8 TARANTO Domenica 8 febbraio 2009 CORRIERE DEL GIORNO L'INTERVISTA Luigi Calabrese già coordinatore provinciale del Movimento Florido «A Florido rivolgo l'invito a riscoprire la sua identità moderata» di PIERPAOLO D'AURIA [email protected] Il sorriso è quello di sempre, gioviale. Ma se gli parli di Gianni Florido, compagno di sindacato e di mille battaglie politiche, il viso di Luigi Calabrese cambia espressione e non basta l'espressino con uno spruzzo di cacao a riscaldargli il cuore. Una settimana fa, in conferenza stampa, ha preso le distanze dal Pd e dal presidente che lo ha messo a coordinare il movimento Florido. Poi, il silenzio. Gianni Florido addio. Un rapporto non più recuperabile? «Con Gianni ho condiviso un percorso fino al 2007 cioè fino alle elezioni al Comune di Taranto. E, pur non condividendo la sua scelta a candidarsi a sindaco, l’ho rappresentato e ho rappresentato la lista Florido in maniera totale fino al ballottaggio». Fino al ballottaggio, dice? Ma poi lo ha seguito anche nel Pd. «Diciamo che ho subìto questo travaso del Movimento Florido nel Pd. L'ho subìto sperando che all’interno dello stesso partito democratico fossero rappresentate tutte le componenti che ne entravano a far parte: cioè Ds, Margherita e, soprattutto, la mia area di provenienza che è quella del cattolicesimo sociale e solidale». Una speranza che è morta sul nascere? «Infatti. Purtroppo ritengo di aver avuto ragione soprattutto perché, oltre a non essere rappresentata la mia identità, il Pd risulta ancora essere un partito privo di una linea politica ben precisa e anche da un punto di vista organizzativo non riesce a riacquistare quel rapporto indispensabile con la base e con i cittadini». Cosa andava fatto invece. «Andava sicuramente creata un’organizzazione di partito ed era necessario aprire un dibattito interno magari anche duro che però mettesse a confronto le diverse anime che lo compongono e creasse un’identità diversa rispondendo alle esigenze del territorio». Cominciando da dove? «Iniziando dall’applicare una linea politica netta, in linea con quelle che erano state le elezioni comunali - contraddistinte dalla larga vittoria di Stefàno - dimostrando di essere forza di opposizione ma in maniera costruttiva, critica e collaborativa sulle scelte importanti». Insomma, non condivide il fatto che il Pd continui a bussare alla porta di Stefàno? «Dico che non c’è chiarezza. Soprattutto negli ultimi mesi si è assistito ad uno scontro tra le rappresentanze cittadine e quelle provinciali, tra i gruppi all’interno dello stesso gruppo rappresentato in Comune, linea che si ripercuote anche a ll ’interno del gruppo della Luigi Calabrese Taranto Futura a muso duro contro il Consiglio comunale Le dichiarazioni del consigliere comunale Vito Basile contro l'associazione Taranto Futura, promotrice dell'azione che ha indotto il Comune di Taranto a dotarsi di un regolamento che disciplinasse l'istituto del referendum, non potevano cadere nel vuoto. E all'accusa di ostruzionismo per aver depositato un ricorso al Tar alla vigilia del Consiglio comunale che avrebbe dovuto (come poi ha fatto) approvare il regolamento, il coordinatore dell'associazione, Nicola Russo, risponde per le rime. «Il comitato "Taranto Futura" - sottolinea Russo - ha depositato il ricorso al Tar Lecce per la nomina del commissario ad acta in data 12 gennaio 2009 (udienza del 28 gennaio 2009) e non in data 2 febbraio 2009». Nel frattempo il comitato "Taranto Futura" la prossima settimana notificherà al Comune di Taranto «ricorso al Tar Lecce per le evidenti e macroscopiche illegittimità riportate nel regolamento» perchè l'art. 8 del Testo unico sugli enti locali detta norma statuisce il divieto di effettuare il Referendum consultivo solo "in coincidenza" (e non nell'anno) delle elezioni comunali, provinciali e circoscrizionali (non c'è alcun riferimento alle regionali), tanto da permettere la consultazione in un momento immediatamente prima o successivo». Provincia». Al Comune, intanto, Lonoce ha lasciato il gruppo. Forse i segretari cittadino e provinciale avrebbero dovuto fare qualcosa di più? «Non c’è dialogo e secondo me non c’è voglia di affrontare le problematiche. Come nel caso di Lonoce è della mia autosospensione». Che sembra essere passata inosservata. «La mia autosospensione poneva un problema serio all’interno del partito, voleva essere un lanciare il sasso nello stagno senza nascondere la mano. Un atto di coraggio. La dimostrazione è che, invece, il partito non ha né risposto né aperto un dibattito al suo interno». Un atteggiamento che tramuta la sua autosospensione in un definitivo addio. «Ho inviato una lettera chirificatrice oltre che agli organi istituzionali, ai presidenti della Provincia e del Consiglio provinciale nonchè al segretario provinciale Donato Pentassuglia, il giorno prima della mia conferenza stampa. Il dato è che ad una settimana il partito non solo non ha affrontato con me questa problematica ma non lo ha fatto nemmeno al suo interno neanche nell’esecutivo provinciale». Secondo lei perchè? «Perché c’è questa cultura del prender tempo». Vabbè, ma da parte sua nessuna autocritica? «Questo per me non è un mo- mento di gioia. Lasciare il Pd non è una vittoria. Il giorno in cui ho tenuto la conferenza stampa è stato un giorno di profonda delusione e di sconfitta. Forse anch'io non sono stato capace di sollecitare un vero e profondo dibattito all’interno ma combattere contro i mulini a vento è sempre difficile». Il suo futuro è nel terzo polo? Il mio futuro non so ancora quale sarà. Non ho una necessità estrema di candidarmi alle prossime elezioni provinciali. Vorrei però guardare ad un percorso politico che possa essere anche alternativo ad un sistema politico ancora non maturo nel quale possano identificarsi i moderati che non si riconoscono in nessuno dei due poli e quelli che all’interno degli stessi si sentono stretti in una morsa fatale». Sta pensando all'Udc? «No. Per ora non vado in nessuna formazione politica. Certamente l’Unione di centro, che è altra cosa dall'Udc classico, è sicuramente la mia più naturale co lloc azio ne ma ritengo si debba andare oltre gli schemi politici e di partito attuali. Quindi penso si possa creare una vera unione di centro aggregando le varie componenti attualmente presenti e soprattutto aggregando varie forze anche in maniera trasversale che non si riconoscono nello schema politico attuale». Quindi il terzo polo! «Questo significa prendere la «IL PD È PRIVO DI UNA LINEA POLITICA BEN PRECISA» distanze dai due poli ma anche non imbarcarsi elementi e schemi che con i moderati non hanno nulla a che fare». Al Florido amico che dice? «All’amico Florido dico che i rapporti personali esulano dal ragionamento politico». E al Florido politico? «Al Florido politico rivolgo l’invito a rivedere alcune sue posizioni, a riscoprire la sua identità moderata e auguro ad entrambi di poterci ritrovare successivamente per tornare a lavorare insieme su un territorio che entrambi amiamo». PARTITI Il sindaco lascia Rifondazione e segue il progetto di Nichi Vendola Stefàno aderisce all'Mps segue dalla 1ª pagina cara alla concenzione di intendere la politica del primo cittadino. Alla fine, però, l'adesione al movimento di Nichi Vendola Stefàno l'ha data anche se, al momento, non c'è nulla di firmato. Un'adesione che arriva a pochi giorni dall'incontro che il sindaco ha avuto con il direttivo provinciale di Rifondazione e nel corso del quale ha sottoscritto la tessera del partito pur precisando che si sarebbe ritagliato un momento di riflessione e approfondimento. Riflessione e approfondimento che, evidentemente, sono giunti a sintesi ieri mattina quando a Bari Stefàno ha presenziato alla conferenza stampa di Nichi Vendola aderendo poi al Mps. Nei prossimi giorni Stefàno invierà una lettera a Rifondazione comunista per ufficializzare la sua posizione. Un'adesio- ne che, inevitabilmente, apre nuovi scenari politici in riva allo Jonio in vista delle prossime elezioni provinciali di giugno. Intanto, il Movimento per la sinistra inizia a muovere i primi passi. «Nei prossimi giorni spiega Donatella Duranti, ex assessore provinciale e parlamentare - terremo un’ass embl ea pubblica insieme a coloro che vogliono cimentarsi in questa impresa, a partire dai promotori dell’Associazione per la Sinistra per Taranto, con i quali il percorso è stato avviato alcuni mesi fa. Un movimento per la sinistra aggiunge la Duranti - che nasce con una missione unitaria, a partire da uno sforzo riaggregativo sui livelli territoriali e che intende costruire una nuova identità della sinistra. Che lavori da subito per costruire l’unità più vasta possibile sul terreno dell’opposizione alle politiche e al governo delle destre». Il primo at- to formale sarà il sostegno allo sciopero del 13 febbraio della Fiom e della Fp- Cgil. Il movimento non trascurerà i momenti elettorali, «senza trasformarli in tappe decisive, attrezzandosi ad attraversarli con le modalità migliori per evitare la frantuma- zione della presenza della sinistra nelle istituzioni e per far avanzare il proprio progetto politico». Ad aderire al Mps sono: Maurizio Baccaro (Massafra), Luciano Brunetti (Manduria), Salvatore Bucci (Monteiasi), Vera Colucci (S. Giorgio Jonico), Enrico Consoli ( Sava), Mimmo Di Noi (Manduria), Donatella Duranti (circolo Guevara Taranto), Franco Galiandro (Grottaglie), Pietro Giacovelli ( Martina Franca), Marisa Lenti (Grottaglie), Gabriele Lomartire (Avetrana), Paula Maria Luca (Ginosa), Anna Margiotta (Martina Franca), Natti Patanè (Sava), Mario Pennuzzi ( circolo Guevara Taranto), Franco Perrino (Montemesola), Damiano Pollicoro (Ginosa), Carmen Santamaria (Palagiano), Nico Santoro ( Crispiano), Lucia Spennato (Massafra), Ippazio Stefàno ( sindaco di Taranto), Norberto Trentadue (Ginosa), Massimo Turco (circolo Guevara Taranto), Donatella Vitale (Martina Franca). Analoga decisione e scelta politica è stata assunta dai direttivi dei circoli di Massafra, Montemesola, Grottaglie, S.Giorgio, Sava, Avetrana, (p. d'a.)