QUINDICINALE DI ATTUALITA’, CULTURA, SPORT E TRADIZIONI La voce degli 8 Comuni l’Altopiano www.giornalealtopiano.it ASIAGO CONCO ENEGO FOZA GALLIO LUSIANA ROANA ROTZO N. 331 - ANNO XIII - EURO 1,50 “IL PRIMO ED UNICO GIORNALE DELL’ALTOPIANO” Stagione invernale Arriva lo Skipass “Predolomiti” un’opportunità in più per gli sciatori Pag. 3 SANITA’ La pubblicità in ospedale: “Soldi utili per dare più servizi” I SAPORI DELLA TRADIZIONE SABATO 16 OTTOBRE 2010 Testimonianze: Canove “Otto mesi per Sulle strade riuscire lavori e disagi a fare una per la rete del gastroscopia” teleriscaldamento Pag. 4 Pag. 11 ASIAGO GALLIO Un comitato di cittadini chiede più sicurezza in via Rendola Il Santuario del Buso è tornato a nuova vita Riparte il progetto “Sport a scuola” Pagine 2-3 FOZA Buco da 300 mila euro, rimpallo di responsabilità tra sindaco e minoranza Grafica Altopiano Pagina 18 Il trionfo Pagina 2 La classe 3^C dell’Istituto superiore di Asiago vince il concorso nazionale “Patti chiari con l’economia” Il PAT e i piani di intervento “Ecco dove sarà possibile edificare” Pagine 14 e 15 LUSIANA SPORT Profumi, colori e tradizione con la manifestazione “Pomo e Pero” Parte la stagione dello sci alpino Gianesini pronta per il via in Coppa del Mondo Pagina 17 Pagina 24 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 2 “Più sicurezza in via Rendola” ATTUALITA’ La chiede alle Forze dell’ordine e al sindaco di Asiago un comitato di cittadini. “La viabilità è diventata insostenibile. Opportuni più controlli e l’installazione di semafori o rallentatori” Una petizione presentata alle forze dell’ordine e al sindaco di Asiago per chiedere più sicurezza sulle strade dell’Altopiano, su una in par ticolare, via Rendola (continuazione naturale di Via Patrioti), lungo la provinciale Val Gadena, verso Gallio, teatro anche recentemente di un grave incidente e sulla quale alcune giovani vite sono state spezzate. A sottoscriverla, con allegata raccolta di firme, è il “Comitato viabilità in Viale Patrioti e Via Rendola” guidato da Clementina Lucarini. A dare il là all’iniziativa l’incidente avvenuto il 27 agosto del quale porta ancora le gravi conseguenze il diciassettenne Michele Alberti, di Foza, ma residente a Lusiana, che per fortuna si sta riprendendo dopo che per lui si era temuto il peggio. “Siamo a chiedervi, per l’ennesima volta – si scrive nella petizione – dopo vari interventi verbali rimasti senza riscontro, di provvedere al più presto a portare in sicurezza la viabilità della strada in oggetto, diventata pressoché insosteni- bile per gli abitanti della zona”. “Non ci sono – continua l’appello - rallentatori, semafori, controlli di nessun genere a tutela dei cittadini che risiedono nella zona. L’attraversamento della strada, anche sulle strisce pedonali, è spesso a rischio, in quanto i veicoli transitano di norma a forte velocità e ben oltre il limite dei 50 km orari”. “Siamo a pregarvi, quindi – si conclude – di voler prendere provvedimenti adeguati prima che qualche altra tragedia peraltro “annunciata” possa accadere. Vogliamo sperare che Asiago sia un paese civile a vocazione turistica e non a vocazione omicida/ suicida”. La petizione è stata presentata all’inizio di settembre, si attende ora la fattiva risposta da parte dell’amministrazione. Sapor d'acqua natìa L’Elisir del Taal trionfa a Roma Il bambino e la bestia coperta L’idea della classe terza C dell’Istituto Superiore di Asiago conquista Roma. Al concorso nazionale “Sviluppa la tua idea imprenditoriale” promosso dal Consorzio PattiChiari nell’ambito del programma didattico “PattiChiari con l’economia”, il progetto “L’Elisir del Taal”, dopo aver superato, lo scorso mese di giugno, la selezione regionale, è stato confrontato con i lavori svolti da altre 9 classi, provenienti da diverse Regioni italiane, risultando il migliore. “PattiChiari con l’economia” è un programma didattico che ha l’obiettivo di trasmettere ai ragazzi le nozioni basilari per una reale conoscenza delle regole economiche e una preparazione necessaria per integrarsi e partecipare attivamente alla realtà sociale, culturale ed economica. Gli studenti hanno potuto seguire un workshop sul tema del “fare impresa”, con l’obiettivo di sviluppare un vero e proprio Business Plan e di applicare le nozioni acquisite, neces- sarie per pianificare in termini economici un’attività imprenditoriale. Il progetto vincitore, realizzato con il tutoring degli esperti di Cassa di Risparmio del Veneto, che hanno seguito passo dopo passo i ragazzi impegnati nella realizzazione del Business Plan “Elisir del Taal”, si propone di contrastare il problema dell’alcoolismo, purtroppo molto diffuso sul territorio di Asiago ed in crescita anche tra i giovani, creando nuove tendenze guidate dallo slogan “giovani che educano la comunità”. La proposta contenuta nel progetto è quella di creare una cooperativa non profit che immetta sul mercato tre linee di prodotti: aperitivi, digestivi e bevande rilassanti, tutti privi di alcool e creati con le essenze aromatiche dell’Altopiano. Il lavoro della classe 3C dell’ Istituto Superiore di Asiago è stato scelto dalla Giuria, composta da imprenditori, giornalisti, ed esponenti delle Istituzioni Italiane, poiché estremamente ben articolato e sviluppato al punto da tale da poter essere concretamente avviato dal punto di vista produttivo e commerciale. La proposta inoltre coniuga perfettamente i principi ispiratori del concorso, fondendo in un realistico progetto imprenditoriale la valorizzazione del territorio e l’impronta sociale. In premio ai vincitori un viaggio a Bruxelles, che si terrà nei giorni 8/9/10 novembre per una visita alle sedi delle istituzioni europee. Nella foto di copertina i ragazzi che hanno partecipato insieme al professor Alessio Barolo e ad alcuni membri della giuria del concorso dopo la premiazione avvenuta a Roma. Stefania Longhini Biglietto da visita più credibile la Serbia non poteva presentare all’Europa. Desiderosa di entrare nella Comunità Europea per condividere il libero scambio di merci, traiettorie e nazionalità, è stata protagonista di una serata che tutto ha favorito all’infuori dell’integrazione. Perchè se l’ecumenismo sportivo non riesce nella patria dove il calcio è una religione, allora siamo incappati in una grossa crisi di fede che rilancia la possibilità di vecchie crociate. All’idiota di quell’ultras coperto mascherato sulle barriere dello stadio Marassi di Genova, andrebbe spiegato che in Europa si entra per le porte e senza passamontagna sul volto, perchè per noi i volti sono pagine che parlano. Negli occhi dei telespettatori, dopo una serata di folia mostrata in diretta, è rimasto il volto esterefatto di quella bambina sugli spalti che, tutta tremante, s’aggrappava al papà. Quasi a dire: “Cosa sta succedendo, papà?”. Davvero: cosa stava succedendo? Scusate bambini se vi avevamo invitati allo stadio per contemplare gli assist di un Cassano elegante e ritrovato, l’esordio di Viviano in maglia azzurra e la classe di un Cesare Prandelli ricco di umanità. Scusateci davvero se vi abbiamo fatto perdere una serata seduti a contemplare degli animali scatenati: forse avevate ragione a volervene stare a guardare i vostri cartoni animati, a rivedere quei film che la sera vi danno la buonanotte. O rimanere sdraiati sul lettone accanto a mamma e papà. Pensavamo fosse un bel regalo (e il vostro volto sugli spalti sarebbe stata una tifoseria commovente) per mostrarvi ciò che unisce e crea fratellanza, per farvi fare esperienza di uno sport la cui passione si tramanda di padre in figlio, di generazione in generazione fino a comporre un alfabeto comune capa- ce di parlare a tutti indistintamente. Invece tutti abbiamo potuto vedere i vostri occhi esterefatti a chiedere il perchè di tanta ferocia. Avete ragione: sarebbe stato più bello passare una serata nell’acquario di Genova a vedere come s’innamorano i delfini, come nuotano i pesci giganti, come danzano e si muovono le belle meduse. Ci siamo resi conto pure noi e vi chiediamo di perdonarci. Voi sapete che l’Europa sta diventando una casa con tante porte: quando uno entra a casa ci entra per la porta, saluta, si siede con educazione e rispetto. Anche l’animale domestico s’abitua facilmente alla vita di casa e si adegua ai ritmi del cibo, del riposo, a fare le fusa come gesto di riconoscenza. Solo gli animali selvaggi, quelli con le bave alla bocca, stanno fuori di casa perchè i piccoli vanno protetti dalla furia. L’Europa forse un giorno diventerà una casa comune, ma in questa casa ci saranno degli orari, delle cose da rispettare, uno stile da adottare. Immaginate se a casa vostra uno entrasse sfondando il tetto o infrangendo il vetro d’ingresso con la cassetta della posta: chiamareste subito i carabinieri perchè quello è un brigante. Voi avete assistito con i vostri occhi alla ferocia di un gruppo di pazzi che hanno sporcato l’immagine anche di tantissimi bambini che come voi vorrebbero correre e giocare al di là dell’Adriatico. E non possono. Scusate davvero a nome di chi ancora crede e sostiene un’etica dello sport dove si vince, si perde ma si rimane uomini e donne. Il mondo dello sport non è quello che avete visto. E se quell’uomo suona il campanello non aprite. Don Marco Pozza 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 3 Ski pass, arriva il “Predolomiti” ATTUALITA’ Novità per gli sciatori, che per la stagione invernale 2010 -2011 possono usufruire di un nuovo ski pass, denominato “Predolomiti”, abbonandosi al quale possono sciare oltre che sulle piste degli impianti dell’Altopiano (Cesuna, Kaberlaba, Valbella, Biancoia, Melette 2000, Verena 2000, Val Maron Enego 2000) anche quelle su quelle dell’Alpe del Nevegal (BL), del Comprensorio del Monte Avena (BL), di Recoaro Mille (VI) e di Malga San Gior- Per la stagione invernale alle porte nuova opportunità per gli sciatori che va ad aggiungersi all’abbonamento unico per l’Altopiano di Asiago e a quello dei “Grandi Altipiani” gio/Bosco Chiesanuova (VR). I volantini che pubblicizzano l’iniziativa hanno subito dato adito a interpretazioni diverse, come quella che ha fatto diffondere la voce che si trattasse di una soluzione tampone per la mancata adesione degli impianti di Folgaria e Lavarone allo ski pass con l’Altopiano. In realtà si tratta di un’opportunità in più che va ad aggiungersi allo Ski pass unico per l’Altopiano di Asiago e a quello dei “Grandi Altipiani” comprensivo oltre che degli im- pianti dei 7 Comuni anche di quelli di Folgaria, Lavarone e Fiorentini (Skitour dei Forti). “L’iniziativa di estendere quest’anno l’offerta agli sciatori con questo nuovo ski pass, oltre a quelli già in vigore da anni – spiega Mario Timpano, coordinatore dell’A.I.F.A Asiago – è stata pensata in particolare per i nostri ragazzi che fanno gare, e che Fotovoltaico nelle Riparte il “Progetto scuole vicentine sport a scuola” Un accordo delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali con l’Amministrazione provinciale e VI.Energia per finanziare nuovi impianti fotovoltaici sui tetti degli edifici scolastici Risparmio energetico e riduzione di emissioni inquinanti da subito e ben prima del 2017. Era questo l’obiettivo della Provincia di Vicenza: anticipare le indicazioni di Kyoto per arrivare in pochi anni all’autosufficienza energetica da fonti rinnovabili, facendo in modo di alleggerire in maniera sostanziosa la bolletta di un milione di euro annui che oggi l’Ente paga per le scuole, gli edifici e l’illuminazione pubblica. Alle parole hanno fatto seguito in breve tempo i fatti: in marzo la Provincia ha siglato un accordo con Vi.Energia, società incaricata per la progettazione, l’installazione e la gestione di un impianto fotovoltaico sui tetti di 6 Istituti superiori del territorio vicentino. Sono stati individuati, per cominciare, l’Einaudi di Bassano del Grappa, il De Fabris di Nove, il Garbin di Schio, il Boscardin e il Da Schio di Vicenza ed infine il Masotto di Noventa Vicentina. Si tratta di strutture con una potenza di picco di 19.32 kW, formate da 84 pannelli da 230W ciascuno e che occupano una superficie di 300 metri quadrati circa per una produzione energetica di oltre 20.000 kWh all’anno. Ogni impianto eviterà l’emissione di oltre 10 mila chilogrammi di anidride carbonica l’anno. L’Amministrazione provinciale non dovrà sostenere alcun onere finanziario, mentre godrà da subito del minor assorbimento elettrico della rete. Ma la realtà che rende possibile dal punto di vista finanziario questo importante progetto è il Credito Cooperativo della provincia di Vicenza. Sono le 10 Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali vicentine, tra le quali anche la Cassa Rurale ed Artigiana di Roana che hanno testimoniato concretamente il loro interesse congiunto per accordi che portino all’innovazione, al risparmio energetico, al rispetto dell’ambiente; ma anche all’educazione dei giovani. Le 10 BCC finanzieranno le scuole già coinvolte nel progetto e quelle che potranno aggiungersi in futuro anche nel nostro Altopiano. A loro, attraverso VI.Energia, saranno trasferiti via via i proventi del Conto Energia in misura tale da ammortizzare interamente l’investimento, calcolato in circa 500 mila euro. Un particolare importante: sono proprio gli studenti delle scuole, attraverso le strumentazioni di controllo installate negli Istituti, a rendersi per primi conto di cosa significhi un impianto fotovoltaico in termini di produzione e di risparmio energetico. Rivolto agli alunni delle scuole primarie, viene proposto grazie all’intesa tra i comuni di Asiago e Gallio e soprattutto alla disponibilità a titolo gratuito di istruttori e allenatori Avviato con importanti risultati lo scorso anno, il “Progetto Sport Scuola” diretto agli alunni delle primarie è da poco nuovamente ripartito. Parafrasando il gergo sportivo, la si può definire un’ iniziativa “in tandem” perché frutto di una intesa ormai solida creatasi in merito fra i comuni di Asiago e Gallio tramite i rispettivi assessori allo sport Franco Sella e Giorgio Tagliaro. “Pilastri portanti del progetto – ad elencarli è l’assessore del capoluogo altopianese - sono la risposta all’esigenza di far fare attività fisica ai frequentanti le scuole primarie, la presenza di istruttori ed allenatori pronti ad impegnarsi a titolo gratuito, il costo zero per le famiglie. Se aggiungiamo anche il supporto di sponsor in grado di contribuire alle spese e gli stanziamenti dei due comuni per i trasporti (entrambi ritengono di fondamentale importanza investire nella formazione dei rispettivi cittadini più giovani), possiamo dedurre che si tratta di una sinergia ad ampio raggio e di largo respiro”. In questo mese ed in quelli di novembre e dicembre gli scolari saranno alle prese con il ghiaccio dell’Odegar. Ad attenderli i giocatori, scudettati, dell’Asiago Hockey coi quali potranno familiarizzare. Con loro anche qualche “vecchia gloria” giallorossa, gli istruttori di artistico e velocità pronti a metterli a loro agio per i primi approcci con pattini e ghiaccio. Il 2011 si aprirà invece nel segno dello sci: alpino e nordico. Anche possono così con un abbonamento unico usufruire di impianti e piste di località che fanno parte del circuito in cui si tengono le competizioni. Infatti la nuova formula è stata ben recepita dai gruppi sportivi, tanto più che con un’aggiunta di soli 20 euro viene estesa la possibilità di sciare in notturna, oltre che a Val Maron, anche in tutti i comprensori extra altopiano. Spiace constatare come non sia possibile dare vita a una nuova iniziativa senza che manchino le solite chiacchiere e malelingue che vogliono trovarci qualcosa di negativo o poco chiaro. Gli impianti di Folgaria e Lavarone, pur desiderandolo, non hanno potuto essere compresi nello ski pass veneto “Predolomiti”, vista la regolamentazione regionale in materia. Tanto che, pur di non essere completamente assenti, hanno deciso di riconoscere uno sconto sui biglietti giornalieri a tutti i titolari dello skipass stagionale Predolomiti, previa presentazione dello stesso alle casse al momento dell’acquisto del giornaliero. Vorrei inoltre sottolineare come la tariffe stagionali siano perfettamente uguali per l’uno e l’altro ski pass”. Sull’Altopiano tutti e tre gli abbonamenti stagionali si possono già acquistare, fino al 30 novembre, ad Asiago presso l’Ufficio IAT in via Stazione, a Gallio presso la sede amministrativa di Melette 2000 in località Valbella, a Roana presso Idea Moda Tal in Via R. Sartori e ad Enego presso l’Ufficio Pro Loco in piazza S. Marco e il negozio Punto Sport in Via Roma (quest’ultimo ad esclusione dello ski pass Predolomiti). Su tutti, se acquistati entro l’8 novembre, viene applicato un prezzo ridotto, mentre dopo il 30 novembre gli ski pass sono disponibili presso le biglietterie degli impianti sciistici in funzione. Silvana Bortoli BIRRERIA - PIZZERIA TRATTORIA - BRUSCHETTERIA Franco Sella assessore allo sport del Comune di Asiago in questo caso sino a marzo le lezioni impartite sulle piste serviranno a coniugare attività fisica e salute perché la permanenza all’aria aperta è parte integrante di questa “fetta” di progetto. Con l’arrivo della primavera sarà invece il bosco a diventare protagonista. Grazie alla disponibilità del Corpo Forestale dello Stato, i partecipanti ne conosceranno i segreti e, magari, avranno l’ opportunità di imbattersi in qualche splendido esemplare di fauna selvatica. In aprile e maggio i più piccoli, classi prime e seconde, raggiungeranno la piscina di Canove per i primi approcci col mondo del nuoto mentre per terza, quarta e quinta è in programma l’avvio all’atletica leggera. Tutte le attività, che coinvolgono oltre cinquecento alunni, sono realizzate in orario scolastico e non sarebbe possibile attuarle se non si fosse riusciti a radunare sotto una sola “insegna” tanto volontariato prestatosi a vario titolo. L’ averlo fatto sta a significare come i cittadini abbiano a cuore il futuro dei loro compaesani più piccoli e per questo il “grazie” che i due assessori loro rivolgono è a nome di entrambe le comunità. R.A. Ristorante CASA ROSSA località Kaberlaba - Asiago info 349 34.64.983 Sabato 23 ottobre tornano I RHEETMA! HALLOWEEN 3 grandi serate da “brividi” Venerdì 29 - Made in Black Sabato 30 - 4th Dimension-If you fly Domenica 31 - 4 Ever (Tributo Queen rock anni 80) speciale FESTA DI CLASSE 2010 al Khellar - Casa Rossa cena e serata con DJ a 20 euro 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 4 Cartelloni pubblicitari in ospedale SANITA’ Gli utenti commentano: “Una scelta eticamente discutibile”. Il direttore generale risponde: “Introiti utili. Il nostro unico scopo è dare il massimo ai nostri cittadini e per questo servono risorse” Un grande cartellone pubblicitario annuncia “Compro Oro – Massima valutazione”. Non siamo in una piazza, nemmeno in qualche grande magazzino, né alla stazione dei bus o della metro di qualche grande città, bensì nel corridoio al piano terra dell’ospedale di Asiago. Chiediamo informazioni e qualcuno ci spiega che anche gli altri due rettangoli, in quel momento tenuti ancora vuoti (avvisi e volantini sono stati infatti appesi sotto), sono destinati a inserzioni pubblicitarie. Tra i tanti che nelle ultime settimane hanno frequentato l’ospedale, c’è chi non ha neppure fatto caso alla novità, chi ha guardato distrattamente il cartellone, senza porsi troppe domande, tornando subito ai propri pensieri; ci sarà stato anche chi avrà trovato interessante l’informazione, ma per la maggior parte degli utenti la nuova iniziativa è assolutamente da condannare. “Non è questo il posto! E’ eticamente inaccettabile che l’ospedale, spesso luogo di sofferenza che chiede solo grande rispetto, si apra sfacciatamente al mercato “. Questo, tra i commenti raccolti, il più ricorrente. “L’Azienda Sanitaria ULSS n. 3, come le altre ULSS del Veneto - ci viene spiegato dalla direzione aziendale - concede da qualche tempo spazi pubblicitari all’interno delle sue strutture (sia ospedaliere che territoriali). Si tratta di un’operazione indirizzata a raccogliere risorse finanziarie che vengono poi versate nel bilancio dell’Azienda e utilizzate per fornire ai cittadini servizi altrimenti non completamente sostenibili”. Non tutte le inserzioni pubblicitarie sono ovviamente autorizzate, solo quelle di esercizi commerciali e prodotti che si presentano con decoro e senza possibilità di commistioni non totalmente trasparenti. “Non eticamente corretto – affermano ancora dalla direzione – sarebbe pubblicizzare farmaci, prodotti “miracolosi” o con connotazioni ideologiche, cosa che non viene fatta”. “L’ospedale, purtroppo, è spesso un luogo di dolore – commenta il Direttore Generale, Valerio Alberti – ma anche di guarigione e di vita. Il nostro unico scopo è dare il massimo ai nostri Cittadini e per questo servono risorse”. “Nella misura in cui le pubblicazioni non offendano la sensibilità dei fruitori dei servizi – prosegue confermiamo l’utilità degli introiti pubblicitari in un momento di stretta economica come quello attuale”. Stefania Longhini Iniziative dei “Servizi per la famiglia” Otto mesi per una gastroscopia Promossi dall’U.L.S.S. n. 3 e dalla Conferenza dei sindaci Prendono il via nel mese di ottobre alcune iniziative messe in cantiere dalla Direzione dei servizi sociali e dal Coordinamento dei Distretti di ULSS n. 3. I “Servizi per la Famiglia” propongono una serie di “incontri” e “gruppi”, indirizzati a persone che vivono un momento particolare della vita. “Le dipendenze affettive” In ogni relazione esiste una quota di dipendenza. Entro un certo limite, è utile per ottenere sostegno, conforto e scambio. Ma, se la dipendenza assume forme così totalizzanti da danneggiare se stessi e la relazione in corso, diventa indispensabile prendere le distanze. Come? Vengono proposti due incontri sui temi: reato di stalking e violenza domestica; quando l’amo- re diventa troppo? Martedì 19 e 26 ottobre 2010, ore 20.30; martedì 15 e 22 marzo 2011, ore 20.30 presso la Palazzina H del Centro Socio Sanitario Mons. Negrin – Bassano “Accompagnare la coppia” Nascono le nuove coppie: fidanzati, conviventi e neo-sposi. Istruzioni per l’uso. Quattro incontri sui seguenti temi: la comunicazione nella coppia e con la famiglia di origine; nel bene e nel male: norme che regolano il matrimonio; la sessualità e le emozioni nella coppia; la gestione dei conflitti. Si terranno ad Asiago presso il distretto socio-sanitario in via Sisemol nelle seguenti date: martedì 12, 19, 26 ottobre e 9 novembre 2010. Alle ore 17. E poi martedì 12, 19, 26 aprile e 3 maggio 2011, ore 20.30. “Genitori separati” Incontri e gruppi di sostegno per genitori separati o in corso di separazione Due incontri sui temi: la separazione coniugale e il diritto del minore alla bi genitorialità; la separazione come momento di ridefinizione di sé e del sistema famiglia. Giovedì 28 ottobre e 4 novembre 2010, ore 17 sempre in via Monte Sisemol. “Genitori di adolescenti” Incontri per facilitare e incrementare le competenze necessarie alla gestione del rapporto con l’adolescente. Quattro incontri sui temi: la famiglia e l’adolescente, nuovi assetti relazionali; il conflitto in adolescenza, le regole e l’assunzione di responsabilità; l’adolescente e le sue “stranezze”, quando preoccuparsi?; adolescenza e nuovi orizzonti, potenzialità e rischi. Nei giorni martedì 15, 22, 29 marzo e 5 aprile 2011, ore 17, presso la sede di via M. Sisemol. Per info e iscrizioni: 0424.885417 in orario d’ufficio. La partecipazione è gratuita Tutto è bene quel che finisce bene, e alla fine la vicenda che ha riguardato una nostra lettrice che da un po’ di tempo ci stava segnalando come si stavano in continuazione allungando i tempi di attesa per effettuare una gastroscopia all’ospedale di Asiago, si è risolta positivamente grazie all’interessamento di un medico e all’esito positivo dell’esame che non ha riscontrato particolari problemi. “Lo scorso gennaio – racconta – dopo che da un po’ di tempo soffrivo di dolori allo stomaco, il medico di base mi ha prescritto una gastroscopia. Ho chiesto di poterla fare sedata, e al momento della prenotazione all’ospedale di Asiago, il giorno 20 di gennaio, mi è stato detto che per eseguire l’esame in sedazione si sarebbero allungati i tempi, ipotizzando la fine di maggio come periodo in cui avrei potuto effettuarlo. Ho deciso di aspettare, visto che il medico non aveva ravvisato la necessità di fare la gastroscopia in tempi brevi. Nel frattempo, a marzo, mi sono sottoposta a una visita dal chirurgo, il quale mi ha a sua volta consigliato di eseguire una gastroscopia, e quando gli ho detto di averla già richiesta e di essere in attesa di farla mi ha confermato che avrei potuto aspettare il tempo preventivatomi per la farla in sedazione. Ma a fine maggio, non avendo ricevuto nessuna comunicazione in merito ho chiesto informazioni e mi è stato risposto che probabilmente sarei stata chiamata dopo la fine di giugno, poi ancora a luglio o agosto. Ai primi di settembre sono tornata a chiedere che fine avesse fatto la mia prenotazione e mi è stato detto che a settembre non sarei stata chiamata e neppure ad ottobre, forse a novembre, sempre che non fossero subentrate delle priorità. Mi è stato anche detto che se avessi deciso di fare l’esame senza sedazione di sicu- ro l’avrei fatta da tempo. Certo, se avessi saputo che sarebbero passati tutti questi mesi senza che venissi chiamata per fare l’esame, probabilmente avrei optato per una soluzione diversa. Ciò che mi rendeva più perplessa era quella parola “priorità”: mi sono chiesta se mai sarei stata chiamata per fare l’esame, se continuavano ad esserci richieste reputate prioritarie rispetto alla mia. A quel punto, anche un po’ preoccupata visto che i miei dolori non erano cessati, ho deciso di andare a parlare con il dott. Scuderi che mi aveva visitata la scorsa primavera e chiedergli consiglio sul da farsi. Dopo essersi stupito a sua volta che fossi ancora in attesa di fare l’esame si è informato personalmente, e ho potuto finalmente fare la gastroscopia, prima della fine di settembre. Esattamente otto mesi dopo che mi ero recata al CUP per la prenotazione. Per questo desidero ringraziare molto il dott. Scuderi, per la gentilezza sua e del personale presente al momento dell’esame, i cui esiti sono risultati per me positivi”. S.B. Ospedale: “Una demolizione in piena regola” SABATO 16 ottobre ore 10 Su disposizione del Tribunale del Riesame di Padova (ordinanza del 22 settembre), lo scorso 1 ottobre i Forestali hanno provveduto al dissequestro del materiale derivante dalla demolizione del fabbricato “ex uffici amministrativi” dell’ospedale civile di Asiago. Il materiale era temporaneamente stoccato presso la sede della Brenta Demolizioni, che aveva eseguito la demolizione della palazzina. Il sequestro era avvenuto dopo alcuni mesi di indagini in cui si appurava che i camion che avrebbero dovuto trasportare il materiale, migliaia di metri cubi, al proprio sito di bonifica di Lendinara in Provincia di Rovigo per risanare il materiale prima di un suo eventuale riutilizzo, lo portavano invece a Villa del Conte. Durante i controlli dei registri e dei documenti di trasporto emergeva che i formulari di identificazione del rifiuto, riportavano una destinazione diversa da quella dove effettivamen- te veniva depositato. Risultavano comunque regolari le opere di demolizione e riduzione dei rifiuti. Con il materiale erano stati sequestrati anche diversi documenti atti a provare il non regolare svolgimento di scarico e stoccaggio dei rifiuti. “Il Tribunale –dichiara l’Avv. Salvo Renato Cerruto, legale della ditta – ha accolto in pieno la nostra tesi riconoscendo che il materiale movimentato costituiva un sottoprodotto in quanto suscettibile di riutilizzazione, e non certo un rifiuto, in questo modo confermando la legittimità dell’operato della Brenta Demolizioni”. “Vogliamo smentire quanto affermato in merito alla necessità di risanare il materiale asportato – precisa la Brenta Demolizioni evidenziando che la stessa ULSS aveva rilasciato la dichiarazione di avvenuta bonifica del cantiere da materiali contenenti amianto; copia della quale è stata consegnata agli agenti in sede di controllo”. 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 5 Turismo estivo: l’Altopiano “tiene” TURISMO Escursioni guidate, alla scoperta della flora e della fauna, per apprendere il mondo della malga. Un voler avvicinarsi alla natura e riavvicinarsi a quegli antichi mestieri che facevano parte integrante della nostra società rurale di un secolo fa ma che inesorabilmente sono andati perduti nel tempo. E’ questo tipo di offerta turistica che l’ospite altopianese chiede. E sono questi i punti di forza dell’Altopiano che hanno permesso al comparto turistico, nonostante la crisi, di “tenere”. Almeno per quanto riguarda la stagione estiva. E’ quanto emerge dai primi dati diffusi dall’Ufficio Turismo della Provincia confermati dai dati Istat della Regione Veneto. Un flusso turistico che ha sostanzialmente tenuto nel corso del 2009 e 2010 con arrivi e presenze alberghiere addirittura in aumento del 20,51% nel mese di luglio rispetto al 2009 e del + 24,21% rispetto al 2008 con 7.567 arrivi e 38.286 presenze. Anche il settore extra alberghiero ha visto aumenti significativi con 5496 arrivi (+ 7,79% sul 2009) e 63.390 presenze (+ 6.07%). Secondo i dati della Provincia, registrati anche aumenti percentuali più sostanziosi nel settore dell’alberghiero di lusso, le 4 stelle, dove sono presenti beauty farm e centri benessere Emerge inoltre che gli aumenti percentuali sono più sostanziosi proprio nel settore dell’alberghiero di lusso, le 4 stelle, dove sono presenti beauty farm e centri benessere ricalcando la tendenza di richiesta del mercato turistico nazionale ed europeo. Non bene invece i primi dati di agosto. Sugli elaborati dell’ufficio statistico provinciale gli arrivi e presenze al dettaglio di 22 alberghi su 76 del territorio altopianese, pari a 1.289 posti letto, sono in calo registrando un – 16% di arrivi e un – 6,6% delle presenze che solo in parte si può spiegare con un tempo inclemente e temperature al di sotto alla media stagionale per buona parte del mese tradizionalmente più vacanziero. Riassumendo, complessiva- mente da gennaio 2010 l’Altopiano registra un – 1,8% di arrivi e un -0,60% di presenze con complessivamente 31.522 arrivi e 119.923 presenze. Vescovi ammonisce: “Siamo competitivi, ma non si può sperare solo nel bel tempo”. Un motivo di rassicurazione ma certo non da “gran pacche sulle spalle” secondo l’associazione albergatori. Perché quel che non emerge dai dati è il sostanziale congelamento dei prezzi degli alberghi a fronte di costi che sono cresciuti esponenzialmente. “Se è vero che il flusso turistico ha tenuto questo dato nasconde una realtà diversa; i margini di guadagno delle aziende sono rosicchiati con costi in aumento e prezzi fermi da anni, se non addirittura in calo, per rispondere alla clientela in un momento di crisi economica – illustra il presidente dell’associazione Alberto Vescovi – I dati di agosto, pur marginali, sono abbastanza significativi; agosto ha eroso l’incremento di presenze di giugno e luglio e ci dobbiamo chiedere il perché, analizzare il fenomeno e porne rimedio. Non possiamo fare turismo con il naso all’insù sperando nel tempo”. “Il turismo estivo altopianese, pur migliorabile, è competitivo – prosegue Vescovi – E’ un prodotto in grado di soddisfare le richieste di molteplici segmenti di mercato, dalle famiglie e anziani agli sportivi ed atleti. Considerazioni diverse meriterebbe la nostra offerta invernale che soffre di più la concorrenza di altre località. A fianco alla superata impiantistica c’è una scarsa capacità di valorizzare quelli che sono i punti di forza come un territorio incontaminato, percorsi invernali in alta montagna facilmente percorribili con ciaspole ed altro, e lo sci nordico”. Gerardo Rigoni Studenti sardi sui luoghi della Sassari Visita “della memoria” di una comitiva di studenti del comune sardo di Mores ai luoghi che hanno visto combattere i loro avi nella Grande Guerra nelle fila della brigata Sassari. Visita al Sacrario del Leiten, alla zona dei tre monti e al cimitero del monte Zebio, ovvero a quel lembo di terra che la popolazione asiaghese ha voluto donare ai comuni della Sardegna tre anni fa. I ragazzi, che sono stati accompagnati dai loro insegnanti e dal sindaco di Mores Pasquino Porcu, sono stati accolti nella sala consigliare del municipio di Asiago dal sindaco Andrea Gios e dall’assessore Guido Carli che hanno ricordato l’emozione della scrittrice vincitrice del Premio Campiello Michela Murgia nel visitare il cimitero della Sassari dove sono ricordati 212 degli oltre 1200 caduti sardi sull’altopiano. “Il fatto che questi luoghi siano meta di visite annuali di comitive della Sardegna gratifica la finalità dell’iniziativa” ha commentato Gios. “Venire qui aiuta a renderci conto che non basta dire “siamo contro la guerra” ma dobbiamo operare perché le guerre non avvengano – ha aggiunto Porcu – E per far questo serve conoscere, fare amicizie, aprire il grande libro della storia dell’uomo”. Molti sono i legami tra l’altopiano e Mores, come ha sottolineato il luogotenente della Sassari Antonio Pinna: “Oltre al sacrificio della brigata Sassari sulle montagne altopianesi c’è anche l’amicizia che legava il generale garibaldino asiaghese Cristiano Lobbia al garibaldino di Mores Savatore Calvia così come il più noto composizione del poeta di Mores Pompeo Calvia “Natale in trincea” si riferiva proprio ad un Natale sul monte Zebio”. G.R. I GEOMETRI A CONVEGNO Tre convegni per parlare del governo del territorio. E’ quanto ha organizzato per i mesi di ottobre e novembre la delegazione geometri dell’Altopiano dei Sette Comuni in collaborazione con il Collegio dei geometri di Vicenza. Il primo appuntamento è previsto per le 9 di giovedì 21 ottobre nella sala consigliare del Comune di Asiago dove si parlerà della struttura del Piano di As- setto del Territorio; il rapporto PAT – PI. Il secondo convegno si terrà giovedì 28 ottobre al Municipio di Gallio ed il tema trattato sarà “Il procedimento di formazione del Piano degli Interventi e i suoi contenuti. Gli accordi tra soggetti pubblici e privati. Gli accordi di programma. Piani urbanistici attuativi. Le aree a servizi.” Terzo ed ultimo appunta- mento nel Municipio di Roana giovedì 4 novembre con l’argomento “La perequazione urbanistica, la riqualificazione ambientale e il credito edilizio, la compensazione urbanistica. La loro applicazione nel PAT e nel PI”. Interverranno a turno nei convegni Stefano Bernardi, già dirigente del Servizio di pianificazione concertata della Regione Veneto, Vit- torio Corà, collaboratore Studio Sintesi progettista nuovo PAT di Roana, Donatella Michelazzo, responsabile Ufficio Tecnico di Asiago, e Gianni Dall’Osto, responsabile Ufficio Tecnico di Gallio e Roana. Per informazioni ed iscrizioni telefonare a Franco Leonardo allo 0424.692424 oppure a [email protected]. G.R. Autunno di cantieri aperti ad Asiago Asfaltatura strade, marciapiedi e punti luce anche nelle contrade. Appaltati i lavori per la messa in sicurezza delle scuole elementari e per il rifacimento dei giardini di Piazza Carli Partito il piano autunnale dei lavori pubblici ad Asiago. Oltre ad una serie di asfaltature di strade comunali (in particolare via Ceresara, via 4 Strade, Rigoni di Sotto, Val Longhini e via Fiume quest’ultima anche con la realizzazione dei tombini), marciapiedi e punti luce pubblici principalmente ai Rodeghieri e San Carlo, l’amministrazione comunale ha appaltato lavori alle scuole elementari e per il rifacimento dei giardini di Piazza Carli. Per quanto riguarda la scuola elementare Monte Ortigara, dopo l’intervento dell’anno scorso di sostituzione dei serramenti per 350 mila euro, l’amministrazione comunale ha appaltato lavori per quasi 550 mila euro per la messa in sicurezza dell’edificio. Lavori quindi di realizzazione dell’impianto antincendio, di revisione dell’impianto elettrico e la collocazione di alcune porte frangifiamme. “Purtroppo i tempi di avvio dei lavori non coincidono con la pausa estiva ma abbiamo voluto rispettare i termini per la stipula del contratto – spiega l’assessore ai Lavori Pubblici Giampaolo Rigoni – In compenso l’appalto è stato aggiudicato da una ditta locale (impresa Rossi, ndr) cosa che ci fa piacere considerata la crisi economica. Siamo altresì soddisfatti di aver potuto avviare questi lavori perché riteniamo fondamentale porre attenzione alle nostre strutture scolastiche nonostante siano interventi magari poco “visibili” ma ci teniamo alla sicurezza dei nostri ragazzi”. Altri 600 mila euro saranno spesi dall’amministrazione comunale per il rifacimento dei giardini di Piazza Carli. Giardini che saranno totalmente rimessi a nuovo con il rifacimento della pavimentazione e dei sottoservizi, con il cambio dei profili delle aiuole e la sostituzione degli alberi attuali con alberi solamente autoctoni e principalmente a foglia. “I lavori che rispetteranno interamente la tipologia della piazza – spiega Rigoni – inizieranno in primavera e dovrebbero concludersi entro la metà di giugno consegnando alla cittadinanza e ai nostri ospiti una piazza totalmente rinnovata”. Gerardo Rigoni Corso Adid sui distillati italiani e esteri La delegazione Adid Asiago 7 Comuni informa che martedì 12 ottobre presso il bar Charly di Schio (vicino bus stazione), alle ore 20,30, è iniziato il corso di 1° livello per la degustazione e conoscenza dei distillati italiani ed esteri. Le lezioni avranno cadenza settimanale per 6 settimane più una serata per l’esame di abilitazione. Il corso comprende valigetta con bicchieri, materiale didattico e diploma finale, ovviamente anche i distillati in degustazione. Il costo complessivo per chi non è socio è di 240 euro mentre per i soci e’ di 190 euro. Per qualsiasi informazione contattare il presidente Mirko Rigoni al 3498430948 oppure [email protected] 8 Sabato 16 ottobre 2010 ECOLOGIA Il 29 settembre scorso nella sala delle Maschere della Comunità Montana ad Asiago, si è svolto uno Work-shop di “Carbomark”, il progetto che funge da “Osservatorio di Kioto” ovvero da sportello di consulenza nelle Regioni Veneto e Friuli Venezia Giulia e fa da ponte tra chi emette Co2 e chi assorbe carbonio. L’obiettivo è quello della gestione delle compravendite dei crediti di carbonio locale ed è rivolto a piccole e medie imprese, amministrazioni locali e a proprietari forestali delle due regioni. L’incontro era rivolto più specificamente agli eventuali acquirenti di crediti di carbonio, appunto aziende piccole e medie del territorio. (E’ qui opportuno sottolineare la funzione della Pianificazione Forestale di Indirizzo Territoriale - PFIT - ovvero la pianificazione forestale su vasta area. Lo studio e la conseguente applicazione sperimentale sul territorio altopianese commissionato alla Regione Veneto dall’Università della Tuscia, con la quale ha collaborato la nostra Comunità Montana nella persona del Responsabile tecnico Dr. Giuseppe l’Altopiano 6 Progetto Carbomark: “Salvare le foreste è il metodo più economico per ridurre le emissioni di Co2” Fincati, traggono origine dalle nuove esigenze emerse a livello europeo e nazionale, inducendo molte regioni a sperimentare nelle loro aree di competenza questo ulteriore livello di pianificazione forestale. Il PFIT si configura come uno strumento adatto alla gestione di territori “coerenti” nel loro insieme, riferibili ad ambiti amministrativi omogenei come per l’appunto le Comunità Montane. Esso si pone ad un livello intermedio tra i Piani di Assestamento e i Piani Forestali Regionali, svolgendo una funzione di trait-d’union fra le problematiche forestali e la pianificazione urbanistica e paesaggistica dei territori. L’Altopiano di Asiago è stato scelto a suo tempo, quale territorio-pilota del progetto perchè ritenuto per le sue caratteristiche ambientali, forestali e socio-economiche, particolarmente adatto alla sperimentazione. (A breve sarà avviata una seconda analoga sperimentazione nella Comunità Montana di Longarone/Zoldo). L’Altopiano, un’area di 466 Kmq, è ricoperta per buona parte di foreste ben conserva- te, anzi quassù il bosco avanza troppo, rispetto a molte zone della pianura. “Dando per scontata la tutela, farla diventare una risorsa”. Questo in soldoni il senso del progetto “Carbomark”, perfettamente in linea con la Pianificazione Forestale che, per essere attuato, ha richiesto il contributo di svariate figure ed enti: le Università di Padova e di Udine, le Regioni Veneto (Veneto agricoltura e Assessorato all’Ambiente, Direzione foreste) e Friuli Venezia Giulia, alcune Comunità Montane, Regioni e Comuni anche fuori area, come la Val D’Agri, il Molise, il Medio Biferno. “Carbomark” è un progetto volto al miglioramento delle politiche dei mercati locali e volontari del carbonio, per la mitigazione dei cambiamenti climatici. L’aspetto etico sottolineato da tutti i relatori, è che: “Acquistare crediti di carbonio, non è una scappatoia per le aziende, ma un impegno a migliorarsi sotto il profilo ecocompatibile e l’impatto ambientale”. Ci sono dei parametri ben definiti cui sottostare, dei controlli di idoneità monitorati nell’arco di 5 anni che, se non raggiunti, possono Il Piano per la Zona di Protezione Speciale Il 5 ottobre scorso, sempre nella Sala delle Maschere della Comunità Montana, è stato presentato il “definitivo” del Piano di Gestione della Zona di Protezione SpecialeZPS IT3220036. Il Piano è stato progettato dallo “Studio Verde” di Bologna in partnership con l’Istituto “Oikos” di Milano, con “RDM Studio” e con “NIER Ingegneria”, ciascuno per la propria sfera di competenza. Nell’articolo apparso sul nostro giornale il 1 maggio scorso, avevamo pubblicato la “fase prefinale”, cui han fatto seguito la raccolta di osservazioni da parte di Comuni e più in generale da tutti i portatori di interesse, con suo conseguente perfezionamento e la stesura della bozza completa da parte dei tecnici incaricati. Il 28 maggio è stata invece la data di trasmissione della bozza progettuale alla Regione, cui son seguiti due incontri con le Amministrazioni locali. (I Comuni direttamente interessati in quanto proprietari delle zone ZPS in questione sono: Asiago, Enego, Roana, Rotzo, Lusiana, Gallio, Foza). Il passaggio successivo datato 23 giugno, è stato l’incontro fra Regione, Comunità Montana e Studio Verde (capofila del progetto). Questo del 5 ottobre, è stato quindi il sesto incontro in ordine di tempo, rivolto ai portatori di interesse, per la presentazione della versione definitiva. In queste due settimane (fino al 20 ottobre), questi hanno l’opportunità di trasmettere alla Comunità Montana eventuali osservazioni, che verranno prese in esame con conse- guenti possibili aggiustamenti al Piano stesso. Entro fine novembre, il Piano verrà adottato dalla Comunità Montana tramite provvedimento del Consiglio. L’atto finale sarà la pubblicazione all’Albo dei Comuni (per la durata di tempo prevista dalla legge) con ulteriore opportunità - stavolta aperta a tutti i cittadini - di presentare osservazioni. Dopodichè, partirà la fase operativa finanziata dalla Regione attraverso i fondi europei. Velocemente ricordiamo gli ambiti operativi che contemplano i fattori di pressione per gli habitat, le specie vegetali e animali oggetto di conservazione, le minacce rappresentate all’habitat stesso e le relative azioni di gestione corredate dalle rispettive schede. Gli ambiti sono: forestale, agricolo, caccia e raccolta funghi, turismo escursionismo e speleologia, aree umide e processi naturali (fra cui gli schianti boschivi) e conservazione e tutela delle specie vegetali e animali. Fra le “minacce”, sempre in “pool position” l’inquinamento alle falde acquifere, causato dai processi di captazione, antropizzazione, calpestio e deiezioni animali; il sopravanzare della mugheta su pascoli e praterie alpine; la frequentazione turistica. Per quanto concerne la fauna, sottolineato il rischio della sua sopravvivenza se non dell’ estinzione di molte specie dovute a cause diverse come la caccia, il passaggio turistico, le mutate condizioni di reperibilità alimentare. Tenuti in debito conto per la ricaduta nell’area, le mutate condizioni climatiche, l’effetto serra, l’aumento della temperatura globale e la tipologia di precipitazioni, sempre più a carattere monsonico. I codici di habitat o specie sono elencati con un numero di riconoscimento, fra cui i più importanti sono: il “4070” identificativo del pino mugo e il “6170”: pascolo d’alta quota; l’ “8310” (grotte: habitatat primario dei pipistrelli); il “7140”: torbiere. Riferiti a specie protette fra gli altri, i codici: A108 (urogallo), 1169 (salamandra), A091 (aquila). Chiudiamo, tornando all’iter formale del Piano ZPS: ultimata la parte burocratica, chi si occuperà dell’ultimo aspetto, cioè l’applicazione sul territorio? Un “Ente locale” non ben definito da nessuno dei presenti all’incontro del 5 ottobre. E’ folle solo pensare che esista un’altra realtà al di fuori della Comunità Montana, in grado di farlo... Beppa Rigoni Scit far “bocciare” l’Azienda. Si premieranno invece i comportamenti virtuosi, quelli dimostrativi della presa di coscienza da parte degli imprenditori dei problemi ormai planetari dell’inquinamento globale di acqua aria terra, della deforestazione, dell’effetto serra, della necessità di sopperire all’implemento della popolazione e alla conseguente carenza di cibo, pur rimanendo competitivi sui rispettivi mercati. Risulta esserci una notevole attenzione a livello locale e nazionale. “The Economist”, la prestigiosa rivista britannica, ha pubblicato in merito in prima pagina un’immagine emblematica: un pappagallo che si libra sulla foresta amazzonica, il più grande polmone del mondo. Come ben sappiamo - dal 1996 al 2005 sono stati rasi al suolo 3 milioni di ettari di foresta annui (per la spasmodica necessità di legno in molti settori produttivi a livello internazionale), ora contenuti a 750 mila. Se si fosse continuato con quel ritmo, in 30 anni la foresta pluviale si sarebbe ridotta di un terzo. Anche in quelle aree qualcosa è cambiato: c’è oggi una politica di sviluppo sostenibile, con l’obiettivo di espandere l’area di foresta designata a parco nazionale e riserva per le popolazioni indigene, sottoposta a controlli da parte di INPE (Istituto che dal ’70, monitora le aree amazzoniche). Purtroppo tutti i paesi che avevano sottoscritto il Protocollo di Kyoto (in scadenza nel 2012), segnano il passo, l’unico vero successo è REDD (progetto di Riduzione delle Emissioni da Deforestazione e Degrado ambientale), che segue il principio: “salvare le foreste è il metodo più economico per ridurre le emissioni”. L’attualità è ora trovare nuovi spazi per le coltivazioni, incrementando la produzione agricola senza abbattere foreste secolari, in un ottica globale. Non è accettabile che la Cina pianti alberi sul proprio territorio per salvaguardarsi, ma abbatta foreste in Congo, per produrre olio di palma! E’ come un cane che si morde la coda e un comportamento anti-etico non più applicabile nel quadro globale. La ricchezza dell’Altopiano è da sempre rappresentata dalle foreste, che han fatto gola alle grandi famiglie e alla Serenissima già 750 anni fa. (Si pensi che il Comune di Rotzo, grazie ai suoi boschi, è stato per molto tempo uno dei più ricchi d’Italia). Per questo abbiamo ottenuto privilegi in cambio della sorveglianza dei confini, realtà che è rimasta impressa nel nostro Dna e ci fa essere molto indipendenti...Quanto descritto è in breve il resoconto dei Relatori introdotti dal Presidente della Com.Mon., Lucio Spagnolo, che come sempre ha speso parole di affetto e attenzione per la sua terra: Maurizio Conte (Assessore Regionale all’Ambiente), Andrea Comacchio e Maurizio Dissegna (Dirigenti Dipartimento Foreste/Economia Montana), Marco Marchetti (Accademia Nazionale di Sc. Forestali – Firenze), Luigi Portoghesi (Centro Studi Alpino – TN), Giovanni Carraro (Direzione Foreste Regionale), Federico Balzan (eAmbiente), Tommaso Anfodillo (Docente UniPD – Ecologia forestale) e Giulio Volpi (Starter – Società di indagini di mercato). Tra il folto pubblico formato da imprenditori forestali, amministratori locali, cittadini, anche la nostra Azienda leader, la “Rigoni di Asiago” che già da tempo ha abbracciato il progetto. Ad oggi, la proprietà ha sottoscitto un modulo di pre-adesione, a seguito del quale (una volta conosciuto il valore delle emissioni di Co2 anidride carbonica - attribuito alle attività industriali dell’Azienda calcolate da “eAmbiente”), deciderà di acquistare le quote di carbonio per compensare fino al massimo consentito del 20%, le proprie emissioni. Mossa che dev’essere di sprone ai dubbiosi che, se non adeguatamente informati, consigliamo a consultare il sito www.carbomark.org. Troveranno risposta, competenza e assistenza. Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 7 I gemelli dell’Altopiano fanno gruppo ATTUALITA’ Una delegazione altopianese in provincia di Verona per l’intitolazione di una via a Suor Bakhita che si vorrebbe far diventare “patrona dei gemelli” Tiro a segno Asiago Centrata la rinascita Tempo di bilanci per il tiro a segno di Asiago. Dalla riapertura, avvenuta il 30 marzo, ad oggi la struttura può vantare una realtà in costante crescita. Dopo il lungo periodo di inattività cagionata da problematiche sorte in consiglio di amministrazione, si è passati al commissariamento che vede Marco Sartori far risorgere l’importante sodalizio, unitamente a Massimo Giancola e Agostino Vezzosa, e ad una schiera di volontari che hanno collaborato fattivamente per rimettere in sesto quello che ormai era un poligono abbandonato. Dai zero soci della scorsa primavera si è passati ora circa 80 iscritti. Tra gli assidui frequentatori delle pedane si annoverano le Forze dell’Ordine, che obbligatoriamente devono cimentarsi nell’uso delle armi, poi gli appassionati della pratica sportiva e gli agonisti che usano il tiro a segno per allenarsi in vista di manifestazioni a livello regionale e nazionale (Cristina Volpi, vicecampionessa di pistola sportiva donne a squadre, si allena qui). A chiudere la stagione del poligono altopianese sarà il Trofeo Città di Asiago (30 ottobre), al quale si auspica la massiccia partecipazione di concorrenti già riscontrata per la gara sezionale dello scorso 14 agosto. “Non possiamo che andar fieri di quanto fatto dalla riapertura ad oggi – afferma il commissario marco Sartori – tra i progetti per il futuro abbiamo il ripristino dei tiri sulla distanza dei 200 metri. Per raggiungere questo obiettivo dobbiamo lavorare per la messa a norma e in sicurezza dell’impianto seguendo le direttive della Federazione. Nel 2011 poi andremo alle elezioni per insediare il nuovo direttivo”. G. Dalle Fusine Ad un anno dalla 1° Festa dei gemelli dell’Altopiano, il gruppo organizzatore si ripresenta su queste pagine per comunicare le ultime novità agli aderenti e ai simpatizzanti. Diamo anzitutto il nostro “Benvenuti!” ai nuovi nati Greta, Andrea e Matteo Fontana, a Riccardo e Tommaso Gloder e, qualora ce ne fossero degli altri, a tutti i gemelli nati nel nostro territorio nel corso del 2010. Noi siamo già in contatto con i loro felici e indaffarati genitori e, naturalmente, ci auguriamo di averli fra noi in occasione della prossima festa dei gemelli, che contiamo di celebrare nel settembre 2011. Come alcuni già sanno, fin dalla nascita del nostro gruppo, siamo entrati in contatto con la prima realtà di questo genere, formatasi in Italia nel 1998; il Gruppo Gemelli di Albarè di Costermano (VR), un paese di 1000 abitanti che conta ben 13 coppie e che è gemellato con Obenrdorf am Lech (Baviera), che vanta una situazione analoga. Verso la fine di settembre alcuni di noi hanno partecipato alla prima parte della loro festa annuale, che comprendeva una celebrazione particolare e cioè il decimo anniversario della canonizzazione di Santa Giuseppina Bakhita (Madre Moretta), la piccola schiava sudanese divenuta suora canossiana e vissuta per oltre quaranta anni a Schio, dove è morta nel 1947 e l’intitolazione, proprio a Bakhita, di un nuovo parco giochi che sorge lungo una via in cui abitano, fra le altre, sei famiglie con figli gemelli! Anche Bakhita aveva una sorella gemella e, inoltre, in questi ultimi anni ha ottenuto dal Cielo alcune grazie particolari a favore dei gemelli. Per questo si stanno reccogliendo delle firme per ottenere la sua nomina a “patrona dei gemelli”. Alla festa di Albarè di Costermano erano presenti Fatou Kine Boye (Bakhita) e Julia Pavel (la figlia di Aurora), due attrici del film “Bakhita” che è stato trasmesso dalla Rai nell’aprile del 2009. La loro testimonianza sulla forte influenza che la figura di Santa Bakhita continua ad esercitare nella loro esistenza è stata veramente toccante ed è riuscita a coinvolgere emotivamente tutti i partecipanti, fino ai più piccoli che, contrariamente alle aspettative, non si sono affatto annoiati! Abbiamo infine constatato, con grande piacere, che queste giovani attrici hanno conservato un atteggiamento di grande semplicità e di umiltà nei rapporti con tutti quelli che le avvicinano. Tornando a noi, c’è una piccola novità: abbiamo a disposizione i nuovi adesivi per auto che riportanto il nostro logo. Chi fosse interessato ad averne ci può contattare ai numeri telefonici 3483161738 e 3402776241. Si trovano anche al negozio Interoffices di Asiago. E’ anche questo un modo, seppure molto semplice, di farci conoscere e di sentirci uniti come appartenenti al Gruppo gemelli. Gradiremmo inoltre essere contattati per qualunque contributo di idee e di proposte o per un eventuale scambio di vestiario, giocattoli, passeggini, seggioloni e seggiolini e quant’altro per i più piccoli. Ricordiamo che è solo dalla collaborazione che nascono e si sviluppano le realtà più efficaci e più durature. Gruppo Gemelli Altopiano Alla scoperta del nostro territorio: Malga Camporossignolo Giovedì 23 settembre 2010 noi bambini delle classi seconde e terze della scuola primaria “Monte Ortigara” di Asiago, con le nostre insegnanti siamo andati a malga Camporosignolo, a circa 1158 metri di altitudine, nel comune di Lusiana per conoscere un’attività tipica del nostro territorio: la produzione del formaggio in malga. Abbiamo percorso il tragitto un po’ in corriera e un po’ a piedi, camminando tra i boschi di abeti rossi e faggi colorati. Appena siamo arrivati ad aspettarci c’era un veterinario: il dottor Paolo Longhini, questi ci ha spiegato che alcune pozze sono verdi perché inquinate in quanto oggi le mucche mangiano di più di una volta e gli escrementi che producono, con la pioggia, finiscono nella pozza e vanno a nutrire le alghe; per eliminarle si dovrebbe ossigenare l’acqua. Nel pascolo c’erano 80 mucche da latte di 3 razze diverse: frisona, rossa pezzata e bruna alpina. Camminando tra i pascoli, tutte queste mucche percorrono 11-12 km di strada al giorno e producono 1100 litri di latte. Entrati nel laboratorio caseario della malga, un casaro ci ha spiegato come si fa il formaggio. Il latte viene messo in una caldera a vapore e scaldato fino a circa 35°- 48° gradi a seconda del tipo di formaggio che si vuole fare: può essere tosella, ricotta, pressato, ecc… Vengono aggiunti fermenti e caglio( sostanza ricavata dallo stomaco dei vitellini da latte) che fa “indurire” il latte. Mentre piano piano il latte diventava formaggio, il casaro ci ha mostrato come usa alcuni dei suoi strumenti: ·la rotella che serve per non far attaccare il formaggio alla caldera; ·la lira che serve per fare un taglio nella cagliata della grandezza di una noce; ·lo spino che taglia fino alla grandezza di un chicco di riso; ·le fasare (stampi) dove ogni giorno vengono prodotte 14 forme di formaggio Passata una mezz’oretta la cagliata (tosella) era pronta e l’abbiamo assaggiata: che buona! Il veterinario ci ha portati anche nella sala mungitura dove, alle mucche, prima di essere munte vengono disinfettate le mammelle per evitare infezioni varie. Ci è stato detto che una mucca ha quattro stomaci che abbiamo auscultato con lo stetoscopio: rumine, reticolo, omaso e abomaso. Le mucche non avevano le corna!?! Abbiamo scoperto che vengono loro tagliate in giovane età perché al pascolo non si feriscano tra di loro come era successo alla vacca di nome Rossa che hanno dovuto operare e che ora, poverina, è senza coda. A pranzo abbiamo gustato i prodotti offerti dalla malga: formaggio e sopressa. Che bontà!!! Siamo entrati anche nel porcile dove c’erano 45 maiali gassottelli e puzzoni, ma pronti per diventare squisiti salami, prosciutti, pancette, salsicce, ecc … È stata davvero un’escursione bella ed interessante, abbiamo imparato tante cose, al ritorno eravamo tutti felici per avere trascorso una giornata insieme, immersi nella natura del nostro caro Altopiano. Un grazie al dottor Paolo Longhini, ma soprattutto un a te Maestra Montagna. Alunni classi 2^ e 3^ di Asiago 8 Sabato 16 ottobre 2010 ATTUALITA’ l’Altopiano 8 Presunta uccisione dell’orso Dino a che punto sono le indagini? Sembra siano emersi elementi interessanti, ma per il momento tutto resta ancora top secret Mercatino dell’antiquariato, ad Asiago ultimo appuntamento Bandiera a scacchi per il Mercato dell’Antiquariato e Collezionismo di Asiago che domenica prossima 17 ottobre chiude la stagione del rilancio. Un percorso di sei appuntamenti iniziato nella terza domenica di maggio. Edizione dopo edizione il mercato ha saputo crescere in qualità e quantità dando così ragione al lavoro di sinergia tra l’Amministrazione Comunale di Asiago ed Il Tritone. Soddisfatto l’Assessore al Turismo di Asiago l’avv. Roberto Rigoni che ha fortemente voluto e sostenuto il nuovo corso: << Quest’anno abbiamo visto crescere il livello del nostro mercatino dell’antiquariato sia in termini di quantità degli espositori coinvolti e sia sotto il profilo della qualità delle merce esposta. E’ per noi un motivo di grande soddisfazione l’aver assistito al successo di questo evento strutturato per qualificare la nostra immagine turistica e per attrarre moltissime persone dalla pianura. Ringrazio, per il grande lavoro svolto, l’associazione “Il Tritone” di Vicenza, in particolare la Signora Anna Marsiletti, che da quest’anno ha assunto l’impegnativo compito di organizzare e gestire il nostro mercatino >>. Appuntamento quindi a domenica 17 ottobre per l’ultimo Mercato di Asiago nel cuore del centro cittadino: due passi n el cuore dell’Altopiano tra collezionismo ed antiquariato. “Hanno ucciso l’orso, l’orso è vivo!” La melodia si sente cantare nelle valli più sperdute dell’Altopiano; pare che un canzoniere con le sembianze metà orso metà De Gregori nelle notti attraversi boschi e pascoli per intonare il suo dolore. Una sofferenza data dall’incertezza sulle sorti dell’orso (forse Dino, forse no) presumibilmente ucciso a Foza (…no a Gallio, no a Camporovere, ciò a Val Capra “di Gallio” …) insomma è stato ucciso, è una certezza. Una certezza data da non si sa che, ma caspita è stato ucciso. Così come è una certezza che è stato mangiato in una sorta di festa del solstizio (a Gallio, no a Marcesina, no a Foza, nel campo sportivo, in Ad Asiago un corso di formazione per allenatori Nell’ambito del progetto “Time out” per la promozione dello sport sano, proposto dal Centro Studi Ceis in collaborazione con il Sert (Ulss 3), con la Comunità Montana e i Comuni dell’Altopiano, ha preso il via ad Asiago lunedì 11 ottobre (ore 20.30, in Comunità montana) un corso di formazione per allenatori. “Una serie di incontri – ha sottolineato nella conferenza stampa di presentazione Sabrina Passuello, assessore alle politiche sociali di Lusiana – non per lavorare sul disagio, ma sulla cultura del benessere, come prevedono le finalità della legge regionale 309 (fondo regionale lotta alla droga), grazie alla quale questa e altre iniziative vengono finanziate”. “Questo è il secondo percorso proposto alle società spor- una vallata, in casa di amici …). Insomma, caspita, è stato mangiato e basta. Lo dicono migliaia di frequentatori di Facebook e di blog, cioè gente autorevole mica quattro montanari che non capiscono un’acca stracca. Ma infine a che punto sono le indagini? Se lo chiedono in molti, giornalisti compresi (e anche gli asini, ritornati ad una vita tranquilla). Ripercorrendo tutta la vicenda che ha animato l’estate di chi non è andato in ferie, i fatti riportati dai giornali sono: un cacciatore di Cittadella è stato invitato ad un banchetto ferragostano con orso come piatto principale. Orso soppresso da quattro cacciatori dopo un’incursione in un allevamento bovino con l’uccisione di alcuni vitelli. Dopo l’orsicidio i cacciatori se lo sono scuoiato, sezionato e riposto in vari freezer. Data la notizia, subito sono partite le indagini da parte di Polizia provinciale e Corpo forestale coordinati dal pm Monica Mazza della Procura di Bassano che hanno sentito centinaia di persone tra cacciatori, abitanti delle valli indicate e persone presumibilmente informate sui fatti. Sono state acquisite numerose prove, tra cui pare della carne sospetta in un freezer, e interrogate formalmente, pare, per ora quattro persone. Nessun iscritto al registro degli indagati e nessuna traccia definitiva, manca insomma la cosiddetta “pistola fumante”. Indagini comunque che proseguono e che vedono numerosi agenti della polizia provinciale impegnati nel controllo delle zone e agenti forestali della Nicap di Vicenza e della stazione di Roana a passare a settaccio le testimonianze raccolte. La sensazione è che qualcosa sia stato trovato. Non si sa se inerente all’uccisione dell’orso o, più probabilmente, qualcosa emerso inaspettatamente durante gli indagini. C’è chi parla di traffico di cacciagione illecito e chi invece mormora di battute di caccia illegali organizzate da imprenditori della pedemontana. Rimane, questo sì una certezza, che le sorprese in questa storia non sono finite e che potranno riservare qualche verità sopportata da riscontri reali e risvolti giudiziari concreti. Conclusione auspicata da tutti per mettere fine ad una storia contornata da troppi “si dice” e da pochi fatti che ha inasprito un dibattito con al centro i cacciatori che di questa storia non c’entrano in alcun modo. G.R. Giornata con l’ADMO tive dell’Altopiano – ha ricordato Luca Bortoli, operatore del SerT di Asiago – in un percorso continuativo, con una serie di azioni comprese nel progetto “Alcool out”, con l’obiettivo anche di creare un linguaggio educativo comune tra le società sportive”. “Lo sport costituisce un fattore protettivo rispetto alle dipendenze. Se chi insegna ha le dovute competenze, l’instaurarsi di un clima relazionale positivo viene favorito, così come la crescita personale” ha aggiunto Marcello Manea del Ceis. Gli incontri programmati, che si propongono di offrire un approfondimento tecnicoesperienziale sulla gestione delle relazioni con gli atleti e la conduzione di un gruppo, affronteranno i seguenti temi: leadership dell’allenatore, la cooperazione in gruppo/squadra, i messaggi positivi, il gruppo e le relazioni tra teoria e pratica. Il corso è rivolto agli allenatori di tutte le società sportive dell’Altopiano. La partecipazione è gratuita. Per informazioni rivolgersi al 335.1336475. Stefania Longhini Con il patrocinio del Comune di Asiago e dell’Ulss 3, l’ ADMO Vicenza, associazione donatori di midollo osseo della provincia, in collaborazione con l’AVIS Altopiano, organizza ad Asiago per domenica 17 ottobre una giornata per le tipizzazioni (prelievo di sangue per diventare potenziali donatori). Al Distretto socio sanitario di Asiago, in via Monte Sisemol, dalle 9 alle 16 verranno effettuati i prelievi di sangue per chiunque voglia entrare nel registro dei donatori. Per l’intrattenimento dei bambini verranno qui allestiti anche dei giochi gonfiabili. Per tutto il giorno, in piazza sarà presente un gazebo per informare sulla donazione di midollo osseo. Alle 11 in duomo, per chi vuole, Messa con i soci ADMO, AVIS e AIDO dell’Altopiano. 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 9 8 Sabato 16 ottobre 2010 STORIA l’Altopiano 10 Una croce allo Sprunk, luogo intriso del sangue dei giovani italiani In memoria di 12 soldati della brigata Catanzaro si ricorda oggi quello che per troppo tempo si è voluto dimenticare Una croce in legno essenziale disadorna uguale a quelle dei vecchi cimiteri di guerra (i tre del Mosciagh ad esempio) è stata da poco piantata, a fianco della voragine dello Sprunk, in memoria dei 12 soldati della brigata Catanzaro fucilati sul posto e pare gettati nella voragine, anzi nella foiba, per cancellare le tracce del misfatto. E’ proprio di questi giorni la sua benedizione da parte di Don Floriano Abrahamowicz, prete lefebvriano viennese, per quel senso di universalità della morte e del dolore, che non han trincee né confini. Don Floriano aveva visitato i luoghi in cui sono caduti anche i suoi conterranei, già nel 2002, dove aveva accompagnato anche il Principe austriaco Xent Schonburg. La croce porta un cartello con i nomi dei 12 soldati fucilati e scaraventati nell’orrido, in quanto ritenuti disertori: lì giacciono, a meno 87 mt., humus della terra per la quale sono stati immolati. Le ricerche storiche e il sopralluogo allo Sprunk, effettuati dal Dr. Mario Saccà, catanzarese, hanno dimo- strato l’esatto contrario, malgrado le molte ambiguità contenute nella redazione dell’inchiesta parlamentare su Caporetto. Questo semmai è uno dei tanti casi registrati di incapacità e indegnità della classe dirigente militare, come ampiamente documentato nei processi subito successivi il 1918. Dal giornale “L’Avanti” del 1919, la lettera di un ufficiale: “Caro Avanti”, la campagna da te intrapresa contro i fucilatori è sacrosanta e tutti gli onesti, qualunque sia il partito di appartenenza, devono approvarla. Chi potrà mai descrivere l’orrore delle decimazioni ordinate da comandanti di Corpi d’Armata e di Divisioni?...” Malnutriti, malarmati, esausti, senza cambi in prima linea, pieni di pidocchi e malattie, terrorizzati dallo strapotere nemico, ciononostante sempre avanti allo stremo delle forze. Lunghe le notti del 26 e 27 maggio 1916 sul Moschiagh e sullo Sprunk, fra una bufera di fuoco e un diluvio di grandine e d’acqua...ordini, contrordini, visibilità zero, fragore a mille, sbandamento: “...In un tratto della prima linea si determinò il panico e gruppi di soldati fuggitivi si abbatterono sulle linee retrostanti, mentre alcuni graduati gridavano: “Ritiratevi, scappate, sennò vi fanno prigionieri”. Alcuni cariaggi d’artiglieria, i cui cavalli si erano imbizzarriti per l’uragano, piombarono tra le tende dietro la prima linea: tutti questi fattori determinarono lo sbandamento di centinaia di soldati che si sparpagliarono nei boschi intorno. Molti furono raccolti, riuniti e ricondotti in linea, altri si persero e solo il mattino dopo, tornarono al reparto. Qualcosa non era funzionato nel comando e gli ufficiali catturati dal nemico in quella battaglia, presentarono precisa relazione in merito alla Commissione d’inchiesta...”. In quel caso, non spettò al tribunale di guerra decidere, ma alla “giustizia” som- Una lapide per il fante Meucci, caduto nel 1918 in Val Magnaboschi L’Altopiano dei 7 comuni essendo stato teatro degli eventi bellici nella prima guerra mondiale è una continua miniera di memorie che affiorano, dal terreno oppure nelle vecchie case si possono ancora trovare alcuni reperti e lapidi che ricordano fatti accaduti o nomi di militari caduti. Recentemente un gruppo di appassionati rinveniva in contrada Buscar di Asiago una lapide risalente alla guerra 1915-18. Essendo la stessa su terreno privato, Rigoni Sergio Pun ha chiesto al proprietario di poterla recuperare e collocarla in un sito ove meglio valorizzare il suo interesse storico. Dopo la risposta affermativa la lapide è stata restaurata e portata al luogo di origine. L’iscrizione marmorea con inciso una croce riporta le seguenti iscrizioni: “COME NAVE SBATTUTA DALLE PROCELLE CONTRO GLI SCOGLI SI SFASCIA IL SOLDATO MEUCCI FERDINANDO 11° FANTERIA 4a. COMPAGNIA TOL- SE DI VITA SCOPPIO FORTUITO DI BOMBA IL 15/02/ 1918. REQUIEM”. Ferdinando Meucci di Oreste era nato a Castiglion Fiorentino (Arezzo) il 23 febbraio 1897. Essendo un soldato appartenente all’Arma di Fanteria, il gruppo ha pensato bene di avvisare la Sezione del Fante presente sul territorio. Dopo alcune ricerche è risultato che lo stesso Meucci venne inizialmente sepolto nel cimitero Italo-Austriaco di Val Magnaboschi a Cesuna. I poveri resti furono poi stati traslati negli anni 30 al Sacrario Militare di Asiago. Meucci apparteneva alla Brigata “Casale”, i cui militari erano noti con l’appellativo di “Gialli del Calvario” (il M. Calvario si trova nei pressi di Gorizia, dove la stessa Brigata con le mostrine gialle combatté strenuamente). Il reparto per un anno presidiò in prima linea sul fronte sud dell’Altopiano, proprio nella zona in cui avvenne il decesso dello sfortunato ricordato con l’iscrizione marmorea. La “Casale” lì rimase sino al 6 aprile del ’18, sostituita per l’avvicendamento dalla 5a Brigata Bersaglieri. Dopo 2 mesi di riposo e ricostituzione a Chiuppano e Carrè, venne rimandata sull’Altopiano nella zona Corbin-Sculazzon sino al 26 agosto dello stesso anno. La lapide ora è sistemata sul muro perimetrale, all’interno del cimitero di Val Magnaboschi, e il Comune di Castiglion Fiorentino è gia stato contattato per poter trovare i parenti di Ferdinando al fine di avvisarli del ritrovamento. La Sezione Fanti “Altopiano 7 Comuni” porge un sentito ringraziamento al gruppo di ricerca storica, a Rigoni Sergio Pun e alla famiglia Basso della contrada Buscar che hanno reso possibile il recupero della stele. Giovanni Dalle Fusine maria, perpetrata per il timore dell’esonero dal comando, visto l’andamento della “Strafexpedition”, da Cadorna stesso. In 12 vennero sorteggiati e passati per le armi: il S. Ten. Giovanni Romanelli; i Serg.: Celeste Tabaion, Angelo Losso, Ferdinando Catalano; i Caporali: Giuseppe Fruci, Angelo Andreoni, Giuseppe Serio e i Soldati: Gennaro Del Giorno, Antonio Rega, Felice Bruno, Giuseppe Cerruta, Bruno Lacopo. (Analogo destino, fu inferto il 16 luglio 1917, ad altri fanti, sul Carso, a S. Maria La Longa). Il colmo è che quegli stessi soldati contribuirono all’assegnazione della medaglia d’oro concessa dal Re Vittorio Emanuele III, al loro Reggimento (il 141°) per il valore dimostrato al Mosciagh! Negli anni successivi perfino le famiglie dei fucilati, nei loro paesi, subirono per anni ritorsioni e terra bruciata. Stessa sorte toccata in modo ufficiale in tutta la penisola, a preti, suore, insegnanti, pubblici ufficiali, pa- renti e affini di disertori o presunti tali. Non era bastata la loro perdita? O in cambio del non aver mai raccontato la verità, metterci una pezza, con la concessione di una simbolica pensione? Già nel 1933, grazie alle testimonianze e alle pressioni della stampa dell’epoca, ci fu un primo gesto di riconoscimento del torto inflitto da parte di Re Vittorio Emanuele III, che volle presenziare a Catanzaro, all’inaugurazione di un monumento alla memoria, gesto dimostrativo di presa di distanza dal regime. Presenti in quel giorno denso di dolore e di rinato orgoglio, alcuni dei protagonisti del 26 e 27 maggio sul Mosciagh. E questo, fu solo il primo passo per cancellare l’affronto (chiamiamolo pure col suo nome: omicidio) inflitto a quei 12 poveri soldati. Un segno di riabilitazione della memoria di innocenti, un duro giudizio delle ipocrite omissioni di coloro che sapevano e tacquero, pagati per un colpevole silenzio. Beppa Rigoni Scit Una nuova lapide a Fossetta in ricordo di Rinaldo Rigoni Lo scorso 8 agosto, nei pressi di Malga Fossetta, dove puntualmente si ritrovano tutti gli anni per commemorare il loro caro Rinaldo Rigoni, morto in quei luoghi al tempo della Resistenza, i familiari del partigiano asiaghese hanno deposto una nuova lapide in suo ricordo. E’ la riproduzione di quella posta anni fa dagli amici nel punto dal quale Rinaldo si gettò nel vuoto per sfuggire alla furia nazifascista, che purtroppo col passare del tempo e l’avanzare della vegetazione non è più facilmente raggiungibile. La posa è stata possibile grazie alla disponibilità dei Comuni di Asiago e Enego, dell’assessore Guido Carli, di Fabio Pesavento e Manuel Carli ai quali va un doveroso ringraziamento. Nella foto Bruno, Corrado e Giandomenico Longhini, Maria Antonietta e Giovanni Rigoni (mancavano Dorina e Umberto). ROTZO 8 Sabato 16 ottobre 2010 ROANA Automobilisti costretti a lunghe soste per transitare per il centro di Canove, vie ed edifici imbiancati da una spessa coltre di polvere, aria irrespirabile per i pedoni: sono disagi che, pur limitabili, non si possono evitare quando sono in svolgimento lavori pubblici che interessano la carreggiata stradale. Quello che sicuramente si sarebbe potuto evitare invece è il colossale intasamento con lunghissime code d’auto avvenuto nella mattinata di domenica 10 ottobre. I lavori nella frazione roanese sono quelli predisposti da Etra per l’estensione della rete di teleriscaldamento con l’ampliamento della distribuzione di calore e l’incremento della produzione di acqua igienico – sanitaria e di riscaldamento in abitazioni ed edifici commerciali della zona. L’ area interessata alla prima fase con posa delle tubazioni completamente interrate è quella delle centrali via Roma e via Milano. La prossima primavera verrà portato a termine un secondo progetto pensato dal Comune di Roana per le vie limitrofe: agli incroci con piazza San Marco, via Cesare Battisti e via XXV Aprile saranno pertanto sistemate apposite connessioni dalle quali potranno poi ramificarsi le tubazioni secondarie. “Si tratta di un provvedimento d’importanza significativa. – ha dichiarato il presidente di Etra, Stefano Svegliado – Il “riscaldamento a distanza”, procedura poco diffusa ma l’Altopiano 11 A Canove in svolgimento i lavori per il teleriscaldamento e il traffico va in tilt Il sindaco Frigo assicura:“I disagi patiti dagli automobilisti domenica 10 ottobre non si ripeteranno” dalle notevoli prestazioni, permette di distribuire energia a costi molto contenuti sia economici che ambientali: questo perché l’acqua calda che viene prodotta nella centrale principale, una volta distribuita agli utenti tramite scambiatori e quindi raffreddatasi, può essere facilmente recuperata, riportata a temperature elevate e riutilizzata. Rispetto ai tradizionali sistemi di produzione di calore, il teleriscaldamento permette, a parità di energia generata, un minor utilizzo di combustibile. A Canove, inoltre, l’impianto sarà completamente alimentato da biomasse legnose di origine organica, con con- seguente limitazione dell’anidride carbonica emessa. Una soluzione quindi sicura e rispettosa dell’ambiente, che in Italia viene sfruttata soprattutto nei centri urbani del Nord, ma che contiamo possa diffondersi altrove”. I lavori di posa delle tubazioni avvengono in concomitanza con la collocazione sulla stessa distanza di un nuovo acquedotto, che consentirà l’eliminazione delle perdite rilevate nei mesi scorsi nelle rete idriche di Canove e Camporovere. “Questi lavori interessano direttamente la strada provinciale – dicono da Etra - per questo i nostri operatori hanno predisposto una serie di misure atte a limitare il più pos- sibile i disagi al traffico, garantendo, per tutto il corso dell’intervento, la viabilità in entrambi i sensi di marcia con apposita segnaletica e semafori”. Misure che però si sono rivelate del tutto inadeguate, particolarmente, come detto, nella mattinata di domenica 10 ottobre, quando il traffico stradale è andato letteralmente in tilt. Il culmine dei disagi è coinciso con la giornata festiva e l’arrivo dei turisti domenicali, rimasti a lungo bloccati senza capire perché, tanto che in molti sono scesi dalle automobili incamminandosi a piedi verso il paese, per cercare di sapere cosa stesse succedendo. Era l’una passata, quando, con il traffico ormai completamente congestionato e gli automobilisti che protestavano suonando il clacson, sono intervenuti i carabinieri di Canove per regolare il traffico con la paletta. Sono stati sufficienti una quindicina di minuti per risolvere il problema, mettendo fine all’intasamento che durava da ore. Poi si è evitato che la situazione si ripetesse facendo intervenire il personale della ditta che esegue i lavori e i vigili urbani. Ma chi aveva assistito al formarsi via via di code sempre più lunghe o vi si è trovato direttamente coinvolto, si è chiesto perché non si fosse provveduto, con la presenza di vigili urbani, a tenere sotto controllo la circolazione fin dal mattino o attuato una soluzione diversa, che avrebbe evitato la figuraccia fatta con chi arrivava in Altopiano per una giornata di riposo e relax: sarebbe bastato istituire un senso unico temporaneo facendo transitare per Via Milano chi procedeva verso Asiago, e deviare per piazza S. Marco e Via XX Maggio chi viaggiava in senso contrario. Sentito in proposito, il sindaco di Roana Valentino Frigo, dopo un incontro con i responsabili dei cantieri e il comandante della polizia municipale per capire il perché dell’accaduto e predisporre che i disagi non possano ripetersi, ha riferito che in seguito alla rottura di un tubo dell’acqua durante i lavori, la cui riparazione andava per le lunghe, la ditta ha pensato di non richiudere il canale per la domenica, come invece previsto, tenendo in vigore il semaforo. “Semaforo regolato tra l’altro con gli stessi tempi in un senso e nell’altro – ha spiegato il sindaco - quando invece gli automobilisti che transitavano in direzione Asiago erano molti di più rispetto a quelli che percorrevano la strada in senso contrario, e questo ha fatto sì che alla fine il traffico andasse in tilt. Pur non trovandomi in paese, nella mattinata di domenica ho contattato telefonicamente la polizia municipale perché provvedesse a limitare i disagi, ma ci è voluto più tempo del previsto per riuscire a far intervenire chi poteva temporizzare il semaforo in modo diverso, e alla fine si è creato l’intasamento. Per quanto concerne l’ipotesi di istituire un senso unico e deviare il traffico per vie laterali, trattandosi di strada provinciale sarebbe servita l’autorizzazione dell’Anas, che non avevamo. Per i prossimi week-end abbiamo stabilito che il sabato sera il canale debba obbligatoriamente essere totalmente chiuso in modo da ripristinare la normale circolazione nei due sensi. Ho disposto inoltre un’ordinanza perché sia al mattino che alla sera venga bagnato il tratto interessato dai lavori in modo da limitare la polvere”. Silvana Bortoli due parroci nel bollettino settimanale – è certamente tanto e faticoso, perché siamo chiamati a rivedere e ripensare insieme una nuova realtà pastorale, e c’è bisogno della collaborazio- ne e dell’impegno di tutti: per questo l’accoglienza ricevuta domenica 3 ottobre è stata davvero motivo di grande consolazione.” Con l’avvio dell’unità pastorale sono stati resi noti i nuovi orari delle liturgie sia feriali che festive nelle tre chiese parrocchiali, oltre a quelli in cui i fedeli possono incontrare i preti nelle varie parrocchie. Silvana Bortoli “La comunione fa la forza” Nella celebrazione eucaristica di avvio dell’Unità Pastorale di Canove il vescovo Mons. Mattiazzo ha esortato i fedeli a intraprendere con fiducia il nuovo percorso di unione delle tre parrocchie I nuovi parroci, don Gianni Bocchese e don Stefano Margola, accolti di fronte al palazzo municipale dal sindaco, dalla banda musicale Monte Lemerle di Cesuna, da rappresentanti di vari gruppi tra cui Alpini e Fanti, e dai fedeli, e poi il corteo a piedi fino al sagrato della chiesa parrocchiale di Canove, l’incontro con il vescovo, la celebrazione eucaristica con il mandato di ministero ai due sacerdoti: ha preso così ufficialmente il via domenica 3 ottobre l’Unità Pastorale di Canove, che comprende le comunità cristiane di Canove, Cesuna e Treschè Conca. “L’unità pastorale, già avviata da tempo in altre comunità – ha detto tra l’altro il vescovo di Padova Mons. Antonio Mattiazzo – si rende necessaria non solo per il calo dei sacerdoti, ma anche per la di- minuzione delle nascite, dovuta alle difficoltà oggettive che si trovano ad affrontare al giorno d’oggi le coppie: problemi di lavoro, impossibilità di trovare casa, incertezza nel futuro. Se non nascono bambini piano piano chiudono asili e scuole, e di conseguenza tutto viene ridimensionato. La decisione di istituire questa nuova Unità Pastorale non è stata presa a cuor leggero: ci abbia- mo molto riflettuto e ragionato, sappiamo bene come inizialmente possa creare disorientamento nei fedeli. Ma non deve essere recepita come un qualcosa che viene a mancare, anzi, si tratta di un’opportunità di unione delle forze con nuovi momenti di condivisione fra abitanti di paesi diversi, sotto la guida non di uno, ma di due parroci, che per poter meglio operare avranno bisogno soprattutto della vostra collaborazione. Un nuovo percorso che va intrapreso dunque con fiducia e gioia”. E si sono detti fiduciosi nel futuro anche i due parroci don Gianni e don Stefano, pur trovandosi ad affrontare anche loro un percorso diverso da quello finora fatto. “Il lavoro che ci aspetta – scrivono i “Il pane della condivisione” Il numeroso gruppo di chierichetti provenienti dalle tre parrocchie, la bandiera di Canove e quelle di ogni contrada di Treschè Conca, il gruppo in costume che ha portato i ciclamini, simbolo di Cesuna, e poi i doni dell’offertorio: tutta la cerimonia che ha sancito l’avvio dell’Unità Pastorale ha offerto spunti di come i fedeli si stiano predisponendo con disponibilità verso il nuovo percorso insieme. Particolarmente significativa è stata la distribuzione al termine della messa del “pane della condivisione”, iniziativa dei tre consigli pastorali, presentata con queste parole: “E’ il momento di tornare nelle nostre case con il cuore pieno di quel bene che il Signore ha riversato nelle nostro animo. Lo vogliamo fare mettendoci subito nella disponibilità a camminare insieme. All’uscita dalla chiesa troveremo delle ceste con il pane prodotto dalle mani dei cinque fornai dei nostri tre paesi: prendiamolo e spezziamolo nelle nostre famiglie, è il pane della condivisione. Lo Spirito Santo ci renda capaci di gustare il pane dell’accoglienza, il pane del rispetto reciproco, il pane dell’aiuto fraterno così da costruire insieme al nostro padre Vescovo, ai nostri sacerdoti e alle nostre comunità una meravigliosa e grande famiglia dove ciascuno, in quanto figlio, si sente amato e accolto”. S.B. 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 12 L’altopiano sull’Ariane Thomas Panozzo, ingegnere aerospaziale di Treschè Conca, è capo progetto dei programmi satellitari per l’Ariane Espace ROANA L’altopiano vola sempre più in alto. E questa volta non si tratta di una metafora ma di pura realtà. Thomas Panozzo, trentatreenne ingegnere aerospaziale di Treschè Conca, è infatti da due anni capo progetto dei programmi satellitari dell’Ariane Espace, l’ente internazionale che si occupa di voli missilistici a scopo scientifico. Panozzo, dopo essersi laureato col massimo dei voti al Politecnico di Mi- lano, ha preso il volo della vita che lo ha condotto a Parigi. Non prima di aver preso parte ad un importante progetto. Nel 2002 ha infatti partecipato ad un Master negli Stati Uniti dove ha progettato un meccanismo che rimuoveva l’anidride carbonica dai contenitori per gli esperimenti spaziali. Sfortunatamente tutto il lavoro è andato perso perché quel progetto viaggiava con lo Shuttle Columbia, esploso durante il rientro sulla Terra e dove persero la vita sette astronauti. Tornato in Europa, Panozzo ha ricevuto l’imperdibile offerta di lavorare per l’Ariane Espace, un consorzio europeo a maggioranza francese, Ricordo di Adriano Zovi Ciao Késse, già perché così eri conosciuto in paese, un soprannome italianizzato dal cimbro e che ti legava alla parola “formaggio”. Perché quella è stata la tua vita, una vita spesa e legata a contatto con la natura, con le tue vacche, col tuo trattore. Proprio quel maledetto trattore, dal quale quand’ero piccolo mi facevi sempre scendere quando i campi si inclinavano troppo, ti ha tradito. Tradito da una passione che non hai abbandonato nemmeno dopo la pensione. Chiederti di smettere di fare il contadino sarebbe stato come chiederti di smettere di vivere. Ci mancheranno Késse, mancheranno a tutta via Bettinadi, le tue ronde improvvise e discrete che tanto ci rassicuravano. Eri il guardiano della contrada, una sorta di angelo custode della tranquillità. Ma mancherai soprattutto a me, perché tu mi hai fatto crescere, magari anche senza saperlo mi hai insegnato la semplicità di vivere, a stare lontano dalle cose futili. La mia mente è pregna di ricordi che mi legano a te perché le mie giornate di bocia erano scandite dal tuo lavoro. Quante ore passate nella stalla (e quando tornavo mia mamma mi bloccava direttamente sulla soglia della porta chissà perché!), puzzolente ma radioso, felice come pochi per essermi reso utile, o magari per essere stato anche solo un intralcio, ma contento perché sentivo di avere avuto un ruolo, di aver fatto qualcosa di produttivo. Mi sentivo importante perché ero un vacarèto, come simpaticamente mi chiamavano i parenti. E come non ricordare le mie estati in contrada Sculazzòn a Treschè Conca a fare il fieno. Io che all’epoca non uscivo mai dai confini di Canove…era come se mi portassi a Milano! Sento ancora in bocca il sapore del caffè (si perché, quale trasgressione bere un caffè all’età di 8 anni!) della Maria, tua amata mamma che mi trattava come un figlio. Una cuccuma vecchia di decenni ma che faceva un caffè che non ho più bevuto in vita mia (rigorosamente nel bicchiere di vetro)! E le mie cene doppie, prima a casa tua (patate bollite schiacciate con la forchetta e sopressa o formaggio) e poi a casa a completare il pasto. È l’amore che mi hai dato (tuo e di Giovanna e Vittorino), seppur sotto quella scorza rude che ti contraddistingueva, che mi rimarrà sempre dentro. Un ricordo indelebile, mio e soltanto mio e che nessuno mai potrà cancellare. Grazie Késse, per avermi insegnato tanto, per avermi insegnato che la vita non è fatta di denaro e potere ma di aria, sole e amore per una terra che molti possono solo sognare. Luigi Frigo Bettinado Novità al occupandosi dei progetti di lancio per le telecomunicazioni tra cui telefonia, internet e tv. «Copriamo il 60 per cento del mercato mondiale – spiega Panozzo - di circa 25 satelliti che vengono lanciati ogni anno, circa 15 sono Ariane. Effettuiamo sette lanci all’anno con due satelliti per volta». Un grande impegno ed un’altrettanto grande responsabilità se consideriamo che i costi si aggirano sui 50 -100 milioni di euro all’anno. Un lavoro che comprende attività, studi e progetto di lancio che avviene dalla Guyana Francese (America Latina). «Ci vogliono dai 18 ai 24 mesi per integrare la missione satellite sul lanciatore». Detta in soldoni, significa che servono quasi due anni per adattare il satellite dentro al missile. Il 4 agosto di quest’anno Panozzo ha visto partire il suo secondo razzo ed il prossimo anno il progetto sarà ancora più ambizioso in quanto alla presenza dei presidenti Putin e Sarkozy partirà un razzo Soyuz (quello che ha portato in orbita Gagarin, primo uomo ad aver raggiunto lo spazio). Il momento più delicato dell’intero progetto? Manco a dirlo, il lancio. «Ogni lancio dura 22 minuti ed il missile è geostazionario, ovvero viaggia alla stessa velocità della Terra; 9 Km al secon- do nel momento in cui si rilascia il satellite con la velocità in continua accelerazione». Quali sono i progetti futuri? «Sarò capo progetto di un satellite “Pleiades” per l’Agenzia Spaziale Francese; si tratta del primo lancio su un lanciatore russo e ci sono voluti 10 anni solo per preparare la zona di lancio». E sull’altopiano quando tornerai? «Spero il più presto possibile, mi mancano la famiglia, gli amici e i luoghi della mia infanzia». Luigi Frigo Bettinado Ricordando Mons. Luigi Sartori A tre anni di distanza dalla scomparsa di Mons. Luigi Sartori, Roana ha voluto ricordarlo con una serata di testimonianze, di letture, di canti e di musica nella chiesa parrocchiale. Dopo il saluto del parroco don Lino Prearo e un brano di musica organistica eseguito dalla professoressa Cristina Antonini, è intervenuto il professor Antonio Pavan che ha ricordato come Mons. Sartori è stato molto stimato dal mondo accademico dell’Università di Padova. Mons. Sartori ha portato la teologia oltre le formulazioni dogmatiche, oltre l’impostazione astrattamente centrata sulla Chiesa. Ha portato la teologia in dialogo con il mondo e con le altre religioni. Il suo pensiero era sempre denso, la sua parola chiara. Sapeva parlare al cuore della gente. Il professor Pavan ha proposto l’organizzazione di una fondazione anzitutto per raccogliere le opere di Mons. Sartori e su Mons Sartori, in collegamento con Roana che potrebbe diventare anche un luogo di incontro culturale e di esperienza spirituale. Mons. Giandomenico Tamiozzo ha ricordato come più volte Mons. Sartori ha dichiarato che il culmine del Giubileo del 2000 è stato il momento in cui il Papa Giovanni Paolo II ha chiesto perdono al mondo per le colpe della Chiesa nella storia. Momento ripetuto anche da Papa Benedetto XVI ai nostri giorni. Il perdono chiesto e donato è condizione di speranza e di salvezza ad ogni livello, dall’ambito individuale, a quello familiare e sociale. La santità è dono di Dio, non conquista umana. Senza perdono chiesto e donato, non c’è futuro e non c’è speranza, in ogni ambito di vita. C’è speranza solo quando si riconosce di aver sbagliato. Il perdono è la strada del futuro. Un pensiero che unisce Sartori anche al grande teologo Karl Rahner. Durante la serata sono state lette alcune riflessioni raccolte da interventi di Mons. Sartori in occasione di liturgie eucaristiche celebrate a Mezzaselva, a Rotzo e a Roana, specialmente nei lunedì di Pasqua. Sono stati apprezzati i brani di musica organistica eseguiti dal professor Antonini e i canti della tradizione cimbra interpretati da Pierangelo Tamiozzo. Il delegato all’ecumenismo per la Diocesi di Padova, don Giovanni Brusegan, ha chiuso la serata ricordando Mons. Sartori con la sua capacità di creare buon umore e di aiutare ad incantarsi di fronte alla bellezza (naturale, artistica…), con la sua capacità di ascoltare tutti sia nelle loro domande, come nei loro silenzi e nelle loro sofferenze. Egli ha espresso l’impegno e il bisogno di ricordare Mons. Sartori in momenti come questa serata. Istituto di Cultura Cimbra Il nuovo Quaderno di cultura cimbra E’ uscito il nuovo “Quaderno di Cultura Cimbra” curato dall’Istituto di cultura cimbra di Roana. Il nuovo fascicolo si apre con il ricordo dei 40 anni di fondazione del Curatorium Cimbricum Bavarense con il quale Roana ha sempre collaborato. E non potevamo mancare a quel momento di festa e di amicizia che vogliamo ricordare in apertura di questo quaderno. Seguono poi due contributi molto attuali e documentati sul tema della proprietà collettiva: il primo del prof. Paolo Grossi e il secondo della dottoressa Consuelo Martello che in- formano sulla situazione presente, parecchio confusa e rischiosa, e stimolano a unire le forze per combattere una battaglia importante per la nostra montagna e per la vita dei nostri paesi. Dopo due testimonianze vive di lingua cimbra, fatte da Umberto Martello Martalar e da Gianni Vescovi Kamporubar, seguono due appassionate ricerche di toponomastica cimbra. Angelo Saccardo presenta uno accurato studio sul nome di Posina, che farà parte della pubblicazione che sta preparando su quel comune. Danillo Finco continua la sua puntuale ricerca sulla toponomastica del comune di Gallio, con risultati sempre nuovi ed avvincenti, che non riguardano solo il suo paese. Edoardo Sartori propone alcune storie di fatica e di emigrazione, che faranno parte della sua pubblicazione sullo stesso argomento, temi che devono essere ricordati nei nostri giorni così pieni di dimenticanza e di indifferenza , nei confronti di sofferenze e sacrifici sopportati dalle generazione che ci hanno preceduto. Il quaderno viene concluso dalla segnalazione di alcune opere che fanno parte dello scaffale dell’altopiano. La prima, Siben Alte Komoine, è il testo che accompagna il fotolibro di Sandro Brazzale , edito nel 1981 dalla Panda Edizioni di Padova, un fotolibro insuperato di poesia figurativa. Sono poi messi in evidenza tre pubblicazioni dei nostri giorni di qualificata cultura storica : il libro su “ Francesco Caldogno” di Bruno Maculan, il libro sulla “ Gente di Foza” di Luigi, Rossella e Gabriele Menegatti e infine il libro sui “Capitelli di Gallio” di Danillo Finco. CASA ROSSA! Loc.Kaberlaba Asiago Non solo pizza ma anche tante altre gustose specialità: PRIMI PIATTI - GRIGLIATE ecc.. Al Ristorante con il l’Altopiano Caseificio Pennar Asiago 8 Sabato 16 ottobre 2010 13 Ristorante Mini Bar, un piccolo locale da sempre sinonimo di grandi specialità “Mini bar – Cucina casalinga” me lo ricordo bene il primo, semplicissimo bigliettino da visita del ristorante che ospitiamo nella nostra rubrica dedicata alla scoperta di ricette a base di prodotti del Caseificio Pennar e dei ristoratori che le propongono. Stavolta non ho bisogno di farmi raccontare la storia del locale, visto che sono stati i miei genitori, al ritorno in Italia dopo aver trascorso dieci anni da emigranti in Australia, a costruirsi tra la fine degli anni sessanta e i primi anni settanta la nuova abitazione in cima al Kaberlaba, dove era nato mio padre. Con i risparmi messi da parte in anni di duro lavoro e sacrifici nell’ambito della coltivazione di tabacco in una isolata zona del Victoria, oltre all’abi- tazione per la nostra famiglia e a due piccoli appartamenti da affittare ai turisti nei mesi estivi ed invernali, avevano deciso di costruire un localino da adibire a bar. Lo desiderava mia madre che, appassionata di cucina e dotata di fantasia e creatività, si inventò questo lavoro per lei nuovo, considerando anche il forte richiamo turistico del luogo in quegli anni in cui lei e mio padre avevano deciso di ristabilirsi dopo aver entrambi lavorato lontano dai loro paesi. Il locale era di dimensioni molto ridotte, per questo decise di chiamarlo “Mini Bar”. La licenza di esercente le permetteva di servire ai tavoli anche dei piatti caldi, e LA RICETTA Fonduta di Asiago Dolce dei Pennar Per preparare la fonduta per 4 persone servono 3 etti e mezzo di formaggio Asiago Dolce e 200 gr. di panna liquida fresca. E’ importante usare la panna e non il latte, altrimenti la preparazione rischia di cagliare. Gli ingredienti da intingere possono essere tantissimi e diversi, a seconda della fantasia di chi prepara il piatto e di cosa si ha in casa. Massimo usa patate di Rotzo, quelle di piccola taglia, cotte con la buccia (che va lasciata) e patate Vitellote che hanno forma irregolare e la polpa viola scuro, e sono davvero particolari da vedere. Anche queste si cuociono con la buccia, ma vanno sbucciate prima di portarle in tavola: la sensazione che si prova nel metterle in bocca, con quel colore intenso, è strana, ma appena si assaggiano ci si rende conto che …. sanno di patata! Nel piatto mette poi delle fettine di carne secca di petto di fagiano (va bene però qualsiasi carne secca), dello speck, un canederlo tagliato a fettine, dadini di pane ai cereali, funghi porcini, noci, anche degli gnocchi di patata lessati…l’importante è che il piatto venga preparato con fantasia e sia ricco di gusti e colori. Il formaggio tagliato a dadini va fatto lentamente fondere mettendolo sul fuoco con la panna, quando diventa una bella crema densa si mette nel pentolino con la candela accesa sotto per mantenerlo caldo, si aggiunge un filo di olio crudo extravergine di oliva di buona qualità, si mette in centro della tavola e….si gusta allegramente il tutto in compagnia. pur senza offrire una scelta molto vasta, ben presto le sue specialità si fecero apprezzare e conoscere. Con le lasagne, gli arrosti, i toast “australiani” (che grazie a una tostiera particolare portata dall’Australia e che a quei tempi qui non esisteva, sigillava le fette di pan carré durante la cottura permettendo di farcirli con ingredienti abbondanti e diversi), ma soprattutto con le sue rinomate torte si fece negli anni una clientela molto affezionata. Non posso non citare l’apple-pie, la torta di mele che aveva imparato a fare in Australia e che ancora oggi tantissima gente mi dice di ricordare per la sua squisitezza e semplicità. Il Mini Bar fu della mia famiglia fino a dopo la metà degli anni ’80, quando mia madre decise che era giunto il momento di riposarsi un po’ dopo una vita di lavoro pesante, e vi- Il Mini Bar agli inizi sto che noi figlie avevamo preso strade diverse, venne deciso di vendere l’intero edificio. I nuovi proprietari, dopo aver fatto lavori e ampliamenti, pensarono di affittare il bar, che conobbe negli anni gestioni diverse, anche in quella che era l’idea di offerta alla clientela. Sono convinta però che se mia madre potesse vedere oggi il suo “piccolo bar” ne sarebbe orgogliosa e soddisfatta, perché la trasformazione che ne hanno fatto tre anni fa Massimo Spallino ed Elisa Mosele, gli attuali gestori, credo corrisponda al tipo di locale al quale avrebbe dato vita lei se si fosse trovata di questi tempi a inventarsi la sua nuova attività. Silvana Bortoli “Per fare un buon piatto è importante la qualità degli ingredienti” Massimo Spallino, chef e gestore del Ristorante Minibar, è di Vicenza, ma si considera da sempre semi-altopianese, visto che i suoi hanno iniziato a portarlo fin dai primi mesi di vita in villeggiatura a Treschè Conca, dove ha trascorso poi lunghi mesi estivi di vacanze scolastiche e periodi di ferie dal lavoro. E’ durante uno dei suoi soggiorni in Altopiano che, nel 1997, conosce Elisa, giovanissima ai tempi del loro primo incontro. Scocca una “scintillina” che per accendersi del tutto però deve attendere qualche anno, quando si incontrano nuovamente dopo che Massimo è stato a lontano per lavoro. Alla fine, stanco di far su e giù da Vicenza, decide di trasferirsi qui, e dopo un paio di stagioni da dipendente gli capita l’occasione di prendere in gestione il “Mini”. Lui è uno chef fantasioso e creativo, Elisa dal canto suo ha un bel bagaglio di esperienza come ristoratrice, essendo “figlia d’arte”: i suoi genitori Amanzio e Tiziana della “Vecchia Stazione” di Canove non hanno certo bisogno di presentazioni. Nell’arredamento del ristorante, davvero “cocco- ASIAGO PRESSATO D.O.P. - Prodotto della montagna E’ di gran lunga il formaggio Asiago più conosciuto . Chiamato anche Asiago Dolce per il delicato sapore di latte fresco. La stagionatura varia da 30 a 60 giorni. Per questo prodotto il Caseificio Pennar di Asiago ha conseguito il più prestigioso riconoscimento mai ricevuto da un caseificio e cioè la medaglia d’oro all’ESPOSIZIONE INTERNAZIONALE DI PARIGI nel lontano 1930. SERVIZIO REDAZIONALE lo” nel suo particolare e raffinato stile, c’è tutto il suo buon gusto. A completare la bellezza del locale c’è poi lo stupendo panorama che si domina anche dalle sue ampie vetrate: da quel punto del Kaberlaba la vista è meravigliosa! E la passione che Massimo ed Elisa mettono nel loro lavoro, si traduce in una calda accoglienza e in piatti ricercati. “Cerchiamo di fare bene” – commenta semplicemente Massimo quando sottolineo come nel giro di poco tempo lui ed Elisa siano riusciti a ritagliarsi un posto interessante nell’ambito della ristorazione altopianese. Parlando poi in particolare di piatti, sottolinea che “prima di tutto è importante che gli ingredienti usati siano di buona qualità”. Una qualità che può star certo di trovare nei formaggi del Caseificio Pennar, e in altri prodotti della terra altopianese. Sono infatti tutti ingredienti nostrani quelli che compongono il piatto che ci suggerisce di preparare: la Fonduta di Asiago Dolce dei Pennar. “E’ una ricetta che può fare chiunque, con ciò che ha in casa, aggiungendo a piacere altri ingredienti. Oltre al formaggio dei Pennar, ci metto patate di Rotzo, patate Vitellote coltivate a Canove, il pane nero ai cereali che pure acquisto a Canove, lo speck di Asiago, i nostri porcini. Può essere presentato come secondo piatto o piatto unico, ben si presta ad essere gustato in compagnia, senza fretta. Si presenta davvero bene e da quanto l’ho inserito in menù è molto apprezzato. Può essere anticipato, mentre si aspetta che il formaggio si sciolga, da un cestino in pasta brik (o fillo) con insalatina di misticanza, scagliette sottili di formaggio Malga Pennar, frutti di bosco freschi, carne secca, radicchio di Treviso, che insieme danno un colpo d’occhio bello e colorato”. Come coloratissima è la ricetta che proponiamo qui a fianco. Citiamo, tra le varie specialità del Minibar, anche la personale e più raffinata versione del semplicissimo “Fish & chips” con patate di Rotzo fritte, e mazzancolle o altro pescato fresco, passato in farina “0” e fritto in olio d’oliva nel wok, e poi, visto che si parla di fondute, quella di cioccolato con frutta fresca e secca, golosissimo dessert. 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 14 Inaugurati i lavori di restauro con una solenne processione IL SANTUARIO DELLA MADONNA DEL BUSO SI E’ RIFATTO IL TRUCCO Risanato , abbellito e completato questo luogo di grande fede mariana Domenica 10 ottobre festa grande a Gallio dove si è vissuta solennemente la cerimonia di “inaugurazione” del Santuario della Madonna del Buso dopo gli importanti lavori di restauro e completamento. Durante l’estate fervevano i lavori, là in fondo a quell’angusta valle dove questa testimoniannza di fede mariana è sorta ed è stata poi ricostruita dopo la Grande Guerra, e domenica, ultimati i restauri, se ne è voluto fare motivo in più, dopo i tradizionali appuntamenti del 26 maggio e del 26 luglio, di festoso e solenne momento di fede e di preghiera. Alle 14 di una domenica di sole splendente la processione ha preso il via dalla Chiesa Parrocchiale con la statua della Madonna trasportata su di un carretto trainato da un pony nero e scortata dagli alpini galliesi. “Il cammino a piedi vuole essere un gesto importante, significativo, con il quale vogliamo accompagnare Maria e nello stesso tempo affidarci a lei, al suo cuore immacolato, in questo luogo tutto particolare”, aveva scritto il parroco don Lauderio Dal Bianco nel promuovere l’appuntamento. E così erano molti i fedeli che hanno percorso il tortuoso tracciato che porta, attraverso le contrade galliesi di sud-est, giù fino alla strozzatura della Val Frenzela “dove il silenzio è protagonista” (come ha poi detto nell’omelia) e dove nel 1834 fra’ Battista Casera edificò il primo tempio mariano dedicato alla Madonna del Caravaggio che fu poi ricostruito nel dopoguerra ed inaugurato il 27 maggio 1927 (a questo luogo di culto è dedicato un ampio capitolo dell’interessantissimo volume “Gallio e i suoi Capitelli”, scritto dallo storico galliese prof. Danillo Finco e pubblicato dalla Parrocchia lo scorso Natale). Il luogo in cui sorge è particolarmente umido e questo, chiedeva prima di tutto un lavoro di risanamento dei muri, sia all’esterno che all’interno; ora è stato realizzato un vero marciapiede lungo l’intero perimetro che fa scorrere via l’acqua, mentre le acque piovane sono state tutte incanalate verso la valle, per “Gallio xe sempre in festa!” Dopo aver organizzato un ricco calendario di eventi per il periodo estivo, ecco che anche quest’anno la Pro Loco di Gallio ha pensato all’Oktober Ghel Fest, manifestazione che nella prima edizione ha richiamato e fatto divertire un gran numero di paesani e abitanti dei centri vicini. Se anche dovesse far freddo, come da previsioni per il week-end in cui si svolge la festa nel palatenda riscaldato presso il parcheggio Ghelpack, l’atmosfera si preannuncia piuttosto calda, grazie alla birra che scorrerà abbondante, ai piatti tipici dello stand gastronomico, e agli appuntamenti in programma, da quelli musicali, ai giochi con prove di abilità. Dopo l’avvio di venerdì 15 ottobre con la sempre irresistibile intrattenitrice Giusy Zenere e la musica dei Rockpuntoit, sabato 16 ottobre in programma musica tipica tirolese con il gruppo Die Schweinhaxen e, a mezzanotte, appuntamento con le “Sexy camerierine” e i “Sexy Boys”. Domenica all’ora di pranzo si tiene la festa della famiglia, seguiranno gli spettacoli de Les Etoiles de la Dance e il Mago G. La sera dalle ore 21 ballo liscio con l’orchestra Sonia Siparo Band, durante la sera estrazione della sottoscrizione a premi. S.B. Giusy Zenere evitarne il ristagno. Nel cortile antistante davanti al piccolo porticato del Santuario è stata realizzata una piattaforma semicircolare, sempre in porfido, utile per le occasioni in cui si celebrerà l’Eucaristia all’esterno. Tutto l’edificio è stato ridipinto ed all’interno si è preferito lasciare i sassi a faccia vista, per un buon tratto, sia per motivi “ambientali” legati all’umidità, che per un fattore estetico, mettendo così in mostra i sassi che sono stati utilizzati nella ri- costruzione dopo la guerra. Il tetto (la copertura precedente in tegola canadese era ormai consunta) è stato interamente rivisto, con una soluzione che ha visto anche il rifacimento di grondaie e pluviali in rame e che garantirà una buona durata nel tempo. Sono stati rifatti anche l’impianto di illuminazione e l’impianto audio e sono state apposte le inferriate alle finestre. A completare gli interni un bel crocifisso è stato posto sopra la porta della sacrestia ed è stato costruito un piccolo altare di pietra nell’abside che si intona molto bene al sasso a faccia vista dell’interno, donando un ulteriore tocco di bellezza. Altre due novità completano poi la facciata dell’edificio: sul timpano del piccolo porticato è stato posto uno stemma in legno, scolpito con maestria da Giorgio Munari, che propone anche una preghiera in latino che recita “Maria, ascolta ed esaudisci le preghiere della gente di Gallio”, mentre sotto al porticato è stata posta una pittura lignea, realizzata dal giovane galliese Cristian Gloder, che rappresenta, in maniera descrittiva e simbolica, il motivo per cui il Santuario è stato costruito. Il tutto ha richiesto un notevole impegno, sia a livello burocratico, organizzativo e gestionale che economico, con una previsione di spesa che, nonostante i lavori siano stati in parte eseguiti anche con il prezioso apporto di volonterosi, si aggira attorno ai 50 mila euro. Quello di domenica è stato un appuntamento di fede e di preghiera che ha visto una massiccia partecipazione, in questo luogo dedicato alla Madonna ed a cui i galliesi (ma non solo) sono tanto legati; dopo la messa concelebrata da don Valentino e don Lauderio (che nella breve ma intensa omelia ha sottolineato il ruolo di questo importante e sentito luogo di culto e di fede mariana), prima della benedizione finale, l’intervento del vicepresiente del Consiglio Pastorale per elencare gli interventi effettuati (che i presenti hanno avuito modo di apprezzare) ed il saluto del sindaco di Gallio Pino Rossi che, a nome dell’Amministrazione Comunale, ha espresso il compiacimento ed il ringraziamento alla Parrocchia per le molte e concrete iniziative portate a buon fine. “Il Santuario della Madonna del Buso meritava una profonda sistemazione e così è stato fatto – ha commentato con soddisfazione don Lauderio, che ha prima promosso e poi seguito personalmente con grande interesse, partecipazione ed impegno tutto l’iter, dagli indispensabili permessi ai lavori veri e propri – e così è ritornato ad essere un piccolo gioiello in questa gola profonda: bellissimo, adesso ancora più bello per chi lo torna a rivedere. Risulta direi splendido all’esterno e poi l’interno si carica di una atmosfera che è ancora più calda, con il quadro che è tornato al suo posto originale sopra la porta di ingresso dov’era un tempo, mentre al suo posto è stata posta la statua della Madonna del Cuore Immacolato di Maria”, quella stessa statua portata in processione dalla Chiesa Parrocchiale fin laggiù e che, dopo la benedizione, gli alpini hanno appunto collocato su di una mensola nell’abside di questo piccolo santuario dove affondano profonde radici di fede e di storia della gente di Gallio. Cesare Pivotto SPAZIO CINEGHEL INCEPTION Venerdì 15 ottobre, ore 20,30 Sabato 16 ottobre, ore 20.00 e 22.00 Domenica 17 ottobre, ore 17,30 e 20.30 BENVENUTIAL SUD Venerdì 22 ottobre, ore 20,30 Sabato 23 ottobre, ore 20.00 e 22.00 Domenica 24 ottobre, ore 20.30 STEP UP 3D Venerdì 29 ottobre, ore 20,30 Sabato 30 ottobre, ore 20.00 e 22.00 Domenica 31 ottobre, ore 17,30 e 20,30 Lunedì 1 novembre ore 17,30 e 20,30 8 l’Altopiano Sabato 16 ottobre 2010 15 “Ecco le nuove zone edificabili” Presentati alla popolazione i primi piani di intervento del nuovo PAT. - Rossi: “Con la perequazione si potrà dare avvio ad alcune opere pubbliche sia in centro che a Stoccareddo e nelle contrade” Presentati alla popolazione galliese i primi Piani di Intervento al PAT, e le scelte urbanistiche in essi contenute, dell’amministrazione dell’attuale sindaco Pino Rossi. Un incontro che ha visto una folta rappresentanza della popolazione che ha riempito il Cineghel per vedere i piani predisposti dagli stessi tecnici che hanno redatto il PAT. In pratica l’amministrazione comunale intende rendere edificabili alcune zone comunali ed altre aree di completamento urbano per realizzare opere di pub- blica utilità. Tant’è che sarà apportata una variante al PAT stesso per inserire le opere pubbliche previste dall’attuale amministrazione, così da divenire uno strumento urbanistico generale che coincida con la volontà dell’amministrazione stessa. Un do ut des che l’amministrazione Rossi considera necessario per “il rilancio dell’economia locale, in considerazione della grave crisi economica che colpisce anche Gallio oltre alla Provincia e alla Regione, così da poter dare avvio ad alcune ope- re pubbliche sia in centro a Gallio sia a Stoccareddo e nelle contrade, con l’unico scopo di dare a Gallio quelle strutture che possano rappresentare in futuro un polo di attrazione turistica”. “Noi considereremmo come “consolidate” le zone edificabili previste nei PRG del Gallio - Caccia e burocrazia giudiziaria “Siano risarciti quei cacciatori” La sentenza del giudice di pace rende in parte giustizia a due cacciatori promotori di un ricorso contro il Comprensorio Alpino di caccia n.5. Ora si dovrà provvedere al risarcimento Quattro anni di pratiche, raccomandate, ricorsi ed infine udienze davanti al giudice di pace, è questo il lungo percorso di una causa sorta per lo sconfinamento di alcuni cani da caccia oltre il limite preposto all’addestramento. Oggi finalmente la notizia di una sentenza che pone termine alla querelle, e rende in parte giustizia ai cacciatori che si vedono rifondere i danni per l’incongruo provvedimento disciplinare emesso dal Comprensorio Alpino di caccia n.5. I fatti. Il 25 maggio 2006 il cacciatore Claudio Cristofolini ed il collega Orlandino Baù portavano i propri cani in località Valbella per addestrarli alla ricerca della pastura delle lepri. I bravi segugi, trovata la traccia del selvatico, sconfinavano oltre il limite circoscritto e preposto per l’attività. “Il mio cane – precisa Cristofolini – era passato in un punto del prato ben lontano dalle tabelle di delimitazione, peraltro poste ad una distanza di 400 o 500 metri l’una dall’altra. Comunque la Polizia Provinciale ha applicato la normativa che prevede l’infrazione e redatto il verbale”. A questo punto Baù e Cristofolini, senza alcun ricorso alla contestazione della guardia venatoria, pagarono entro i termini previsti la somma dovuta. Effetto secondario. Successivamente a questi fatti, ben un anno dopo, il comitato direttivo del Comprensorio Alpino notificava ai due trasgressori la sospensione dall’esercizio dell’attività venatoria, a Cristofolini per una durata di 15 giorni, al Baù per un mese, da applicarsi nella stagione 2007/08, con decorrenza 16 settembre. Il provvedimento recante firma del presidente Natale Pompele, muoveva dall’interpretazione dell’articolo 29 del Regolamento Zona Alpi, ma di fatto secondo i legali di parte avrebbe posto in essere “un danno in termini personali, oltre che causa della perdita di chance per il mancato abbattimento di selvatici”. L’epilogo. La contestazione verso le suddette rispettive sospensioni si trasformava quindi in una causa civile contro il Pompele, con la motivazione, tra le tante nella citazione, di una errata applicazione dell’articolo 29, il quale prevede che il Direttivo può so- spendere il cacciatore dall’esercizio dell’attività venatoria nel caso di addestramento cani da caccia in periodo di divieto, per la durata di 5 giorni. Inoltre gli avvocati Alessandro Zocca e Luca Pancrazio, legali dei due cacciatori, segnalavano altre arbitrarie valutazioni del presidente, unitamente alla “violazione dell’art. 7 legge 241/90 che prevede la comunicazione all’interessato d’avvio del procedimento amministrativo con la forma dell’art. 8. L’omissione non ha permesso ai sanzionati un eventuale e scontato ricorso teso ad evitare il prolungato e ingiustificato periodo di inattività”. Per suffragare le proprie tesi e la richiesta di indennizzo, gli avvocati patrocinanti allegarono alla citazione in giudizio l’atto della Provincia che riduceva i giorni di sospensione a 5, dimostrando come per la Direzione Generale di Vicenza la sanzione del Comprensorio non fosse supportata dalla normativa. La condanna. Ed infine la sentenza pronunciata ad Asiago dal giudice di pace avvocato Massimo Tamburini. In essa si legge la condanna verso Natale Pompele, al quale si commina il pagamento delle spese legali e costi amministrativi, e dei danni a Baù e Cristofolini, unitamente all’obbligo di prendersi carico delle spese di lite. Il lungo iter per il contenzioso è pertanto giunto al capolinea, mettendo in risalto le colpe del presidente della Riserva, “reo inescusabile nell’emissione di provvedimenti”, spiega la sentenza. Il giudice Tamburrini quantificava l’indennizzo per il mancato esercizio venatorio in euro 300 a favore di Cristofolini e 450 per Baù. G.D.F. 1983 e 1998 con gli indici indicati nel PAT – spiega Rossi – Invece per le nuove aree inserite nel PAT dalla passata amministrazione come consolidato edificatorio, e quindi come nuove aree edificabili, intendiamo rivalutarle e, in ogni caso, assoggettarle all’applicazione della perequazione”. Le nuove zone di edificazione saranno la zona dello Spill, un’area in via Guido Neri indicato precedentemente quale parcheggio e un’area al confine con Asiago indicata precedentemente come area a attrezzata parco giochi e sport. Tra le indicazione del piano di intervento, l’amministrazione intende accogliere le richieste di edificazione per “prima casa” con un limite di 400 metri cubi ed un vincolo di 20 anni, ren- dere edificabili alcune zone del Comune, non applicare la perequazione per le zone di Ronchi Davanti, Ronchi di Dietro, Sambugari, Campanella e Stoccareddo, per incentivare la sistemazione del edilizia esistente e applicare una perequazione pari al 50% del valore commerciale che i terreni andranno ad assumere una volta resi edificabili specificando che i lavori di costruzione dovranno iniziare entro un anno e terminare entro tre anni. In questo ultimo caso l’importo della perequazione potrà essere “restituito” sotto forma di realizzazione di opere pubbliche, denaro o terreno. Le opere pubbliche da realizzare indicate dal Comune sono: acquisto di una casa alloggio per anziani e della colonia Cadore, ristrutturare la canonica e ampliare il cimitero con anche un parcheggio. Realizzare il piano parcheggi e marciapiedi, asfaltare strade e completare la sistemazione della strada Melette, realizzare alcuni sentieri ciclo pedonali, sistemare la Valle del Pakstall e la Val di Nos. Nelle contrade si pensa di sistemare il cimitero di Stoccareddo, la piazza, la viabilità e alcuni parcheggi. Alla Zaibena realizzare un parco giochi. A Bertigo realizzazione parcheggio, realizzazione marciapiede, sistemazione percorsi pedonali. Allo Xebbo asfaltatura strada e realizzazione collegamento dei sentieri con il centro di Gallio, opere similari sono previsti anche per contrada Stella e le Leghen. Gerardo Rigoni 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 16 In viaggio per le contrade dei 7 Comuni Se potessi scegliere, andrei a vivere in Contrà Rodeghieri. Su “ai Rodeghieri” come diciamo noi. Non è una cosa venuta in mente a me così, adesso tanto per dire. L’avevano già pensata, al tempo della ricostruzione, molti asiaghesi rientrati dal profugato. Esposizione soliva, montagne alle spalle: collocazione ideale in un paese a 1000 mt, dove queste due caratteristiche significano meno freddo, meno aria, ...più campi, più orti. Altri si opposero, per il legame profondo con le radici e il capoluogo altopianese riprese il posto che gli spettava nella conca, come “l’araba fenice che risorge dalle proprie ceneri”. E’ tra l’altro un’area in cui infiltra acqua: la “Rosa” (roggia - unico torrente perenne assieme al Ghelpack), si alimenta lì, quindi le caratteristiche per la dignitosa sopravvivenza di un capoluogo, c’erano tutte. (Lo testimoniano le numerose fonti presenti in tutta l’area: le “tre fonti” ai Rodeghieri, ricostruite con pietre del Mosciagh al posto di lavatoio, fontana e abbeveratoio; la fonte con lavatoio di S. Domenico; quella del Bosco, il fontanello in legno sotto Contrà Clamara e Bortoni...). Per insediarvisi, ne ha fatta di strada quel nome: gira per l’Altopiano da 750 anni! “Rodeghiero” (da hrodeger: giavellotto/guerriero famoso, dal latino rodegerius, poi longobardo e franco) è forse il cognome più antico Davide Rodeghiero Acconciatura e trucco da sposa e da sera Trattamenti tricologici mirati Check-up della cute e del capello Extension Manicure Accessori moda Bigiotteria Via J.SCAJARO ASIAGO Telefono: 0424 463694 “Ai Rodeghieri” dell’Altopiano, un patronimico che indica la discendenza da un tal Rodeger, uno dei pochissimi nomi originari portati dai cimbri dalla Baviera (nominato in un documento del 1160 a Frisinga). Fra i compagni di S. Francesco d’Assisi, troviamo Fratel Rodeger, diffusore della dottrina francescana in Germania, ma ci fu anche un Sir Rüdeger, protagonista del poema nazionale germanico cavalleresco: “Das Nibelungenlied”. Per la prima volta il nome è citato quassù ad Enego, il 5 maggio 1261 in un atto notorio del Podestà di Vicenza, Marco Quirino ed Enego - legato agli Ezzelini - compare per la prima volta in uno scritto già nel 1031. “Rodeger” non era uno qualsiasi, ma un uomo d’arme assoldato dalla nobile famiglia per difendere i confini a nord. In anni successivi i Rodeger divennero Rudigeri (a Conco Rotzo Lusiana), Rodegero, Rodigiero, infine Rodighiero e Rodeghiero e gli elenci telefonici sono pieni sia dell’una Placida Rigoni che dell’altra versione. A ben guardare il nucleo della contrada si allunga e si fonde dolcemente nel paesaggio con tutte le altre ai piedi del Katz (o monte B), dell’Interrotto e del Mosciagh: Bortoni, Camplan, Lamara, Bosco, S. Domenico, Büscar, tutte contraddistinte oltre che da una fonte, da una cappella votiva. Quella di contrà Rodeghieri è di piccole dimensioni, rifatta esattamente com’era e dov’era, con tanto di stoan platten come recinto, severa e piena di dignità. Ma di cosa vivevano “i Rodeghieri”? (...ma anche i Rigoni, i Costa, i Basso, che abitano da quelle parti, beati loro!). Di agricoltura e di allevamento, principalmente. Questo dicono le cronache e i ricordi di qualche anziano: Davide Rodeghiero, che l’agricoltore l’ha fatto fino a pochi anni fa e adesso di limita a dare una mano al genero, Giorgio Basso, in contrada Bosco. “Una volta la maggior parte delle famiglie qua ai Rodeghieri (una cinquantina circa) aveva bestie. I più fortunati una ventina, quelli “meno” 3 o 4, giusto per il fabbisogno familiare . Solo un paio di famiglie non ne aveva e per loro era dura. Ma vigeva il principio del mutuo soccorso e si praticava sostenendosi a vicenda. Molto del terreno, quello più favorevole e soleggiato era coltivano a grano, avena, orzo e lenticchie e ogni estate per una settimana arrivava la mietitrebbia dalla pianura: la sentivi arrivare da lontano per il rumore dei cingoli...una settimana di sudore, di polvere dalle granaglie e poi di festa. Io nell’orto coltivano un po’ di patate verdure e odori, ma per lo più barbabietole arancioni, da dare ai maiali, base della nostra alimentazione, assieme alle uova, al pollame e al formaggio. Si turnava la fienagione e si andava ad aiutare gli altri. Molti andavano a “strozzare” il legname e nel dopoguerra, Vino e birra “Alla Fonte” a far i recuperanti, per arrotondare. Ma non bastava, così alcuni facevano gli scalpellini nelle cave, altri i mastellai e molti sono emigrati, soprattutto verso l’Australia. Fra tutti, d’inverno spalavamo le strade fino a dove oggi c’è l’aereoporto, ognuno il suo pezzo, uomini e donne, anche per portare i bidoni del latte fino al carretto che lo raccoglieva per il casello della Costa. Solo dopo il ’50 il Comune ha messo a disposizione lo sgombro, ma capitava di restare chiusi dentro anche 3 giorni...”. Lo dice con serenità Davide, senza rimpianti, mentre gioca una partita a briscola con i nipoti, lo sguardo azzurro dei Rodeghiero, del suo avo Rodegar...Anche Placida Rigoni, novantenne, emigrata ai Rodeghieri da Contrà Camplan da bambina, ha gli occhi azzurri. E placida non lo è ancora, ma vivace, attenta, piena di ricordi. “Io non mi sono sposata: avevo uno spasimante più vecchio di 15 anni...no no! Ho preferito stare coi miei: prima abitavamo in quella casa gialla là dietro, poi nel ’50 abbiamo fatto questa e da qua non mi sono mai mossa”. Ora ci vive da sola e fino all’anno scorso coltivava l’orto, poi si è rotta l’anca e ora si cura solo dei suoi fiori... “Quanto ci siamo divertiti qua in contrada. Andavamo a ballare anche tutte le sere qua all’osteria alla Fonte, io mia sorella e i miei fratelli, che son andati tutti ufficiali in aviazione”. (E mostra orgogliosa una foto dove uno di loro viene decorato per eroismo dal duce). “E quanto ho lavorato...Ben ben, robe passate. Qua da noi in stalla venivano i vicini, che non avevan vacche a far filò, per scaldarsi. Qualche volta andavamo a ballare e mangiare fino a Camporovere, attraverso i campi e contrada Valle e al buio. Una volta, sapendo che c’erano i partigiani, arrivarono i tedeschi e l’ufficiale, piantò lo schioppo nella pentola dei crauti: un silenzio e gambe...Ogni festa dei Oto, il papà ci portava col carro (avevamo tre cavalli, noi!) e poi con la vaca mora a Vicenza alle giostre: tutte le facevamo! Adesso è finito tutto, son morti tutti, son rimasta solo io”. Una foto? “Speta che me petena...e intanto meto sù ‘l cafè. Eco, go catà sti fioreti par ela...” Beppa Rigoni Scit 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 17 In tanti a Lusiana per “Pomo e Pero” LUSIANA In occasione dell’undicesima edizione della mostra mercato “Pomo Pero”, a Lusiana tecnici e politici, tra i quali l’Assessore Regionale all’economia montana e al turismo Marino Finozzi, hanno discusso sulla diversità biologica e culturale come patrimonio da valorizzare per riqualificare il paesaggio e per favorire uno sviluppo sostenibile. Il Sindaco ha ripercorso la storia della manifestazione sottolineando la necessità di ricercare anche nuove coltivazioni. Il presidente dell’Associazione “Opfel on Pira” Antonio Cantele ha presentato la manifestazione lanciando un segnale di allarme per il futuro perché 11 anni fa erano partiti con l’intenzione di creare diversi campi catalogo nella zona per promuovere la biodiversità ma ci sono difficoltà a trovare ter- Aperta, con grande afflusso di pubblico, l’undicesima edizione della mostra mercato. Si chiude in questo weekend con una ricca serie di proposte reni. Sono stati realizzati due frutteti, uno alle Bose e l’altro a Laverda, ma anche quest’anno VenetoAgricoltura ha messo a disposizione 500 piante di mele e pere di specie antiche di pregio di frutta, ma ancora non si sa dove andranno piantate perché si attende la disponibilità di proprietari terrieri. Sulla biodiversità nell’Altopiano dei Sette comuni ha parlato Francesca Pesavento, botanica del giardino alpino di Monte Corno, che ha messo in evidenza la flora del giardino ricco di fio- ri, piante e rocce, tutte racchiuse in un sito che costituisce una meraviglia della natura. Ha proseguito con l’intervento per la parte dell’agricoltura il relatore della Coldiretti e il sig. Tondolo, dell’ecomuseo delle acque del gemonese che ha portato l’esperienza diretta di alcuni agricoltori che hanno recuperato un semente per riproporre il “pan di sorc”. Hanno concluso Bernardetta Palozzi e Roberto Battiston dei musei aderenti alla Rete Museale Altovicentino. Dopo il convegno si è tenuta l’inaugurazione della mostra all’ex cinema Comunale che ha posto in vetrina mele e pere per un’ottantina di specie, ma anche funghi e sul palco è stata riprodotta la fauna montana con camosci, caprioli, mufloni e cervi, curata dai cacciatori. Ha partecipato all’inau- gurazione l’Assessore Regionale al Bilancio e Enti Locali Roberto Ciambetti. Il sindaco Antonella Corradin si è complimentata con gli organizzatori per la completezza e la qualità dell’esposizione. Gli studenti dell’Istituto alberghiero “Lobbia” di Asiago hanno offerto leccornie e pasticcini realizzati utilizzando mele e pere. Domenica pomeriggio una gran folla si è riversata per le vie centrali di Lusiana per ammirare le dimostrazioni dei laboratori dei musei aderenti alla Rete Museale Altovicentino. Hanno riportato all’antico i balli rinascimentali del gruppo di Thiene. E’ stata data dimostrazione di spremitura delle mele con degustazione del succo e gli alpini hanno proposto i marroni spadellati. Sono ritornati i lavori di un tempo con dimostrazione di scultori e cesellatori del legno e realizzazione di sporte e capelli di paglia. Il programma prosegue questo fine settimana con una cena al Palazzon organizzata dai Gruppo Ristoratori di Lusiana e la proiezione di diapositive su “Prede e predatori (sabato 16 ottobre) al Palazzon a cura di Giancarlo Ferron. Nel pomeriggio è in programma un’escursione per riconoscere i funghi nel loro ambiente naturale con Gustavo Martini. Domenica torneranno i mercatini dei prodotti tipici con formaggi, miele, patate, salumi e carne secca. Al pomeriggio il gruppo ornitologico di Marostica farà volare i falchi e al teatro parrocchiale per i bambini della scuola materna ed elementare verrà messo in scena “Il gufo racconta storie di pomi e peri”. I ristoranti della zona, per tutto il mese di ottobre, proporranno piatti a cura di mele e pere. E.Z. pre attivamente con il Comune di Lusiana. La speranza è che, anche grazie a queste proposte, i ragazzi possano crescere in un clima di rispetto dell’ambiente vedendo il proprio territorio come un insieme di risorse da salvaguardare e non solamente da sfruttare, trovando un equilibro a volte difficile tra presenza dell’uomo e ambiente. Matteo Broglio Le transumanze autunnali sono coinvolgenti. Ad accompagnare le mucche che scendono dagli alpeggi con i proprietari delle bestie si uniscono intere famiglie con un nugolo di ragazzini che si divertono a seguire gli animali muniti di “cioche” e campanelli. Negli ultimi giorni sono diventate feste popolari le transumanze delle mucche scese dalle malghe di Marchesina, Pian di Granezza sul monte Corno, altre da Malga Mandriele fino a Santa Caterina di Lusiana e per ultimo la mandria dei fratelli Cristiano e Maurizio Cortese da Malga Verde a Santa Caterina di Lusiana. Una prima sosta per rifocillarsi gli accompagnatori della mandria l’hanno fatta sulla piana di Val Lastaro, una seconda tappa a Conco di Sopra e all’arrivo a Contrà Rovera di Santa Caterina. E.Z. Transumanze Puliamo il mondo 2010 Via i rifiuti dalle contrade Puliamo il Mondo è conosciuta a livello internazionale come Clean Up the World, una delle maggiori campagne di volontariato ambientale. Dal 1993 Legambiente ha assunto il ruolo di comitato organizzatore in Italia. Con questa iniziativa vengono liberati dai rifiuti e dall’incuria i parchi, i giardini, le strade, le piazze, i fiumi e le spiagge di molte città del mondo. Non è tuttavia solo l’occasione per rimboccarsi le maniche e rendere i nostri paesi e città più puliti e vivibili, ma anche un grande momento di integrazione e di lavoro di gruppo. Anche quest’anno il comune di Lusiana ha voluto aderire a questa iniziativa coinvolgen- do tutti i cittadini, ma in particolar modo gli studenti dell’Istituto comprensivo “P.M Pozza” per dare un segnale concreto e deciso. Nonostante il mal tempo abbia costretto a rimandare di una settimana, sabato 2 ottobre i ragazzi delle scuole primarie e secondarie, accompagnati dagli insegnanti hanno trascorso la mattinata a ripulire alcune contrade. Molto apprezzata è stata la partecipazione di alcuni genitori che hanno voluto dare l’esempio in prima persona. A sostenere questa iniziativa non poteva mancare il gruppo di Protezione Civile “El Corgnon” di Lusiana che, come in occasione del 1° Eco Day, ha voluto ribadire il suo im- Inaugurata Piazzetta Marchi In occasione della rassegna “Pomo pero” è stata inaugurata la ristrutturata Piazzetta Marchi di via Roma. La piazzetta è stata realizzata con lastre di marmo con al centro lo stemma scolpito del Comune. Il sindaco Antonella Corradin ha riferito sull’importanza dell’angolo nel cuore di Lusiana che può ospitare manifestazioni anche folcloristiche. La piazza è stata intitolata alla maestra Pellegrina Marchi, già proprietaria dell’area, un’insegnante delle scuole elementari della zona conosciuta per la sua affabilità. Sull’angolo è stato ricavato un palcoscenico e per l’occasione le donne hanno dato dimostrazione della lavorazione di prodotti e oggetti ricavati con la paglia. E.Z. pegno nella salvaguardia del territorio e nella promozione di comportamenti corretti rivolti in particolar modo ai giovani. Quest’anno si è deciso di ripulire le contrade nelle vicinanze del centro di Lusiana ed in poche ore si sono raccolti molti sacchi di immondizia ma, a differenza degli anni precedenti, si sono trovati meno rifiuti “ingombranti”( elettrodomestici, batterie esauste, materassi e mobili). Forse questo è un primo segnale di risposta alle campagne di sensibilizzazione che da anni si stanno facendo e soprattutto che i cittadini stanno utilizzando correttamente l’eco centro e i vari contenitori sparsi nel territorio. Al termine della mattinata tutti i volontari si sono ritrovati in Piazza IV Novembre dove hanno potuto rifocillarsi con una buona cioccolata calda e pasticcini offerti dal Gnomo’s Bar. Il Sindaco Antonella Corradin ha ringraziato prima di tutto i ragazzi per l’entusiasmo che esprimono sempre in queste iniziative, i loro insegnanti e il gruppo di Protezione Civile che collabora sem- Festa biancorossa: i giocatori danno buca Il fascino dell’antico faggio Ha compiuto 120 anni il faggio che si staglia nel prato adiacente al ristorante “Turcio” di Asiago. La pianta il cui disegno è stato esposto anche a New York, è alta più di 11 metri e la chioma misura in media sei metri e oltre di circonferenza. Durante la guerra del 1915-’18 all’altezza di quattro metri è stata colpita da una scheggia di granata e in quel punto presenta una capitozzatura. La pianta conserva il fogliame rosso fino a tardo autunno ed è oggetto di ammirazione da parte dei turisti. E.Z. Arena, Mietto e il presidente e vice del club biancorosso “Mario Ronzani” Garzotto e Cogo Piazzetta Marchi. Al ristorante “Alla Rosa” si è svolta la cena sociale del club biancorosso “Mario Ronzani” presieduto da Sandro Garzotto. Erano presenti il presidente del centro di coordinamento Luigi Arena e Bruno Mietto. “La società del Vicenza calcio – ha detto - ci aveva garantito la presenza di due giocatori che però non sono intervenuti e questo ci dispiace perché la presenza di giocatori è uno stimolo per gli sportivi ed è una vergogna che il Vicenza non abbia mantenuto la promessa. Saremo comunque vicini alla squadra che ha bisogno del nostro apporto”. E.Z. Nella foto, l’antico faggio del “Turcio”. 8 Sabato 16 ottobre 2010 FOZA l’Altopiano 18 Buco da 300 mila euro in bilancio Lunardi “La colpa non è nostra” L’ex sindaco: “Abbiamo lavorato per risolvere vari problemi lasciando un comune in salute” A che punto sono le indagini della Guardia di Finanza di Vicenza, diretta dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Bassano, inerenti ad un presunto, come recitava il comunicato stampa della GdF “articolato disegno criminoso per turbare una gara indetta dall’amministrazione comunale di Foza per l’aggiudicazione di un terreno demaniale da adibire a cava di marmo”. Se lo chiede l’ex sindaco di Foza, ed oggi consigliere di minoranza, Carlo Lunardi. E chiede delucidazioni ufficialmente con un’interrogazione scritta dibattuta di recente in consiglio comunale. La nota vicenda risale alla primavera scorsa quando la procura bassanese ha accusato “l’attuale sindaco Giovanni Oro ed il tecnico esterno delegato dal 2004 agli affari relativi al patrimonio Roberto Costa, previo accordo con il cavatore Alfonso Colpo, di aver predisposto nel novembre 2005 un bando di gara per l’aggiudicazione di un terreno demaniale alla società Alfonso Colpo; il motivo di tale accordo illecito è stato individuato nella volontà dell’imprenditore stesso, già titolare di una concessione estrattiva adiacente all’area demaniale oggetto della gara, di sfruttare l’area attigua non per estrarre il marmo bensì per fruire di un collegamento diretto tra la cava di proprietà e la strada provinciale”. “Non ci sto che il sindaco, per deviare l’attenzione, indichi nella mia amministrazione la responsabilità di un buco di 300 mila Euro nelle finanze comunali – ha affermato Lunardi anche nell’ultimo consiglio comunale – Ricordo che la concessione della cava “Valla” è stata sino a giugno 2004 regolarmente onorata dalla Euro Marble Srl; il 13 giugno 2004 è cambiata l’amministrazione e sono iniziati i primi problemi tra il sindaco, il suo tecnico Costa e la ditta, ragion per cui il contratto è stato rinegoziato. Tengo a pre- cisare che nemmeno durante la rinegoziazione del contratto l’amministrazione Oro abbia richiesto alla ditta Euro Marble una polizza fidejussoria a garanzia del contratto. In più la ditta Euro Marble ha continuato a onorare i suoi impegni sino al 31 maggio 2006. A partire dalla rata di novembre 2006 e sino a luglio 2009, mese nel quale la ditta Euro Marble è stata dichiarata fallita, più nessun importo è stato versato. Anche perché dal luglio 2005 a febbraio 2007 e da ottobre 2007 a giugno 2008 l’amministrazione comunale ha impedito alla ditta l’attività estrattiva”. “Chiedo quindi – ha concluso l’ex sindaco – Se ad una ditta viene impedito di lavorare, dove trova i soldi per onorare i contratti? Perché si è accorto solo di recente del cosiddetto “buco”, e non se ne è reso conto in fase di approvazione dei bilanci comunali? E se c’erano problemi di bilancio perché ha fatto deliberare atti che riteneva irregolari? Perché non ha richiesto una polizza fidejussoria alla ditta C&C Marmi Srl? Perché non ha messo in mora la ditta Euro Marble quando ha visto che non onorava i propri impegni? Ricordo che Carlo Lunardi e l’Amministrazione da lui guidata , non sono mai stati indagati, e non sono mai finiti sui giornali, per fatti gravi come quelli che Le sono stati recentemente contestati dalla Magistratura. E hanno lasciato un Comune in salute perché hanno lavorato a sistemare i problemi lasciati da altri; hanno lavorato invece di seminare zizzania”. “Quando ci si trova di fronte a questioni di rilevanza penale è necessario il rispetto dell’individualità delle persone – risponde Oro - In generale, il problema delle cave si è manifestato a Foza come in altre zone. Per un certo periodo, intorno agli anni 2000, in ragione di una concorrenza molto forte, si è riscontrata una decisa lievitazione dei prezzi del marmo. A Foza, nell’anno 2004, ci si è trovati di fronte ad una situazione di monopolio del marmo anomala e immotivata. Si è verificato il problema di un contratto anomalo, con assegnazione di tre ettari e mezzo di bacino di cava a prezzo fuori mercato senza previsione della rivalutazione monetaria e, in particolare, senza prestazione di cauzione. In merito, la questione è già inoltrata alla Corte dei Conti e si farà una segnalazione alla Procura perché valuti eventuali profili di abuso d’ufficio. I fatti si chiariranno; il problema reale è il mancato introito variabile da 250 mila a 300 mila euro dei canoni di Cava Valla”. Gerardo Rigoni Frazione Stoner Ancora tensioni tra eneghesi e “foresti” ENEGO “Anch’io ho comperato casa ad Enego; non ho perso la felicità, ma nemmeno ho trovato la serenità che luoghi cosi ameni dovrebbero regalare “. Emilio Farina dà più ragione ad Alessandra Zugno e a Diego Dalla Palma che al primo cittadino intervenuto a difesa dei suoi concittadini. E lo fa con documenti e fotografie alla mano per dimostrare quanto poco sono tollerati “i zaleti” dagli eneghesi doc. “Ma quali eneghesi doc – sbotta il pensionato bergamasco che da 20 anni è proprietario di una casa in frazione Stoner e da 2 ha la residenza eneghese – Io ho spo- Emilio Farina: “Trattato male per un tombino”. Dovrebbe servire a liberare la strada dalle acque piovane e di disgelo. Inserito nel piano del 2008, ma non ancora realizzato sato una eneghese doc, da 43 anni vengo ad Enego; poi 20 anni fa la decisione di costruire una casa quassù dove abbiamo trascorso ogni festività, ogni fine settimana, ogni festa comandata e famigliare”. Ed è dalla costruzione della casa che sono iniziati i problemi per Farina. Atto a contendere la realizzazione di un tombino di scarico per liberare la strada dalle acque piovane e di disgelo che si accumulano proprio davanti alla sua abitazione in un avvallamento di oltre 10 metri di lunghezza e 20 cm di profondità. Un tombino finalmente inserito nel programma dei lavori pubblici del 2008 ma poi, con il cambio dell’ammi- nistrazione, rimasto solo una proposta. Una situazione che costituisce anche un pericolo. Come hanno constatato anche i carabinieri di Enego sul rapporto poi inviato al Comune: “L’avvallamento è tale da costituire insidia e pericolo stradale” . Il Comune è intervenuto immediatamente ponendo due cartelli stradali segnalando l’avvallamento ma del tombino nulla. “Quando passano le auto inondando la casa che è posta sotto il livello stradale – spiega Farina - In più le grondaie di alcuni dirimpettai scaricano sulla strada aggiungendo acqua a quella già che si ferma, ed è da qui che iniziano le tensioni anche con gli eneghesi”. “Poi sono anche il primo a riconoscere che ci sono eneghesi corretti e rispettosi, ho trovato alcuni amici veramente cari qui – conclude – Però devo constatare che molti, troppi, hanno il vizietto dell’arroganza e della supponenza. Però io non farò come Diego Dalla Palma, io mi fermerò perché amo Enego e sono convinto che l’ignoranza e lo xenofobia saranno, presto o tardi, superati”. “Del tombino siamo a conoscenza e appena fondi e tempo ce lo permetteranno eseguiremo l’opera promessa – replica l’assessore ai LLPP Giovanni Cantele – Noi abbia- mo scelto di eseguire il maggior numero di lavori pubblici con forze proprie per risparmiare, realizzando quest’anno lavori per 150 mila euro solo a Stoner; è una scel- ta che richiede pazienza da parte dei cittadini, che sono tutti uguali e non di serie A e serie B come si vuole far credere”. Gerardo Rigoni Festa ad Enego per Pasqualon E’ proprio un ragazzo pacifico Andrea Pasqualon, evidentemente non ama il clamore, in effetti dopo essere inciampata sulla notizia che nella prossima stagione entrerà a far parte a pieno titolo della ambita categoria dei ciclisti professionisti, sono inciampata anche nella notizia che in paese si terrà una festa, giustamente per applaudire un traguardo di tutto rispetto, guadagnato dopo una stagione particolarmente brillante e ricca di successi. Ma anche nei festeggiamenti la linea imperante sembra quella della moderazione, giusto per non perdere il contatto e tenere i piedi sempre ben fissi a terra! Allora Andrea, ho sentito che si terrà un bella festa in tuo onore prossimamente…. “Sì, sabato 23 ottobre prossimo, presso il capannone ad Enego, dalle 20, si festeggerà il mio passaggio tra i profes- sionisti, nella formazione COLNAGO-CSF INOX, è una festa che ho organizzato io per i miei amici, ci sarà da mangiare e musica dal vivo, ho invitato anche alcuni ciclisti professionisti che mi auguro possano venire, come: Davide Malacarne professionista da 3 anni, Matteo Tosato, presente anche nel recente Campionato Mondiale e soprattutto ci sarà tutta la mia squadra della Zalf di Castelfranco Veneto, il gruppo con il quale ho corso negli ultimi 2 anni, e poi ci saranno tutti i miei tifosi e amici. Il Comune inoltre concede il patrocinio, e oltre a mettere a disposizione il Capannone, l’Assessore allo Sport Dalla Costa si è attivato per lo speaker della serata, Argesi, e per le riprese televisive. Quando ad agosto ho ricevuto il trofeo di sportivo dell’anno, si era ipotizzata questa festa, e per fortuna adesso si può realizzare!” Il tuo fans club …. ? “Anche se non dovrei, so che si sta componendo questo gruppo di affezionati, un club nato tra Enego e Tezze sul Brenta, a promuoverlo naturalmente amici e parenti, per la precisione i cugini che ho a Tezze, paese natale di mia mamma. Alla festa naturalmente ci saranno e …. faranno la loro parte!” Hai terminato con gli impegni da dilettante? “Domenica 17, a Ivrea correrò il Giro del Canavese, ultima gara da dilettante, categoria a cui darò proprio l’addio …..( nella voce un pizzico di emozione) poi ci sarà la festa e quindi partirò per una vacanza, 20 gg di riposo e poi si riprende”. Una nuova avventura per questo bravo atleta, a cui va un grande “In bocca al lupo”! Stefania Simi 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 19 L’AVVOCATO RISPONDE LA RUBRICA DELLA PSICOLOGIA La difficile comprensione ESENZIONE DEL CANONE della violenza umana e il rischio RAI PER GLI ULTRA della banalizzazione in tv SETTANTACINQUENNI Sebbene scettico nei riguardi di chi tenta, attraverso la carta stampata o la televisione, di spiegare in modo spicciolo e riduttivo le numerose e macabre vicende di cronaca nera, siano essi esperti o presunti tali o semplici cronisti alla ricerca del sensazionalismo e dell’allarmismo più becero, mi sento spinto comunque a fare una riflessione generale di tipo psicologico sul tema della violenza e degli episodi di aggressività irrazionale di cui tanto si è parlato negli ultimi mesi. Mi riferisco sia agli episodi sciagurati degli omicidi intrafamiliari, magari adombrati della componente sessuale, sia ai numerosi atti di aggressione fisica tra vicini, tifosi o, peggio ancora, sconosciuti. Se ci basiamo sull’esponenziale visibilità data dai media a tali eventi, dovremmo pensare che stiamo andando a rotoli; se in parte è palese che stanno emergendo casi di fragilità profonde e d’incapacità di mantenere il controllo degli impulsi, mi pare che l’eccessiva esposizione alla cronaca nera distorca la reale portata del fenomeno: l’uomo è lupo per l’uomo da quando ha fatto comparsa su questa terra. Il dato nuovo è che la violenza sta progressivamente aumentando anche nei contesti apparentemente più sicuri (la famiglia, la scuola, il proprio condominio o il vicinato). Occorre quindi una seria riflessione sui meccanismi alla base di tali comportamenti per scongiurarne una deriva ancor più pervasiva. Mi riferisco ad esempio alla facilità con cui le persone, raggiungendo rapidamente una soglia di rabbia ed emotività di tipo distruttivo, passano all’atto, ovvero rompono i confini dell’autocontrollo per agire con “inaspettata” violenza e ferocia nei confronti del prossimo, che diventa oggetto di riversamento delle pulsioni primordiali. Sottolineo ironicamente il termine “inaspettato” perché si spendono fiumi di parole ed energie nel tentativo, a mio parere spesso ridicolo e ai soli fini utilitaristici (per aumentare l’audience, per riempire un vuoto tra i servizi del telegiornale o per fare pseudo criminologia in tv che tanto va di moda ora), di trovare spiegazioni al raptus, all’impulso omicida, alla violenza carnale. Posso capire la naturale curiosità del perché il vecchio zio, uomo semplice e legato alla terra, si tramuti improvvisamente e senza apparenti motivi in un orco omicida e stupratore. Faccio però fatica a pensare che le trasmissioni in prima serata, il parere dell’esperto di turno o le indiscrezioni ricavate dalle perizie dei consulenti tecnici di parte possano essere occasio- ni adeguate per far luce, in modo comprensibile, su tali intricate vicende. Innanzitutto, scoprire le ragioni di un omicidio-suicidio, di un’aggressione destrutturante che finisce in tragedia, di un abuso sessuale intrafamiliare, richiede un approccio talmente complesso e clinicamente rigoroso che il risultato dell’analisi spesso non è “fruibile” dai media e dall’opinione pubblica, i quali utilizzano un linguaggio ipersemplificato, immediato, poco propenso alla mentalizzazione astratta e ragionata. Così chi ne esce sconfitto non è l’industria televisiva o l’accanito criminologo dall’onorario esorbitante, ma lo spettatore, che al termine delle trasmissioni si ritrova con un pugno di mosche e con il dubbio se potersi fidare ancora del vicino dirimpettaio. I comportamenti sono il prodotto finale di una macchina complessa qual è la mente umana che qualsiasi “breviario” non permette di comprenderne i meccanismi interni con sufficiente grado di approssimazione. Ad esempio, non si può liquidare un comportamento violento con il solo appellarsi a fantomatiche diagnosi psichiatriche, pena una reificazione di senso; sarebbe come dire che il paziente ha la febbre perché…ha l’influenza. Capite bene che non si risolve il problema dell’origine del disturbo. Inoltre, alla domanda se lo zio orco fosse in preda ad un raptus e se è credibile l’ipotesi dell’amnesia traumatica di tipo difensivo, non risolve le domande relative all’orrore dell’atto. La risposta è sempre più complessa. Probabilmente, talvolta la furia accecante dell’omicida nasce da un’escalation di rabbia covata da giorni, mesi, anni, mentre in altri casi scaturisce da una frattura improvvisa dell’equilibrio interno in cui i bisogni primordiali e gli impulsi più immaturi fuoriescono avendo la meglio rispetto alla capacità di autocontrollo e di percezione del limite. Anche per quanto riguarda l’amnesia il discorso è analogo. Può essere verosimile che la persona isoli l’episodio in un nucleo mnestico che viene tenuto fuori dalla consapevolezza, come invece che menta clamorosamente. Capisco che la curiosità è tanta, e che poter dare nome a tali mostruosità ci fa sentire bene e ci fa prendere una rassicurante distanza dai nostri peggiori fantasmi. Eppure, la verità è che siamo una razza imperfetta è forse nemmeno così buona come pensiamo. Esistono molte persone con sofferenze arcaiche spesso invisibili, incrinature psichiche che solo in certe circostanze vengono fragorosamente allo scoperto quando si sommano più fattori scatenanti. In un mondo fatto di apparenza dove la confezione è più importante del contenuto, molte situazioni di disagio, di marginalità, di dolore intrapsichico e di deprivazione emotiva non saltano agli occhi se non quando l’equilibrio si rompe definitivamente.Allora accade che il vicino o il parente affermi di non aver mai notato nulla e che mai ci si sarebbe aspettata una reazione tale da una persona mite ed equilibrata. Invece, dentro l’individuo può costruirsi nel tempo un senso distorto della realtà quando si subiscono ripetute condizioni di malessere, stress, frustrazione o rabbia non mediati dal dialogo, dalla relazione, dalla crescita emotiva. La mente può reggere pressioni indicibili, ma può crollare nel momento in cui il tentativo di dare senso al proprio vissuto e di sopravvivere psichicamente non trova successo, in concomitanza con una profonda immaturità emotiva. Andare a vagliare e a comprendere questi meccanismi è complesso, lungo e difficile; inoltre, prevede una conoscenza precisa della storia della persona, dei suoi sentimenti, dei significati che magari non hanno mai avuto parola. Pertanto, banalizzare è impossibile. Stefano Rigoni, Psicologo Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale Tel. 338.2919597 – E-mail: [email protected] Con la circolare n.46/2010 l’Agenzia delle Entrate ha indicato le modalità per ottenere l’esenzione dal pagamento del Canone Rai da parte dei contribuenti ultra 75enni -esenzione introdotta dalla Finanziaria 2008 (legge 244/2007, art.1 comma 132)- e le disposizioni su come ottenere il rimborso retroattivo dei canoni pagati negli anni che vanno dal 2008 al 2010. L’esenzione dal pagamento del Canone RAI potrà essere richiesta dai soggetti che abbiano compiuto il 75simo anno di età entro la scadenza del termine di pagamento del canone stesso. Per ottenere l’esenzione dal 2011, infatti, il 75simo anno di età dovrà essere compiuto entro il 31 gennaio del prossimo anno e per ottenere l’esenzione dal secondo semestre 2010 -in ca s o d i p a g a m e n t i semestrali- il 75simo anno di età dovrà risultare compiuto entro il 31 luglio di quest’anno. I soggetti richiedenti, inoltre, dovranno avere un reddito che, unito a quello del coniuge, non superi complessivamente i 6.713,98 euro annui (ovvero 516,46 euro per tredici mensilità). A tal fine dovranno essere presi in considerazione tutti i redditi -anche quelli non soggetti a tassazione IRPEFrelativi all’anno precedente a quello per il quale si intende fruire dell’agevolazione. Saranno compresi, quindi, i redditi imponibili desumibili dal CUD o dalla dichiarazione dei redditi (al netto degli oneri deducibili), nonché i redditi soggetti ad imposta sostitutiva o ritenuta (come gli interessi maturati su conti bancari, postali, BOT, CCT e altri titoli di Stato), tutti i proventi di quote di investimenti e i redditi percepiti all’estero. Andranno conteggiate anche le retribuzioni corrisposte da enti od organismi internazionali, rappresentanze diplomatiche consolari, missioni, o quelle corrisposte dalla Santa Sede, da enti gestiti da essa o da enti centrali della Chiesa Cattolica. Non andranno conteggiati, invece, i redditi esenti da IRPEF (pensioni di guerra, rendite INAIL, pensioni di invalidità), i redditi derivanti dall’abitazione principale, i trattamenti di fine rapporto e gli altri redditi assoggettati a tassazione separata. I soggetti richiedenti, infine, non dovranno essere conviventi con altre persone, diverse dal coniuge, che abbiano un reddito proprio. Si noti che l’esenzione in questione riguarda esclusivamente l’apparecchio televisivo detenuto presso l’abitazione di residenza. Per ottenere l’esenzione occorrerà compilare un modulo -consistente in una dichiarazione di possesso dei requisiti- approntato dall’Agenzia delle Entrate che andrà consegnato o spedito per raccomandata a/r (piegando il foglio, senza busta) entro il 30 aprile dell’anno a partire dal quale si intende usufruire dell’esenzione (stante l’aver compiuto i 75 anni entro il 31 gennaio). Nel caso di canone semestralmente con compimento del 75 anno di età che garantisca l’esenzione per il secondo semestre l’invio dovrà avvenire entro il 31 luglio. Il modulo (dichiarazione sostitutiva) è scaricabile al seguente link: http:// www.agenziaentrate.gov.it/ wps/wcm/connect/nsilib/nsi/ strumenti/modelli/modelli+di +istanza_richiesta_domanda/ canone+rai+richiesta+esenzione +istanza+rimborso ed andrà inviato a AGENZIA DELLE ENTRATE - Ufficio Torino 1 S.A.T. - Sportello abbonamenti TV - 10121 – Torino, allegando copia di un documento di identità. La consegna a mano, invece, potrà essere effettuata presso qualunque ufficio locale o territoriale dell’Agenzia delle Entrate. Il rimborso dei canoni già versati, invece, spetta ai soggetti che già posseggano i requisiti per l’esenzione (ovvero per gli anni per i quali risultino maturati i requisiti di età e reddito) e che abbiano regolarmente pagato i canoni dall’anno 2008, anno dal quale il rimborso può aver inizio. Ciò vale a dire che i soggetti che hanno compiuto i 75 anni entro il 31 gennaio 2008 potranno chiedere il rimborso dal 2008 in avanti, quelli che hanno compiuto i 75 anni entro il 31 gennaio 2009 potranno chiedere il rimborsi a partire dal 2009, etc. Anche per ottenere il suddetto rimborso andrà compilata una domanda predisposta dall’Agenzia delle Entrate, che dovrà essere presentata unitamente alla richiesta di esenzione per gli stessi anni per i quali si chiede il rimborso. Il modulo è scaricabile al medesimo link indicato in precedenza ed i rimborsi avverranno in un momento successivo, con comunicazione dell’Agenzia, mediante pagamento in contanti presso gli uffici postali. Si sottolinea che per ogni abuso relativo al diritto di esenzione è comminabile una sanzione amministrativa variabile da 500,00 a 2.000,00 euro per ciascuna annualità ed ulteriori sanzioni penali possono essere applicate relativamente alle false dichiarazioni eventualmente rese nella compilazione del modulo di autocertificazione. Avvocato Serena Baù I lettori che vogliano sottoporre domande su qualsiasi questione di carattere legale al nostro avvocato possono inviare una mail all’indirizzo [email protected] o scrivere a “L’avvocato risponde – Giornale Altopiano, Via Monte Sisemol, 9 36012 Asiago (Vi)” 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 20 I NOSTRI EMIGRANTI Un pioniere dell’emigrazione in Australia La storia di Stefano Stefani “buon individuo e grande lavoratore”, padre del senatore Julian Nel 2006 ebbi l’opportunità di un viaggio in Australia, un mese ospitato dai cugini e non vi dico l’accoglienza della nostra gente, ti fanno capire quanto sono riconoscenti a quella terra che ha permesso loro di vivere, crescere e… sperare. Sono anche orgogliosi per i tanti italiani che là si fanno onore. Così vengo a conoscenza che c’è un senatore ad Adelaide di nome Julian (Giuliano) Stefani figlio di Stefano Stefani e Marina Rodighiero. Qui vi racconto di Stefano Massimiliano Stefani, papà del senatore, figlio di Stefano e di Baù Catterina, nato a Sasso di Asiago in Contrà Mori il 2 settembre 1901, là esiste ancora la casa paterna. Ben presto Stefano e la sorella restano orfani della mamma e ciò non ne facilita l’infanzia; il papà cerca aiuto e decide di sposare una “ragazza madre” di Gomarolo di Conco. Stefano e la sorellina crescono in un clima famigliare che non è più quello di prima, Stefano comunque aiuta la famiglia andando a tagliar legna e a fare carbone nei boschi dell’altopiano; nel 1916 subisce, come tutti gli altopianesi, 4 anni di duro profugato. Nel 1923 Stefano sposa quella che sarà la compagna della sua vita, la ventenne Marina Rodighiero di Conco. Vivono alcuni anni a Sasso con il papà e la matrigna, ma nel 1925 sente di una terra lontana dove c’è lavoro: rompe gli indugi, parte per l’Australia e dopo 40 giorni di nave arriva a Melbourne. Inizia così la sua “traversata” da emigrante lunga una vita. Trova impiego come carpentiere, ma da subito il lavoro scarseggia e Stefano si sposta a Sydney (1000 km più a nord) dove resta per due anni; arriva la depressione del’29, l’economia si ferma e ritorna al Sud dove trova lavoro come boscaiolo. Il lavoro non manca, ma non arriva la paga pattuita. Allora assieme ad altri amici accetta di unirsi in una specie di cooperativa per costruire una strada interpoderale che serve ad un grande allevatore. Arrivano i primi veri soldi e Stefano comincia a respirare aria nuova. Finita la strada si sposta ad Adelaide dove trova lavoro come carpentiere nella costruzione della ferrovia Adelaide – Darwin, un lavoro duro ma ben pagato. Nel 1930 insegue, con un amico inglese, il miraggio dei cercatori d’oro in Nuova Guinea (allora territorio australiano). Anni difficili anche se gli indigeni volevano bene a Stefano perché era molto paziente con loro. Nel 1935 Stefano torna per la prima volta in Italia, si ferma sei mesi a Conco, dove la famiglia si era spostata. Ritorna in Australia per la seconda volta, ma nel 1938 rientra in Italia per la morte della terza figlia Giovanna di due anni. Nonostante abbia 37 anni, deve andare soldato in Abissinia (Africa); fortunatamente nel 1939 viene congedato così può ritornare in famiglia a Gomarolo. Intanto nasce Giuliano (il futuro senatore) e Stefano se ne ritorna per la terza volta in Australia dove trova subito un buon lavoro, ma nel 1940 l’Italia dichiara guerra all’Inghilterra e lui viene internato dagli inglesi-australiani quale “nemico”! assieme a lavoratori giapponesi in un campo di prigionia ad Orange. Qui devono lavorare coltivando verdure, allevando maiali, inoltre coltivano l’oppio che serve per produrre la morfina che era molto richiesta dalle nazioni in guerra. Al campo di prigionia n° 9 resta, pur lavorando senza paga, per 42 mesi fino al 1945. A Conco intanto la famiglia tira avanti con i pochi risparmi. Stefano viene rimpatriato, spera che la vita di emigrante sia finita ma la situazione economica in Italia, e particolarmente in Veneto, è disastrosa. A questo punto a Stefano non resta che ritornare per la quarta volta in Australia. Dopo tre anni, non resiste alla nostalgia della famiglia lontana e con la scusa del matrimonio di Caterina, la primogenita, ritorna per l’ennesima volta in patria dove, nonostante la sua specializzazione in carpenteria, trova lavoro solo a Milano. E’ un uomo deluso perché a fine mese resta ben poco per la famiglia e Stefano, “consigliato dalla Madonnina di Milano”, nel 1949, se ne va per la quinta volta in Australia, ancora da solo. Stefano, “buon individuo e grande lavoratore”, come scriveva nel suo rapporto il sergente del campo di prigionia, nel 1950 chiama la famiglia nella terra dei Canguri anche se è dovuto ricorrere ad un prestito per pagarne il viaggio. Così Stefano a cinquant’anni prosegue la sua “traversata” da emigrante con la sua famiglia. L’entusiasmo per la famiglia vicina lo sprona a tener duro, in pochi anni riesce saldare tutti i debiti e ad acquistare la sua prima casa. La nostalgia dell’Altopiano si affievolisce, Stefano trova lavoro e Giuliano frequenta con profitto le scuole. Finalmente sul volto di Stefano si legge contentezza e serenità. Stefano con la sua Marina trascorre gli ultimi anni nella sua bella casetta di Adelaide dove nel 1983 termina la sua “traversata” chiudendo per sempre quegli occhi che videro il mondo dell’emigrazione più tribolata, sofferta ma sempre dignitosa ed onesta con l’orgoglio del figlio del boscaiolo-carpentiere essere eletto Senatore di un grande paese. Stefano Stefani ha dato la vita per far crescere l’Australia e come lui altri centinaia di migliaia di italiani hanno fatto lo stesso. I primi italiani che arrivavano in Australia negli anni ’20 erano considerati dagli inglesi una “razza inferiore”, ma ben presto si accorsero che erano una “razza superiore” ed ancora adesso esponenti del governo centrale affermano che se non ci fossero stati gli italiani, l’Australia non sarebbe quella che è oggi. Amerigo Baù (Notizie tratte dal libro di Silvano Girardi edito da “4 ciacole” di Bruno Pezzin). - capitolo 4 di Luca Trapani - Nonno, ci pensavo ieri sera... ma se davvero esistevano le foreste, voglio dire - come erano, e, che fine hanno fatto? Freajoch gongolò a sentirsi porre quella domanda. - Facciamo progressi: curiosità! Magnifico. Lascia che mi accenda la pipa. - La prima cosa che devi sapere, - proseguì Freajoch, - è che una foresta, in tutti i sensi, non era una cosa da poco. Ai piedi dei tronchi cresceva ogni sorta di arbusto, erbaccia, cespuglio, e gli uomini dovevano aprirsi a forza dei sentieri se volevano camminarci comodamente. I sentieri non erano un male, perché non disturbavano queste “città degli alberi”. I veri problemi erano due: il primo, è che agli uomini serviva il legno, lo usavano per ogni cosa, dal combustibile alla carta. Quindi, abbattevano una quantità sempre maggiore di alberi, senza lasciare alla natura il tempo di rinnovarsi. Il secondo, che dove c’ era una foresta, non poteva esserci la città; e perciò, con l’ aumento demografico senza controllo del 23° secolo, interi polmoni verdi vennero velocemente rasi al suolo, visto che ormai si era trovato il modo di stabilizzare l’ atmosfera grazie al metodo Janovsky. Stettero un po’ in silenzio. L’ espressione del vecchio era quella di sempre, però la sua voce aveva un timbro insolitamente duro, tanto che Henna stavolta non osava domandargli cosa fosse un polmone verde, né altri mille quesiti che le affollavano la testolina. - Ma questo era così un male? In fondo, se poi gli alberi non servivano più... - azzardò la ragazza. Freajoch la fulminò. - Certo che fu un male! La foresta non era solo un luogo fisico, dimora di una ricchezza incredibile di altri esseri viventi che oggi non potremo mai più godere, come lo scoiattolo, il lupo, l’ orso, la civetta. La foresta era anche il luogo per eccellenza della Fantasia, del Sacro; era il teatro della fatica e della sofferenza, dei viaggi che cominciano da un punto e si dirigono verso il Mistero, era l’ incanto formidabile e talvolta pericoloso dei profumi e delle fiabe più antiche! La razza umana ci è nata, nella foresta! Fu come distruggere la propria Grande Madre. Anche se noi ora viviamo DELLE FORESTE ancora, abbiamo ucciso la nostra antica madre. Henna taceva inorridita. Gli occhi le si riempirono di lacrime. - Non ti credo! Tu sei cattivo! - Vuoi sapere la verità? Vuoi sapere come andarono le cose davvero? - insistette il vecchio. - La vera distruzione incominciò molto, molto tempo prima che gli uomini abbattessero materialmente tutti gli alberi. La vera distruzione incominciò quando gli uomini di- menticarono che cosa fossero i boschi, e presero a trattarli come un parco divertimenti, dove comportarsi a piacimento! Quando dimenticarono che, per rispetto o per timore, dovevano avvicinarsi alle foreste togliendosi il cappello. Ecco la verità. - Bugiardo! Tu non l’ hai mai neanche visto, un bosco! Freajoch s’ intenerì a vedere il viso della nipote rigato dai lacrimoni. - No, non l’ ho visto - disse dolcemente, - però, ora ti mostrerò qualcosa. Se ne andò in un’ altra stanza, ed Henna rimase ad attenderlo tirando su col naso. Dopo alcuni minuti, Freajoch tornò con un oggetto antichissimo, un diario. Lo aprì con molta delicatezza e disse: - Questo apparteneva a mio Nonno, che a sua volta l’ aveva ricevuto in custodia da suo Nonno. E’ il diario di un antenato di cui porti il sangue, cara Henna. E costui, aveva fatto in tempo a visitarla, una foresta, perché ce n’ erano ancora quando lui era in vita. Senti cosa scrisse: “... E i passi scricchiolano sul sentiero, contro al cielo immerso in un immenso silenzio, si levano imponenti i fusti d’ abete ammantati d’ inchiostro; la luna è un buco di luce che le cime a punta forse a stento riescono a solleticare, solo per qualche momento quando tace il frusciare gentile della brezza; e le chiome paiono far capannello, si stringono le une alle altre e pure forse, al disturbo del viandante, interrompono sul più bello qualche segreta armonia, cantata con gioia vibrante dal sogno vegetale di stelle e radici; e le note che son rimaste impigliate per aria trasudano ancora dai rami e dalle foglie, e si tramutano in pollini e in profumi muschiati, echi in un teatro primordiale di cui son piccino intruso. Ed allora mi sforzo di assomigliare al gatto, allo scoiattolo, all’orbettino, perché mi piace d’ immergermi in quel sogno e non voglio ch’ esso si ritragga, come scottato dalla mia arroganza umana.” La ragazza ascoltava ammaliata. - Se vuoi, puoi tenerlo e leggerlo tutto, ma trattalo bene, ha quasi mille anni. Dopo, mi dirai se sono io il cattivo, o quelli che avevano dimenticato. 8 l’Altopiano Sabato 16 ottobre 2010 21 HOCKEY SU GHIACCIO SERIE A1 Torna Bellissimo, ora tocca all’Asiago fare altrettanto Pagina a cura di Stefano Angonese Inizio sottotono per i campioni d’Italia, che in settimana hanno riabbracciato il portiere italo-canadese tra i protagonisti assoluti dello scudetto dell’aprile scorso. Sottotono. Non c’è che dire. L’inizio della Migross Supermercati Asiago non è stato all’altezza delle aspettative, anche se la stagione è ancora lunga. Sfumato il primo obiettivo (la Supercoppa), i campioni d’Italia in carica avevano illuso debuttando con un’autoritaria affermazione sul ghiaccio di Alleghe, storicamente difficile, salvo poi incontrare le prime difficoltà (tecniche e nervose, con due penalità partita, squalifiche, diffide e troppi minuti di penalità) e di conseguenza le prime sconfitte che hanno fatto scivolare gli stellati nelle retrovie della se- rie A1, già staccati dalla “zona Coppa Italia” (accedono alla “Final Four” le prime tre squadre classificate al termine del primo girone di andata e ritorno a cui si aggiunge la migliore della A2). Il tutto condito dai problemi di tesseramento di Ralph Intranuovo (ora risolti) e l’infortunio occorso nella vittoriosa gara con il Fassa al portiere Andrew Perugini (ben sostituito da Gianfilippo “Gianfi” Pavone). Ma il ko del 22enne estremo difensore italo-canadese ha di fatto accelerato un meccanismo che per una serie di coincidenze ha riportato sull’Altopiano Daniel Bellissimo, il portiere dello scudetto, l’mvp dell’ultimo campionato che aveva lasciatoAsiago per inseguire il sogno di diventare un “pro” oltreoceano. Un training camp nei Manitoba Moose (AHL), farm team dei Vancouver Canucks, finito con il “taglio” e la prospettiva di ripartire dalla ECHL a Utah, ma anche in questo caso niente da fare e così la decisione di far rientro qui. Un ritorno che, senza timore di smentita, in molti si auguravano, senza nulla togliere al giovane Perugini, giunto probabilmente nella stagione sbagliata. Bellissimo era cresciuto e maturato con calma, senza pressioni ed ansie da prestazione; quello che Perugini, al momento, non ha potuto fare, perché quando ti presenti al via con il tricolore sul petto difficilmente puoi avere tempo di aspettare. E, nonostante il girone di andata si chiuda sabato 16 ottobre (ore 20.30) con il match casalingo contro il Pontebba di Luca Rigoni, l’Asiago non può permettersi di perdere tempo e, soprattutto, troppo terreno dalle battistrada. Un avvio stentato a livello di collettivo (bilancio in rosso in termini di punti e reparti rispetto ad un anno fa) e singoli (qualcuno finora non ha convinto), che, tuttavia, non preoccupa più di tanto il d.s. Renato Tessari: « Me l’aspettavo una partenza simile; è l’effetto “campioni d’Italia”. Capita, nonostante i moniti della vigilia. Finora, comunque, le sconfitte sono maturate più per demeriti nostri che per meriti degli avversari; stiamo sbagliando e concedendo davvero troppo. Ma non sono preoccupato, si tratta solo di cambiare atteggiamento e, soprattutto, di ritrovare quell’umiltà che ci ha permesso di vincere pochi mesi fa. Non dimentichiamo poi che praticamente non abbiamo mai avuto a disposizione la “formazione tipo”. Serve tempo per trovare i giusti equilibri; qualcuno ha grandi mezzi, ma deve ancora registrare altri aspetti, qualche altro, invece, deve scuotersi un po’, ma non solo tra gli stranieri. Sono con- Verso la Continental Cup Manca più un mese al girone di semifinale della Continental Cup, ma sull'Altopiano già si lavora intensamente per questo appuntamento, uno dei crocevia di questa lunga ed intensa annata sportiva Diffuso, infatti, il calendario provvisorio (manca l'ufficialità) degli incontri del gruppo “E”. Il girone si aprirà alle ore 17 di venerdì 26 novembre con la sfida tra i campioni di Danimarca del SønderjyskE Vojens, allenati dall’ex indimenticato attaccante giallorosso Mario Simioni, e la vincitrice del gruppo “C” dei quarti di finale. In serata, ore 20.30, la Migross Asiago debutterà contro i campioni di Ucraina del Sokol Kiev. Sabato 27 novembre ore 17 Sokol Kiev – SønderjyskE; ore 20.30 Asiago – squadra qualificata. Gran finale domenica 28 novembre: ore 17 squadra qualificata – Sokol Kiev e alle ore 20.30 SønderjyskE – Asiago. Il nome della formazione qualifi- cata uscirà la prossima settimana, visto che dal 22 al 24 ottobre, a Maribor (Slovenia), è in programma il girone “C” dei quarti di finale che comprende i padroni di casa, gli ungheresi del Dunaujvaros, i rumeni del Miercurea Ciuc ed i kazaki del Sary-Arka Karaganda. La "Super Final" è in programma a Minsk (Bielorussia) dal 14 al 16 gennaio 2011. Già qualificati Yunost Minsk e Red Bull Salisburgo, detentori del "piatto d'argento". Le altre due usciranno appunto dai gironi di semifinale di Asiago e Rouen (Francia). Foto di Paolo Basso vinto che questa squadra sia più forte di quella dell’anno scorso, magari apportando qualche aggiustamento (un terzino, ndr) in vista della Continental Cup, un obiettivo importantissimo per noi e verso cui è stata impostata anche la preparazione di questa fase iniziale dell’annata sportiva ». Asiago da rivedere, dunque, così come altre formazioni, che sono già tornate sul mercato per apportare i primi correttivi al proprio organico. E’ il caso dell’Alleghe, deludente finora, che nella settimana del ritorno di Bellissimo ad Asiago ha ingaggiato l’alter ego Adam Dennis, che lo scorso anno fece faville con il Fassa prima di finire anzitempo la stagione per un infortunio patito proprio contro l’Asiago nel momento chiave della serie dei quarti di finale dei playoff. Il Bolzano, invece, ha rimpolpato un organico un po’ troppo minimalista (anche per colpa degli infortuni a Gordon e Fretter), assicurandosi il 26enne attaccante statunitense Danny Irmen. Nuovo volto anche nel reparto offensivo del Cortina (asfittico finora); si tratta del 28enne canadese Jesse Schultz. L’ultima notizia arriva dalla Svizzera, ma interessa, comunque, l’Altopiano. E’ terminata ad inizio settimana, dopo una salvezza soffertissima conquistata nel 2009/10 ed un disastroso avvio in questa stagione (11 sconfitte su 12 incontri), la travagliata avventura sulla panchina dell’Ambri Piotta (LNA) di Benoit Laporte, il tecnico che portò l’Asiago al primo scudetto nel 2001. Laporte, comunque, al momento rimane ad Ambrì in qualità di direttore sportivo. Hockey Inline Il passato ritorna Foto di Marco Guariglia Sabato la Rigoni di Asiago Vipers, alle prese con una stagione difficile, debutta in campionato. Avversario il lanciatissimo Padova di Marobin e degli ex Mantese, Comencini, Mosele e Frigo Archiviate Supercoppa (vittoria a sorpresa) e Coppa Italia (eliminazione in semifinale prevista) per la nuova Rigoni di Asiago è tempo di immergersi nel campionato. La nuova Serie A1 è iniziata già una settimana fa, senza particolari sorprese. I campioni d’Italia, alla finestra per il turno di riposo, entreranno in scena sabato 16 ottobre (ore 20.45) a Padova contro i Ghosts degli ex. Un esordio quasi creato ad arte dal calendario, con i “fantasmi” del passato pronti ad incrociare subito le stecche con i campioni in carica. Una squadra quella asiaghese, come più volte scritto, trasformata rispetto a pochi mesi fa: il ridimensionamento economico ha costretto la società a cedere alcuni dei pezzi pregiati, quattro dei quali, ovvero l’intera prima linea (anche della nazionale), sono finiti dritti dritti alla corte di Riccardo Marobin, tecnico del Padova. I “fantastici quattro” (Mantese-Comencini-Mosele-Frigo) hanno già lasciato il segno all’esordio, firmando tutte e otto le marcature che hanno consentito ai patavini il sacco (5-8) sulla pista dell’Edera Trieste. Un biglietto da visita niente male, dunque, per la matricola che vuol bruciare le tappe (come un anno fa in A2) e far la voce grossa fin da subito. Un derby che si riaccende come in passato (fu anche finale scudetto nel 2006), complice anche la colonia altopianese all’ombra del Santo. Il tecnico Riccardo Marobin, protagonista di tre promozioni dalla A2 alla A1, due delle quali ad Asiago, per la prima volta siede su di una panchina della massima serie, ma per lui la sfida di sabato “sarà una partita come un’altra, nessuna emozione particolare”. Ben diversa la risposta di Claudio Mantese, probabilmente il miglior giocatore di inline in circolazione sulle piste italiane che in estate ha dato il “la” alla fuga dai Vipers. « Sarà una gara speciale, è ovvio. Sono arrivato nei Vipers nel gennaio 2006 ed ho vissuto momenti belli ed intensi. Emotivamente sarà un match speciale, ma senza alcun tipo di rivalsa nei confronti di nessuno, sia chiaro. La decisione di chiudere questo “ciclo” è stata mia; una scelta ponderata, maturata negli ultimi mesi della scorsa stagione e dovuta a vari fattori. Era giunto il momento di voltare pagina. A Padova mi trovo bene, c’è grande entusiasmo; è una realtà che ha voglia di crescere e dispone di un ambiente sano, anche a livello economico. La squadra è competitiva, ma per fare il salto di qualità servirebbero altri due, tre innesti da affiancare a quei giovani che già militano in prima squadra. Al momento il traguardo minimo sono i playoff; poi si vedrà ». Ma come finirà questo derby? « Spero di andare a Civitavecchia (3a giornata) a punteggio pieno ». Chiosa Marobin; mentre Mantese è più cauto: « Asiago è una delle squadre contro cui faticheremo di più, perché pattinano molto ed hanno tanti buoni elementi. E’ un avversario difficile per noi, che merita rispet- to, ma ci proveremo, non abbiamo pressione addosso ». E in casa Asiago come si vive questo ritrovato derby? « Serenamente – dice Cristiano “Dido” Sartori – perché siamo convinti di potercela giocare nonostante un potenziale che, innegabilmente, è meno forte rispetto a qualche mese fa ed anche a qualche probabile assenza a cui dovremo far fronte. Loro hanno la miglior prima linea in circolazione, la conosciamo bene, ma noi disponiamo di tre blocchi in grado di metterli in difficoltà sul piano del ritmo. Sarà una bella sfida, come tutta questa stagione, per noi “vecchi” ed anche per i “boce”. Sarà diverso dal solito, più complicato, ma anche più stimolante per vedere dove possiamo arrivare e sono convinto che alla fine sarà lontano anche quest’anno ». Da un derby all’altro. Dopo Padova, infatti, i Vipers, una settimana più tardi, saranno attesi dalla sfida con il Vicenza (ridimensionatosi in estate), in programma ad Asiago, in via Cinque, sabato 23 ottobre. Come inizio niente male, no? I risultati della 1a giornata. Milano 24-Vicenza 6-3; Civitavecchia-Ferrara 9-5; Cittadella-Polet Trieste 7-4; MonlealeArezzo 3-4; Edera Trieste-Padova 5-8. Ha riposato Asiago. Classifica. Civitavecchia, Milano, Cittadella, Arezzo e Padova punti 3; Vicenza, Ferrara, Polet Trieste, Monleale, Edera Trieste e Rigoni di Asiago Vipers * punti 0. (* una partita in meno) 8 l’Altopiano Sabato 16 ottobre 2010 22 I Mondiali Master si presentano a Venezia SPORT Martedì 26 ottobre una delegazione del Comitato organizzatore sarà a Palazzo Balbi ospite delle giunta regionale. La Regione importante partner economico per la manifestazione A Gallio i migliori cavalli d’Europa I migliori cavalli d’Europa di razza appaloosa si allevano in Altopiano. Si può dirlo senza alcun rischio di essere smentiti dopo che, dal recente Campionato europeo Appaloosa svoltosi in Germania, precisamente ad Aachen (Aquisgrana), dal 29 settembre al 3 ottobre, il Team Appaloosa di Gallio ha portato a casa ben 11 medaglie, conquistando, in alcuni casi, il titolo insuperabile di “Gran champion” ovvero “Campione dei campioni”. Grande dunque la soddisfazione per l’Urbani Appaloosa’s, situato in zona Gastagh di Gallio, dove Meinhart JD Urbani, aiutato dai suoi collaboratori alleva ed addestra questi splendidi destrieri. E definirli splendidi non è un’esagerazione perché le medaglie sono arrivate quasi tutte nelle gare di morfologia ovvero bellezza e portamento del cavallo. Al Campionato europeo, il Team Appaloosa ha partecipato con 8 cavalli: 2 stalloni, un castrone e cinque femmine. Nella categoria That final touch Morfologie Open femmine di un anno medaglia d’oro per “A dream investiment”. Tra le femmine adulte, primeggia e conquista l’oro “That final touch” che ottiene anche il titolo di campionessa di tutte le categorie femminili ovvero “Gran Champion”. Tra le fattrici, medaglia d’oro a “Maid Kela”. Degli stalloni adulti, il migliore d’Europa è “Play Girls Investor” (medaglia d’oro e Gran Champion). Lo stallone “Private Playboy” è d’oro tra quelli di un anno. E veniamo ai castroni: “Chairmans Dream” (adulti) A destra Meinhart JD Urbani con That final touch Fabio Cerantola e Playgirls Investor migliore stallone Appaloosa in EUROPA è campione di tutte le categorie. Tutti i cavalli fin qui menzionati sono stati presentati nella categoria Open da Meinhart JD Urbani. Nelle gare non pro di morfologia, Fabio Cerantola ha conquistato due medaglie d’oro con la femmina “That Final Touch”, lo stallone “Playgirls investor” e il castrone “Chairmans Dream”. Alla sua prima esperienza nelle gare di “hunter in hands”, sale inoltre sul podio altre due volte con un argento e un bronzo. Da sottolineare poi che Maria Carlotta Missaglia in sella a “Sexithing”, nella categoria Non Pro Reining”, alla sua prima esperienza, ha conquistato un bel quarto posto. Per concludere in bellezza la scuderia altopianese ha sfoggiato una puledra di quattro anni “Rustys Peppolena” figlia del prestigioso stallone leopard “Rustys Ul Nugget” che ha portato a casa la medaglia d’oro nello “Snaffle Bit Reining” ed il prestigioso futurity. “Risultati che ci danno grande entusiasmo, che appagano il buon lavoro fatto in un intero anno e che ci fanno aggiungere 11 medaglie alle già trenta che abbiamo conquistato negli ultimi anni in varie manifestazioni” conclude Meinhart JD Urbani. Stefania Longhini Stage di danza con Silvia Rinaldi Il centro per la formazione della danza classica e moderna DanzAsiago organizza per l’anno accademico 2010/2011 uno stage di danza classica che avrà un’insegnante d’eccezione, dalla professionalità e dalla bravura riconosciute in ambito nazionale e internazionale. Si tratta di Silvia Rinaldi, etoile internazionale, per dieci anni ballerina al Teatro La Scala di Milano. “E’, per tutte le danzatrici dell’Altopiano – sottolinea Sandra Rossi, direttrice della scuola DanzAsiago – un’importante opportunità per crescere sempre più e migliorare la propria preparazione, sotto la prestigiosa guida di un’etoile dalla grande e lunga esperienza non solo come ballerina ma anche come insegnante”. Silvia Rinaldi sarà presente ad Asiago, presso la scuola primaria Monte Ortigara una volta al mese. Si comincia domenica 7 novembre. Lo stage è indirizzato a tre livelli: 2/3/4 grado, intermediate foundation, intermediate advances. Per informazioni e prenotazioni rivolgersi ai numeri 380.3543007 – 0424.1751498 Dopo la presentazione fatta nella sala consiliare del capoluogo, i Campionati Mondiali “Master” 2013 di sci nordico assegnati dalla World Master Association ad Asiago e all’ altopiano troveranno ulteriore, ampio rilievo mediatico martedì 26 ottobre quando una delegazione del Comitato Organizzatore si recherà a Venezia. A Palazzo Balbi sarà ospite della Giunta Regionale ed in quella prestigiosa sede si farà il punto sul cammino sin qui percorso e su quello che attende. La presentazione lagunare del “mondiale “ master sottolinea innanzitutto l’importanza attribuita a questa manifestazione da parte del “governo” veneto sia per il significativo spessore tecnico come per l’importanza della promozione turistica derivante dal coinvolgimento nelle gare di atleti ed accompagnatori provenienti da nazioni del calibro di Stati Uniti, Canada, Russia, area scandinava e dell’est europeo. Il coinvolgimento della Regione del Veneto significa altresì l’opportunità di poter contare su un fondamentale partner economico rispetto ai costi che l’organizzazione dovrà sostenere. L’invito veneziano sta mobilitando la delegazione altopianese. L’ obiettivo è quello di proporsi ai responsabili regionali come agli operatori della comunicazione illustrando in modo efficace le notevoli risorse umane, organizzative, economiche ed ambientali di cui Asiago e l’altopiano dispongono per ricambiare la fiducia riposta dalla World Master Association e garantire ai partecipanti un soggiorno destinato a lasciare traccia duratura nei loro ricordi. R.A. SCI ALPINO Gianesini pronta per l’esordio in “Coppa” Di questi tempi il ghiacciaio del Tonale è diventato una sorta di “mecca” per varie squadre nazionali in preparazione per l’ormai imminente avvio della Coppa del Mondo 2010-11. Lì infatti le piste per gli allenamenti sono messe meglio rispetto a quella austriaca di Soelden sede dei due “giganti” validi quale primo atto nella corsa alla sfera di cristallo destinata a concludersi fra cinque mesi abbondanti. Naturalmente le squadre azzurre sfruttano più che possono la pista di casa che, fra l’altro, molto assomiglia a quella del Rettenbach il ghiacciaio sul quale verrà disegnata questa prima sfida fra le porte larghe. E saranno proprio le ragazze, sabato 23, ad aprire la stagione del circo bianco e le novità non mancheranno perché fra new-entry e ritiri si assisterà ad un bel rimescolamento di valori. Giulia Gianesini, la galliese delle Fiamme Oro, è ormai entrata nell’elite mondiale della specialità grazie al 16° finale posto conseguito lo scorso inverno nella classifica di “coppa” relativa appunto al gigante. E’ pronta a dire la sua. La preparazione estiva ed autunnale l’ha vista rispettare la tabella di marcia imposta dai tecnici e, quindi, dopo la lunga trasferta in Sud-America e la “cura-Tonale”, tutto dovrebbe essere in ordine. Con lei ad indossare il pettorale saranno altre otto ragazze e dieci “colleghi”. L’ Italia in rosa può contare su un buon tridente composto da Denise Karbon, Manuela Moellgg e Federica Brignone ma la “nostra” Giulia può senz’altro far bene. Reduce dalla sua miglior stagione non vorrà certo fermarsi li. Renato Angonese 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 23 Canove, i giovani mostrano il loro valore I neo inseriti nella prima squadra dimostrano quanto di buono si è seminato negli ultimi anni nel settore giovanile. Dopo una partenza non buona, si comincia a macinare gioco e a fare punti CALCIO Finito il periodo di rodaggio il Canove Calcio ha ripreso a macinare gioco e punti. E con le due vittorie delle ultime due domeniche i gialloblu hanno ripreso contatto con la zona alta della classifica; dove appunto società, tecnici e giocatori sanno di dover stare con le capacità e voglia di riscatto che tutti hanno espresso alla presentazione della squadra. Sei punti che hanno ridato fiato e energia alla compagine guidata da Sandro Baù, ma che soprattutto hanno dimostrato la qualità dei giovani inseriti nel tessuto della prima squadra dopo la retrocessione sofferta del campionato scorso. Il 4- 2 inferto al Colceresa e il 2- 0 conqui- Nessun passo falso. E questo è un dato confortante. Altri due turni di campionato ed altrettanti risultati positivi per le nostre formazioni impegnate nei campionati di terza categoria. Nel girone “B” l’Asiago ha inanellato altri due pareggi casalinghi, che posizionano la squadra di Lorenzo Lorenzi nella bagarre di metà classifica. C’è qualche rimpianto per l’ultima giornata, visto che i giallorossi erano davvero ad un passo dal cogliere i tre punti, ma per ora va bene così. Nel girone di Bassano, invece, si allunga l’imbattibilità stagionale del GLC, grazie al gol di Ruzzante in pieno recupero che vale il sofferto, ma prezioso 2-2 contro il Villaggio S. Lazzaro. In precedenza la compagine di Maino aveva piegato (2-1) l’Ospedaletto. S.A. stato ai danni del TreCi fanno ben sperare per il proseguire del campionato senza però scordare le lacune ancora da colmare. Innanzitutto i gialloblu sono molto “Panozzo dipendenti” con una buona parte delle azioni d’attacco che partono dai suoi piedi. Così come manca ancora una coesione completa tra senatori e nuovi arrivati; nessuna tensione da precisare, solo intese da affinare. Risulta A piccoli passi In 3^ categoria le altopianesi procedono senza fermarsi Calcio a 5 Immobiliare Neve Gallio: tre punti nelle prime tre partite Inizio di campionato altalenante per l’Immobiliare Neve Gallio che dopo le prime tre giornate si trova a metà classifica a quota 3 punti, frutto di una vittoria e due sconfitte. La squadra galliese di calcio a 5 per questa stagione deve fare a meno di due elementi rivelatisi fondamentali negli scorsi anni, quali Matteo Munari passato alla Futsal Asiago e Andrea Dalla Bona. Da registrare inoltre anche il cambio in panchina, con Lunardi chiamato a sostituire Munari alla guida della squadra. Buono l’esordio del Gallio nonostante la sconfitta per 4 a 2 maturata nei secondi finali contro la forte formazione dell’Ezzelina, squadra capace di vincere la coppa lo scor- anche un po’ più “ballerino” il reparto difensivo dopo che l’accoppiata centrale Baù – Pertile aveva costituito negli anni scorsi un vero muro di fronte all’estremo ma i giovani stanno emergendo, forti e famelici, a dimostrazione di quanto di buono ha seminato il settore giovanile in questi anni. Quindi avanti sempre e Forza Canove. G.R. so anno e tra le favorite per la promozione. La seconda giornata ha fatto registrare il primo successo del Gallio, andato ad espugnare il campo dell’Eurosport: 7 a 6 il risultato finale, preceduto da un brivido quando il portiere Elvio Finco è riuscito a neutralizzare il tiro libero del possibile pareggio. E’ seguita poi una brutta ma meritata sconfitta ad opera del Brentanella impostosi per 6 a 1. Le prossime partite saranno contro l’A.D.Maiora e il Cassola, prima del derby con l’Asiago che si giocherà a Gallio il 29 ottobre. Per gli appassionati si ricorda che il Gallio gioca i propri incontri casalinghi presso il palazzetto dello sport il venerdì sera alle ore 21.15. Classifica Seconda Categoria girone F (dopo la 4a giornata): Fara S. Vitale punti 9; Toniolo Rino e Vallonara 8; Canove, Marola, S. Anna, Bp ‘93 e Tre Ci 7; Grantorto, Lugo Calvene e Juventina Laghi 5; Spf 4; Fides e Colceresa MPM 3; Longa ‘90 1; Breganze 0. Prossimo turno (17 ottobre – ore 15.30): MarolaCanove Classifica Terza Categoria girone B (dopo la 4a giornata): Cogollo punti 10; Montecchio Precalcino e Valli 9; Galvanauto Motta 8; Monte di Malo 7; Azzurra Agno e Arsiero 6; Novoledo Villaverla, Asiago, Union Pedemontana e Rozzampia 5; NewTeam SS. Trinità e Zanè 4; Giavenale 3; S. Quirico 1; S. Tomio 0. Prossimo turno (17 ottobre – ore 15.30): Asiago-Cogollo Classifica Terza Categoria girone Bassano (dopo la 3a giornata): Fellette punti 6; Transvector, S. Pietro Rosà e Arsenal Cusinati 5; Villaggio S. Lazzaro *, Aurora S. Giuseppe *, Junior Monticello e GLC 4; Real Stroppari * e S. Vito Bassano 3; Facca 1; Tezze Brenta ed Ospedaletto 0. * una partita in meno – Glc e Junior Monticello un punto di penalizzazione. Prossimo turno (17 ottobre – ore 15.30): S. Pietro Rosà – Glc Semaforo verde sulla nuova stagione Il karate altopianese subito “sugli scudi” Sara Porro impegnata ai Campionati Italiani Juniores di Follonica È iniziatala nuova stagione agonistica per l’A.S.D. FujiYama Karate-Do Sette Comuni e già sono arrivati i primi prestigiosi risultati. Pur se con poco allenamento alle spalle, i ragazzi altopianesi già fanno sentire la loro voce nelle prime competizioni, e questo fa ben sperare per il proseguo della stagione. Sabato 25 settembre a Villaverla (VI) si sono disputati gli esami per l’acquisizione dei Dan; en plein per i 7 atleti altopianesi presenti, tutti meritatamente promossi Così Sharon Apolloni e Mirko Passuello acquisiscono l’ambito 1° Dan cintura nera, Sara Porro, Claudio Pozza ed Edoardo Rigoni la cintura nera 2° Dan, Nicola Rossi e Davide Bedin il grado di cintura nera 3° Dan. Domenica 26 agosto si è disputata a Rovigo la prima gara, il Trofeo Veneto della FIJLKAM. Thomas Porro è salito sul podio più alto vincendo la medaglia d’oro nella classe Esordienti/B nei meno 75 kg; poi una “pioggia” di bronzi con Lara Pozza nella classe Esordienti/A nei meno 53 kg, Sara Porro nella classe Cadette nei meno 66 kg, Claudio Pozza bronzo nella classe Juniores nei meno 83 kg e Nicola Rossi bronzo nella classe Seniores nei meno 83 kg; bravi anche Davide Bedin e Francesca Ronzani, classificatisi al quinto posto nelle rispettive classi e categorie di peso. Sabato 2 ottobre a San Donà di Piave (TV) prima uscita istituzionale nella gara valevole per la qualificazione ai Campionati Italiani della classe Juniores; Claudio Pozza ha sfiorato l’impresa salendo sul terzo gradino del podio, mentre Sara Porro (in gara nella classe superiore alla sua di appartenenza) si è aggiudicata un ottimo argento che le è valso la qualificazione per la fase nazionale che si svolgerà domenica 17 ottobre a Follonica (Grosseto). Per informazione sui corsi di karate: cell. 3476515506, www.karatesettecomuni.com Cesare Pivotto 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 24 Volley Cesuna SPORT Non c’è due senza tre! Stilati i calendari di Prima Divisione Dal vivaio del Volley Cesuna spunta un altro atleta pronto per i campionati regionali: dopo Andrea Magnabosco, in forza all’Olimpia Zanè nel campionato di serie D maschile, e Barbara Stella, in forza alla Pallavolo Rossano nel campionato di serie D femminile, tocca a Christian Rebeschini mettere in luce le proprie doti nel campionato regionale di serie C. L’iscrizione all’università per i nostri atleti è quasi sempre accompagnata dall’abbandono della pratica sportiva, per la necessità di frequentare i corsi di studio accompagnata dal disagio di doversi trasferire in pianura. A volte, però, passione e caparbietà offrono uno stimolo in più per continuare a dare il meglio di sé anche nello sport; così è stato per Christian, a cui è stata data la possibilità di approdare alla squadra di San Giorgio in Bosco nel padovano, sotto la guida di Fabio Baldin, tecnico la cui militanza da giocatore in serie A rappresenta da sola un biglietto di presentazione di prim’ordine. Grande soddisfazione in casa Cesuna a partire dal Presidente Maurizio Magnabosco passando per l’allenatore che ha accompagnato la sua crescita sportiva: Fabio Munari, senza tralasciare tutto il gruppo maschile che ha contribuito a fargli amare la pallavolo in questi anni. È sicuramente anche grazie a Christian, in effetti, che il Cesuna Caseificio Pennar si è meritato l’ammissione al campionato di Prima Divisione maschile, il massimo campionato provinciale, andando a far compagnia all’altra squadra di vertice della P.G.S. Pallavolo Cesuna: La Bussola Volley Cesuna, squadra femminile già al secondo anno di militanza in Prima Divisione. Proprio in questi giorni, dopo i campionati giovanili di U18, U16 e U14 femminili in ognuno dei quali il Cesuna può vantare la presenza di una rappresentanza, sono usciti i calendari di Prima Divisione i cui campionati prenderanno il via a fine mese. Spetta al Caseificio Pennar questa volta inaugurare il parquet amico del Palazzetto dello Sport di Roana: infatti, giocando d’anticipo, scenderà in campo venerdì 29 ottobre alle 21,00 contro la Polisportiva Santa Croce di Bassano del Grappa, la riproposizione di una sfida che promette un gioco di elevata qualità. Per La Bussola, invece, la prima partita sarà una trasferta nel campo dell’Unione Sportiva Torri a Torri di Quartesolo: la data prevista per l’esordio delle “Tigers” è quella del 30 ottobre. In attesa delle squadre di vertice è già tempo di agonismo per le giovanili del Volley Cesuna con il campionato U18 e U16 che hanno preso il via la prima settimana di ottobre. Sia per il Fruit Club, nel campionato U18, che per A Cittadella il Gala di Premiazione del 9° Trofeo Internazionale “Città Murata” Anche l’Altopiano protagonista in due tappe con Giulia Gianesini come madrina Lunedì 18 ottobre alle 20, nella Sala Consiliare di Villa Rina a Cittadella (Padova), si terrà la premiazione del 9° “Grand Prix Città Murata”, trofeo ciclistico internazionale in cinque prove riservato alle società di categoria Elite-Under 23, vinto per il quarto anno consecutivo (sei volte complessivamente in nove edizioni) dalla formazione trevigiana “Zalf Désiréé Fior” dei patron Gaspare Lucchetta ed Egidio Fior, al 28° anno di attività con vari titoli mondiali, europei, tricolori e numerosi atleti lanciati nel professionismo di vertice. Nei tre anni precedenti ha messo in bacheca due Coppe e la Targa d’Argento del Presidente della Repubblica, che per la premiazione dell’edizione 2010 ha voluto destinare all’Organizzazione, quale suo premio di rappresentanza, la Medaglia in fusione di bronzo personalizzata. Il Trofeo ha visto nel 2010 protagonista anche l’Altopiano di Asiago in due delle cinque gare in calendario e gran madrina la campionessa azzurra di sci al- pino Giulia Gianesini (in preparazione per l’esordio austriaco di fine mese nella World Cup 2010/2011). Proprio alla poliziotta di Gallio è stato dedicato il transito altopianese del Giro del Medio Brenta, che ha visto lo spettacolare Traguardo-Volante Città di Asiago in viale della Vittoria, ed intitolato alle compiante Silvia e Roberta Gianesini il traguardo G.P.M. di Gallio. L’AltopianoSud è stato inoltre tradizionalmente toccato nella gara di esordio di Longa con l’impegnativo G.P.M. di Santa Caterina di Lusiana. Parteciperà alle premiazioni anche una delegazione altopianese guidata dall’assessore allo sport di Asiago Franco Sella e dal consigliere allo sport di Gallio Giorgio Tagliaro. Numerose le autorità, personalità, enti patrocinanti, dirigenti e campioni dello sport (parterre ospiti in definizione) che interverranno alla prestigiosa serata, organizzata con la collaborazione del sindaco di Cittadella on. Massimo Bitonci e dell’assessore allo sport Francesco Pozzato ed ormai divenuta un appuntamento rilevante dello sport triveneto e nazionale, con valenza anche sociale e culturale. Coi dirigenti Zalf Fior, parteciperanno il d.s. grande ex-azzurro di Nove Gianni Faresin con le due “stelle” del team: il campione italiano Under 23 ed azzurro al recente mondiale australiano Stefano Agostini ed il campione regionale Andrea Pasqualon di Enego, quest’anno 7 rilevanti vittorie ed importanti piazzamenti, che ne hanno sancito il grande salto tra i professionisti nel 2011 col team Colnago-Cfs-Inox. Molto significativo il profondo ricordo che il Grand Prix dedicherà a due atleti prematuramente scomparsi: Nicola Pirolo (quattordicenne giovane promessa veneziana del GS Robegano e campione provinciale Esordienti) e Thomas Casarotto (diciannovenne di Schio, brillante alfiere del team Generali tra gli Elite-Under 23), ospitandone rispettivamente i genitori Maurizio e Luana e la sorella Ania. l’Hotel Cole del Sole, nel campionato U16, si è trattato però di un avvio in sordina avendo dovuto lasciare sul campo tutti i punti in palio nelle gare disputate. Alle trasferte amare della prima giornata, quando hanno dovuto soccombere le U18 a Mussolente e le U16 a Thiene, non ha saputo replicare nella gara interna il Fruit Club che si è scontrata contro un incontenibile A.S. S. Croce di Bassano, impostasi 3 a 0 con parziali di 25-12, 25-11 e 25-9. Aspetta ancora l’esordio, invece, il C. Müller Volley Cesuna, la formazione U14 femminile che scenderà in campo per la prima di campionato nella trasferta di sabato 23 ottobre a Fara Vicentino contro il Volley Towers. Rally che passione! L’ottima stagione di Remigio Baù Chi non ricorda quanto entusiasmava la “terribile” prova speciale Valstagna – Foza dell’indimenticabile Rally di S. Martino di Castrozza negli anni 70’80’. Una prova, considerata la più dura del rally, prova speciale in salita su per i 27 stretti tornanti sterrati della Valvecchia, percorso che per un quarto d’ora non lasciava respiro né ai piloti né ai navigatori anche per la relativa pericolosità, certamente non “sicuro” come si presenta adesso. Centinaia e centinaia erano gli appassionati che raggiungevano a piedi la zona e si assiepavano lungo il percorso già molte ore prima dell’arrivo dei loro beniamini. Il rombo delle Ferrari, delle Alfa Romeo e delle Lancia Delta spinte al massimo riempiva la Val Frenzela e si sentiva benissimo anche a Stoccareddo. E’ in quegli anni che Baù Remigio di Stoccareddo si appassiona a questo sport ed inizia a correre con medie vetture, partecipa ai vari rally che si corrono nel Triveneto. L’entusiasmo di Remigio per i Rally non è mai venuto meno ed ha saputo coniugare le esigenze di lavoro con questa sua passione che lo ha sempre fatto ben figurare portando con onore il nome del nostro Altopiano lungo le strade del Triveneto. Il Rally è uno sport preferito dai giovani ma quando ti prende non c’è età che tenga come succede al 64enne Remigio Baù che, navigato da Silvano Cerato di Enego, è capace di un’ottima stagione 2010 che l’ha visto 3° classificato nella classe A7 nel Rally Città di Schio ed addirittura 1° classificato nella classe A7 nel 27° Rally Città di Bassano. La stagione 2010 non è ancora terminata, infatti la coppia Altopianese parteciperà, con la MITSUBISI EVO 9, una macchina molto competitiva, anche al prossimo Rally di Vicenza; promettono di ben figurare fra i “giovani” nonostante da anni siano i “veterani” dei Rally. Anche a nome dei nostri lettori, bravi e in bocca al lupo. Amerigo Baù 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano Storie di ieri, storie di oggi Un angelo mi ha salvata Angeli e diavoli, il bene e il male, l’eterna lotta destinata a durare fino a che dura il mondo. Stanno trasmettendo il telegiornale e come al solito abbondano le brutte notizie, raccontate spesso anche con troppa facilità. Sono in camera con Maria che ad un tratto si fa seria e ascolta attentamente quel che è accaduto alla ragazzina di turno, la cosa sembra interessarla molto. «Sai» dice, «anche a me stava per accadere una cosa simile, ma qualcuno è venuto a salvarmi». Mi faccio più attenta, Maria con gli occhi chiusi ritorna ad un passato ormai lontano e incomincia a raccontare. Avevo forse sei o sette anni non ricordo bene, figlia di contadini vivevo in campagna lontano dalla città e, pensavo, dai suoi pericoli. Come in tutte le famiglie contadine anch’io ho cominciato a dare presto il mio contributo, come Heidi dei cartoni animati trascor revo l’estate portando al pascolo non pecorelle ma mucche. Mi piaceva quella vita, la libertà di cui godevo: raccoglievo fiori, rincorrevo farfalle colorate, giocavo coi girini delle pozze d’acqua. A volte capitava che passasse qualcuno e si fermasse a chiacchierare con me, persone alla ricerca di tranquillità e aria buona. Così un giorno non mi sono spaventata quando un signore si è seduto accanto a me che stavo giocando con dei sassolini. All’inizio le solite domande: «come ti chiami, quanti anni hai» . . . poi qualcosa è cambiato, il suo sorriso non era più “Non è possibile trovare la vita di uno che sia priva di dolore”. Questa citazione in greco viene attribuita a Menandro (343 a.C.), poeta ateniese e creatore della commedia nuova greca. A distanza di qualche millennio si potrebbe dire niente di nuovo sotto il sole, poiché non è possibile separare la sofferenza dalla vita dell’uomo in quanto è insita nella stessa natura umana. La vita è intessuta di gioie e sofferenza, ma spesso il piatto della bilancia pende inesorabilmente per la se- conda. Ho trascritto questa citazione di Menandro all’inizio del settimo capitolo del mio libro , pubblicato di recente, “Vedere lo spiraglio”, per rievocare le tante sofferenze e sciagure di molte famiglie alle quali ho partecipato come se mi fossero toccate da vicino e con sincera commozione. Tragedie e disgrazie di ogni tipo ne accadono purtroppo tutti i giorni e spesso ci si chiede come certe famiglie ne siano particolarmente colpite o come si suol dire prese di mira, una sor- Il Giornale pubblica le Vostre lettere! Inviatele a: Giornale dell’Altopiano e-mail: [email protected] Per favorire il lavoro della redazione sarebbe preferibile riceverle via posta elettronica. E’ comunque possibile inviarle all’indirizzo: Piazzetta delle Poste n.3 36012 Asiago Si ricorda che, per poter essere pubblicate, le lettere devono riportare sempre firma e indirizzo e numero di telefono del mittente. La redazione si riserva anche eventualmente di ridurre, modificare o non accettare eventuali testi di cattivo gusto. un sorriso, le sue parole sempre più strane e poi quella mano sul mio ginocchio . . . Non capivo perché ma all’ improvviso mi aveva preso un gran freddo e quella persona accanto a me era diventata il lupo di Cappuccetto Rosso, la strega di Biancaneve, l’orso cattivo, avevo tanta paura di essere mangiata in un sol boccone! Ma ecco una voce dolce ma for te dentro di me:«Alzati senza paura, lascia che sia io a parlare con la tua bocca». E così ho fatto, mi sono alzata e gli ho detto:«Devo andare, è l’ora della merenda, se tardo mamma viene a cercarmi». Ricordo ancora la sorpresa e la rabbia nel volto di quell’uomo mentre me ne andavo sicura verso casa. Solo anni dopo, crescendo, ho capito il pericolo corso; non finirò mai di ringraziare il mio angelo custode per essere subito venuto in mio aiuto e la mamma che mi raccomandava di pregarlo sempre prima di dormire. In altri momenti della mia vita ho sentito vicino il mio angelo, ma mai come in quel lontano giorno. Sai, ancora oggi prima di addormentarmi l’ultima preghiera della sera è per lui:«Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami e custodiscimi …». Buonanotte Maria, a domani, ora so che qualcuno veglia il tuo sonno e spero che ci siano tanti angeli come il tuo nel mondo. Racconto raccolto e scritto da Francesca Rigoni Nappa Il dolore più grande ta di accanimento che non trova una spiegazione razionale. In questi casi, ma non solo, mi è capitato di sentire spesso ripetere l’espressione “si muore un po’ alla volta”, intendendo significare che quando muore una persona cara, un famigliare, ma anche una amico al quale eri molto le- gato da una lunga e sincera amicizia fondata sulla condivisione di principi e valori non effimeri quelli che danno un senso all’esistenza, avverti la sensazione che viene meno anche una parte di te stesso, non quella biologica, ma la parte spirituale e interiore. Senti che dentro te si è se- 25 L’uomo ridotto ad oggetto prof. Robert Edwards Grande vittoria della scienza sull’oscurantismo cattolico, hanno esultato laici e laicisti (la cui differenza è nulla) all’indomani dell’assegnazione del premio nobel per la medicina assegnato al prof. Robert Edwards. In realtà al padre della fecondazione in provetta, i massoni di Stoccolma avrebbero dovuto assegnargli ben altri premi. Se è vero che la medicina cura le patologie, che c’azzecca la fecondazione in vitro con la cura dell’infertilità? Ha dunque senso aver assegnato un nobel per la medicina ad un alchimista che ha giocato a fare Dio, ma che non ha affatto risolto le cause della sterilità né dal punto di vista patologico, né epidemiologico? Come ha precisato il Presidente della Pontificia Accademia della Vita mons. Ignaco Carrasco de Paula, lo scientista Edwards “è la causa del mercato di milioni di ovociti, degli embrioni abbandonati che finiranno per morire e dello stato confusionale sulla procreazione assistita con figli nati da nonne o mamme in affitto”. Verità, logica, buon senso e onestà intellettuale avrebbero consigliato che al novello Frankestein venisse assegnato lo stesso premio che avrebbe senz’altro conseguito il dottor Mengele se il nazismo non fosse stato sconfitto. Come spiegare che il comitato di Stoccolma abbia ignorato che l’applicazione della selezione innaturale della specie tramite fecondazione in vitro è una pratica nazista darwinista che disattende qualsiasi problematica di ordine etico e che riduce l’uomo da soggetto a oggetto? Semplice: quando si rimuove il concetto di Padre Creatore dall’orizzonte umano, l’uomo si acceca di superbia sino al punto di credere di essere Dio. Peccato sia solo un misero mortale! Che altro sono l’illuminismo, il razionalismo e lo scientismo, se non goffi e tragici tentativi di scimmiottare il Padre Eterno con le conseguenze che tutti sappiamo? La sanguinosa storia del novecento insegna. E che dire degli orfani che languono in qualche freddo istituto nell’attesa di essere adottati, e che “grazie” al premio nobel il loro sogno mai s’avvererà? Gianni Toffali dimentata una tristezza profonda, che ti accompagna continuamente e che non riesci più a rimuovere. Ho partecipato pochi giorni fa al dolore di due genitori, ai quali sono molto affezionato, per la scomparsa di una loro figlia dopo più di un anno di sofferenze vissute e accettate con grande dignità, con due figlioli in tenera età. Un dolore straziante e intenso, di fronte al quale non ci sono parole. Quando ho avvicinato i genitori e il marito, sono scoppiato in lacrime, ci siamo abbracciati e non sono riuscito a trovare delle parole, perché in queste circostanze il silenzio e le lacrime valgono di più di ogni esternazione. Superato il momento, ho provato a immedesimarmi nella situazione così dolorosa e ho avvertito una sorta di brivido. Credo non ci sia per un genitore dolore più grande della perdita di un figlio. La vita non sarà più quella di prima anche se si dovrà pur continuare a vivere, ma il dolore e la tristezza ti accompagneranno per il resto dei tuoi giorni. Edoardo Sartori 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 26 Hockey Inline a cura di Giovanni Dalle Fusine Da sabato 16 a venerdì 29 ottobre 2010 Il 16 ottobre è il 289° giorno del Calendario Gregoriano, mancano 76 giorni alla fine del 2010 Sabato 16 S Edwige Domenica 17 S. Ignazio d’Antiochia Lunedì 18 S. Luca Evang. Martedì 19 S. Isaac Jogues Mercoledì 20 S. Irene del P. Giovedì 21 S. Orsola Venerdì 22 S. Donato Sabato 23 S. Giovanni da C. Domenica 24 S. Antonio M.C. Lunedì 25 SS. Crispino e Crispiniano Martedì 26 S. Evaristo Mercoledì 27 S. Frumenzio Giovedì 28 SS. Simone e Giuda Venerdì 29 S. Ermelinda Storie di santi: 19 ottobre, San Isaac Jogues (Orléans, Francia, 10 gennaio 1607 – Ossernenon, U.S.A., 18 octobre 1646). Nacque il 10 gennaio 1607 presso Orléans in Francia. Entrò nella Società di Gesù nel 1624 e nel 1636, dopo aver ricevuto l’ordinazione presbiterale, fu inviato nel Nord America per evangelizzare le popolazioni indigene. Si diresse verso i grandi laghi, dove visse per sei anni sempre esposto a vari pericoli. Nel 1642, Isaac Jogues, insieme al coadiutore Réne Goupil e una quarantina di Uroni, cadde in una imboscata tesa dagli Irochesi. Furono tutti ferocemente torturati e mutilati. Nella notte li misero a terra, nudi e incatenati, e versarono loro addosso carboni ardenti e ceneri. Jogues fu trasferito ad Albany, dove dei mercanti calvinisti olandesi lo aiutarono a fuggire. Rientrò in Francia. Ma nel 1644 ripartì missionario per il Canada. Due anni dopo venne ucciso con un colpo alla nuca e decapitato. Furono otto i martiri gesuiti in Nord America; tutti beatificati nel 1925 e canonizzati nel 1930 da Papa Pio XI. Secondo il Martirologio Romano: nel villaggio di Ossernenon in territorio canadese, passione di sant’Isacco Jogues, sacerdote della Compagnia di Gesù e martire, che, ridotto in schiavitù da alcuni pagani e mutilato delle dita, morì poi con il capo fracassato da un colpo di scure. La sua memoria si celebra insieme a quella dei suoi compagni. Numerose parrocchie negli Stani Uniti ed in Canada sono intitolate a questo santo, nonché le parrocchie di Asbestos e di Saint-Hubert in Québec. Eventi mondiali d’ottobre: Il 16 ottobre ricorre la Giornata Mondiale dell’alimentazione indetta dalla FAO.Per l’occasione, come di consueto, sono state predisposte le relative celebrazioni ufficiali che si articoleranno, fino a dicembre, in diverse e significative manifestazioni che vedranno attivamente partecipi Amministrazioni dello Stato e Enti pubblici e privati, oltre alle tre l’Altopiano Sabato 16 ottobre 2010 L’Altopiano srl - Società unipersonale Sede legale: Via Iacopo Scajaro, 97 - 36012 Asiago (Vi) Redazione: Via Iacopo Scajaro, 23 - 36012 Asiago (Vi) Registrazione n. 10/02 del 04/12/2002 presso il tribunale di Bassano del Grappa Telefono servizio lettori: 348 - 3138606 Telefono servizio abbonati 338 -1460517 Telefono per inserzioni pubblicitarie 338-1460517 E-mail: [email protected] [email protected] Direttore responsabile: Stefania Longhini Organizzazioni del Polo agroalimentare romano delle Nazioni Unite, FAO, IFAD e PAM. Il tema scelto per il 2010, quale filo conduttore delle manifestazioni, è “Uniti contro la fame”, e sarà svolto nell’ambito del “Progetto 1billion hungry”, che la FAO ha quest’anno promosso e che si prefigge l’obiettivo di raccogliere un milione di firme entro il mese di ottobre, in coincidenza con la Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2010, a sostegno della seguente petizione contro la fame nel mondo: “Troviamo inaccettabile che quasi un miliardo di persone siano cronicamente affamate. Attraverso le Nazioni Unite, sollecitiamo i Governi a dare priorità assoluta all’eliminazione della fame fino al raggiungimento di questo obiettivo”. L’Amministrazione dell’Interno intende sostenere tale iniziativa, contribuendo alla sua divulgazione per il raggiungimento delle firme necessarie. Sull’home page del sito web del Ministero dell’Interno è stata inserita la notizia con link diretto a www.1bilionhungry.org per sottoscrivere la petizione. 23-24 ottobre: in oltre 50 nazioni si celebra la Giornata Mondiale della Psoriasi, la campagna destinata a migliorare l’informazione su questa patologia della pelle che colpisce 150 milioni di persone al mondo e 3 milioni di italiani. La psoriasi è una malattia cronica di grande impatto sociale che crea forti discriminazioni sebbene non sia contagiosa; nonostante ciò a molti pazienti con forme gravi e invalidanti sono state interrotte, per motivi di budget, le terapie che finora li tenevano sotto controllo. La manifestazione, ora più che mai, intende sensibilizzare le autorità politico-sanitarie sulle esigenze dei pazienti che in molti casi vedono compromessa la qualità della propria vita a causa di logiche che con il Diritto alla Salute non hanno nulla a che vedere. In Italia, la Giornata Mondiale è promossa da A.DI.PSO. (Associazione per la Difesa degli Psoriasici) attraverso l’organizzazione di una capillare attività sul territorio, che prevede l’allestimento di gazebo informativi in oltre 40 città: qui dermatologi e volontari dell’associazione saranno a disposizione dei cittadini per fornire informazioni e distribuire materiale divulgativo sulla Psoriasi e sulla Psoriasi Artropatica. Lo scopo, infatti, è quello di combattere i pregiudizi dovuti alla scarsa informazione e diffondere la conoscenza sulla malattia e sulle opportunità terapeutiche. Ottobre in cucina: autunno, tempo di castagne, proponiamo perciò 2 ricette con questo semplice ma saporito frutto del bosco. Le tagliatelle di castagnaccio: In Val di Vara prendono il nome di taiette e possono essere anche condite con un pesto tradizionale. Le armellette sono un piatto simile ma in questo caso dalla sfoglia si ricavano delle pappardelle (lasagnette) che possono essere condite con il pesto, con olio e parmigiano o con fette sottili di pecorino (ricavate con il taglia-tartufi). Preparazione: mescolare a secco 350 g di farina dolce di castagne e 200 g di farina di frumento; impastare con un poco d’acqua tiepida, 2 uova intere e sale sino ad avere una pasta tirabile a sfoglia; tirare la sfoglia e ritagliare alla macchina (o tagliare a mano) le tagliatelle(misura media); cuocere al dente in abbondante acqua salata; scolarle e servirle in un piatto da portata condite con ricotta cremosa (ottenuta stemperando la ricotta con un poco d’acqua di cottura); se si desidera la ricotta può essere arricchita con una spruzzata di parmigiano. Gnocchi di patate e castagne: 700 g di patate, 100 g di farina bianca, 100 g di farina di castagne, un uovo, un pizzico di sale; pesto: 4 mazzetti di basilico, 40 g di pecorino, 40 g di parmigiano, 100 g di olio extra-vergine di oliva, una manciata di pinoli, uno spicchio d’aglio, un pizzico di sale. Lessare le patate con la buccia; quando saranno cotte sbucciarle e passarle allo schiacciapatate. Lasciare intiepidire e poi aggiungere le due farine, l’uovo ed il sale. Impastare bene e preparare i soliti bastoncini per gli gnocchi dello spessore di un dito; tagliare pezzetti di 2-3 cm e passarli sul rovescio della grattugia, delicatamente, premendo con l’indice; mantenerli su un vassoio infarinato; cuocere gli gnocchi in acqua salata e man mano che vengono a galla raccoglierli e condirli con il pesto. ARIETE Se avete qualche dubbio sul da farsi, vuol dire che qualcosa sta cambiando, ma ancora non sapete come e dove. Attendete con pazienza, dedicandovi alle piccole operazioni quotidiane, senza prendere di petto un argomento che non conoscete nei particolari. Evitando ogni imprudenza riuscirete a individuare un problema che ancora non è chiaro. TORO Potete evitare un incontro con qualcuno che non stimate e che merita la vostra attenzione: ma se proprio siete costretti, allora fate buon viso a cattivo gioco, lasciando che il tempo sfumi ogni sentimento. Nell’amore avete il sostegno di un partner sincero, ma non troppo esuberante: non chiedetegli quello che non sa o che non vuole darvi. GEMELLI La vostra sagacia e la vostra prudenza possono fare centro: rispondendo con gentile intransigenza ad una richiesta che non condividete, anche se proviene da chi vi sta a cuore, riuscirete nel vostro coraggioso progetto. Non per niente Plutone, il signore della forza dell’inconscio, vi sostiene in ciò che sembra più difficile: la perseveranza vince. CANCRO Il destino vi è favorevole, anzi vi coccola. Approfittatene con discrezione dimostrando la vostra gratitudine a chi vi ha saputo sostenere nei vostri sforzi. Anche se non siete ancora riusciti pienamente, il successo è possibile a condizione di non darsi per vinti alle prime difficoltà. Il coraggio, se sostenuto dal senso della realtà, è vincente. LEONE Potete agire costruttivamente, anche senza lasciarvi coinvolgere in discussioni o in aspri confronti d’amore o di finanza. Se volete andare a fondo di un problema, è opportuno non sottrarsi ad uno sforzo che potrà valorizzare le vostre qualità sia nell’ambiente di lavoro che nel rapporto d’amore. Guardate avanti e proseguite nell’iniziativa che avete intrapreso. VERGINE La presenza di Venere, Marte e Saturno nel vostro segno valorizza non soltanto l’amore, che può registrare imprevisti alti e bassi, ma anche lo shopping, gli svaghi e le piacevolezze della vita quotidiana, da vivere ben sapendo che non è il caso di esagerare nelle spese e negli impegni a lungo termine. Anche ciò che non è eterno può essere vissuto bene. BILANCIA Potete fare accettare un giudizio severo presentandolo come un cioccolatino, cioè usando le vostre irresistibili moine, anche con chi non le merita o non le capisce. In amore, la prudenza è vincente, anche se il partner sollecita una vostra maggiore presenza nel rapporto. Non ignorate una richiesta di aiuto da parte di qualcuno che ha davvero bisogno. SCORPIONE La vostra superiorità non va sbandierata senza motivo, di fronte a chi non è al vostro livello. Siate comprensivi e tolleranti perfino con qualcuno che tenta di misurarsi con voi senza averne le capacità. Nell’amore non prendete l’iniziativa, ma siate disponibili ad accettare ogni novità senza buttarvi a capofitta in avventure pericolose anche se affascinanti. SAGITTARIO Se eviterete ogni interferenza, indesiderata, di chi vuole persuadervi a fare qualcosa che non vi convince, sarete in grado di mantenere la vostra abituale eleganza nello stile. Nell’amore prendete dignitosamente quello che il destino, che ne sa più di voi, vi offre generosamente. Rinunciando a una abitudine superata, riuscirete a ottenere un risultato duraturo. CAPRICORNO Siete sotto pressione da parte di Giove e di Urano che vi offrirà quanto prima novità impreviste e coinvolgenti: siete pronti a qualche cambiamento epocale? Avete il tempo e l’occasione per riflettere su quello che volete e potete cambiare non soltanto nell’amore ma anche nel lavoro e nelle amicizie: evitate ogni inutile chiarificazione. ACQUARIO Cambiando qualche particolare che proprio non vi piace, soprattutto nel settore dell’arredamento o del guardaroba, potete concedervi qualche lusso, per soddisfare il bisogno di novità. Il rapporto con l’ambiente sarà più equilibrato e quindi ogni disagio potrà essere superato, specialmente se si tratta di controversie d’amore dovute alla vostra insoddisfazione. PESCI La coppia Giove – Urano è all’inizio del vostro segno e vi offre l’occasione di prendervi qualche piacevole interruzione di vostri impegni quotidiani: un paio di ore di svago imprevisto non faranno male né a voi né all’ambiente di lavoro. Nessuno se ne accorgerà, specialmente se saprete gestire con giudizio una piacevole novità d’amore e di soldi. Segretaria di redazione: Silvana Bortoli In redazione: Stefano Angonese, Luigi Frigo Bettinado, Giovanni Dalle Fusine ,Cesare Pivotto, Giulia Panozzo, Beppa Rigoni Scit, Gerardo Rigoni, Martina Rossi, Stefania Simi, Egidio Zampese Hanno collaborato: don Marco Pozza, Virginia Gianello, Aurora Carli, Renato Angonese, Amerigo Baù, Matteo Broglio, Stefano Rigoni, Serena Baù, Ilario De Guio, Luca Trapani Responsabile grafico ed impaginazione: Fabrizio Favaro Impaginazione: Davide Degiampietro Foto: Archivio Giornale - Grafica Altopiano Stampa: Centro Stampa delle Venezie Via Austria, 19/b - 35217 Padova Dalle ore 8.45 di sabato 16 alle ore 8.45 di sabato 23 ottobre ASIAGO: Farmacia Rossi del dr. Adelchi Zuccato, Viale Matteotti Dalle ore 8.45 di sabato 23 alle ore 8.45 di sabato 30 ottobre CANOVE: Farmacia del dr. Leonardo Bosio, Via Roma 33/a CONCO: Farmacia della dr.ssa Monica Federici, Piazza S. Marco 23 DOMENICA 17 OTTOBRE ASIAGO: TOTAL, via Autieri d’Italia DOMENICA 24 OTTOBRE ASIAGO: LORO, via Rendola 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 27 CONFETTI IN REDAZIONE Sabato 23 ottobre alle ore 15 nella chiesa di Malo il nostro collaboratore Claudio Savelli si unirà in matrimonio con Enrica Biotto. Dalla redazione gli auguri per una felice vita insieme. La cena degli “Affascinasi” Sono tanti i fattori che possono accomunare le persone, indurle a ritrovarsi insieme e fare festa. Nascono così le cene tra amici, tra gli appartenenti agli stessi club, tra chi fa lo stesso lavoro, le feste della classe, i raduni di chi porta lo stesso cognome e chi più ne ha, più ne metta. Certo un po’ meno diffusa è l’abitudine a ritrovarsi con la scusa del condividere le stesse “caratteristiche” fisiche. Eppure in Altopiano, luogo in cui se non ci son motivi per far festa si provvede subito ad inventarli, succede anche questo. A ritrovarsi recentemente per una cena in compagnia al Prunno di Asiago sono stati i dotati di un naso particolare, un naso importante per forma e dimensioni, ribattezzati per l’occasione “Affascinasi”. Una serata senz’altro divertente tra chi Tanti auguri di BUON COMPLEANNO a... Forte Alice che il giorno 16/10/10 compie 10 anni. Nonna Ivana, zii Mario e Tatiana, cugini Cristiana e Filippo porta con estrema eleganza e senza nessun imbarazzo quello che normalmente po- trebbe essere considerato un difetto, un piccolo scherzo della natura che, per dirla con la simpatica canzone di Pippo Franco “Quando m’ha fatto ce l’aveva con me e ha combinato un bel pastrocchio”! Ma l’importante è sempre accettarsi e sorridere alla vita. Anche perché, si sa, non è il naso che fa la bellezza, come si può ben capire guardando le foto, ironicamente e simpaticamente di profilo. A ben vedere in merito ad alcuni tra i partecipanti mai ci saremmo fermati sul naso! Si può essere nasoni e nel contempo affascinanti, affascinasi appunto! E per la prossima edizione di questo singolare raduno suggeriamo di istituire un divertente concorso a premi per il naso più lungo dell’Altopiano, il più strano, il più storto, il più grosso. Il divertimento sarà ancor più assicurato. S.L. A Pertile Oreste e Fraccaro Giovannina, che il giorno 7 ottobre 2010 hanno festeggiato le loro nozze di diamante, un augurio da parte dei figli, Antonella, Gianni, Anita e Irene, i generi e la nuora, nipoti e pronipoti!!!! I NEULAREATI DELL’ALTOPIANO I 103 anni di Giovannina Le superpatate di nonno Battista Giovedì 30 settembre 2010, presso l’università di Venezia si è laureata in Scienza dell’archittettura Greta Antonini . Si congratulano i genitori Antonella e Ugo, e le augurano di continuare il percorso universitario con la stessa volontà, determinazione e gli ottimi risultati ottenuti fino adesso. Giovannina Gios domenica 17 ottobre compie la bellezza di 103 anni. Generazioni di asiaghesi la conoscono come la magliaia, lavoro che ha svolto per 60 anni nel suo negozio in Via Dalla Zuanna, gestito insieme alle sorelle. Da noi intervistata in occasione del suo centenario, aveva indicato come elisir di lunga vita “l’accontentarsi di quello che si ha, non avere tante esigenze e non esagerare nelle cose”. Una ricetta che a quanto pare funziona! I migliori auguri a Giovannina da parte di tutti i nipoti e i pronipoti e da tutta la nostra redazione. Daniele Vellar di Roana viene qui immortalato con un esemplare delle super patate raccolte nell’orto del nonno Battista Vellar, a Camporovere. La più grande della serie pesa 1,2 kg,mentre la più piccola pesa “solo” 0,85 kg. . Obiettivo su..... Puntiamo la nostra macchina digitale attorno a noi. Guardando quel che ci circonda con un po’ di più attenzione si vedono situazioni strane, particolari, a volte raccapriccianti, è il caso di questo piccolo pettirosso, che ha finito il suo volo sul radiatore di un’auto. Una immagine triste, che non ha bisogno di commenti, ma che fa meditare 8 Sabato 16 ottobre 2010 l’Altopiano 28