Organo ufficiale dell’associazione PRO SEGUGIO “L. Zacchetti” In caso di mancato recapito si prega di restituire al CPO di Piacenza per il mittente che si impegna a pagare la relativa tassa. n. 97 dicembre 2012 Anno XXXI - Società Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti” - Sped. in abb. post. 45% - Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Bologna Organo Ufficiale dell’Associazione Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti” Direttore Responsabile Vincenzo Ferrara Comitato di Redazione Argenio Felice, Boccati Bruno, Cabrali Denis, Carturan Angelo, Castagna Franco, Dante Marcello, Di Giannantonio Gianluca, De Falco Antonio, Ferrara Gianfranco, Gaiottino Franco, Ghilardi Fulvio, Ghirotto Giovanni, Giordanino Gianedoardo, Mezzadra Tino, Mugnaini Bruno, Scovoli Agostino, Tacca Gino, Verra Lorenzo Comitato Tecnico Scientifico Clerici Palmiro, Di Giannantonio Gianluca, Ghilardi Leopoldo, Giordanino Gianedoardo, Minelli Giuseppe, Ottino Bruno, Quici Giuseppe, Tacca Gino, Villa Mario Archivio fotografico Francesco Panuccio Proprietà ed Editore SIPS “L. Zacchetti” – 25100 Brescia Progetto Grafico Studio DOD design - Massa Lombarda Pubblicità Segreteria SIPS Tel. 0377 802414 – Fax 0377 802234 www. prosegugio. it E- mail: info@prosegugio. it Spedizione Autor. del Tribunale di Crema n. 57/86 Spedizione in abbonamento postale 45% Art. 2 comma 20b Legge 662/96 Filiale di Piacenza Articoli e fotografie, anche se non pubblicati, non saranno restituiti. La responsabilità per i contenuti e le opinioni espresse negli articoli pubblicati è esclusivamente degli autori. Gli articoli pubblicati in questo numero non sono riproducibili. La redazione non si assume nessuna responsabilità sulle inserzioni pubblicitarie inoltrate senza bozzetto, sulle quali per altro, si riserva di operare eventuali tagli al testo compatibilmente con lo spazio prenotato dal committente. In copertina: Xxxxxxxxxxxx ORARIO DI APERTURA DELLA SEGRETERIA NAZIONALE lunedì e mercoledì 08.00-12.00 / 12.30-16.30 martedì e giovedì 08.00-12.00 / 12.30-17.30 venerdì 08.00-12.00 / 12.30-14.30 L’applicazione dell’orario sarà in vigore dal 01 ottobre 2012. Finito di stampare nel mese di dicembre 2012 Sommario 2 4 8 12 14 17 sommario n. 97 dicembre 2012 – Anno XXXI Editoriale Coppa Europa 2012 Bentivoglio: corso per esperti giudici “L’ipocrisia delle coscienze pulite” Trofeo degli Eccellenti (Sassetta) In Piemonte la Coppa Europa Beagle, Beagle-Harrier, Harrier 18 IIIº Campionato Italiano C.P.A. per Segugi su Cinghiale 20 Coppa Europa da reinventare 22 Il brevetto di limiere 24 Il Cane non è un fucile 31 Trofeo Marche 2012 32 Il Segugio Maremmano e la moda 34 Le problematiche della caccia in montagna 36 Dall’iniziazione del cucciolo alle prove 38 Le nuove leve 1 40 Il taglio della coda 42 Esploratore, ovvero come sopravvivono le razze 44 Dalle sezioni SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA GENERALE DEI SOCI Ai sensi dell’art. 13 e 14 dello Statuto Sociale SIPS, si informa che l’Assemblea Generale dei Soci della Società Italiana Pro Segugio è convocata per sabato 23 marzo 2013 , presso il Teatro Comunale di Senna Lodigiana – Via Dante Alighieri - 1, per le ore 13.30 in prima convocazione e per le ore 14.30 in seconda convocazione, con il seguente Ordine del Giorno: 1) Relazione del Presidente 2) Bilancio Consuntivo 2012 3) Bilancio Preventivo 2013 4) Varie ed eventuali Possono partecipare all’Assemblea, con diritto di voto, i Soci dell’anno precedente, in regola con la quota sociale dell’anno in corso. Presidente Nazionale SIPS Dr. Leopoldo Ghilardi editoriale 2 Ai soci in chiusura l’annata venatoria e in chiusura l’annata Cinofila.Si possono fare Bilanci e Progetti per l’anno prossimo, non dimentichiamo che il 2013 sarà l’anno del rinnovo dei Consigli e quindi ricordiamo di distribuire le tessere ai Soci, in modo da avere la loro presenza all’Assemblea Nazionale di Marzo ed alle Elezioni Nazionali di Aprile. Se ricordate,avevo rinviato a questo Editoriale i Complimenti per i Vincitori di Coppa Europa su Lepre. Congratulazioni a Battista Pedretti e Carlo Generotti, classificatisi, rispettivamente, secondo e primo nella Prova per Mute in Austria. Anche quest’anno la prova delle mute ha ricevuto scarsa attenzione e poco risalto dagli organizzatori della FCI. La partecipazione dell’Italia alla prossima edizione è al momento in forse. L’Enci e la Sips dovranno valutare se l’impegno vale la ricompensa o se sia meglio rinunciare, come altri, alla Prova che nel 2013 si svolgerà in Svezia. Meglio dedicare le nostre attenzioni al nostro Campionato Sociale ed al Campionato Italiano della Sips. Invito ufficialmente le Sezioni, che intendono candidarsi ad ospitare le nostre Prove e a inviare, entro Aprile, le Candidature ufficializzandole con un sintetico Programma. Avevo promesso che in questo Il Presidente Ghilardi con Tinti-Pedini Editoriale avrei parlato di Selezione, argomento che non sempre viene affrontato nel modo giusto e con le conoscenze attuali di genetica, di trasmissibilità dei caratteri e la loro ereditabilità. Cercherò di fare maggior chiarezza, usando un linguaggio comprensibile. Se fallirò in questo obiettivo, ne assumo la colpa. Lo stesso termine di Selezione deriva da scegliere, scegliere gli accoppiamenti per ottenere dei risultati nella Discendenza o Progenie. Gli Standard morfologici furono fissati nel’800 con l’intento di ottenere cucciolate con aspetto identico o simile ai genitori e identico o simile tra fratelli. Scegliendo l’accoppiamento, si sceglie di modificare la composizione Genetica della Razza, come del resto avviene in natura con la Selezione Naturale, dove si accoppiano i soggetti con le caratteristiche più adatte all’ambiente e quindi alla sopravvivenza. La Selezione Artificiale, ovviamente, agisce con obiettivi diversi da quella Naturale, perché ricerca caratteristiche particolari, a volte lontane da quelle tipiche della Specie. Ricordiamo che le oltre 400 Razze canine riconosciute, derivano dalla domesticazione del Lupo (Canis lupus) e dalla Selezione applicata dall’uomo. Mentre gli altri animali domestici sono selezionati per un numero ridotto di caratteri genetici (litri di latte, numero di uova, conversione dell’alimento), per il Cane vengono ricercati un numero superiore di caratteri, identificati nello Standard di Razza, molto accurati e numericamente superiori. Ne consegue che il progresso Genetico della Selezione è stato superiore negli animali da reddito rispetto a quello delle razze Canine. Occorre sempre tenere nella giusta considerazione il numero complessivo degli animali e quello di quelli scelti per essere utilizzati nella riproduzione. Gli schemi di accoppiamento sono distinti in Inbreeding, Linebreeding, Outcrossing. Inbreeding o accoppiamento in consanguineità si effettua accoppiando: genitori con figli, cugini con cugini, fratello con sorella. Determina una maggiore omozigosi dei caratteri. Con livelli di maggiore consanguineità si ottiene più rapidamente la caratteristica di“fissare il tipo”, infatti essendo strettamente parenti i genitori, il DNA presenterà delle regioni identiche. E’ altrettanto noto che altre informazioni saranno rese evidenti, anche quelle non desiderabili come: disfunzioni organiche o caratteri indesiderati, che erano presenti in forma recessiva nel DNA e si manifestano nella omozigosi. L’accoppiamento Inbreeding aumenta la probabilità che i caratteri negativi latenti si manifestino nella discendenza, richiede quindi una conoscenza accurata del Genoma dei riproduttori. Linebreeding, accoppiamento con soggetti della stessa linea di sangue e quindi apparentati, ma con un livello inferiore di consanguineità. Gli antenati comuni sono nella terza o quarta generazione (bisnonni o trisnonni)e permette,quindi,di fissare alcune caratteristiche morfologiche senza rischiare la espressione dei caratteri indesiderati. Outcrossing, accoppiamento tra soggetti che non hanno parentela per almeno 5 generazioni, si utilizza per aumentare la variabilità genetica in popolazioni che hanno un livello alto di consanguineità o problemi di trasmissione di caratteri negativi, ovviamente non porta alla fissazione di caratteri, nè di quelli negativi e neppure di quelli desiderati, si userà quindi in razze con numero ridotto di individui che necessitano di allontanarsi dai pericoli insiti nella Consanguineità. La scelta dei riproduttori con la selezione orientata verso un carattere o un tipo morfologico può portare a un pericoloso aumento della consanguineità, soprattutto nelle razze canine, dove il numero dei soggetti è limitato (esempio classico di quanto ha determinato la indicazione del naso nero o rosso per lo standard del S.d.A., contestato da molti critici, poco aggiornati). Veniamo alla trasmissione dei caratteri desiderati che possono essere di tipo qualitativo o di tipo quantitativo e quanto questo possa incidere sul tipo di selezione. I caratteri qualitativi, detti anche Mendeliani sono legati alla manifestazione di una o poche coppie di geni. Si esprimono solitamente con presenza/ assenza ed a seconda della espressione fenotipica del carattere definiremo il carattere nel soggetto nato come: dominante, recessivo, portatore del genotipo (ad esempio l’estensione delle pezzature o il colore del mantello). I caratteri quantitativi, che sono la maggior parte di quelli indicati negli standard delle Razze Canine sono invece legati alla espressione di più geni e sono rappresentati in una Curva Gaussiana dove i soggetti riuniti nelle code presentano il carattere estremo, mentre la maggior parte della popolazione è distribuita intorno alla media del carattere. Questi tratti sono influenzati dall’ambiente e la loro ereditabilità è indicati con un indice (h quadro), che definisce la facilità con cui i genitori trasmettono un determinato fenotipo (ad esempio: la altezza al garrese, la proporzione cranio muso, la lunghezza del tronco in genere le proporzioni corporee, ed anche le caratteristiche adatte alle specializzazioni venatorie). La scelta dei riproduttori sarà basata sul Fenotipo, anche al fine di valutarne la qualità e i caratteri che si vogliono trasmettere alle Generazioni successive. Nel cane la selezione tende a ottene- re soggetti rispondenti allo Standard e quindi equilibrati per il carattere e il comportamento, biologicamente sani e morfologicamente belli. Nella selezione deve quindi prevalere un concetto di equilibrio tra le caratteristiche morfologiche e funzionali senza mai accentuare un carattere a discapito di altri (creando il cosiddetto ipertipo, termine spesso citato dai vecchi valutatori). La domesticazione ha selezionato sulle mutazioni spontanee avvenute nelle popolazioni canine espresse fenotipicamente con la separazione delle varie e numerose Razze Canine. E’ ormai certo che il Cane domestico è derivato da una o più popolazioni di Lupi domesticate in tempi differenti. L’estrema diversità morfologica tra le prime razze/popo- Il Presidente Ghilardi con Gianpaolo Maremmi lazioni di cani, al tempo delle prime domesticazioni è prova di una Eredità Genetica variegata. Basandosi sull’Analisi Genetica si ipotizza che la separazione del Cane domestico dal Lupo sia avvenuta 135.000 anni fa. Il passaggio, dell’uomo, dalla società nomade a quella stanziale agricola avvenuto 10.000 anni fa, ha imposto ulteriori criteri selettivi che hanno maggiormente differenziato il Cane dal Lupo. Su questo materiale genetico grezzo, ha agito la selezione artificiale che ha alla fine portato alla attuale grande varietà di Razze e di Fenotipi, dell’attuale Cane Domestico. Alcune Razze, considerate antiche, si sono differenziate almeno 500 anni fa (ad esempio: il Dingo, il Samoiedo, il Levriero Afgano) le altre Razze si son fissate in epoca recente: 1800/1900 e quindi manifestano un minor numero di caratteri fisici del Lupo. Il processo evolutivo che ha determinato questa estrema varietà di razze è ancora oscuro. La differenziazione si è espressa su più livelli. Il primo livello è dato dalla differenza genetica tra le Razze, il secondo livello è il raggruppamento delle Razze nelle caratteristiche Morfologiche e Funzionali, al cui interno sono probabili le presenze di Geni comuni. Alcune recenti ricerche hanno valutato la possibilità di applicare programmi di Selezione sulle caratteristiche venatorie, attuando in modo scientifico quello che empiricamente viene fatto attraverso le Prove Cinofile. Le Prove ed i Campionati sono utili per identificare i migliori soggetti e utilizzarli per la riproduzione migliorando la Razza. Come spiegare il mancato successo di questo metodo? Questi caratteri hanno bassa Ereditabilità e quindi non si prestano a una Selezione Morfologica. La bassa ereditabilità (h quadro) di questo/questi Caratteri che è stata valutata tra 0,06 e 0,28 mentre per altri dello 0,15. Su questa base si dovranno orientare le scelte Selettive su Programmi che applichino il metodo BLUP (Best Linear Unbiased Prediction) già applicato e sperimentato in campo zootecnico, che potrebbe migliorare in breve le caratteristiche ricercate, anche di tipo funzionale venatorio. Necessario basarsi su un programma che studi approfonditamente il Genoma e identifichi i Caratteri da selezionare, ovviamente differenziando i Test dalle Prove Classiche. Potrebbe essere lo spunto per introdurre: Prove Derby destinate ai giovani e Prove di Attitudine Venatoria, destinate ad alcuni singoli soggetti, da seguire negli anni successivi per utilizzarli, dopo conferma, nel Miglioramento Genetico. Le due Razze recentemente riconosciute: Segugio dell’Appennino/Lepraiolo e Segugio Maremmano hanno buona Variabilità Genetica e si presterebbero a questo tipo di Programma, abbiamo già delle informazioni sul loro patrimonio Genetico, derivate dal Progetto Scientifico curato dalla Facoltà di Camerino. Certamente, estenderemo questo approccio, con gradualità, alle altre Razze rappresentative del VI° Gruppo FCI. Fulvio Ghilardi Fulvio Ghilardi 3 coppa europa 4 Coppa Europa 2012 L’ha vinta ancora lui: Carlo Generotti e la sua muta A Brandlucken nei pressi di Graz, in Austria, si è svolta i primi giorni di novembre la Coppa Europa per Segugi del 2012. Se non fossero stati presenti gli italiani, intervenuti a seguito delle due mute partecipanti, alla manifestazione europea non ci sarebbero state che una ventina di persone . Numeri emblematici, che commentano e spiegano da soli il livello a cui è giunta la manifestazione. I nostri due concorrenti, felici di partecipare alla Coppa Europa, erano visibilmente delusi di essere i soli ed unici partecipanti della categoria mute. Innegabile la qualità dei nostri soggetti, ma la sfida con i colleghi europei avrebbe dato maggior qualità e competizione alla Coppa. Ricordo a tutti gli appassionati che i due concorrenti hanno sostenuto una dura selezione di qualificazione, confrontandosi con le mute italiane più significative, dopo aver ottenuto durante l’intero anno 2012 risultati molto lusinghieri. Ci siamo ritrovati in famiglia a contenderci un trofeo molto ambito: concorrenti, giudici e spettatori. La mattina della prova abbiamo dovuto fare più di cento chilometri, circa due ore di macchina, per raggiungere il luogo della sciolta, avendo nelle immediate vicinanze del raduno delle zone incantevoli nelle quali si sarebbero potuto sciogliere decine di mute. Estrazione sul campo: primo turno per Battista Pedretti di Biennio (BS) e secondo turno per Carlo Generotti di Sigillo (PG). La terna giudicante assegna la Coppa Europa 2012 con la qualifica di Eccellente alla muta composta da Lallo, Gildo, Birba, Iona, Birba II, Sara, di Carlo Generotti. Secondo posto con Eccellente alla muta composta da Nano della Concarena, Timba, Dama, Emi, Alba, Ebe di Battista Perdetti. Complimenti ad entrambi i concorrenti per l’abnegazione e la determinazione con la quale sono arrivati a questo ambito traguardo. Complimenti a Carlo Generotti che siè aggiudicato la Coppa Europa per Segugi 2012. Complimenti a Battista Perdetti per il secondo posto. La muta di Carlo Generotti, vincitrice dalla Coppa Europa 2012 5 La muta di Battista Pedretti, seconda classificata alla Coppa Europa 2012 6 Battista Pedretti con il suo seguito alla Coppa Europa 2012 corso di formazione Sintesi del corso per esperti giudici. Intervento di Gian Carlo Bosio: Principi e tecnica di valutazione in funzione dell’uniformità dei criteri di giudizio Bentivoglio, 1 dicembre 2012 Il compito della formazione consiste nel risvegliare l’individuo stimolando il desiderio di migliorarsi, di conoscere. “Per la mente che vede con chiarezza non vi è necessità di scelta, c’è azione”. Jiddu Krishnamurti valutazione che, poi, elaborati dalle nostre conoscenze, consentono l’assegnazione, la definizione della QUALIFICA (mb. ecc) ZOOTECNICA. Le qualifiche devono essere assegnate per quello che realmente rappresentano ovvero sia, ad esempio: l’eccellente, che rappresenta la ne dell’usta e nella soluzione dei falli - Spirito di muta Punti 30 3) SCOVO Percezione della vicinanza del covo - Iniziativa nella soluzione del fallo di rimessa Punti 30 4) SEGUITA Sicurezza - Persistenza - Comportamento nella soluzione dei I giudici al corso di Bentivoglio 8 La decisione, il giudizio, presuppongono una scelta, e una scelta significa una mente che oscilla tra questo e quello. Una mente che vede con chiarezza non ha scelta. Non decide, agisce! Per non avere dubbi, od averne meno, nel nostro caso specifico ovvero sia giudicare i segugi in prova, è necessario applicare in modo ortodosso, CORRETTO, SENZA EQUIVOCI, soprattutto laddove non vi è possibilità di interpretazione, il REGOLAMENTO DELLE PROVE PER CANI DA SEGUITA. Ma sicuramente lo strumento su cui dobbiamo far convergere i nostri sforzi per giungere all’uniformità dei nostri criteri di giudizio è la SCHEDA nella quale sono presenti i punti di qualifica più alta e significa che il cane ha meritato la massima valutazione in tutte e quattro le fasi, è diventato quasi dovuto. Ma siamo proprio sicuri che nelle moltissime verifiche dove è stato assegnato era veramente meritato!? Io personalmente raramente vedo lavori da eccellente e cioè, lo ripeto, da dieci in tutte e quattro le fasi! Analizziamo la SCHEDA PUNTI DI MERITO 1)CERCA Passione - Disciplina - Collegamento Punti 20 2) ACCOSTAMENTO Olfatto-Sicurezza nella valutazio- falli - Coesione Punti 40 5) VOCE Espressività della voce nel rispetto dello standard di lavoro Punti 30 6) CONFORMITA’ ALLO STANDARD DI LAVORO Stile di razza - Morfologia - Intelligenza - Attitudini particolari Punti 50 TOTALE PUNTI DI MERITO 200 PUNTI DI PENALIZZAZIONE 1) Precario equilibrio psichico 2) Dare la voce senza ragione 3)Tendere ad imballare e sbandare i compagni 4)Ritardato recupero a fine prova TOTALE PUNTI DI PENALIZZAZIONE 30 CERCA punti 20 (Passione - Disciplina - Collegamento) E’ la ricerca delle passate notturne, e mai direttamente del covo, deve essere svolta dal segugio con passione, naso a terra, senza corse a vuoto o scagni od urla inutili, esplorando con meticolosità il terreno, soprattutto in quei punti che di norma interessano le abitudini notturne della lepre, senza ritorni su quello già esplorato, allargandosi in un’azione ordinata, senza mai perdere il collegamento con il conduttore. Per coppie e mute l’impegno dei componenti deve essere autonomo, pur mantenendo costantemente un collegamento fra di loro tale da poter raggiungere che sono importanti, ma che in ogni modo non devono ridurre il segugio ad uno pecora. Esso deve conservare una sua personalità ed autonomia, che il conduttore deve rispettare. Il regolamento definisce il conduttore “parte integrante” ma vuol significare semplicemente che può integrare l’azione del cane là dov’è mancante, ma di queste mancanze, completate dal Canettiere, il Giudice deve tener conto in negativo per i cani. Il Canettiere non può sostituirsi agli stessi, pena l’eliminazione dalla prova. Il collegamento va considerato: • con il canettiere dove questi deve essere in grado di controllare il CON ANDIRIVIENI INCONCLUDENTI E CONTINUI RITORNI) potrà essere condotto, nell’intento di uscire dai grovigli, dai componenti di coppie e mute non perfettamente uniti, purché costantemente collegati, ed è consentito a qualche soggetto di lavorare ai bordi della pastura, a condizione che sia un cane riservato e che dia voce solo dopo aver accertato una via di uscita e sia creduto dai compagni. E’ altresì consentito al canettiere chiamare e far ispezionare ad uno o più cani un passaggio ritenuto importante. Trovata la via d’uscita, sul filo della passata, coppie e mute devono procedere unite, alternandosi alla guida se i valori dei singoli si equivalgono. E’ proprio in questo percorso a volte Docenti del corso di Bentivoglio 9 immediatamente, anche su invito del canettiere, il compagno di caccia alla sua segnalazione di avvenuto incontro. La disciplina va vista sotto tre aspetti: • Le corse a vuoto o scagni od urla inutili sono da penalizzare fortemente. Nei segugi lo scagno, o l’urlo a seconda della razza, equivale alla nostra parola e deve essere dato con razionalità e correttezza. La piaga dei segugi che scagnano per nulla deve essere guarita e l’unico modo per farlo è penalizzare fortemente questo tipo di comportamento • Deve cacciare solo il selvatico oggetto della prova • maneggevolezza ed ubbidienza, cane o i cani e saperli tenere sul terreno che gli è stato assegnato • e quello dei componenti di coppie e mute fra di loro anche quando l’azione di cerca viene svolta ad una certa distanza fra di loro a condizione che si tengano collegati pronti ad accorrere nel momento opportuno. ACCOSTAMENTO punti 30 (Olfatto - Sicurezza nella valutazione dell’usta e nella soluzione dei falli) l’accostamento, se l’incontro avviene sul luogo di pastura, (LA PASTURA DEVE ESSERE SOLO L’INDICAZIONE, IL RIFERIMENTO, DELLA PRESENZA DELLA LEPRE E NON IL LUOGO SU CUI PRODURSI IN SCAGNI OD URLA DISORDINATI facile, a volte fatto di minuziosità, di sfumature, di dettagli, a cui l’esperto giudice presta particolare attenzione che traspare tutta la classicità dei vari soggetti. Questo fino al fallo, sul quale ognuno cercherà la sua soluzione, alcuni nei pressi del problema, altri allargando un po’ di più e cerchiando attorno ma non lontano da quelli che fanno da punti di riferimento, senza inutili scagni od urli. Riannodato il filo, procederanno ancora tutti uniti e col ripetersi di queste alterne fasi, ma comunque seguendo sempre rigorosamente il percorso notturno della lepre, si deve arrivare in prossimità del covo. I segugi sono in accostamento solo quando, dopo aver trovato l’uscita della lepre dalla pastura, procedono uniti (non in fila!!) risolvendo i possibili falli, per giungere in prossimità del covo. Attenzione però che il segnare qua e là, cosa che si verifica spesso dove, magari, vi sono molte lepri, sperando di arrivare al covo, senza che sia possibile, considerato quanto si è visto ed udito, constatare un modo oggettivo una continuità logica del percorso, non è accostare, è semplicemente affidarsi al caso e fare i furbi pur di scovare ed allora assolutamente non bisogna assegnare qualifiche importanti. Spirito di muta è quello che fa procedere uniti sulla stessa usta i cani Nell’accostamento è citato per primo • l’olfatto questa è la dote fondamentale in tutta l’azione di caccia. È di difficile valutazione, ma è proprio nella fase d’accostamento che il Giudice, seguendo passo-passo i cani, ha la possibilità di apprezzare la potenza olfattiva, di cogliere ed evidenziare nel singolo soggetto quelle doti che lo fanno avanzare con sicurezza e decisione sulla traccia, nella giusta direzione e di come utilizza l’olfatto • con Sicurezza nella valutazione dell’usta e nella soluzione dei falli. 10 SCOVO punti 30 (Percezione della vicinanza del covo - Iniziativa nella soluzione del fallo di rimessa) lo scovo è la fase indispensabile per determinare l’esito della prova. Tutti i segugi, ciascuno secondo un proprio metodo e lo stile della razza di appartenenza, giunti nei pressi del covo devono chiaramente dimostrare di sentire vicino il selvatico, volti a farlo schizzare od a giungere sul covo appena o da poco abbandonato. A farlo notare sarà la grande tensione, il particolare timbro di voce, per alcuni un atteggiamento guardingo, per altri un’azione dinamica; alcuni cercheranno di decifrare doppie e salti tartufo a terra, ma sempre attenti a ciò che succede intorno a loro, altri con testa a mezz’aria ispezioneranno cespugli e possibili nascondigli. Tutto questo e solo questo dirà all’esperto giudice che i cani sono sul punto di scovare e non la occasionale vista della lepre in fuga, anche se è quella cacciata ma non segnalata vicina dai cani. Qualora la lepre si sia messa in fuga, è permesso al canettiere, nel caso si siano manifestate le premesse sopra ricordate, col consenso tassativo dell’esperto giudice, che le avrà accertate di persona, di indirizzare i cani sulla fuggitiva; Ma attenzione non è scovo se i cani non hanno dimostrato, manifestato prima di sentire, avvertire, accorgersi di essere vicini al covo. Questa è la condizione per poter assegnare una qualifica e, anche qui, se vi sono dei dubbi, questa qualifica non dovrà mai essere importante. SEGUITA punti 40 (Sicurezza - Persistenza - Comportamento nella soluzione dei falli) la seguita che ne deriva deve essere sicura, incalzante, sostenuta da buona voce, senza sbandamenti o ritorni ingiustificati, nel caso di coppie e mute in perfetta coesione, in cui i falli inizialmente devono essere causati solo da ostacoli ambientali, poiché in caso diverso non si tratta di falli, bensì di errori degli inseguitori, e solo sulla distanza anche dalle astuzie della lepre che nel frattempo è riuscita a guadagnare terreno. I falli della seguita devono essere risolti come quelli di accostamento, ma in modo più rapido, ovviamente in rapporto ai mezzi a disposizione dei cani, alla situazione del momento e nel rispetto della correttezza. Il canettiere, che non deve mai ricevere informazioni di alcun genere, può aiutare i cani a risolvere i falli. Perduta la traccia e non riannodandola per abbandono, i cani devono essere richiamati e legati. Persistendo nel lavoro sul fallo è facoltà dell’esperto giudice stabilirne la durata nel rispetto dei tempi di prova. Sia chiaro che un inseguimento di cinque, dieci minuti non è una seguita. Per chiamarla quasi seguita si dove pretendere almeno venti minuti. I falli, il più delle volte, sono provocati dai cani, soprattutto appena dopo lo scovo, quindi non possiamo nella relazione considerare la risoluzione di questi “presupposti” falli punti di merito. E’ comunque una verità assoluta che una seguita di dieci minuti con la soluzione di questi cosiddetti falli, che sono invece errori dei cani, debba essere considerata per quello che è ovvero sia un lavoro appena sufficiente. La seguita si chiama tale quando si prolunga nel tempo, altro che dieci minuti!!!!, ed assume un valore zootecnico quando diventa martellante, continua, emozionante. Non fatevi condizionare dai conduttori che vogliono grandi qualifiche pur davanti a seguite mediocri. La caratteristica fondamentale del segugio è la seguita che deve essere lunga e persistente. Troppo spesso si danno qualifiche con seguite che altro non sono che delle rincorse allungate. In questo modo però non si fa selezione!! Assolutamente No a telefonini, radio rice-trasmittenti e qualsiasi comunicazione con, e per, il canettiere. La coesione è il mantenere, per coppie e mute, una seguita unita. Questa è in funzione della costruzione fisica, dell’allenamento ed della potenza olfattiva. Tutte doti che devono essere presenti e di pari valore nei componenti la coppia o la muta. Il collegamento e lo spirito di muta, due caratteristiche importanti e che devono essere anche loro presenti nella seguita, non possono essere utilizzate quando manca la coesione! Il segugio può essere, e vorrà essere collegato ed aver spirito di muta ma se gli manca o la prestanza fisica o l’allenamento o l’olfatto, o anche solo una di queste componenti, non potrà mantenere il passo degli altri e quindi non vi è coesione. VOCE punti 30 (Espressività della voce nel rispetto dello standard di lavoro - Frequenza ritmica - Timbro e tono) Voce E’ una caratteristica dell’individuo e della razza a cui appartiene: scagnatori, demi-urleur, urleur. Deve essere considerata molto importante nell’assegnare il punteggio. Infatti il timbro e il tono devono rispecchiare le caratteristiche della razza fissate dallo standard di lavoro. Deve, quindi, essere quella tipica della razza. Nel segugio italiano, ad esempio, non sono ammessi urli…. eppure sono stati assegnati anche CAC a segugi italiani che urlavano!!!! NON PUO’ ESSERE PIU’ TOLLERATO UN SIMILE COMPORTAMENTO. CONFORMITÀ ALLO STANDARD DI LAVORO punti 50 (Stile di razza –Morfologia- Intelligenza - Attitudini particolari) La conformità allo standard di lavoro, deve essere la sintesi (e non la panacea per « sistemare le cose!!!»), di tutto il lavoro che si è svolto nel turno di prova. Le caratteristiche presenti nelle sei voci della scheda hanno concorso a formare i punteggi assegnati, ora, tutte insieme, ben presenti al Giudice che le ha qualificate e verificate man-mano, devono concorrere a formare il punteggio di quest’ultima voce, che dispone di un numero di punti più alto per la sua evidente importanza, quella di rispecchiare le caratteristiche individuali e di razza di ciascun soggetto. Il punteggio quindi sarà formulato dal Giudice sulla scorta delle doti emerse durante il turno ed attraverso l’osservazione del modo di muoversi e di comportarsi dei soggetti sul terreno di prova riferito allo standard. MORFOLOGIA -io assegno 30 puntiE’ la più importante in quanto verifica, valuta la corrispondenza a quanto descritto nello standard morfologico. Consigliabile di seguire il criterio d’assegnare mentalmente la qualifica che si ritiene la più appropriata per tradurla poi in numeri. A questo scopo si suggerisce il seguente prospetto per assegnare i 30 punti: (Suff. e A.B. = 6x3 = 18)- (B. = 7x3 = 21) -(M.B. = 8x3 = 24) -(ECC = 9x3=27). Si ricorda che non vanno dimenticati quei gravi difetti, regolati dalle norme dell’ENCI ed elencati sul libretto che sono causa di eliminazione. Lo stile di razza è quell’insieme di manifestazioni, atteggiamenti e movimenti, che nei soggetti appartenenti alla stessa razza, diventano caratteristici in quanto uniformi nell’eseguire una determinata attività. Le componenti sono molteplici: manifestazioni psichiche o d’intelligenza, atteggiamenti del cane a contatto con l’emanazione e in altre parole carattere di razza, temperamento, olfatto, voce e poi sotto la spinta di queste componenti: movimento di tutto il corpo, e quindi la sua morfologia, conformazione, della coda in particolare, il portamento della testa nella presa dell’usta, l’andatura. Voglio far notare, però, che nelle numerose razze di segugi non è sempre così netta la differenza di stile fra l’una e l’altra e se esiste è difficile a cogliersi. Intelligenza L’Abbiamo già valutata durante il turno ed è presente, deve essere presente, in tutte le fasi, per esempio nel modo di ciascun soggetto di condurre la cerca, e poi di interpretare l’usta, nella soluzione dei falli. Si tratta di tenerne conto e fare sintesi. Attitudini particolari. ANCHE QUESTE le ABBIAMO VALUTATE , VISTE,VERIFICATE GIA’ PRIMA...! Tutti i segugi validi sono completi ma queste attitudini, predisposizioni sono quelle che ci convincono di essere di fronte a soggetti con doti particolari, speciali, come ad esempio: il lavoro su strada o ancora di più quando si nota, si verifica di una evidente supremazia in un’intera fase della caccia; accostamento, oppure in fase di scovo o seguita. Uniformità nello stile di lavoro. Sul terreno i cani devono comportarsi tutti secondo lo stile della razza d’appartenenza, fatte salve quelle caratteristiche individuali che però nulla tolgono all’uniformità di stile. I soggetti che non corrispondono allo standard di lavoro della razza vanno penalizzati. Qualche punto in più va attribuito a tutti, se quest’uniformità di stile è presente in tutti ed è indiscutibilmente una garanzia di razza e di selezione. Adesso alcune considerazioni finali sullo standard: - lo Standard di razza «è la bibbia a cui obbedire» - canone 4 del codice deontologico per esperti giudici - e, lo standard, rappresenta la descrizione di un soggetto finalizzato ad una specifica funzione. QUINDI lo standard proviene dalla funzione e non viceversa. Infatti è la funzione che ne tutela la sua applicazione e corretta lettura nel tempo. Ricordiamoci che: - un eccesso di uniformità soffoca la razza - un eccesso di difformità la scompone “Non è l’appartenenza ad una razza che crea la natura del cane, ma è la natura del cane, la funzione, che lo fa catalogare in una determinata razza. Nessun pedigree potrà mai garantire la sua integrità genealogica: se il soggetto si discosta per costruzione, costituzione e temperamento dai presupposti dello standard, non può biologicamente definirsi appartenente a quella razza.” Piero Alquati Gian Carlo Bosio 11 attualità 12 “L’ipocrisia delle coscienze pulite” In una società in cui la dittatura dei mass media regna sovrana, la disinformazione è la causa primaria delle istanze volte all’abolizione di un’attività tanto antica quanto l’uomo, se pensiamo che molto plausibilmente il passaggio degli ominidi alla posizione bipede potrebbe essere spiegata proprio alla luce dell’esercizio venatorio. Nel paleolitico, la prima tecnica sviluppatasi è stata infatti quella della caccia per sfinimento; la preda veniva inseguita sino a che, esausta, diveniva avvicinabile e perciò poteva essere abbattuta. Dalla caccia sono nati le tecniche di attacco e di difesa, l’organizzazione della gerarchia sociale, nonché il linguaggio; l’attività venatoria non è sport: è competizione tra l’uomo, animale razionale ma pur sempre animale, come ricorda Darwin, e le forze della natura, che molto spesso ci ricordano (con frequenti catastrofi) la nostra appartenenza al meccanismo inesorabile di nascita e distruzione, come ogni altro essere vivente. Ancora oggi per molte popolazioni che vivono in condizioni di povertà assoluta, in ambienti poco adatti allo sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, la caccia riveste una funzione primaria di sostentamento. Si pensi agli Inuit dell’Artico, o alle tribù di cacciatori-raccoglitori dell’Africa meridionale. Nei paesi industrializzati, invece, la superbia degli uomini spesso giudica questa attività secondo un pensiero di idealistico buonismo e non realistico. Sono molti (o meglio, troppi) coloro che affermano con violenza ed ottuso rifiuto di dialogo che l’esercizio venatorio viola il diritto alla vita degli animali. La cultura ambientalista ed animalista sta diffondendo il pericoloso messaggio dell’esistenza di una natura fittizia in cui gli animali parlano, piangono e si atteggiano come gli umani; si tace ai nostri figli la realtà, volendo negare i meccanismi che animano da millenni l’arena della vita, la competizione e la continua lotta per l’esistenza. E’ ormai di moda riservare (a parole!) agli animali i medesimi diritti di cui gode l’uomo. Ma non dimentichiamo che avere gli stessi diritti implica il possesso degli stessi bisogni; e gli unici bisogni che in natura sembrano reggere la vita animale sono quelli della libertà e di un sano esplicarsi dello sviluppo del ciclo biologico; diritti che a me sembrano ampiamente violati dalle frequenti segregazioni in ambienti ben poco adatti alle esigenze di un animale e dalle costrizioni a cui viene spesso sottoposto nel momento in cui si cerca di “umanizzarlo”. Sempre più frequentemente assistiamo all’insorgenza di patologie del comportamento in soggetti vittime della distorsione della visione del mondo che gruppi di fanatici (che poi magari dimenticano i figli in macchina, ma non scordano di mettere il cappottino rosa al cane prima di uscire nel parco) vorrebbero imporre come dogma. Essi ignorano che la vita in natura non è affatto un diritto inviolabile, ma un insieme di vicissitudini rischiose, in cui quotidianamente la sfida per la vita mette alla prova ciascun essere. Noi tutti siamo ancora spinti dagli stessi istinti dei nostri antenati preumani. Siamo divenuti predatori intelligenti, questo è innegabile, ma credo che nessuno possa avere una visione tanto onnicomprensiva Armando Torri con la sua muta e trascendente da poter dire con matematica certezza che uccidere un animale fino a quel momento libero in un ambiente adatto alle sue esigenze sia più crudele rispetto allo sparare un chiodo nella testa di un vitello costretto in uno spazio angusto nei pochi mesi precedenti alla sicura macellazione; e che sia più moralmente elevato nutrirsi di un animale allevato con mangime “artificiale” e che forse non si può dire che sia mai veramente vissuto. Quello che fa maggiormente riflettere è la pericolosità della “cultura della delegazione”,così mi piace definirla: la gente accetta passivamente la morte e la sofferenza se non ne ha l’immediata percezione. E così, vedere un pezzo inanimato di carne nel banco del supermercato lascia la coscienza più pulita che non catturare una preda dopo un lungo inseguimento dall’esito, peraltro, non affatto scontato; in cui c’è un attivo confronto basato sull’astuzia, tra l’intelligenza umana (e quella dei suoi ausiliari) e quella della preda, Muta di Coppari-Montesi nel rispetto della dignità. L’unica certezza che credo possiamo ostentare è che per vivere ciascuno deve, volente o nolente, nutrirsi di un altro essere vivente. Senza morte non può esserci vita. E dividere in nette categorie gli esseri viventi, affermando implicitamente che un animale ha più diritti di una pianta, o che un cervo necessita di maggiore protezione di un ratto (si pensi alle accettatissime operazioni di derattizzazione) o degli insetti (crudelmente sterminati dagli agricoltori senza che nessun animalista alzi al cielo un grido) mi sembra un atto di cieca superbia. Chi può pretendere di sapere che vegetale è meno sensibile al dolore di un animale? Che un albero abbattuto per costruire un centro commerciale non prova sofferenza? C’è un errore logico di fondo che dovrebbe essere abbandonato definitivamente: teniamo distinta l’attività “caccia” dalla comunità dei “cacciatori”; solo così sarà possibile evitare una condanna generalizzata di tutta la categoria per il sol fatto che vi sono dissennati dediti al bracconaggio e alla caccia “consumistica”; è lo stesso ragionamento che porta una qualsiasi persona dotata di buon senso a rifiutare un odio incondizionato della categoria “stranieri” solo perché alcuni stranieri sono ladri o assassini. Ricordiamo che i problemi non si risolvono con l’abolizionismo, bensì con la regolamentazione. C’è infine un’osservazione da muovere ai molti che accusano i cacciatori di uccidere per puro divertimento. Non dimentichiamo anzitutto che il divertimento è un bisogno mai fine a se stesso. Cosa dire poi di quei divertimenti che concorrono nel silenzio generale alla distruzione dell’ambiente? Basti pensare alla frenetica costruzione di parchi di divertimento e piste sciistiche (ma l’elenco sarebbe lungo) che hanno contribuito al disfacimento degli habitat che ospitavano moltissime forme di vita per soddisfare le esigenze di “divertimento” dell’uomo. La caccia regolamentata in maniera seria e rispettosa svolge un ruolo fondamentale nella gestione della fauna selvatica al fine di mantenere la popolazione delle varie specie entro la capacità di mantenimento di ciascun ambiente ecologico. Se non fosse permessa l’attività venatoria, e questo concetto non è mai pubblicamente ammesso dai rappresentanti politici , i danni causati all’agricoltura dalla fauna selvatica sarebbero a carico non dei soli cittadini che, pagando, esercitano un diritto, ma diventerebbe necessariamente un aggravio per l’intera collettività, che certamente non accoglierebbe con favore un surplus di tassazione. Caccia chiusa o caccia aperta, il ciclo di nascita e distruzione che permette alla vita di proseguire non avrà fine. Il dogma capitalistico dello sviluppo continuo si fonda sull’induzione di nuove false necessità e sulla mercificazione di bisogni prima soddisfatti altrimenti. Oggi si ammettono l’uccisione, la sofferenza e la distruzione purché tutto ciò non venga fatto alla luce del sole, complici. Tollerare senza sporcarsi le mani, ecco il nuovo motto. Siamo ancora sicuri che si possa parlare di evoluzione della specie, o forse sarebbe più consono pensare ad un’involuzione della specie? Ai posteri (se ci saranno...!) l’ardua sentenza. Simona Pelliccia Alcuni concorrenti della prova di Pesaro 13 trofeo Trofeo degli Eccellenti (Sassetta) Gara di chiusura per le prove di cane da seguita su cinghiale in Toscana 14 Vincitori, organizzatori e giudici al Trofeo degli Eccellenti Il trofeo degli eccellenti da sempre riservato ai segugi maremmani anche nel 2011, come di consuetudine, si è svolto a Sassetta (Livorno) ed è la gara toscana di chiusura per cani da seguita su cinghiale in singolo. Anche in questa occasione la prova è stata governata da un regolamento indicante le modalità di invito, stante il numero limitato dei posti riservabili ai concorrenti. Per ciò che concerne i partecipanti provenienti dalla regione si è permesso l’accesso soltanto a quelli che avessero ottenuto i primi tre risultati nelle prove della “Toscana di eccellenza”, senza scalare nella classifica neppure se i cani avessero fatto risultato in più gare: soggetti seppur molto validi, che nelle prove non fossero andati oltre il quarto piazzamento, non avrebbero comunque potuto partecipare. Sono inoltre stati invitati tre cani indicati dalla Pro Segugio nazionale in rappresentanza del resto d’Italia. Evidenzio a tutti che le prove di Toscana di eccellenza si svolgono sempre in terreno libero e i vincitori non arrivano mai per caso: soltanto i migliori riescono ad imporsi. L’obiettivo è individuare i migliori soggetti della razza presenti al momento in Italia. Come sempre la gara, organizzata dalla Pro Segugio regionale e provinciale di Livorno e dai cacciatori di Sassetta, è risultata irreprensibile da tutti i punti di vista: terreni ideali, cinghiali in numero tale da mettere tutti i concorrenti nella condizione di scovare il cinghiale. La giuria era composta oltre che dai signori giudici Danilo Righi e Felice Bracco, da Gianfranco Gemignani, che l’ha presieduta con grande soddisfazione degli organizzatori e dei concorrenti, consci del fatto che questi è, senza tema di smentita, il più conosciuto e stimato d’Italia, oltre che presidente del club del segugio maremmano. Anche negli anni passati più volte era stata richiesta la sua presenza ma per più motivi, pur essendo sempre vicino all’organizzazione, non eravamo mai riusciti ad avere il piacere di averlo nelle vesti di giudice di gara. Pur in condizioni difficili i cani ammessi a partecipare hanno dimostrato di essere all’altezza della gara, punto di arrivo di ogni soggetto che aspiri ad un riconoscimento fra i migliori a livello nazionale (i cani mediocri non arrivano neppure a partecipare!!!). Dopo tre giornate intense di colpi di scena e conseguenti emozioni regalateci dai soggetti partecipanti, la vittoria ha arriso a Rocco, cane molto giovane di Andrea Gelsi. All’ultimo turno Rocco è riuscito, nonostante l’ora tarda e il caldo asfissiante di fine Giugno, ad accostare, dando voce per tutta questa Venanti, Gemignani, Marcaccini, Mugnaini e Rossi al Trofeo degli Eccellenti 15 Da sinistra Mino Cupini con Celentano (secondo classificato), Andrea Gelsi con Rocco (primo classificato) e Tiziano Boddi con Febo (terzo classificato) Felice Argenio con gli amici di Avellino al Trofeo degli Eccellenti 16 fase, e, raggiunto il cinghiale, ha abbaiato a fermo e lo ha inseguito ben oltre il suono della corna. Questo giovane soggetto ha compiuto una grande impresa e penso che negli anni a venire potrà incamminarsi sulla strada tracciata dal miglior cane presentatosi fino a quest’anno e ritiratosi dopo aver raggiunto il titolo di campione italiano di lavoro: Berlusconi di Mino Cupini. La giuria non ha avuto indecisioni e lo ha proclamato vincitore all’unanimità pur in presenza di altri validissimi soggetti tra cui Celentano di Mino Cupini, Febo di Tiziano Boddi e Baruffa di Primo Marcaccini. Pur in presenza di una grande prova non è stato assegnato il CAC. Questo riconoscimento si ottiene in Toscana solo con prove prive di qualsivoglia, pur minimale, imperfezione. Voglio chiudere con un grande ringraziamento a Diego Venanti, a tutta l’amministrazione comunale, ai cacciatori di Sassetta che si sono resi disponibili a supportare l’intera prova e infine a Stefano Federighi, presidente della Pro Segugio provinciale di Livorno, che ha coordinato sia il trofeo degli eccellenti che tutte le prove di Toscana di eccellenza. Bruno Mugnaini RISULTATI TROFEO DEGLI ECCELLENTI SASSETTA 15-16-17 GIUGNO 2012 VENERDI 15 BATTERIA N1 1º ECC167 FEBO DI BODDI TIZIANO 2º ECC161 VELENO DI POLOTTO GUGLIELMO 3-4-5º NQ MILANO DI VENANTI, GINORI DI VENANTI, ELBA DI CUCINI PAOLO SABATO 16 BATTERIA N2 1º ECC166 BARUFFA DI MARCACCINI PRIMO 2º MB156 ERCOLE DI FELICE ARGENIO 3º MB154 PELO DI APRILINO ANDREA 4º NQ SORAIA DI ALBONETTI SANDRO DOMENICA 17 BATTERIA N3 1º 2º 3º 4º ECC174 ROCCO DI GELSI ANDREA ECC170 CELENTANO DI CUPINI ULTIMINO MB158 TRUCIOLO DI MARINARI NQ EURO DI GITTI IVAN CLASSIFICA TROFEO ECCELLENTI 1º ROCCO DI GELSI 2º CELENTANO DI CUPINI 3º FEBO DI BODDI 4º BARUFFA DI MARCACCINI 5º VELENO DI POLOTTO 6º TRUCIOLO DI MARINARI 7º ERCOLE DI FELICE ARGENIO 8º PELO DI APRILINO ANDREA coppa europa beagle In Piemonte la Coppa Europa Beagle, Beagle-Harrier, Harrier Le magnifiche colline piemontesi hanno ospitato quest’anno la Coppa Europa del Club, organizzata dall’Italia e dal suo presidente Franco Gaiottino. Hanno partecipato equipaggi provenienti da quattro nazioni europee: Belgio, Francia, Italia ed Olanda. La manifestazione si è svolta in tre giornate ed in ognuna di essa hanno corso tre mute. La classifica della prima giornata: 17 La muta di Giuliano Alessandroni La muta di Casa Calbucci al primo posto la muta di Beagle di Giuliano Alessandroni di Ancona con la qualifica di 1° MB, al secondo posto la muta di Beagle dell’Allevamento di Casa Calbucci di Forlì 2° MB, al terzo posto la muta di Beagle del Francese Perosc 3° MB. La classifica della seconda giornata, con condizioni di difficile olfattazione è stata la seguente: primo riservato e Buono alla muta di Bearle-Harrier di Roberto e Sebastiano Ferrari di Brescia, Buono alla muta di Beagle dei Belgi-Olandesi, non riesce a guadagnare una qualifica la muta del francese Tremolet. La classifica della terza giornata solo due mute in batteria, vede al primo posto la muta di Beagle-Harrier del francese Tuffal, 1° Ecc; la muta dei F.lli Clerici di Crema non riesce ad ottenere una qualifica. La classifica finale vede vincitrice la muta di Tuffal (Francia), al secondo posto la muta di Giuliano Alessandroni ed al terzo posto l’Allevamento di Casa Calbucci. Miglior soggetto della Coppa Europa 2012: Araci di Gerard Tuffal. Al prossimo anno. campionato C.P.A. 18 IIIº Campionato Italiano C.P.A. per Segugi su Cinghiale Concorrenti, organizzatori e giudici al Campionato CPA Da venerdì 18 maggio a domenica 20 la Sardegna ha ospitato le finali nazionali del Campionato per Cani da Seguita su Cinghiale CAC. La prova della Finale Federale ha avuto quest’anno, oltre la categoria dei cani non iscritti, anche la categoria A per cani iscritti, diretta dai Giudici ENCI Felice Bracco e Mauro Casetta. La manifestazione nazionale del C.P.A, svoltasi con un clima calo- roso e famigliare, merito del suo perfettamente riuscita. dinamico presidente Marco Efisio L’evento è stata realizzato con la Pisanu, del delegato responsabile collaborazione della SIPS nazionale, per la cinofilia Antonello Campus alla quale la dirigenza del C.P.A e e di un gran numero di appassionati della caccia al cinghiale Costantino Mereu con una corteccia con i cani da di sughera raffigurante la sua Sardegna seguita, è Classifica COPPIE categoria A Conduttore Razza del cane NomeRegione di provenienza 1 Cucini Paolo Segugio Maremmano Elba e Iro Toscana 2 Carracillo - Fattore Segugio Istriano Bora e Zara Molise 3 Campise Domenico Griffon Bleu de Gascogne Cacao e Clio Calabria Giudice: Bracco Felice Classifica SINGOLI categoria A Conduttore Razza del cane NomeRegione di provenienza 1 Mei Alessio Segugio Maremmano Caronte Sardegna 2 Manfredi Mario A. Dachsbracke Ben Liguria 3 Curreli Federico Segugio Maremmano Ghiaccio Sardegna Giudice: Casetta Mauro Classificati COPPIE categoria B Conduttore Razza del cane NomeRegione di provenienza 1 Pisano Gianfranco Meticcia Betty e Dea Sardegna 2 Lo sardo Diego Meticcia Leo e Lea Liguria 3 Iannotta Antonello Meticcia Zara e Zorro Molise Primi classificati SINGOLI per la categoria B Conduttore Razza del cane NomeRegione di provenienza 1 Murru Stefano Meticcia Geri Sardegna 2 Iannotta Antonello Meticcia Bobby Abruzzo 3 Guardascione AdolfoMeticcia Gary Lazio Classifica a Squadre 1° Sardegna - 2° Toscana - 3° Molise Concorrenti, organizzatori e giudici al Campionato CPA 19 Il Presidente Pisanu con Ferrara e Campus tutti i partecipanti hanno riservato una calorosissima ospitalità. Hanno partecipato i concorrenti di ben dieci regioni italiane: Abruzzo, Calabria, Lazio, Liguria, Marche, Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna e Toscana; i cinofili provenienti da fuori regione sono stati ospitati nelle strutture ricettive della provin- cia di Oristano, agli stessi oltre alla partecipazione alla prova cinofila, sono state mostrate alcune tra le più caratteristiche località dell’Isola. Ciò che mi ha maggiormente colpito sono state l’ospitalità e la voglia di fare sana cinofilia. Ho notato la grande partecipazione di tanti appassionati della “Caccia Grossa”, che non hanno trascurato alcun dettaglio affinchè tutto andasse per il verso giusto. E’ stata dimostrata molta professionalità dai giudici federali, che hanno saputo ben gestire il copioso numero di concorrenti desiderosi di far bene. Dire che il territorio della provincia di Oristano è incantevole, è cosa ben nota;tantissima macchia mediterranea intricata nella quale, oltre al cinghiale sardo, vivono molti altri animali come cervi, volpi e lepri. Per sfondo quasi sempre lo stupendo mare della Sardegna con la duna costiera sterminata. E poi i grandi banchetti, nei quali era difficile sfuggire agli inviti di degustazione delle ottime specialità sarde. Indimenticabili i bellissimi coltelli “Pattada” fatti dalla mano sapiente di Andrea Lecca, che il suocero Costantino Mereu aveva esposto in una bacheca, dove i continentali li hanno potuti ammirare ed acquistare. Mi auguro che si possa sviluppare ancora di più questa attività, gli amici sardi hanno tutto il necessario per implementare una grande cinofilia segugistica: passione organizzativa, territorio, cani e selvatici. Complimenti a tutti, arrivederci alla prossima festa. coppa europa Coppa Europa da reinventare 20 La premiazione della muta di Carlo Generotti alla Coppa Europa 2012 E’ necessario intervenire per uscire dalla palude in cui ci siamo impantanati. Una Coppa Europa così formulata non ha più senso!! I nostri concorrenti, da sempre, vogliono assolutamente partecipare a questa manifestazione che ha perso, però, di significato a causa dell’immobilismo dell’organizzazione che gestisce, con un sistema lobbystico, quella che potrebbe essere, per davvero, la massima manifestazione segugistica europea. A differenza degli altri paesi in cui non vi è nessuna ricaduta pubblicitaria, dall’aver partecipato o riportato la vittoria in Coppa Europa, da noi è stata data troppa importanza a questo risultato. La cosa veramente valida, invece, tutta nostra, tutta italiana, è la selezione fatta da noi per la scelta dei partecipanti alla Coppa. Quella sì ha un valore zootecnico!!! La stessa, infatti, valuta i potenziali concorrenti italiani che durante l’anno hanno ottenuto i migliori risultati nelle prove più significative. Per cui chi viene scelto a parteci- pare alla Coppa Europa rappresenta, in quel momento, il meglio della categoria singolo, coppia o muta del segugismo italiano. Il gruppo dirigente europeo della Coppa Europa non ama per niente la categoria mute e quella delle coppie, per loro esiste solo il singolo. La muta, per i dirigenti di questa manifestazione, è mal sopportata quasi tollerata. Diventa una categoria fatta giusto per accontentare alcune nazioni che sono, ironia della sorte, quelle con il maggior numero di razze e di segugi in Europa. Insomma le più rappresentative!!! La Francia già da qualche anno si è defilata, non partecipa più, e lì la caccia con la muta è assolutamente imprescindibile per le razze da seguita. Il segugismo francese è basato essenzialmente sulla muta e, per coerenza con il loro modo di cacciare, a questa Coppa Eu- ropa con questi presupposti, non intendono più partecipare. Stando così le cose, bisognerebbe avere il coraggio e la forza di impegnarsi con l’Enci nel cercare una mediazione per ristrutturare, rendere attuale, modernizzare la Coppa Europa per cani da seguita. Bisogna sempre ricordarsi che è una manifestazione importante sopratutto per la diffusione, il mi- glioramento e la difesa della caccia con i cani da seguita; per cui occorre tentare di farci ascoltare dalle istituzioni competenti, che legiferano a riguardo ma, nello stesso tempo, è anche necessario un confronto europeo tra gli appassionati delle mute, sia da lepre che da cinghiale. Sarà necessario, in attesa di una mediazione europea, organizzare La muta di Battista Pedretti i giudici Capri, Di Giannantonio e Fusarpoli e la delegata austriaca alla Coppa Europa 2012 21 Didascalia xxxxxxxxxxx un incontro, una competizione validata dalle varie società cinofile istituzionali europee che metta a confronto il meglio delle mute esistenti nei paesi che le utilizzano correntemente. Non sarà facile portare a compimento ciò, ma bisogna provarci. Vale la pena ricordare le 250 prove fatte in un anno in Italia nelle quali si confrontano le mute, più o meno, lo stesso numero di prove con le mute si svolge in Francia, una cinquantina in Spagna,alcune in Belgio e Olanda,la Grecia sta iniziando ora, anche la Croazia ha intenzione di incominciare. I conduttori delle stesse, impegnandosi in un continuo miglioramento, hanno raggiunto alti livelli di professionalità. La FCI non può disattendere le aspettative di tutte queste nazioni che hanno un grandissimo numero di cani da seguita,per avvallare la tradizione delle sole nazioni nord europee che concorrono da sempre, con gli stessi cani degli stessi proprietari, rigorosamente in singolo. Quella che dovrebbe essere la grande festa del segugio,senza le nazioni significative per questa attività, è in realtà un mortorio. La mia speranza è che vengano recepite le nostre istanze e che, non ogni anno, ma ogni tre si faccia una grande Coppa Europa con tutte le nazioni e la possibilità di parteciparvi in tutte le categorie: singolo, coppia e muta e prevedendo delle semifinali e finali. Così comincerebbe ad avere un senso...! Vincenzo Ferrara tecnica venatoria Il brevetto di limiere Marcello Carraro e Ruggero Dal Bianco con Luna e Sissi. Foto di M. Bollato 22 Sempre più spesso vengono organizzati, sotto la spinta degli ATC, delle manifestazioni cinofile per l’assegnazione di brevetto di limiere. Vorrei un attimo puntualizzare l’inappropriatezza dell’uso della definizione attuale di cane limiere. Il limiere, il cui nome viene dal termine utilizzato in Venerie, è quel soggetto che viene utilizzato per stabilire con certezza la presenza dell’animale cacciato in una piccola parcella di territorio. Il ruolo di questo cane è preliminare alla sciolta dell’intera muta su di un animale allestrato o accovato, fosse cinghiale, cervo o in tempi passati lupo. Il compito del suo conduttore è quello di percorrere con il limiere un grande territorio, contornando un perimetro circolare boscato, nel quale si presuppone sosti l’animale cacciato, per stabilirne la presenza al suo interno e poi cacciarlo con la muta. Il limiere può dar voce sulla traccia buona oppure può essere muto. Quello muto è più pregiato, il suo evidenziare la traccia senza dar voce, con movimenti rotatori della coda e con ondulazione del posteriore, consentono al suo conduttore di comprendere la segnalazione della traccia, senza che l’animale rimesso si possa spostare sentendo gli abbai del limiere. In special modo il soggetto muto è necessario su vecchi e furbi animali che ai primi abbai lasciano il covo, nei tempi passati era assolutamente fondamentale nella caccia al lupo. Il conduttore (valet de chien limier, in termine di Venerie) addestra il cane limiere a seguire una traccia prima artificiale, poi in territorio libero, analizza il comportamento del cane. Alcuni conduttori abituano il cane a seguire la traccia alla corda lunga(circa 10 metri), altri lo lasciano libero, avendolo già addestrato all’ordine di fermarsi con comando a voce. Quando, dopo aver verificato visivamente la bontà della traccia segnalata dal limiere, il conduttore la ritiene valida, percorre un cerchio intorno al bosco in cui il selvatico è entrato e, se non trova nessun uscita della traccia, verifica bene e stabilisce il punto di sciolta lasciando sul luogo dell’entrata dell’animale nella rimessa un rametto con la parte Una partecipante al Campionato del CPA strappata nella direzione di entrata. Il lavoro di più Valet de chien de limier consente di stabilire il luogo, il peso e le caratteristiche dell’animale presente nella rimessa, consentendo di sciogliere la muta a colpo sicuro. I Valets, conclusa la loro azione, giungono a rapporto con il Maitre d’Equipage, responsabile dell’intera caccia a forzare, quest’ultimo li ascolta e stabilisce su quale animale sciogliere la muta. Da evidenziare che a rapporto i Valets usano dire: “Credo sia così” e non affermano mai con certezza assoluta, anche se ne sono certi, la loro scoperta. Ciò evidenzia che c’è sempre un margine di errore con il quale si potrà rovinare l’intera caccia. Perché tutto questo preambolo? Non certo per dimostrare saccenza, ma per chiarire il vero ruolo del limiere. Il cane necessario ai gestori del l’ATC, ai faunisti, è il soggetto che caccia, nel nostro caso il cinghiale, a singolo o a coppia e non il limiere! Il singolo, la coppia fanno tutte le fasi: dalla ricerca della passata utile all’inseguimento, è il loro ausilio che è necessario ai fini della gestione del cinghiale in spazi limitati. E comunque, se io fossi invitato a fare la girata in posti difficili:rogaie, cannucciaie fitte, non metterei a repentaglio la vita dei miei cani per soddisfare le esigenze di chi non vuol comprendere assolutamente la realtà. Un solo cane, quando viene a contatto con branchi o con verri allestrati in luoghi difficili e stretti ha enormi difficoltà, rischiando a volte la vita per nulla. Sarebbe almeno necessaria una polizza assicurativa per il cane utilizzato che coprisse le spese mediche e quelle in caso di morte. E’ inutile, oramai, affermare ancora quanto noi ripetiamo da anni e cioè che i segugi non disturbano. Recepire quanto sopra, farebbe crollare l’intera teoria dei nostri detrattori. Per me chi è disturbato è qualcun altro, chi senza ragione, da anni, fa la guerra a questi cani. L’errore, secondo me volutamente commesso dai faunisti per ostracismo all’uso del Segugio, è fuorviante per tutti quelli che ripetono, sbagliando, la parola limiere. Peccato che degli stupidi, accecati dall’uccisione del cinghiale, li assecondino in quelle assurde sceneggiate, mettendo a repentaglio la vita dei loro segugi. Pur di dimostrare efficienza i gestori dei parchi, degli ATC e di tutte le zone vietate alla caccia, da vent’anni, progettano forme di contenimento del cinghiale senza risultati. Ma cosa vorrebbero tutti i presidenti dei parchi e degli ATC? La sparizione completa del cinghiale. Se sparissero i cinghiali, molti di loro farebbero i presidenti di se stessi. Ed i faunisti cosa farebbero? Non certo i regolamenti cervellotici di ora, non i censimenti, non i corsi di abilitazione a cani limieri, non i danni, non le belle parcelle che prendono pagate da noi cacciatori, non i pareri spesso non richiesti, per gratificare i politici che li sostengono. Li abbiamo più volte invitati ad assistere ad una prova su cinghiale, non vogliono vedere a prescindere, preferiscono trincerarsi dietro i vecchi pregiudizi dell’avversione verso i cani da seguita, non conoscono la grande evoluzione positiva che c’è stata nel segugismo su cinghiale. La relazione rilasciata dai giudici dell’ENCI ai partecipanti alle prove ufficiali della SIPS su cinghiale in singolo, coppia o muta, deve essere sufficiente a far ritenere tali soggetti capaci di poter svolgere, anche nelle riserve e nei parchi, ogni forma di caccia a cinghiale. Vincenzo Ferrara 23 legislazione venatoria Il Cane non è un fucile Soggetto di Massimo Rosa di Padova 24 Il Consiglio dei Ministri ha impugnato, nella seduta del 19 settembre 2012, la legge della regione Lombardia che regolamenta l’allenamento e l’addestramento cani pre caccia. Pericolose le motivazioni che qui di sotto riporto… Voglio solo rammentare a tutti che ma il cane non è un fucile! Motivi dell’impugnativa: La legge regionale, che detta modifiche alla legge regionale 16 agosto 1993, n. 26 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per la tutela dell’equilibrio ambientale e disciplina dell’attività venatoria) concernenti il periodo di allenamento e addestramento cani, è censurabile relativamente alla disposizione contenuta nell’articolo 1, comma 1, lett. b) che sostituisce il comma 12 dell’articolo 40 della l.r. 26 del 1993 prevedendo “12. L’attività di allenamento e di addestramento dei cani è disciplinata dalle province, è consentita sull’intero territorio regionale non soggetto a divieto di caccia e può essere esercitata, non prima del 1° agosto, per cinque giornate settimanali con eccezione del martedì e del venerdì. L’allenamento non è consentito nelle aree interessate dalle produzioni agricole di cui all’articolo 37, comma 8, anche se prive di tabellazione”. Con tale disposizione la Regione Lombardia ha previsto che l’attività cinofila di addestramento ed allenamento dei cani da caccia, sull’intero territorio regionale ove non è vietata la cac- cia, possa iniziare fin dal primo di agosto. L’attività di addestramento cani, come affermato dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 350 del 1991 è assimilabile in tutto e per tutto alla materia della caccia. Afferma infatti il giudice delle leggi: “nessun dubbio può sussistere ne in ordine a lfatto che «addestramento dei cani», in quanto attività strumentale all’esercizio venatorio, debba ricondursi alla materia della «caccia»...”. In quanto attività ve- Bruno Boccati con i suoi cani natoria quindi, l’addestramento dei cani può essere consentito senza limiti di tempo solo nelle zone di addestramento all’uopo istituite dalle Amministrazioni ai sensi dell’articolo 10, comma 8, lett. e) della legge n. 157/92, secondo cui le regioni predispongono i piani faunisticovenatori, finalizzati a garantire la conservazione delle specie mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio, e dispone che gli stessi indichino “le zone e i periodi per l’addestramento, l’allenamento e le gare di cani anche su fauna selvatica naturale?...”, proprio per evitare che detta fauna selvatica sia disturbata durante i periodi nei quali l’esercizio venatorio è vietato. Si rappresenta che l’ISPRA - Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale - l’organismo che ai sensidell’articolo 7 della legge quadro nazionale sulla caccia n. 157/1992 ha il compito di censire il patrimonio ambientale costituito dalla fauna selvatica, di studiarne lo stato, l’evoluzione ed i rapporti con le altre componenti ambientali, nonché di controllare e valutare gli interventi faunistici operati dalle regioni e dalle province autonome, formulando i pareri tecnico-scientifici richiesti dallo Stato, dalle regioni e dalle province autonome, ha avuto modo di esprimersi sull’argomento, affermando che consentire l’addestramento e l’allenamento dei cani nel periodo indicato dalla norma regionale “determina un evidente ed indesiderabile fattore di disturbo, in grado di determinare in maniera diretta od indiretta una mortalità ag- Segugi in accostamento giuntiva per le popolazioni faunistiche interessate” in quanto si svolge “durante il periodo riproduttivo degli uccelli e dei mammiferi selvatici (dalla stagione degli accoppiamenti all’indipendenza della prole dalle cure parentali)”. Afferma l’ISPRA che tale attività non dovrebbe essere consentita prima dell’inizio di settembre, escludendo in ogni caso i mesi che vanno da febbraio ad agosto, chiarendo, inoltre, di aver manifestato tali indicazioni nei propri pareri indirizzati alle regioni in merito alle proposte di calendario venatorio. La norma regionale in questione, quindi, prevedendo che l’attività cinofila di addestramento ed allenamento dei cani possa svolgersi sull’intero territorio regionale ove non è vietata la caccia, anche in periodi di caccia chiusa, si pone in netto contrasto con le citate disposizioni statali, contenute nella l. quadro n. 157/1992 , che, dettando disposizioni per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio, stabilisce standard minimi e uniformi di tutela della fauna in tutto il territorio nazionale. Si evidenzia pertanto la violazione della competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell’ambiente, di cui all’articolo 117, secondo comma lettera s) della Costituzione. Per questo motivo la norma regionale deve essere impugnata ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione. Queste le mie osservazioni relativamente all’“Impugnativa di legittimità costituzionale della normativa della Regione Lombardia che disciplina l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia”. 0. Premessa In relazione all’impugnativa di legittimità costituzionale promossa dal Consiglio dei Ministri avverso il comma 12, dell’art. 40, della L.R. 26/1993, disciplinante la normativa in materia di addestramento e allenamento dei cani da caccia in Regione Lombardia, sarà necessario formulare le seguenti considerazioni al fine di destituire di fondamento giuridico il richiamato ricorso di legittimità. allevamento appartenente a specie cacciabili, la cui gestione può essere affidata ad associazioni venatorie e cinofile ovvero ad imprenditori agricoli singoli o associati”. In primo luogo, si deve rilevare che lo Stato ha affidato tout court il potere di legiferare in subiecta materia alle Regioni. In seconda battuta, il menzionato disposto normativo di cui all’art. 1, comma 8, lett. e) della L. 157/1992, non stabilisce nessun limite di carattere temporale e nemmeno l’acquisizione del parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, ex INFS) in relazione all’attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia. In linea con il dettato normativo statale, la Regione Lombardia ha legiferato in materia (art. 1, c. 1, lett. b), L.R. 15/2012) prevedendo che “l’attività di allenamento e di addestramento dei cani è disciplinata dalle province, è consentita sull’intero territorio regionale non soggetto a divieto di caccia e può essere esercitata, non prima del 1° agosto, per cinque giornate settimanali con eccezione del martedì e del venerdì. L’allenamento non è consentito nelle aree interessate dalle produzioni agricole di cui all’articolo 37, comma 8, anche se prive di tabellazione” (art. 40, c. 12, L.R. 26/1993). De facto, la normativa regionale della Regione Lombardia è coerente con quanto stabilito dalla Legge statale in materia. 1. Quadro normativo La Legge quadro sulla protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio (L. 157/1992 e succ. mod.), all’art. 10, comma 8, lett. e), ha delegato alle Regioni la potestà normativa di individuare “le zone e i periodi per l’addestramento, l’allenamento e le gare di cani anche su fauna selvatica naturale o con l’abbattimento di fauna di 2. La valenza del Parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA, ex INFS) formulato in materia. Come già detto, l’intera normativa statale che regola la disciplina dell’esercizio venatorio e le attività con esso connesse, ma comunque distinte dall’attività di caccia, quali la disciplina dell’ addestramento e dell’allenamento dei cani da caccia, nel demandare alle Regioni la potestà regolamentare di quest’ultima attività, non prevede l’acquisizione del parere dell’ISPRA. Secondo la giurisprudenza, tutt’ora priva di un orientamento costante, in relazione al parere dell’ISPRA, ove la sua acquisizione sia prevista dal tenore letterale della normativa, ha carattere di obbligatorietà, ma in linea generale, previa motivazione dell’Amministrazione richiedente comunque possibile discostarsi dai contenuti del medesimo. Ora, si deve evidenziare che per la fattispecie in esame, la L. 157/1992, non prescrive l’acquisizione del parere dell’ISPRA nella disciplinare regionale l’attività di addestramento e di allenamento dei cani da caccia. Qualora, l’Istituto di cui all’art. 7 della L. 157/1992 sia interpellato sul tema, il parere prodotto in tale occasione è meramente facoltativo, e in nessun caso, può assurgersi come obbligatorio. Ne consegue che, il discostamento dai contenuti del parere dell’ISPRA formulato in simili circostanze non può considerarsi quale addebito di mancata legittimità costituzionale per la disciplina normativa della Regione Lombardia sul tema. 3. L’addestramento e l’allenamento dei cani e la materia “caccia”. La Sentenza della Corte Costituzionale n. 350/1991. La sentenza n. 350/1991, citata a sostegno del ricorso di illegittimità avverso il comma 12 dell’art. 40 della L.R. 26/1993, che detta la normativa in materia di addestramento e allenamento dei cani da caccia in Regione Lombardia, merita un approfondimento. Va innanzitutto rilevato ch la n. 350 del 1991 della Corte Costituzionale è stata pronunciata nella vigenza della L. 968/1977, abrogata dall’attuale Legge quadro in materia dell’attività venatoria (L. 157/1992). Ciò premesso, il richiamo effettuato dal ricorrente Consiglio dei Ministri 25 26 nel presente ricorso per illegittimità costituzionale, alla sentenza in epigrafe non può affatto condividersi poiché sebbene con la locuzione che “nessun dubbio può sussistere ne in ordine al fatto che addestramento dei cani, in quanto attività strumentale all’esercizio venatorio, debba ricondursi alla materia della caccia...”, il Giudice delle Leggi abbia ricondotto l’addestramento e l’allenamento dei cani nell’alveo della materia “caccia”, nel caso in esame, ha comunque precisato che la stessa attività di allenamento e addestramento dei cani non può essere considerata come pratica dell’esercizio venatorio, per il sol fatto che il “cane” non è considerato un mezzo di caccia. A fondamento di quanto affermato sarà sufficiente richiamare quanto statuito dal Collegio giudicante, che in quell’occasione ha statuito che “nell’applicare all’ipotesi dell’ “addestramento dei cani in ambiti protetti” la sanzione amministrativa prevista dalla legge statale per la caccia in zone in cui sussiste il divieto di cacciare - avrebbe indebitamente esteso la nozione di caccia fissata nell’art. 8 della legge n. 968, in relazione ai “mezzi di caccia” elencati nel successivo art. 9 (che non comprendono i cani)”. Vale la pena di ricordare, che la Legge quadro sull’attività venatoria (L. 157/1992), disciplini peraltro anche la materia della tassidermia, della cattura di uccelli per fini scientifici, l’importazione di fauna dall’estero; nonostante queste attività siano connesse con la materia caccia, non sono considerate esercizio venatorio, analogamente come la materia dell’addestramento e dell’allenamento dei cani da caccia di cui si dibatte in questa sede. Da quanto riportato non si può che concludere che l’allenamento e l’addestramento dei cani da caccia non è esercizio venatorio, e di conseguenza, come l’assunto di segno opposto fatto proprio dal ricorrente sia privo di qualsivoglia fondamento giuridico. Parte ricorrente prosegue sostenendo che “in quanto attività venatoria quindi, l’addestramento dei cani può essere consentito senza limiti di tempo solo nelle zone di addestramento all’uopo istituite dalle Amministrazioni ai sensi dell’articolo 10, comma 8, lett. e) della legge n. 157/92, secondo cui le regioni predispongono i piani faunisticovenatori, finalizzati a garantire la conservazione delle specie mediante la riqualificazione delle risorse ambientali e la regolamentazione del prelievo venatorio, e dispone Mainardi con i suoi pelo forte che gli stessi indichino “le zone e i periodi per l’addestramento, l’allenamento e le gare di cani anche su fauna selvatica naturale..”, proprio per evitare che detta fauna selvatica sia disturbata durante i periodi nei quali l’esercizio venatorio è vietato”. Come si può denotare con una semplice lettura anche questa seconda asserzione deve ritenersi priva di pregio. Ciò già per il sol fatto che equipara l’attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia all’attività venatoria, assunto, che come dimostrato, sia in termini di legge che giurisprudenziali, non può assolutamente condividersi. Priva di qualsiasi logica è l’affermazione della ricorrente, infatti è necessario distinguere tra le zone e i periodi in cui è consentita l’attività in questione di cui all’art. 10, c. 8, lett. e), L. 157/1992. • in Regione Lombardia, le zone di addestramento dei cani da caccia sono individuate nei piani faunistico venatori provinciali, per espressa delega della Regione alle Amministrazioni provinciali; • in ogni caso nelle predette zone di addestramento dei cani, l’attività soggiace comunque a precisi limiti temporali e, non come sostiene controparte potrebbe essere consentita “senza limiti di tempo”; • la locuzione “i periodi per l’addestramento, l’allenamento”, infatti, si riferisce all’attività di allenamento dei cani da caccia in previsione dell’inizio della stagione venatoria, consentita in tutte le Regioni italiane, volta a garantire la preparazione e il benessere fisico dei cani da caccia. Se questa interpretazione non fosse condivisa, la predetta attività di allenamento dei cani da caccia in preparazione alla stagione venatoria sarebbe di per sé priva di qualsiasi disciplina, e in ogni caso, non soggetta ad alcun divieto normativo. Si è così dimostrato come anche questo motivo di ricorso sia privo di fondamento. 4. Conclusioni. Il presente ricorso non può ritenersi fondato, poiché: • la potestà regolamentare dell’attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia è stata delegata dallo Stato alle Regioni; • l’attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia non è attività venatoria, per il sol fatto che il cane non è un mezzo di caccia; • l’acquisizione del parere del l’ISPRA pronunciato in relazione alla disciplina di questa attività non è prevista dalla normativa, de qua i contenuti dello stesso sono privi persino del requisito dell’obbligatorietà e non deve condizionare il potere normativo regionale. Gian Carlo Bosio Il programma e le schede di iscrizione sono disponibili sul sito www.prosegugio.it Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna Lodigiana (LO) o via mail [email protected] Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna Lodigiana (LO) o via mail [email protected] Il programma e le schede di iscrizione sono disponibili sul sito www.prosegugio.it 2 CALENDARIO SIPS PADOVA - C/O GARAVELLO ADOLFO - VIA SPINO, 9 - BARBONA 02/03 FEBBRAIO CAC SU LEPRE SELEZ FIDASC SINGOLO STANGHELLA (PD) SIPS VITERBO - C/O PARRANO LORENZO - VIA ZEPPONAMI, 293 MONTEFIASCONE - TEL.: 338/4217727 CAC SU LEPRE SEL FIDASC VITERBO SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321 PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER 035840002 01/02/03 FEBBRAIO 2013 CAC SU LEPRE SEL CAMP IT FIDC CAT . COPPIE E MUTE MALPAGA (BG) FEBBRAIO 2013 SIPS VENEZIA - C/O AGOSTINI PAOLO VIA FIESSETTO, 44/A - FIESSO D’ARTICO - PER ISCRIZIONI SIG. AGOSTINI PAOLO - 3289261811 O TOFFANELLO ALBERTO - 3281003412 CAC SU LEPRE 26/01 - 2° TROFEO ATC VE 4 - 27/01 2° TROFEO FIDC DI CAVARZERE SELEZ FIDASC COPPIE CAVARZERE (VE) SIPS TORINO - C/O GAIOTTINO FRANCESCO - C.SO INDIPENDENZA, 88 RIVAROLO CANAVESE - PER ISCRIZIONI ANGELONE ANTONINO - 3383374292 CAC SU LEPRE TORINO SIPS COSENZA - C/O CHIAPPETTA EMILIO - VIA NOGIANO, 95/B - RENDE 3480016126 IN COLL CON IL GRUPPO CINOFILO RENDESE CAC SU LEPRE CAMPIONATO FIDASC MONTALTO UFFUGO (CS) SIPS VIBO VALENTIA - C/O CIPRIANO MARIO - VIA G. MERCALLI, 41 - VIBO VALENTIA - 0963992320 CAC SU LEPRE PIAN LAGO (CS) 2012 SIPS FERRARA - C/O BOCCATI BRUNO - VIA FRASCONA, 24/B - SAN MARTINO - 3351426856 CAC SU LEPRE FERRARA (FE) SIPS PESARO - C/O NUCCI ANTONIO - VIA PROVINCIALE, 39 - AUDITORE 0722/362271 CACA SU LEPRE PESARO SIPS PESCARA - PIAZZA MARCONI CAPPELLE SUL TAVO - 3396679171 26/27 GENNAIO CAC SU LEPRE TROFEO GILDO FIORAVANTI PESCARA (PE) SIPS TORINO - C/O GAIOTTINO FRANCESCO - C.SO INDIPENDENZA, 88 - RIVAROLO CANAVESE - PER ISCRIZIONI ANGELONE ANTONINO 3383374292 26 GENNAIO BREVETTO DI MUTA PIEMONTE TORINO SIPS CREMONA - C/O PESCATORI RENATO - VIA ROMA, 11 - CORTE DE CORTESI - TEL/FAX: 037295433 3398429938 25/26/27 GENNAIO CAC SU LEPRE VOLTIDO (CR) SIPS MODENA - C/O SOLA WILLIAM - VIA ORCHIDEA, 33- MODENA 3478437833 - PER ISCRIZIONI VENTURELLI SILVANO - 329165579 CAC SU LEPRE NONANTOLA (MO) SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321 PER ISCR. SIG. TESTA WALTER 035840002 CAC SU LEPRE ZANICA (BG) SIPS ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI ANTONIO - VIA GIOVANNI MASSIMO, 82 - APPIGNANO DEL TRONTO 3491998250 CAC SU LEPRE ASCOLI PICENO 1° SEMESTRE GENNAIO 2013 05/06 GENNAIO CAC SU LEPRE APPIGNANO DEL TRONTO (AP) SIPS ASCOLI PICENO C/O ANTOLINI ANTONIO - VIA GIOVANNI MASSIMO, 82 APPIGNANO DEL TRONTO - 3491998250 06 GENNAIO CAC SU LEPRE RAVENNA (RA) SIPS RAVENNA - C/O LEGA EGIDIO 3355625481 IN COLL CON IL GRUPPO CINOFILO DI RAVENNA 12/13 GENNAIO CAC SU LEPRE SELEZIONE COPPA ITALIA TRECENTA (RO) SIPS ROVIGO - C/O ZANIRATO FABRIZIO - VIA CAPRERA, 8 - MARDIMAGO - PER ISCRIZIONI MISCHIARI CAMILLO - 3920892315 O ZANIRATO FABRIZIO 3880403507 04259355375 IN COLL CON LA FIDC DI ROVIGO CAC SU LEPRE MOSCIANO (TE) SIPS TERAMO - C/O PETRELLA LUCIO - VIA DE JACOBIS, 5 - TERAMO 086141936 CAC SU LEPRE ASTI SIPS ASTI - C/O BOLOGNA EGIDIO SAN MARZANOTTO - PER ISCRIZIONI SIG. MOLINO SILVANO - 0141934450 3358102757 19 GENNAIO BREVETTO DI MUTA PIEMONTE VERCELLI SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS FRANCO - C.NA COSTA - VERCELLI 3388461324 - 3487979680 19/20 GENNAIO CAC SU LEPRE VERCELLI SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS FRANCO - C.NA COSTA - VERCELLI 3388461324 - 3487979680 CAC SU CINGHIALE QUALIF CAMPIONATO NAZIONALE CPA PIAN LAGO (CS) SIPS VIBO VALENTIA - C/O CIPIANO MARIO - VIA G. MERCALLI, 41 - VIBO VALENTIA - 0963992320 MAGGIO 2013 01 MAGGIO ABILITAZIONE LIMIERE MONGHIDORO (BO) SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO - VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 3335683481 01/02/03/04 MAGGIO CAC SU LEPRE FINALE FIDASC CAT SINGOLO - COPPIE E LADY LECCO SIPS LECCO C/O VALSECCHI PAOLO - VIA PIANA, 9 ERVE - 3355301948 03/04/05 MAGGIO CAC SU CINGHIALE CUNEO SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO - 0172/636217 CAC SU LEPRE TROFEO SILVANO SORICHETTI MACERATA SIPS MACERATA - C/ NARDI FRANCO - C.DA BURA, 31 - TOLENTINO 3389664658 04/05 MAGGIO CAC SU LEPRE - CAT COPPIE E MUTE MONTE NURIA (RI) SIPS ROMA - C/O TOCCI TOMMASO - VIA SACROFANO CASSIA, KM 3,481 ROMA - 339/5341028 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE NUORO SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO - NUORO - 340/5668004 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO CAMPIONATO REGIONALE CPA URAS (OR) SIPS CARBONIA IGLESIAS - C/O MACCIONI SERGIO - LOC. IS. CROBEDDU, 9 - MASAINAS - IN COLL CON IL CPA REGIONALE CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO X SINGOLI SASSETTA SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI STEFANO - VIA DEL CASTELLUCCIO, 80 - SAN VINCENZO - 3402943753 09/10/11/12 MAGGIO CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO PISA SIPS PISA C/O MARIANELLI CLAUDIO - VIA NENNI - SAN MINIATO - 0571/43572 11/12 MAGGIO CAC SU LEPRE AYAS (AO) SIPS AOSTA - C/O PERRET NICOLE F.NE GIRADAZ, 5 - CHARVENSOD - TEL.: 333/483532 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO CARBONIA IGLESIAS SIPS CARBONIA IGLESIAS - C/O MACCIONI SERGIO - LOC. IS. CROBEDDU, 9 - MASAINAS - IN COLL CON IL CPA REGIONALE DAL 18 MAGGIO AL 02 GIUGNO CAC SU CINGHIALE IN RECINTO CAT MUTE GROSSETO SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - VIA EUROPA, 4 - GROSSETO 347/6202804 IN COLLABORAZIONE CON LA FIDC DAL 20 AL 26 MAGGIO 2013 CAC SU LEPRE MONTE TRE CROCI (TE) SIPS TERAMO - C/O PETRELLA LUCIO - VIA DE JACOBIS, 5 - TERAMO 086141936 25/26 MAGGIO CAC SU CINGHIALE CATANZARO SIPS CATANZARO - C/O TRAPUZZANO GENNARO - VIA SAN GIORGIO, 42 GIZZERIA - 3395821319 CAC SU LEPRE 4° MEMORIAL GIANFRANCO ROSSI GORIANO SICOLI (AQ) SIPS PESCARA PIAZZA MARCONI - CAPPELLE SUL TAVO - 3396679171 CAC SU LEPRE MONTE CAMPIONE (BS) SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/ FAX: 0302590365 GIUGNO 2013 01/02 GIUGNO CAC SU CINGHIALE MONTICELLI BRUSATI (BS) SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/ FAX: 0302590365 - SIG. GITTI IVAN 3357045645 01/02/03 GIUGNO CAC SU LEPRE FORLI’ (FC) SIPS FORLI’ - C/O MARTINI MICHELANGELO - VIA CARLO PIACSTELLI, 20 - FORLI’ - 3287480917 07/08/09 GIUGNO CAC/CACIT SU LEPRE COLLI SAN FERMO/M. FARNO SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321 PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER 035840002 ABILITAZIONE BRACCATA SU CINGHIALE IN RECONTO BADIA SI SUSINANA (RA) SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO - VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 333568348 13/14/15/16 GIUGNO CAC SU LEPRE PARMA (PR) SIPS PARMA - C/O CABRALI DENIS - STRADA DEL RIO, 11 RICCO’ DI FORNOVO TARO - 3477159448 14/15/16 GIUGNO CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO X SINGOLI SASSETTA SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI STEFANO - VIA DEL CASTELLUCCIO, 80 - SAN VINCENZO - 3402943753 22/23 GIUGNO CAC SU LEPRE GARDONE VAL TROMPIA (BS) SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/ FAX: 0302590365 29/30 GIUGNO CAC SU LEPRE CURTATONE (MN) SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15 CASALOLDO - 3339631423 Eventuali aggiornamenti al calendario sono disponibili sul sito www.prosegugio.it 7 6 APRILE 2013 SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - VIA GARIBALDI, 10 - MUGNANO AL CARDINALE 333/4859539 CAC SU CINGHIALE AVELLINO SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO - VIA MANZONI, 7 - QUARGNETO - 0131219421 3292177547 CAC SU LEPRE MALVICINO (AL) SIPS BIELLA - C/O PEGORARO RENATO - VIA CAIROLI, 94 - GAGLIANICO 0152543417 - 3381073006 CAC SU LEPRE BIELLA SIPS MASSA CARRARA - C/O FUMANTI MARIO - VIA VILLA ARGENTINA, 23 PODENZANA - 339/4442304 CAC SU LEPRE MASSA SIPS PAVIA - C/O DIANI ENZO - PER ISCRIZIONI REBUFFI CARLO - 3386838537 CAC - CACIT SU CINGHIALE TROFEO DELLE NAZIONI - CAT SINGOLI E MUTE VARZI (PV) SIPS FROSINONE - C/O PALIOTTA ANDREA - VIA REFUSCHI, 10 - ESPERIA - 3341400372 CAC SU LEPRE FROSINONE SIPS COMO - C/O DOTTI ANTONIO - VIA CONCILIAZIONE, 7 - TAVERNOLA 335360699 CAC SU LEPRE COMO SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO - VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 333568341 - SIG. MATTAROZZI MAURO 3397817217 IN COLLABORAZIONE CON LA LIBERA CACCIA CAC SU LEPRE MEMORIAL G. CANTELLI BOLOGNA (BO) SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/ FAX: 0302590365 06/07 APRILE CAC SU LEPRE BRENO (BS) SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO - VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 3335683481 03 APRILE ABILITAZIONE LIMIERE MONGHIDORO (BO) SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO - VIA MANZONI, 7 CAC SU LEPRE ROCCHETTA LIGURE (AL) SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321 PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER 035840002 20/21 APRILE 2013 CAC SU LEPRE COLLI SAN FERMO (BG) SIPS RIMINI - C/O STASI VINCENZO - VIA TURCHETTA, 36 - VISERBA - 338/7193825 - SIG. SPAGNOLI DOMENICO - 3356365185 20/21 APRILE CAC SU LEPRE RIMINI (RM) SIPS ISOLA D’ELBA - C/O SIGNORINI GRAZIANO - LOC. CAPITORSOLA, 9 CAPOLIVERI - 335671522 19/20/21 APRILE CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO 2° ISOLA D’ELBA CUP CAPOLIVERI (LI) SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO - 0172/636217 14 APRILE BREVETTO DI MUTA PIEMONTE CUNEO SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO - NUORO - 340/5668004 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE NUORO SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO - 0172/636217 13/14 APRILE CAC SU LEPRE CUNEO SIPS BRESCIA. F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/ FAX: 0302590365 CAC SU LPERE CAMPIONATO REGIONALE LOMBARDO MARMENTINO (BS) SIPS PERUGIA - C/O MINELLI MARCELLO - VIA DI PORTA ROMANA, 177 - GUBBIO - 3396403015 - FAX.: 0759274782 11/12/13/14 APRILE CAC SU LEPRE SABATO COPPIE E MUTE - DOMENICA MUTE CAMPIONATO ITALIANO SIPS SIGILLO (PG) SIPS DI VICENZA - C/O MEGGIOLARO RENATO - VIA TRENTO, 58 COSTABISSARA - 0444970484 in coll con il comprensorio alpino n. 4 27/28 APRILE CAC SU LEPRE CANOVE DI ROANA (VI) SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO - 0172/636217 CAC SU CINGHIALE CUNEO SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/ FAX: 0302590365 26/27/28 APRILE CAC SU LEPRE BORNO (BS) SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO - NUORO - 340/5668004 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE NUORO SIPA REGGIO EMILIA - C/O FERRARI DANIELE - VIA BEETHOVEN, 153 REGGIO EMILIA - 3357128899 25/26/27/28 APRILE CAC SU LEPRE 2° TROFEO TRICOLORE REGGIO EMILIA (RE) SIPS MASSA CARRARA - C/O FUMANTI MARIO - VIA VILLA ARGENTINA, 23 PODENZANA - 339/4442304 25 APRILE CAC SU CINGHIALE MASSA SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - VIA EUROPA, 4 - GROSSETO 347/6202804 IN COLLABORAZIONE CON LA FIDC 20/21/22/23/24/25/26/27/28 APRILE CAC SU CINGHIALE IN RECINTO CAT MUTE GROSSETO SIPS CREMONA - C/O PESCATORI RENATO - VIA ROMA, 11 - CORTE DE CORTESI TEL/FAX: 037295433 - 3398429938 08/09/10 FEBBRAIO CAC SU LEPRE TROFEO FANTINI CREMONA (CR) SIPS NOVARA - C/O TICCHIO VITTORIO - VIA TORINO, 2 - CALTIGNAGA - PER ISCRIZIONI SIG. VICARIO GIOVANNI 3425117616 03 FEBBRAIO CAC/CACIT SU LEPRE - PROVA DI ECCELLENZA - CAT COPPIE E MUTE NOVARA SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI STEFANO - VIA DEL CASTELLUCCIO, 80 - SAN VINCENZO - 3402943753 02/03/04/05 FEBBRAIO CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO X SINGOLI E COPPIE POPULONIA - PIOMBINO FEDERCACCIA TOSCANA SEZ DI FIRENZE - FEDERCACCIA SEZ COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA IN COLL CON LA SIPS DI BARBERINO VAL D’ELSA - 055216126 - 055216875 - 0558075637 - 3295413286 CAC SU LEPRE 8° MEMORIAL MASSIMO SCHEGGI - 28° TROFEO VELTRO CORRENTE BARBERINO VAL D’ELSA (FI) SIPS OLBIA - C/O MANZOTTU MARIO VIA MALPIGHI, 9 - OLBIA - 3391011546 CAC SU CINGHIALE 14° CAMPIONATO REGIONALE SARDO OLBIA SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO - VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO - 3335683481 - SIG. PANCALDI PAOLO - 3336677822 CAC SU LEPRE BOLOGNA (BO) SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO - 0172/636217 CAC SU LEPRE CUNEO SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15 CASALOLDO - PER ISCRIZIONI SIG. GAMBINI OSVALDO 3394742068 CAC SU LEPRE CASTELBELFORTE (MN) CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE NUORO SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO - NUORO - 340/5668004 SIPS LODI - C/O PIROLA DANIELE - F.NE BOCCHIRALE - CORTE PALASIO 037156247 - 3382188848 CAC SU LEPRE LODI CAC SU LERE GROSIO (SO) SIPS SONDRIO - C/O DE PIAZZI GIULAINO - VIA VALORSA, 9 MADONNA DI TIRANO 3398856011 - TEL.: 3492659420 IN COLL FIDC DI PADOVA - QUARGNETO - 0131219421 3292177547 16/17 FEBBRAIO CAC SU CINGHIALE - IN TERRENO LIBERO SINGOLI E COPPIE NUORO SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - VIA EUROPA, 4 - GROSSETO - 347/6202804 15/16/17 FEBBRAIO CAC SU LEPRE - VELTRO CORRENTE GROSSETO SIPS MIRANDOLA - C/O BARALDI ONORIO - VIA MIGLIOLI, 13 - CONCORDIA 335/8171517 - FAX.: 0535/54606 CAC SU LEPRE SABATO SINGOLO E MUTE E DOMENICA COPPIE MIRANDOLA (MO) SIPS CATANZARO - C/O TRAPUZZANO GENNARO - VIA SAN GIORGIO, 42 GIZZERIA - 3395821319 CAC SU LEPRE CATANZARO SIPS ANCONA - C/O FERRARA VINCENZO - F.NE GALLIGNANO, 131/C ANCONA - 3357218845 CAC SU LEPRE ANCONA SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS FRANCO - C.NA COSTA - VERCELLI 3388461324 - 3487979680 CAC SU LEPRE TROFEO DARIO PIOLA VERCELLI ARCICACCIA IN COLLABORAZIONE CON SIPS VENEZIA - C/O AGOSTINI PAOLO - VIA FIESSETTO, 44/A - FIESSO D’ARTICO - PER ISCRIZIONI SIG. AGOSTINI PAOLO - 3289261811 CAC SU LEPRE QUALIF COPPA DEI CAMPIONI ARCICACCIA S. STINO DI LIVENZA SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO - NUORO - 340/5668004 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE NUORO SIPS LECCE - C/O SPERANZA VINCENZO - POSTE CENTRALI - C.P.: 38 - LECCE TEL.: 328/8732938 IN COLLABORAZIOE CON IL GRUPPO CINOFILO DI OSTUNI 09/10 FEBBRAIO CAC SU LEPRE - CAT COPPIE E MUTE OSTUNI (BR) SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - VIA EUROPA, 4 - GROSSETO IN COLLABORAZIONE CON SIPS NAZIONALE VIA DOSSO, 7 - MIRABELLO DI SENNA LODIGIANA - 0377802414 FAX.: 0377802234 - [email protected] CAC SU CINCHIALE CAMPIONATO SOCIALE SU CINGHIALE SINGOLO E COPPIE IN TERRENO LIBERO CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GR) SIPS ASTI - C/O BOLOGNA EGIDIO - SAN MARZANOTTO - PER ISCRIZIONI SIG. MOLINO SILVANO - 0141934450 3358102757 17 FEBBRAIO BREVETTO DI MUTA PIEMONTE ASTI SIPS SIENA - C/O BARTOLINI GIUSEPPE - VIA DEL LECCIO, 7 - CASCIANO DI MURLO - 0577817481 - 3351409406 FEX. 0577818017 CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO - CAT SINGOLO - 28° TROFEO PRO SEGUGIO SENESE SIENA SIPS CHIETI - CO RUTOLO NICOLA - VIA SAN FRANCESCO, 10 - VILLAGNA TEL.: 347/5864136 CAC SU LEPRE - TROFEO GILDO FIORAVANTI CHIETI SIPS LARIO BRIANZA - C/O MILANI LORENZO - VIA QUARTO, 27/A - LECCO - 3477360582 CAC SU LEPRE TRIUGGIO (MB) SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/ FAX: 0302590365 CAC SU LEPRE BRESCIA (BS) SIPS ASTI - C/O BOLOGNA EGIDIO - SAN MARZANOTTO - PER ISCRIZIONI SIG. MOLINO SILVANO - 0141934450 3358102757 CAC SU LEPRE ASTI SIPS CARPI - C/O ARLETTI TONINO - VIA GANDOLFA, 44 - SOLIERA 335342734 - PER ISCRIZIONI INCERTI GIOVANNI 3496174203 CAC SU LEPRE CARPI (MO) SIPS CROTONE - C/O MANCUSO GIUSEPPE - VIA DISCESA SAN LEONARDO, 27 - CROTONE - 0962902097 IN COLL. CON IL GRUPPO CINOFILO DI CROTONE CAC SU LEPRE CROTONE SIPS VERONA - C/O DE TOGNI GIANCARLO - VIA FOSSA, 23 - SAN PIETRO DI MORUBIO - PER ISCRIZIONI DE TOGNI GIANCARLO 3487355402 O VIVIANI REMO - 3493101040 - 0442331304 IN COLL CON LA FIDC DI VERONA CAC CU LEPRE SELEZIONE COPPA ITALIA SAN BONIFACIO (VR) SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO - NUORO - 340/5668004 3 4 18/19/20/21/22/23/24 FEBBRAIO CAC SU CINGHIALE IN RECINTO - 14° CAMP REGIONALE SARDO - COPPA ITALIA FEDERCACCIA SEMIFINALE REGIONALE SASSARI SIPS SASSARI - C/O FIORI COSTANTINO - 347/1373645 IN COLL CON LA DEFERCACCIA SARDEGNA 20/21/22 FEBBRAIO CAC SU LEPRE 2° TROFEO ISOLA D’ELBA CAPOLIVERI (LI) SIPS ISOLA D’ELBA - C/O SIGNORINI GRAZIANO - LOC. CAPITORSOLA, 9 CAPOLIVERI - 335671522 22/23/24 FEBBRAIO CAC SU LEPRE ROMANO DI LOMBARDIA (BG) SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321 PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER 035840002 CAC SU LEPRE PAVIA SIPS PAVIA - C/O DIANI ENZO 3492972111 CAC/CACIT SU LEPRE BASTIA UMBRA (PG) SIPS PERUGIA - C/O MINELLI MARCELLO - VIA DI PORTA ROMANA, 177 - GUBBIO - 3396403015 - FAX.: 0759274782 CAC SU LEPRE SEL FIDASC SAVONA SIPS SAVONA - C/O GAINO GIOVANNI PRESSO UNIONE SEGUGISTI SAVONESI - VIA PIA, 5 - SAVONA 335/5985312 CAC SU CINGHIALE CAMPIONATO SOCIALE SU CINGHIALE - CAT. MUTE ORVIETO SIPS NAZIONALE - VIA DOSSO, 7 SENNA LODIGIANA - TEL.: 0377802414 - FAX: 0377802234 - [email protected] IN COLL CON LA SIPS DI ORVIETO CAC SU LEPRE QUALIFICAZIONE FIDASC CAT. MUTE LONIGO (VI) FIDC DI VICENZA IN COLLABORAZIONE CON LA SIPS DI VICENZA - C/O MEGGIOLARO RENATO - VIA TRENTO, 58 - COSTABISSARA - 0444970484 23/24 FEBBRAIO CAC SU LEPRE MILANO SIPS MILANO - C/O LOCULLI ACHILLE - VIA IV NOVEMBRE, 14 - SETTIMO MILANESE 338/5062067 CAC SU LEPRE PARMA (PR) SIPS PARMA - C/O CABRALI DENIS - STRADA DEL RIO, 11 RICCO’ DI FORNOVO TARO - 3477159448 CAC SU LEPRE TROFEO E. COLUCCINI MACERATA SIPS MACERATA - C/ NARDI FRANCO - C.DA BURA, 31 - TOLENTINO 3389664658 CAC SU CINGHIALE BERGAMO SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321 CAC SU LEPRE NOVARA SIPS NOVARA - C/O TICCHIO VITTORIO - VIA TORINO, 2 - CALTIGNAGA - PER ISCRIZIONI SIG. MIGLIORINI LIDIO 0321826203 CAC SU LEPRE SOLFERINO (MN) SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15 CASALOLDO - 3339631423 MARZO 2013 01/02 MARZO CAC SU LEPRE REGGIO EMILIA (RE) SIPA REGGIO EMILIA - C/O FERRARI DANIELE - VIA BEETHOVEN, 153 REGGIO EMILIA - 3357128899 01/02/03 MARZO CAC SU LEPRE SEL FIDASC LECCO SIPS LECCO - C/O VALSECCHI PAOLO VIA PIANA, 9 - ERVE - 3355301948 CAC CACIT SU LEPRE CAMPIONATO NAZIONALE ANLC VAL TIDONE (PC) LIBERA CACCIA C/O BOLLATI VALERIO 3474639087 IN COLLABORAZIONE CON LA SIPS DI PIACENZA 02 MARZO BREVETTO DI MUTA PIEMONTE FABBRICA CURONE (AL) SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO - VIA MANZONI, 7 - QUARGNETO 0131219421 - 3292177547 02/03 MARZO CAC SU LEPRE ALTA VAL D’AGRI (PZ) SIPS POTENZA - C/O VACCARO MICHELE - VIA PAGLIARONE, 48 MARSICONUOVO IN COLL. GRUPPO CINOFILO LUCANO CAC SU LEPRE QUALIF COPPA CAMPIONI ARCICACCIA TARZO (TV) ARCICACCIA TREVISO - VIA BOLZANO, 3 - TREVISO - 0422/410590 - FAX 0422/411162 IN COLLABORAZIONE CON LA SIPS DI TREVISO - C/O SALVADOR FABRIZIO - VIA MOLINO, 36 - VEDELAGO PER ISCRIZIONI ZARA FRANCO - 3487462865 - CARNIELI FERRUCCIO 043828611 CAC SU CINGHIALE CUNEO SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO - 0172/636217 CAC SU CINGHIALE - 14° CAMPIONATO REGIONALE SARDO CARBONIA SIPS CARBONIA IGLESIAS - C/O MACCIONI SERGIO - LOC. CROBEDDU, 9 - MASAINAS - 346/6895928 CAC SU LEPRE 8° TROFEO VAL CURONE - ELIM REG COPPA ITALA FIDC FABBRICA CURONE (AL) SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO - VIA MANZONI, 7 - QUARGNETO - 0131219421 3292177547 CAC SU LEPRE 4° TROFEO CITTA’ DI SIENA - VELTRO CORRENTE SIENA SIPS SIENA - C/O BARTOLINI GIUSEPPE - VIA DEL LECCIO, 7 - CASCIANO DI MURLO - 0577817481 - 3351409406 FEX. 0577818017 03 MARZO CAC SU LEPRE PEGOGNAGA (MN) SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15 - CASALOLDO - PER ISCRIZIONI ROSSATO GILBERTO - 3391211376 08/09/10 MARZO CAC SU LEPRE CAMPIONATO SOCIALE SU LEPRE ASCOLI PICENO SIPS NAZIONALE - VIA DOSSO, 7 SENNA LODIGIANA - TEL.: 0377802414 - FAX: 0377802234 - info@prosegugio. it IN COLL CON LA SIPS DI ASCOLI PICENO E IL GRUPPO CINOFILO DI ASCOLI PICENO 14/15/16/17 MARZO CAC SU LEPRE TROFEO ZACCHINI DOCCIA (FI) SIPS FIRENZE - C/O MAREMMI GIANPAOLO - VIALE EUROPA, 45 FIRENZE - 335/5856687 15/16/17 MARZO CAC/CACIT SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO PROVA D’ECCELLENZA CAPOLIVERI (LI) SIPS ISOLA D’ELBA C/O SIGNORINI GRAZIANO - LOC. CAPITORSOLA, 9 - CAPOLIVERI 335671522 16/17 MARZO CAC SU LEPRE PAVULLO NEL FRIGNANO (MO) SIPS MODENA - C/O SOLA WILLIAM - VIA ORCHIDEA, 33- MODENA 3478437833 CAC SU LEPRE AVELLINO SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - VIA GARIBALDI, 10 - MUGNANO AL CARDINALE 333/4859539 CAC SU CINGHIALE - 14° CAMPIONATO REGIONALE SARDO SAMUGHEO SIPS SAMUGHEO - C/O PATTA ANTIOCO - VIA VENETO, 3 - SAMUGHEO 328/4835128 CAC SU LEPRE - SELEZ FIDASC MUTE COMUNITA’ MONTANA DEL GRAPPA (TV) SIPS DI TREVISO C/O SALVADOR FABRIZIO - VIA MOLINO, 36 - VEDELAGO - PER ISCRIZIONI SALVADOR 3288256174 O ANDRIGHETTO RENZO 3396740435 CAC SU CINGHIALE ANCONA SIPS ANCONA - C/O FERRARA VINCENZO - F.NE GALLIGNANO, 131/C ANCONA - 3357218845 CAC SU LEPRE CUNEO SIPS CUNEO C/O VERRA LORENZO - VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO 0172/636217 CAC SU LEPRE PIACENZA (PC) SIPS PIACENZA - C/O BOSI EMILIO - VIA VOLTONE DECCA - PIACENZA 3381246867 22/23/24 MARZO CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO X SINGOLI E COPPIE CASTAGNETO CARDUCCI (LI) SIPS LIVORNO C/O FEDERIGHI STEFANO - VIA DEL CASTELLUCCIO, 80 - SAN VINCENZO 3402943753 CAC SU LEPRE BORGOTARO (PR) SIPS PARMA - C/O CABRALI DENIS - STRADA DEL RIO, 11 RICCO’ DI FORNOVO TARO - 3477159448 - ATC PR 6 - 0525920013 CAC SU CINGHIALE IN TERRENO LIBERO - CAT MUTE - TROFEO CORRADO FERRARO SAVONA SIPS SAVONA - C/O GAINO GIOVANNI PRESSO UNIONE SEGUGISTI SAVONESI - VIA PIA, 5 - SAVONA - 335/5985312 CAC SU LEPRE TROFEO DELLE NAZIONI PAVIA (PV) SIPS PAVIA - C/O DIANI ENZO 3492972111 CAC SU LEPRE XIII TROFEO PROV DI VITERBO - XIII COPPA COMUNE DI MONTEFIASCONE - XIII COPPA GRUPPO CINOFILO VITERBESE VITERBO SIPS VITERBO - C/O PARRANO LORENZO - VIA ZEPPONAMI, 293 MONTEFIASCONE - TEL.: 338/4217727 CAC SU CINGHIALE - 14° CAMPIONATO REGIONALE SARDO - 10° CAMPIONATO SOCIALE SARDO NUORO SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO - NUORO - 340/5668004 23/24 MARZO CAC SU LEPRE - CAT COPPIE E MUTE OSTUNI (BR) SIPS LECCE - C/O SPERANZA VINCENZO - POSTE CENTRALI - C.P.: 38 - LECCE - TEL.: 328/8732938 IN COLLABORAZIOnE CON IL GRUPPO CINOFILO DI OSTUNI CAC SU CINGHIALE SELEZIONE FIDASC ASCOLI PICENO SIPS ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI ANTONIO - VIA GIOVANNI MASSIMO, 82 - APPIGNANO DEL TRONTO 3491998250 CAC SU LEPRE 3° TROFEO DELLE NAZIONI CASTELVETRO DI MODENA SIPS MODENA - C/O SOLA WILLIAM - VIA ORCHIDEA, 33 - MODENA PER ISCRIZIONI SIG. COLLI ROBERTO 3482720886 - FAX 059702153 CAC SU CINGHIALE AVELLINO SIPS AVELLINO - C/O FERRARA GIANFRANCO - VIA GARIBALDI, 10 - MUGNANO AL CARDINALE 333/4859539 CAC SU CINGHIALE IN RECINTO - CAT COPPIE E SINGOLI CAMPIONATO PROVINCIALE SIPS SAN CASCIANO DEI BAGNI (SI) SIPS ROMA - C/O TOCCI TOMMASO - VIA SACROFANO CASSIA, KM 3,481 ROMA - 339/5341028 24 MARZO BREVETTO DI MUTA PIEMONTE BIELLA SIPS BIELLA C/O PEGORARO RENATO - VIA CAIROLI, 94 - GAGLIANICO - 0152543417 3381073006 DAL 25 AL 31 MARZO SU CINGHIALE BOSCO DEL PRINCIPE (PZ) SIPS POTENZA - C/O VACCARO MICHELE - VIA PAGLIARONE, 48 MARSICONUOVO IN COLL. GRUPPO CINOFILO LUCANO 28/29/30 MARZO CAC SU LEPRE 2° TROFEO DEGLI ETRUSCHI CAPOLIVERI (LI) SIPS ISOLA D’ELBA - C/O SIGNORINI GRAZIANO - LOC. CAPITORSOLA, 9 CAPOLIVERI - 335671522 30/31 MARZO CAC SU LEPRE PIAN LAGO (CS) SIPS VIBO VALENTIA - C/O CIPIANO MARIO - VIA G. MERCALLI, 41 - VIBO VALENTIA - 0963992320 CAC SU LEPRE 2° TROFEO ATC SINISTRA PIAVE PIAVE (TV) SIPS DI TREVISO - C/O FOSSALUZZA SANDRO - VIA MAZZOLE’, 23/B - BREDA DI PIAVE - PER ISCRIZIONI FOSSALUZZA 339/6032738 CAC SU LEPRE 5° TROFEO REMO TEMPERINI TRISSINO (VI) SIPS DI VICENZA - C/O MEGGIOLARO RENATO - VIA TRENTO, 58 COSTABISSARA - PER ISCRIZIONI FRIGHETTO STEFANO 0445963660 31 MARZO CAC SU LEPRE VERRAYES E SAINT DENIS SIPS AOSTA - C/O PERRET NICOLE F.NE GIRADAZ, 5 - CHARVENSOD - TEL.: 333/483532 CAC SU LEPRE BIELLA SIPS BIELLA - C/O PEGORARO RENATO - VIA CAIROLI, 94 - GAGLIANICO 0152543417 - 3381073006 5 Andrea Cataldi con Antonio Antolini trofeo Trofeo Marche 2012 Il 22 aprile 2012 si è svolta a Fiordimonte (MC) la finale del Trofeo Marche Categoria Mute. Hanno partecipato i primi cinque classificati provenienti dall’eliminatoria regionale delle Marche, che avevano ottenuto i migliori punteggi cumulativi nelle varie prove provinciali. Le mute finaliste sono state quelle di: - Cataldi Cleto con Reno-Flora-Flay-SuraAlba - Generotti Carlo con Iona-Lara-Birba-Gildo - Tinti-Pedini con Ciro-Sara-Tina-Ambra-Mora - Cataldi Andrea con Mark-Mary-KimbaSciani-Bricca - Dori Gianluca con Rocco-Sara-Isa-Lia Per la categoria coppie le finaliste sono state quelle di: - Fossa Angelo con Luna-Laika - De Carlonis con Gino-Lola - Benigni Giuseppe con Gim-Tosca - Tarabelli Giuseppe con Giulia-Tromba - Zandri-Landini con Rambo-Brina Per le mute il Trofeo Marche è stato assegnato alla muta di Andrea Cataldi con la qualifica di I° ECC ed assegnazione del C.A.C. al soggetto Mark; al secondo posto con II° ECC la muta di Carlo Generotti. Per le coppie la finale si è svolta il 21 aprile e il Trofeo è stato assegnato alla coppia del signor De Carlonis. Vincenzo Ferrara 31 Andrea Cataldi premiato da Sandro Pacioni, alle loro spalle Maurilio Mandolesi e il Presidente della SIPS di Ascoli Venturino Vagnoni De Carlonis con i suoi fulvi le nostre razze Il Segugio Maremmano e la moda Un gruppo di appassionati Maremmanisti 32 Cari amici e cari colleghi segugisti, è giunta l’ora di iniziare a formulare qualche riflessione sul segugio maremmano. In verità già nel n. 96 della nostra rivista Federico Cenci ha già intelligentemente fatto autocritica essendo un “maremmanofilo” riguardo all’aspetto morfologico della razza. Infatti, lui ha giustamente sottolineato l’esistenza di un buon numero di segugi Maremmani che non dovrebbero assolutamente essere utilizzati come riproduttori proprio per evitare la generazione di soggetti morfologicamente discutibili. La Prosegugio ha svolto un grande ruolo e ha speso molte energie per ottenere il riconoscimento di questa razza; non vanifichiamo tutto questo lavoro perché presi dall’enfasi di avere per forza e ad ogni costo un Segugio Maremmano in casa soltanto perché così identificato sul suo pedigree. Personalmente sono dell’avviso che è ancora peggio avere in casa un cane che, ancorché anagraficamente identificabile e morfologicamente come un segugio Maremmano, non lo sia minimamente per le attitudini cinofile. Il fatto è che la razza da sè sola non basta,se poi oltre ai già lamentati difetti morfologici,evidenzia anche notevoli punti deboli nel lavoro. L’origine di questo nobile cane, oggi riconosciuto come segugio Maremmano, non può essere sminuita dall’incompetenza di coloro che ne vogliono fare un uso strumentale per fini speculativi; non possiamo sminuire in questo modo il lavoro e la sagacia dei nostri predecessori che nei secoli hanno saputo custodire il seme di questa razza per trasmetterla fino a noi. Se le doti cinofile che contraddistinguono questo segugio sono note a tutti noi e che per questo è stato ottenuto il riconoscimento della razza, lo dobbiamo proprio agli sforzi compiuti da loro in passato e dalla Prosegugio oggi. E’ bello sentire parlare del risveglio della passione di allevare anche per effetto del riconoscimento di questa razza e del segugio dell’Appennino, anch’esso costato molti sacrifici alla nostra Società, ma sarebbe ancora più bello sentir parlare delle soddisfazioni che questa razza è in grado di trasmettere per effetto del proprio lavoro. Tuttavia, non potrà esserci mai un buon risultato in questo senso se oltre al miglioramento morfologico della razza non si tenti di migliorarne anche la selezione attitudinale. Purtroppo oggi non si sta curando questo aspetto; si sta curando la Moda per il segugio Maremmano, di quello così anagraficamente iscritto. La Moda sta facendo perdere di vista il vero valore del segugio, quello dell’attitudine al lavoro, evidentemente spinti da una finalità diversa da quella per la quale i nostri avi l’hanno tramandato sino a noi. L’attitudine al lavoro non si migliora generando soggetti che, non per colpa loro, non sono degni di portare il nome di segugio Maremmano; si migliora con una selezione seria e rigida. Purtroppo si registrano fenomeni che, anche durante le prove di lavoro, mettono in serio pericolo questo delicato aspetto selettivo; alcuni giudici attribuiscono valutazioni eccellenti a soggetti o mute che non lo meritano affatto. Queste valutazioni a volte vengono suggerite dalla semplice appartenenza a questa razza e gli allevatori, o come meglio sono stati definiti, i “microallevatori”, vengono illusi della bontà o addirittura dall’eccellenza del loro lavoro. Personalmente sono convinto che esistono eccellenti soggetti appartenenti a questa razza, sia sotto l’aspetto morfologico che quello attitudinale ma sono veramente pochi quelli che possono fregiarsi di valutazioni di massimo livello. Forse, anche per rispettare i nostri avi, faremo bene a spegnere un pochino i riflettori sulla razza e iniziare a puntarli sulla selezione vera dei soggetti ad essa appartenenti; questa razza, così come tutte le razze, non ha bisogno di pubblicità ma di severità nei giudizi di chi è titolato ad esprimerli. L’allevatore o il microallevatore che dir si voglia, se sta facendo un buon lavoro selettivo è giusto che venga premiato dai risultati obiettivi, ma colui che sta sbagliando è giusto che ne venga reso edotto, altrimenti non staremo facendo il bene di questa razza ma ne staremo decretando il declino. Non è questo che vogliamo! Tutte le razze da seguita meritano di essere allevate e migliorate; soprattutto di essere selezionate sotto il profilo attitudinale. Ritengo che questa sia la vera missione della Prosegugio; per la pubblicità esistono altri veicoli. Stiamo parlando di un cane che annovera tra le sue doti migliori il coraggio nell’abbaio a fermo e l’instancabilità alla fatica. Non possiamo pretendere di più da questo ausiliare. E’ noto a tutti che l’accostamento e l’inseguimento non sono le sue doti innate, ragione per cui non dobbiamo sforzare su questo fronte altrimenti rischiamo di stimolare la fantasia e far credere, magari, che quelle lunghe scanizzate prodotte da quei soggetti che stiamo criticando siano dei lunghi accostamenti o degli incalzanti inseguimenti senza, peraltro, saperne distinguere le di- verse ed emozionanti fasi. Evitiamo, dunque, come già giustamente sottolineato da altri, di continuare a stimolare l’allevamento e la riproduzione di soggetti che non fanno altro che amplificare i difetti evidentemente rilevati. Questo segugio, ancorché già storicamente allevato e selezionato, viene definito razza “novella”, evidentemente per il suo recente riconoscimento, rafforzato anche dalla creazione di un suo Club: siamo ancora in tempo per rimediare. Giovanni Petrucci Mino Cupini con Celentano 33 attualità Le problematiche della caccia in montagna Soggetti di Massimo Rosa di Padova 34 Non oso pensare a ciò che direbbero i cacciatori d’altri tempi se ritornassero su questa valle di lacrime. Loro pagavano la licenza ed andavano a caccia tutti i giorni sulla montagna che conoscevano meglio del loro orto. Il sabato sera si ritrovavano nelle osterie per raccontare ognuno la propria storia. Ne avevano di aneddoti con cui incantare gli amici e per apparire originali, attingevano spesso dalla fantasia. Alcuni fecero in tempo a sperimentare la novità delle due giornate di silenzio venatorio e non fu cosa gradita, ma si adeguarono perché gli esperti avevano assicurato che così la selvaggina sarebbe durata per tutta la stagione. Comunque sia, ebbero la fortuna di cacciare prima che l’attività venatoria passasse dal suo habitat naturale alle scrivanie per poi essere gestita da chi, pur non distinguendo un merlo da un corvo, decide su tutto. Con l’acuirsi della crisi economica lo Stato italiano ha pensato bene di ottenere il massimo dai seguaci di Diana. Sotto la spinta degli ambientalisti, nati come funghi, in seguito alla demonizzazione della caccia da parte degli organi d’informazione che dipingono i cacciatori come degli spietati assassini, ha ristretto le zone venatorie e aumentato a dismisura tasse e balzelli vari, costringendo i cacciatori più poveri e più veri ad appendere il fucile al chiodo. Ormai la caccia è aperta e, come sempre, la confusione regna sovrana. Le cinque giornate di caccia al capanno, con la ridda di notizie e smentite sull’eventualità che fossero ridotte a tre. La riduzione dell’orario, come se invece di una battuta di caccia si trattasse di un turno di lavoro. Le nuove regole per la caccia di selezione, sempre più assillanti, come se non fosse abbastanza umiliante andare sul posto accompagnati come scolari in passeggiata, e farsi indicare dal maestro il selvatico a cui sparare. E per finire la più nefasta delle decisioni: vietare l’uso del segugio per la caccia al capriolo. A questo proposito ritengo doveroso scomodare Darwin che in tempi non sospetti sentenziò che l’uomo deriva dalla scimmia. Per giungere a questa conclusione, e soprattutto divulgarla, egli dovette, battersi contro la chiesa che allora, come oggi, rappresentava uno dei rami del potere. Tutto questo non centra nulla con i problemi della caccia, direte voi, ed avete ragione però mi permette di fare un paragone. Sull’origine dell’uomo ci furono, e ci sono tuttora versioni contrastanti, ma su quella del cane vi è la certezza assoluta: il migliore amico dell’uomo discende dal lupo. Il lupo ed il segugio cacciano nello stesso modo dall’alba dei tempi. Cacciano in gruppo e, come i licaoni e le iene, inseguono le prede fino a sfiancarle. In pratica la caccia con il segugio è la più antica e la più vera di tutte quelle che si praticano con il cane. Avete mai sentito un ambientalista o un membro del W.W.F. che protesta per le crudeltà che si consumano ogni notte nella savana e nella taiga? Eppure le immagini cruente di certi documentari ci hanno mostrato le prede, ancora vive, divorate dai predatori che strappano loro le interiora. Già ma questo fa parte dell’equilibrio della natura, ti risponderanno gli acculturati, paladini dell’ambiente. Certo, senza i carnivori gli erbivori crescerebbero a dismisura fino a diventare così numerosi da coprire tutti i pascoli e quando l’erba non basta più la morte arriverebbe per tutti. Vorrei che qualcuno mi spiegasse cosa c’è di diverso fra gli ungulati della savana africana, della taiga russa e quelli delle nostre montagne. Una differenza c’è: sulle nostre montagne non ci sono predatori naturali in grado di regolare il numero degli ungulati e quindi il compito spetta ai cacciatori. Tutto questo avviene dopo i censimenti primaverili, effettuati dalle guardie provinciali in collaborazione con i cacciatori. La caccia al capriolo con il segugio dura poco, a volte la quota di capi assegnata ad ogni singola riserva si raggiunge nella stessa domenica d’apertura. Resta da capire se le nuove restrizioni dipendano da direttive europee o se sono delle scelte precise di chi predilige la caccia di selezione ed ha deciso di spalmarne il periodo per tutta la durata della stagione. Nel secondo caso si tratterebbe di una prevaricazione nei confronti di migliaia di cacciatori che allevano con sacrificio e passione questo cane nobile e antico. Per concludere, non vedo un grande futuro per la caccia in Italia e temo che i giovani cacciatori punteranno sempre più verso l’estero, dove c’è più selvaggina, meno burocrazia e la gente non si fa influenzare dalla Brambilla di turno. A proposito, chissà se quella signora bionda, tanto buona e tanto dolce da baciare e accarezzare i cuccioli di beagle (bigol), sa che quelle simpatiche bestiole sono dei segugi che da adulti cacciano in gruppo e quando raggiungono la preda la uccidono a morsi. Chiudo con un appunto alle associazioni venatorie che lottano ognuna per proprio conto, per i propri interessi e per aumentare i propri iscritti, e intanto la caccia in Italia, quella vera, sta morendo. Renzo Cappozzo Scrittore veneto Soggetto di Marco Rossi premiato col C.A.C. in classe lavoro al Raduno del Campionato Sociale di Brescia 2012 Un soggetto di Piero Zanardi 35 tecnica venatoria Dall’iniziazione del cucciolo alle prove La muta di Porcelaine di Farneti-Petrucci 36 Chi si dedica all’addestramento dei cuccioli sa quanto è positivo il contatto iniziale con il coniglio o con le lepri allevate in cattività. Vale solamente per iniziare il novello scolaro. Insistendo con questo tipo di addestramento, però, si possono causare dei seri problemi al cucciolo. Il primo è quello di farlo abituare a cacciare a testa alta, visto che prima o poi nel piccolo recinto una lepre partirà alla sua vista. La frequentazione assidua dei recinti fa spesso tagliare l’inseguimento dei giovani allievi, il percorso di fuga dei selvatici in cattività è quasi sempre lo stesso e una volta abituati al gioco, il danno è fatto. L’addestramento in piccoli recinti va bene solo per i primi contatti tra cucciolo e lepre, poi bisogna assolutamente portare il neofita in territorio libero, dove la lepre attua tutte quelle complessità di tragitti e di difese che rendono interessante la sua caccia, dove solo con l’applicazione e con il naso attaccato all’usta riuscirà a scovare ed inseguire l’orecchiona. Importantissimo è il contatto fisico con il cucciolo, specialmente nei primi mesi di vita; in quel periodo si crea quel legame fondamentale che ne segnerà positivamente il carattere. Pare che il contatto fisico tra padrone e cucciolo faccia secernere un ormone, in quest’ultimo, che genera fiducia e che favorisca la formazione di un carattere gioioso, festoso. Il genere di carattere che tutti i segugisti vorrebbero che avessero i loro cani. Tutti i segugi che vivono liberi ed in contatto quotidiano con i padroni hanno, quasi sempre, un carattere affettuoso e senza timori o paure. Solo quando, dopo estenuanti allenamenti e duro addestramento, sono arrivati al punto di saper svolgere tutte le fasi della cacciata, possono essere condotti alle prove. Lì, singoli, coppie e mute dovranno svolgere, in egual maniera e con correttezza e rispetto degli animali non oggetto della prova, l’azione completa richiesta dal regolamento. Anzi, prima di accedervi i loro con- duttori dovrebbero conoscerne il contenuto, per evitare di rendersi ridicoli davanti al pubblico, con contestazioni banali e prive di fondamento. Il singolo svolgerà tutto il lavoro da solo, la coppia e la muta prevedono soggetti complementari, con soggetti eccelsi in una o più fasi previste dalla prova. Evitare commenti da “Bar dello sport” è sempre richiesto ed educato, non denigrare il lavoro svolto dai concorrenti della batteria. Prima di accedere alle prove, bisogna aver assistito più volte da osservatore, aver rubato con gli occhi i metodi e le capacità dei dresseurs professionisti nella gestione dei propri ausiliari. Percepire le differenze nello stile delle varie razze di segugi, capire che anche se il risultato finale è lo stesso, lo stile di razza di un Gascon è completamente diverso da quello di un Segugio dell’Appennino. Non farsi prendere dall’agitazione dovuta allo scorrere implacabile del tempo trascorso, la concentrazione, la freddezza e la razionalità hanno sempre premiato gli atleti migliori. Non comportarsi come comuni cacciatori ossessionati dallo scovo della lepre, prima di questo ci sono ben due fasi importanti: la ricerca della passata e l’accostamento. Poi la seguita. Sapere che, purtroppo, alcune giornate sono negative per l’olfattazione e che 45 minuti non sono sufficienti per riuscire ad ottenere il risultato sperato. Bisogna accettare il responso del giudice perché nessuno ci obbliga a partecipare alle prove, in quel momento è lui il valutatore, ha ottenuto dopo un estenuante percorso di apprendimento l’incarico di rappresentare l’ENCI con i suoi regolamenti nelle prove. Un comportamento irriguardoso nei confronti dei giudici compromette il clima dell’intera manifestazione ed essendo una festa comune dedicata a tanti concorrenti, spettatori e organizzatori, non può essere rovinata da un singolo che dissente, spesso per incompetenza, dal difficile ruolo da essi prestato. Nelle prove, oltre che la preparazione dei cani e dei concorrenti, non dimentichiamo che necessita la terza cosa, la fortuna, senza di essa si ritorna, nonostante tutto il resto, a mani vuote. Pietro Antonio Mendicino Un soggetto di Pietro Mendicino 37 le nuove leve Le nuove leve mantenere il più possibile la calma durante la conduzione dei segugi nelle prove e nella caccia. Questi cani sono molto sensibili e riescono a riconoscere l’agitazione e l’ansia dei loro conduttori. Nelle fasi più difficili della risoluzione di falli e grovigli, il silenzio e la calma devo categoricamente imperare. Le situazioni, i passaggi difficili richiedono la concentrazione dei segugi, anche una sola parola detta dal conduttore può rivelarsi fatale per l’intera riuscita della prova. Il confronto con l’atleta è calzante, la prestazione del performer si conclude positivamente solo dall’associazione tra un grande allenamento e una perfetta dominanza dell’ansia. Importante il rispetto dei giudici e dei concorrenti, prima di lanciarsi in accuse e invettive contro chi analizza e controlla, ricordarsi che esiste un codice deontologico che va sempre assolutamente rispettato. 38 Franco Canil con Falco e Ronda Con grande piacere voglio dedicare uno spazio della nostra rivista ai giovani emergenti ed appassionati dei cani da seguita. Negli ultimi tempi alcuni giovani segugisti si sono distinti conquistando ottimi risultati con i propri Segugi in importanti manifestazioni. Solo loro potranno assicurare una prosecuzione della nostra amata attività, la speranza della SIPS è quella di poter avere dei giovani segugisti preparati e competenti che tramite un comportamento corretto e saggio dovranno diventare le colonne portanti dell’Associazione. Un consiglio importante che intendo dare ai giovani è quello di Nella categoria coppie, al Campionato Italiano della SIPS 2012 svoltosi a Sigillo (PG) si è imposto il giovane Franco Canil di Treviso. Lo conosco personalmente, la sua passione per i Segugi è molto grande, dedica ad essi tutto il poco tempo che la sua attività professionale, molto intensa, gli lascia libero. Ama i Segugi Italiani a pelo forte fulvi, ne ha parecchi e di buona qualità. Falco, Campione Italiano di Lavoro di Franco Canil tante altre prove importanti. Ha portato all’ambito titolo di Campione Italiano di Lavoro il suo pupillo Falco. Quando ne parla è evidente l’affetto che manifesta al bravissimo segugio che gli ha dato tante soddisfazioni. Non meno brava è la femmina Ronda, in prova concorre con Falco. Entrambi soggetti concreti ed efficaci, riescono spesso ad ottenere ottime qualifiche in prova. L’augurio che faccio a Franco è quello di perseverare con la passione che dimostra e di migliorare sempre. Andrea Cataldi e la sua muta Con essi ha vinto molte manifestazioni, la più importante appunto il Campionato Italiano della SIPS 2012, il secondo posto nella cate- goria coppie al Campionato Italiano della Federcaccia 2012. Si è aggiudicato anche il Campionato Italiano della Liberacaccia e Andrea Cataldi ha un cognome molto noto nella cinofilia italiana, il padre Luigi è noto sia come conduttore che come giudice di cani da ferma, lo zio Cleto ha più volte ottenuto grandi risultati nell’attività segugistica. Sicuramente i geni non mentono, ed anche se oggi i giovani per la maggior parte amano essere degli sparatori, Andrea si è appassionato ai cani da seguita. Ha costretto più volte la madre e la zia, quando ancora non aveva la patente, ad accompagnarlo in montagna ad allenare i cani, solo genitori che hanno sempre respirato aria di cinofilia potevano assecondarlo! Ma oggi, a poco più di 18 anni, ha la patente ed anche la licenza di caccia, può fare da solo. Ha deciso di allevare dei Segugi Italiani fulvi a pelo raso, seguendo la moda e trascurando quelli dello zio Cleto che avrebbe potuto aiutarlo, fornendogli degli ottimi nero focati. Ha creato una bella muta di soggetti molto tipici e si diletta ad allenarli e condurli nelle prove. Quest’anno l’ho incontrato più volte alle manifestazioni, ha un modo di porsi da ragazzo veramente educato, silenzioso, attento alle discussioni che riguardano i cani da seguita, con una grande volontà di partecipare, far bene e vincere. Ha ottenuto già delle bellissime qualifiche con la sua muta, non ultima l’aggiudicazione del I° Trofeo delle Marche, che ha avuto come partecipanti personaggi molto conosciuti della cinofilia nazionale e locale. Ad Andrea auguro un grande futuro di successi e la capacità di sapersi confrontare con la stessa passione dimostrata fino ad ora, ha le caratteristiche e le possibilità per farlo. Vincenzo Ferrara 39 parere tecnico-veterinario Parere tecnico circa il divieto di praticare il taglio della coda nel Segugio Maremmano Prof. Carlo RENIERI - Scuola di Scienze Ambientali - Università degli Studi di Camerino Due soggetti tigrati di Paolo Cucini 40 1) LA VARIABILITA’ DEL CARATTERE “CODA” NEL CANE. In molte specie animali domestiche (cane, pecora, capra, suino, ecc.) esiste una variabilità naturale della lunghezza della coda, dovuta al variare del numero di vertebre coccigee. Tale variabilità è frutto della domesticazione, cioè è l’uomo che ne ha provocato la variazione, attraverso le sue scelte selettive. Nel cane la situazione è la seguente. Nel lupo grigio, progenitore selvatico del cane, la coda è lunga, essendo costituita da almeno 22 vertebre coccigee. Tale numero sembra conservato in tutte le 18 sottopopolazioni descritte all’interno della specie. Nel cane, invece, la coda può essere più o meno lunga, potendo variare in maniera naturale il numero di vertebre coccigee da 6 a 23. Inoltre, mentre nel lupo la coda è sempre diritta, nel cane può essere diritta o arricciata. Questa variazione testimonia che LA LUNGHEZZA DELLA CODA NON RAPPRESENTA UN CARATTERE FONDAMENTALE NEL MANTENIMENTO DELLE CARATTERISTICHE IDEALI DELLA SPECIE, apparendo la coda lunga un residuo dello stato selvaggio dell’animale, poco correlato alla condizione del cane come animale domestico. 2) IL MODELLO GENETICO. Negli anni 30, Whright ha realizzato varie esperienze di selezione nel topo volte a far variare la lunghezza della coda attraverso l’aumento o la riduzione del numero delle vertebre coccigee. Il successo di tali esperimenti gli ha permesso di formulare la teoria, tuttora valida, della lunghezza della coda come “carattere quantitativo a soglia” (in questo caso, con più di una soglia, in funzione del numero di vertebre coccigee). Si tratta dello stesso modello che spiega il numero di nati a parto nelle specie prolifiche, l’esistenza di vari gradi di gravità di una malattia multifattoriale (diabete, patologie cardio-vascolari, displasia dell’anca, ecc.). Il modello genetico è così spiegabile: - esiste una grandezza sottogiacente, detta “predisposizione”, risultato dell’interazione tra vari geni (anche centinaia) e fattori non genetici (sia endogeni che esogeni,ad esempio l’alimentazione), che determina la possibilità per l’ animale di avere un determinato numero di vertebre coccigee; - la predisposizione è una grandezza che si distribuisce in maniera continua e normale (distribuzione di Gauss o a campana); - lungo questa distribuzione, esiste un punto, detto “soglia”, che fa sì che l’interazione tra i geni e i fattori non genetici facciano aumentare o diminuire di una vertebra coccigea la coda; - lungo la distribuzione esistono varie soglie, tante quante sono le vertebre coccigee stesse. Accoppiando topini con il numero massimo di vertebre, Whright vedeva comparire, dopo alcune generazioni, animali con una vertebra in più. Accoppiando tra di loro questi animali, dopo alcune generazioni, Whright vedeva comparire animali con un’altra vertebra in più, e così via. Naturalmente esiste un limite a tale aumento, limite iscritto nel genotipo dell’animale. Lo stesso ovviamente avveniva all’inverso, per accorciare la lunghezza. LA CODA PUO’ ESSERE ACCORCIATA, RIDUCENDO IL NUMERO DI VERTEBRE, ATTRAVERSO LA SELEZIONE. Un programma del genere può essere messo in pratica, naturalmente, solo se nella razza esiste una naturale variazione del numero delle vertebre. 3) IL PROBLEMA BIOLOGICO. Nel cane, sole le prime 3 o 4 vertebre coccigee appaiono perfettamente costituite e complete; il loro arco porta tutti i processi ben sviluppati. Nelle successive l’arco neurale si riduce e dalla VIII-IX vertebra persiste solo il corpo. Dalla V-VI vertebra si sviluppa anche l’arco emale che, comunque, è completo solo in 2-3 elementi. Nel canale vertebrale, LA CAUDA EQUINA TERMINA ALLA 5° VERTEBRA COCCIGEA. LA DURA MADRE FORMA IL LEGAMENTO COCCIGEO A PARTIRE DALLA 6° VERTEBRA COCCIGEA. Un accorciamento della coda non sembra perciò avere ripercussioni particolarmente gravi per l’animale e l’esistenza di popolazioni canine normalmente a coda corta, come frutto della selezione, ne è prova indiretta. Un taglio della coda che avvenisse a livello della VIII-IX vertebra coccigea non coinvolgerebbe né la cauda equina né la componente ematica, e quindi non ha alcuna ripercussione sull’animale, tanto meno di ordine neurologico. Da quanto detto si può concludere che la coda sembra avere, nel cane, più funzione nel regolare il movimento dell’animale, cooperando con la testa a stabilire il baricentro dell’animale in movimento, che non come continuazione dell’attività spinale. La sua variabilità, prodotta dalla selezione umana, sembra perciò spiegata dalla necessità di BEN EQUILIBRARE L’ANIMALE NELLO SVOLGIMENTO DELLE SUE FUNZIONI DINAMICHE. 4) IL PROBLEMA ZOOTECNICO. Nei cani da caccia, qualsiasi sia la loro specializzazione (ferma, ecc.), l’accorciamento della coda è spesso un intervento necessario se si vuole salvaguardare la funzione della razza stessa. Una coda lunga può rappresentare, infatti, un impaccio notevole per l’animale e una riduzione della sua capacità di svolgere la funzione in ambienti naturali difficili Il segugio maremmano in funzione delle sue specifiche attitudini venatorie necessita, più di ogni altra tipologia di cane da caccia, della caudotomia neonatale come intervento preventivo per il suo benessere futuro. L’habitat del selvatico prediletto da questi segugi, è ricco d’intricatissimi cespugli composti da terribili spinai, (Calycotome spinosa e villosa, Smilax aspera, Paliurus spina-christi, Rubus ulmifolus et...) capaci di procurare abrasioni e ferite sulla coda di questi intrepidi cani da seguita che braccano i loro irsuti antagonisti per ore. Se si considera che una della principali caratteristiche attitudinali di questi ausiliari sia mantenersi costantemente a ridosso del selvatico anche nelle macchie più fitte e impraticabili, è facile intuire quali sofferenze potrebbero subire questi ausiliari se venissero impiegati nei terreni sopra descritti con la coda lunga. La valutazione, poi, che la caudotomia nel segugio maremmano, sia una necessità strettamente funzionale all’utilizzo della razza su cinghiale, la si può riscontrare anche nell’analisi storica di pitture dell’ottocento e fotografie di inizio secolo, che ritraggono scene di caccia in cui si impiega questo cane. Nei quadri di pittori macchiaoli e foto d’epoca, i segugi maremmani raffigurati in azioni di caccia al cinghiale in terra di maremma sono sempre rappresentati con la coda corta o “mozza”. Certo appare inverosimile pensare che, nell’ottocento o tanto meno ad inizio 900, si perpetrasse il taglio della coda per motivi diversi da quello di non recare danno al cane, che portato a caccia nella macchia, senza avergli praticato la caudotomia, sarebbe incappato, in una sicura necrosi caudale indotta da continuo sanguinamento. La lungimiranza e la sensibilità di coloro che stilarono lo standard morfologico del segugio maremmano fu tale da accettare questi cani in entrambe le versioni, sia con coda lunga sia con coda recisa, e ciò nell’ottica del benessere animale ci pare assolutamente sensato e corretto. Se difatti un segugio maremmano non venisse impegnato nell’attività venatoria, non vi sarebbe alcun motivo di sottoporlo al taglio della coda. In tal senso possiamo affermare che lo standard morfologico del segugio maremmano è certamente quello che ha meglio recepito le direttive della convenzione di Strasburgo, subordinando lo standard, e dunque l’estetica, al benessere dell’animale. 5) IL PROBLEMA IGIENICO. Anche se in mancanza di dati epidemiologici adeguati, si può ritenere che nel Segugio maremmano, come nelle altre razze canine da caccia, che operano in ambienti naturali spesso difficili, la coda lunga possa essere facilmente oggetto di traumatismi e di lesioni che possono determinare patologie anche gravi. Il veterinario dovrebbe perciò sempre consigliarne la riduzione. In conclusione, MANCANDO OGNI CONTROINDICAZIONE BIOLOGICA ED ESSENDO FORTEMENTE CORRELATA ALLA FUNZIONE DELLA RAZZA, IL TAGLIO DELLA CODA DOVREBBE ESSERE PERMESSO NEL SEGUGIO MAREMMANO, ALTRIMENTI SE NE METTE A RISCHIO LA FUNZIONALITÀ, PROVOCANDO UNA REALE DIMINUZIONE DELLA SUA EFFICIENZA FUNZIONALE. 41 le nostre razze 42 Esploratore, ovvero come sopravvivono le razze Esploratore nasce il 28 febbraio 2011, dalla mia Trilli, linee lepraiole di Suzzi da Palazzuolo x quelli di Bartolini da Cà di Lugo, coperta da Monti, figlio del Brill di Luciano Incerti da Reggio, assieme a sei fratelli ed una sorella. I cuccioli sono tutti molto vitali, ma già a 20 giorni lui si distingue per la mobilità e l’intraprendendenza: esce per primo dalla cesta e, invece di guaire non sapendo rientrare, esplora la stanza in lungo e in largo, da ciò il nome. Anche i fratelli sono sopra le righe, tanto che uno lo chiamo Thor per la sua potenza, un altro Ferro per la caparbietà, agli altri, più normali, affibbio nomi normali o banali, come Nera all’unica femmina, nero focata, che sono poi costretto a ribattezzare Raska (Diavola) per la distruttività e la vivacità, per fortuna accompagnate da ubbidienza e intelligenza. Nella stessa tavernetta, loggetta e giardino ho allevato cucciolate di varie razze, solo delle passeggiate in confronto alla fatica causata dall’incontenibiltà di questi segugetti dell’Appennino/Lepraioli Italiani, per cui a 60 gg , mi libero di tutti i maschi e inizio a riparare i danni. Li vendo a malincuore, soprattutto Esploratore che è la fotocopia della madre sia per il tipo che per gli atteggiamenti e la vitalità, così penso di regalarlo all’ amico Capirossi, grande cacciatore ed esperto addestratore, che frequento spesso, per cui potrò averlo sott’occhio. Quando glielo porto, vorrebbe pagarmelo, ma io rifiuto e, alle sue insistenze, gli dico: “Se diventa campione, mi darai ... 000 euro!” Mi risponde di sì con un sorriso divertito, oggi ci penserebbe su due volte, ne sono certo, ma non è questo di cui voglio parlare perché la riuscita Due soggetti di Alessandro Contri di un segugio ed il conseguimento tore dunque si trova al lato opposto di un titolo dipendono da numerose a quello delle tentazioni, quindi non varianti. un’alta e robusta recinzione lo divide Dopo un mese passo a rivederlo e dall’oggetto del desiderio, bensì lo trovo a spasso per l’aia e Piero tre. Piero è tranquillo: hanno difeso mi racconta: “La prima notte che per anni le virtù delle sue seguge me l’hai lasciato, è scappato dal da generazioni di maschi di tutte box dei cuccioli e si è sistemato nel le razze infoiati come la decina di magazzino, sloggiando il vecchio attuali, adulti nel pieno delle forze, cane di casa”. Neppure quelli degli atletici e furbi. Il cucciolone dell’Apadulti lo contengono, né i numerosi pennino però supera i tre ostacoli e lavori alle reti metalliche ed ai tetti, si accoppia anche con una cucciola solo con l’addestramento e la caccia di ariegiois tra gli scagni di rabbia e sembra calmarsi un po’ poiché, già di frustrazione degli altri, fortunataa sette mesi, lavora nonostante la mente non rimane gravida, ma poco siccità con gli adulti, dall’attacco alla importa. Quello che conta è che il pastura al termine della seguita, non negandosi anche qualche lunga sgambata dietro ai caprioli. Con la fine della caccia ricominciano i problemi, ma pian piano il canile viene reso a prova di fuga, finchè le femmine cominciano ad andare Leccio di in calore. EsploGiovanni Mancinelli ratore a 10 mesi riesce a forzare il suo box e quello di una bella segugina dell’Appennino di 18 mesi, ingravidandola. Viene sistemato allora insieme ai lepraiolo ha dimostrato, nell’esplemaschi adulti per evitare il ripetersi tare uno dei bisogni fondamentali di accoppiamenti indesiderati. per tutte le specie animali, la riproPiero non è un commerciante per- duzione, di essere decisamente ché ama tanto i segugi da deside- più idoneo rispetto ai compagni di rarne sempre di più, da lepre e da canile di altre razze. L’altro bisogno volpe, per cui il suo canile è molto fondamentale è quello della soaffollato e, essendo un cinofilo “sin- pravvivenza, cioè del procurarsi il cretista” , - ama cioè tutte le razze- cibo, e viene naturale pensare che ha segugi italiani a pr e pf, francesi, anche qui Esploratore avrebbe un beagle e meticci, tutti in attività e vantaggio notevole: se al posto delle sempre decisamente bravi. I primi femmine ci fosse stato del cibo, chi due box ospitano i maschi, il terzo l’avrebbe mangiato? E se in futuro in le femmine, poi ci sono dei box più un assolato mezzogiorno di ottobre piccoli per i cuccioli, i vecchi, quelli o in una ventosa mattina di novemche vogliono stare da soli; Esplora- bre o in una gelata di dicembre ci sarà una lepre quasi impossibile da scovare, chi avrà più possibilità di farlo? Certo non bastano la determinazione, la prestanza fisica ed il temperamento per essere grandi segugi, sono però indispensabili, condizioni “sine qua non”, per diventarlo. Il 2011 ha consegnato alla cronaca un’infinità di ex bravi soggetti, tutti quelli che dopo un paio d’ore ciondolavano ai piedi del conduttore, stroncati dal caldo e dalla carenza di olfattazione, scoraggiati dagli ormai quotidiani insuccessi, proprio perché scarsi di avidità, tenacia e concentrazione, quindi inutili nonostante il fiuto ed il metodo magari eccellenti. Esploratore è un’eccezione o la regola? E, se è la regola, da cosa dipende? Forse lui è un filo sopra le righe, ma sostanzialmente tutti i segugi dell’Appennino/ Lepraioli Italiani, sono fatti di quella pasta perché frutto di una secolare selezione basata solo sulle qualità e applicata con durezza da chi, coloni e paesani, non poteva permettersi che un solo segugio e, se non era completo, parco e furbo, lo mettevano sotto terra. Fossero stati selezionati con altri criteri, estetici invece che utilitaristici, o apparentemente funzionali come le verifiche zootecniche nelle “conigliere”, causa di tanti campioni senza valore, non sarebbero certo quelli che sono: possederebbero magari un gran fiuto, una bella voce, uno stile piacevole, coesione ed eleganza, ma non sarebbero mai degli “Esploratori”! Giorgio Zauli 43 dalle sezioni 44 Gemona assemblea della sezione sips di gemona Il giorno 16 marzo 2012, presso il Centro Sociale L.A.S.E.R., si è tenuta l’assemblea Ordinaria annuale della S.I.P.S. Sezione del Gemonese con il seguente ordine del giorno: 1)Comunicazioni del Presidente; 2)Approvazione Bilancio consuntivo 2011 e preventivo 2012; 3)Attività ricreative e culturali 2012; 4)Varie ed eventuali. Apre i lavori dell’assemblea il presidente Angelo Carturan porgendo il benvenuto a tutti gli intervenuti, ai quali presenta il Presidente Nazionale Leopoldo Fulvio Ghilardi che nonostante i molti impegni ha voluto essere presente. L’assemblea lo accoglie con un caloroso applauso. Egli ringrazia sentitamente, aggiungendo che aveva promesso a Carturan la sua presenza e che le promesse vanno sempre mantenute, in questo caso, conclude, con immenso piacere. Nell’adempiere al primo punto dell’ordine del giorno Carturan illustra le più significative attività ricreative e socio-culturali svolte dalla Sezione nel corso del 2011: 1° maggio - gita culturale a Marano dove a bordo del battello Santa Maria si sono ripercorse le antiche rotte seguite dai navigatori dell’Impero Romano che, con le loro Galee, trasportavano beni di ogni tipo fra cui l’oro bianco dell’epoca: il sale. Gita che nel corso di una sosta nella città di Aquileia è stata impreziosita con la visita alla Basilica ed ai siti archeologici di quella splendida e storica città, assistiti da una guida turistica qualificata; 12 giugno - prova di tiro al cinghiale corrente, riservata a tutti gli iscritti alla SIPS, nella quale sono stati premiati i primi tre classificati di ogni categoria (canna liscia e canna rigata), premiata pure la sezione che ha ottenuto il miglior punteggio nonché il premio di una carabina Browning LongTrac Hunter cal. 3006 assegnato, per estrazione, fra tutti i partecipanti alla gara; 4 settembre - prova amatoriale di lavoro per cani da seguita su capriolo nella Riserva di caccia di Resia. Il Presidente Carturan prosegue il proprio intervento rispondendo in merito ad alcune lamentele riguardanti la nuova normativa sulla caccia agli ungulati con il cane da seguita. Al riguardo chiarisce che nel corso dell’iter per la stesura dell’articolato della legge regiona- le 6/2008, il segugio ed i seguisti sono stati fatti oggetto di incessanti violenti attacchi da parte di ambientalisti e frange di cacciatori che, a tambur battente, li additavano con epiteti talmente scandalosi da essere irripetibili. Tant’è che in quel periodo lo stesso già Presidente della regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, in una intervista sull’emittente televisiva “Tele Friuli”, ebbe ad affermare «per esempio la caccia con il segugio, mi dicono tutti, è qualcosa di estremamente crudele nei confronti degli ungulati, perché il cane insegue l’animale finché questo non viene sfiancato e finché, addirittura, non gli scoppia il cuore». Frase probabilmente suggeritagli da quanti avversano il segugio ed il suo impiego nei confronti degli ungulati. Per la Prosegugio regionale, aggiunge Carturan, divenne di conseguenza indispensabile porre in essere strategie idonee ad arginare tali quotidiani violenti attacchi, ricercando soluzioni percorribili atte a rinobilitare una nobile arte quale è la caccia con il segugio. Premesse che indussero il Consiglio regionale della Prosegugio a proporre, all’allora assessore alla caccia Enzo Marsiglio, che nell’articolato in fase di costruzione della nuova legge regionale sull’esercizio venatorio venissero inserite alcune norme riguardanti la caccia con il segugio. Norme oggi contenute negli articoli 7 bis e 7 ter della Legge Regionale 56/1986 che, indubitabilmente, tutelano sia il segugio e il suo impiego nell’esercizio venatorio, sia il cacciatore segugista. Dette norme, per ritenuta opportunità, vengono di seguito integralmente trascritte. Articolo 7 bis (abilitazione al prelievo degli ungulati con cani da seguita). 1. L’esercizio della caccia agli ungulati con cani da seguita è subordinato alla frequentazione di un apposito corso e relativo esame abilitativo organizzati dalla Provincia competente per territorio. 2. Le Province organizzano i corsi entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge regionale 6 marzo 2008, n. 6 (Disposizioni per la programmazione faunistica e per l’esercizio dell’attività venatoria). 3. Fino alla conclusione dell’annata venatoria 2008/2009 possono esercitare la caccia agli ungulati con cani da seguita i cacciatori che hanno presentato domanda di iscrizione ai corsi abilitativi di cui al comma 1. 4. Possono continuare ad esercitare la caccia agli ungulati nella forma tradizionale i cacciatori che praticano tale forma di caccia da almeno cinque anni come attestato da idonea dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà del Direttore della Riserva di caccia ai sensi dell’articolo 47 del decreto del Presidente della Repubblica 28 dicembre 2000, n. 445 (Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di documentazione amministrativa), e, infine, i cacciatori di età superiore ad anni sessanta all’entrata in vigore della legge regionale n. 6/2008. Siffatto articolato presenta però un lacuna che necessita di essere colmata con l’aggiunta, sotto riportata, che la Prosegugio ha già provveduto ad inoltrare per il tramite di alcuni Consiglieri regionali. All’articolo 7 bis della legge regionale 19 dicembre 1986, n. 56 è aggiunto il seguente comma: «4 bis. In deroga al comma 1, possono esercitare la caccia agli ungulati con cani da seguita anche coloro che non abbiano ancora conseguito il titolo di abilitazione, purché risultino iscritti all’apposito corso e per un solo anno dalla prima iscrizione allo stesso, esclusivamente se accompagnati da persona in possesso dell’abilitazione all’esercizio della caccia agli ungulati con cani da seguita». Articolo. 7 ter (Altre disposizioni per il prelievo degli ungulati con cani da seguita). 1. A decorrere dall’annata venatoria 2011-2012, l’esercizio della caccia agli ungulati è consentito con cani da seguita di età inferiore ai due anni o con cani da seguita di età superiore ai due anni che hanno conseguito un apposito attestato abilitativo rilasciato dalla Provincia in attuazione dell’articolo 5, comma 1, lettera e), della legge regionale 6/2008, superando una prova pratica di valutazione valida per l’impiego venatorio su ogni specie selvatica cacciabile. 2. Sono utilizzabili nella caccia agli ungulati i cani da seguita già in possesso di attestato abilitativo rilasciato dalla Provincia ai sensi dell’articolo 24, comma 1, lettera volte, previa regolare domanda del proprietario, da presentarsi all’Amministrazione provinciale entro 30 giorni dalla data di effettuazione della prova non superata. 1 quater. L’impiego nella caccia degli ungulati per le prove successive potrà avvenire solo dopo l’avvenuta presentazione della domanda di ripetizione della prova. 1 quinquies. L’impiego nella caccia degli ungulati di cui al comma precedente è consentito ai soli cani da seguita per i quali la domanda per la prima prova sia stata presentata entro l’età di due anni. 1 sexies. Qualora il cane esaminato abbia conseguito il giudizio di idoneo nella prova pratica di valutazione la Provincia provvederà al rilascio del relativo attestato di idoneità che avrà validità anche per Fulvio Ghilardi in mezzo ad alcuni soci da seguita e termina con il loro recupero. Anche tale articolato non è esente da lacune che necessitano di essere colmate e che la Prosegugio ha già provveduto ad inoltrare per il tramite di alcuni Consiglieri regionali, che di seguito si riportano: Dopo il comma 1. dell’articolo 7 ter sono aggiunti i seguenti: 1 bis. Nel caso in cui la domanda per la prova pratica di valutazione sia stata presentata entro l’età di due anni del cane da seguita, il medesimo può continuare ad essere impiegato nella caccia agli ungulati anche dopo il superamento di tale età e sino all’effettuazione della prova suddetta. 1 ter. Il cane da seguita che non abbia conseguito il giudizio di idoneo nella prima prova pratica di valutazione sarà ammesso a ripetere la prova medesima ancora per due l’addestramento e allenamento di cui all’articolo 7. La speranza è che le integrazioni riportate diventino norme di legge quanto prima. Il Presidente passa quindi al secondo punto dell’ordine del giorno, approvazione del bilancio consuntivo 2011 e preventivo 2012. Dopo la lettura dei capitoli delle entrate e delle uscite, posto a votazione dell’Assemblea, il bilancio consuntivo è approvato all’unanimità. Il medesimo iter segue subito dopo il bilancio preventivo 2012, anch’esso approvato all’unanimità. Nell’adempiere al terzo punto dell’ordine del giorno Carturan illustra le attività ricreative e culturali in programma per il 2012: 8 luglio - giornata insieme all’insegna dell’amicizia con pranzo a base di pesce. La giornata sarà organizzata nella struttura festeggiamenti del Comune di Montenars. 5 agosto - prova di tiro al cinghiale su sagoma corrente riservata a soci SIPS come già effettuata nell’anno precedente in località Rivoli Bianchi di Gemona del Friuli. 2 settembre - prova amatoriale di lavoro per cani da seguita su capriolo nella Riserva di caccia di Resia. Varie ed eventuali. Alle domande poste da alcuni soci riguardo le prove di lavoro che in Friuli Venezia Giulia non si riescono ad organizzare prima del 15 agosto, il Presidente Carturan risponde che ciò rappresenta la nostra grande nota dolente. Infatti, prosegue, abbiamo la possibilità di addestrare i nostri ausiliari 365 giorni l’anno e, paradossalmente, non possiamo organizzare una prova di lavoro di qualsivoglia natura prima del 15 agosto. Riferendosi al Servizio regionale competente, aggiunge che purtroppo non è facile intendersi con chi proprio non vuole sentire. Assicura che egli impegnerà sempre energie alla soluzione del problema. Sulla problematica interviene il presidente Ghilardi promettendo il proprio interessamento per giungere ad una soluzione soddisfacente. Non essendoci altre domande o proposte, il Presidente prosegue con la premiazione di due giovani leve, Marco Contessi e Ivan Copetti, con una camicia stilizzata con Logo della Sezione per l’impegno profuso in occasione della prova di tiro al cinghiale corrente dello scorso anno. Alla consegna provvede il presidente Nazionale Fulvio Ghilardi che esprime il proprio compiacimento di vedere dei giovani appassionati alla nostra attività. Il gioviale momento prosegue con la consegna di attestati di merito ai soci Agostino Silvestri, Antonio Mansutti, Bruno Moroldo, Danilo Isola, Fiorenzo Contardo, Franco Simonitto, Nilo Comoretto, Valdi Collutti, con la motivazione “per una vita di fedeltà al segugio e alle forme di caccia che con esso si esercitano”. Ai soci premiati l’Assemblea dedica un caloroso applauso, mentre alla consegna degli attestati provvede il presidente Ghilardi. A questo punto il presidente Carturan offre al presidente Ghilardi una camicia stilizzata con Logo della Sezione, quale segno di riconoscenza per la partecipazione all’assemblea. Il presidente Ghilardi ringrazia per il pensiero e per la bella Assemblea alla quale con immenso piacere ha partecipato. Carturan dichiara chiusi i lavori dell’Assemblea ed invita tutti al momento conviviale. Lucina Ermacora dalle sezioni f), della legge regionale 30/1999, e successive modifiche. 3. La prova pratica di valutazione è effettuata da una Commissione d’esame istituita dalla Provincia, nella quale è assicurata la presenza di un esperto in materia designato dalla Regione. 4. I criteri per le prove abilitative sono adottati dalle Province, sentito il Comitato di cui all’articolo 6 della legge regionale n. 6/2008. 5. Nella caccia ai cervidi possono essere impiegati al massimo due cani per la singola cacciata o seguita per ogni squadra di cacciatori. 6. Ai fini dell’applicazione del presente articolo per «cacciata» o «seguita» si intende l’azione di caccia in una zona determinata, che inizia con il rilascio dei cani 45 dalle sezioni Friuli Trofeo la marsiliana-anlc: la vittoria va al friuli La delegazione friulana 46 La prima volta del Friuli Per la prima volta il Friuli è salito sul gradino più alto del podio conquistando il campionato nazionale per cani da seguita su cinghiale svoltosi in Toscana. Per tutti i nove componenti della delegazione friulana scesi per la prima volta nel cuore della Maremma, a Magliano, per partecipare al 30° campionato nazionale, denominato trofeo Marsiliana e organizzato dall’Associazione Nazionale Libera Caccia, è stata una trasferta indimenticabile. Nessuno, infatti, si aspettava di portare a casa il trofeo e di ottenere altri ulteriori riconoscimenti che fanno ben sperare per il prossimo anno. A sorpresa, il capo delegazione Sandro Levan, dopo un turno da incorniciare, si è piazzato in vetta alla classifica nella categoria “mute” che contempla equipaggi formati da tre cani,mentre ulteriori 4 riconoscimenti con la qualifica di “eccellente” sono stati assegnati al Friuli, e precisamente al segugio istriano Ciro, condotto da Pietro Chiuch, a Mojito, condotto da Michele Cagnone, a Stella e Kikka, condotti da Tristano Genio e Nicola Garlatti. Il trofeo conquistato da Levan, rende merito ai suoi cani Miss, Whisky e Wodka, segugi di razza Ariegeois, tutti rigorosamente friulani, in quanto il capostipite della muta proviene dall’allevamento di Mario “Pasc” Iussa, di Pulfero, che gode fama di canettiere insuperabile. Da ricordare che in Friuli nessuno prima d’ora poteva vantare il titolo di campione nazionale in questa specialità, pertanto, Levan è stato il primo a potersi fregiare di tale riconoscimento. A prescindere dai brillanti risultati conseguiti, la delegazione friulana, come del resto tutti i partecipanti alla manifestazione che si sono sobbarcati le lunghe trasferte per partecipare sia alle fasi preliminari che a quelle finali del campionato, ci tiene a sottolineare l’ottima accoglienza e l’efficienza organizzativa della Libera Caccia. Per parte friulana, infine, si ritiene doveroso rivolgere un sincero ringraziamento al veterinario dottor Roberto Dorbolò, amichevolmente ribattezzato “Anestesia”, al quale va il merito di aver aderito con entusiasmo all’iniziativa e di aver contribuito in maniera determinante alla formazione della squadra friulana. Comunicato Ass. Naz. Libera Caccia Fvg Sandro Levan con i suoi Ariegeois dalle sezioni Venezia 1ª FESTA DEGLI AMICI DEL CANE DA SEGUITA DI LONCON DI ANNONE VENETO (VE) Festa di Loncon Il giorno 27 Luglio 2012, si e svolta la 1° Festa degli amici del cane da seguita presso gli stands gastronomici del comitato festeggiamenti di Loncon di Annone Veneto. Serata organizzata e fortemente voluta dal consiglio provinciale della Società Italiana Pro Segugio di Venezia e da tantissimi soci ed amici della zona nord della provincia di Venezia. Lo scopo è stato quello di incontrarsi con tutti gli appassionati cinofili in un territorio ostico per l’uso del cane da seguita. Ostracismo probabilmente derivante dall’influenza della vicina regione Friuli Venezia Giulia, dove l’uso del cane da seguita è vietato da decenni (tranne che nelle Valli del Natisone). Grandissima è stata la presenza di soci amici e simpatizzanti, circa 250 persone presenti a sostenere la bella iniziativa ideata dal consiglio direttivo, festa organizzata affinché tutti i soci della SIPS di Venezia si impegnino ancor di più per la tutela della caccia con il cane da seguita. Un ringraziamento a tutti i presenti ed in modo particolare all’assessore regionale alla caccia signor Daniele Stival, al vice sindaco di Annone Veneto signor Stefano Crosarol, alla presidente del comitato festeggiamenti di Loncon signora Sabrina Salotto e a tutti i suoi collaboratori che ci hanno deliziato con ottima cucina tipica veneta, al signor Giorgio Piazza presidente regionale della Coldiretti, al parocco di Loncon Don Stiven anche lui presente con noi, alla band Marzia-Toni e Franco che ci hanno intrattenuto con le loro esibizioni musicali e canore, al presidente dell’ATC VE 4 signor Manfrin Romano, al presidente dell’ATC VE 3 signor Ruggero Dal Bianco, al presidente dell’ATC TV 11 signor Paolo Serafin che assieme al nostro consigliere onnipresente Pierangelo Pizzato, hanno condotto magistralmente la sottoscrizione a premi organizzata per la serata. L’iniziativa si ripeterà nei prossimi anni con il nostro motto: sempre uniti nella difesa del cane da seguita e nella divulgazione della cultura cinofila segugistica. Paolo Agostini 47 dalle sezioni Piemonte 29º Trofeo “Pasquale Minella” I fratelli Boschiero 48 I Cravin di Coggiola Anche l’edizione numero 29 del Trofeo “Pasquale Minella” è andata in archivio con la tradizionale premiazione dei canettieri vincitori nelle diverse classi e categorie svoltasi venerdì 21 Settembre scorso presso il “Mini Hotel” di Asti. Il concorso di quest’anno, in particolare, resterà negli annali per essersi articolato su tre sole verifiche zootecniche su lepre rispetto alle sei programmate, più specificatamente quelle di Vercelli, Novara e Cuneo (mentre a Torino si è corso solo nella giornata di sabato), le uniche “risparmiate” dalle pessime condizioni meteo che hanno flagellato il Piemonte nei primi due mesi dell’anno 2012, periodo in cui sulla nostra regione si sono abbattute,a più riprese,nevicate copiose. Per questo motivo il direttivo dell’Unione Regionale Segugisti Piemontesi, nella riunione del 10 Maggio, aveva ritenuto opportuno derogare dal regolamento del trofeo, assegnandolo a chi avesse partecipato con qualunque risultato alle prove svoltesi regolarmente. Alla luce di questi criteri, il 29° Trofeo “Minella” è stato attribuito in tre delle classi/categorie previste. L’albo d’oro della manifestazione, pertanto, è stato aggiornato con i nomi di Carlo Coggiola (coppie A), Giancarlo e Valter Boschiero (mute A) e Domenico Cena (mute B), i quali vanno ad affiancare alcuni “mostri sacri” che hanno fatto la storia del segugismo, non solo a livello piemontese (i lettori di queste note mi perdoneranno se evito di citarli per nome, evitando così eventuali, spiacevoli omissioni!). Il dato che balza maggiormente agli occhi è quello costituito dalla razza di appartenenza dei soggetti che compongono le équipes vincitrici del trofeo. Si tratta, infatti, di tre diverse razze da seguita con un unico denominatore comune: la nazionalità italiana d’origine! Fra le coppie iscritte ai registri genealogici si sono imposti i segugi dell’Appennino/ lepraioli italiani a pelo forte Dingo e Morina del torinese Carlo Coggiola con 455 punti in totale, di cui 142,5 conseguiti nella prova di Vercelli, 155,5 in quella di Torino e 157 a Cuneo (NQ a Novara). Nelle mute iscritte, invece, la vittoria è arrisa ai plurititolati segugi italiani a pelo raso Gaia-Lori-Birba-Vespa-Vento e York dei fratelli astigiani Valter e Giancarlo Boschiero, i quali hanno totalizzato complessivamente 325,3 punti (in dettaglio 156,8 a Vercelli e 168,5 a Cuneo, NQ a Novara). Nelle mute libere - costituite, cioè, da soggetti privi di pedigree -, infine, si sono aggiudicati il premio in palio i segugi italiani a pelo forte Asia-PeloDiana e Lara di proprietà del torinese Domenico Cena con 279 punti totali (150 a Vercelli e 129 a Novara, NQ a Cuneo). Com’è consuetudine, la cerimonia di premiazione dei vincitori si è svolta nell’ambito della riunione di Settembre del direttivo dell’Unione in cui era previsto, fra i vari punti all’ordine del giorno, anche “Aggiornamenti sulla situazione venatoria regionale”. Quest’anno, infatti, l’apertura della stagione venatoria in Piemonte, fissata da calendario per la terza domenica di Settembre,è “slittata” a domenica 30, due settimane dopo rispetto al previsto, a causa di un ricorso al TAR avverso alcune deliberazioni della Giunta Regionale in materia di caccia avanzato da diverse associazioni ambiental-animaliste, quali LAC, Pro Natura ed una “fantomatica” Fondazione per l’Ecospiritualità (?!). Lascio ai lettori la facoltà di fare le considerazioni del caso! Una cosa è certa: nell’occasione i nostri amministratori si sono dimostrati a dir poco degli sprovveduti, attirandosi le critiche da parte di buona partedei cacciatori piemontesi, cinofilisegugisti compresi, i quali sapranno certamente come comportarsi in occasione delle prossime consultazioni elettorali regionali. A buon intenditor…! Gianedoardo Giordanino segugi dell’appennino/lepraiolo italiano: il raduno Luciano Incerti con i suoi Segugi Domenica 06 maggio 2012 cento segugi lepraioli sfilano con grandissima classe nella città delle ceramiche. I segugisti dell’appennino continuano a rilanciare, con grande impegno, questo meraviglioso soggetto che ha soddisfatto nella caccia, nella guardia alla propria abitazione rurale e nella compagnia per la sua affettuosità, dolcezza e fedeltà, almeno tre generazioni di segugisti. Come di consueto, i segugisti veneti hanno contribuito al raduno presentando 30 soggetti di alto livello morfologico per il tipo e la distinzione. Anche gli emiliani hanno fatto la loro parte, essendo l’Emilia la capitale del lepraiolo per il numero mantenuto in buona tipicità. Ma ritorniamo al raduno che è stato giudicato da: Sig. Paolo Maremmi giudice esperto della Toscana, grande conoscitore e stimatore del lepraiolo, coadiuvato da due ottimi collaboratori: giudice Dott. Tiziano Selvatici e Sig. Denis Cabrali consigliere nazionale SIPS, che hanno preso visione di questi soggetti esaminandoli uno a uno con misurazioni, tenendo sempre in considerazione il tipo, la costruzione, e la distinzione di ogni soggetto, dimostrando nella valutazione loro affidata, l’esperienza e la competenza in campo morfologico di questa razza. Il raduno è stato seguito da un folto pubblico attento ai giudizi e commenti espressi dai giudici nel vedere il confronto fra i soggetti più tipici che, nel futuro, indicheranno la strada da seguire per questa razza. Giunti al termine ci siamo recati a pranzo in un ristorante con un menù tipico genuino accompagnato da lambrusco della zona che molto bene si associava al soggetto del nostro raduno. Terminato il pranzo,abbiamo aperto il dibattito fra giudici ed appassionati mettendo in evidenza come i nostri raduni siano utili al recupero di tutti quei soggetti non ancora catalogati; per questo motivo dobbiamo ricordare 4 principi fondamentali di questo cane: il tipo, la costruzione, la distinzione ed il lavoro, poiché se un giorno verranno a mancare queste primarie doti, avremo dato vita solo ad un piccolo e brutto segugio italiano, e il lavoro fatto dai nostri nonni andrebbe a finire come rugiada al sole. La parola passa al Presidente del Club Giudice Paolo Maremmi che con voce pacata e grande sapienza, argomenta le difficoltà a trovare le otto famiglie di diverse correnti di sangue e questo sarà il compito del Club per la gestione di questa razza nel futuro. Continua la discussione il Dott. Selvatici che porta all’attenzione dei presenti alcuni esempi molto importanti ed utili per salvare il tipo ed il lavoro del segugio lepraiolo. Interviene, poi il Consigliere Nazionale Cabrali che sottolinea l’importanza di alcuni aspetti relativi alla morfologia per non disperdere il tipo. Il dibattito viene concluso dal Prof. Nencetti che parla della genetica di questa razza, della depigmentazione del tartufo e delle buone prospettive per le correnti di sangue nel futuro. Infine, l’interesse ed il pensiero comune dei presenti è di continuare così e di non trascurare il tipo e la distinzione del soggetto per non perdere la strada maestra. In qualità di appassionato e di esperto assegno il punto più alto al tipo che non è possibile costruire, ma che è solo ereditariamente trasmissibile, altrimenti non sappiamo quale soggetto stiamo costruendo. Un ringraziamento va a tutte le persone che hanno collaborato all’organizzazione del raduno ed a tutti i presenti. Giovanni Incerti dalle sezioni Sassuolo (MO) 49 dalle sezioni Ravenna Tre generazioni per il segugio Un momento della prova di Ravenna 50 Domenica I° aprile alla prova di lavoro sociale per singoli e coppie, organizzata dalla SIPS Ravenna, gli iscritti si rivelano meno numerosi di quanto preventivato: sicuramente ha influito il tempo perturbato, i terreni appenninici magnifici ma con lepri appena sufficienti e tanti ungulati, in più mancano “i Bartolini”. Nello stesso giorno, infatti,è in programma un raduno di questa numerosa famiglia di segugisti: si ritrovano nei recinti dell’azienda “Il gobbo” di Castel del Rio (Bo), ovviamente coi loro cani a far correre lepri, giudicare, far previsioni e ricordare le cacce che furono, a coltivare sogni e speranze per il futuro. In Romagna fino agli anni ‘60 la cac- cia alla lepre col segugio è stata la più praticata, poi la breve parentesi del fagiano (declinava tristemente la starna) a buon mercato e dei cani da ferma; oggi spopolano il cinghiale in braccata, girata o selezione, però la più tradizionale e classica delle nostre cacce resiste a tutte le novità e mode. Se uno l’ha provata, prima o poi ritorna, magari dopo aver civettato con la regina del bosco o col re della macchia, semplici divagazioni che portano a scoprire che nessuno è più regale di una lepre abbattuta di rientro davanti ad una grande muta o ad un’eccellente coppia o ad un fenomenale singolo. Ecco perché i nostri colli e le nostre montagne echeggiano di canizze ogni giorno consentito, ecco perché non si è persa la razza dei nostri segugini, anche se ci sono stati momenti in cui, spopolato l’Appennino e fin la collina, si è temuta l’estinzione di questa tradizionale caccia, legata al mondo rurale. Se ciò non è avvenuto lo si è dovuto a diversi fattori sociali e culturali, ma soprattutto ad alcune famiglie che hanno mantenuto la tradizione, conservato spesso il sangue dei segugini del nonno, divenendo esempio e stimolo per tutti. Alcune sono delle vere e proprie dinastie, immancabilmente originarie dell’Appennino, anche se molti ormai vivono in pianura o in città. Comunque se incontri un Baldas- sarri, un Bendoni, un Ferrini, un Suzzi…, indipendentemente dall’età, dall’occupazione o dalla residenza, sai che è un cacciatore, al 90% un segugista. Tra queste stirpi di cacciatori “quasi professionisti” spicca per numero e per fama quella dei Bartolini che, originaria dell’Appennino forlivese, si è distribuita su tre province (Fc, Ra e Bo), divenendo ovunque termine di confronto, raccogliendo fama e stima pressoché unanimi. Alcuni hanno creato anche linee di segugi di eccellente qualità, in generale però qualsiasi soggetto, magari un meticcio di difficile lettura, nelle loro mani diviene un soggetto valido, non un semplice scovatore - boschettatore che potrebbe ben figurare le prime settimane, bensì un segugio completo, risolutivo anche sulle rare e difficili lepri di fine stagione. Il nonno, prima della II guerra, fu un cacciatore di lepri senza cane, perché mantenerne uno a quei tempi non era sempre possibile: individuava da solo le prede, seguendone le tracce, avvistandole al covo nelle rupi o nei lavorati, sloggiandole a sassate dai rovi e dai canneti. I sette figli iniziarono a cacciare con lui ed appresero quel metodo, fatto di costanza e capacità di osservazione, che trasferirono poi nella caccia coi segugi dove la conoscenza della abitudini della lepre e del territorio, permise a tutti loro di ottenere soddisfazioni cinofile e venatorie alla portata di pochi. Dei sette fratelli Bartolini sono ancora assidui segugisti Augusto, detto Arnaldo, Giovanni, Italo e Nereo. Dello stesso stampo i cugini Michele e Daniele. I figli, approdati naturalmente nelle fila del segugismo, sono Francesco, di Augusto, Andrea di Italo, Katia, una simpaticissima e competente giovane signora, e Andrea di Michele. Per molti anni “i Bartolini” cacciarono assieme, costituendo la squadra Un concorrente alla prova di Ravenna 51 più prestazionale di cui si abbia memoria, poi per motivi diversi, non ultimi la maggior sportività e tutela della lepre, indotte dall’appartenenza di alcuni alla SIPS, cominciarono a cacciare da soli o in due o tre. Non per questo mancano loro le soddisfazioni, sia in termini qualitativi che quantitativi, perché la loro conoscenza del comportamento delle lepri e delle poste permette carnieri di tutto rispetto. Qualcuno trova da ridire su un loro presunto eccessivo attaccamento al risultato, ma si sbaglia: indubbiamente sono tutti molto concreti e determinati, ma, cacciassero solo per i numeri, caccerebbero in pianura dove gli abbattimenti sono abbondanti e scontati per tutto l’arco della stagione, non sull’Appennino dove le lepri sono poche e, passati i primi giorni, difficili per uomini e cani, siano pure dei “Bartolini”! dalle sezioni Isola d’Elba Cup 2012 Una Prova da intenditori... 52 Il vincitore della prova Supplizio di Aleandro Pasco insieme ai giudici In una splendida cornice primaverile, con temperatura già alta e all’apice delle fioriture, si è svolta nei giorni 11,12 e 13 maggio all’Isola d’Elba, organizzata dalla locale sezione della S.I.P.S. la prima edizione dell’ISOLA D’ELBA CUP, prova in terreno libero su cinghiale in singolo e in coppia con CAC. Organizzazione, giudici e concorrenti sono stati ospitati dal camping village Le Calanchiole di Capoliveri, dove negli ampi spazi in riva al mare, gli ospiti hanno avuto anche l’opportunità di andare in spiaggia per la prima tintarella di stagione. Terreni tipici con macchia mediterranea e con buona presenza del selvatico, cinghiali veri che conoscono bene le insidie dei cacciatori e dei cani durante la stagione venatoria. A giudicare la prova sono presenti i Signori Esperti Giudici Bracco Felice, Capri Italo, Mugnaini Bruno e Rossi Giorgio. Buona la presenza dei concorrenti, ma alta la qualità dei soggetti presentati, del resto all’Elba i cinghiali non fanno “sconti”…….. Nella giornata di venerdì, in singolo, giudicati dal giudice Bracco tre i cani in classifica, il s. maremmano Truciolo di Nicola Marinari, il s. maremmano Resisti di Marcello Petrilli e il s. maremmano Febo di Tiziano Boddi. Gli ultimi due incappano in interi branchi di cinghiali e ce ne vuole del buono per gestire la situazione, ma al primo posto di batteria si piazza Truciolo che dopo un ottimo accostamento si posiziona a fermo per poi far partire il selvatico forzandolo e iniziando una successiva seguita sicura e decisa, inframmezzata da diversi abbai a fermo quando il cinghiale tenta di fermarsi. Si chiude il turno con il cane in seguita. (Eccellente 166). Sabato è la volta delle coppie giudicate dai giudici Capri e Mugnaini in una giornata particolarmente calda. Tutti i cani incontrano il selvatico, ma vanno in classifica solo la coppia di s. maremmani Mascherina e Brigantina di Aleandro Pasco che svolgono un ottimo turno in tutte le fasi meritando entrambe l’eccellente. (Eccellente 168). Purtroppo i nivernesi di Barbara Marniga e i vandeani dell’elbano Roberto Murzi, pur incontrando, cedono alla fatica e al gran caldo. Domenica, ultima giornata di prove, anche questa giornata caratterizzata dal caldo, corrono due batterie di singoli, una giudicata da Capri e l’altra da Mugnaini. Nella batteria di Capri si classificano due s. maremmani, Achille dell’elbano Marcello Bellini, che si riconferma dopo il Sociale un soggetto interessante, considerata anche la giovanissima età del cane. Ma il turno più entusiasmante e corretto lo effettua Supplizio di Aleandro Pasco che dopo un accostamento Purtroppo al momento di questa pubblicazione dobbiamo aggiungere che in estate Supplizio è mancato in un’azione cinotecnica (ndr). Nella batteria di Mugnaini tutti i cani incontrano, ma al termine solo due i cani in classifica, i s. maremmani Red dell’elbano Roberto Giurelli e Betto di Paolo Cucini. Il segugio maremmano Betto svolge un buon turno caratterizzato da una temperatura molto alta che lo mette a dura prova, ma tiene testa al selvatico con una seguita di oltre un’ora intervallata da abbai a fermo, sicuramente anche il cinghiale accusava la fatica. Vince la batteria il s. maremmano Red che dopo un ottimo accostamento, vocalizzando bene, raggiunge il cinghiale e dopo qualche abbaio a fermo va in seguita,che è buona ed incalzante. Il giudice vede anche il cinghiale. (Eccellente 164). Alla luce dei risultati risultavano vin- Un momento della premiazione citori dell’ISOLA D’ELBA CUP 2012 nella categoria coppie le segugie maremmane Mascherina e Brigantina di Aleandro Pasco e nella categoria singolo si aggiudicava il Trofeo il segugio maremmano Supplizio,sempre di Aleandro Pasco di Volterra. Pasco faceva quindi “cappotto”, aggiudicandosi entrambe le categorie, un ragazzo appassionato che è sicuramente tra i migliori allevatori del segugio maremmano, del resto i risultati parlano da soli. Invito i segugisti a partecipare alle Prove su cinghiale in programma all’Isola d’Elba nei mesi di marzo e aprile 2013, un’occasione per vedere uno scenario fantastico circondato dal mare, con buona presenza di cinghiali, in compagnia di amici ed appassionati. La S.I.P.S. dell’Isola d’Elba ringrazia l’Amministrazione Provinciale, i Signori Concorrenti, i Signori Giudici e tutti coloro che hanno permesso l’ottima riuscita della manifestazione. dalle sezioni per lungo tratto, condotto con metodo e determinazione, arriva sul selvatico con un abbaio a fermo molto espressivo. Fatto partire il selvatico dal conduttore si produce in una seguita prolungata e precisa che alla chiusura del turno lo vede ancora in seguita.(Eccellente 174). Cat. singolo Giudice Bracco 1° ECC. 166 Truciolo s.m. di Nicola Marinari 2° ECC. 164 Resisti s.m. di Marcello Petrilli 3° MB 156 Febo s.m. di Tiziano Boddi Cat. Coppie Giudici Capri e Mugnaini 1° ECC. 168 Brigantina e Mascherina s.m. di Aleandro Pasco Cat. Singolo Giudice Capri 1° ECC. 174 Supplizio s.m. di Aleandro Pasco 2° MB 157 Achille s.m. di Marcello Bellini Cat. Singolo Giudice Mugnaini 1° ECC. 164 Red s.m. di Roberto Giurelli 2° ECC. 160 Betto s.m. di Paolo Cucini Articolo di Graziano Signorini (SIPS Isola d’Elba) 53 dalle sezioni Ancona CLASSIFICA CATEGORIA MUTE Prova su Cinghiale ad Ancona Il 17 e 18 marzo si è svolta ad Ancona, nei territori abilitati alla caccia al Cinghiale programmata, come da molti anni, la prova in coppie e mute. Dopo la massiccia nevicata del mese di febbraio che ha fatto, tra l’altro, annullare la prova su lepre, nonostante nella zona della prova fossero stati prelevati più di duemila cinghiali, la presenza della specie era ancora abbondante. Il pregio di questi territori ubicati nei comuni di Fabriano, Genga, Sassoferrato, Serra san Quirico e Arcevia è quello di consentire a giudici e osservatori un’ottima visione dell’azione dei cani. Infatti, i cinghiali di solito sono allestrati fuori dal Parco Regionale di Frasassi, una volta scovati cercano rifugio nell’adiacente zona protetta, e prima di raggiungerla devono transitare per le vallate coltivate a cereali, consentendo ai giudici una perfetta valutazione dei Segugi analizzati. Hanno giudicato Felice Bracco e Mauro Casetta ai quali va il nostro ringraziamento. La prova si è svolta senza alcun imprevisto ed è stata massiccia la presenza di osservatori appassionati. Un ringraziamento ai capisquadra dei cacciatori cinghialai che con i loro soci si sono impegnati a sostenere i partecipanti per il recupero dei cani, alle istituzioni territoriali di gestione che ci consentono lo svolgimento della prova. 1º ECC 160 Fouria, Full, Figaro, Argo, Tom, Rudy, Venus, Dora (Porcelaine) di Petrucci-Farneti 2º MB 158,8 Gloria Ras, Ronda, Gionni, Gemma, Gaia (Gr. Nivernais) di Ciappelloni 3º MB 156,6 Freddy, Birillo, Ulisse, Rochi, Lacki, Whiski (Seg. Marem.) di Paoloni Giuseppe 4º B 140,5 Nord, Full, Kira, Cuba, Mora, Bora (Ariegeois) di Brunelli Valentino 5º AB 139,8 Emo, Parigi, Sam, Tom, Geo, Artù (Ariegeois) di Pauselli CLASSIFICA CATEGORIA Coppie 1º MB 151,5 Kira, Ugo (Seg. Marem.) di Rango Elio 2º MB 151 Edera, Tena (Seg. Istriano) di Fattore Bruno 3º B 140,5 Baruffa, Tigre (Seg. Marem.) di Marcaccini Primo 4º AB 139 Veleno, Zeno (Ariegeois) di Galdelli Collesi Il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola con i concorrenti e la muta di Farneti-Petrucci, vincitrice della prova su cinghiale di Ancona 54 Poesie di Giacomo Leopardi e di Lorenzo Mari Cenni La lepre Oh mio segugio trova la passata e dai di voce supera il fallo, e avvicinati veloce scova il leprone e corrigli dappresso abbaia poi si forte come ossesso Il giudice ti vedrà inseguire a corto la tua preda e avrem raggiunto cosi l’ambita meta Lorenzo Mari Cenni Oh lepre che te ne stai tranquilla al covo fuggi ai segugi che abbaian a sentir l’usta veloce per la valle e mostrati alle genti i can ti seguiran in gran clamor correnti felici i canettieri pensanti alla vittoria che premia la passione e l’arte venatoria Lorenzo Mari Cenni Oh luna al tuo raggio vermiglio danzan le lepri nelle selve e duolsi la mattina il cacciatore che con orme errate e false error vario lo devian dai lor covili Giacomo Leopardi Giacomo Leopardi nato a Recanati il 29 Giugno 1798 morto a Napoli 14 Giugno 1837 Lorenzo Mari Cenni Nato a Firenze 11 Settembre 1943 tuttora vivente dalle sezioni Cancelli di Fabriano Raduno SIPS Il 10 giugno si è svolto, presso i laghetti di pesca sportiva del signor Villò, il raduno per tutte le razze da seguita organizzato dalla SIPS di Ancona. Più di cento i soggetti a catalogo, molte le razze presentate con soggetti di ottima fattura. I giudici Maria Teresa Gabrielli Mondo e Bernard Rousset, a cui va il ringraziamento della SIPS di Ancona, hanno decretato i seguenti vincitori: Miglior soggetto assoluto è stato il Segugio Maremmano a pelo raso tigrato Birillo di Giuseppe Paoloni, al secondo posto il SIPR Sonia di Nazzareno Tozzi, al terzo posto il Grand Gascon Saintongeois Dago di Virgilio Rossi. I migliori di razza: Segugio Italiano a pelo raso: Sonia di Nazzareno Tozzi Segugio Italiano a pelo forte: Mosca di Gianfranco Biordi Segugio Maremmano a pelo raso: Birillo di Giuseppe Paoloni Porcelaine: Fouria di Giovanni Petrucci AFPV: Marco Aurelio di stefano Borri Beagle: Spidy della Vecchia Fornace di Giuliano Alessandroni Gascon Saintengeois: Dago di Virgilio Rossi Petit Bleu de Gascogne: Free des Coteaux du Comminges di Vincenzo Ferrara Griffon Nivernais: Gemma di Armando Cappelloni. La SIPS di Ancona ringrazia i giudici, tutti i concorrenti, tutti quelli che hanno collaborato alla buona riuscita del Raduno. Giuseppe Paoloni e Birillo 55 I primi tre classificati al Raduno di Fabriano con giudici e organizzatori dalle sezioni L’Aquila tagliacozzo 2012 Concorrenti e organizzatori a Tagliacozzo 2012 56 Sabato 9 e domenica 10 giugno 2012 l’ATC Roveto Carseolano ha messo, ancora una volta, a nostra disposizione il proprio territorio: si tratta della zona in alta montagna con scenari favolosi dove si è svolta la manifestazione su lepre chiamata “TAGLIACOZZO 2012”. La massiccia adesione alla manifestazione appena richiamata mi ha costretto a lasciare a casa, con vero dispiacere, molti appassionati per motivi strettamente organizzativi: arrivare fino al numero di 9 batterie da gestire, quando inizialmente le stesse sarebbero dovute essere soltanto 7, è impresa ardua! In ogni caso, sembra proprio che i risultati siano stati pienamente rispondenti alle aspettative. Nelle due giornate siamo riusciti ad inviare ogni batteria prima delle ore 5:30 in modo tale che i concorrenti riuscissero a slegare gli ausiliari prima che le temperature si alzassero: penso che questo abbia contribuito ad elevare la media dei risultati favorevoli al 4° e 5° turno. Aggiungo che in tutte le zone i parte- cipanti hanno ottenuto qualifiche ed anche laddove il sabato non vi siano riusciti, la domenica successiva sono riusciti ad ottenerne due o più. La prossima manifestazione si svolgerà escludendo le due località più distanti in modo da interessare zone che siano ad una distanza di mezz’ora dal punto d’incontro. Certamente ci sono state critiche. Ma sono proprio queste che ci aiutano a migliorare soprattutto quando provengono da chi non ha mai provato certe emozioni e, quindi, non potrà mai dire “io l’ho organizzata meglio” posto che mai potrà vantarsi d’essere stato, per l’appunto, l’organizzatore di tali eventi. Sempre che chi critica non venga aiutato da altri ad andare avanti... Ringrazio, comunque, per la disponibilità il Presidente ATC Gianni Petricca, il Presidente della Sezione Provinciale Prosegugio Roveto Carseolano Sandro Di Carlo. Ringrazio, poi, Luigi Amicucci che, nonostante gli impegni lavorativi, si è profuso con tutte le proprie energie per la riuscita dell’evento. Ancora gli Accompagnatori presenti (utili ed addirittura indispensabili ai fini organizzativi) nonché quelli assenti che hanno avuto, all’ultimo momento, imprevisti che hanno impedito loro di partecipare fattivamente. Un tributo va, ovviamente, alla Prosegugio Nazionale per l’aiuto, agli sponsor per il contributo economico offerto e, da ultimo, ai Comuni che ci hanno messo a disposizione i propri territori. Alla prossima. Fausto Porfirio Classifica MUTE 1° Brambillaschi G.L. 163,75 +165,50 2° All. Monte Ruazo di: Fabrizio Maurizio e Pasquale di Biase 154,5 + 160,25 tot 314,75 3° Apostolico Stefano 142,75 + 151,50 tot 294,25 Classifica COPPIE 1° Brugnoni Fausto 172,50+ 166,00 tot 338,50 2° Ippoliti Giancarlo 152,50 tot 152,50 3° Non assegnato piccoli annunci Addestro amatorialmente solo segugi alla lepre per caccia e gare. Cedo cuccioloni addestrati a non inseguire i caprioli. Curti Giuseppe Fr. Rongio Inf. - 13866 Masserano (BI) 338 4923623 Cedo cuccioli e qualche monta di Segugio Italiano pelo forte fulvo solo lepre. Qualche soggetto pronto caccia. Cuoghi Franco Via Toscanini 13 - 41042 Fiorano M. (MO) cuoghifranco@virgilio. it 0536 830059 - 328 2583213 Una frase mal interpretata In riferimento all’articolo da me scritto e pubblicato su “I nostri cani” e “I Segugi” n° 96 del settembre 2012 ho avuto alcuni plausi,sia di alcuni presenti e non, allo svolgimento della prova, sostenendo che ero stato corretto nell’esporre i fatti. C’è stata, però, una rimostranza da parte del Signor Bellocci che contestava la frase. “Dimostrano poco senso del selvatico”.che dava la possibilità al lettore di pensare che i soggetti in esame non avessero passione venatoria. Nulla di tutto questo! Essendo stati da me già giudicati in altre occasioni, e valutati con l’assegnazione di un C.A.C.-C.A.C.I.T. ad uno dei soggetti in una prova a Monte Baldo (VR) nel 2011, poi con M.B. (una qualifichetta a suo dire) in una prova sul Monte Cimone (MO) nel 2012. A questo punto voglio spiegare meglio il mio pensiero. Dal sorteggio effettuato ai Signori Di Stefano-Bellucci era toccato l’ultimo turno, la muta è stata liberata alle 11 e 15 con circa 30 gradi, i cani sono stati corretti alla sciolta. Hanno attaccato subito pastura con giusto movimento. Hanno iniziato un accostamento in direzione di un bosco, ma giunti a pochi metri da esso, nessun componente della muta vi è entrato, deviando, invece, deviando verso un altro prato adiacente dove il sentore era inferiore. Riportati indietro tutti i componenti della muta accostano in un’altra direzione, ispezionando con bell’impegno un gerbido e un roveto che delimitava il campo, ma senza mai allungare l’azione se non di qualche decina di metri. In pratica, hanno avuto poca intraprendenza nell’usare iniziativa per cercare l’animale. Minelli Giuseppe