Fund Manager Focus Credit Suisse Insurance Linked Strategies (ILS) Aprile 2009 Niklaus Hilti, Head of Insurance Linked Strategies, illustra questi prodotti di Credit Suisse e la loro performance rispetto al mercato. Niklaus Hilti Head of Insurance Linked Strategies Sintesi IRIS: Insurance Related Investment Solutions – una piattaforma con tre diversi profili di rischio/ rendimento oltre a un prodotto per Credit Suisse Private Banking. Leader di mercato: prodotti in grado di mettere a segno sovraperformance e di generare costantemente alfa, con una massa gestita pari a USD 1,2 miliardi. Strumento di diversificazione: fonte di alfa con una bassa correlazione con il mercato finanziario, rischi estremi contenuti e volatilità moderata. Punto di forza: team con competenze in campo assicurativo, un solido know how in materia di selezione del rischio e tecnologie di punta per sovraperformare l’universo di mercato. Potrebbe descrivere brevemente i prodotti proposti? La nostra piattaforma Insurance Related Investment Solutions comprende tre fondi, ognuno con un profilo di rischio/rendimento diverso: Low Volatility, Balanced ed Enhanced. Nel caso del fondo Balanced, esiste anche la possibilità di avvalersi di certificati. Per i tre fondi le sottoscrizioni sono mensili, mentre i rimborsi sono mensili per Low Volatility e trimestrali per Balanced ed Enhanced. Inoltre, ai clienti di Credit Suisse Private Banking proponiamo CS Points International, che per il suo profilo di rischio si colloca tra Low Volatility e Balanced e prevede sottoscrizioni e rimborsi giornalieri. L’obiettivo di rendimento netto è il Libor +3–5% per Low Volatility, +7–9% per Balanced, +12–20% per Enhanced e +7–10% per CS Points International. Fund Manager Focus L’investimento minimo è di USD 250 000 per i fondi IRIS e USD 10 000 per il CS Points International Certificates. Nel panorama del settore assicurativo-riassicurativo dove si collocano questi prodotti di Credit Suisse? Per semplificare, si può dire che la clientela privata e commerciale investe in questo mercato per poter disporre di una protezione da rischi che da sola non è in grado di coprire. Le compagnie di assicurazione si finanziano sulle piazze obbligazionarie e presso gli azionisti e riassicurano i principali rischi che potrebbero correre a livello locale. Inoltre, vi è il caso delle società di riassicurazione che si assicurano presso altri riassicuratori, un settore non del tutto trasparente. Le società di riassicurazione possono reperire capitali anche presso gli azionisti e sui mercati obbligazionari. Il nostro compito consiste semplicemente nell’assorbire il rischio dalle compagnie di assicurazione e di riassicurazione svolgendo il ruolo di riassicuratore. L’aspetto importante è rappresentato dal fatto che ci poniamo come una fonte di capitale alternativa ed evitiamo che le compagnie di riassicurazione si rivolgano di nuovo agli azionisti e alle piazze obbligazionarie. Come viene costruito un portafoglio? Un investitore acquista un portafoglio costituito da singole posizioni insurance linked diversificato per regioni per le catastrofi naturali e per tipologia di rischio per le catastrofi tecniche (aviazione, marina ecc.). A loro volta le differenti regioni e le varie tipologie di rischio sono suddivise rispettivamente in catalizzatori e sottoregioni. La correlazione minima o addirittura inesistente tra le varie tipologie di rischio e le differenti aree geografiche consente una diversificazione efficiente. Quindi, se un portafoglio è costituito da 16 elementi, l’insolvenza totale di uno di essi (ad esempio nell’eventualità di un terremoto o di un incidente in cui sia coinvolta una petroliera) si tradurrà in un minor rendimento di quest’ultimo, che però non sarà danneggiato nel suo complesso. Il fattore chiave è dato dalla diversificazione finalizzata a ricavare dal mercato riassicurativo il più elevato premio di lungo termine possibile. In mancanza di richieste di risarcimento, otteniamo un premio al rischio del 12–15% con gli interessi sul capitale. Ci può parlare dei mercati su cui operate? Siamo attivi su due mercati: il primo, quello dei prodotti ILS non cartolarizzati (obbligazioni catastrofe), ha un valore di USD 15 miliardi; il secondo, di dimensioni molto maggiori, è il tradizionale mercato riassicurativo di swap su ILS non cartolarizzati, del valore di USD 350 miliardi. Fund Manager Focus Sul mercato delle obbligazioni Cat, ristretto e scarsamente diversificato, nel 2004 il rischio di uragani rappresentava l’80%. Per questo motivo ci siamo spostati su quello degli swap sugli ILS, un universo molto più vario che ci consente di accedere anche al rischio di catastrofi tecniche. Sostanzialmente si tratta di una piazza illiquida, senza contrattazioni sul mercato secondario. Tuttavia, gli swap hanno una scadenza minima di tre mesi, che ci permette di mantenere un certo livello di liquidità del fondo, e una scadenza massima di un anno. Una quota più contenuta, compresa tra il 10% e il 40%, è investita in obbligazioni Cat, il resto in swap su ILS che prevedono una clausola di responsabilità limitata, il pagamento anticipato di un premio e quindi un rischio di credito pari a zero. La controparte riceve solo una lettera di credito. Pertanto in questo caso l’elemento fondamentale è l’assenza di rischio di credito. Come è stata la performance del fondo? Rispetto alle nostre previsioni, i rendimenti di tutte e tre i fondi si sono rivelati superiori alla media e la volatilità è stata molto minore del previsto. Il fattore chiave è stata la mancanza di catastrofi di vasta portata, come terremoti devastanti (ad esempio in California o in Giappone) o uragani. Qual è la correlazione con i mercati finanziari? Riteniamo che i prodotti ILS costituiscano una valida alternativa ad altre asset class a causa della scarsa correlazione con i mercati tradizionali. Rispetto agli altri indici di mercato, ILS Balance è riuscito ad esempio a sfuggire alle turbolenze degli ultimi 18 mesi. Indici più stabili, come quelli delle obbligazioni statunitensi, sono stati invece ampiamente battuti. Rispetto alle quattro principali strategie europee di riassicurazione, le nostre tre strategie insurance linked hanno messo a segno una notevole sovraperformance. Potrebbe illustrare la strategia perseguita? Gli aspetti da sottolineare sono quattro. Innanzitutto, cerchiamo di quantificare il rischio, ad esempio la probabilità che si verifichi un terremoto. A tale scopo impieghiamo le tecnologie di punta utilizzate dalle maggiori società di riassicurazione e ci avvaliamo di svariati modelli. Miriamo a ridurre al minimo la perdita potenziale attraverso l’estrazione orizzontale dei rendimenti, la riduzione dei rischi estremi e la gestione attiva del ciclo. Realizziamo un numero piuttosto limitato di operazioni, circa 100, ma dedichiamo molto più tempo all’effettiva quantificazione e alla strutturazione trasparente dei singoli rischi con l’ausilio di parametri specifici. Ci prefiggiamo inoltre l’obiettivo di una gestione estremamente attiva dei portafogli. Nel 2008 la posizione in obbligazioni Cat è stata quindi ridotta al minimo in vista di un’eventuale correlazione con il ribasso dei mercati finanziari. Il nostro atteggiamento proattivo ci ha quindi consentito di conseguire una lieve sovraperformance e di generare alfa. Fund Manager Focus Ripensando a qualche nota sciagura, quali fondi risentirebbero di quale tipologia di catastrofe? La portata degli eventi può essere limitata, vasta o enorme. Un evento di portata limitata come l’uragano Wilma del 2005 penalizzerebbe IRIS Enhanced, il nostro fondo più volatile, ma anche il più brillante. Di un evento di vasta portata come l’uragano Katrina, verificatosi nello stesso anno, risentirebbe anche IRIS Balanced, un fondo di fascia media, mentre un evento di enorme portata come il terremoto di San Francisco del 1906 avrebbe un impatto persino su IRIS Low Volatility, il fondo meno rischioso e con il posizionamento più prudente. Di conseguenza, il fondo più remunerativo è anche quello che presenta una maggiore esposizione al rischio. Su base storica, in condizioni normali, IRIS Balanced genererebbe un rendimento annuo del 14%. Se si verificasse la peggiore catastrofe degli ultimi 40 anni, il risultato sarebbe praticamente pari allo 0%, mentre nel caso di una sciagura di vasta portata come il terremoto di San Francisco del 1906 sarebbe -5%, un dato di tutto rispetto se si pensa all’effetto che una calamità di questo genere avrebbe sul mercato. Qualora vi fossero due catastrofi nello stesso anno, una di vasta e l’altra di enorme portata – il che per il calcolo delle probabilità avviene una volta ogni mille anni – il rendimento sarebbe -10%. Nel settore della riassicurazione, quali effetti potrebbe avere la crisi economica sul costo del capitale? Quando si verificano delle catastrofi, i premi aumentano. In seguito all’uragano Katrina, ad esempio, sono stati distrutti capitali di rischio per un valore di USD 41 miliardi, con conseguente notevole aumento dei premi assicurativi e diminuzione della propensione al rischio. I premi aumentano anche in presenza di difficoltà economiche, poiché le attività delle compagnie di assicurazione e riassicurazione si spostano in territorio negativo. Al contrario, quando gli investimenti si rivelano redditizi, ossia nei periodi in cui gli affari vanno a gonfie vele, i premi tendono a diminuire. Nel 2008 le compagnie di assicurazione e riassicurazione hanno perso circa il 25% del loro capitale di rischio, determinando l’attuale considerevole aumento dei premi. Per concludere, ci sono segni tangibili di una maggiore frequenza delle catastrofi naturali? In genere i trend storici sono accentuati da fattori quali l’andamento dell’inflazione, l’aumento della densità demografica e del grado di benessere. Se non se ne tiene conto, non vi sono segni tangibili di una maggiore frequenza delle catastrofi naturali. La presente informativa è stata realizzata da CREDIT SUISSE (di seguito «CS»), con la maggiore cura possibile e al meglio delle proprie conoscenze. Il CS non fornisce tuttavia alcuna garanzia relativamente al suo contenuto e alla sua completezza e declina qualsiasi responsabilità per le perdite che dovessero derivare dall’utilizzo delle informazioni in essa riportate. La presente informativa non costituisce né un prospetto ai sensi dell’art. 652a/art. 1156 (Codice svizzero delle obbligazioni), né il risultato di un’analisi finanziaria e non è pertanto soggetta alle «Direttive sull’indipendenza della ricerca finanziaria» (Associazione svizzera dei banchieri). Scopo della presente informativa è illustrare le principali caratteristiche del prodotto. Maggiori dettagli in merito a quest’ultimo nonché le opportunità, i rischi e i costi che comporta sono indicati nel relativo prospetto («Memorandum del collocamento privato») disponibile su richiesta. I dati e i giudizi riportati nella presente informativa sono stati forniti dal promotore o da altre fonti ritenute attendibili. Tuttavia, fanno fede solo le informazioni contenute nel relativo prospetto («Memorandum del collocamento privato»). Si rammenta che non tutte le informative necessarie per assumere decisioni d’investimento sono disponibili in tedesco – in originale o in traduzione – pertanto le caratteristiche del prodotto potrebbero non essere comprese appieno. I dati e i giudizi riportati nella presente informativa non tengono conto della vostra situazione personale e vanno quindi intesi solo come una comunicazione effettuata a scopo promozionale e non come una consulenza d’investimento. Di conseguenza, la lettura della presente informativa non sostituisce in alcun modo un colloquio personale con un consulente che raccomandiamo espressamente prima di prendere qualsiasi decisione d'investimento. Si segnala inoltre che i dati storici, le proiezioni e le altre simulazioni di performance non sono garanzia per i redditi futuri. Per i servizi di distribuzione o di altra natura Credit Suisse può ricevere da terzi un corrispettivo che assume la forma di compensi unici o ricorrenti (commissioni di emissione o per le quote detenute dai clienti). In taluni casi gli interessi di Credit Suisse e quelli degli investitori potrebbero essere in conflitto. Per ulteriori informazioni si prega di rivolgersi al proprio consulente. Gli investimenti sono considerati investimenti collettivi di capitale esteri ai sensi dell’art. 119 della Legge federale sugli investimenti collettivi di capitale (LICol). Non è stata presentata richiesta all’Autorità federale svizzera di vigilanza sui mercati finanziari (FINMA) per ottenere l’autorizzazione ai sensi dell’art. 120 LICol per la promozione, l’offerta o la distribuzione al pubblico degli investimenti in Svizzera o all’estero e nessun'altra iniziativa è stata avviata in tal senso. Gli investimenti non sono quindi registrati presso la FINMA. Per questo motivo gli investitori non sono sottoposti alla protezione specifica e/o alla vigilanza della FINMA previste dalla LICol e dalle relative ordinanze. L’offerta o la vendita deve pertanto rispettare scrupolosamente la legge svizzera e in particolare le disposizioni della Legge federale sugli investimenti collettivi e delle relative ordinanze nonché la circolare 2008/8 della FINMA sull’offerta al pubblico. Ai sensi della Legge federale sugli investimenti collettivi e delle relative ordinanze le quote del fondo non possono essere offerte, vendute o distribuite al pubblico in Svizzera o all’estero, ma solo agli investitori qualificati. La validità dei dati è limitata al momento in cui è stato redatta la presente informativa. Il mutare del contesto economico o eventualmente del quadro normativo o eventi di altra natura potrebbero determinare una variazione delle performance future rispetto a quelle indicate nella presente informativa. Ciò vale in particolare per le affermazioni relative ai rendimenti e all’imposizione fiscale. Tutti gli investimenti comportano rischi, in particolare per quanto riguarda le fluttuazioni del valore e dei rendimenti. Gli investimenti in valuta estera comportano il rischio aggiuntivo che tale moneta possa perdere valore rispetto alla moneta di riferimento dell’investitore. Gli investimenti nei fondi descritti dal presente documento comportano rischi elevati, tra cui la perdita dell’intero capitale investito. Poiché non esiste al momento, né si prevede esisterà in futuro, un mercato secondario per le quote dei fondi, queste sono strumenti illiquidi. Sono previsti limiti al trasferimento delle quote dei fondi nonché il ricorso alla leva finanziaria, pertanto la performance del fondo potrebbe essere soggetta a volatilità. Gli investimenti alternativi (ad es. hedge fund o private equity) sono strumenti complessi e possono comportare un grado di rischio molto elevato. Tali rischi possono derivare dal massiccio ricorso alle vendite allo scoperto, ai derivati e al capitale di debito. Inoltre, i periodi minimi d’investimento possono essere lunghi. Gli hedge fund sono destinati unicamente agli investitori che comprendono e accettano la portata dei relativi rischi. La presente informativa è per uso personale dello specifico destinatario e può essere utilizzata esclusivamente dalle persone alle quali è stata consegnata. Non può essere riprodotta neppure parzialmente senza l’autorizzazione scritta del CS. Espressamente non è indirizzata alle persone che, in ragione della loro nazionalità o luogo di residenza, non sono autorizzate ad accedere a tali informazioni in base alle leggi locali. Né la presente informativa né eventuali copie della medesima possono essere inviate, introdotte o distribuite negli Stati Uniti o ad alcun soggetto statunitense («U.S. Person»). © 2009 del Credit Suisse Group AG e/o delle sue affiliate. www.credit-suisse.com CH/I/200904 Prodotto da Marketing EMEA & Americas, Asset Management.