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FOSCARINI.COM
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Casa Editrice Publicomm S.r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno IX - Numero 45 - 2013 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impegnerà a pagare la relativa tassa - Contiene IP
# 45
in questo numero / in this issue
Il materiale nel progetto
The material in the project
Il design invisibile
Invisible design
Riflessiegiochidinatura
Reflections and games of nature
La realtà
A colorful reality
EMBT ARQUITECTES ASSOCIATS
a colori
| Periodico di contract e design d’interni per spazi ad uso pubblico | Review of contract and interior design for spaces for public use |
C A RTA D A PA R AT I / C O L L E C T I O N P L E AT S / D I S E G N O E V E
MOBILI ROCHE BOBOIS
È incredibile il tempo che si può trascorrere a guardare le proprie pareti mentre fioriscono.
Auteur & Éditeur.
C A R T E D A PA R AT I , T E S S U T I , R I V E S T I M E N T I M U R A L I , M O B I L I
S H O W R O O M , V I A S A V O N A 9 7 , 2 0 1 4 4 M I L A N O - W W W. E L I T I S . F R
Non esiste momento
editoriale
Simona Finessi
migliore
N
el convenzionale respiro che l’estate concede ai consueti ritmi
serrati, pur nella sua torrida afa, è raro che l’insperata occasione
dei remi in barca non porti qualche pensiero critico e filosofeggiante
sul giro di boa che settembre - e con lui il riprendere di tutto - impone.
Tra le riflessioni sui nostri piccoli massimi sistemi non nego che un paio
di quelle più nostalgicamente crepuscolari e drasticamente ontologiche
abbiano avuto come interrogativo il senso ultimo di tutto questo.
In breve: perché A+D+M? Perché una piccola editrice dovrebbe investire su firme giovani e promettenti,
su un progetto di crescita internazionale e su un network sempre più ambizioso quando, al di
fuori delle parole che si scrivono, non v’è settore più immobile e ferito di quello immobiliare?
La nostra mission, purtroppo o per fortuna, non è quella della stampa generalista, quella che
sopravvive di stentato inserzionismo da accompagnare con riempitivi dalla cucina macrobiotica al
sesso degli angeli. Noi ci rivolgiamo a professionisti ed imprese, di cui condividiamo
con orgoglio e coerenza tanto i successi quanto i momenti spinosi. E da anni
ormai, nelle platee che ci osservano, circolano diktat categorici come tagli
e ridimensionamenti. Imperativi ben diversi da quelli che noi, anche in
tempi difficili, abbiamo adottato a manifesto, come confermano le
confortanti risposte di una credibilità e di un seguito in crescita.
Quindi, perché? Perché, mi sono risposta, non esisterebbe momento
migliore. Non esiste momento migliore per creare cultura di quello che
trova sopito il cannibalismo vorace della speculazione edilizia. Non esiste
momento migliore di quello che vede le leggi di mercato mollare la presa
sulla dignità intellettuale per una divulgazione contemporanea, innovativa e
fuori catalogo. Non esiste momento migliore di una tregua estiva - che dura ormai
da qualche anno - nella marcia schiacciasassi delle costruzioni per riflettere intorno
al senso attuale dell’architettura, per imparare a conoscerla come una scienza e non alla stregua
di un’arte figurativa minore verso la quale nessuno s’imbarazza nel riconoscersi privo di nozioni.
Non esiste momento migliore per andare controcorrente e puntare più in alto. In tempi
di magre raccolte non resta che seminare, ostinatamente, con il brivido audace e un poco
incosciente della scommessa. Convinti e fiduciosi che ad ogni giro di boa che verrà ci
troveremo un poco più avanti, con a bordo tutti quelli che, con la loro lungimiranza e lo
stesso spirito di sognatori inguaribili che li ha portati a cose grandi, ci hanno creduto con noi.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
1
Dove va
il design
Creative economy Garden, Milano, 2010
editorial guest
Stefano Anfossi (Pierandrei Associati)
2
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
Ph. Enrico Basili
N
on reputo di essere colui che possa
dare la ricetta ai mali del design
e dell’architettura italiana, posso
semplicemente dire come la penso
e cosa significhi per me fare design; progettare,
anche se è una definizione in divenire sulla quale
continuo a riflettere. Guardando a questi ultimi
anni, vedo emergere due tendenze. Il design con
il suffisso del lusso, con l’estremizzazione del
Design Art. Concetto che mal si concilia con molte
cose, soprattutto con il numero sempre maggiore
di laureati in design e i pochi numeri di persone
che possono permettersi questi pezzi. All’altro
estremo cresce il bisogno di ridare un’etica al
design, soprattutto attraverso la sostenibilità
ambientale. Seppur ritrovandomi di più in questa
tendenza, spesso non ne condivido gli eccessi,
che relegano il design ad esercizi di eco-etico
style che dovrebbero far leva sulla presunzione di
moralizzazione delle persone. Un’altra costante
di questi anni è l’insoddisfazione. Sento spesso
frasi come: “dobbiamo ritrovare la via italiana
al design; il design deve ritornare alle origini”,
frase con cui concordo salvo prima condividere
quali siano le origini in questione. Devo dire che
queste affermazioni, a volte, arrivano proprio da
quelle persone che hanno contribuito a portare
l'architettura e il design alla situazione attuale.
L’impressione è che facciano queste riflessioni
perchè i loro margini di guadagno sono diminuiti
drasticamente. Parliamo di cambiamento e
nessuno è disposto ad investire ed a fare un
processo serio per innovare. Pensiamo che
l’innovazione cada dall’alto, sia un dono del cielo
non un processo da attivare. Abbiamo lasciato
che la “cosmetica” come l'ha definita Gillo Dorfles
prendesse il sopravvento e in questi ultimi anni
abbiamo assistito ad uno sbilanciamento verso lo
styling e lo star system. La responsabilità in tutto
questo di molte componenti del “sistema design”
è testimoniata in ogni Salone del Mobile con il
design trasformato nel MySign o nel MoDesign.
Credo che gli eccessi ci debbano essere, ma non
l’appiattimento e la diffusione semplicistica e
sbagliata di un concetto “limitato” del design.
La mia considerazione è che non è in crisi il
design, ma il modo in cui in questi anni lo abbiamo
inteso, scambiandolo solo per strumento
di marketing, “seduttore di consumatori” e
rendendolo parziale, negando la complessità e la
completezza del progetto.
La conferma, o forse la speranza, la trovo vedendo
che, mentre si dibatte sulla crisi del design,
sempre più aziende, istituzioni pubbliche e la
società civile, lo accolgono. Utilizzandolo non
come generatore di forme ma come approccio
ai problemi, “liberandolo” dalla creazione di un
oggetto. L’emancipazione del design dalla forma,
è l’occasione per chiarirsi le idee e riportare
al centro del progetto alcuni valori che ritengo
fondamentali, attribuendogli il giusto significato.
Rileggendo la definizione che dava Papanek su
design e designers “il design è mettere ordine
nelle cose, tutti siamo designers quando compiamo
questa azione”, faccio alcune riflessioni. Il
design è soluzione ad un problema (complesso),
indipendentemente dal tipo di problema. Al
centro del progetto c’è l’uomo e l’ambiente che
ci circonda. Per conoscerli bisogna avere gli
strumenti per comprendere la contemporaneità.
Il design c’è se c’è miglioramento. Associo
questa riflessione alla convinzione che il design e
l’educazione possano migliorare il nostro mondo,
essere motori dell’innovazione sociale e facilitatori
di comportamenti più sostenibili.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
3
CONTENTS
# 45
VENEZIA BIENNALE ARTE 2013
Photo by Angelo Dadda
THIS COLOR ISSUE
1
2
4
Editoriale
Editorial
Editorial guest
Editorial guest
Contents
Scenarios
78 Materiali
82 Eco-Materiali
88 Green
Green
Tendenze
Le piante cittadine del mondo
Trends
Il design invisibile
Invisible design
Storia di copertina
90 Profili
Profiles
Partner per la competitività
Cover Story
EMBT Arquitectes Associats.
La realtà a colori
A colorful reality
News
92
96
100 Focus
106 References
108 Agenda
109 Pop art
110 Memo
112 Indirizzi
SPECIALE ARREDOBAGNO
SPECIALE PAVIMENTI RIVESTIMENTI
News
Projects|Progetti
42
Reviews|Rassegna
Eco-Materials
Dreams of glass against the crisis
38
Not all guitars come with a hole
Materials
Scenari
Sogni di vetro contro la crisi
30
Lorenzo Palmeri.
Non tutte le chitarre escono col buco
Focus
The material in the project
24
Previews
Il tema
Il materiale nel progetto
16
72 Anteprime
74 Designer
Designer
Sommario
Current Affairs|Attualità
8
PANTONE POPPY RED 17.1664
Il progetto raccontato
Description of the Project
Sinuosa nello spazio
Sinuous in space
Food &Design
Focus
References
Calendar
Riflessi e giochi di natura
Reflections and games of nature
Pop art
Spazio di cultura e socialità
A place for culture and sociality
Memo
Lusso eterno
Eternal luxury
Addresses
4
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
r.l. - Savona - ISSN 1826-0985 - Anno VIII - Numero 40 - 2012 - In caso di mancato recapito rinviare all’Ufficio Postale di Savona CPO, per la restituzione al mittente che si impe
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design week 2012
“design cure”
la “cura”
del design
water and architecture:
what future?
acqua e
architettura:
quale futuro?
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in questo numero
12
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6 numeri annuali
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Direttore Responsabile / Editor in Chief
Simona Finessi - [email protected]
Responsabile Redazione / Managing editor
Chiara Dadda - [email protected]
Direttore Creativo / Creative Director
Angelo Dadda - [email protected]
Cover photo by Enrico Basili
Progetto Grafico / Graphic Project
Angelo Dadda - [email protected]
A+D+M architettura design materiali
Anno IX numero 45 - 2013
Registrazione Tribunale di Savona n. 559 dell’8 marzo 2005
ISSN 1826-0985
Editore / Publisher
Publicomm S.r.l.
Via D. Cimarosa 55r - 17100 Savona - Italy
tel. +39.019.83841.1 - fax +39.019.83841.41
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Redattori / Editors
Barbara Arnaboldi, Angelo Dadda, Chiara Dadda,
Paola Ferrario, Anna Masello, Anna Nosari,
Filippo Pozzoli, Domenico Tassone
Collaboratori / Collaborators
Simonetta Pegorari
Si ringraziano / With thanks to
Pierandrei Associati
Pubbliche Relazioni Architetti / Public Relations Architects
Anna Masello - [email protected]
Traduzioni / Translations
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Fotografo / Photographer
Enrico Basili
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6
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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M A D E I N I TA LY
IL TEMA
Text by
Filippo Pozzoli
rederick John Kiesler, architetto austroamericano vicino alle avanguardie europee,
scrisse che l’architettura non dovesse
rassomigliare alla scultura, ma dovesse
essere scultura stessa. Se il suo pensiero
resta condivisibile anche solo in parte un secolo più
tardi, quando la lettura zeviana dello spazio vuoto ed
esplorabile lo eleva a vera matrice dell’architettura e
al contempo discriminante dalle arti plastiche, è
immediato riconoscere l’importanza di scelta e gestione
dei materiali. Alla stregua di michelangioleschi blocchi di
marmo, in cui l’architettura dovrebbe sorgere a forza di
togliere la sostanza in eccesso, i materiali rappresentano
F
Uno sguardo
alla sostanza
tra plasticità
e innovazione
IL MATERIALE
THE MATERIAL
IN THE PROJECT
A look at
the substance
between plasticity
and innovation
8
A+D+M | MAGAZINE | 2013||##45
45
difatti la struttura, la finitura, la punteggiatura del
linguaggio architettonico e urbano, giocando il loro ruolo
nella percezione e nell’esperienza sociale di un luogo.
La grammatica dei materiali assume valori differenti se
declinata negli spazi urbani o negli edifici, pubblici o privati;
tra le invarianti, il rapporto con la luce assume valenza
prioritaria per le conseguenze cui le scelte intraprese
conducono sotto il profilo dello spazio percepito. Non
solo il materiale dialoga con la luce attraverso le proprie
vene cromatiche e materiche, ma contribuisce a definire
la destinazione d’uso dello spazio stesso richiamando
la sensazione archetipica nelle persone che lo vivono.
Materiali tettonici dai colori terreni e friabili, ad esempio,
suggeriscono un inequivocabile calore domestico e
rilassato, mentre i diafani virtuosismi high-tech di acciaio
e vetro inducono spontaneamente ad un’eccitata, veloce
e frenetica attività, rendendoli i sintagmi più indicati
Photo by courtesy of Marmomacc 2012
NEL PROGETTO
per ambienti legati alla produttività di ogni tipo. In
questo senso, la luce e le sue manifestazioni nello
spazio sono da trattare in modo analogo agli altri
materiali, con la possibilità di manipolarle, plasmarle,
adattarle ad elementi solidi e tangibili, perseguendo
nella loro gestione due ordini di obiettivi: la fruibilità
degli spazi in ogni condizione temporale e ambientale
e la funzione estetico-comunicativa, soprattutto negli
ambiti in cui questa viene sviluppata con grande
motivazione – hotel tematici, resort e spa su tutti.
D’immediata lettura è anche il ruolo del colore associato
ai materiali: oltre ai comprovati risultati delle ricerche
di Rikard Kuller e Heinrich Frieling, secondo le quali
un ambiente policromo possa destare molteplici e
notevoli effetti benefici rispetto ad uno piattamente
monocromo, le valutazioni empiriche sull’uso del colore
in architettura si estendono a parametri indagabili
fin dalle prime istanze progettuali e metaprogettuali.
L’efficacia del progetto materico e cromatico prevede,
infatti, l’analisi delle possibilità del colore in tutte le
sue possibili valenze: dai suoi aspetti psicofisiologici,
alle sue capacità di conferire dinamismo a progetti
altrimenti statici, al generare orientamento nello spazio
(wayfinding) tramite giustapposizioni e variazioni,
com’è necessario e riscontrabile, ad esempio, in grandi
strutture settorializzate quali ospedali e centri direzionali.
Le potenzialità dei materiali, tuttavia, non si limitano
alla sfera architettonica e percettiva: sempre più
attenzioni vengono orientate allo studio di materiali
innovativi con funzionalità opzionali, che aprono
all’integrazione della tecnologia e allo stravolgimento
delle caratteristiche originarie del materiale stesso.
L’incorporazione di fibre ottiche in pannelli massivi
di legno o calcestruzzo, ad esempio, non solo rende
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
9
Photo by courtesy of MATREC - EcoMaterials Library
IL TEMA
traslucidi dei materiali tradizionalmente opachi, ma
ne consente l’utilizzo come superfici da proiezione
senza comprometterne le proprietà meccaniche.
Applicazioni di questa natura interessano in particolare
le superfici trasparenti, che vengono rese attive
tramite l’integrazione di tecnologie innovative con
finalità avanguardistiche. Coating o pellicole specifiche
possono trasformare semplici superfici vetrate
in partizioni luminose o irradianti calore, aprendo
nuovi scenari sulla progettazione impiantistica che
tradizionalmente rappresenta un ingombro e un
ostacolo alle velleità concettuali degli spazi fisici.
Importante anche l’attenzione rivolta all’interazione
attiva dei materiali nella definizione di comfort a
livello micro-ambientale: se le potenzialità del gesso
rivestito come volano igrometrico incorporato nel
rivestimento interno sono, ad oggi, regolarmente
gestite dai progettisti più consapevoli, si esplora
l’utilizzo di materiali con caratteristiche specifiche che
permettano una fruizione più confortevole, salubre
e sicura dei luoghi di lavoro e di svago. Si pensi, in
questo senso, a pannelli selettivi per la schermatura
di radiazioni elettromagnetiche nocive provenienti
da apparecchiature ed elettrodomestici quotidiani,
alle controsoffittature che favoriscono il fissaggio di
sostanze volatili inquinanti, e a una nutrita schiera
di materiali dalle potenzialità ibride che superano la
funzione principale per cui sono tradizionalmente posati.
Materiali che sono lontani dall’esaurirsi alla
connotazione estetica e plastica, ponendo, con
buona pace di Frederick John Kiesler e seguaci,
nuova distanza tra l’architettura e la scultura
conclusa. | www.admnetwork.it
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A+D+M | MAGAZINE | 2013||##45
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
11
12
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45
Photo by courtesy of MATREC - EcoMaterials Library
F
rederick John Kiesler, Austro-American
architect close to European avant-garde,
wrote that architecture must not be like
sculpture, but should be sculpture itself.
If this thoughts remain acceptable even
partially a century later, when Bruno Zevi’s reading
of empty and livable space brings it to the real
matrix in architecture and at the same time making
new distance from plastic arts, it is immediate to
recognize the importance of choice and management
materials. Just like Michelangelo's marble blocks, in
which architecture should arise removing exceeding
matter, materials are in fact the structure, the outer
finishing, the punctuation of architectural and urban
language, playing their role in perception and in
social experience of a place.
The grammar of the materials takes different values
if declined in urban areas or in public or private
buildings; among the invariants, the relationship
with light design gets top value for consequences
in terms of perceived space that you are led to by
choices taken. Not only materials interact with light
through its color and surface veins, but helps in clearly
defining the intended use of the space itself recalling
the archetypal feeling in people who live it. Tectonic
and friable materials with earthly colors, for example,
suggest an unequivocal domestic and relaxed warmth,
while the diaphanous and high-tech virtuosity of steel
and glass spontaneously lead to an excited, fast and
frenetic activity, making them more suitable for those
environments related to productivity of any type. In this
sense, light and its manifestations in space are to be
treated in the same way as other materials, with the
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
13
Photo by courtesy of Marmomacc 2012
IL TEMA
A
possibility to manipulate, shape, adapt them to solid
and tangible ones, pursuing in their management two
families of targets: the use of space in each temporal
and environmental condition and the aesthetic and
communicative function, especially in fields where
this is developed with great motivation - theme hotels,
resorts and spas out of all.
Of immediate reading is also the role played by color
associated with the materials: in addition to proven
results of Rikard Kuller’s and Heinrich Frieling’s
researches, according to which a polychrome
environment suggests multiple and significant benefits
respect to a flatly monochrome one, the empirical
evaluations on use of color in architecture extends to
investigable parameters from the earliest instances
of the design process. The effectiveness of material
and color project bases, in fact, on the analysis of
the potential of color in all its possible values: its
psycho-physiological aspects, its ability to inject new
dynamism to otherwise static projects, to generate
spatial orientation (wayfinding) through juxtapositions
and changes, as necessary, and found, for example, in
large and sectorial structures such as hospitals and
directional centers.
The potential of materials, however, are not confined to
architectural and perceptive sphere: more and more
attention is directed to the study of innovative materials
with optional features, which open to the integration of
technology and the distortion of the basic characteristics
of material itself. The incorporation of optical fibers in
massive panels of wood or concrete, for example, not
14
A+D+M | MAGAZINE | 2013||##45
45
only makes traditionally opaque translucent materials,
but allows their use as projection surfaces without
compromising any mechanical properties.
Applications of this kind affects in particular
transparent surfaces, which are made active
through the integration of innovative technology with
avant-garde purposes. Specific coatings or films
can transform simple glass surfaces in luminous
partitions or heat sources, opening new scenarios on
plant design which traditionally represents a footprint
and an obstacle to the conceptual ambitions of the
physical spaces.
It is also important the attention given to active
materials in the definition of comfort in microenvironments: if the potential of plasterboard as
steam regulator embedded in the inner lining is, to
date, regularly handled by more aware designers,
it is now explored the use of materials with specific
features that allow more comfortable, healthy and
safe workplaces and entertainment venues. Consider,
in this sense, selective panels for shielding harmful
electromagnetic radiation from nearby equipment
and daily appliances, to counter ceilings that favor
the fixing of volatile pollutants and a large group of
materials with hybrid potential that goes beyond the
main function for which they are traditionally placed.
Materials that are far from being exhausted to the
aesthetic and plastic connotation, placing, with all
due respect to Frederick John Kiesler and followers,
new distance between architecture and sculpture.
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L E A Z I E N D E P A R T N E R D E L L’A + D + M R O A D S H O W
L A PA R T ECIPA Z I O NE A L C ON V EG N O È G R AT U I TA E
LIMITATA ALLA PARTECIPAZIONE DI 30 PROFESSIONISTI.
IN OMAGGIO PER CIASCUN PARTECIPANTE UN ABBONAMENTO ANNUALE AD A+D+M (6 USCITE).
PER OGNI INFORMAZIONE O RICHIESTA DI PARTECIPAZIONE POTETE
CONTATTARE LA SEGRETERIA ORGANIZZATIVA DELL’EVENTO:
MARTINA DELFINO E-MAIL: [email protected]
TEL: 019 838411/8384155 - WWW.ADMNETWORK.IT
DREAMS OF GLASS AGAINST THE CRISIS
The Harpa Reykjavik Concert Hall
is given the prestigious Mies Van Der Rohe Award 2013
SCENARI
Text by
Filippo Pozzoli
Images courtesy of
Fundació Mies Van der Rohe
SOGNI DI VETRO
LA HARPA REYKJAVIK
CONCERT HALL
CONQUISTA IL
PRESTIGIOSO
MIES VAN DER ROHE
AWARD 2013
16
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
S
aper dipingere a tratti diafani l’allegoria millenaria
di una nazione in tempi in cui tutto è ridimensionato
alla becera e immediata sostanza. Così, secondo
la più autorevole delle giurie, si paga il più onesto tributo a
un impareggiato maestro della trasparenza in architettura
quale fu Mies Van Der Rohe. È difatti la Harpa Reykjavik
Concert Hall, progettata dai danesi Henning Larsen
Architects (già misuratisi col tema nella nuova Opera House
di Copenhagen) in una collaborazione tutta islandese con i
Batteríið Architects e l’artista visionario Olafur Eliasson, il
progetto vincitore del prestigioso Mies Van Der Rohe Award
2013. Un edificio iconico e monumentale, che conferisce una
nuova, lungimirante internazionalità alla capitale islandese
una volta relegata a centro urbano perieuropeo, e che viene
per questo scelto dalla Fundaciò Mies Van Der Rohe e dalla
Commissione Europea tra trecentotrentacinque progetti
pervenuti da trentasette Paesi europei.
Questa la motivazione riportata dal noto architetto
olandese Wiel Arets, presidente della giuria, a sostegno del
premio conferito ai progettisti lo scorso 7 giugno presso il
↑ Casa per anziani, Alcàcer do Sal, Aires Mateus Arquitectos - ph. FG+SG
←↘ Harpa, Reykyavik, Batteríid Architects, Henning Larsen Architects, Studio Olafur Eliasson - ph. Nic Lehoux
Padiglione Mies Van Der Rohe a Barcellona, in concomitanza
con il venticinquesimo anniversario del premio stesso:
“Harpa ha catturato il mito di una nazione - l’Islanda - che
ha agito consapevolmente in favore di una costruzione
culturalmente ibrida nel bel mezzo della Grande
Recessione in corso. Gli iconici, trasparenti e porosi ‘quasibrick’ appaiono come un gioco sempre diverso di luce
colorata, promuovendo un dialogo tra la città di Reykjavik
e la vita all’interno dell’edificio. Dando un’identità a una
società da tempo conosciuta per le sue saghe, questo
progetto è un messaggio importante al mondo e al popolo
islandese, realizzando un sogno atteso a lungo”.
Audacia formale, spirito d’innovazione e riconoscibilità
marcata in un’epoca segnata dalla cultura della necessario:
queste le chiavi intellettuali a cui è stato riconosciuto
il lascito di uno dei più grandi interpreti del Movimento
Moderno, per il quale il rigore e la sobrietà dell’estetica non
erano dettate da forzanti al contorno ma da precise scelte
linguistiche con cui ordinare un’Europa culturalmente
prolifica e caotica. Testimoni della direzione intrapresa,
destinata forse a segnare un nuovo rilancio dell’architettura
iconica ora immolata ad altri altari, sono le altre quattro
opere finaliste, tutte portatrici di valori culturali e connotate
dalla destinazione pubblica e sociale: il Municipio a Gand
(Robbrecht en Daem Architecten, Marie-José Van Hee
Architecten), il parco urbano interculturale Superkilen
a Copenhagen (BIG Bjarke Ingels Group, Topotek 1 e
Superflex), la casa per anziani ad Alcácer do Sal (Aires
Mateus) e lo spazio culturale e commerciale Metropol
Parasol a Siviglia (Jürgen Mayer). La giuria, composta da
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
17
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La progettazione sostenibile
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↑ Metropol Parasol, Siviglia, J. Mayer H. - ph. David Franck
↓ Harpa, Reykyavik, Batteríid Architects, H. Larsen Architects, Studio O. Eliasson - ph. Nic Lehoux
Pedro Gadanho, Antón García Abril, Louisa Hutton, Kent
Martinussen, Frédéric Migayrou, Ewa Porebska e Giovanna
Carnevali, in aggiunta al già menzionato presidente Wiel
Arets, ha inoltre assegnato la Menzione speciale per il
migliore architetto emergente a María Langarita e a Víctor
Navarro (Langarita-Navarro Arquitectos) per il progetto
della Nave de Música Matadero (Red Bull Music Academy),
costruita per ospitare un festival musicale a Madrid e
fortemente connotata dall’originale e morbida fluidità degli
spazi interni. Il vincitore del Premio, il progetto a cui è stata
assegnata la 'Menzione speciale' per il migliore architetto
emergente, i finalisti e le altre opere selezionate dalla Giuria
sono ora in scena sul prestigioso palco della Triennale di
Milano, in un’esposizione e illustrata da pannelli fotografici e
modelli appositamente realizzati dai rispettivi autori.
L’inaugurazione, avvenuta lo scorso 27 giugno con la
partecipazione di Vittorio Gregotti, Alessandro Scandurra,
Cino Zucchi, Luca Piraino e Paola Pierotti, è stata cornice del
convegno “Constructing Europe. 25 Years of Arquitecture.
Breaking New Ground’’, moderato dal presidente della
Triennale di Milano Claudio De Albertis e dalla direttrice della
Fundació Mies van der Rohe Giovanna Carnevali allo scopo
di animare un dialogo tra architetti che hanno influenzato
le ultime decadi delle nostre città e quei professionisti che
stanno plasmando l'architettura di oggi e il suo futuro,
comprendendone il ruolo e il modo in cui viene recepita e
valutata.| www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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ph. Superflex
↑↓ Superkilen, Copenaghen, BIG Bjarke Ingels Group, Topotek1, Superflex
ph. Iwan Baan
K
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
nowing how to paint with diaphanous brushstrokes the
ancient allegory of a nation, at a time when everything is
reduced to vulgar and immediate substance. This way, according
to the most authoritative jury, you pay the more honest tribute
to Mies Van Der Rohe, the unbeaten master of transparency
in architecture. It is in fact the Harpa Reykjavik Concert Hall,
designed by Danish Henning Larsen Architects (already on the
theme in their new Copenhagen Opera House) in collaboration
with Icelandic Batteríið Architects and the artist Olafur Eliasson,
the project won the prestigious Mies Van Der Rohe Award 2013.
An iconic and monumental building, which gives a new, forwardlooking internationalism to the Icelandic capital once seen as
the most distant urban center from the heart of Europe, and
that is the reason why it was chosen by Fundació Mies Van Der
Rohe and European Commission between three hundred thirtyfive projects coming from thirty-seven European countries.
This is the motivation given by the famous Dutch architect
Wiel Arets, president of the jury, in support of the award given
to designers on last 7 June at Mies Van Der Rohe Pavilion in
Barcelona, in the same date of the twenty-fifth anniversary of
the prize: "Harpa has captured the myth of a nation - Iceland which acted consciously in favor of a culturally hybrid building in
the midst of the current Great Recession. The iconic, transparent
and porous brick appear as a game in always different colored
light, fostering a dialogue between the city of Reykjavik and
the life inside the building. Giving an identity to a society long
known for its sagas, this project is an important message to the
world and to Icelandic people, creating a long-awaited dream."
Formal audacity, spirit of innovation and marked recognition
in an era signed by the culture of need: these are the
intellectual keys which have been given the legacy of one of
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K@ODQEDYHNMDSDBMHB@
13 mm
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
21
↑Market Hall, Gand, Robbrecht en Daem and Marie-José Van Hee architecten - ph. Petra Decouttere
↑Nuova sede Pratic, Fagagna (Ud), Geza_Gri e Zucchi architetti associati - ph- Fernando Guerra
FG+SG fotografia de arquitectura
↓ Red Bull Music Academy, Parnu, Estonia by Siiri Vallner, 2005
22
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
the greatest interpreters of the Modern Movement, for which
the rigor and sobriety of aesthetics were not dictated by forcing
boundaries but were precise language choices with which
order a culturally prolific and chaotic Europe. Witnesses to
the direction taken, perhaps destined to mark a new revival
of iconic architecture now sacrificed to other causes, are the
other four finalists, all carriers of cultural values and aiming
to public and social target: the Town Hall in Ghent (Robbrecht
en Daem Architecten, Marie-José Van Hee Architecten), the
intercultural “Superkilen” urban park in Copenhagen (BIG
Bjarke Ingels Group, Topotek 1 and Superflex), the nursing
home in Alcácer do Sal (Aires Mateus) and the cultural and
commercial space Metropol Parasol in Seville (Jürgen Mayer).
The jury, composed by Pedro Gadanho, Antón García Abril,
Louisa Hutton, Kent Martinussen, Frédéric Migayrou,
Ewa Porebska and Giovanna Carnevali, in addition to the
already mentioned president Wiel Arets, has also awarded
a Special Mention for the best emerging architect María
Langarita and Víctor Navarro (Langarita-Navarro Arquitectos)
for their design of the Red Bull Music Academy, built to
host a music festival in Madrid and strongly characterized
by the original and soft fluidity of interior spaces.
The winner of the prize, the project that was awarded the
'Special Mention' for best emerging architect, the finalists
and the other works selected by the Jury are now on the
prestigious stage of Triennale di Milano, an exhibition
illustrated in photographic panels and models made by
their own authors. The inauguration, which took place on 27
June with the participation of Vittorio Gregotti, Alessandro
Scandurra, Cino Zucchi, Luca Piraino and Paola Pierotti,
has been setting the conference "Constructing Europe. 25
Years of Arquitecture. Breaking New Ground'', moderated
by the president of Triennale di Milano Claudio De Albertis
and by Fundació Mies van der Rohe director Giovanna
Carnevali in order to animate a dialogue between architects
who have influenced the last few decades of our cities and
those professionals that are shaping the architecture of
today and its future, understanding its role and the way it is
implemented and evaluated. | www.admnetwork.it | follow us on |
INNOVAZIONI PER L’EDILIZIA E L’ARCHITETTURA
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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RIUNIAMO LE NOSTRE ENERGIE PER COSTRUIRE IL FUTURO
TENDENZE
Text by
Anna Nosari
Photos by courtesy of
Invisible Design - Logotel
I
nvisible Design presenta una serie di
lavori visionari, ricerche su materiali
e processi del futuro. Ne abbiamo
parlato con i curatori del progetto,
Susanna Legrenzi e Stefano Maffei.
Come è nato Invisible Design?
Susanna Legrenzi: Il concept è nato da
una serie di riflessioni intorno a un’idea
di design, sempre più connesso a flussi di
dati, informazioni, servizi immateriali. Ci
piaceva l’idea di guardare oltre alla soglia
del tangibile. La sfida? Intercettare nuove
visioni sul futuro, in grado di obbligarci a
leggere con maggiore intensità il presente.
Stefano Maffei: La sfida è stata far
emergere l’aspetto che non si vede
quando si parla di design: la ricerca.
Oggetti, immagini, interfacce sono
evidenze materiali di un processo più
profondo e vasto che sconfina nei campi
della sperimentazione artistica, tecnica,
scientifica.
Come sono stati selezionati i progetti?
SL: Invisible Design è un progetto
curatoriale che mira a esplorare un
tema di indagine. Abbiamo analizzato
molti progetti di respiro internazionale,
selezionando 26 lavori, abbracciando
discipline e media diversi ma anche ambiti
di ricerca in territori affini.
SM: Abbiamo voluto integrare progetti che
raccontassero una visione, per riflettere
sull’evoluzione della disciplina del design,
sempre più (o di nuovo) attraversata e
trasformata dal confronto con altre discipline.
Come si sta trasformando il ruolo di
design e designer nella società?
SL: Mi piace immaginare il designer come
uno scienziato esteta, dotato di superpoteri,
attrezzi del mestiere e senso per la visione.
Più che un guru, un supereroe.
24
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
IL DESIGN
INVISIBILE
INVISIBLE DESIGN
A NEW ROLE
SI STA AFFERMANDO
IS ESTABLISHING
UN NUOVO RUOLO
FOR DESIGN IN THE
EVOLUTION OF SOCIETY,
PER IL DESIGN
OF OUR LIFE AND
NELL'EVOLUZIONE
EVERYDAY BEHAVIOUR.
DELLA SOCIETÀ,
DELLA NOSTRA VITA E DEI
COMPORTAMENTI QUOTIDIANI.
← Hyné by Pierre Favresse
→Multi Touch Gesture by
Gabriele Meldaikyte
↓Tableware as sensorial stimuli
by Jinhyun Jeon
ph. Enhanced Tasty Formulas
↑ Eye Candy by Eyal Burstein
by ph. Eyal Burstein
← Printed record
by Amanda Ghassaei
A+D+M | MAGAZINE | 2012
2013 | # 39
45
25
↑Little Printer by Berg - ph. Timo Arnall
↑Invisible Bicycle Helmet by Anna Haupt and Terese Alstin
SM: Io credo in un ritorno del ruolo critico, che
non sia però esercizio spocchioso e antisociale.
Non è più il tempo del design raccontato in
forma agiografica.
SL: Alcuni ambiti applicativi del design
s’innestano su terreni di ricerca che incidono
profondamente sulla vita di singoli e comunità.
Ad esempio, Synbio Tarot Reading di Superflux
esplora implicazioni sociali, economiche e
politiche della biologia sintetica. Un gioco,
ma anche un mezzo di progettazione per
stimolare immaginazione e partecipazione,
efficace strumento per la collettività.
SM: In un’epoca di dominio dei bit un progetto
come la Wind Map di Fernanda Bertini Viegas
e Martin Wattenberg è un piccolo capolavoro
poetico. Dare forma ai dati con l’infodesign è
uno dei temi del futuro.
In quali direzioni si muove la ricerca? Come
si evolvono gli strumenti, i processi, i modi di
condivisione?
SL: Si usa dire: il design è dappertutto.
Credo sia ancora vero, ma solo se parliamo
di ambito di ricerca; progettazione legata
all’abitare ma anche biologia, cibo, moda,
immagine in movimento, flussi di dati
convertiti in narrazioni. Riorganizzazione
dei saperi, progetto nel progetto, nuovi
bisogni e nuovi desideri, linguaggi paralleli e
sensorialità diverse.
SM: La vera sfida, ora, credo sia progettare
con l’idea di limite.
Quanto conta la “forma” in cui la ricerca
sull’invisibile si esprime?
SL: Parlando di design, la forma riveste un
ruolo fondamentale e non solo estetico. Il
lavoro di Imme Van der Haak, ad esempio, ha
forte carica emotiva proprio perché investe
con sensibilità sull’aspetto formale. “Beyond
the Body” siamo noi, nell’arco di una vita.
SM: La dimensione estetica è un veicolo
per abilitare la comunicazione e la
comprensione. Un linguaggio, non un fine.
Quali sono gli ambiti di applicazione della
ricerca? E come incidono sui singoli e le
comunità?
26
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Invisible Design segue Making Together
del 2012. Quali gli elementi di continuità? Ci
saranno ulteriori tappe?
SL: L’elemento di continuità è il desiderio di
guardare al design da differenti angolature.
Logotel, la design company che ci ha
commissionato il progetto, ci è stata di grande
stimolo. Saremmo felicissimi se ci fosse la
possibilità di aggiungere un nuovo capitolo,
tanto che ne stiamo già parlando. Il tema?
Ancora in bozza.
SM: Ci possiamo ritenere fortunati. Abbiamo
lavorato con un committente intelligente con cui
abbiamo un dialogo proficuo: grazie al desiderio
comune di esplorazione e ricerca abbiamo
potuto produrre due mostre realmente
sperimentali. Speriamo di poter continuare: di
certo continueremo a farci guidare dal gusto
della scoperta e dell’anticonvenzionalità.
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↑ Extinct Memories by Alissa Van Asseldonk
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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28
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
I
nvisible Design presents a series of visionary
works, research on materials and processes
of the future. We spoke with the curators of the
project, Susanna Legrenzi and Stefano Maffei.
How was Invisible Design born?
Susanna Legrenzi: The concept was born from
a series of reflections about a design idea,
more and more connected to the flow of data,
information, intangible services. We liked the idea
of looking beyond the threshold of the tangible
aspects. The challenge? Capture new visions of
the future, able to force us to read the present with
greater intensity.
Stefano Maffei: The challenge was to bring out
the aspect that cannot be seen when it comes to
design: the research. Objects, images, interfaces
are physical evidences of a deeper and wider
process that crosses the borders of the fields of
artistic, technical, scientific experimentation.
because it invests with sensitivity on the formal
aspect. We are "Beyond the Body", during our
lifetime.
SM: The aesthetic dimension is a vehicle to enable
communication and understanding. A language,
not an end.
What are the application areas of research? And
how do they affect individuals and communities?
SL: Some application areas of design are inserted
into lands of research that have a deep effect on the
lives of individuals and communities. For example,
Synbio Tarot Reading by Superflux explores the
social, economic and political implications of
synthetic biology. A game, but also a means of
design to stimulate imagination and participation,
an effective tool for the community.
SM: In an era of domination of the bits, a project
↑ Soundascape by Pieterjan Pieters
How were the projects selected?
SL: Invisible Design is a curatorial project that
aims at exploring a topic of investigation. We
analyzed many international projects, selecting
26 works, covering different disciplines and media
but also research areas in related fields.
SM: We wanted to integrate projects that tell a
vision, to reflect on the evolution of the discipline
of design, more and more (or again) crossed
and transformed by the comparison with other
disciplines.
How is the role of design and designers changing
in society?
SL: I like to imagine the designer as a scientist
aesthete, with super-powers, tools of the
profession and a sense for the vision. More than
a guru, a superhero.
SM: I believe in a return of the critical role, not
seen as an haughty and anti-social element. It
is no longer the time of design described in a
hagiographic form.
In which directions does research move? How
do the tools, processes, ways of sharing evolve?
SL: They say: design is everywhere. I think it's still
true, but only if we talk about the field of research,
planning linked to housing, but also biology, food,
fashion, moving image, data streams converted
into narratives. Reorganization of knowledge, a
project within the project, new needs and new
desires, parallel languages and different senses.
SM: I think the real challenge, now, is designing
with the idea of limit.
How important is the "form" in which the
research on the invisible expresses itself?
SL: Speaking of design, the form plays a key,
not just aesthetic, role. Imme Van der Haak's
work, for example, has a strong emotional charge
like the Wind Map by Fernanda Bertini Viegas and
Martin Wattenberg is a small poetry masterpiece.
Giving shape to the data with infodesign is one of
the themes of the future.
↑ Surface by Varathit Uthaisri
↓ Tableware as sensorial stimuli by Jinhyun Jeon
ph. Enhanced Tasty Formulas
Invisible Design follows Making Together of 2012.
What are the elements of continuity? Will there
be further stages?
SL: The element of continuity is the desire to look
at design from different angles. Logotel, the design
company that commissioned us the project, has
been a great stimulus. We would be delighted if
there was the possibility of adding a new chapter,
and we are already talking about this. The topic?
Still drafted.
SM: We believe we are lucky. We worked with
an intelligent client with whom we have a fruitful
dialogue: thanks to the common desire of
exploration and research, we have been able to
produce two really experimental exhibitions. We
hope to continue: without doubt we will continue
to be guided by the joy of discovery and anticonventionalism.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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Text edited by Filippo Pozzoli Photos by Enrico Basili and courtesy EMBT Arquitectes Associats
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30
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
L
a visione di un architetto,
diceva Gaudì, nasce
dall’inclinazione con cui i raggi del sole colpiscono
gli occhi di chi li riceve. La luce della sua
Barcellona qualcosa di speciale deve averlo
sempre avuto: dai capolavori del gotico all’unicità
del Modernismo, lo spirito del capoluogo catalano
è stato scolpito in ogni suo angolo da una Storia
d’interpreti straordinari, il cui lascito è oggi
raccolto dall’originalità che l’atelier Enric Miralles Benedetta Tagliabue (EMBT Arquitectes Associats)
manifesta in ogni sua creazione.
In via eccezionale, nel giorno in cui cade
il tredicesimo anniversario della
scomparsa del partner, Benedetta
Tagliabue racconta la loro storia, la
loro città, la loro architettura unica e
sorprendentemente viva.
Benedetta Tagliabue: architetto italiano che si forma a
Venezia, capitale dell’accademismo teorico, e diviene
internazionale a Barcellona, cuore dell’architettura
europea più libera e vivace. Quali limiti e quali potenzialità
per un background di questo genere?
La mia storia di architetto nasce sulle occasioni che ho
voluto cogliere. Venezia è stata un’università fantastica
con un’eccezionale storia intellettuale, ma noi studenti
volevamo cimentarci in attività più creative e a contatto
con la professione. Con un gruppo di amici fondai
una rivista legata a gruppi di studenti europei, che ci
mostrarono un modo di fare architettura diverso da
quello conosciuto in Italia. Cominciai a viaggiare, per
studio o per interviste, fino alla tesi a New York dove
conobbi Enric, mantenendo il viaggio a costante del
nostro studio.
Studio che da sempre ha sede qui, a Barcellona,
saldamente poggiato sopra i locali della Fondazione Enric
Miralles. Quali ne sono il senso e le intenzioni, oltre al
tributo a un genio dell’architettura contemporanea?
La storia dello studio è legata alla presenza di
Enric, con il quale era impossibile dividere lavoro
e vita privata. Nella sua assenza abbiamo trovato
necessario lavorare in continuità con il suo pensiero
senza fermarci su quanto rimaneva di suo e di
non espresso, ma cercando quello che di nuovo
avrebbe sperimentato in ogni occasione. La
Fondazione non è un archivio concluso
di memorie, piuttosto un regesto di
temi da sviluppare nelle occasioni
progettuali che Enric non ha avuto
modo di cogliere.
Cosa significa lavorare qui, in
una città scritta da una storia
architettonica unica, plasmata
dal genio del Modernismo
catalano quando altrove si
ponevano le basi per scuole
rigorose quali il Razionalismo
e il Movimento Moderno?
È una città speciale, che io
ho conosciuto nel carattere
malinconico che permeava i quartieri della
parte antica. Ora Barcellona si distingue per
il suo bel clima, per la facilità di vita, per il
civismo che ne fa il luogo più democratico
in una Spagna tradizionalmente realista
e conservatrice. Lo spirito avanguardista
catalano è il carattere più leggibile
nell’arte sociale che è l’architettura,
interpretato nei secoli da una grande
dinastia di autori.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
31
↑ Campus of Fudan University School of Management, Shanghai, 2011
Tra le vostre testimonianze a Barcellona citiamo, per
primo, il mercato di Santa Catarina. La rigenerazione
dello spazio urbano comincia qui da una connotazione
estetica unica o da una nuova funzionalizzazione di aree
socialmente ai margini urbani?
Non credo in una strategia a priori, penso in questo
caso tutto sia iniziato da “vicini di casa” - abito tuttora in
quel quartiere - come non accettazione delle intenzioni
dell’autorità cittadina di annullare lo spazio pubblico su
cui sarebbe sorto il nuovo mercato. La protesta iniziale
ha condotto a un dialogo tanto con le parti politiche
quanto con la cittadinanza, sfociato in un lavoro diverso
da tutti i precedenti. Per quanto riguarda la tecnica
della copertura, le citazioni al Modernismo, a Gaudì e
al trencadis sono state forzate al di sopra delle nostre
intenzioni, che erano semplicemente quelle di utilizzare
in modo attuale i materiali tradizionali di questa regione.
E il coinvolgimento dell’utenza in questo come in altri
progetti come deve riflettersi nelle architetture urbane?
Come devono essere configurati e dimensionati gli spazi
pubblici e quali sono, in scenari più internazionali che
italiani, gli strumenti che consentano la partecipazione ai
cittadini?
Nel caso di Santa Catarina il ruolo maggiore è stato
dato al dialogo tra abitanti e istituzioni, limitando
ragionevolmente il ruolo delle norme a buone prassi
per qualcosa di funzionale e vivibile. Citando Javier
Maniscal, quando si recuperano edifici esistenti non
si lavora da architetti, ma da massaie che eseguono
semplici “manutenzioni aggraziate”. Molte volte anche le
operazioni urbanistiche più riuscite lo sono, specialmente
quando mirano a un equilibrato e sostenibile
miglioramento della vita di tutti.
32
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
↓ Gas Natural Office Building, Barcelona, 2008 - ph. Alex Gaultier
↑ ↗ Santa Caterina Market Renovation, Madrid, 2013 - ph. Victor Moreno
↓ Santa Caterina Market Renovation, Madrid, 2013 - ph. Victor Moreno
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
33
↑ ↓ Hamburg Music School, Hamburg, 2000 (and extension 2011)
Una rigenerazione sostenibile, quindi, deve
abbandonare pretese eccessivamente tecnocratiche
concentrandosi sul valore sociale degli interventi?
Credo che l’architettura sia una disciplina talmente
vasta da potersi considerare sotto infiniti punti di vista.
A noi interessa maggiormente un approccio sociale,
nelle interazioni sia con le persone che con le cose,
che io ed Enric consideriamo vive quanto i luoghi che
occupano.
Completamente agli antipodi il progetto per
l’headquarter di Gas Natural, principe dello skyline
della Barcelloneta. Una comparsata stilistica nell’hightech o un esplicito bisogno di monumentalità da parte
della committenza? Come si coniugano, qui, gli spazi
sociali a una percezione iconica e referenziale?
L’idea di un edificio così rappresentativo, nella
posizione dove nacque una multinazionale dalle origini
orgogliosamente catalane, trovo sia romantica prima
che simbolica. Abbiamo voluto giocare tra l’icona
monumentale e una poliedricità assolutamente
aniconica: la percezione dell’edificio è differente a
seconda del punto di vista, creando una moltitudine
di immagini e di interpretazioni. Il civismo catalano si
legge anche nelle relazioni intessute da questo edificiomonumento con la città, senza cesure ferme e statiche
al basamento ma che anzi si apre al dinamismo
eccitato della vita pubblica.
Firma riconoscibile del vostro studio è l’uso strutturale
del colore, che si distingue per l’audacia compositiva
senza rompere con contesti tradizionalmente più stinti.
Esistono delle regole di gestione o di giustapposizione
cromatica oppure tutto nasce da una fortunata e
intuitiva sensibilità?
La sperimentazione nel colore nasce a braccio con
il percorso condiviso tra me ed Enric, introducendo
gradualmente il colore anche nei disegni che fino
ad allora erano pure linee nere. Credo sia dovuto
al fascino che subiamo dalla realtà, che è a colori,
sebbene l’accettazione del colore in architettura
sia qualcosa di relativamente nuovo. A lungo è
stato tacciato di ridicolaggine, come testimoniano
le resistenze di Adriaan Geuze alle nostre scelte
34
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
↑ ↗ Spanish Pavillion for Expo 2010 Shangai, 2010 - ph. Shen Zhonghai
cromatiche per le ville sul Borneo-Sporenburg. A Santa
Catarina le scelte sorgono dall’universo di odori, di
sapori e soprattutto dai colori del mercato, che vengono
accesi dalle luci zenitali e riportati in copertura come
tributo più sincero. Il colore non è comunque un nostro
cliché gratuitamente ricorsivo, come testimoniano, ad
esempio, i grigi neutri del parlamento di Edimburgo.
Anche al campus di Vigo sono colori terreni a
tinteggiare un’architettura mediterranea e tettonica,
molto diversa da quella diafana e parcellizzata del
padiglione spagnolo all’Expo di Shanghai, dove i vimini
suggeriscono appena un’architettura priva di massa.
Come convivono due concezioni così ideologicamente e
tecnicamente differenti? Quali le ragioni che conducono
all’una o all’altra scelta?
Entrambi i progetti, direbbe Enric, sono
“topografici”. A Vigo la massa della struttura
dialoga con l’orografia montuosa del territorio,
creando un’unica nuova curva di livello che non
separi le zone funzionali dell’ateneo favorendo
l’incontro tra gli studenti.
L’architettura diviene una “valle artificiale”, una
nuova topografia generata dagli stessi materiali della
montagna al contorno, una trasformazione di ciò che
esiste in piena continuità con esso.
Per il padiglione a Shanghai i fondamenti sono gli
stessi: in una struttura aerea e leggera come quella
proposta, nelle intenzioni di una pelle reversibile
e smontabile, sono le linee a diventare topografia,
simulando l’imponenza di una montagna quanto
l’effimera e volatile presenza di una nuvola.
↓ Italia Pavillion for Expo 2015 Milano, 2013
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
35
↑ ↓ Hafencity Public Space, Hamburg, 2006 - ph. Alex Gaultier
Rimanendo in tema Expo, quali sono le forze della
vostra proposta per il padiglione italiano nell’edizione
milanese del 2015, dall’esito sfortunato ma dal
parimenti eccezionale successo di critica e pubblico?
Ferma restando la sacralità dei verdetti della
giuria nei sistemi concorsuali nella quale nutro
incondizionata fiducia, provo immensa soddisfazione
per un secondo posto così apprezzato e recepito
nonostante l’audacia. Mi piacerebbe molto che il
nostro progetto trovasse un output, anche in forma
ridotta e a partire dall’esposizione stessa, per dare
spazio al tema delle cupole, storicamente italiano
e attualmente legato ai collettivi di architetti che si
cimentano in produzioni economiche, autocostruibili
e dal grande valore sociale sulla scia intellettuale di
innovatori come Buckminster Fuller.
Un’ultima nota: interessantissimo l’uso di collages
nella realizzazione di catalizzatori e di paradigmi
preliminari di progetto. Quali sono i criteri logici che
regolano questa giustapposizione di visioni quasi
fanciullesche, e come queste possono condurre ad un
output progettuale concreto?
I nostri progetti vengono dalla continuità e
dalla situazione, e il collage non è altro che la
trasformazione di una situazione. Non è mai una
matrice da estrudere negli ambienti di progetto,
ma è uno strumento che attraverso i cromatismi,
i contrasti e la scelta di specifiche textures a
riempimento fissa sulla carta relazioni logiche quali
connessioni, negazioni, pieni e vuoti e sensazioni,
ovvero i caratteri emozionali che un sistema deve
trasmettere. |www.admnetwork.it |follow us on |
36
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
he vision of an architect, Gaudi said, is
T
determined by the inclination which the
sunbeams reach the eyes of those who gets them.
The light of “his” Barcelona must have always had
something special: from Gothic masterpieces to
the uniqueness of Modernism, the spirit of the
Catalan capital has been carved into every corner
by a dinasty of extraordinary performers, whose
legacy is now collected from the originality that
atelier Enric Miralles - Benedetta Tagliabue (EMBT
Arquitectes Associats) put in every creation of
theirs. Exceptionally, on thirteenth anniversary of
the death of the partner, Benedetta Tagliabue tells
their story, their city, their unique and surprisingly
alive architecture.
Benedetta Tagliabue: an Italian architect who
have trained in Venice, capital of theoretical
academicism, and becomes international in
Barcelona, the heart of most free and lively
European architecture. What are limits and
potential for a background like this?
My career as an architect took advantage of the
chances I wanted to take. Venice has been a
fantastic university with an exceptional intellectual
tradition, but we students wanted to get engaged
in more creative activities. With a group of friends I
founded a magazine linked to groups of European
students, who showed us a way of making
architecture different from the one known in Italy.
I began to travel for study or for interviews, until
my final thesis in New York where I met Enric,
maintaining the journey as a constant of our atelier.
Atelier that has always had its headquarter here,
in Barcelona, sided by Foundation Enric Miralles.
What are its meaning and intentions, beyond the
tribute to a genius of contemporary architecture?
The history of the atelier is related to the presence
of Enric, with whom it was impossible to split work
from private life. In his absence we have found it
necessary to carry on his thought without stopping
on what remained of his and not expressed, but
looking back to what he would have experienced at
every time. The Foundation is not a static archive of
memories, I would define it a register of themes to
be developed in the design opportunities to come,
the ones Enric had no way to grasp.
What does it mean to work in here, in a town
written by a unique architectural history,
shaped by the genius of Catalan Modernism
when elsewhere rationalism and the Modern
Movement were rising?
It is a special city. I came to meet its melancholic side
that once permeated the ancient neighborhoods.
Now Barcelona stands out for its lovely climate,
its ease in living, its citizens’ participation in civic
life that makes this the most democratic place in
in a traditionally conservative Spain. The spirit of
Catalan avant-garde is the most readable feature
in the social art that is architecture, interpreted
over centuries by a dynasty of great authors.
Between your signatures in Barcelona we
first mention Santa Catarina market. Here
the regeneration of urban space begins from
a unique aesthetic connotation or from a new
functionalization of socially fringe urban areas?
I do not believe in a strategy from the outset, I think
in this case it all started from being "neighbors"
- we still live in there - who did not accept town
authorities’ intentions to cancel the public space
where then the new market arose. The initial
protest led to a dialogue with the political parties
so as to citizenship, which resulted in a job different
from all previous ones. Regarding the technique
for coverage, quotes to Modernism, to Gaudi and to
trencadis were forced beyond our intentions, which
were simply oriented to use the traditional materials
of this region in a contemporary language.
And how the involvement of users, in this as
in other projects, should be reflected in urban
architecture? How public spaces should be
configured and dimensioned and which are the
tools allowing the public to participate?
In Santa Catarina a major role was given to the
dialogue between people and institutions, limiting
the role of standards to reasonably good practice
for something functional and livable. Quoting
Javier Maniscal, when you are restoring existing
buildings you do not work as an architect, but as
an housemaid that perform simple " graceful
maintenance." Many times even most successful
urban operations are thought this way, especially
when aimed at a balanced and sustainable
improvement in the lives of all.
A sustainable regeneration, therefore, should
abandon excessively technocratic claims focusing
on the social value of the interventions?
I believe that architecture is wide enough to be
considered under endless points of view. We are
interested more in a social approach, both in
interactions with people and with things, which I
and Enric consider living as the places they occupy.
Completely different is your project for Gas
Natural headquarters, new prince in Barceloneta
skyline. A will to experiment in high-tech style or
an explicit need for monumentality asked by the
client? How social spaces are here combined to
an iconic and referential perception?
In Santa Catarina choices arise from the universe
of smells, tastes, and above all the colors of the
market, which are lit by the zenithal lights and
reported in coverage as the simpler tribute. The
color is not however a recursively cliché our, as
evidenced, for example, by neutral grays of the
parliament in Edinburgh.
Even in Vigo campus are earthy colors to paint
a Mediterranean and tectonic architecture, very
different from the diaphanous and parceled
Spanish pavilion at Shanghai Expo, where
basketry just suggest a massless architecture.
How two so ideologically and technically different
conceptions can coexist? What are the reasons
that lead to one or another choice?
Both projects, Enric would say, are
"topographies." In Vigo the mass of the structure
communicates with the mountainous topography
of the area, creating a single new level curve
which does not separate the functional areas
of the university to incent meeting between
students. The architecture becomes an "artificial
valley," a new topography generated from
the same materials as the mountain to the
boundary, a transformation of what exists in full
continuity with it. For the pavilion in Shanghai the
fundamental principles are the same: in a light
and airy structure like that, with the intent of a
reversible and removable skin, the very lines
become a topography, simulating the grandeur
The idea of such a representative building, in
the position where a multinational company with
proud Catalan roots was born, I think is more
romantic than symbolic. We wanted to play with
the monumental icon and an absolutely noniconic versatility: the perception of the building
is different depending on your point of view,
creating a multitude of images and possible
interpretations. The Catalan civic sense emerges
also in the interwoven relationship of this buildingmonument to the city, without breaking to stand
still and static but rather opening to the dynamism
of the public life.
A recognizable signature of your study is the
structural use of color, which stands out for the
boldness of composition without breaking with
traditionally more faded contexts. There are rules
for color management or everything comes out
from a successful and intuitive sensitivity?
The experimentation in color was born together
with the shared path between me and Enric,
gradually introducing the color also in the drawings,
which until then were pure black lines. I think it's
due to the fascination that we suffer from the
reality, which is colorful, although the acceptance
of color in architecture is something pretty new.
It has long been accused of ridiculousness, as
proven by the resistance Adriaan Geuze kept on our
cromatic choices for villas in Borneo-Sporenburg.
of a mountain as well as he ephemeral and volatile
presence of a cloud.
About the Expo theme, what are the strengths
of your proposal for the Italian pavilion in
forthcoming edition, which gained outstanding
success with critics and audience?
Without prejudice to the sanctity of jury verdicts which
I fully trust, I feel immense satisfaction for a second
place with a so appreciated and acknowledged
project despite its boldness. I would love that our
project found a output, even in a reduced form and
starting at the very exhibition, to give space to the
subject of domes, historically and currently linked
to the Italian collective of architects who engage in
economic and self-constructible production.
One final note: it is very interesting the use of
collages in the realization of preliminary
paradigms. What are the logical criteria that
govern this juxtaposition of almost childish visions,
and how these can lead to a concrete output?
Our projects are made by continuity and situation,
and the collage is nothing but the transformation
of a situation. It is never a matrix to be extruded
in the environments of the project, but is a tool
through which colors, contrasts and choices of
specific textures fix on paper logical relations such
as connections, negations, solids and voids and
sensations, clarifying all emotional characters that
a system has to transmit.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
37
PGYU
“PORTO POETIC”. L'ARCHITETTURA PORTOGHESE
ALLA TRIENNALE
Alla Triennale di Milano si
inaugura il 12 settembre
(sino al 27 ottobre) una
panoramica delle figure chiave
dell’architettura portoghese
Álvaro Siza e Eduardo Souto de
Moura assieme agli architetti
Adalberto Dias, Camilo Rebelo
e Tiago Pimentel, Carlos
Castanheira, Cristina Guedes
e Francisco Vieira de Campos,
Isabel Furtado e João Pedro
Serôdio, João Mendes Ribeiro,
José Carvalho Araújo e Nuno
Brandão Costa. Negli ultimi
venti anni la città di Porto,
poetica, fatta di piccole cose
e di grandi interventi è stata
campo di trasformazione.
I recenti progetti hanno
modificato la maniera di
vivere la città e anche gli
spazi collettivi. Il tracciato
della metropolitana, con le
stazioni disegnate da Souto de
Moura, il Museo di Serralves
di Siza o la Casa da Musica
di Rem Koolhaas sono icone
della nuova Porto. La città ha
celebrato recentemente la
conquista del secondo Premio
Pritzker, quello a Eduardo
Souto de Moura (2011), premio
che Álvaro Siza ricevette nel
1992. Partendo dagli anni
cinquanta del secolo scorso
sino all'attualità la mostra si
sviluppa attraverso 3 nuclei:
POETIC, COMMUNITY,
DESIGN, con 41 progetti
di architettura, 215 pezzi
di design, 540 fotografie
d’autore, 28 filmati in
proiezione. L’esposizione si
↑ Museo Casa das Historias Paula Rego, Cascais, Eduardo Souto de Moura - Ph. Luis Ferreira Alves
snoda attraverso 6 settori:
i filmati, la visione dei
fotografi (visione fotografica),
gli archivi di Siza e Souto
de Moura, gli oggetti di
design, la visione dei critici
(visione critica), 8 progetti
di ulteriori esponenti
dell’architettura portoghese.
MOSCOW DESIGN WEEK. TORNA IN RUSSIA
IL SALONE INTERNAZIONALE DEL DESIGN
Il design da tutto il mondo in
esposizione a Mosca dall'11
al 17 ottobre 2013.
Contrariamente alle scorse
edizioni, concentrate
sulla ricerca di eccellenze
autoctone, quest'anno la
MDW aprirà le porte ad
38
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
un'esposizione di più ampio
respiro, che interesserà e
raccoglierà il meglio della
creatività proveniente da
tutto il mondo. Non potranno
mancare i pionieri della
storia del design italiano
all'interno della mostra
Superheroes curata da
Gregorio Spini, e nemmeno
avvenieristici spunti di
riflessioni delll'artista
statunitense Brad Ascalon,
che presenterà a Mosca
il suo nuovo progetto
De-Evolution.
Il design sloveno debutterà
con venticinque lavori
selezionati dalla Mostra
itinerante Silent Revolution.
Il legame italo-russo
www.triennale.org
quest'anno si fortificherà
maggiormente, trovando
espressione in Hospitality
Design 2013, un evento
strategico organizzato in
partnership con Fiera Milano,
il cui focus sarà l'Hotel
& Restaurant Design. Un
occasione di networking
finalizzato a concretizzare
opportunità di business.
Tra i numerosi ospiti
d'eccezione: Ora-Ïto,
Philippe Starck, Giulio
Cappellini, Fabio Novembre,
e molti altri esponenti
della scena internazionale
dell'architettura e del design.
Parallelamente alle
attività espositive, sarà
in programma un ricco
Curata da Roberto
Cremascoli la mostra è
sotto l’Alto Patronato del
Presidente della Repubblica
Portoghese e si avvale della
collaborazione del Canadian
Centre for Architecture - CCA
e del Museum of Modern ArtMoMA.
www.moscowdesignweek.ru
repertorio di Lectures e
dibattiti nell'area Media Lab.
Il progetto People of Design
che vedrà protagonisti, oltre
ai sopracitati, molti altri
rappresentanti della scena
internazionale del design,
contribuirà a rendere la MDW
un importante momento di
scambio culturale.
In programma anche
quest'anno l'eccezionale
OBJEKT Route project,
curato da Daria Kotelnikova,
che raccoglierà i venticinque
migliori spazi espositivi
assolutamente da visitare,
dislocati per la città.
Una settimana ricca di design
e densa di cultura a Mosca,
un'occasione da non perdere.
↑ Picnicnelbosco by Ivo Caruso e Alessandro D'Angeli
A Rimini Fiera, dal 6 all’8 ottobre
2013, nell’ambito di SUN, il Salone
Internazionale dell’Esterno,
organizzato da Rimini Fiera
in collaborazione con Fiere e
Comunicazioni, prenderà vita la
mostra “Outdoor shopping arcade
- Alla Riscoperta del centro
urbano”, curata dall’architetto
Daniele Menichini e dedicata
alle proposte più innovative e
funzionali per l’arredo esterno
dei Centri Commerciali Naturali,
aggregazioni tra soggetti privati
e enti pubblici che, attraverso la
creazione di un soggetto giuridico
ad hoc, gestiscono un piano di
marketing urbano e territoriale
volto a rivitalizzare i centri cittadini
e il commercio di vicinato. Fornire
un’identità definita e riconoscibile
a queste nuove realtà è la sfida di
questa mostra, innovativa vetrina
sulle ultime tendenze del contract
outdoor. SUN.LAB 2013, il contest
internazionale riservato ai talenti
under 35 dell'Outdoor Design,
ideato con CarusoD’AngeliStudio,
è dedicato al tema de “l’animale
sociale”. Il concept proposto per
la sesta edizione vuole ispirare la
creazione di arredi ed accessori
per esterni, permanenti o
temporanei, pubblici o privati,
che propongano una visione
di outdoor come occasione di
socialità e antistress collettivo,
AD ALTARE, DESIGN E ARTE NEL VETRO
↑Monofono by Gumdesign
←Gumdesign con la piccola Alice
vetrai altaresi operanti nella
piccola fornace del Museo
dell’Arte vetraria di Altare
(Sv). Il primo appuntamento è
Terza edizione per Altare Vetro con ‘ALTARE VETRO DESIGN’
Design e Altare Vetro Arte,
a partire dal 14 settembre
un duplice appuntamento
fino al 20 ottobre presso gli
che intende presentare
spazi del Museo dell’arte
alcune proposte, legate alla
vetraria di Altare. Quest’anno
progettazione e alla creatività i protagonisti saranno i
artistica, realizzate dai maestri designer Laura Fiaschi e
Gabriele Pardi dello studio
GUMDESIGN, architetti e
designer di Viareggio che
si occupano di architettura,
industrial design, grafica,
art direction per aziende
ed eventi. Non nuovi al
particolare mondo del vetro,
hanno creato oggetti d’uso
come i calici “caratteriali”.
In occasione della rassegna
Laura e Gabriele hanno
progettato un Monofono,
un “amplificatore sonoro”
proposto in differenti misure,
che contiene un carillon; e
come gadget, ‘Sorsino’, un
bicchierino, che recupera la
tradizione altarese. Entrambi
sono realizzati in vetro bianco.
Dal 26 ottobre 2013 poi,
entrerà in scena l’oggetto
artistico con ‘ALTARE VETRO
ARTE’, rassegna curata da
Enzo L'Acqua, che presenterà
www.sungiosun.it
favorendo la condivisione di
azioni, spazi, esperienze, attività
e interessi e la riscoperta del
piacere della fisicità e delle
relazioni umane. Il contest ha
coinvolto numerosi designer,
italiani e stranieri, under 35
e gli studenti di università
internazionali, per creare scenari
sperimentali, concetti inediti
e progettazioni non ancora in
produzione. Fanno parte della
collezione SUN.LAB 2013 oggetti
appartenenti a diverse categorie
merceologiche, ma tutti pensati
in un’ottica di sostenibilità, di
rispetto per l’ambiente, per il
luogo che li ospita e dei suoi
abitanti, di cosciente uso delle
nuove tecnologie, di durabilità,
accessibilità, versatilità di
installazione e cura per i
particolari.
PGYU
L'OUTDOOR DESIGN VA IN SCENA A SUN 2013
www.museodelvetro.org
tre artisti - Enzo Esposito,
Graziano Marini e Juan Segura
- che hanno affidato la loro
espressività alla vetrofusione,
realizzando le loro opere
all’interno del Museo di Altare.
Le manifestazioni, ideate da
Mariateresa Chirico ed Enzo
L’Acqua e promosse dall’ISVAV
(Istituto per lo Studio del
Vetro e dell’Arte Vetraria) e
dal Museo dell’Arte Vetraria
Altarese, coinvolgono designer
e artisti, invitati a cimentarsi
con il vetro, in un rapporto
sinergico con i maestri
altaresi, in un reciproco,
intenso e proficuo scambio di
competenze e conoscenze.
Un’occasione d’incontro, di
dialogo, di confronto in modo
che Altare possa trasmettere
e rendere ancora attuale
e vivo il proprio secolare
“saper fare”.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
39
PGYU
“ITALIAN DESIGN INNOVATION.
ADI DESIGN INDEX 2012” IN MOSTRA A GINEVRA
prodotti selezionati da ADI
Design Index 2012. La mostra
propone ad un pubblico
internazionale l’esperienza
dell’ADI Design Index come
modello di metodo per
la selezione della qualità
del design. Promossa con
WIPO-OMPI dal ministero
Si inaugura a Ginevra, nel
nuovo edificio della sede della dello Sviluppo economico
WIPO-OMPI, (l’Organizzazione italiano, la mostra presenta
128 prodotti pubblicati su
Mondiale della Proprietà
ADI Design Index 2012,
Intellettuale, l’agenzia delle
attraverso gli oggetti fisici
Nazioni Unite che si occupa
o la documentazione che li
di promuovere nel mondo
riguarda. Intende proporre
il concetto di proprietà
al pubblico internazionale
intellettuale) una mostra dei
di Ginevra non solo
un’immagine aggiornata
del design italiano di oggi,
ma soprattutto un metodo
di selezione della qualità:
quello che è maturato
in oltre un decennio di
attivitàdell’Osservatorio
permanente del Design, dei
soci e della struttura dell’ADI.
L’inaugurazione della mostra,
il 25 settembre, è preceduta
da una tavola rotonda
sul ruolo della Proprietà
intellettuale e del design
nella crescita sociale ed
economica.
www.adi-design.org
Italian Design Innovation
ADI Design Index 2012
25 settembre
18 novembre 2013
WIPO-OMPI, Nuovo edificio
35, Chemin des Colombettes,
Ginevra
www.fondazionemaxi.it
“THE SEA IS MY LAND.
ARTISTI DAL MEDITERRANEO” ALLO SPAZIO D DEL MAXXI DI ROMA
Una mostra che ha come
protagonista il Mediterraneo,
inteso non solo come area
geografica ma soprattutto
come anello di congiunzione tra
40
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
civiltà diverse. “The sea is my
land. Artisti dal Mediterraneo”
è un progetto - ideato da
BNL e curato da Francesco
Bonami ed Emanuela
Mazzonis - che riunisce i
lavori di 22 artisti emergenti,
provenienti da altrettanti
Paesi del Mediterraneo. La
mostra, allestita presso lo
Spazio D del MAXXI di Roma
sino al 29 settembre 2013,
propone attraverso una serie
di fotografie e video una
ricognizione artistica che si
sviluppa lungo 46.000 km di
costa, ai quattro punti cardinali
del “Mare Nostrum”, lambendo
tre continenti (Europa, Asia e
Africa). Ogni autore partecipa
con opere ispirate al tema
del progetto: il dialogo tra
popoli diversi, accomunati
dall’appartenenza a questo
luogo. Obiettivo di “the sea is
my land” è quello di evidenziare,
attraverso il codice universale
delle immagini, l’incessante
metamorfosi del Mediterraneo,
territorio di dialogo culturale
dove l’arte, con il suo linguaggio
super partes, sorpassa le
barriere sociali, il pluralismo
religioso, le diaspore etniche
a favore di una comunicazione
pacifica tra le parti coinvolte.
Il Mediterraneo è da sempre,
infatti, lo snodo cruciale di
complessi meccanismi sociali
e culturali, di singolari affinità
e di disparate assonanze, che
ne fanno una perenne fonte
d’ispirazione per l’arte. La giuria
internazionale sarà composta,
oltre che da Francesco Bonami
e da Fabio Gallia, da Giovanna
Bertazzoni (Head of the London
Impressionist and Modern Art
Department, Christie’s), Daniel
Birnbaum (Director Museum,
Moderna Meseet Stockholm),
Cristiana Collu (Direttore del
Mart di Rovereto) e Gregor Muir
(Executive Director, Institute of
Contemporary Arts, London).
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
IL PROGETTO RACCONTATO
Nuova Stazione AV Mediopadana, 2013, Reggio Emilia – project by Santiago Calatrava, photos by Kai-Uwe Schulte-Bunert and Carlo Vannini
Functional Land Art for the transport
interchange of the “Area Vasta”
Land Art funzionale
per il nodo di scambio
intermodale
dell'Area Vasta
L
a stazione Reggio Emilia AV Mediopadana sorge a circa
4 km a nord del centro di Reggio Emilia e a meno di un
km dal nuovo casello autostradale. L’infrastruttura è
stata pensata e progettata per servire un’area ben più ampia
della sola Reggio Emilia, la così detta Area Vasta, che si
estende da Modena a Parma, lambendo a Nord le province
di Cremona, Mantova e Verona, individuando un bacino di
potenziali utenti di circa 2 milioni di persone.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
43
La nuova stazione dell’Alta Velocità di Reggio
Emilia si colloca all’interno di un più ampio e
profondo progetto di riqualificazione urbana
che sta interessando l’area Nord della città.
Elementi cardine di tale intervento sono, oltre
alla stazione della linea ferroviaria veloce,
i tre ponti posti lungo l’asse viario veloce
Reggio Emilia - Bagnolo e la copertura della
nuova pensilina del casello autostradale;
cinque opere progettate dall’architetto
spagnolo Santiago Calatrava.
La nuova stazione ferroviaria Mediopadana
rappresenta l'unica fermata in linea dell'Alta
Velocità nel tratto Milano - Bologna. Il progetto
costituisce un nodo di scambio intermodale
con i treni del Servizio Ferroviario Regionale
e con il traffico su gomma pubblico e privato.
44
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
La progettazione della nuova stazione si è
sviluppata rispettando i vincoli del viadotto
già previsto, del tracciato dei binari della
linea ferroviaria AV e della linea ferroviaria
locale. Si tratta di una struttura di copertura
in portali di acciaio che riveste il viadotto,
composta da 13 portali diversi tra loro che si
alternano generando una forma che ricorda
una successione di onde in movimento.
A seconda del fronte le onde si alternano tra
loro in fase o in opposizione di fase, generando
un fronte quieto e uno più mosso. Il progetto
prevede due livelli: quello inferiore, a cui
si accede dall'esterno, che ospita i servizi
propri della stazione e quello superiore
per i binari. La copertura in prossimità
delle banchine laterali, volta a proteggere
i passeggeri, prevede un tamponamento
tra i portali di acciaio, distanti tra loro un
metro circa, realizzato mediante pannelli di
vetro stratificato. Quattro scale mobili per
lato collegano i due livelli. Due ascensori
panoramici sono stati predisposti nella zona
centrale. L'opera ha una lunghezza di 480
metri, una larghezza massima di 50 metri
ed un'altezza media di 20 metri. La Stazione
si configura come nodo di interscambio
intermodale (ferro-ferro, ferro-gomma),
grazie alla convergenza della rete stradale
locale e autostradale e della linea ferroviaria
regionale Reggio - Guastalla, per cui è in fase
di ultimazione un’apposita fermata proprio
in corrispondenza della Mediopadana.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
45
Ph. Suzanne DeChillo/ ™©The New York Times
YEAR OF FOUNDATION
1981
CONTACT
Parking 11
CH-8002 Zurich
Switzerland
www.calatrava.com
Santiago Calatrava
Arch. Santiago Calatrava
CORE BUSINESS
Lo stile di Calatrava combina una concezione
visuale dell'architettura all'interazione con i
principi dell'ingegneria; i suoi lavori spesso sono
ispirati alle forme ed alle strutture che si trovano
in natura. Ha inoltre disegnato numerose
stazioni ferroviarie. Per quanto primariamente
noto come architetto, Calatrava è anche scultore
e pittore e sostiene che l'architettura sia un
combinare tutte le arti in una sola.
CORE BUSINESS
Calatrava's style combines a visual
conception of architecture interaction with
engineering principles, his works are often
inspired by the forms and structures found
in nature. He also designed numerous
railway stations. As primarily known as an
architect, Calatrava is also a sculptor and
painter and argues that architecture is a
combination of all the arts into one.
R
MAIN PROJECTS
1983-1984, Jakem Steel Warehouse,
Munchwilen, Switzerland
1983-1985, Ernsting Warehouse, Coesfeld,
Germany
1983-1988, Wohlen High School, Wohlen,
Switzerland
1983-1990, Stadelhofen Railway Station,
Zürich, Switzerland
1983-1989, Hall of Lucerne railway station,
Lucerne, Switzerland
1984-1987, Bac de Roda Bridge, Barcelona,
Spain
1984-1988, Barenmatte Community Center,
Suhr, Switzerland
1986-1987, Tabourettli Theater, Basel,
Switzerland
1994-1997, Campo Volantin Footbridge,
Bilbao, Spain
1995, Trinity Bridge, footbridge over River
Irwell in Manchester
46
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2001, Puente de la Mujer, in the Puerto
Madero barrio of Buenos Aires, Argentina
2001, Bodegas Ysios, Laguardia, Spain
2002, Wave, in Dallas, Texas at the Southern
Methodist University
2003, James Joyce Bridge, bridge over River
Liffey, Dublin, Ireland
2008, Ponte della Costituzione, Venice, Italy
2008-2009, Technion Obelisk, monument on
the Technion campus in Haifa, Israel
2009, Liège-Guillemins TGV Railway Station,
Liège, Belgium
2009, Samuel Beckett Bridge, bridge over
River Liffey, Dublin, Ireland
2009, Caja Madrid Obelisk, Madrid, Spain
2011, Palacio de Congresos de Oviedo,
Oviedo, Asturias, Spain
2012, Peace Bridge, Calgary, Canada
2013, Medio Padana TAV Station, Reggio
Emilia, Italy
eggio Emilia AV Mediopadana Station
rises up at about 4 km north from Reggio
Emilia centre and less than one km from the
new tool both. The infrastructural work has
been thought and conceived to serve a much
larger area than Reggio Emilia, the so called
“Area Vasta” (Extended Area) that goes from
Modena to Parma, skimming in the north the
provinces of Cremona, Mantua and Verona,
discovering a potential market of about 2
million people. The new high speed station of
Reggio Emilia situates itself inside a larger
and deeper project for urban requalification
that is involving the town’s north area.
Key points of this intervention are, apart from
the high speed station, the three bridges placed
on the fast street axis Reggio Emilia - Bagnolo
and the covering for the tool booth’s new
platform roof; five works studied and designed
by the Spanish Architect Santiago Calatrava.
The new Mediopadana railway station
represents the only stop of the high speed
line on the way Milan - Bologna. The project
constitutes a transport interchange with the
trains of the region’s railway service and with
the road traffic both public and private.
The new station project has been developed
respecting the commitments of the already
foreseen viaduct, the railways line both
the high speed and normal lines ones. We
Ph. Carlo Vannini
1 meter far away from one another, realized with stratified
glass panels. Four escalators on each side connect the
two levels. Two panoramic lifts have been organized in
the central area. The work is 480 meters long, it has a
maximum width of 50 meters and a medium height of 20
meters. The station sets as a transport interchange (ironiron, iron-rubber) thanks to the convergence of the local
and motorway net and the regional railway line ReggieGuastalla which for a specific stop is about to be finished in
correspondence to the Mediopadana.
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Ph. Carlo Vannini
are talking about a covering structure in steel portals
upholstering the viaduct, composed by 13 different portals
interchanging one another generating a form that recalls
a sequence of waves in motion.
Depending on the front, he waves interchange one another
in phase or in phase opposition, giving birth to a quiet and
a rough front. The project considers two levels: the lower
one, you can enter it from outside, hosting the station’s
proper services and the upper one for the rails.
The covering near the side platforms, aimed to protect
passengers, foresees a plug among the steel portals, about
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Food&Design
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IL PROGETTO RACCONTATO
Ristorante Oblix, Shard, Londra, 2013 - project by Claudio Silvestrin Architects, photos courtesy of Claudio Silvestrin Architects
Suspended between earth and sky
Sospesi
tra terra e cielo
architettura degli interni di Claudio Silvestrin:
elegante semplicità colorata di materiali naturali,
caldi e potenti. Uno spazio sereno, dove l’esperienza
gastronomica si trasforma in un viaggio unico e
indimenticabile: la sensazione di essere in cima al mondo,
ma saldamente ancorati alla terra.
Il design intende offrire ai clienti la sensazione di essere in
un ambiente intimo, caldo, terreno, nonostante ci si trovi
sospesi al 32esimo piano dello Shard.
L'
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Le qualità emozionali degli elementi nutritivi e
vivificanti che si sviluppano dall’acqua, dal fuoco e
dalla terra, sono meravigliosamente composte in
pure, definite, solide forme geometriche, unendo la
configurazione dello spazio astratto con la natura
fisica dei materiali, in particolar modo la forza e la
durevolezza della pietra.
I materiali naturali selezionati - arenaria e porfido
marroni, gialli e rossastri per pavimenti, muri e
banconi, bronzo e rame, marmorino, rivestimenti
in pelle e legno d’ebano - dotano il ristorante di una
distinta immagine di solidità, permanenza e lusso
senza tempo, sensazione intensificata dalle giare
in pietra, dai totem e dai tavoli, come quelli dei
refettori, in pietra.
La superficie di 920 metri quadri del ristorante è
suddivisa in due aree: 203 metri quadri del ristorante
e 243 metri quadri della lounge room e del bar, uniti
da un lungo corridoio dedicato alla zona reception,
senza bancone. Questo tunnel ha, intenzionalmente,
una prospettiva simile a quella di una caverna: una
particolare installazione di luce soffusa crea una
magica atmosfera, che conduce, per contrasto,
al ristorante immerso di luce e al sensazionale
scenario di Londra.
L’idea rivoluzionaria di Claudio Silvestrin consiste
nel lasciare che la clientela acceda al ristorante
attraverso la cucina, sperimentando così i colori,
i suoni e gli aromi dello spazio culinario prima di
sedersi al tavolo.
Il design arricchisce di sensualità l’esperienza
gastronomica. | www.admnetwork.it | follow us on |
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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CONTACT
Unit D, Bankstock building
44 De Beauvoir crescent
London N1 5SB
United Kingdom
YEAR OF FOUNDATION
1989
ASSOCIATES
Fabrizio Cellini, Mariachiara Suriani
NO. OF COLLABORATORS
8-10
[email protected]
www.claudiosilvestrin.com
Claudio Silvestrin Architects
Arch. Claudio Silvestrin
CORE BUSINESS
Nato nel 1954, Claudio Silvestrin è stato
educato a Milano da A.G. Fronzoni e ha
proseguito gli studi alla Architectural
Association di Londra. Integrità, chiarezza
di intenti e rigorosa attenzione al dettaglio
sono le caratteristiche della sua architettura:
austera ma non estrema, contemporanea
e tuttavia senza tempo, calma ma non
ascetica, forte ma non intimidatoria,
elegante ma non ostentativa.
Nel 1989 Claudio Silvestrin fonda lo studio
Claudio Silvestrin Architects con uffici prima
a Londra e dal 2006 anche a Milano. La sua
opera di respiro internazionale spazia da
oggetti di uso quotidiano a interni domestici
e commerciali, spazi espositivi, edifici per
musei e residenze private.
CORE BUSINESS
Born in 1954, Claudio Silvestrin studied under
A. G. Fronzoni in Milan and at the Architectural
Association in London. His integrity, clarity of
mind, inventiveness and concern for details is
reflected in his architecture: austere but
not extreme, contemporary yet timeless,
calming but not ascetic, strong but not
intimidating, elegant but not ostentatious,
simple but not soulless.
Claudio Silvestrin Architects was
established in 1989 with offices in London,
and since 2006 in Milan also. The work
of the practice encompasses real estate
developments, newly built houses and
resorts for private residence, art galleries
and museums, domestic and retail interiors
and furniture design.
MAIN PROJECTS
Tra i suoi clienti più noti vanno riconosciuti
Giorgio Armani, illycaffé, Anish Kapoor,
Calvin Klein, Poltrona Frau, Victoria Miro, la
Fondazione Sandretto Re Rebaudengo per la
quale ha progettato il museo di Torino e la star
rapper Kanye West.
Lo studio Claudio Silvestrin Architects ha inoltre
completato di recente il progetto
di 18 ville a Singapore (Sandy Island) e Oblix, il
ristorante allo Shard di Londra.
Progetti attuali includono un fashion mall a
Torino e la boutique di Giada in via
Montenapoleone a Milano.
MAIN PROJECTS
Clients include Giorgio Armani, illycaffé,
Anish Kapoor, Calvin Klein, Poltrona Frau,
Victoria Miro, the Fondazione Sandretto Re
Rebaudengo for whom he has designed the
museum in Turin and the internationally
acclaimed hip hop artist and producer Kanye
West.
Recently completed projects are: Sandy Island
18 Villas Development in Singapore and Oblix
restaurant at the Shard in London.
The practice is currently working on a fashion
mall in Turin and the Giada boutique in Milan
Montenapoleone.
AZIENDE / COMPANIES
sedie e sgabelli / chairs and stools
Matteograssi
pavimenti e rivestimenti in pietra /
stone floorings and coatings
sedute lounge / lounge seating
Palmalisa Zantedeschi
Petres
Flexform
illuminazione / lighting
complementi metallici / ironmongery
HAF
arredi in pietra / stone furniture
Porfido F.lli Pedretti
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45
Arredoluce
Lucent Lighting
Metro Lighting
SCP
Viabizzuno
C
laudio Silvestrin’s interior architecture: elegant
simplicity imbued with warm and powerful,
natural materials. A perfectly serene space in
which the experience of dining becomes a unique
journey: the feeling of being on top of the world,
yet clearly grounded by the interior architecture.
The design intends to give customers the
feeling of being in a soulful, warm, earthy space
yet suspend on the 32nd floor of the Shard. The
emotional qualities of the nourishing, life-giving
elements that evolve from water, fire and earth
are beautifully composed in pure, clear, decisive
geometric forms, thus bonding the abstract space
configuration with the physical nature of materials,
particularly the stone strength and endurance.
The natural materials that have been selected –
raw, brownish, yellowish and reddish sand stone
and porphyry for floor, walls and counters, copper
and bronze liquid metal, marmorino, tan leather
upholstery and ebony wood, provide the restaurant
with a distinguished image of solidity, permanence
and timeless luxury, intensified by refectorylike stone tables, stone jars and stone totems.
The restaurant space of 920 m² is divided into two
areas: the 203 m² formal dining and the 243 m²
lounge and bar, united by a long stretching spine
where a desk-less reception is located. This tunnel
has, intentionally, a cave-like perspective with a
specific soft light installation of pure atmosphere,
leading, by contrast, into the restaurant zones bathed
in light and with a dramatic view over London.
In a creative reversal, Claudio Silvestrin’s
revolutionary idea allows customers to enter
the composed dining space through the kitchen,
experiencing the colours, sounds and aromas of
the cooking space, before being seated. The
design thus enhances the sensuality of the dining
experience. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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Riflessi
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
REFLECTIONS AND GAMES OF NATURE
e giochi di natura
PROGETTO RACCONTATO
Biblioteca Comunale di Maranello, Maranello (MO), 2011 - project by Andrea Maffei e Arata Isozaki, photos by Alessandra Chemollo
Sinuous forms of knowledge
Forme sinuose
del sapere
L
a nuova biblioteca comincia a prendere forma nel 2007,
quando il Comune di Maranello bandisce il concorso di
progettazione a procedura aperta “Progettare la cultura”
che raccoglie circa 150 candidature provenienti dall’Italia e
dall’estero. I due vincitori, Arata Isozaki e Andrea Maffei, nel
giugno 2008 ricevono l’incarico per la progettazione definitiva,
quella esecutiva e la direzione dei lavori; nel settembre del
2009 iniziano i lavori. Fin da principio, il progetto tiene conto
degli obiettivi legati alla sostenibilità, al controllo dell’impatto
ambientale, alla riduzione dei consumi.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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Situata in via Vittorio Veneto, all’interno di un tessuto
residenziale consolidato nel centro di Maranello, e
distribuita su oltre 1.000 metri quadrati, la biblioteca
sorge al posto di un edificio preesistente del quale sono
state mantenute solo le tracce delle facciate est, nord
e sud. Esse, ridefinite come muri verdi, interamente
ricoperti verso l’interno con edera, tracciano -insieme
agli specchi d’acqua che accompagnano parte del
perimetro vetrato- i nuovi orizzonti naturali che si
offrono ai lettori e ai frequentatori della biblioteca.
L’interno della biblioteca ospita diversi ambienti:
l’emeroteca, la fonoteca/videoteca, la ludoteca, la
sala studio, l’archivio storico comunale, lo spazio per
esposizioni e gli allestimenti temporanei, i luoghi per la
lettura per un totale di 90 posti a sedere. Questi ultimi
sono concepiti ora per i lettori adulti, ora per bambini
e adolescenti. La distribuzione delle funzioni avviene
su due piani. La sagoma curvilinea della biblioteca
racchiude al piano terra un volume trasparente
che ospita la caffetteria, gli spazi espositivi per
l’associazione “Maranello terra del mito” e tutti gli
ambienti di consultazione e lettura. Alla biblioteca si
accosta sul lato sud un volume opaco, bianco puro
come la biblioteca, contenitore dei servizi, delle scale
per accedere agli interrati e alla ludoteca. Al piano
interrato, un parallelepipedo pensato come uno
spazio libero si articola attorno alla sala polivalente
e allo spazio espositivo. A proposito dell’atmosfera,
dei giochi di luce, dell’interazione fra candore dei
56
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
materiali e vivacità del paesaggio verde che circonda
la biblioteca, Andrea Maffei, scrive: “Il volume si
specchia su una superficie d’acqua che riverbera il
colore verde intenso dell’edera sui muri di confine.
Una pensilina aggetta verso gli spazi pubblici e rende
riconoscibile l’architettura dalla strada; all’interno il
bianco assoluto del pavimento in resina e degli arredi
brilla del verde esterno riflesso attraverso la parete
continua vetrata, che corre lungo la forma curvilinea.
La luce che pervade l’open space della biblioteca
si esibisce in un gioco di riflessi che rimbalzano
dagli elementi bianchi degli arredi, del pavimento
e delle strutture, all’acqua e alle vetrate continue
trasparenti.” | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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T
YEAR OF FOUNDATION
2005
CONTACT
via Brera 9
20121 Milano
NO. OF COLLABORATORS
8
[email protected]
www.amarchitects.it
Andrea Maffei Architects
Arch. Andrea Maffei
CORE BUSINESS
Andrea Maffei inizia la propria carriera nel
1997 trasferendosi a Tokyo per lavorare come
Associato dell’architetto giapponese Arata
Isozaki. Dirige come chief architect il grande
progetto del pala hockey di Torino per le
Olimpiadi del 2006, la trasformazione di Piazza
d’Armi e la nuova Piscina Olimpionica.
Nel 2005 apre il proprio studio Andrea Maffei
Architects con sede a Milano. Oltre all’attività
professionale, Maffei scrive su varie riviste
di architettura. Scrive dal 1997 per la rivista
di architettura “CASABELLA”, direttore prof.
Francesco Dal Co, in cui pubblica articoli
sull’architettura contemporanea giapponese. È
curatore della monografia “Toyo Ito. Le opere, i
progetti, gli scritti” pubblicata da Electa nel 2003.
CORE BUSINESS
Andrea Maffei began his career in 1997
moving to Tokyo to work as Associate of the
Japanese architect Arata Isozaki. He directs
as chief architect the great project of Turin
ice hockey stadium for the 2006 Olympics, the
transformation of the Park Piazza d’Armi and
the new Olympic swimming pool.
In 2005 he opens his own studio Andrea Maffei
Architects based in Milan.
Beside his professional work, Maffei writes for
several architectural magazines. Since 1997
he contributes to “CASABELLA”, directed by
Francesco Dal Co, where he published articles
on contemporary architecture in Japan. He
edited the book Toyo Ito. Le opere, i progetti,
gli scritti (Electa publisher, 2003).
MAIN PROJECTS
Andrea Maffei sviluppa vari progetti in Italia
e all’estero. È attualmente impegnato come
progettista e firmatario dei progetti della Nuova
Stazione di Bologna Centrale e di CITYLIFE
a Milano per la realizzazione di un grande
complesso direzionale e residenziale nell’area
ex Fiera (con Isozaki). Il progetto comprende un
grattacielo di 242 metri di altezza, una piazza
centrale del complesso con stazione delle
metropolitana, vari edifici residenziali.
Vince nel 2009 il concorso della Nuova Sede
della Provincia di Bergamo e nel 2011 inaugura
la Biblioteca di Maranello. Partecipa a numerosi
concorsi internazionali, tra cui l’ampliamento del
Principato di Monaco sul mare.
MAIN PROJECTS
Andrea Maffei develops various projects in
Italy and abroad. He is currently involved as a
designer and a signatory of the projects of the
New Bologna Central Station and CITYLIFE in
Milan for the construction of a large office and
residential complex in the old Fair (with Isozaki).
The project includes a skyscraper 242 meters
high, a main central plaza with access to the
metro line, and several residential buildings.
In 2009 he won the competition of the new
headquarters of the Province of Bergamo and
in 2011 inaugurated the Library of Maranello.
He participated in numerous international
competitions, including the expansion of the
Principality of Monaco to the sea.
AZIENDE / COMPANIES
main contractors
pavimenti e rivestimenti / floors and finishes
CMR Cooperativa Muratori Reggiolo
MGR Manutenzione Generali Reggiane
Casalgrande Padana
Florim Ceramiche
vetrate e infissi esterni /
glass walls and window frames
arredi per l’infanzia / children's furniture
Play+
SLIA sas di Sorrentino Carmela & C.
video sorveglianza interna / interior video surveillance
curvatura vetrate / curved glass walls
Chiedi Sicurezza
Curvet
arredi / furniture
video sorveglianza esterna e rete wireless /
exterior video surveillance and wireless
Paolo Castelli
Acantho
sedie e poltrone / chairs and armchairs
sistemi audiovisivi / audiovisual equipment
Moroso
Grua
illuminazione / lighting
Sai Electric, Targetti
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A+D+M | MAGAZINE | 2013||##45
45
he new library began to take shape in 2007,
when the Municipality di Maranello announced
the open design competition “Progettare la Cultura”
(“Designing Culture”) that received nearly 150
submissions from Italy and abroad. The winning
architects, Arata Isozaki and Andrea Maffei, received
the commission to design the library in June 2008;
construction began in September 2009. From the
beginning, the project took into account aspects of
sustainability, control over the environmental impact
of the building and the reduction of fuel consumption.
Located on Via Vittorio Veneto, within the residential
area in the city center of Maranello, the library,
distributed over approximately 1000 m2, takes the
place of a pre-existing building whose traces can
still be found as the northern, eastern and southern
exterior walls. These walls are covered with ivy, which
along with the reflecting pools at the foot of the glazed
perimeter make up the new natural horizons that
are offered to the readers and patrons of the library.
The building houses diverse environments: a
record/video library, a playroom, a study hall, the
municipal archives, an exhibition space that can
be used for temporary installations, and reading
rooms that can seat 90. Each of these reading
spaces targets a specific type of reader: adults,
adolescents and children.
The program of the building is distributed over two
floors. The curvilinear shape of the library contains
on the ground floor a transparent volume that
houses the cafeteria, the exposition spaces for a
local cultural association, and the main room for
consultation and reading. On the southern edge of
the library, an opaque volume-white like the library
contains the services and staircases that lead to the
basement and to the playroom.
Regarding the atmosphere, the lighting articulation,
material purity and the vitality of the landscape that
surrounds the library, Andrea Maffei wrote: “The
volume is mirrored on a body of water that reflects
the intense color of the ivy onto the surrounding
walls and surfaces. A canopy juts out onto the
public spaces which creates a unique form that
renders the architecture recognizable even
from the street. In the interior of the building the
absolute white resin pavement and white furniture
captures the green hues of the greenery that is
reflected from the continuous glazed surfaces of
the curvilinear façade. The light that pervades
the open space of the library is exhibited in a
play of reflections that bounce from the white
elements of the furniture, the floors and structure,
to the water and the continuous transparent
glass.” | www.admnetwork.it | follow us on |
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ND
A
E
TUR
L
U
C
OR
F
E
AC
A PL
LITY
A
I
SOC
Spazio di
cultura e socialità
60
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IL PROGETTO RACCONTATO
Lainate Urban Center, Lainate (Mi), 2013 - project by GaS Architects, photos by Stefano Maria Mariga
An old cinema becomes a new cultural
and multifunctional centre
Da un vecchio cinema
nasce un nuovo centro
culturale e polifunzionale
I
l concept è stato ispirato alla continuità, al vissuto della location.
Anche se prima era soltanto un cinema, l’Ariston rappresentava
ugualmente un polo d’incontro e di scambio culturale per la
comunità di Lainate. Ci ha molto coinvolto lavorare alla ridefinizione
funzionale di quello che era un piccolo cinema di paese, un
luogo vitale, ma che con l’avvento dell’home cinema prima e del
satellite poi aveva perduto il suo potere attrattivo. Per questo si è
voluto proseguire nell’intento di offrire un progetto che avesse la
caratteristica di uno spazio di cultura e interscambio, che potesse
ospitare nuove forme di socializzazione e arte, attualizzando il
luogo con nuove istanze: un auditorium, aree ristoro e soprattutto
con una biblioteca che è già molto apprezzata dai cittadini.
Abbiamo optato per mantenere il perimetro e la copertura
dell’immobile, svuotandolo completamente all’interno e
riprogettandolo, in modo da offrire una sensazione di leggerezza e
spazio aperto sia a chi si trova all’interno che al suo esterno. L’idea
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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è anche quella di proporre un “contenitore”, ma anche
un “contenuto”. Il Centro multimediale ospita molte
iniziative che è piacevole vedere anche dall’esterno. Ci
interessava offrire un’interpretazione interessante del
concetto di trasparenza, per rendere il Centro e le sue
attività visibili dall’esterno. È un segnale di benvenuto,
un invito a essere luogo di incontro collettivo e di servizio
alla comunità. Un simbolo di apertura dello spazio che
può essere vissuto senza barriere, anzi al contrario, in
dialogo anche con chi, casualmente ci passa davanti.
Avevamo il desiderio di proporre un’idea di architettura
contemporanea e un esempio di come possa interagire
con la comunità, creando un luogo vibrante, energetico e
luminoso. Ci piaceva anche l’idea di realizzare un edificio
ottimista in un periodo di diffuso pessimismo. Crediamo
di aver raggiunto l’obiettivo di comunicare un’energia
nuova e giovane che punta verso una qualità di vita e
collettività superiore a quella di oggi.
L’edificio consiste di due piani fuori terra più un vasto
soppalco: il primo piano ospita l’auditorium e una
caffetteria. Il secondo piano, la biblioteca e le altre
attività che dispongono anche di un ampio terrazzo.
Abbiamo privilegiato l’utilizzo di luce naturale che
penetra attraverso la nuova campata vetrata, con atrio
a doppia altezza, che sostituisce la precedente facciata
su Villa Litta. All’ultimo piano sopra il soppalco sono
stati aperti dei lucernari per permettere alle persone di
fruire di luce zenitale.
Utilizzare la luce naturale aiuta a migliorare il
consumo energetico, ma aggiunge anche valore al
progetto perché la lettura (gran parte del Centro è
dedicato a questo) ne è notevolmente avvantaggiata.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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YEAR OF FOUNDATION
1997
ASSOCIATES
Giacomo Sicuro e Lenka Lodo
NO. OF COLLABORATORS
40
CONTACT
Via Friuli 65
20135 Milano
[email protected]
[email protected]
www.gasarchitects.com
Goring & Straja Studio
Arch. André Straja
CORE BUSINESS
Goring&Straja Studio offre una serie
completa di servizi legati alla progettazione:
masterplanning (progettazione urbanistica),
progettazione architettonica (riqualificazioni
edilizie, risanamento e restauro), landscaping,
architettura di interni, space planning, project
management (programmazione, analisi,
pianificazione). Goring&Straja è uno studio di
progettazione con sedi a Milano, Roma e San
Francisco. L’approccio verso l’architettura di GaS
affonda le radici nell’esperienza cosmopolita dei
partners e si esprime attraverso la sensibilità
verso le esigenze del cliente, l’attenzione
all’inserimento nel contesto (urbano e culturale),
l’interesse nei confronti dell’interazione tra
architettura e tematiche affini.
MAIN PROJECTS
La società diretta in Italia da André Straja, Giacomo
Sicuro e Lenka Lodo ha firmato progetti per grandi
nomi come Microsoft, Autodesk, Frog, Fendi,
Abbott, PricewaterhouseCoopers, Sole24Ore,
British American Tobacco, Europcar, Heinz/
Plasmon, American Express Bank, J. Walter
Thompson, Bull italia, Coca Cola, Ingram Micro,
Lincoln, Tiffany&Co, Burberry, Fendi (Boutique),
Longchamp, Apple, Google, Asics, Nespresso,
Fnac, Vodafone, Haworth, IBM, Areva, Axa Reim,
Pirelli, Aedes, Galotti, Sara Immobiliare, Cabassi/
BrioschiFianziaria, First Atlantic, Nexity, The Carlyle
Group, DHL, Generali Properties, CB Richard
Ellis investors, General Electric Real Estate, Stam
Europe, Cordea Savills, AIG, Altarea, TBWA, G&W
Invest (Hilton), Fondazione Housing Sociale.
CORE BUSINESS
Goring&Straja Studio offers a complete and
differentiated range of services: from masterplanning, architectural design, landscape
design, interior design, project and construction
management, building re-qualification, to
renovation and space planning.The rigor that
characterizes our approach to architecture, and
design, in particular, stems from the partner’s
experience over the last three decades and involves
a wide array of cultures and typologies. Sensitivity
to the client’s strategies, to the building’s impact
on its surrounding environment and its interaction
with the multitude of often conflicting issues is
fundamental to our method and the services we
offer.
MAIN PROJECTS
Goring&Straja Studio managed in Italy by Andrè
Straja, Giacomo Sicuro and Lenka Lodo, through the
years developed an impressive portfolio, including
names like Microsoft, Autodesk, Frog, Fendi, Abbott,
PricewaterhouseCoopers, Sole24Ore, British
American Tobacco, Europcar, Heinz/Plasmon,
American Express Bank, J. Walter Thompson, Bull
italia, Coca Cola, Ingram Micro, Lincoln, Tiffany&Co,
Burberry, Fendi (Boutique), Longchamp, Apple,
Google, Asics, Nespresso, Fnac, Vodafone, Haworth,
IBM, Areva, Axa Reim, Pirelli, Aedes, Galotti, Sara
Immobiliare, Cabassi/BrioschiFianziaria, First
Atlantic, Nexity, The Carlyle Group, DHL, Generali
Properties, CB Richard Ellis investors, General
Electric Real Estate, Stam Europe, Cordea Savills,
AIG, Altarea, TBWA, G&W Invest (Hilton), Fondazione
Housing Sociale.
AZIENDE / COMPANIES
general contractor
impianti elettrici /electric systems
ATI
Bugini impianti
impianti / systems
impianti meccanici e idraulici / mechanical and
water systems
BRE engineering
IB idraulica
infissi / fixtures
Tecnocoverings
ascensori / elevators
Kone
scale in acciaio, facciata in lamiera zincata,
scala a chiocciola / steel staircase, tinplate
facade, winding staircase
impresa civile interni / indoor works
Milano RE
Mangili e associati
strutture in acciaio / steel structures
Magnitek
64
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
T
he concept's main inspiration point is the
continuity with the old function. Though
just a cinema theatre, the Ariston represented
for the small community of this town in the
outskirts of Milan an important meeting and
cultural point. Recapturing some of this vital
quality, lost to the decline of cinema theatres,
has been an important challenge and a
basic inspiration for the design team. That's
why the project took the shape of a cultural
space dedicated to exchange and to host
new forms of socialization and art, focalized
around an auditorium, a cafeteria and first of
all a library. The library, the very core of the
project, is already very appreciated by the
local community. We have kept the shell of the
building, redesigning the whole interior area and
opening the whole volume to the open space of
the piazza in front of the building. In this way
not only the building is transparent, but also
the cultural events taking place inside it are
visible to everybody. This is a welcome sign, an
invitation to be part of the community and take
part in its activities. A symbol of openness of
the space, that can be lived without barriers
but in dialogue with the passers by, creating
a vibrating, energetic place. We have liked the
idea of creating an 'optimistic' building in our
pessimistic age. We think we have reached our
objective - to communicate a new, fresh energy
that creates a quality of life above what can be
seen nowadays. The building consists of two
floors above ground, and a large open floor
right under the vault. The first floor hosts the
auditorium and cafeteria, while the upper floors
are the home of the library and take advantage
also of a huge terrace. We have privileged the
use of natural light; it penetrates along the new
glass volume that encloses the double-height
atrium open towards Villa Litta, as well as from
the new openings in the roof vault that fill all the
reading areas with zenithal light. This feature is
both pleasant - reading at natural light is much
better than using artificial light - and energy
saving. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
65
ETERNAL LUXURY
Lusso eterno
66
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
IL PROGETTO RACCONTATO
Roman Penthouse Regina Hotel Baglioni, Roma, 2013 – project by Rebosio+Spagnulo, photos courtesy of Baglioni Hotel
To make in the past, to think in the future
Fare del passato e
pensare del futuro
S
ituata all’8° ed ultimo piano dell’hotel, “Roman Penthouse”
si estende su una superficie di 560 mq, di cui 290 mq di
terrazze private, 1 suite, 2 camere, sala da pranzo, salotti,
cucina e bar privati. Il tutto ideato per regalare la più incredibile
vista a 360 gradi sulla Città Eterna, dalla Cappella Sistina al
Colosseo e ben oltre.
La suite è caratterizzata da un’innovativa concezione di spazi
modulabili, progettati dallo studio di architettura e design
milanese Rebosio+Spagnulo, esperto nell’approccio sartoriale al
progetto di interior.
Per loro disegnare uno spazio vuol sempre dire comprendere
dove si è. Potrebbe apparire scontato, ma l’analisi dei caratteri
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
67
culturali oltre che stilistici e morfologici di un luogo,
è, o dovrebbe essere, il primo autentico tassello al
progetto di architettura così come di interior. In questo
senso, la complessità e la ricchezza offerta dalle grandi
città d’arte, rappresenta un bacino quasi inesauribile
di richiami nelle forme, così come nei contenuti, che,
se opportunamente reinterpretati, costituiscono
l’ossatura concettuale intorno a cui disegnare un luogo.
La Suite all’ultimo piano dell’Hotel Regina Baglioni
a Roma è una di queste frontiere, dove il progetto del
nuovo si incontra con la forza culturale del passato.
È un incontro quasi fisico, che si manifesta in modo
sensoriale grazie alla vista a tuttotondo del centro
storico della città, delle sue testimonianze barocche
e manieriste, dei monumenti che hanno segnato la
storia dell’architettura occidentale. Questa tensione
tra modernità e tradizione è l’elemento che pervade il
progetto di interior in maniera orizzontale. Da una parte
il disegno contemporaneo delle geometrie spaziali,
l’uso flessibile delle partizioni tra ambienti diversi, la
rigorosa modernità in alcune scelte di luce indiretta e
nel disegno di alcuni arredi, dall’altra l’uso di boiserie
alle pareti, di alcuni archetipi decorativi nei pavimenti
di marmo, dei tessuti pregiati e dei cristalli soffiati, che
sottendono invece alle più raffinate modalità stilistiche
della tradizione italiana. Queste apparenti contraddizioni
si trasformano in accordi, e determinano un inedito
carattere in cui all’univocità stilistica si sostituisce il
valore della complessità e della contaminazione: una
nuova idea di lusso contemporaneo. Fondamentale
68
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
è anche il concetto di “custom made” che in questa
suite raggiunge la sua massima espressione grazie
al disegno dei dettagli, alla scelta dei materiali ed alla
cura delle finiture. Intarsi complessi nel disegno dei
pavimenti in marmo reinterpretati in chiave moderna,
boiserie in legno e vetro, pregiati tessuti in seta
rimandano all’epica del fare secondo tradizione, ma
con un progetto che restituisce la Suite alla più viva
contemporaneità. Il design italiano diventa connubio tra
progetto intellettuale e realizzazione artigiana, il lusso
non è più mera ostentazione di ricchezza e consumo
effimero, ma impronta del “fare italiano” di artigiani e
professionisti. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
69
S
YEAR OF FOUNDATION
2011
ASSOCIATES
Alessandra Carbone,
Andrea Spagnulo
CONTACT
Via Gargano, 51
20139 Milano
NO. OF COLLABORATORS
6
[email protected]
www.rebosio-spagnulo.it
Rebosio+Spagnulo
Arch. Igor Rebosio, Arch. Federico Spagnulo
CORE BUSINESS
Rebosio+Spagnulo ha sviluppato una particolare
attenzione ai progetti di Interior Design per
residenze ed alberghi di lusso, sia in Italia
che all’estero. L’attenzione per il dettaglio e la
tensione costante tra modernità e tradizione,
tipica dell’approccio italiano al progetto di
Interior, caratterizzano in maniera ricorrente
i progetti dello studio. Luoghi e materiali
costituiscono sempre il punto di partenza,
tradizione ed istanze di rappresentazione del
committente sono altresì il necessario punto di
arrivo. Grazie a questo approccio, il concetto di
stile si declina ogni volta in un progetto nuovo,
trasformandosi sempre in un’esperienza unica e
pensata su misura.
MAIN PROJECTS
Rebosio+Spagnulo si è dedicato negli ultimi
anni soprattutto a progetti di Interior Design
legati alla fascia lusso. Fra questi citiamo alcuni
dei nuovi interventi della catena italiana 5 stelle
Baglioni Hotels (oltre all’Hotel Regina di Roma).
A questi si sono aggiunti altri progetti di carattere
residenziale e ricettivo: “Le Gazelle de Babylone”,
“Le Povencale”, un grande Hotel degli anni
’30 riconvertito in appartamenti extra lusso, il
complesso residenziale “I Fenicotteri” di Porto
Cervo in Costa Smeralda. Per quanto riguarda i
progetti in corso, Rebosio+Spagnulo è al momento
impegnato nel progetto di Interior per il “Kempinski
Residences” di St. Moritz; per il progetto di una Villa
extra lusso di 3.500 mq a Mosca; per una nuova
Villa a Krasnodar in Russia; un nuovo complesso
residenziale chiamato “The Palms” a Cannes in
Costa Azzurra; il nuovo intervento residenziale
“Four Seasons - M Avenue” a Marrakech.
CORE BUSINESS
Rebosio+Spagnulo is particularly focused on
Interior Design projects for luxury mansions and
hotels, both in Italy and abroad.The attention
to detail and the constant tension between
contemporary and traditional, typical of the
Interior Design projects made in Italy, are the
main characteristic of Rebosio+Spagnulo
projects. Places and materials always represent
the starting point. Traditions and customer’s
tastes and wishes are the finishing line. Thanks
to this approach, the style is shared on each new
project, changing every time in a unique and
custom made experience.
MAIN PROJECTS
Over the last few years Rebosio+Spagnulo has
been committed to Interior Design projects
aimed at the luxury market. Among others to
be mentioned are some of the new projects on
behalf of Baglioni Hotels, the 5 star Italian chain (in
addition to Hotel Regina Roma). Together with these
challenging projects others of a residential and
accommodating nature: “Le Gazelle de Babylone”,
“Le Povencale” situated in Juan les Pins in the
French Riviera, a large hotel dating back to the 30’s
and converted into extra luxury apartments, the
residential estate “I Fenicotteri” located in Porto
Cervo in Costa Smeralda, northern Sardinia. As
far as those projects in progress are concerned,
Rebosio+Spagnulo is currently undertaking an
Interior Design project for “Kempinski Residences”
in St. Moritz; a project involving a 3.500 sqm extra
luxury villa in Moscow, a new villa in Krasnodar in
Russia; a new residential estate called “The Palms”
situated in Cannes and a new residential project
“Four Seasons - M Avenue” in Marrakech.
AZIENDE / COMPANIES
arredi / furniture
illuminazione / lighting
Gabana Arredamenti
Luigi Fornasier (lampadario master
arredi esterni /outdoor
Unopiù
bedroom)
Fleur luxury living
Vetrerie Vistosi
marmi / marble
Mongardini Giuseppe marmi
rubinetteria / taps and fittings
Zucchetti Kos
vetri / glass
OmniDecor
tessuti / fabrics
VDA
Domus market
televisori / TV
tappeti / rugs
Samsung
Illulian
70
domotica / home automation
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
ituated on the eighth and last floor of the hotel, the
“Roman Penthouse” spans a surface area of 560
square meters, including private terraces covering
290 square meters, 1 suite, 2 bedrooms, dining room
area, living rooms, kitchen and private bars. All of
which have been designed in order to give the most
incredible 360° view over the Eternal City, from the
Sistine Chapel to the Colosseum and well beyond.
The suite is characterized by an innovative conception
of modular spaces, designed by the Milanese
architectural and design firm, Rebosio+Spagnulo,
experts in the tailor made approach to interior
design. First and foremost designing a space means
understanding where it is located. This may seem
obvious but the analysis of the cultural aspects as
well as the stylistic and morphological features of
a place is, or should be, the first authentic tile in an
Architecture or Interior project. In this sense, the
complexity and the richness offered by the large
cities of art, are an almost inexhaustible source of
reference in forms and shapes as well as in content,
which if interpreted in the right way are the conceptual
framework around which to design a place or setting.
The suite situated on the last floor of Hotel Regina
Baglioni in Rome is one of these frontiers, where
innovative design joins forces with the culture of the
past. An almost physical encounter which reveals
itself in a sensory way thanks to its complete vision
of the historical centre, its baroque and mannerist
testimonies, of the monuments which have marked
the history of western architecture.This energy/
dynamism between modernity and tradition is the
key element which permeates the Interior Design
project horizontally. On one side the contemporary
design of spatial geometries, the flexible use of
partitions between the different living spaces,
the rigorous modernity in the choice of indirect
illumination and in the design of some furniture,
on the other side the use of wood paneling on the
walls, some decorative archetypes in marble floors,
opulent fabrics and blown crystal which instead
evoke the most refined traditional Italian styles.
These apparent contradictions are transformed into
harmonies and determine a brand new character
in which univocal style is replaced with the value of
complexity and contamination: a new idea of modern
luxury The “custom made” concept is essential and
in this suite achieves its greatest expression through
the planning of details, the choice of materials and
the attention to finishings. Complex marquetry in
the marble flooring reinterpreted in a modern way,
wood paneling and glass as well as fine silks refer
back to times of tradition but within a project which
inspires contemporaneity. Italian Design becomes
the bond between an intellectual project and artisan
execution, luxury is no longer merely an ostentation of
wealth and fleeting consumerism but is the signature
of artisans and professionals following the “Italian
Way”. | www.admnetwork.it | follow us on |
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
71
Project
Nuovo Vigorelli
Location
Milano
CPVGRTKOG
Designed by
Vittorio Grassi Architetto & Partners
Struttura integrata innovativa
Un’Arena Multi - Eventi nel cuore di Milano
Innovative integrated structure
A Multi – Events Arena in the centre of Milan
L’obiettivo del progetto è quello
di creare nel cuore di Milano
un’Arena Multi - Eventi, unica nel
suo genere. La proposta mira a
rivitalizzare l’edificio storico in un
contesto moderno, senza entrare in
diretta concorrenza con gli impianti
esistenti sul territorio comunale,
ma creando una struttura integrata
innovativa che si concentra
sull’impronta dell’edificio esistente
per rafforzare il valore storico
e simbolico dell’ex Velodromo
Maspes Vigorelli. Grazie alle
nuove caratteristiche del terreno
di gioco, alla facile accessibilità
e a nuovi spazi di deposito, la
nuova struttura potrà ospitare una
grande varietà di attività sportive, di
intrattenimento e di formazione in
un ambiente sicuro e protetto. Sarà
possibile trasformare velocemente
l’impianto secondo differenti
configurazioni per sport di squadra
e società sportive residenti,
manifestazioni di Extreme
Sports, tornei sportivi stagionali,
manifestazioni ed eventi a cadenza
annuale, utilizzi giornalieri per
le scuole e il vicinato. Il progetto
riduce l’attuale capienza fino a
5.570 posti a sedere, rimuove
la storica pista da ciclismo e
accorcia il campo di gioco per
creare due nuovi grandi spazi nelle
estremità semicircolari dell’edificio
esistente, ora occupate dalle curve
paraboliche. I due nuovi ambienti
saranno dedicati ad uno spazio
commerciale e ad un’Accademia
dello Sport con attività formative e
di supporto alla crescita tecnica ed
intellettuale di nuovi atleti.
Il nuovo tratto architettonico
dell’edificio è costituito da una
nuova copertura in acciaio elegante
e luminosa che ricorda nella
forma e nello sviluppo la pista da
ciclismo, ma vola leggera sopra
l’impianto.
72
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
The project’s target is to create
a, one of a kind, Multi – Events
Arena in the centre of Milan.
The proposal aims to revitalize
the historic building into a
modern context by creating an
innovative integrated structure
that focuses on the footprint of
the existing building to strengthen
the historic and symbolic value
of the former Maspes Vigorelli
Velodrome. Easy accessibility
to the field and new storage
spaces allow the new structure
to accommodate a wide variety
of sports, entertainment and
educational activities in a safe
and secure environment. It will
be possible to quickly transform
the facilities according to
different requirements from
sport teams and resident
sportspeople, extreme sports,
sports tournaments, seasonal
and annual events or daily use for
schools. The project reduces the
current capacity to 5,570 seats,
removes the historic cycling track
and shortens the playing field
to create two large new spaces
in the semicircular ends of the
existing building, now occupied by
parabolic curves. A commercial
space and a Sports Academy with
training activities and technical
and intellectual support to the
growth of new young athletes
will be located in these two new
volumes. The new architectural
element of the sports arena is
a new light and elegant steel
canopy, reminiscent of the old
cycling track, that floats slightly
above the existing building.
Project
Paul Meurice, centro sportivo e servizi
Location
Ville de Paris (France)
Passaggio urbano
Spingere al massimo le potenzialità dei siti
Urban Landscape
To push forward sites opportunities
L'obiettivo più ambizioso della
ZAC (zone d'aménagement
concerté) è quello di modificare
i rapporti tra la Parigi interna al
Boulevard Periphérique e i comuni
immediatamente limitrofi.
Non si tratta di cancellare la
presenza di questa infrastruttura
così importante nella vita della
Grande Parigi (la condanna
«morale», l’auto-da-fe ecologista
delle opere del passato è, a nostro
avviso, poco «sostenibile», rispetto
ad un atteggiamento che preveda
e favorisca la loro riconversione e
reinvenzione). Si tratta di conferirle
una nuova identità, di trasformarla in
un momento di passaggio attraverso
il quale scoprire l’evoluzione di una
città. Non si vuole negare il carattere
distintivo di due frammenti urbani
costruiti in epoche diverse, piuttosto di
attenuarne i contrasti troppo stridenti.
Il riferimento ideale è il Ring viennese,
ancora oggi arteria essenziale della
città, che rappresenta un passaggio
fluido tra il centro storico, i quartieri
della Secessione e i grandi complessi
di edilizia popolare degli anni ’30.
L’area destinata ad accogliere il
progetto è in una posizione ideale
e si inserisce perfettamente nella
logica della ZAC, secondo la nostra
interpretazione. L’area si situa
verso il limite sud della ZAC, in
prossimità degli spazi verdi del
Quartier Fougères che aprono nuove
prospettive su Bagnolet e creano
un continuum con il sistema degli
impianti sportivi e pubblici, ed in
posizione di perfetta visibilità dal
Boulevard Périphérique.
Disponiamo dunque di uno spazio
libero, sull’infrastruttura di copertura
del Périphérique, e di un terreno da
edificare sulla base di un programma
denso e importante.
Il principio da cui muove il nostro
progetto è quello di spingere al
massimo le potenzialità di questo sito.
The most ambitious objective of the
ZAC [zone d’aménagement concerté,
a French legal definition for a specific
development zone] in the Porte des
Lilas area of Paris is to modify the
relationship between Paris, encircled
by its beltway, and the incorporated
suburbs situated immediately outside
this beltway. It is not a question
of effacing the presence of this
infrastructure, which is so important in
the life of the Parisian agglomeration
(the “moral” condemnation, the
so-called ecologistic auto-da-fé of
past works being, in our opinion, quite
“undurable” compared to an attitude
which aims at their reconversion and
reinvention). It is a matter of giving it
a new identity, of transforming it into
a passing phase in which one can
discover the evolution of the city.
It is not a matter of denying the
particular natures of two urban
fragments built in two different eras,
but rather of blurring overly-strident
contrasts. The ideal reference here is
perhaps the Viennese Ring, an artery
of essential importance even today
in Vienna, which constitutes a fluid
passage between the historic city center
and the areas of the Secession period,
the great ensembles of public housing
built in the 1930s. The site destined to
house the project which was the object
of this competition is ideally constituted
and positioned, and fits perfectly into the
logic of the ZAC as we interpret it. The
site is situated towards the southern
limit of the development zone, in
continuity with the green spaces of the
Quartier Fougères, which opens new
perspectives on Bagnolet; in continuity
with the system of sports installations
and public areas; and also in a position
of extreme visibility from the beltway.
We have at our disposition a free space
above ground and a building site with
a dense and important program. Our
approach was therefore to exploit these
advantages to their maximum potential.
CPVGRTKOG
Designed by
Scape
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
73
'(6,*1(5
Text edited by Filippo Pozzoli
Lorenzo Palmeri
Not all guitars come with a hole
Just romantic design notes
Lorenzo Palmeri
Non tutte le chitarre escono col buco
Note di design tra romanticismo e progetto
74
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
Photos by courtesy of Lorenzo Palmeri
↓ Paraffina Slapster, chitarra elettrica, Noah Guitars, 2007
N
el design
come in
musica
è curioso
come nascano
le idee: tutti
gli spunti si
sovrappongono
e si accumulano fino a
connettersi nell’intuizione di
un secondo. Un secondo di magica
effervescenza, in cui prende fiato una vita intera di esperienze
e d’idee accartocciate nel cestino come 'preparativi di
una pioggia' che arriva tutta insieme. Lorenzo Palmeri,
designer, multitasking per vocazione, Stradivari del XXI
secolo e musicista racconta la rigorosa logica di chi fa
del design un metodo e non il più abusato dei concetti.
Designer, strumentista, musicista, art director,
accademico, eccetera. Ora che cabine del telefono
non ve ne sono più, dov’è che Lorenzo Palmeri cambia
identità alla stregua di un nuovo Superman urbano?
Su questo non ho nulla da insegnare. Mi sembra che viviamo
tutti su più piani e in diverse identità. Da parte mia mi
piace vedermi,
da sempre, come
un professionista
i m p e g n a t o
su
più
fronti.
Come si disegna il suono?
Comesicrealaculturadiunnuovo
strumento musicale in un panorama
gessato nel suo organico più classico?
C’è stato un lungo periodo storico d’invenzione
degli strumenti musicali divenuti poi di uso comune. In
seguito, per lungo tempo, c'è stato poco di nuovo, se non
sporadici miglioramenti o qualche fenomeno visionario
ma isolato. Nel 2005 curai Milano Sound Design con
Giulio Iacchetti, invitando i designer a ragionare sul suono
e sulle interfacce che lo generano – fu lì che presentai
la Paraffina Slapster. Credo che il tema si presti a una
metafora in cui leggere tutto il disegno industriale: anche
agli strumenti più tecnologici serve l’uomo per diventare
suono. Un prodotto di design non è mai astrazione, è
legato all’uomo, così come l’industria più avanzata, se
osservata da vicino, non è che artigianato su grande
scala, legato alla storia e alla conoscenza di chi vi lavora.
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
75
↑↗Moai, campane eoliche/vasi, autoproduzione, 2010
↑Elica, sistema parete effimera, Arthemagroup, 2011
Pensiero romantico, come anche il tuo lavoro sul booklet di Preparativi
per la pioggia in tempi crepuscolari per l’editoria musicale…
Allora in realtà v’erano i prodromi di questa fenomenologia al ribasso, ma non era
ancora così irreversibile. Ho sempre amato il tema delle copertine. Trovo che le
cover dei dischi manifestino un’iconicità ultra-pop che coglie e reinterpreta in modo
interessante simbologie arcaiche e moderne. Il booklet di Preparativi per la pioggia
è un sillogismo di progettazione: ho preso un elastico e l’ho fatto cadere cento volte
fotografandolo, scegliendo poi la sagoma che preferivo introducendo un gesto
personale in un’immagine pop e universale. Con un’amica origamista ho studiato
un sistema di taglio per cui la sagoma dell’elastico venisse intercettata in tre punti,
gli stessi con cui si sono confrontati gli otto designer cui ho chiesto di disegnare
una cover. Queste uscirono tutte diverse, ma connesse dai tre punti come limite
dato e necessario: un progetto non è mai pura potenza, chiede di avere dei limiti
che consentano la progettazione stessa e la comunicazione tra le varie parti del
progetto, il quale, per definizione, non può essere mai sviluppato individualmente.
In design as in music it is curious how great ideas come to birth: all inputs
overlap and accumulate until they meet in the intuition of a second. A second of
magical effervescence, which justifies a whole lifetime of experiences and ideas
crumpled in the bin as training activity for a rain coming all together. Lorenzo
Palmeri, multitasking designer as choice of life, twenty-first century Stradivari
and musician, tells the straight logic of those who read design as a method and
not as the easiest to use among all concepts.
Per l’appunto: in Preparativi per la pioggia sono intervenuti, tra gli altri,
Franco Battiato, Saturnino e Andy dei Bluvertigo; in Leggerocomeunapietra,
da art director per Stone Italiana, si sono aggiunti Niccolò Fabi, Aldo Nove,
Pietro Corraini e altri ancora. In Stonecircus, aziende come Jannelli &
Volpi, Moroso, Alpi. Come scegli le professionalità con cui lavorare?
Senza voler generalizzare, mi sembra che oggi il design possa trovare una zona
di maggior senso quando non si limita all’oggetto ma cerchi di estendersi nella
progettazione di un sistema ampio, complesso. Diventa quindi interessante
coinvolgere colleghi con cui collaborare e da cui cogliere l'opportunità di
imparare. Leggerocomeunapietra è una serie d’incontri in cui musicisti,
scrittori e altri artisti condividono pubblicamente la propria idea di progettualità.
In Stonecircus invece, la sfida coincide con la volontà di condividere progetti tra
aziende. Una relazione complessa in cui vi è un aspetto fortemente pragmatico,
“di pancia”, e uno “di volo”, da coltivare col dialogo tra letture diverse.
Buttando l’occhio al tuo portfolio di designer, si può
dire che la pietra sia la tua cocca tra i materiali?
In realtà no, c’è stata e basta. Certe cose ti capitano e tu scegli se coglierle, ed è il
bello del nostro lavoro: oggi progetti una grafica, domani una penna, dopodomani
chissà. La materia che preferisco, per quanto metafisica, è la progettazione stessa.
Domandone in chiusura tra il pop e il bar sport: hai uno
slogan, un payoff con cui incorniciare la tua idea di design?
Temo di averne troppi per poterne scegliere solo uno. Scorgo scorci
di verità e intuizioni brillanti provenire dalle fonti più disparate. Per
concludere, però, direi che il design è progettazione, punto. Non amo
le definizioni, specie quelle ricche di astrusi prefissi e neologismi.
76
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Designer, instrumentalist, musician, art director, academic and so on. Now that
there are not phone booths any longer, where Lorenzo Palmeri changes identity
as a new urban Superman?
About this I have nothing to teach. It seems to me that we all live different
identities. For my part I always liked to look at myself as a professional engaged
on several fronts.
How you can design the sound? How can you create the culture of a new musical
instrument in a conformist and consolidated scene?
There has been a long historical period of invention of musical instruments which
later became commonly used. Thereafter, for a long time, there had been little
new, just sporadic improvements or some visionary but isolated phenomenon. In
2005 I worked with Giulio Iacchetti on Milano Sound Design, asking designers to
think about sound and interfaces that generate it – there I introduced my Paraffina
Slapster. I think the theme recalls a metaphor in which you can read the entire
industrial design: even more technological instruments need men to become
sound. A product of design is never an abstraction, it is linked to man, as well as
most advanced industry, when viewed up close, is no more than craft on a larger
scale, linked to history and knowledge of those working there.
Such a romantic thought, as well as your work on the booklet Preparativi per
↓ Preparativi per la pioggia, cover cd
↑Mousetrap, lampada, Valenti luce, 2011
↑Concerto di gocce, Palmeri + De Lucchi, Bologna, 2012
la pioggia in twilight times for music production...
There were the first signs of this phenomenology to the downside, then, but
it was not so irreversible yet. I've always loved covers. I think they manifest
an ultra-pop iconicity capturing and reinterpreting archaic and modern
symbols. The booklet in Preparativi per la pioggia is a design syllogism: I took
a rubber band and I dropped it a hundred times taking pictures of it, then I
chose the best shape introducing a personal gesture in a pop and universal
image. I studied a cutting system for which the shape of the rubber band got
intercepted at three points, the same shape I gave to eight designers whom
I asked to draw a cover. These came out all different, but connected by those
three points as a given and necessary limit: a project is never pure potential,
it claims to have limits allowing communication among the various portions
of the project, which, by definition, can never be developed individually.
↑Corista, pannello fonoassorbente, Caimi brevetti, 2013
↓Traces, tavolini, Stone Italiana + Moroso, 2013
↓Stonewallpaper, Stone Italiana + Jannelli & Volpi, 2013
That's right: in Preparativi per la pioggia you envolved, among others, Franco
Battiato, Saturnino and Andy from Bluvertigo, in Leggerocomeunapietra, as
art director for Stone Italiana, they were joined by Niccolò Fabi, Aldo Nove,
Peter Corraini and more. In Stonecircus you met companies as Jannelli &
Volpi, Moroso, Alpi. How do you choose your partners?
Without meaning to generalize, it seems to me that today the design can find a
greater sense if not limited to the object but when you try to extend it into the design
of a large and complex system. It is therefore interesting to involve colleagues, also
taking the opportunity to learn from them. Leggerocomeunapietra is a series of
meetings in which musicians, writers and other artists publicly share their own
idea of planning. In Stonecircus, instead, the challenge coincides with the desire
to share projects between companies. A complex relationship in which there is a
strongly pragmatic vision and a more visionary one, to be grown through dialogue
between these different readings.
Taking a look at your portfolio, can we say that stone is your “teacher’s pet”
between all materials?
Not that loud. Some things just happen, you can only choose to catch them
or not and this is the best of our work: today something graphic, tomorrow
a pen, the day after tomorrow, who knows. The matter that I prefer, even
though not a physical one, is design itself.
↓Home, cioccolatino, Knam, 2013
Big closing question - with a certain pop taste: do you have a slogan, a payoff
to frame your design idea?
I'm afraid I have too many to be able to choose just one. I see glimpses of truth
coming from a variety of sources. Finally, though, I would say that design is
just design. I do not like definitions, especially those rich in abstruse prefixes
and neologisms.
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'(6,*1(5
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
77
Stampa il design
MATERIALI
Print the design
Text by
Simonetta Pegorari
Photos by courtesy of
.exnovo
Jec Composites Show
Vacopro
Come il 3D Printing
e le nuove tecnologie
cambieranno la nostra
vita, a partire dagli oggetti
che utilizziamo.
How 3D printing and the new
technologies will change our
lives, starting from the objects
we use.
78
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Stampare da soli la macchina, la
casa e per cominciare le lampade
e i vasi per i fiori, sembra una battuta ma è la
previsione di un futuro molto vicino.
Il 3D Printing e il Rapid Prototyping sono
tecnologie che si stanno diffondendo in
tutti i settori, non solo per stampare oggetti
relativamente piccoli come lampade e vasi,
ma anche auto, aerei (parti di aerei!) e case.
L’Additive Manufacturing sta sempre più
diventando un sistema produttivo normale.
Per esempio, anche Ford sta preparando
un sistema di AM specificatamente
progettato per offrire ai clienti la possibilità
di customizzare al massimo la propria auto.
L’obiettivo è offrire la possibilità di scegliere
la forma della propria auto come ora si
sceglie il colore o il tessuto degli interni.
Negli USA si prevede che le vendite delle
stampanti in 3D raddoppieranno nel 2015.
Quello che sembrava fantascienza è oggi
realtà, la tecnologia 3D si adatta all’utilizzatore
permettendo una grande libertà sia alla
creatività sia alla realizzazione. Recentemente,
l'ingegnere americano Jim Kor, titolare
della Kor Ecologic, ha presentato la prima
automobile stampata, prodotta dalla Redeye
printing. Urbee 2 è un concept car che, si
prevede, andrà su strada a breve e che
sarà in grado di raggiungere i 90 km all’ora
utilizzando l’etanolo come carburante. Sembra
incredibile ma questa auto è stata realizzata
utilizzando una stampante 3D, plastica ABS e
tecnologia FDM (Fused Deposition Modeling)
per costruire una carrozzeria leggera e
resistente per l’automobile. Gli ugelli della
stampante hanno spruzzato di continuo il
polimero stratificandolo e creando in 2500
ore l’intera carrozzeria. Lo scorso aprile,
al salone del Mobile di Milano, hanno
avuto molto successo le lampade e gli
oggetti di arredo presentati da .exnovo,
una azienda che sta utilizzando la
tecnologia del 3D Printing. L’azienda si
rivolge ad un pubblico che cerca prodotti
innovativi e non banali. Swing, lampada
a sospensione della collezione Industrial
3D Printing è pensata per sostituire il
tradizionale abatjour, Medusa è la lampada
costituita da due diversi materiali spesso
utilizzati nella stampa 3D: il poliammide
bianco e la resina trasparente che
insieme creano effetti molto interessanti,
entrambe sono firmate da Andrea
Negri. In poliammide sinterizzato sono
invece realizzate Saturno e Nuvoletta,
disegnate da Selvaggia Armani. Le nuove
tecnologie permettono anche di ridurre
le dimensioni di un oggetto che potrà
essere riportato allo stato originale dal
calore. L’idea, vista al Fuorisalone 2013,
è di Carl De Smet, designer belga che
ha presentato i suoi lavori realizzati
utilizzando un polimero a memoria
di forma che può essere compresso
riducendosi di venti volte e tornare poi
alle dimensioni e forme originali tramite
riscaldamento. La poltrona Noumenon
↑ C-Stone and C-Bench, design by Peter Donder
← Poltrona Noumenon, design by Carl De Smet
→ Produzione Bolle, .exnovo
↓ Macchina 3D Urbee 2
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
79
↑ Bijouets, .exnovo
→ Produzione Bijouets, .exnovo
↓ Nuvoletta, .exnovo, design by Selvaggia Armani
è una seduta dall’aspetto complesso che
quando è compressa appare come un
piccolo parallelepipedo che, se si riscalda
con una carica elettrica, lentamente si apre
e cresce come un organismo vivente per
mostrarsi nella sua forma definitiva. Queste
tecnologie avanzate fanno adesso apparire
banale qualcosa che banale non è di certo,
anzi è tecnologicamente molto avanzato:
l’utilizzo della fibra di carbonio nell’ambito
del design. Il designer belga Peter Donder
ha presentato all’ultima edizione del Jec
Composites Show a Parigi, C-Stone e
C-Bench. Sono entrambi prodotti usando
una sola striscia continua di carbonio
avvolta intorno a una forma temporanea.
Quando la forma, dopo l’indurimento del
80
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
carbonio, viene rimossa, ne risulta una
struttura leggerissima, quasi inconsistente,
eppure resistentissima. Infatti è costituita
dal nastro di carbonio impregnato di resina
epossidica che dopo essere stato posto
sulla forma passa in autoclave dove il calore
polimerizza la resina che solidifica. La parte
strutturale è opera di Seifert and Skinner
& Associates mentre la modellazione è
realizzata con il programma NURBS (NonUniform Rational B-Spline) ambiente Rhino.
Questa tecnologia ha permesso di ottenere
un peso molto leggero e una struttura
resistentissima: C-Stone pesa 5,7 kg. e
C-Bench 6 kg. Per la loro costruzione sono
stati impiegati 462 metri di fibra di carbonio.
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Print your car, your house, lamps and vases for
flowers on your own: it seems a joke but it is the
anticipation of a very near future.
The 3D Printing and the Rapid Prototyping are
technologies that are spreading in all sectors,
not only to print relatively small objects such
as lamps and vases, but also cars, aircrafts
(airplane parts!) and houses. The Additive
Manufacturing is increasingly becoming a
normal production system. For example,
Ford is preparing an AM system specifically
designed to offer customers the possibility to
customize their car to the maximum. The goal
is to offer the possibility to choose the form of
your car as now you choose the colour or the
fabric of the interior environment. In the U.S.,
it is expected that sales of 3D printers will
double in 2015. What seemed science fiction,
today is a reality. The 3D technology adapts
to the user allowing great freedom both to
creativity and creation. Recently, Jim Kor,
American engineer and Kor Ecologic's owner,
presented the first printed car, produced by
Redeye Printing. Urbee 2 is a concept car: it
is expected to go on the road soon and to be
able to reach 90 km per hour using ethanol
as fuel. It seems incredible but this car was
built using a 3D printer, ABS plastic and FDM
(Fused Deposition Modeling) technology to
build a light and durable car body. The printer
nozzles continuously sprayed the polymer
creating layers, and in 2500 hours the entire
body was realized. Last April, at the Salone
del Mobile in Milan, the lamps and decorative
objects presented by .exnovo - a company that
is using the technology of 3D printing - had
a great success. The company addresses
an audience that seeks innovative and nonordinary products. Swing, a hanging lamp
of the Industrial 3D Printing collection, is
designed to replace the traditional lamps.
Medusa is the lamp made of two different
materials often used in 3D printing: the white
polyamide and the transparent resin that
together create interesting effects, both signed
by Andrea Negri. Saturno and Nuvoletta,
designed by Selvaggia Armani, are made of
sintered polyamide. The new technologies
also allow to reduce the dimensions of an
object that can be returned to the original
state through the heat. The idea, seen at the
Fuorisalone 2013, is by Carl De Smet, a Belgian
designer who presented his works created
by using a shape memory polymer which can
be compressed and reduced by twenty times,
and then can return to the original size and
shape by heating. The Noumenon chair has
a complex structure: when it is compressed,
it appears as a small parallelepiped which, if
heated with an electric charge, slowly opens
and grows as a living organism to show in
its final form. These advanced technologies
now make seem ordinary something that
is certainly not trivial. On the contrary, it is
technologically very advanced: the use of
carbon fibre in the design field. The Belgian
designer Peter Donder presented C-Stone
and C-Bench at the last edition of the JEC
Composites Show in Paris. They are both
produced using a single continuous strip
of carbon wrapped around a temporary
form. When the form, after the hardening of
the carbon, is removed, the result is a light
structure, almost insubstantial, yet very strong.
In fact, it is constituted by the carbon tape
soaked with epoxy resin which, after being
placed on the form, passes in an autoclave
where heat cures the resin that solidifies. The
structural part is a work by Seifert and Skinner
& Associates while the modelling is realized
with the NURBS (Non-Uniform Rational
B-Spline) programme inside the Rhino
environment. This technology has allowed to
obtain a very light weight and a very resistant
structure: C-Stone weighs 5.7 kg and C-Bench
weighs 6 kg. 462 meters of carbon fibre
have been employed for their construction.
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↑ Additive Manufacturing .exnovo, forex
↓ Saturno, .exnovo, design by Selvaggia Armani
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
81
Eco-innovazione
dei materiali:
ECO MATERIALI
Text and photos by courtesy of
MATREC - EcoMaterials Library
I MATERIALI ESOTICI
Eco-innovation of materials: EXOTIC MATERIALS
La maggiore attenzione alle
problematiche ambientali
degli ultimi anni ha portato
alla ribalta una serie di
materiali naturali che,
con nuove applicazioni e
caratteristiche funzionali,
permettono di migliorare la
qualità ambientale di prodotti
industriali e di architetture.
The increased attention to
environmental issues in recent
years has brought to prominence
a number of natural materials
which, with new applications and
functional characteristics, allow
to improve the environmental
quality of industrial products and
architectures.
82
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Materiali naturali storicamente
conosciuti ma riscoperti per
via delle proprie caratteristiche e della
necessità di ricorrere sempre di più a
soluzioni progettuali ambientalmente
sostenibili e con elevato grado di
rinnovabilità. Materiali che possono
essere impiegati in utilizzi interessanti
ed innovativi come isolamenti o
rivestimenti per pareti, pavimenti o
arredi che possono donare agli ambienti
un aspetto unico e particolare. Materiali
più o meno conosciuti e diffusi, prodotti
sia a livello industriale ma in alcuni casi,
e per alcune applicazioni, con metodi
artigianali e provenienti da paradisi
esotici, come il cocco, la banana, la
lokta e la tagua.
Vediamo in dettaglio le caratteristiche di
questi materiali.
COCCO
La palma da cocco (Cocos Nucifera
oggi viene coltivata in quasi tutti i paesi
tropicali; può vivere molti anni, anche più
di 100, e può superare i 35 metri di altezza.
Dall'intera pianta è possibile ricavare
sia le fibre, dette fibre coir, sia il legno di
cocco. Quest'ultimo non viene prodotto
solo a partire dalla corteccia e dal tronco
della pianta, ma anche utilizzando i gusci
delle noci recuperati dopo il raccolto. Da
questo impiego è possibile realizzare
materiali unici e ricercati, ideali per
il rivestimento di pareti, superfici ed
arredi, caratterizzati dalle asperità
della lavorazione e dall'irregolarità del
materiale e dei nodi.
Le fibre di cocco, invece, dall’aspetto
grossolano, hanno ottime proprietà
di isolamento termico e acustico e di
resistenza all'usura; si ricavano dal
mesocarpo, la parte fibrosa che si trova
tra la buccia del frutto e l'endocarpo (il
guscio esterno legnoso e durissimo).
Grazie alle elevate caratteristiche di
resistenza, dall’impiego delle fibre delle
noci di cocco è possibile ricavare tappeti,
stuoie, tessuti ma anche materiali per
l'isolamento termoacustico di pareti e
coperture.
BANANA
Il banano, appartenente alla famiglia
delle Musaceae, è la più grande pianta
erbacea dotata di fiore e, fin dall’epoca
preistorica, era una pianta diffusa in
Asia sud-orientale.
Anche dal banano è possibile ricavare
sia le fibre sia il legno. Proveniente
dagli scarti della coltivazione di
banane, la parte legnosa è in grado
di sostituire il legno delle piantagioni
forestali con eccellenti risultati in
termini prestazionali ed estetici, oltre
che ambientali. Le fibre del banano, al
contrario, si ricavano dalla parte interna
del fusto e dei rami. Vengono separati
i diversi strati del tronco formando
strisce di fibre che vengono lavate in
acqua e seccate al sole.
← ↑ ↓ → Materiale conosciuto come avorio
vegetale, ottenuto (da fonte rinnnovabile) dal seme di
una palma amazzonica: la tagua. Il seme viene affettato
e montato su rete. Disponibile nella versione bianca o
marrone, ottenuta tramite tostatura, trova impiego come
pavimentazione e rivestimento.
Materiale naturale: semi di tagua
Altri materiali presenti: resina vegetale
MATREC code: NFRU1341
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
83
↓ ↑ Materiale realizzato da fonte rinnovabile
dalle fibre provenienti dal ramo del banano, tagliato
dopo la raccolta dei caschi di banane per permettere
la crescita della nuova generazione, unite attraverso
la resina naturale rilasciata dal fusto. Trova impiego
come impiallacciatura nella realizzazione di arredi e
allestimenti.
Materiale naturale: fibre di banano
Consumi energetici: 5,60 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,40 kg CO2 eq/kg
MATREC code: NWOO0898
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È la parte più esterna del fusto che
viene utilizzata per ricavare le fibre,
che permettono poi la realizzazione di
superfici di rivestimento per arredi e
mobilio, pavimentazioni, oggettistica e
corde nautiche grazie alla particolare
resistenza all'umidità del materiale.
Inoltre, le fibre possono anche essere
stampate tramite un processo ad iniezione
che prevede lo sminuzzamento della
fibra e la creazione di un compound con
percentuale di materiale termoplastico o
bio-plastico.
LOKTA E TAGUA
Di origine nepalese e usate dai monaci
tibetani fin dall'antichità per produrre
carta, le fibre di lokta sono caratterizzate
da un’estrema resistenza e versatilità.
Vengono estratte dalla parte interna e
fibrosa della corteccia di due diverse
specie di arbusti sempreverdi.
La carta lokta è caratterizzata dall'avere
un lato liscio e l'altro ruvido a causa delle
venature della carta. Trova applicazione
a livello industriale prevalentemente
come carta da parati, oggettistica
per cartotecnica, rivestimento per
arredamenti e sistemi di illuminazione. I
diversi spessori e le colorazioni ottenibili
con i processi di stampa permettono
a questo materiale di sfruttare le sue
caratteristiche a partire dalla semi
trasparenza, fino alla copertura totale.
84
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Al fine di sfruttare la tenacità del
materiale, sono state condotte una serie
di sperimentazioni per lo stampaggio a
freddo della polpa di lokta: i risultati hanno
evidenziato che il materiale può essere
strutturale per oggettistica ed elementi di
arredamento di piccole dimensioni.
La tagua è un materiale ricavato
dall'essiccazione dei semi dei frutti
della palma Phytelephas macrocarpa,
che cresce nella foresta pluviale
del Sud America. Viene chiamato
anche avorio vegetale, per le sue
caratteristiche, il colore, l’aspetto e
la consistenza che ricordano l'avorio
animale. Prevalentemente utilizzato per
la realizzazione di collane, bracciali ed
altri oggetti di abbigliamento, la tagua ha
iniziato ad essere presente in architettura
per la realizzazione di mosaici,
pavimentazioni, rivestimenti.
Benefici ambientali
Il processo produttivo per la realizzazione
dei materiali di rivestimento in legno di
cocco e di banano impiega solo i rifiuti
delle piante, non prevedendo quindi alcun
abbattimento di nuove piante da frutto.
Lo stesso discorso vale per la produzione
delle fibre di cocco, ricavate dagli scarti
agro-industriali dei gusci delle noci
recuperati dopo il raccolto.
Mentre il legno del banano, se utilizzato
in sostituzione del legno proveniente
dalle piantagioni forestali e impiegato
per pannelli e impiallacciature, permette
di evitare la deforestazione e riduce
l'impiego di colle e sostanze chimiche
inquinanti, al posto delle quali vengono
utilizzate le resine naturali del banano.
Questi e molti altri aspetti permettono a
tutti materiali naturali di avere un basso
impatto ambientale lungo tutto il ciclo di
vita del prodotto. Inoltre la rinnovabilità
dei materiali, con tempi di ricrescita
che variano da 2 a 15 anni, garantisce
l’approvvigionamento delle risorse.
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↓ ↑ Materiale riciclabile realizzato da fonte
rinnovabile al 100% dal tronco riciclato della pianta
di banana. Trova impiego come impiallacciatura
nella realizzazione di mobili o superfici decorative.
Materiale riciclato: 100% banano
Consumi energetici: 10,65 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,05 kg CO2 eq/kg
MATREC code: RWOO0964
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
85
Natural materials historically known but
rediscovered because of their own characteristics
and the need to increasingly adopt design solutions
environmentally sustainable and with a high degree
of renewability. Materials that can be employed in
interesting and innovative uses such as insulations
or coverings for walls, floors or furniture that can
give to the rooms a unique and particular touch.
Materials more or less known and widespread,
produced both at industrial level but in some cases,
and for some applications, with traditional methods
and from exotic paradises, such as coconut, banana,
lokta and tagua. Let's see in detail the characteristics
of these materials.
← ↑ ↗ Materiale realizzato da fonte rinnovabile
in fibre di lokta, fissate ad un supporto posteriore
in carta. Viene principalmente impiegato come
rivestimento di pareti e soffitti.
Materiale naturale: fibre di lokta, carta
MATREC code: NPAPOTH0710
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COCONUT
Today, the coconut palm (Cocos Nucifera) is
cultivated in almost all tropical countries; it can live
many years, even more than 100, and may exceed
35 meters in height. From the entire plant it is
possible to obtain both the fibres, called coir fibres,
and the coconut wood. The latter is not produced
only from the bark and the trunk of the plant, but
also using the shells of the nuts recovered after the
harvest. From this application it is possible to create
unique and refined materials, ideal for covering
walls, surfaces and furniture, characterized by the
roughness of the processing and the irregularity of
the material and the nodes. Rough-looking coconut
fibres, instead, have excellent thermal and acoustic
insulation properties and are resistant to wear; they
are derived from the mesocarp, the fibrous part that
lies between the skin of the fruit and the endocarp
(the external woody and very hard shell). Thanks to
the high strength characteristics, by using the fibres
of coconuts it is possible to obtain carpets, mats,
fabrics, but also materials for thermal and acoustic
insulation of walls and roofs.
BANANA
The banana tree, belonging to the Musaceae family,
is the largest herbaceous plant with flower and,
since prehistoric times, it was a widespread plant
in Southeast Asia. Even from the banana plant it
is possible to obtain both fibres and wood. From
the scraps of the cultivation of bananas, the woody
part is able to replace the wood of forest plantations
with excellent results in terms of performance,
aesthetic and environmental aspects. The fibres
of the banana tree, on the contrary, are obtained
from the inner part of the stem and branches. The
different layers of the trunk are separated, forming
strips of fibres which are washed in water and
dried in the sun. It is the most external part of the
stem that is used to obtain the fibres, which allow
86
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
the realization of coating surfaces for furnishings
and furniture, flooring, objects and nautical ropes
thanks to the particular moisture resistance of the
material. Moreover, the fibres can also be printed via
an injection process that includes the fragmentation
of the fibre and the creation of a compound with a
percentage of thermoplastic or bio-plastic material.
LOKTA AND TAGUA
Of Nepalese origin and used by Tibetan monks
since ancient times to produce paper, lokta fibres
are characterized by an extreme durability and
versatility. They are extracted from the inner and
fibrous part of the bark of two different species of
evergreen shrubs. The lokta paper is characterized
by a smooth side and a rough one because of the
paper grain. It finds industrial application mainly
as wallpaper, giftware for paper products, coating
for furniture and lighting systems. The different
thicknesses and colours obtainable with the printing
processes allow this material to take advantage of its
features starting from the semi-transparency, up to
the total coverage. In order to exploit the toughness
of the material, a series of experiments were
conducted for the cold molding of lokta pulp: the
results showed that the material can be a structural
part for objects and furnishings of small dimensions.
The tagua is a material obtained by drying the seeds
of the fruits of Phytelephas macrocarpa palm, which
grows in the rainforest of South America. It is also
called vegetable ivory, due to its characteristics, the
colour, the appearance and the texture that remind
of animal ivory. Mainly used for the production of
necklaces, bracelets and other clothing objects, the
tagua has begun to be used in architecture for the
realization of mosaics, floorings and coatings.
Environmental benefits
The manufacturing process for the production of
coating materials made of coconut and banana
wood employs only the waste of the plants, thus not
considering any cuts of new fruit trees. The same
is true for the production of coconut fibres, derived
from agro-industrial waste of nut shells recovered
after the harvest. On the other hand, the banana tree
wood, if used instead of the wood coming from forest
plantations and used for panels and veneering,
allows to avoid the deforestation and reduces the use
of glues and pollutant chemicals, instead of which
natural resins of banana tree are used. These and
many other aspects allow all natural materials to
have a low environmental impact throughout the life
cycle of the product. In addition, the renewability of
materials, with times of regrowth ranging from 2 to
15 years, guarantees the supply of resources.
↓ Materiale realizzato da fonte rinnovabile a partire
dall'endocarpo del cocco di Bahia, recuperato dagli
scarti dell'industria alimentare, tramite un processo
certificato che evita la disintegrazione dell'endocarpo.
Impiegato come pavimentazione per ambienti interni,
rivestimento per pareti e complementi d'arredo.
Materiale naturale: cocco
Consumi energetici: 0,04 kWh/kg
Emissioni climalteranti: 0,01 kg CO2 eq/kg
MATREC code: NCOC0606
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
87
GREEN
Text and photos by
Gruppo Giardini
Vannucci Piante
LE PIANTE
CITTADINE DEL MONDO
La distinzione fra piante
autoctone, naturalizzate
ed esotiche, è oggi
sempre più sottile.
88
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
La fitogeografia ci insegna la
distribuzione naturale delle piante
nei vari ambienti pedoclimatici e ce ne fa
conoscere le ragioni. È anche vero, però, che
le piante da sempre migrano o per mezzo
della natura o per opera dell’uomo.
Quale deve essere il nostro atteggiamento
di fronte alle ‘invasioni’ che ogni giorno
osserviamo, a volte subdole e lente, altre
prepotenti e impetuose?
Il paesaggista si confronta quotidianamente
con questo problema dove, anche per conto
della committenza, deve scegliere fra
conservazione e innovazione, fra certezza e
curiosità, fra conoscenza e fantasia.
Certamente l’analisi della vegetazione
spontanea del luogo fornisce le prime
informazioni, comprese le coordinate
climatiche e pedologiche; successivamente
comincia un lavoro complesso per
organizzare le scelte botaniche capaci di
conferire il carattere più giusto e rispettoso
finanche del 'Genius loci' che si deve saper
riconoscere in ogni luogo.
Un ruolo importante giocano anche la
storia e la tradizione con i loro significati più
profondi legati all’esperienza; certamente
un contesto particolare pretende il rispetto
dovuto e inserimenti botanici impropri
balzano subito agli occhi anche del profano
(difficile accettare le Betulle in mezzo agli
Olivi o le Querce americane sui nostri
litorali mediterranei). Il nostro tempo, però,
impone il superamento di altre frontiere che,
spesso, condizionano le nostre intenzioni
progettuali; su tutte l’inquinamento nelle sue
varie forme. Anche il problema allergenico
obbliga a riflessioni sulle scelte botaniche
per i nostri parchi e giardini e per le
alberate cittadine con l’augurio che venga,
finalmente, affrontata la causa scatenante
che ha provocato una tale accelerazione
(leggi inquinamento). Resta il fatto
determinante del piacere che le piante sono
capaci di offrire con la loro presenza e la
soddisfazione del desiderio di conoscere, la
curiosità della scoperta; un atteggiamento
di chiusura è per noi negativo, anche perché
elimina dalla competizione strumenti
spesso irrinunciabili in contesti davvero
difficili. Il vivaismo paesaggistico, nel tempo,
ha fatto un grande lavoro ricercando e
sperimentando le varie piante del pianeta;
oggi si può dire che la distinzione fra piante
autoctone, naturalizzate ed esotiche, sia
sempre più sottile e, ormai, scolastica
perché le integrazioni e gli inserimenti
botanici sono davvero tanti.
D’altronde questo processo replica
puntualmente il percorso della specie
umana, sempre più vicino alla completa
integrazione razziale, come è giusto che
sia. Ben vengano, dunque, nuovi ospiti con
il loro apporto di novità estetiche e dotazioni
genetiche che sono il fondamento della
evoluzione e del processo di crescita del
nostro mondo.
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↑ Quercus palustris
↗ Gleditsia sunburst
← Gleditsia triacanthos
→ Gleditsia sunburst
↓ Quercus palustris
|
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
89
A partner for competitiveness
PROFILI
Text edited by
Chiara Dadda
Photos by courtesy of
Confindustria Ceramica
È NEL CLUB
RISTRETTO
DEI PRESIDENTI
UNDER 50
DELL'ASSOCIAZIONE,
PUR OPERANDOVI
DA ANNI.
HE 'S IN THE
RESTRICTED CLUB OF
PRESIDENTS OF THE
ASSOCIATION UNDER
50, WHILE WORKING
ON THIS FOR YEARS.
CONFINDUSTRIA
CERAMICA
Viale Monte Santo 40
41049 Sassuolo (MO)
Tel. +39 0536 818111
www.confindustriaceramica.it
90
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Partner per la
competitività
Eletto all'unanimità alla sua prima
designazione, il dottor Vittorio
Borelli è il nuovo Presidente di Confindustria
Ceramica per il biennio 2013-2015. Abbiamo
voluto rivolgergli alcune domande per capire
il ruolo dell'Associazione quale partner per
l'industria ceramica italiana.
Quali saranno le sue prossime proposte in qualità
di presidente di Confindustria Ceramica?
Credo che affrontare questa situazione
complessa e difficile, che si evolve con cadenza
settimanale, lavorando tutti assieme, sia cosa di
fondamentale importanza.
Il recupero di competitività per un settore come
quello della ceramica che esporta l’80% di quello
che produce è un aspetto essenziale, da ricercare
attraverso l’abbattimento dei costi sull’energia,
la riduzione del cuneo fiscale e la realizzazione di
tutte quelle infrastrutture che sono al servizio dei
distretti manifatturieri italiani.
L'attuale mercato dei rivestimenti ceramici
sui mercati evoluti si caratterizza per l'elevata
personalizzazione della domanda. Come
rispondere a queste nuove esigenze?
Questa è una delle principali caratteristiche
dei modelli di consumo ceramico sui mercati
evoluti: una sfida complessa, ma al tempo
stesso in grado di mantenere a debita distanza
la concorrenza. Cogliere – e se del caso
anticipare – le tendenze è attività che richiede
risorse finanziarie e competenze professionali
importanti in termini di trend setting, come
anche dal versante produttivo dove oggi
la decorazione digitale sta aumentando le
potenzialità espressive. L’aspetto che rende
l’Italia tuttora all’avanguardia è la capacità di
gestire questa complessità, fatta di molteplici
collezioni presentate al mercato che siamo in
grado di consegnare in tempi brevi. Questo ci
differenzia in modo assoluto rispetto a qualsiasi
nostro concorrente nel mondo.
Quali sono le iniziative promosse da
Confindustria Ceramica per la formazione dei
giovani nell'industria ceramica?
Due sono le iniziative di formazione
specificatamente pensate per i giovani. La
prima è quella serie di accordi con le scuole
medie superiori – Istituti professionali, Tecnici e
Licei Scientifici – che gravitano nel territorio del
distretto ceramico, con le quali abbiamo stipulato
appositi accordi volti ad intervenire sui percorsi
formativi e sulla dotazione di attrezzature ed
impianti.
Il secondo riguarda la formazione di posatori di
materiale ceramico, una iniziaitiva avviato un paio
di anni fa, che interessa sia artigiani già al lavoro,
ma anche giovani alle prime armi e persone che
voglio riqualificare la propria professionalità. La
componente di giovani, in alcuni casi in cerca di
occupazione, è abbastanza rilevante.
Tra i numerosi eventi culturali di Cersaie 2013
vi sarà la mostra Bathroom Excellence 19982012 ADI Design Index, una retrospettiva da voi
promossa assieme ad ADI Associazione per il
Disegno Industriale. Come è cambiato, a suo
parere, il ruolo del design nel settore ceramico?
La ceramica italiana, nel corso degli anni, è
passata da commodity misurata sul versante
del prezzo a materiale per il rivestimento delle
superfici ad elevato valore aggiunto. In questo
percorso, il design – sviluppato sia attraverso la
collaborazione di professionisti esterni che con i
centri di ricerca e sviluppo interni – hanno fornito
un fondamentale contributo in tal senso.
Unanimously elected to his first
appointment, Dr. Vittorio Borelli is the
new President of Confindustria Ceramica for the
biennium 2013-2015. We wanted to ask him a few
questions to understand the role of the Association as
a partner for the Italian ceramic industry
What will be your next proposals as president of
Confindustria Ceramica?
I believe that addressing this complex and difficult
situation, which evolves on a weekly basis, working
together, what is of paramount importance.
The recovery of competitiveness for a sector such as
ceramics which exports 80% of what it produces is an
essential aspect to be sought through the reduction of
energy costs, the reduction of the tax wedge and the
realization of all those infrastructure who are at the
service of the Italian manufacturing districts.
The current market for advanced ceramic coatings
market is characterized by a high degree of
customization of the application. How to respond to
these new demands?
This is one of the main characteristics of the
consumption patterns on ceramic developed
markets: a complex challenge, but at the same
time able to maintain a safe distance competition.
Grasp - and where appropriate to anticipate - the
trends is activity that requires financial resources and
professional skills important in terms of trend setting,
as well as from the production side where today
digital decoration is increasing the expressive power.
The aspect that makes Italy still cutting edge is the
ability to manage this complexity, made up of varied
collections presented to the market that we are able
to deliver quickly. This makes us different in absolute
terms than any of our competitors in the world.
What are the initiatives promoted by Confindustria
Ceramica for the training of young people in the
ceramic industry?
There are two training initiatives specifically
designed for young people. The first is the series of
agreements with secondary schools - Professional
Institutes, Technical and Scientific high schools
- acting in the territory of the ceramic district,
with whom we have entered into appropriate
arrangements to take action on the training and
provision of equipment and systems.
The second concerns the formation of layers of
ceramic material, an initiative started a few years
ago, affecting both artisans already at work, but
also young novice and people who want to upgrade
their professional skills. The component of young
people, in some cases seeking employment, it is quite
relevant.
Among the many cultural events Cersaie 2013, there
will be the exhibition Bathroom Excellence 1998-2012
ADI Design Index, a retrospective from you promoted
together with ADI Associazione per il Disegno
Industriale. How different is, in his opinion, the role of
design in the ceramic sector?
Italian ceramics, over the years, has grown from
commodity price measured on the side of a material
for coating the surfaces with high added value. In
this way, the design - both developed through the
collaboration of external professionals with the
centers of internal research and development - have
provided a fundamental contribution in this regard.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 43
45
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IN BREVE
SPECIALE
Edited by
Chiara Dadda
arredobagno
BATHROOM EXCELLENCE 1998/2012
ADI DESIGN CERSAIE 2013
www.cersaie.it
A Cersaie in mostra 15 anni di design italiano
La mostra, realizzata all'interno dei padiglioni espositivi di Cersaie 2013 su di una superficie
di 400 mq, ha come tema i prodotti per l'arredobagno, ovvero i sanitari, gli accessori, le
piastrelle in ceramica e la pietra naturale, annualmente selezionati e pubblicati dall'ADI Design
Index, annual del design italiano prodotto da ADI attraverso il suo osservatorio permanente,
a partire dal 1998 fino al 2012. Tale mostra intende individuare un percorso storico materico
che sottolinea l'importante evoluzione dagli anni '90 sino ad oggi, sia sul racconto dei nuovi
materiali impiegati, sia sul fronte estetico e nelle percepibili applicazioni delle più avanzate
tecnologie del settore arredobagno. L'iniziativa, mai realizzata prima, fornisce un panorama
dei processi progettuali e industriali intervenuti negli ultimi quindici anni attraverso la visione
degli oggetti esposti ed individuati da ADI attraverso l'Osservatorio Permanente del Design,
che seleziona ogni anno i prodotti titolati ad entrare a far parte di ADI Design Index, la
pubblicazione che raccoglie selezionatissime eccellenze di una vasta gamma di prodotti
candidati e valutati da esperti, che concorrono, ogni tre anni, all'ambito riconoscimento del
Compasso d'Oro.
Oltre 80 aziende partecipanti con più di 160 prodotti esposti, selezionati negli anni dall'ADI
Design Index e progettati da più di 110 noti designers, disposti lungo un itinerario storico dal
1998 al 2012.
Cersaie, Fiera di Bologna, Pad. 29
23-27 settembre 2013 h. 9-19
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
TEUCO
GATTONI RUBINETTERIA
d line
Suit | Caratterizzata da volumi rigorosi e forme
essenziali, da linee leggere ma ben definite, la nuova
collezione di arredobagno Suit propone soluzioni di arredo
raffinate e capienti che evidenziano un’estetica orizzontale,
geometrica e minimale, ricca di dettagli ricercati. La
collezione permette di creare soluzioni esclusive grazie
all’impiego del Duralight®, il composito in solid surface
brevettato da Teuco, facilmente ripristinabile, igienico
e facile da pulire. Grazie alla sua elevata plasmabilità,
tutti gli elementi sono stati sviluppati con una tecnologia
avanzata di stampi ed estrusioni che ben soddisfano
le più differenti esigenze di arredo. Il programma Suit
comprende: mobili contenitori, lavabi in Duralight®,
specchiere coordinate e piatti doccia in Duralight®.
Design: Matteo Nunziati.
Boomerang |“Emozionante, fluido e funzionale
per una esaltazione della tattilità dell’oggetto”. Il concept
del miscelatore Boomerang, rispecchia in dettaglio le
caratteristiche di progettazione del suo creatore Marco
Piva. Boomerang, infatti, presenta l’innovativo sistema
ideato da Gattoni Rubinetteria che assicura una nuova
modalità di intervento in caso di manutenzione o
sostituzione di parti interne, effettuabile con facilità e
rapidità agendo direttamente sul rubinetto già installato
sul sanitario, senza staccare il miscelatore dall’impianto
e senza costringere gli idraulici a complicate operazioni
sottolavabo. La serie Boomerang è completa con due
soluzioni per lavabo (alto e normale), bidet, vasca e vascadoccia incasso ed esterni.
Design: Marco Piva.
d line bathroom line | Sapone o disinfettante
antibatterico? In apparenza si tratta sempre del classico
dispenser di sapone con la caratteristica forma cilindrica d
line. Per soddisfare all’uso sia come disinfettante antibatterico
che come sapone, è stato ridisegnato l’originale bottone nero
d line. Si presenta nei colori verde chiaro oppure blu chiaro e
un inserto con la scritta SOAP oppure DISINFECT permette
identifica la funzione del dispenser. Per mantenere l’originale
look d line, un nuovo bottone nero è incluso nella confezione.
Come per la maggior parte dei prodotti d line, l’interno
nasconde la cura esecutiva e la tecnologia che ne garantisce
la funzionalità nel tempo. È stata realizzata una nuova pompa
adeguata al funzionamento sia con disinfettante che con
sapone liquido, senza gocciolamento e compatibile con tutti i
modelli di soap dispenser precedenti.
www.teuco.com
www.gattonirubinetteria.com
www.dline.com
XXXXX
AXOR
di una parte terminale in morbido silicone, questi
ultimi permettono, tramite il sistema QuickClean,
una facile pulizia da eventuali residui di calcare
attraverso un semplice sfregamento. Gli esperti
Hansgrohe dei getti hanno studiato con il designer
di Nendo una particolare inclinazione degli ugelli
del diffusore per convogliare l'acqua verso la parte
centrale della doccia.
Axor Lamp Shower by Nendo:
da sogno a realtà
Sembra un paralume anni '50 ma è una doccia e
avvolge in modo originale e divertente una vera
lampada: è Axor Lamp Shower il nuovo soffione
progettato da Oki Sato (Nendo) per Axor, il marchio
design dell'azienda tedesca Hansgrohe.
L'idea nasce da un laboratorio "WaterDream"
che periodicamente Philippe Grohe, responsabile
Axor, apre agli architetti di ogni paese: da
Jean-Marie Massaud a Patricia Urquiola fino ai
fratelli Bouroullec e alla collaudata relazione con
Philippe Starck. "Sono i raggi del sole, la luce
a far parlare la bellezza dell'acqua, a liberare il
suo potente richiamo estetico" spiega Oki Sato
"Un'idea che ho potuto tradurre in oggetto grazie
alla disponibilità e alla preparazione di ricercatori
e tecnici di questa azienda". L'acqua scorre in
6 cannule del 'paralume' e si distribuisce sul
diffusore con 4 ordini di ugelli concentrici. Dotati
www.hansgrohe.it
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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BRANDONI
IN BREVE
Monolite |
Sistema per il bagno
customizzabile che
abbina cabina doccia
e radiatore in un unico
elemento. L'elemento
scaldante in acciaio
racchiude in sé tutte le
caratteristiche di una
doccia di forte impatto
estetico e funzionale.
Un ponte verso
il benessere che
coniuga due elementi
contrastanti in natura: fuoco ed acqua.
Monolite è adattabile a bagni già esistenti, ed
è disponibile con piatti doccia vetri temperati e
rubinetteria di varie misure. Può essere realizzato in
molteplici versioni di colore, perfetto anche per centri
benessere, aree fitness, grandi alberghi. È composto
dal corpo scaldante cuore del monolite, il soffione,
monocomando, doccetta a mano e deviatore. La colonna
radiante è disponibile nella versione da 500 mm o da
400 mm di larghezza.
Design: Fabrizio Batoni.
www.brandoni.com
MITSUBISHI ELECTRIC
Jet Towel Mini | La gamma di eco-asciugamani
elettrici ad alta velocità Jet towel si arricchisce con la
versione Jet Towel Mini. “Mini” con dimensioni ridotte
(solo 480mmx250mm), minimo ingombro ma elevate
performance. Asciugatura perfetta delle mani in soli 10
secondi, massima igiene per le persone grazie all’utilizzo di
materiale anti-batterico, design moderno e ultra compatto
sono i “plus” che contraddistinguono il nuovo modello.
Un ciclo di asciugatura con gli eco-asciugamani Jet
Towel consuma 15 volte meno energia rispetto ai modelli
tradizionali e può evitare l’immissione in ambiente di oltre
750Kg di CO2 all’anno. Entrambe le soluzioni sono l’ideale
per hotel, ristoranti, uffici, negozi; assicurano infatti bassi
costi di gestione, riducono lo spreco di risorse naturali e non
generano rifiuti.
www.mitsubishielectric.it
AGGREGÀTI: A CERSAIE 2013
LA NATURA RIDISEGNA LA SPA DIFFUSA
Alla Fiera di Bologna verrà presentato il nuovo format di
hospitality ideato e curato dal designer Davide Vercelli
I luoghi del benessere possono avere varie forme, ma l’ambiente ideale per ritrovare l’equilibrio
originale non può che essere la Natura. Partendo da questa idea, il designer Davide Vercelli propone
a Cersaie un format speciale, ideato per il settore dell’hospitality. Da visitare e testare in prima
persona. Aggregàti, lo dice già il nome, non è uno spazio monolitico, ma un insieme di ambienti,
sensazioni e proposte, che ricreano l’emozione di una radura naturale, all’interno della Fiera.
Nell’evento Aggregàti la “ricostruzione” della Natura parte dal set generale, circa 130 mq, in cui l’erba
a pavimento, il verde verticale e le immagini degli sfondi daranno la sensazione di muoversi in un
vero bosco mentre l’istallazione sonoro/visiva/olfattiva Opium, oltre a vari effetti inattesi, riprodurrà il
suono di un ruscello che scorre, del vento che attraversa le chiome degli alberi. Dopo questa prima
immersione in un mondo ideale, i visitatori potranno sperimentare le tre verande bioclimatiche,
destinate a diverse attività wellness. Diverse, del resto, sono le tecnologie, gli strumenti e gli arredi
allestiti grazie alla collaborazione con numerose aziende del settore bagno e arredo. Aggregàti
mostrerà in questo modo non solo una spa ideale per la cura del corpo ma, in generale, uno spazio
di nuova concezione per il benessere psicofisico degli utenti. Le tre verande bioclimatiche sono state
pensate come ambienti ibridi che, attraverso l’accurata ricerca nel design, nei materiali e nei dettagli
architettonici, danno la sensazione di essere immersi in un bosco e, allo stesso tempo, di essere
protetti e accuditi, con ogni comfort: SALUS PER AQUAM, è lo spazio delle abluzioni; BODY, è la
spa dedicata ai massaggi e all’hammam; FLAG STORE è lo shop in cui, al termine del percorso
benessere, l’utente potrebbe acquistare i prodotti appena testati.
23-27 settembre 2013 – Fiera di Bologna, pad. 31 stand A 55
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
JACUZZI®
Idromassaggio shiatzu, idromassaggio cervicale
e lombare, idromassaggio verticale, bagno turco,
cascata fredda energizzante, aromaterapia,
cromoterapia, interfaccia user-friendly con
un unico pannello di controllo touch screen
che coordina tutte le funzioni e sistema radio
con Bluetooth rendono Frame in2 uno spazio
di benessere multisensoriale, ideale sia per
contesti privati che per il settore contract.
Le vasche idromassaggio Sharp, nelle
versioni Double e Extra, si distinguono per le
ricche dotazioni e funzioni, tutte azionabili
dal telecomando di serie. La tecnologia
Aquasystem® consente di scegliere il tipo di
idromassaggio preferito: silence, breath, renew
e dream offrono le migliori performance sia
per un massaggio più energico che per uno più
rilassante o tonificante.
Fondamentale è l’orientamento delle bocchette,
al fine di godere dei benefici terapeutici
dell’idromassaggio. Le vasche Jacuzzi®,
Il benessere prende forma
con Frame in2 e Sharp
(Double e Extra)
Il benessere di Jacuzzi® prende forma in
due soluzioni che coniugano performance
professionali e tecnologia d’avanguardia con un
design pulito e contemporaneo attraverso forme
lineari e un’elegante estetica.
Frame in2 è il box doccia Hammam che
rappresenta un’innovativa forma di wellness:
disegnata per ospitare due persone, racchiude
in un ambiente confortevole tutte le prestazioni
necessarie per riscoprire in un bagno di vapore
l’esperienza unica e i reali benefici del vero
benessere Jacuzzi®.
infatti, vengono progettate con una particolare
attenzione al posizionamento dei getti che viene
studiato specificatamente insieme all’ergonomia
interna delle forme, proprio per ottimizzare gli
effetti dell’azione idroterapica.
Sharp Double e Sharp Extra, inoltre, sono ideali
per personalizzare ogni contesto grazie alla
loro estetica minimal ed elegante, garantendo
ampi spazi interni per offrire il massimo
comfort nell’utilizzo e dettagli esclusivi come
il faro subacqueo, la rubinetteria elettronica e
pannellatura hpl con diverse finiture.
Jacuzzi Europe
S.S. Pontebbana Km 97.200
33098 Valvasone (Pn)
tel. 0434 859111
www.jacuzzi.eu
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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IN BREVE
SPECIALE
Edited by
Chiara Dadda
pavimenti
e rivestimenti
CERAMIC FUTURES:
FROM POETRY TO SCIENCE FICTION
www.ceramicfutures.com
Il primo progetto social dedicato interamente alla ceramica
↑ Ceramic Squeezed, Mattia Bonavolontà
↓ Using clay for my imaginary landscape, Laura Doardo
96
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Si tratta del primo progetto social dedicato interamente alla ceramica in cui sono stati coinvolti
gli studenti di quattro scuole di design di eccellenza (IED Roma Accademia Abadir di Catania,
Glasgow School of Art, Politecnico di Milano). Una sfida a ragionare in modalità progettuale sul
futuro di questo prodotto che accompagna la
storia dell'uomo dalla notte dei tempi. Arrivati
al terzo millennio, i processi di globalizzazione
e le trasformazioni tecnologiche (digitali, ma
non solo) sono una sfida difficile ancorché
incredibilmente affascinante. Chi meglio dei
giovani progettisti provenienti da luoghi diversi
può suggerire e indicare le direzioni possibili?
A partire da un brief messo a punto da Elio
Caccavale, Progettista e Docente di Product
Design alla Glasgow School of Art, e Stefano Mirti, Progettista e partner di IdLab, i quattro
gruppi di giovani progettisti hanno lavorato nei mesi di giugno e luglio 2013 in maniera interattiva
e collaborativa, sfruttando le modalità di comunicazione tipiche dei social media (Facebook,
Twitter, Instagram). Un lavoro che stabilisce un corto circuito tra la pratica analogica (ogni singolo
o gruppo ha lavorato nella sua città, utilizzando le tecniche tradizionali di progetto), e quella
digitale, oramai onnipresente nella vita di tutti noi. L'intero percorso si conclude presso la Galleria
dell'Architettura a Cersaie (Gall. 21-22) dove saranno esposti e narrati i risultati delle interazioni
sulla ceramica attraverso l'esposizione dei prototipi messi a punto e costruiti dai vari gruppi di
studenti e con una conferenza dove vengono presentate le idee progettuali e premiati i lavori più
meritevoli e interessanti. “Ceramic Futures: from poetry to science fiction” è un progetto promosso
da Confindustria Ceramica, organizzato da Edi.Cer. Spa in collaborazione con IdLab.
3D SURFACE
PURAPIETRA
imprevedibili. Anche il tradizionale disegno della "fuga"
lineare, in questo caso, cambia radicalmente e diventa
un elemento della composizione grafica. Il particolare
formato delle collezioni KEY-Y e KEY-A ha richiesto uno
studio specifico sulle modalità di taglio della pietra,
realizzato con la tecnologia a idrogetto.
Materiali: KEY-Y in marmo ERAMOSA; KEY-A in
Cremavorio con finitura Velvet.
Design: Manuel Barbieri.
KEY Collection | Rivestimento in marmo
caratterizzato da moduli dalla particolare forma a
"chiave inglese". Per evitare vuoti lungo il perimetro
degli ambienti è stato disegnato anche il modulo
complementare KEY-A. Grazie alla sua forma
piena, il modello KEY-A può essere posato anche
indipendentemente dal modulo KEY-Y.
La prima release della collezione è stata prodotta con
la pietra Eramosa che ha venature molto evidenti e
particolari. Perciò, posando le lastre con orientamenti
diversi o opposti, il gioco d'incastri aumenta le possibili
varianti "grafiche" della superficie finale, sia essa un
pavimento o un rivestimento a parete.
Incrociando i diversi orientamenti delle pietre con
diverse tonalità cromatiche si possono ottenere risultati
Le pareti scultura di 3D SURFACE rappresentano
un’importante innovazione nel consueto scenario dei
rivestimenti, lanciando un segnale importante al mondo
dei contract e della progettazione. La possibilità di impiego
in ogni ambiente, grazie allo sviluppo di due materiali
speciali ceramizzati pensati sia per gli interni che per gli
esterni, permette al progettista di progettare e concepire
soluzioni di ogni genere. La posa dei prodotti è semplice
ed avviene mediante incollaggio: stuccate le giunture, le
superfici assumono un aspetto fluido e continuativo. Le
pareti 3D si esaltano con la luce, gli spessori si nascondono
dando spazio alle ombre. 3D SURFACE, oltre ad offrire una
collezione di 16 textures, nasce con la volontà di sviluppare
prodotti su richiesta, in modo da permettere ad ogni
progettista di scolpire sulle pareti le proprie idee.
www.purapietra.it
www.3dsurface.it
CERAMICHE REFIN
contemporanei. Mansion riproduce fedelmente
il parquet a cassettoni dal sapore settecentesco
ma perfettamente in linea con gli ambienti
contemporanei più sofisticati. Mansion esalta
le pregiate lavorazioni del legno antico unite
all’innovazione delle tecnologie ceramiche;
caratterizzata da intense variazioni cromatiche e da
spiccate venature. Una collezione dal look ricercato,
perfetto connubio tra classico e moderno in macro
composizioni lignee dagli straordinari giochi
geometrici.
www.refin.it
All'insegna dell'innovazione con
Frame e Mansion
Vincitrice del premio European Design Award 2012,
la collezione di ceramiche Frame viene presentata
in occasione di Cersaie 2013 in una nuova veste.
La nuova collezione è ispirata alle preziose finiture
con stucco utilizzate nella Repubblica di Venezia a
partire dal XI secolo. L’articolato percorso di ricerca
e l’utilizzo di tecnologie produttive all’avanguardia
hanno portato alla realizzazione di un prodotto
innovativo seppur d’ispirazione classica, minimalista
nel design contemporaneo; una collezione di lastre
in grès porcellanato le cui superfici esprimono il
pregio delle finiture in stucco veneziano attraverso
ampie spatolature, variazioni cromatiche e
strutturali, enfatizzate dai grandi formati nei quali la
collezione sarà presentata.
Altra novità proposta al Cersaie è la collezione
Mansion, dal sapore antico, studiata per ambienti
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
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DICKSON®
CERDOMUS CERAMICHE
IN BREVE
Realizzati con rivoluzionarie fibre viniliche e abbinati
ad un supporto dalle elevate performance tecniche, i
nuovi rivestimenti tessili per pavimenti Dickson® sono
estremamente resistenti all’usura. Tutte le collezioni
hanno ottenuto l’attribuzione della classe di utilizzo 33
(uso commerciale a traffico elevato), la più elevata nella
categoria dei rivestimenti per pavimenti in tessuto.
I giochi di fili mono o bicolori, insieme alle combinazioni di
ordito e trama, strutturano la collezione in 4 gamme: Be
Easy, Be Smart, Be Natural, Be Different.
Immarcescibili, impermeabili e stabili, i rivestimenti
Dickson® sono adatti ad ogni tipo di uso e possono
essere installati anche nei bagni o nelle cucine. I colori
restano vivi anche in caso di esposizione ad un intenso
irraggiamento solare.
Chrome | Essenziale, contemporanea, industriale: la
collezione di pavimenti e rivestimenti in gres porcellanato
Chrome riprende le sfumature naturali delle sabbie e
del pietrisco miscelati. Gli sfondi neutri e sfumati, i
colori polverosi e i formati particolari, lasciano intuire la
profondità materica dalla quale emergono frammenti di
minerali, che ricreano gli aloni e le superfici della materia
cementizia. I formati lasciano spazio alla superficie con
poche linee di fuga, pavimenti e rivestimenti possono
essere arricchiti da decori di ispirazione contemporanea e
dai colori freddi ma stupefacenti.
Colori: Clay, Charcoal, White/Forest, Grey, Sand, Taupe
Formati: 50x100, 25x100, 60x60, 30x60
Decori: Sphera, Mosaico 3D
www.dickson-constant.com
www.cerdomus.com
CERAMICA SANT'AGOSTINO
Collezione Royal
Royal traduce nel linguaggio del gres porcellanato
la preziosità dei legni “antichi”, recuperati dalle
pavimentazioni di ville o dimore storiche: il legno
e le sue venature diventano primaria fonte di
ispirazione capace di conferire fascino ed eleganza
a qualsiasi soluzione abitativa. Royal reinterpreta
il materiale ligneo, attraverso la perfezione della
Digital Technology, riproducendone fedelmente il
calore avvolgente grazie anche alla superficie soft
touch ad effetto cerato oliato. L’insolito formato
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A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
quadrato - 75x75 cm - permette a Royal di uscire
dall’uso tradizionale del listone e dare luce ad
ambienti di assoluta eleganza. L’impatto estetico è
sorprendente, sia nelle versioni monotinta - Royal
Nut e Royal Sand - sia in quelle bicolor - Royal
Deco Nut e Royal Deco Sand - che utilizzano due
tipologie di intrecci realizzate con due diverse
essenze per esaltare la grafica dei pavimenti.
Se la perfezione visiva e la qualità rappresentano
un connubio inscindibile per questa nuova linea,
un ulteriore plus è dato dalla garanzia di una
produzione totalmente Made in Italy.
Royal infatti costituisce la naturale evoluzione
della filosofia di Ceramica Sant’Agostino che da
circa mezzo secolo vede l’azienda impegnata a
realizzare tutti i prodotti all’interno del territorio
italiano rimanendo sempre fedele ai propri valori
e tradizioni.
www.ceramicasantagostino.it
ÉLITIS
emozionale, visivo e tattile: ecco la filosofia della
società. Il motto potrebbe essere “concepire
prodotti molto attuali e avere sempre una tecnica
d’avanguardia”. E mentre il termine rivestimento
murale veniva associato alla tappezzeria, Elitis
gli ha attribuito connotati nobili cosi che i
muri acquisissero importanza. L’editore crea un
laboratorio di materiali murali in cui creatività
e prodezze tecniche conquistano nuovi territori.
Il lavoro artigianale delle paglie è sublimato,
reinventato. Il tessile e il tessuto non tessuto si
Un nuovo linguaggio per il
rivestimento murale, tra lusso,
bohême, esuberanza e saggezza.
Elitis, che quest’anno festeggia 25 anni di creazione
e inventiva, rivolge uno sguardo nuovo e disinibito
alla sua attività, facendo rimare il suo universo
decorativo con “stile di vita”. Le sue creazioni
di tessuti, carte da parati e rivestimenti murali
stupiscono e sono l’evento di ogni stagione.
Osare, innovare, inventare ogni volta un vocabolario
piegano, si goffrano, si increspano, si stagliano su
supporti colorati, metallizzati. Il lino si nobilita con
oro o argento. Il floccato assume nuove espressioni.
Gli inchiostri sono gonfiati e metallizzati. Una nuova
tecnica inedita ed eccezionale in jersey termo
lavorato applicato su spugna conferisce un volto
nuovo al rivestimento murale, e il 3D si sistema
negli spazi architettonici.
Con Elitis, i muri parlano.
www.elitis.fr
CP PARQUET
Antico Asolo 11millimetri Maxi
Grande formato, piccolo spessore. La forza di
due importanti spessori e la grazia dei nodi
armoniosamente distribuiti (rovere nodoso = misto
rustico + rusticone).
Il rovere nodoso crea un’elegante trama di nodi,
ordinati secondo natura ed equilibrio.
Magnifiche proporzioni donano stabilità e bellezza al
pavimento Antico Asolo 2 strati 11millimetri Maxi.
L’importante strato nobile di 4,5 mm, il grande
formato di 210 mm in larghezza, e fino a 2400 mm
in lunghezza, la pregiata essenza di Rovere Europeo
con nodi generosamente disposti, portano in primo
piano lo spirito autentico della natura e la genuina
energia della materia.
Antico Asolo 11millimetri Maxi è l’ideale per la
posa del parquet in condizioni di spessori ridotti, in
particolare nelle ristrutturazioni o in abbinamento ai
sistemi di riscaldamento a pavimento.
Antico Asolo 2 strati 11millimetri Maxi è realizzato
in elementi stratificati di latifoglie e conifere
con spessore 4,5 mm di legno nobile. Il ciclo di
produzione è svolto interamente negli stabilimenti
aziendali (stagionatura - essicazione - incollaggio
- maschiatura sui 4 lati).
L’utilizzo del supporto in multistrato di betulla ben
supporta lo spessore della cartella nobile e fa di
Antico Asolo 2 strati 11millimetri Maxi un prodotto di
grandi dimensioni estremamente stabile.
Qualitativamente
corrispondente alle Norme
www.performanceinlighting.com
Europee En 13489.
www.cpparquet.it
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
99
FOCUS
LA NUOVALINEA DI
ELETTRODOMESTICI
FIRMATI PATRICIA
URQUIOLA
BEKO ITALY
Viale del Ghisallo 20
20151 Milano
Tel. +39 02 96289922
www.bekoelettrodomestici.it
100
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Beko
“CAST”
Oltre a mantenere fede alla sua filosofia di sviluppare
per le generazioni future tecnologie sempre più innovative e sostenibili,
Beko si cimenta con nuovi standard in materia di progettazione grazie
alla collaborazione con Patricia Urquiola che, per la prima volta, si
dedica alla progettazione di elettrodomestici.
La designer ha raccolto la sfida di “vestire” le tecnologie Beko
mantenendone intatta la funzionalità ma, allo stesso tempo, di
amplificarne l’effetto visivo per rendere i prodotti ancora più appealing
agli occhi del consumatore finale.
Creare una linea che armonizzasse aspetti apparentemente
contraddittori: prestazioni tecniche e design accattivante. Il
risultato sono prodotti unici nel loro genere e lontani da qualsiasi
soluzione standardizzata, senza perdere in flessibità in modo da
garantirne l'uso quotidiano.
La speciale linea Beko “CAST" si compone di tre collezioni: cappe,
piani cottura e forni. Patricia Urquiola spiega ciò che ha portato
alla creazione di “CAST” per Beko: "Ho voluto sviluppare una linea
contemporanea, non sovra-progettata, non fredda, lontana da
soluzioni standardizzate ma flessibile, per essere utilizzata in mercati
diversi con una forte innovazione tecnica e con elevate prestazioni. La
filosofia che sta dietro questi prodotti concilia innovazione e tecnologia
con un comodo “vestito” che si adatta ad ogni situazione domestica e
che può essere utilizzato in diversi modi.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
101
FOCUS
Photos by courtesy of
GP PROGROUP
Esclusiva
qualità
artigianale
DOVE LA LUNGA ESPERIENZA
REALIZZATIVA E LA VELOCITÀ DI
INTERVENTO SI SPOSANO CON
L’ORIGINALITÀ DELLE SOLUZIONI.
GP PROGROUP
Loc. Bessiche 75
15070 Tagliolo Monferrato (AL)
Tel. +39 0143 882350
www.gpprogroup.com
102
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
GP PROGROUP nasce nel 1999 come
GP Soluzioni in Legno.
Attenzione ai dettagli, scelta accurata dei materiali e
“rispetto per il legno” sono i valori fondanti dell’azienda
creata da Giuseppe Piromalli, che pone le sue creazioni
al carrefour di arte, tecnica e passione. La grande
abilità manuale e la ricerca della perfezione hanno
reso GP PROGROUP punto di riferimento per coloro
che desiderano elementi di arredamento esclusivi.
Per questo motivo l’azienda viene scelta anche da
importanti studi di architettura e design. L’affermazione
sul mercato e la tipologia di soluzioni richieste dai
clienti hanno fatto crescere ed evolvere l’azienda che
risulta attualmente configurata in tre comparti:
PROJECT & DESIGN
È il ponte tra i desideri del cliente e la loro realizzazione.
Lo staff dei progettisti offre soluzioni personalizzate per
privati e organizzazioni, non solo per la realizzazione di
arredi bensì per la gestione completa del cantiere. Un
vasto raggio di azione abbraccia resort, ristoranti, hotel,
SPA, abitazioni private e uffici direzionali.
CONTRACT & SERVICE
Servizi “chiavi in mano” ad elevata qualità, con garanzia
del risultato e con un unico interlocutore. Gestione
di ogni tipo di impianto: termoidraulico, elettrico,
installazione domotica, opere edili, cartongessi,
rivestimenti con ogni tipo di materiale (legno, marmi,
ceramiche, resine). Maestranze dirette e partnership
con i migliori professionisti del settore danno possibilità
all’azienda di controllare cantieri su tutto il territorio
nazionale con rapidità, precisione e ordine.
SOLUZIONI IN LEGNO
Mater familie del Gruppo GP, si è aperta nel tempo
all’evoluzione e alla tecnologia senza perdere la
caratteristica di origine che ne ha fatto un’azienda di
successo: l’artigianalità.
Le nuove linee di produzione, il controllo dei tempi e il
controllo qualità della lavorazione sono caratteristiche
essenziali per poter soddisfare una clientela sempre
più esigente. Per questo la modernizzazione è stata
necessaria, come pure il dotarsi di un team di lavoro
con esperienze differenti, per poter gestire ogni tipo di
situazione: dalla coperta di una barca alla produzione
seriale di cabine per la spiaggia. Tuttavia, la passione
che contraddistingue “l’artigiano del legno” non è
andata persa, passione che è diventata l’elemento
distintivo di GP PROGROUP nel comparto nazionale.
La bravura dei falegnami specializzati, l’utilizzo di legni
masselli pregiati e l’impiego di materiali di qualità
assoluta distinguono le produzioni di GP.
La lunga esperienza realizzativa e la velocità di
intervento si sposano con l’originalità delle soluzioni.
Il “prodotto finito” è una composizione armonica di
materiali, abbinamento di forme e colori, illuminazione degli
ambienti, che non concorrono al semplice arredo bensì
a creare un’atmosfera unica per ogni circostanza dove gli
spazi - valorizzati al meglio - regalano emozioni positive e
creare luoghi accoglienti dove fa piacere stare e ritornare.
Il team è costantemente impegnato a inventare
soluzioni ad hoc misura per le più svariate esigenze,
assemblando al legno materiali diversi, come
plexiglass, vetro, acciaio, resine, ferro, dando vita a
combinazioni uniche.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
103
FOCUS
Incontro
tra
arte
e innovazione
PHILIPS ILLUMINA
IL MUSEO POLDI PEZZOLI
DI MILANO CON UN SISTEMA
D’AVANGUARDIA, STUDIATO AD
HOC E REALIZZATO CON INEDITA
TECNOLOGIA LED “TAILOR MADE”
PHILIPS S.P.A.
DIV. LIGHTING
Via G. Casati, 23
20900 Monza (Mb)
Tel. +39 039 2031
www.philips.it/illuminazione
104
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Dalla passione per la “luce
intelligente”, e la continua ricerca di soluzioni
innovative nasce il progetto di illuminazione
nell’ambito artistico-culturale che coinvolge il Museo
Poldi Pezzoli, storica Casa Museo situata nel cuore di
Milano, che gode, da oggi, di una nuova e sofisticata
regia luminosa. Questo progetto di riqualificazione
illuminotecnica è il frutto della sinergica
collaborazione tra lo studio Ferrara Palladino e
Associati, progettista e curatore dell’intervento, e
Philips, che ha messo in campo la sua esperienza
per lo sviluppo di soluzioni a LED d’avanguardia.
Philips, grazie alla strategica acquisizione di Ilti
Luce, società italiana leader nell’applicazione delle
tecnologie luminose LED per l’architettura in ambito
museale, è stata in grado di rispondere al meglio alle
specifiche esigenze espresse dal progetto e proprie
di una realizzazione sperimentale concepita con
l’obiettivo di valorizzare gli spazi e tesori del Museo.
L’intervento illuminotecnico e museografico è stato
infatti l’eccellente risultato di un progetto pilota,
caratterizzato interamente da soluzioni sviluppate “su
misura” e secondo nuovi canoni della progettazione
illuminotecnica. Il sistema d’avanguardia, studiato ad
hoc e realizzato con inedita tecnologia a LED in stile
“tailor made”, è stato prodotto per garantire appieno
il mantenimento dell’aura all’interno del museo e
una lettura accurata dei colori, offrendo così a tutti
gli amanti dell’arte una migliore interpretazione delle
opere e dell’architettura che fa loro da cornice.
Il Poldi Pezzoli è una delle più importanti case museo
in Europa ed espone tra le più raffinate collezioni
artistiche del XIX secolo. La dimora aristocratica del
nobile Gian Giacomo Poldi Pezzoli (1822 - 1879) è la
cornice di una eccezionale raccolta di dipinti italiani
del Rinascimento e anche di una collezione unica
di arti decorative. Nato con l’obiettivo di valorizzare
le testimonianze artistiche, l’intervento nel Museo
si traduce in un ambizioso progetto volto a creare
un equilibrio tra le necessità di una illuminazione
funzionale e la volontà di preservare l’atmosfera
unica che si respira all’interno delle sale. I proiettori
installati fanno rivivere le tele esposte che, illuminate
da un flusso lineare di luce sull’intera superficie
dell’opera in modo omogeneo, vengono valorizzate
da una resa cromatica calibrata in funzione delle
caratteristiche di ciascun dipinto e un corretto
contrasto di luce tra opere e sfondi architettonici. In
termini progettuali, ciò si traduce in un miglioramento
delle condizioni di conservazione dei dipinti stessi e
in una eccellente fruizione delle opere, superiore ai
risultati finora ottenuti con le tradizionali sorgenti
luminose. Da oggi, i dipinti della casa museo
Poldi Pezzoli torneranno a brillare di nuova luce,
elemento distintivo e fondamentale per rendere unica
l’esperienza delle opere d’arte dove forme e colori
riemergono con una grande forza espressiva.
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A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
105
DESIGN, CULTURA E SPERIMENTAZIONE PER FOSCARINI SPAZIO SOHO
REFERENCES
Edited by
Chiara Dadda
Dopo Milano, Foscarini apre un nuovo spazio a New York: non un semplice showroom ma un luogo improntato allo
spirito del brand, destinato ad entrare in dialogo con la città per raccontare storie, trasmettere emozioni e stimolare
la creatività. Inaugurata in occasione di ICCF 2013 e della New York Design week, la nuova “casa” di Foscarini sarà
aperta a tutti, puntando a diventare punto di riferimento non solo per gli appassionati di design ma per un pubblico
più ampio ed eterogeneo. Per Foscarini Spazio Soho è stato scelto un edificio storico in Greene Street, riprogettato
negli spazi interni da Ferruccio Laviani. “Da un lato abbiamo voluto trasmettere un messaggio strettamente legato
all'identità del brand, con installazioni e interventi artistici sempre diversi”, racconta il progettista, “dall'altro desideriamo consentire ai visitatori di entrare in contatto direttamente e immediatamente con i diversi modelli della collezione,
valorizzandone le diverse caratteristiche e personalità.” Per raggiungere questo secondo obiettivo, è stato pensato
per Foscarini Spazio Soho uno speciale sistema modulare fatto di “display cases” di diverse dimensioni liberamente
componibili, progettate per adattarsi alle mutevoli esigenze dello spazio. Anche nello spazio newyorkese, come in
quello milanese, si susseguiranno periodicamente installazioni site-specific: scenografie create per raccontare i valori
di Foscarini, interpretati di volta in volta da artisti e designer.
www.foscarini.com
ARTIGO PER IL CAMPUS LUIGI EINAUDI DI TORINO
Il Campus Luigi Einaudi è sorto nel settembre 2012 nel nuovo insediamento dell’area ex Italgas di Torino. A
firmare il progetto delle nuove facoltà di Giurisprudenza e Scienze Politiche dell’Università di Torino, 8 gruppi che
si sono aggiudicati la gara internazionale. Nel team spicca il nome di Sir Norman Foster che, con il suo studio,
si è occupato del progetto architettonico generale, il quale copre 45.000 mq di superficie e 14.000 mq di verde.
Il progetto, il cui investimento complessivo è di 135 milioni di Euro, è stato portato avanti all’insegna della sostenibilità ambientale: dalle pavimentazioni esterne foto-catalitiche alla copertura del tetto, ispirato ai criteri del solar
design, dall’integrazione fra illuminazione naturale e artificiale alle soluzioni progettuali adottate per gli impianti
tecnologici. Gli architetti hanno scelto il pavimento UNI 4 mm di Artigo in diversi colori per identificare le varie
aree, puntando alla pulizia estetica delle tinte unite. La fabbrica di Artigo è certificata secondo la norma ambientale ISO 14001 e l’intera copertura dei fabbricati industriali è rivestita di pannelli fotovoltaici (quasi 8.000 mq). Il
pavimento UNI vanta il certificato ambientale Blauer Engel e risponde ai requisiti della normativa tedesca AgBB
e dello schema California Section 01350 sull’emissione di composti volatili organici VOC, garantendo massima
sicurezza agli utilizzatori dei locali nei quali è installato.
www.artigo.com
106
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Tutte le soluzioni per
PROGETTARE _ COSTRUIRE _ RIQUALIFICARE
BIENNALITÀ _ SPECIALIZZAZIONE _ INTERNAZIONALITÀ
I saloni di MADE expo: Costruzioni e Cantiere | Involucro e Serramenti | Interni e Finiture | Software e Hardware | Energia e Impianti | Città e Paesaggio
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www.federlegnoarredo.it
+39 051 662013
A+D+M | MAGAZINE
| 46 624
| # 45 107
[email protected]
MADE expo
SUN
2-5 ottobre 2013 | Rho (Mi)
6-8 ottobre 2013 | Rimini
Al prossimo MADE expo grande attenzione al Salone
Interni e Finiture, un luogo in cui trovare l’intera gamma
dei prodotti per l’architettura degli interni. E con la nuova
edizione più spazio ai giovani talenti con InstantHouse @
School, il concorso dedicato agli studenti e neolaureati
in Architettura, Ingegneria ed Industrial Design, per
progettare una scuola dell’infanzia, che rifletta una
diversa modalità di percepire e conoscere il paesaggio,
l’ambiente e il territorio da parte dei bambini. La Terra
diventa Ceramica, Design, Architettura, Arte con MADE
4 CERAMICS, la novità assoluta di MADE expo 2013:
un’esposizione partecipativa in un intero padiglione,
con laboratori, workshop, conferenze, mostre per
presentare al pubblico le qualità del prodotto ceramico,
insegnare a sceglierlo, classificarlo, individuarne le
caratteristiche, suggerire utilizzi e applicazioni.
SUN, il Salone Internazionale dell’Esterno di Rimini
Fiera, che l’organizza in collaborazione con Fiere e
Comunicazioni, farà luce sulle innovative tendenze del
vivere all’aria aperta. 7 i percorsi espositivi: OUT_style,
GARDEN Sun, SUN_contract, SEA_style, URBAN_
style, SUNAQUAE e OUT_floor.
In contemporanea si svolgeranno GIOSUN, 28° Salone
Internazionale del giocattolo e dei giochi all’aria aperta
e la 5° edizione di CAMPING & VILLAGE SHOW, il
più grande e importante appuntamento italiano B2B
per campeggi e villaggi turistici con il patrocinio
dell'Associazione Mondo del Campeggio.
1500 business meeting, anticipazioni sulle tendenze
e innovazioni proposte dalle più importanti realtà
dell’Outdoor design & living, convegni, contest e
workshop animeranno la manifestazione.
www.madeexpo.it
www.sungiosun.it
SAIE
HOST
BATIMAT
16-19 ottobre 2013 | Bologna
18-22 ottobre 2013 | Rho (Mi)
4-8 novembre 2013 | Paris Nord Villepinte (France)
Con il nuovo SAIE, BolognaFiere ha voluto realizzare
e offrire una vera nuova piattaforma fieristica per il
mondo del costruire italiano, per le imprese, i tecnici, gli
esperti, i professionisti, i progettisti dei cantieri di edifici
e infrastrutture. Una formula espositiva più grande
che comprendesse il tema del costruire infrastrutture
per il territorio, nel nuovo ambiente urbano che deve
realizzarsi ed è già al centro di tutti i programmi di
innovazione europei ed internazionali delle grandi reti
per le città del futuro. Con quest’ottica è stato deciso
di realizzare in questa edizione, assieme al nuovo
SAIE, le manifestazioni SMART CITY EXHIBITION,
EXPOTUNNEL e AMBIENTE&LAVORO, creando
un’unica grande piattaforma espositiva dedicata a tutti i
temi che riguardano l’edilizia del futuro.
Il Salone internazionale dell’ospitalità professionale,
leader mondiale nel settore Ho.Re.Ca. e Retail, nel 2013
diventa un vero osservatorio delle tendenze e delle
evoluzioni del mercato e una piattaforma di business
globale. A partire dalla rivoluzione che stanno vivendo
i punti di consumo (PDC), tra format originali, nuove
tendenze lifestyle, innovazione tecnologica e crescente
centralità del design. Nell’edizione 2013 la capacità di
Host di fare innovazione in tutti gli ambiti si esprime
in modo particolare nella grande attenzione ai nuovi
format. Oggi più che mai, in un mercato in continua
evoluzione, è fondamentale per gli operatori sviluppare
format nel retail che rispondano in modo efficace alle
nuove esigenze dei consumatori, valorizzando sia la
tecnologia, sia i layout e le strategie di marketing e
vendita.
I tre saloni leader dell’edilizia, Batimat, Interclima+Elec
e Ideo Bain si riuniscono per creare un evento unico
al mondo per dimensione e completezza nell’universo dell’edilizia e dell’architettura. BATIMAT IN SITU,
presenterà 50 edifici parigini, selezionati per la loro
innovazione costruttiva, architettonica, ecologica, tecnologica e di finitura, che illustrano la modernità dei
«Cambiamenti Urbani». BATIMAT OFF, proporrà una
guida e dei percorsi di visita dei 50 edifici BATIMAT
IN SITU, oltre che degli showroom degli espositori. Il
Congresso Architettura & Città accoglierà 30 architetti leader internazionali che presenteranno i loro
progetti più interessanti per lo sviluppo sostenibile.
Zoom Touch, nell’ambito del padiglione ZOOM, sarà un
laboratorio delle nuove materie per le finiture d’interni. Zoom Lounge, il luogo d’accoglienza dedicato agli
architetti.
www.saie.bolognafiere.it
www.host.fieramilano.it
www.batimat.com
AGENDA
108
A+D+M
A+D+M| MAGAZINE
MAGAZINE| 2013
2013| # 45
andy fluon
PARTYTIME
acrilicofluo su tela cm. 150 x 100
anno 2008
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
109
MEMO
Photos by courtesy of
Marmomacc
Marmomacc
La 48a edizione
in programma
da mercoledì
25 a sabato 28
settembre, a
Veronafiere
Leader mondiale
per la promozione
del marmo made in Italy
sul mercato globale
Da mercoledì 25 a sabato 28 settembre,
ritorna alla Fiera di Verona la manifestazione
di riferimento per tutti gli operatori del comparto lapideo
che, proprio in Marmomacc, trova la sua massima
espressione. Dall’estrazione alla finitura delle superfici, dalle
tecnologie di lavorazione fino ai molteplici utilizzi nel campo
delle costruzioni, dell’architettura e del contract, senza
dimenticare didattica e formazione degli specialisti: ogni
settore è rappresentato a Marmomacc, con la pietra sempre
protagonista assoluta. Un’edizione sempre più internazionale
sul fronte del business e che conferma la centralità della
cultura del prodotto.
Marmomacc è la fiera leader mondiale, con oltre 1.400
espositori di cui il 60% esteri da quasi 60 nazioni e 55mila
operatori specializzati attesi da oltre 130 Paesi.
Uno dei motivi del successo di Marmomacc sta nella scelta
di coniugare il business al design e alla cultura del prodotto,
facendo della manifestazione anche uno dei più importanti
momenti di confronto, innovazione e formazione per aziende
e professionisti che lavorano con la pietra.
110
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Il design è riconosciuto come valore aggiunto universale per
ogni produzione made in Italy. Per questo Marmomacc ha
deciso di puntare su questo vantaggio competitivo, unico e
non riproducibile, anche nel sistema-marmo.
Alla cultura viene dedicato un intero padiglione, Inside
Marmomacc con un ricco programma di convegni,
laboratori, mostre e installazioni per approfondire gli utilizzi
creativi della pietra naturale, con un focus particolare su
Marmomacc&Design - La pietra fluida, un progetto che
coinvolge giovani progettisti under 30 chiamati a interpretare
la pietra in modo innovativo e originale anche attraverso
i nuovi linguaggi della comunicazione. Tra le numerose
iniziative in programma, la XIII edizione dell’International
Award Architecture in Stone, il Forum del Marmo, il Best
Communicator Award, Marmomacc Lab e Marmomacc
& the City. Infine, sono riservati ad architetti, ingegneri e
designer, gli incontri didattici di Stone Academy, progetto di
cui Marmomacc è capofila e che coinvolge 17 tra università
italiane e internazionali nella realizzazione di seminari e
master di secondo livello sulla progettazione in pietra.
GLI APPUNTAMENTI CULTURALI
Marmomacc non è solo business: attraverso focus, mostre e
convegni la manifestazione permette di scoprire applicazioni
d’eccellenza per pietre e marmi, confermandosi il più
qualificato laboratorio culturale delle tendenze nel mondo
dell’architettura e del design. L’attività di Marmomacc nel
campo della ricerca e sperimentazione con la pietra naturale
è ormai un punto di riferimento per esperti di settore, buyer
e visitatori grazie alle iniziative di Marmomacc & Design
che quest’anno ha deciso di puntare su giovani architetti e
designer emergenti.
Inside Marmomacc
Anche per la 48^ edizione di Marmomacc il padiglione
7B si trasforma in Inside Marmomacc, cuore pulsante
della cultura e della formazione nel settore litico. Un fitto
programma di mostre, sperimentazioni di design, esperienze
didattiche e incontri formativi accompagna i visitatori dando
loro l'opportunità di dialogare su diverse tematiche legate al
mondo della pietra.
Numerose le mostre che rappresentano l'impegno delle
aziende nella ricerca di progetti innovativi e nell’uso creativo
dei materiali lapidei, anche in collaborazione con affermati
architetti o designer.
Tra queste “Bathing in light”, esposizione che presenta il
marmo turco tra acqua e luce, mentre con “La Pietra Fluida”,
giovani progettisti under 30 raccontano utilizzi innovativi
della pietra attraverso contaminazioni grafiche e nuove
tecnologie multimediali. Inside Marmomacc raccoglierà una
vasta sezione didattica con progetti, proposte e prototipazioni
provenienti da diverse facoltà di architettura italiane ed estere.
Il Forum del Marmo, sede di convegni, conferenze, lectio
magistralis e seminari, continua ad essere il punto d'incontro
privilegiato tra architetti e designer, professionisti del settore,
studenti e professori, tecnici e ingegneri che qui hanno
la possibilità di approfondire svariate tematiche legate al
prodotto lapideo.
La XIII edizione dell’International Award Architecture in
Stone raccoglie invece cinque opere in pietra contemporanee
premiate da una giuria internazionale e documentate con
disegni, foto, plastici e video. Ottava edizione, poi, per il Best
Communicator Award che premia le aziende espositrici che
meglio comunicano le potenzialità del marmo e della pietra
attraverso l’allestimento dei propri stand. Marmomacc
Lab, invece, insegna ad apprezzare le qualità della
pietra solo attraverso il tocco della mano, grazie ad un
laboratorio sensoriale ed emozionale creato insieme al
Centro Servizi Marmo. Con Marmomacc & the City, infine,
in occasione della fiera e fino alla fine di ottobre, le aziende
espongono le proprie opere lapidee nelle più suggestive
piazze veronesi: un evento in collaborazione con l’Ordine
degli Architetti di Verona e il Comune di Verona.cnologia
utilizzata nell’edilizia grazie alla progettazione in 3D.
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La pietra fluida: installazione di Andrea Gross Gaiani e Giulia Regalini per il Consorzio Marmisti Chiampo
Centro Visitatori del Castello di Heidelberg, Max Dudler - International Award Architecture in Stone ©Stefan Müller
Bathing in light - Liquid Marble, design Mathieu Lehanneur, Inside Marmomacc 2013
Barsi Marmi, Marmomacc&the City 2013
A+D+M | MAGAZINE | 2013 | # 45
111
INDIRIZZI
MADE Eventi
Beko Italy
Viale del Ghisallo 20
20151 Milano
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www.bekoelettrodomestici.it
Confindustria Ceramica
Viale Monte Santo 40
41049 Sassuolo (MO)
Tel. +39 0536 818111
www.confindustriaceramica.it
Foro Buonaparte 65
20121 Milano
Tel. +39 02 806041
www.madeexpo.it
MATREC - EcoMaterials Library
Via Luigi Arnaldo Vassallo, 43 – int.20
00159 Roma
Tel. +39 06 4440286
www.matrec.com
Mitsubishi Electric Europe
EMBT Miralles Tagliabue Arquitectes Associats
Passatge de la Pau 10 bis Pral.
08002 Barcelona, Spain
Tel. +34 93 412 53 42
www.mirallestagliabue.com
Andrea Maffei Architects
via Brera 9
20121 Milano
Tel. +39 02 87386348
www.amarchitects.com
Via Rosset 2
31017 Crespano del Grappa (Tv)
Tel. +39 0423 53305
www.cpparquet.it
Centro Direzionale Colleoni
Viale Colleoni 7
20864 Agrate Brianza (Mb)
Tel. +39 039 60531
www.mitsubishielectric.it
Andy Fluon
Via Montegrappa 4b
20052 Monza (Mb)
Tel. +39 039 2005973
www.fluon.it
Élitis
Performance in Lighting
Claudio Silvestrin Architects
Unit D, Bankstock building
44 De Beauvoir crescent
London N1 5SB
United Kingdom
Tel. +44 (0)20 72419540
www.claudiosilvestrin.com
CP Parquet
Via Savona, 97
20144 Milano
Tel. +39 02 42296677
www.elitis.fr
Viale del Lavoro, 9/11
37030 Colognola ai Colli (Vr)
Tel. +39 045 6159211
www.performanceinlighting.com
Fiere e Comunicazioni
Philips - Div. Lighting
Corso Sempione 33
20145 Milano
Tel. +39 02 86451078
www.fierecom.it
Via G. Casati, 23
20052 Monza (Mb)
Tel. +39 039 2031
www.philips.it/illuminazione
GP Progroup
POLI.design
Loc. Bessiche 75
15070 Tagliolo Monferrato (AL)
Tel. +39 0143 882350
www.gpprogroup.com
Icas
S.S. 415 km. 28,650
26010 Vaiano Cremasco (Cr)
Tel. +39 0373 278045
www.icas.it
Jacuzzi Europe
S.S. Pontebbana Km. 97.200
33098 Valvasone (Pn)
Tel. +39 0434 859111
www.jacuzzi.eu
Lorenzo Palmeri
Via Tacito 6
20137 Milano
Tel. +39 0287383200
www.lorenzopalmeri.it
RiminiFiera
Pierandrei Associati
Via Giovanni Bellezza 7
20136 Milano
Tel. +39 02 58319844
www.pierandreiassociati.it
Via Emilia 155
47921 Rimini
Tel. +39 0541 744111
www.riminifiera.it
Saloni Internazionali Francesi
Via Caradosso 10
20123 Milano
Tel. +39 4343531
www.salonifrancesi.com
Via della Dogaia
51039 Quarrata
(Loc. Piuvica) Pistoia
Tel. +39 0573 79701
www.vannuccipiante.it
Errata corrige
In A+D+M #43, nell'articolo “Eco-innovazione dei materiali:
il bambù”, le immagini a pag. 89 sono da attribuire come
“Courtesy of Kirei" www.kireiusa.com
In A+D+M # 43, in the article "Eco-innovation of materials:
the bamboo", pictures on p. 89 are to be allocated as
"Courtesy of Kirei" www.kireiusa.com
A+D+M | MAGAZINE | 2013| # 45
Goring&Straja Studio
Via Friuli 65
20135 Milano
Tel. +39 02 78622050
www.gasarchitects.com
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Via Durando, 38/a
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Si ringraziano:
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elevate caratteristiche tecnologiche, che risponde a tutte le nuove esigenze del negozio moderno: funzionalità, adattabilità e flessibilità espositiva. AXON A è un sistema
autoportante ad esposizione lineare orizzontale, la sua estrema flessibilità grazie alla
struttura interna in metallo permette di realizzare angoli con diverse gradazioni e
garantisce una rapidissima esecuzione del montaggio. La canalizzazione degli impianti, le gondole, le scalette espositive, la possibilità di inserire cassonetti luminosi
e l’assenza di mensole per i ripiani danno all’intera struttura un’immagine elegante e
minimalista, il design razionale dona il massimo risalto ai prodotti esposti. Completano
il programma AXON A una serie di accessori che permettono di ottimizzare il sistema
anche sotto il profilo del merchandising.
O p t i c a Ta x i s
ICAS S.R.L. S.S. 415 Km 28,650 26010
Vaiano Cremasco (Cremona) Italy
Tel. +39 0373 278045 Fax +39 0373 278107
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