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L’esperienza di SPRINT per le
politiche territoriali nel 2007-2013
Sessione sulle innovazioni amministrative e di policy per lo sviluppo locale
L’autovalutazione
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Caratteri identificativi e risultati dell’attività:
Dal punto di vista metodologico e procedurale, l’attività di autovalutazione ha previsto
l’individuazione di un PIT in ciascuna delle Regioni Ob. 1 su cui avviare il percorso di
autovalutazione. La task force della Regione Puglia ha scelto il PIT n. 1 “Area del Tavoliere”
come destinatario e principale attore di tale attività.
La scelta del PIT 1 nasce da una serie di valutazioni sulle caratteristiche del partenariato che
ha accompagnato il progetto e sul ruolo e le attività svolte dall’Ufficio Unico, istituito presso il
Comune di Foggia capofila del PIT.
Inoltre, il PIT 1 ha favorito processi di mobilitazione di risorse finanziarie e di attori a livello
locale, ha avviato percorsi di animazione territoriale su aspetti cruciali per l’attuazione del PIT
ed ha operato all’interno di un nuovo modello di governance (Ufficio Unico) grazie ad un
approccio innovativo e orientato al “problem solving”.
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Dal punto di vista operativo, la task force al fine di organizzare le attività di autovalutazione
nell’area del Tavoliere ha partecipato al workshop organizzato presso il Formez di Napoli
sulla “Valutazione e Autovalutazione dei Progetti Integrati Territoriali” il 16 aprile 2007.
Tale evento ha rappresentato l’occasione per abilitare i partecipanti (compreso il project
manager prescelto) alla conduzione delle attività di autovalutazione dei Progetti Integrati
Territoriali e, allo sesso tempo, testare lo Schema di Autovalutazione.
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Successivamente, si è provveduto alla costituzione del gruppo di autovalutazione che
risulta così composto:
1.
Carlo Di Cesare - PIT Manager
2.
Franco Parisi - Vicepresidente Provincia di Foggia
3.
Elisabetta Biancolillo - struttura PIT - Regione Puglia
4.
Giuseppe Palladino – Coldiretti
5.
Michele Tamburelli - CCIAA
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La task force Sprint Puglia, in data 22 maggio 2007, ha organizzato il primo workshop
durate il quale è stata presentata la metodologia di autovalutazione ed è stato distribuito
ai singoli componenti del Gruppo di autovalutazione il dossier di dati e di indicatori
quantitativi relativi al progetto integrato quale documento di supporto nella fase di
valutazione individuale.
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Nelle date 8 e 15 giugno 2007 sono stati realizzati due incontri collettivi di
autovalutazione finalizzati alla discussione delle principali aree di risultato e dei relativi
fattori abilitanti per giungere alla condivisione di un giudizio collettivo sul PIT.
Durante l’incontro dell’8 giugno hanno partecipato i rappresentati del partenariato
socio-economico ed il project manager del PIT 1; durante il secondo incontro, invece,
erano presenti il Vice Presidente della Provincia di Foggia ed il project manager del PIT.
La task force Sprint Puglia, infine, ha provveduto, nel rispetto della metodologia
prevista, ad assemblare e sistematizzare i contenuti nel presente rapporto di
autovalutazione.
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Fase di programmazione
Punti di forza
Punti di debolezza
Presenza di una massa critica adeguata dal punto
di vista finanziario ripartita tra differenti tipologie
di intervento (formazione, infrastrutture, regimi di
aiuto, servizi)
Mancato rispetto delle scadenze e conseguenti
ritardi del processo
Quadro delle regole e delle responsabilità regionali
e territoriali definito in modo dettagliato
Insufficienti
competenze
amministrazioni locali
Carattere integrato delle proposte sia in
riferimento alle diverse tipologie di intervento, sia
a
differenti
ambiti
tematici
(Società
dell’Informazione, internazionalizzazione, ricerca e
innovazione tecnologica)
Costruzione di un buon livello di cooperazione
verticale tra Regione e territorio
Sufficiente capacità di mobilitazione e di
coinvolgimento del partenariato economico e
sociale
interne
alle
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Fase di attuazione
Punti di forza
Punti di debolezza
Capacità di leadership tecnica dell’Ufficio Unico
Insufficiente capacità di incidere sulle strutture
regionali
responsabili
dell’attuazione,
con
riferimento ai tempi di pubblicazione dei bandi,
nonché alla fase di istruttoria e di ammissione a
finanziamento
Attività di animazione territoriale (e di interfaccia)
svolta dall’Ufficio Unico in collaborazione con gli
uffici regionali per quanto concerne alcune misure
del PIT (regimi di aiuto)
Rispetto dei cronogrammi procedurali e finanziari
degli interventi
Attività di comunicazione esterna sugli obiettivi ed
i risultati conseguiti
Capacità di attivare ulteriori programmi di
cooperazione (rispetto a quelli del PIT) tra le
amministrazioni pubbliche coinvolte
Capacità di mobilitare risorse finanziarie esterne al
PIT
Capacità di partecipazione
socioeconomico
Supporto al rafforzamento della governance
Attivazione delle risorse private e degli strumenti
di cooperazione pubblico-privati
orizzontale
del
partenariato
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Uno dei risultati più evidenti scaturito dall’attività di autovalutazione è stato l’aver
evidenziato la presenza di un reale processo di crescita e di accumulo di competenze, di
relazioni e di esperienze concrete che ha caratterizzato in vari modi i principali soggetti
pubblici e privati coinvolti nel PIT.
Unanimemente è stato riconosciuto il processo di avanzamento complessivo che ha
interessato sia la sfera pubblica, sia in misura solo in parte diversa, il partenariato
socioeconomico; tale avanzamento può essere considerato uno dei risultati più evidenti e
significativi dell’intero processo di ideazione ed attuazione del PIT, destinato ad
assumere nei prossimi mesi un valore ancora più strategico alla luce dei nuovi
programmi di sviluppo locale che caratterizzeranno il nuovo ciclo di programmazione
2007-2013.
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In Puglia l’esperienza dei progetti integrati evolverà nel processo di costruzione di dieci
aree vaste, configurazioni territoriali che richiedono il consolidamento dei sistemi
territoriali di governance multilivello da un lato, ed una maggiore integrazione della
dimensione economica, sociale, urbanistica e territoriale dall’altro.
A ciò si aggiunge la necessità di procedere all’individuazione di strumenti operativi e di
attuazione capaci di garantire la realizzazione di un programma maggiormente articolato e
complesso, come il Piano strategico di Area Vasta, dall’altro che si pone come fase
programmatoria di un ampio processo di sviluppo a breve e medio termine.
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Una delle principali lezioni che è possibile trarre dall’esperienza dei PIT Tavoliere
riguarda sia l’esigenza di ampliare le aree di responsabilità degli organismi locali, non
solo in fase di programmazione delle strategie, ma soprattutto di attuazione e gestione
degli interventi, sia la necessità di individuare strumenti stabili di coinvolgimento e di
partecipazione attiva da parte del partenariato socioeconomico e dei capitali privati.
La stessa esperienza del PIT Tavoliere evidenzia come la scelta del modello gestionale
risulti determinante nel favorire processi di avanzamento istituzionale, ma non
sufficiente da sola a garantire il perseguimento efficace degli obiettivi di sviluppo. La
scelta del modello di governance deve essere accompagnata da una riflessione attenta
sugli strumenti più efficaci per accompagnare i processi ed influire sui nodi strutturali,
primo tra tutti il rafforzamento del capitale sociale di area e la propensione alla
cooperazione orizzontale e verticale.
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La pianificazione strategica nasce dalla necessità di fornire una visione comune ad un
territorio, capace di indirizzare le attività e le risorse presenti per rispondere ad
esigenze complesse e comuni cui nessun soggetto/attore potrebbe dare da solo una
risposta adeguata.
Il ruolo della P.A. locale, nei processi di pianificazione strategica non è più quello di
costruire il piano e di realizzare le azioni da sola, ma di promuovere, facilitare e
coordinare le attività di diversi soggetti su tre aspetti centrali: leadership, partenariato
e partecipazione.
Si tratta di ripensare la propria missione in termine di governance.
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Una delle maggiori ricadute organizzative del processo di pianificazione strategica è
senza dubbio la necessità di una gestione integrata dei processi di pianificazione, di
monitoraggio e controllo, che permetta di misurare ad intervalli regolari l’andamento
delle azioni e di raccogliere informazioni utili a riorientare le strategie ed azioni.
Il monitoraggio e la valutazione sono anche strumenti chiave per la definizione di
nuovi rapporti di collaborazione con soggetti esterni, nel senso che forniscono una
base informativa importante per guidare la valutazione delle proposte e la selezione
dei progetti sia pubblici che privati.
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Presentazione di PowerPoint - Sanità e Politiche sociali