MAXIEMERGENZE
1
Procedure da attuare nelle
MAXIEMERGENZE
da parte del personale della
Co–118 Macerata Soccorso
e
delle PoTES della Provincia
2
I QUATTRO LIVELLI DI ALLARME
DELLA C.O.-118
Lo stato di allertamento della c.o.-118 si distingue nei seguenti livelli:
LIVELLO 0:
è presente quando ci sono condizioni ordinarie, non si è a conoscenza di
possibili situazioni a rischio che possono creare uno stato di
maxiemergenza.
LIVELLO 1:
è presente quando si verificano possibili situazioni a rischio, grandi
affluenze di pubblico per manifestazioni sportive, concerti gare, ecc.
Si può prevedere di aggiungere al dispositivo di soccorso ordinario un
modico aumento delle risorse disponibili sulla base delle possibili
emergenze.
LIVELLO 2:
è presente ogni qual volta aumentano le situazioni a rischio, piogge
torrenziali, frane allagamenti, ecc.
Si allertano e si mettono in preallarme un certo numero di risorse
aggiuntive, che devono essere pronte ad intervenire in tempi brevi.
LIVELLO 3:
scatta l’allarme per il verificarsi improvvisamente della maxiemergenza.
Si mettono in moto e si attivano le procedure per il richiamo, l’invio ed il
coordinamento di tutte le risorse aggiuntive, che vengono inviate sul
luogo dell’evento, e per l’allertamento di tutte le strutture ospedaliere del
3
territorio.
Definizione di CATASTROFE:
– E’ un evento, improvviso e per lo più inatteso, che
determina gravissimi danni per la collettività che lo
subisce.
– Determina un’inadeguatezza, anche se temporanea,
tra i bisogni delle vittime e i soccorsi.
– Può interessare una vasta estensione territoriale e
strutture di soccorso e di assistenza (ospedali).
– Coinvolge un grandissimo numero di persone e
determina un numero elevato di vittime > 50
– Può avere una estensione temporale > 24 ore.
4
CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE:
in base ai fattori scatenanti (rischio evolutivo)
NATURALI
FENOMENI GEOLOGICI
terremoti, maremoti
eruzioni vulcaniche
bradisismo
caduta meteoriti o asteroidi
EVENTI METEREOLOGICI
FENOMENI IDREOLOGICI
TECNOLOGICI
CONFLITTUALI O
SOCIOLOGICI:
piogge estese, nebbia
siccità, trombe d’aria, tifoni, uragani
neve, ghiaccio, grandine
alluvioni, esondazioni, frane
valanghe, slavine, collasso ghiacciai
VARIE
epidemie animali
INCIDENTI INDUSTRIALI
incendio, esplosione,
rilascio sostanze tossiche o inquinanti
rilascio radioattività
INCIDENTI NEI TRASPORTI
aerei,
ferroviari,
stradali,
navigazione
COLLASSO SISTEMI TECNOLOGICI
black-out elettrico,
black-out informatico,
interruzione rifornimento idrico,
interruzione condotte gas o oleodotti,
collasso dighe o bacini,
INCENDI
boschivi,
urbani,
industriali,
VARIE
crollo immobili abitazioni o ospedali
atti terroristici, sommosse, conflitti armati internazionali
uso armi chimiche –biologiche –nucleari,
5
epidemie, carestie, migrazioni forzate
incidenti durante spettacoli, feste, manifestazioni sportive.
CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE:
in base al numero delle vittime
LIMITATA
< 100 vittime
MEDIA
tra 100 e 1000 vittime
MAGGIORE
> 1000 vittime
inoltre
SEMPLICE
durata dei soccorsi < 6 ore
COMPLESSA
durata dei soccorsi > 6 ore.
6
CLASSIFICAZIONE DI CATASTROFE:
in base alla configurazione geografica:
1.
INFERIORE AD 1 CHILOMETRO
2.
TRA 1 E 100 CHILOMETRI
3.
OLTRE I 100 CHILOMETRI
Determinerà sia il tipo che le relative conseguenze fisiche alle
persone, nonché il numero delle vittime e la rapidità dei soccorsi.
7
CLASSIFICAZIONE DEI DISASTRI
(secondo Prozeski 1979)
TOTALE DELLE
PERSONE
COINVOLTE, VIVE O
MORTE
NUMERO DEI PAZIENTI
CHE RICHIEDONO UN
TRATTAMENTO
OSPEDALIERO
PICCOLA
TRA 25 E 99
TRA 10 E 49
MEDIA
TRA 100 E 999
TRA 50 E 249
GRANDE
PIU' DI 1000
PIU' DI 250
ENTITA'
8
?
DEFINIZIONE DI CATASTROFE E DI INCIDENTE MAGGIORE
Si definisce un evento come “CATASTROFE” quando
N x S > CR
Si definisce un evento come “INCIDENTE MAGGIORE” quando
N x S < CR
N = numero vittime
S = severità evento
9
CR = capacità di risposta
Definizione di
INCIDENTE MAGGIORE:
– Le strutture di soccorso territoriali rimangono
integre.
– C’è un ridotto coinvolgimento feriti >10 <50.
– Limitata estensione territoriale.
– Limitata estensione temporale < 24 ore
10
CATASTROFE
> 50
INCIDENTE MAGGIORE
10  50
INCIDENTE INDIVIDUALE
1  10
11
Numero feriti:
Altre definizioni:
SINISTRO:
evento dovuto alle forze della natura, scatenato dall’uomo;
CATACLISMA:
evento dovuto alle forze della natura, senza intervento dall’uomo;
CALAMITA’:
evento inteso come disgrazia pubblica con numerose vittime;
DISASTRO:
evento, una volta, imputato all’influenza sfavorevole di un astro;
12
13
In caso di catastrofi deve essere cambiata la
filosofia del soccorso.
La salvezza di molte vite richiede prioritariamente una lotta
contro il tempo.
Occorre quindi sfruttare nel modo migliore le risorse disponibili
(persone e mezzi).
E’ fondamentale riconoscere (TRIAGE) e
successivamente soccorrere, prima i feriti più gravi,
ma non quelli gravissimi, dal momento che è impossibile
assistere, trasportare e curare tutte le vittime in
tempi brevi.
14
L’obiettivo principale è
salvare più vite possibile.
La situazione straordinaria
impone un comportamento d’intervento diverso,
che può apparire quasi disumano.
15
Infatti, talvolta si impongono scelte
dolorose ma necessarie.
Abbandonare pazienti gravissimi (CODICI BLU),
sicuramente destinati a morire in brevissimo tempo
ed utilizzare, mezzi e persone, verso coloro che,
soccorsi prontamente, hanno maggiore probabilità di
sopravvivenza (CODICI ROSSI)
16
17
L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI:
STRATEGIA:
EElaborazione di piani di soccorso
(piani comunali, provinciali, regionali),
cche in caso di catastrofi definiscono il ruolo e
lle modalità d’intervento delle varie componenti
interessate
(VVFF, Protezione Civile, 118, FFOO, ecc)
18
L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI
LOGISTICA:
DDisponibilità di materiali, mezzi, risorse,
nnecessari al soccorso non solo sanitario,
e di personale, prontamente disponibile,
ssufficientemente preparato ed addestrato,
ccapace di collaborare in equipes multidisciplinari.
19
L'ORGANIZZAZIONE DEI SOCCORSI
TTATTICA:
AApplicazione dei piani di soccorso
cche prevedono come utilizzare (OTTIMIZZARE)
lle varie strutture disponibili della catena dei soccorsi
(INTEGRAZIONE).
20
?
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
PIANO DI INTERVENTO PER LE MAXIEMERGENZE
Si definisce come piano per le maxiemergenze
l’insieme delle procedure da attuare
per diffondere immediatamente l’allarme
alle strutture deputate al soccorso sanitario
e per coordinare e gestire le risposte idonee
a poter affrontare le esigenze sanitarie e
a poter dare un’assistenza qualificata
alle vittime dell’evento catastrofico 21
?
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
PIANO DI INTERVENTO PER LE MAXIEMERGENZE
Deve avere le seguenti caratteristiche:
•Semplice
•Flessibile
•Di facile attuazione
•Operativo h 24
22
?
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
COMPITI :
1.
Conoscere le possibili situazioni a rischio presenti nel suo territorio;
2.
Predisporre un piano per far intervenire il proprio personale
sia in CO-118 che sul luogo dell’evento;
3.
Garantire le comunicazioni con il “luogo dell’evento”;
4.
Tenere pronte le procedure per ottenere un immediato intervento delle componenti
che affiancano e collaborano col SSN (Protezione Civile, Associazioni di volontariato);
5.
Conoscere le potenzialità territoriali delle Associazioni di volontariato e
della Protezione Civile provinciale;
6.
Conoscere le potenzialità di ricovero delle strutture sanitarie provinciali
23
e delle province confinanti (PEIMAF, Unità specialistiche presenti negli Ospedali).
?
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
GRAVITA’ DELL’EVENTO :
A secondo della gravità dell’evento e del tipo
si dovrà tenere in considerazione se è:
1. Ad effetto limitato:
•
•
•
Le strutture sanitarie sono integre,
Gli interventi di soccorso sono limitati nel tempo < 12 ore,
Il gap tra esigenze e risorse non è “incolmabile”.
24
?
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
GRAVITA’ DELL’EVENTO :
2. Ad effetto estensivo:
•
•
•
•
•
Le strutture sanitarie possono essere distrutte
o parzialmente danneggiate,
Le vie di comunicazione possono essere interrotte
e presentare gravi danni,
La rete telefonica, idrica ed energetica può essere danneggiata,
Gli interventi di soccorso si prolungano nel tempo > 12 ore,
Il gap tra esigenze e risorse è fin dall’inizio “incolmabile”.
25
?
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
TIPO DI RISPOSTA :
MAXIEMERGENZA
1. Ad effetto limitato:

(INCIDENTE MAGGIORE)
quasi sicuramente basterà una risposta immediata,
utilizzando risorse locali e alcune risorse aggiuntive
extra-provinciale
2. Ad effetto estensivo

(CATASTROFE)
si avrà anche una risposta differita,
perché dovranno intervenire apporti esterni alla provincia
(altre CO-118; UMSS extra-provinciali, Protezione Civile
26
regionale e nazionale, CRI nazionale, Esercito ecc)
Catastrofe
o
Incidente maggiore
27
Zona evento
Richiesta di soccorso per
MAXIEMERGENZA
CENTRALE OPERATIVA
118
“Macerata Soccorso”
FASE DI ALLARME:
28
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
FASI DELL’INTERVENTO:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
Verifica e conferma evento
Richiamo personale di CO
Allertamento strutture
Suddivisione compiti tra il personale
Reperimento ed invio mezzi soccorso
Coordinamento dei soccorsi
Collegamento con il DSS e strutture sanitarie
29
Zona
evento
FFOO
112-113
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
elisoccorso
VVFF
115
UMSS
= PoTES
ATTIVA SQUADRE CHE PER PRIME DEVONO
ARRIVARE NELLA ZONA EVENTO:
Al fine di ottenere:
1.
Conferma dell’evento,
2.
Ricognizione della zona,
3.
Accessibilità alla zona evento
4.
Valutazione del rischio (evolutivo)
5.
Raccolta informazioni
30
1°. FASE DI ALLARME:
Altre
Centrali Operative
118
Zona
evento
Direzione Sanitaria
OSPEDALE
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
PREFETTURA
e
PROTEZIONE CIVILE
Responsabile CO
Pronto Disponibili CO - Medici
- Infermieri
- Autisti
Unità di Crisi
Centrale Operativa
31
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
SI ADOTTA UN MECCANISMO A CASCATA PER
L’ALLERTAMENTO E IL RICHIAMO IN SERVIZIO DEL
PERSONALE DI C.O.
Il Personale PD prima di venire in CO deve “PREALLERTARE” per
telefono chiamando il primo nominativo della “lista in suo possesso”,
con l’esclusione di coloro che la CO avrà comunicato essere già in
servizio, qualora il primo non rispondesse si passa al successivo fino a
colui che risponderà.
La comunicazione dovrà essere:
”Attenzione sono ……….. mi reco in CO perché è scattato
l’allarme Maxiemergenza, chiama il successivo della lista e ordina di
venire in servizio dopo aver chiamato a sua volta il collega successivo”.
32
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
-
Unità di Crisi
Centrale Operativa
PER GESTIRE GLI INTERVENTI DI SOCCORSO DA
EFFETTUARE IN UNA MAXIEMERGENZA
SI UTILIZZERA’ LA SALA “D” DELLA CO,
che dovrà avere:
•10 linee telefoniche in entrata e uscita
•centralina radio con frequenze della CRI, ANPAS, Protezione Civile, ASL,
•1 telefono satellitare,
•1 work station con relativo softwere per Maxiemergene idoneo
33
IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO SARA’ :
4 MEDICI
MEDICO
APPOGGIO CO
EQUIPAGGIO
ALS
RESP.PMA
DSS
Unità di Crisi
Centrale Operativa
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Zona
evento
PMA
PCO-A
34
IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO SARA’ :
5 INFERMIERI PROFESSIONALI
CS
EQUIPAGGIO
ALS
Unità di Crisi
Centrale Operativa
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Zona
evento
PMA
PCO-A
35
IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO SCOPO SARA’ :
4 AUTISTI
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
PMA
PCO-A
36
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
IL PERSONALE DA ALLERTARE ED UTILIZZARE ALLO
SCOPO PRESSO LA CENTRALE OPERATIVA SARA’ :
• 1 MEDICO DI CO
• 2 Inf Prof. esperti di CO
• 1 radiotelefonista
37
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
PERSONALE DA FAR INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO:
¨
PRIMA UMSS IN PARTENZA DALLA CO:
equipaggio:
1 medico,

DSS (?)
1 infermiere,

COORDINATORE TRIAGE E SOCCORSO
SANITARIO
1 autista

COORDINATORE TRASPORTI
ED EVACUAZIONE
MATERIALI DA INVIARE CON LA I° AMBULANZA:
¨
Casacche colorate,
¨
¨
¨
¨
¨
cartellini Triage, per la zona recupero e PMA
casse con materiale per il triage di 50 pazienti
¨
n° 5 apparecchi radio a frequenza riservata,
1 telefono satellitare
5 rotoli di strisce plasticate per segnalazione,
38
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
¨PERSONALE DA FAR
INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO
SECONDA UMSS IN PARTENZA DALLA CO,
SQUADRA ALS
equipaggio:
1 medico,
2 infermieri,
2 autisti
questa squadra ALS ha il compito di mettersi a disposizione del DSS per:
• affiancare le squadre di recupero e di triage della piccola noria
• trattare i feriti che richiedono manovre sanitarie complesse per la disincarcerazione
• aiutare il personale del PMA nella stabilizzazione delle vittime.
39
Zona
evento
¨PERSONALE DA FAR
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO
TERZA UMSS IN PARTENZA DALL’OSPEDALE DI MACERATA,
TASK-FORCE
Equipaggio può essere costituito da:
1 chirurgo,
1 anestesista,
1 ferrista,
1 IP anestesia,
1 psicologo,
1 ostetrica
1 autista
40
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
COMPITI DEL PERSONALE DELLA SALA DI
MAXI-EMERGENZE DELLA CENTRALE OPERATIVA 118:
1
medico di appoggio alla CO;
2
Infermieri
tiene comunicazioni con DSS, (DELTA)
primo

ricerca e programma i ricoveri
negli ospedali limitrofi e tiene i
contatti con gli ospedali di destinazione
secondo


ricerca ambulanze e personale volontario,
prepara la cartografia evento

comunica con ambulanze della grande noria
1
operatore radio,
1
volontario protezione civile, 
tiene i contatti con il responsabile della
Protezione Civile per tutte le necessità non
sanitarie
41
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
1°)
CERCA DI VALUTARE LE PROPORZIONI
DELL’INCIDENTE MAGGIORE O DELLA CATASTROFE:
tabella di conversione:
- Incendio  moltiplicare X 2 il n° vittime stimate dai primi soccorritori
- Attentato  moltiplicare X 3 il n° vittime stimate dai primi soccorritori
- Trasporti  moltiplicare X 3 o 4 il n°vittime stimate dai primi soccorritori
42
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
1°) CERCA DI VALUTARE LE PROPORZIONI
DELL’INCIDENTE MAGGIORE O DELLA CATASTROFE:
Tenere conto che :
1. I Codici rossi sono il 5 – 7 % delle vittime
2. I Codici gialli sono il 12 – 15 % delle vittime
3. I Codici verdi sono il 33 – 35 % delle vittime
4. I Codici bianchi sono il 50 – 57 % delle vittime
5. I Codici blu sono il ? % delle vittime
43
Zona
evento
Unità di Crisi
Centrale Operativa
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Compiti della CO:
Vittime
PMA
Protezi
one
Civile
Provinc
iale
Protezi
one
Civile
Region
ale
N°
Ambulan
ze
Medicali
zzate
N°
Ambulan
ze
Associazi
oni
Equipe
anestesiologica chirurgica
C.R.I.
Nazional
e
Ospeda
li
della
Provinc
ia
Ospeda
li della
regione
eliam
bulan
za
CME
>10 <20
NO
NO
NO
=/>3
5 –10
NO
NO
SI
NO
SI
NO
>20 - <50
1
SI
SI
>5
10-25
?
NO
Si
SI
SI
NO
>50 - < 100
1
SI
SI
>10
25-50
Si
SI
Si
SI
SI
NO
> 100 <1000
4
SI
SI
>20
>50
Si
SI
SI
SI
SI
SI
>1000
>4
SI
SI
>20
>50
Si
SI
Si
SI
SI
SI
44
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
2°)
VALUTA LE RISORSE NECESSARIE
(MEZZI DI SOCCORSO E PERSONALE)
SIA PER INTERVENIRE SUL LUOGO DELL’EVENTO
CHE PER TRASPORTARE LE VITTIME NELLE
STRUTTURE SANITARIE IDONEE:
45
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
3°)
PREDISPONE CARTOGRAFIA DETTAGLIATA PER
PIANIFICARE GLI INTERVENTI:
Dalla quale poter identificare:
•la zona dell’evento,
•la zona di sicurezza,
•le vie di afflusso e deflusso mezzi di soccorso,
•il PMA,
•l’area sosta mezzi,
•la superficie elisoccorso
46
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
4°)
REPERISCE I MEZZI DI SOCCORSO :
facendo intervenire prioritariamente le UMSS e le Associazioni di
volontariato più vicine al luogo dell’evento e quelle che hanno in
dotazione più mezzi disponibili.
Ogni Associazione dovrà comunicare alla CO il numero e il tipo di
ambulanze che è in grado di fornire ed i tempi stimati di intervento
47
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
ASSOCIAZIONE
N.TELEFONO
AMB.TIPO A
FUORI
STRADA
FURGONI
TAXI
DISABILI
SANITARI
7
5
1
1
2
1
2
1
1
3
3
3
3
1
1
1
1
1
1
1
6
2
1
2
4
3
5
2
3
3
1
3
1
1
2
1
1
1
1
1
2
2
2
1
1
1
AMB.TIPO A
AMB.TIPO B
SOCC.AVANZATO
M ACERATA CV
M ACERATA CRI
M OGLIANO CV
PETRIOLO CRI
TOLENTINO CRI
S.GINESIO VOL
SARNANO CRI
0733/260260
CIVITANOVA CV
M .S.GIUSTO CV
M ORROVALLE CV
P.P.PICENA CRI
P.RECANATI C.AZ
RECANATI C.GIAL.
0733/816245
CINGOLI CRI
APIRO PIROS
0733/604330
CAM ERINO CRI
M ATELICA CRI
S.SEVERINO CRI
VISSO CRI
0737/632625
0733/493282
0733/557111
0733/550834
0733/960001
0733/656829
0733/658355
0733/530448
0733/865786
0733/880002
071/9798182
071/7574268
0733/611677
0737/787300
0733/645443
0737/9448
3
2
1
2
1
2
1
3
4
1
1
1
1
2
AUTO
MEDICA
1
1
2
1
2
2
3
1
1
1
6
1
2
1
48
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
sigla ambulanza
equipaggio
medico anest.medico E.T.Inf.Prof.
Volontari
orario
partenza
sede
orario
orario
codice di
arrivo sul partenza
gravità
posto
dal posto
destinazione
orario arrivo
destinazione
49
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
5°)
TROVA I POSTI LETTO NECESSARI:
In base a:
•stima iniziale e successive valutazioni
•zona dell’evento
•gravità (codici)
•PEIMAF di ogni Ospedale.
50
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
distanza dall'evento
KM
Osp. Macerata
n° codici rossi
n° codici gialli
n° codici verdi
5
10
20
Osp.Civitanova M
4
7
15
Osp. Camerino
3
6
12
Osp. Osimo
2
5
10
Osp.Jesi
2
5
10
Osp.Torrette
8
15
30
Osp. Lancisi
2
5
10
Osp. Salesi
2
5
10
Osp. Fabriano
4
7
15
Osp. Fermo
4
7
15
Osp. San Benedetto
4
7
15
Osp. Ascoli
5
10
20
45
89
182
Totale
51
Zona
evento
Unità di Crisi
Centrale Operativa
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Compiti della CO:
CITTA'
Civitanova M
Km tra luogo
e ve nto e
Os pe dale
Te m po di
inte rve nto
am bulanza
s ul luogo
e ve nto
Te m po di
inte rve nto
e licotte ro
dal luogo
e ve nto a
Os pe dale
PEIMAF
SPECIALITA' E RISORSE DISPONIBILI
R
G
V
Pronto
Soccors o
Rianim azio
ne
UTIC
Chirurgia
ge n
Chirurgia
toracica
vas colare
Ortope dia
M e dicina
Inte rna
Ne urochir
urgia
Cardiochir
urgia
3
5
6
4
7
15
SI
SI
SI
SI
NO
SI
SI
NO
NO
M acerata
25
25
10
5
10
20
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
Recanati
20
20
10
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI
NO
NO
Osimo
28
30
15
2
5
10
NO
NO
NO
SI
NO
NO
SI
NO
NO
Fermo
15
15
10
4
7
15
SI
SI
SI
SI
NO
SI
SI
NO
NO
San Benedetto
30
30
15
4
7
15
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
Ancona
35
35
15
12
20
30
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
Jesi
50
50
20
2
5
10
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
Fabriano
70
70
25
4
7
15
SI
SI
SI
SI
NO
SI
SI
NO
NO
Tolentino
35
35
15
2
4
8
NO
NO
NO
NO
NO
NO
SI
NO
NO
Camerino
55
60
20
3
6
12
SI
SI
SI
SI
NO
SI
SI
NO
NO
Senigallia
55
55
18
3
6
9
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
Fano
70
70
25
3
6
9
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
Pesaro
82
80
28
5
10
20
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
Ascoli P.
60
60
20
5
10
20
SI
SI
SI
SI
SI
SI
SI
NO
NO
52
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
6°)
REPERISCE MATERIALI NECESSARI PER LA
REALIZZAZIONE DEL PMA E DEL PCO-A:
Allerta la Prefettura per far intervenire la Protezione Civile
Provinciale o Regionale.
53
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
Unità di Crisi
Centrale Operativa
Compiti della CO:
una volta che il medico dell’UMSS avrà comunicato
•la stima delle vittime,
•i bisogni sanitari
•la patologia prevalente,
la CO cercherà di inviare il personale e le risorse
necessarie cercando di ridurre il più possibile il gap
iniziale tra necessità e risorse disponibili
54
Incidente maggiore
o
Catastrofe
FASI DELL’INTERVENTO:
•
•
•
•
•
•
Ricognizione,
Settorizzazione,
Integrazione,
Triage, Recupero, Soccorso
Triage, Valutazione clinica, Stabilizzazione
Evacuazione.
55
Zona
evento
Altre
C.O. 118
OSPEDALI
PREFETTURA
Unità di Crisi
CO-118
ALLERTA
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
FFOO
112-113
elisoccorso
UMSS
VVFF
115
2°. FASE D’INTERVENTO:improvvisazione e raccolta informazioni
56
Zona
evento
Altre
C.O. 118
OSPEDALI
PREFETTURA
Unità di Crisi
CO-118
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
FFOO
112-113
AREA di SICUREZZA
+ VIABILITA’
elisoccorso
RICOGNIZIONE
UMSS
VVFF
115
TRIAGE
PMA
SICUREZZA
CANTIERI
57
Zona
evento
Altre
C.O. 118
OSPEDALI
PREFETTURA
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
FFOO
112-113
Unità di Crisi
CO-118
REPERISCE
I MEZZI E
IL PERSONALE
NECESSARIO
elisoccorso
UMSS
VVFF
115
58
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
elisoccorso
VVFF
115
OBIETTIVI DELLE SQUADRE
DI RICOGNIZIONE
FFOO
112-113
 Individuare vie di accesso per i mezzi di soccorso,
UMSS
(AUTISTA)
 Individuare i luoghi idonei per allestire PMA o raccolta feriti,
(MEDICO)
 Eseguire eventuale salvataggio,
(VVFF)
 Iniziare primo Triage  START.
(I.P. e VOLONTARI)
59
elisoccorso
RICOGNIZIONE AEREA
(quando possibile)
60
VVFF - 115
AUTORIZZA INTERVENTO SQUADRE DI SOCCORSO
salvataggio senza triage se presente rischio evolutivo
ZONA EVENTO “A”
Con rischio evolutivo
ZONA EVENTO “B”
Senza rischio evolutivo
61
SETTORIZZAZIONE ZONA EVENTO:
Settore “B”
Settore “A”
ZONA “A”
Settore “C”
ZONA “B”
Settore”D”
VVFF
115
62
ULTERIORE DIVISIONE IN CANTIERI
Cantiere 1
Settore “B”
Cantiere 2
Settore “A”
ZONA “A”
Settore “C”
ZONA “B”
Cantiere 3
Settore”D”
VVFF
115
63
FFOO
112-113
FUNZIONE:
•Sorveglianza
•Controllo vie di comunicazione
64
FFOO
112-113
Perimetro interno
Zona sicurezza
ZONA EVENTO
VVFF
115
ZONA DI
SICUREZZA
Perimetro esterno della zona di sicurezza
65
UMSS della PoTES più vicina
Unità Mobile di Soccorso Sanitario
Costituita dal medico e dal personale del 118 della
PoTES più vicina.
• Il medico assumerà la funzione di DSS fino all’arrivo di
altro collega più esperto
•
l’Infermiere sarà il Coordinatore dei Soccorsi fino
all’arrivo di altro collega più esperto
66
CASACCHE DI IDENTIFICAZIONE DEI RUOLI
Responsabile
C. S.
D. S. S..
Casacca rossa
Casacca gialla
Casacca bianca
Casacca azzurra
“Delta”
“Mike”
“Tango”
“Charlie”
COORDINATORE
SOCCORSI
DIRETTORE
SOCCORSI
SANITARI
P. M. A.
RESPONSABILE
POSTO
MEDICO
AVANZATO
COORDINATORE
TRASPORTI
67
Medico - UMSS
Il Primo medico dell’UMSS
giunto sul posto assume il ruolo di
Direttore dei Soccorsi Sanitari
(Può essere sostituito da un medico più esperto su decisione della CO)
Casacca Gialla (DELTA)
68
COMPITI DEL DSS:
1.
Valutare e comunicare alla CO l’estensione, la tipologia dell’evento, il
numero e la tipologia delle vittime,
2.
Assumere il controllo ed il coordinamento di tutte le operazioni sanitarie,
3.
Tenere i contatti con la CO 118 e richiedere i mezzi e personale necessari,
PMA.
4.
Decidere su richiesta del Responsabile medico del PMA, quali feriti far
evacuare e su quali mezzi e in accordo con la CO 118 stabilire la
destinazione secondo la patologia e la disponibilità di posti letto,
5.
Assicurare l’attivazione della catena dei soccorsi dal recupero fino al
trasferimento negli ospedali,
6.
Collaborare con i responsabili delle FFOO, VVFF, Protezione Civile,
nel coordinamento e nel funzionamento del PCO-A
69
Infermiere UMSS
Unità Mobile di Soccorso Sanitario
Il responsabile sanitario del recupero:
cioè
IL COORDINATORE DEI SOCCORSI
E’ L’INFERMIERE PROFESSIONALE dell’UMSS
che per primo arriva sul posto, fino a quando non arriva
l’infermiere della CO, che lo può sostituire
Casacca rossa (CHARLIE)
70
Infermiere UMSS
I COMPITI DEL COORDINATORE DEI SOCCORSI (CS) SONO:
1.
Valutare il numero delle vittime e tenere il conto delle gravita’ (codici ).
2.
Tenere contatti continui ( radio-telefonici ) con il DSS ed informarlo del tipo, estensione e
numero approssimativo delle vittime dell’evento.
3.
Cercare di arginare il diffondersi del panico e far allontanare subito chi lo diffonde .
4.
Fare accompagnare, allontanandole subito dal luogo dell’evento , le vittime che hanno una
deambulazione autonoma . Impedire l’evacuazione autonoma e non gestita .
5.
Individuare le necessita’ di personale e di mezzi per effettuare la raccolta delle vittime
(piccola noria) e le comunicarle al DSS .
6.
Predisporre e dividere le risorse a sua disposizione in squadre dedicate al triage e al
trasporto (piccola noria).
7.
Collaborare con i VVFF che stanno effettuando il salvataggio delle vittime senza
interferire con il loro lavoro.
71
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
elisoccorso
VVFF
115
UMSS
SQUADRE DI SOCCORSO:
FFOO
112-113
in presenza di rischio evolutivo
 NON INTERVENGONO
STAZIONANO NELLA ZONA DI SICUREZZA
72
Intervengono solo dopo l’autorizzazione dei VVFF
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
elisoccorso
VVFF
115
UMSS
SQUADRE DI SOCCORSO:
FFOO
112-113
in assenza di rischio evolutivo
 PROSEGUONO LA RICOGNIZIONE,
COMUNICANO ALLA CO (DSS):
n° feriti,
patologie prevalenti,
73
richiesta PMA
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
elisoccorso
VVFF
115
SALVATAGGIO:
FFOO
112-113
UMSS
Se rischio evolutivo presente  VVFF a caso, senza triage.
Se rischio evolutivo assente  personale autorizzato
dai VVFF esegue primo triage.
74
FASE DEL RECUPERO
MANOVRE TERAPEUTICHE DELLE
SQUADRE TRIAGE
•
•
•
•
•
Disostruzione vie aeree
Posizionamento cannule oro-faringee
Tamponamento di gravi emorraggie
Corretto posizionamento delle vittime (pls)
Protezione termica
75
MANOVRE TERAPEUTICHE DELLE
SQUADRE ALS e TASKE-FORCE OSPEDALIERA
•
•
•
•
•
•
Infusione di liquidi ev
Posizionamento drenaggi toracici
Intubazione e ventilazione assistita
Cricotirotomia
Amputazione arti incarcerati
Posizionamento collari cervicali, ked
76
Zona
evento
C.O. 118
“Macerata Soccorso”
invia
PMA
l’Infermiere che è arrivato sul posto per primo
gestisce:
• Triage (START)
• modalità della raccolta delle vittime
elisoccorso
VVFF
115
FFOO
112-113
UMSS
PICCOLA NORIA
77
PMA
.
Il Posto Medico Avanzato è:
• Centro di triage, cura, stabilizzazione ed evacuazione
• Punto di raccolta di tutte le vittime,
• Costituito da strutture mobili o preesistenti;
• Situato vicino alla zona dell’evento e alle vie di
comunicazione .
78
PMA
Deve essere:
•
sempre in zona di sicurezza al di fuori dell’eventuale
rischio evolutivo,
•
ben segnalato e possibilmente non lontano dal PCO-A,
•
ben illuminato, ecc.
79
PMA
FUNZIONI :
A – accettazione;
B – triage (START) e valutazione clinica;
C – stabilizzazione;
D – triage (FAST) ed evacuazione.
80
PMA
VIENE DIVISO IN TRE ZONE DISTINTE
A) 
B)
TRIAGE-FILTRO,

STABILIZZAZIONE URGENZE ASSOLUTE
(ROSSI E GIALLI)

EVACUAZIONE;
URGENZE RELATIVE (VERDI);
C) DECEDUTI.
81
MATERIALE PER IL PMA





















PMA
Telefono satellitare
8 lettini da campo con …….
2 lettini triage
1 tavolino e 2 sedie
10 palloni AMBU
1 lampada da tavolo
2 aspiratori medica ?
2 ventilatori portatili con supporti
2 defibrillatori con supporti
2 pulsossimetri
2 monitor multiparametrici
6 pompe a siringa
1 scialitica
1 armadio farmaci
3 carrelli medicazioni urgenze
6 portaflebo
1 blocco schede sanitarie triage
kit cartelli segnaletici
4 cartelli segnalazione PMA check point
4 cartelli area ambulanza – parcheggi
4 cartelli area elisoccorso – atterraggio

10 cartelli area sicurezza

20 rotoli carta colorata per delimitare area con 50
paletti

10 barelle atraumatiche a cucchiaio

50 collari cervicali

5 materassini a depressione

10 tavole spinali

30 teli porta-feriti

50 steccobende

10 kit ustionati

7 bombole ossigeno da 10 lt. Con riduttore di
pressione, flussimetro e …… con 4 erogatori

2 bombole ossigeno liquido

materiale per protezione individuale:
camici
maschere
occhiali
guanti
metalline
82
coperte
lenzuola
PMA
•
•
•
•
UNA TENDA UNICA PER ZONA “A”
TRIAGE
FILTRO-STABILIZZAZIONEURGENZE ASSOLUTE
(ROSSI E GIALLI)
EVACUAZIONE;
UNA ZONA “B”
URGENZE RELATIVE (VERDI)
UNA ZONA “C”
•
DECEDUTI.
83
PMA
Evacuazione
Stabilizzazione
Triage
UNA TENDA PNEUMATICA
84
PMA
Evacuazione
Gialli
Rossi
Triage
DUE TENDE PNEUMATICHE
85
Medico - UMSS
COMPITI DSS:
•
SCEGLIE IL LUOGO DOVE ALLESTIRE IL PMA
•
SCEGLIE IL TIPO DI STRUTTURA (MOBILE O FISSA) PIU’
CONVENIENTE, PRIVILEGIANDO GLI IMMOBILI GIA’ PRESENTI
NELLA ZONA DI SICUREZZA.
•
FA ALLESTIRE LE TENDE NECESSARIE PER IL PMA DALLA
PROTEZIONE CIVILE
86
1°
2°
3°
4°
VVFF
115
PMA
PICCOLA
NORIA
Perimetro di sicurezza
FFOO
112-113
3°, FASE DI MEDICALIZZAZIONE: Triage primario
Istituzione di aree di raccolta
87
Attivazione PMA
Medico - UMSS
Il DSS identifica tra i medici delle UMSS
giunte sul posto chi deve assumere il ruolo di
Responsabile
del Posto Medico Avanzato
Casacca bianca (MIKE)
88
PICCOLA
NORIA
VVFF
115
PMA
Casacca bianca
Perimetro di sicurezza
FFOO
112-113
89
Medico - UMSS
COMPITI DEL RESPONSABILE DEL PMA:
•
COORDINA IL PERSONALE DEL PMA;
•
GARANTISCE LE CURE IN BASE ALLA GRAVITA’ E PROFESSIONALITA’
DISPONIBILI;
•
FA COMPILARE LE SCHEDE DI TRIAGE DELLE VITTIME ALL’ENTRATA
(START) E ALL’USCITA (FAST) DAL PMA,
•
COMUNICA AL DSS LE VITTIME CHE POSSONO ESSERE EVACUATE,
•
E’ RESPONSABILE DEL RICONOSCIMENTO DELLE VITTIME;
•
FORNISCE TUTTI I DATI RACCOLTI AL DSS;
•
GARANTISCE LE COMUNICAZIONE CON ALTRI ANELLI DELLA
CATENA (DSS, CS).
90
UMSS
1°
2°
3°
4°
PICCOLA
NORIA
PMA
PCO-A
VVFF
115
Perimetro di sicurezza
FFOO
112-113
4°. FASE DI COORDINAMENTO: PCO-A
91
PICCOLA
NORIA
PMA
PCO-A
DSS= Direttore Soccorsi Sanitari
VVFF
È il primo medico inviato dalla CO
115
giunto sul posto, è l’unico che deve mantenere
i rapporti con gli altri responsabili e le
comunicazioni sanitarie in uscita dalla
Perimetro di sicurezza Zona della catastrofe
Casacca gialla (DELTA)
FFOO
112-113
92
PCO-A
Posto Comando Operativo Avanzato
• DSS (medico CO 118)
• Responsabile VVFF
• Responsabile FFOO
• Responsabile Protezione Civile
93
Autista Ambulanza CO-118
1°
2°
3°
4°
PICCOLA
NORIA
PMA
PCO-A
ELISUPERFICIE
COORDINATORE DEI TRASPORTI SANITARI
94
ELISUPERFICIE
COMPITI DEL COORDINATORE
DEI TRASPORTI:
• Censire i mezzi arrivati sul luogo dell’evento:
•ambulanze tipo A soccorso avanzato (medico)
•ambulanze tipo A soccorso (IP)
•ambulanze tipo B (volontari)
•Elicottero sanitario
•Autobus
•Veicoli a 4 ruote motrici
• Censire il personale addetto ai trasporti,
• Organizzare la zona di stazionamento dei mezzi di evacuazione,
• Organizzare la zona dove atterra e decolla l’elicottero sanitario,
• Organizzare l’area di imbarco vicino al PMA (Punto di evacuazione),
• Assicurare la presenza degli autisti sui mezzi,
• Tiene aggiornato il registro di evacuazione delle vittime,
• Riferire ed aggiornare il DSS sull’arrivo e partenza dei mezzi,
• Controllare le operazioni di caricamento e partenza dei mezzi.
95
GRANDE NORIA
TRASPORTO (PMA  Ospedale o CME):
E’ il DSS
in base alle richieste ricevute dal Responsabile del PMA,
alle notizie ricevute dalla CO
e dal Coordinatore dei trasporti sanitari
che decide:
•
Quando trasportare (grado di urgenza).
•
Come trasportare (scelta del mezzo, modalità di assistenza).
•
Dove trasportare.
96
RADIO o TELECOMUNICAZIONI
• CIRCUITO COMANDO
PCO-A
CO 118
• CIRCUITO OPERATIVO
Coordinatore Soccorsi (CS)
DSS
Responsabile PMA
Coordinatore Trasporti
97
GRANDE NORIA
GRADO DI URGENZA:

Grado di urgenza 1: Trasporto immediato.

Grado di urgenza 2: Trasporto al più presto possibile.

Grado di urgenza 3: Trasporto necessario ma non urgente.
98
SCELTA DEI MEZZI DI TRASPORTO
A seconda del grado di urgenza e del tipo di patologia il DSS
deciderà il mezzo di trasporto disponibile più idoneo (elicottero,
ambulanza) e l'assistenza di base da garantire.
99
PICCOLA
NORIA
PMAPCO-A
GRANDE
NORIA
100
D.E.A. 1° LIVELLO:
Sono la sede elettiva dei trattamenti diagnostici e
terapeutici di Emergenza ed Urgenza; devono disporre di
Pronto Soccorso e delle funzioni specialistiche:

Rianimazione.

Medicina Generale o Medicina d'Urgenza.

Chirurgia Generale o Chirurgia d'Urgenza.

Ortopedia - Traumatologia.

Cardiologia con U.C.C.
101
D.E.A. 2° LIVELLO:
Sono sede elettiva dei trattamenti diagnostici e terapeutici di
Emergenza ed Urgenza; devono disporre di Pronto Soccorso e delle
seguenti funzioni specialistiche e di alta qualificazione:








Cardiochirurgia.
Neurochirurgia.
Chirurgia vascolare.
Chirurgia toracica.
Terapia intensiva neonatale.
Terapia intensiva pediatrica.
Unità per grandi ustionati.
Unità spinali.
102
CONCLUSIONE
le Maxi-Emergenze non sono prevedibili,
così colgono impreparati sia le vittime che i soccorritori.
La loro gestione non è una cosa semplice,
anche perché la maggior parte degli operatori che
intervengono non hanno esperienza diretta. (per fortuna!)
Al fine di acquisire una perfetta conoscenza
delle procedure e delle manovre da attuare è
indispensabile addestrarsi con simulazioni da
tenere in aula (teoriche) e sul campo (pratiche),
in modo che tutte le componenti sanitarie ed
extra (Prot. Civile, VVFF, ecc) siano pronte ad
103
affrontarle con capacità ed efficienza.
TRIAGE
PREOSPEDALIERO
104
IL TRIAGE
Il processo del Triage
(parola francese che significa cernita, selezione, smistamento)
è usato per dividere i pazienti
in categorie di priorità
di cure e di trasporto
basato sulla gravità delle lesioni.
105
IL TRIAGE
Il Triage preospedaliero viene eseguito specialmente
in caso di catastrofe o di incidente maggiore,
dettato dallo stato di insufficienza dei soccorsi,
che obbliga i soccorritori ad effettuare
una selezione delle vittime.
106
In caso di catastrofi deve essere cambiata la
filosofia del soccorso.
La salvezza di molte vite richiede prioritariamente una lotta
contro il tempo.
Occorre quindi sfruttare nel modo migliore le risorse disponibili
(persone e mezzi).
E’ fondamentale riconoscere (TRIAGE) e
quindi soccorrere prima i feriti più gravi,
dal momento che è impossibile assistere, trasportare
e curare tutte le vittime in tempi brevi. 107
L’obiettivo principale è
salvare più vite possibile.
La situazione straordinaria
impone un comportamento d’intervento diverso,
che può apparire quasi “disumano”.
108
talvolta si impongono scelte
dolorose ma necessarie.
Abbandonare i pazienti gravissimi (CODICI BLU),
sicuramente destinati a morire in brevissimo tempo
ed invece utilizzare le risorse
verso coloro che, soccorsi prontamente,
hanno maggiore probabilità di sopravvivenza
(CODICI ROSSI)
109
START
E' il Triage
effettuato dalla squadra
che giunge sul posto del disastro
(anche se formata da soccorritori non professionisti);
basato su semplici valutazioni
e rapide manovre salvavita
Simple Triage And Rapid Treatment 110
IL TRATTAMENTO SUL POSTO
(priorità di trattamento):
in funzione della professionalità degli operatori:

Liberazione vie aeree ostruite:
manovre manuali sollevamento mandibola,
Guedel,
posture (PLS),

Supporto emodinamico:
arresto di emorraggie esterne in atto con lacci
emostatici
Protezione termica
•
111
IL PAZIENTE
CAMMINA?
S.T.A.R.T.
SI
Simple Triage And Rapid Treatment
CODICE
VERDE
NO
IL PAZIENTE
RESPIRA?
NO
CONTOLLO VIE AEREE
DOPO DISOSTRUZIONE
SI
SI
MENO DI
30ATTI/MIN
NO
SI
ESEGUE ORDINI
SEMPLICI?
NO
EVIDENTE DISPNEA
OLTRE 30 ATTI/MIN
SI
POLSO
RADIALE
PRESENTE?
IL PAZIENTE HA RIPRESO
A RESPIRARE?
SI
NO
CODICE
NERO
CODICE
BLU
CODICE
ROSSO
NO
SI
CODICE
GIALLO
112
Al termine dello START si avrà una precisa valutazione
del numero e della gravità delle persone coinvolte.
In base alla gravità delle vittime
(classe: ROSSOGIALLO BLU)
si selezioneranno coloro da trasportare prioritariamente
o da inviare (VERDI) al posto medico avanzato (PMA)
"PICCOLA NORIA".
113
Infermiere UMSS
Unità Mobile di Soccorso Sanitario
Responsabile sanitario del recupero:
è
INFERMIERE PROFESSIONALE UMSS
Casacca rossa (CHARLIE)
114
Coordinatore soccorsi sanitari

Opera il sopralluogo e il triage iniziale.

Identifica il numero dei feriti.

Valuta il numero dei soccorritori e mezzi necessari.

Identifica aree sicure dove organizzare il recupero e la
valutazione del paziente.

Sceglie le vie di afflusso, sosta, carico e deflusso dei pazienti.

Mantiene le comunicazioni con la Centrale Operativa.

Coordina i soccorritori sulla scena, collabora con le Forze
dell'Ordine e i Vigili del Fuoco.
115
TRIAGE
116
SISTEMA DI SCHEDE SANITARIE IN CASO DI INCIDENTI
MAGGIORI O DI CATASTROFE
Il sistema di schede si prefigge lo scopo di garantire
a tutti gli operatori sanitari del soccorso di avere
una documentazione dei dati del paziente nel tempo:
1. l’identificazione
2. Il luogo di ritrovamento
3. La gravità del momento del ritrovamento
4. La gravità di arrivo e di uscita dal PMA
5. La gravità di arrivo all’ospedale o CME
117
118
SISTEMA DI SCHEDE SANITARIE IN CASO DI INCIDENTI
MAGGIORI O DI CATASTROFE
A questo scopo il paziente è munito già al primo triage di un
cartellino o bracciale colorato.
All’ingresso del PMA viene fornito di una scheda di
accompagnamento numerata, essenziale per l'orientamento al
trattamento, al trasporto e all'ospedalizzazione.
Questa è costituita da 4 facciate e verrà fissata al collo o al polso del
paziente e lo seguirà fino al luogo di trattamento definitivo, ospedale
o CME di destinazione.
Il personale del PMA dovrà riportare i dati della scheda sui
registri di entrata e di uscita del PMA
119
IL TRIAGE OSPEDALIERO
IN CASO DI CATASTROFE
Protocollo di Triage F.A.S.T.
(First Assessment and Sequential Triage)
120
Protocollo di Triage F.A.S.T.
La vittima di una catastrofe che giunge in un
Ospedale ha compiuto una parte importante del
percorso verso la salvezza.
Compito dell’Ospedale è garantire ad ogni
paziente un trattamento adeguato
121
Protocollo di Triage F.A.S.T.
In un sistema di soccorsi ben funzionante le vittime
dovrebbero:
• giungere nell’Ospedale adeguato,
• già classificate in termini di priorità di trattamento.
122
Protocollo di Triage F.A.S.T.
A causa delle operazioni di Triage incomplete o inesatte ma
anche perché durante le operazioni di trasferimento dal PMA
all’Ospedale le condizioni del paziente possono variare,
si rende necessario ripetere il Triage anche in ambito ospedaliero.
INTERFACCIA TRA IL SISTEMA DEI SOCCORSI
“ESTERNO” E QUELLO “INTERNO”.
123
Protocollo di Triage F.A.S.T.
SEDE DI ESECUZIONE:
Caratteristiche:
• Facilmente accessibile ai mezzi di soccorso;
• Vicina all’area di trattamento, anche se separata;
• Spaziosa al transito di barelle;
• Protetta per eventuale rischio evolutivo;
• Riparata dai disturbatori.
Sede naturale dell’area Triage è il Pronto Soccorso o locale limitrofo
124
Protocollo di Triage F.A.S.T.
IL TEAM DI TRIAGE:
Un medico ed un’infermiere
esperti e formati secondo i criteri
dell’Hospital Disaster Management.
125
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Secondo il metodo A.T.L.S.
(Advanced Trauma Life Support).
l’approccio al paziente traumatizzato si basa
su una rapida valutazione primaria delle funzioni vitali
seguita da una approfondita valutazione secondaria testa- piedi.
126
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Valutazione primaria delle funzioni vitali :
A  Airways + cervical spine
B  Breathing
C  Circulation + emorragie
D  Disability
La sequenza permette di evidenziare per prime le lesioni
potenzialmente più pericolose e quindi trattarle.
127
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il protocollo FAST prevede l’utilizzo dei codici colore come
classificazione secondo la priorità di trattamento:
Verde  bassa priorità
Giallo  priorità intermedia
Rosso  alta priorità
128
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Permette inoltre di identificare, secondo le necessità,
i diversi percorsi di diagnosi e trattamento da seguire.
In caso di maxiemergenza si possono identificare
tre tipi di percorsi all’interno dell’Ospedale:
1. PERCORSO INTENSIVO
2. PERCORSO DI MONITORAGGIO
3. PERCORSO BASE
129
Protocollo di Triage F.A.S.T.
1. PERCORSO INTENSIVO: Priorità elevata,
assistenza rianimatoria, accesso immediato alle
diagnostiche e sale operatorie
2. PERCORSO DI MONITORAGGIO: Priorità
intermedia assistenza continua in aree predisposte,
frequente rivalutazione clinica, accesso rapido alla
diagnostica e dilazionato alle sale operatorie
3. PERCORSO BASE:
• Priorità bassa, Codice Verde
• assistenza garantita ma con rapporto operatorivittime meno favorevole,
• accesso dilazionato alla diagnostica e sala operatoria
130
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il protocollo START,
facile e veloce,
segue anch’esso la filosofia ABCD,
tuttavia si dimostra inadeguato alla realtà ospedaliera.
Il protocollo FAST
è un tentativo di attribuire un “peso”
a ciascuno dei problemi evidenziati durante l’esecuzione
del ciclo ABCD,
permettendo anche di generare classi di priorità che bene
indirizzano verso i tre percorsi ospedalieri fondamentali.
131
Protocollo di Triage F.A.S.T.
L’esecuzione del protocollo FAST si basa sull’attribuzione di un
diverso peso ai problemi riscontrati durante l’esame ABCD
PROBLEMI NON CRITICI
riscontri anormali che non
rappresentano una minaccia di
lesioni irreversibili a breve termine
PROBLEMI SUBCRITICI
riscontri anormali che possono
evolvere rapidamente in situazioni
irreversibili
PROBLEMI CRITICI
riscontri anormali che stanno
provocando o possono causare in
brevissimo tempo situazioni
irreversibili
132
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il protocollo FAST si basa nell’attribuire un diverso peso ai
problemi riscontrati durante l’esame ABCD
PROBLEMI NON CRITICI
Tachipnea (FR>25)
Tachicardia (FC >130)
Risposta verbale
PROBLEMI SUBCRITICI
PROBLEMI CRITICI
Ostruzione vie aeree
Ventilazione ridotta monolat.
Arresto respiratorio,
Bradipnea <8
Sat:O2 = 94-90%
Sat:O2 < 90%
Ipotensione (PA sistolica < 100 ) Emorraggie inarrestabili
Risposta dolore o assente
133
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il paziente sottoposto a Triage parte da una condizione teorica di
CODICE VERDE, indipendentemente dal codice attribuitogli
prima di giungere in ospedale.
Le valutazioni vengono eseguite sequenzialmente,
ogni anomalia riscontrata nell’esecuzione del protocollo può
provocare un’innalzamento del codice di priorità
fino al CODICE ROSSO.
134
Protocollo di Triage F.A.S.T.
LA SEQUENZA DELLE VALUTAZIONI PREVEDE UN
MASSIMO DI OTTO PASSAGGI:
1. A 
2. B 
3. B 
4. B 
Pervietà vie aeree,
Frequenza respiratoria,
Saturimetria periferica,
Ipoventilazione destra o sinistra,
5. C 
Frequenza cardiaca,
6. C 
7. C 
Pressione arteriosa,
Presenza di importanti emorraggie visibili,
8. D 
AVPU.
135
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Il riscontro di valutazioni normali
confermano il codice;
136
Protocollo di Triage F.A.S.T.
 da Verde a Giallo
 da Giallo a Giallo
non determinano mai il passaggio allo stato di Codice Rosso;
Alterazioni di tipo non critico:
Tachipnea (FR>25)
Tachicardia (FC >130)
Risposta verbale
137
Esempio 1
Protocollo di Triage F.A.S.T.
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO
•
All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE,
Valutazione ABCD:
1. A  Pervietà vie aeree,
=
2.
B  Frequenza respiratoria =
35
3.
B  Saturimetria periferica =
95%
4.
B  Ipoventilazione destra o sinistra = NO
5.
C  Frequenza cardiaca =
140
6.
C  Pressione arteriosa =
115/80
7.
C  Presenza di importanti emorragie visibili
8.
D  AVPU
=
 rimane Verde
pervie
tachipnea non critico,
GIALLO
 rimane GIALLO
 rimane GIALLO
tachicardia non critico rimane GIALLO
 rimane GIALLO
assenti
 rimane GIALLO
RISPOSTA VERBALE non critico  rimane GIALLO
CODICE FINALE GIALLO
138
Protocollo di Triage F.A.S.T.
 da Verde a Giallo
 da Giallo a Rosso
determinano sempre l’innalzamento di una classe di priorità
Alterazioni di tipo sub-critico:
Ventilazione ridotta monolaterale
Ipotensione (PA sistolica < 100 )
Sat:O2 = 94-90%
139
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 2
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO
•
All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE,
Valutazione ABCD:
1.
A  Pervietà vie aeree,
 rimane Verde
pervie
2.
B  Frequenza respiratoria =
35
3.
B  Saturimetria periferica =
91%
tachipnea non critico, GIALLO
sub-critico  ROSSO
CODICE FINALE ROSSO
140
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Alterazioni di tipo critico:  da Verde a Rosso
 da Giallo a Rosso
determinano subito l’innalzamento
alla classe di priorità più elevata = Rosso
Ostruzione vie aeree
Sat:O2 < 90%
Bradipnea <8,
Emorraggie inarrestabili
Arresto respiratorio
Risposta dolore presente/assente
141
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 3
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO
•
All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE,
Valutazione ABCD:
1.
A  Pervietà vie aeree,
non pervie
 ROSSO
CODICE FINALE ROSSO
142
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 4
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = ROSSO
•
All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE,
Valutazione ABCD:
1.
A  Pervietà vie aeree,
 rimane Verde
pervie
2.
B  Frequenza respiratoria =
35
tachipnea non critico, GIALLO
3.
B  Saturimetria periferica =
95%
 rimane GIALLO
4.
B  Ipoventilazione destra o sinistra= NO
 rimane GIALLO
5.
C  Frequenza cardiaca =
135
6.
C  Pressione arteriosa =
80/60
tachicardia non critico rimane GIALLO
Sub-critico  ROSSO
CODICE FINALE ROSSO
143
Esempio 5
Protocollo di Triage F.A.S.T.
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = ROSSO
•
All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE,
Valutazione ABCD:
1. A  Pervietà vie aeree,
pervie
 rimane Verde
2.
B  Frequenza respiratoria =
14
 rimane Verde
3.
B  Saturimetria periferica =
95%
 rimane Verde
4.
B  Ipoventilazione destra o sinistra= assente
 rimane Verde
5.
C  Frequenza cardiaca =
90
 rimane Verde
6.
C  Pressione arteriosa =
140/90
 rimane Verde
7.
C  Presenza di importanti emorraggie visibili assenti
 rimane Verde
8.
D  AVPU
 ROSSO
=
RISPOSTA SOLO DOLORE
CODICE FINALE ROSSO
144
Protocollo di Triage F.A.S.T.
Esempio 6
•
Un paziente giunge dall’area dei soccorsi con CODICE DI PRIORITA’ = GIALLO
•
All’inizio del Triage viene azzerato  VERDE,
Valutazione ABCD:
1.
A  Pervietà vie aeree=
pervie
 rimane Verde
 rimane Verde
2.
B  Frequenza respiratoria =
22
3.
B  Saturimetria periferica =
90%
4.
B  Ipoventilazione destra o sinistra= NO
5.
C  Frequenza cardiaca =
1410
6.
C  Pressione arteriosa =
105/70
7.
C  Presenza di importanti emorraggie visibili assenti
 rimane GIALLO
8.
D  AVPU
 rimane GIALLO
=
sub-critico  GIALLO
 rimane GIALLO
tachicardia non critico rimane GIALLO
APRE GLI OCCHI
 rimane GIALLO
CODICE FINALE GIALLO
145
146
147
148
149
TERREMOTI
Situazione delle vittime




disperse su tutto il territorio
raggruppati o isolati dentro le abitazioni
nessuna o scarsa accessibilità se imprigionati o sotterrati
difficoltà di ricerca e individuazione
Meccanismo delle lesioni
traumatismi meccanici da compressione, seppellimento e da caduta di
macerie

ostruzioni respiratorie

esposizioni a basse temperature

mancata alimentazione e apporto idrico

Quadri clinici

Ferite di vario genere

Fratture

Lesioni da compressione o da schiacciamento

Insufficienza respiratoria acuta

Ipotermia

Disidratazione
150
INCIDENTI
FERROVIARI
Situazione delle vittime



Una certa quantità sparsa sul territorio in varie condizioni
Il più delle volte raggruppati nei vagoni
Buona accessibilità se le strutture non sono deformate
Meccanismo delle lesioni

Traumatismi vari
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture varie
Amputazioni
Lesioni da schiacciamento
Lesioni da compressione
151
DISASTRI
DEL
TRAFFICO
Situazione delle vittime


Concentrati dentro o attorno al mezzo
Scarsamente estraibili o incastrati





Traumatismi meccanici
Danni da scagliamento
Danni da decelerazione
Lesioni da calore
Emissione di fumi
Meccanismo delle lesioni
Quadri clinici

Ferite varie e amputazioni
 Sindrome da compresione

Ustioni

Intossicazioni con Insufficienza respiratoria
acuta
152
INCIDENTI
IN
ABITAZIONI
Situazione delle vittime






Concentrati nelle vicinanze
Più distanti se fuggiti in luoghi sicuri
Seppelliti da macerie
Poco accessibili se incoscienti per fumo o gas
Inutilizzabili le normali vie di sicurezze in esplosioni, incendi, crolli
Inaccessibilità per grandi folle di curiosi nei grandi centri urbani
Meccanismo delle lesioni



Traumatismi meccanici
Lesioni da calore
Emissione di fumi
Quadri clinici
Ferite varie

Fratture
 Politrauma da defenestrazione

Sindrome da compressione

Ustioni

Intossicazioni con Insufficienza respiratoria
acuta

153
VALANGHE
SLAVINE
FRANE
Situazione delle vittime





Gruppi intrappolati dentro abitazioni
Gruppi ristretti intrappolati dentro veicoli
Dispersi nella caduta di neve o terra
Difficile individuazione
Difficile accesso e ricerca
Meccanismo delle lesioni





Ostruzioni delle vie respiratorie
Lesioni da traumatismo meccanico
Lesioni da compressione
Perdite anche imponenti di calore
Impossibile idratazione
Quadri clinici






Insufficienza respiratoria acuta
Ferite di vario genere
Fratture
Sindrome da compressione
Ipotermia
Disidratazione
154
Situazione delle vittime



Concentrati dentro o attorno al mezzo
Scarsamente estraibili o incastrati
Buona se manca incendio
DISASTRI
DA
AEROMOBILI
Meccanismo delle lesioni




Traumatismi meccanici
Danni da scagliamento
Lesioni da calore
Emissione di fumi
Quadri clinici






Ferite varie
Fratture varie
Amputazioni
Sindrome da compressione
Ustioni
Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta
155
INONDAZIONE
Situazione delle vittime






Dispersi in zone sopraelevate
Dispersi su tetti di case o strutture
Dispersi in acqua
Dispersi in imbarcazioni di fortuna
Scarsamente individuabili e accessibili in base all’estensione del territori
Difficilmente individuabili se trascinati dall’acqua
Meccanismo delle lesioni



Sommersione
Perdita di calore
Traumatismi da oggetti galleggianti
Quadri clinici




Insufficienza respiratoria acuta da annegamento
Ipotermia
Ferite varie
Fratture varie
156
Situazione delle vittime





Concentrati sopra la nave
Dispersi a distanza molto variabile
Su imbarcazione di salvataggio
Buona individuazione se meteo lo permette
Difficile localizzazione se dispersi in acqua
INCIDENTI
MARITTIMI
Meccanismo delle lesioni




Traumatismi meccanici
Sommersione
Perdite di calore
Traumatismi termici o fumi
Quadri clinici






Ferite varie
Fratture varie
Ustioni
Insufficienza respiratoria acuta da annegamento
Intossicazioni con Insufficienza respiratoria acuta
Ipotermia
157
ATTENTATI
ESPLOSIVI
Situazione delle vittime



Raggruppati nelle vicinanze
Incastrati in edifici o veicoli
Buona accessibilità in assenza di crolli o incendi
Meccanismo delle lesioni




Traumatismi da schegge
Traumatismi da onde d’urto
Emissione di fumi
Lesioni da calore
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture multiple
Lesioni interne e da strappamento
Rottura d’organi
Ritenzione frammenti
158
Situazione delle vittime


DISASTRI IN
STABILIMENTI
INDUSTRIALI
Raggruppati all’interno o all’esterno
Buona accessibilità in assenza di crolli, incendi, gas tossici,...




Traumatismi meccanici
Lesioni da calore
Emissione di fumi
Radioattività
Meccanismo delle lesioni
Quadri clinici






Ferite varie
Fratture
Sindrome da compressione
Ustioni chimiche o da calore
Intossicazioni
Contaminazione radioattiva
159
CICLONI
URAGANI
TIFONI
Situazione delle vittime







Gruppi all’interno o vicinanze delle abitazioni
Dispersi in direzione del vento
Dispersi travolti dall’ondata d’acqua
Poco accessibili per crollo delle case
Scomparsi nelle acque
Intrappolati nei detriti
Seppellimento nel fango
Meccanismo delle lesioni



Traumatismi meccanici
Sommersione
Perdita di calore
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture
Annegamento
Ipotermia
Insufficienza respiratoria acuta
160
Situazione delle vittime


Sempre dispersi a seconda dell’ampiezza del disastro
Difficile accessibilità per frane, gas, fumi, calore, acqua,...




Traumatismi meccanici
Sommersione
Emissione di fumi
Lesioni da calore
LAVORI
MINERARI
O GALLERIE
Meccanismo delle lesioni
Quadri clinici





Ferite varie
Fratture multiple
Lesioni interne e da compressione
Intossicazioni
Annegamento
161
POLITRAUMA
=
Patologia dominante
POLITRAUMA
Ferito che presenta lesioni associate a
carico di due o più distretti corporei
(cranio, rachide, torace, addome,
bacino, arti)
con eventuali possibili compromissioni
delle funzioni respiratorie e/o
circolatorie
BLAST INJURIES
Diversi meccanismi patogenetici,
spiegano l’origine delle lesioni a carico di vari tessuti:
1. meccanismi di strappo a carico dei peduncoli vascolari;
1. meccanismi di nebulizzazione, in particolare a livello delle
interfacce fra fase liquida e fase gassosa;
1. meccanismi di esplosione, a carico di organi cavi e di tutti i
tessuti contenenti gas;
1. trasmissione meccanica dell’onda d’urto attraverso le pareti
(del torace, dell’addome o del cranio).
164
BLAST INJURIES
LESIONI DA TRIPLICE IMPATTO:
1. Fase primaria:
ONDA DI PRESSIONE  bersagli = organi con gas
2. Fase secondaria:
IMPATTO DI SCHEGGE, VETRI, ECC.
3. Fase terziaria:
IL CORPO STESSO DELLA VITTIMA VIENE PROIETTATO
ED URTA CONTRO ALTRI OSTACOLI
165
Specific lesions:
CRUSH SYNDROME
(lesioni da schiacciamento e/o
compressione)
CRUSH SYNDROME
Associazione di tre quadri patologici:
1. Stato di shock
2. Necrosi muscolare da compressione protratta
3. Nefropatia secondaria post-traumatica
167
CRUSH SYNDROME
Il problema immediato che minaccia la vita
del paziente è costituito:
•dalla ipovolemia da travaso di liquidi
nell'arto ischemico,
•dall' acidosi dovuta al passaggio in circolo
di metaboliti provenienti dai tessuti lesi
dallo schiacciamento.
168
CRUSH SYNDROME
Altro rischio è rappresentato dalla possibilità di sviluppare, anche in
persone con funzione renale precedentemente indenne, una insufficienza
renale acuta nel corso delle prime 24 ore.
L' insufficienza renale invece può essere provocata:
•in tempi brevi dalla riduzione della perfusione renale dovuta allo
shock ipovolemico,
•in secondo tempo dalla presenza di mioglobina circolante
proveniente dai tessuti muscolari interessati dal trauma.
Interessa il 20% dei casi, mortalità del 45%
Trattamento:mantenere normovolemia, alcalinizzare urine, depurazione
extrarenale
169
CRUSH SYNDROME
Le sindromi compartimentali intervengono quando
in un compartimento muscolare delimitato da una
loggia fasciale, la pressione tissutale supera la
pressione idrostatica capillare impedendo il flusso
arterioso.
Queste sindromi sono più facili a verificarsi nella
gamba e nell' avambraccio che non nella coscia o nel
braccio dove ovviamente l' ostruzione progressiva e
prolungata del flusso ematico può provocare anche
una necrosi muscolare.
170
CRUSH SYNDROME
Il primo soccorso consiste nel combattere l' ipovolemia.
Nella fase di estricazione:
Applicazione di un laccio alla radice dell’arto
Indicazioni durata compressione > 4 ore,
amputazione sul posto.
171
Il Panico_____________________________________
Deriva dal latino “Panicus”,
timore misterioso che gli antichi
ritenevano cagionato dalla presenza
del dio Pan.
172
Il Panico__________________________________________________
DEFINIZIONE:
Stato di terrore che invade
improvvisamente l’animo di singoli
o più spesso di folle di fronte ad un
pericolo imprevisto, reale o immaginario,
e che toglie la capacità di riflessione
spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.
173
Il Panico__________________________________________________
Si verifica spesso nei luoghi con alta
concentrazione di persone dove si possono
avere situazioni di emergenza che
modificano le condizioni di agibilità degli
spazi ed alterano comportamenti e rapporti
interpersonali.
174
Il Panico___________________________________________
E’ quindi un comportamento irriflessivo ed
irrazionale da parte di persone che vengono
a trovarsi in una condizione di pericolo
imminente che sanno di non poterlo gestire.
175
Il Panico___________________________________________
Il panico si manifesta con diversi
tipi di reazioni:
1. emotive:
Þ
Þ
Þ
Þ
Þ
Timore irrazionale
Senso di angoscia
Oppressione
Emozioni convulse
Manifestazioni isteriche,
176
Il Panico___________________________________________
2.
organiche:
1. Battito cardiaco accelerato
2. Tremore alle gambe e generalizzato
3. Difficoltà respiratorie
4. Aumento o diminuzione della pressione
arteriosa
5. Giramenti di testa e vertigini
6. Conati di vomito
7. Perdita del controllo degli sfinteri con
emissione di urina e feci.
177
Il Panico___________________________________________
Tutte queste condizioni possono portare a reagire in modo non
controllato e razionale. In una situazione di pericolo, sia essa
reale o presunta, il panico può manifestarsi principalmente in due
modi:
1)
coinvolgimento delle persone nell’ansia generale, con
invocazioni d’aiuto, grida, atti di disperazione non mirati;
2) istinto di autodifesa e tentativi di fuga che tendono
all’esclusione e/o all’eliminazione del pericolo o degli altri, anche
in forme violente con spinte, corse, aggressioni, conquista e
affermazione dei posti ritenuti SICURI verso la salvezza
presunta.
178
Il Panico___________________________________________
Allo stesso tempo possono essere compromesse alcune funzioni
comportamentali quali
•
l’attenzione,
•
il controllo dei movimenti,
•
la facoltà di ragionamento.
Tutte queste reazioni costituiscono elementi di grave turbativa
e di PERICOLO.
179
Gestione del Panico_______________________________
In una situazione in cui la nostra e/o l’altrui incolumità è
messa a repentaglio, risulta normale avvertire la
SENSAZIONE DI PAURA:
tale stato emotivo è il primo campanello d’allarme che si
attiva per preservare la sopravvivenza dell’individuo.
IL NOSTRO SFORZO DEVE ESSERE TESO AD
IMPEDIRE CHE LA PAURA EVOLVA IN PANICO.
In assenza di paura, di fronte ad un pericolo, viceversa si ha
una situazione di INCOSCIENZA altrettanto pericolosa
poiché porta l’individuo alla “sottostima” del pericolo ed alla
diminuzione dell’attenzione.
L’ECCESSIVA STIMA IN NOI NON DEVE PERMETTERCI
DI SOTTOVALUTARE IL PERICOLO.
180
L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
PAURA
Stato emotivo di pulsione e di apprensione in
prossimità di un vero o presunto pericolo.
181
L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
PANICO
Reazione per lo più collettiva che toglie la capacità di
riflessione spingendo alla fuga o ad atti inconsulti.
182
L’Uomo in condizioni di Emergenza_______________
INCOSCIENZA
Assoluta mancanza di lucidità mentale specialmente
in relazione alle proprie capacita, al proprio
atteggiamento o comportamento.
183
Gestione del Panico_______________________________
I comportamenti che abbiamo visto possono
essere modificati e ricondotti alla normalità
se il sistema in cui si evolvono è preparato
per far fronte ai pericoli che lo insidiano.
184
Gestione del Panico_______________________________
COMPORTAMENTI:
• Prendere subito il controllo della situazione,
• Non far vedere di avere paura o di essere indeciso.
• Dimostrare di essere una persona in grado di portare aiuto.
• Mantenere un atteggiamento calmo e deciso.
• Dare ordini semplici, facili da mettere in pratica.
• Non alzare troppo la voce o inveire.
• Dare l’impressione di gestire sempre la situazione, anche
quando …
• Far allontanare subito i “disturbatori”.
•ESSERE LA PERSONA GIUSTA,
NEL MOMENTO GIUSTO,
AL POSTO GIUSTO.
185
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
Disturbi psichici in seguito ad eventi catastrofici:
1) Danni psichici che si determinano nelle singole vittime in seguito a perdite di
parenti o cambiamenti repentini delle abitudini quotidiane;
2) Danni psichici che si determinano nella comunità per lacerazione del tessuto
sociale e per grave destabilizzazione affettiva in seguito a:
» Danno economico,
» Esodo di massa,
» Perdita del lavoro,
» Stress collettivo continuato,
•
Reazioni iper-emotive brevi,
•
Disturbi nevrotici,
•
Disturbi psicotici (fobici, ossessivi, depressivi, isterici, dissociativi.)
186
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
TRATTAMENTO PSICOLOGICO PER RIDURRE LE SOFFERENZE
PSICHICHE DA STRESS.
•
PRE-EVENTO (ai soccorritori)
•
DURANTE O POST-EVENTO (ai soccorritori e alle vittime)
187
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
PRE-EVENTO DEI SOCCORRITORI:
FORMAZIONE.
•
Corso di apprendimento dei meccanismi psichici che regolano le
reazioni emotive che si verificano durante le maxiemergenze.
In modo tale si possono ridurre o controllare le sensazioni di:
» ansia e disgusto,
» rabbia ed impotenza,
» frustrazione e paura,
» angoscia e dolore.
che spesso provocano stress nei soccorritori
188
Psicologia della maxiemergenza_______________________________
PRE-EVENTO DEI SOCCORRITORI:
•
STRESS INOCULATION TRAINING: procedimento che serve per
ridurre l’impatto emotivo legato all’intervento di soccorso, da attuare prima
dell’evento catastrofico.
Prepara il soccorritore alle immagini e alle sensazioni che potrebbe provare
nel vedere o assistere a scene strazianti durante gli interventi nelle
maxiemergenze.
Si utilizzano descrizioni di scene coinvolgenti, si proiettano immagini di
foto di vittime di altre catastrofi o si organizzano esercitazioni sul campo,
con comparse che, esperti truccatori, hanno trasformato in feriti gravi,
creando lesioni, fratture, o sanguinamenti molto vicine alla realtà.
Tali scene determinano nella psiche un meccanismo analogo a quello che
nelle vaccinazioni il virus o germe attenuato determina nel sistema
immunitario dell’organismo – anticorpi.
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Psicologia della maxiemergenza_______________________________
POST-EVENTO DEI SOCCORRITORI:
Elaborazione del vissuto subito dopo interventi difficili e/o prolungati nel tempo,
particolarmente traumatizzanti e psicologicamente gravanti.
•
DEFUSING: processo di scambio di impressioni ed emozioni provate
durante il soccorso che si verifica spontaneamente tra gli operatori
coinvolti.
•
DEBREEFING: processo organizzato e diretto da uno psicologo esperto
che coinvolge un gruppo di soccorritori che vengono facilitati ad esternare
le proprie emozioni ed impressioni riportate durante le fasi del soccorso
(multiple stressors model della CRI). Tali sedute devono interessare non
più di 15 persone alla volta ed essere effettuate entro le 24 ore dall’evento
stressante.
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Psicologia della maxiemergenza_______________________________
POST-EVENTO DELLE VITTIME:
•
Assistenza psicologica continua e prolungata nel tempo, con
coinvolgimento di psicologi formati a tali interventi.
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Analisi preventiva
+
Piani pre-stabiliti
=
Gestione corretta
di un evento
inatteso
Conoscere
Prevedere
Reagire
Conoscere
Come si dovrà affrontare
un evento inatteso e devastante
che porterà ad una rapida saturazione
di tutte le risorse disponibili
sia nel luogo dell’evento che nell’area
circostante
sapendo che non si potrà offrire
immediatamente un soccorso
sufficientemente valido per tutti
Prevedere
Ogni
“sistema di soccorso” (CO-118)
dovrebbe essere preparato ad
affrontare qualsiasi tipo di catastrofe
“possibile” nel suo territorio e le sue
conseguenze senza improvvisare
Reagire
• Formazione idonea del personale
• Analisi preventiva dei rischi
• Piani di intervento già pronti ma
flessibili
• Conoscenza delle possibili patologie da
affrontare a seconda delle differenti
tipologie di disastro
Conoscere
Prevedere
Reagire
Dovrebbero predisporre i
soccorritori a rispondere nel modo
più appropriato, coerente e
flessibile alle necessità delle
vittime del disastro.
Bibliografia:
•
Dipartimento Protezione Civile, Presidenza del Consiglio dei Ministri: “Criteri
di massima per l’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle Catastrofi.” 2001;
•
DPC Informa: “L’organizzazione dei soccorsi sanitari nelle Catastrofi” 2000;
•
Morra A., Odetto L.: “Disaster Management” 2000;
•
Badiali S.: “Analisi qualitative della risposta nell’emergenza di massa” 1997;
•
Morra A.,Giancamerle G.: “L’organizzazione dei soccorsi sanitari in caso
Catastrofi” 1991;
•
Dipartimento Protezione Civile: “Il metodo Augustus.” 1997;
•
Croce Rossa Francese, Associazione Italiana Medicina delle Catastrofi:
“Manuale di Protezione Civile” 1994.
•
Dipartimento della Protezione Civile: “Linee guida sull’organizzazione sanitara in
198
caso di Catastrofi sociali.” 1998.
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MAXIEMERGENZE - A.S.U.R. 9