Orario lezioni.
Mercoledì, ore 16.00-18.00, aula AVILA, Corso Italia.
Giovedì, ore 18.00-20.00, aula AVILA, Corso Italia.
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Sociologia dei processi
culturali
Sociologia della cultura
Prof. Luca Salmieri
Lezione 2
‘Dentro la sociologia: Durkheim,
Weber, Simmel’
Èmile Durkheim (1858-1917)
Èmile Durkheim (1858-1917)
Autonomia scientifica della Sociologia
Fonda metodi e stabilisce concetti
La base del rapporto tra individuo e società:
-Ogni essere umano è necessariamente coinvolto in rapporti con i
propri simili, da qui l’importanza della Sociologia
-I contenuti che nascono dai rapporti umani cambiano nello spazio e
nel tempo
- Questi contenuti si impongono agli istinti dell’uomo
- Ma tale imposizione non dà luogo a spontanee tenedenze di
comportamento. Non c’è automaticità
-La sanzioni non sono indicative del fatto che le persone temendole si
adeguino alle rispettive norme, ma perché segnalano l’esistenza di
norme collegate.
Èmile Durkheim (1858-1917)
• La sociologia analizza i fatti sociali.
• I fatti sociali sono le maniere di agire, di pensare e di sentire proprie
di una società(*) e che la società rende vincolanti per gli individui,
assicurando il coordinamento delle loro attività.
• La società stabilisce norme scritte e non scritte, esplicite e latenti, e
poi sanziona attraverso punizioni e premi.
• Maniere di agire, di pensare e di sentire sono promosse e rese
vincolanti oppure vengono contrastate e combattute. Ad ogni modo
sono storicamente e culturalmente variabili.
•. Esistono legami che la sociologia deve individuare tra specifici modi
di agire, di pensare e di sentire e alcune variabili morfologiche delle
società: territorio, demografia, economia, livello di specializzazione e
divisione del lavoro e dell’organizzazione della società.
(*) Anche se non si parla di cultura, questa potrebbe essere la
definizione di cultura più adatta al pensiero di Durkheim.
Èmile Durkheim (1858-1917)
Distinzione tra società semplicie e società complesse
Società semplici
 Rappresentazioni di natura collettiva
 La società è tenuta insieme in modo
meccanico
La divisione del lavoro sociale è
semplice, con pochi ruoli e una
gerarchia del potere molto forte e
cristallizata
La religione ammanta tutte le sfere
del sociale
Non esiste devianza dal ruolo e
quando esiste è fortemente osteggiata
Tendenza della società a riprodursi
senza cambiamenti
Società complesse
 Rappresentazioni differenziate e
mutevoli
 Solidarietà organica: gli individui
hanno meno tratti culturali in comune
con gli altri componenti della società
Divisione
del
lavoro
sociale
altamente
sviluppata
con
ruoli
specifici di individui e istituzioni
Tratti della coscienza e della
rappresentazione collettiva comune
meno numerosi
Norme di tipo contrattualistico,
tecnico, specifico e razionalistico
Anomia: assenza o carenza di totale
e diffusa condivisione di numerose
norme.
Èmile Durkheim (1858-1917)
L’individualismo e la logica dello scambio utilitaristico sono un prodotto e non
una causa della divisione del lavoro sociale. Non sono un elemento universale
della società umana.
Secondo Durkheim, nella società a lui contemporanea, il bisogno di relazione
sociale non trova una risposta adeguata in quanto vi sarebbero troppi processi
sociali che avvengono senza che i singoli individui condividano pienamente
le norme che si applicano a quei processi oppure perché questi processi
non si reggono su nessuna norma evidente.
Per Durkheim ogni società deve:
 Far capire agli individui che essi dipendono dalla collettività e che quindi
l’orientamento altruistico deve prevalere su quello individualistico
 Spingere gli stess individui a mantenere un certo distacco dalle norme
prevalenti in modo tale da poter sempre sviluppare anche proprie valutazioni
 Garantire un certo grado di creatività, di innovazione e di ricerca del
cambiamento da parte dell’individuo.
Èmile Durkheim (1858-1917)
Nella ricerca “Il suicidio” (1897) Durkheim applica i metodi della nascente
sociologia, da lui stesso descritti e proposti ne “Le regole del metodo
sociologico”.
Teorie e ipotesi esplicative trovano un lampante esempio di legame con i
dati e il metodo sociologico adottati.
Premessa: il suicidio viola la norma presente in quasi tutte le società
secondo cui l’individuo non può darsi la morte.
Osservazione dei dati statistici e generalizzazioni empiriche: il suicidio
mostra tassi più elevati nei paesi, nei gruppi e nelle categorie sociali che
risultano o troppo poco o troppo aderenti alle norme prevalenti nel paese, nel
gruppo e nella categoria specifica.
Teoria (generalizzazione analitica): a sua volta la coesione sociale sarebbe
direttamente proporzionale al livello di controllo che la società, attraverso le
norme, garantisce sugli individui, o meglio sul loro versante egoistico,
personalistico e istintivo.
Suicidio egoistico: rapporto società-individuo aperto
Suicidio altruistico: rapporto società-individuo chiuso
Suicidio anomico: rapporto società individuo con poche regole condivise
da tutti.
Durkheim indica gli esempi di alcune società, di alcuni gruppi sociali di alcune
categorie professionali.
Èmile Durkheim (1858-1917)
Nelle società moderne si sviluppano sempre più deficit di coesione e
normazione sociale. Ciò perché secondo Durkheim ancora non si sarebbe
realizzata pienamente la solidarietà organica. Si diffondono sempre più
forme di agire dettate da regole tecniche, invece che da norme morali.
Le forme elementari della religione (1912).
Sacro e profano
Analisi, tra le varie religioni, anche quella del totemismo degli Aborigeni. La
realtà conosciuta dall’uomo viene suddivisa in due sfere: «le cose profane
sono quelle protette ed isolate dalle interdizioni; le cose profane, invece, sono
quelle a cui si riferiscono queste interdizioni e che devono restare a distanza dalle
prime. Le credenze religiose sono rappresentazioni che esprimono la natura delle
cose sacre e i rapporti che esse hanno tra loro e con le cose profane».
Gli aspetti della realtà che sono potenti o pericolosi sono distinti da quelli
ordinari. Le persone si possono avvicinare ai primi solo con timore e
sottomissione o attraverso rituali. Tutti gli altri aspetti profani della vita
quotidiana devono essere separati e tenuti lontani da quelli sacri.
Dio e la religione sono una rappresentazione simbolica della società
stessa. Tutte le religioni nascono con e dalla esperienza sociale ed entro
l’esperienza sociale.
Èmile Durkheim (1858-1917)
La religione è un’esperienza primordiale, da cui hanno origine tutte le
altre. Questo proprio perché la religione corrisponde alla società.
«La religione è un sistema solidale di credenze e pratiche relative a cose sacre, cioè
separate, interdette, le quali uniscono in un’unica comunità morale, chiamata
Chiesa, tutti quelli che vi aderiscono»
La religione ha quindi anche una funzione di coesione e integrazione
sociale in quanto spinge gli individui ad avere sentimenti di appartenenza
e identificazione collettiva.
I riti sono quelle manifestazioni in cui ciascun partecipante si sente non
più soltanto un destinatario dei comandamenti del gruppo, ma anche una
loro fonte.
Da un punto di vista strettamente sociologico, la religione è una
rappresentazione simbolica della priorità del sociale sull’individuale, cosa
indipsensabile per l’esistenza della società stessa. Si tratta di una priorità
che tutte le credenze mitiche e le pratiche rituali servono ad affermare e
mantenere.
Come spiegare la validità di questa legge anche nell’ambito delle
società moderne e laiche?
Max Weber (1864-1920)
Max Weber (1864-1920)
Storico di economia, giurista e quindi sociologo.
Secondo Weber la sociologia deve impegnarsi ad elaborare concetti ricavati dalla
ricerca storica e destinati anche alla ricerca storica, oltre che utili a comprendere i
rapporti esistenti tra le diverse sfere del sociale.
1903-04 L’etica protestante e lo spirito del capitalismo
1920-21 Sociologia della religione
1922
Il metodo delle scienze storico-sociali
1922
Economia e società
Per analizzare la realtà storica e sociale è necessario selezionare alcuni elementi
a scapito di altri e poi valutare gli elementi selezionati per verificare la loro
capacità di essere sintesi della realtà esaminata
Gli individui seguono lo stesso processo, ma a differenza del sociologo spesso non
sono consapevoli dell’arbitrarietà delle scelte.
Ciò non significa che gli individui non possano non condividere alcune
interpretazioni della realtà. Anzi alla base della società esiste proprio questa serie di
sistemi di pensiero e di interpretazione comunemente condivisi dalla
maggioranza delle persone o alternativi alla maggioranza delle persone (*).
(*) Questa potrebbe essere la definizione di cultura sposata da Weber.
Max Weber (1864-1920)
Per Weber la cultura è l’insieme delle interpretazioni fatte proprie dai
gruppi sociali. A tali interpretazioni sono riconducibili i fenomeni sociali di
grande portata come i costumi, le convenzioni, le regole, le leggi e le
istituzioni che caratterizzano i gruppi stessi, conferiscono a tali gruppi
un’identità collettiva, che trasmettono e a volte impongono agli
individui.
Le diverse interpretazioni configurano anche diversi interessi presenti
all’interno della società. Quindi nella società vi sono preferenze
potenzialmente incompatibili. Secondo Weber alla base dei conflitti sociali
vi sono interessi materiali e interessi ideali. A volte nella comprensione
del conflitto sono più importnati i primi, altre volte i secondi, altre volte
ancora entrambi.
Proprio perché la complessa realtà sociale è aperta ad interpretazioni
diverse, per Weber è necessario elaborare tipologie: insiemi di astrazioni
possibili per interpretare i diversi problemi di spiegazione posti dalla storia.
Weber definisce tipi-ideali i concetti che sono alla base delle sue tipologie.
Un tipo-ideale è tale perché la sua capacità di offrire un’interpretazione di
un determinato fenomeno sociale o storico non si applica all’intera realtà e
a tutte le sfaccettature che la sostanziano. È solo un’astrazione, una
riduzione della realtà che funziona come sua sintesi.
Max Weber (1864-1920)
Nel suo modo di procedere, Weber specifica i vincoli di affinità e compatibilità
che esistono tra i fenomeni propri di un ambito e quelli propri di altri ambiti
(economia, politica, religione, ideologia, cultura, diritto, etc) o viceversa gli effetti
bloccanti o inibenti dovuti all’inesistenza di tali vincoli.
Dagli scritti di Weber si evince che l’orientamento sociali degli individui può essere
dettato da uno o più tra 4 tipi di orientamento:
1) Tradizionalmente: si privilegiano le modalità suggerite dalla memoria (non
necessariamente quella corretta) del passato, ritenendo che quel modo è sempre
stato la maniera più corretta di agire e che quindi se viene ripetuto, rappresenta un
modello per l’agire presente.
2) Emotivamente: si seguono gli impulsi suscitati da sensazioni ed emozioni
3) Razionalmente secondo i valori: si scelgono tra i mezzi a disposizione quelli
più adatti a raggiungere l’obiettivo dell’azione. In questo caso però i fini sono
predefiniti e corrispondono a determinati calori che orientano le scelte della
persona.
4) Razionalmente secondo gli scopi: in questo caso qualsiasi mezzo è lecito per
raggiungere un determinato scopo.
Gli individui non seguono sempre lo stesso tipo di orientamento. Inoltre,
convenzioni diffuse, definizioni della realtà altamente condivise, valori accettati
come unicamente validi, istituzioni e norme inscritte nell’esistenza collettiva rendono
poi i comportamenti un fatto di routine.
Max Weber (1864-1920)
Alla base del concetto di cultura di Weber si evince che l’azione
individuale si fa sociale, se in quanto un soggetto interpreta più o meno
consapevolmente l’attività di altri soggetti e viceversa.
Sviluppi storici importanti e consistenti possono essere anche dovuti
fenomeni di carattere puramente culturale. Weber sottolinea ad esempio
l’importanza dell’emergere di credenze e valori innovativi o di potenzialità
tecniche che non si rapportano direttamente e in un primo momento alle
questioni delle strutture sociali (disuguaglianze sociali, economiche, etc)
Weber ritiene che l’obiettivo di comprendere i fenomeni sociali non
escluda del tutto la possibilità di spiegarli. Tuttavia la spiegazione non può
basarsi su leggi universali.
La sociologia può e deve essere:
 Avalutativa
Basata su ideal-tipi, sotto-tipi e sotto-sotto-tipi fino a giungere alla
approssimazione più dettagliata e vicina al fenomeno preso in esame
Non deterministica nelle cause, ma multicausale
Centrata su visioni multi-dimensionali
Max Weber (1864-1920)
La religione
Essa consente agli individui di attribuire un significato alla propria esistenza e alla
morte, di offrire un senso morale alla vita in società. Ogni relgione svolge questi
compiti in modi e misure diverse. Durkheim sosteneva invece una sorta di operare
medesimo della religione in tutte le società.
La diversa religiosa ha ricadute diverse in molteplici altri ambiti esperienza, tra cui
appunto, i processi sociali, persino quelli che hanno a che fare con la produzione, la
distribuzione e il consumo nel mondo economico.
La religione e la genesi del mondo moderno.
Secondo Weber, all’interno di una serie di pre-condizioni economiche, tecnologiche,
storiche e sociali, il capitalismo occidentale nasce e si sviluppa anche perché un
tipo di borghesia imprenditoriale si ispira a nuovi valori nel suo operare quotidiano.
L’etica protestante e lo spirito del capitalismo.
La grand innovazione religiosa è nell’ideal-tipo della riforma protestante e nello
specifico tipo di valori promosso dalla corrente calvinista che promuove la
predestinazione e indirettamente l’ascetismo mondano.
Il disegno divino determina una volta per tutte e per ciascun individuo la sua
salvezza o dannazione. Ciascuno è predestinato all’una o all’altro. Da ciò deriva
un’assillante anzia circa il proprio destino, che non è dato né conoscere, né
modificare. Ciò può condurre ad un’esistenza basata sulla continua ricerca
dell’evidenza della prova di essere predestinati alla salvezza.
Max Weber (1864-1920)
L’etica protestante e lo spirito del capitalismo.
La posta in gioco dell’attività dell’imprenditore diventa la dimostrazione
della propria qualità come persona: la ricerca del profitto e del benessere
economica diventa un dovere; la dedizione personale ad un
comportamento
razionale,
sistematico,
istancabile
divengono
caratteristiche mortali predominanti.
L’orientamento all’agire della nuova borghesia imprenditoriale è contrario a
quello emotivo e tradizionale, ma si sposta quello della razionalità
orientata allo scopo.
L’etica protestante spiega dunque la genesi del capitalismo in una
determinata area sociale e culturale dell’Europa. Ma naturalmente non
spiega né la sua successiva espansione, né tutti i rapporti interni al
capitalismo. Per Weber, l’etica religiosa è una delle concause e aveva
svolto un ruolo indispensabile per la nascita del capitalismo moderno. Le
religioni europee si distinguono dalle altre religioni perché avrebbero
sistematicamente promosso l’dozione di modalità razionali dell’agire
individuale e collettivo.
È questo che ha permesso all’Occidente di imporre la propria superiorità si
altre culture. Si tratta però di una superiorità di efficacia pratica e
tecnologica e non una superiorità morale.
Georg Simmel (1858-1918)
Georg Simmel (1858-1918)
Studioso di filosofia con interessi eterogenei, tra cui anche la sociologia.
Secondo Simmel, la sociologia studia fenomeni storico-sociali dal punto di vista
delle forme che assume il rapporto tra soggetti individuali e soggetti collettivi.
1900
Filosofia del denaro
1908
Sociologia
Gli individui intrecciano sempre relazioni sociali, si trovano sempre coinvolti
gli uni con gli altri, anche e soprattutto quando sono in compresenza.
L’individuo controbilancia questo stato permanente di interconnessione con gli
altri attraverso un’aspirazione all’autosufficienza, al desiderio di controllare
l’altro e quanto meno di ridurre la sua influenza nella relazione. Per questo
motivo Simmel parla di in-socievole socievolezza.
Simmel distingue tra contenuto e forma delle relazioni sociali. Mentre
discipline come il diritto, l’economia, la storia, studiano eventi e strutture sociali
provando ad esaminarne, classificarne, interpretarne i contenuti, la sociologia
deve occuparsi delle forme che essi inevitabilmente assumono.
Simmel dunque prospetta per la sociologia il compito di identificare e
classificare le varie forme che possono assumere i rapporti e i
raggruppamenti sociali, indicando le proprietà costitutive e le tendenze di
sviluppo di ciascuna forma.
Georg Simmel (1858-1918)
Simmel riconosce l’importanza crescente dell’autonomia dell’individuo
nella società moderna. Egli tuttavia non ritiene che ciò comporti una vera
e propria separatezza ed indipendenza dell’individuo dalla società. Anche
in quella moderna, la socievolezza dell’individuo resta un elemento centrale
della vita delle persone. Soltanto che questa subisce una torsione, con
nuove forme di in-socievolezza. L’individuo continua a far parte di cerchie
sociali. Le cerchie sociali della società moderne si posizionano una nei
confronti delle altre nello spazio sociale dove si accavallano, si
sovrappongono, si attraversano casualmente.
Cerche sociali società premoderne
Cerche sociali società moderne
 Cerchie concentriche
 Cerchie che si intersecano
Ruoli ascritti. La nascita determina
appartenenza alla famiglia, al gruppo, al
vicinato, alla comunità, ai principi e alle
regole di pratica religiosa, di acquisizione
della conoscenza, di definizione del
lavoro.
Ciascuno ha un pacchetto di
appartenenze che gli è proprio ed
esclusivo.
Le espressioni diverse della
socievolezza avvengono in ambiti e modi
prevedibili, costanti.
L’individuo nel passare dalla sfera
familiare alla religione, dal lavoro alla
politica, dal tempo libero al consumo, ha
maggiori possibilità di scelta
Gruppi sociali opachi [disimpegno]
Georg Simmel (1858-1918)
Per Simmel lo sviluppo esteso della cultura oggettiva entra in
contraddizione con la capacità della cultura soggettiva di digerire tutte le
sollecitazioni cui è esposto il soggetto della società moderna.
Il concetto di cultura.
La grande città e la vita mentale.
Il concetto e la tragedia della cultura (1904)
Metropoli: varietà culturale, gruppi sociali diversi, estetiche differenti, ampia
scelta nei consumi, differenti idee ed orientamenti, creatività, arti,
cambiamento, innovazione, modernità, gusti, mode e stili di vita.
Mezzi di informazione (stampa)
Mobilità (tram, treno)
Luoghi di consumo (grandi magazzini)
Cerchie sociali molteplici
Atrofia della cultura individuale <----> Ipertorfia della cultura oggettiva
La differenza con Durkheim.
Oltre ad essere contemporanei i due conoscevano la produzione uno dell’altro. Durkheim aveva
una concezione organica della società, capace di vivere e di morire. Simmel, invece, aveva l’idea
della società come di una costruzione. Per il primo conta la collettività, per il secondo gli uomini.
Durkheim vedeva il rapporto società-individuo a partire dalla dinamica dall’alto verso il basso
(catascopica), Simmel invece si riferiva al rapporto inverso (anascopico). Per Durkheim la società si
basa sulla possibilità che la collettività continui ad identificarsi con un insieme unitario di valori e
norme: per Simmel che gli individui continuino ad intrecciare relazioni sostenute dall’affidamento
che gli uni fanno sul comportamento degli altri.
Georg Simmel (1858-1918)
La filosofia del denaro.
Nella modernità si afferma, anche se in maniera non priva di contraddizioni, il valore centrale
della libertà individuale. L’individuo moderno mantiene una certa distanza tra se e gli altri, li
considera e tratta con loro in maniera oggettiva, in riferimento alle loro qualità astratte.
Il denaro media le relazioni di scambio in quanto è un oggetto di valore certo relativamente
stabile, pubblicamente riconosciuto e garantito che commisura l’aspetto vendita/rinunzia con
l’aspetto compera/acquisizione, quali ne siano i soggetti, gli oggetti, i tempi, i luoghi, le
modalità.
Per questa sua caratteristica, il denaro si piega senza riserva a chi lo possegga, diviene uno
strumento malleabile riuscendo ad esprimere compiutamente le intenzioni, le preferenze, gli
interessi economici del soggetto.
“Obbedisce facilmente e indifferentemente a qualsiasi forma e qualsiasi fine che la volontà possa
imprimergli. Il denaro si piega ad ogni direttiva. Sempre indifferente a qualunque oggetto, a
qualunque misura di distribuzione, a qualsiasi tempo del dare e del conservare. Esso concede così
all’Io il modo più deciso e più completo di dispiegarsi in un oggetto.”
In quanto oggetto astratto incapace di soddisfare immediatamente i bisogni concreti, ma
particolarmente atto a mediare il loro appagamento, il denaro si presenta come lo strumento
per eccellenza.
Tuttavia, il denaro tende a diventare per l’individuo moderno un fine a se stesso. Perché in
quanto tale stimola un desiderio insaziabile e una ricerca instancabile.
Il denaro, referente universale, contribuisce a sviluppare quella particolare posizione
dell’individuo nella società moderna che lo rende tendenzialmente dis-impegnato rispetto alle
relazioni sociali assorbenti e coinvolgenti.
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