La politica dei prestiti Giuseppe Squeo 1 Politica dei prestiti: definizione La politica dei prestiti è l’insieme delle azioni volte a conseguire gli obiettivi programmati di: • dimensione, • struttura, • livello di rischio dei prestiti a clientela. Sono obiettivi connessi tra di loro e con il passivo della banca. E’, quindi, una politica che ha un suo obiettivo finale di dimensione associato ad un determinato e prescelto livello di rischio-rendimento e di adeguati strumenti per conseguirla. 2 L’obiettivo dimensionale L’obiettivo dimensionale dei prestiti è strettamente correlato: alla struttura finanziaria del paese di riferimento orientamento del sistema finanziario, al mercato all’intermediazione finanziaria; peso del parabancario, livello di concorrenza; a fattori esterni alla banca definenti il fabbisogno dei richiedenti; a fattori interni alla banca livello e struttura del passivo, livello patrimonio; obiettivi rischio-rendimento. 3 L’obiettivo dimensionale (2) L’obiettivo dimensionale è importante poiché definisce il grado di inserimento (quota di mercato) della banca sul suo mercato di riferimento, poiché incide sul livello di stabilità e di elasticità dei suoi impieghi. E’ evidente che il livello degli impieghi è funzione stessa della dimensione, della diffusione e della organizzazione della banca. Ma è anche funzione della domanda proveniente dall’economia del paese di riferimento. E’ ancora funzione del grado di internazionalizzazione della banca. 4 L’obiettivo dimensionale: orientamento paese L’orientamento della struttura finanziaria di un paese influisce sul livello della domanda aggregata di prestiti. Infatti, le esigenze finanziarie delle imprese possono essere soddisfatte con: il patrimonio, il credito commerciale, l’emissione di titoli propri di debito, il ricorso al prestito delle banche. L’orientamento del sistema finanziario • al mercato • o all’intermediazione influisce, ovviamente sulla quota di domanda di prestiti rivolta agli intermediari. 5 Esigenze finanziarie delle imprese e mercati alternative finanziarie azioni obbligazioni mercati merchant bank borsa imprese credito commerciale leasing factoring prestiti parabancario bancario 6 L’obiettivo dimensionale: struttura finanziaria (2) Dal lato dell’offerta, poi, oltre all’orientamento della struttura finanziaria, incide sulla quota di prestiti che affluiscono verso le banche il livello di sviluppo e di concorrenzialità del parabancario, con riferimento particolare al leasing ed al factoring. Infine, la concorrenza tra le banche sia di matrice nazionale, sia estera, determina la quota di mercato detenuta da ciascuna banca. E’ evidente come, nel sistema precedente al Testo Unico e alla liberalizzazione degli sportelli, tale quota era in gran parte condizionata dalla politica dell’interesse economico, stabilita dalla Banca d’Italia in relazione al numero di sportelli. La dimensione dei prestiti, in sintesi, è funzione del tipo ed intensità del rapporto banca-impresa. 7 La modificazione del rapporto banca impresa A seguito delle riforme degli anni novanta, il rapporto banca impresa in Italia è stato potenzialmente profondamente modificato: da logica di controparte a possibile logica di partnership, in cui i servizi offerti sono rappresentati da assistenza creditizia, consulenza finanziaria e fiscale, accompagnamento sui mercati dei capitali e su estero, partecipazione (anche se simbolica) a capitale di rischio. Tipo mercato e tipo banca: • mercato diretto, con banca essenzialmente indirizzata all’assistenza. Problema: creazione mercati finanziari efficienti; • mercato creditizio con hausbank. Problema: detenere 8 adeguato livello di patrimonio. L’obiettivo dimensionale: fattori esterni Le esigenze finanziarie delle imprese sono collegate: al ciclo congiunturale, al ciclo di vita delle stesse, alla presenza di eventuali speculazioni sui tassi, sui cambi o sui prezzi delle materie prime. Il legame con il ciclo congiunturale è evidente in quanto c’è correlazione diretta tra crescita del fatturato e ciclo e inversa tra termini di pagamento e ciclo (si allungano i termini di pagamento quando il ciclo è negativo). Il ciclo influisce su: liquidità, scorte, investimenti. 9 L’obiettivo dimensionale: fattori esterni (2) Nella fase negativa (rallentamento/recessione) si deprime in termini relativi la produzione e quindi la domanda di beni e la vendita degli stessi. La liquidità tende a diminuire per l’allungamento delle scadenze e per la crisi delle imprese marginali. Aumenta il tasso di utilizzo dei fidi. Nei periodi di crescita, il miglioramento economico genera maggiore liquidità, che abbrevia i termini di scadenza e la liquidità del mercato. L’indebitamento essenzialmente serve a finanziare l’aumento del fatturato e degli eventuali investimenti, ove la capacità produttiva ha raggiunto i suoi massimi relativi. Le prospettive di crescita incentivano nuovi investimenti, che sollecitano domanda di fondi. 10 L’obiettivo dimensionale: fattori interni Molto importante nel conseguimento dell’obiettivo dimensionale è il condizionamento dei fattori interni, primo fra tutti l’obiettivo rischio-rendimento. Indubbiamente le banche tendono a conseguire dai loro prestiti i massimi dei ricavi possibili, ma questo massimo è condizionato dal tipo di avversione al rischio e di rapporto instaurato con la clientela, che può essere di: • neutralità verso il rischio, le banche spingono al massimo questa componente che è la più redditizia; • avversione al rischio, le banche perseguono la massimizzazione delle migliori condizioni reddituali associate al livello di rischio desiderato; • rilievo al rapporto di clientela, traguardato nel lungo 11 termine. L’obiettivo dimensionale: fattori interni (2) Nel terzo caso la banca darà priorità alle necessità della propria clientela in un ottica di assistenza a lungo termine. Le scelte tra prestiti e titoli saranno innanzitutto rivolte a soddisfare le richieste in prestiti della propria clientela. L’ottica specifica è quella della partnership e le condizioni applicate, terranno conto della loro sostenibilità da parte della clientela. L’altro fattore interno limitante la crescita e la struttura degli impieghi è il livello della raccolta diretta, la sua stabilità e la sua distribuzione tra breve e lungo termine. Particolarmente importante è l’equilibrio di crescita tra raccolta da clientela ordinaria e impieghi a clientela, soprattutto nel lungo termine la seconda componente non può 12 crescere molto più della prima. L’obiettivo dimensionale: fattori interni (3) La richiamata saldatura del circuito raccolta-impieghi, per cui va massimizzata la possibilità che i beneficiari degli investimenti della clientela della banca siano a loro volta depositanti della stessa banca. La composizione della raccolta per scadenza definisce essa stessa le possibilità di impiego a breve e medio-lungo termine, sia come scelta aziendale sia come vincolo di vigilanza. L’altro elemento condizionante lo sviluppo degli impieghi è il livello del patrimonio, che come va ricordato è al centro di quasi tutti i coefficienti di vigilanza: coefficiente di solvibilità, massimali sulla concentrazione dei rischi, etc. Ovviamente, poiché il livello patrimoniale definisce il grado di assorbimento dei rischi, esso assume centralità anche in 13 un’ottica gestionale. Composizione del portafoglio prestiti La struttura del portafoglio prestiti assume notevole importanza per la banca: • sulla sua liquidità, • sul suo rischio creditizio. Il grado di liquidità è collegato alla prevedibilità e scadenzamento dei prelievi e dei versamenti effettuati alla banca. In tal senso, vi sono forme di prestiti a preavviso di prelievo e autoliquidanti, come lo sconto di portafoglio, che nell’ambito di una linea di fido preautorizzata, deve essere accettato e fornisce il tempo per la provvista, ma conoscendo subito le scadenze si può ipotizzare il rientro dei capitali in banca, non solo nel tempo ma anche nella forma (pagamento degli effetti). 14 Composizione del portafoglio prestiti (2) In tal senso in direzione opposta è la imprevedibilità nell’utilizzo dell’apertura di credito in c/c, ove non vi è preavviso nei prelievi e nemmeno nei reintegri. Ciò crea una gestione di tesoreria più complessa e imprevedibile, anche se nella normalità, è prevedibile, sulla base dell’esperienza maturata, l’andamento di base della tesoreria dei singoli clienti. Ma oltre che per tipologia di forma di prestito, l’influenza sulla liquidità può derivare dalla tipologia di settori economici e delle aree territoriali della clientela della banca. Si tratta in questi casi di evitare che la banca sia totalmente dipendente da alcuni settori o aree territoriali. 15 Composizione del portafoglio prestiti (3) Sotto questo aspetto l’ideale sarebbe avere una clientela frazionata in settori e aree territoriali tra di loro totalmente indipendenti. Struttura ottimale degli impieghi liquidità rischio frazionamento settore economico aree territoriali numero posizioni forme tecniche 16 L’obiettivo di rischio desiderato Il rapporto di credito banca-cliente, incentrato sui prestiti, comporta essenzialmente due tipi di rischio: rischio di interesse (o altri tipi di rischi di mercato come quello valutario), che viene trattato nella più ampia gestione dell’asset liability management; rischio di credito, che invece va trattato in modo più specifico nelle politiche dei prestiti e, in ambito più generale, in quello degli impieghi. La valutazione del rischio di credito è collegata essenzialmente: alla situazione economico-finanziaria-patrimoniale attuale e prospettica della clientela affidata (rischio reale); alla quantità e qualità delle informazioni detenute sulle imprese affidate (rischio percepito). 17 L’obiettivo di rischio desiderato: situazione impresa La valutazione dell’impresa affidata è complicata dalla probabilità che si verifichi una situazione di insolvenza legata: • alla curva di vita dell’azienda; • al momento congiunturale vissuto; • alla presenza o possibile verificarsi di una crisi settoriale o territoriale che possono coinvolgere le aziende affidate. I problemi che ne derivano sono notevoli in funzione della definizione dei tassi da applicare e dagli atteggiamenti da tenere nel momento dell’affidamento e dei punti di svolta dell’azienda. I tassi normalmente devono essere applicati in una logica di rischio-rendimento. 18 Formazione tassi sui mercati: i = i0 + i 1 + i 2 + i 3 + i 4 i0 = livello internazionale minimo; i1 = rischio paese; i2 = rischio micro territorio-settore; i3= rischio individuale impresa; i4 = quota inefficienza sistema bancario. Logica del rendimento di mercato: I = i0 + i1 i0 = tasso garantito a rischio zero; i1 = quota rischio incorso. Logica della copertura: i = i0 + i1 + i2 + i3 i0 = costo medio denaro; i1 = costi operativi unitari; i2 = remunerazione capitale investito; i3= quota credito non recuperabile. 19 L’importanza dell’informazione Elementi che servono per definire: il rischio reale; il rischio percepito. Assumono importanza l’informazione e le capacità del valutatore. Fonti informative: pubbliche private. 20 La curva rischio-rendimento Tale curva risulta: crescente, in quanto al crescere del rischio aumento il premio da pagare; concava verso l’alto, aumentando l’avversione al rischio in modo più che proporzionale; presenta un livello di rischio massimo accettato, oltre il quale la banca ritiene di non dover affidare in quanto quasi sicuramente ci si attende una perdita o si sconfina nel venture capital; evidenzia la possibilità che il tasso antiusuraio finisca per essere discriminante verso la clientela. 21 La curva rischio rendimento di un prestito bancario r e n d d i m e n t o tasso usuraio rischio zero area discriminata rischio massimo rischio 22 La matrice rischio rendimento La diagonale principale identifica i punti di ottimizzazione del rapporto rischio-rendimento. In un mercato in libera concorrenza, in assenza di ostacoli alla circolazione delle informazioni, i punti della diagonale principale individuano i rendimenti netti uguali tra di loro. Le posizioni al disopra della diagonale principale individuano i rapporti a rischio, in quanto si percepisce un rendimento superiore al rischio incorso. E’ un aggregato instabile e a forte rischio di concorrenza. Le posizioni sotto la diagonale, al contrario, individuano i rapporti creditizi con remunerazione ridotta rispetto al rischio incorso. Questo svantaggio comporta una maggiore fidelizzazione della clientela. I punti al di fuori della diagonale principale, individuano situazioni di non efficienza, a volte voluti, spesso 23 inconsapevoli. La matrice rischio-rendimento Definisce la ripartizione degli impieghi in base alla classe di rischio e di rendimento presentato dai singoli prestiti. r i s c h i o Area di rischio golden white normal grey black incaglio totale rend.to medio sotto prime * prime sopra prime medio sopra medio totale Area a rischio concorrenza * Area a minore rendimento top rate * * * * rendimento 24