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CERAMICA
Questo articolo contiene la
descrizione di un metodo
semplice per ottimizzare la
traslucenza dello Zirconio
con il set Sakura Interaction,
garantendo le caratteristiche
fluorescenti della corona già
a partire dalla base stessa.
Parole chiave: Zirconio;
Ceramica Sakura Interaction; Tecnica di permeabilità; Personalizzazione del
colore.
Personalizzazione del colore della
ceramica su Zirconio
Come è possibile migliorare ulteriormente l’aspetto estetico di
una corona in ceramica stratificata su Zirconio?
Fabiano Bolzani
Le richieste sempre più esigenti da parte dei pazienti in termini di effetti cromatici personalizzati, fluorescenza, traslucenza e colore del materiale (Zirconio), talvolta non sembrano
dare i risultati desiderati (Figg. 1a, b). Proprio in queste situazioni sarebbe un peccato
dover rinunciare alle ottime caratteristiche di un materiale di base così versatile.
I sistemi attualmente disponibili offrono soluzioni esaurienti per le situazioni in cui il colore del moncone deve essere completamente coperto. Nel caso trattato dall’Autore, si tratta invece, di un ulteriore miglioramento dell’aspetto estetico personalizzato della ricostruzione protesica.
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Introduzione
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Figg. 1a, b Cappette in zirconio. Lo zirconio non è fluorescente.
Tecnica
L’Autore è giunto a questa soluzione dopo numerosi esperimenti con il set di ceramica Sakura Interaction, applicando le masse e i colori con la tecnica di permeabilità. Questa
particolare tecnica permette di modificare a piacimento le masse ceramiche in modo mirato, facendo penetrare nella ceramica ancora umida il colore (stain), oppure delle masse ad effetto (ad es. Individual Colors Elephant B.V. Hoorn) opportunamente preparate.
Si sfrutta la capacità della ceramica di assorbire il colore o la massa ad effetto desiderata, nella quantità e nella posizione voluta, si agevola questa procedura posizionando
il fazzoletto di carta dal lato opposto della stratificazione, il colore o la massa ad effetto per capillarità penetrerà nella ceramica stessa andando così a modificarla.
La personalizzazione del manufatto si ottiene grazie a questo principio di permeabilità,
simile all’effetto di una spugna immersa in un liquido o a quello di una zolletta di zucchero
che assorbe il caffè (Figg. 2, 3). Sarà la traslucenza stessa della ceramica a far emer-
Figg. 2, 3 Sfruttando il principio della permeabilità si possono modificare le masse in
modo semplice e mirato.
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Fig. 4 Comparazione tra una
cappetta “nature” e una con
l’opaco. La fluorescenza del liner è un’ottima base di partenza, ma…non l’unica.
gere tutte le fini caratterizzazioni delle masse una volta rifinito e lucidato il lavoro con un
risultato cosmetico eccezionale.
A differenza degli elementi naturali, lo Zirconio non è fluorescente (Fig. 4), per questo motivo la ceramica dentale deve esserlo. Imitando il dente naturale, i sistemi di ceramica moderni consentono la creazione di effetti fluorescenti nel nucleo della corona grazie all’uso dei componenti opacizzanti.
Secondo il metodo della stratificazione la fluorescenza diminuisce negli strati esterni della corona poiché le masse incisali e trasparenti hanno proprietà fluorescenti minori rispetto agli altri strati che formano il nucleo della corona, migliorando così la trasmissione della luce nel
manufatto e, di conseguenza, anche l’aspetto estetico naturale e gli effetti cromatici (Figg. 5).
Figg. 5a, b Imitare la natura, questo è l’obbiettivo. Fluorescenza della dentina nel dente naturale.
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In base alle esperienze con Sakura Interaction, intuivo che le possibilità applicative di questo materiale dovevano essere maggiori, soprattutto sfruttando la traslucenza dello Zirconio.
Ovviamente non dovranno essere usate le paste opacizzanti. Tuttavia, eliminando le paste opacizzanti, si elimina anche l’effetto fluorescente di base e quindi una parte dell’interazione con la luce.
Fortunatamente il set standard di ceramica Interaction contiene anche le Action-I-Dentin,
destinate principalmente alla personalizzazione della parte incisale della corona (ad es.
dei mameloni) e alla correzione delle caratteristiche cromatiche della corona. Tali masse sono molto fluorescenti e per lo più sono basate sui 16 colori ”V”.
Sono state proprio queste caratteristiche delle Action-I-Dentin che mi hanno indotto a sperimentare il materiale al di fuori del campo di applicazione standard. Le varie prove pratiche hanno dimostrato che queste masse sono particolarmente adatte come materiale di
base o strato cromatico di base, sostituendo sia le paste opache sia la dentina opaca.
Procedura
Applico Action-I-Dentin puro (in questo caso colore 3 A 4) direttamente sulla cappetta in
Zirconio, modifico con il colore desiderato, miscelato con normale acqua (qui orange),
la parte cervicale, cercando di farlo penetrare sino in profondità aiutandomi con un tovagliolo di carta posizionato dalla parte opposta (effetto spugna).
Il colore per capillarità penetrerà fino alla cappetta stessa (Figg. 6-8).
Build-up con dentina. Volume e forma del dente dovranno essere corretti, modifico il nucleo centrale con dello stain bianco-creme usufruendo della stessa tecnica, per ottenere una
cromaticità differenziata (valore più alto) in quella determinata porzione di dente (Fig. 9).
Copro fino all’equatore del dente con un leggero e sottile strato di trasparente (X-tra in-
Figg. 6-8 Il colore applicato sin dalle prime fasi sulla massa fluorescente ( Action-I- Dentin), modificherà decisamente il risultato finale personalizzando il manufatto protesico.
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Fig. 9 Con la stessa tecnica si
crea un’”isola” nel corpo del
dente con un valore più alto
applicando una miscela di colore bianco e creme.
Fig. 10 Evidenziare le masse
sottostanti esaltando quelle sovrastanti. E’ possibile ottenere
questo applicando un leggero
strato di trasparente prima dello smalto e delle masse opalescenti.
Fig. 11 Tecnica per una corretta stratificazione della zona
palatina. Ottenere un armonico
e naturale passaggio delle differenti masse.Questo sarà il nostro “obbiettivo estetico”.
Fig. 12 Area di “pertinenza”
del dente.Leggeri contrasti cromatici (miscela di dentina e
smalto al 50%), definiranno la
precisa forme e volume della
corona.
cisal clear). Questo passaggio è molto importante in quanto il trasparente si comporta esattamente come un vetro, facendomi vedere quali masse sono state applicate sotto di esso ed esaltando le masse sovrastanti. Poco smalto è sufficiente a garanzia di un ottimo
risultato (Fig. 10).
A questo punto passo direttamente alla stratificazione della zona palatale del dente.
Applico la massa fluorescente Action-I- Dentin fino al margine incisale, così facendo coprirò in modo estetico la cappetta in Zirconio ed avrò alla fine un ottimo passaggio armonico naturale delle masse senza intravedere la fine della cappetta. Modifico saturando con stain orange, tutta la parte palatina con la stessa tecnica della porzione cervicale
vestibolare. Completo con poca dentina e trasparente, privilegiando la massa incisale
per ottenere un valore leggermente più basso (Fig. 11).
A questo punto copro completamente la costruzione del dente con una massa opalescente
(X-tra Incisal Medium) cercando di ottimizzare volume e forma.
Completo il dente, con una miscela di dentina e smalto al 50%, modellando la cornice
incisale e i tubercoli palatali.
In questa fase si definisce l’area di pertinenza del dente, in altre parole, i suoi volume e
forma precisi, con leggeri contrasti cromatici (Fig. 12).
L’interazione tra le masse fluorescenti e quelle opalescenti doneranno alla ricostruzione il
grado di naturalezza desiderato. È logico che il metodo d’applicazione delle masse varia per tipologia ed età del dente. In un dente giovanile applicheremo le masse con un
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Figg. 13, 14 Piccole modifiche estetiche; fini crepe a
tutto spessore e macchie di
materiale organico in superficie. Unica regola: non
avere regole!
Figg. 15, 16 Il risultato della corona personalizzata in
un’unica cottura.
movimento tridimensionale più marcato, quindi con maggiori elevazioni e depressioni, soprattutto delle masse come i mammellon e incisali.
Alla presenza di una ricostruzione di dente “vissuto” tutto quanto sarà applicato in modo
morbido, meno marcato, come in questo caso particolare.
Si possono apportare anche piccole modifiche dettate dall’esigenza di dover copiare fedelmente il dente adiacente, come piccole crepe a tutto spessore. È possibile ottenere un
buon risultato in modo semplice, tagliando in senso verticale la ceramica una volta completata la stratificazione del dente, applicando quindi il colore desiderato con un pennellino, solo su una parete e con un unico passaggio, a ceramica umida, facendo bene
attenzione a richiudere il tutto. In questo caso particolare (solo a titolo didattico) è stato
applicato del colore Dark brown puro in polvere,in superficie con un pennellino con le
setole aperte ( tipo sale e pepe), per riprendere le macchie di materiale organico quali
nicotina, teina, ecc. (Figg. 13, 14).
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Figg. 17-20 Comparazione tra due corone (entrambe stratificate con colore base A3 “V”). Stratificazione tradizionale a sx. e personalizzata a dx.
Si possono notare le caratteristiche cromatiche e i fini contrasti delle differenti masse (Figg.
15, 16). Nelle figure da 17 a 20 si effettui la comparazione delle corone (entrambe stratificate con colore A3 “V”), dopo la cottura di lucentezza e lucidatura meccanica a banco. A sinistra la corona stratificata con metodo tradizionale in due cotture (liner, dentina
opaca, dentina, smalto e X-tra incisal), a destra la corona personalizzata in una sola cottura. Il risultato finale non è solo sorprendente, è anche promettente. Infatti, l’eliminazione delle fasi di cottura degli opachi (liner), porta ad un notevole risparmio di tempo.
Il vantaggio più importante è comunque il miglioramento dell’aspetto estetico e cromatico di questa tecnica nella sua applicazione. L’effetto di opalescenza con la luce passante
e il grado di naturale fluorescenza resta comunque comune in entrambe le corone, grazie alle elevate qualità della ceramica (Figg. 21-23).
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Visione vestibolare e palatina della corona dopo
la cottura
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Figg. 21-23 Opalescenza e fluorescenza naturale in entrambe le corone, grazie alle elevate qualità della ceramica.
Vantaggi
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Praticità della tecnica.
Semplicità e velocità di modificazione cromatica personalizzata.
Ottenimento di una massa ceramica modificata in profondità, fino alla struttura di supporto.
Risultati predicibili e ripetibili
Conclusione
Credo non esista un solo metodo o tecnica per ottenere un manufatto protesico che si integri perfettamente nel cavo orale. Penso invece, che ogni tecnica o metodo siano validi, importante sarà conoscere il materiale che si sta usando in tutte le sue sfaccettature,
dal limite minimo a quello massimo e nel mezzo ci sarà un mondo ancora tutto da scoprire. Sarà il risultato finale a darci ragione, sarà la nostra costante perseveranza, cura
e attenzione dei particolari, la fantasia artistica che contraddistingue ognuno di noi, a
fare la differenza nel raggiungimento di questa perfezione tanto sofferta e ricercata.
La tecnica di permeabilità sopra descritta, potrebbe essere un nuovo modo, una diversa via
di interpretazione per la stratificazione della ceramica, sia essa su Zirconio o altro materiale
di base, magari unita ad altre tecniche. Sono sicuro invece che l’unica regola sia quella di
non avere regole, ma essere come l’acqua: adattarsi al recipiente che la contiene.
Ringraziamenti
Un ringraziamento particolare è dedicato a un Maestro dell’odontotecnica italiana, il sig.
Eugenio Buldrini, “padre” di questa tecnica che ha saputo interpretare e divulgare in modo eccelso; Elephant B.V. per la collaborazione.
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Indirizzo per la corrispondenza:
Laboratorio Odontotecnico
Bolzani Fabiano
P.zza S. Gottardo, 3
20060 Trezzano Rosa (Mi)
Tel./Fax: 02.90.96.06.30
E-mail [email protected]
(inserire i rif biblio nel testo!!!!!!!)
Bibliografia
1. G. Korner, K. Muterthies. Art Oral – Ed. G.K.K.M Germany. 1989.
2. C. R. Rufenacht. Principi di estetica. Scienza e tecnica dentistica edizioni internazionali srl/ Milano 1992.
3. John W. Mc.Lean. Scienza e arte nella ceramica dentale vol. 1. Scienza e tecnica dentistica.Edizioni internazionali s.n.c./ Milano 1981.
4. John W. McLean. Scienza e arte nella ceramica dentale vol. 2. Scienza e tecnica dentistica.Edizioni internazionali s.n.c./ Milano 1985
5. Oliver Brix. Concetti di base nell’estetica dentale. Team work media srl 2001
6. M. Fradeani. La riabilitazione estetica in protesi fissa. Analisi estetica Vol.1. Quintessenza Edizioni srl 2004.
7. F. Bolzani. Ein besonderer Fall. Quintessenz Zahntechnic. 1/2004
8. G. Ubassy. Forme e colori. Le Chiavi del Successo nella Ceramica Dentale. Resch Editrice s.r.l.- Verona 1992.
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