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MARCHESI
ANTINORI:
dal XIV secolo
vinattieri per vocazione
di Claudia Chiari
radizione, passione e intuizione. Ecco i valori sui quali,
dal 1385, l’antica casata Antinori ha iniziato a scrivere
la propria storia, con Giovanni di Piero Antinori
che entrò a far parte della corporazione dell’Arte Fiorentina
dei Vinattieri. Una storia dove il rispetto per la tradizione
e il territorio s’intrecciano con le scelte più innovative.
Oggi, affiancato nella conduzione dell’azienda dalle tre figlie
Albiera, Allegra e Alessia, il Marchese Piero ama ripetere:
«Le antiche radici giocano un ruolo importante nella nostra
filosofia, ma non hanno mai inibito il nostro spirito innovativo».
Gli oltre 1800 ettari posseduti in Italia dalla famiglia Antinori,
testimoniano il vibrante animo d’impresa della famiglia;
sebbene il cuore dell’azienda resti la Toscana, dove le tenute
Antinori si estendono nelle principali zone vinicole della
regione, non mancano all’appello poderi lungo lo Stivale,
per esempio in Umbria, in Piemonte, in Puglia e
in Lombardia e persino nel mondo, negli Stati Uniti,
in Ungheria, in Cile, a Malta e in Romania, il tutto
unito dal doppio filo della tradizione e della qualità.
MARCHESI T
ANTINORI:
a vocation for wine dating
back to the XIV century
by Claudia Chiari
radition, passion and intuition. It was on the
strength of these values, that the ancient
lineage of Antinori started to write its story
in 1385, when Giovanni di Piero Antinori joined the
corporation of Florentine wine producers. A story in which
tradition and territory are intertwined with the most
innovative decisions. Today, flanked by his three daughters
Albiera, Allegra and Alessia in the management of the firm,
Marquis Piero is fond of repeating: “Our ancient
roots have certainly influenced our philosophy but
they have not deterred our innovative spirit.”
More than 1800 hectares are owned by the Antinori family
in Italy, which testify to its dynamic entrepreneurial spirit;
even though the heart of the business remains in Tuscany
where the Antinori estates are spread over the most
important wine growing areas of the region, the activity has
also extended to other parts of the boot such as Umbria,
Piedmont, Apulia and Lombardy, and even as far as the
United States, Hungary, Chile, Malta and Rumania.
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L’inclinazione a sperimentare nuovi vini, aprì le porte del
panorama enologico mondiale alla Marchesi Antinori quando,
nel 1971, fu prodotto per la prima volta il Tignanello,
un grande vino di uve Sangiovese e Cabernet, frutto della
revisione critica del Chianti intrapresa dal padre Niccolò
e dal figlio Piero, insieme all’enologo Giacomo Tachis.
Proprio a Tachis si deve il merito del rinascimento del vino
italiano e Tignanello fu il primo vino a meritarsi l’appellativo
di “Super Tuscan” dagli americani; inoltre, Tachis diede il via alla
produzione di vini prestigiosi tra cui il “Solaia” e il “Sassicaia”.
Et voilà l’ultimo coraggioso atto che ha iniziato un capitolo
rivoluzionario nella storia della famiglia: il passaggio
del quartier generale dal nobile palazzo in pietra forte in piazza
Antinori, acquistato nel 1506 per 4.000 “fiorini larghi
di grossi”, alla nuova Cantina nel Chianti Classico a
San Casciano in Val di Pesa. Non chiamatela cantina.
È un labirinto di volte, volumi sinuosi e ponti sospesi,
un tempio dedicato al vino, un’espressione autentica della
simbiosi tra uomo, natura e ambiente di lavoro e, più
di tutto, un omaggio al paesaggio toscano e alle sue vigne.
All production locations, however, share the same attention
to tradition and quality. The propensity to experiment
new wines opened the doors of the international wine
community to Marchesi Antinori in 1971, with the launch
of the first production of Tignanello, a great wine of
Sangiovese and Cabernet grape varieties, fruit of the
“review” made to Chianti by Niccolò father and Piero son,
together with oenologist Giacomo Tachis. Tachis is directly
responsible for the renaissance of Italian wine and Tignanello
was the first one to gain the “Super Tuscan” appellation
by Americans; moreover, he implemented the production
of prestigious wines comprising “Solaia” and “Sassicaia”.
Et voilà the latest act of courage that has opened a revolutionary
chapter in family history: the relocation of company headquarters from the aristocratic sandstone palazzo in piazza Antinori,
purchased in 1506 for 4,000 “big and weighty Florins”, to the
new Cellar in Chianti Classico at San Casciano in Val di Pesa.
But don’t call it a cellar. We are talking about a labyrinth
of vaults, twisting volumes and hanging bridges, a temple
dedicated to wine, an authentic expression of the symbiosis
between man, nature and the workplace and, more than
anything else, a tribute to the Tuscan landscape and its vineyards.
Similar to a sophisticated surgical operation, a deep narrow
slit has been cut out of the hillside, inside of which a new
dimension opens up, whose entrance is almost invisible from
outside: it is right in the heart of this cavern that one
perceives the sacred character of a space that creates the
optimal conditions for wine production, in a context
that safeguards the environment and radically abates energy
consumption. In this third millennium melting pot,
wine is an integral part of a process that crosses the
fermentation cellar, the barrique cellar, the barrel storage
cellar, the museum area, the bookshop, as well as
a restaurant and an auditorium, where old and new meld
seamlessly to testify to a deeply rooted bond with the arts,
in the century-old traces of Florentine patronage.
Marchesi Antinori nel Chianti Classico, which has been
open to the public since spring 2013, is a place pulsing with
the desire to create and promote great wines, but not only.
As Marquis Piero likes to say: “It is a tangible sign of our
family’s love of wine.” The heritage of Tuscan taste, whatever
form it takes, is the true DNA of Marchesi Antinori, the
firm that makes its Tuscan character an authentic mission,
rather than a mere strong point. It is the defence of an
identity proudly proclaimed in the land of Divine Tuscany.
Alla stregua di una sofisticata operazione chirurgica, è stata
eseguita un’incisione sottile e profonda nella collina all’interno
della quale si apre una nuova dimensione e la cui porta di
accesso risulta quasi invisibile dall’esterno: è proprio nel cuore
di questo antro che si coglie la sacralità di uno spazio che crea le
condizioni ottimali per la realizzazione del prodotto e il rispetto
per l’ambiente unito a un importante risparmio energetico.
In questa fucina del terzo millennio, il vino è parte integrante
di un percorso che attraversa la cantina di fermentazione,
la barricaia, la bottaia, l'area museale, la libreria, il negozio,
il ristorante e l’auditorium, dove l’antico e il contemporaneo
si susseguono senza soluzione di continuità per testimoniare
il legame profondo con le arti, nella traccia secolare del
mecenatismo fiorentino. Marchesi Antinori nel Chianti
Classico, aperta al pubblico dalla primavera del 2013,
è un luogo dove si respira la voglia di creare grandi vini, di farli
conoscere e non solo. Come ama affermare il Marchese Piero:
«È il segno tangibile dell’amore della nostra famiglia per il vino».
Il patrimonio del gusto toscano nella sua completezza
è l’autentico DNA di Marchesi Antinori, azienda che fa
della toscanità molto più di un punto di forza, bensì
una vera e propria missione. È il baluardo della propria
identità issato con orgoglio nella terra della Divina Toscana.
w w w. a n t i n o r i . i t
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