Comune di Forlì
Politiche di Welfare
Programma di prevenzione del
disagio negli adolescenti e nei
giovani
(rientrante nel Programma finalizzato regionale “Dipendenze e utenza
multiproblematica” in attuazione della Deliberazione C.R. 615/04)
(a cura di Graziano Pini
[email protected])
“la verità ha in sé
un paradosso:
è vera
ma lo è anche il suo contrario”
Herman Hesse
IL PROGETTO
Il progetto è composto di tre sottoprogetti:
1) progetto di educazione fra pari (peer education)
volto a rendere più efficaci gli interventi di
prevenzione e promozione delle strategie di coping
(capacità utili ad affrontare le difficoltà) negli
adolescenti che frequentano le scuole superiori del
nostro comprensorio. Il progetto intende mettere in
rete tutte le realtà che agiscono nelle scuole.
2) Progetto di accompagnamento alla maggiore
età rivolto a tutti quegli adolescenti che necessitano
di un supporto per giungere alla maggiore età nel
modo più sereno possibile.
3) Progetto di intervento di strada per contenere
fenomeni di disagio e devianza.
Progetto consta di:
1) IL FENOMENO
2) DIAGNOSI DEL TERRITORIO
3) RIFERIMENTI TEORICI (MODELLI
INTERPRETATIVI, RICERCHE DI SFONDO)
4) ANALISI DELLA DOMANDA
5) DESTINATARI DEGLI INTERVENTI
6) FINALITÀ
7) OBIETTIVI SPECIFICI
8) AZIONI
9) IL METODO DI INTERVENTO
10) PIANIFICAZIONE DELLA VALUTAZIONE
IL FENOMENO
IL FENOMENO: LA SOCIETA’
Società del rischio vissuto come pericolo ma anche
come opportunità,
Società frammentata, incerta e allo stesso tempo
bersagliata e iper sollecitante,
Società bulimia,
Società costruita per la maggior parte da adulti, da
anziani e fatta su misura dei primi,
Società televisiva e complessa,
Società lontana da valori chiari,
Società centrata sul piacere,
Società fondata sui consumi,
Società iperrazionale che sopprime la soggettività,
Società opulenta che crea indifferenza ed apatia sociale,
Società fondata sul numero e sulla qualità delle
prestazioni individuali.
Società senza padri
IL FENOMENO: LA FAMIGLIA
Famiglia tradizionale ….. Nucleare
famiglia di fatto
famiglia ricostruita.
Famiglia frammentata e in difficoltà,
abbandonica ….. assente,
autoritaria ….. autorevole (nell’educazione),
permissiva,
responsabile,
che crea dipendenza (legame), no autonomia,
“paritaria” (“siamo amici”).
Comunque genitori con la loro storia ………
Tendenze evolutive
degli adolescenti e dei giovani
proiezione nel presente,
caduta dei modelli di riferimento forti,
imporsi di canali a doppia moralità,
diffusione dell’accettabilità del rischio,
reversibilità delle scelte,
rinuncia all’assunzione di
responsabilità,
sfiducia nell’altro
IARD, 2002
Bisogni degli adolescenti:
di sicurezza,
di poter contare su qualcuno,
di essere importante per i genitori;
di riconoscimento;
di poter esprimere le proprie risorse e
capacità;
di responsabilità;
di comunicazione: dialogo, ascolto,
confronto;
di dare un senso, un significato
(profondo) alle esperienze che si vivono.
Don Luigi Ciotti
“Bisogni” degli adolescenti:
- essere “accompagnati” nel
cambiamento (fisico, relazionale, di struttura mentale,
desideri, bisogni)
- essere “accompagnati” nel processo di
costruzione dell’identità (individuazione e
socializzazione)
- necessità del gruppo “come foresta”
- ricerca dell’autonomia
(attraverso ricerca e sperimentazione)
Gli adolescenti:
- livello di mentalizzazione e
simbolizzazione,
- elaborazione della frustrazione
- senso dell’autorità, autorevolezza
- senso del limite,regole e norme
- ruoli sociali
- ritualizzazione dell’aggressività
- intelligenza emotiva
- “equilibrio” fra autonomia e
dipendenza
- percorso di individuazione
RIFERIMENTI TEORICI:
RIFERIMENTI TEORICI
la teoria dei flussi di coscienza, sostiene che il
benessere soggettivo dipenda dal coinvolgimento
in attività interessanti, in cui vi sia un equilibrio fra
le sfide poste dall’attività e le abilità possedute
dal soggetto per affrontarle.
Queste attività piacevoli che generano uno stato
soggettivo definito flow (poiché forniscono un
livello ottimale di informazioni nuove) è diverso
dalla noia (risorse superiori alla sfida), all’ansia
(risorse insufficienti ad affrontare le sfide poste
dall’attività) e dall’apatia (scarse sfide e scarse
risorse). Csikszentmihalyi
APPROCCI PEDAGOGICI:
1) la pedagogia della crescita si esprime nel lasciare fare,
tollerare l’errore, far leva sulla persona, sulla sua originalità
e libertà. Tende ad individualizzare i percorsi affinché
ciascuno trovi la sua strada.
2) La pedagogia della trasmissione è legata
all’addestramento, all’insegnamento di competenze e
abilità. L’enfasi è riposta sui contenuti da trasmettere siano
essi valori o nozioni. Contenuti che di per sé sarebbero in
grado di formare la persona.
3) La pedagogia dell’iniziazione fa leva sul gruppo, sulla
comunità e rimanda al senso di appartenenza, vincola
rispetto alle regole del gioco, sfida in continuazione a
superare se stessi.
IL RISCHIO E
I COMPORTAMENTI A RISCHIO
possono essere percepiti e vissuti
come un mezzo per provare il proprio
valore per la ricerca della propria
identità, contropartita dell’autonomia
accordata allo individuo nella società
del rischio.
Questo rispecchia l’ambivalenza della
concezione del rischio inteso sia come
pericolo e sia come opportunità per
mettersi alla prova .
IL RISCHIO
è un incrocio tra un compito
evolutivo e un rito di passaggio,
è una psicodinamica tra rischio
e piacere / ebbrezza e
trasgressione.
RISCHIO ….
Nella logica costruttivista i comportamenti a rischio
rappresentano la ricerca attiva e continua di
adattamento dell’individuo ad un particolare contesto
consentendo, anche con condotte non salutari, ad
alcuni compiti di sviluppo, dall’affermazione e
sperimentazione di sé alla ricerca dell’adultità. Si
potrebbe parlare infatti di “equivalenza funzionale” nel
senso che l’adolescente, per dimostrare la propria
indipendenza, in un percorsi di crescita, può
assumere un comportamento dannoso, come fumare
sigarette, oppure assumere un comportamento
positivo come la capacità di argomentare i propri
convincimenti con altri giovani, adulti. L’obiettivo
rimane lo stesso, ma il modo di raggiungerlo
completamente diverso.
I DINTORNI DEL RISCHIO ….
Francois Anserment sostiene che l’adolescente
spesso si cura attraverso il proprio disturbo sia
esso iperattivismo, panico, anoressia, bulimia,
obesità fenomeni psicosomatici. Anche la
violenza può essere considerata un tentativo di
restaurazione soggettiva, una ricerca vitale
giocata all’insaputa di chi la mette in atto. Il
disturbo è la soluzione che fino a quel momento
egli è riuscito a trovare per far fronte alla
sofferenza.
LA SOCIETÀ DEL RISCHIO
• Gli uomini e le donne che vivono nella società contemporanea
non hanno paura di nulla a parte “il cibo che mangiano,
l’acqua che devono. L’aria che respirano, la terra in cui
abitano e le energie che utilizzano”. Questa frase
apparentemente paradossale ci fa capire l’importanza e la
pervasività di ciò che chiamiamo rischio.
• Il rischio è legato alla paura, il medico spiega ad una donna in
gravidanza che recentemente si è sottoposta ad un esame
clinico che c’è un problema su duecento che il suo bambino
sia affetto dalla sindrome di down e che per accertarlo
dovrebbe fare l’amniocentesi che però ha probabilità su cento
di danneggiare il feto. Che fare? Quale decisione prendere?
Come affrontare il rischio?
[Bucchi Neresini 2001:181].
• Nel rischio quindi troviamo una inevitabile assunzione di
responsabilità, anche per il solo fatto di mettersi in situazioni
in cui l’esito non è scontato. È una spinta a mettersi alla
prova, sperimentare altri se, mettersi in gioco che si esplica in
un comportamento fra pericolo ed opportunità di crescita.
IL RISCHIO È
•
•
•
•
per il 31% paura, pericolo
per il 28% sfida con se stessi
per il 7% eccitazione
per il 14% elemento del vivere (dato
esistenziale)
• per il 6% provocazione rispetto agli altri
Promeco, ricerca sui giovani ferraresi
IL DISAGIO
esistenziale può avere una sua utilità: una funzione difensiva per
migliorare le capacità generali della persona cosi come l’ansia serve ad
attivare meccanismi di attenzione, di reattività fisica e mentale. In altre
parole il disagio accompagna una fase evolutiva e può essere superato
o divenire conclamato o patologico a seconda delle risorse personali
dell’individuo e delle opportunità che incontrerà nel suo percorso di
crescita.
In questo modo possiamo distinguere fra un disagio evolutivo che
nasce dalla crisi di transizione fra infanzia ed età adulta ed in
particolare dalla necessità da parte del soggetto di far fronte ad alcuni
compiti di sviluppo: cambiamento corporeo, relazione con il gruppo e
con l’altro sesso, partecipazione sociale, indipendenza ed autonomia,
definizione di un proprio sistema di valori, capacità di progettare la
propria vita e il proprio futuro.
un disagio socio-culturale che nasce dal disorientamento
dell’adolescente di fronte ai condizionamenti della società complessa:
disintegrazione sociale, eccedenza o scarsità delle possibilità,
disintegrazione spazio-temporale.
La devianza
non è una condizione acquisita e
definita ma è un percorso che
riduce inevitabilmente la possibilità
del soggetto fino a favorirgli il
formarsi di una identità deviante
che si rafforza proporzionalmente
alla sua capacità di sottrarsi alla
possibilità di crearsi altre identità
specifiche.
UN … ALTRO APPROCCIO
l’adolescente spesso si cura attraverso il
proprio disturbo sia esso iperattivismo,
panico, anoressia, bulimia, obesità fenomeni
psicosomatici.
Anche la violenza può essere considerata
un tentativo di restaurazione soggettiva, una
ricerca vitale giocata all’insaputa di chi la
mette in atto.
Il disturbo è la soluzione che fino a quel
momento egli è riuscito a trovare per far
fronte alla sofferenza. Francois Anserment
ANALISI DELLA DOMANDA
DEGLI ADOLESCENTI:
ANALISI DELLA DOMANDA DEGLI ADOLESCENTI di FORLI’:
- hanno meno risorse che nel passato, le sanno riconoscere ed usare di meno
- temono la normalità e la maggiore età soprattutto perché si sentono
inadeguati ai compiti di sviluppo (e/o a quelli esplicitamente richiesti), ai livelli di
prestazione che devono assolvere, alla competitività diffusa. Lo sport spesso
richiede, per loro, livelli di prestazione molto alti. I modelli del proprio corpo
fisico sono troppo alti rispetto a quello che sono e/o rispetto a quello che si
sentono.
- Famiglie assenti fisicamente e/o emotivamente, psicologicamente (in altre
parole: non esercitano la loro genitorialità).
- Famiglie maltrattanti che piuttosto che essere tutelanti usano un linguaggio
maltrattante; a volte fenomeni di bullismo e più in generale di devianza
nascono da quelle dinamiche come a voler risarcirsi dei danni subiti.
- Scuola esperienza fortemente fallimentare, da tutto ciò che sa di scuola
fuggono.
- Oscillazione fra voler essere adulti e nello stesso tempo averne paura e
rifugio in comportamenti devianti; spesso il voler essere adulti si manifesta in
comportamenti devianti.
- Ricorso a sostanze legali ed illegali e ad altri comportamenti devianti come
“autocura” e autoterapia e dove la tossicodipendenza può essere considerata
una “prova d’identità”.
Tab. 1 - ragazzi e ragazze (15-18 anni) segnalati all’Ufficio Tutela Minori del
Comune di Forlì, per domicilio, nel 2004
DOMICILIO
Bert
inor
o
Cast
roca
ro e
Terr
a del
sole
Civi
tella
di
Rom
agna
Do
vad
ola
Forl
imp
opol
i
Gale
ata
Mel
dola
Mod
iglia
na
Pred
appi
o
Roc
ca
S.Ca
ssia
no
S.So
fia
Altri
com
uni
Solo con problematiche familiari
5
7
3
2
122
19
3
6
3
2
4
2
3
181
Straniero non accompagnato
2
0
0
0
81
4
0
0
0
0
0
1
4
92
Coinvolti in procedure penali
1
2
0
0
30
7
1
0
2
3
0
2
0
48
Disabili
4
2
1
0
23
7
1
2
0
3
0
2
0
45
Con disagio relazionale o scolastico
0
0
1
0
18
12
0
2
1
0
0
1
1
36
Straniero irregolare
0
0
0
0
4
2
0
1
0
1
0
0
0
8
Abusato
0
0
0
1
6
0
0
0
1
0
0
0
0
8
Tossicodipendente
0
0
0
0
3
1
0
0
1
0
0
0
0
5
In stato di adattabilità
0
0
0
0
3
2
0
0
0
0
0
0
0
5
Con gravi patologie (Psichiatriche o
fisiche)
0
0
0
0
3
0
0
0
0
0
0
0
0
3
Gestanti e madri
0
0
0
0
2
0
0
0
0
0
0
0
0
2
TOTALI
12
11
5
3
295
54
5
11
8
9
4
8
8
433
Forlì
TOTAL
E
DESTINATARI DEGLI INTERVENTI
del PROGETTO
- adolescenti in stato di disagio ed
eventualmente a rischio di disadattamento e
devianza riconducibile a carenza di relazioni
affettive e difficoltà di socializzazione
nell’ambito familiare, scolastico e del tempo
libero
- adolescenti in carico presso L’Ufficio Tutela
Minori, Comune di Forlì (433 nel corso del 2004)
- adolescenti dai 15-18 anni dell’intero
comprensorio forlivese
- adolescenti frequentanti le scuole medie
superiori della città e comprensorio
DISTURBI, DISAGIO … DEVIANZA
FATTORI DI RISCHIO
DISTURBI, DISAGIO … DEVIANZA
•
•
•
•
•
Disturbi dell’umore
Disturbi d’identità
Disturbi di personalità
Disturbi psicologici
Disturbi psichiatrici
DISTURBI, DISAGIO … DEVIANZA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
bullismo
criminalità minorile e giovanile
suicidi e tentati suicidi
stragi del sabato sera e incidenti stradali
Depressioni
Fobie
attacchi di panico
Shopping compulsivo
comportamenti antisociali
comportamenti autolesionistici
condotte ossessive
Guida pericolosa
Rapporti sessuali precoci e non protetti
sindrome di Peter Pan
sindrome del viaggiatore
conflitti con il proprio corpo
aggressività
Insonnia
balbuzia
onicofagia
Cleptomania
Tic
LE VARIE FACCE DELLA DEVIANZA MINORILE
• Bullismo, inteso come prevaricazione del gruppo di ragazzi
più forti sui compagni più deboli attraverso piccoli ricatti
• Microcriminalità spicciola, che spesso viene incoraggiata
dalle stesse famiglie e che si alimenta soprattutto di furti (vedi
la devianza dei giovani zingari)
• Manovalanza della delinquenza organizzata, tipica delle
quattro regioni del sud, spesso attinta dall’area della
microcriminalità con il reclutamento dei più capaci e affidabili,
anche tra i minori stranieri
• Devianza urbana, che si affianca oggi a queste forme
"tradizionali" di devianza minorile, si esprime in gruppo e si
manifesta con forme di violenza estrema. Non è ascrivibile
all’area criminale tradizionale in quanto mancano gli elementi
"classici", che da sempre hanno caratterizzato la delinquenza
minorile in Italia: l’appartenenza alla famiglia svantaggiata, al
quartiere degradato, alla fascia sociale culturalmente ed
economicamente debole.
• Sette religiose la partecipazione a gruppi che hanno a che
fare con l’esoterismo o lo scimiottamento dello stesso.
• Bisessualità, comportamenti flessibili o “liquidi” rispetto alla
fruizione dei comportamenti sessuali.
Nella lettura psicoanalitica le crisi del processo di crescita
adolescenziale sono fisiologiche, sono crisi:
•
Depressive
•
Narcisistiche
•
Legate a sostanze stupefacenti
•
Tendenze ad agire
•
Malattie psicosomatiche
•
Residui di sessualità infantile
•
Sintomi nevrotici
•
Controllo ossessivo
Quando queste si accompagnano a disorganizzazioni del
contesto relazionale la ricerca d’identità e
l’adolescenza si fanno a rischio.
Nella prospettiva soggettivista
il giovane non è soggetto di
riproduzione o produzione sociale ma
parte attiva del processo di
selezione e scelta delle proprie
opportunità di vita.
La condizione giovanile, sempre più
differenziata al proprio interno e
sempre meno differenziata rispetto
agli adulti.
Ammette al suo interno tutto e il
contrario di tutto!
COMPORTAMENTO DEVIANTE
(no persona deviante)
FATTORI DI
RISCHIO
FATTORI
PROTETTIVI
INTERAZIONE
SOCIALE
INTELLIGENZA EMOTIVA
LIFE SKILLS
DIFETTO DI
MENTALIZAZIONE
RESILIENZA
FUNZIONI
COGNITIVE
DISAGIO nell’ambiente familiare:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Conflitto familiare
Stili di disciplina incoerenti
Rifiuto da parte dei genitori
Mancanza supervisione adulta e di rituali familiari
Accadimento e comunicazione familiare scarsi
Genitori o fratelli che usano alcol o altre sostanze
Abuso psicologico e/o verbale
Abuso fisico e sessuale
Percezione di un inadeguato sostegno
Mancanza di regole chiare
Sovraccarico di responsabilità nella vita familiare
Figli contesi nelle famiglie che si dividono
Povertà economica (relazionale) della famiglia
Lavoro precoce
STILI EDUCATIVI:
•
•
•
•
•
•
Quantità e qualità dell’amore
Tipo di cura
Gestione dei comportamenti aggressivi
Uso del potere da parte dei genitori (es.
punizione eccessive, violente esplosioni
emotive, forti conflitti familiari
Gestione delle emozioni
Quantità e qualità della relazione e
comunicazione
Fattori di rischio dell’ambiente scolastico:
•
•
•
•
•
•
•
•
Mancanza di legami scolastici
Cattivo clima scolastico
Mancanza di occasioni di coinvolgimento
Mancanza di riconoscimenti
Norme rigide e spiacevoli
Basse attese di successo e realizzazione
Mancanza di confronto con gli insegnanti
Scarso rendimento
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Fattori di rischio nell’ambiente comunitario:
Scarsi legami di comunità
Mancanza di occasioni di coinvolgimento
Dintorni disorganizzati e privi di leadership
Aree con alta criminalità e uso di droghe
Povertà e mancanza di opportunità di lavoro
Legami con gruppi antisociali
Povertà e mancanza di opportunità formative
Essere a contatto con modelli che approvano o
mettono in atto comportamenti a rischio
Mancanza di confronto con adulti
Modello costruttivista-interazionista:
Ogni comportamento umano, anche il più
semplice, non è riconducibile ad una o
poche cause ma è la risultante delle
interazioni di fattori individuali ed
ambientali la cui particolare configurazione
cambia nel corso del tempo dando luogo a
molteplici percorsi di sviluppo
largamente differenziati tra loro …
•
•
•
•
LE DROGHE A FORLI’:
i ¾ dei nostri adolescenti hanno parlato
con qualcuno che ha fatto uso di droghe
(75%) (g&s 70,2) (IARD 69%)
sicuramente hanno un amico
70,5
(g&s 52,9) (IARD 47,7)
qualcuno gli ha proposto qualche tipo di
droga 56,1 (g&s 51,9) (IARD 46,1)
sente il desiderio di provare una droga
40,2% (g&s 26,8) (IARD 18,2)
(spesso o qualche volta)
LE DROGHE A FORLI’:
•
•
•
tutti i ragazzi (90,1) hanno provato almeno una volta il caffè
un ragazzo su due beve alcol spesso (tutti i giorni, + volte la sett. o per il w.e.)
il 43% fuma abitualmente
•
il 22% usa hashish-mariuana con una certa regolarità, uno su
due l’ha comunque provata
le smart drugs e “affini” sono provate, almeno una volta, da uno
su due dei ragazzi e il 6,1 le usa abitualmente
•
•
anche la coca e l’eroina sono diffuse nei ragazzi/e rispettivamente
10,3 e 12,0; anche se a farne un uso abituale, sono molto meno:
3,6 e 1,4. Sono comunque sempre molto di più della prevalenza
degli utenti Ser.T
•
anche gli psicofarmaci sono diffusi (5,6)
LE DROGHE A FORLI’:
Considerando la sola voce tutti i giorni abbiamo:
•
•
•
•
•
•
•
•
Il 37,5% consuma caffè
Il 37,2% fuma sigarette
L’8,8% beve alcolici
L’8,6% consuma smart drugs e affini
Il 3,7% usa hashish-marjiuana
L’1% consuma eroina
L’1,1 assume psicofarmaci
L’0,8% usa cocaina
I FATTORI PROTETTIVI
degli ADOLESCENTI e dei GIOVANI
EMPOWERMENT
I FATTORI PROTETTIVI
degli ADOLESCENTI e dei GIOVANI
I fattori protettivi sono elementi che si ritiene
possano esercitare un'azione di tutela
degli equilibri psicologici e
comportamentali di un individuo.
Fattori protettivi:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
7)
8)
autostima,
autocontrollo,
aspettative e prospettive positive,
capacità di riconoscere e gestire le proprie
emozioni
autoefficacia
strategie di coping
locus of controll
costruzione dell’identità
(sé reale, ideale, normativo/io e me secondo la
Mead)
EMPOWERMENT
• I progetti di intervento centrati sull’empowerment
mirano ad aumentare il senso di potere
personale e le capacità di leggere i diversi
sistemi sociali per poter capire i vincoli e i
condizionamenti che essi pongono ma anche le
risorse che offrono.
• In una prospettiva di Psicologia di Comunità,
Rappaport (1981) definisce l’empowerment
come un processo che permette a individui,
gruppi e comunità di accrescere la capacità di
controllare attivamente la propria vita.
L’ADOLESCENTE EMPOWERED è colui che:
•
conosce se stesso e l’ambiente di vita
•
È integrato
•
sa relazionarsi e comunicare efficacemente con le
persone che appartengono ai vari ambiti di vita
(famiglia, amici, scuola, lavoro, tempo libero)
•
capacità di adattarsi nei vari ambiti
•
è attivo, o meglio proattivo piuttosto che reattivo
•
sa trovare le risorse necessarie per affrontare gli
eventi “ordinari” della vita (magari legati ai compiti di
sviluppo) e quelli imprevisti
•
sa essere risorsa per gli altri
•
sa essere empatico ed exopatico
•
riesce a relazionarsi a persone con un più alto
empowered
Prevenzione vs Promozione
• La prevenzione lavora sulla diminuzione
dei fattori di rischio (ostacolare
l'insorgenza di una situazione
problematica).
• La promozione lavora sull’innalzamento
dei fattori protettivi (attivare processi
positivi di amplificazione delle risorse
personali e sociali).
Promozione
La promozione viene oggi considerata particolarmente
rilevante, in quanto punta sugli aspetti positivi della
partecipazione individuale (capacità personali) e delle
relazioni sociali, allo scopo di evitare etichettamenti dei
soggetti e di attivare processi positivi di amplificazione
delle risorse personali e sociali (o di "empowerment").
Promuovere significa selezionare positivamente
determinati aspetti personali e sociali che vengono
considerati fattori di prevenzione dei comportamenti
problematici o a rischio. La promozione viene osservata
positivamente per la socializzazione individuale, in
quanto agisce sia sulle capacità personali dell'individuo
che sulle condizioni sociali che l'individuo si trova ad
esperire.
LA RESILIENZA
Resilienza
È la capacità “di resistere agli urti”:
– di affrontare le avversità della vita, superarle e uscirne
rinforzato o, addirittura, trasformato
– di resistere alla distruzione proteggendo il proprio io
da circostanze difficili
– di reagire positivamente a scapito delle difficoltà
attraverso la voglia di costruire e la forza interiore
– di usare l´esperienza nata da situazioni difficili per
costruire il futuro
Resilienza
• Un adolescente è resiliente se è capace di
chiedere aiuto, se è in grado di cercare una
soluzione dei problemi quando è in difficoltà, se
riesce a mantenere un’immagine integrata di sé
quando sono colpite le “ferite psichiche”.
• Gli adolescenti possono resistere agli urti in una
situazione ma frammentarsi e scompensarsi in
un altra.
FATTORI PROTETTIVI
Fattori protettivi del contesto sociale:
1) capacità di interazione sociale (abilità
comunicative, cognitive, sociali e
assertive)
2) Integrazione nella comunità locale o in
qualche gruppo sociale specifico
3) Inserimento nel mondo del lavoro o della
scuola
Fattori protettivi a livello di comunità
• Autonomia ma soprattutto interdipendenza
dell’adolescente
• Gestione competente delle influenze dei pari
• Connessione alla scuola
• Adeguamento alle norme
• Opportunità di aggregazione e inserimento prosociale
• Relazioni positive con adulti
• Norme chiare sugli standard comportamentali in famiglia
e a scuola (con nitida definziione delle conseguenze in
caso di violazione)
• Valori di realizzazione personale, di empatia e
prosocialità
• Abilità sociali (facilità a fare amici, resistere a pressioni
sociali negative)
Fattori protettivi nel/del processo di crescita:
• avere dei buoni risultati scolastici ed essere impegnati in
attività dopo-scuola traducibile in
• sviluppare nel percorso di crescita un’adeguata Health
literacy, un insieme di abilità cognitive e sociali che
mettono in grado di accedere, capire e usare le
informazioni utili per il proprio benessere personale e
sociale;
• sviluppare nel percorso di crescita un’adeguata capacità
di influenza e controllo (empowerment) rispetto alle
risorse ed all’ambiente;
• sviluppare nel percorso di crescita un set adeguato di life
skill, ossia attitudini, capacità di scelta, apprendimenti ad
apprendere che permettano di sviluppare comportamenti
positivi ed efficaci rispetto alle domande e alle sfide della
vita quotidiana.
Fattori protettivi a livello familiare
•
•
•
•
Genitori psicologicamente equilibrati
Buona qualità della relazione coniugale
Modelli di ruolo parentale positivi
Sostegno, vicinanza emotiva e
comunicazione tra genitori-figli
• Stile educativo autorevole costituito da un
buon equilibrio tra severità e sostegno
Fattori protettivi a livello di empowerment:
•
•
•
•
•
•
•
Svolgere ruoli di responsabilità
Essere coinvolti in processi decisionali
Sentirsi protagonisti della propria vita
Essere d’aiuto ad altri
valorizzare la solidarietà
Sentirsi parte di …
…
LE RISORSE DEGLI ADOLESCENTI E DEI GIOVANI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Amicizia
amore
Discoteca
Divertimento
Emozioni
Famiglia
Gruppo dei pari
Internet
Musica
New media
Old media
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LIFE SKILLS (abilità):
problem solving,
pensiero creativo,
decision making,
pensiero critico,
comunicazione efficace,
relazioni interpersonali,
empatia,
autoconsapevolezza,
gestione delle emozioni.
…. TORNANDO AL
PROGETTO …..
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FINALITÀ del PROGETTO:
accompagnare i ragazzi/e verso la maggiore età. Sia da un punto di
vista anagrafico che simbolico: assunzione di responsabilità e primo
passo verso il mondo degli adulti;
saper intervenire nel “modo giusto” e nel “momento giusto” per
impedire che il disagio si cronicizzi o si trasformi in disadattamento
e/o devianza;
poter far fare a questi ragazzi esperienze gratificanti e non frustranti
per poter supportare il loro processo di crescita e di costruzione
dell’identità individuale e sociale;
creare nuove opportunità per gli adolescenti e contemporaneamente
la possibilità, per loro, di poter scegliere;
favorire e potenziare i loro life skills, strategie di coping e resilienza;
creare attorno a loro un clima accogliente che li faccia sentire
accolti, accettati come sono, senza giudizi morali;
promuovere l’educazione di strada
accompagnarli ad immaginarsi un futuro diverso da quello che
hanno vissuto fino ad ora.
stimolare, accompagnare gli adolescenti e i giovani a pensare a dei
futuri possibili (in merito agli affetti, famiglia, casa, lavoro, scuola),
progettarli e realizzarli.
OBIETTIVI SPECIFICI del PROGETTO:
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fornire loro l’opportunità di conoscere e sperimentare altri modelli
relazionali e comunicativi oltre a quelli che gli derivano dal cotesto di
appartenenza
favorire il completamento del processo educativo e formativo
sostenerli nelle relazioni e comunicazioni con il proprio ambiente parentale
e genitoriale
accompagnarli in quegli step evolutivi che segnano il passaggio da una età
all’altra lungo il percorso di una maggiore autonomia e responsabilità (per
es. sostenerli nel conseguimento del patentino prima e della patente poi)
attraverso la definizione di percorsi individualizzati accompagnare i ragazzi
nella ricerca di un lavoro e tenuta dello stesso (una sorta di tutoraggio)
favorire la relazioni con altri coetanei, sia in una relazione duale che
gruppale
attivare una rete di giovani che sappia accogliere, contenere e valorizzare
gli adolescenti destinatari del progetto
favorire la relazione con l’altro genere nella costruzione di una coppia di
vita
sostenerli, se necessario, nella ricerca di una autonomia abitativa
agganciare singoli e gruppi di adolescenti
promuovere micro-progettualità con adolescenti e gruppi di adolescenti
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AZIONI del PROGETTO :
creare e/o consolidare una rete fra varie istituzioni: Comune con i propri
progetti integrati e i rispettivi servizi, Ser.T., Centri del Terzo settore
creare una rete di aziende produttive disponibili ad accogliere i ragazzi/e
leggere con le assistenti sociali del territorio i problemi e le risorse dei
ragazzi/e e scegliere quelli da accompagnare all’interno di questo
progetto
sostenerli nel completamento del processo formativo
partendo dagli interessi, competenze ed hobby degli adolescenti per
consolidare le loro life skills ed entrare in una “normalità” che è fatta di
relazioni “sane” e di competizione dalla quali loro tendono a fuggire
costruire assieme a loro obiettivi per la loro vita che non siano troppo alti
(superiori alle loro capacità) ma neanche troppo bassi da svalutarli
fare attività ed esperienze assieme (il trovare il lavoro come organizzare
attività che soddisfano i loro interessi, hobby) per rafforzare l’identità
positiva e la fiducia in se stessi
sostenerli emotivamente e fattivamente nel conseguimento del patentino
o della patente a seconda delle età e delle esigenze
sostenerli nelle relazioni intrafamiliari
mappatura, contatto, aggancio, consolidamento della relazione e
microprogettualità con gli adolescenti segnalateci e/o con adolescenti
individuati dall’equipe.
IL METODO DI INTERVENTO del PROGETTO
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shadowing è un modo originale ed efficace, mutuato
dall’antropologia culturale, di rilevare “dal vivo” alcuni aspetti
della vita quotidiana dei ragazzi e delle ragazze che vivono nella
città di Forlì e del circondario.
Il metodo consiste nel “fare da ombra” e con ciò si indica una
persona che si appiccica ad un’altra, appunto come un’ombra,
seguendola per tutta la giornata e prendendo nota dei suoi
spostamenti, delle sue azioni, di quanto dice e sente e delle
situazioni “imbarazzanti”che, in questa relazione un po’ atipica, si
generano. All’inizio può essere una osservazione partecipante
ove i ruoli degli operatori non vengono dichiarati ma subito dopo
la prima fase lo diverranno.
E’ un’osservazione partecipata nella quale si ipotizza che il gioco
continuo tra distanza ed avvicinamento tra due mondi culturali,
possa produrre interessanti descrizioni dei modelli e delle
premesse implicite che si incontrano o scontrano nella relazione
tra due soggetti diversi.
INTERVENTO DI STRADA del PROGETTO
1) Mappatura
• Topografica
• Cognitiva
• Dei bisogni
• Relazionale
• Dei risultati
2) Contatto/Aggancio
• Primo contatto
• Aggancio
3) Consolidamento della relazione
• Costruzione di una relazione significativa
• Riconoscimento dell'OdS come adulto significativo
4) Micro-progettualità
• Proposte - stimolo
• Sviluppo delle competenze/potenzialità del gruppo
• Sviluppo delle relazioni gruppo - territorio
PEER EDUCATION, FINALITÀ del SOTTOPROGETTO
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promuovere il benessere e la crescita dell’individuo e del
gruppo all’interno della scuola prevenendo in questo modo il
disagio socio-relazionale che può dilatarsi in forme di bullismo
che a sua volta può portare alla dispersione scolastica dei
ragazzi.
favorire un lavoro di rete tra adulti che hanno impegni educativi
e formativi con i ragazzi: genitori e insegnanti; e un loro
successivo confronto e incontro con i giovani allo scopo di
affrontare insieme le problematiche dell’adolescenza come
momento di transizione verso l’età adulta.
trasmettere agli insegnanti informazioni sui temi presi in esame
(gruppo dei pari, bullismo, disturbi alimentari, sessualità,
sostanze psicoattive, disturbi d’ansia e dell’umore), quella di
approfondire con loro le dinamiche di gruppo e la gestione del
gruppo.
fornire ai genitori informazioni sui temi scelti e sugli strumenti
per la gestione dei conflitti
Tutto questo.... verso la cocostruzione di
comunità educanti,
competenti e solidali
capaci di accompagnare i propri membri
anche nei “momenti critici” dell’esistenza
(…).
La crisi fa parte del vivere, rappresenta
sempre una fase di passaggio e di
cambiamento che può dare esiti creativi e
migliorare la qualità della vita …
di tutti i suoi membri
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Comune di Forlì Politiche di Welfare Programma di prevenzione del