La mobilità pendolare in Italia: le caratteristiche della domanda e le potenzialità di riduzione del traffico privato Carlo Carminucci [email protected] Roma 19 novembre 2008 Sommario 1. Un profilo essenziale della mobilità pendolare: dimensioni, caratteristiche, scelte modali 2. Il potenziale competitivo del treno 3. Ridurre l’uso dell’automobile: spunti per una strategia di cambio modale Sommario 1. Un profilo essenziale della mobilità pendolare: dimensioni, caratteristiche, scelte modali 2. Il potenziale competitivo del treno 3. Ridurre l’uso dell’automobile: spunti per una strategia di cambio modale La grande crescita del pendolarismo in Italia: i numeri Istat (e Censis) La definizione tradizionale di “pendolare” Chi si muove giornalmente fuori dal comune di residenza per ragioni di studio e di lavoro 20.000 22,2 25 14.000 17,0 15,4 2001-2007 20 +35,8% 12.000 15 4.000 10.955 6.000 9.685 8.000 13.149 10.000 10 valori % 18,9 16.000 8.737 valori assoluti in migliaia 18.000 5 2.000 0 0 1991 V.a. in migliaia 2001 2005 2007 Incidenza % sulla popolazione residente Fonte: Istat e stima Censis per il 2007 Una definizione diversa, alla ricerca della mobilità pendolare “dura” (elaborazioni dall’Osservatorio “Audimob” di Isfort) Una definizione di “pendolare” più stretta (molto) e più larga (poco) allo stesso tempo Chi effettua lo stesso spostamento superiore a 10 km almeno quattro volte alla settimana per qualsiasi motivazione e anche all’interno del comune di residenza Nel 2007 questi spostamenti pendolari: I pendolari “duri” così circoscritti sono in Italia circa 10 milioni , contro i circa 13 milioni della definizione più ampia Istat-Censis - per il 13,3% non sono stati determinati da lavoro o studio, ma da gestione familiare e tempo libero (componente in crescita: 11,8% nel 2002) - per il 17,8% non si sono diretti fuori dal comune di residenza (spostamenti urbani) - per il 23,7% si sono diretti verso i comuni capoluoghi (13% nel 2004) e solo per il 2,7% fuori regione Il pendolarismo “duro” è una componente rilevante ma non esclusiva della domanda di mobilità; è in crescita, ma a ritmi non esasperati Anno 2007 Anno 2002 123 120 +2,5 1460 1045 +39,7 16,0 14,5 +10,3 420 370 Sul totale spostamenti 13,0 12,1 Sul totale passeggeri*km 28,8 35,4 Stima numero pendolari (in milioni) 10,1 9,6 Var. % 2002-2007 Mobilità complessiva (v.a. in milioni) Numero spostamenti giornalieri Numero passeggeri*km giornalieri Mobilità pendolare (v.a. in milioni) Numero spostamenti giornalieri Numero passeggeri*km giornalieri +13,5 Peso pendolarismo (valori %) Fonte: Isfort, Osservatorio “Audimob” +6,1 Tra i mezzi di trasporto utilizzati domina l’auto; il mezzo pubblico mantiene la (debole) quota negli ultimi anni La domanda di mobilità pendolare Anno 2007 Anno 2002 Var. peso% 2002-2007 Auto 74,9 77,6 -2,7 Moto 3,9 2,0 +1,9 21,2 20,4 +0,8 100 100 Mezzi pubblici Totale La domanda di mobilità complessiva Anno 2007 Anno 2002 Var. peso% 2002-2007 Piedi o bicicletta 20,5 26,8 -6,3 Auto 65,4 58,3 +7,1 Moto 4,5 4,5 Mezzi pubblici 9,6 10,4 100 100 Totale Fonte: Isfort, Osservatorio “Audimob” = -0,8 Nella mobilità collettiva pendolare pesa molto il trasporto su rotaia. In crescita esponenziale gli spostamenti intermodali 2002 2007 47,1 47,7 52,9 52,3 Trasporto pubblico su "gomma" Trasporto pubblico su "ferro" Fonte: Isfort, Osservatorio “Audimob” Il peso dell’intermodalità Il riparto “gomma”-”ferro” 15,9 2002 67,6 32,4% 16,5 20,2 42,7 2007 57,3% 37,1 Spostamenti singoli Spostamenti combinati solo pubblici Spostamenti combinati pubblico-privato Quasi un’ora per ogni spostamento pendolare su mezzo pubblico, e la velocità media cresce meno rispetto ai mezzi privati Lunghezza media (in km) 2007 2002 Tempo medio (in minuti) Velocità media (km/h) 2007 2002 2007 2002 Var velocità Auto 23,9 24,7 30 33 52 47 +5 Moto 19,3 17,4 24 25 51 45 +6 Mezzi pubblici 35,1 29,4 58 53 38 35 +3 Totale spostamenti pendolari 26,1 25,5 36 37 49 45 +4 Totale spostamenti 11,8 8,7 21 19 29 22 +7 Fonte: Isfort, Osservatorio “Audimob” Peggiora la soddisfazione per i mezzi di trasporto collettivi in generale e “a vocazione” pendolare in particolare Grado di soddisfazione per i diversi mezzi di trasporto (punteggi medi 1-10) 2007 2004 Moto/Ciclomotore 8,46 8,00 Bicicletta 8,25 7,94 Auto 7,96 7,53 Aereo 7,73 8,06 Metropolitana 7,23 6,64 Treno Eurostar/Intercity 6,57 7,31 Pullman/Autobus extraurbano 6,53 6,56 Treno locale 6,00 6,82 Autobus/Tram 5,96 6,21 Fonte: Isfort, Osservatorio “Audimob” Chi sono i pendolari “duri”: soprattutto uomini, giovani, occupati dipendenti, studenti (in crescita) e sempre più residenti nei piccoli centri 80 60 2002 Caratteri socioanagrafici 71,5 65,0 66,4 40 Uomini 31,5 29,3 Donne 22,4 25,2 Da 14 a 29 anni Da 30 a 45 anni 60 2,8 65 anni e oltre 57,0 40 0 Da 46 a 64 anni 2,1 15,7 10,4 12,6 11,8 Occupato Occupato in Studente dipendente conto proprio Caratteri territoriali 80 20 28,4 28,6 Nord Ovest 21,0 21,2 Nord Est 65,8 44,1 42,7 35,0 33,6 20 0 2007 22,5 21,7 Centro 28,1 61,1 28,5 12,9 Sud e Isole Fonte: Isfort, Osservatorio “Audimob” sulla mobilità degli italiani Città fino a 50.000 ab. 11,7 13,7 12,4 16,4 14,8 Città con più di Città con più di Cintura 50.000 e meno 250.000 ab metropolitana di 250.000 ab. Nella scelta modale, sono decisive la scarsa capillarità e i tempi lunghi del trasporto pubblico Per quale ragione non ha utilizzato il mezzo pubblico? (max 2 risposte) Fattore “(in)disponibilità” (non c’è il mezzo per quello spostamento) Fattore “accessibilità/comodità” (non coincidono gli orari, bisogna prendere più di un mezzo, fermata lontana, devo fare altri spostamenti) Fattore “tempo” (fa prima il mezzo privato, incertezza dei tempi di attesa e di viaggio) Fattore “qualità” (il mezzo pubblico è troppo affollato, rumoroso, sporco, pericoloso…) Fattore “costo” (il mezzo pubblico costa troppo) Fattore “preferenza” (mi piace guidare, preferisco stare da solo nella mia auto) Fonte: Isfort, Osservatorio “Audimob” 2007 2003 17,1 13,6 70,5 60,3 42,5 33,6 4,8 5,4 1,8 0,6 8,0 11,9 Sommario 1. Un profilo essenziale della mobilità pendolare: dimensioni, caratteristiche, scelte modali 2. Il potenziale competitivo del treno 3. Ridurre l’uso dell’automobile: spunti per una strategia di cambio modale Nel trasporto regionale, il treno è percepito come meno costoso dell’auto ma non della moto o del pullman Percezione dei costi a confronto (%) (“Se si fosse utilizzato…sarebbe costato…) Se si fosse utilizzato: Sarebbe costato… Molto di più Treno invece che auto Treno invece che moto Treno invece che pullman Auto invece che treno regionale 5,2 15,7 4,2 24,1 Di più 21,9 43,5 33,9 44,6 Uguale 18,0 19,6 32,9 18,2 Di meno 44,3 17,6 26,4 12,2 Molto di meno 10,6 3,6 2,6 0,8 Totale 100,0 100,0 100,0 100,0 Differenza "Di più"/"Di meno" -27,8 +38,1 +9,1 +55,7 Fonte: Isfort, Osservatorio della Mobilità Regionale 2005 Il treno è meno stressante, costa di meno e impiega meno tempo (…a differenza del trasporto pubblico su gomma) Le ragioni di utilizzo del treno Ragioni di utilizzo (*) “Disponibilit à” “Accessibilit à” “Qualit à” “Tempo ” “Costo” 25,4 21,4 42,2 30,5 35,7 Perché non ho alternative, non dispongo di mezzi privati 16,6 Non ho alternative con altri mezzi pubblici 7,0 Perché alcuni giorni non dispongo di mezzi privati 1,9 Perché dove vado è difficile parcheggiare 14,6 Perché non si può parcheggiare solo a pagamento 4,8 Perché dove vado non si può arrivare con auto, moto, ciclomotore 2,0 Perché ci si mette meno tempo Perché è meno stressante 23,7 Perché mi costa meno 35,7 30,5 Perché è più sicuro 9,5 Perché posso svolgere altre attività 6,8 Perché è più ecologico 2,2 Fonte: Isfort, Osservatorio della Mobilità Regionale 2005 NOTA (*) Possibili max due risposte Il treno oggetto del desiderio, in una prospettiva di cambio modale…. Prospettiva/desiderio di utilizzazione dei diversi mezzi di trasporto (%) Non modificare utilizzo Differenza % “aumentare””diminuire” 2,8 77,9 +13,8 8,9 25,3 64,9 -16,5 Autobus urbano/Tram/ Metropolitana 21,8 4,6 70,7 +17,1 Pullman/Autobus extraurbano 16,4 2,9 77,7 +13,5 Treno locale, regionale, interregionale 22,2 2,9 70,8 +19,3 Treno Eurostar/Intercity 25,3 1,2 67,9 +24,1 Aumenta re utilizzo Diminuire utilizzo Moto 16,5 Auto Fonte: Isfort, Osservatorio della Mobilità Regionale 2005 Sommario 1. Un profilo essenziale della mobilità pendolare: dimensioni, caratteristiche, scelte modali 2. Il potenziale competitivo del treno 3. Ridurre l’uso dell’automobile: spunti per una strategia di cambio modale Cinque leve per una strategia di cambio modale nel pendolarismo e nel trasporto locale (1/3) 1 2 O F F E R T A Q U A LI T A’ Politica: dedicare più risorse per il potenziamento dell’offerta di trasporto pubblico, su ferro e su gomma: reti (ferroviarie), nodi di interscambio, servizi, materiale rotabile Dall’analisi: “l’offerta crea la proprio domanda” Obiettivi: accrescere la competitività del Tpl, in termini soprattutto di capillarità (accessibilità) e rapidità Politica: migliorare la qualità intrinseca del trasporto pubblico, in termini di comfort del viaggio e informazioni a terra e a bordo Dall’analisi: “i disagi del trasporto in auto si sopportano meglio” Obiettivi: recuperare il gap (percepito!) esistente con il mezzo privato e sfruttare, nel caso del treno, un formidabile punto di forza del trasporto pubblico che è proprio la qualità del viaggio (meno stress) (1) Le risorse trasferite alle Regioni (ex FNT) per i servizi di trasporto pubblico su gomma non sono state adeguate nemmeno al tasso di inflazione fino al 2007 (dal 1995!) Finanziamenti regionali (ex FNT) in milioni di euro (valori correnti) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Diff. % 01/07 3.071,2 3.112,4 3.106,8 3.133,2 3.148,5 3.211,8 3.395,8 +10,6 Fonte: Isfort su dati ASSTRA Variazione in termini reali(*) dei finanziamenti regionali (ex FNT) 110 (numeri indice 2001=100) 101,1 97,0 100 96,4 93,1 90 80 (*) 91,3 94,8 2001 2002 2003 2004 2005 2006 Indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati, serie trasporti (indice riferito al mese di gennaio) Fonte: Isfort su dati ASSTRA 2007 (1) E lo stesso è accaduto fino al 2006 (dal 1999) per i finanziamenti ai servizi ferroviari regionali (con seri problemi nel 2008…) Risorse per i servizi ferroviari regionali gestiti da Trenitalia (in milioni di euro correnti) 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 2008 Diff. % 01/08 1.384 1.384 1.384 1.384 1.384 1.384 1.695(a) 1.719(b) +24,2 (a) La Finanziaria per il 2007 ha autorizzato una spesa aggiuntiva di euro 311 milioni per il solo 2007 versati direttamente a Trenitalia (b) Accanto ai 1.389 milioni di euro definiti dalla Finanziaria per il 2008 sono considerati gli 80 milioni stanziati con decreto legge n. 60/08 e i 250 milioni del decreto legge 112/08 Fonte: Isfort su dati vari Variazione in termini reali(*) delle risorse per i servizi ferroviari regionali gestiti da Trenitalia (numeri indice 2001=100) 110 105,0 101,1 99,7 100 95,8 94,5 90,8 87,2 90 80 2001 2002 2003 2004 2005 2006 2007 Indice dei prezzi al consumo delle famiglie di operai e impiegati, serie trasporti (indice riferito al mese di gennaio di ciascun anno) (*) Fonte: Isfort su dati vari 2008 (1) Dopo molti anni di stasi, qualche importante novità nella Finanziaria 2008: per i servizi….(1/2) Finanziamento dei servizi La novità più interessante è il cambiamento di metodo, che ha concretizzato lo sforzo di stabilizzare le risorse per il settore (servizi) attraverso un’accelerazione del percorso avviato di “federalismo fiscale”. È prevista infatti l’attribuzione alle Regioni di una compartecipazione all’accisa sul gasolio per autotrazione. Le risorse aggiuntive sono stimate in scarsi 300 mln di euro per il 2008, senza vincolo di destinazione, per l’adeguamento delle risorse complessive destinate al Tpl di fatto ferme, come si è visto, al 1995 per la “gomma” e al 1999 per il “ferro”. La quota di risorse effettivamente aggiuntive appare insufficiente a garantire un aumento dei servizi che soddisfi le necessità già presenti. Resta poi aperto il problema del finanziamento stabile dei servizi regionali erogati da Trenitalia, per i quali si è rimasti fermi al metodo dei trasferimenti statali. Non ci sono certezze per le risorse aggiuntive riconosciute nel 2007 e nel 2008 (oltre 300 milioni di euro), peraltro dichiarate insufficienti da Trenitalia a parità di servizi da erogare. Sostegno agli utenti E’ stata prevista una misura innovativa di detraibilità fiscale, nella misura del 19%, delle spese sostenute per l’acquisto di abbonamenti ai servizi di Tpl, regionali e interregionali (spese fino a 250 euro). La proroga della misura per il 2009 è contenuta nel D.L. Finanziaria 2009, appena approvato alla Camera in prima lettura. (1)…..e per gli investimenti Nel D.L 159/07, di accompagnamento alla legge Finanziaria 2008, è stato stanziato un contributo al trasporto metropolitano di alcune grandi città per complessivi 800 milioni di euro (500 per la prosecuzione della linea C della metropolitana di Roma, 150 ciascuno ai sistemi metropolitani di Napoli e Milano).La Finanziaria ha dedicato qualche risorsa, invero assai modesta, ai sistemi di trasporto di Bologna, Torino e Firenze. È stato incrementato (portandolo a 650 mln di euro dai 300 mln del 2007) un fondo quadriennale, presso il Ministero dei Trasporti, per i finanziamenti in conto capitale, in parte per il rinnovo del materiale rotabile, in parte per i sistemi di trasporto rapido di massa. E’ assolutamente necessario adeguare quantitativamente queste risorse e sarebbe anche opportuno stabilizzare il loro metodo di erogazione, in analogia a quanto è stato fatto per i servizi. Cinque leve per una strategia di cambio modale nel pendolarismo e nel trasporto locale (2/3) M E R C A T O 3 4 I N T E G R A Z I O N E M O D A L E Politica (aziende): segmentare il mercato leggere meglio i bisogni della clientela per Dall’analisi: “attenzione a non perdere di vista le fasce forti di consumo di mobilità!” Obiettivi: organizzare un’offerta differenziata, arricchita di servizi specifici per i diversi target di domanda Politica: promuovere le opportunità di trasporto intermodale pubblico-privato e pubblico-pubblico, attraverso misure di integrazione organizzativa, informativa, tariffaria Dall’analisi: “cresce il peso della mobilità collettiva intermodale” Obiettivi: ridurre il gap di accessibilità con trasporto privato ottimizzando la rete dei servizi il (3) Un’ipotesi di segmentazione della domanda per il trasporto ferroviario regionale 46-59 anni ALTA Laureati Lavoratori dipendenti 30-45 anni Disoccupato Pensionato 60 anni e pi ù Licenza media Nessun titolo Casalinga Uomo Lavoratore autonomo MEDIA Donna Diploma superiore 14-29 anni Segmenti di mercato “deboli deboli ” per per il trasporto ferroviario Studente BASSA PROSPETTIVA DI INCREMENTO DEL MERCATO (Indicatore Propensione ad incrementare l ’utilizzazione del treno) Graf. 10 Il posizionamento di segmenti di clientela nella prospettiva d el mercato del Graf. - Il posizionamento dei segmenti di clientela nella prospettiva de del l mercato trasporto ferroviario del trasporto ferroviario BASSA MEDIA ALTA PROSPETTIVA DI MANTENIMENTO DELLA CLIENTELA ATTUALE (Indicatore Livello di soddisfazione per il treno regionale) Segmenti di mercato “forti forti” per peril il trasporto ferroviario Fonte: Isfort, Osservatorio della Mobilità Regionale Cinque leve per una strategia di cambio modale nel pendolarismo e nel trasporto locale (3/3) 5 A C C E S SI B IL IT A’ Politica: disincentivare l’uso del mezzo privato nei centri urbani, attraverso misure dissuasive di limitazione della circolazione (sosta a pagamento, ZTL, eventuali forme di road pricing…) e di contestuale potenziamento del Tpl nell’”ultimo miglio”, nonché dei parcheggi scambiatori fuori città Dall’analisi: “è necessario agire sull’intera relazione O/D per favorire la diversione modale” Obiettivi: cittadini impedire l’assalto delle auto ai centri La dotazione relativa di zone a traffico limitato (ZTL) per circoscrizioni e la dinamica 2000-2005 dei capoluoghi: discontinuità e frammentazione Variazioni percentuali 2000-2005 Estensione delle ZTL al 2005 (media capoluoghi) 4,20 4,11 Kmq di ZTL/100 Kmq di superficie 0,34 Mq di ZTL/ abitanti 0,87 5,31 0,46 4,53 5,00 0,30 0,37 Var. % mq di ZTL N.D. Dato 2000 pari a 0 Oltre a -50 Da -50,00 a -10,01 Da -10,00 a -5,01 Da -5,00 a -0,01 0 Da 0,01 a 10,00 Da 10,01 a 100,00 Da 100,01 a 1.000,00 Oltre 1.000,00 La dotazione relativa di stalli di sosta a pagamento per circoscrizioni e la dinamica 2000-2005 dei capoluoghi: il sud è ancora indietro Variazioni percentuali 2000-2005 Var. % numero di Stalli di sosta Dotazione di stalli di sosta al 2005 (media capoluoghi) 49,90 56,04 Stalli di sosta/1.000 autovetture circolanti 2,93 3,30 Stalli di sosta/100 abitanti 39,92 2,74 40,32 2,34 28,42 1,73 N.D. Dato 2000 pari a 0 Oltre a -25,00 Da -25,00 a -10,01 Da -10,00 a -5,01 Da -5,00 a -0,01 0 Da 0,01 a 10,00 Da 10,01 a 100,00 Da 100,01 a 500,00 Oltre 500,00 La lenta crescita del “ferro” urbano L’estensione delle linee tranviarie in Italia è diminuita del -40% tra il 1970 e il 2000 per poi recuperare lentamente negli anni successivi. La rete delle metropolitane nelle città è complessivamente cresciuta di soli 46 km in lunghezza tra il 1990 e il 2006, con un aumento del 56% dei posti offerti. Tranvie Urbane ed Extraurbane Metropolitane Anni Lunghezza esercizio (km) Posti-km offerti (mgl) 1970 665 7.633.128 31 3.713.970 1980 581 7.145.795 56 6.652.816 1990 449 5.688.862 96 12.766.492 2000 398 5.190.567 121 17.700.967 2006 468 4.887.645 142 19.945.353 Fonte: Elaborazioni su dati del Conto Nazionale Trasporti Lunghezza esercizio (km) Posti-km offerti (mgl) Fare “sul serio” e rapidamente: l’esempio della metropolitana di Madrid Con 312 km di lunghezza la metropolitana di Madrid è oggi per estensione la seconda in Europa (dopo Londra) e la quarta nel mondo (dopo Tokio e New York). Circa 150km di nuova rete costruiti in 12 anni (1995-2007). La Metro Sur (linea 12) è stata realizzata in 3 anni, nel periodo 2000-2003 (40 km di tunnel e 28 nuove stazioni). Nel 2007 i passeggeri sono stati circa 1,6 miliardi, contro circa 1 miliardo del 1987. Responsabile del progetto è il Consorcio Regionale de Trasportes de Madrid (CRTM), agenzia del Governo Regionale istituita nel 1986 per coordinare gli sforzi di istituzioni, gestori pubblici e privati al fine di sviluppare la qualità dell’offerta di TPL. Fonte: www.metromadrid.es La mobilità pendolare in Italia: le caratteristiche della domanda e le potenzialità di riduzione del traffico privato Grazie per l’attenzione! Carlo Carminucci [email protected] Roma 19 novembre 2008