P corso ecm a distanza: modulo didattico 4 - diagnosi e trattamento delle malattie parodontali Chirurgia mucogengivale parodontale L • Massimo Di Stefano • Andrea Rodolfi Università degli Studi di Milano, Dipartimento di Scienze Biomediche, Chirurgiche e Odontoiatriche, IRCCS Istituto Ortopedico Galeazzi, Servizio di Odontostomatologia, Milano e recessioni, ovvero la migrazione apicale alla giunzione amelocementizia del margine gengivale (AAP 1996), sono comuni nella popolazione1-4. Si definisce recessione gengivale uno spostamento apicale del margine gengivale rispetto alla sua posizione fisiologica, ossia 1-2 mm coronale alla giunzione amelocementizia (Cemento Enamel Junction, CEJ), con esposizione patologica della superficie radicolare (Figure 1 e 2). Le recessioni sono spesso localizzate nella superficie buccale di pazienti con alto standard igienico3,4, possono essere associate ad aumento del- la sensibilità5, lesioni cervicali non cariose6, carie radicolari e tendono a peggiorare nel tempo7. L’identificazione della giunzione smalto-cemento risulta di fondamentale importanza per la diagnosi e il trattamento delle recessioni. La sua precisa identificazione consente di stabilire diagnosi differenziale con l’eruzione passiva ritardata o alterata, condizioni che rappresentano il mancato accorciamento in senso apicale del tessuto 2. Rappresentazione schematica delle recessioni gengivali. Si noti come la perdita di attacco complessiva sia data dalla somma dell’entità della recessione gengivale (se presente) e della profondità di sondaggio. del dente antagonista. Questo processo può richiedere diversi anni di tessuto marginale dentale e/o implantare siano mutate signifi- per il suo completamento; nella fase di crescita dentale prende il cativamente11. Il passato ha visto i clinici impegnarsi nell’aumen- nome di eruzione passiva ritardata. Nel caso in cui qualche elemen- to in altezza e spessore di gengiva cheratinizzata con l’intento di to dentario non termini questa fase, l’eruzione passiva diventa al- stabilizzare il livello del margine gengivale12-14. Con il passare del terata . La determinazione della giunzione amelocementizia è di tempo, l’attenzione si è via via focalizzata al raggiungimento della fondamentale importanza nella fase di trattamento chirurgico, con- ricopertura radicolare e sull’estetica. Una superficie radicolare non sentendo di predeterminare la ricopertura radicolare . adeguatamente coperta può essere associata a sensibilità e a lesioni Il recente Consensus report del decimo Workshop Europeo di Pa- cervicali non cariose che, a loro volta, possono dare adito a lesioni Riassunto Summary La recessione del tessuto gengivale può causare una compromissione a livello estetico e un incremento dell’ipersensibilità dentinale, ponendo inoltre le basi per un incremento del rischio di carie radicolare. L’eziologia delle recessioni è estremamente varia e comprende fattori correlati alle abitudini del soggetto. Diverse tecniche sono state proposte nel tempo al fine di condurre a una completa e stabile ricopertura delle recessioni gengivali. Queste tecniche possono comportare l’avanzamento coronale di un lembo appositamente allestito con il posizionamento o meno di un innesto di tessuto connettivo autologo prelevato dal palato. La stabilità a lungo termine dei risultati di questo tipo di intervento dipende, oltre che dalla tecnica utilizzata, anche dalle abitudini e dal grado di adesione del paziente al piano di mantenimento. z PAROLE CHIAVE: recessione gengivale, chirurgia mucogengivale, chirurgia plastica parodontale, innesto connettivale, lembo bilaminare ottobre 2015 1. La figura mostra una recessione gengivale di un elemento dell’arcata mascellare. Si noti la migrazione apicale del tessuto gengivale e la presenza di un’iniziale perdita di sostanza dentale dovuta a fenomeni abrasivi. rodontologia ha sottolineato come le indicazioni all’incremento 9,10 ildentistamoderno 2. gengivale marginale al momento del raggiungimento del contatto 8 30 1. Periodontal mucogingival surgery: rationale and techniques Gingival tissue recession could cause an esthetic damage and the occurrence of dentin hypersensitivity, also increasing the risk of radicular caries. The etiopathogenesis of gingival recessions is extremely variable, and implies a correlation to patient’s lifestyle. A number of surgical techniques were proposed in order to obtain a full coverage of gingival recessions. These techniques could imply the coronal repositioning of an appropriately designed flap, with or without the positioning of a free connective tissue graft from the palate. Long-term stability of the clinical results obtained depends on the used technique and on the adherence of the patient to the maintainence plan. z KEY WORDS: gingival recession, mucogingival surgery, periodontal plastic surgery, connective tissue graft, bilaminar flap cariose anche secondarie alle ricostruzioni in composito di quinta classe. Ottenere la ricopertura radicolare rappresenta oggi la via più TABELLA 1 - EZIOLOGIA DELLE RECESSIONI (ZUCCHELLI, 2012) Traumatiche Batteriche Virali I soggetti colpiti da recessione possono avere una coscienza del loro Trauma da spazzolamento Marginali Herpes simplex virus problema che varia dalla paura infondata di perdere i denti a una Trauma da filo interdentale Apicali mancata accettazione del proprio sorriso menomato dall’allunga- Trauma da piercing mento degli stessi. Il clinico dovrà essere innanzitutto in grado di Trauma ortodontico vicina all’agognata restitutio ad integrum. comprendere le aspettative del paziente, integrarle con la valutazione professionale della prognosi e intervenire sui fattori predisponenti. L’intervento del clinico dovrà comprendere la rassicurazione, Miste Trauma da occlusione Trauma da preparazione protesica la correzione di errate manovre igieniche traumatiche, la modifica tamento chirurgico della recessione. Nel workshop è stato eviden- TABELLA 2 - FATTORI PREDISPONENTI ALLE RECESSIONI GENGIVALI (ZUCCHELLI, 2012) ziato come la gestione ottimale debba comprendere cambiamenti Biotipo sottile nelle manovre di igiene orale in modo da assicurare un’ottimale Prominenze radicolari rimozione del biofilm senza abbinare a esso inopportune erosioni Malposizioni dentarie dei fattori di rischio, il controllo della sensibilità radicolare e il trat- chimiche e abrasioni meccaniche nei confronti della superficie radicolare e dello smalto cervicale. È stato inoltre sottolineato come la decisione di estendere i margini cervicali di una otturazione sia Frenulo che si inserisce sul margine gengivale Fattori iatrogeni: manufatti protesici debordanti, bande e fili ortodontici, otturazioni di 5ª classe in composito, perforazioni endodontiche da mettere in discussione, alla luce della possibilità di ricoprire la recessione predicibilmente. Nella dentizione in via di sviluppo è altresì possibile il reperimento Tra i diversi fattori di rischio allo sviluppo di recessioni radicolari è di recessioni nel quinto sestante. Esse non vanno trattate immediata- stato commentato anche il trattamento ortodontico. L’associazione mente: sono infatti frequenti le remissioni spontanee, senza necessità di Americana di Ortodonzia nel 2006 ha riconosciuto la malocclusione alcun intervento nel tempo19. come un fattore predisponente alle “malattie parodontali”; è stata L’applicazione di forze non controllate attraverso il filo interdentale può infatti dimostrata una maggior frequenza di recessioni nei pazienti essere altresì una causa di lesioni traumatiche dette “cleft”, che Stillmann trattati con ortodonzia (OR = 4,48)15. attribuì erroneamente al trauma occlusale (Figura 3). Anche i tessuti molli attorno agli impianti godono di attenzione cre- Le cleft si dividono in rosse, quando conservano tessuto connettivo al scente. È dato di fatto di come il successo a lungo termine passi fondo della lesione, e bianche, dalla salute del sigillo mucoso perimplantare. A esso vengono ri- quando sono composte da una chieste doti di stabilità nei settori posteriori (e anteriori in caso di lesione a tutto spessore, lasciando edentulismi totali avanzati) e di estetica nei settori anteriori dove intravedere la superficie dentale. fattori come la presenza di papille di adeguata grandezza e forma, Le cleft sono altresì suddivise in la festonatura dei profili gengivali, la mimesi della protuberanze complete, quando la loro estensio- radicolari, l’assenza di disaccoppiamenti cromatici cicatriziali sono ne raggiunge la linea mucogengi- sempre più raggiungibili dal clinico attento alla gestione dei tes- vale, e incomplete quando sono suti molli. da essa confinate. Comunemente le cleft sono considerate lesioni 1. Eziologia e patogenesi delle recessioni precoci che, se non adeguatamen- La causa principale delle recessioni (Tabella 1) consiste nell’errata tec- te diagnosticate e trattate, vanno nica di spazzolamento o nell’utilizzo di uno spazzolino troppo duro16. incontro invariabilmente all’am- Altra causa è l’applicazione di forze ortodontiche non controllate . pliamento della lesione portando Non disponiamo tuttavia di un’evidenza scientifica definitiva18. alla formazione di una recessione Fattori anatomici quali il biotipo tissutale sottile, la fenestrazione, la dei- gengivale. Nel caso di cleft rosse, scenza ossea, la forma o la posizione aberrante dell’elemento dentario il ripristino di adeguate abitudi- in arcata rappresentano fattori favorenti l’insorgenza (Tabella 2). ni di igiene orale domiciliare è 17 3. Esempio di lesione “cleft” rossa causata da manovre di igiene orale inadeguate. 31 ildentistamoderno ottobre 2015 P corso ecm a distanza: modulo didattico 4 - diagnosi e trattamento delle malattie parodontali sufficiente per condurre a una guarigione completa nel giro di pochi risulti necessario, si procede alla rimozione di tutti i fattori irritativi giorni. Nel caso di cleft bianche, la lesione risulta molto più complessa locali e alla rimozione dei restauri debordanti attraverso il rifacimen- da trattare con successo. to dei dispositivi protesici coinvolti o dei restauri conservativi. Il trauma da piercing (labiale o linguale) assume una morfologia simile Nella patogenesi delle recessioni va ricordato anche il virus her- a quella delle cleft, posizionato in corrispondenza del punto di contatto pes simplex, causa di lesioni bollose del tessuto cheratinizzato che traumatico del piercing con la gengiva marginale. Tali lesioni possono evolvono in ulcere. Queste ultime vanno poste in diagnosi diffe- assumere dimensioni significativamente importanti, conducendo a renziale con le lesioni traumatiche. Le lesioni ascrivibili a infezioni recessioni tessutali di elevata entità, spesso complesse da trattare. La di natura virale, a differenza delle lesioni traumatiche, non sono rimozione del piercing conduce certamente ad arrestare la progressio- dolenti alla palpazione. Fondamentale in questo caso è sospen- ne della lesione stessa, ma talvolta non è sufficiente a portare a una dere qualsiasi manovra di spazzolamento, che porterebbe in caso guarigione spontanea. di vicinanza del margine gengivale, alla formazione di una reces- La terapia ortodontica e specialmente lo spostamento ortodontico sione. Il trattamento in questo caso richiede l’eliminazione del fat- dei denti in posizione vestibolare possono provocare la fuoriuscita tore causale scatenante (il virus) attraverso adeguati trattamenti dell’elemento dentale dall’alveolo, creando così un locus minoris re- farmacologici, che possono essere scelti anche di concerto con lo sistentiae per la formazione di recessioni gengivali8. specialista in patologia orale; solo successivamente è possibile va- Va considerato che il trauma occlusale, inteso come alterazione del lutare la possibilità di procedere con il trattamento chirurgico per normale carico occlusale da precontatti o parafunzioni, non è un fat- il ripristino delle condizioni iniziali. tore causale di recessioni gengivali. Si può parlare invece di “reces- La patogenesi delle recessioni è definita centripeta in quelle trau- sione gengivale da occlusione traumatica” nel caso di un morso pro- matiche e centrifuga in quelle batteriche. Il trauma, infatti, provo- fondo in cui il margine incisale traumatizzi direttamente la gengiva ca la recessione quando l’ulcera erosiva formatasi arriva alla superfi- marginale degli elementi incisivi inferiori. Anche in questa situazio- cie radicolare, quindi proviene dalla superficie gengivale “esterna” e ne, la rimozione del fattore traumatico non è in grado di condurre si dirige in direzione della radice. Al contrario, le recessioni di origine a una restitutio ad integrum dei tessuti traumatizzati, ma può essere batterica prevedono la formazione di una tasca che, sottendendo sufficiente ad arrestare la progressione della recessione. una perdita di attacco, può provocare il collasso dei tessuti buccali e Un altro importante fattore che può influire nello sviluppo di recessioni la conseguente formazione di una recessione del tessuto gengivale gengivali è quello iatrogeno. Una preparazione protesica che non rispet- esterno, a livello di tutti i versanti che circondano l’elemento dentale. ti l’andamento festonato della linea amelocementizia, andando a minastibolare per rimodellamento compensatorio nel caso di biotipi sottili. 2. Classificazione e prognosi delle recessioni Nel caso di biotipi spessi, si potrà generare una tasca. L’obiettivo del chirurgo parodontale nel trattamento di una reces- Anche il posizionamento di manufatti protesici incongrui agisce sione gengivale, così come suggerito dalla letteratura internaziona- da fattore predisponente alla comparsa di recessioni gengivali, per le, è la ricopertura radicolare. Essa può essere completa o parzia- l’impossibilità di mantenere un’igiene adeguata a causa della pre- le20. Il fattore prognostico più importante per l’ottenimento della senza di margini debordanti, che contribuiscono anche direttamen- ricopertura radicolare completa (CRC) è l’altezza (intesa un senso te inducendo una irritazione nei confronti dei tessuti gengivali. La corono-apicale) dei tessuti parodontali di supporto (attacco con- presenza di margini debordanti comporta l’accumulo di placca e nettivale e osso alveolare proprio)8. tartaro con le conseguenze note sia a livello dei tessuti gengivali Un articolo “classico” focalizzato sui difetti dei tessuti molli localizzati che dentali. nel quinto sestante divideva i difetti in quattro classi, ancora oggi Le recessioni a eziologia batterica sono provocate da un accumulo utilizzate come riferimento in chirurgia plastica parodontale21 (Ta- di placca e tartaro. Sono caratterizzate da presenza di sanguinamen- bella 3). to al sondaggio (Bleeding on Probing, BOP+), sono spesso accompa- Similmente Miller ha classificato le recessioni a seconda della pro- gnate dalla presenza di perdita di attacco circumferenziale e posso- gnosi di copertura radicolare: no essere associate a malattia parodontale. } re le fibre connettivali interprossimali, può provocare una recessione ve- 32 ildentistamoderno ottobre 2015 I classe: recessione confinata alla gengiva cheratinizzata senza per- In questi casi è necessario eseguire una adeguata terapia causale dita di supporto interprossimale. Attraverso le manovre chirurgiche volta ad eliminare la malattia parodontale prima di procedere alla che saranno descritte, in questi casi è possibile ottenere una ricoper- eventuale terapia chirurgica di ricopertura radicolare. Nei casi in cui tura radicolare completa; TABELLA 3 - CLASSIFICAZIONE DI SULLIVAN E ATKINS (1968) Narrow Wide Shallow Deep TABELLA 4 - CLASSIFICAZIONE DI PINI-PRATO (2010) Secondo la classificazione di Pini-Prato e collaboratori, le recessioni possono essere classificate in base alla possibilità o meno di riscontrare la presenza della giunzione amelocementizia e in base alla presenza o meno di un gradino o di un’abrasione a livello della superficie radicolare. Classe A Presenza di LAC (linea amelocementizia) Classe B Assenza di LAC (linea amelocementizia) + Presenza di gradino è stata proposta ancora più recentemente da Cairo e collaboratori27. – Assenza di gradino } Tipo 1 (RT1): nessuna recessione interprossimale; } Tipo 2 (RT2): recessione con perdita di attacco interprossimale mi- } Una diversa classificazione basata sulla perdita di attacco interprossimale e sulla predicibilità di ricopertura completa della recessione II classe: recessione che si estende oltre la linea mucogengivale, senza perdita di supporto interprossimale; in questi casi è possibile ot- nore o uguale a quella presente buccalmente; } } Tipo 3 (RT3): recessione con perdita di attacco interprossimale maggiore di quella presente buccalmente. tenere una ricopertura radicolare completa; - IIa: conservazione di un margine di tessuto cheratinizzato apicale Lo stesso autore ha dimostrato una maggiore frequenza di copertu- all’esposizione radicolare, evidenziabile clinicamente (secondo alcu- re radicolari complete negli RT2 trattati con lembo a posizionamen- ni autori questa porzione di tessuto è rappresentata in tutti i casi); to coronale associato a innesto di tessuto connettivo, specialmente - IIb: mancanza di un margine di tessuto cheratinizzato apicale all’e- nei casi con discrepanze di perdita di attacco interdentale ≤3 mm28. sposizione radicolare; Sussistono delle condizioni locali che possono limitare la copertura III classe: recessione che si estende apicalmente rispetto alla giun- radicolare completa. zione mucogengivale; la perdita di supporto interprossimale risulta essere di entità comunque inferiore alla perdita di attacco vestibo- Perdita di altezza (in senso apico-coronale) della papilla interdenta- lare; il dente può essere moderatamente ruotato, malposizionato o le: le tecniche di ricopertura radicolare di posizionamento corona- estruso e le papille non riempiono completamente gli spazi inter- le prevedono l’ancoraggio del lembo a una papilla chirurgica la cui dentali fino al punto di contatto; in questi casi non è generalmen- altezza deve essere preservata, rappresentando il letto vascolare di te possibile ottenere una ricopertura radicolare completa, ma solo ancoraggio dei tessuti molli destinati alla copertura radicolare. parziale a causa principalmente della perdita di dimensione delle } } } Rotazioni dentarie: la rotazione di un elemento dentario porta alla papille interprossimali; variazione del rapporto tra papilla e CEJ. Ne scaturisce la riduzione IV classe: perdita di osso interprossimale apicalmente all’estremità in altezza di una papilla senza perdita di attacco e di osso interpros- apicale della recessione; la perdita di attacco interprossimale è di simale. Questo porta a una diminuzione del potenziale di ricoper- entità uguale o maggiore della perdita di attacco vestibolare; la re- tura radicolare, sempre considerando che il tessuto delle papille in- cessione raggiunge o supera la giunzione mucogengivale; il dente terdentali rappresenta il tessuto di ancoraggio del lembo una volta può essere severamente ruotato/malposizionato o estruso; le papille non riempiono gli spazi interprossimali fino al punto di contatto; in riposizionato coronalmente. } Estrusione dentaria: assenza o malposizioni dell’elemento antago- questa situazione clinica, indipendentemente dalla tecnica utilizzata nista che portano alla estrusione di un elemento dentario portano (con o senza apposizione di un innesto connettivale o epitelio-con- alla riduzione dello spazio presente tra CEJ e vertice della papilla. nettivale), non è possibile ottenere una ricopertura della superficie } Abrasione occlusale: anche l’abrasione occlusale, con conseguente estrusione dentaria, porta alla riduzione dello spazio presente tra radicolare esposta. Altri fattori sono stati riconosciuti importanti nella prognosi della ricopertura radicolare, come ad esempio la differenza tra la situa- CEJ e vertice della papilla. tale23 e la presenza di alcune abitudini viziate, come, ad esempio, il 3. Predeterminazione del livello di ricopertura radicolare fumo di sigaretta24,25. Il massimo livello di ricopertura radicolare ottenibile in assenza di La presenza o meno della giunzione amelocementizia e/o di un CEJ anatomica evidenziabile e con presenza di fattori locali limitanti gradino erosivo ha inoltre ispirato la classificazione di Pini Prato del la ricopertura radicolare può essere valutato prima della chirurgia. Il 2010, che ha introdotto, quindi, un importante parametro per la va- clinico ha così la possibilità di comunicare al paziente una corretta lutazione delle lesioni parodontali (Tabella 4). prognosi oltre ad avere indicazioni precise riguardo alla ricostruzio- zione pre- e post-chirurgica22, la dimensione della papilla interden- 26 33 ildentistamoderno ottobre 2015 P corso ecm a distanza: modulo didattico 4 - diagnosi e trattamento delle malattie parodontali ne conservativa della giunzione amelocementizia nel caso non sia durre che il processo di guarigione che interessa il cavo orale è più determinabile nemmeno nell’elemento controlaterale. rapido e dà luogo a una minore incidenza di tessuto cicatriziale29,30. In letteratura esistono diversi metodi per rilevare il massimo livel- Assume importanza il ruolo dell’interleuchina 1, che gioca un ruolo lo di ricopertura radicolare ottenibile. Di seguito viene presentato importante nella guarigione delle ferite a livello orale, mentre non quello proposto da Zucchelli9. ne ha nessuno nella guarigione delle ferite cutanee31. Il protocollo prevede la misurazione di una papilla ideale capace di Sempre nell’ambito della speculazione, l’unicità del cavo orale si determinare la massima ricopertura radicolare. Ovviamente vi sono lega alla saliva e alle sue note attività biologiche che possono gioca- alcune situazioni nelle quali la papilla ideale non corrisponde alla re un ruolo di rilievo nel processo di guarigione32. papilla anatomica, come invece succede nelle classi I-II di Miller. Secondo gli studi condotti da Bodner e collaboratori, la guarigione Per misurare la papilla ideale bisogna rilevare in primo luogo il pun- delle ferite cutanee e ossee in topi sottoposti a scialoadenectomia to angolare della CEJ: lo si può ottenere come intersezione della CEJ, sottolinguale risultava più lenta e difficoltosa rispetto al gruppo solitamente rintracciabile a livello interprossimale anche in casi di controllo. Osservazioni successive dello stesso gruppo hanno valu- abrasione, e la linea angolare buccale del dente (passaggio tra su- tato una rallentata guarigione delle ferite palatali che risultava in perficie vestibolare e superficie interprossimale). generale tanto più lenta quanto maggiore era l’estensione della fe- La retta congiungente il punto di contatto interprossimale con la rita33-35. tangente proiettata del punto angolare permette di ottenere la mi- L’azione delle differenti cellule immunitarie prese e studiate singo- sura della papilla ideale. larmente in assenza di patogeni non sembra essere fondamentale Riportando il valore sulla papilla anatomica e proiettando il punto nei processi di guarigione nel topo36-38. Il modello studiato dagli au- più apicale verso la radice, si ottiene un punto che, unito al controla- tori non è tuttavia completamente sovrapponibile alla guarigione terale da una linea convessa, rileva la linea di ricopertura radicolare. di una ferita parodontale: in questo caso esistono problematiche Solo nelle classi di Miller I-II la papilla ideale coincide con quella ana- legate alla flora microbica e soprattutto a possibili ridondanze tra tomica, mentre invece nelle classi di Miller III e IV la papilla anatomi- i vari tipi di cellule immunitarie. Sicuramente l’infiammazione, so- ca è sempre di dimensioni ridotte rispetto all’ideale. prattutto se protratta nel tempo, porta all’ottenimento di una quota Questa osservazione consente di capire come solo nelle classi Miller maggiore di tessuto cicatriziale: ecco perché il suo controllo può I-II si possa ottenere completa ricopertura radicolare. avere come risultato una migliore guarigione36. La valutazione della linea di ricopertura radicolare deve tener conto Riguardo all’eterogenea popolazione di linfociti T, si possono osser- anche dell’eventuale rotazione del dente che modifica la posizione vare azioni differenti: la riduzione di linfociti T helper e di linfociti del punto angolare della CEJ, e dell’eventuale estrusione del dente citotossici porta a un incremento della velocità di guarigione della affetto da recessione; in questi casi l’indicazione per valutare l’al- ferita39. La riduzione di cellule dendritiche T provoca un ritardo nella tezza della papilla ideale è quella di osservare il dente contiguo o il chiusura della ferita40. dente omologo non ruotato e non estruso. La genetica è un aspetto da tenere in considerazione nella guarigio- 4. Guarigione delle ferite ne delle ferite. Esistono diversi geni capaci di codificare molecole con attività regolatrice su tali processi: il TGF-b ne è un esempio. I processi di guarigione delle ferite, siano esse di origine sia trauma- Conoscere le basi molecolari della guarigione può tradursi nel piani- tica che iatrogena, avvengono seguendo iter predefiniti e diffusa- ficare razionalmente l’intervento in modo da controllare ritardi nella mente descritti. guarigione o esuberi riparativi. Benché siano più numerosi i lavori riguardanti la guarigione delle } lagenica dei fibroblasti e la loro trasformazione in miofibroblasti41. ferite cutanee, tali processi avvengono in modo similare nel cavo orale. La cute presenta uno strato cheratinizzato notevolmente più ottobre 2015 In topi con assenza di Smad3, che trasduce i segnali dal TGF-b, si osserva un’accelerazione dei processi riparativi se rapportati al con- zione si presenta di molto ridotta se non del tutto assente. Inoltre, trollo di topi selvatici42. Antagonizzando Smad3, risulta inoltre in nel cavo orale sono assenti gli annessi cutanei e il livello di contami- un’accelerazione dei processi riparativi43. } Topi knockout per il gene codificante il TFN-g, che sembra avere stret- Sono pochi gli articoli in letteratura che evidenziano le differenze ti rapporti con il TGF-b, mostrano una più veloce tendenza alla gua- tra la guarigione delle ferite parodontali e quelle cutanee e per lo rigione. più riguardano modelli animali. In termini speculativi, si può de- ildentistamoderno } spesso e rappresentato, rispetto al cavo orale dove la cheratinizza- nazione non risulta comparabile con quello della cute. 34 Il TGF-b risulta avere funzioni pleiotropiche, influenza la sintesi col- Dalla recente revisione condotta da Sculean44 si possono così rias- sumere le fasi e i processi che portano alla guarigione delle ferite, a Come osservato da Karring nel 197145, la specificità dell’epitelio ri- livello dei tessuti orali e parodontali nello specifico. sulta determinata a livello sia genetico-ereditario che funzionale. } } } } Fase dell’emostasi. Nel sito lesionato l’attivazione delle vie della co- Lo studio descritto in questo articolo caposaldo è stato condotto agulazione e l’aggregazione piastrinica portano alla formazione di su primati. Sono state effettuate su 8 scimmie delle chirurgie volte un coagulo. La matrice esterna è essenzialmente formata da fibrina a trasporre lembi di tessuto gengivale a lembi di tessuto mucoso e proteine promuoventi l’adesione, come la fibronectina e la vitro- in area premolare. Oltre a questi interventi, sono stati prelevati dal nectina. In questa struttura vengono inglobate piastrine, emazie e palato degli innesti liberi epitelio-connettivali poi innestati nelle re- polimorfonucleati. La formazione di una struttura così organizzata gioni anteriori di maxilla e mandibola. getta le basi per una corretta diapedesi della componente infiam- Il sacrificio degli animali ha permesso di ottenere delle sezioni isto- matoria che migra nella trama di fibrina che viene a formarsi al ter- logiche a 5 giorni - 14 giorni - 1 - 8 - 10 - 12 mesi. Dopo 2 mesi i tes- mine della cascata della coagulazione che, come noto, termina con suti innestati mostravano caratteristiche cliniche proprie dei tessuti la trasformazione del fibrinogeno in fibrina. donatori e in tutto il periodo sperimentale tali tessuti hanno man- Fase infiammatoria. I neutrofili vengono richiamati nel sito dal rila- tenuto le suddette caratteristiche. Nei siti trattati con trasposizioni a scio di chemochine e dal sistema del complemento. Tale fase prende lembo, i tessuti hanno mantenuto la loro specificità. inizio da un’ora dopo la comparsa della ferita fino alle 24 ore. I ma- Innesti liberi di connettivo prelevati dal palato e posizionati in regio- crofagi e i neutrofili hanno il compito di ripulire la ferita dalle cellule ni con insufficienti ampiezze e spessori di tessuto cheratinizzato ne necrotiche, dai batteri penetrati attraverso la soluzione di continuo determinano un incremento46. nel tessuto e di modulare la risposta infiammatoria nei confronti Lo stesso gruppo di autori evidenzia come risulti possedere un dif- dell’insulto che si è creato. ferente potenziale di cheratinizzazione il connettivo prelevato dagli Fase di nuova formazione tessutale. Si caratterizza per la presenza strati profondi del palato rispetto a quello subepiteliale: inoltre, il di un tessuto riccamente colonizzato da cellule epiteliali, endo- connettivo prelevato subito sotto lo strato epiteliale risulta dotato teliali, fibroblasti e matrice extracellulare. Le cellule endoteliali di una migliore capacità di indurre cheratinizzazione47. derivano da precursori circolanti o da cellule endoteliali già pre- Ulteriore osservazione di rilievo è la capacita del solco gengivale di senti. I fibroblasti possono derivare dal connettivo dei margini controllare il potenziale di cheratinizzazione dell’epitelio; infatti, a della lesione, oppure differenziarsi a partire da monociti. Alcuni prescindere dalla capacità del connettivo di indurre cheratinizzazio- fibroblasti mutano il loro fenotipo in forme capaci di attività con- ne, l’epitelio sulculare non è cheratinizzato. Se tramite allestimento di trattile simile a quella propria della muscolatura liscia e vengono lembi lo si espone all’ambiente orale, quest’ultimo va incontro a che- per questo definiti miofibroblasti; queste cellule sono importan- ratinizzazione e, viceversa, la parte cheratinizzata posta a contatto con ti nel determinare la contrazione della ferita e devono essere te- la superficie del dente assume aspetti tipici dell’epitelio sulculare48. nute in considerazione come criticità nell’affrontare il problema Da queste osservazioni nasce la possibilità di trasporre il tessuto legato alle recidive. connettivo in zone carenti di tessuto cheratinizzato mediante lembi Fase di rimodellamento a lungo termine. Sotto impulsi veicolati dal liberi o tecniche bilaminari. tessuto in maturazione, si assiste a una consistente riduzione del numero di cellule presenti nella matrice extracellulare collagenica. In 6. Prelievo connettivale autologo questa fase, il possibile esito fibrotico della guarigione può ridurre Il prelievo connettivale viene di norma effettuato a livello palatino in la funzionalità e l’estetica tessutale; per questo motivo si spendono corrispondenza della cresta alveolare compresa tra la superficie di- molte risorse in approcci clinici capaci di ridurre al minimo questo stale del secondo premolare e i molari; a questo livello il connettivo problema. risulta di qualità migliore (cioè si presenta più adatto per l’innesto a La sequenzialità degli eventi sopra citati è fondamentale per il com- livello gengivale), la componente adiposo-ghiandolare è meno rap- pimento del processo di guarigione sia dei tessuti molli sia dei tes- presentata e le criticità anatomiche sono ridotte, dal momento che suti duri e rappresenta il presupposto biologico fondamentale alla si interviene a distanza di sicurezza da strutture anatomiche nobili guarigione sotto il profilo clinico. vascolari, come l’arteria palatina maggiore. 5. Il tessuto gengivale cheratinizzato Prima di effettuare il prelievo, è utile riuscire a localizzare il forame palatino maggiore, dal quale fuoriesce l’omonimo fascio vascolo- L’importanza della presenza di tessuto cheratinizzato attorno ai nervoso che poi procede nella volta palatina da posteriore ad ante- denti e agli impianti è stata ampiamente documentata . riore sfioccandosi e anastomizzandosi in regione premaxillare con il 11 35 ildentistamoderno ottobre 2015 P corso ecm a distanza: modulo didattico 4 - diagnosi e trattamento delle malattie parodontali controlaterale e con il fascio vascolo-nervoso interincisivo di Scarpa. L’emergenza dell’arteria si localizza di norma a circa 1 cm di distanza dalla parete distale del settimo molare sulla linea di transizione tra palato duro e molle: tenendo conto di queste coordinate anatomiche l’emergenza arteriosa può essere apprezzata con digitopressione avvertendone il polso. Le tecniche di prelievo connettivale si possono distinguere in due gruppi principali: } prelievo del solo connettivo attraverso incisioni a busta con o senza rilascio (“trap-door”, tecnica a “L” e tecniche “a busta”); si tratta quindi } di incisioni orizzontali o triangolari; 4. Prelievo connettivale. prelievo epitelio-connettivale da disepitelizzare al di fuori del cavo si deve ricorrere al prelievo epitelio-connettivale che deve essere orale. successivamente disepitelizzato. Tramite degli stop in gomma posizionati sull’ago per l’anestesia, La tecnica di prelievo epitelio-connettivale in presenza di spessori può essere rilevato lo spessore della fibromucosa definendo meglio della fibromucosa ridotti (cioè inferiori ai 2,5 mm) consente di ot- il tipo di approccio chirurgico e la qualità dei tessuti dove si vuole ef- tenere uno spessore di connettivo adeguato; in questo caso dopo fettuare il prelievo: connettivo ed epitelio ben rappresentati offrono aver tracciato con la lama 15c il disegno del prelievo, utilizzando più resistenza alla penetrazione dell’ago rispetto a tessuto adiposo- delle pinzette chirurgiche e lama si procede al prelievo, incidendo ghiandolare. a mezzo spessore a una profondità di circa 1,5 mm. Il prelievo ha La tecnica viene scelta in base alla necessità operativa: per tecniche inizio dall’angolo mesio-coronale, procede prima lungo l’incisione bilaminari, lo spessore di connettivo necessario si aggira tra gli 0,8 orizzontale coronale, viene poi liberato l’angolo mesio-apicale, si mm e 1 mm, mentre per ricoprire bordi metallici, ad esempio in esegue l’incisione orizzontale apicale e da ultimo viene completato chirurgia dei tessuti molli perimplantari o in presenza di particolari il prelievo con l’incisione distale (Figura 4). condizioni protesiche, lo spessore aumenta. La disepitelizzazione verrà eseguita su piastra di vetro sterile con La tecnica di prelievo connettivale è indicata laddove gli spesso- lama nuova sotto ingrandimento e adeguata illuminazione: in tal ri della fibromucosa siano sufficientemente rappresentati (cioè modo la differente diffrazione della luce tra connettivo ed epitelio maggiori di 2,5 mm), poiché lo spessore connettivale a protezione guiderà il clinico nella manovra. del lembo primario deve essere di almeno 0,5-0,7 mm e almeno Mettendo a confronto le due tecniche, appare chiaro che il prelievo 0,5 mm devono rimanere a protezione del periostio per evitarne epitelio-connettivale, da utilizzare obbligatoriamente in presenza la necrosi e non compromettere il decorso postoperatorio. di ridotto spessore della fibromucosa, risulta di più facile gestione, In queste situazioni è stato osservato un decorso favorevole, anche migliore nel trattare difetti multipli e dotato di un potenziale ripara- considerando la qualità della vita postoperatoria del paziente. Inol- tivo migliore poiché migliore è la qualità del connettivo prelevato tre la tecnica è consigliata per innesti che non superino i 6 mm di (appena sotto l’epitelio). dimensione apico-coronale per evitare danni vascolari (Figura 3). Il punto di forza del prelievo connettivale è la possibilità di far guari- Le tecniche di prelievo del connettivo prevedono lo scollamento re l’area del prelievo per prima intenzione, a condizione di gestire la di un lembo primario d’accesso al tessuto molle sottostante (la tecnica correttamente: se il lembo primario dovesse andare incon- prima incisione deve essere condotta orizzontale paramarginale a tro a necrosi, la guarigione per seconda intenzione sarebbe peggio- circa 2 mm dal margine gengivale e correlata poi a incisioni di rila- re rispetto a quella derivante da un prelievo epitelio-connettivale. scio in base al tipo di approccio), il prelievo di un innesto di tessuto Da notare, inoltre, che un prelievo epitelio-connettivale che non connettivo e l’eventuale chiusura per prima intenzione del lembo superi 1,5 mm di profondità mostra un postoperatorio confortevole. d’accesso. Lo scopo è quello di ridurre la morbilità del paziente, Zucchelli conclude affermando che meno del 50% dei pazienti pre- 7. Procedure di ricopertura radicolare chirurgica senta una fibromucosa palatale che soddisfi tutti questi parametri L’obiettivo da raggiungere nelle procedure di ricopertura radicolare necessari per ottenere un prelievo connettivale adeguato; nei casi è la completa risoluzione del difetto, accompagnata da un sondag- dove questo approccio non possa essere eseguito correttamente, gio minimo e da un aspetto estetico totalmente affine ai tessuti cir- alleviandogli il decorso postoperatorio. 36 ildentistamoderno ottobre 2015 TABELLA 5 - PROCEDURE CHIRURGICHE PER LA RICOPERTURA RADICOLARE Lembi peduncolati Lembi liberi Lembi ruotati Scorrimento laterale Innesti epitelio-connettivali Doppia papilla Innesti di tessuto connettivale subepiteliale Rotazione obliqua Lembi con avanzamento Ragioni estetiche Ipersensibilità (se non recede con trattamenti desensibilizzanti) Necessità di aumento di gengiva cheratinizzata in situazioni localmente difficoltose al mantenimento igienico Posizionamento coronale Abrasioni/carie radicolari Semilunare Procedure rigenerative TABELLA 6 - INDICAZIONI AL TRATTAMENTO CHIRURGICO DELLE RECESSIONI GBR Inconsistenza/disarmonia del margine gengivale (cleft)/recessioni che si estendono al di là della linea mucogengivale Proteine dello smalto (EMD) costanti nel colore e nella tessitura (Tabella 5)49. Sulla base dell’evidenza scientifica disponibile si può affermare che: Inoltre, è necessario ridurre al minimo l’impatto sulla qualità della } CAF associato a un innesto connettivale è più efficace rispetto al vita del paziente e tentare di ridurre l’entità di fenomeni di ipersen- CAF semplice nell’ottenimento della copertura radicolare, special- sibilità dentinale (Tabella 6). mente sul medio periodo, dove l’irrobustimento del margine può Differenti sono le tecniche proposte dalla letteratura internazionale proteggere da recrudescenze della recessione26 (Figura 9); l’appli- al fine di ottenere una copertura radicolare completa. La selezione cazione dell’innesto connettivale non è comunque ritenuta sempre della tecnica dipende da vari fattori, quali la natura, l’entità del difet- necessaria, specialmente nelle prime classi di Miller, dove il sem- to, la presenza o l’assenza di tessuto cheratinizzato, l’ampiezza e l’al- plice posizionamento coronale del lembo, associato a una educa- tezza delle papille, la presenza di frenuli e, non da ultimo, la richiesta zione del paziente allo spazzolamento corretto, consente di avere estetica del paziente. risultati estetici migliori; In generale si raccomandano tecniche di mobilitazione coronale } l’utilizzo di membrane; nimizzare la morbilità postoperatoria di un secondo sito di prelievo. Tuttavia, l’irrobustimento ottenuto mediante l’esecuzione di un innesto di tessuto connettivale va tenuto in considerazione nei casi il CAF associato a un innesto connettivale è più efficace rispetto al CAF associato a procedure di rigenerazione tessutale guidata con e/o apicale se si vogliono ottenere i migliori risultati estetici e mi} l’aggiunta di derivati della matrice dello smalto (EMD) migliora i risultati in termini di copertura radicolare completa. Nella prognosi a lungo termine delle recessioni gengivali va consi- più complessi (tecnica bilaminare). derato il fatto che la posizione delle giunzione mucogengivale sia 7a. Recessioni singole senza perdita di attacco interprossimale probabilmente geneticamente determinata52. Questo ci consente 7aa. Lembo a posizionamento coronale Inizialmente descritta da post-chirurgia di posizionamento coronale. Questo diventa signifi- Norberg (1926), poi perfezionata prima da Allen e Miller (1989) e poi cativo dopo almeno 1 anno dalla chirurgia. 50 51 di osservare aumenti di ampiezza di tessuto cheratinizzato nei mesi da De Sanctis e Zucchelli (2007)49, è la tecnica principe nei casi in cui si dispone di tessuto cheratinizzato (KT) apicale al difetto sufficiente, 7ab. Lembo a scorrimento laterale Si tratta di una tecnica mo- ovvero 1 mm per le recessioni <5 mm e 2 mm per quelle di maggiore dificata da vari autori. Inizialmente proposta da Grupe e Warren estensione. (1956)53, poi modificata da Staffileno (1964)54, vede la sua ultima Particolari situazioni, come la presenza di trazioni marginali muscolari modifica nella proposta di Zucchelli e collaboratori (2004)55 che da parte di un frenulo, perdita massiva di struttura dentale, disloca- prevede uno spostamento laterale e coronale del lembo. zione radicolare buccale e limitata profondità vestibolare, sono invece Questa tecnica richiede importanti quantità di KT lateralmente controindicazioni alla esecuzione della tecnica (Figure 5-8)(vedi video). alla recessione e trova indicazione nelle recessioni profonde degli Nei casi in cui non è presente un sufficiente quantitativo di KT, si incisivi inferiori e nelle recessioni che interessano la radice mesiale procederà con un innesto connettivale contestuale. dei molari superiori. L’efficacia della tecnica di ricopertura radicolare di lembo a posizio- Pur essendo una tecnica che riporta copertura radicolare com- namento coronale (Coronally Advanced Flap, CAF) con o senza posi- pleta e percentuali di ricopertura radicolare (PRC) molto variabili, zionamento contestuale di innesto di connettivo (Connective Tissue Zucchelli e De Sanctis nel 200455 riportano risultati eccellenti che Graft, CTG) è stata discussa e validata. si attestano nell’80% di CRC e nel 96% di PRC. 37 ildentistamoderno ottobre 2015 P corso ecm a distanza: modulo didattico 4 - diagnosi e trattamento delle malattie parodontali 5. Rappresentazione schematica di recessione gengivale singola. 6. Le porzioni laterali del lembo vengono allestite a spessore parziale, mentre la regione al di sotto della recessione viene scollata a spessore totale mediante un microscollatore. 7. La recessione viene misurata dal margine gengivale alla linea amelocementizia; tale misura viene riportata a livello mediale e distale sulle papille anatomiche incrementata di 1 mm al fine di contrastare la contrazione post-chirurgica. 8. Il lembo rilasciato mediante incisioni muscolari superficiali e profonde viene posizionato coronalmente in eccesso di circa 1 mm con un punto incrociato attorno al dente che oppone la papilla chirurgica a quella anatomica sottostante. 7b. Recessioni multiple senza perdita di attacco interprossimale essere comprese variazioni anatomiche come radici prominenti Le recessioni multiple rappresentano dei difetti ancor più impe- (Tabella 7). gnativi nella gestione: il campo chirurgico è più grande e possono Graziani e collaboratori (2014)56 hanno attestato che le modifiche o vestiboli non adeguati. Differenti tecniche sono state proposte del lembo a posizionamento coronale apportate De Sanctis e Zuc- TABELLA 7 - TECNICHE PER IL TRATTAMENTO DI RECESSIONI MULTIPLE chelli, eventualmente abbinate a innesti connettivali, rappresenta- Autori Anno Tecnica Nella revisione sono stati estrapolati dati che, nelle recessioni di prima Hattler 1967 Scorrimento papillare Langer e Calagna 1980 Tecnica bilaminare di 2,89 mm e guadagno di tessuto connettivo di 0,37 mm (Tabella 8). Allen 1994 Tecnica bilaminare Il biotipo è un fattore significativo nel raggiungimento dell’este- Zabalegui et al. 1999 Tunnel 2002). Esiste, infatti, una correlazione positiva tra lo spessore gen- Zucchelli e De Sanctis 2000 CAF modificato givale (Gingival Thickness, GT) e il raggiungimento della copertura Aroca et al. 2010 MCAT no il trattamento di plastica parodontale maggiormente predicibile. e seconda classe di Miller, per questa tecnica attestano la completa copertura radicolare dal 61% all’89,93%, con riduzione della recessione tica nelle procedure di ricopertura radicolare (Paolantonio et al. 38 ildentistamoderno ottobre 2015 radicolare completa, infatti 1,3-1,2 mm di spessore sono stati associati alla CRC57,58. 7d. Innesti epitelio-connettivali TABELLA 8 - EFFICACIA DELLE DIVERSE TECNICHE (GRAZIANI ET AL., 2014) Nei casi in cui l’inserzione di frenuli o la presenza di un vestibolo CRC WMD PRC Rec Red Kt gain troppo stretto, controindichino l’esecuzione di un posizionamento CAF 23,8-77,7% 82,65% 2,17 mm 0,39 mm coronale del lembo, si possono eseguire degli innesti epitelio-con- MCAF 61-89,93% 93,01 2,89 mm 0,37 mm nettivali, con il fine di aumentare l’ampiezza e lo spessore dei tessuti MCAT+CTG 85-40% 94,30 2,04 mm 0,48 mm cheratinizzati apicali alla recessione. CRC: copertura radicolare completa; WMD: differenza media ponderata; PRC: Copertura radicolare parziale; Rec Red: riduzione recessione; Kt gain: guadagno tessuto cheratinizzato; CAF: lembo a posizionamento coronale; MCAF: lembo a posizionamento coronale multiplo; MCAT: tunnel modificato; CTG: innesto connettivale 9. Percentuale di ricopertura radicolare nel tempo (5 aa) CAF: Lembo a posizionamento coronale CAF + CTG: Lembo a posizionamento coronale + innesto di connettivo (tecnica bilaminare). L’utilizzo di questa tecnica non consente di avere la massima pre- 10. Lembo CAF multiplo. Situazione iniziale. Similmente in un altro studio si riporta che la Copertura Radicolare Completa (CRC) è correlata a uno spessore di almeno 0,8 mm, misurato a livello della mucosa alveolare (Baldi et al. 1999). Nelle recessioni multiple, fattore dirimente per la scelta della tecnica è la presenza o meno di tessuto cheratinizzato apicale alla recessione. Se il quantitativo è adeguato, la tecnica di prima scelta è rappresentata dal lembo coronale multiplo. Nel caso in cui sia presente una minima quantità di KT, al lembo coronale multiplo si può aggiungere un innesto di spessore adeguato apicale al KT residuo. È necessario, inoltre, valutare la presenza di 11. Lembo CAF multiplo. Dopo scollamento del lembo. frenuli marginali o la scarsa profondità del vestibolo; questo porta alla scelta di tecniche combinate o all’esecuzione della copertura radicolare in due tempi, ovvero all’esecuzione di un innesto epitelioconnettivale prima e di un lembo a posizionamento coronale multiplo dopo 2-3 mesi8 (Figure 10-12). 7c. Recessioni con perdita di attacco interprossimale Differentemente da quanto descritto da Miller nel 1985, studi recenti che coinvolgono recessioni con moderate perdite di attacco interprossimale confermano la possibilità di ottenere la copertura radicolare completa sia in recessioni singole28 che in quelle multiple59. 12. Lembo CAF multiplo. Risultati a 4 anni. 39 ildentistamoderno ottobre 2015 P corso ecm a distanza: modulo didattico 4 - diagnosi e trattamento delle malattie parodontali 8. Protocollo postchirurgico Le norme postoperatorie non differiscono grandemente da quelle delle chirurgia orale. Abitualmente non è indicata profilassi antibiotica in chirurgia mucogengivale. Qualora, a giudizio del clinico, fosse indicata una profilassi, l’indicazione è quella di somministrare 2 g di Amoxicillina 1 h prima dell’intervento in modo che, nel momento in cui si induce una batteriemia transitoria 13. Elementi 31 e 41 senza adeguata banda di gen- 14. Preparazione del sito ricevente mediante digiva cheratinizzata. sepiteliazzazione. con l’incisione, questo abbia già raggiunto un livello di concentrazione ematica adeguato. L’eventuale dolore postoperatorio verrà gestito mediante Fans (es: Ibuprofene 600 mg) opportunamente accompagnati da gastroprotettore. Nel caso di prelievi connettivali palatini è molto importante avvertire il paziente che un sanguinamento anche copioso può presentarsi alcune ore dopo a causa della fine dell’effetto vasocostrittore dell’adrenalina presente nell’anestetico. Un tamponamento deciso e prolungato (almeno 20 15. Sutura ai fini di stabilizzare l’innesto. 16. Guarigione con contrazione tissutale. minuti) riesce in genere a porre fine alla complicanza. Il paziente va altresì avvertito che non potrà spazzolare dicibilità nei termini di copertura radicolare completa e di omo- sulla zona operata non prima dei 15 giorni ed esclusivamente con spaz- geneità di colore, considerato che il tessuto innestato tenderà zolini postchirurgici. Nel frattempo l’igiene della zona verrà assicurata nel tempo ad assumere il colore della fibromucosa palatina di dall’azione chimica della clorexidina, in spray, o sciaqui. prelievo. La tecnica prevede il prelievo di fibromucosa palatina Deve essere rimarcato che il paziente deve aver dimostrato la capacità di dimensioni tali che prevedano una fisiologica diminuzione di di adeguate manovre di igiene orale prima del giorno della chirurgia, circa il 30%. a cui seguiranno comunque mesi di spazzolini a setole prima postchi- L’ innesto dovrà essere suturato su un letto connettivale riceven- rurgiche e poi morbide. te opportunamente disepitelizzato e sulla radice perfettamente pulita mediante una curette. La sutura dovrà prevedere la ferma stabilizzazione dell’innesto, per permettere il ristabilimento del microcircolo vasale (Figure 13, 14, 15 e 16). 7e. Applicazione di tecniche microchirurgiche L’utilizzo di ingrandimenti, lame e strumenti micro è diventata pratica comune nella chirurgia parodontale. L’ottenimento dei risultati più conformi alle aspettative del paziente esigente passa attraverso l’applicazione di tecniche microchirurgiche60. Punti focali nel raggiungimento dei migliori risultati sono la stabilità del coagulo e la velocità di rivascolarizzazione. Burkhardt ha dimostrato che l’approccio microchirugico, in recessioni di prima e seconda classe di Miller, trattate mediante lembo bipapillare, consente di migliorare i risultati (98% CRC vs 89,9% CRC approccio macrochirurgico) (2005)61. Nella figura 17 vengono presentate le diverse percentuali di copertura radicolare con l’approccio microchirurgico e con l’approccio macrochirurgico. 40 ildentistamoderno ottobre 2015 17. Percentuali di ricopertura radicolare (Burkhardt e Lang, 2005). 9. Conclusioni lizzate per la ricopertura radicolare. La conoscenza adeguata di Le tecniche di chirurgia mucogengivale o di chirurgia plastica paro- questi protocolli può condurre a un significativo e soddisfacente dontale in presenza di recessioni gengivali hanno lo scopo principa- risultato clinico. } le di condurre a una ricopertura radicolare completa in assenza di © RIPRODUZIONE RISERVATA disagio da parte del paziente. La valutazione dell’eziologia delle recessioni risulta fondamentale Ringraziamenti nella valutazione prechirurgica e nel controllo dei fattori di rischio Un ringraziamento particolare va alla dottoressa Francesca Rodolfi. e, unitamente a un’adeguata valutazione clinica, permette la scelta del piano terapeutico corretto che può comprendere anche una componente restaurativa. Oggi la letteratura scientifica ha validato le diverse tecniche uti- Corrispondenza Dr. Massimo Di Stefano [email protected] bibliografia 1. Baelum V, Fejerskov O, Karring T. Oral hygiene, gingivitis and periodontal breakdown in adult tanzanians. 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Per il superamento del test di valutazione dell’apprendimento è necessario rispondere correttamente al 75% delle domande proposte 1 Le recessioni gengivali: ■ Sulla predicibilità di ricopertura completa della recessione ■ Sulla prognosi di copertura radicolare ■ sono causate da una tecnica di spazzolamento errata o dall’utilizzo di uno spazzolino troppo duro ■ sono presenti solo in pazienti con parodontite cronica ■ si formano sempre a seguito di trattamenti ortodontici ■ sono presenti solo in soggetti giovani 2 La tecnica principe nei casi in cui si dispone di sufficiente tessuto cheratinizzato apicale al difetto è: ■ il lembo bipapillare ■ il lembo ruotato avanzato palatalmente ■ il lembo a posizionamento apicale ■ il lembo a posizionamento coronale 3 L’innesto epitelio connettivale: ■ è la tecnica di elezione nei casi estetici ■ è limitata al secondo sestante ■ è limitata al sesto sestante ■ tende ad assumere nel tempo le caratteristiche del tessuto innestato 4 Le recessioni di origine batterica ■ Sono provocate da un accumulo di placca e tartaro ■ Hanno una patogenesi definita centripeta ■ La terapia causale è differente da quella della parodontite ■ Implicano una sospensione di qualsiasi manovra di spazzolamento 5 La terza classe di Miller può prevedere: ■ denti moderatamente ruotati ■ perdita di attacco nulla ■ recessione confinata nella gengiva cheratinizzata ■ l’esecuzione di un lembo a posizionamento apicale 6 Nelle recessioni multiple il trattamento di plastica parodontale maggiormente predicibile è ■ Lembo a posizionamento coronale modificato eventualmente abbinato a innesti connettivali ■ Lembo a scorrimento laterale ■ Tecnica a tunnel ■ Tecnica bilaminare 7 La classificazione di Cairo (2011) prevede: ■ 4 tipi ■ 5 tipi ■ 3 tipi ■ 8 tipi 8 La classificazione di Pini Prato si basa: ■ Sulla possibilità o meno di riscontrare sotto il profilo anatomico la presenza della giunzione amelocementizia ben rappresentata e/o un gradino a livello della superficie radicolare ■ Sulla perdita di attacco interprossimale 9 Il lembo a scorrimento laterale ■ Richiede scarse quantità di tessuto cheratinizzato lateralmente alle recessioni ■ Trova indicazione nelle recessioni profonde degli incisivi superiori e i premolari inferiori ■ Trova indicazione nelle recessioni profonde degli incisivi inferiori e nelle recessioni che interessano la radice mesiale dei molari superiori ■ Trova indicazione nelle recessioni poco profonde degli incisivi inferiori e nelle recessioni che interessano la radice distale dei molari superiori 10 11 Lo spessore connettivale a protezione del lembo primario deve essere di ■ 0,2 mm ■ almeno 0,5-0,7 mm ■ 1,6 mm ■ 2 mm Una cleft: è sempre associata a un trauma occlusale può essere completa o incompleta non dipende dalle abitudini di igiene orale si riscontra sempre negli elementi dell’arcata superiore ■ ■ ■ ■ 12 Gli innesti epitelio-connettivali ■ Hanno il fine di diminuire l’ampiezza e lo spessore dei tessuti cheratinizzati apicali alla recessione ■ Hanno la massima predicibilità nei termini di copertura radicolare completa ■ Non si utilizzano in presenza di un vestibolo troppo stretto o inserzioni di frenuli ■ Non consentono di avere la massima predicibilità nei termini di copertura radicolare completa e di omogeneità di colore 13 Le prime classi di Miller per avere risultati estetici migliori necessitano di: ■ innesto connettivale ■ innesto epitelio-connettivale ■ posizionamento coronale del lembo associato a una educazione del paziente allo spazzolamento corretto ■ la tecnica bi papillare 14 La tecnica del lembo a scorrimento laterale è stata proposta da: ■ Zucchelli e collaboratori ■ Mc Guire ■ Zabalegui ■ Sanz 43 ildentistamoderno ottobre 2015