La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche L a mucosite del cavo orale rappresenta una complicanza grave e di frequente osservazione nel corso di diversi trattamenti (radioterapia, chemioterapia) per patologie neoplastiche. L’insorgenza di questa complicanza può interferire sensibilmente con la gestione clinica del paziente oncologico, richiedendo la necessità di interventi di supporto intensivi, quali una terapia antalgica per via endovenosa e/o di una nutrizione per via enterale o parenterale. Ha un notevole impatto sulla qualità di vita del paziente ed è una causa frequente di sospensione o ritardo del trattamento oncologico che costituisce a tutt’oggi un problema di difficile risoluzione. Agenzia Merqurio Editore s.r.l. 800.014.863 Pasquale Niscola Andrea Tendas Vitaliana De Sanctis Dorothy Keefe La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 3 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche Pasquale Niscola, Andrea Tendas, Vitaliana De Sanctis*, Dorothy Keefe**. Unità Operativa di Ematologia, Ospedale S. Eugenio, *Dipartimento Medico-Chirurgico di Scienze Cliniche, Tecnobiomediche e Medicina Traslazionale, Università degli Studi di Roma “La Sapienza”, Roma (Italia), **Dipartimento di Medicina, Università di Adelaide, Adelaide (Australia), presidente MASCC (Multinational Association of Supportive Care in Cancer). La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 5 1. Introduzione L a mucosite del cavo orale rappresenta una complicanza grave e di frequente osservazione nel corso di diversi trattamenti (radioterapia, chemioterapia) per patologie neoplastiche. L’insorgenza di questa complicanza può interferire sensibilmente con la gestione clinica del paziente oncologico, richiedendo la necessità di interventi di supporto intensivi, quali una terapia antalgica per via endovenosa e/o di una nutrizione per via enterale o parenterale. Notevole, inoltre, può essere l’incidenza nel paziente con mucosite orale di gravi complicanze infettive. La complessità e la gravità del quadro delle complicanze osservate nel paziente con mucosite orale può determinare un’interruzione del programma terapeutico e la necessità di una riduzione dei dosaggi e/o dell’intensità della dose della chemio e della radioterapia. Oltre alla possibile compromissione del risultato terapeutico, la mucosite orale determina un prolungamento dell’ospedalizzazione e, in generale, un importante incremento dei costi assistenziali. La prevenzione ed il trattamento della mucosite orale nella pratica clinica risultano a tutt’oggi non soddisfacenti e limitati al solo supporto nutrizionale ed alla gestione delle complicanze. Negli ultimi anni, tuttavia, i progressi nella conoscenza dei meccanismi fisiopatogenetici della mucosite hanno aperto una nuova fase che potrebbe preludere all’applicazione su larga scala di nuovi approcci terapeutici mirati e finalmente efficaci. 6 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 2. Fisiopatogenesi delle mucositi L a mucosa orale costituisce una struttura biologica complessa ed è formata da un epitelio stratificato squamoso, privo di cheratina, e da una sottomucosa che contiene vasi sanguigni, terminazioni nervose, cellule dell’infiammazione ed una matrice extracellulare. Il rinnovamento della superficie epiteliale avviene ogni 7-14 giorni ed è assicurato dalla proliferazione delle cellule basali, la cui capacità riproduttiva è compromessa dall’effetto citotossico del trattamento antineoplastico. Il danno all’integrità e la perdita della continuità delle mucose del cavo orofaringeo si produce attraverso una serie di eventi sequenziali schematizzati in cinque distinte fasi (Figura 1) caratterizzate da modificazioni molecolari e da una reazione infiammatoria con atrofia ed ulcerazione della barriera mucosa. Avvio Upregulation Signalling e e generazione amplificazione di messaggi Ulcerazione Guarigione RADIOTERAPIA Microbi Danno al DNA Messaggeri Apoptosi Infezione Rigenerazione CHEMIOTERAPIA Figura 1. Le cinque fasi della mucosite. 3. Diagnosi e valutazione delle mucositi P er la valutazione e la misurazione della mucosite orale sono stati utilizzati diversi strumenti, alcunI dei quali validati (Tabella 1), anche se la loro standardizzazione rappre- senta ancora un problema aperto. La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 7 La scala WHO (World Health Organization; OMS Organizzazione Mondiale della Sanità) è uno strumento di valutazione, ampiamente utilizzato nella pratica clinica, che utilizza criteri legati alle alterazioni macroscopiche visibili obiettivamente a livello del cavo orale insieme al grado di compromissione funzionale della deglutizione e dell’alimentazione. La scala RTOG (Radiation Therapy Oncology Group) è utilizzata in radioterapia oncologica; il danno alla barriera mucosale del cavo orale è valutato attraverso il rilievo e l’entità di lesioni caratteristiche (eritema ed ulcerazioni) WHO RTOG 0 Nessun segno o sintomo Nessun segno o sintomo 1 2 Irritazione Eritema, ± eritema ulcere; può deglutire cibi solidi Eritema della mucosa Placche e aree di lesione di estensione 3 4 Eritema Non può esteso, deglutire ulcere; cibi solidi non può né liquidi deglutire cibi solidi Aree di Necrosi o lesione ulcerazioni confluenti profonde ± >1,5 cm sanguinamento 0 1 2 Nessun Aumento di Mucosa di cambia- intensità del color sanEritema mento del colorito del- gue vivo colorito del- la mucosa la mucosa + OMAS 0 1 2 3 Ulcerazio- Non lesioni Superficie Superficie Superficie ni/pseudodelle lesioni delle lesioni di lesione superiore membrane inferiori a superiori a 1 cm2 a 3 cm2 1 cm2 e pari o inferiori a 3 cm2 = La valutazione complessiva della mucosite secondo lo schema OMAS è espressa sommando i punteggi (da 0 a 5) relativi al grado eritema, delle ulcere e delle pseudomembrane in determinate regioni del cavo orale. Tabella 1. Scale di misurazione della mucosite del cavo orale (WHO: World Health Organization; RTOG: Radiation Therapy Oncology Group; OMAS: Oral Mucositis Assessment Scale). 8 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche indotte dalla radioterapia. La scala OMAS (Oral Mucositis Assessment Scale) è stata disegnata e validata per i trials clinici ed è pertanto il riferimento più specifico e sensibile per la valutazione della mucosite orale. Questo strumento fa riferimento ad aspetti di obiettività specifica e di tipo morfologico. La severità della mucosite orale è distinta in 5 diversi gradi che, in diversi studi, correlano significativamente con il quadro sintomatologico, con il consumo di analgesici, con il numero dei giorni di febbre e con la durata del ricovero ospedaliero. Un aspetto critico fondamentale è la corretta e frequente valutazione del dolore con l’impiego di strumenti validati (Figura 2). Quanto è severo il suo dolore oggi? Tracci un segno verticale sulla linea di sotto per indicare l’intensità del suo dolore oggi. Il peggior dolore immaginabile Nessun dolore Quanto è severo il suo dolore oggi? Tracci una “X” sulla linea di sotto al numero che meglio rappresenta l’intensità del suo dolore oggi. Il peggior dolore immaginabile Nessun dolore 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 Quanto è severo il suo dolore oggi? Tracci una “X” sulla faccetta che meglio esprime il suo dolore oggi. Figura 2. Scale del dolore (VAS: Visual Analogic Scale; NRS: Numerical Rating System; Scala delle Faccette). La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 9 4. Aspetti patologici e conseguenze cliniche delle mucositi I l quadro clinico della mucosite orale è caratterizzato dalla sovrapposizione di segni e sintomi locali (eritema, ulcerazione, dolore, compromissione funzionale della masticazione, della deglutizione e della fonazione) dovuti alle lesioni locali e da riflessi di ordine generale legati alla sepsi e ad effetti infiammatori sistemici. Nei pazienti trattati con chemioterapia, i sintomi a carico del cavo orale si sviluppano tipicamente dopo 5-8 giorni dalla somministrazione e tendono ad attenuarsi fino alla piena risoluzione in 7-14 giorni. Le lesioni interessano principalmente le aree non cheratinizzate che divengono suscettibili alla penetrazione di germi (le foto da 1 a 5 riproducono esempi di mucosite di differente grado). Nei pazienti sottoposti a radioterapia lo sviluppo della mucosite orale è correlato alla dose ed al regime di frazionamento; le prime manifestazioni si osservano a partire da una dose cumulativa di 15 Gy. 5. Diagnosi differenziale. A lcune patologie del cavo orale e del faringe possono avere caratteri clinici simili a quelli della mucosite del cavo orale, in modo particolare le infezioni erpetiche e da can- dida nonché la malattia del trapianto verso l’ospite (graft versus host disease, GVHD). Le foto da 6 a 8 riproducono esempi delle principali affezioni da porre in diagnosi differenziale con la mucosite del cavo orale. 10 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 6. I fattori di rischio associati allo sviluppo di mucosite orale. D iversi fattori predisponenti o associati allo sviluppo di mucosite orale sono stati descritti in letteratura, benché ad oggi non sia stato possibile formulare un mo- dello predittivo validato ed utile all’identificazione del paziente a rischio prima dell’inizio di un trattamento antineoplastico. La radioterapia sulla regione testa collo o in forma di irradiazione corporea totale (total body irradiation, TBI) come condizionamento al trapianto di cellule staminali, e la chemioterapia, quest’ultima soprattutto quando somministrata ad alte dosi, rappresentano i maggiori fattori di rischio per lo sviluppo di mucosite orale. Cicli ripetuti di chemioterapia e la sua associazione con la radioterapia ne aumentano l’incidenza e la gravità delle manifestazioni. Tuttavia, fra i pazienti sottoposti allo stesso schema di trattamento, la suscettibilità a sviluppare questa complicanza può presentare marcate variazioni soggettive legate a fattori individuali, quali il diverso corredo di attività geniche specifiche che regolano il metabolismo, l’assorbimento, la distribuzione e l’eliminazione dell’agente antineoplastico. Altri importanti fattori di rischio di mucosite orale sono rappresentati dallo stato nutrizionale del paziente, dalla presenza di comorbidità, come la xerostomia e le infezioni, da una scarsa igiene orale, da un prolungato trattamento steroideo e da una ridotta funzionalità renale. Inoltre, un ruolo predisponente al suo sviluppo potrebbe essere rappresentato da fattori individuali non modificabili, come l’età, la razza ed il sesso, anche se l’entità e La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 11 l’esatto meccanismo di influenza di queste variabili non è stato stabilito con esattezza. 7. Mucosite orale nel trattamento delle neoplasie ematologiche e nel trapianto di cellule staminali emopoietiche N elle strategie di trattamento delle neoplasie ematologiche si sono registrati notevoli progressi nelle ultime decadi. Impressionanti sono stati i miglioramenti della terapia di supporto. In particolare, lo sviluppo di fattori di crescita eritropoietici e, soprattutto, granulocipoietici, e la loro adozione su larga scala nella pratica clinica ha ridotto le complicanze da mielotossicità consentendo tempi più rapidi di recupero emopoietico dopo l’applicazione di un ciclo di trattamento. L’introduzione recente di fattori di crescita per le piastrine potrebbe consentire una ulteriore semplificazione della gestione della mielotossicità ed una ottimizzazione delle dosi di trattamento. Da questo quadro emerge come la mucosite orale rappresenti attualmente la principale tossicità che limita la piena applicazione di un trattamento neoplastico e l’aumento dell’intensità di dose che potenzialmente potrebbe migliorare la prognosi di diverse neoplasie ematologiche. L’epidemiologia della mucosite orale da chemioterapia standard o ad alte dosi è stata oggetto di uno scarso numero di studi specificamente rivolti all’analisi di questo aspetto (Tabelle 2 e 3 alla pagina seguente). Nelle procedure trapiantologiche, l’incidenza di mucosite orale varia in base al regime di condizionamento ed è in sostanza osservabile nella totalità dei casi quando 12 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche è utilizzata la TBI. Nel caso di pazienti sottoposti a Trapianto di Cellule Staminali Emopoietiche (TCSE) autologo, una diagnosi di linfoma non Hodgkin (LNH), la radioterapia come regime di condizionamento, il sesso femminile e l’utilizzo dell’etoposide nella mobilizzazione delle cellule staminali sono risultati associati ad una maggiore incidenza e severità della mucosite orale. Nell’ambito del TCSE allogenico, un indice di massa corporea superiore a 25, l’uso del metotressato nella profilassi della GVHD sono stati identificati come fattori predisponenti di maggior peso. Una minore incidenza e gravità della mucosite orale è riportata nei pazienti sottoposti a TCSE allogenico non mieloablativo. PROTOCOLLO LINFOMA NON HODGKIN CHOP R-CHOP MACOP-B LINFOMA DI HODGKIN ABVD Regimi ibridi di polichemioterapia LEUCEMIA ACUTA MIELOIDE 3+7 e simili FLAG FLAG-idarubicina AIDA (leucemia promielocitica) Rischio di mucosite (qualunque grado) % Rischio di mucosite grado 3 o 4 % 31 7-27 30 2 3 NR 3 8 NR NR 10-15 50 70 10 NR NR NR NR CHOP: ciclofosfamide, doxorubicina, vincristina, prednisone; R-CHOP: Rituximab + CHOP; MACOP-B: Metotrexate, doxorubicina, ciclofosfamide, vincristina, prednisone, bleomicina; ABVD: doxorubicina, bleomicina, vinblastina, dacarbazina; 3+7: daunorubicina, citara bina in infusione continua; FLAG: fludarabina, citarabine ad alte dosi, G-CSF; AIDA: acido retinoico, idarubicina; NR: non riportato. Tabella 2. Incidenza di mucosite associata all’uso dei principali schemi di trattamento per neoplasie ematologiche. La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche PROTOCOLLO CEB BEAM ICE Idarubicina con busulfano orale Idarubicina con busulfano endovena Busulfano + Ciclofosfamide Irradiazione Totale Corporea + Ciclofosfamide Irradiazione Totale Corporea + Melfalan (>140 mg/m2) Melfalan 200 mg/m2 Melfalan 100 mg/m2 13 Rischio di mucosite (qualunque grado) % Rischio di mucosite grado 3 o 4 % 79 74 NR NR NR 96 100 NR NR 23 74 7-42 9 82 12 NR 31 51 12-46 Rara CEB: ciclofosfamide, etoposide, carmustina; BEAM: carmustina, etoposide, citara bina, melfalan (140 mg/2); ICE: ifosfamide, carboplatino, etoposide ; NR: non riportato. Tabella 3. Incidenza di mucosite orale associata all’uso dei principali regimi di condizionamento per trapianto di cellule staminali emopoietiche. 8. Mucosite orale da chemioterapie per tumori solidi L a mucosite orale può rappresentare una complicanza importante nel trattamento di diverse neoplasie solide, in particolare quando siano impiegati alcuni chemioterapici, quali l’etoposide, il metotressato, il 5-fluoruracile, il cisplatino, la citarabina, l’irinotecan, il paclitaxel e la dacarbazina. L’incidenza maggiore di mucosite orale si riscontra nei pazienti trattati con 5-fluorouracile, soprattutto quando questo agente è somministrato per infusione continua. La tabella 4 descrive l’incidenza della mucosite orale riportata fra i soggetti trattati con i principali protocolli chemioterapici utilizzati per i tumori solidi. 14 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche PROTOCOLLO Rischio di mucosite grado 3o4 % MAMMELLA A-T-C: Doxorubicina, taxane, e ciclofosfamide (somministrato sequenzialmente) AC-T Doxorubicina, ciclofosfamide, e taxane (somministrato sequenzialmente) A-CT Doxorubicina, ciclofosfamide, e taxane (somministrati sequenzialmente) A-T: Doxorubicina e taxane (somministrato sequenzialmente) AT: Doxorubicina e taxane FAC (settimanale): 5-FU, doxorubicina, e ciclofosfamide AC (settimanale): Doxorubicina and ciclofosfamide Taxolo (paclitaxel) (settimanale) TAC: docetaxel, doxorubicina, e ciclofosfamide 2,29 2,80 5,26 4,17 8,33 3,33 13,64 2,87 4,92 POLMONE Platino e paclitaxel Platino e paclitaxel (basso dosaggio) Platino e docetaxel Platino, paclitaxel, e altro Platino, docetaxel, e altro Gemcitabina e platino Gemcitabina e paclitaxel Gemcitabine e vinorelbina Vinorelbina e paclitaxel Vinorelbina e platino 0,49 1,02 1,32 1,48 7 0,60 1,08 ,84 1,0 0,75 0,29 0,25 COLON FOLFOX: 5-FU, leucovorin, and oxaliplatin FOLFIRI: 5-FU, leucovorin and irinotecan IROX: Irinotecan and oxaliplatin 1,35 4,43 1,48 Tabella 4. Rischio di mucosite dei principali protocolli chemioterapici per neoplasia solida. 9. Mucosite orale in radioterapia L a mucosite orale rappresenta un effetto collaterale inevitabile dell’irradiazione dei tumori del testa-collo, comparendo virtualmente in tutti i pazienti, rappresentando la più limitante ed invalidante tossicità acuta nel paziente radiotrattato per tumore del testa-collo. Il trattamento radioterapico standard La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 15 prevede un frazionamento convenzionale (180-200 cGy al giorno) per 5 giorni a settimana per una durata complessiva che varia dalle 5 alle 7 settimane (dose totale 66-74 Gy), spesso associato a chemioterapia (cisplatino-based). Nell’ultima decade, sempre più frequente è l’utilizzo di frazionamenti non convenzionali (iperfrazionati e/o accelerati) ± chemioterapia, erogati con radioterapia ad intensità modulata con l’obiettivo di migliorare il controllo locale in questo setting di pazienti. Gli studi mostrano un’incidenza di mucosite orale di grado G3-G4 compresa tra il 56% e l’85% ed il suo sviluppo è correlato alle caratteristiche del paziente, alle modalità di trattamento ed alla sede del tumore. L’incidenza è elevata soprattutto in pazienti con tumori primari localizzati nella cavità orale, nell’orofaringe o nel rinofaringe, ma tali differenze sono piuttosto da attribuirsi alla più frequente presentazione della neoplasia in stadi avanzati in questi subset di pazienti rispetto ad altre localizzazioni nel testa-collo. L’incidenza della mucosite è, inoltre, aumentata in pazienti che ricevono anche una chemioterapia concomitante ed una radioterapia con frazionamento non convenzionale. L’utilizzo della radioterapia ad intensità modulata sebbene correli con una diminuzione dell’incidenza della xerostomia, dovuta alla riduzione della dose di radioterapia alla/e parotide/i, non sembra ridurre in maniera sostanziale l’incidenza della mucosite radioindotta. Oltre alla mucosite orale, il trattamento radioterapico presenta diverse altre complicanze, tra cui la xerostomia e la disfagia, correlate alla complessità anatomica ed al ruolo funzionale delle strutture presenti nel distretto testa-collo. La mucosite orale si manifesta con lesioni eritematose ed ulcerative di vario grado; tali alterazioni (eritema) iniziano a manifestarsi 16 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche a partire da una dose cumulativa di 15 Gy fino al raggiungimento di quadri clinici francamente ulcerativi e necrotici, che impongono la sospensione temporanea (in qualche caso definitiva) del trattamento radioterapico. La mucosite radio indotta può persistere anche per settimane o mesi dopo il termine del trattamento radioterapico. Tale quadro clinico può ulteriormente complicarsi per il sopraggiungere di sovrainfezioni virali o fungine. Inoltre, l’impatto della disfagia può essere tanto rilevante da richiedere l’ospedalizzazione del paziente per la necessità di una nutrizione artificiale. La mucosite orale costituisce quindi una complicanza invalidante e di notevole impatto sulla qualità di vita del paziente, oltre che una causa di frequente interruzione del trattamento e del suo eventuale insuccesso. 10. Prevenzione delle mucositi I risultati nella prevenzione delle mucosite orale con i presidi tradizionali sono largamente insufficienti. In particolare, non sono disponibili evidenze di riferimento assoluto applicabili per la riduzione del rischio di mucosite orale per tutti i pazienti, anche se per diversi agenti è stata riportata un’efficacia almeno parziale. La tabella 5 riporta le misure più significative applicabili al paziente in trattamento antineoplastico con il livello di eviden- za a supporto del relativo grado di raccomandazione. Le misure principali, universalmente riconosciute, consistono nell’educazione dei pazienti ad una corretta igiene orale. I controlli odontoiatrici frequenti ed una bonifica dentaria prima dell’avvio del trattamento antineoplastico possono consentire una riduzione La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 17 dell’impatto della flora microbica orale, con riduzione del rischio di carie, gengiviti ed infezioni dei tessuti molli, che possono determinare gravi conseguenze sistemiche nella successiva fase della mucosite orale. Nei pazienti trattati con alte dosi di melphalan, la crioterapia orale si è rivelata molto efficace e rappresenta una pratica raccomandata. Benefici significativi in termini di riduzione della gravità della mucosite orale e del dolore correlato sono stati riportati con l’applicazione della terapia laser a bassa intensità; tale procedura è tuttavia praticabile solo in pochi centri specializzati. Il palifermin, un fattore di crescita ricombinante per i cheratinociti, è uno dei primi farmaci ad azione biologica mirata che ha dimostrato un’efficacia nella prevenzione della mucosite orale. In uno studio su pazienti trapiantati sottoposti a ciclo di condizionamento con TBI questo farmaco ha determinato una riduzione dell’incidenza, della durata e della gravità della mucosite orale in confronto al placebo. Il palifermin esercita il suo effetto citoprotettivo agendo nei confronti dei radicali liberi tramite l’attivazione del fattore di trascrizione Nrf2. Inoltre il palifermin ha la capacità di attenuare gli effetti del TNF alfa e l’espressione di molecole di adesione. Questo agente, attualmente, rappresenta l’unico farmaco approvato dall’US FDA e dall’EMEA per la profilassi della mucosite orale severa nei pazienti sottoposti a procedure trapiantologiche che includano la TBI nei protocolli di condizionamento. Tuttavia, la maggior parte dei centri ematologici europei non utilizzano la TBI nel regime di condizionamento per cui il palifermin può attualmente essere utilizzato solo in una minoranza dei pazienti. Inoltre, tale agente svolge un’azione sistemica e non è scevro di effetti collaterali anche a carico di 18 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche sedi distanti dal cavo orale. L’utilizzo di probiotici, in particolare di Lactobacillus brevis CD2 produttore di arginina deaminasi, si è mostrato utile nella prevenzione dell’incidenza e della severità della mucosite del cavo orale in particolare nel campo della radioterapia mentre in pazienti trattati con chemioterapia standard o ad alte dosi non esistono dati conclusivi, ma studi clinici sono attualmente in corso con risultati preliminari incoraggianti. La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 19 Lactobacillus brevis CD2 Tabella 5. Principali raccomandazioni ed agenti per la prevenzione ed il trattamento della mucosite del cavo orale. 20 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 11. Gestione del dolore associato a mucosite orale nei pazienti con neoplasie ematologiche I l dolore rappresenta un sintomo particolarmente devastante nei pazienti con mucosite orale. La sua intensità può variare da un lieve senso di bruciore, nelle fasi iniziali, fino a quadri di particolare severità. La sensazione dolorosa è generalmente il risultato della somma di due componenti: un dolore nocicettivo (dolore basale) ed un dolore incidente causato dal movimento e dal contatto del cibo con la mucosa orale. Le implicazioni cliniche di questa distinzione sono di notevole rilevanza: infatti, mentre il processo nocicettivo di base, mediato dalle fibre C a bassa velocità di conduzione e bassa soglia di discriminazione, è controllabile con i comuni trattamenti antidolorifici, il dolore incidente, mediato dalle fibre A-delta a veloce conduzione è poco responsivo ai farmaci analgesici, compresi gli oppioidi. Pertanto, mentre un trattamento con analgesici topici o con oppioidi per infusione endovenosa continua o con sistema di analgesia controllata dal paziente (patient controlled analgesia, PCA) può garantire un sollievo del dolore continuo, l’esclusione funzionale della cavità orale con l’ausilio di una nutrizione parenterale rappresenta l’unico trattamento del dolore incidente. La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 21 12. Conclusioni L a mucosite orale rimane una complicanza di difficile gestione ed è alla base di conseguenze cliniche potenzialmente devastanti. L’evidenza di distinti cambiamenti istologici e il timing dell’espressione delle citochine infiammatorie, in risposta all’azione dei differenti farmaci antineoplastici, suggeriscono l’esistenza di meccanismi multifattoriali di danno mucosale. Tali meccanismi richiedono di essere ulteriormente chiariti ai fini di una migliore applicazione ed un più razionale utilizzo di nuovi agenti biologici in fase di sperimentazione, che includono composti con differente profilo farmacologico e meccanismi d’azione (mitogeni, immunoregolatori, immunostimolanti, probiotici, anti radicali liberi etc.). Altri avanzamenti conoscitivi ed applicazioni pratiche sono auspicabili dalla farmacogenomica che potrebbe consentire strategie di trattamento sempre più personalizzate. In attesa di ulteriori progressi, rimane l’imperativo di un adeguato controllo delle sofferenze dei pazienti con mucosite orale attraverso una corretta terapia di supporto che comprenda un approccio clinicamente intensivo e di profonda umanizzazione al controllo del dolore con una terapia antalgica razionale. 22 La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche Bibliografia Essenziale 1. Sonis ST, The pathobiology of mucositis. Nat Rev 2004;30:277. 2. Sonis ST, Mucositis: The impact, biology and therapeutic opportunities of oral mucositis. Oral Oncol. 2009 Dec;45(12):1015-20. 3. Niscola P, Scaramucci L, Romani C, Cupelli L, Tendas A, Dentamaro T, et al. Mucositis in patients with hematologic malignancies: an overview. Haematologica. 2007 Feb;92(2):222-31. 4. Niscola P, Romani C, Scaramucci L, Dentamaro T, Cupelli L, Tendas A et al. Pain syndromes in the setting of haematopoietic stem cell transplantation for haematological malignancies. Bone Marrow Transplant. 2008 May;41(9):757-64. 5. Sonis ST, Oster G, Fuchs H, Bellm L, Bradford WZ, Edelsberg J et al. Oral mucositis and the clinical and economic outcomes of hematopoietic stem-cell transplantation. J Clin Oncol. 2001 Apr 15;19(8):2201-5. 6. Barasch A, Peterson DE. Risk factors for ulcerative oral mucositis in cancer patients: unanswered questions. Oral Oncol 2003;39:91-100. 7. Sonis ST, Elting LS, Keefe D, Peterson DE, Schubert M, Hauer-Jensen M et al. Perspectives on cancer therapy-induced mucosal injury: pathogenesis, measurement, epidemiology, and consequences for patients. Cancer.2004 May 1;100(9 Suppl):1995-2025. 8. No authors listed WCCNR. Assessing stomatitis: refinement of the Western Consortium for Cancer Nursing Research (WCCNR) stomatitis staging system. Can Oncol Nurs J 1998;8:160-5. 9. Quinn B, Potting CM, Stone R, Blijlevens NM, Fliedner M, Margulies A et al. Guidelines for the assessment of oral mucositis in adult chemotherapy, radiotherapy and haematopoietic stem cell transplant patients. Eur J Cancer. 2008 Jan;44(1):61-72. 10.Keefe DM, Schubert MM, Elting LS, Sonis ST, Epstein JB, Raber-Durlacher JE et al. Updated clinical practice guidelines for the prevention and treatment of mucositis. Cancer. 2007 Mar 1;109(5):820-31. 11.Bensinger W, Schubert M, Ang KK, Brizel D, Brown E, Eilers JG et al. NCCN Task Force Report: prevention and management of mucositis in cancer care. J Natl Compr Canc Netw. 2008 Jan;6 Suppl 1:S1-21. La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche 23 12.Hensley ML, Hagerty KL, Kewalramani T, Green DM, Meropol NJ, Wasserman TH et al. American Society of Clinical Oncology 2008 clinical practice guideline update: use of chemotherapy and radiation therapy protectants. J Clin Oncol. 2009 Jan 1;27(1):127-45. 13.Spielberger R, Stiff P, Bensinger W, Gentile T, Weisdorf D, Kewalramani T et al. Palifermin for oral mucositis after intensive therapy for hematologic cancers. N Engl J Med. 2004 Dec 16;351(25):2590-8. 14.A. Sharma, G. K. Rath, S. P. Choudhary, A. Thakar, B. K. Mohanti, S. Bahadur et al. A randomized double-blind phase III study of efficacy of lactobacillus CD2 lozenges in preventing radiation- and chemotherapy-induced oral mucositis in head and neck cancer patients: Interim analysis. J Clin Oncol 27:15s, 2009 (suppl; abstr 6008). 15.Niscola P, Scaramucci L, Giovannini M, Ales M, Bondanini F, Cupelli L et al. Palifermin in the Management of Mucositis in Hematological Malignancies: Current Evidences and Future Perspectives. Cardiovasc Hematol Agents Med Chem. 2009 Oct;7(4):305-12. 16.Elting LS, Cooksley CD, Chambers MS, Garden AS. Risk, outcomes, and costs of radiation induced oral mucositis among patients with head-and-neck malignancies. Int J Radiat Oncol Biol Phys 2007 Jul 15;68(4):1110-20. 17.Elting LS, Keefe DM, Sonis ST, Garden AS et al. Patient-reported Measurements of Oral. Mucositis in Head and Neck Cancer Patients Treated With Radiotherapy With or Without Chemotherapy CANCER. 2008 November;15(113):2704-13. La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche I Foto 1. Mucosite grado 1 (WHO): lieve eritema diffuso. Foto 2. Mucosite grado 2 (WHO): eritema ed ulcerazioni (possibile ingerire cibi solidi e liquidi). II La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche Foto 3. Mucosite grado 3 (WHO): eritema ed ulcerazioni (possibile ingerire solo cibi lliquidi). Foto 4. Mucosite grado 4 (WHO): eritema ed ulcerazioni estese sul margine della lingua (impossibile deglutire anche liquidi e saliva). La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche III Foto 5. Mucosite grado 4 (WHO): eritema e pseudomembrane estese sulla superficie della lingua (impossibile deglutire anche liquidi e saliva). Foto 6. Candidiasi pseudo membranosa del cavo orale (in diagnosi differenziale con mucosite grado 3-4). IV La mucosite del cavo orale nel trattamento delle malattie neoplastiche Foto 7. Malattia del trapianto verso l’ospite (in diagnosi differenziale con mucosite grado 2-3). Foto 8. Infezione herpetica del cavo orale (in diagnosi differenziale con mucosite grado 3-4).