Se non capite questa parabola
La parabola del
Seminatore
C’è nel vangelo di Marco una parabola diversa, in
quanto indica il criterio per la comprensione di
ogni altra parabola.
Per l’evangelista la giusta comprensione di questa
prima parabola serve per intendere tutte le altre
parabole dei Vangeli.
CONTESTO
Il contesto che fa da sfondo alla parabola è la riva
del mare. In realtà si tratta del Lago di Galilea. La
scelta del termine mare è voluta dall’evangelista
che intende richiamare il “mare” che il popolo
attraversò per fuggire dalla schiavitù egiziana. Il
mare segna anche il confine tra Israele e i popoli
pagani
Gesù è di fronte alla folla nell’atteggiamento del
maestro. Per l’evangelista “insegnare” (didaskein)
è una funzione riservata soltanto a Gesù. Lui solo
è il Maestro.
Il compito dei discepoli è quello di annunciare
(kerussein).
ASCOLTATE
Nel linguaggio biblico “ascoltare” è più che
“sentire” e anche più del comprendere. Implica un
coinvolgimento totale della persona: dall’udire al
comprendere e dalla comprensione alla vita.
Ascoltare è insieme sentire e obbedire.
Gesù si rivolge alle folle con le stesse parole con
le quali Mosè si rivolgeva al popolo per fargli
conoscere la volontà di Dio:
“Ascolta Israele” ( Dt. 5,1)
Gesù usa il plurale perché il suo messaggio è
rivolto a tutti coloro che lo vogliono accogliere e
non solo al popolo di Israele.
La parabola racconta la storia di una semina. Una sola
semina lo stesso seminatore, lo stesso seme, gli stessi gesti,
la medesima fatica e tuttavia gli esiti diversi…
dicendo che il seminatore uscì a seminare la parabola fa
subito intendere che le quattro scene costituiscono
un’unica storia. Fuori metafora le quattro vicende del seme
rappresentano gli esiti diversi dell’unica seminagione fatta
da Gesù.
E’ una parabola cristologica, anche se poi la
successiva comunità dei discepoli vi leggerà la
propria storia. Nel passaggio da Gesù alla Chiesa
non cambia la parabola, ma si ripete la stessa
domanda: Perché la parola di Dio, prima
annunciata da Gesù e ora dalla comunità, appare
troppo spesso improduttiva?
Il seminatore impersona anche l’ascoltatore a cui
la parabola è rivolta. Infatti, la parabola, letta
ecclesialmente appare anzitutto indirizzata ai molti
uomini che seminano la Parola.
Spiegazione della parabola
MARCO
IL SEMINATORE SEMINA LA PAROLA
La tradizione rabbinica insegnava che Dio
seminava negli uomini la sua Legge. Gesù
sostituisce la legge con la sua parola. La legge era
solo per Israele la parola di Gesù è per tutti gli
uomini incondizionatamente.
SEME = PAROLA
I TERRENI = TIPIO DI ASCOLTATORI
UCCELLI = IMMAGINE DI SATANA
TERRENO SASSOSO = UOMO FACILE ALL’ ENTUSIASMO E VOLUBILE
SPINE = PASSIONI CHE SOFFOCNO IL CUORE DELL’UOMO
PRIMO TIPO DI ASCOLTATORI
Appartengono gli uomini nei quali la parola
seminata resta del tutto inerte, non riesce
nemmeno a mettere le radici.
SECONDO TIPO DI ASCOLTATORI
Ascoltatori entusiasti che in fretta gioiscono e
altrettanto in fretta si abbattono. Sono credenti che
mancano di perseveranza. Al sopraggiungere delle
tribolazioni la loro fede vacilla.
TERZO TIPO DI ASCOLTATORI
Sono caratterizzati da un eccesso di interessi. Nel
loro cuore la Parola di vita soffoca perché privo di
spazio e di aria. Gli interessi eccessivi, le passioni
smodate si insinuano negli uomini sconvolgendoli
alla radice.
QUARTO TIPO DI ASCOLTATORI
Si dice che sono il terreno buono. Perché lo sono
non è detto. Si descrive cosa fanno: ascoltano,
accolgono, portano i frutti, il percorso è completo.
Spiegazione della parabola
MATTEO
La versione di Matteo della parabola sembra
ricalcare quella di Marco.
Matteo si è limitato a introdurre semplicemente
qualche piccolo aggiustamento.
Nella scena introduttiva non ha utilizzato il verbo
“insegnare” bensì il verbo “parlare”. Tutte e
quattro le parti del seme, sia quelle cadute sul
terreno cattivo che buono, sono espresse allo
stesso modo. Marco invece ci aveva fatto capire
che quella caduta sul terreno buono era più
abbondante delle altre. Infine Matteo tralascia
l’imperativo iniziale “ascoltate”conservandolo
però nella conclusione.
Nella spiegazione della parabola Matteo mostra
qualche significativa differenza rispetto a Marco.
Tralascia il rimprovero di Gesù ai discepoli, per
quanto riguarda i terreni usa il singolare
rivolgendosi alle coscienze di ciascuno. Il suo
scopo è di introdurre un esame di coscienza
personale.
Il terreno buono è descritto con quattro verbi:
ASCOLTARE
CAPIRE
FRUTTIFICARE
FARE
Sono le quattro tappe che permettono alla Parola
di compiere per intero la sua corsa
Spiegazione della parabola
LUCA
Del discorso parabolico di Marco, Luca riprende
soltanto la parabola del seminatore, il dialogo fra
Gesù e i discepoli, la spiegazione della parabola
del seminatore, oltre ad alcuni brevi paragoni.
L’ambientazione è differente: non Gesù sulla barca
e la folla a riva, ma la gente che accorre da ogni
città. Il contesto è dunque missionario e
universalistico. Il movimento della missione è
duplice: Gesù va in cerca di della folla e la folla
accorre da Gesù.
Complessivamente Luca ha reso la parabola più
concisa e letterariamente più raffinata, ma il
significato è rimasto in sostanza quello di Marco e
Matteo.
Luca ha introdotto alcune piccole modifiche che
hanno lo scopo di consentire una compressione
più precisa della parabola. In realtà esse tradiscono
la scorsa conoscenza di Luca dell’ambiente
palestinese. Egli era infatti un greco che scriveva
per i greci e non conosceva molto bene gli usi dei
contadini palestinesi.
Marco ha introdotto la spiegazione dicendo: “il
seminatore semina la Parola”, Luca invece punta
direttamente alla Parola: “il seme è la parola di Dio”.
La sua attenzione è concentrata sulla sorte della
Parola e sulle condizioni per accoglierla.
Naturalmente anche Luca sa che il fallimento della
Parola è dovuto a tre fattori:
DIAVOLO
TENTAZIONE
UN MODO SBAGLIATO DI VIVERE
(preoccupazioni, soldi, piacere).
Quando descrive il secondo terreno, Luca non
parla di tribolazione e persecuzioni, ma di prove,
intendendo per prove i cedimenti di molti cristiani
davanti alle prove comuni, la monotonia della vita,
il logorio quotidiano. Luca forse si trova davanti a
defezioni derivanti dai problemi di ogni giorno e
non legate alle gradi tribolazioni.
Luca si dilunga nel descrivere il quarto terreno. La
prima qualità è l’ascolto della parola con “cuore
nobile e buono”. Una seconda caratteristica è la
capacità di trattenere saldamente la Parola
ascoltata. Il terzo ed ultimo atteggiamento è la
perseveranza cioè la capacità di sopportare, la
solidità di chi non si lascia modificare dagli
avvenimenti, la pazienza di attendere.
GRAZIE
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Il Seminatore - Fratelli di Gesù