66 67 MARCHESI ANTINORI: dal XIV secolo vinattieri per vocazione di Claudia Chiari radizione, passione e intuizione. Ecco i valori sui quali, dal 1385, l’antica casata Antinori ha iniziato a scrivere la propria storia, con Giovanni di Piero Antinori che entrò a far parte della corporazione dell’Arte Fiorentina dei Vinattieri. Una storia dove il rispetto per la tradizione e il territorio s’intrecciano con le scelte più innovative. Oggi, affiancato nella conduzione dell’azienda dalle tre figlie Albiera, Allegra e Alessia, il Marchese Piero ama ripetere: «Le antiche radici giocano un ruolo importante nella nostra filosofia, ma non hanno mai inibito il nostro spirito innovativo». Gli oltre 1800 ettari posseduti in Italia dalla famiglia Antinori, testimoniano il vibrante animo d’impresa della famiglia; sebbene il cuore dell’azienda resti la Toscana, dove le tenute Antinori si estendono nelle principali zone vinicole della regione, non mancano all’appello poderi lungo lo Stivale, per esempio in Umbria, in Piemonte, in Puglia e in Lombardia e persino nel mondo, negli Stati Uniti, in Ungheria, in Cile, a Malta e in Romania, il tutto unito dal doppio filo della tradizione e della qualità. MARCHESI T ANTINORI: a vocation for wine dating back to the XIV century by Claudia Chiari radition, passion and intuition. It was on the strength of these values, that the ancient lineage of Antinori started to write its story in 1385, when Giovanni di Piero Antinori joined the corporation of Florentine wine producers. A story in which tradition and territory are intertwined with the most innovative decisions. Today, flanked by his three daughters Albiera, Allegra and Alessia in the management of the firm, Marquis Piero is fond of repeating: “Our ancient roots have certainly influenced our philosophy but they have not deterred our innovative spirit.” More than 1800 hectares are owned by the Antinori family in Italy, which testify to its dynamic entrepreneurial spirit; even though the heart of the business remains in Tuscany where the Antinori estates are spread over the most important wine growing areas of the region, the activity has also extended to other parts of the boot such as Umbria, Piedmont, Apulia and Lombardy, and even as far as the United States, Hungary, Chile, Malta and Rumania. T 68 69 L’inclinazione a sperimentare nuovi vini, aprì le porte del panorama enologico mondiale alla Marchesi Antinori quando, nel 1971, fu prodotto per la prima volta il Tignanello, un grande vino di uve Sangiovese e Cabernet, frutto della revisione critica del Chianti intrapresa dal padre Niccolò e dal figlio Piero, insieme all’enologo Giacomo Tachis. Proprio a Tachis si deve il merito del rinascimento del vino italiano e Tignanello fu il primo vino a meritarsi l’appellativo di “Super Tuscan” dagli americani; inoltre, Tachis diede il via alla produzione di vini prestigiosi tra cui il “Solaia” e il “Sassicaia”. Et voilà l’ultimo coraggioso atto che ha iniziato un capitolo rivoluzionario nella storia della famiglia: il passaggio del quartier generale dal nobile palazzo in pietra forte in piazza Antinori, acquistato nel 1506 per 4.000 “fiorini larghi di grossi”, alla nuova Cantina nel Chianti Classico a San Casciano in Val di Pesa. Non chiamatela cantina. È un labirinto di volte, volumi sinuosi e ponti sospesi, un tempio dedicato al vino, un’espressione autentica della simbiosi tra uomo, natura e ambiente di lavoro e, più di tutto, un omaggio al paesaggio toscano e alle sue vigne. All production locations, however, share the same attention to tradition and quality. The propensity to experiment new wines opened the doors of the international wine community to Marchesi Antinori in 1971, with the launch of the first production of Tignanello, a great wine of Sangiovese and Cabernet grape varieties, fruit of the “review” made to Chianti by Niccolò father and Piero son, together with oenologist Giacomo Tachis. Tachis is directly responsible for the renaissance of Italian wine and Tignanello was the first one to gain the “Super Tuscan” appellation by Americans; moreover, he implemented the production of prestigious wines comprising “Solaia” and “Sassicaia”. Et voilà the latest act of courage that has opened a revolutionary chapter in family history: the relocation of company headquarters from the aristocratic sandstone palazzo in piazza Antinori, purchased in 1506 for 4,000 “big and weighty Florins”, to the new Cellar in Chianti Classico at San Casciano in Val di Pesa. But don’t call it a cellar. We are talking about a labyrinth of vaults, twisting volumes and hanging bridges, a temple dedicated to wine, an authentic expression of the symbiosis between man, nature and the workplace and, more than anything else, a tribute to the Tuscan landscape and its vineyards. Similar to a sophisticated surgical operation, a deep narrow slit has been cut out of the hillside, inside of which a new dimension opens up, whose entrance is almost invisible from outside: it is right in the heart of this cavern that one perceives the sacred character of a space that creates the optimal conditions for wine production, in a context that safeguards the environment and radically abates energy consumption. In this third millennium melting pot, wine is an integral part of a process that crosses the fermentation cellar, the barrique cellar, the barrel storage cellar, the museum area, the bookshop, as well as a restaurant and an auditorium, where old and new meld seamlessly to testify to a deeply rooted bond with the arts, in the century-old traces of Florentine patronage. Marchesi Antinori nel Chianti Classico, which has been open to the public since spring 2013, is a place pulsing with the desire to create and promote great wines, but not only. As Marquis Piero likes to say: “It is a tangible sign of our family’s love of wine.” The heritage of Tuscan taste, whatever form it takes, is the true DNA of Marchesi Antinori, the firm that makes its Tuscan character an authentic mission, rather than a mere strong point. It is the defence of an identity proudly proclaimed in the land of Divine Tuscany. Alla stregua di una sofisticata operazione chirurgica, è stata eseguita un’incisione sottile e profonda nella collina all’interno della quale si apre una nuova dimensione e la cui porta di accesso risulta quasi invisibile dall’esterno: è proprio nel cuore di questo antro che si coglie la sacralità di uno spazio che crea le condizioni ottimali per la realizzazione del prodotto e il rispetto per l’ambiente unito a un importante risparmio energetico. In questa fucina del terzo millennio, il vino è parte integrante di un percorso che attraversa la cantina di fermentazione, la barricaia, la bottaia, l'area museale, la libreria, il negozio, il ristorante e l’auditorium, dove l’antico e il contemporaneo si susseguono senza soluzione di continuità per testimoniare il legame profondo con le arti, nella traccia secolare del mecenatismo fiorentino. Marchesi Antinori nel Chianti Classico, aperta al pubblico dalla primavera del 2013, è un luogo dove si respira la voglia di creare grandi vini, di farli conoscere e non solo. Come ama affermare il Marchese Piero: «È il segno tangibile dell’amore della nostra famiglia per il vino». Il patrimonio del gusto toscano nella sua completezza è l’autentico DNA di Marchesi Antinori, azienda che fa della toscanità molto più di un punto di forza, bensì una vera e propria missione. È il baluardo della propria identità issato con orgoglio nella terra della Divina Toscana. w w w. a n t i n o r i . i t