Organo
ufficiale dell’associazione
PRO SEGUGIO “L. Zacchetti”
In caso di mancato recapito si prega di restituire al CPO di
Piacenza per il mittente che si impegna a pagare la relativa tassa.
n. 97 dicembre 2012
Anno XXXI - Società Italiana Pro Segugio “L. Zacchetti” - Sped. in abb. post. 45% - Art. 2 comma 20/b Legge 662/96 - Filiale di Bologna
Organo Ufficiale dell’Associazione Italiana
Pro Segugio “L. Zacchetti”
Direttore Responsabile
Vincenzo Ferrara
Comitato di Redazione
Argenio Felice, Boccati Bruno, Cabrali Denis,
Carturan Angelo, Castagna Franco, Dante
Marcello, Di Giannantonio Gianluca, De
Falco Antonio, Ferrara Gianfranco, Gaiottino
Franco, Ghilardi Fulvio, Ghirotto Giovanni,
Giordanino Gianedoardo, Mezzadra Tino,
Mugnaini Bruno, Scovoli Agostino, Tacca
Gino, Verra Lorenzo
Comitato Tecnico Scientifico
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Ghilardi Leopoldo, Giordanino Gianedoardo,
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Giuseppe, Tacca Gino, Villa Mario
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Proprietà ed Editore
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Studio DOD design - Massa Lombarda
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Filiale di Piacenza
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In copertina:
Xxxxxxxxxxxx
ORARIO DI APERTURA
DELLA SEGRETERIA
NAZIONALE
lunedì e mercoledì
08.00-12.00 / 12.30-16.30
martedì e giovedì
08.00-12.00 / 12.30-17.30
venerdì
08.00-12.00 / 12.30-14.30
L’applicazione dell’orario
sarà in vigore dal 01 ottobre 2012.
Finito di stampare nel mese di dicembre 2012
Sommario
2
4
8
12 14 17 sommario
n. 97 dicembre 2012 – Anno XXXI
Editoriale
Coppa Europa 2012
Bentivoglio: corso per esperti giudici
“L’ipocrisia delle coscienze pulite”
Trofeo degli Eccellenti (Sassetta)
In Piemonte la Coppa Europa
Beagle, Beagle-Harrier, Harrier
18 IIIº Campionato Italiano C.P.A. per Segugi su Cinghiale
20 Coppa Europa da reinventare
22 Il brevetto di limiere
24 Il Cane non è un fucile
31 Trofeo Marche 2012
32 Il Segugio Maremmano e la moda
34 Le problematiche della caccia in montagna
36 Dall’iniziazione del cucciolo alle prove
38 Le nuove leve
1
40 Il taglio della coda
42 Esploratore, ovvero come sopravvivono le razze
44 Dalle sezioni
SOCIETÀ ITALIANA PRO SEGUGIO
CONVOCAZIONE DELL’ASSEMBLEA
GENERALE DEI SOCI
Ai sensi dell’art. 13 e 14 dello Statuto Sociale SIPS, si informa che
l’Assemblea Generale dei Soci della Società Italiana Pro Segugio è
convocata per sabato 23 marzo 2013 , presso il Teatro Comunale di
Senna Lodigiana – Via Dante Alighieri - 1, per le ore 13.30 in prima
convocazione e per le ore 14.30 in seconda convocazione, con il
seguente Ordine del Giorno:
1) Relazione del Presidente
2) Bilancio Consuntivo 2012
3) Bilancio Preventivo 2013
4) Varie ed eventuali
Possono partecipare all’Assemblea, con diritto di voto, i Soci dell’anno
precedente, in regola con la quota sociale dell’anno in corso.
Presidente Nazionale SIPS
Dr. Leopoldo Ghilardi
editoriale
2
Ai soci
in chiusura l’annata venatoria e in
chiusura l’annata Cinofila.Si possono fare Bilanci e Progetti per l’anno
prossimo, non dimentichiamo che
il 2013 sarà l’anno del rinnovo
dei Consigli e quindi ricordiamo
di distribuire le tessere ai Soci, in
modo da avere la loro presenza
all’Assemblea Nazionale di Marzo
ed alle Elezioni Nazionali di Aprile.
Se ricordate,avevo rinviato a questo Editoriale i Complimenti per i
Vincitori di Coppa Europa su Lepre.
Congratulazioni a Battista Pedretti e
Carlo Generotti, classificatisi, rispettivamente, secondo e primo nella
Prova per Mute in Austria. Anche
quest’anno la prova delle mute ha
ricevuto scarsa attenzione e poco
risalto dagli organizzatori della FCI.
La partecipazione dell’Italia alla
prossima edizione è al momento
in forse. L’Enci e la Sips dovranno
valutare se l’impegno vale la ricompensa o se sia meglio rinunciare,
come altri, alla Prova che nel 2013 si
svolgerà in Svezia. Meglio dedicare
le nostre attenzioni al nostro Campionato Sociale ed al Campionato
Italiano della Sips. Invito ufficialmente le Sezioni, che intendono candidarsi ad ospitare le nostre Prove e a
inviare, entro Aprile, le Candidature
ufficializzandole con un sintetico
Programma.
Avevo promesso che in questo
Il Presidente Ghilardi
con Tinti-Pedini
Editoriale avrei parlato di Selezione,
argomento che non sempre viene
affrontato nel modo giusto e con
le conoscenze attuali di genetica,
di trasmissibilità dei caratteri e la
loro ereditabilità. Cercherò di fare
maggior chiarezza, usando un linguaggio comprensibile. Se fallirò
in questo obiettivo, ne assumo la
colpa.
Lo stesso termine di Selezione
deriva da scegliere, scegliere gli accoppiamenti per ottenere dei risultati
nella Discendenza o Progenie. Gli
Standard morfologici furono fissati
nel’800 con l’intento di ottenere
cucciolate con aspetto identico o
simile ai genitori e identico o simile
tra fratelli. Scegliendo l’accoppiamento, si sceglie di modificare la
composizione Genetica della Razza,
come del resto avviene in natura
con la Selezione Naturale, dove si
accoppiano i soggetti con le caratteristiche più adatte all’ambiente e
quindi alla sopravvivenza.
La Selezione Artificiale, ovviamente,
agisce con obiettivi diversi da quella
Naturale, perché ricerca caratteristiche particolari, a volte lontane
da quelle tipiche della Specie.
Ricordiamo che le oltre 400 Razze
canine riconosciute, derivano dalla
domesticazione del Lupo (Canis
lupus) e dalla Selezione applicata
dall’uomo. Mentre gli altri animali
domestici sono selezionati per un
numero ridotto di caratteri genetici
(litri di latte, numero di uova, conversione dell’alimento), per il Cane
vengono ricercati un numero superiore di caratteri, identificati nello
Standard di Razza, molto accurati e
numericamente superiori. Ne consegue che il progresso Genetico della
Selezione è stato superiore negli
animali da reddito rispetto a quello
delle razze Canine. Occorre sempre
tenere nella giusta considerazione il
numero complessivo degli animali
e quello di quelli scelti per essere
utilizzati nella riproduzione.
Gli schemi di accoppiamento sono
distinti in Inbreeding, Linebreeding,
Outcrossing.
Inbreeding o accoppiamento in
consanguineità si effettua accoppiando: genitori con figli, cugini
con cugini, fratello con sorella.
Determina una maggiore omozigosi
dei caratteri. Con livelli di maggiore
consanguineità si ottiene più rapidamente la caratteristica di“fissare
il tipo”, infatti essendo strettamente
parenti i genitori, il DNA presenterà
delle regioni identiche. E’ altrettanto
noto che altre informazioni saranno
rese evidenti, anche quelle non desiderabili come: disfunzioni organiche
o caratteri indesiderati, che erano
presenti in forma recessiva nel DNA
e si manifestano nella omozigosi.
L’accoppiamento Inbreeding aumenta la probabilità che i caratteri
negativi latenti si manifestino nella
discendenza, richiede quindi una
conoscenza accurata del Genoma
dei riproduttori.
Linebreeding, accoppiamento con
soggetti della stessa linea di sangue
e quindi apparentati, ma con un livello inferiore di consanguineità. Gli
antenati comuni sono nella terza o
quarta generazione (bisnonni o trisnonni)e permette,quindi,di fissare
alcune caratteristiche morfologiche
senza rischiare la espressione dei
caratteri indesiderati.
Outcrossing, accoppiamento tra
soggetti che non hanno parentela
per almeno 5 generazioni, si utilizza
per aumentare la variabilità genetica
in popolazioni che hanno un livello
alto di consanguineità o problemi
di trasmissione di caratteri negativi,
ovviamente non porta alla fissazione di caratteri, nè di quelli negativi
e neppure di quelli desiderati, si
userà quindi in razze con numero
ridotto di individui che necessitano
di allontanarsi dai pericoli insiti nella
Consanguineità.
La scelta dei riproduttori con la selezione orientata verso un carattere
o un tipo morfologico può portare
a un pericoloso aumento della consanguineità, soprattutto nelle razze
canine, dove il numero dei soggetti
è limitato (esempio classico di quanto ha determinato la indicazione del
naso nero o rosso per lo standard del S.d.A., contestato da
molti critici, poco aggiornati).
Veniamo alla trasmissione dei
caratteri desiderati che possono essere di tipo qualitativo
o di tipo quantitativo e quanto
questo possa incidere sul tipo
di selezione.
I caratteri qualitativi, detti anche Mendeliani sono legati alla
manifestazione di una o poche
coppie di geni. Si esprimono
solitamente con presenza/
assenza ed a seconda della
espressione fenotipica del
carattere definiremo il carattere nel soggetto nato come:
dominante, recessivo, portatore del genotipo (ad esempio
l’estensione delle pezzature o
il colore del mantello).
I caratteri quantitativi, che
sono la maggior parte di quelli
indicati negli standard delle
Razze Canine sono invece
legati alla espressione di più
geni e sono rappresentati in
una Curva Gaussiana dove i
soggetti riuniti nelle code presentano il carattere estremo, mentre la
maggior parte della popolazione è
distribuita intorno alla media del carattere. Questi tratti sono influenzati
dall’ambiente e la loro ereditabilità
è indicati con un indice (h quadro),
che definisce la facilità con cui i
genitori trasmettono un determinato fenotipo (ad esempio: la altezza
al garrese, la proporzione cranio
muso, la lunghezza del tronco in
genere le proporzioni corporee, ed
anche le caratteristiche adatte alle
specializzazioni venatorie).
La scelta dei riproduttori sarà basata sul Fenotipo, anche al fine di
valutarne la qualità e i caratteri che
si vogliono trasmettere alle Generazioni successive.
Nel cane la selezione tende a ottene-
re soggetti rispondenti allo Standard
e quindi equilibrati per il carattere e
il comportamento, biologicamente
sani e morfologicamente belli.
Nella selezione deve quindi prevalere un concetto di equilibrio tra
le caratteristiche morfologiche e
funzionali senza mai accentuare un
carattere a discapito di altri (creando il cosiddetto ipertipo, termine
spesso citato dai vecchi valutatori).
La domesticazione ha selezionato
sulle mutazioni spontanee avvenute
nelle popolazioni canine espresse
fenotipicamente con la separazione delle varie e numerose Razze
Canine. E’ ormai certo che il Cane
domestico è derivato da una o più
popolazioni di Lupi domesticate in
tempi differenti. L’estrema diversità
morfologica tra le prime razze/popo-
Il Presidente Ghilardi
con Gianpaolo Maremmi
lazioni di cani, al tempo delle prime
domesticazioni è prova di una Eredità Genetica variegata. Basandosi
sull’Analisi Genetica si ipotizza che
la separazione del Cane domestico
dal Lupo sia avvenuta 135.000 anni
fa. Il passaggio, dell’uomo, dalla
società nomade a quella stanziale
agricola avvenuto 10.000 anni fa, ha
imposto ulteriori criteri selettivi che
hanno maggiormente differenziato il
Cane dal Lupo. Su questo materiale
genetico grezzo, ha agito la selezione artificiale che ha alla fine portato
alla attuale grande varietà di Razze
e di Fenotipi, dell’attuale Cane Domestico. Alcune Razze, considerate
antiche, si sono differenziate almeno
500 anni fa (ad esempio: il Dingo,
il Samoiedo, il Levriero Afgano) le
altre Razze si son fissate in epoca
recente: 1800/1900 e quindi manifestano un minor numero di caratteri
fisici del Lupo. Il processo evolutivo
che ha determinato questa estrema
varietà di razze è ancora oscuro. La
differenziazione si è espressa su più
livelli. Il primo livello è dato dalla
differenza genetica tra le Razze, il
secondo livello è il raggruppamento delle Razze nelle caratteristiche
Morfologiche e Funzionali, al cui
interno sono probabili le presenze
di Geni comuni.
Alcune recenti ricerche hanno
valutato la possibilità di applicare
programmi di Selezione sulle caratteristiche venatorie, attuando in
modo scientifico quello che empiricamente viene fatto attraverso le
Prove Cinofile. Le Prove ed i Campionati sono utili per identificare i
migliori soggetti e utilizzarli per
la riproduzione migliorando la
Razza.
Come spiegare il mancato
successo di questo metodo?
Questi caratteri hanno bassa
Ereditabilità e quindi non si
prestano a una Selezione Morfologica. La bassa ereditabilità
(h quadro) di questo/questi
Caratteri che è stata valutata
tra 0,06 e 0,28 mentre per altri
dello 0,15.
Su questa base si dovranno
orientare le scelte Selettive
su Programmi che applichino
il metodo BLUP (Best Linear
Unbiased Prediction) già applicato e sperimentato in campo
zootecnico, che potrebbe
migliorare in breve le caratteristiche ricercate, anche di tipo
funzionale venatorio. Necessario basarsi su un programma
che studi approfonditamente il
Genoma e identifichi i Caratteri
da selezionare, ovviamente
differenziando i Test dalle
Prove Classiche. Potrebbe
essere lo spunto per introdurre:
Prove Derby destinate ai giovani
e Prove di Attitudine Venatoria,
destinate ad alcuni singoli soggetti,
da seguire negli anni successivi
per utilizzarli, dopo conferma, nel
Miglioramento Genetico. Le due
Razze recentemente riconosciute:
Segugio dell’Appennino/Lepraiolo e
Segugio Maremmano hanno buona
Variabilità Genetica e si presterebbero a questo tipo di Programma,
abbiamo già delle informazioni sul
loro patrimonio Genetico, derivate
dal Progetto Scientifico curato dalla
Facoltà di Camerino. Certamente,
estenderemo questo approccio, con
gradualità, alle altre Razze rappresentative del VI° Gruppo FCI.
Fulvio Ghilardi
Fulvio Ghilardi
3
coppa europa
4
Coppa Europa 2012
L’ha vinta ancora lui: Carlo Generotti e la sua muta
A Brandlucken nei pressi di Graz,
in Austria, si è svolta i primi giorni
di novembre la Coppa Europa per
Segugi del 2012.
Se non fossero stati presenti gli
italiani, intervenuti a seguito delle
due mute partecipanti, alla manifestazione europea non ci sarebbero
state che una ventina di persone .
Numeri emblematici, che commentano e spiegano da soli il livello a cui
è giunta la manifestazione.
I nostri due concorrenti, felici di partecipare alla Coppa Europa, erano
visibilmente delusi di essere i soli
ed unici partecipanti della categoria
mute. Innegabile la qualità dei nostri
soggetti, ma la sfida con i colleghi
europei avrebbe dato maggior qualità e competizione alla Coppa.
Ricordo a tutti gli appassionati che
i due concorrenti hanno sostenuto
una dura selezione di qualificazione,
confrontandosi con le mute italiane
più significative, dopo aver ottenuto
durante l’intero anno 2012 risultati
molto lusinghieri.
Ci siamo ritrovati in famiglia a contenderci un trofeo molto ambito:
concorrenti, giudici e spettatori.
La mattina della prova abbiamo
dovuto fare più di cento chilometri, circa due ore di macchina, per
raggiungere il luogo della sciolta,
avendo nelle immediate vicinanze
del raduno delle zone incantevoli
nelle quali si sarebbero potuto sciogliere decine di mute.
Estrazione sul campo: primo turno
per Battista Pedretti di Biennio (BS)
e secondo turno per Carlo Generotti
di Sigillo (PG).
La terna giudicante assegna la Coppa Europa 2012 con la qualifica di
Eccellente alla muta composta da
Lallo, Gildo, Birba, Iona, Birba II,
Sara, di Carlo Generotti.
Secondo posto con Eccellente alla
muta composta da Nano della Concarena, Timba, Dama, Emi, Alba,
Ebe di Battista Perdetti.
Complimenti ad entrambi i concorrenti per l’abnegazione e la determinazione con la quale sono arrivati a
questo ambito traguardo.
Complimenti a Carlo Generotti che
siè aggiudicato la Coppa Europa
per Segugi 2012.
Complimenti a Battista Perdetti per
il secondo posto.
La muta di Carlo Generotti, vincitrice dalla Coppa Europa 2012
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La muta di Battista Pedretti,
seconda classificata
alla Coppa Europa 2012
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Battista Pedretti con il suo seguito
alla Coppa Europa 2012
corso di formazione
Sintesi del corso per esperti giudici. Intervento di Gian Carlo Bosio:
Principi e tecnica di valutazione in funzione
dell’uniformità dei criteri di giudizio
Bentivoglio, 1 dicembre 2012
Il compito della formazione consiste nel risvegliare l’individuo
stimolando il desiderio di migliorarsi, di conoscere.
“Per la mente che vede con chiarezza non vi è necessità di scelta,
c’è azione”.
Jiddu Krishnamurti
valutazione che, poi, elaborati dalle
nostre conoscenze, consentono
l’assegnazione, la definizione della
QUALIFICA (mb. ecc) ZOOTECNICA.
Le qualifiche devono essere assegnate per quello che realmente rappresentano ovvero sia, ad esempio:
l’eccellente, che rappresenta la
ne dell’usta e nella soluzione dei
falli - Spirito di muta
Punti 30
3) SCOVO
Percezione della vicinanza del
covo - Iniziativa nella soluzione
del fallo di rimessa Punti 30
4) SEGUITA
Sicurezza - Persistenza - Comportamento nella soluzione dei
I giudici al corso di Bentivoglio
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La decisione, il giudizio, presuppongono una scelta, e una scelta
significa una mente che oscilla tra
questo e quello. Una mente che
vede con chiarezza non ha scelta.
Non decide, agisce!
Per non avere dubbi, od averne
meno, nel nostro caso specifico ovvero sia giudicare i segugi in prova,
è necessario applicare in modo ortodosso, CORRETTO, SENZA EQUIVOCI, soprattutto laddove non vi
è possibilità di interpretazione,
il REGOLAMENTO DELLE PROVE
PER CANI DA SEGUITA.
Ma sicuramente lo strumento su cui
dobbiamo far convergere i nostri
sforzi per giungere all’uniformità dei
nostri criteri di giudizio è la SCHEDA
nella quale sono presenti i punti di
qualifica più alta e significa che il
cane ha meritato la massima valutazione in tutte e quattro le fasi, è
diventato quasi dovuto.
Ma siamo proprio sicuri che nelle
moltissime verifiche dove è stato
assegnato era veramente meritato!?
Io personalmente raramente vedo
lavori da eccellente e cioè, lo
ripeto, da dieci in tutte e quattro
le fasi!
Analizziamo la SCHEDA
PUNTI DI MERITO
1)CERCA
Passione - Disciplina - Collegamento Punti 20
2) ACCOSTAMENTO
Olfatto-Sicurezza nella valutazio-
falli - Coesione Punti 40
5) VOCE
Espressività della voce nel rispetto dello standard di lavoro
Punti 30
6) CONFORMITA’ ALLO STANDARD
DI LAVORO
Stile di razza - Morfologia - Intelligenza - Attitudini particolari
Punti 50
TOTALE PUNTI DI MERITO 200
PUNTI DI PENALIZZAZIONE
1) Precario equilibrio psichico
2) Dare la voce senza ragione
3)Tendere ad imballare e sbandare
i compagni
4)Ritardato recupero a fine prova
TOTALE PUNTI
DI PENALIZZAZIONE 30
CERCA punti 20
(Passione - Disciplina - Collegamento)
E’ la ricerca delle passate notturne,
e mai direttamente del covo, deve
essere svolta dal segugio con
passione, naso a terra, senza corse a vuoto o scagni od urla inutili,
esplorando con meticolosità il terreno, soprattutto in quei punti che
di norma interessano le abitudini
notturne della lepre, senza ritorni
su quello già esplorato, allargandosi in un’azione ordinata, senza
mai perdere il collegamento con
il conduttore. Per coppie e mute
l’impegno dei componenti deve
essere autonomo, pur mantenendo
costantemente un collegamento fra
di loro tale da poter raggiungere
che sono importanti, ma che in
ogni modo non devono ridurre il segugio ad uno pecora.
Esso deve conservare una sua
personalità ed autonomia, che
il conduttore deve rispettare. Il
regolamento definisce il conduttore “parte integrante” ma vuol
significare semplicemente che
può integrare l’azione del cane
là dov’è mancante, ma di queste
mancanze, completate dal Canettiere, il Giudice deve tener conto
in negativo per i cani.
Il Canettiere non può sostituirsi
agli stessi, pena l’eliminazione
dalla prova.
Il collegamento va considerato:
• con il canettiere dove questi deve
essere in grado di controllare il
CON ANDIRIVIENI INCONCLUDENTI E CONTINUI RITORNI) potrà
essere condotto, nell’intento di
uscire dai grovigli, dai componenti
di coppie e mute non perfettamente
uniti, purché costantemente collegati, ed è consentito a qualche
soggetto di lavorare ai bordi della
pastura, a condizione che sia un
cane riservato e che dia voce solo
dopo aver accertato una via di uscita
e sia creduto dai compagni. E’ altresì consentito al canettiere chiamare
e far ispezionare ad uno o più cani
un passaggio ritenuto importante.
Trovata la via d’uscita, sul filo della
passata, coppie e mute devono procedere unite, alternandosi alla guida
se i valori dei singoli si equivalgono.
E’ proprio in questo percorso a volte
Docenti del corso di Bentivoglio
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immediatamente, anche su invito
del canettiere, il compagno di caccia
alla sua segnalazione di avvenuto
incontro.
La disciplina va vista sotto tre
aspetti:
• Le corse a vuoto o scagni od
urla inutili sono da penalizzare
fortemente. Nei segugi lo scagno,
o l’urlo a seconda della razza,
equivale alla nostra parola e deve
essere dato con razionalità e correttezza. La piaga dei segugi che
scagnano per nulla deve essere
guarita e l’unico modo per farlo
è penalizzare fortemente questo
tipo di comportamento
• Deve cacciare solo il selvatico
oggetto della prova
• maneggevolezza ed ubbidienza,
cane o i cani e saperli tenere sul
terreno che gli è stato assegnato
• e quello dei componenti di
coppie e mute fra di loro anche
quando l’azione di cerca viene
svolta ad una certa distanza fra di
loro a condizione che si tengano
collegati pronti ad accorrere nel
momento opportuno.
ACCOSTAMENTO punti 30
(Olfatto - Sicurezza nella valutazione dell’usta e nella soluzione dei
falli) l’accostamento, se l’incontro
avviene sul luogo di pastura, (LA
PASTURA DEVE ESSERE SOLO
L’INDICAZIONE, IL RIFERIMENTO,
DELLA PRESENZA DELLA LEPRE E
NON IL LUOGO SU CUI PRODURSI
IN SCAGNI OD URLA DISORDINATI
facile, a volte fatto di minuziosità, di
sfumature, di dettagli, a cui l’esperto
giudice presta particolare attenzione
che traspare tutta la classicità dei
vari soggetti. Questo fino al fallo,
sul quale ognuno cercherà la sua
soluzione, alcuni nei pressi del
problema, altri allargando un po’
di più e cerchiando attorno ma non
lontano da quelli che fanno da punti
di riferimento, senza inutili scagni od
urli. Riannodato il filo, procederanno
ancora tutti uniti e col ripetersi di
queste alterne fasi, ma comunque
seguendo sempre rigorosamente
il percorso notturno della lepre, si
deve arrivare in prossimità del covo.
I segugi sono in accostamento solo
quando, dopo aver trovato l’uscita
della lepre dalla pastura, procedono
uniti (non in fila!!) risolvendo i possibili falli, per giungere in prossimità
del covo.
Attenzione però che il segnare qua e
là, cosa che si verifica spesso dove,
magari, vi sono molte lepri, sperando di arrivare al covo, senza che sia
possibile, considerato quanto si è
visto ed udito, constatare un modo
oggettivo una continuità logica del
percorso, non è accostare, è semplicemente affidarsi al caso e fare i
furbi pur di scovare ed allora assolutamente non bisogna assegnare
qualifiche importanti.
Spirito di muta è quello che fa procedere uniti sulla stessa usta i cani
Nell’accostamento è citato per
primo
• l’olfatto questa è la dote fondamentale in tutta l’azione di
caccia. È di difficile valutazione,
ma è proprio nella fase d’accostamento che il Giudice,
seguendo passo-passo i cani,
ha la possibilità di apprezzare la
potenza olfattiva, di cogliere ed
evidenziare nel singolo soggetto
quelle doti che lo fanno avanzare
con sicurezza e decisione sulla
traccia, nella giusta direzione e
di come utilizza l’olfatto
• con Sicurezza nella valutazione
dell’usta e nella soluzione dei falli.
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SCOVO punti 30
(Percezione della vicinanza del covo
- Iniziativa nella soluzione del fallo
di rimessa)
lo scovo è la fase indispensabile per
determinare l’esito della prova. Tutti
i segugi, ciascuno secondo un proprio metodo e lo stile della razza di
appartenenza, giunti nei pressi del
covo devono chiaramente dimostrare di sentire vicino il selvatico, volti
a farlo schizzare od a giungere sul
covo appena o da poco abbandonato. A farlo notare sarà la grande
tensione, il particolare timbro di
voce, per alcuni un atteggiamento
guardingo, per altri un’azione dinamica; alcuni cercheranno di decifrare doppie e salti tartufo a terra, ma
sempre attenti a ciò che succede
intorno a loro, altri con testa a
mezz’aria ispezioneranno cespugli e
possibili nascondigli. Tutto questo e
solo questo dirà all’esperto giudice
che i cani sono sul punto di scovare
e non la occasionale vista della lepre
in fuga, anche se è quella cacciata
ma non segnalata vicina dai cani.
Qualora la lepre si sia messa in fuga,
è permesso al canettiere, nel caso
si siano manifestate le premesse
sopra ricordate, col consenso tassativo dell’esperto giudice, che le avrà
accertate di persona, di indirizzare i
cani sulla fuggitiva;
Ma attenzione non è scovo se i cani
non hanno dimostrato, manifestato prima di sentire, avvertire, accorgersi di essere vicini al covo.
Questa è la condizione per poter
assegnare una qualifica e, anche
qui, se vi sono dei dubbi, questa
qualifica non dovrà mai essere
importante.
SEGUITA punti 40
(Sicurezza - Persistenza - Comportamento nella soluzione dei falli)
la seguita che ne deriva deve essere sicura, incalzante, sostenuta da
buona voce, senza sbandamenti o
ritorni ingiustificati, nel caso di coppie e mute in perfetta coesione, in
cui i falli inizialmente devono essere
causati solo da ostacoli ambientali,
poiché in caso diverso non si tratta
di falli, bensì di errori degli inseguitori, e solo sulla distanza anche
dalle astuzie della lepre che nel
frattempo è riuscita a guadagnare
terreno. I falli della seguita devono
essere risolti come quelli di accostamento, ma in modo più rapido,
ovviamente in rapporto ai mezzi a
disposizione dei cani, alla situazione
del momento e nel rispetto della
correttezza. Il canettiere, che non
deve mai ricevere informazioni di
alcun genere, può aiutare i cani a
risolvere i falli. Perduta la traccia e
non riannodandola per abbandono,
i cani devono essere richiamati e
legati. Persistendo nel lavoro sul
fallo è facoltà dell’esperto giudice
stabilirne la durata nel rispetto dei
tempi di prova.
Sia chiaro che un inseguimento
di cinque, dieci minuti non è una
seguita. Per chiamarla quasi seguita si dove pretendere almeno venti
minuti. I falli, il più delle volte, sono
provocati dai cani, soprattutto appena dopo lo scovo, quindi non possiamo nella relazione considerare la
risoluzione di questi “presupposti”
falli punti di merito. E’ comunque
una verità assoluta che una seguita
di dieci minuti con la soluzione di
questi cosiddetti falli, che sono invece errori dei cani, debba essere
considerata per quello che è ovvero
sia un lavoro appena sufficiente.
La seguita si chiama tale quando si
prolunga nel tempo, altro che dieci
minuti!!!!, ed assume un valore zootecnico quando diventa martellante,
continua, emozionante.
Non fatevi condizionare dai conduttori che vogliono grandi qualifiche
pur davanti a seguite mediocri.
La caratteristica fondamentale del
segugio è la seguita che deve essere lunga e persistente.
Troppo spesso si danno qualifiche
con seguite che altro non sono che
delle rincorse allungate. In questo
modo però non si fa selezione!!
Assolutamente No a telefonini,
radio rice-trasmittenti e qualsiasi
comunicazione con, e per, il canettiere.
La coesione è il mantenere, per
coppie e mute, una seguita unita.
Questa è in funzione della costruzione fisica, dell’allenamento ed della
potenza olfattiva. Tutte doti che devono essere presenti e di pari valore
nei componenti la coppia o la muta.
Il collegamento e lo spirito di muta,
due caratteristiche importanti e che
devono essere anche loro presenti
nella seguita, non possono essere utilizzate quando manca la
coesione!
Il segugio può essere, e vorrà essere collegato ed aver spirito di muta
ma se gli manca o la prestanza fisica
o l’allenamento o l’olfatto, o anche
solo una di queste componenti, non
potrà mantenere il passo degli
altri e quindi non vi è coesione.
VOCE punti 30
(Espressività della voce nel rispetto
dello standard di lavoro - Frequenza
ritmica - Timbro e tono)
Voce
E’ una caratteristica dell’individuo
e della razza a cui appartiene: scagnatori, demi-urleur, urleur. Deve essere considerata molto importante
nell’assegnare il punteggio. Infatti il
timbro e il tono devono rispecchiare
le caratteristiche della razza fissate
dallo standard di lavoro. Deve, quindi, essere quella tipica della razza.
Nel segugio italiano, ad esempio,
non sono ammessi urli…. eppure
sono stati assegnati anche CAC a
segugi italiani che urlavano!!!!
NON PUO’ ESSERE PIU’ TOLLERATO UN SIMILE COMPORTAMENTO.
CONFORMITÀ ALLO STANDARD
DI LAVORO punti 50
(Stile di razza –Morfologia- Intelligenza - Attitudini particolari)
La conformità allo standard di lavoro, deve essere la sintesi (e non la
panacea per « sistemare le cose!!!»),
di tutto il lavoro che si è svolto nel
turno di prova. Le caratteristiche
presenti nelle sei voci della scheda
hanno concorso a formare i punteggi assegnati, ora, tutte insieme,
ben presenti al Giudice che le ha
qualificate e verificate man-mano,
devono concorrere a formare il
punteggio di quest’ultima voce, che
dispone di un numero di punti più
alto per la sua evidente importanza,
quella di rispecchiare le caratteristiche individuali e di razza di ciascun
soggetto. Il punteggio quindi sarà
formulato dal Giudice sulla scorta
delle doti emerse durante il turno ed
attraverso l’osservazione del modo
di muoversi e di comportarsi dei
soggetti sul terreno di prova riferito
allo standard.
MORFOLOGIA -io assegno 30
puntiE’ la più importante in quanto verifica, valuta la corrispondenza a
quanto descritto nello standard morfologico. Consigliabile di seguire il
criterio d’assegnare mentalmente
la qualifica che si ritiene la più appropriata per tradurla poi in numeri.
A questo scopo si suggerisce il
seguente prospetto per assegnare
i 30 punti:
(Suff. e A.B. = 6x3 = 18)- (B. = 7x3
= 21) -(M.B. = 8x3 = 24) -(ECC =
9x3=27).
Si ricorda che non vanno dimenticati
quei gravi difetti, regolati dalle norme dell’ENCI ed elencati sul libretto
che sono causa di eliminazione.
Lo stile di razza è quell’insieme
di manifestazioni, atteggiamenti e movimenti, che nei soggetti
appartenenti alla stessa razza,
diventano caratteristici in quanto
uniformi nell’eseguire una determinata attività. Le componenti sono
molteplici: manifestazioni psichiche
o d’intelligenza, atteggiamenti del
cane a contatto con l’emanazione
e in altre parole carattere di razza,
temperamento, olfatto, voce e poi
sotto la spinta di queste componenti: movimento di tutto il corpo,
e quindi la sua morfologia, conformazione, della coda in particolare,
il portamento della testa nella presa
dell’usta, l’andatura.
Voglio far notare, però, che nelle
numerose razze di segugi non è
sempre così netta la differenza di
stile fra l’una e l’altra e se esiste è
difficile a cogliersi.
Intelligenza
L’Abbiamo già valutata durante il
turno ed è presente, deve essere
presente, in tutte le fasi, per esempio
nel modo di ciascun soggetto di
condurre la cerca, e poi di interpretare l’usta, nella soluzione dei falli. Si
tratta di tenerne conto e fare sintesi.
Attitudini particolari. ANCHE QUESTE le ABBIAMO VALUTATE ,
VISTE,VERIFICATE GIA’ PRIMA...!
Tutti i segugi validi sono completi
ma queste attitudini, predisposizioni
sono quelle che ci convincono di
essere di fronte a soggetti con doti
particolari, speciali, come ad esempio: il lavoro su strada o ancora di
più quando si nota, si verifica di una
evidente supremazia in un’intera
fase della caccia; accostamento,
oppure in fase di scovo o seguita.
Uniformità nello stile di lavoro.
Sul terreno i cani devono comportarsi tutti secondo lo stile della razza
d’appartenenza, fatte salve quelle
caratteristiche individuali che però
nulla tolgono all’uniformità di stile.
I soggetti che non corrispondono
allo standard di lavoro della razza
vanno penalizzati. Qualche punto in
più va attribuito a tutti, se quest’uniformità di stile è presente in tutti ed
è indiscutibilmente una garanzia di
razza e di selezione.
Adesso alcune considerazioni finali
sullo standard:
- lo Standard di razza «è la bibbia
a cui obbedire»
- canone 4 del codice deontologico per esperti giudici
- e, lo standard, rappresenta la
descrizione di un soggetto finalizzato ad una specifica funzione.
QUINDI lo standard proviene dalla
funzione e non viceversa.
Infatti è la funzione che ne tutela la
sua applicazione e corretta lettura
nel tempo.
Ricordiamoci che:
- un eccesso di uniformità soffoca
la razza
- un eccesso di difformità la scompone
“Non è l’appartenenza ad una razza
che crea la natura del cane, ma è
la natura del cane, la funzione, che
lo fa catalogare in una determinata
razza. Nessun pedigree potrà mai
garantire la sua integrità genealogica: se il soggetto si discosta per
costruzione, costituzione e temperamento dai presupposti dello
standard, non può biologicamente
definirsi appartenente a quella razza.” Piero Alquati
Gian Carlo Bosio
11
attualità
12
“L’ipocrisia delle coscienze pulite”
In una società in cui la dittatura dei
mass media regna sovrana, la disinformazione è la causa primaria delle
istanze volte all’abolizione di un’attività tanto antica quanto l’uomo, se
pensiamo che molto plausibilmente
il passaggio degli ominidi alla posizione bipede potrebbe essere spiegata proprio alla luce dell’esercizio
venatorio. Nel paleolitico, la prima
tecnica sviluppatasi è stata infatti
quella della caccia per sfinimento;
la preda veniva inseguita sino a
che, esausta, diveniva avvicinabile
e perciò poteva essere abbattuta.
Dalla caccia sono nati le tecniche di
attacco e di difesa, l’organizzazione
della gerarchia sociale, nonché il
linguaggio; l’attività venatoria non
è sport: è competizione tra l’uomo,
animale razionale ma pur sempre
animale, come ricorda Darwin, e
le forze della natura, che molto
spesso ci ricordano (con frequenti
catastrofi) la nostra appartenenza al
meccanismo inesorabile di nascita e
distruzione, come ogni altro essere
vivente.
Ancora oggi per molte popolazioni
che vivono in condizioni di povertà
assoluta, in ambienti poco adatti allo
sviluppo dell’agricoltura e dell’allevamento, la caccia riveste una funzione primaria di sostentamento. Si
pensi agli Inuit dell’Artico, o alle tribù
di cacciatori-raccoglitori dell’Africa
meridionale.
Nei paesi industrializzati, invece,
la superbia degli uomini spesso
giudica questa attività secondo un
pensiero di idealistico buonismo e
non realistico. Sono molti (o meglio,
troppi) coloro che affermano con
violenza ed ottuso rifiuto di dialogo
che l’esercizio venatorio viola il
diritto alla vita degli animali. La cultura ambientalista ed animalista sta
diffondendo il pericoloso messaggio
dell’esistenza di una natura fittizia in
cui gli animali parlano, piangono e si
atteggiano come gli umani; si tace ai
nostri figli la realtà, volendo negare i
meccanismi che animano da millenni l’arena della vita, la competizione
e la continua lotta per l’esistenza.
E’ ormai di moda riservare (a parole!) agli animali i medesimi diritti di
cui gode l’uomo. Ma non dimentichiamo che avere gli stessi diritti
implica il possesso degli stessi bisogni; e gli unici bisogni che in natura
sembrano reggere la vita animale
sono quelli della libertà e di un sano
esplicarsi dello sviluppo del ciclo
biologico; diritti che a me sembrano
ampiamente violati dalle frequenti
segregazioni in ambienti ben poco
adatti alle esigenze di un animale e
dalle costrizioni a cui viene spesso
sottoposto nel momento in cui si
cerca di “umanizzarlo”.
Sempre più frequentemente assistiamo all’insorgenza di patologie
del comportamento in soggetti vittime della distorsione della visione
del mondo che gruppi di fanatici
(che poi magari dimenticano i figli
in macchina, ma non scordano di
mettere il cappottino rosa al cane
prima di uscire nel parco) vorrebbero imporre come dogma.
Essi ignorano che la vita in natura
non è affatto un diritto inviolabile, ma
un insieme di vicissitudini rischiose,
in cui quotidianamente la sfida per la
vita mette alla prova ciascun essere.
Noi tutti siamo ancora spinti dagli
stessi istinti dei nostri antenati
preumani. Siamo divenuti predatori
intelligenti, questo è innegabile, ma
credo che nessuno possa avere
una visione tanto onnicomprensiva
Armando Torri con la sua muta
e trascendente da poter dire con
matematica certezza che uccidere
un animale fino a quel momento
libero in un ambiente adatto alle
sue esigenze sia più crudele rispetto
allo sparare un chiodo nella testa
di un vitello costretto in uno spazio
angusto nei pochi mesi precedenti
alla sicura macellazione; e che sia
più moralmente elevato nutrirsi di
un animale allevato con mangime
“artificiale” e che forse non si può
dire che sia mai veramente vissuto.
Quello che fa maggiormente riflettere è la pericolosità della “cultura
della delegazione”,così mi piace definirla: la gente accetta passivamente la morte e la sofferenza se non ne
ha l’immediata percezione. E così,
vedere un pezzo inanimato di carne
nel banco del supermercato lascia
la coscienza più pulita che non
catturare una preda dopo un lungo
inseguimento dall’esito, peraltro,
non affatto scontato; in cui c’è un
attivo confronto basato sull’astuzia,
tra l’intelligenza umana (e quella dei
suoi ausiliari) e quella della preda,
Muta di Coppari-Montesi
nel rispetto della dignità.
L’unica certezza che credo possiamo ostentare è che per vivere
ciascuno deve, volente o nolente,
nutrirsi di un altro essere vivente.
Senza morte non può esserci vita. E
dividere in nette categorie gli esseri
viventi, affermando implicitamente
che un animale ha più diritti di una
pianta, o che un cervo necessita di
maggiore protezione di un ratto (si
pensi alle accettatissime operazioni
di derattizzazione) o degli insetti
(crudelmente sterminati dagli agricoltori senza che nessun animalista
alzi al cielo un grido) mi sembra
un atto di cieca superbia. Chi può
pretendere di sapere che vegetale
è meno sensibile al dolore di un
animale? Che un albero abbattuto
per costruire un centro commerciale
non prova sofferenza?
C’è un errore logico di fondo che
dovrebbe essere abbandonato
definitivamente: teniamo distinta
l’attività “caccia” dalla comunità dei
“cacciatori”; solo così sarà possibile
evitare una condanna generalizzata
di tutta la categoria per il sol fatto
che vi sono dissennati dediti al
bracconaggio e alla caccia “consumistica”; è lo stesso ragionamento
che porta una qualsiasi persona
dotata di buon senso a rifiutare un
odio incondizionato della categoria
“stranieri” solo perché alcuni stranieri sono ladri o assassini.
Ricordiamo che i problemi non si
risolvono con l’abolizionismo, bensì
con la regolamentazione.
C’è infine un’osservazione da muovere ai molti che accusano i cacciatori di uccidere per puro divertimento. Non dimentichiamo anzitutto
che il divertimento è un bisogno
mai fine a se stesso. Cosa dire poi
di quei divertimenti che concorrono
nel silenzio generale alla distruzione
dell’ambiente? Basti pensare alla
frenetica costruzione di parchi di
divertimento e piste sciistiche (ma
l’elenco sarebbe lungo) che hanno
contribuito al disfacimento degli
habitat che ospitavano moltissime
forme di vita per soddisfare le esigenze di “divertimento” dell’uomo.
La caccia regolamentata in maniera
seria e rispettosa svolge un ruolo
fondamentale nella gestione della
fauna selvatica al fine di mantenere
la popolazione delle varie specie
entro la capacità di mantenimento di
ciascun ambiente ecologico. Se non
fosse permessa l’attività venatoria, e
questo concetto non è mai pubblicamente ammesso dai rappresentanti
politici , i danni causati all’agricoltura
dalla fauna selvatica sarebbero a
carico non dei soli cittadini che,
pagando, esercitano un diritto, ma
diventerebbe necessariamente un
aggravio per l’intera collettività, che
certamente non accoglierebbe con
favore un surplus di tassazione.
Caccia chiusa o caccia aperta, il
ciclo di nascita e distruzione che
permette alla vita di proseguire non
avrà fine. Il dogma capitalistico dello
sviluppo continuo si fonda sull’induzione di nuove false necessità
e sulla mercificazione di bisogni
prima soddisfatti altrimenti. Oggi si
ammettono l’uccisione, la sofferenza e la distruzione purché tutto ciò
non venga fatto alla luce del sole,
complici. Tollerare senza sporcarsi
le mani, ecco il nuovo motto.
Siamo ancora sicuri che si possa
parlare di evoluzione della specie, o
forse sarebbe più consono pensare
ad un’involuzione della specie? Ai
posteri (se ci saranno...!) l’ardua
sentenza.
Simona Pelliccia
Alcuni concorrenti
della prova di Pesaro
13
trofeo
Trofeo
degli
Eccellenti
(Sassetta)
Gara di chiusura per le prove di cane da seguita su cinghiale in Toscana
14
Vincitori, organizzatori e giudici
al Trofeo degli Eccellenti
Il trofeo degli eccellenti da sempre
riservato ai segugi maremmani
anche nel 2011, come di consuetudine, si è svolto a Sassetta (Livorno)
ed è la gara toscana di chiusura
per cani da seguita su cinghiale in
singolo.
Anche in questa occasione la prova
è stata governata da un regolamento indicante le modalità di invito,
stante il numero limitato dei posti
riservabili ai concorrenti.
Per ciò che concerne i partecipanti
provenienti dalla regione si è permesso l’accesso soltanto a quelli
che avessero ottenuto i primi tre
risultati nelle prove della “Toscana
di eccellenza”, senza scalare nella
classifica neppure se i cani avessero
fatto risultato in più gare: soggetti
seppur molto validi, che nelle prove
non fossero andati oltre il quarto
piazzamento, non avrebbero comunque potuto partecipare. Sono
inoltre stati invitati tre cani indicati
dalla Pro Segugio nazionale in rappresentanza del resto d’Italia.
Evidenzio a tutti che le prove di
Toscana di eccellenza si svolgono
sempre in terreno libero e i vincitori
non arrivano mai per caso: soltanto i
migliori riescono ad imporsi. L’obiettivo è individuare i migliori soggetti
della razza presenti al momento in
Italia.
Come sempre la gara, organizzata
dalla Pro Segugio regionale e provinciale di Livorno e dai cacciatori
di Sassetta, è risultata irreprensibile
da tutti i punti di vista: terreni ideali,
cinghiali in numero tale da mettere
tutti i concorrenti nella condizione di
scovare il cinghiale.
La giuria era composta oltre che dai
signori giudici Danilo Righi e Felice
Bracco, da Gianfranco Gemignani,
che l’ha presieduta con grande
soddisfazione degli organizzatori e
dei concorrenti, consci del fatto che
questi è, senza tema di smentita,
il più conosciuto e stimato d’Italia,
oltre che presidente del club del
segugio maremmano.
Anche negli anni passati più volte
era stata richiesta la sua presenza
ma per più motivi, pur essendo
sempre vicino all’organizzazione,
non eravamo mai riusciti ad avere il
piacere di averlo nelle vesti di giudice di gara. Pur in condizioni difficili i
cani ammessi a partecipare hanno
dimostrato di essere all’altezza della
gara, punto di arrivo di ogni soggetto che aspiri ad un riconoscimento
fra i migliori a livello nazionale (i cani
mediocri non arrivano neppure a
partecipare!!!).
Dopo tre giornate intense di colpi
di scena e conseguenti emozioni
regalateci dai soggetti partecipanti,
la vittoria ha arriso a Rocco, cane
molto giovane di Andrea Gelsi.
All’ultimo turno Rocco è riuscito,
nonostante l’ora tarda e il caldo
asfissiante di fine Giugno, ad accostare, dando voce per tutta questa
Venanti, Gemignani, Marcaccini,
Mugnaini e Rossi al Trofeo degli Eccellenti
15
Da sinistra
Mino Cupini con Celentano (secondo classificato),
Andrea Gelsi con Rocco (primo classificato) e
Tiziano Boddi con Febo (terzo classificato)
Felice Argenio con gli amici di
Avellino al Trofeo degli Eccellenti
16
fase, e, raggiunto il cinghiale, ha abbaiato a fermo e lo ha inseguito ben
oltre il suono della corna. Questo
giovane soggetto ha compiuto una
grande impresa e penso che negli
anni a venire potrà incamminarsi
sulla strada tracciata dal miglior
cane presentatosi fino a quest’anno
e ritiratosi dopo aver raggiunto il
titolo di campione italiano di lavoro:
Berlusconi di Mino Cupini.
La giuria non ha avuto indecisioni e
lo ha proclamato vincitore all’unanimità pur in presenza di altri validissimi soggetti tra cui Celentano di
Mino Cupini, Febo di Tiziano Boddi
e Baruffa di Primo Marcaccini.
Pur in presenza di una grande prova non è stato assegnato il CAC.
Questo riconoscimento si ottiene
in Toscana solo con prove prive di
qualsivoglia, pur minimale, imperfezione.
Voglio chiudere con un grande
ringraziamento a Diego Venanti, a
tutta l’amministrazione comunale,
ai cacciatori di Sassetta che si sono
resi disponibili a supportare l’intera
prova e infine a Stefano Federighi,
presidente della Pro Segugio provinciale di Livorno, che ha coordinato
sia il trofeo degli eccellenti che tutte
le prove di Toscana di eccellenza.
Bruno Mugnaini
RISULTATI TROFEO DEGLI ECCELLENTI
SASSETTA 15-16-17 GIUGNO 2012
VENERDI 15 BATTERIA N1
1º ECC167 FEBO DI BODDI TIZIANO
2º ECC161 VELENO DI POLOTTO GUGLIELMO
3-4-5º NQ MILANO DI VENANTI, GINORI DI VENANTI, ELBA DI CUCINI PAOLO
SABATO 16 BATTERIA N2
1º ECC166 BARUFFA DI MARCACCINI PRIMO
2º MB156 ERCOLE DI FELICE ARGENIO
3º MB154 PELO DI APRILINO ANDREA
4º NQ SORAIA DI ALBONETTI SANDRO
DOMENICA 17 BATTERIA N3
1º
2º
3º
4º
ECC174 ROCCO DI GELSI ANDREA
ECC170 CELENTANO DI CUPINI ULTIMINO
MB158 TRUCIOLO DI MARINARI
NQ EURO DI GITTI IVAN
CLASSIFICA TROFEO ECCELLENTI
1º ROCCO DI GELSI
2º CELENTANO DI CUPINI
3º FEBO DI BODDI
4º BARUFFA DI MARCACCINI
5º VELENO DI POLOTTO
6º TRUCIOLO DI MARINARI
7º ERCOLE DI FELICE ARGENIO
8º PELO DI APRILINO ANDREA
coppa europa beagle
In Piemonte
la Coppa Europa
Beagle,
Beagle-Harrier,
Harrier
Le magnifiche colline piemontesi
hanno ospitato quest’anno la Coppa Europa del Club, organizzata
dall’Italia e dal suo presidente Franco Gaiottino.
Hanno partecipato equipaggi provenienti da quattro nazioni europee:
Belgio, Francia, Italia ed Olanda.
La manifestazione si è svolta in tre
giornate ed in ognuna di essa hanno
corso tre mute.
La classifica della prima giornata:
17
La muta di Giuliano Alessandroni
La muta di Casa Calbucci
al primo posto la muta di Beagle
di Giuliano Alessandroni di Ancona
con la qualifica di 1° MB, al secondo
posto la muta di Beagle dell’Allevamento di Casa Calbucci di Forlì 2°
MB, al terzo posto la muta di Beagle
del Francese Perosc 3° MB.
La classifica della seconda giornata,
con condizioni di difficile olfattazione
è stata la seguente: primo riservato
e Buono alla muta di Bearle-Harrier
di Roberto e Sebastiano Ferrari di
Brescia, Buono alla muta di Beagle
dei Belgi-Olandesi, non riesce a
guadagnare una qualifica la muta
del francese Tremolet.
La classifica della terza giornata solo
due mute in batteria, vede al primo
posto la muta di Beagle-Harrier del
francese Tuffal, 1° Ecc; la muta dei
F.lli Clerici di Crema non riesce ad
ottenere una qualifica.
La classifica finale vede vincitrice la
muta di Tuffal (Francia), al secondo
posto la muta di Giuliano Alessandroni ed al terzo posto l’Allevamento
di Casa Calbucci.
Miglior soggetto della Coppa Europa 2012: Araci di Gerard Tuffal.
Al prossimo anno.
campionato C.P.A.
18
IIIº Campionato Italiano C.P.A. per Segugi su Cinghiale
Concorrenti, organizzatori e giudici
al Campionato CPA
Da venerdì 18 maggio a domenica
20 la Sardegna ha ospitato le finali
nazionali del Campionato per Cani
da Seguita su Cinghiale CAC. La
prova della Finale Federale ha avuto
quest’anno, oltre la categoria dei
cani non iscritti, anche la categoria
A per cani iscritti, diretta dai Giudici
ENCI Felice Bracco e Mauro Casetta. La manifestazione nazionale del
C.P.A, svoltasi con un clima calo-
roso e famigliare, merito del suo perfettamente riuscita.
dinamico presidente Marco Efisio L’evento è stata realizzato con la
Pisanu, del delegato responsabile collaborazione della SIPS nazionale,
per la cinofilia Antonello Campus alla quale la dirigenza del C.P.A e
e di un gran
numero di
appassionati
della caccia
al cinghiale
Costantino Mereu con una corteccia
con i cani da
di sughera raffigurante la sua Sardegna
seguita, è
Classifica COPPIE categoria A
Conduttore Razza del cane NomeRegione
di provenienza
1 Cucini Paolo
Segugio Maremmano
Elba e Iro Toscana
2 Carracillo - Fattore Segugio Istriano
Bora e Zara Molise
3 Campise Domenico Griffon Bleu de Gascogne Cacao e Clio Calabria
Giudice: Bracco Felice
Classifica SINGOLI categoria A
Conduttore Razza del cane NomeRegione
di provenienza
1 Mei Alessio
Segugio Maremmano
Caronte
Sardegna
2 Manfredi Mario
A. Dachsbracke
Ben
Liguria
3 Curreli Federico
Segugio Maremmano
Ghiaccio
Sardegna
Giudice: Casetta Mauro
Classificati COPPIE categoria B
Conduttore Razza del cane NomeRegione
di provenienza
1 Pisano Gianfranco Meticcia
Betty e Dea Sardegna
2 Lo sardo Diego
Meticcia
Leo e Lea Liguria
3 Iannotta Antonello Meticcia
Zara e Zorro Molise
Primi classificati SINGOLI per la categoria B
Conduttore Razza del cane NomeRegione
di provenienza
1 Murru Stefano
Meticcia
Geri
Sardegna
2 Iannotta Antonello Meticcia
Bobby
Abruzzo
3 Guardascione AdolfoMeticcia
Gary
Lazio
Classifica a Squadre 1° Sardegna - 2° Toscana - 3° Molise
Concorrenti, organizzatori e giudici
al Campionato CPA
19
Il Presidente Pisanu
con Ferrara e Campus
tutti i partecipanti hanno riservato
una calorosissima ospitalità.
Hanno partecipato i concorrenti di
ben dieci regioni italiane: Abruzzo,
Calabria, Lazio, Liguria, Marche,
Molise, Piemonte, Puglia, Sardegna e Toscana; i cinofili provenienti
da fuori regione sono stati ospitati
nelle strutture ricettive della provin-
cia di Oristano, agli stessi oltre alla
partecipazione alla prova cinofila,
sono state mostrate alcune tra le
più caratteristiche località dell’Isola.
Ciò che mi ha maggiormente colpito
sono state l’ospitalità e la voglia di
fare sana cinofilia.
Ho notato la grande partecipazione
di tanti appassionati della “Caccia
Grossa”, che non hanno trascurato
alcun dettaglio affinchè tutto andasse per il verso giusto.
E’ stata dimostrata molta professionalità dai giudici federali, che
hanno saputo ben gestire il copioso
numero di concorrenti desiderosi di
far bene.
Dire che il territorio della provincia
di Oristano è incantevole, è cosa
ben nota;tantissima macchia mediterranea intricata nella quale, oltre
al cinghiale sardo, vivono molti altri
animali come cervi, volpi e lepri.
Per sfondo quasi sempre lo stupendo mare della Sardegna con la duna
costiera sterminata.
E poi i grandi banchetti, nei quali era
difficile sfuggire agli inviti di degustazione delle ottime specialità sarde.
Indimenticabili i bellissimi coltelli
“Pattada” fatti dalla mano sapiente
di Andrea Lecca, che il suocero Costantino Mereu aveva esposto in una
bacheca, dove i continentali li hanno
potuti ammirare ed acquistare.
Mi auguro che si possa sviluppare
ancora di più questa attività, gli amici sardi hanno tutto il necessario per
implementare una grande cinofilia
segugistica: passione organizzativa,
territorio, cani e selvatici.
Complimenti a tutti, arrivederci alla
prossima festa.
coppa europa
Coppa Europa da reinventare
20
La premiazione della muta di
Carlo Generotti alla Coppa Europa 2012
E’ necessario intervenire per
uscire dalla palude in cui ci siamo
impantanati. Una Coppa Europa
così formulata non ha più senso!!
I nostri concorrenti, da sempre,
vogliono assolutamente partecipare a questa manifestazione
che ha perso, però, di significato
a causa dell’immobilismo dell’organizzazione che gestisce, con
un sistema lobbystico, quella che
potrebbe essere, per davvero, la
massima manifestazione segugistica europea.
A differenza degli altri paesi in cui
non vi è nessuna ricaduta pubblicitaria, dall’aver partecipato o riportato la vittoria in Coppa Europa, da
noi è stata data troppa importanza
a questo risultato.
La cosa veramente valida, invece,
tutta nostra, tutta italiana, è la selezione fatta da noi per la scelta dei
partecipanti alla Coppa. Quella sì
ha un valore zootecnico!!!
La stessa, infatti, valuta i potenziali
concorrenti italiani che durante
l’anno hanno ottenuto i migliori risultati nelle prove più significative.
Per cui chi viene scelto a parteci-
pare alla Coppa Europa rappresenta, in quel momento, il meglio
della categoria singolo, coppia o
muta del segugismo italiano.
Il gruppo dirigente europeo della Coppa Europa non ama per
niente la categoria mute e quella
delle coppie, per loro esiste solo
il singolo.
La muta, per i dirigenti di questa
manifestazione, è mal sopportata
quasi tollerata. Diventa una categoria fatta giusto per accontentare
alcune nazioni che sono, ironia
della sorte, quelle con il maggior
numero di razze e di segugi in
Europa. Insomma le più rappresentative!!!
La Francia già da qualche anno si
è defilata, non partecipa più, e lì la
caccia con la muta è assolutamente imprescindibile per le razze da
seguita. Il segugismo francese è
basato essenzialmente sulla muta
e, per coerenza con il loro modo
di cacciare, a questa Coppa Eu-
ropa con questi presupposti, non
intendono più partecipare.
Stando così le cose, bisognerebbe avere il coraggio e la forza di
impegnarsi con l’Enci nel cercare
una mediazione per ristrutturare,
rendere attuale, modernizzare la
Coppa Europa per cani da seguita.
Bisogna sempre ricordarsi che è
una manifestazione importante
sopratutto per la diffusione, il mi-
glioramento e la difesa della caccia con i cani da seguita; per cui
occorre tentare di farci ascoltare
dalle istituzioni competenti, che
legiferano a riguardo ma, nello
stesso tempo, è anche necessario
un confronto europeo tra gli appassionati delle mute, sia da lepre
che da cinghiale.
Sarà necessario, in attesa di una
mediazione europea, organizzare
La muta di Battista Pedretti
i giudici Capri, Di Giannantonio
e Fusarpoli e la delegata austriaca
alla Coppa Europa 2012
21
Didascalia
xxxxxxxxxxx
un incontro, una competizione
validata dalle varie società cinofile
istituzionali europee che metta
a confronto il meglio delle mute
esistenti nei paesi che le utilizzano
correntemente.
Non sarà facile portare a compimento ciò, ma bisogna provarci.
Vale la pena ricordare le 250 prove fatte in un anno in Italia nelle
quali si confrontano le mute, più o
meno, lo stesso numero di prove
con le mute si svolge in Francia,
una cinquantina in Spagna,alcune
in Belgio e Olanda,la Grecia sta
iniziando ora, anche la Croazia ha
intenzione di incominciare.
I conduttori delle stesse, impegnandosi in un continuo miglioramento, hanno raggiunto alti livelli
di professionalità.
La FCI non può disattendere le
aspettative di tutte queste nazioni
che hanno un grandissimo numero
di cani da seguita,per avvallare
la tradizione delle sole nazioni
nord europee che concorrono da
sempre, con gli stessi cani degli
stessi proprietari, rigorosamente
in singolo.
Quella che dovrebbe essere la
grande festa del segugio,senza
le nazioni significative per questa
attività, è in realtà un mortorio.
La mia speranza è che vengano
recepite le nostre istanze e che,
non ogni anno, ma ogni tre si
faccia una grande Coppa Europa
con tutte le nazioni e la possibilità
di parteciparvi in tutte le categorie:
singolo, coppia e muta e prevedendo delle semifinali e finali.
Così comincerebbe ad avere un
senso...!
Vincenzo Ferrara
tecnica venatoria
Il brevetto di limiere
Marcello Carraro e
Ruggero Dal Bianco
con Luna e Sissi.
Foto di M. Bollato
22
Sempre più spesso vengono organizzati, sotto la spinta degli ATC,
delle manifestazioni cinofile per
l’assegnazione di brevetto di limiere.
Vorrei un attimo puntualizzare l’inappropriatezza dell’uso della definizione attuale di cane limiere.
Il limiere, il cui nome viene dal termine utilizzato in Venerie, è quel
soggetto che viene utilizzato per
stabilire con certezza la presenza
dell’animale cacciato in una piccola
parcella di territorio.
Il ruolo di questo cane è preliminare
alla sciolta dell’intera muta su di un
animale allestrato o accovato, fosse
cinghiale, cervo o in tempi passati
lupo.
Il compito del suo conduttore è
quello di percorrere con il limiere
un grande territorio, contornando
un perimetro circolare boscato, nel
quale si presuppone sosti l’animale
cacciato, per stabilirne la presenza
al suo interno e poi cacciarlo con
la muta.
Il limiere può dar voce sulla traccia
buona oppure può essere muto.
Quello muto è più pregiato, il suo
evidenziare la traccia senza dar
voce, con movimenti rotatori della
coda e con ondulazione del posteriore, consentono al suo conduttore
di comprendere la segnalazione
della traccia, senza che l’animale
rimesso si possa spostare sentendo
gli abbai del limiere.
In special modo il soggetto muto è
necessario su vecchi e furbi animali
che ai primi abbai lasciano il covo,
nei tempi passati era assolutamente
fondamentale nella caccia al lupo.
Il conduttore (valet de chien limier, in
termine di Venerie) addestra il cane
limiere a seguire una traccia prima
artificiale, poi in territorio libero,
analizza il comportamento del cane.
Alcuni conduttori abituano il cane
a seguire la traccia alla corda
lunga(circa 10 metri), altri lo lasciano libero, avendolo già addestrato
all’ordine di fermarsi con comando
a voce.
Quando, dopo aver verificato visivamente la bontà della traccia
segnalata dal limiere, il conduttore
la ritiene valida, percorre un cerchio
intorno al bosco in cui il selvatico è
entrato e, se non trova nessun uscita
della traccia, verifica bene e stabilisce il punto di sciolta lasciando sul
luogo dell’entrata dell’animale nella
rimessa un rametto con la parte
Una partecipante al Campionato del CPA
strappata nella direzione di entrata.
Il lavoro di più Valet de chien de
limier consente di stabilire il luogo, il
peso e le caratteristiche dell’animale
presente nella rimessa, consentendo di sciogliere la muta a colpo
sicuro.
I Valets, conclusa la loro azione,
giungono a rapporto con il Maitre
d’Equipage, responsabile dell’intera caccia a forzare, quest’ultimo li
ascolta e stabilisce su quale animale
sciogliere la muta.
Da evidenziare che a rapporto i
Valets usano dire: “Credo sia così”
e non affermano mai con certezza
assoluta, anche se ne sono certi, la
loro scoperta.
Ciò evidenzia che c’è sempre un
margine di errore con il quale si
potrà rovinare l’intera caccia.
Perché tutto questo preambolo?
Non certo per dimostrare saccenza, ma per chiarire il vero ruolo del
limiere.
Il cane necessario ai gestori del­
l’ATC, ai faunisti, è il soggetto che
caccia, nel nostro caso il cinghiale,
a singolo o a coppia e non il limiere!
Il singolo, la coppia fanno tutte le
fasi: dalla ricerca della passata utile
all’inseguimento, è il loro ausilio che
è necessario ai fini della gestione del
cinghiale in spazi limitati.
E comunque, se io fossi invitato a
fare la girata in posti difficili:rogaie,
cannucciaie fitte, non metterei a
repentaglio la vita dei miei cani per
soddisfare le esigenze di chi non
vuol comprendere assolutamente la
realtà. Un solo cane, quando viene
a contatto con branchi o con verri
allestrati in luoghi difficili e stretti ha
enormi difficoltà, rischiando a volte
la vita per nulla.
Sarebbe almeno necessaria una
polizza assicurativa per il cane utilizzato che coprisse le spese mediche
e quelle in caso di morte.
E’ inutile, oramai, affermare ancora
quanto noi ripetiamo da anni e cioè
che i segugi non disturbano.
Recepire quanto sopra, farebbe
crollare l’intera teoria dei nostri
detrattori.
Per me chi è disturbato è qualcun
altro, chi senza ragione, da anni, fa
la guerra a questi cani.
L’errore, secondo me volutamente
commesso dai faunisti per ostracismo all’uso del Segugio, è fuorviante per tutti quelli che ripetono,
sbagliando, la parola limiere.
Peccato che degli stupidi, accecati
dall’uccisione del cinghiale, li assecondino in quelle assurde sceneggiate, mettendo a repentaglio la vita
dei loro segugi.
Pur di dimostrare efficienza i gestori
dei parchi, degli ATC e di tutte le
zone vietate alla caccia, da vent’anni, progettano forme di contenimento del cinghiale senza risultati.
Ma cosa vorrebbero tutti i presidenti
dei parchi e degli ATC?
La sparizione completa del cinghiale.
Se sparissero i cinghiali, molti di loro
farebbero i presidenti di se stessi.
Ed i faunisti cosa farebbero?
Non certo i regolamenti cervellotici
di ora, non i censimenti, non i corsi
di abilitazione a cani limieri, non
i danni, non le belle parcelle che
prendono pagate da noi cacciatori,
non i pareri spesso non richiesti,
per gratificare i politici che li sostengono.
Li abbiamo più volte invitati ad assistere ad una prova su cinghiale,
non vogliono vedere a prescindere,
preferiscono trincerarsi dietro i vecchi pregiudizi dell’avversione verso
i cani da seguita, non conoscono la
grande evoluzione positiva che c’è
stata nel segugismo su cinghiale.
La relazione rilasciata dai giudici
dell’ENCI ai partecipanti alle prove
ufficiali della SIPS su cinghiale in
singolo, coppia o muta, deve essere
sufficiente a far ritenere tali soggetti
capaci di poter svolgere, anche nelle riserve e nei parchi, ogni forma di
caccia a cinghiale.
Vincenzo Ferrara
23
legislazione venatoria
Il Cane non è un fucile
Soggetto di
Massimo Rosa
di Padova
24
Il Consiglio dei Ministri ha impugnato, nella seduta del 19 settembre
2012, la legge della regione Lombardia che regolamenta l’allenamento
e l’addestramento cani pre caccia.
Pericolose le motivazioni che qui di
sotto riporto… Voglio solo rammentare a tutti che
ma il cane non è un fucile!
Motivi dell’impugnativa:
La legge regionale, che detta modifiche alla legge regionale 16 agosto
1993, n. 26 (Norme per la protezione della fauna selvatica e per la
tutela dell’equilibrio ambientale e
disciplina dell’attività venatoria) concernenti il periodo di allenamento
e addestramento cani, è censurabile relativamente alla disposizione
contenuta nell’articolo 1, comma
1, lett. b) che sostituisce il comma
12 dell’articolo 40 della l.r. 26 del
1993 prevedendo “12. L’attività di
allenamento e di addestramento
dei cani è disciplinata dalle province, è consentita sull’intero territorio
regionale non soggetto a divieto di
caccia e può essere esercitata, non
prima del 1° agosto, per cinque giornate settimanali con eccezione del
martedì e del venerdì. L’allenamento
non è consentito nelle aree interessate dalle produzioni agricole di
cui all’articolo 37, comma 8, anche
se prive di tabellazione”. Con tale
disposizione la Regione Lombardia
ha previsto che l’attività cinofila di
addestramento ed allenamento dei
cani da caccia, sull’intero territorio
regionale ove non è vietata la cac-
cia, possa iniziare fin dal primo di
agosto. L’attività di addestramento
cani, come affermato dalla Corte
Costituzionale con sentenza n. 350
del 1991 è assimilabile in tutto e
per tutto alla materia della caccia.
Afferma infatti il giudice delle leggi:
“nessun dubbio può sussistere ne
in ordine a lfatto che «addestramento dei cani», in quanto attività
strumentale all’esercizio venatorio,
debba ricondursi alla materia della
«caccia»...”. In quanto attività ve-
Bruno Boccati con i suoi cani
natoria quindi, l’addestramento dei
cani può essere consentito senza
limiti di tempo solo nelle zone di addestramento all’uopo istituite dalle
Amministrazioni ai sensi dell’articolo
10, comma 8, lett. e) della legge
n. 157/92, secondo cui le regioni
predispongono i piani faunisticovenatori, finalizzati a garantire la
conservazione delle specie mediante la riqualificazione delle risorse
ambientali e la regolamentazione
del prelievo venatorio, e dispone
che gli stessi indichino “le zone e i
periodi per l’addestramento, l’allenamento e le gare di cani anche su
fauna selvatica naturale?...”, proprio
per evitare che detta fauna selvatica
sia disturbata durante i periodi nei
quali l’esercizio venatorio è vietato.
Si rappresenta che l’ISPRA - Istituto
Superiore per la Protezione e la
Ricerca Ambientale - l’organismo
che ai sensidell’articolo 7 della legge quadro nazionale sulla caccia n.
157/1992 ha il compito di censire
il patrimonio ambientale costituito
dalla fauna selvatica, di studiarne
lo stato, l’evoluzione ed i rapporti
con le altre componenti ambientali,
nonché di controllare e valutare gli
interventi faunistici operati dalle regioni e dalle province autonome, formulando i pareri tecnico-scientifici
richiesti dallo Stato, dalle regioni e
dalle province autonome, ha avuto
modo di esprimersi sull’argomento,
affermando che consentire l’addestramento e l’allenamento dei cani
nel periodo indicato dalla norma
regionale “determina un evidente
ed indesiderabile fattore di disturbo,
in grado di determinare in maniera
diretta od indiretta una mortalità ag-
Segugi in accostamento
giuntiva per le popolazioni faunistiche interessate” in quanto si svolge
“durante il periodo riproduttivo degli
uccelli e dei mammiferi selvatici
(dalla stagione degli accoppiamenti
all’indipendenza della prole dalle
cure parentali)”. Afferma l’ISPRA
che tale attività non dovrebbe essere consentita prima dell’inizio
di settembre, escludendo in ogni
caso i mesi che vanno da febbraio
ad agosto, chiarendo, inoltre, di
aver manifestato tali indicazioni nei
propri pareri indirizzati alle regioni
in merito alle proposte di calendario
venatorio. La norma regionale in
questione, quindi, prevedendo che
l’attività cinofila di addestramento
ed allenamento dei cani possa svolgersi sull’intero territorio regionale
ove non è vietata la caccia, anche
in periodi di caccia chiusa, si pone
in netto contrasto con le citate disposizioni statali, contenute nella l.
quadro n. 157/1992 , che, dettando
disposizioni per la protezione della
fauna selvatica omeoterma e per
il prelievo venatorio, stabilisce
standard minimi e uniformi di tutela della fauna in tutto il territorio
nazionale. Si evidenzia pertanto la
violazione della competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela
dell’ambiente, di cui all’articolo 117,
secondo comma lettera s) della
Costituzione. Per questo motivo la
norma regionale deve essere impugnata ai sensi dell’articolo 127 della
Costituzione.
Queste le mie osservazioni relativamente all’“Impugnativa di legittimità costituzionale della normativa
della Regione Lombardia che
disciplina l’addestramento e l’allenamento dei cani da caccia”.
0. Premessa
In relazione all’impugnativa di legittimità costituzionale promossa
dal Consiglio dei Ministri avverso
il comma 12, dell’art. 40, della L.R.
26/1993, disciplinante la normativa
in materia di addestramento e allenamento dei cani da caccia in Regione Lombardia, sarà necessario
formulare le seguenti considerazioni
al fine di destituire di fondamento
giuridico il richiamato ricorso di
legittimità.
allevamento appartenente a specie
cacciabili, la cui gestione può essere affidata ad associazioni venatorie
e cinofile ovvero ad imprenditori
agricoli singoli o associati”.
In primo luogo, si deve rilevare che
lo Stato ha affidato tout court il potere di legiferare in subiecta materia
alle Regioni.
In seconda battuta, il menzionato
disposto normativo di cui all’art. 1,
comma 8, lett. e) della L. 157/1992,
non stabilisce nessun limite di
carattere temporale e nemmeno
l’acquisizione del parere dell’Istituto Superiore per la Protezione
e la Ricerca Ambientale (ISPRA,
ex INFS) in relazione all’attività di
addestramento e allenamento dei
cani da caccia.
In linea con il dettato normativo
statale, la Regione Lombardia ha
legiferato in materia (art. 1, c. 1,
lett. b), L.R. 15/2012) prevedendo
che “l’attività di allenamento e di
addestramento dei cani è disciplinata dalle province, è consentita
sull’intero territorio regionale non
soggetto a divieto di caccia e può
essere esercitata, non prima del 1°
agosto, per cinque giornate settimanali con eccezione del martedì
e del venerdì. L’allenamento non
è consentito nelle aree interessate
dalle produzioni agricole di cui
all’articolo 37, comma 8, anche se
prive di tabellazione” (art. 40, c. 12,
L.R. 26/1993).
De facto, la normativa regionale
della Regione Lombardia è coerente con quanto stabilito dalla Legge
statale in materia.
1. Quadro normativo
La Legge quadro sulla protezione
della fauna selvatica omeoterma e
per il prelievo venatorio (L. 157/1992
e succ. mod.), all’art. 10, comma 8,
lett. e), ha delegato alle Regioni la
potestà normativa di individuare “le
zone e i periodi per l’addestramento, l’allenamento e le gare di cani
anche su fauna selvatica naturale
o con l’abbattimento di fauna di
2. La valenza del Parere dell’Istituto Superiore per la Protezione e
la Ricerca Ambientale (ISPRA, ex
INFS) formulato in materia.
Come già detto, l’intera normativa
statale che regola la disciplina
dell’esercizio venatorio e le attività
con esso connesse, ma comunque
distinte dall’attività di caccia, quali
la disciplina dell’ addestramento e
dell’allenamento dei cani da caccia,
nel demandare alle Regioni la potestà regolamentare di quest’ultima
attività, non prevede l’acquisizione
del parere dell’ISPRA.
Secondo la giurisprudenza, tutt’ora
priva di un orientamento costante,
in relazione al parere dell’ISPRA,
ove la sua acquisizione sia prevista
dal tenore letterale della normativa,
ha carattere di obbligatorietà, ma in
linea generale, previa motivazione
dell’Amministrazione richiedente
comunque possibile discostarsi dai
contenuti del medesimo.
Ora, si deve evidenziare che per la
fattispecie in esame, la L. 157/1992,
non prescrive l’acquisizione del
parere dell’ISPRA nella disciplinare
regionale l’attività di addestramento
e di allenamento dei cani da caccia.
Qualora, l’Istituto di cui all’art. 7
della L. 157/1992 sia interpellato
sul tema, il parere prodotto in tale
occasione è meramente facoltativo,
e in nessun caso, può assurgersi
come obbligatorio.
Ne consegue che, il discostamento
dai contenuti del parere dell’ISPRA
formulato in simili circostanze non
può considerarsi quale addebito di
mancata legittimità costituzionale
per la disciplina normativa della
Regione Lombardia sul tema.
3. L’addestramento e l’allenamento dei cani e la materia “caccia”.
La Sentenza della Corte Costituzionale n. 350/1991.
La sentenza n. 350/1991, citata a
sostegno del ricorso di illegittimità
avverso il comma 12 dell’art. 40
della L.R. 26/1993, che detta la normativa in materia di addestramento
e allenamento dei cani da caccia
in Regione Lombardia, merita un
approfondimento.
Va innanzitutto rilevato ch la n. 350
del 1991 della Corte Costituzionale è
stata pronunciata nella vigenza della
L. 968/1977, abrogata dall’attuale
Legge quadro in materia dell’attività
venatoria (L. 157/1992).
Ciò premesso, il richiamo effettuato
dal ricorrente Consiglio dei Ministri
25
26
nel presente ricorso per illegittimità
costituzionale, alla sentenza in epigrafe non può affatto condividersi
poiché sebbene con la locuzione
che “nessun dubbio può sussistere
ne in ordine al fatto che addestramento dei cani, in quanto attività
strumentale all’esercizio venatorio,
debba ricondursi alla materia della
caccia...”, il Giudice delle Leggi
abbia ricondotto l’addestramento
e l’allenamento dei cani nell’alveo
della materia “caccia”, nel caso in
esame, ha comunque precisato
che la stessa attività di allenamento
e addestramento dei cani non può
essere considerata come pratica
dell’esercizio venatorio, per il sol
fatto che il “cane” non è considerato
un mezzo di caccia.
A fondamento di quanto affermato
sarà sufficiente richiamare quanto
statuito dal Collegio giudicante,
che in quell’occasione ha statuito
che “nell’applicare all’ipotesi dell’
“addestramento dei cani in ambiti
protetti” la sanzione amministrativa prevista dalla legge statale per
la caccia in zone in cui sussiste il
divieto di cacciare - avrebbe indebitamente esteso la nozione di caccia
fissata nell’art. 8 della legge n. 968,
in relazione ai “mezzi di caccia”
elencati nel successivo art. 9 (che
non comprendono i cani)”.
Vale la pena di ricordare, che la Legge quadro sull’attività venatoria (L.
157/1992), disciplini peraltro anche
la materia della tassidermia, della
cattura di uccelli per fini scientifici,
l’importazione di fauna dall’estero;
nonostante queste attività siano
connesse con la materia caccia,
non sono considerate esercizio
venatorio, analogamente come la
materia dell’addestramento e dell’allenamento dei cani da caccia di cui
si dibatte in questa sede.
Da quanto riportato non si può che
concludere che l’allenamento e
l’addestramento dei cani da caccia
non è esercizio venatorio, e di conseguenza, come l’assunto di segno
opposto fatto proprio dal ricorrente
sia privo di qualsivoglia fondamento
giuridico.
Parte ricorrente prosegue sostenendo che “in quanto attività venatoria
quindi, l’addestramento dei cani
può essere consentito senza limiti
di tempo solo nelle zone di addestramento all’uopo istituite dalle
Amministrazioni ai sensi dell’articolo
10, comma 8, lett. e) della legge
n. 157/92, secondo cui le regioni
predispongono i piani faunisticovenatori, finalizzati a garantire la
conservazione delle specie mediante la riqualificazione delle risorse
ambientali e la regolamentazione
del prelievo venatorio, e dispone
Mainardi
con i suoi pelo forte
che gli stessi indichino “le zone e i
periodi per l’addestramento, l’allenamento e le gare di cani anche su
fauna selvatica naturale..”, proprio
per evitare che detta fauna selvatica
sia disturbata durante i periodi nei
quali l’esercizio venatorio è vietato”.
Come si può denotare con una semplice lettura anche questa seconda
asserzione deve ritenersi priva di
pregio. Ciò già per il sol fatto che
equipara l’attività di addestramento
e allenamento dei cani da caccia
all’attività venatoria, assunto, che
come dimostrato, sia in termini di
legge che giurisprudenziali, non può
assolutamente condividersi.
Priva di qualsiasi logica è l’affermazione della ricorrente, infatti è
necessario distinguere tra le zone e
i periodi in cui è consentita l’attività
in questione di cui all’art. 10, c. 8,
lett. e), L. 157/1992.
• in Regione Lombardia, le zone
di addestramento dei cani da
caccia sono individuate nei piani
faunistico venatori provinciali, per
espressa delega della Regione
alle Amministrazioni provinciali;
• in ogni caso nelle predette zone
di addestramento dei cani, l’attività soggiace comunque a precisi limiti temporali e, non come
sostiene controparte potrebbe
essere consentita “senza limiti di
tempo”;
• la locuzione “i periodi per l’addestramento, l’allenamento”,
infatti, si riferisce all’attività di
allenamento dei cani da caccia in
previsione dell’inizio della stagione venatoria, consentita in tutte le
Regioni italiane, volta a garantire
la preparazione e il benessere
fisico dei cani da caccia.
Se questa interpretazione non fosse condivisa, la predetta attività di
allenamento dei cani da caccia in
preparazione alla stagione venatoria
sarebbe di per sé priva di qualsiasi
disciplina, e in ogni caso, non soggetta ad alcun divieto normativo.
Si è così dimostrato come anche
questo motivo di ricorso sia privo
di fondamento.
4. Conclusioni.
Il presente ricorso non può ritenersi
fondato, poiché:
• la potestà regolamentare dell’attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia è stata
delegata dallo Stato alle Regioni;
• l’attività di addestramento e allenamento dei cani da caccia non
è attività venatoria, per il sol fatto
che il cane non è un mezzo di
caccia;
• l’acquisizione del parere del­
l’ISPRA pronunciato in relazione
alla disciplina di questa attività
non è prevista dalla normativa,
de qua i contenuti dello stesso
sono privi persino del requisito
dell’obbligatorietà e non deve
condizionare il potere normativo
regionale.
Gian Carlo Bosio
Il programma e le schede di iscrizione sono
disponibili sul sito www.prosegugio.it
Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente
a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta
Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna
Lodigiana (LO) o via mail [email protected]
Le iscrizioni devono pervenire esclusivamente a mezzo fax, al n° 0377/802234, a mezzo posta
Via Dosso, 7 – F.ne Mirabello – 26856 Senna Lodigiana (LO) o via mail [email protected]
Il programma e le schede di iscrizione sono disponibili sul sito www.prosegugio.it
2
CALENDARIO
SIPS PADOVA - C/O GARAVELLO
ADOLFO - VIA SPINO, 9 - BARBONA
02/03 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE SELEZ FIDASC
SINGOLO
STANGHELLA (PD)
SIPS VITERBO - C/O PARRANO
LORENZO - VIA ZEPPONAMI, 293 MONTEFIASCONE - TEL.: 338/4217727
CAC SU LEPRE SEL FIDASC
VITERBO
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321
PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER
035840002
01/02/03 FEBBRAIO 2013
CAC SU LEPRE SEL CAMP IT FIDC
CAT . COPPIE E MUTE
MALPAGA (BG)
FEBBRAIO 2013
SIPS VENEZIA - C/O AGOSTINI PAOLO
VIA FIESSETTO, 44/A - FIESSO
D’ARTICO - PER ISCRIZIONI SIG.
AGOSTINI PAOLO - 3289261811 O
TOFFANELLO ALBERTO - 3281003412
CAC SU LEPRE 26/01 - 2° TROFEO
ATC VE 4 - 27/01 2° TROFEO FIDC DI
CAVARZERE SELEZ FIDASC COPPIE
CAVARZERE (VE)
SIPS TORINO - C/O GAIOTTINO
FRANCESCO - C.SO INDIPENDENZA, 88 RIVAROLO CANAVESE - PER ISCRIZIONI
ANGELONE ANTONINO - 3383374292
CAC SU LEPRE
TORINO
SIPS COSENZA - C/O CHIAPPETTA
EMILIO - VIA NOGIANO, 95/B - RENDE 3480016126 IN COLL CON IL GRUPPO
CINOFILO RENDESE
CAC SU LEPRE CAMPIONATO
FIDASC
MONTALTO UFFUGO (CS)
SIPS VIBO VALENTIA - C/O CIPRIANO
MARIO - VIA G. MERCALLI, 41 - VIBO
VALENTIA - 0963992320
CAC SU LEPRE
PIAN LAGO (CS)
2012
SIPS FERRARA - C/O BOCCATI BRUNO
- VIA FRASCONA, 24/B - SAN MARTINO
- 3351426856
CAC SU LEPRE
FERRARA (FE)
SIPS PESARO - C/O NUCCI ANTONIO
- VIA PROVINCIALE, 39 - AUDITORE 0722/362271
CACA SU LEPRE
PESARO
SIPS PESCARA - PIAZZA MARCONI CAPPELLE SUL TAVO - 3396679171
26/27 GENNAIO
CAC SU LEPRE TROFEO GILDO
FIORAVANTI PESCARA (PE)
SIPS TORINO - C/O GAIOTTINO
FRANCESCO - C.SO INDIPENDENZA,
88 - RIVAROLO CANAVESE - PER
ISCRIZIONI ANGELONE ANTONINO 3383374292
26 GENNAIO
BREVETTO DI MUTA PIEMONTE
TORINO
SIPS CREMONA - C/O PESCATORI
RENATO - VIA ROMA, 11 - CORTE
DE CORTESI - TEL/FAX: 037295433 3398429938
25/26/27 GENNAIO
CAC SU LEPRE
VOLTIDO (CR)
SIPS MODENA - C/O SOLA WILLIAM
- VIA ORCHIDEA, 33- MODENA
3478437833 - PER ISCRIZIONI
VENTURELLI SILVANO - 329165579
CAC SU LEPRE
NONANTOLA (MO)
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321
PER ISCR. SIG. TESTA WALTER 035840002
CAC SU LEPRE
ZANICA (BG)
SIPS ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI
ANTONIO - VIA GIOVANNI MASSIMO,
82 - APPIGNANO DEL TRONTO 3491998250
CAC SU LEPRE
ASCOLI PICENO
1° SEMESTRE
GENNAIO 2013
05/06 GENNAIO
CAC SU LEPRE
APPIGNANO DEL TRONTO (AP)
SIPS ASCOLI PICENO
C/O ANTOLINI ANTONIO - VIA GIOVANNI
MASSIMO, 82 APPIGNANO DEL TRONTO
- 3491998250
06 GENNAIO
CAC SU LEPRE
RAVENNA (RA)
SIPS RAVENNA - C/O LEGA EGIDIO 3355625481 IN COLL CON IL GRUPPO
CINOFILO DI RAVENNA
12/13 GENNAIO
CAC SU LEPRE SELEZIONE COPPA
ITALIA
TRECENTA (RO)
SIPS ROVIGO - C/O ZANIRATO FABRIZIO
- VIA CAPRERA, 8 - MARDIMAGO - PER
ISCRIZIONI
MISCHIARI CAMILLO - 3920892315
O ZANIRATO FABRIZIO 3880403507 04259355375 IN COLL CON LA FIDC
DI ROVIGO
CAC SU LEPRE
MOSCIANO (TE)
SIPS TERAMO - C/O PETRELLA LUCIO
- VIA DE JACOBIS, 5 - TERAMO 086141936
CAC SU LEPRE
ASTI
SIPS ASTI - C/O BOLOGNA EGIDIO
SAN MARZANOTTO - PER ISCRIZIONI
SIG. MOLINO SILVANO - 0141934450 3358102757
19 GENNAIO
BREVETTO DI MUTA PIEMONTE
VERCELLI
SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS
FRANCO - C.NA COSTA - VERCELLI 3388461324 - 3487979680
19/20 GENNAIO
CAC SU LEPRE
VERCELLI
SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS
FRANCO - C.NA COSTA - VERCELLI 3388461324 - 3487979680
CAC SU CINGHIALE QUALIF
CAMPIONATO NAZIONALE CPA
PIAN LAGO (CS)
SIPS VIBO VALENTIA - C/O CIPIANO
MARIO - VIA G. MERCALLI, 41 - VIBO
VALENTIA - 0963992320
MAGGIO 2013
01 MAGGIO
ABILITAZIONE LIMIERE
MONGHIDORO (BO)
SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO
- VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 3335683481
01/02/03/04 MAGGIO
CAC SU LEPRE FINALE FIDASC
CAT SINGOLO - COPPIE E LADY
LECCO
SIPS LECCO
C/O VALSECCHI PAOLO - VIA PIANA, 9 ERVE - 3355301948
03/04/05 MAGGIO
CAC SU CINGHIALE
CUNEO
SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE
- PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO
- 0172/636217
CAC SU LEPRE TROFEO SILVANO
SORICHETTI
MACERATA
SIPS MACERATA - C/ NARDI FRANCO
- C.DA BURA, 31 - TOLENTINO 3389664658
04/05 MAGGIO
CAC SU LEPRE - CAT COPPIE E
MUTE
MONTE NURIA (RI)
SIPS ROMA - C/O TOCCI TOMMASO
- VIA SACROFANO CASSIA, KM 3,481 ROMA - 339/5341028
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE
NUORO
SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO
- NUORO - 340/5668004
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO
CAMPIONATO REGIONALE CPA
URAS (OR)
SIPS CARBONIA IGLESIAS - C/O
MACCIONI SERGIO - LOC. IS.
CROBEDDU, 9 - MASAINAS - IN COLL
CON IL CPA REGIONALE
CAC SU CINGHIALE IN TERRENO
LIBERO X SINGOLI
SASSETTA
SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI
STEFANO - VIA DEL CASTELLUCCIO, 80
- SAN VINCENZO - 3402943753
09/10/11/12 MAGGIO
CAC SU CINGHIALE IN TERRENO
LIBERO
PISA
SIPS PISA
C/O MARIANELLI CLAUDIO - VIA NENNI
- SAN MINIATO - 0571/43572
11/12 MAGGIO
CAC SU LEPRE
AYAS (AO)
SIPS AOSTA - C/O PERRET NICOLE F.NE GIRADAZ, 5 - CHARVENSOD - TEL.:
333/483532
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO
CARBONIA IGLESIAS
SIPS CARBONIA IGLESIAS - C/O
MACCIONI SERGIO - LOC. IS.
CROBEDDU, 9 - MASAINAS - IN COLL
CON IL CPA REGIONALE
DAL 18 MAGGIO AL 02 GIUGNO
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO CAT MUTE
GROSSETO
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO
- VIA EUROPA, 4 - GROSSETO 347/6202804 IN COLLABORAZIONE
CON LA FIDC
DAL 20 AL 26 MAGGIO 2013
CAC SU LEPRE
MONTE TRE CROCI (TE)
SIPS TERAMO - C/O PETRELLA LUCIO
- VIA DE JACOBIS, 5 - TERAMO 086141936
25/26 MAGGIO
CAC SU CINGHIALE
CATANZARO
SIPS CATANZARO - C/O TRAPUZZANO
GENNARO - VIA SAN GIORGIO, 42 GIZZERIA - 3395821319
CAC SU LEPRE 4° MEMORIAL
GIANFRANCO ROSSI
GORIANO SICOLI (AQ)
SIPS PESCARA
PIAZZA MARCONI - CAPPELLE SUL
TAVO - 3396679171
CAC SU LEPRE
MONTE CAMPIONE (BS)
SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/
FAX: 0302590365
GIUGNO 2013
01/02 GIUGNO
CAC SU CINGHIALE
MONTICELLI BRUSATI (BS)
SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/
FAX: 0302590365 - SIG. GITTI IVAN
3357045645
01/02/03 GIUGNO
CAC SU LEPRE
FORLI’ (FC)
SIPS FORLI’ - C/O MARTINI
MICHELANGELO - VIA CARLO
PIACSTELLI, 20 - FORLI’ - 3287480917
07/08/09 GIUGNO
CAC/CACIT SU LEPRE
COLLI SAN FERMO/M. FARNO
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321
PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER
035840002
ABILITAZIONE BRACCATA SU
CINGHIALE IN RECONTO
BADIA SI SUSINANA (RA)
SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO
- VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 333568348
13/14/15/16 GIUGNO
CAC SU LEPRE
PARMA (PR)
SIPS PARMA - C/O CABRALI DENIS
- STRADA DEL RIO, 11 RICCO’ DI
FORNOVO TARO - 3477159448
14/15/16 GIUGNO
CAC SU CINGHIALE IN TERRENO
LIBERO X SINGOLI
SASSETTA
SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI
STEFANO - VIA DEL CASTELLUCCIO, 80
- SAN VINCENZO - 3402943753
22/23 GIUGNO
CAC SU LEPRE
GARDONE VAL TROMPIA (BS)
SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/
FAX: 0302590365
29/30 GIUGNO
CAC SU LEPRE
CURTATONE (MN)
SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI
AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15 CASALOLDO - 3339631423
Eventuali
aggiornamenti al
calendario sono
disponibili sul sito
www.prosegugio.it
7
6
APRILE 2013
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - VIA GARIBALDI,
10 - MUGNANO AL CARDINALE 333/4859539
CAC SU CINGHIALE
AVELLINO
SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA
GIACOMO - VIA MANZONI, 7
- QUARGNETO - 0131219421 3292177547
CAC SU LEPRE
MALVICINO (AL)
SIPS BIELLA - C/O PEGORARO RENATO
- VIA CAIROLI, 94 - GAGLIANICO 0152543417 - 3381073006
CAC SU LEPRE
BIELLA
SIPS MASSA CARRARA - C/O FUMANTI
MARIO - VIA VILLA ARGENTINA, 23 PODENZANA - 339/4442304
CAC SU LEPRE
MASSA
SIPS PAVIA - C/O DIANI ENZO - PER
ISCRIZIONI REBUFFI CARLO - 3386838537
CAC - CACIT SU CINGHIALE
TROFEO DELLE NAZIONI - CAT
SINGOLI E MUTE
VARZI (PV)
SIPS FROSINONE - C/O PALIOTTA
ANDREA - VIA REFUSCHI, 10 - ESPERIA
- 3341400372
CAC SU LEPRE
FROSINONE
SIPS COMO - C/O DOTTI ANTONIO - VIA
CONCILIAZIONE, 7 - TAVERNOLA 335360699
CAC SU LEPRE
COMO
SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO
- VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 333568341 - SIG. MATTAROZZI MAURO
3397817217 IN COLLABORAZIONE CON
LA LIBERA CACCIA
CAC SU LEPRE MEMORIAL G.
CANTELLI
BOLOGNA (BO)
SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/
FAX: 0302590365
06/07 APRILE
CAC SU LEPRE
BRENO (BS)
SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO
- VIA BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO 3335683481
03 APRILE
ABILITAZIONE LIMIERE
MONGHIDORO (BO)
SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA
GIACOMO - VIA MANZONI, 7
CAC SU LEPRE
ROCCHETTA LIGURE (AL)
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321
PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER
035840002
20/21 APRILE 2013
CAC SU LEPRE
COLLI SAN FERMO (BG)
SIPS RIMINI - C/O STASI VINCENZO
- VIA TURCHETTA, 36 - VISERBA
- 338/7193825 - SIG. SPAGNOLI
DOMENICO - 3356365185
20/21 APRILE
CAC SU LEPRE
RIMINI (RM)
SIPS ISOLA D’ELBA - C/O SIGNORINI
GRAZIANO - LOC. CAPITORSOLA, 9 CAPOLIVERI - 335671522
19/20/21 APRILE
CAC SU CINGHIALE IN TERRENO
LIBERO 2° ISOLA D’ELBA CUP
CAPOLIVERI (LI)
SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE
- PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO
- 0172/636217
14 APRILE
BREVETTO DI MUTA PIEMONTE
CUNEO
SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO
- NUORO - 340/5668004
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE
NUORO
SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE
- PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO
- 0172/636217
13/14 APRILE
CAC SU LEPRE
CUNEO
SIPS BRESCIA. F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/
FAX: 0302590365
CAC SU LPERE CAMPIONATO
REGIONALE LOMBARDO
MARMENTINO (BS)
SIPS PERUGIA - C/O MINELLI
MARCELLO - VIA DI PORTA ROMANA,
177 - GUBBIO - 3396403015 - FAX.:
0759274782
11/12/13/14 APRILE
CAC SU LEPRE SABATO COPPIE
E MUTE - DOMENICA MUTE CAMPIONATO ITALIANO SIPS
SIGILLO (PG)
SIPS DI VICENZA - C/O MEGGIOLARO
RENATO - VIA TRENTO, 58 COSTABISSARA - 0444970484 in coll
con il comprensorio alpino n. 4
27/28 APRILE
CAC SU LEPRE
CANOVE DI ROANA (VI)
SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE
- PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO
- 0172/636217
CAC SU CINGHIALE
CUNEO
SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/
FAX: 0302590365
26/27/28 APRILE
CAC SU LEPRE
BORNO (BS)
SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO
- NUORO - 340/5668004
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE
NUORO
SIPA REGGIO EMILIA - C/O FERRARI
DANIELE - VIA BEETHOVEN, 153 REGGIO EMILIA - 3357128899
25/26/27/28 APRILE
CAC SU LEPRE 2° TROFEO
TRICOLORE
REGGIO EMILIA (RE)
SIPS MASSA CARRARA - C/O FUMANTI
MARIO - VIA VILLA ARGENTINA, 23 PODENZANA - 339/4442304
25 APRILE
CAC SU CINGHIALE
MASSA
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO
- VIA EUROPA, 4 - GROSSETO 347/6202804 IN COLLABORAZIONE
CON LA FIDC
20/21/22/23/24/25/26/27/28
APRILE
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO CAT MUTE
GROSSETO
SIPS CREMONA - C/O PESCATORI RENATO
- VIA ROMA, 11 - CORTE DE CORTESI TEL/FAX: 037295433 - 3398429938
08/09/10 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE TROFEO FANTINI
CREMONA (CR)
SIPS NOVARA - C/O TICCHIO VITTORIO
- VIA TORINO, 2 - CALTIGNAGA - PER
ISCRIZIONI SIG. VICARIO GIOVANNI 3425117616
03 FEBBRAIO
CAC/CACIT SU LEPRE - PROVA DI
ECCELLENZA - CAT COPPIE E MUTE
NOVARA
SIPS LIVORNO - C/O FEDERIGHI
STEFANO - VIA DEL CASTELLUCCIO, 80
- SAN VINCENZO - 3402943753
02/03/04/05 FEBBRAIO
CAC SU CINGHIALE IN TERRENO
LIBERO X SINGOLI E COPPIE
POPULONIA - PIOMBINO
FEDERCACCIA TOSCANA SEZ
DI FIRENZE - FEDERCACCIA SEZ
COMUNALE DI BARBERINO VAL D’ELSA
IN COLL CON LA SIPS DI BARBERINO
VAL D’ELSA - 055216126 - 055216875
- 0558075637 - 3295413286
CAC SU LEPRE 8° MEMORIAL
MASSIMO SCHEGGI - 28° TROFEO
VELTRO CORRENTE
BARBERINO VAL D’ELSA (FI)
SIPS OLBIA - C/O MANZOTTU MARIO VIA MALPIGHI, 9 - OLBIA - 3391011546
CAC SU CINGHIALE 14°
CAMPIONATO REGIONALE SARDO
OLBIA
SIPS BOLOGNA - C/O CAPRI ITALO - VIA
BORTOLOTTI, 2/2 VERGATO - 3335683481
- SIG. PANCALDI PAOLO - 3336677822
CAC SU LEPRE
BOLOGNA (BO)
SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE
- PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO
- 0172/636217
CAC SU LEPRE
CUNEO
SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI
AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15 CASALOLDO - PER ISCRIZIONI SIG.
GAMBINI OSVALDO 3394742068
CAC SU LEPRE
CASTELBELFORTE (MN)
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE
NUORO
SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO
- NUORO - 340/5668004
SIPS LODI - C/O PIROLA DANIELE - F.NE
BOCCHIRALE - CORTE PALASIO 037156247 - 3382188848
CAC SU LEPRE
LODI
CAC SU LERE
GROSIO (SO)
SIPS SONDRIO - C/O DE PIAZZI
GIULAINO - VIA VALORSA, 9 MADONNA DI TIRANO 3398856011
- TEL.: 3492659420 IN COLL FIDC DI
PADOVA
- QUARGNETO - 0131219421 3292177547
16/17 FEBBRAIO
CAC SU CINGHIALE - IN TERRENO
LIBERO SINGOLI E COPPIE
NUORO
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI GIORGIO - VIA
EUROPA, 4 - GROSSETO - 347/6202804
15/16/17 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE - VELTRO CORRENTE
GROSSETO
SIPS MIRANDOLA - C/O BARALDI ONORIO
- VIA MIGLIOLI, 13 - CONCORDIA 335/8171517 - FAX.: 0535/54606
CAC SU LEPRE SABATO SINGOLO
E MUTE E DOMENICA COPPIE
MIRANDOLA (MO)
SIPS CATANZARO - C/O TRAPUZZANO
GENNARO - VIA SAN GIORGIO, 42 GIZZERIA - 3395821319
CAC SU LEPRE
CATANZARO
SIPS ANCONA - C/O FERRARA
VINCENZO - F.NE GALLIGNANO, 131/C ANCONA - 3357218845
CAC SU LEPRE
ANCONA
SIPS VERCELLI - C/O FERRARIS
FRANCO - C.NA COSTA - VERCELLI 3388461324 - 3487979680
CAC SU LEPRE TROFEO DARIO PIOLA
VERCELLI
ARCICACCIA IN COLLABORAZIONE
CON SIPS VENEZIA - C/O AGOSTINI
PAOLO - VIA FIESSETTO, 44/A - FIESSO
D’ARTICO - PER ISCRIZIONI SIG.
AGOSTINI PAOLO - 3289261811
CAC SU LEPRE QUALIF COPPA DEI
CAMPIONI ARCICACCIA
S. STINO DI LIVENZA
SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO
- NUORO - 340/5668004
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO SINGOLI E COPPIE
NUORO
SIPS LECCE - C/O SPERANZA VINCENZO
- POSTE CENTRALI - C.P.: 38 - LECCE TEL.: 328/8732938 IN COLLABORAZIOE
CON IL GRUPPO CINOFILO DI OSTUNI
09/10 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE - CAT COPPIE E MUTE
OSTUNI (BR)
SIPS GROSSETO - C/O ROSSI
GIORGIO - VIA EUROPA, 4 - GROSSETO
IN COLLABORAZIONE CON SIPS
NAZIONALE VIA DOSSO, 7 - MIRABELLO
DI SENNA LODIGIANA - 0377802414 FAX.: 0377802234 - [email protected]
CAC SU CINCHIALE CAMPIONATO
SOCIALE SU CINGHIALE SINGOLO
E COPPIE IN TERRENO LIBERO
CASTIGLIONE DELLA PESCAIA (GR)
SIPS ASTI - C/O BOLOGNA EGIDIO - SAN
MARZANOTTO - PER ISCRIZIONI SIG.
MOLINO SILVANO - 0141934450 3358102757
17 FEBBRAIO
BREVETTO DI MUTA PIEMONTE
ASTI
SIPS SIENA - C/O BARTOLINI GIUSEPPE
- VIA DEL LECCIO, 7 - CASCIANO DI
MURLO - 0577817481 - 3351409406
FEX. 0577818017
CAC SU CINGHIALE IN TERRENO
LIBERO - CAT SINGOLO - 28°
TROFEO PRO SEGUGIO SENESE
SIENA
SIPS CHIETI - CO RUTOLO NICOLA - VIA
SAN FRANCESCO, 10 - VILLAGNA TEL.: 347/5864136
CAC SU LEPRE - TROFEO GILDO
FIORAVANTI
CHIETI
SIPS LARIO BRIANZA - C/O MILANI
LORENZO - VIA QUARTO, 27/A - LECCO
- 3477360582
CAC SU LEPRE
TRIUGGIO (MB)
SIPS BRESCIA . F.NE VIRLE TRIPONTI VIA XX SETTEMBRE - REZZATO - TEL/
FAX: 0302590365
CAC SU LEPRE
BRESCIA (BS)
SIPS ASTI - C/O BOLOGNA EGIDIO - SAN
MARZANOTTO - PER ISCRIZIONI SIG.
MOLINO SILVANO - 0141934450 3358102757
CAC SU LEPRE
ASTI
SIPS CARPI - C/O ARLETTI TONINO
- VIA GANDOLFA, 44 - SOLIERA 335342734 - PER ISCRIZIONI INCERTI
GIOVANNI 3496174203
CAC SU LEPRE
CARPI (MO)
SIPS CROTONE - C/O MANCUSO
GIUSEPPE - VIA DISCESA SAN LEONARDO,
27 - CROTONE - 0962902097 IN COLL.
CON IL GRUPPO CINOFILO DI CROTONE
CAC SU LEPRE
CROTONE
SIPS VERONA - C/O DE TOGNI GIANCARLO
- VIA FOSSA, 23 - SAN PIETRO DI
MORUBIO - PER ISCRIZIONI DE TOGNI
GIANCARLO 3487355402 O VIVIANI
REMO - 3493101040 - 0442331304 IN
COLL CON LA FIDC DI VERONA
CAC CU LEPRE SELEZIONE COPPA
ITALIA
SAN BONIFACIO (VR)
SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO
- NUORO - 340/5668004
3
4
18/19/20/21/22/23/24 FEBBRAIO
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO
- 14° CAMP REGIONALE SARDO
- COPPA ITALIA FEDERCACCIA SEMIFINALE REGIONALE
SASSARI
SIPS SASSARI - C/O FIORI COSTANTINO
- 347/1373645 IN COLL CON LA
DEFERCACCIA SARDEGNA
20/21/22 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE 2° TROFEO ISOLA
D’ELBA
CAPOLIVERI (LI)
SIPS ISOLA D’ELBA - C/O SIGNORINI
GRAZIANO - LOC. CAPITORSOLA, 9 CAPOLIVERI - 335671522
22/23/24 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
ROMANO DI LOMBARDIA (BG)
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321
PER ISCRIZIONI SIG. TESTA WALTER
035840002
CAC SU LEPRE
PAVIA
SIPS PAVIA - C/O DIANI ENZO 3492972111
CAC/CACIT SU LEPRE
BASTIA UMBRA (PG)
SIPS PERUGIA - C/O MINELLI
MARCELLO - VIA DI PORTA ROMANA,
177 - GUBBIO - 3396403015 - FAX.:
0759274782
CAC SU LEPRE SEL FIDASC
SAVONA
SIPS SAVONA - C/O GAINO GIOVANNI PRESSO UNIONE SEGUGISTI
SAVONESI - VIA PIA, 5 - SAVONA 335/5985312
CAC SU CINGHIALE CAMPIONATO
SOCIALE SU CINGHIALE - CAT.
MUTE
ORVIETO
SIPS NAZIONALE - VIA DOSSO, 7 SENNA LODIGIANA - TEL.: 0377802414
- FAX: 0377802234 - [email protected]
IN COLL CON LA SIPS DI ORVIETO
CAC SU LEPRE QUALIFICAZIONE
FIDASC CAT. MUTE
LONIGO (VI)
FIDC DI VICENZA IN COLLABORAZIONE
CON LA SIPS DI VICENZA - C/O
MEGGIOLARO RENATO - VIA TRENTO,
58 - COSTABISSARA - 0444970484
23/24 FEBBRAIO
CAC SU LEPRE
MILANO
SIPS MILANO - C/O LOCULLI ACHILLE
- VIA IV NOVEMBRE, 14 - SETTIMO
MILANESE 338/5062067
CAC SU LEPRE
PARMA (PR)
SIPS PARMA - C/O CABRALI DENIS
- STRADA DEL RIO, 11 RICCO’ DI
FORNOVO TARO - 3477159448
CAC SU LEPRE TROFEO E.
COLUCCINI
MACERATA
SIPS MACERATA - C/ NARDI FRANCO
- C.DA BURA, 31 - TOLENTINO 3389664658
CAC SU CINGHIALE
BERGAMO
SIPS BERGAMO - C/O MORGANTI
RICCARDO - VIA SAN ROCCO, 132 ROMANO DI LOMBARDIA - 0363912321
CAC SU LEPRE
NOVARA
SIPS NOVARA - C/O TICCHIO VITTORIO
- VIA TORINO, 2 - CALTIGNAGA - PER
ISCRIZIONI SIG. MIGLIORINI LIDIO 0321826203
CAC SU LEPRE
SOLFERINO (MN)
SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI
AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15 CASALOLDO - 3339631423
MARZO 2013
01/02 MARZO
CAC SU LEPRE
REGGIO EMILIA (RE)
SIPA REGGIO EMILIA - C/O FERRARI
DANIELE - VIA BEETHOVEN, 153 REGGIO EMILIA - 3357128899
01/02/03 MARZO
CAC SU LEPRE SEL FIDASC
LECCO
SIPS LECCO - C/O VALSECCHI PAOLO VIA PIANA, 9 - ERVE - 3355301948
CAC CACIT SU LEPRE
CAMPIONATO NAZIONALE ANLC
VAL TIDONE (PC)
LIBERA CACCIA C/O BOLLATI VALERIO 3474639087 IN COLLABORAZIONE CON
LA SIPS DI PIACENZA
02 MARZO
BREVETTO DI MUTA PIEMONTE
FABBRICA CURONE (AL)
SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA GIACOMO
- VIA MANZONI, 7 - QUARGNETO 0131219421 - 3292177547
02/03 MARZO
CAC SU LEPRE
ALTA VAL D’AGRI (PZ)
SIPS POTENZA - C/O VACCARO
MICHELE - VIA PAGLIARONE, 48 MARSICONUOVO IN COLL. GRUPPO
CINOFILO LUCANO
CAC SU LEPRE QUALIF COPPA
CAMPIONI ARCICACCIA
TARZO (TV)
ARCICACCIA TREVISO - VIA BOLZANO,
3 - TREVISO - 0422/410590 - FAX
0422/411162 IN COLLABORAZIONE
CON LA SIPS DI TREVISO - C/O
SALVADOR FABRIZIO - VIA MOLINO,
36 - VEDELAGO PER ISCRIZIONI ZARA
FRANCO - 3487462865 - CARNIELI
FERRUCCIO 043828611
CAC SU CINGHIALE
CUNEO
SIPS CUNEO - C/O VERRA LORENZO VIA MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE
- PER ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO
- 0172/636217
CAC SU CINGHIALE - 14°
CAMPIONATO REGIONALE SARDO
CARBONIA
SIPS CARBONIA IGLESIAS - C/O
MACCIONI SERGIO - LOC. CROBEDDU,
9 - MASAINAS - 346/6895928
CAC SU LEPRE 8° TROFEO VAL
CURONE - ELIM REG COPPA ITALA
FIDC
FABBRICA CURONE (AL)
SIPS ALESSANDRIA - C/O GAIA
GIACOMO - VIA MANZONI, 7
- QUARGNETO - 0131219421 3292177547
CAC SU LEPRE 4° TROFEO CITTA’
DI SIENA - VELTRO CORRENTE
SIENA
SIPS SIENA - C/O BARTOLINI GIUSEPPE
- VIA DEL LECCIO, 7 - CASCIANO DI
MURLO - 0577817481 - 3351409406
FEX. 0577818017
03 MARZO
CAC SU LEPRE
PEGOGNAGA (MN)
SIPS MANTOVA - C/O SCOVOLI
AGOSTINO - VIA GIUSTIZIA, 15
- CASALOLDO - PER ISCRIZIONI
ROSSATO GILBERTO - 3391211376
08/09/10 MARZO
CAC SU LEPRE CAMPIONATO
SOCIALE SU LEPRE
ASCOLI PICENO
SIPS NAZIONALE - VIA DOSSO, 7 SENNA LODIGIANA - TEL.: 0377802414
- FAX: 0377802234 - info@prosegugio.
it IN COLL CON LA SIPS DI ASCOLI
PICENO E IL GRUPPO CINOFILO DI
ASCOLI PICENO
14/15/16/17 MARZO
CAC SU LEPRE TROFEO ZACCHINI
DOCCIA (FI)
SIPS FIRENZE - C/O MAREMMI
GIANPAOLO - VIALE EUROPA, 45 FIRENZE - 335/5856687
15/16/17 MARZO
CAC/CACIT SU CINGHIALE
IN TERRENO LIBERO PROVA
D’ECCELLENZA
CAPOLIVERI (LI)
SIPS ISOLA D’ELBA
C/O SIGNORINI GRAZIANO - LOC.
CAPITORSOLA, 9 - CAPOLIVERI 335671522
16/17 MARZO
CAC SU LEPRE
PAVULLO NEL FRIGNANO (MO)
SIPS MODENA - C/O SOLA WILLIAM
- VIA ORCHIDEA, 33- MODENA
3478437833
CAC SU LEPRE
AVELLINO
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - VIA GARIBALDI,
10 - MUGNANO AL CARDINALE 333/4859539
CAC SU CINGHIALE - 14°
CAMPIONATO REGIONALE SARDO
SAMUGHEO
SIPS SAMUGHEO - C/O PATTA ANTIOCO
- VIA VENETO, 3 - SAMUGHEO 328/4835128
CAC SU LEPRE - SELEZ FIDASC
MUTE
COMUNITA’ MONTANA DEL
GRAPPA (TV)
SIPS DI TREVISO C/O SALVADOR
FABRIZIO - VIA MOLINO, 36 - VEDELAGO
- PER ISCRIZIONI SALVADOR
3288256174 O ANDRIGHETTO RENZO
3396740435
CAC SU CINGHIALE
ANCONA
SIPS ANCONA - C/O FERRARA
VINCENZO - F.NE GALLIGNANO, 131/C ANCONA - 3357218845
CAC SU LEPRE
CUNEO
SIPS CUNEO C/O VERRA LORENZO - VIA
MURELLO, 20 - CAVALLERLEONE - PER
ISCRIZIONI SIG. OBERTO ANGELO 0172/636217
CAC SU LEPRE
PIACENZA (PC)
SIPS PIACENZA - C/O BOSI EMILIO
- VIA VOLTONE DECCA - PIACENZA 3381246867
22/23/24 MARZO
CAC SU CINGHIALE
IN TERRENO LIBERO X SINGOLI E
COPPIE
CASTAGNETO CARDUCCI (LI)
SIPS LIVORNO
C/O FEDERIGHI STEFANO - VIA DEL
CASTELLUCCIO, 80 - SAN VINCENZO 3402943753
CAC SU LEPRE
BORGOTARO (PR)
SIPS PARMA - C/O CABRALI DENIS
- STRADA DEL RIO, 11 RICCO’ DI
FORNOVO TARO - 3477159448 - ATC
PR 6 - 0525920013
CAC SU CINGHIALE IN TERRENO
LIBERO - CAT MUTE - TROFEO
CORRADO FERRARO
SAVONA
SIPS SAVONA - C/O GAINO GIOVANNI PRESSO UNIONE SEGUGISTI SAVONESI
- VIA PIA, 5 - SAVONA - 335/5985312
CAC SU LEPRE TROFEO DELLE
NAZIONI
PAVIA (PV)
SIPS PAVIA - C/O DIANI ENZO 3492972111
CAC SU LEPRE XIII TROFEO PROV
DI VITERBO - XIII COPPA COMUNE
DI MONTEFIASCONE - XIII COPPA
GRUPPO CINOFILO VITERBESE
VITERBO
SIPS VITERBO - C/O PARRANO
LORENZO - VIA ZEPPONAMI, 293 MONTEFIASCONE - TEL.: 338/4217727
CAC SU CINGHIALE - 14°
CAMPIONATO REGIONALE SARDO
- 10° CAMPIONATO SOCIALE
SARDO
NUORO
SIPS NUORO - C/O DESOGUS LUIGI VIA DEI GERANI, 362 - CITTA’ GIARDINO
- NUORO - 340/5668004
23/24 MARZO
CAC SU LEPRE - CAT COPPIE E
MUTE
OSTUNI (BR)
SIPS LECCE - C/O SPERANZA
VINCENZO - POSTE CENTRALI - C.P.:
38 - LECCE - TEL.: 328/8732938 IN
COLLABORAZIOnE CON IL GRUPPO
CINOFILO DI OSTUNI
CAC SU CINGHIALE SELEZIONE FIDASC
ASCOLI PICENO
SIPS ASCOLI PICENO - C/O ANTOLINI
ANTONIO - VIA GIOVANNI MASSIMO,
82 - APPIGNANO DEL TRONTO 3491998250
CAC SU LEPRE
3° TROFEO DELLE NAZIONI
CASTELVETRO DI MODENA
SIPS MODENA - C/O SOLA WILLIAM
- VIA ORCHIDEA, 33 - MODENA PER
ISCRIZIONI SIG. COLLI ROBERTO 3482720886 - FAX 059702153
CAC SU CINGHIALE
AVELLINO
SIPS AVELLINO - C/O FERRARA
GIANFRANCO - VIA GARIBALDI,
10 - MUGNANO AL CARDINALE 333/4859539
CAC SU CINGHIALE IN RECINTO
- CAT COPPIE E SINGOLI
CAMPIONATO
PROVINCIALE SIPS
SAN CASCIANO DEI BAGNI (SI)
SIPS ROMA - C/O TOCCI TOMMASO
- VIA SACROFANO CASSIA, KM 3,481 ROMA - 339/5341028
24 MARZO
BREVETTO DI MUTA PIEMONTE
BIELLA
SIPS BIELLA
C/O PEGORARO RENATO - VIA CAIROLI,
94 - GAGLIANICO - 0152543417 3381073006
DAL 25 AL 31 MARZO
SU CINGHIALE
BOSCO DEL PRINCIPE (PZ)
SIPS POTENZA - C/O VACCARO
MICHELE - VIA PAGLIARONE, 48 MARSICONUOVO IN COLL. GRUPPO
CINOFILO LUCANO
28/29/30 MARZO
CAC SU LEPRE
2° TROFEO DEGLI ETRUSCHI
CAPOLIVERI (LI)
SIPS ISOLA D’ELBA - C/O SIGNORINI
GRAZIANO - LOC. CAPITORSOLA, 9 CAPOLIVERI - 335671522
30/31 MARZO
CAC SU LEPRE
PIAN LAGO (CS)
SIPS VIBO VALENTIA - C/O CIPIANO
MARIO - VIA G. MERCALLI, 41 - VIBO
VALENTIA - 0963992320
CAC SU LEPRE
2° TROFEO ATC SINISTRA PIAVE
PIAVE (TV)
SIPS DI TREVISO - C/O FOSSALUZZA
SANDRO - VIA MAZZOLE’, 23/B - BREDA
DI PIAVE - PER ISCRIZIONI FOSSALUZZA
339/6032738
CAC SU LEPRE 5° TROFEO REMO
TEMPERINI
TRISSINO (VI)
SIPS DI VICENZA - C/O MEGGIOLARO
RENATO - VIA TRENTO, 58 COSTABISSARA - PER ISCRIZIONI
FRIGHETTO STEFANO 0445963660
31 MARZO
CAC SU LEPRE
VERRAYES E SAINT DENIS
SIPS AOSTA - C/O PERRET NICOLE F.NE GIRADAZ, 5 - CHARVENSOD - TEL.:
333/483532
CAC SU LEPRE
BIELLA
SIPS BIELLA - C/O PEGORARO RENATO
- VIA CAIROLI, 94 - GAGLIANICO 0152543417 - 3381073006
5
Andrea Cataldi con Antonio Antolini
trofeo
Trofeo Marche 2012
Il 22 aprile 2012 si è svolta a Fiordimonte (MC)
la finale del Trofeo Marche Categoria Mute.
Hanno partecipato i primi cinque classificati
provenienti dall’eliminatoria regionale delle
Marche, che avevano ottenuto i migliori punteggi cumulativi nelle varie prove provinciali.
Le mute finaliste sono state quelle di:
- Cataldi Cleto con Reno-Flora-Flay-SuraAlba
- Generotti Carlo con Iona-Lara-Birba-Gildo
- Tinti-Pedini con Ciro-Sara-Tina-Ambra-Mora
- Cataldi Andrea con Mark-Mary-KimbaSciani-Bricca
- Dori Gianluca con Rocco-Sara-Isa-Lia
Per la categoria coppie le finaliste sono state
quelle di:
- Fossa Angelo con Luna-Laika
- De Carlonis con Gino-Lola
- Benigni Giuseppe con Gim-Tosca
- Tarabelli Giuseppe con Giulia-Tromba
- Zandri-Landini con Rambo-Brina
Per le mute il Trofeo Marche è stato assegnato
alla muta di Andrea Cataldi con la qualifica di I°
ECC ed assegnazione del C.A.C. al soggetto
Mark; al secondo posto con II° ECC la muta
di Carlo Generotti.
Per le coppie la finale si è svolta il 21 aprile
e il Trofeo è stato assegnato alla coppia del
signor De Carlonis.
Vincenzo Ferrara
31
Andrea Cataldi premiato da Sandro Pacioni,
alle loro spalle Maurilio Mandolesi
e il Presidente della SIPS
di Ascoli Venturino Vagnoni
De Carlonis con i suoi fulvi
le nostre razze
Il Segugio Maremmano e la moda
Un gruppo di appassionati Maremmanisti
32
Cari amici e cari colleghi segugisti,
è giunta l’ora di iniziare a formulare
qualche riflessione sul segugio
maremmano.
In verità già nel n. 96 della nostra
rivista Federico Cenci ha già intelligentemente fatto autocritica essendo un “maremmanofilo” riguardo
all’aspetto morfologico della razza.
Infatti, lui ha giustamente sottolineato l’esistenza di un buon numero di
segugi Maremmani che non dovrebbero assolutamente essere utilizzati
come riproduttori proprio per evitare
la generazione di soggetti morfologicamente discutibili.
La Prosegugio ha svolto un grande
ruolo e ha speso molte energie per
ottenere il riconoscimento di questa
razza; non vanifichiamo tutto questo lavoro perché presi dall’enfasi
di avere per forza e ad ogni costo
un Segugio Maremmano in casa
soltanto perché così identificato sul
suo pedigree.
Personalmente sono dell’avviso che
è ancora peggio avere in casa un
cane che, ancorché anagraficamente identificabile e morfologicamente
come un segugio Maremmano, non
lo sia minimamente per le attitudini
cinofile.
Il fatto è che la razza da sè sola non
basta,se poi oltre ai già lamentati
difetti morfologici,evidenzia anche
notevoli punti deboli nel lavoro.
L’origine di questo nobile cane, oggi
riconosciuto come segugio Maremmano, non può essere sminuita
dall’incompetenza di coloro che ne
vogliono fare un uso strumentale
per fini speculativi; non possiamo
sminuire in questo modo il lavoro e
la sagacia dei nostri predecessori
che nei secoli hanno saputo custodire il seme di questa razza per
trasmetterla fino a noi.
Se le doti cinofile che contraddistinguono questo segugio sono note
a tutti noi e che per questo è stato
ottenuto il riconoscimento della razza, lo dobbiamo proprio agli sforzi
compiuti da loro in passato e dalla
Prosegugio oggi.
E’ bello sentire parlare del risveglio
della passione di allevare anche per
effetto del riconoscimento di questa
razza e del segugio dell’Appennino,
anch’esso costato molti sacrifici
alla nostra Società, ma sarebbe
ancora più bello sentir parlare delle
soddisfazioni che questa razza è in
grado di trasmettere per effetto del
proprio lavoro.
Tuttavia, non potrà esserci mai un
buon risultato in questo senso se
oltre al miglioramento morfologico
della razza non si tenti di migliorarne
anche la selezione attitudinale.
Purtroppo oggi non si sta curando
questo aspetto; si sta curando la
Moda per il segugio Maremmano, di
quello così anagraficamente iscritto.
La Moda sta facendo perdere di vista il vero valore del segugio, quello
dell’attitudine al lavoro, evidentemente spinti da una finalità diversa
da quella per la quale i nostri avi
l’hanno tramandato sino a noi.
L’attitudine al lavoro non si migliora
generando soggetti che, non per
colpa loro, non sono degni di portare il nome di segugio Maremmano;
si migliora con una selezione seria
e rigida.
Purtroppo si registrano fenomeni
che, anche durante le prove di lavoro, mettono in serio pericolo questo
delicato aspetto selettivo; alcuni
giudici attribuiscono valutazioni eccellenti a soggetti o mute che non
lo meritano affatto.
Queste valutazioni a volte vengono
suggerite dalla semplice appartenenza a questa razza e gli allevatori,
o come meglio sono stati definiti, i
“microallevatori”, vengono illusi della bontà o addirittura dall’eccellenza
del loro lavoro.
Personalmente sono convinto che
esistono eccellenti soggetti appartenenti a questa razza, sia sotto
l’aspetto morfologico che quello
attitudinale ma sono veramente
pochi quelli che possono fregiarsi di
valutazioni di massimo livello.
Forse, anche per rispettare i nostri
avi, faremo bene a spegnere un pochino i riflettori sulla razza e iniziare
a puntarli sulla selezione vera dei
soggetti ad essa appartenenti; questa razza, così come tutte le razze,
non ha bisogno di pubblicità ma di
severità nei giudizi di chi è titolato
ad esprimerli.
L’allevatore o il microallevatore che
dir si voglia, se sta facendo un buon
lavoro selettivo è giusto che venga
premiato dai risultati obiettivi, ma colui che sta sbagliando è giusto che
ne venga reso edotto, altrimenti non
staremo facendo il bene di questa
razza ma ne staremo decretando il
declino.
Non è questo che vogliamo!
Tutte le razze da seguita meritano
di essere allevate e migliorate; soprattutto di essere selezionate sotto
il profilo attitudinale.
Ritengo che questa sia la vera
missione della Prosegugio; per la
pubblicità esistono altri veicoli.
Stiamo parlando di un cane che
annovera tra le sue doti migliori il
coraggio nell’abbaio a fermo e l’instancabilità alla fatica.
Non possiamo pretendere di più da
questo ausiliare.
E’ noto a tutti che l’accostamento
e l’inseguimento non sono le sue
doti innate, ragione per cui non
dobbiamo sforzare su questo fronte
altrimenti rischiamo di stimolare la
fantasia e far credere, magari, che
quelle lunghe scanizzate prodotte
da quei soggetti che stiamo criticando siano dei lunghi accostamenti o
degli incalzanti inseguimenti senza,
peraltro, saperne distinguere le di-
verse ed emozionanti fasi.
Evitiamo, dunque, come già giustamente sottolineato da altri, di
continuare a stimolare l’allevamento
e la riproduzione di soggetti che non
fanno altro che amplificare i difetti
evidentemente rilevati.
Questo segugio, ancorché già
storicamente allevato e selezionato, viene definito razza “novella”,
evidentemente per il suo recente
riconoscimento, rafforzato anche
dalla creazione di un suo Club: siamo ancora in tempo per rimediare.
Giovanni Petrucci
Mino Cupini con Celentano
33
attualità
Le problematiche della caccia in montagna
Soggetti di
Massimo Rosa
di Padova
34
Non oso pensare a ciò che direbbero i cacciatori d’altri tempi
se ritornassero su questa valle di
lacrime. Loro pagavano la licenza
ed andavano a caccia tutti i giorni
sulla montagna che conoscevano
meglio del loro orto. Il sabato sera
si ritrovavano nelle osterie per raccontare ognuno la propria storia. Ne
avevano di aneddoti con cui incantare gli amici e per apparire originali,
attingevano spesso dalla fantasia.
Alcuni fecero in tempo a sperimentare la novità delle due giornate di
silenzio venatorio e non fu cosa
gradita, ma si adeguarono perché
gli esperti avevano assicurato che
così la selvaggina sarebbe durata
per tutta la stagione. Comunque sia,
ebbero la fortuna di cacciare prima
che l’attività venatoria passasse dal
suo habitat naturale alle scrivanie
per poi essere gestita da chi, pur
non distinguendo un merlo da un
corvo, decide su tutto. Con l’acuirsi
della crisi economica lo Stato italiano ha pensato bene di ottenere
il massimo dai seguaci di Diana.
Sotto la spinta degli ambientalisti,
nati come funghi, in seguito alla demonizzazione della caccia da parte
degli organi d’informazione che
dipingono i cacciatori come degli
spietati assassini, ha ristretto le zone
venatorie e aumentato a dismisura
tasse e balzelli vari, costringendo i
cacciatori più poveri e più veri ad
appendere il fucile al chiodo. Ormai
la caccia è aperta e, come sempre,
la confusione regna sovrana. Le cinque giornate di caccia al capanno,
con la ridda di notizie e smentite
sull’eventualità che fossero ridotte
a tre. La riduzione dell’orario, come
se invece di una battuta di caccia
si trattasse di un turno di lavoro. Le
nuove regole per la caccia di selezione, sempre più assillanti, come
se non fosse abbastanza umiliante
andare sul posto accompagnati
come scolari in passeggiata, e farsi
indicare dal maestro il selvatico a
cui sparare. E per finire la più nefasta delle decisioni: vietare l’uso del
segugio per la caccia al capriolo. A
questo proposito ritengo doveroso
scomodare Darwin che in tempi
non sospetti sentenziò che l’uomo
deriva dalla scimmia. Per giungere
a questa conclusione, e soprattutto
divulgarla, egli dovette, battersi
contro la chiesa che allora, come
oggi, rappresentava uno dei rami
del potere.
Tutto questo non centra nulla con
i problemi della caccia, direte voi,
ed avete ragione però mi permette
di fare un paragone. Sull’origine
dell’uomo ci furono, e ci sono tuttora
versioni contrastanti, ma su quella
del cane vi è la certezza assoluta: il
migliore amico dell’uomo discende
dal lupo.
Il lupo ed il segugio cacciano nello
stesso modo dall’alba dei tempi.
Cacciano in gruppo e, come i licaoni
e le iene, inseguono le prede fino a
sfiancarle. In pratica la caccia con il
segugio è la più antica e la più vera
di tutte quelle che si praticano con
il cane. Avete mai sentito un ambientalista o un membro del W.W.F.
che protesta per le crudeltà che si
consumano ogni notte nella savana
e nella taiga? Eppure le immagini
cruente di certi documentari ci hanno mostrato le prede, ancora vive,
divorate dai predatori che strappano
loro le interiora. Già ma questo fa
parte dell’equilibrio della natura, ti
risponderanno gli acculturati, paladini dell’ambiente. Certo, senza i
carnivori gli erbivori crescerebbero
a dismisura fino a diventare così
numerosi da coprire tutti i pascoli e
quando l’erba non basta più la morte arriverebbe per tutti. Vorrei che
qualcuno mi spiegasse cosa c’è di
diverso fra gli ungulati della savana
africana, della taiga russa e quelli
delle nostre montagne. Una differenza c’è: sulle nostre montagne non ci
sono predatori naturali in grado di
regolare il numero degli ungulati e
quindi il compito spetta ai cacciatori.
Tutto questo avviene dopo i censimenti primaverili, effettuati dalle
guardie provinciali in collaborazione
con i cacciatori. La caccia al capriolo
con il segugio dura poco, a volte
la quota di capi assegnata ad ogni
singola riserva si raggiunge nella
stessa domenica d’apertura. Resta
da capire se le nuove restrizioni
dipendano da direttive europee o
se sono delle scelte precise di chi
predilige la caccia di selezione ed
ha deciso di spalmarne il periodo
per tutta la durata della stagione.
Nel secondo caso si tratterebbe di
una prevaricazione nei confronti di
migliaia di cacciatori che allevano
con sacrificio e passione questo
cane nobile e antico. Per concludere, non vedo un grande futuro per la
caccia in Italia e temo che i giovani
cacciatori punteranno sempre più
verso l’estero, dove c’è più selvaggina, meno burocrazia e la gente non
si fa influenzare dalla Brambilla di
turno. A proposito, chissà se quella
signora bionda, tanto buona e tanto
dolce da baciare e accarezzare i
cuccioli di beagle (bigol), sa che
quelle simpatiche bestiole sono dei
segugi che da adulti cacciano in
gruppo e quando raggiungono la
preda la uccidono a morsi. Chiudo
con un appunto alle associazioni
venatorie che lottano ognuna per
proprio conto, per i propri interessi
e per aumentare i propri iscritti, e
intanto la caccia in Italia, quella vera,
sta morendo.
Renzo Cappozzo
Scrittore veneto
Soggetto di
Marco Rossi premiato
col C.A.C. in classe lavoro
al Raduno del Campionato Sociale
di Brescia 2012
Un soggetto di Piero Zanardi
35
tecnica venatoria
Dall’iniziazione del cucciolo alle prove
La muta di Porcelaine di Farneti-Petrucci
36
Chi si dedica all’addestramento
dei cuccioli sa quanto è positivo
il contatto iniziale con il coniglio o
con le lepri allevate in cattività. Vale
solamente per iniziare il novello
scolaro.
Insistendo con questo tipo di addestramento, però, si possono causare dei seri problemi al cucciolo.
Il primo è quello di farlo abituare a
cacciare a testa alta, visto che prima
o poi nel piccolo recinto una lepre
partirà alla sua vista.
La frequentazione assidua dei recinti
fa spesso tagliare l’inseguimento dei
giovani allievi, il percorso di fuga dei
selvatici in cattività è quasi sempre
lo stesso e una volta abituati al gioco, il danno è fatto.
L’addestramento in piccoli recinti
va bene solo per i primi contatti
tra cucciolo e lepre, poi bisogna
assolutamente portare il neofita in
territorio libero, dove la lepre attua
tutte quelle complessità di tragitti e
di difese che rendono interessante
la sua caccia, dove solo con l’applicazione e con il naso attaccato
all’usta riuscirà a scovare ed inseguire l’orecchiona.
Importantissimo è il contatto fisico
con il cucciolo, specialmente nei
primi mesi di vita; in quel periodo
si crea quel legame fondamentale
che ne segnerà positivamente il
carattere.
Pare che il contatto fisico tra padrone e cucciolo faccia secernere un
ormone, in quest’ultimo, che genera
fiducia e che favorisca la formazione
di un carattere gioioso, festoso.
Il genere di carattere che tutti i segugisti vorrebbero che avessero i
loro cani.
Tutti i segugi che vivono liberi ed in
contatto quotidiano con i padroni
hanno, quasi sempre, un carattere
affettuoso e senza timori o paure.
Solo quando, dopo estenuanti
allenamenti e duro addestramento, sono arrivati al punto di saper
svolgere tutte le fasi della cacciata,
possono essere condotti alle prove.
Lì, singoli, coppie e mute dovranno
svolgere, in egual maniera e con
correttezza e rispetto degli animali
non oggetto della prova, l’azione
completa richiesta dal regolamento.
Anzi, prima di accedervi i loro con-
duttori dovrebbero conoscerne il
contenuto, per evitare di rendersi
ridicoli davanti al pubblico, con
contestazioni banali e prive di fondamento.
Il singolo svolgerà tutto il lavoro da
solo, la coppia e la muta prevedono
soggetti complementari, con soggetti eccelsi in una o più fasi previste
dalla prova.
Evitare commenti da “Bar dello
sport” è sempre richiesto ed educato, non denigrare il lavoro svolto dai
concorrenti della batteria.
Prima di accedere alle prove, bisogna aver assistito più volte da osservatore, aver rubato con gli occhi
i metodi e le capacità dei dresseurs
professionisti nella gestione dei
propri ausiliari.
Percepire le differenze nello stile
delle varie razze di segugi, capire
che anche se il risultato finale è lo
stesso, lo stile di razza di un Gascon
è completamente diverso da quello
di un Segugio dell’Appennino.
Non farsi prendere dall’agitazione
dovuta allo scorrere implacabile del
tempo trascorso, la concentrazione,
la freddezza e la razionalità hanno
sempre premiato gli atleti migliori.
Non comportarsi come comuni
cacciatori ossessionati dallo scovo
della lepre, prima di questo ci sono
ben due fasi importanti: la ricerca
della passata e l’accostamento. Poi
la seguita.
Sapere che, purtroppo, alcune giornate sono negative per l’olfattazione
e che 45 minuti non sono sufficienti
per riuscire ad ottenere il risultato
sperato.
Bisogna accettare il responso del
giudice perché nessuno ci obbliga
a partecipare alle prove, in quel
momento è lui il valutatore, ha
ottenuto dopo un estenuante percorso di apprendimento l’incarico
di rappresentare l’ENCI con i suoi
regolamenti nelle prove.
Un comportamento irriguardoso nei
confronti dei giudici compromette il
clima dell’intera manifestazione ed
essendo una festa comune dedicata
a tanti concorrenti, spettatori e organizzatori, non può essere rovinata
da un singolo che dissente, spesso
per incompetenza, dal difficile ruolo
da essi prestato.
Nelle prove, oltre che la preparazione dei cani e dei concorrenti, non
dimentichiamo che necessita la
terza cosa, la fortuna, senza di essa
si ritorna, nonostante tutto il resto,
a mani vuote.
Pietro Antonio Mendicino
Un soggetto di Pietro Mendicino
37
le nuove leve
Le nuove leve
mantenere il più possibile la calma
durante la conduzione dei segugi
nelle prove e nella caccia.
Questi cani sono molto sensibili e
riescono a riconoscere l’agitazione
e l’ansia dei loro conduttori.
Nelle fasi più difficili della risoluzione di falli e grovigli, il silenzio
e la calma devo categoricamente
imperare.
Le situazioni, i passaggi difficili richiedono la concentrazione dei segugi, anche una sola parola detta
dal conduttore può rivelarsi fatale
per l’intera riuscita della prova.
Il confronto con l’atleta è calzante, la prestazione del performer
si conclude positivamente solo
dall’associazione tra un grande
allenamento e una perfetta dominanza dell’ansia.
Importante il rispetto dei giudici e
dei concorrenti, prima di lanciarsi
in accuse e invettive contro chi
analizza e controlla, ricordarsi
che esiste un codice deontologico che va sempre assolutamente
rispettato.
38
Franco Canil con Falco e Ronda
Con grande piacere voglio dedicare uno spazio della nostra rivista ai
giovani emergenti ed appassionati
dei cani da seguita.
Negli ultimi tempi alcuni giovani
segugisti si sono distinti conquistando ottimi risultati con i propri
Segugi in importanti manifestazioni.
Solo loro potranno assicurare una
prosecuzione della nostra amata
attività, la speranza della SIPS è
quella di poter avere dei giovani
segugisti preparati e competenti
che tramite un comportamento
corretto e saggio dovranno diventare le colonne portanti dell’Associazione.
Un consiglio importante che intendo dare ai giovani è quello di
Nella categoria coppie, al Campionato Italiano della SIPS 2012
svoltosi a Sigillo (PG) si è imposto il giovane Franco Canil di
Treviso. Lo conosco personalmente, la sua passione per i Segugi è
molto grande, dedica ad essi tutto
il poco tempo che la sua attività
professionale, molto intensa, gli
lascia libero.
Ama i Segugi Italiani a pelo forte
fulvi, ne ha parecchi e di buona
qualità.
Falco, Campione Italiano di Lavoro
di Franco Canil
tante altre prove importanti.
Ha portato all’ambito titolo di
Campione Italiano di Lavoro il suo
pupillo Falco.
Quando ne parla è evidente l’affetto che manifesta al bravissimo
segugio che gli ha dato tante
soddisfazioni.
Non meno brava è la femmina Ronda, in prova concorre con Falco.
Entrambi soggetti concreti ed efficaci, riescono spesso ad ottenere
ottime qualifiche in prova.
L’augurio che faccio a Franco è
quello di perseverare con la passione che dimostra e di migliorare
sempre.
Andrea Cataldi e la sua muta
Con essi ha vinto molte manifestazioni, la più importante appunto
il Campionato Italiano della SIPS
2012, il secondo posto nella cate-
goria coppie al Campionato Italiano della Federcaccia 2012.
Si è aggiudicato anche il Campionato Italiano della Liberacaccia e
Andrea Cataldi ha un cognome
molto noto nella cinofilia italiana,
il padre Luigi è noto sia come conduttore che come giudice di cani
da ferma, lo zio Cleto ha più volte
ottenuto grandi risultati nell’attività
segugistica.
Sicuramente i geni non mentono,
ed anche se oggi i giovani per la
maggior parte amano essere degli
sparatori, Andrea si è appassionato ai cani da seguita.
Ha costretto più volte la madre e
la zia, quando ancora non aveva
la patente, ad accompagnarlo
in montagna ad allenare i cani,
solo genitori che hanno sempre
respirato aria di cinofilia potevano
assecondarlo!
Ma oggi, a poco più di 18 anni, ha
la patente ed anche la licenza di
caccia, può fare da solo.
Ha deciso di allevare dei Segugi
Italiani fulvi a pelo raso, seguendo la moda e trascurando quelli
dello zio Cleto che avrebbe potuto
aiutarlo, fornendogli degli ottimi
nero focati.
Ha creato una bella muta di soggetti molto tipici e si diletta ad
allenarli e condurli nelle prove.
Quest’anno l’ho incontrato più
volte alle manifestazioni, ha un
modo di porsi da ragazzo veramente educato, silenzioso, attento alle discussioni che riguardano
i cani da seguita, con una grande
volontà di partecipare, far bene e
vincere.
Ha ottenuto già delle bellissime
qualifiche con la sua muta, non ultima l’aggiudicazione del I° Trofeo
delle Marche, che ha avuto come
partecipanti personaggi molto
conosciuti della cinofilia nazionale
e locale.
Ad Andrea auguro un grande futuro di successi e la capacità di
sapersi confrontare con la stessa
passione dimostrata fino ad ora,
ha le caratteristiche e le possibilità
per farlo.
Vincenzo Ferrara
39
parere tecnico-veterinario
Parere tecnico circa il divieto di praticare
il taglio della coda nel Segugio Maremmano
Prof. Carlo RENIERI - Scuola di Scienze Ambientali - Università degli Studi di Camerino
Due soggetti tigrati di Paolo Cucini
40
1) LA VARIABILITA’ DEL CARATTERE “CODA” NEL CANE.
In molte specie animali domestiche (cane, pecora, capra, suino,
ecc.) esiste una variabilità naturale
della lunghezza della coda, dovuta
al variare del numero di vertebre
coccigee.
Tale variabilità è frutto della domesticazione, cioè è l’uomo che ne ha
provocato la variazione, attraverso
le sue scelte selettive.
Nel cane la situazione è la seguente. Nel lupo grigio, progenitore
selvatico del cane, la coda è lunga,
essendo costituita da almeno 22
vertebre coccigee. Tale numero
sembra conservato in tutte le 18
sottopopolazioni descritte all’interno della specie. Nel cane, invece,
la coda può essere più o meno
lunga, potendo variare in maniera
naturale il numero di vertebre coccigee da 6 a 23. Inoltre, mentre nel
lupo la coda è sempre diritta, nel
cane può essere diritta o arricciata.
Questa variazione testimonia che LA
LUNGHEZZA DELLA CODA NON
RAPPRESENTA UN CARATTERE
FONDAMENTALE NEL MANTENIMENTO DELLE CARATTERISTICHE
IDEALI DELLA SPECIE, apparendo
la coda lunga un residuo dello stato
selvaggio dell’animale, poco correlato alla condizione del cane come
animale domestico.
2) IL MODELLO GENETICO.
Negli anni 30, Whright ha realizzato
varie esperienze di selezione nel
topo volte a far variare la lunghezza
della coda attraverso l’aumento
o la riduzione del numero delle
vertebre coccigee. Il successo di
tali esperimenti gli ha permesso di
formulare la teoria, tuttora valida,
della lunghezza della coda come
“carattere quantitativo a soglia” (in
questo caso, con più di una soglia,
in funzione del numero di vertebre
coccigee). Si tratta dello stesso
modello che spiega il numero di
nati a parto nelle specie prolifiche,
l’esistenza di vari gradi di gravità di
una malattia multifattoriale (diabete,
patologie cardio-vascolari, displasia
dell’anca, ecc.). Il modello genetico
è così spiegabile:
- esiste una grandezza sottogiacente, detta “predisposizione”,
risultato dell’interazione tra vari
geni (anche centinaia) e fattori
non genetici (sia endogeni che
esogeni,ad esempio l’alimentazione), che determina la possibilità per l’ animale di avere un
determinato numero di vertebre
coccigee;
- la predisposizione è una grandezza che si distribuisce in maniera
continua e normale (distribuzione
di Gauss o a campana);
- lungo questa distribuzione, esiste un punto, detto “soglia”, che
fa sì che l’interazione tra i geni
e i fattori non genetici facciano
aumentare o diminuire di una
vertebra coccigea la coda;
- lungo la distribuzione esistono
varie soglie, tante quante sono
le vertebre coccigee stesse.
Accoppiando topini con il numero
massimo di vertebre, Whright vedeva comparire, dopo alcune generazioni, animali con una vertebra in
più. Accoppiando tra di loro questi
animali, dopo alcune generazioni,
Whright vedeva comparire animali
con un’altra vertebra in più, e così
via. Naturalmente esiste un limite
a tale aumento, limite iscritto nel
genotipo dell’animale. Lo stesso
ovviamente avveniva all’inverso, per
accorciare la lunghezza.
LA CODA PUO’ ESSERE ACCORCIATA, RIDUCENDO IL NUMERO
DI VERTEBRE, ATTRAVERSO LA
SELEZIONE. Un programma del
genere può essere messo in pratica,
naturalmente, solo se nella razza
esiste una naturale variazione del
numero delle vertebre.
3) IL PROBLEMA BIOLOGICO.
Nel cane, sole le prime 3 o 4 vertebre coccigee appaiono perfettamente costituite e complete; il loro arco
porta tutti i processi ben sviluppati.
Nelle successive l’arco neurale si
riduce e dalla VIII-IX vertebra persiste solo il corpo. Dalla V-VI vertebra
si sviluppa anche l’arco emale che,
comunque, è completo solo in 2-3
elementi.
Nel canale vertebrale, LA CAUDA
EQUINA TERMINA ALLA 5° VERTEBRA COCCIGEA. LA DURA
MADRE FORMA IL LEGAMENTO
COCCIGEO A PARTIRE DALLA 6°
VERTEBRA COCCIGEA.
Un accorciamento della coda non
sembra perciò avere ripercussioni
particolarmente gravi per l’animale
e l’esistenza di popolazioni canine
normalmente a coda corta, come
frutto della selezione, ne è prova
indiretta.
Un taglio della coda che avvenisse a
livello della VIII-IX vertebra coccigea
non coinvolgerebbe né la cauda
equina né la componente ematica, e
quindi non ha alcuna ripercussione
sull’animale, tanto meno di ordine
neurologico.
Da quanto detto si può concludere
che la coda sembra avere, nel cane,
più funzione nel regolare il movimento dell’animale, cooperando
con la testa a stabilire il baricentro
dell’animale in movimento, che non
come continuazione dell’attività
spinale. La sua variabilità, prodotta
dalla selezione umana, sembra perciò spiegata dalla necessità di BEN
EQUILIBRARE L’ANIMALE NELLO
SVOLGIMENTO DELLE SUE FUNZIONI DINAMICHE.
4) IL PROBLEMA ZOOTECNICO.
Nei cani da caccia, qualsiasi sia la
loro specializzazione (ferma, ecc.),
l’accorciamento della coda è spesso
un intervento necessario se si vuole
salvaguardare la funzione della
razza stessa.
Una coda lunga può rappresentare,
infatti, un impaccio notevole per
l’animale e una riduzione della sua
capacità di svolgere la funzione in
ambienti naturali difficili
Il segugio maremmano in funzione delle sue specifiche attitudini
venatorie necessita, più di ogni
altra tipologia di cane da caccia,
della caudotomia neonatale come
intervento preventivo per il suo benessere futuro.
L’habitat del selvatico prediletto da
questi segugi, è ricco d’intricatissimi
cespugli composti da terribili spinai,
(Calycotome spinosa e villosa, Smilax aspera, Paliurus spina-christi,
Rubus ulmifolus et...) capaci di procurare abrasioni e ferite sulla coda di
questi intrepidi cani da seguita che
braccano i loro irsuti antagonisti per
ore. Se si considera che una della
principali caratteristiche attitudinali
di questi ausiliari sia mantenersi
costantemente a ridosso del selvatico anche nelle macchie più fitte e
impraticabili, è facile intuire quali
sofferenze potrebbero subire questi
ausiliari se venissero impiegati nei
terreni sopra descritti con la coda
lunga.
La valutazione, poi, che la caudotomia nel segugio maremmano,
sia una necessità strettamente
funzionale all’utilizzo della razza
su cinghiale, la si può riscontrare
anche nell’analisi storica di pitture
dell’ottocento e fotografie di inizio
secolo, che ritraggono scene di
caccia in cui si impiega questo cane.
Nei quadri di pittori macchiaoli e foto
d’epoca, i segugi maremmani raffigurati in azioni di caccia al cinghiale
in terra di maremma sono sempre
rappresentati con la coda corta o
“mozza”. Certo appare inverosimile
pensare che, nell’ottocento o tanto
meno ad inizio 900, si perpetrasse
il taglio della coda per motivi diversi
da quello di non recare danno al
cane, che portato a caccia nella
macchia, senza avergli praticato la
caudotomia, sarebbe incappato, in
una sicura necrosi caudale indotta
da continuo sanguinamento. La lungimiranza e la sensibilità di coloro
che stilarono lo standard morfologico del segugio maremmano fu tale
da accettare questi cani in entrambe
le versioni, sia con coda lunga sia
con coda recisa, e ciò nell’ottica
del benessere animale ci pare assolutamente sensato e corretto. Se
difatti un segugio maremmano non
venisse impegnato nell’attività venatoria, non vi sarebbe alcun motivo di
sottoporlo al taglio della coda.
In tal senso possiamo affermare che
lo standard morfologico del segugio
maremmano è certamente quello
che ha meglio recepito le direttive
della convenzione di Strasburgo, subordinando lo standard, e dunque
l’estetica, al benessere dell’animale.
5) IL PROBLEMA IGIENICO.
Anche se in mancanza di dati epidemiologici adeguati, si può ritenere
che nel Segugio maremmano, come
nelle altre razze canine da caccia,
che operano in ambienti naturali
spesso difficili, la coda lunga possa
essere facilmente oggetto di traumatismi e di lesioni che possono
determinare patologie anche gravi. Il
veterinario dovrebbe perciò sempre
consigliarne la riduzione.
In conclusione, MANCANDO OGNI
CONTROINDICAZIONE BIOLOGICA
ED ESSENDO FORTEMENTE CORRELATA ALLA FUNZIONE DELLA
RAZZA, IL TAGLIO DELLA CODA
DOVREBBE ESSERE PERMESSO
NEL SEGUGIO MAREMMANO, ALTRIMENTI SE NE METTE A RISCHIO
LA FUNZIONALITÀ, PROVOCANDO
UNA REALE DIMINUZIONE DELLA
SUA EFFICIENZA FUNZIONALE.
41
le nostre razze
42
Esploratore, ovvero come sopravvivono le razze
Esploratore nasce il 28 febbraio
2011, dalla mia Trilli, linee lepraiole
di Suzzi da Palazzuolo x quelli di
Bartolini da Cà di Lugo, coperta
da Monti, figlio del Brill di Luciano
Incerti da Reggio, assieme a sei
fratelli ed una sorella. I cuccioli sono
tutti molto vitali, ma già a 20 giorni
lui si distingue per la mobilità e l’intraprendendenza: esce per primo
dalla cesta e, invece di guaire non
sapendo rientrare, esplora la stanza
in lungo e in largo, da ciò il nome.
Anche i fratelli sono sopra le righe,
tanto che uno lo chiamo Thor per
la sua potenza, un altro Ferro per
la caparbietà, agli altri, più normali,
affibbio nomi normali o banali, come
Nera all’unica femmina, nero focata,
che sono poi costretto a ribattezzare
Raska (Diavola) per la distruttività
e la vivacità, per fortuna accompagnate da ubbidienza e intelligenza.
Nella stessa tavernetta, loggetta e
giardino ho allevato cucciolate di
varie razze, solo delle passeggiate in confronto alla fatica causata
dall’incontenibiltà di questi segugetti
dell’Appennino/Lepraioli Italiani, per
cui a 60 gg , mi libero di tutti i maschi
e inizio a riparare i danni. Li vendo a
malincuore, soprattutto Esploratore
che è la fotocopia della madre sia
per il tipo che per gli atteggiamenti
e la vitalità, così penso di regalarlo
all’ amico Capirossi, grande cacciatore ed esperto addestratore,
che frequento spesso, per cui potrò
averlo sott’occhio.
Quando glielo porto, vorrebbe
pagarmelo, ma io rifiuto e, alle sue
insistenze, gli dico: “Se diventa
campione, mi darai ... 000 euro!” Mi
risponde di sì con un sorriso divertito, oggi ci penserebbe su due volte,
ne sono certo, ma non è questo di
cui voglio parlare perché la riuscita
Due soggetti di Alessandro Contri
di un segugio ed il conseguimento tore dunque si trova al lato opposto
di un titolo dipendono da numerose a quello delle tentazioni, quindi non
varianti.
un’alta e robusta recinzione lo divide
Dopo un mese passo a rivederlo e dall’oggetto del desiderio, bensì
lo trovo a spasso per l’aia e Piero tre. Piero è tranquillo: hanno difeso
mi racconta: “La prima notte che per anni le virtù delle sue seguge
me l’hai lasciato, è scappato dal da generazioni di maschi di tutte
box dei cuccioli e si è sistemato nel le razze infoiati come la decina di
magazzino, sloggiando il vecchio attuali, adulti nel pieno delle forze,
cane di casa”. Neppure quelli degli atletici e furbi. Il cucciolone dell’Apadulti lo contengono, né i numerosi pennino però supera i tre ostacoli e
lavori alle reti metalliche ed ai tetti, si accoppia anche con una cucciola
solo con l’addestramento e la caccia di ariegiois tra gli scagni di rabbia e
sembra calmarsi un po’ poiché, già di frustrazione degli altri, fortunataa sette mesi, lavora nonostante la mente non rimane gravida, ma poco
siccità con gli adulti, dall’attacco alla importa. Quello che conta è che il
pastura al termine
della seguita, non
negandosi anche
qualche lunga
sgambata dietro
ai caprioli. Con
la fine della caccia ricominciano i
problemi, ma pian
piano il canile viene reso a prova
di fuga, finchè le
femmine cominciano ad andare
Leccio di
in calore. EsploGiovanni Mancinelli
ratore a 10 mesi
riesce a forzare il
suo box e quello
di una bella segugina dell’Appennino di 18 mesi,
ingravidandola.
Viene sistemato allora insieme ai lepraiolo ha dimostrato, nell’esplemaschi adulti per evitare il ripetersi tare uno dei bisogni fondamentali
di accoppiamenti indesiderati.
per tutte le specie animali, la riproPiero non è un commerciante per- duzione, di essere decisamente
ché ama tanto i segugi da deside- più idoneo rispetto ai compagni di
rarne sempre di più, da lepre e da canile di altre razze. L’altro bisogno
volpe, per cui il suo canile è molto fondamentale è quello della soaffollato e, essendo un cinofilo “sin- pravvivenza, cioè del procurarsi il
cretista” , - ama cioè tutte le razze- cibo, e viene naturale pensare che
ha segugi italiani a pr e pf, francesi, anche qui Esploratore avrebbe un
beagle e meticci, tutti in attività e vantaggio notevole: se al posto delle
sempre decisamente bravi. I primi femmine ci fosse stato del cibo, chi
due box ospitano i maschi, il terzo l’avrebbe mangiato? E se in futuro in
le femmine, poi ci sono dei box più un assolato mezzogiorno di ottobre
piccoli per i cuccioli, i vecchi, quelli o in una ventosa mattina di novemche vogliono stare da soli; Esplora- bre o in una gelata di dicembre ci
sarà una lepre quasi impossibile
da scovare, chi avrà più possibilità
di farlo? Certo non bastano la determinazione, la prestanza fisica ed
il temperamento per essere grandi
segugi, sono però indispensabili,
condizioni “sine qua non”,
per diventarlo. Il 2011 ha consegnato alla cronaca un’infinità di ex
bravi soggetti, tutti quelli che dopo
un paio d’ore ciondolavano ai piedi
del conduttore, stroncati dal caldo
e dalla carenza di olfattazione,
scoraggiati dagli ormai quotidiani
insuccessi, proprio perché scarsi
di avidità, tenacia e concentrazione,
quindi inutili nonostante il fiuto ed
il metodo magari
eccellenti.
Esploratore è
un’eccezione o la
regola? E, se è la
regola, da cosa
dipende?
Forse lui è un filo
sopra le righe, ma
sostanzialmente tutti i segugi
dell’Appennino/
Lepraioli Italiani,
sono fatti di quella
pasta perché frutto di una secolare
selezione basata
solo sulle qualità
e applicata con
durezza da chi,
coloni e paesani, non poteva permettersi che un solo segugio e, se
non era completo, parco e furbo,
lo mettevano sotto terra. Fossero
stati selezionati con altri criteri,
estetici invece che utilitaristici, o
apparentemente funzionali come
le verifiche zootecniche nelle “conigliere”, causa di tanti campioni
senza valore, non sarebbero certo
quelli che sono: possederebbero
magari un gran fiuto, una bella voce,
uno stile piacevole, coesione ed
eleganza, ma non sarebbero mai
degli “Esploratori”!
Giorgio Zauli
43
dalle sezioni
44
Gemona
assemblea della sezione sips di gemona
Il giorno 16 marzo 2012, presso il
Centro Sociale L.A.S.E.R., si è tenuta l’assemblea Ordinaria annuale
della S.I.P.S. Sezione del Gemonese
con il seguente ordine del giorno:
1)Comunicazioni del Presidente;
2)Approvazione Bilancio consuntivo 2011 e preventivo 2012;
3)Attività ricreative e culturali 2012;
4)Varie ed eventuali.
Apre i lavori dell’assemblea il presidente Angelo Carturan porgendo
il benvenuto a tutti gli intervenuti, ai
quali presenta il Presidente Nazionale Leopoldo Fulvio Ghilardi che
nonostante i molti impegni ha voluto
essere presente. L’assemblea lo
accoglie con un caloroso applauso. Egli ringrazia sentitamente,
aggiungendo che aveva promesso
a Carturan la sua presenza e che le
promesse vanno sempre mantenute, in questo caso, conclude, con
immenso piacere.
Nell’adempiere al primo punto
dell’ordine del giorno Carturan
illustra le più significative attività ricreative e socio-culturali svolte dalla
Sezione nel corso del 2011:
1° maggio - gita culturale a Marano
dove a bordo del battello Santa
Maria si sono ripercorse le antiche
rotte seguite dai navigatori dell’Impero Romano che, con le loro Galee,
trasportavano beni di ogni tipo fra
cui l’oro bianco dell’epoca: il sale.
Gita che nel corso di una sosta nella
città di Aquileia è stata impreziosita
con la visita alla Basilica ed ai siti
archeologici di quella splendida e
storica città, assistiti da una guida
turistica qualificata;
12 giugno - prova di tiro al cinghiale corrente, riservata a tutti gli
iscritti alla SIPS, nella quale sono
stati premiati i primi tre classificati di
ogni categoria (canna liscia e canna
rigata), premiata pure la sezione
che ha ottenuto il miglior punteggio
nonché il premio di una carabina
Browning LongTrac Hunter cal. 3006 assegnato, per estrazione, fra
tutti i partecipanti alla gara;
4 settembre - prova amatoriale di
lavoro per cani da seguita su capriolo nella Riserva di caccia di Resia.
Il Presidente Carturan prosegue
il proprio intervento rispondendo
in merito ad alcune lamentele riguardanti la nuova normativa sulla
caccia agli ungulati con il cane da
seguita. Al riguardo chiarisce che
nel corso dell’iter per la stesura
dell’articolato della legge regiona-
le 6/2008, il segugio ed i seguisti
sono stati fatti oggetto di incessanti
violenti attacchi da parte di ambientalisti e frange di cacciatori che,
a tambur battente, li additavano
con epiteti talmente scandalosi da
essere irripetibili. Tant’è che in quel
periodo lo stesso già Presidente
della regione Friuli Venezia Giulia, Riccardo Illy, in una intervista
sull’emittente televisiva “Tele Friuli”,
ebbe ad affermare «per esempio la
caccia con il segugio, mi dicono
tutti, è qualcosa di estremamente
crudele nei confronti degli ungulati,
perché il cane insegue l’animale
finché questo non viene sfiancato e
finché, addirittura, non gli scoppia il
cuore». Frase probabilmente suggeritagli da quanti avversano il segugio
ed il suo impiego nei confronti degli
ungulati. Per la Prosegugio regionale, aggiunge Carturan, divenne di
conseguenza indispensabile porre
in essere strategie idonee ad arginare tali quotidiani violenti attacchi,
ricercando soluzioni percorribili atte
a rinobilitare una nobile arte quale è
la caccia con il segugio. Premesse
che indussero il Consiglio regionale della Prosegugio a proporre,
all’allora assessore alla caccia Enzo
Marsiglio, che nell’articolato in fase
di costruzione della nuova legge
regionale sull’esercizio venatorio
venissero inserite alcune norme
riguardanti la caccia con il segugio.
Norme oggi contenute negli articoli
7 bis e 7 ter della Legge Regionale
56/1986 che, indubitabilmente,
tutelano sia il segugio e il suo impiego nell’esercizio venatorio, sia il
cacciatore segugista. Dette norme,
per ritenuta opportunità, vengono
di seguito integralmente trascritte.
Articolo 7 bis (abilitazione al prelievo
degli ungulati con cani da seguita).
1. L’esercizio della caccia agli ungulati con cani da seguita è subordinato alla frequentazione di un
apposito corso e relativo esame
abilitativo organizzati dalla Provincia competente per territorio.
2. Le Province organizzano i corsi
entro sei mesi dall’entrata in vigore della legge regionale 6 marzo
2008, n. 6 (Disposizioni per la
programmazione faunistica e per
l’esercizio dell’attività venatoria).
3. Fino alla conclusione dell’annata
venatoria 2008/2009 possono
esercitare la caccia agli ungulati
con cani da seguita i cacciatori
che hanno presentato domanda
di iscrizione ai corsi abilitativi di
cui al comma 1.
4. Possono continuare ad esercitare
la caccia agli ungulati nella forma tradizionale i cacciatori che
praticano tale forma di caccia
da almeno cinque anni come
attestato da idonea dichiarazione
sostitutiva di atto di notorietà del
Direttore della Riserva di caccia ai
sensi dell’articolo 47 del decreto
del Presidente della Repubblica
28 dicembre 2000, n. 445 (Testo
unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia di
documentazione amministrativa),
e, infine, i cacciatori di età superiore ad anni sessanta all’entrata
in vigore della legge regionale n.
6/2008.
Siffatto articolato presenta però un
lacuna che necessita di essere colmata con l’aggiunta, sotto riportata,
che la Prosegugio ha già provveduto ad inoltrare per il tramite di alcuni
Consiglieri regionali.
All’articolo 7 bis della legge regionale 19 dicembre 1986, n. 56 è
aggiunto il seguente comma:
«4 bis. In deroga al comma 1, possono esercitare la caccia agli ungulati
con cani da seguita anche coloro
che non abbiano ancora conseguito
il titolo di abilitazione, purché risultino iscritti all’apposito corso e per
un solo anno dalla prima iscrizione
allo stesso, esclusivamente se accompagnati da persona in possesso
dell’abilitazione all’esercizio della
caccia agli ungulati con cani da
seguita».
Articolo. 7 ter (Altre disposizioni per
il prelievo degli ungulati con cani da
seguita).
1. A decorrere dall’annata venatoria
2011-2012, l’esercizio della caccia agli ungulati è consentito con
cani da seguita di età inferiore ai
due anni o con cani da seguita
di età superiore ai due anni che
hanno conseguito un apposito
attestato abilitativo rilasciato
dalla Provincia in attuazione
dell’articolo 5, comma 1, lettera
e), della legge regionale 6/2008,
superando una prova pratica di
valutazione valida per l’impiego
venatorio su ogni specie selvatica
cacciabile.
2. Sono utilizzabili nella caccia agli
ungulati i cani da seguita già in
possesso di attestato abilitativo
rilasciato dalla Provincia ai sensi
dell’articolo 24, comma 1, lettera
volte, previa regolare domanda del
proprietario, da presentarsi all’Amministrazione provinciale entro 30
giorni dalla data di effettuazione
della prova non superata.
1 quater. L’impiego nella caccia degli ungulati per le prove successive
potrà avvenire solo dopo l’avvenuta
presentazione della domanda di
ripetizione della prova.
1 quinquies. L’impiego nella caccia
degli ungulati di cui al comma precedente è consentito ai soli cani da
seguita per i quali la domanda per
la prima prova sia stata presentata
entro l’età di due anni.
1 sexies. Qualora il cane esaminato abbia conseguito il giudizio
di idoneo nella prova pratica di
valutazione la Provincia provvederà
al rilascio del relativo attestato di
idoneità che avrà validità anche per
Fulvio Ghilardi in mezzo
ad alcuni soci
da seguita e termina con il loro
recupero.
Anche tale articolato non è esente
da lacune che necessitano di essere
colmate e che la Prosegugio ha già
provveduto ad inoltrare per il tramite
di alcuni Consiglieri regionali, che di
seguito si riportano:
Dopo il comma 1. dell’articolo 7 ter
sono aggiunti i seguenti:
1 bis. Nel caso in cui la domanda
per la prova pratica di valutazione
sia stata presentata entro l’età di
due anni del cane da seguita, il medesimo può continuare ad essere
impiegato nella caccia agli ungulati
anche dopo il superamento di tale
età e sino all’effettuazione della
prova suddetta.
1 ter. Il cane da seguita che non
abbia conseguito il giudizio di
idoneo nella prima prova pratica di
valutazione sarà ammesso a ripetere
la prova medesima ancora per due
l’addestramento e allenamento di cui
all’articolo 7.
La speranza è che le integrazioni
riportate diventino norme di legge
quanto prima.
Il Presidente passa quindi al secondo punto dell’ordine del giorno,
approvazione del bilancio consuntivo 2011 e preventivo 2012. Dopo
la lettura dei capitoli delle entrate
e delle uscite, posto a votazione
dell’Assemblea, il bilancio consuntivo è approvato all’unanimità. Il
medesimo iter segue subito dopo il
bilancio preventivo 2012, anch’esso
approvato all’unanimità.
Nell’adempiere al terzo punto
dell’ordine del giorno Carturan illustra le attività ricreative e culturali in
programma per il 2012:
8 luglio - giornata insieme all’insegna dell’amicizia con pranzo a base
di pesce. La giornata sarà organizzata nella struttura festeggiamenti
del Comune di Montenars.
5 agosto - prova di tiro al cinghiale
su sagoma corrente riservata a soci
SIPS come già effettuata nell’anno
precedente in località Rivoli Bianchi
di Gemona del Friuli.
2 settembre - prova amatoriale di
lavoro per cani da seguita su capriolo nella Riserva di caccia di Resia.
Varie ed eventuali.
Alle domande poste da alcuni soci
riguardo le prove di lavoro che in
Friuli Venezia Giulia non si riescono
ad organizzare prima del 15 agosto,
il Presidente Carturan risponde che
ciò rappresenta la nostra grande
nota dolente. Infatti, prosegue, abbiamo la possibilità di addestrare i
nostri ausiliari 365 giorni l’anno e,
paradossalmente, non possiamo
organizzare una prova di lavoro di
qualsivoglia natura prima del 15
agosto. Riferendosi al Servizio regionale competente, aggiunge che
purtroppo non è facile intendersi
con chi proprio non vuole sentire.
Assicura che egli impegnerà sempre
energie alla soluzione del problema.
Sulla problematica interviene il
presidente Ghilardi promettendo il
proprio interessamento per giungere ad una soluzione soddisfacente.
Non essendoci altre domande o
proposte, il Presidente prosegue
con la premiazione di due giovani
leve, Marco Contessi e Ivan Copetti,
con una camicia stilizzata con Logo
della Sezione per l’impegno profuso in occasione della prova di tiro
al cinghiale corrente dello scorso
anno. Alla consegna provvede il
presidente Nazionale Fulvio Ghilardi
che esprime il proprio compiacimento di vedere dei giovani appassionati alla nostra attività.
Il gioviale momento prosegue con
la consegna di attestati di merito ai
soci Agostino Silvestri, Antonio Mansutti, Bruno Moroldo, Danilo Isola,
Fiorenzo Contardo, Franco Simonitto, Nilo Comoretto, Valdi Collutti,
con la motivazione “per una vita di
fedeltà al segugio e alle forme di
caccia che con esso si esercitano”.
Ai soci premiati l’Assemblea dedica
un caloroso applauso, mentre alla
consegna degli attestati provvede
il presidente Ghilardi.
A questo punto il presidente Carturan offre al presidente Ghilardi una
camicia stilizzata con Logo della Sezione, quale segno di riconoscenza
per la partecipazione all’assemblea.
Il presidente Ghilardi ringrazia per il
pensiero e per la bella Assemblea
alla quale con immenso piacere ha
partecipato. Carturan dichiara chiusi
i lavori dell’Assemblea ed invita tutti
al momento conviviale.
Lucina Ermacora
dalle sezioni
f), della legge regionale 30/1999,
e successive modifiche.
3. La prova pratica di valutazione è
effettuata da una Commissione
d’esame istituita dalla Provincia,
nella quale è assicurata la presenza di un esperto in materia
designato dalla Regione.
4. I criteri per le prove abilitative
sono adottati dalle Province, sentito il Comitato di cui all’articolo 6
della legge regionale n. 6/2008.
5. Nella caccia ai cervidi possono
essere impiegati al massimo
due cani per la singola cacciata
o seguita per ogni squadra di
cacciatori.
6. Ai fini dell’applicazione del presente articolo per «cacciata» o
«seguita» si intende l’azione di
caccia in una zona determinata,
che inizia con il rilascio dei cani
45
dalle sezioni
Friuli
Trofeo la marsiliana-anlc: la vittoria va al friuli
La delegazione friulana
46
La prima volta del Friuli
Per la prima volta il Friuli è salito sul
gradino più alto del podio conquistando il campionato nazionale per
cani da seguita su cinghiale svoltosi
in Toscana.
Per tutti i nove componenti della
delegazione friulana scesi per la
prima volta nel cuore della Maremma, a Magliano, per partecipare al
30° campionato nazionale, denominato trofeo Marsiliana e organizzato dall’Associazione Nazionale
Libera Caccia, è stata una trasferta
indimenticabile. Nessuno, infatti, si
aspettava di portare a casa il trofeo
e di ottenere altri ulteriori riconoscimenti che fanno ben sperare
per il prossimo anno. A sorpresa,
il capo delegazione Sandro Levan,
dopo un turno da incorniciare, si è
piazzato in vetta alla classifica nella
categoria “mute” che contempla
equipaggi formati da tre cani,mentre
ulteriori 4 riconoscimenti con la
qualifica di “eccellente” sono stati
assegnati al Friuli, e precisamente
al segugio istriano Ciro, condotto
da Pietro Chiuch, a Mojito, condotto da Michele Cagnone, a Stella e
Kikka, condotti da Tristano Genio e
Nicola Garlatti. Il trofeo conquistato
da Levan, rende merito ai suoi cani
Miss, Whisky e Wodka, segugi di
razza Ariegeois, tutti rigorosamente
friulani, in quanto il capostipite della
muta proviene dall’allevamento di
Mario “Pasc” Iussa, di Pulfero, che
gode fama di canettiere insuperabile. Da ricordare che in Friuli nessuno
prima d’ora poteva vantare il titolo
di campione nazionale in questa
specialità, pertanto, Levan è stato
il primo a potersi fregiare di tale
riconoscimento.
A prescindere dai brillanti risultati
conseguiti, la delegazione friulana,
come del resto tutti i partecipanti
alla manifestazione che si sono
sobbarcati le lunghe trasferte per
partecipare sia alle fasi preliminari
che a quelle finali del campionato,
ci tiene a sottolineare l’ottima accoglienza e l’efficienza organizzativa
della Libera Caccia.
Per parte friulana, infine, si ritiene
doveroso rivolgere un sincero ringraziamento al veterinario dottor
Roberto Dorbolò, amichevolmente
ribattezzato “Anestesia”, al quale va
il merito di aver aderito con entusiasmo all’iniziativa e di aver contribuito
in maniera determinante alla formazione della squadra friulana.
Comunicato
Ass. Naz. Libera Caccia Fvg
Sandro Levan con i suoi Ariegeois
dalle sezioni
Venezia
1ª FESTA DEGLI AMICI DEL CANE DA SEGUITA
DI LONCON DI ANNONE VENETO (VE)
Festa di Loncon
Il giorno 27 Luglio 2012, si e svolta
la 1° Festa degli amici del cane da
seguita presso gli stands gastronomici del comitato festeggiamenti di
Loncon di Annone Veneto.
Serata organizzata e fortemente
voluta dal consiglio provinciale
della Società Italiana Pro Segugio
di Venezia e da tantissimi soci ed
amici della zona nord della provincia
di Venezia.
Lo scopo è stato quello di incontrarsi con tutti gli appassionati cinofili in
un territorio ostico per l’uso del cane
da seguita. Ostracismo probabilmente derivante dall’influenza della
vicina regione Friuli Venezia Giulia,
dove l’uso del cane da seguita è
vietato da decenni (tranne che nelle
Valli del Natisone).
Grandissima è stata la presenza
di soci amici e simpatizzanti, circa
250 persone presenti a sostenere la
bella iniziativa ideata dal consiglio
direttivo, festa organizzata affinché
tutti i soci della SIPS di Venezia si
impegnino ancor di più per la tutela
della caccia con il cane da seguita.
Un ringraziamento a tutti i presenti
ed in modo particolare all’assessore
regionale alla caccia signor Daniele
Stival, al vice sindaco di Annone
Veneto signor Stefano Crosarol,
alla presidente del comitato festeggiamenti di Loncon signora Sabrina
Salotto e a tutti i suoi collaboratori
che ci hanno deliziato con ottima
cucina tipica veneta, al signor Giorgio Piazza presidente regionale
della Coldiretti, al parocco di Loncon
Don Stiven anche lui presente con
noi, alla band Marzia-Toni e Franco
che ci hanno intrattenuto con le
loro esibizioni musicali e canore,
al presidente dell’ATC VE 4 signor
Manfrin Romano, al presidente
dell’ATC VE 3 signor Ruggero Dal
Bianco, al presidente dell’ATC TV
11 signor Paolo Serafin che assieme
al nostro consigliere onnipresente
Pierangelo Pizzato, hanno condotto
magistralmente la sottoscrizione a
premi organizzata per la serata.
L’iniziativa si ripeterà nei prossimi
anni con il nostro motto: sempre
uniti nella difesa del cane da seguita
e nella divulgazione della cultura
cinofila segugistica.
Paolo Agostini
47
dalle sezioni
Piemonte
29º Trofeo “Pasquale Minella”
I fratelli Boschiero
48
I Cravin
di Coggiola
Anche l’edizione numero 29 del
Trofeo “Pasquale Minella” è andata
in archivio con la tradizionale premiazione dei canettieri vincitori nelle
diverse classi e categorie svoltasi
venerdì 21 Settembre scorso presso
il “Mini Hotel” di Asti. Il concorso di
quest’anno, in particolare, resterà
negli annali per essersi articolato
su tre sole verifiche zootecniche su
lepre rispetto alle sei programmate, più specificatamente quelle di
Vercelli, Novara e Cuneo (mentre a
Torino si è corso solo nella giornata
di sabato), le uniche “risparmiate”
dalle pessime condizioni meteo che
hanno flagellato il Piemonte nei primi due mesi dell’anno 2012, periodo
in cui sulla nostra regione si sono
abbattute,a più riprese,nevicate copiose. Per questo motivo il direttivo
dell’Unione Regionale Segugisti
Piemontesi, nella riunione del 10
Maggio, aveva ritenuto opportuno derogare dal regolamento del
trofeo, assegnandolo a chi avesse
partecipato con qualunque risultato
alle prove svoltesi regolarmente.
Alla luce di questi criteri, il 29° Trofeo “Minella” è stato attribuito in
tre delle classi/categorie previste.
L’albo d’oro della manifestazione,
pertanto, è stato aggiornato con i
nomi di Carlo Coggiola (coppie A),
Giancarlo e Valter Boschiero (mute
A) e Domenico Cena (mute B), i
quali vanno ad affiancare alcuni
“mostri sacri” che hanno fatto la
storia del segugismo, non solo a
livello piemontese (i lettori di queste note mi perdoneranno se evito
di citarli per nome, evitando così
eventuali, spiacevoli omissioni!). Il
dato che balza maggiormente agli
occhi è quello costituito dalla razza
di appartenenza dei soggetti che
compongono le équipes vincitrici
del trofeo. Si tratta, infatti, di tre diverse razze da seguita con un unico
denominatore comune: la nazionalità italiana d’origine! Fra le coppie
iscritte ai registri genealogici si sono
imposti i segugi dell’Appennino/
lepraioli italiani a pelo forte Dingo e
Morina del torinese Carlo Coggiola
con 455 punti in totale, di cui 142,5
conseguiti nella prova di Vercelli,
155,5 in quella di Torino e 157 a
Cuneo (NQ a Novara). Nelle mute
iscritte, invece, la vittoria è arrisa
ai plurititolati segugi italiani a pelo
raso Gaia-Lori-Birba-Vespa-Vento
e York dei fratelli astigiani Valter e
Giancarlo Boschiero, i quali hanno
totalizzato complessivamente 325,3
punti (in dettaglio 156,8 a Vercelli e
168,5 a Cuneo, NQ a Novara). Nelle mute libere - costituite, cioè, da
soggetti privi di pedigree -, infine, si
sono aggiudicati il premio in palio i
segugi italiani a pelo forte Asia-PeloDiana e Lara di proprietà del torinese Domenico Cena con 279 punti
totali (150 a Vercelli e 129 a Novara,
NQ a Cuneo). Com’è consuetudine,
la cerimonia di premiazione dei
vincitori si è svolta nell’ambito della
riunione di Settembre del direttivo
dell’Unione in cui era previsto, fra i
vari punti all’ordine del giorno, anche “Aggiornamenti sulla situazione
venatoria regionale”. Quest’anno,
infatti, l’apertura della stagione
venatoria in Piemonte, fissata da
calendario per la terza domenica di
Settembre,è “slittata” a domenica
30, due settimane dopo rispetto al
previsto, a causa di un ricorso al
TAR avverso alcune deliberazioni
della Giunta Regionale in materia
di caccia avanzato da diverse associazioni ambiental-animaliste, quali
LAC, Pro Natura ed una “fantomatica” Fondazione per l’Ecospiritualità
(?!). Lascio ai lettori la facoltà di fare
le considerazioni del caso! Una
cosa è certa: nell’occasione i nostri
amministratori si sono dimostrati a
dir poco degli sprovveduti, attirandosi le critiche da parte di buona
partedei cacciatori piemontesi,
cinofilisegugisti compresi, i quali
sapranno certamente come comportarsi in occasione delle prossime
consultazioni elettorali regionali. A
buon intenditor…!
Gianedoardo Giordanino
segugi dell’appennino/lepraiolo italiano: il raduno
Luciano Incerti con i suoi Segugi
Domenica 06 maggio 2012 cento
segugi lepraioli sfilano con grandissima classe nella città delle
ceramiche.
I segugisti dell’appennino continuano a rilanciare, con grande impegno, questo meraviglioso soggetto
che ha soddisfatto nella caccia,
nella guardia alla propria abitazione rurale e nella compagnia per la
sua affettuosità, dolcezza e fedeltà,
almeno tre generazioni di segugisti.
Come di consueto, i segugisti veneti hanno contribuito al raduno
presentando 30 soggetti di alto
livello morfologico per il tipo e la
distinzione. Anche gli emiliani hanno
fatto la loro parte, essendo l’Emilia la
capitale del lepraiolo per il numero
mantenuto in buona tipicità.
Ma ritorniamo al raduno che è stato
giudicato da: Sig. Paolo Maremmi
giudice esperto della Toscana,
grande conoscitore e stimatore
del lepraiolo, coadiuvato da due
ottimi collaboratori: giudice Dott.
Tiziano Selvatici e Sig. Denis Cabrali consigliere nazionale SIPS,
che hanno preso visione di questi
soggetti esaminandoli uno a uno
con misurazioni, tenendo sempre in
considerazione il tipo, la costruzione, e la distinzione di ogni soggetto,
dimostrando nella valutazione loro
affidata, l’esperienza e la competenza in campo morfologico di questa
razza.
Il raduno è stato seguito da un
folto pubblico attento ai giudizi e
commenti espressi dai giudici nel
vedere il confronto fra i soggetti più
tipici che, nel futuro, indicheranno la
strada da seguire per questa razza.
Giunti al termine ci siamo recati a
pranzo in un ristorante con un menù
tipico genuino accompagnato da
lambrusco della zona che molto
bene si associava al soggetto del
nostro raduno.
Terminato il pranzo,abbiamo aperto
il dibattito fra giudici ed appassionati
mettendo in evidenza come i nostri
raduni siano utili al recupero di tutti
quei soggetti non ancora catalogati; per questo motivo dobbiamo
ricordare 4 principi fondamentali di
questo cane: il tipo, la costruzione,
la distinzione ed il lavoro, poiché
se un giorno verranno a mancare
queste primarie doti, avremo dato
vita solo ad un piccolo e brutto
segugio italiano, e il lavoro fatto dai
nostri nonni andrebbe a finire come
rugiada al sole.
La parola passa al Presidente del
Club Giudice Paolo Maremmi che
con voce pacata e grande sapienza,
argomenta le difficoltà a trovare le
otto famiglie di diverse correnti di
sangue e questo sarà il compito del
Club per la gestione di questa razza
nel futuro.
Continua la discussione il Dott.
Selvatici che porta all’attenzione
dei presenti alcuni esempi molto
importanti ed utili per salvare il tipo
ed il lavoro del segugio lepraiolo.
Interviene, poi il Consigliere Nazionale Cabrali che sottolinea l’importanza di alcuni aspetti relativi alla
morfologia per non disperdere il
tipo.
Il dibattito viene concluso dal Prof.
Nencetti che parla della genetica
di questa razza, della depigmentazione del tartufo e delle buone
prospettive per le correnti di sangue
nel futuro.
Infine, l’interesse ed il pensiero comune dei presenti è di continuare
così e di non trascurare il tipo e la
distinzione del soggetto per non
perdere la strada maestra.
In qualità di appassionato e di
esperto assegno il punto più alto
al tipo che non è possibile costruire, ma che è solo ereditariamente trasmissibile, altrimenti non
sappiamo quale soggetto stiamo
costruendo.
Un ringraziamento va a tutte le
persone che hanno collaborato
all’organizzazione del raduno ed a
tutti i presenti.
Giovanni Incerti
dalle sezioni
Sassuolo (MO)
49
dalle sezioni
Ravenna
Tre generazioni per il segugio
Un momento della prova di Ravenna
50
Domenica I° aprile alla prova di
lavoro sociale per singoli e coppie,
organizzata dalla SIPS Ravenna, gli
iscritti si rivelano meno numerosi di
quanto preventivato: sicuramente
ha influito il tempo perturbato, i terreni appenninici magnifici ma con lepri appena sufficienti e tanti ungulati,
in più mancano “i Bartolini”. Nello
stesso giorno, infatti,è in programma un raduno di questa numerosa
famiglia di segugisti: si ritrovano nei
recinti dell’azienda “Il gobbo” di Castel del Rio (Bo), ovviamente coi loro
cani a far correre lepri, giudicare, far
previsioni e ricordare le cacce che
furono, a coltivare sogni e speranze
per il futuro.
In Romagna fino agli anni ‘60 la cac-
cia alla lepre col segugio è stata la
più praticata, poi la breve parentesi
del fagiano (declinava tristemente la
starna) a buon mercato e dei cani da
ferma; oggi spopolano il cinghiale in
braccata, girata o selezione, però la
più tradizionale e classica delle nostre cacce resiste a tutte le novità e
mode. Se uno l’ha provata, prima o
poi ritorna, magari dopo aver civettato con la regina del bosco o col re
della macchia, semplici divagazioni
che portano a scoprire che nessuno
è più regale di una lepre abbattuta di
rientro davanti ad una grande muta
o ad un’eccellente coppia o ad un
fenomenale singolo.
Ecco perché i nostri colli e le nostre
montagne echeggiano di canizze
ogni giorno consentito, ecco perché
non si è persa la razza dei nostri
segugini, anche se ci sono stati momenti in cui, spopolato l’Appennino
e fin la collina, si è temuta l’estinzione di questa tradizionale caccia,
legata al mondo rurale.
Se ciò non è avvenuto lo si è dovuto
a diversi fattori sociali e culturali,
ma soprattutto ad alcune famiglie
che hanno mantenuto la tradizione, conservato spesso il sangue
dei segugini del nonno, divenendo
esempio e stimolo per tutti.
Alcune sono delle vere e proprie
dinastie, immancabilmente originarie dell’Appennino, anche se molti
ormai vivono in pianura o in città.
Comunque se incontri un Baldas-
sarri, un Bendoni, un Ferrini, un Suzzi…, indipendentemente dall’età,
dall’occupazione o dalla residenza,
sai che è un cacciatore, al 90% un
segugista. Tra queste stirpi di cacciatori “quasi professionisti” spicca
per numero e per fama quella dei
Bartolini che, originaria dell’Appennino forlivese, si è distribuita su tre
province (Fc, Ra e Bo), divenendo
ovunque termine di confronto, raccogliendo fama e stima pressoché
unanimi. Alcuni hanno creato anche
linee di segugi di eccellente qualità,
in generale però qualsiasi soggetto,
magari un meticcio di difficile lettura,
nelle loro mani diviene un soggetto
valido, non un semplice scovatore
- boschettatore che potrebbe ben
figurare le prime settimane, bensì
un segugio completo, risolutivo
anche sulle rare e difficili lepri di
fine stagione.
Il nonno, prima della II guerra, fu un
cacciatore di lepri senza cane, perché mantenerne uno a quei tempi
non era sempre possibile: individuava da solo le prede, seguendone le
tracce, avvistandole al covo nelle
rupi o nei lavorati, sloggiandole a
sassate dai rovi e dai canneti. I sette
figli iniziarono a cacciare con lui ed
appresero quel metodo, fatto di costanza e capacità di osservazione,
che trasferirono poi nella caccia coi
segugi dove la conoscenza della
abitudini della lepre e del territorio,
permise a tutti loro di ottenere soddisfazioni cinofile e venatorie alla
portata di pochi.
Dei sette fratelli Bartolini sono ancora assidui segugisti Augusto, detto
Arnaldo, Giovanni, Italo e Nereo.
Dello stesso stampo i cugini Michele
e Daniele.
I figli, approdati naturalmente nelle
fila del segugismo, sono Francesco,
di Augusto, Andrea di Italo, Katia,
una simpaticissima e competente
giovane signora, e Andrea di Michele.
Per molti anni “i Bartolini” cacciarono assieme, costituendo la squadra
Un concorrente
alla prova di Ravenna
51
più prestazionale di cui si abbia
memoria, poi per motivi diversi, non
ultimi la maggior sportività e tutela
della lepre, indotte dall’appartenenza di alcuni alla SIPS, cominciarono
a cacciare da soli o in due o tre.
Non per questo mancano loro le
soddisfazioni, sia in termini qualitativi che quantitativi, perché la loro
conoscenza del comportamento
delle lepri e delle poste permette
carnieri di tutto rispetto. Qualcuno
trova da ridire su un loro presunto
eccessivo attaccamento al risultato,
ma si sbaglia: indubbiamente sono
tutti molto concreti e determinati,
ma, cacciassero solo per i numeri,
caccerebbero in pianura dove gli
abbattimenti sono abbondanti e
scontati per tutto l’arco della stagione, non sull’Appennino dove le lepri
sono poche e, passati i primi giorni,
difficili per uomini e cani, siano pure
dei “Bartolini”!
dalle sezioni
Isola d’Elba Cup 2012
Una Prova da intenditori...
52
Il vincitore della prova Supplizio di
Aleandro Pasco insieme ai giudici
In una splendida cornice primaverile, con temperatura già alta e
all’apice delle fioriture, si è svolta
nei giorni 11,12 e 13 maggio all’Isola
d’Elba, organizzata dalla locale sezione della S.I.P.S. la prima edizione
dell’ISOLA D’ELBA CUP, prova in
terreno libero su cinghiale in singolo
e in coppia con CAC.
Organizzazione, giudici e concorrenti sono stati ospitati dal camping
village Le Calanchiole di Capoliveri,
dove negli ampi spazi in riva al
mare, gli ospiti hanno avuto anche
l’opportunità di andare in spiaggia
per la prima tintarella di stagione.
Terreni tipici con macchia mediterranea e con buona presenza del selvatico, cinghiali veri che conoscono
bene le insidie dei cacciatori e dei
cani durante la stagione venatoria.
A giudicare la prova sono presenti
i Signori Esperti Giudici Bracco
Felice, Capri Italo, Mugnaini Bruno
e Rossi Giorgio.
Buona la presenza dei concorrenti,
ma alta la qualità dei soggetti presentati, del resto all’Elba
i cinghiali non fanno “sconti”……..
Nella giornata di venerdì, in singolo,
giudicati dal giudice Bracco tre i
cani in classifica, il s. maremmano
Truciolo di Nicola Marinari, il s. maremmano Resisti di Marcello Petrilli
e il s. maremmano Febo di Tiziano
Boddi.
Gli ultimi due incappano in interi
branchi di cinghiali e ce ne vuole del
buono per gestire la situazione, ma
al primo posto di batteria si piazza
Truciolo che dopo un ottimo accostamento si posiziona a fermo per
poi far partire il selvatico forzandolo
e iniziando una successiva seguita
sicura e decisa, inframmezzata da
diversi abbai a fermo quando il cinghiale tenta di fermarsi. Si chiude il
turno con il cane in seguita. (Eccellente 166).
Sabato è la volta delle coppie giudicate dai giudici Capri e Mugnaini in
una giornata particolarmente calda.
Tutti i cani incontrano il selvatico,
ma vanno in classifica solo la coppia di s. maremmani Mascherina e
Brigantina di Aleandro Pasco che
svolgono un ottimo turno in tutte le
fasi meritando entrambe l’eccellente. (Eccellente 168).
Purtroppo i nivernesi di Barbara
Marniga e i vandeani dell’elbano
Roberto Murzi, pur incontrando,
cedono alla fatica e al gran caldo.
Domenica, ultima giornata di prove,
anche questa giornata caratterizzata
dal caldo, corrono due batterie di
singoli, una giudicata da Capri e
l’altra da Mugnaini.
Nella batteria di Capri si classificano
due s. maremmani, Achille dell’elbano Marcello Bellini, che si riconferma dopo il Sociale un soggetto
interessante, considerata anche la
giovanissima età del cane. Ma il
turno più entusiasmante e corretto
lo effettua Supplizio di Aleandro
Pasco che dopo un accostamento
Purtroppo al momento di questa
pubblicazione dobbiamo aggiungere che in estate Supplizio è mancato
in un’azione cinotecnica (ndr).
Nella batteria di Mugnaini tutti i cani
incontrano, ma al termine solo due
i cani in classifica, i s. maremmani
Red dell’elbano Roberto Giurelli e
Betto di Paolo Cucini.
Il segugio maremmano Betto svolge un buon turno caratterizzato da
una temperatura molto alta che lo
mette a dura prova, ma tiene testa
al selvatico con una seguita di oltre
un’ora intervallata da abbai a fermo,
sicuramente anche il cinghiale accusava la fatica.
Vince la batteria il s. maremmano
Red che dopo un ottimo accostamento, vocalizzando bene, raggiunge il cinghiale e dopo qualche
abbaio a fermo va in seguita,che è
buona ed incalzante. Il giudice vede
anche il cinghiale. (Eccellente 164).
Alla luce dei risultati risultavano vin-
Un momento
della
premiazione
citori dell’ISOLA D’ELBA CUP 2012
nella categoria coppie
le segugie maremmane Mascherina
e Brigantina di Aleandro Pasco e
nella categoria singolo si aggiudicava il Trofeo il segugio maremmano
Supplizio,sempre di Aleandro Pasco
di Volterra.
Pasco faceva quindi “cappotto”,
aggiudicandosi entrambe le categorie, un ragazzo appassionato che
è sicuramente tra i migliori allevatori
del segugio maremmano, del resto
i risultati parlano da soli.
Invito i segugisti a partecipare alle
Prove su cinghiale in programma
all’Isola d’Elba nei mesi di marzo e
aprile 2013, un’occasione per vedere uno scenario fantastico circondato dal mare, con buona presenza di
cinghiali, in compagnia di amici ed
appassionati.
La S.I.P.S. dell’Isola d’Elba ringrazia
l’Amministrazione Provinciale, i Signori Concorrenti, i Signori Giudici e
tutti coloro che hanno permesso l’ottima riuscita della manifestazione.
dalle sezioni
per lungo tratto, condotto con metodo e determinazione, arriva sul
selvatico con un abbaio a fermo
molto espressivo. Fatto partire il
selvatico dal conduttore si produce
in una seguita prolungata e precisa
che alla chiusura del turno lo vede
ancora in seguita.(Eccellente 174).
Cat. singolo
Giudice Bracco
1° ECC. 166 Truciolo s.m. di Nicola Marinari
2° ECC. 164 Resisti s.m. di Marcello Petrilli
3° MB 156 Febo s.m. di Tiziano Boddi
Cat. Coppie
Giudici Capri e Mugnaini
1° ECC. 168 Brigantina e Mascherina s.m. di Aleandro Pasco
Cat. Singolo
Giudice Capri
1° ECC. 174 Supplizio s.m. di Aleandro Pasco
2° MB 157 Achille s.m. di Marcello Bellini
Cat. Singolo
Giudice Mugnaini
1° ECC. 164 Red s.m. di Roberto Giurelli
2° ECC. 160 Betto s.m. di Paolo Cucini
Articolo di Graziano Signorini (SIPS Isola d’Elba)
53
dalle sezioni
Ancona
CLASSIFICA CATEGORIA MUTE
Prova su Cinghiale ad Ancona
Il 17 e 18 marzo si è svolta ad Ancona, nei territori abilitati alla caccia
al Cinghiale programmata, come da
molti anni, la prova in coppie e mute.
Dopo la massiccia nevicata del
mese di febbraio che ha fatto, tra
l’altro, annullare la prova su lepre,
nonostante nella zona della prova
fossero stati prelevati più di duemila
cinghiali, la presenza della specie
era ancora abbondante. Il pregio
di questi territori ubicati nei comuni
di Fabriano, Genga, Sassoferrato,
Serra san Quirico e Arcevia è quello
di consentire a giudici e osservatori
un’ottima visione dell’azione dei
cani.
Infatti, i cinghiali di solito sono allestrati fuori dal Parco Regionale di
Frasassi, una volta scovati cercano
rifugio nell’adiacente zona protetta,
e prima di raggiungerla devono
transitare per le vallate coltivate
a cereali, consentendo ai giudici
una perfetta valutazione dei Segugi
analizzati. Hanno giudicato Felice
Bracco e Mauro Casetta ai quali va
il nostro ringraziamento.
La prova si è svolta senza alcun imprevisto ed è stata massiccia la presenza di osservatori appassionati.
Un ringraziamento ai capisquadra
dei cacciatori cinghialai che con i
loro soci si sono impegnati a sostenere i partecipanti per il recupero
dei cani, alle istituzioni territoriali
di gestione che ci consentono lo
svolgimento della prova.
1º ECC 160 Fouria, Full, Figaro, Argo, Tom,
Rudy, Venus, Dora (Porcelaine)
di Petrucci-Farneti
2º MB 158,8 Gloria Ras, Ronda, Gionni,
Gemma, Gaia (Gr. Nivernais)
di Ciappelloni
3º MB 156,6 Freddy, Birillo, Ulisse, Rochi,
Lacki, Whiski (Seg. Marem.)
di Paoloni Giuseppe
4º B 140,5 Nord, Full, Kira, Cuba, Mora,
Bora (Ariegeois)
di Brunelli Valentino
5º AB 139,8 Emo, Parigi, Sam, Tom, Geo,
Artù (Ariegeois) di Pauselli
CLASSIFICA CATEGORIA Coppie
1º MB 151,5 Kira, Ugo (Seg. Marem.)
di Rango Elio
2º MB 151 Edera, Tena (Seg. Istriano)
di Fattore Bruno
3º B 140,5 Baruffa, Tigre (Seg. Marem.)
di Marcaccini Primo
4º AB 139 Veleno, Zeno (Ariegeois)
di Galdelli Collesi
Il sindaco di Fabriano Giancarlo Sagramola con i concorrenti e la muta di Farneti-Petrucci, vincitrice
della prova su cinghiale di Ancona
54
Poesie di Giacomo Leopardi e di Lorenzo Mari Cenni
La lepre
Oh mio segugio trova la passata e dai di voce
supera il fallo, e avvicinati veloce
scova il leprone e corrigli dappresso
abbaia poi si forte come ossesso
Il giudice ti vedrà inseguire a corto la tua preda
e avrem raggiunto cosi l’ambita meta
Lorenzo Mari Cenni
Oh lepre che te ne stai tranquilla al covo
fuggi ai segugi che abbaian a sentir l’usta
veloce per la valle e mostrati alle genti
i can ti seguiran in gran clamor correnti
felici i canettieri pensanti alla vittoria
che premia la passione e l’arte venatoria
Lorenzo Mari Cenni
Oh luna al tuo raggio vermiglio
danzan le lepri nelle selve
e duolsi la mattina il cacciatore
che con orme errate e false
error vario lo devian dai lor covili
Giacomo Leopardi
Giacomo Leopardi
nato a Recanati il 29 Giugno 1798
morto a Napoli 14 Giugno 1837
Lorenzo Mari Cenni
Nato a Firenze 11 Settembre 1943
tuttora vivente
dalle sezioni
Cancelli di Fabriano
Raduno SIPS
Il 10 giugno si è svolto, presso i
laghetti di pesca sportiva del signor
Villò, il raduno per tutte le razze da
seguita organizzato dalla SIPS di
Ancona. Più di cento i soggetti a
catalogo, molte le razze presentate
con soggetti di ottima fattura.
I giudici Maria Teresa Gabrielli Mondo e Bernard Rousset, a cui va il ringraziamento della SIPS di Ancona,
hanno decretato i seguenti vincitori:
Miglior soggetto assoluto è stato il
Segugio Maremmano a pelo raso
tigrato Birillo di Giuseppe Paoloni,
al secondo posto il SIPR Sonia di
Nazzareno Tozzi, al terzo posto il
Grand Gascon Saintongeois Dago
di Virgilio Rossi. I migliori di razza:
Segugio Italiano a pelo raso: Sonia di Nazzareno Tozzi
Segugio Italiano a pelo forte: Mosca di Gianfranco Biordi
Segugio Maremmano a pelo raso:
Birillo di Giuseppe Paoloni
Porcelaine: Fouria di Giovanni
Petrucci
AFPV: Marco Aurelio di stefano Borri
Beagle: Spidy della Vecchia Fornace di Giuliano Alessandroni
Gascon Saintengeois: Dago di
Virgilio Rossi
Petit Bleu de Gascogne: Free des
Coteaux du Comminges di Vincenzo
Ferrara
Griffon Nivernais: Gemma di Armando Cappelloni.
La SIPS di Ancona ringrazia i giudici, tutti i concorrenti, tutti quelli
che hanno collaborato alla buona
riuscita del Raduno.
Giuseppe Paoloni
e Birillo
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I primi tre classificati al Raduno di
Fabriano con giudici e organizzatori
dalle sezioni
L’Aquila
tagliacozzo 2012
Concorrenti e organizzatori a Tagliacozzo 2012
56
Sabato 9 e domenica 10 giugno
2012 l’ATC Roveto Carseolano ha
messo, ancora una volta, a nostra
disposizione il proprio territorio: si
tratta della zona in alta montagna
con scenari favolosi dove si è svolta
la manifestazione su lepre chiamata
“TAGLIACOZZO 2012”.
La massiccia adesione alla manifestazione appena richiamata mi ha
costretto a lasciare a casa, con vero
dispiacere, molti appassionati per
motivi strettamente organizzativi:
arrivare fino al numero di 9 batterie
da gestire, quando inizialmente le
stesse sarebbero dovute essere
soltanto 7, è impresa ardua!
In ogni caso, sembra proprio che
i risultati siano stati pienamente
rispondenti alle aspettative.
Nelle due giornate siamo riusciti ad
inviare ogni batteria prima delle ore
5:30 in modo tale che i concorrenti
riuscissero a slegare gli ausiliari prima che le temperature si alzassero:
penso che questo abbia contribuito
ad elevare la media dei risultati favorevoli al 4° e 5° turno.
Aggiungo che in tutte le zone i parte-
cipanti hanno ottenuto qualifiche ed
anche laddove il sabato non vi siano
riusciti, la domenica successiva
sono riusciti ad ottenerne due o più.
La prossima manifestazione si
svolgerà escludendo le due località
più distanti in modo da interessare
zone che siano ad una distanza di
mezz’ora dal punto d’incontro.
Certamente ci sono state critiche.
Ma sono proprio queste che ci aiutano a migliorare soprattutto quando
provengono da chi non ha mai provato certe emozioni e, quindi, non
potrà mai dire “io l’ho organizzata
meglio” posto che mai potrà vantarsi d’essere stato, per l’appunto,
l’organizzatore di tali eventi. Sempre
che chi critica non venga aiutato da
altri ad andare avanti...
Ringrazio, comunque, per la disponibilità il Presidente ATC Gianni
Petricca, il Presidente della Sezione
Provinciale Prosegugio Roveto Carseolano Sandro Di Carlo.
Ringrazio, poi, Luigi Amicucci che,
nonostante gli impegni lavorativi, si
è profuso con tutte le proprie energie per la riuscita dell’evento.
Ancora gli Accompagnatori presenti
(utili ed addirittura indispensabili
ai fini organizzativi) nonché quelli
assenti che hanno avuto, all’ultimo
momento, imprevisti che hanno
impedito loro di partecipare fattivamente.
Un tributo va, ovviamente, alla Prosegugio Nazionale per l’aiuto, agli
sponsor per il contributo economico
offerto e, da ultimo, ai Comuni che
ci hanno messo a disposizione i
propri territori.
Alla prossima.
Fausto Porfirio
Classifica MUTE
1° Brambillaschi G.L. 163,75 +165,50
2° All. Monte Ruazo di: Fabrizio Maurizio e
Pasquale di Biase 154,5 + 160,25 tot
314,75
3° Apostolico Stefano 142,75 + 151,50 tot
294,25
Classifica COPPIE
1° Brugnoni Fausto 172,50+ 166,00 tot
338,50
2° Ippoliti Giancarlo 152,50 tot 152,50
3° Non assegnato
piccoli annunci
Addestro amatorialmente solo segugi
alla lepre per caccia e gare. Cedo cuccioloni addestrati a non inseguire i caprioli.
Curti Giuseppe
Fr. Rongio Inf. - 13866 Masserano (BI) 338 4923623
Cedo cuccioli e qualche monta di
Segugio Italiano pelo forte fulvo solo
lepre. Qualche soggetto pronto caccia.
Cuoghi Franco
Via Toscanini 13 - 41042 Fiorano M. (MO) cuoghifranco@virgilio. it
0536 830059 - 328 2583213
Una frase mal interpretata
In riferimento all’articolo da me
scritto e pubblicato su “I nostri
cani” e “I Segugi” n° 96 del settembre 2012 ho avuto alcuni plausi,sia
di alcuni presenti e non, allo svolgimento della prova, sostenendo
che ero stato corretto nell’esporre
i fatti.
C’è stata, però, una rimostranza da
parte del Signor Bellocci che contestava la frase. “Dimostrano poco
senso del selvatico”.che dava la
possibilità al lettore di pensare che
i soggetti in esame non avessero
passione venatoria. Nulla di tutto
questo!
Essendo stati da me già giudicati in
altre occasioni, e valutati con l’assegnazione di un C.A.C.-C.A.C.I.T.
ad uno dei soggetti in una prova a
Monte Baldo (VR) nel 2011, poi con
M.B. (una qualifichetta a suo dire)
in una prova sul Monte Cimone
(MO) nel 2012.
A questo punto voglio spiegare
meglio il mio pensiero.
Dal sorteggio effettuato ai Signori
Di Stefano-Bellucci era toccato
l’ultimo turno, la muta è stata liberata alle 11 e 15 con circa 30
gradi, i cani sono stati corretti alla
sciolta. Hanno attaccato subito
pastura con giusto movimento.
Hanno iniziato un accostamento in
direzione di un bosco, ma giunti a
pochi metri da esso, nessun componente della muta vi è entrato,
deviando, invece, deviando verso
un altro prato adiacente dove il
sentore era inferiore.
Riportati indietro tutti i componenti
della muta accostano in un’altra direzione, ispezionando con bell’impegno un gerbido e un roveto che
delimitava il campo, ma senza
mai allungare l’azione se non di
qualche decina di metri.
In pratica, hanno avuto poca intraprendenza nell’usare iniziativa per
cercare l’animale.
Minelli Giuseppe
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n°97 - SIPS Società Italiana Prosegugio