere ancora attuazione, il “Piano stralcio per la realizzazione degli interventi necessari al ripristino dell’assetto idraulico, alla eliminazione delle situazioni di dissesto idrogeologico e alla prevenzione dei rischi idrogeologici nonché per il ripristino delle aree di esondazione” approvato con deliberazione del Comitato Istituzionale n. 9 del 10 maggio 1995. 9. Le previsioni e le prescrizioni del Piano hanno valore a tempo indeterminato. Esse sono verificate almeno ogni tre anni anche in relazione allo stato di realizzazione delle opere programmate e al variare della situazione morfologica, ecologica e territoriale dei luoghi ed all’approfondimento degli studi conoscitivi e di monitoraggio. 10.L’aggiornamento dei seguenti elaborati del Piano è operato con deliberazione del Comitato Istituzionale: ‐ Elaborato n. 2 “Atlante dei rischi idraulici e idrogeologici – Inventario dei centri abitati montani esposti a pericolo”; ‐ Elaborato n. 4 “Caratteri paesistici e beni naturalistici, storico‐culturali, ambientali”; ‐ Elaborato n. 5 “Quaderno delle opere tipo”; ‐ Elaborato n. 6 “Cartografia di Piano”: Tav. 1. Ambito di applicazione del Piano (scala 1:250.000) Comune di Mediglia (MI) 34 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 Tav. 2. Ambiti fisiografici (scala 1:250.000) Tav. 3. Corsi d’acqua interessati dalle fasce fluviali (scala 1:500.000) Tav. 4. Geolitologia (scala 1:250.000) Tav. 5. Sintesi dell’assetto morfologico e dello stato delle opere idrauliche dei principali corsi d’acqua (scala 1:250.000) Tav. 6. Rischio idraulico e idrogeologico (scala 1:250.000) Tav. 7. Emergenze naturalistiche, paesaggistiche e storico‐culturali presenti nelle aree di dissesto idraulico e idrogeologico (scala 1:250.000) Tav. 8. Sintesi delle linee di intervento sulle aste (scala 1:250.000) Tav. 9. Sintesi delle linee di intervento sui versanti (scala 1:250.000) ‐ Elaborato n. 7 “Norme di attuazione”: Allegato 1 al Titolo III "Bilancio idrico per il sottobacino dell’Adda Sopralacuale" Con le stesse procedure di cui al precedente capoverso, si apportano al presente Piano aggiornamenti conseguenti agli adempimenti di cui al successivo art. 18, comma 2. 11.I Piani territoriali di coordinamento provinciali attuano il PAI specificandone ed articolandone i contenuti ai sensi dell'art. 57 del D.Lgs. 31 marzo 1998, n. 112 e delle relative disposizioni regionali di attuazione. I contenuti dell'intesa prevista dal richiamato art. 57 definiscono gli approfondimenti di natura idraulica e geomorfologica relativi alle problematiche di sicurezza idraulica e di stabilità dei versanti trattate dal PAI, coordinate con gli aspetti ambientali e paesistici propri del Piano territoriale di coordinamento provinciale, al fine di realizzare un sistema di tutela sul territorio non inferiore a quello del PAI, basato su analisi territoriali non meno aggiornate e non meno di dettaglio. L'adeguamento degli strumenti urbanistici è effettuato nei riguardi dello strumento provinciale per il quale sia stata raggiunta l'intesa di cui al medesimo art. 57. 12.Il presente Piano costituisce riferimento per la progettazione e la gestione delle reti ecologiche. 13. Alle finalità del presente Piano provvede, per il proprio territorio, la Provincia Autonoma di Trento, secondo quanto stabilito dall'art. 5, comma 4, del D.P.R. 22 marzo 1974, n. 381 (Norme di attuazione dello Statuto speciale per la Regione Trentino ‐ Alto Adige in materia di urbanistica e opere pubbliche), come modificato dal D.Lgs 11 novembre 1999, n. 463. 14. Nelle materie in cui lo Statuto speciale di autonomia della Regione Valle d’Aosta ha attribuito alla Regione stessa competenza legislativa primaria, i riferimenti alle leggi statali contenuti nel presente Piano si intendono sostituiti con quelli alle corrispondenti leggi regionali approvate nel rispetto dello Statuto e delle norme di attuazione. Nel territorio della Regione Autonoma della Valle d’Aosta, pertanto, agli adempimenti di cui alle presenti Norme provvedono la Regione e i Comuni ai sensi delle vigenti disposizioni regionali in materia di urbanistica. Art. 29. Fascia di deflusso della piena (Fascia A) 1. Nella Fascia A il Piano persegue l’obiettivo di garantire le condizioni di sicurezza assicurando il deflusso della piena di riferimento, il mantenimento e/o il recupero delle condizioni di equilibrio dinamico dell’alveo, Comune di Mediglia (MI) 35 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 e quindi favorire, ovunque possibile, l’evoluzione naturale del fiume in rapporto alle esigenze di stabilità delle difese e delle fondazioni delle opere d’arte, nonché a quelle di mantenimento in quota dei livelli idrici di magra. 2. Nella Fascia A sono vietate: a) le attività di trasformazione dello stato dei luoghi, che modifichino l’assetto morfologico, idraulico, infrastrutturale, edilizio, fatte salve le prescrizioni dei successivi articoli; b) la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, l’ampliamento degli stessi impianti esistenti, nonché l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, così come definiti dal D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22, fatto salvo quanto previsto al successivo comma 3, let. l); c) la realizzazione di nuovi impianti di trattamento delle acque reflue, nonché l’ampliamento degli impianti esistenti di trattamento delle acque reflue, fatto salvo quanto previsto al successivo comma 3, let. m); d) le coltivazioni erbacee non permanenti e arboree, fatta eccezione per gli interventi di bioingegneria forestale e gli impianti di rinaturazione con specie autoctone, per una ampiezza di almeno 10 m dal ciglio di sponda, al fine di assicurare il mantenimento o il ripristino di una fascia continua di vegetazione spontanea lungo le sponde dell’alveo inciso, avente funzione di stabilizzazione delle sponde e riduzione della velocità della corrente; le Regioni provvederanno a disciplinare tale divieto nell’ambito degli interventi di trasformazione e gestione del suolo e del soprassuolo, ai sensi dell’art. 41 del D.Lgs. 11 maggio 1999, n. 152 e successive modifiche e integrazioni, ferme restando le disposizioni di cui al Capo VII del R.D. 25 luglio 1904, n. 523; e) la realizzazione di complessi ricettivi all’aperto; f) il deposito a cielo aperto, ancorché provvisorio, di materiali di qualsiasi genere. 3. Sono per contro consentiti: a) i cambi colturali, che potranno interessare esclusivamente aree attualmente coltivate; b) gli interventi volti alla ricostituzione degli equilibri naturali alterati e alla eliminazione, per quanto possibile, dei fattori incompatibili di interferenza antropica; c) le occupazioni temporanee se non riducono la capacità di portata dell'alveo, realizzate in modo da non arrecare danno o da risultare di pregiudizio per la pubblica incolumità in caso di piena; d) i prelievi manuali di ciottoli, senza taglio di vegetazione, per quantitativi non superiori a 150 m³ annui; e) la realizzazione di accessi per natanti alle cave di estrazione ubicate in golena, per il trasporto all'impianto di trasformazione, purché inserite in programmi individuati nell'ambito dei Piani di settore; f) i depositi temporanei conseguenti e connessi ad attività estrattiva autorizzata ed agli impianti di trattamento del materiale estratto e presente nel luogo di produzione da realizzare secondo le modalità prescritte dal dispositivo di autorizzazione; g) il miglioramento fondiario limitato alle infrastrutture rurali compatibili con l'assetto della fascia; h) il deposito temporaneo a cielo aperto di materiali che per le loro caratteristiche non si identificano come rifiuti, finalizzato ad interventi di recupero ambientale comportanti il ritombamento di cave; i) il deposito temporaneo di rifiuti come definito all'art. 6, comma 1, let. m), del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22; l) l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti già autorizzate ai sensi del D.Lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (o per le quali sia stata presentata comunicazione di inizio attività, nel rispetto delle norme tecniche e dei requisiti specificati all’art. 31 dello stesso D.Lgs. 22/1997) alla data di entrata in Comune di Mediglia (MI) 36 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 vigore del Piano, limitatamente alla durata dell’autorizzazione stessa. Tale autorizzazione può essere rinnovata fino ad esaurimento della capacità residua derivante dalla autorizzazione originaria per le discariche e fino al termine della vita tecnica per gli impianti a tecnologia complessa, previo studio di compatibilità validato dall'Autorità competente. Alla scadenza devono essere effettuate le operazioni di messa in sicurezza e ripristino del sito, così come definite all’art. 6 del suddetto decreto legislativo; m) l’adeguamento degli impianti esistenti di trattamento delle acque reflue alle normative vigenti, anche a mezzo di eventuali ampliamenti funzionali. 4. Per esigenze di carattere idraulico connesse a situazioni di rischio, l’Autorità idraulica preposta può in ogni momento effettuare o autorizzare tagli di controllo della vegetazione spontanea eventualmente presente nella Fascia A. 5. Gli interventi consentiti debbono assicurare il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell’area, l’assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti. Art. 30. Fascia di esondazione (Fascia B) 1. Nella Fascia B il Piano persegue l’obiettivo di mantenere e migliorare le condizioni di funzionalità idraulica ai fini principali dell’invaso e della laminazione delle piene, unitamente alla conservazione e al miglioramento delle caratteristiche naturali e ambientali. 2. Nella Fascia B sono vietati: a) gli interventi che comportino una riduzione apprezzabile o una parzializzazione della capacità di invaso, salvo che questi interventi prevedano un pari aumento delle capacità di invaso in area idraulicamente equivalente; b) la realizzazione di nuovi impianti di smaltimento e di recupero dei rifiuti, l’ampliamento degli stessi impianti esistenti, nonché l’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti, così come definiti dal D.Lgs. 5 febbario 1997, n. 22, fatto salvo quanto previsto al precedente art. 29, comma 3, let. l); c) in presenza di argini, interventi e strutture che tendano a orientare la corrente verso il rilevato e scavi o abbassamenti del piano di campagna che possano compromettere la stabilità delle fondazioni dell'argine. 3. Sono per contro consentiti, oltre agli interventi di cui al precedente comma 3 dell’art. 29: a) gli interventi di sistemazione idraulica quali argini o casse di espansione e ogni altra misura idraulica atta ad incidere sulle dinamiche fluviali, solo se compatibili con l’assetto di progetto dell’alveo derivante dalla delimitazione della fascia; b) gli impianti di trattamento d'acque reflue, qualora sia dimostrata l'impossibilità della loro localizzazione al di fuori delle fasce, nonché gli ampliamenti e messa in sicurezza di quelli esistenti; i relativi interventi sono soggetti a parere di compatibilità dell'Autorità di bacino ai sensi e per gli effetti del successivo art. 38, espresso anche sulla base di quanto previsto all'art. 38 bis; c) la realizzazione di complessi ricettivi all’aperto, previo studio di compatibilità dell’intervento con lo stato di dissesto esistente; Comune di Mediglia (MI) 37 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 d) l’accumulo temporaneo di letame per uso agronomico e la realizzazione di contenitori per il trattamento e/o stoccaggio degli effluenti zootecnici, ferme restando le disposizioni all’art. 38 del D.Lgs. 152/1999 e successive modifiche e integrazioni; e) il completamento degli esistenti impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti a tecnologia complessa, quand'esso risultasse indispensabile per il raggiungimento dell'autonomia degli ambiti territoriali ottimali così come individuati dalla pianificazione regionale e provinciale; i relativi interventi sono soggetti a parere di compatibilità dell'Autorità di bacino ai sensi e per gli effetti del successivo art. 38, espresso anche sulla base di quanto previsto all'art. 38 bis. 4. Gli interventi consentiti debbono assicurare il mantenimento o il miglioramento delle condizioni di drenaggio superficiale dell’area, l’assenza di interferenze negative con il regime delle falde freatiche presenti e con la sicurezza delle opere di difesa esistenti. Art. 31. Area di inondazione per piena catastrofica (Fascia C) 1. Nella Fascia C il Piano persegue l’obiettivo di integrare il livello di sicurezza alle popolazioni, mediante la predisposizione prioritaria da parte degli Enti competenti ai sensi della L. 24 febbraio 1992, n. 225 e quindi da parte delle Regioni o delle Province, di Programmi di previsione e prevenzione, tenuto conto delle ipotesi di rischio derivanti dalle indicazioni del presente Piano. 2. I Programmi di previsione e prevenzione e i Piani di emergenza per la difesa delle popolazioni e del loro territorio, investono anche i territori individuati come Fascia A e Fascia B. 3. In relazione all’art. 13 della L. 24 febbraio 1992, n. 225, è affidato alle Province, sulla base delle competenze ad esse attribuite dagli artt. 14 e 15 della L. 8 giugno 1990, n. 142, di assicurare lo svolgimento dei compiti relativi alla rilevazione, alla raccolta e alla elaborazione dei dati interessanti la protezione civile, nonché alla realizzazione dei Programmi di previsione e prevenzione sopra menzionati. Gli organi tecnici dell’Autorità di bacino e delle Regioni si pongono come struttura di servizio nell’ambito delle proprie competenze, a favore delle Province interessate per le finalità ora menzionate. Le Regioni e le Province, nell’ambito delle rispettive competenze, curano ogni opportuno raccordo con i Comuni interessati per territorio per la stesura dei piani comunali di protezione civile, con riferimento all’art. 15 della L. 24 febbraio 1992, n. 225. 4. Compete agli strumenti di pianificazione territoriale e urbanistica, regolamentare le attività consentite, i limiti e i divieti per i territori ricadenti in fascia C. 5. Nei territori della Fascia C, delimitati con segno grafico indicato come “limite di progetto tra la Fascia B e la Fascia C” nelle tavole grafiche, per i quali non siano in vigore misure di salvaguardia ai sensi dell’art. 17, comma 6, della L. 183/1989, i Comuni competenti, in sede di adeguamento degli strumenti urbanistici, entro il termine fissato dal suddetto art. 17, comma 6, ed anche sulla base degli indirizzi emanati dalle Regioni ai sensi del medesimo art. 17, comma 6, sono tenuti a valutare le condizioni di rischio e, al fine di minimizzare le stesse ad applicare anche parzialmente, fino alla avvenuta realizzazione delle opere, gli articoli delle presenti Norme relative alla Fascia B, nel rispetto di quanto previsto dall’art. 1, comma 1, let. b), del D.L. n. 279/2000 convertito, con modificazioni, in L. 365/2000. Art. 32. Demanio fluviale e pertinenze idrauliche e demaniali Comune di Mediglia (MI) 38 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 1. Il Piano assume l’obiettivo di assicurare la migliore gestione del demanio fluviale. A questi fini le Regioni trasmettono all’Autorità di bacino i documenti di ricognizione anche catastale del demanio dei corsi d’acqua interessati dalle prescrizioni delle presenti Norme, nonché le concessioni in atto relative a detti territori, con le date di rispettiva scadenza. Le Regioni provvederanno altresì a trasmettere le risultanze di dette attività agli enti territorialmente interessati per favorire la formulazione di programmi e progetti. 2. Fatto salvo quanto previsto dalla L. 5 gennaio 1994, n. 37, per i territori demaniali, i soggetti di cui all’art. 8 della citata legge, formulano progetti di utilizzo con finalità di recupero ambientale e tutela del territorio in base ai quali esercitare il diritto di prelazione previsto dal medesimo art. 8, per gli scopi perseguiti dal presente Piano. Per le finalità di cui al presente comma, l’Autorità di bacino, nei limiti delle sue competenze, si pone come struttura di servizio. 3. Le aree del demanio fluviale di nuova formazione, ai sensi della L. 5 gennaio 1994, n. 37, a partire dalla data di approvazione del presente Piano, sono destinate esclusivamente al miglioramento della componente naturale della regione fluviale e non possono essere oggetto di sdemanializzazione. 4. Nei terreni demaniali ricadenti all’interno delle fasce A e B, fermo restando quanto previsto dall’art. 8 della L. 5 gennaio 1994, n. 37, il rinnovo ed il rilascio di nuove concessioni sono subordinati alla presentazione di progetti di gestione, d’iniziativa pubblica e/o privata, volti alla ricostituzione di un ambiente fluviale diversificato e alla promozione dell’interconnessione ecologica di aree naturali, nel contesto di un processo di progressivo recupero della complessità e della biodiversità della regione fluviale. I predetti progetti di gestione, riferiti a porzioni significative e unitarie del demanio fluviale, devono essere strumentali al raggiungimento degli obiettivi del Piano, di cui all'art. 1, comma 3 e all'art. 15, comma 1, delle presenti norme, comunque congruenti alle finalità istitutive e degli strumenti di pianificazione e gestione delle aree protette eventualmente presenti e devono contenere: ‐ l’individuazione delle emergenze naturali dell’area e delle azioni necessarie alla loro conservazione, valorizzazione e manutenzione; ‐ l’individuazione delle aree in cui l'impianto di specie arboree e/o arbustive, nel rispetto della compatibilità col territorio e con le condizioni di rischio alluvionale, sia utile al raggiungimento dei predetti obiettivi; ‐ l’individuazione della rete dei percorsi d’accesso al corso d’acqua e di fruibilità delle aree e delle sponde. Le aree individuate dai progetti così definiti costituiscono ambiti prioritari ai fini della programmazione dell'applicazione dei regolamenti comunitari vigenti. L’organo istruttore trasmette i predetti progetti all’Autorità di bacino che, entro tre mesi, esprime un parere vincolante di compatibilità con le finalità del presente Piano, tenuto conto degli strumenti di pianificazione e gestione delle aree protette eventualmente presenti. In applicazione dell’art. 6, comma 3, della L. 5 gennaio 1994, n. 37, le Commissioni provinciali per l’incremento delle coltivazioni arboree sulle pertinenze demaniali dei corsi d’acqua costituite ai sensi del R.D.L. 18 giugno 1936, n. 1338, convertito, con modificazioni, dalla L. 14 gennaio 1937, n. 402, e successive modificazioni, devono uniformarsi, per determinare le modalità d’uso e le forme di destinazione delle pertinenze idrauliche demaniali dei corsi d’acqua, ai contenuti dei progetti di gestione approvati dall’Autorità di bacino. Nel caso in cui il progetto, sulla base del quale è assentita la concessione, per il compimento dei programmi di gestione indicati nel progetto stesso, richieda un periodo superiore a quello assegnato per la durata dell’atto concessorio, in sede di richiesta di rinnovo l'organo competente terrà conto dell’esigenza connessa alla tipicità del programma di gestione in corso. Comune di Mediglia (MI) 39 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 In ogni caso è vietato il nuovo impianto di coltivazioni senza titolo legittimo di concessione. Art. 38. Interventi per la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico 1. Fatto salvo quanto previsto agli artt. 29 e 30, all'interno delle Fasce A e B è consentita la realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico, riferite a servizi essenziali non altrimenti localizzabili, a condizione che non modifichino i fenomeni idraulici naturali e le caratteristiche di particolare rilevanza naturale dell’ecosistema fluviale che possono aver luogo nelle fasce, che non costituiscano significativo ostacolo al deflusso e non limitino in modo significativo la capacità di invaso, e che non concorrano ad incrementare il carico insediativo. A tal fine i progetti devono essere corredati da uno studio di compatibilità, che documenti l’assenza dei suddetti fenomeni e delle eventuali modifiche alle suddette caratteristiche, da sottoporre all’Autorità competente, così come individuata dalla direttiva di cui la comma successivo, per l’espressione di parere rispetto la pianificazione di bacino. 2. L’Autorità di bacino emana ed aggiorna direttive concernenti i criteri, gli indirizzi e le prescrizioni tecniche relative alla predisposizione degli studi di compatibilità e alla individuazione degli interventi a maggiore criticità in termini d’impatto sull’assetto della rete idrografica. Per questi ultimi il parere di cui al comma 1 sarà espresso dalla stessa Autorità di bacino. 3. Le nuove opere di attraversamento, stradale o ferroviario, e comunque delle infrastrutture a rete, devono essere progettate nel rispetto dei criteri e delle prescrizioni tecniche per la verifica idraulica di cui ad apposita direttiva emanata dall'Autorità di bacino. Art. 38bis. Impianti di trattamento delle acque reflue, di gestione dei rifiuti e di approvvigionamento idropotabile 1. L’Autorità di bacino definisce, con apposite direttive, le prescrizioni e gli indirizzi per la riduzione del rischio idraulico a cui sono soggetti gli impianti di trattamento delle acque reflue, le operazioni di smaltimento e recupero dei rifiuti e gli impianti di approvvigionamento idropotabile ubicati nelle fasce fluviali A e B. 2. I proprietari e i soggetti gestori di impianti esistenti di trattamento delle acque reflue, di potenzialità superiore a 2000 abitanti equivalenti, nonchè di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti e di impianti di approvvigionamento idropotabile, ubicati nelle fasce fluviali A e B predispongono, entro un anno dalla data di pubblicazione dell’atto di approvazione del Piano, una verifica del rischio idraulico a cui sono soggetti i suddetti impianti ed operazioni, sulla base delle direttive di cui al comma 1. Gli stessi proprietari e soggetti gestori, in relazione ai risultati della verifica menzionata, individuano e progettano gli eventuali interventi di adeguamento necessari, sulla base delle richiamate direttive. 3. L’Autorità di bacino, anche su proposta dei suddetti proprietari e soggetti gestori ed in coordinamento con le Regioni territorialmente competenti, delibera specifici Programmi triennali di intervento ai sensi degli artt. 21 e seguenti della L. 18 maggio 1989, n. 183, per gli interventi di adeguamento di cui al precedente comma. Nell’ambito di tali programmi l’Autorità di bacino incentiva inoltre, ovunque possibile, la delocalizzazione degli impianti di cui ai commi precedenti al di fuori delle fasce fluviali A e B. Art. 38ter. Impianti a rischio di incidenti rilevanti e impianti con materiali radioattivi Comune di Mediglia (MI) 40 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 1. L’Autorità di bacino definisce, con apposita direttiva, le prescrizioni e gli indirizzi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico a cui sono soggetti gli stabilimenti, gli impianti e i depositi sottoposti alle disposizioni del D.Lgs. 17 marzo 1995 n. 230, così come modificato ed integrato dal D. Lgs. 26 maggio 2000 n. 241, e del D. Lgs. 17 agosto 1999 n. 334, qualora ubicati nelle fasce fluviali di cui al presente Titolo. 2. I proprietari e i soggetti gestori degli stabilimenti, degli impianti e dei depositi di cui al comma precedente, predispongono, entro un anno dalla data di pubblicazione dell’atto di approvazione del Piano, una verifica del rischio idraulico e idrogeologico a cui sono soggetti i suddetti stabilimenti, impianti e depositi, sulla base della direttiva di cui al comma 1. La verifica viene inviata al Ministero dell’Ambiente, al Ministero dell’Industria, al Dipartimento della Protezione Civile, all’Autorità di bacino, alle Regioni, alle Province, alle Prefetture e ai Comuni. Gli stessi proprietari e soggetti gestori, in relazione ai risultati della verifica menzionata, individuano e progettano gli eventuali interventi di adeguamento necessari, sulla base della richiamata direttiva. 3. L’Autorità di bacino, anche su proposta dei suddetti proprietari e soggetti gestori ed in coordinamento con le Regioni territorialmente competenti, delibera specifici Programmi triennali di intervento ai sensi degli artt. 21 e seguenti della L. 18 maggio 1989, n. 183, per gli interventi di adeguamento di cui al precedente comma. Nell’ambito di tali programmi l’Autorità di bacino incentiva inoltre, ovunque possibile, la delocalizzazione degli stabilimenti, impianti e depositi al di fuori delle fasce fluviali di cui al presente Titolo. Art. 39. Interventi urbanistici e indirizzi alla pianificazione urbanistica 1. I territori delle Fasce A e B individuati dal presente Piano, sono soggetti ai seguenti speciali vincoli e alle limitazioni che seguono, che divengono contenuto vincolante dell’adeguamento degli strumenti urbanistici comunali, per le ragioni di difesa del suolo e di tutela idrogeologica perseguite dal Piano stesso: a) le aree non edificate ed esterne al perimetro del centro edificato dei comuni, così come definito dalla successiva lett. c), sono destinate a vincolo speciale di tutela fluviale ai sensi dell'art. 5, comma 2, lett. a) della L. 17 agosto 1942, n. 1150; b) alle aree esterne ai centri edificati, così come definiti alla seguente lettera c), si applicano le norme delle Fasce A e B, di cui ai successivi commi 3 e 4; c) per centro edificato, ai fini dell'applicazione delle presenti Norme, si intende quello di cui all'art. 18 della L. 22 ottobre 1971, n. 865, ovvero le aree che al momento dell'approvazione del presente Piano siano edificate con continuità, compresi i lotti interclusi ed escluse le aree libere di frangia. Laddove sia necessario procedere alla delimitazione del centro edificato ovvero al suo aggiornamento, l'Amministrazione comunale procede all'approvazione del relativo perimetro. 2. All’interno dei centri edificati, così come definiti dal precedente comma 1, lett. c), si applicano le norme degli strumenti urbanistici generali vigenti; qualora all’interno dei centri edificati ricadano aree comprese nelle Fasce A e/o B, l’Amministrazione comunale è tenuta a valutare, d’intesa con l’autorità regionale o provinciale competente in materia urbanistica, le condizioni di rischio, provvedendo, qualora necessario, a modificare lo strumento urbanistico al fine di minimizzare tali condizioni di rischio. 3. Nei territori della Fascia A, sono esclusivamente consentite le opere relative a interventi di demolizione senza ricostruzione, manutenzione ordinaria e straordinaria, restauro, risanamento conservativo, come definiti all’art. 31, lett. a), b), c) della L. 5 agosto 1978, n. 457, senza aumento di superficie o volume, senza cambiamenti di destinazione d’uso che comportino aumento del carico insediativo e con interventi volti a mitigare la vulnerabilità dell’edificio. Comune di Mediglia (MI) 41 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 4. Nei territori della Fascia B, sono inoltre esclusivamente consentite: a) opere di nuova edificazione, di ampliamento e di ristrutturazione edilizia, comportanti anche aumento di superficie o volume, interessanti edifici per attività agricole e residenze rurali connesse alla conduzione aziendale, purché le superfici abitabili siano realizzate a quote compatibili con la piena di riferimento, previa rinuncia da parte del soggetto interessato al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa; b) interventi di ristrutturazione edilizia, comportanti anche sopraelevazione degli edifici con aumento di superficie o volume, non superiori a quelli potenzialmente allagabili, con contestuale dismissione d'uso di queste ultime e a condizione che gli stessi non aumentino il livello di rischio e non comportino significativo ostacolo o riduzione apprezzabile della capacità di invaso delle aree stesse, previa rinuncia da parte del soggetto interessato al risarcimento in caso di danno o in presenza di copertura assicurativa; c) interventi di adeguamento igienico ‐ funzionale degli edifici esistenti, ove necessario, per il rispetto della legislazione in vigore anche in materia di sicurezza del lavoro connessi ad esigenze delle attività e degli usi in atto; d) opere attinenti l’esercizio della navigazione e della portualità, commerciale e da diporto, qualora previsti nell'ambito del piano di settore, anche ai sensi del precedente art. 20. 5. La realizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico che possano limitare la capacità di invaso delle fasce fluviali, è soggetta ai procedimenti di cui al precedente art. 38. 6. Fatto salvo quanto specificatamente disciplinato dalle precedenti Norme, i Comuni, in sede di adeguamento dei rispettivi strumenti urbanistici per renderli coerenti con le previsioni del presente Piano, nei termini previsti all'art. 27, comma 2, devono rispettare i seguenti indirizzi: a) evitare nella Fascia A e contenere, nella Fascia B la localizzazione di opere pubbliche o di interesse pubblico destinate ad una fruizione collettiva; b) favorire l'integrazione delle Fasce A e B nel contesto territoriale e ambientale, ricercando la massima coerenza possibile tra l'assetto delle aree urbanizzate e le aree comprese nella fascia; c) favorire nelle fasce A e B, aree di primaria funzione idraulica e di tutela naturalistico‐ambientale, il recupero, il miglioramento ambientale e naturale delle forme fluviali e morfologiche residue, ricercando la massima coerenza tra la destinazione naturalistica e l'assetto agricolo e forestale (ove presente) delle stesse. 7. Sono fatti salvi gli interventi già abilitati (o per i quali sia già stata presentata denuncia di inizio di attività ai sensi dell'art. 4, comma 7, del D.L. 5 ottobre 1993, n. 398, così come convertito in L. 4 dicembre 1993, n. 493 e successive modifiche) rispetto ai quali i relativi lavori siano già stati iniziati al momento di entrata in vigore del presente Piano e vengano completati entro il termine di tre anni dalla data di inizio. 8. Sono fatte salve in ogni caso le disposizioni e gli atti amministrativi ai sensi delle leggi 9 luglio 1908, n. 445 e 2 febbraio 1974, n. 64, nonché quelli di cui al D.Lgs. 29 ottobre 1999 n. 490 e dell’art. 82 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 e successive modifiche e integrazioni. Comune di Mediglia (MI) 42 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 9. Per le aree inserite all’interno dei territori protetti nazionali o regionali, definiti ai sensi della L. 6 dicembre 1991, n. 394 e successive modifiche e integrazioni e/o da specifiche leggi regionali in materia, gli Enti di gestione, in sede di formazione e adozione di strumenti di pianificazione d'area e territoriale o di loro varianti di adeguamento, sono tenuti, nell’ambito di un’intesa con l’Autorità di bacino, a conformare le loro previsioni alle delimitazioni e alle relative prescrizioni del presente Piano, specificatamente finalizzate alla messa in sicurezza dei territori. Art. 41. Compatibilità delle attività estrattive 1. Fatto salvo, qualora più restrittivo, quanto previsto dalle vigenti leggi di tutela, nei territori delle Fasce A e B le attività estrattive sono ammesse se individuate nell'ambito dei piani di settore o degli equivalenti documenti di programmazione redatti ai sensi delle leggi regionali. Restano comunque escluse dalla possibilità di attività estrattive le aree del demanio fluviale. 2. I piani di settore o gli equivalenti documenti di programmazione redatti ai sensi delle leggi regionali devono garantire che gli interventi estrattivi rispondano alle prescrizioni e ai criteri di compatibilità fissati nel presente Piano. In particolare deve essere assicurata l'assenza di interazioni negative con l'assetto delle opere idrauliche di difesa e con il regime delle falde freatiche presenti. I piani di settore o gli equivalenti documenti di programmazione redatti ai sensi delle leggi regionali devono inoltre verificare la compatibilità delle programmate attività estrattive sotto il profilo della convenienza di interesse pubblico comparata con riferimento ad altre possibili aree di approvvigionamento alternative, site nel territorio regionale o provinciale, aventi minore impatto ambientale. I medesimi strumenti devono definire le modalità di ripristino delle aree estrattive e di manutenzione e gestione delle stesse, in coerenza con le finalità e gli effetti del presente Piano, a conclusione dell'attività. I piani di settore delle attività estrattive o gli equivalenti documenti di programmazione redatti ai sensi delle leggi regionali, vigenti alla data di approvazione del presente Piano, devono essere adeguati alle norme del Piano medesimo. 3. Gli interventi estrattivi non possono portare a modificazioni indotte direttamente o indirettamente sulla morfologia dell'alveo attivo, devono mantenere o migliorare le condizioni idrauliche e ambientali della fascia fluviale. 4. I piani di settore o gli equivalenti documenti di programmazione redatti ai sensi delle leggi regionali devono essere corredati da uno studio di compatibilità idraulico‐ambientale, relativamente alle previsioni ricadenti nelle Fasce A e B, e comunicati all'atto dell'adozione all'Autorità idraulica competente e all'Autorità di bacino che esprime un parere di compatibilità con la pianificazione di bacino. 5. In mancanza degli strumenti di pianificazione di settore, o degli equivalenti documenti di programmazione redatti ai sensi delle leggi regionali, e in via transitoria, per un periodo massimo di due anni dall'approvazione del presente Piano, è consentito procedere a eventuali ampliamenti delle attività estrattive esistenti, per garantire la continuità del soddisfacimento dei fabbisogni a livello locale, previa verifica della coerenza dei progetti con le finalità del presente Piano. 6. Nei territori delle Fasce A, B e C sono consentiti spostamenti degli impianti di trattamento dei materiali di coltivazione, nell'ambito dell'area autorizzata all'esercizio dell'attività di cava, limitatamente al periodo di coltivazione della cava stessa. Comune di Mediglia (MI) 43 Componente geologica, idrogeologica e sismica del PGT Allegati 12/14 7. Ai fini delle esigenze di attuazione e aggiornamento del presente Piano, le Regioni attuano e mantengono aggiornato un catasto delle attività estrattive ricadenti nelle fasce fluviali con funzioni di monitoraggio e controllo. Per le cave ubicate all'interno delle fasce fluviali il monitoraggio deve segnalare eventuali interazioni sulla dinamica dell'alveo, specifici fenomeni eventualmente connessi al manifestarsi di piene che abbiano interessato l'area di cava e le interazioni sulle componenti ambientali. Comune di Mediglia (MI) 44