Università Ca’ Foscari di Venezia 14-16 maggio 2007 Il controllo di gestione nelle università Prof. Maria Bergamin Barbato Professore ordinario Università Ca’ Foscari di Venezia Il contenuto dell’intervento Il processo direzionale in Ateneo Le principali tappe della programmazione e del controllo I soggetti coinvolti e i rispettivi ruoli Le principali criticità riscontrabili nella realtà universitaria IL PROCESSO DIREZIONALE Definizione della mete, cioè degli obiettivi da raggiungere e della rotta da percorrere Guida dell’organizzazione nell’attuazione dei piani e programmi, affinché i comportamenti organizzativi siano il più possibile coerenti con gli obiettivi perseguiti Strategia Piani di azione Budget LA STRATEGIA Obiettivi di lungo periodo Definizione delle linee guida che dovranno orientare tutte le decisioni aziendali, in grado di dare concrete indicazioni sul “che fare”, esercitando un fondamentale ruolo di indirizzo e di coordinamento all’interno di un’organizzazione Definisce: che cosa l’ateneo fa o vuole fare perché lo fa o lo vuole fare come lo fa o lo vuole fare Il processo di formulazione della strategia Identificazione opportunità/minacce ambientali Cosa l’ateneo potrebbe fare Analisi della situazione esterna Valutazione punti forti/deboli dell’organizzazione Cosa l’ateneo può fare Analisi della situazione interna STRATEGIA Cosa l’ateneo dovrebbe fare Riconoscimento delle responsabilità sociali Cosa l’ateneo vuole fare Indirizzi degli organi di governo/direzione Formulazione di programmi e di un bilancio preventivo su un ORIZZONTE ALMENO TRIENNALE La parte preponderante delle decisioni assunte in un esercizio produce impatto su un orizzonte temporale ben più ampio Solo qualche esempio: Attivazione di corsi di laurea triennale Politiche del personale Investimenti nell’area edilizia Investimenti nell’area informatica Investimenti che comportano indebitamento, con piani di ammortamento pluriennali …… La definizione degli obiettivi di lungo periodo RETTORE SENATO ACCADEMICO CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Mission dell’Ateneo in ambito di Aspetti economico-finanziari e amministrativi didattica e di ricerca ORGANI CONSULTIVI ORGANI DI CONTROLLO (Consiglio dei Direttori di Dipartimento, Consiglio degli Studenti, ecc.) (Nucleo di Valutazione, Collegio dei Revisori) STRUTTURA AMMINISTRATIVA IL COINVOLGIMENTO DELLA DIRIGENZA Nessun indirizzo politico può essere delineato senza una approfondita conoscenza della qualità e quantità delle risorse disponibili e del loro diverso modo di combinarsi al fine di realizzare processi efficaci ed efficienti. Questo implica che il dirigente non entri in gioco solo successivamente, nella fase attuativa, ma partecipi fattivamente alla stessa elaborazione delle strategie in quanto depositario delle conoscenze aziendali OBIETTIVI STRATEGICI DECISORE ORGANI DI GOVERNO RESPONSABILE DIRETTORE AMMINISTRATIVO/ DIRIGENTI PIRAMIDE DELLE POSIZIONI DECISIONALI E DELLE RESPONSABILITÀ CDR CDR CDR CDR Alta direzione Posizioni decisionali intermedie a contenuto decisionale significativo in ordine decrescente Livelli esecutivi Processo di delega PRESUPPOSTI ORGANIZZATIVI PER L’ATTUAZIONE DELLA STRATEGIA Il connubio rettore/direttore amministrativo costituisce uno snodo esecutivo fondamentale perché possano trovare coerente attuazione gli obiettivi strategici, i programmi e le direttive degli organi di governo EFFICACIA DEL COORDINAMENTO OPERATIVO in un’organizzazione caratterizzata da elevata frammentazione e complessità LA COMPLESSITÀ ORGANIZZATIVA Rettore Senato accademico Consiglio di Amministrazione Delegati del Rettore Servizi di supporto gestionale e decisionale Direttore amministrativo Segreteria Direzione Amm. Serv. Comunic. e Rel. esterne Servizi alla didattica Servizi alla ricerca Dipartimento 1 Dipartimento 2 Dipartimento i Dipartimento n Area del personale Centro interdipartimentale Area finanziaria Gestione economale Facoltà 1 Centri interfacoltà Servizi tecnici Facoltà 2 Centri interateneo Serv. gen. e legali Facoltà n Consorzi esterni LA COMPLESSITÀ ORGANIZZATIVA IL PERSONALE UNIVERSITARIO Personale docente Personale tecnicoamministrativo diverse culture diversi percorsi di carriera diverse linee gerarchiche LA COMPLESSITÀ ORGANIZZATIVA L’attività di didattica e di ricerca svolta dai docenti necessita di infrastrutture di supporto Personale docente Personale tecnicoamministrativo LA COMPLESSITÀ ORGANIZZATIVA Situazione di potere politico diffuso e intersecato (le medesime persone sono contemporaneamente membri di organi diversi, con diversi poteri e ruoli anche potenzialmente conflittuali tra loro) I docenti rivestono al contempo la veste di organi politici e di soggetti dirigenti La pianificazione strategica per essere veramente efficace deve: svolgersi in modo sistematico essere in grado di guidare l’azione essere accompagnata da meccanismi di monitoraggio dell’implementazione IL PIANO STRATEGICO DI ATENEO È una definizione a priori delle linee di indirizzo che devono guidare l’attività di gestione Non può essere semplicemente evinto da una sommatoria di deliberazioni assunte dagli organi di governo in corso d’anno (che nei fatti troppo spesso sembrano andare in direzioni non proprio univoche …) Il piano strategico di ateneo non deve presentarsi come la semplice somma di piani settoriali Facoltà x Facoltà y + 35 jladjfds fgd sgf sgger et sgtr trey rth sgtr sgtr hegth sgtr sgtr irtyut sgtr 1.000 444 900 1.000 22.424 242 4.645 5.654 76.576 866 87.867 785 476 6.754 674 70 30 25 60 20 15 50 10 5 40 0 Ge n f eb ma r a pr Ma g Gi u 30 20 10 0 Gen feb mar apr Mag Giu + 35 jladjfds fgd sgf sgger et sgtr trey rth sgtr sgtr hegth sgtr sgtr irtyut sgtr 1.000 444 900 1.000 22.424 242 4.645 5.654 76.576 866 87.867 785 476 6.754 674 70 30 25 60 20 15 50 10 5 40 0 Ge n f eb ma r a pr Ma g Gi u 30 20 10 0 Gen feb ….. Dipartimento z mar apr Mag Giu + 35 jladjfds fgd sgf sgger et sgtr trey rth sgtr sgtr hegth sgtr sgtr irtyut sgtr 1.000 444 900 1.000 22.424 242 4.645 5.654 76.576 866 87.867 785 476 6.754 674 70 30 25 60 20 15 50 10 5 40 0 Ge n f eb ma r a pr Ma g Gi u 30 20 10 0 Gen feb mar apr Mag Giu 35 jladjfds fgd sgf sgger et sgtr trey rth sgtr sgtr hegth sgtr sgtr irtyut sgtr Necessità di COORDINAMENTO tra aree di intervento tra queste e le risorse necessarie 1.000 444 900 1.000 22.424 242 4.645 5.654 76.576 866 87.867 785 476 6.754 674 70 30 25 60 20 15 50 10 5 40 0 Ge n f eb ma r a pr Ma g Gi u 30 20 10 0 Gen feb mar apr Mag Giu REQUISITI DELL’OBIETTIVO STRATEGICO L’obiettivo strategico deve avere: Orientamento prospettico Caratterizzazione empirica specifica Concretezza e non ambiguità Deve guidare l’azione ESPRESSIONE DEGLI OBIETTIVI TRAMITE: ATTIVITÀ OUTPUT OUTCOME ATTIVITÀ Insiemi di operazioni organizzate e finalizzate OUTPUT Indica il prodotto, la prestazione o il servizio reso al cliente. È il risultato di attività o di processi OUTCOME Effetto prodotto, esito. Può riferirsi all’individuo o alla collettività. È spesso difficile da misurare, soprattutto perché gli effetti prodotti frequentemente non sono osservabili nel breve termine Obiettivo strategico: Accrescere la cultura imprenditoriale dell’Ateneo allo scopo di acquisire nuove fonti di finanziamento Di quanto e in quale arco temporale devono crescere i finanziamenti? Del 10% nel triennio; Di non meno del 15% nel triennio; … Perché? Accrescere gli introiti dell’ente derivanti da nuove fonti; Potenziare il peso dell’Ateneo a livello nazionale per acquisire una maggiore quota di finanziamenti ministeriali (modello CNVSU); Sostegno iniziative in essere per ridurre la pressione sugli equilibri attuali; sviluppo di nuove iniziative; riduzione del peso delle spese di personale su FFO; … Quale tipo di finanziamenti? Contributi da privati; FSE; finanziamenti finalizzati; liberalità; … …? … LA PROGETTAZIONE DEL SISTEMA PARTE DALLA INDIVIDUAZIONE DELLE VARIABILI CRITICHE Strategia punti di forza punti di debolezza Variabili critiche quantitativo monetari PARAMETRI-OBIETTIVO e relativi INDICATORI Struttura organizzativa di base qualitativi esprimibili in modo quantitativo Compiti e ruoli Responsabilità chiave non esprimibili in modo quantitativo LA FISSAZIONE DEI PARAMETRI-OBIETTIVO OBIETTIVO STRATEGICO Da misurare in termini di outcome (quando possibile), con indicatori espressivi del tipo di impatto che si intende produrre OBIETTIVI OPERATIVI ALLINEATI ALL’ORIENTALMENTO STRATEGICO In genere difficilmente misurabili in termini di outcome, più facilmente misurabili con indicatori di output PRINCIPALI ELEMENTI CHE CARATTERIZZANO IL PROCESSO DI PIANIFICAZIONE E PROGRAMMAZIONE NELLE UNIVERSITÀ PIANIFICAZIONE STRATEGICA CONTENUTI Definizione di obiettivi strategici e generali ORIZZONTE TEMPORALE Medio-lungo termine PIANIFICAZIONE OPERATIVA O PROGRAMMAZIONE Definizione di obiettivi intermedi, ossia strumentali al raggiungimento degli obiettivi strategici Breve termine STRUMENTI Programma di mandato Relazione Programmatica Bilancio pluriennale Bilancio annuale Piano degli obiettivi SOGGETTI COINVOLTI Rettore Senato Accademico Consiglio di Amministrazione Direttore Amministrativo Dirigenti LA FISSAZIONE DEI PARAMETRI-OBIETTIVO La fissazione dei contenuti dei parametriobiettivo rappresenta il momento più delicato e importante del processo di controllo, perché tutto lo svolgimento successivo dipende dalle modalità con cui gli attori del processo hanno provveduto alla realizzazione di tale fase e dalla qualità della sua riuscita LA FISSAZIONE DEGLI OBIETTIVI Definire gli obiettivi significa stabilire, una volta previsti gli andamenti delle variabili interne ed esterne e i modi di posizionamento dei vincoli, la via da seguire nell’attuazione, nel breve termine, delle scelte strategiche Presupposti LA FISSAZIONE DEI PARAMETRI-OBIETTIVO Presupposti La conoscenza, da parte dei manager, delle linee strategiche Coinvolgimento e comunicazione La capacità dei manager di prevedere e dominare le circostanze ambientali Sistema informativo DA PREVISIONE A PROGRAMMAZIONE PROGRAMMAZIONE riflette una componente intenzionale presuppone l’esplicitazione di una volontà fattuale che, sulla base delle condizioni operative interne e delle previste situazioni esterne, ponga l’azienda in condizione di coordinare efficacemente ed efficientemente le prime, intervenendo sulle seconde modificandole nei limiti del consentito DA PREVISIONE A PROGRAMMAZIONE La formulazione di una strategia non si esaurisce nella mera constatazione di tendenze in atto La previsione svolge un ruolo strumentale rispetto alla programmazione PROGRAMMAZIONE Fissazione di precisi obiettivi di azione e definizione delle modalità di loro perseguimento secondo logiche di efficacia, di efficienza feedback SISTEMA INFORMATIVO AZIONE Perseguimento degli obiettivi posti VERIFICA RISULTATI CONSEGUITI Confronto tra obiettivi assegnati in fase di programmazione e risultati conseguiti ai fini della misurazione del grado di loro conseguimento Valutazione delle prestazioni Il monitoraggio deve avvenire in corso di azione La frequenza di produzione delle informazioni deve essere tale da evidenziare tempestivamente gli scostamenti tra dato programmato e dato effettivo, in modo tale da: Facilitare l’individuazione difformità delle cause della Consentire l’immediata attivazione di interventi correttivi INTERVENTI CORRETTIVI ASSUNZIONE DELLA DECISIONE (PROGRAMMAZIONE) AZIONE INTERVENTI CORRETTIVI IMPATTO Non avrebbe senso attendere il completo verificarsi degli effetti di una decisione, quando si è ormai superato il “punto di non ritorno”, per produrre il flusso informativo, perché a quel punto l’informazione avrebbe la sola valenza di constatazione del raggiungimento o mancato conseguimento dell’obiettivo In corso d’azione, mano a mano che le ipotesi prospettiche poste alla base della fissazione di obiettivi e programmi si avvicinano nel tempo fino a trasformarsi nella realtà del presente, la costante verifica del rispetto degli standard predefiniti mette nella condizione di individuare precocemente eventuali scostamenti e reagire immediatamente con la messa in atto di interventi correttivi DEFINIZIONE DELL’INTERVALLO TEMPORALE DEL MONITORAGGIO L’intervallo temporale deve essere di dimensione tale da rendere possibile: una agevole individuazione delle cause che hanno determinato le difformità rispetto ai valori predefiniti, facilitando il processo diagnostico un tempestivo intervento allo scopo di riallineare l’azione agli obiettivi posti in sede di programmazione Il monitoraggio del programma di azione diretto al conseguimento di un obiettivo presuppone la definizione di una “tabella di marcia”, ossia l’individuazione di tappe intermedie che rappresentino un riferimento per verificare in corso di azione se si sta procedendo nella giusta direzione in vista del raggiungimento del risultato finale prefissato IL PARAMETRO-OBIETTIVO È ANCHE STRUMENTO DI VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE MANAGERIALE COINVOLGIMENTO NELLA FISSAZIONE DEI PARAMETRI-OBIETTIVO MOTIVAZIONE COLLEGAMENTO DEL SISTEMA PREMIANTE AL RAGGIUNGIMENTO DEI PARAMETRI-OBIETTIVO INCENTIVAZIONE Coinvolgimento, motivazione e incentivazione devono essere ben armonizzati IL COINVOLGIMENTO Il coinvolgimento verso gli scopi dell’organizzazione aumenta al crescere della partecipazione alla pianificazione e diminuisce allo scemare di questa fino a sparire quando manchi anche la sola conoscenza degli obiettivi di fondo IL COINVOLGIMENTO Il processo si realizza a cascata Il coinvolgimento diviene leva attraverso la quale il responsabile di un’area ottiene la motivazione dei propri collaboratori Il coinvolgimento mette in grado ciascun membro dell’organizzazione di apprezzare compiutamente il proprio ruolo nell’ambito dell’organizzazione stessa e di conoscere adeguatamente le interrelazioni tra la propria attività e quella degli altri SIGNIFICATIVITÀ DI UN PARAMETRO-OBIETTIVO Soddisfano questi requisiti gli INDICATORI NUMERICI Maggiore chiarezza Maggiore oggettività Non risponde invece a queste esigenze il ricorso a LOGICHE DESCRITTIVE IL PARAMETRO-OBIETTIVO È ANCHE STRUMENTO DI VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE MANAGERIALE Se viene stressato l’aspetto valutativo, la conseguenza può essere il conseguimento solo formale dei risultati fissati, attraverso azioni che anticipano la rappresentazione degli esiti positivi e/o rimandano quelli negativi COMPORTAMENTO ORGANIZZATIVO NON ORIENTATO AGLI OBIETTIVI DELL’ENTE L’incentivazione non può sostituirsi alla mancanza di motivazione IL PARAMETRO-OBIETTIVO È ANCHE STRUMENTO DI VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE MANAGERIALE Esempio: MANUTENZIONE ATTREZZATURE DIDATTICHE Abbattimento dei costi nel breve periodo mediante appalto del servizio a ditte che offrono prezzi estremamente contenuti (prezzo come unico elemento di valutazione) Effetto immediato: Compressione dei costi del servizio Valutazione positiva del responsabile e conseguente erogazione del premio Effetto non immediatamente percepibile: peggioramento della qualità del servizio Maggiori costi nel medio periodo legati alla non qualità del servizio e alla necessità di porre in essere azioni volte al suo recupero LA VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE MANAGERIALE Fissazione degli obiettivi COINVOLGIMENTO Valutazione dei risultati MOTIVAZIONE E INCENTIVAZIONE Perseguimento degli obiettivi MOTIVAZIONE LA VALUTAZIONE DELLA PRESTAZIONE MANAGERIALE Fissazione degli obiettivi COINVOLGIMENTO Valutazione dei risultati MOTIVAZIONE E INCENTIVAZIONE Perseguimento degli obiettivi MOTIVAZIONE Nessuna leva decisionale deve sfuggire al monitoraggio che si realizza attraverso l’individuazione dei parametri-obiettivo Ad ogni parametro-obiettivo responsabile deve corrispondere un Nessuno deve essere responsabilizzato su relazioni parametroobiettivo / risultati che non possa dominare in alcun modo nella fase decisionale e in quella operativa Risultati del processo di controllo Orientamento dei manager allo sviluppo di un’attività decisionale improntata a logiche di efficacia e di efficienza Motivazione dei responsabili decisionali Diffondersi di un clima organizzativo caratterizzato dallo “spirito di squadra” Risultati del processo di controllo: la motivazione dei responsabili decisionali Un manager si dice motivato quando fa propri gli obiettivi dell’organizzazione, fino ad identificare la realizzazione personale con il successo dell’organizzazione stessa Coinvolgimento Trasparenza dei risultati fissati e raggiunti Autonomia decisionale MOTIVAZIONE Consapevolezza di contare su una strumentazione di supporto adeguata Misurabilità degli effetti della sua azione IL COINVOLGIMENTO Il coinvolgimento dei responsabili nella fissazione dei parametri-obiettivo genera motivazione perché: Chi deve realizzare l’obiettivo è garantito del fatto che esso è stato fissato con piena conoscenza e dominio dei problemi tecnici e organizzativi che dovranno essere affrontati nella sua attuazione Il responsabile coinvolto nella fissazione dell’obiettivo si sente gratificato dai margini di autodeterminazione e di autonomia assegnatagli e impegnato a realizzare quanto da lui stesso valutato come ideale e tuttavia raggiungibile Risultati del processo di controllo: Clima organizzativo caratterizzato dallo “spirito di squadra” La gestione delle risorse umane costituisce un elemento cardine in un’organizzazione orientata ai risultati Nessun responsabile da solo sarà mai in grado di decidere ed agire in condizioni di efficacia e di efficienza I risultati si ottengono attraverso la cooperazione di tutti i lavoratori coinvolti Risultati del processo di controllo: Clima organizzativo caratterizzato dallo “spirito di squadra” La direzione per obiettivi induce il responsabile dell’area a sviluppare con i propri collaboratori un dialogo diretto a: Conoscerne al meglio le potenzialità al fine di valorizzarle Spiegare quanto più chiaramente possibile i contenuti dei compiti e le attese di prestazione, affinché queste si realizzino al meglio Coinvolgerli in modo che si sviluppi anche in loro la motivazione verso gli obiettivi Risultati del processo di controllo: Clima organizzativo caratterizzato dallo “spirito di squadra” Stimolare e lasciare spazio ai contributi ideativi, perché non si perdano occasioni di miglioramento nello svolgimento dell’attività Alimentare tra i collaboratori uno spirito di gruppo, posto che i conflitti e le tensioni conducono a comportamenti che quasi sempre allontanano dai risultati ottimali Gratificare con la sua approvazione i dipendenti in relazione ai contributi forniti ed eventualmente correggere atteggiamenti disfunzionali L’ESIGENZA DI COERENZA Un buon funzionamento del sistema di controllo presuppone la coerenza tra: Struttura organizzativa di base Struttura organizzativa del controllo Stile di direzione Strategia Sistema premiante L’ESIGENZA DI COERENZA Coerenza tra COMPITI E RUOLI ASSEGNATI - LEVE DECISIONALI - RESPONSABILITÀ Coerenza tra AUTONOMIA DECISIONALE FORMALMENTE CONCESSA E AUTONOMIA DECISIONALE DI FATTO ESERCITATA COERENZA TRA RESPONSABILITÀ ASSEGNATE, che trovano rappresentazione nel sistema dei parametri-obiettivo, E STILE DI DIREZIONE L’attribuzione formale di responsabilità (che attraverso la definizione dei parametri-obiettivo trova assoluta trasparenza, generando attese di autonomia), il riconoscimento di contenuti decisionali all’attività dei collaboratori, il ricorso a deleghe, NON può/deve accompagnarsi a comportamenti di fatto autoritari del capo (ingerenze) CADUTA DELLA MOTIVAZIONE COERENZA TRA RESPONSABILITÀ ASSEGNATE, che trovano rappresentazione nel sistema dei parametri-obiettivo, E STILE DI DIREZIONE DECENTRAMENTO FORMALE + STILE DI DIREZIONE TENDENZIALMENTE ACCENTRATO STILE DI DIREZIONE E SISTEMA PREMIANTE La retribuzione è solo uno degli elementi del sistema premiante Il lavoratore non è reattivo alla sola retribuzione, ma alle condizioni complessive dell’esperienza sociale (bisogni e aspettative) e lavorativa (retribuzione, ma anche contenuto del lavoro in termini di autonomia e responsabilità, possibilità di crescita professionale, ecc.) SISTEMA PREMIANTE PREMIO Non è rappresentato solo dall’incentivo monetario Percorsi di carriera Riconoscimento del ruolo svolto Riconoscimento della qualità della prestazione Altre forme di riconoscimento GLI EFFETTI DELL’ATTRIBUZIONE DELLA RESPONSABILITÀ SUI RISULTATI PROFESSIONALITÀ DELLE PERSONE AUTONOMIA DECISIONALE implica RESPONSABILITÀ SUI RISULTATI determina COMPETITIVITÀ richiede e accresce stimola ATTEGGIAMENTI IMPRENDITORIALI E INNOVATIVI Focalizzazione sulle singole aree presidiate, ma attenzione: SI PUÒ PERDERE DI EFFICACIA O DI EFFICIENZA NEI PASSAGGI MONITORAGGIO DEI PROCESSI Processo Le organizzazioni, pur essendo strutturate per funzioni verticali, funzionano in realtà per processi orizzontali (o flussi) Direzione Generale Settore Gestione Risorse Umane Settore Finanza e Patrimonio Settore Gare e Contratti Settore Programmazione Settore … Un processo è un insieme di attività che, assumendo input di varia natura, produce un output che sia di valore per il cliente. (Hammer e Champy, 1993) LA TRASVERSALITÀ DEI PROCESSI Gli output nell’area della didattica e della ricerca che vengono realizzati in ambito universitario costituiscono il risultato di processi che attraversano trasversalmente la struttura organizzativa Processo l’attività operativa in quanto flusso cliente-fornitore Ogni quanto viene generato questo output? Chi attiva il mio lavoro? Unità fornitrice Input Supporto o iniziativa Che cosa viene prodotto? Attività che si svolge all’interno di una unità organizzativa In che modo viene attivato il mio lavoro? Chi utilizza il mio output? Output Modalità Come viene prodotto? Unità cliente IL RUOLO DEL CONTROLLER Necessità di integrazione del sistema di controllo con la struttura decisionale d’azienda Produzione di informazioni rispondenti alle esigenze di: Alta direzione Responsabili dei servizi LA COSTRUZIONE DELLE INFORMAZIONI NO INFORMAZIONI ALLA RICERCA DI UN DECISORE CHE LE PRENDA IN ADEGUATA CONSIDERAZIONE MA DECISIONI (E QUINDI DECISORI) CHE RICHIEDONO INFORMAZIONI AD HOC COSTRUITE Tempo per lavorare Tempo per “contare”/ misurare Tempo per controllare OBIETTIVI a tutti i livelli dell’organizzazione COERENZA DELLA MISURAZIONE CON DECISIONI IL RUOLO DEL CONTROLLER Attenzione a non confondere il RUOLO DEL CONTROLLER (Ufficio/Servizio Controllo di Gestione) con il CONTROLLO DI GESTIONE, che comprende aspetti di processo che coinvolgono l’intera organizzazione IL RUOLO DEL CONTROLLER Attenzione alle disposizioni legislative che, male interpretate (o formulate), potrebbero attribuire agli uffici che si occupano di controllo di gestione un ruolo non perfettamente in linea con la loro attività Esempio: funzioni di vigilanza in materia di adozione dei parametri prezzo-qualità delle convenzioni CONSIP nell’acquisto di beni e servizi