numeri
Misena
La Voce Misena
n. 36
Settimanale della Diocesi di Senigallia - giovedì 13 ottobre 2005 • € 1
accenderà
nuove idee in città
Valentina
Vezzali,
mamma
campionessa
Sorprese della vita
13 ottobre 2005
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e Voce
Domenica 16 ottobre
a Corinaldo
Lunedì 17 ottobre
ore 10,00 Consiglio Presbiterale in Seminario
ore 21,00 Loreto: Ia Relazione su
"Convegno di Verona"
EDITORIALE
L’AGENDA DEL VESCOVO
INCONTRO DEI RAGAZZI
DELLA PRIMA COMUNIONE 2005
ore 15.00 Arrivo a Corinaldo con mezzi propri,
poi a piedi fino alla casa natale
ore 15.30 Animazione-festa per i bambini.
ore 16.30 S. MESSA presieduta dal vescovo
mons. Giuseppe Orlandoni
Martedì 18 ottobre
ore 21,00 Loreto: IIa Relazione su
"Convegno di Verona"
Mercoledì 19 ottobre
ore 15,30 Incontro con cresimandi di Cesano
Giovedì 20 ottobre
ore 9,30 Riunione del Clero in Seminario
Venerdi 21 ottobre
ore 21,00 Corso di Bioetica
Sabato 22 ottobre
ore 21,00 Veglia missionaria
Domenica 23 ottobre
ore 10,00 S.Cresima a Cesano
ore 11,30 S.Cresima in Duomo
(ragazzi di Cristo Redentore)
ore 16,00 Convegno Oratori
L’anno dell’Eucaristia sta per terminare. Come diocesi vogliamo ufficialmente chiuderlo il 16 ottobre,
invitando i ragazzi, insieme alle famiglie, che quest’anno hanno ricevuto la Santa Comunione.
È una occasione veramente significativa e opportuna: S. Maria Goretti è infatti nata il 16 ottobre 1890
proprio in quella casa dove ci incontreremo. Inoltre,
come saprete, questa santa bambina ha trovato nella
Santissima Eucaristia la forza per dire il suo SÌ al Signore: vogliamo proprio sceglierla come patrona e
modello per tutti voi.
Vi attendo e vi benedico di cuore.
✠ Giuseppe Orlandoni, Vescovo
Parrocchia di Castelleone di Suasa
“Caritas parrocchiale?
Sì, grazie!!!”
III Corso di Formazione in BIOETICA
Auditorium San Rocco - Senigallia
Corso di primo livello per volontari
del Centro d’Ascolto in parrocchia
MANIPOLAZIONI GENETICHE
Valentina
Vezzali,
mamma
campionessa
Venerdì 14 ottobre ore 21
Mercoledì 19 ottobre 2005, ore 21.00
Giovanni Bomprezzi
responsabile del Centro Solidarietà di Senigallia
“Il Centro d’ascolto” .
PUÒ L'UOMO PROGRAMMARE LA VITA?
Dott. Paolo Marchionni
Bioeticista
ARTICOLI SACRI di Santina Boncompagni
QUADRI - ICONE - STATUE - CANDELE - PARAMENTI SACRI
a SENIGALLIA in Via Andrea Costa, 31 - 071.60597
La Voce Misena
Collaboratori:
Piazza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia (An)
Tel. 071/64578 - Fax 071/7914132
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Direttore editoriale: Gesualdo Purziani
Direttore responsabile: Giuseppe Cionchi
Redazione: Laura Mandolini, Tullio Piersantelli,
Rosaria Cenerelli, Giancarlo Mazzotti
Tecnici: Speranza Brocchini, Rino Girolimetti, Daniele Guidarelli,
Anna Maria Roberti, Mariannina Puerini, Pietro Scattolini
Settimanale della diocesi di Senigallia
e
Alessandro Berluti, Fabrizio Chiappetti, Roberto Ferretti, Luca Giancarli, Anna Gobbetti, Elvio Grossi, Simone Mandolini, Roberto Mancini, Leonardo Marcheselli, Vittorio Mencucci, Giuseppe Nicoli,
Leonardo Pasqualini, Michele Pinto, Stefania Sbriscia, Giorgio Silvestri, Luciano Sole, Federica Spinozzi, Ilario Taus, Alberto Teloni,
Raoul Mancinelli, Umberto Martinelli.
Realizzazione grafica e stampa: Tecnostampa Recanati
Tiratura: 3000 copie
e-mail: [email protected]
sito: www.vocemisena.it
13 ottobre 2005
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3
Sorprese
della vita
V
alentina, una donna che vince! Un’impresa davvero incredibile. Da quattro mesi è diventata
mamma, ma il suo fisico non ne ha risentito.
Tanto che ha guadagnato la sua quarta medaglia d’oro
mondiale, la prima da mamma. Si chiama Valentina Vezzali e ogni volta che scende in pedana, quella del fioretto,
fa sognare l’Italia e il mondo intero. Ai mondiali di scherma di Lipsia, domenica scorsa, la jesina ha incassato il primo posto del podio nel fioretto femminile, battendo 11-10
al minuto supplementare la tedesca Anja Muller. Con il
quarto titolo mondiale in carriera, Valentina Vezzali mette
a segno il record assoluto nella storia della scherma italiane ed entra nel libro d’onore degli schermidori.
Mamma Vezzali ha fatto un bel regalo al suo figlioletto
Pietro che proprio nel giorno della vittoria ha compiuto
quattro mesi. Una magia di numeri, ma la ‘fortuna’ c’entra poco quando sulla pedana sale Valentina Vezzali con
il suo talento. Una ‘macchina’ si potrebbe pensare visto
che solo il 9 giugno scorso era in clinica a Jesi con suo
marito Mimmo a far nascere il piccolo. E invece Valentina è soprattutto un’atleta e una donna straordinaria che
anche da mamma ha saputo confermarsi la numero uno
del fioretto mondiale. Una ripresa record, coronata ancora una volta da un successo. Il quarto iridato, che si aggiunge a una carriera che praticamente non conosce
sconfitte: perchè la due volte campionessa olimpica nel
fioretto individuale (altri due ori ai Giochi nel fioretto a
squadre) le medaglie non riesce quasi più a contarle.
Dopo solo diciotto giorni dal parto Valentina Vezzali
era in piscina e palestra per riprendere il peso forma di 53
kg e i primi di agosto è tornata a tirare, in preparazione ai
mondiali di Lipsia. “Vi stupirò”, aveva (pre)annunciato
un mese fa parlando dell’avventura mondiale. Ha mantenuto la promessa e lo ha fatto! Ai quarti ha fatto fuori la
la coreana Nam Yun Hee, mentre in semifinale ha ‘stracciato’ l’ungherese Edina Kanpek. Nella finalissima con la
tedesca l’esperienza e la ‘testa’ della Vezzali hanno fatto
la differenza. Dopo una partenza in salita, Valentina ha
poi rimontato e nel rush finale ha schiacciato l’avversaria. Ed è ancora l’urlo liberatorio, la maschera lanciata in
alto a fotografare l’ennesimo trionfo di una campionessa
che non conosce tramonto. In pedana la campionessa
marchigiana ha fatto rivedere gli occhi già visti in tutte le
pedane del mondo, tutte quelle in cui Valentina Vezzali
ha lasciato il segno: quelli di una campionessa che non
molla mai e che da Lipsia ha lanciato un messaggio per
tutte le donne. Si può essere mamme e tornare atlete di
altissimo livello: Valentina è andata oltre, perchè a poco
più di un anno dall’oro di Atene ha fatto un figlio ed è
tornata ancora sul gradino più alto del podio. Poi l’inno
italiano, qualche lacrima e l’ennesimo regalo che non ha
confronti, perché Valentina Vezzali è una mamma d’oro.
Simona Santi
13 ottobre 2005
editoriale
16 ottobre 2005
29a domenica del tempo ordinario
Dio nella storia
Prima lettura: Is 45,1.4-6
I profeti presentano sovente i
grandi imperatori antichi quali strumenti non consapevoli nelle mani
dell’unico Dio, di Colui che ha
scelto Israele e ha stipulato con esso l’alleanza. Questa lettura teologica dei fatti storici è adoperata sia
nel versante negativo, dove Dio si
serve degli eserciti nemici per punire il popolo d’Israele peccatore, sia
in quello positivo, come in questo
caso, dove l’espansione del potere
persiano è letta alla luce della salvezza degli ebrei. In esilio da troppi
anni, essi possono usufruire dell’editto di Ciro per tornare in patria,
ricostruire la città di Gerusalemme
con il suo luogo sacro. “Per amore
di Giacobbe e di Israele”, il Signore
ha reso grande il condottiero persiano. Il profeta pertanto invita a guardare la propria storia per vedervi la
mano operosa di Dio e per rivolgere
a lui la lode. Anche di quel sovrano
straniero Dio si può servire, perché
egli è il Signore della storia, il vero
re dei re, che conduce gli eventi degli uomini verso il suo disegno di
amore, e il suo popolo non può certo rimanervi escluso né dimenticato.
Salmo 95
Alcuni salmi del salterio esaltano Dio
in qualità di re, di monarca assoluto, di
sovrano onnipotente che viene a giudicare tutti i popoli. Dal canto, alla narrazione, all’annuncio, alla lode, alle offerte, tutto converge verso questo re e
giudice. Tutti i popoli devono sapere
ciò che il Signore ha fatto e vorrà fare.
Dio va ammirato perché è grande; va
lodato perché ne è degno; va temuto
perché è terribile nella sua maestà.
Seconda lettura: 1Ts 1,1-5b
Impossibilitato a recarsi a Tessalonica per rivedere i suoi cristiani, l’apostolo Paolo desidera comunicare con loro
sia grazie alla preghiera continua sia
per mezzo dello scritto. Inizia così la
sua prima lettera esternando sentimenti
di gratitudine a Dio per il fatto che i
cristiani di quella città, da lui visitata,
non sono venuti meno nella loro vita
cristiana segnalata con il riferimento alle tre virtù teologali, fede speranza carità. Ciò che nell’Antico Testamento si
afferma per Israele che è stato scelto da
Dio perché amato, ora lo si dice per la
piccola comunità di Tessalonica, formata prevalentemente da pagani convertiti. Il segno concreto dell’amore preferenziale di Dio è dato da ciò che è avvenuto in quella città, ovvero si è verificato l’annuncio del vangelo comuni-
cato non solo per mezzo di parole di
uomini, ma anche tramite l’azione potente dello Spirito di Dio.
Vangelo: Mt 22,15-21
Non è facile per Gesù rispondere alla
domanda sul tributo da dare all’imperatore romano. Ciò lo costringeva a
schierarsi: o sostenere la ribellione zelota antiromana oppure rifiutare le
aspettative e le ansie messianiche dell’avvento di un re liberatore. In ultima
istanza, dietro la domanda riguardo al
tributo, segno della sottomissione, della
resa senza condizioni al nemico aborrito, alla sua politica, alla sua finanza, si
nascondeva un problema più importante. La domanda subdola toccava la stessa realtà messianica di Gesù e metteva
in gioco lo stesso intervento liberatore
di Dio.Per questo Gesù concluderà il
suo intervento facendo un riferimento,
inaspettato per gli ascoltatori, a Dio
stesso, al quale tutto va “restituito”.
Soltanto con l’occhio rivolto a Dio, Sovrano assoluto ed eterno, al quale tutto
appartiene, si potrà meglio capire il
particolare ruolo di Cesare, ciò che a lui
appartiene e va dato. Quando Cesare si
pone al posto di Dio, i cristiani saranno
pronti a ribellarsi, restituendo la vita al
loro Signore Gesù Cristo. Ma quando
questo non accade, essi sono disponibili
alla sottomissione nei confronti delle
autorità superiori costituite.
don Luciano Sole
L’appuntamento annuale con il “Dossier
Caritas sull’immigrazione” stimola
alcune riflessioni
Immigrazione:
nuova
cittadinanza
Una fede disarmata
D
i fronte alla intransigenza dei partiti religiosi israeliani e alla diffusa
volontà del mondo islamico di imporre la shari’a come legge di stato, qualche cristiano guarda con invidia la forza
delle altre religioni e sollecita una reazione analoga all’interno del cristianesimo.
La tentazione si fa più forte in un tempo
in cui i politici del “laico occidente” corteggiano la religione per conquistare consenso. È necessario chiarire come questo
spirito di riscossa nasca dalla logica dei
gruppi antagonisti mentre è del tutto estraneo al cristianesimo. Nell’ebraismo originario la religione ha un’impronta etnica e
nazionalistica: il messia viene fantasticato
sul modello del re Davide e il regno di
Dio è l’utopia nazionalistica, il nuovo ordine religioso, sociale e politico. A sua
volta l’islam non è solo religione, ma anche società e stato. La predicazione di
Maometto è il punto di partenza dell’unificazione dell’Arabia e della sua identità
storica. Il potere politico spetta all’autorità
religiosa: il califfo è il luogo tenente di
Maometto. Il cristianesimo invece nasce
come fatto esclusivamente religioso che si
distingue dal ruolo sociale e politico: “Date a Cesare quel che è di Cesare, date a
Dio quel che è di Dio”. È l’unica frase
esplicita che esprime la distinzione tra fede e politica, ma l’idea pervade tutto il discorso evangelico. Gesù considera la proposta del messianismo potente alla maniera di Davide una tentazione satanica. Così
nel deserto, all’inizio della vita pubblica,
così di fronte a Pietro che non accetta la
prospettiva della croce. Proprio questa è
la scelta alternativa. La croce è l’espressione suprema dell’amore di Dio che salva gratuitamente l’uomo. Inchiodato sulla
croce, reso impotente, fa la sua proposta
d’amore e attende la nostra libera scelta di
dar senso alla vita in base a quel dono
d’amore che ci salva: ecco l’essenza del
cristianesimo! Indipendentemente dal
processo di secolarizzazione della modernità, il cristianesimo, per la sua struttura
originaria, non può invadere l’orizzonte
politico, in maniera analoga all’ebraismo
e all’islam. La vicenda storica del medioevo presenta una nuova fase del rapporto tra fede e politica. La chiesa si è trovata di fatto a dover "supplire" l’organiz-
zazione socio-politica come "servizio" a
una collettività abbandonata dall’impero
romano in sfacelo e minacciata dalla ferocia dei barbari. Purtroppo questo “servizio” e “supplenza” iniziale, si è trasformato in "dominio" e "impero" con la teocrazia. La modernità si caratterizza per l’emancipazione da questo potere: l’autonomia è rivendicata non tanto nei confronti
di Dio, quanto rispetto al potere teocratico. Oggi è comune opinione che questo
processo sia stato provvidenziale, perché
ha liberato la fede dalle scorie del potere
temporale e le ha permesso di recuperare
l’ispirazione originaria. Fede e politica,
autonome in sé, si ritrovano in relazione
nella persona concreta che ha fede e nello
stesso tempo assume un impegno politico.
Qui la scelta di fede sollecita e sostiene
l’impegno, suggerisce un ruolo critico di
fronte a ogni ingiustizia, può anche suggerire nuove proposte, ma rispettando le
regole della democrazia, che richiede la
mediazione con le altre proposte e la decisione in base al voto, senza nessuna pretesa di imporsi per una propria forza.
don Vittorio Mencucci
Nel testo del numero 34 curato da Don Vittorio Mencucci si è verificato un errore di composizione.
Ci scusiamo con l’autore e con i lettori.
parola di Dio
13 ottobre 2005
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L
a cittadinanza non può
essere utilizzata come
barriera per difenderci
dagli immigrati”. Lo ha evidenziato don Vittorio Nozza,
direttore di Caritas Italiana,
alla conferenza stampa di presentazione del volume “Immigrati e partecipazione”. Dalle
consulte e dai consiglieri aggiunti al diritto di voto (edizioni Idos 2005), promossa
presso l’Aula magna di Caritas italiana dallo stesso organismo caritativo della Cei insieme all’Anci.
“Non siamo d’accordo con
chi pensa che il voto sia l’ultimo bastione per salvarci come
italiani, mantenendo la differenza fra nazionali e stranieri”, ha dichiarato Nozza, rilevando che gli immigrati “stanno dimostrando un forte attaccamento all’Italia. Più della
metà della popolazione vive
da noi da più di 5 anni e buona parte di loro passerà da noi
l’intera vita: chi viene in Italia
5
lo fa per restare. Al Censimento del 1991 era solo un
terzo degli immigrati ad avere
un’anzianità di 5 anni”. Un
cambiamento rafforzato da
numerosi altri dati statistici:
“ricomposizione delle famiglie, aumento dei minori, inserimento strutturale nelle
aziende, diffusione su tutto il
territorio nazionale”.
Quindi la partecipazione degli stranieri tramite il voto o la
creazione di strutture di rappresentanza “costituisce uno
degli elementi fondamentali
di inclusione nella vita pubblica del paese di inserimento –
ha ribadito il direttore di Caritas italiana -. La stabilità di
residenza nel nostro paese,
più ancora del passaporto, introduce ai diritti di cittadinanza. È questa la strategia verso
l’integrazione: dobbiamo superare i sospetti e abituarci a
considerare gli immigrati cittadini, sanando, per il bene di
tutti, questa frattura. Le espe13 ottobre 2005
rienze di partecipazione, tramite le Consulte, i
consiglieri e il voto amministrativo, sono funzionali a tale scopo”. Il Censimento ha evidenziato che il 59% dei cittadini stranieri risiedeva
da più di 5 anni in Italia (lungosoggiornanti),
con punte del 65% nel Lazio, del 67% in Sicilia
e del 68% in Sardegna: per la metà di essi l’anzianità di residenza è di 10 anni e più. Comunque ben il 31,6% degli immigrati si trova in Italia da oltre 10 anni, ha ricordato don Nozza. I
cittadini comunitari sono i lungosoggiornanti
per eccellenza (73,6%). Anche i nordafricani
hanno un valore superiore alla media (63,3%) e
così i nordamericani (68,7%). Per i più grandi
gruppi queste sono le percentuali di chi ha maturato 5 anni: Filippine 74,9%, Tunisia 70,4%,
Senegal 69,7%, Egitto 65,4%, Perù 64,6%, Sri
Lanka 62,6%, Marocco 60,6%, Jugoslavia
60,5%, Cina 59,0%, India 49,3%, Albania
42,9%, Romania 36,3%. (lab)
Franco Pittau, coordinatore del Dossier statistico immigrazione Caritas-Migrantes: “Tutto
questo nell’ipotesi che la concessione del diritto
si basi su un soggiorno di 5 anni e che la normativa sul soggiorno consenta il rinnovo dei
permessi a tutti i beneficiari.
“Se si votasse nel 2005, in base ai dati dell’ultimo Censimento, avrebbero diritto, escludendo
i minori e i comunitari (che già godono di tale
diritto), 527.000 immigrati che già nel 2001
avevano più di 5 anni di residenza e altri
301.000 che nel frattempo hanno maturato tale
requisito, per un totale di 828.000 persone”,
informa la Caritas, precisando: “Se si votasse
nel 2006 ad essi si aggiungerebbero altri 72.000
cittadini non comunitari. Se si votasse nel 2008,
maturerebbero il diritto anche i 650.000 regolarizzati dalla legge Bossi-Fini. In tale anno, inoltre, circa 100.000 minori figli di stranieri dovrebbero aver raggiunto la maggiore età”.
“Molti Paesi europei hanno già riconosciuto il
diritto al voto ai residenti stranieri. In altri Paesi
la questione torna periodicamente alla ribalta
come in Italia, dove intanto la presenza straniera è salita quasi a quota tre milioni – prosegue
Caritas italiana -. La ricerca muove dall’idea
che sia urgente riconoscere gli immigrati come
nuovi cittadini, attori a pieno titolo della società, non solo in quanto lavoratori, ma in quanto soggetti della produzione sociale”. L’invito
dunque è a “ripensare la cittadinanza, a riconoscerla come categoria storicamente situata e in
continua evoluzione. Un approfondimento è dedicato a due realtà di particolare rilevanza: l’Emilia Romagna, regione delle prime sperimentazioni, e il comune di Roma, il più grande polo
migratorio del Paese”.
Il volume raccoglie anche interviste a rappresentanti dei migranti in Italia: consiglieri aggiunti, presidenti di consulte e rappresentanti di
enti locali. Al testo hanno contribuito studiosi
delle migrazioni e l’équipe del Dossier statistico
immigrazione.
LB
sguardo sul mondo
gli avvenimenti dal 2 all’8 ottobre
I
l Pakistan chiede aiuto al mondo
dopo il terribile sisma che ha colpito la regione al confine con l’India e che avrebbe causato la morte di
oltre 30mila persone, secondo le ultime stime. Il presidente Musharraf ha
lanciato un appello agli aiuti internazionali: “Abbiamo bisogno in modo
impellente di medicinali, tende ed elicotteri per raggiungere persone in regioni lontane e tagliate fuori dal mondo”. Il governo pachistano ha intanto
proclamato tre giorni di lutto nazionale e ha stanziato cinque miliardi di rupie, circa 833 milioni di dollari, per
un primo aiuto d'emergenza. I ministri
doneranno il proprio stipendio di un
mese al fondo costituito per assistere
le popolazioni colpite.
Trecento immigrati in 24 ore. Dopo lo sbarco, sabato notte, di 148
clandestini, all’alba di domenica altre
151 persone, tra cui 5 donne e un
bambino, sono sbarcate a Lampedusa.
Il barcone che li trasportava è arrivato
fin dentro il porto e ha ormeggiato accanto alle motovedette della guardia
costiera. Fra loro 34 minorenni.
Un rapporto segreto dell’Amministrazione Bush su una possibile
epidemia di influenza aviaria tra gli
americani, rivelato dal New York Times , e la notizia di duemila tacchini
infettati in Turchia, dopo le anatre
della Romania, ha seminato il panico
nella Superpotenza. Il rapporto definisce l’America “impreparata per quello
che potrebbe essere il più grave disastro della sua storia”, con un milione e
900 mila morti e 8 milioni e mezzo di
malati, caos negli ospedali e scontri
nelle strade. E la notizia che la malattia ha raggiunto l’Europa tramite gli
uccelli migratori, pur senza contaminare esseri umani, ha generato il timore che possa superare anche l’Atlantico. Sono necessarie tempestive comunicazioni e uno strettissimo coordinamento degli interventi, ha ammonito il
Dipartimento di Stato, dove circa 80
Paesi hanno discusso della crisi.
Un infarto ha stroncato in Ancona
un uomo mentre era al volante e il
suo fuoristrada è piombato tra la
folla: ha ucciso due ragazze, ne ha ferito altre cinque, abbattuto un paio di
fioriere, tamponato un'auto. Nel centro di Ancona il Suzuky è piombato
come una bomba, tra la gente che
conversava in piazza e i bambini che
mangiavano il gelato. Il comandante
della Polizia municipale Luciano Tit-
sguardo sul mondo
Appena una settimana fa
tarelli spiega la dinamica dell’incidente: “Il conducente aveva 74 anni.
Si è sentito male mentre percorreva
via Garibaldi, quindi in pieno centro.
Si è accasciato in avanti, ha premuto
l’acceleratore ed è piombato in piazza
Roma piena di gente”. Le vittime avevano 23 e 13 anni: la più grande era
di Melfi, in provincia di Potenza; la
bambina era di Ancona. I feriti sono
cinque compresi gli occupanti della
seconda auto coinvolta nell’incidente
ma decine sono i contusi tra i passanti
che sostavano in piazza.
Strade inondate, smottamenti,
campi come risaie, alberi spezzati e
addirittura una residenza per anziani
allagata mentre sul lungomare senigalliese onde alte più di due metri
hanno inghiottito gran parte della
spiaggia. L’ondata di maltempo che
ha imperversato per due giorni ha
letteralmente messo in ginocchio il
senigalliese. La pioggia caduta ininterrottamente, insieme alle forti raffiche di vento lungo la costa, ha provocato danni e allagamenti a Senigallia e anche nell'entroterra. La
spiaggia di velluto si è svegliata sotto una pioggia torrenziale che ha allagato gran parte delle strade cittadine ma a far temere il peggio sono
stati gli straripamenti di due dei principali fossi cittadini. la fuoriuscita
delle acque del fosso di Sant’Angelo
ha inondato tutta via Rovereto, con i
residenti costretti a rigettare l’acqua
con tanto di secchi e catini, fino ad
arrivare ad allagare addirittura la residenza per anziani “Villa del Mare”.
O
doni di fede
ttobre missionario 2005
Stekka
L’opinione
di don Giuseppe Cionchi
Le curiosità storiche sulla nostra città di Senigallia sono una miniera inesauribile. Un “collezionista” d’eccezione, dopo mons.Angelo Mencucci, è il dottor Flavio Solazzi, medico a Milano ed ora da circa due anni nella sua città, che si definisce cultore di storie senigalliesi. Così si esprime sull’Anastasi: “Vedendo un quadro dell’Anastasi, il
cui nome è legato alla famiglia Mastai, ho collegato i suoi tratti pittorici al quadro del Santo che ho avuto per trent’anni nel mio studio medico. L’Anastasi, pittore della seconda metà del Seicento, con lavori
anche a Ostra e nella Valle del Cesano, a San Costanzo e a Pergola,
nella città di Senigallia ha lasciato grandi opere nella sala d’onore di
Palazzo Mastai dove ha dipinto il suo autoritratto raffigurando se stesso su di una porta. Tre suoi dipinti sono ancora custoditi nella Pinacoteca diocesana; due all’Immacolata; due alla Chiesa della Croce ai lati
della deposizione del Barocci.
Due natività sono nella chiesa di Scapezzano e uno splendido quadro, che io e mia moglie Gabriella abbiamo scoperto, giace dimenticato da oltre quaranta anni nella cantoria della chiesa della Maddalena,
dove il sommo artista ha ritratto l’Annunciazione” (cfr.Corriere Adriatico 10/10/2005).
Le alluvioni costituiscono un motivo di riesame severo di fogne,
tombini, fossi, greppi ecc., come dovrebbe avvenire anche per Senigallia. Passando per la strada che conduce a Scapezzano, per via Berardinelli, abbiamo notato lo sgreppamento di vari punti collinari. Motivo? I greppi sono stati completamente ripuliti di piante e spini che
frenano la terra e il relativo sgretolamento. Indispensabili, inoltre, sono le canalizzazioni dei terreni che sono a confine con la strada. Sembrano due norme evidenti. Invece…
K
13 ottobre 2005
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Un pomeriggio autunnale, ad Ancona, per il convegno missionario regionale. Domenica scorsa c’erano anche alcuni componenti del gruppo missionario diocesano di Senigallia ad ascoltare la bella testimonianza di don Amedeo Cristino, sacerdote
fidei donum della diocesi di San Severo (Foggia) che ha trascorso cinque anni nel Benin. Oggi lavora nel Cuamm di Verona, il
centro unitario di animazione missionaria. Ha scritto un libro,
“Missionari di un Dio nomade”.
Nel tuo libro spieghi come questo Dio si è fatto nomade per
l’uomo ed ancora oggi gli va incontro nei vari crocicchi della
storia. In un mondo globalizzato può esserci ancora spazio per
questo Dio?
Il globale ha un centro e una periferia. Nel centro troviamo forze
centripete che tendono a schiacciare, nella periferia esistono invece
forze centrifughe che tendono a uscire, ad andare verso l'esterno. È
in quest’ultima che possiamo trovare ancora Dio. Uscire da noi
stessi per andare nel mondo, è questa l’unica nostra salvezza per un
mondo più giusto e più umano.
Nel libro c’è una frase molto significativa: “Il missionario non
porta Dio, ma va incontro a Lui”. Puoi approfondire meglio
questo concetto?
Il primo verbo della Missione non è annunciare, ma contemplare,
ossia discernere i segni della presenza - azione di Dio in mezzo agli
uomini, lasciandosi stupire dal Suo amore che continua, ogni giorno
e dappertutto, a donarsi all'umanità, per vie a noi sconosciute. La
missione non è convertire gli altri, ma convertire te stesso. In Africa
ho trovato Dio. Ma non l’ho portato io… perché loro sono già Figli.
Il rapporto con le altre religioni: quale può essere il compito
del cristiano oggi?
Bisogna imparare a salvare l’uomo umanamente e non divinamente, perché così si è comportato Cristo che da deciso di morire sulla
croce (umanamente) piuttosto che trionfare con potenza. Ma soprat7
13 ottobre 2005
Domenica 2 ottobre, nel seminario di
Ancona, si è svolto il Convegno missionario regionale. Filo conduttore del
pomeriggio il tema dei “Fidei donum”,
preti e laici che vivono per un periodo
in missione. E che tornano per testimoniarla nella chiesa diocesana.
tutto bisogna vivere la propria fede senza preoccupazioni, senza l’ansia di dover arrivare. Quando poi si opera in una missione, è fondamentale
essere attenti alla dignità di ogni persona. Occorre non considerare la propria fede come fondamentalismo, ma trovare quella coscienza che fa
comprendere che non esiste una sola strada per
arrivare a Dio. Anche perché le strade non le scegliamo noi, ma è Dio stesso a farlo. Sempre nel
tuo libro, affermi questo: “Alla sua Chiesa il Signore ha affidato la gestione della Via. Il suo
compito è quello di essere una sorta di Anas del
Vangelo…”. Puoi spiegarti?
La Chiesa è chiamata a costruire viadotti di coerenza, ponti di amicizia, trafori di speranza che
colmino le valli che ci separano e abbattano le colline, se non le montagne, dei nostri egoismi. Gesù
è la Via, noi ne abbiamo solamente la gestione.
Molte volte accade che la Chiesa, invece di essere
a servizio del Vangelo, mezzo di tramite per il Cristo, diventa una sorta di “Società Autostrade
S.p.A.” dove bisogna pagare un pedaggio se si
vuole accedere. Quante volte abbiamo sentito la
frase: “Se vuoi seguire Gesù devi seguire la Chiesa, altrimenti non è possibile…”. Queste mi sembrano solamente considerazioni arroganti. Non è la
Chiesa a “possedere” Gesù, semmai è il contrario.
Don Amedeo, come la Chiesa dovrebbe essere
missionaria?
Le nostre strategie pastorali, qualche volta, non
hanno l’obiettivo di preparare la via al Signore,
ma strade che conducano alle nostre chiese. È
questione di prospettiva. Concerti, teatri, moltiplicazione di attività, di locali, di spazi, di giochi,
scuole di ballo, palestre… le parrocchie si stanno
riempendo di realtà il cui solo scopo è quello di
veder riempita la chiesa di domenica. Moltiplichiamo i centri di ascolto della Parola di Dio, investiamo nella parrocchia come comunità di comunità, ritorniamo alla mobilità della tenda così
da poterci installare “presso le case degli uomini”.
Diversamente, il rischio è di smettere di annunciare Gesù Cristo e di cominciare ad annunciare se
stessi. Quando come parroco mi lamentavo della
gente, dei giovani di oggi (questi dispettosi che
sembra facciano apposta a non lasciarsi piegare
alle nostre alchimie pastorali), lo facevo nel tentativo di giustificare gli scacchi inferti alla mia staticità pastorale. Non mettevo mai in discussione il
mio stile; il mio modo di fare, i contenuti della
mia predicazione: era la gente a non essere buona,
viziata dalle comodità o dalla televisione. Non importa il luogo dove ci troviamo, siamo chiamati a
credere nella gente con cui condividiamo la vita.
Prima di essere “per loro”, siamo “con loro”. Tentiamo di entrare nella loro pelle, di spiegarci le loro esistenze a partire dalle loro vite e non dalla
nostra storia personale.
a cura di Laura Mandolini
esperienze di chiesa
isna,
Dalla M stampa
ia
l’agenz ssionari
dei mi
Il Sud aiuta il Sud
Il governi di Mozambico e Brasile
hanno firmato a Maputo un memorandum d’intesa per lo sviluppo di
programmi di cooperazione scientifica e tecnologica nei settori della pesca, agricolo e dello sfruttamento delle risorse ambientali. L’intesa prevede
l’avvio di tre progetti, per i quali il
governo di Brasilia - rappresentato
per l’occasione dall’ambasciatore a
Maputo, Pedro de Mendoza - si è impegnato a stanziare l’equivalente di
circa sei milioni di dollari. Oltre all’attivazione di progetti scientifici e
tecnologici, l’accordo prevede lo
i
Sfide
di pace
svolgimento di attività di documentazione, rafforzamento istituzionale e
indagine agronomica e zoologica. Negli ultimi anni il Mozambico, reduce
dalla guerra civile del 1976-92, è stato uno dei Paesi africani che hanno
meglio saputo gestire programma di
cooperazione con altri governi del
‘Sud del Mondo’; tra l’altro, con il
Brasile condivide anche la stessa lingua, il portoghese, eredità coloniale
per entrambi.
Senza pudore
“Costituisce una sfida allo Stato di
diritto e alla sovranità dello stato pe-
Cavoli a merenda
l punto di P. Alberto Teloni
Gran rispetto per la squisita brassicacea, che tra l’altro, dicono, a parte la puzza
durante la bollitura, che prevenga addirittura il cancro ed altre malattie. Altra
cosa è il fetore delle cavolate anticlericali. Non ricordo più bene chi, per mettermi paura, mi ha minacciato di far abrogare l’otto per mille, ed ha addirittura
sostenuto che l’otto per mille alla Chiesa cattolica serve per finanziare le spedizioni militari all’estero, specie quella in Iraq.
Premesso che detto contributo non può essere sottoposto a referendum abrogativo perché la legge esclude vi si possano sottoporre i trattati internazionali, e
premesso ancora che io dall’otto per mille non ho mai ricevuto un centesimo
essendomi sempre guadagnato la pagnotta col mio lavoro di insegnante, aggiungo che trasformare quella scelta a favore della Chiesa in un finanziamento
militarista è una cavolata. Piuttosto domandiamoci come finiscano i soldi dell’otto per mille destinati allo Stato (prima opzione sulla denuncia dei redditi) e
quelli che allo Stato vengono fatti amministrare dalle due più piccole comunità
protestanti che, non avendo in Italia le strutture adeguate, gli fanno amministrare quanto viene loro destinato dai rispettivi fedeli.
La legge, se ben ricordo, stabilisce che il contributo destinato allo Stato deve
essere usato per la solidarietà, anche internazionale, per i beni artistici e per tutti i beni così detti culturali. Siccome qui si tratta di conti pubblici, sempre difficili da far quadrare, è qui che si possono trovare usi non propriamente rispettosi dei fini stabiliti. L’escamotage per poterlo fare è facilmente reperibile e non
me la sentirei di escludere un uso ai fini di finanziare le nostre presenze militari
all’estero (qualcosa sull’argomento mi pare di avere letto) perché sia che si vada a nome della NATO sia che si vada a nome e sotto l’egida dell’ONU, paghiamo sempre noi, e adesso che il partito politico, un cui membro è forse colui che mi ha minacciato sull’otto per mille, cerca di accordarsi, o si è gia accordato?, per entrare possibilmente in una maggioranza di governo, vorrei sapere come la mettiamo con l’uso militare della destinazione volontaria a fini
benefici e culturali.
Posso rispettare le scelte dello stato anche se non le condivido; ma proprio
non posso accettare che si attribuisca alla Chiesa italiana attività guerrafondaie.
Limitiamoci a rendere a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio.
sguardo sul mondo
13 ottobre 2005
ruviano” l’annuncio fatto dall’ex-presidente Alberto Fujimori che intende
candidarsi alle elezioni dell’aprile
2006: lo ha detto il ministro della
Giustizia Alejandro Tudela ricordando
che il parlamento ha comunque bandito Fujimori da qualsiasi funzione pubblica per 10 anni. Il presidente della
Corte suprema Walter Vasquez ha intanto ribadito che, candidatura o meno, continueranno i procedimenti per
violazione dei diritti umani e corruzione a carico dell’ex-presidente.
L’avvocato di Fujimori ha nel frattempo sostenuto che la campagna elettorale del suo assistito potrebbe anche
svolgersi interamente dal Giappone,
in termini “virtuali” ovvero mediante
l’utilizzo di strumenti di comunicazione e propaganda che non richiedono
la presenza fisica del candidato in territorio peruviano. Se il Giappone non
dovesse rispondere alle richieste d’estrazione, il caso, potrebbe essere portato alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja.
Somalia senza pace
Sarebbero almeno 8 i morti e 11 i
feriti causati da scontri tra clan rivali
avvenuti nel sud della Somalia, nella
regione di Lower Shabelle: fonti locali riferiscono che uomini armati hanno
attaccato un villaggio di allevatori,
per il controllo dell’acqua e dei pascoli; a nulla sarebbe servito l’intervento
dei capi-villaggio che hanno tentato di
risolvere la controversia col dialogo.
Si tratta solo dell’ultimo di una serie
di episodi simili legati al possesso
della terra segnalati nella regione negli ultimi nove giorni con un bilancio
complessivo di oltre 30 vittime. Nella
serata di ieri, altre dieci persone, inclusi 4 bambini, erano rimaste uccise
a Heejow Maad, in combattimenti tra
pastori e agricoltori.
Somalia senza pace
Le Autodifese unite della Colombia
(Auc) hanno deciso di sospendere il
processo di disarmo dei loro combattenti per fare pressione sul governo
affinché non autorizzi l’estradizione
negli Stati Uniti di un noto comandante paramilitare, accusato di narcotraffico.I ‘paras’ hanno chiarito che almeno 12.000 miliziani non deporranno le
armi fino a quando il loro uomo, non
verrà reintegrato tra i negoziatori delle Auc. L’annuncio giunge a poco più
di due mesi dalla scadenza dei limiti
per la smobilitazione totale di circa
20.000 ‘paras’, prevista dal processo
di pace avviato nel luglio 2003.
8
Montemarciano:
si riparte
Breve viaggio tra le attività pastorali
della parrocchia, tra estate ed anno nuovo
L
a Parrocchia di San Pietro
Apostolo a Montemarciano sta
iniziando il nuovo anno pastorale. Ma prima di incominciare le
nuove attività è bene fare un piccolo
esame di quello che è già stato fatto,
in particolare negli ultimi mesi. Sì,
solo le cose fatte negli ultimi mesi,
altrimenti si dovrebbe scrivere molto
di più! La Parrocchia si sta ampliando, stanno arrivando nuove famiglie,
molte nuove famiglie giovani, quindi
si è cercato di dar loro la migliore accoglienza. Moltissime hanno partecipato agli incontri, nel pomeriggio
della domenica, in parrocchia, perché
prima di tutto è necessario conoscersi. Del resto non si può “fare comunione” se non ci si conosce, se quando ci si incontra fuori delle proprie
case nemmeno ci si saluta. Allora, ecco, arriva l’incontro per conoscersi,
per condividere con gli altri sia le
proprie speranze, sia quell’interesse
particolare verso la comunità ecclesiale, per sentirsi più uniti nella fede.
Ma si parli anche dei giovani: i ragazzi e le ragazze sono numerosi,
partecipano alle varie attività (oratorio, scout, ACR) e tutti vogliono assolutamente essere presenti al campo
scuola estivo. Questa estate c’è stato
un campo scuola parrocchiale con 39
partecipanti e 15 adulti genitori, con
Don Giuseppe e Suor Paola, ed un altro campo scuola interparrocchiale
degli oratori con giovani di altre
quattro Parrocchie; tutti a Civitalba
di Arcevia per un campo scuola di
formazione per animatori dell’oratorio. Si va a scuola d’estate?!, Sentite
una piccola parte delle riflessioni di
una partecipante: “La mia esperienza
di campo scuola quest’anno è stata
fantastica. Ero sicurissima che si trattasse del solito campo scuola, con le
solite persone, le solite Messe. Sono
invece rimasta totalmente scioccata… positivamente. Questo campo
scuola ha cambiato radicalmente in
me il modo di vedere le cose, tanto
che io stessa sono cambiata.” Non finiamo però qui. C’è stato il campo
9
scuola Acr diocesano a Camporege,
cui hanno partecipato quattro nostri
giovani e il Campo Scouts con 43 ragazzi di Montemarciano e Chiaravalle, guidato dai Capi Scouts, Don
Giancarlo e Don Fabrizio.
E per le famiglie? Campo Famiglie
interparrocchiale ad Assisi, con 13 famiglie di Chiaravalle, Pianello e Montemarciano con Don Giancarlo, Don
Aldo e Don Giuseppe.
Prima dell’estate si è vissuta un’altra esperienza da non sottovalutare
(nell’ambito del gemellaggio che il
Comune di Montemarciano ha con la
cittadina francese di Quincy sous Senart). Sono stati accolti, ospiti di famiglie di Montemarciano, una decina di
ragazzi/e francesi, accompagnati dal
loro parroco Padre Olivier, per uno
scambio di esperienze sulla vita religiosa e parrocchiale. Nel mese di settembre i ragazzi di Montemarciano,
accompagnati da Don Giuseppe e con
diverse altre persone impegnate nelle
attività parrocchiali, sono stati ospitati
da famiglie francesi. In tale occasione
è stata donata alla Parrocchia di
Quincy sous Senart – Boussy Saint
Antoine una statua in ceramica della
Madonna di Loreto ed una icona di
Santa Maria Goretti. Si è avuta la possibilità concreta di migliorare lo spirito di pace e di concordia tra i cristiani,
al di là delle frontiere nazionali. Ma,
durante l’estate, la Parrocchia non è
stata “chiusa per ferie”.
Da tempo immemorabile , nella nostra Parrocchia, la prima domenica di
ottobre è il giorno dedicato alla “Madonna del Rosario”. Nella Cappella
del Sacramento, all’interno della
Chiesa parrocchiale, si venera una
statua lignea della Vergine, acquistata
dalla “Confraternita del Rosario”, per
ricordare lo storico evento della battaglia di Lepanto (1571), la cui vittoria fu attribuita (a furor di popolo) all’intercessione della Madonna, che
da allora fu chiamata “Madonna della
Vittoria”. Ogni cinque anni la festa
della Madonna del Rosario viene celebrata in forma solenne. Quest’anno
13 ottobre 2005
l’antica statua lignea della Madonna
con il bambino è stata esposta al centro della chiesa parrocchiale in modo
da consentire a tutti di poterLa pregare comunitariamente.
In questa festa mariana si celebra
anche la Festa della Famiglia: si sono
festeggiate, con le lodi mattutine a
Maria Vergine e con la S.Messa, le
coppie che si sono sposate quest’anno
e quelle che ricordano il loro 25°, 50°,
60° e 65° anniversario di matrimonio.
Durante la S.Messa si è celebrato un
battesimo per esaltare il valore della
famiglia educante, l’importanza del
Sacramento del Matrimonio, la fecondità e la creatività della coppia.
Nel pomeriggio, due particolari
eventi hanno visto la piena partecipazione di tutta la comunità di Montemarciano. Durante la S.Messa, celebrata dal Vescovo Giuseppe Orlandoni, si è avuta la vestizione di sette
nuovi confratelli che hanno aderito
alla Venerabile Confraternita della
Madonna del Rosario e si è festeggiato il 25° di sacerdozio del parroco
Don Giuseppe Giacani.
A conclusione dei riti religiosi, significativo è stato il saluto cordiale di
don Giuseppe che ha voluto stringere
la mano a tutti i suoi parrocchiani presenti, avendo per ciascuno un momento di attenzione, una parola, un sorriso.
Ha consegnato una sua personale riflessione sul sacerdozio che conclude
con il dire: “È impegnativo, ma bello,
essere sacerdoti. Sono contento di esserlo in mezzo a voi, aiutatemi ad esserlo sempre meglio, con la vostra preghiera e con il vostro amore”.
La comunità parrocchiale, il Vescovo, le Autorità Civili, molti Sacerdoti
della Diocesi e i giovani hanno poi festeggiato don Giuseppe con un ringraziamento più spontaneo, caloroso e rumoroso, in un momento conviviale nei
locali dell’Oratorio.
esperienze di chiesa
Una lettera ai vescovi riuniti
in Vaticano fino al 23 ottobre
Carissimi
vescovi sinodali
C
arissimi Padri Sinodali, che da domenica 2 ottobre siete riuniti in Vaticano, convocati da Giovanni Paolo II e riuniti da Benedetto XVI, come
laica della Chiesa di Senigallia desidero rivolgermi direttamente a voi per rendervi partecipi di una semplice
riflessione che nasce dall’ascolto del Vangelo della Liturgia della Parola dello stesso 2 ottobre.
Il brano di Matteo della “Parabola della vigna e dei
vignaioli” si conclude con un ammonimento di Gesù
che riprende il Salmo 118: “La pietra che i costruttori
hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
Perciò vi dico: vi sarà tolto il Regno di Dio e sarà dato
a un popolo che lo farà fruttificare” .
Vi confesso, cari Padri, che nell’ascoltare questa Parola immediatamente il mio pensiero è andato a voi, che
proprio quella stessa mattina eravate riuniti in San Pietro, a rappresentare tutti i credenti in Cristo, di ben 118
paesi, anzi di 119 per essere precisi, dal momento che i
quattro vescovi cinesi convocati non hanno ottenuto il
permesso da parte dell’autorità politica per recarsi in
Vaticano. E un brivido mi ha colto nel sentire quel monito, severo e ben preciso di Gesù “…vi sarà tolto il Regno di Dio…”; me lo sono sentito rivolto in prima persona, come parte di una Chiesa che a volte perde la bussola, che stenta a vedere la meta delle sue scelte, che fa
finta di non sentire certe Parole. Mi sento tremare la teresperienze di chiesa
ra sotto i piedi se penso che quella Parola può essere rivolta proprio a noi, che ci sentiamo parte della Chiesa,
ma a volte solo formalmente. Forse neppure i Giudei
con cui Gesù parlava si sentivano interpellati direttamente! Anche loro, sommi sacerdoti ed anziani che interrogavano Gesù, erano convinti di appartenere al popolo prescelto da Dio, eppure avevano i cuori induriti e
non furono capaci di accogliere il Messia.
Scusate la mia invadenza e forse la mia presunzione
di rivolgermi a voi direttamente, ma vi chiedo di “mettercela tutta”, di essere docili fino in fondo alla voce
dello Spirito, di non perdervi dietro mille problemi e discorsi, ma di andare al nocciolo della questione e scuoterci dal torpore che rischia di portarci ad un letargo
troppo pericoloso. Non abbiate paura di farci delle proposte difficili e rivoluzionarie, di riportarci alle radici
del Vangelo….altrimenti Gesù ci rivolgerà quelle terribili parole “…il Regno di Dio sarà dato ad un altro popolo che lo farà fruttificare”! Ci sentiamo di appartenere al Suo popolo, alla Chiesa di Dio ma, onestamente,
troppo spesso ci comportiamo come traditori, facciamo
“orecchi da mercante”, voltiamo lo sguardo altrove incontrando Gesù nei poveri, negli ultimi della terra. Come potremo giustificarci? Certo non potremmo dire che
non sapevamo, non avevamo visto o sentito! Questo
proprio no, noi figli della epoca della comunicazione e
della notizia “in tempo reale”!
Che fare dunque? Illuminateci, incoraggiateci, indicateci voi la strada del Vangelo in quest’epoca che non conosce più l’amore, la pace, la giustizia! Abbiamo bisogno di una Chiesa maestra, di una Chiesa che si spogli
di ogni ricchezza, di ogni potere materiale, che esca dai
palazzi per invitare tutti al banchetto. Non abbiate paura
di gridare la Verità a costo di vedere le chiese
vuote…anche Gesù nei momenti più difficili è rimasto
solo, ha perso gli amici…ma poi sono ritornati tutti e
insieme sono usciti a Gerusalemme per annunciare la
sua resurrezione. Forse ci troveremo in quei cinquanta
giorni che precedettero la Pentecoste, chiusi nel Cenacolo, impietriti dai nostri dubbi, dalle nostre paure. Ma
sono necessari anche quei momenti, quelle esperienze
difficili, per ritrovare l’entusiasmo e la gioia di testimoniare la Parola, di annunciare il Vangelo.
Non abbiate paura di parlarci di peccato, di colpe! Se
ritenete che il nostro stile di vita consumistico e opulento sia antievangelico e di scandalo non esitate a dirlo!
Se con la nostra partecipazione alla guerra, con le nostre
speculazioni in borsa, con le nostra ricerca di benessere
siamo assassini non temete di dire la verità!
Abbiamo bisogno delle vostre condanne che nascono
non da voi ma dallo Spirito che alita nella Chiesa; ci
sentiremo in difficoltà, andremo in crisi, ci scandalizzeremo, ma per favore, riportateci alla Verità! Alcuni se
ne andranno, sbatteranno la porta, vi condanneranno,
non vi sosterranno più, ma questo è il Vangelo e abbiamo bisogno di sentirlo ripetere dall’alto della vostra autorità che proviene da Dio stesso.
Vi chiedo di nuovo scusa, se ho osato tanto, ma amo
la Chiesa che mi ha generato alla fede,in cui sono cresciuta, dalla quale ho ricevuto tanto. Spero in voi e credo nella potenza dello Spirito Santo. Grazie per l’impegno di questi giorni e di quelli che verranno. Confidate
nella nostra preghiera. Buon lavoro!
Federica Spinozzi
13 ottobre 2005
10
Il convento di San Sebastiano, a Mondolfo
Corinaldo
I frati se ne vanno
U
na certa mestizia, quest’anno, ha pervaso il clima di festa che usualmente si respira
a Mondolfo nell’occasione della ricorrenza di San Francesco d’Assisi.
Il Convento di San Sebastiano, retto
dai Francescani Minori Conventuali
dal 1579 perde da ottobre la presenza dei frati. Era l’ultimo dei nove
luoghi dei Conventuali, un tempo
esistenti nel territorio della Diocesi
di Senigallia, ad essere rimasto
aperto e, con San Sebastiano, cessa
la presenza di questo Ordine nell’intero territorio. La triste notizia
non è che fosse nuova. Già se ne
parlava dallo scorso anno di una
possibile chiusura del Convento di
Mondolfo – non solo a servizio della Città a balcone sul mare, ma dell’intera bassa Valle del Cesano – legata all’esiguo numero di Conventuali presenti nella Provincia delle
Marche dei Francescani ma, sino
all’ultimo, si era sperato e pregato
che qualcosa cambiasse.
Il Consiglio Pastorale Parrocchiale, immediatamente, si era attivato e,
con esso, il Vescovo Diocesano ed
anche il Consiglio comunale ma, come spiegava in una sua sofferta nota
il padre provinciale, p. Pietro Guerrieri, la chiusura era dettata da insormontabili problemi legati al numero
esiguo dei frati. Erano arrivati a
Mondolfo nel 1579 ed avevano ottenuto la sede dal Comune di Mondolfo presso la chiesa di S.Sebastiano, eretta dalla comunità nel 1479
quale ex voto per la scampata peste.
Padre Baldassarre Salvolini era stato
l’artefice della nascita del Convento
di S.Sebastiano e, Mons. Angelo Peruzzi, Vescovo di Sarsina e nativo di
Mondolfo, aveva consacrato la ingradita chiesa nel 1585. A dire il vero più volte i frati partirono da Mondolfo, per farvi poi sempre ritorno:
accadde con Napoleone e con il Regno d’Italia, solo per fare due esempi. È questo che, allora, riempie di
tanta fiducia tutti i mondolfesi: se
più volte i frati sono partiti da S.Sebastiano per poi farvi sempre ritorno, chissà che anche questa volta –
nel disegno della Divina Provviden11
za – ciò non possa nuovamente accadere? Ecco dunque un corale grazie che l’intera comunità parrocchiale, ma anche il mondo francescano
della Diocesi, rende ai Minori Conventuali che nel tempo hanno prestato il loro servizio nel convento di
Mondolfo.
Nella città a balcone sul mare si
sono dedicati all’apostolato, alla carità, al servizio nella liturgia, prestando speciale attenzione a tre luoghi di culto da sempre francescani a
Mondolfo: San Sebastiano, naturalmente, ma anche le Chiese sussidiarie di San Gervasio (ora chiusa da
anni per restauri) e Mengaccio, nel
cuore della borgata di Molino Vecchio. Notizie vogliono che i Minori
Conventuali continueranno, almeno
nei giorni festivi, l’ufficiatura della
Chiesa con un frate che si sposterà a
Mondolfo dal più vicino convento, e
che a San Sebastiano, almeno per un
anno, prenderà dimora una casa di
un Istituto di Vita Consacrata legato
alla spiritualità francescana. Ora,
con una festa di benvenuto ed un caloroso grazie, la comunità mondolfese si appresta a vivere l’ormai prossimo avvicendamento.
Alessandro Berluti
13 ottobre 2005
In festa
per San Francesco
D
opo la celebrazione di due
Sante Messe, al mattino, presso la chiesa dei Frati cappuccini di
Corinaldo, il vescovo diocesano
mons. Giuseppe Orlandoni ha concluso i festeggiamenti per San
Francesco, Patrono d’Italia, con
una Messa Solenne, nel tardo pomeriggio del 4 ottobre, presso la
chiesa parrocchiale di San Francesco di Corinaldo e concelebrata dai
sacerdoti e padri cappuccini. Momento suggestivo, quando Lucia
Porfiri ha letto il “Cantico delle
creature” di San Francesco d’Assisi, con il sottofondo della melodia
“Fratello sole e sorella luna”, eseguita dalla Corale “Piero Giorgi”,
diretta dal maestro Mauro Porfiri.
Al termine della messa, il parroco
don Umberto Mattioli ha fatto dono al vescovo Orlandoni di un quadro raffigurante la Madonna dell’Incancellata, che si venera nel
Santuario a Lei dedicato. Lo stesso
quadro era stato dato al vescovo
Ortodosso di Sabac (Serbia), in occasione della sua venuta a Corinaldo il 10 luglio u.s., per ringraziare
del dono dell’autoambulanza avuta
con i contributi dei corinaldesi.
Ilario Taus
esperienze di chiesa
Mercoledì 28 settembre si è concluso presso
il Seminario Vescovile il primo corso di formazione per gli animatori della catechesi.
Ha visto la partecipazione di 66 persone di
26 parrocchie della diocesi.
Catechisti
in corso
È
stata la prima esperienza di un corso di formazione strutturato in forma così intensiva visto
che prevedeva in due settimane tre giorni ciascuna dalle 18 alle 22. La quasi totalità delle persone hanno fedelmente preso parte a tutti gli incontri.
Nella prima settimana i relatori, don Andrea Fontana
e Monica Cusino dell’Ufficio Catechistico di Torino,
con i loro interventi hanno introdotto i partecipanti nella nuova prospettiva pastorale alla quale fanno riferimento il nostro vescovo e i vescovi italiani nei loro
programmi pastorali. Si è parlato del compito della
Chiesa che, con l’annuncio del vangelo, genera nuovi
cristiani alla fede in Gesù Cristo collocandolo nelle
mutate condizioni sociali ed ecclesiali. L’invito ad una
“conversione pastorale” ha avuto anche delle precise
indicazioni suggerendo la logica catecumenale come
metodologia per una rinnovata catechesi per tutte le età
e assumendo come riferimento paradigmatico l’Iniziazione Cristiana. Ciò che ormai da diversi anni è scritto
nei documenti ora è stato presentato nella concretezza
dell’azione del servizio catechistico.
Si è fatto anche riferimento alla necessità di riproporre sempre il primo annuncio come inizio di ogni
itinerario di accompagnamento di fede che dovrà essere differenziato secondo le persone e le condizioni di
partenza. La necessità previa è quella di superare la
logica della preparazione alla ricezione di un sacramento assumendo la caratteristica di un cammino
strutturato a tappe con il coinvolgimento delle varie
dimensioni della vita quotidiana.
La figura di catechista che ne scaturisce si arricchisce di alcune caratteristiche ne fanno più un compagno di strada che
un maestro dilatando il suo coinvolgimento al di là della semplice ora settimanale con un’attenzione non solo al catechizzando ma anche alla famiglia e al suo concreto vissuto.
Il corso era strutturato in tre ambiti: quello dei ragazzi che
ha visto la partecipazione di una quarantina di catechisti, mentre quello per gli adulti e quello delle famiglie con figli da 0 a
6 anni si sono resi disponibili una quindicina di persone. Dopo
le relazioni dei primi tre giorni i partecipanti hanno sviluppato
attraverso i tre laboratori un confronto che è risultato molto
gradito a tutti perché ha permesso non solo di conoscersi ma
anche di arricchirsi reciprocamente comunicando le proprie
esperienze.
Un’attenzione particolare è stata riservata all’ambito delle
famiglie con i figli da 0 a 6 anni, dato anche il fatto che risulta
essere una linea del programma pastorale indicata esplicitamente dal Vescovo. Già mercoledì 21 don Paolo Sartor ha introdotto il lavoro sottolineando i numerosi risvolti pastorali
che può avere una rinnovata attenzione all’accompagnamento
delle famiglie che chiedono il battesimo per i loro figli sia prima della celebrazione del sacramento sia, soprattutto, dopo.
Ed è qui la novità pastorale! Queste famiglie devono essere
accompagnate fino a che il figlio a 6 anni inizierà la catechesi
di gruppo in parrocchia, aiutandole nel frattempo a mantenere
vivi quegli impegni che come genitori si sono assunti nel battesimo e a trasmettere gradualmente, secondo l’età, la prima
educazione religiosa ai propri figli adempiendo al compito di
trasmettere la fede che è proprio di ogni famiglia cristiana.
Lunedì 26 e martedì 27 abbiamo incontrato l’esperienza dei
coniugi romani Narcisi che da 9 anni sviluppano questa pastorale pre- e post-battesimale presso la loro parrocchia della Trasfigurazione. Ci hanno offerta numerosi suggerimenti per iniziare anche nella nostra diocesi un inizio di sperimentazione
con il fondamentale e necessario coinvolgimento del parroco.
Durante il corso si è creato un vero spirito di amicizia e di
fraternità che ha incoraggiato ciascun partecipante formando
nuove relazioni e nuovi riferimenti. Possiamo dire che è stata
una vera esperienza di comunione ecclesiale che ha creato anche il desiderio di proseguire con altri incontri la formazione,
ormai sentita come necessità imprescindibile per ogni catechista, se si vuole il suo servizio più capace di confrontarsi con le
attuali condizioni, e orientata, prima ancora che sugli strumenti della catechesi, sulla persona stessa del catechista anche nella prospettiva dell’autoformazione.
don Luciano Guerri
Cinema Gabbiano - Senigallia - tel. 071 65375
La programmazione è sul sito: www.saledellacomunita.it
Film tutti da vedere
Ritorna al Cinema Gabbiano la rassegna d’essai
i Mercoledì del Gabbiano
ore 21.15 “Primo fotogramma” a
cura della compagnia teatrale “Il Melograno” e del centro di aggregazione
giovanile “BUBAMARA”
ore 21.25 FILM D’ESSAI
giovedì 13 ottobre Film Gratis
MACHUCA di Andrès Wood
mercoledì 19 ottobre
TICKETS di Abbas Kiarostami,
Ken Loach , Ermanno Olmi
mercoledì 26 ottobre
LA STORIA DEL CAMMELLO
CHE PIANGE di B.Davaa
mercoledì 2 novembre
LA NINA SANTA di L.Martel
mercoledì 9 novembre
CONCORSO DI COLPA
di Claudio Fragasso
mercoledì 16 novembre
LA SAMARITANA
di Kim Ki-Duk
mercoledì 23 novembre
ACQUE SILENZIOSE
di Sabiha Sumar
mercoledì 30 novembre
LA SPOSA SIRIANA
di Eran Riklis
mercoledì 7 dicembre
GABRIELLE di P. Chéreau
mercoledì 14 dicembre
A CASABLANCA GLI ANGELI
NON VOLANO di M. Asli
Al Gabbiano da venerdì 14 ottobre
NIENTE DA NASCONDERE
Titolo originale: CACHÈ
Regia Michael Haneke, Francia 2005
Georges, un giornalista che conduce
una trasmissione letteraria alla televisione, riceve dei misteriosi video in cui
compare la propria famiglia e dei disegni inquietanti, difficili da intepretare.
Spedizione dopo spedizione il contenuto dei video si fa più personale.
Caché, presentato a Cannes 2005, come tutti i film di Michael Haneke non
lascia indifferenti.
Al Gabbiano Mercoledì 19 ottobre
Spettacolo unico ore 21.15
TICKETS
Regia Abbas Kiarostami, Italia 2005
Film a episodi presentato a Berlino, è
l’esperimento di far convivere la regia
di tre cineasti diversi fra loro: Ermanno
Olmi, Abbas Kiarostami e Ken Loach.
Su un treno che attraversa l'Europa si
incontrano uno scienziato italiano, tre
tifosi scozzesi del Celtic, una famigliola
albanese, l'arrogante vedova di un generale, alcuni soldati. Se il silenzio delle
parole scritte di Olmi appare lento, il
volume della voce dei tre protagonisti
dell’episodio finale è comunicativo ed
estroverso, a dichiarare una confidenza
che cresce durante il percorso. Le immagini le dimenticheremo nel tempo, le
sensazioni rimarranno.
esperienze di chiesa
13 ottobre 2005
12
13
13 ottobre 2005
DAL 13 AL 21 OTTOBRE 2005
• MUSICA
JESI - Teatro Pergolesi (0731.206888),
ven. 14 ore 21 e dom. 16 ore 16, per
la XXXVIII Stagione lirica verrà rappresentata la commedia lirica “Falstaff” di Arrigo Boito, musica di Giuseppe Verdi. Orchestra filarmonica
marchigiana diretta da Christopher
Franklin, coro lirico “Vincenzo Bellini” diretto da Carlo Moranti.
• MOSTRE D’ARTE
ANCONA - Mole vanvitelliana (tel.
800222111 - 071.2225031) 15 ottobre
– 8 gennaio 2006: “Leonardo: genio e
visione in terra marchigiana”, realizzata dalla Regione Marche e Pontificia Fondazione per i Beni e le Attività artistiche della Chiesa.
ANCONA - Mole vanvitelliana
(071.2811935), fino al 6 novembre,
“Manzù, l’avventura di Ulisse”, mostra tematica delle opere del grande
scultore realizzata in collaborazione
col Museo tattile Omero di Ancona.
GROTTAMARE (AP) – Torrione della
battaglia (0735.739238), fino al 31
dicembre, mostra antologica delle
opere di Pericle Fazzini donate alla
sua città natale dal titolo “La linea
del corpo).
CIVITANOVA MARCHE ALTA (MC) –
Chiesa di Sant’Agostino e Pinacoteca “Moretti” (0733.822213) fino al
30 ottobre, mostra di pittura e disegni dal titolo “Salvator Dalì ed i surrealisti”.
MACERATA - Chiesa di San Paolo
(0733.256383), fino al 16 novembre,
“Collectio Thesauri”, mostra di codici miniati, spartiti, mappe, edizioni rare, incisioni e disegni preziosi appartenenti a collezioni private e, di solito, inaccessibili della
Provincia di Macerata.
TOLENTINO (MC) – Palazzo San Gallo
(0733.901365), fino al 23 ottobre,
XXIII Biennale Internazionale dell’Umorismo nell’Arte.
• ESCURSIONI
TRENOTREKKING - Dom. 16, escursione sul Monte Subasio con la traversata da Spello ad Assisi. Dislivello: m.
900 circa, grado di difficoltà E =
escursionisti, partenza dalla stazione
di Ancona ore 7,55 (Falconara Marittima ore 8,00), rientro nel tardo pomeriggio. Informazioni e prenotazioni
presso le stazioni FS entro ven. 14.
ITINERARI extravaganti – Dom. 16,
“500 passi nella Pesaro sotterranea”: cantine, neviere, pozzi, cunicoli, grotte, mosaici ed altri reperti
archeologici per capire meglio una
città. È compreso anche un pranzo
per cavernicoli! Info e prenotazioni
al Grande Albero tel. 0721.371511
dal lun. al ven. dalle 9 alle 13.
Tullio Piersantelli
mass media
www.
popotus.it
Popotus, giornale per bimbi
la rete
i nel
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N
qua e là
il libro
A testa alta
Pino Puglisi, il suo ricordo in un libro
di Bianca Stancanelli
La vita e la morte di don Puglisi segnano la rinascita di un angolo di Sicilia impregnato di mafia e povertà:
un sacerdote che ha scelto di non starsene seduto a guardare. Giustizia e solidarietà: due parole chiave.
“Que importa nuestra codardia si hay
en la tierra un solo ombre valiente” (J.
L. Borges). Questa citazione anticipa
luci e ombre che colorano i personaggi
del libro: uomini “codardi” e un uomo
valoroso, la cui vita continua a parlare
perché ha cambiato altre vite.
Frasi succinte ed incisive nello stile
della parlata siciliana, alcune, quasi
sussurrate introducono il racconto
partendo dalla fine. Il lettore si trova
di fronte a una scena carica di suggestione, come un ricordo, una commemorazione, la confidenza di due
“compari”: “Era un uomo buono solo
disarmato. In quattro andarono a sparargli. Lo spiarono, lo seguirono, lo
raggiunsero sul portone di casa. In silenzio gli andarono alle spalle”. Verismo linguistico e realismo scenografico descritto da chi conosce bene la
cultura e l’ambiente degradato del
quartiere Brancaccio: Bianca Stancanelli, giornalista messinese
che si è occupata di mafia
e politica, propone un ritratto di don Puglisi.
Edizioni Einaudi
mass media
I
n un mercato affollato di fumetti e
giornalini di intrattenimento foraggiati dall’industria dell’infanzia e popolato di gadget e promozioni
allettanti, da sette anni Popotus, l’inserto del quotidiano Avvenire, si rivolge ai bambini come un vero giornale, un prodotto informativo fatto da
giornalisti e strettamente legato alla
struttura del quotidiano.
Otto pagine tabloid, stampa rigorosamente in bianco e nero su carta da
giornale, niente pubblicità, due uscite
settimanali (giovedì e sabato, gratis
con Avvenire) Popotus si è preso con
i bambini un impegno molto serio:
raccontare loro i fatti grandi e piccoli
dell’attualità, traducendo in un linguaggio alla loro portata il complesso
mondo della politica, dell’economia,
della cultura, dello sport o dello spettacolo, entrando nel vivo dei cambiamenti del costume.
E ancora, Popotus riferisce storie attinte alla vita di tutti i giorni che dimostrano come anche l’esperienza del
singolo possa essere utile a molti, storie di ordinaria straordinarietà che suscitino voglia di fare e capirne di più.
Adottando lo stile della chiarezza e
della semplicità, (che non è banalità),
usando l’ironia quando è possibile, la
serietà quando occorre, senza infantilismi, ammiccamenti o moralismi,
Popotus semplicemente informa.
Mette a fuoco i grandi temi ma non
rinuncia a segnalare ogni notizia in
cui la realtà supera la fantasia.
Una nuova figura a tutela dei fruitori di stampa e radio tv
Garante dei lettori
S
ulle finestre del Sito dell’Ordine
dei giornalisti delle Marche
(www.odg. marche.it) c’è una
nuova figura: Il Garante dei lettori. È
uno spazio nuovo che il Consiglio dell’Ordine dei giornalisti delle Marche ha
riservato ai lettori e agli ascoltatori. Sono sempre più coloro che si rivolgono
all’Ordine per segnalare e denunciare
presunti comportamenti scorretti dei
giornalisti. L’Ordine (che è Ente di diritto pubblico e nasce prima di tutto come garanzia per il cittadino) esercita il
potere disciplinare nei confronti degli
iscritti e sanziona coloro che non rispettano le regole dell’etica e commettono
violazioni deontologiche.
Perché allora istituire il Garante dei
lettori se c’è già l’Ordine che valuta il
comportamento dei giornalisti ? Perché
il procedimento disciplinare, regolato
dalla legge, ha una proceduta lunga,
complessa e macchinosa; spesso la decisione arriva quando l’interesse e il
clamore sui fatti contestati e sulla presunta violazione etica hanno perso di
attualità e di interesse.
La sanzione è efficace non solo se è
giusta, ma anche se è tempestiva. Il lettore che ritiene di aver subito un torto o è
toccato nella propria sensibilità dal comportamento di un giornalista, ha diritto a
una risposta chiara, precisa e sollecita.
Il Garante dei lettori avrà questo
compito, cioè dare risposte alle segna13 ottobre 2005
lazioni dei lettori (o degli ascoltatori)
esprimendo il proprio giudizio e le proprie valutazioni sui fatti segnalati. Non
ha potere disciplinare, ma esprime valutazioni etiche e giudizi morali. Contestualmente l’Ordine procederà sul piano disciplinare secondo le regole di legge e il parere del garante costituirà una
valutazione importante anche ai fini di
quel procedimento.
Per questo compito delicato, complesso e difficile il Consiglio dell’Ordine
delle Marche ha nominato un collega di
grande esperienza e professionalità al
quale sono riconosciute anche doti di
equilibrio, saggezza e alta moralità.
Garante dei lettori è Giancarlo Liuti,
apprezzato inviato ed editorialista de “il
Resto del Carlino”, componente del
Consiglio dell’Ordine nella prima legislatura e docente di etica professionale
all’Università di Macerata. Le decisioni
del Garante avranno un loro spazio specifico sul Sito dell’Ordine, perché dovranno essere subito individuate. È un
segnale importante che l’Ordine delle
Marche vuol dare per rafforzare o recuperare il rapporto con i lettori che sono
(o dovrebbero essere) i primi referenti
del giornalista. Questo spazio, però, dovrà essere anche un punto di riferimento per tutti i colleghi e un richiamo costante ai principi dell’etica che devono
guidare il giornalista in ogni momento
della sua esperienza professionale.
14
i nuovi eroi
il risveglio
dal coma
di Salvatore Crisafulli
Nulla di miracoloso nei miglioramenti dell’uomo vissuto
“in coma” e “risvegliatosi” dopo due anni. Solo i risultati
di una terapia. Un obbligo civile e morale fare in modo
che vengano garantite a tutti. Senza la tentazione di
procurare la morte.
P
iù un risultato che un miracolo, più lo sbocco di
una terapia che un prodigio. Anzi, esclusivamente
questo. Perché di miracoloso e di prodigioso nel
“risveglio” di Salvatore Crisafulli non c’è davvero nulla. E non solo perché “risveglio” è termine usato nel linguaggio semplicistico, non solo perché da un coma ci si
risveglia sempre e a determinare il futuro sono invece le
condizioni successive ad esso, che variano molto e che
da uno stato vegetativo (che non comporta capacità di
coscienza) possono mutare in uno stato di minima coscienza in cui – nonostante tutto – esiste una attività cerebrale. Non c’è miracolo anche e soprattutto perché i
miglioramenti del signor Crisafulli sono stati cercati e
voluti. E, fortunatamente, raggiunti. Il clamore mediatico per un malato che “si risveglia dal coma dopo due
anni” è ovvio e quasi inevitabile: non c’è da stupirsi, anche se le cose non stanno proprio così. Crisafulli ha “solo” migliorato, nel corso di lunghi mesi e in forma graduale, la sua capacità di rapporto con l’ambiente esterno. Una vicenda, comunque, la sua, sulla quale non è
possibile non riflettere, tutti. Perché l’insegnamento che
se ne può trarre è comunque molto grande.
Vittima due anni fa di un incidente stradale, entrato in
coma, poi giudicato per mesi dai medici “in stato vege15
tativo”, Crisafulli è stato di fatto abbandonato dalla sanità pubblica alle cure dei familiari, testardi e cocciuti
nel ritenere che il loro congiunto potesse migliorare, se
solo gli fosse stata garantita adeguata assistenza. Il fratello Pietro, nel maggio scorso, arrivò a minacciare di
“staccare la spina” se un aiuto non fosse arrivato, e nello studio televisivo di “Porta a Porta” avvisò l’appena
nominato ministro della Salute Storace che un “nuovo
caso Terri Schiavo” poteva essere vicino. Provocazione
che andò a buon fine: pochi giorni dopo il ricovero in
una struttura specializzata per pazienti in grave difficoltà, quelli in stato vegetativo e quelli con stati di coscienza minimi. A distanza di sei mesi, seguito e accudito dai familiari e dal personale specializzato, le condizioni di Salvatore Crisafulli sono nettamente migliorate.
È sicuramente cosciente (cosa prima non data per scontata), e riesce perfino, attraverso un software ed un computer, collegati alla sua guancia, a comunicare. Non parla, non cammina, ma piange, sorride, e soprattutto sente
e capisce ciò che gli succede intorno. Di più: pare abbia
scritto che sempre in questi mesi ha capito, ha avuto coscienza di ciò che gli succedeva intorno. E con la gioia
data a sua madre tentando fra mille difficoltà di pronunciare – prima fra tutte, come per un bambino – la parola
“mamma”, lascia a lei e a tutti noi l’evidenza che troppo
13 ottobre 2005
i nuovi eroi
spesso viene dimenticata: anche i malati più gravi meritano attenzione e rispetto, meritano il massimo dell’impegno, meritano azioni attive e concrete mirate all’aiuto e alla riabilitazione.
Non si scopre oggi che il sistema sanitario del nostro
paese soffre terribilmente, che ci sono lacune e difficoltà,
che – con isole particolarmente felici - ci sono interi territori in condizioni critiche. Liste di attesa chilometriche,
carenze in termini di macchinari, posti letto, perfino di
personale e di professionalità. Lo sappiamo, e su questo
serve un lavoro serio di lungo periodo. Attenzione però a
non sottovalutare la richiesta di aiuto di persone così gravemente compromesse, attenzione a non pensare che vista la loro gravità esse possano essere poste in secondo
piano. Certo, il loro recupero è incerto, e quando c’è è
sempre parziale e limitato.
Piccoli passi avanti a fronte di mesi e mesi di terapie,
progressi agli occhi di molti insignificanti a fronte di un
impiego costante e anche dispendioso di risorse, umane e
materiali. Eppure non si tratta di concessioni. Si tratta di
fornire invece un’assistenza doverosa, dovuta, immancabile in un paese che voglia prendersi cura dei propri cittadini. La sinergia fra la sanità pubblica e la famiglia (che è
quando c’è di mezzo la vita stessa di un essere umano
non può nemmeno esserci il beneficio del dubbio.
In ultima analisi, o forse anzitutto, la vicenda di Salvatore Crisafulli riapre il discorso sul modo col quale
rapportarsi ai casi di pazienti giudicati in modo irreversibile come privi di coscienza. Gli interrogativi sul
confine fra doverosa assistenza medica e accanimento
terapeutico sono di difficile soluzione, ma proprio la
scarsissima conoscenza scientifica su questi casi dovrebbe invitare al massimo di cautela possibile. Non
esiste oggi alcun test medico, alcun esame scientifico
che possa sancire la totale assenza di coscienza, seppur
minima. Ci sono rilievi statistici (per cui situazioni di
assenza di coscienza prolungate oltre i dodici mesi rendono praticamente impossibile alcun recupero), ma mai
rilievi assoluti. Insomma, c’è sempre il caso di scuola,
c’è sempre l’eccezione.
Che confermerà pure la regola, ma che anche la rivoluziona, visto che si parla di vita o di morte, e non della
probabilità di uscita del numero X sulla ruota Y nel gioco del lotto. E non aiuta, dunque, in questa difficile attività di ricerca, la semplicità con la quale taluni affermano che “certe vite non sono degne di essere vissute”, e
lo sciopero
della fame in difesa
dei poveri
Per 12 giorni, mons. Luiz Flavio Cappio ha voluto attirare
l’attenzione sul progetto di deviazione del secondo fiume
del Brasile Sao Francisco. Ancora una volta le esigenze dei
poveri passano in secondo piano.
L
lute del 59enne vescovo francescano che dopo 12giorni rischiava di
essere compromessa, dall’altra la
credibilità del governo, messa in
discussione dall’adesione alla protesta di mons. Cappio di settori
sempre più ampi dell’opinione pubblica. Ieri, in tutto il paese si sono
tenute manifestazioni di solidarietà
e la stessa Conferenza episcopale
brasiliana ha condiviso il merito
della questione, sebbene il segretario mons. Odilo Scherer, abbia detto che la decisione di farsi morire
“non è moralmente accettabile”.
Il governo ha cercato di correre ai
ripari e lo stesso Lula, che tra l’altro
conosce personalmente il vescovo,
ha deciso di inviare nella diocesi di
Bahia il ministro delle Relazioni
istituzionali, Jacques Wagner, accompagnato dal nunzio apostolico
Lorenzo Baldisseri. ''Il governo - ha
commentato Wagner prima di partire
- sta offrendo al vescovo il prolungamento del dialogo sul tema includendo il San Francisco, nel senso di
a clamorosa protesta di mons.
Luiz Flavio Cappio contro la
deviazione del fiume Sao
Francisco termina dopo 12 giorni. Il
governo invia un ministro insieme
al nunzio apostolico. In serata, il
prelato torna sui suoi passi.
Ha rischiato di assumere tratti delicati la vicenda del vescovo brasiliano di Bahia in sciopero della fame contro il governo Lula. Per 12
giorni, mons. Luiz Flavio Cappio ha
voluto attirare l’attenzione sul progetto di deviazione del secondo fiume del Brasile Sao Francisco. L’obiettivo del governo è quello di portare acqua nelle regioni aride del
Nordest: progetto nobile a prima vista che distruggerebbe però il già
fragile tessuto socio economico di
quanti vivono lungo il fiume, per
venire incontro agli interessi di pochi proprietari terrieri.
Quella che all’inizio sembrava una
semplice presa di posizione, seppur
eclatante, ha creato profondi imbarazzi.
Da una parte, c'era in gioco la sa-
poter superare dubbi e interrogativi''.
Secondo il quotidiano Folha di San
Paolo, in realtà Lula avrebbe già
raggiunto un accordo di principio
con mons. Cappio per una riunione a
Brasilia. In risposta, il vescovo ha
deciso di sospendere la protesta,
convinto anche da una lettera inviata
dal papa e dalle parole del nunzio,
con cui ieri sera ha celebrato messa.
Una notizia positiva per il momento,
sebbene il progetto non sia stato ancora messo in discussione.
Del resto, per il governo Lula, la
deviazione di circa l’1% del corso
del fiume porterebbe beneficio a 12
milioni di persone. Argomentazioni
infondate per l’episcopato, secondo
cui al centro di tutto ci sarebbe l’obiettivo di tutelare gli interessi di
multinazionali e potentati economici.
Al di là delle singole posizioni, è
un fatto che centinaia di isole del
fiume siano abitate da comunità indigene, le stesse presenti lungo le
sponde. Quale sarebbe la loro fine?
Mattia Bianchi
Nobel per la pace all’Agenzia per l’energia atomica
e al suo segretario generale
P
e rimane il luogo principe della cura, e i fatti dimostrano
che i pazienti in questo stato migliorano più velocemente,
se circondati dall’affetto dei propri cari) può fare molto.
Così è successo nel caso di cui ora tutti parlano, così succede a diversi altri, così potrebbe succedere anche a quelli nelle stesse condizioni (oltre un migliaio in Italia) che
risultano trascurati dalla sanità pubblica.
Quanto mai auspicabile, insomma, una maggiore sensibilizzazione, un accrescimento del numero e della
qualità delle strutture specializzate nel “risveglio” (che
è sempre un processo lungo e faticoso, non un istantaneo evento), una comunicazione più precisa fra i vari
medici e fra questi, la famiglia e i mezzi di comunicazione. Veicolare notizie imprecise non è mai positivo;
i nuovi eroi
che “meglio interrompere ogni cura, piuttosto che continuare in questo modo”. Queste frasi, più in generale
questi concetti, non rendono giustizia alla grandezza dei
casi che si hanno di fronte; di più: introducono una differenza di rango, di qualità, di superiorità e inferiorità
che non si può applicare alla vita stessa. Non ci sono vite di serie A e vite di serie B. La dignità personale non
dipende dalla qualità della vita.
Con tutto questo, non si tratta di nascondere le difficoltà
immani che la persona malata e i suoi familiari si trovano
di fronte; si tratta semplicemente di non ingannarsi pensando che sia meglio per tutti abbandonare la lotta. Abbandonarla anche quando ci potrebbero essere – e spesso
ci sono davvero – margini di miglioramento immensi.
13 ottobre 2005
16
er i loro sforzi nel prevenire che l’energia nucleare venga utilizzata per
scopi militari e assicurare che, quando usata per scopi pacifici, lo sia nel
modo più sicuro possibile”: questa la motivazione ufficiale che è valsa
all’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) e al suo direttore generale, l’egiziano Mohamed El Baradei, il premio Nobel per la pace 2005. “In
un’epoca in cui la minaccia delle armi nucleari è tornata a crescere, il Comitato per il Nobel intende sottolineare che questa minaccia deve essere contrastata con la maggior cooperazione internazionale possibile” prosegue la motivazione ufficiale nella sua versione integrale. Questo principio, si legge ancora
nella nota, è stato pienamente espresso dall’Aiea e dal suo direttore che si è
dimostrato “impavido difensore” delle nuove misure studiate per rafforzare
questo concetto. “In un’epoca in cui gli sforzi per il disarmo sembrano bloccati e in cui il pericolo che armi nucleari si diffondano sia in nuovi stati che tra
gruppi terroristici, la potenza nucleare è tornata a giocare un ruolo crescente
nella politica internazionale. Per questo il lavoro dell’Aiea è di incalcolabile
valore” prosegue la motivazione ufficiale. Spiegando infine la propria decisione, il comitato dei Nobel sottolinea come lo stesso fondatore del premio (Alfred Nobel, inventore della dinamite) avesse scritto che tra gli altri criteri il
premio per la pace dovesse essere consegnato a chi ha dimostrato maggior impegno “nell’abolizione o nella riduzione delle armi esistenti”. “Applicando
questo criterio – conclude la nota del comitato – abbiamo cercato negli ultimi
decenni di concentrare la nostra attenzione sulla battaglia per la diminuzione
del peso delle armi nucleari nella politica internazionale, nel tentativo di arrivare alla loro abolizione definitiva. Il fatto che il mondo in materia abbia fatto
così poco rende l’opposizione attiva alla diffusione di armi nucleari la cosa
più importante al mondo”. Il premio all’Aiea coincide col 60esimo anniversa17
13 ottobre 2005
i nuovi eroi
rio dell’utilizzo della bomba atomica in Giappone (Hiroshima e Nagasaki) da parte degli Stati Uniti.
“Non abbiamo voluto dare nessun
calcio negli stinchi a nessun paese”
ha assicurato il presidente del Comitato per il Nobel, Ole Danbolt Mjoes
rispondendo a chi ricordava come El
Baradei avesse ripetutamente sottolineato l’assenza di armi di distruzione
di massa in Iraq, prima dell’invasione americana del 2003.
Proprio sulla presenza di quelle armi (mai trovate) Washington aveva
fondato e giustificato il proprio intervento militare tra il Tigri e l’Efurate.
Il Nobel per la pace - consistente in
una medaglia d’ oro, un diploma e un
assegno, quest’anno, di 10 milioni di
corone svedesi (1,1 milioni di euro) –
sarà consegnato ai vincitori il 10 dicembre prossimo, anniversario della
morte di Alfred Nobel.
Daniele Lorenzi
A Corinaldo si è tenuto il secondo Congresso dei Ds della
zona Misa. Giuseppe Galli il riconfermato segretario.
Ds a congresso
I
l secondo congresso dei Ds -zona
Misa si è svolto sabato 8 ottobre a
Corinaldo. Gli iscritti hanno aperto il dibattito sul documento unitario
presentato da Giuseppe Galli (primo
firmatario e confermato segretario di
zona) condiviso e controfirmato da
tutti gli altri 8 segretari di sezione. Ai
lavori del congresso hanno partecipato l'On. Marisa Abbondanzieri, il
consigliere regionale Fabio Badiali,
l'assessore provinciale Patrizia Casagrande; per la federazione di Ancona
Sabrina Mingarelli e Emanuele Lodolini (segretario regionale della sinistra giovanile). I lavori sono stati
conclusi dall'intervento di Silvana
Amati, componente della segreteria
nazionale del partito.
I DS della zona Misa hanno così
potuto affrontare l'analisi del lavoro
svolto nel biennio 2003-2005 e rimodellare tutti gli organismi diri-
Testimoni della fede.
Quando la Chiesa
è in trincea
U
n missionario ucciso in Brasile, un sacerdote assassinato in
India, un altro arrestato in Cina. Una giornata difficile e dolorosa
per la Chiesa di frontiera, abituata a
subire attacchi e a testimoniare la fede
anche con il sangue. Si tratta di tre
storie di ordinaria violenza che delineano – se ce ne fosse ancora bisogno
– un quadro di estrema gravità.
Le vittime sono Beppe Bessone,
missionario italiano fidei donum originario di Pinerolo e padre Mathew
Nellickal, vicario generale della diocesi di Tezpur in India. Don Bessone,
in Brasile da oltre 30 anni, è stato ucciso da un adolescente che aveva accolto nella casa parrocchiale della
chiesa di Santo Antonio, a Blumenau,
nello Stato di Santa Catarina. Ancora
i nuovi eroi
poco chiare le dinamiche dell’aggressione, ma sembra che alla base di tutto ci sia stato un tentativo di rapina. La
sua salma di don Bessone rientrerà in
Italia nella seconda metà della settimana. Una messa di suffragio per il sacerdote ucciso è già stata celebrata ieri, a
Blumenau. Non è nota al momento l’identità del presunto assassino. Padre
Nellickal, invece, è stato accoltellato da
ignoti nella notte del 2 settembre, lasciando sotto shock l’intera comunità
cristiana. Considerato da tutti “un uomo senza nemici”, il religioso prestava
servizio nello Stato dell’Assam e in
passato aveva diretto la Scuola superiore Don Bosco di Tezpur.
Dalla Cina, arriva invece la notizia
dell’ennesima violazione della libertà
religiosa, con l’arresto di padre Pang
Yongxing, sacerdote della Chiesa non
ufficiale nell’Hebei e il seminarista
che lo accompagnava, Ma Yongjiang.
Secondo alcuni testimoni, riferisce la
Kunh Foundation, 8 camionette della
Pubblica sicurezza hanno bloccato il
13 ottobre 2005
sacerdote alle 3 del pomeriggio del 2
settembre. Padre Pang, 32 anni, è da
sempre impegnato nell’evangelizzazione delle campagne dell’Hebei ed è
stato parroco della parrocchia di
Beihezhuang fino al 2001. Il suo rifiuto di aderire alla Chiesa patriottica riconosciuta dal governo, è stato alla
base di una condanna a 3 anni di lager. L’arresto di venerdì arriva a pochi
giorni dai funerali di mons. Giacomo
Xie Shiguang, vescovo sotterraneo di
Mindong, morto di leucemia dopo una
vita di persecuzioni e 28 anni trascorsi
in carcere. Il prelato fu arrestato la
prima volta dal 1955 al 1956; la seconda dal 1958 al 1980; la terza dall’agosto del 1984 al 1987; la quarta
dal 1990 al 1992. Nell’ottobre del
1999, fa sapere l’agenzia Asianews, è
“invitato ad una chiacchierata” con
rappresentanti del governo e portato
in una località sconosciuta. Rilasciato
dopo 2 mesi il vescovo è tenuto sotto
controllo fino alla morte.
Mattia Bianchi
18
genti, poiché molti diessini che facevano parte del precedente direttivo sono stati eletti nelle amministrative (sindaci, assessori, consiglieri
comunali) e si è pensato di procedere ad un avvicendamento con iscritti
che non hanno incarichi amministrativi per aumentare l'efficienza
della macchina organizzativa in vista delle elezioni politiche.
Il direttivo è stato ridotto a 18
unità rispetto ai 25 precendenti
componenti, questo è stato possibile
grazie ad un meccanismo che si
pensa ad-elastico nel momento in
cui si parlerà di progettare le politiche del territorio: in questo caso i
lavori dei direttivi saranno aperti
agli eletti nelle amministrazioni,
nelle istituzioni come la provincia,
la regione Marche ed il parlamento.
La nuova segreteria è totalmente
rinnovata ed è composta da: Giuseppe Galli - Paola Scattolini - Cristian Mazzoni - Francesco Monni Erino Costantini, mentre il direttivo
è composto anche da: Alberto Cingolani - Alessandro Mancini - Andrea Rotatori - Arduino Tassi - Stefano Fratesi- Mirko Guazzarotti Piergiorgio Montesi - Francesco
Bucci - Leondina Belardinelli - Enzo Valletti - Luigi Coppari - Simone
Campomaggi - Letizia Perticaroli.
L’ufficio elettorale rende note le modalità per presentare domanda
Cercasi scrutatori e presidenti di seggio
S
ono stati aperti in questi giorni
i termini per presentare le domande dirette a ricoprire in futuro la carica di presidente o scrutatore di un seggio elettorale. Coloro
che ne faranno richiesta andranno
ad integrare gli albi attualmente già
esistenti e dai quali verranno svolti i
prossimi sorteggi per ricoprire tali
funzioni. Le domande andranno
presentate presso l'Ufficio Elettorale
del Comune di Senigallia: gli aspiranti presidenti di seggio dovranno
presentarle entro la scadenza del 31
ottobre, mentre i candidati scrutatori
19
avranno un mese di più e potranno
farlo fino al 30 novembre. Possono
presentare domanda di iscrizione all'albo degli scrutatori tutti i cittadini
che: a) sono elettori del Comune; b)
hanno assolto gli obblighi scolastici.
Possono presentare domanda di
iscrizione all'albo dei presidenti tutti
i cittadini che: a) hanno un'età compresa tra i 18 e i 70 anni;
b) hanno un diploma di scuola
media superiore. Sono disponibili
on-line i moduli per la richiesta sul
sito del Comune di Senigallia
(www.comune.senigallia.an.it).
13 ottobre 2005
Confartigianato trasporti
Autotrasporto
a convegno
S
ono 300 gli autotrasportatori del
senigalliese, un settore che registra i forti segnali della crisi.
Confartigianato Trasporti, che rappresenta la stragrande maggioranza delle
imprese di autotrasporto merci, ha
messo a punto la piattaforma delle richieste per fronteggiare la grave crisi
del settore, concordandole con le altre
Associazioni. Piattaforma che è stata
presentata nei giorni scorsi alla Consulta per l’autotrasporto costituita dal
Governo. Lo scorso giovedì, è stata
presentata la proposta di Confartigianato alla Ue dell’introduzione del gasolio professionale. Proposta che è
stata sostenuta dal governo italiano e
da quello francese e fatta propria dal
Ministro dei trasporti UE.
Considerate le difficoltà in cui versano le aziende di autotrasporto, le risposte debbono essere adeguate alle
richieste avanzate e se queste saranno
insoddisfacenti è già stata individuata
la data per fermo generale dei servizi
di trasporto merci a partire dal 20 novembre 2005. Con queste decisioni
condivise dal gruppo dirigente di
Confartigianato Trasporti prende il via
una stagione di mobilitazione che dovrà portare ad ottenere il gasolio professionale introducendo anche nelle
attività economiche il gasolio con minore tassazione, cosi come già avviene
da tempo per il settore pesca ed agricoltura. Su questo argomento è già stato interessato il governo europeo che si
è dichiarato disponibile ad introdurre
una accise più bassa. Gli altri temi al
centro della vertenza riguardano i costi
di esercizio notevolmente incrementati, (come i pedaggi autostradali i premi
inail, l’Irpef, l’Irap ) la legalità nel settore e la totale attuazione del protocollo di intesa del novembre scorso.
Domenica 9 ottobre a Senigallia
presso la sede della Confartigianato si
sono riuniti i dirigenti di Confartigianato Trasporti per valutare l’esito dell’incontro di Bruxelles e decidere le
posizioni che dovranno essere tenute
nella trattativa. Il problema del caro
gasolio deve essere affrontato immediatamente. Gli autotrasportatori non
possono più aspettare.
Confartigianato infine presenterà le
opportunità di sconti già esistenti nell’acquisto del gasolio e nei vari servizi come i pedaggi autostradali e le assicurazioni che vengono erogati dalla
transport service.
A denti stretti
“Scomodare e strapagare un premio Nobel quando
non si riescono a garantire i minimi servizi per rendere dignitosa e presentabile la città, ci sembra assurdo
e solo un’inutile spesa ed un'inutile spot politico”.
La Casa della Libertà boccia l'ipotesi di una collaborazione artistica tra Senigallia e Dario Fo e ricorda come in passato consulenze esterne non sono servite ad
una riqualificazione del turismo.
“Insistono problematiche che vanno sempre più ag-
FORTI PIOGGE
Le forti piogge degli ultimi giorni hanno provocato lo straripamento dei fossi di Sant'Angelo e
Cesano, con conseguenti allagamenti e interruzioni di strade.
L'ondata di maltempo ha letteralmente messo in ginocchio il senigalliese. Una pioggia torrenziale
ha allagato gran parte delle strade
cittadine, ma a far temere il peggio
sono stati gli straripamenti di due
dei principali fossi cittadini.
La fuoriuscita delle acque del fosso di Sant'Angelo ha inondato tutta via Rovereto, con i residenti costretti a rigettare l'acqua con tanto
di secchi e catini, fino ad arrivare
ad allagare addirittura la residenza
per anziani Villa del Mare.
dalla città di Senigallia
e dintorni
Ecco alcune domande rivolte al Sindaco di Senigallia Luana Angeloni, nel corso della trasmissione “Linea Diretta”.
Succede a Senigallia
A straripare, a nord della città, è
stato anche il fosso del Cesano che
inondato tutte le campagne circostanti divenute improvvisamente
immense risaie. Sul lungomare onde alte più di due metri hanno inghiottito gran parte della spiaggia,
a Cesano e a Marzocco, mentre
moltissimi sono stati gli alberi
spezzati ma è nelle campagne dove lo stato di allerta resta più alto.
Lungo le principali strade di entrata e uscita dalla città si sono registrati allagamenti, smottamenti e
cedimenti del terreno.
Lungo la provinciale Sant'Angelo,
nel tratto tra il Grottino e la frazione senigalliese, lungo la corinaldese, tra Vallone e Bettolelle, e anche lungo la Corinaldese.
SENIGALLIA AL BUIO
Un blackout elettrico ha lasciato
al buio Senigallia per la serata di
sabato.Il guasto, originato da un
danno ad una condotta sotterranea,
è stato riparato con grande difficoltà dai tecnici dell'Enel e la
maggior parte della città, centro
storico e lungomare compresi, è rimasta senza energia elettrica per
oltre 6 ore, dalle 20.30 alle 3 di
notte circa. Danni gravi soprattutto
per bar, pub e ristoranti, alcuni dei
quali, in particolare nel centro storico, sono stati costretti addirittura
a chiudere i battenti proprio nella
serata del sabato, quella nella quale si registra il maggior afflusso di
clienti. Anche il cinema Gabbiano
ha sospeso gli spettacoli.
Dill’ al monc’ in piazza
Alla nostra rubrica è arrivata
la seguente risposta dell’Assessore al
Comune di Senigallia
Maurizio Mangialardi:
“Gentile don Giuseppe, i disagi inevitabili quando si tratta di lavori così
importanti e vasti, saranno sicuramente e ampiamente ripagati dalla
qualità, bellezza e funzionalità dell’intervento eseguito.
Il rifacimento dei marciapiedi e
della strada di corso Matteotti, con la
nuova illuminazione, la messa a dimora di nuove essenze, la realizzazione di piste ciclabili, etc. è oggi
uno degli interventi più qualificanti e
ha radicalmente cambiato volto a
corso Matteotti dando una nuova
bellezza alle case che vi si affacciano
e creando un asse non solo viario,
Cantieri
ma anche visivo e immaginario con
il successivo corso 2 Giugno. Ci si
sarebbe potuti limitare ad un ordinario rifacimento dei marciapiedi, ma
la scelta è stata indirizzata su una
proposta di vera riqualificazione urbana che per la qualità progettuale e
i materiali impiegati rappresenta un
intervento di livello pari a quelli della pavimentazione di importanti luoghi del centro storico.
E non poteva essere diversamente
se si pensa che l’obiettivo era, e sarà
raggiunto, quello di creare un percorso unitario che dalla chiesa del
Portone arriva sino a Porta Lambertina, attraversando tutta la città in
quelle che vorremmo possano essere
le vie del passeggio e dell’incontro,
degli acquisti, e in definitiva dello
stare insieme.
La realizzazione di questo progetto
13 ottobre 2005
a cura di
Giuseppe Nicoli
il sindaco risponde
2 - 9 ottobre 2005
Dalla trasmissione di Radio Duomo inBlu, la linea
diretta con il sindaco di Senigallia, Luana Angeloni
gravandosi come la mancanza di parcheggi, la viabilità caotica, l'arredo urbano e i giardini pubblici trascurati - affermano in una nota Gabriele Girolimetti
(An), Gabriele Cameruccio (Udc) e Alessandro Cicconi Massi (Fi) - serve un progetto in grado di riaffermare l'immagine della nostra città e renderla un centro balneare di richiamo come lo era molti anni fa, un
progetto che dovrebbe valorizzare complessivamente
le potenzialità delle varie zone del territorio, dal centro storico al lungomare, alle frazioni e che dovrebbe
puntare maggiormente sui giovani”.
ha necessariamente bisogno dei suoi
tempi, compresi quelli della materiale
realizzazione dei lavori. Così è stato
anche per quelli di corso Matteotti,
lavori che si concluderanno fra pochi
giorni e prima della scadenza prevista
e fissata, come indicato nel cartello di
cantiere, per il prossimo 31 ottobre.
In questi giorni, che precedono la
riapertura definitiva della circolazione, stiamo valutando alcuni aspetti e
in particolare quello della sosta.
Posso dunque assicurarLe che la
questione sollevata troverà adeguata e
pronta soluzione.
La saluto infine con la certezza che
anche Lei sarà con noi, tra pochi giorni, quando festeggeremo insieme la
fine dei lavori e restituiremo a Senigallia e ai senigalliesi una parte importante della città completamente
rinnovata e bella”.
20
21
Paolo: “Sento molte critiche sui tanti cantieri sparsi in giro per
la città. Nessuno però puntualizza che negli ultimi tempi Senigallia ha cambiato volto in maniera decisamente positiva. Certo, se aumentano i flussi di traffico la colpa non può certo essere data a chi amministra...
Mi fa piacere chi nei cantieri vede il lato positivo e cioè quello che
si sta realizzando attraverso cantieri che chiaramente creano dei disagi ai cittadini e a chi frequenta la nostra città. Potremmo dire anche
qui, per usare uno slogan, Senigallia si stà facendo bella e credo che
se ne stiano accorgendo in tanti. Si stà facendo bella rifacendosi il
look, creando migliori condizioni delle strade, dei marciapiedi, delle
piazze, degli edifici pubblici e realizzando infrastrutture molto importanti per lo sviluppo della città, come il porto. Voglio dare un dato
d’insieme. Abbiamo in corso tra piccoli, medi e grandi, ventinove
cantieri. Stiamo investendo risorse per oltre ventimilioni di euro. Sono risorse massicce, sono tante iniziative in ogni parte del territorio
comunale. Non c’è solo la città storica, non c’è solo il mare, ci sono
le frazioni, ci sono le campagne. Diamo un occhio attento a tutto il
territorio perché per noi i cittadini sono uguali. Chiaramente non riusciamo ad arrivare dappertutto. C’è un piano, una programmazione
che fa i conti con le risorse disponibili ma, in questa fase, tra i cantieri appena conclusi, quelli in corso, quelli che si sono aperti proprio
da pochi giorni, sono in circolo oltre ventimilioni di euro. Significa
lavoro per tante imprese, per tanta gente, significa una città che si
trasforma, che si abbellisce, ma soprattutto che diventa più funzionale e quindi più a misura di chi la vive, più sicura. Pensiamo, soprattutto, alla condizione delle strade.
Le risorse, quindi, ci sono. Ma non vi lamentate che i fondi disponibili sono sempre di meno per i comuni?
Ci sono delle risorse che derivano, in parte, dalla capacità che
abbiamo avuto attraverso una progettualità realizzata in questi anni, perché non sono cose che si decidono e accadono. Si pensano,
si elaborano, si progettano, si cercano le risorse. Quindi, noi abbiamo intercettato risorse dagli altri livelli. Penso agli uffici giudiziari
che stiamo realizzando, in parte con il contributo del Ministero della Giustizia (finanziamento ormai di qualche anno), i lavori sono in
corso e prossimamente dovrebbero terminare; penso anche al porto: sono oltre cinquemilioni di euro più i fondi per l’attrezzatura
dello spazio destinato alla pesca che abbiamo intercettato dalla Regione o dai fondi europei. Sono poi fondi derivanti da mutui attivati dall’Amministrazione comunale oppure risorse derivanti da oneri
di urbanizzazione versati. Chiaramente risorse che sono state reperite per migliorare la qualità della vita della città e io credo che, oltre al disagio (perché quando c’è un cantiere su una strada c’è pure
un traffico che impazzisce, un traffico sostenuto, soprattutto in alcune ore di punta e, soprattutto, in alcuni luoghi della città) si debba però pensare anche il risultato finale: Via Capanna, Via Marche,
Via Ancona, Corso Matteotti, Via Carducci, per parlare così delle
vie cittadine, ma potrei dire anche di altre strade della periferia o
del territorio, confermano tutto questo. Credo pure che siano opere
che una volta finite miglioreranno sicuramente la vivibilità di quei
quartieri e complessivamente della città.
Alessandro:Si possono avere tempi certi sulla fine dei lavori che
13 ottobre 2005
interessano lo stadio comunale?
Quanto costa mettere l’erba sintetica? Non si poteva provvedere
eventualmente in estate prima del
campionato? Ora la Vigor gioca
tutte le settimane in trasferta ed i
risultati purtroppo si vedono.
Si può vincere anche in trasferta.
È questo che auguro alla nostra
squadra che sicuramente sta subendo il disagio di giocare in trasferta, perché avere il calore dei
tifosi sul campo di gioco è un’altra
cosa. Però, se vogliono seguire la
squadra, Falconara o Mondolfo
non sono poi così distanti da Senigallia. I tempidella pubblica Amministrazione sono diversi dai
tempi di un qualsiasi privato che
decide di realizzare qualche cosa.
Io sarò diventata noiosa, perché lo
ripeto continuamente, ma i tempi
che al cittadino sembreranno un
po’ più lunghi di quello che sarebbe necessario, sono quelli che una
pubblica Amministrazione deve rispettare, con tutte le procedure e i
vari passaggi. Comunque noi abbiamo approvato il progetto, per
realizzare il campo di erba sintetica nello stadio centrale, il 23 giugno, dopodiché abbiamo spinto per
avere il mutuo per realizzare questa
opera e i tempi non sono solo i nostri, sono anche quelli dell’Istituto
erogante; poi ci sono i tempi della
gara perché per fare un’opera pubblica è necessario fare una gara.
Chiaramente sono passati alcuni
mesi. Abbiamo consegnato i lavori
il 6 settembre, c’è un tempo contrattuale previsto di novanta giorni
consecutivi. Quindi entro il 4 dicembre dovrà essere consegnato il
campo finito, se le condizioni meteorologiche lo permetteranno, perché se dovesse iniziare a piovere
continuamente (i lavori sono all’aperto) i tempi si allungano. Un progetto impegnativo perché l’importo
è di 110mila euro.
dalla città di Senigallia
Spacca e la sua squadra si riuniscono a Senigallia
Giunta regionale
in città
Sarà una seduta di Giunta davvero
speciale per l’Amministrazione Comunale di Senigallia quella che si
svolgerà il prossimo 17 ottobre. Infatti nella Residenza Municipale, attorno al tavolo della Sala solitamente utilizzata per le riunioni di governo, si siederà la Giunta Regionale al
gran completo, con a capo il suo
Presidente, Gian Mario Spacca.
Si tratta di un appuntamento importante per la città: un’intera giornata
nel corso della quale potranno essere affrontate tutte le questioni cruciali riguardanti la vita della comunità locale.
Significativa è anche la formula
scelta per svolgere questo forum politico amministrativo Regione-Comune del 17 ottobre: dopo una prima parte della mattinata dedicata al-
la sessione amministrativa vera e
propria, con una seduta congiunta
dei due esecutivi, gli Assessori regionali, accompagnati dai loro colleghi senigalliesi, effettueranno sopralluoghi in alcune zone della città,
incontrando anche rappresentanti
del tessuto socio-economico locale.
“Siamo molto felici per questa opportunità che ci viene offerta – sottolinea il Sindaco di Senigallia,
Luana Angeloni – e per la quale ringraziamo il Presidente Spacca e i
suoi Assessori. Senigallia è la prima
città non capoluogo di Provincia alla quale la Giunta Regionale fa visita, e questo testimonia la sua centralità nella strategia delle istituzioni
regionali. Per noi sarà un’occasione
preziosa per chiedere alla Giunta
Regionale attenzione e aiuto allo
scopo di risolvere alcuni nodi centrali: dal sostegno per la realizzazione (contestualmente alla terza corsia
della A14) delle bretelle di accesso
all’autostrada e di collegamento alla
viabilità urbana, al finanziamento
per completare la costruzione dell’avamporto e per l’inserimento di
Senigallia nel distretto della nautica; dal mantenimento e potenziamento dei livelli di qualità del nostro ospedale di rete, sino agli
aspetti gestionali della Rotonda a
Mare e alla valorizzazione della
città di Senigallia come centro di riferimento per l’arte contemporanea.
Farmaci
scontati
dalla città di Senigallia
roseguono le operazioni degli sconti del 20% presso le due farmacie comunali senigalliesi, che fin dal giugno scorso hanno dato attuazione alle disposizioni del decreto governativo varato per contenere la spesa farmaceutica delle
famiglie. Su un ampio cartello di prodotti da banco continua dunque ad essere applicata presso le strutture comunali di Largo Puccini e di Piazzale Michelangelo
(Cesanella) una consistente riduzione (il 20% appunto) rispetto al prezzo base praticato al pubblico.
L’iniziativa continua a riscuotere notevoli apprezzamenti da parte della cittadinanza, che riconosce come questa strategia sia destinata a tradursi in un concreto
risparmio per le tasche degli utenti. I prodotti offerti a prezzo scontato sono infatti numerosi e saranno variati ciclicamente.
Proprio in questi giorni è stato varato il nuovo elenco di farmaci (antidolorifici,
antinfiammatori, aspirina, tachipirina, fermenti lattici, colluttori, colliri, dolcificanti ecc.) che le farmacie comunali proporranno al pubblico con la riduzione del
20% nel quarto trimestre dell’anno, e dunque dal 1° ottobre fino al 31 dicembre
2005. Ecco la lista, in rigoroso ordine alfabetico: Aleve (confezione da 20 compresse); Aspirina C (conf. 20 c.); Benagol vit. C (pastiglie); Benagol Miele/Limone (pastiglie); Cibalgina duefast (12 c.); Citrosodina granulare; Dicloreum actigel;
Dicloreum tissugel (10 c.); Emazonil complex (crema); Enterogermina (20 fiale);
Fastum gel; Gola Action (spray); Iridina Due (collirio); Lactofer (fiale e confezione da 24 compr.); Lasonil C.M. (gel); Lenigola propolspray forte; Lintos (sciroppo); Lisomucil AD (sciroppo); Lisomucil BB (sciroppo); Listerine (colluttorio);
Maalox plus (compresse); Neo Borocillina (20 comp.); Neo Formitrol (senza zucchero); Neo Formitrol (20 comp.); Proctosedyl (crema); Proctosoll (crema); Resyl
(sciroppo); Resyl D.M. (sciroppo); Rinazina (spray nasale); Ruscoven (pomata);
Sanipirina (30 comp.); Saridon (10 comp.); Supradyn (20 comp. eff.); Tachifludec
(buste); Tantum Verde (colluttorio); Verecolene C.M. (compresse); Vicks Sinex
(spray nasale); Vivin C (20 comp. eff.); Voltaren Emulgel.
13 ottobre 2005
22
Cna di Serra de’ Conti
Nasce FederBio:
Imprese
le Marche in campo in calo
S
I
P
Varato il nuovo elenco
delle medicine a prezzo ridotto
Aziende marchigiane coinvolte nelle nuove frontiere agricole
l 29 settembre a Bologna in occasione dell'assemblea straordinaria
dei soci di Fiao a cui hanno partecipato anche i rappresentanti di Aiab,
Amab, Anabio, Terra Santa Italia, Associazione Italiana Agricoltura Biodinamica, Icea e Qc&i è nata FederBìo,
la Federazione Italiana dell' Agricoltura Biologica e Biodinamica.
All'organismo, che prosegue quindi
l'attività sin qui svolta da FIAO, aderiscono ora organizzazioni di consumatori, organismi di controllo (che
ispezionano il 95% per cento delle
40.965 aziende biologiche italiane),
associazioni di produttori agricoli e
della filiera alimentare, enti di ricerca, organizzazioni ecologiste a rappresentare tutti gli interessi coinvolti
nel settore dell'agricoltura biologica e
biodinamica italiana.
L'assemblea che si è svolta ieri ha
confermato gli attuali organi sociali
della Federazione fino alla prossima
assemblea di bilancio, che si terrà a
marzo 2006, e avviato il complesso
lavoro organizzativo che porterà entro
l'anno a costituire le "sezioni soci" tematiche (produttori, consumatori, organismi di controllo, operatori della
filiera e servizi, tecnici e ricercatori)
nelle quali si svilupperà il grosso delle attività di FederBio. L'Italia è leader in Europa per numero di aziende e
per superfici coltivate senza ricorrere
a sostanze chimiche di sintesi
(954.361 ettari, equivalenti, all'incirca, a tutto il territorio delle Marche).
Oltre alle produzioni vegetali (ortofrutta, cereali, olivo, vigneto), il biologico nazionale alleva senza mangimi Ogm, senza antibiotici e stimolatori della crescita- oltre 200.000 bovini, 500.000 pecore, 2.150.000 polli
23
e galline, 70.000 alveari, 55.000 capre.
L'attività delle aziende viene svolta nel
quadro di un regime di controllo istituito da regolamenti europei, con le
ispezioni e le analisi di organismi specializzati autorizzati dal Ministero delle politiche agricole e forestali.
FederBìo non svolgerà alcuna attività commerciale né si occuperà direttamente di controlli, ma si propone
come rappresentanza dell'intero movimento biologico e biodinamico italiano, di cui coordinerà le iniziative
per migliorare la qualità e la diffusione dei prodotti e per rappresentare sia
in sede nazionale che regionale le
istanze del settore.
La Federazione proporrà inoltre al
legislatore norme utili per la tutela e
lo sviluppo del settore, promuoverà
la conoscenza dell’agricoltura biologica, la formazione, la ricerca, la sperimentazione e la definizione di standard comuni.
La rappresentanza nei confronti del
legislatore ha infatti un ruolo strategico: quello biologico è tra i pochi settori agricoli in crescita a livello internazionale, e la maggior parte dei Paesi europei ha avviato dei Piani nazionali per incentivarlo.
In Italia sta per prendere avvio il
Piano d'Azione nazionale per l’agricoltura biologica e i suoi prodotti con
una dotazione di 5 milioni di euro
mentre dal 2003 si è in attesa di una
nuova normativa quadro, in quanto
quella attuale è ferma al 1995 e non
si è adeguata all'enorme sviluppo del
settore in questo decennio. Il rischio
è che la concorrenza estera, sostenuta
da un quadro legislativo favorevole e
da risorse pubbliche consistenti, eroda quote al biologico tricolore.
13 ottobre 2005
ono poco meno di 500 le
imprese attive nel comune
di Serra de’ Conti, di queste
circa 150 sono artigiane. Ma, in
base agli ultimi dati forniti dalla
Cna, sono in calo: da gennaio a
settembre si sono iscritte all’Albo
8 nuove imprese artigiane, ma
ben 17 sono cessate. Ciò accade
in una realtà che peraltro già presenta un preoccupante fenomeno
di caduta demografica ed una crescente difficoltà a mantenere un
sistema fino ad oggi efficiente di
servizi pubblici”.
Questo è quanto sostenuto dalla
Cna, che nei giorni scorsi ha celebrato il congresso della sede di
Serra de’ Conti.
“I settori tradizionalmente
esportatori, quelli del Made in
Italy, stanno soffrendo la forte
competizione dei mercati emergenti", ha dichiarato il riconfermato presidente della Cna di
Serra, Bruno Paoloni. Come ha
spiegato Paoloni, dopo una fase
di crescita delle imprese legate
all’industria calzaturiera e del
tessile abbigliamento, le imprese
del territorio di Serra de' Conti,
quasi tutte terziste e dipendenti
da committenti legati alle grandi
firme, registrano oggi più grandi
difficoltà. Si è avviato un processo di ridimensionamento di alcune realtà, mentre altre sono state
costrette a cedere definitivamente, scegliendo la strada della cessazione dell’attività. Il rischio è
quello di un vero e proprio
smantellamento.
La Cna, dunque, chiede alle istituzioni interventi rapidi per superare la crisi, definendo un progetto
di ripresa che passi attraverso un
riposizionamento strategico dell’industria esportatrice, attraverso
investimenti nella ricerca, nell’innovazione e nella qualità.
dai Comuni della diocesi
Il contributo della fondazione “Cassa di Risparmio di Jesi”
per un’iniziativa di solidarietà a Monte San Vito
“Dottore, è finito il diesel”, un libro presentato ad Arcevia grazie all’Avis e all’Avsi.
Paese aperto al mondo
T
ra mala sanità, truffe finanziarie, terrorismo,
drammi sociali, terremoto politico in previsione
delle prossime votazioni, parlare di solidarietà è
necessario e doveroso per donarci un po’di speranza.
Sebbene siamo alle soglie dell’autunno il sapore delle
buone esperienze estive sono ancora sulle nostre labbra
come ossigeno, per affrontare e continuare a progettare
solidarietà per il tempo a venire. Mi riferisco ai progetti
volti ad offrire semplicemente un salutare e breve soggiorno estivo e/o invernale ai bambini bielorussi toccati
dalle conseguenze della contaminazione post-Chernobyl. Progetti di accoglienza che, da più di un decennio, sono oramai una realtà diffusa nella nostra regione.
Una realtà che si è materializzata a Monte San Vito attraverso l’associazione Onlus “Solidarietà per l’infanzia” di San Benedetto del Tronto, l’Amministrazione
Comunale, l’ospitalità delle famiglie e la Caritas parrocchiale con un nutrito gruppo di volontari.
Un volontariato tanto vario come diverse le motivazioni che ognuno ha trovato in se stesso per donare, non
senza fatica, un po’ del proprio tempo: spirito evangelico, sentimento di umanità, giusta iniziativa per le innocenti vittime di Chernobyl, piacere di condividere un
progetto insieme agli altri, oppure tutte insieme queste
motivazioni.
La solidarietà però non deve essere la manifestazione
di un momento di esplosione della propria emotività. La
solidarietà è un aspetto dell’amore, non un fuoco di paglia ma un fuoco che brucia sempre perché l’amore è
perseveranza.
Il Natale che si avvicina serve anche a fare da promemoria, ci si ritrova, infatti, per organizzare piccoli pacchi dono
o semplicemente bigliettini augurali e di saluto.
È bello far sentire a questi ragazzini che li portiamo
nel cuore, anche se dovrà trascorre un anno prima che ci
si possa incontrare ancora, come è buono che delle persone che a mala pena si conoscono, riscoprano il bello
di sentirsi comunità nell’ operare per il bene comune.
Inoltre insieme agli obiettivi di migliorare la loro salute e di arricchirli di esperienze nuove, inevitabilmente
si favorisce anche quel necessario processo, nella società odierna sempre più multietnica, di scambi interculturali auspicati anche dallo stesso Presidente della Repubblica, Azelio Ciampi, che nel discorso di apertura
del nuovo anno scolastico ha invitato le nuove generazione ha prendersi per mano. Espressione questa che
certamente suggerisce una modalità di scambi che va
oltre il semplice baratto, ma implica rispetto, sensibilità
e accoglienza.
Per realizzare ogni progetto però, anche l’aspetto economico seppur secondario ha la sua rilevanza. Cogliamo
pertanto l’occasione per ringraziare tutti coloro che hanno
collaborato sia con i servizi, vedi l’Amministrazione Comunale, le Associazione del paese, i privati cittadini nonché la Fondazione Cassa di Risparmio Di Jesi.
È proprio vero, come il mare è formato da tante piccole gocce sicuramente tutte diverse, quelle che stanno
sulla riva e quelle che troviamo al largo non sono uguali
nella composizione ma tutte formano lo stesso mare.
Così il mare della solidarietà è fatto di tante piccole
gocce dove beneficiari e benefattori si confondono perché in realtà non esistono, nel suo piccolo ognuno è l’uno e l’altro. Questo è il bello della solidarietà!
Roberta Mazzanti
Ostra Vetere in una cartina turistica
In viaggio
S
ta per arrivare “In Viaggio…”, una cartina informativa di Ostra Vetere realizzata da Area-group Editore,
casa editrice leader nel settore
dell’editoria specializzata,
commissionata e patrocinata
dal Comune di Ostra Vetere.
L’iniziativa rientra pienamente nell’attività di promozione
e di valorizzazione del territorio intrapresa dalla nuova
Amministrazione comunale.
Si tratta di una pubblicazione, interamente a colori, destinata prevalentemente ai cit-
dai Comuni della diocesi
tadini, ai turisti ed agli ospiti
di passaggio contenente informazioni legate alla cultura, alla storia ed al territorio, alle
manifestazioni che visi svolgono, e dotata di uno stradario completo ed aggiornato
per tutte le esigenze. La realizzazione di questo importante strumento informativo è
stata possibile anche grazie
alla collaborazione di aziende
ed imprese di Ostra Vetere.
La cartina sarà distribuita ai
cittadini ed ai turisti attraverso l’ufficio turismo del Co-
mune e l’ufficio I.a.t. (Informazioni ed accoglienza
turistica) di Ostra Vetere, l’ufficio dell’Aptr (Azienda
di promozione turistica regionale) ed all’aeroporto
“R. Sanzio” di Falconara.
La cartina sarà inoltre inserita nel sito internet della
casa editrice (www.areagroupeditore.it) per poter essere diffusa e consultata in tutta la rete e contiene anche la traduzione in inglese di tutte le informazioni riportate nella pubblicazione.
13 ottobre 2005
Pagine di solidarietà
V
enerdì 23 settembre 2005, alle
21,30 ad Arcevia, presso il teatro comunale è stato presentato
al pubblico il libro “Dottore, è finito il
diesel” di Alberto Reggiori, medico
chirurgo, che ha vissuto e lavorato in
Uganda per 10 anni.
Il gesto, nato per la collaborazione
tra l’Avis Sezione di Arcevia e l’Avsi
point di Senigallia, è stato proposto
nell’ambito della 52ª festa dell’uva di
Arcevia, Più di 150 persone hanno
partecipato, intervenendo alla presentazione del libro, ascoltando con attenzione il racconto dell’esperienza del
Dott. Reggiori.
L’incontro, introdotto dal Presidente
della Sezione Avis di Arcevia, Sig.
Celso Petroni, che ha spiegato le ragioni di un gesto come la presentazione di un libro nell’ambito della festa
dell’uva; ragioni che evidenziano due
modalità operative diverse, quella di
Avis nella donazione di sangue e quella di Avsi nella cooperazione internazionale, di esprimere il proprio desiderio di bene e di fare qualcosa di concreto per coloro che, in Italia come in
qualsiasi altro luogo del mondo, hanno
bisogno di aiuto; a seguire il saluto del
Sindaco di Arcevia, Sig. Silvio Purgatori ed il contributo dell’On. Marisa
Abbondanzieri che, tra l’altro è componente dell’intergruppo parlamentare
per la sussidiarietà, ed infatti ha accennato alla recente approvazione della legge, cosiddetta, “più dai, meno
versi” che riconosce la deducibilità fiscale delle donazioni a favore di soggetti non profit, (D.L. n° 35 del
14.03.05). L’esperienza di Alberto
Reggiori, protagonista della serata,
scaturisce tutta, come ha raccontato lui
stesso, dalla gratitudine per un incontro ed inizia dicendo le ragioni della
decisione di spendere la vita per un
ideale, dentro l’appartenenza al movimento di Comunione e Liberazione. È
stato proprio questo infatti a spingerlo
a trasferirsi in Uganda con la sua famiglia, per mettere così a disposizione di
poveri e ammalati la sua professione di
medico, senza aver paura di mettere in
gioco la vita di fronte a ciò che la
realtà ogni momento gli proponeva.
Fondamentale per la decisione alla
partenza, l’invito fatto da Giovanni
Paolo II°, durante l’udienza che concesse nel 1984 agli aderenti al movimento, e durante il quale invitò tutti
“ad andare in tutto il mondo per portare la bellezza, la gioia, che si incontrano in Cristo Redentore”.
La storia di Reggiori insegna che è
possibile dare un aiuto reale e concreto, partendo dal dettaglio o dal problema di chi ci sta di fronte, anche dalla
sua più piccola domanda, perché è soltanto l’uomo il protagonista dello sviluppo, non i soldi o la tecnica.
Tra gli episodi raccontati, quello relativo alla decisione, condivisa con
gli amici africani di creare una scuola
elementare, partendo dal problema
concreto per i propri figli, oppure
quello che ha portato alla nascita del
Meeting Point, sorto dall’esigenza di
ridare dignità ai malati di Aids, è
emerso infatti con chiarezza l’unico
metodo seguito: partire da un bisogno
concreto, sapendo che l’istante presente è l’unico fatto importante.
Un capitolo particolare merita il lavoro compiuto attraverso il sostegno a
distanza, che nel 1994, anche Avsi, come altre organizzazioni di cooperazione, lanciò come iniziativa, e che consiste nell’abbinare ad una famiglia italiana un bambino in difficoltà. Una modalità, che insieme agli aiuti materiali,
permette la presenza di adulti che accompagnano il bambino nel suo percorso educativo. In Uganda oltre 1000
bambini possono contare su questo aiuto e circa 27000 complessivamente nel
mondo sono aiutati attraverso il sostegno a distanza di Avsi. La serata si è
conclusa brillantemente con un buffet a
base di vini e dolci, offerti dall’Avis.
Nella mattinata successiva il dottor
Reggiori ha incontrato prima i ragazzi
delle classi della scuola media di Arcevia, che sostengono a distanza un bambino in difficoltà, proprio in Uganda, e
poi i ragazzi dell’Ipsia, sezione di Arcevia, dove ha potuto, non presentare
il libro, ma con sottolineature diverse,
raccontare la bellezza e il positivo dell’esperienza fatta.
Il nuovo Osservatorio regionale
per le politiche integrate di sicurezza
L
a sicurezza dei cittadini è un bene che può essere salvaguardato non limitandosi ai problemi di stretto ordine pubblico, ma agendo anche a livello territoriale dove gli attori sono gli enti locali e le regioni”. Così il Presidente della Regione, Gian Mario Spacca ha aperto la riunione di insediamento del nuovo Osservatorio regionale per le politiche integrate di sicurezza, l’organismo previsto dalla legge regionale n. 11 del 2002 che è stato ora rinnovato nelle cariche in seno al Comitato di indirizzo. Presieduto dal presidente della Regione, Gian Mario Spacca, fanno parte del Comitato di
indirizzo cinque consiglieri regionali (Fabio Badiali, Massimo Binci, Sara Giannini, Vittorio Santoni e Giancarlo D’Anna); i quattro presidenti di Provincia e i sindaci di Pesaro, Fossombrone, Ancona, Cupramontana, Macerata, Cingoli,
Ascoli Piceno, Spinetoli; un rappresentante delle Università marchigiane, David Nelken, l’ordine degli avvocati (Maurizio Barbieri), il dirigente dell’Ufficio scolastico regionale, Michele De Gregorio, l’ordine degli assistenti sociali (Antonia Quarticelli) e del volontariato sociale, Rosario Pascucci. L’Osservatorio regionale è composto anche da un Comitato
scientifico di cui fanno attualmente parte, l’avv. Riccardo Pagani e il prof. Giovanni Boccia Altieri.
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13 ottobre 2005
dai Comuni della diocesi
A Civitanova Marche in mostra gli scatti di Giorgio Pegoli
Aggiornamenti dalla Vigor Senigallia
Una mostra di grande interesse
Fotografia
Leonardo
che parla di mondo nelle Marche
I
n occasione della manifestazione “Cartacanta 2005”,
che si è svolta a Civitanova
Marche dal 6 al 9 ottobre, è stata inaugurata la mostra fotografica di Giorgio Pegoli, alla presenza del Presidente della Regione Marche Gianmario Spacca, del Presidente della Mediateca delle Marche Stefano
Schiavoni e del Direttore del
Musinf di Senigallia Carlo
Emanuele Bugatti.
L’esposizione è curata dal
Musinf – Museo comunale
d’arte moderna, dell’informazione e della fotografia di Seni-
gallia – e coordinata dalla Mediateca delle Marche, all’interno delle diverse iniziative presentate per “Cartacanta”.
Giorgio Pegoli, nato a Senigallia nel 1938 dove tuttora risiede, è un giornalista-pubblicista - iscritto anche all’International Federation of Journalist -,
ma è soprattutto un fotoreporter
di guerra free lance, che nella
sua lunga carriera ha realizzato
oltre 30.000 immagini. Ha iniziato riprendendo il conflitto del
Vietnam nel 1978, e dall’ 86 ad
oggi non si è perso un avvenimento: dall’America Latina al
Libano, dal Golfo alla ex Jugoslavia, la Palestina e l’Afghanistan, fino all’ultimo reportage
realizzato in Iraq nel 2004. Per
il suo lavoro di giornalista free
lance è stato premiato nel 1994
durante il Mystfest di Cattolica.
Durante questi anni di testimonianze dai più grandi conflitti internazionali ha incontrato e
collaborato più volte con il giornalista di Rai 1 Pino Scaccia,
con il quale ha pubblicato nel
2002 il volume Kabul, città che
non c’è, volume presentato dagli autori presso lo spazio convegni di “Cartacanta”.
A
ncona, nella sua Mole Vanvitelliana,
ospiterà dal 15 ottobre fino all’8 gennaio,
la mostra dal titolo: “Leonardo - Genio e
visione in terra marchigiana”
Carlo Pedretti, titolare della cattedra in studi
leonardiani presso la Ucla di Los Angeles e curatore della mostra con Giovanni Morello, presenta in anteprima mondiale quattro opere di
Leonardo e allievi provenienti da collezioni private internazionali: Maria Maddalena, eseguita
da Leonardo e dall’allievo Giovan Pietro Rizzoli
detto il Giampietrino (?), un’altra Maria Maddalena del Giampietrino, un San Giovanni Battista,
versione di scuola del San Giovanni conservato
al Louvre e i Tre Santi Bambini di Bernardino
De’ Conti, rappresentazione inusuale e di indirizzo gnostico di Gesù e il suo doppio.
Contribuisce ad accrescere lo straordinario valore del progetto espositivo, la presenza di altre
due opere mai esposte in Italia: la Santa Caterina
d’Alessandria del Giampietrino, dall’iconografia
insolita, poiché la Santa appare nell’atteggiamento dolce e seducente di una cortigiana a seno
nudo e la Madonna dei fusi di Cesare da Sesto
(attr.), in cui il viso enfaticamente allungato risulta come nel noto disegno preparatorio di Leonardo a Windsor.
La mostra anconetana fornirà inoltre l’opportunità di ammirare una delle tre versioni della Vergine delle Rocce, di proprietà privata, di cui al
momento si conoscono solo quelle del Louvre di
Parigi e della National Gallery di Londra. Accanto ad essa saranno esposte opere di grande rilievo
fra le quali Monna Vanna (Joconde nue Mackenzie) e la Madonna del Latte del Giampietrino.
spigolature
spigolature
Il poeta Bruno Fattori aveva passato la sua giovinezza a Senigallia a cavallo dell’otto e novecento (era nato nel 1891).
Sulla sua personalità poetica
parlò sere fa a Palazzo Mastai il prof.Luca Rachetta. Fu
così che del Fattori mi ricordai, avendo avuto con lui una
breve corrispondenza epistolare tanti anni fa. Io mi occupavo allora della storia di Senigallia del primo novecento, segnatamente del movimento cattolico. Così ebbi modo di leggere sulla Voce Misena dell’undici maggio 1912
un discorso del giovane Bruno Fattori patriotticamente
volto a celebrare alcuni reduci della guerra di Libia. C’era stato un corteo con molte bandiere di varie associazioni che aveva sfilato per il Corso e piazza Roma. Ma non
aveva partecipato l’autorità comunale. La Voce Misena
stigmatizzava questa assenza. Al corteo non mancarono
applausi e fischi. Era il periodo in cui in Italia non solo i
socialisti, ma anche una parte
dei repubblicani erano contrari alla campagna di Libia.
La Voce Misena parteggiava
invece per la conquista di
Tripoli (ma di lì a poco la Santa Sede condannerà il filonazionalismo di alcuni giornali come il Corriere d’Italia
cui si ispirava il giornale diocesano senigalliese). Ma ritorniamo a Fattori. Io gli inviai nell’aprile del 1979 la
fotocopia del suo discorso brillante ed esuberante (definiva canaglia chi aveva fiaschiato il corteo). Il poeta
così mi rispondeva con una cartolina illustrata con una
sua incisione: “…grazie della fotocopia di quella mia
“orazione” giovanile: insolente anzichenò, tale che mi
fa quasi scusare quei ragazzotti che volevano buttarmi
nel canale”. Il poeta, quasi novantenne, sorride dei suoi
bollenti spiriti giovanili.
Elvio Grossi
e
r
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a
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sp
pagina di cultura
13 ottobre 2005
26
Di male in peggio
VIGOR 1- CALDAROLA 2
I
rossoblu sprofondono sempre più
in basso. La sconfitta odierna ha
messo in mostra una squadra priva
di carattere che non ha saputo gestire
il vantaggio acquisito. Al Caldarola
sono bastati due tiri in porta per far
suo l’incontro, mentre la difesa era in
tutt’altre faccende interessata. L’errore ci può sempre stare in un incontro,
ma mai e poi mai in questo modo. La
seconda rete il Caldarola l’ha segnata
in contropiede, mentre i nostri difensori stavano protestando con l’arbitro
per un presunto fallo di mano nell’aria avversaria. Questa è la quinta
sconfitta su sette, di cui tre in casa,
che trascina la Vigor in una brutta posizione di classifica. L’incontro odierno inizia con i rossoblu in attacco.
Già al 4°, Traiani ha la possibilità di
realizzare il gol del vantaggio, ma
sbaglia clamorosamente l’impatto con
la sfera. Si fa vivo il Calderola al
quinto con Di Francesco, Angiolani
para in due tempi. Al 7°, Pandolfi impegna Natali in un difficile intervento; 17° lancio di Pandolfi per Catini,
pronta la rimessa per Traiani, che fatti
pochi passi in area trafigge Natali in
disperata uscita. Gioisce il pubblico
senigalliese, anche perché la squadra
sta dando prova di tenere bene il campo. 27°, Catini ci riprova, il tiro finisce a lato. 29°, rovesciamento di fronte, Belardinelli supera Goldoni e con
un preciso diagonale porta in parità le
sorti dell’incontro. La Vigor “sbanda”. 36°, Giorgetti sulla linea della
porta respinge un tiro destinato in rete, con Angiolani superato. Nulla succede più fino alla fine del primo tempo. La ripresa vede i rossoblu ben decisi a far loro l’incontro. Per ben due
volte l’assistente dell’arbitro segnala
fuori gioco inesistenti, quando già i
rossoblu erano pronti alla realizzazione. 59°-68°, prima Pandolfi poi Montanari tentano la via della rete. 71°,
Giorgetti dal fondo crossa al centro,
la testa di Traiani si eleva su tutti. Un
difensore colpisce la sfera con un
braccio, i vigorini protestano nei confronti dell’arbitro, mentre i giocatori
del Calderola si lanciano in contropiede. Facile per Bugiolacchi colpire
a colpo sicuro con la difesa completamente assente. I vigorini cercano in
27
tutti i modi di agguantare almeno il
pareggio, ma le prodezze di Natali
impediscono che ciò si avveri. Clamorosa la parata su Catini all’81°
quando, a non più di un metro dalla
linea di porta, riesce a respingere il tiro. Delusione e sconcerto in casa rossoblu, ne esprime l’amarezza il tecnico Fermanelli: “A noi ci manca l’umiltà. Il secondo gol noi l’abbiamo
subito mentre stavamo protestando
con l’arbitro in mezzo al campo. Loro
sono partiti in contropiede: quattro
contro due nostri difensori. Incredibile! In questo momento siamo poco
bravi a gestire gli episodi che capitano in campo. Devo fare un elogio ai
giovani per il loro comportamento,
ciò che non posso dire nei confronti
degli anziani.” Domenica prossima
difficile trasferta a Jesi.
Giancarlo Mazzotti
Vigor: Angiolani 6, Rossetti
6, Giraldi 6,5, Bertozzini 6,
Goldoni 6, Montanari 6, Pandolfi 6, Giorgetti 6,5, Morganti 6 (69° Baldarelli 6), Traiani
6,5 (90° Fontana), Catini 6
(82° Grossi). A disp.Memé,
Marchetti, Schiano, Moschini.
All.Fermanelli.
Caldarola: Natali, Pelusi,
Passarini (67° Paccazocco),
Eleuteri, Sciarra, Pazzelli, Casoni, Paci, Bugiolacchi, Belardinelli (88° Luzi), Di Francesco (73° L.Grasselli). A
disp.Barassi, Mercorelli, Di
Gioia, S.Grasselli.
All.Porro. Arbitro: Bianco di
S.Benedetto del T. Ammoniti:
Goldoni, Traiani, Catini. Spettatori 300 circa. Angoli: 6 a 5.
13 ottobre 2005
Lorenzo Pandolfi
centrocampista, 1979
Biagio Nazzaro
Centobuchi
Caldarola
Real Vallesina
Camerino
Jesina
19
16
14
13
12
11
Montegiorgio
Cingolana
Fermignana
Fossombrone
Monturanese
Civitanovese
Porto Sant’Elpidio
Urbisaglia
Acqualagna
Urbisaglia
Vigor Senigallia
Lucrezia
Truentina
11
11
10
10
8
7
6
5
5
4
4
4
1
sport
Notizia sulle due ruote a cura di Umberto Martinelli
B1
BASKET – GOLDENGAS SERIE B1
Ricordando
Gli aggiornamenti
dalla pallacanestro senigalliese
Pronto riscatto
Marco Pantani
Durazzi
Goldengas 82 - Porto Torres 76
L’
immeritata sconfitta della settimana scorsa a Riva del Garda è stata
“spazzata” via con un eclatante vittoria sul Porto Torres. Tutti temevano questo incontro, il primo casalingo di questo campionato, in quanto
la squadra sarda la settimana scorsa aveva liquidato il Gorizia con un punteggio, 85 a 63, che ne decretava la forza. Inizio con le squadre sempre a stretto
contatto, tanto che il divario non superava mai i cinque punti. Primo quarto: 26
a 22. Secondo quarto con leggera prevalenza ospite: 37-40. Riposo e inizio terzo quarto con gli ospiti sempre con un leggero margine. La Goldengas stabilisce la parità solo al 29° (51 a 51) per chiuderlo sul 51 a 53. Il quarto quarto nasce sulla falsariga dei precedenti, poi lo scatto della Goldengas al 35° quando,
trascinata da una incontenibile Raschi, nel breve giro di un minuto si porta sul
71 a 58 (+ 13), un margine di sicurezza che però non è stato gestito con criterio, tanto che Bianchi ha dovuto richiamare i ragazzi in più occasioni. Grande
soddisfazione per il numeroso pubblico presente per questa prima importante
vittoria. Il coach Bianchi esordisce: “I ragazzi hanno dimostrato di avere un
grande cuore. Devo però essere pignolo nei loro confronti nel rilevare che negli
ultimi due minuti e mezzo, quando eravamo sul 71 a 58, dovevamo essere più
cinici. Tale vantaggio l’abbiamo in parte vanificato facendoci sorprendere in
paurosi contropiedi. Dobbiamo essere più bravi e attaccare il pressing. Insomma,
più bravi a gestire il vantaggio.” Il presidente Moroni, dopo la delusione di Riva
del Garda, dice: “Dobbiamo sinceramente essere soddisfatti di questa vittoria.
Alcuni errori si possono anche capire, ma vedo la squadra in progresso. Grande
pubblico, grande tifo, si deve continuare così.” Ora due trasferte consecutive attendono la Goldengas: domenica a Vigevano, la successiva a Palestrina.
Goldengas: Panichi 11, Bartoccetti 7, Durazzi, Benevelli 2, Santilli 2, Corsini
4, Raschi 33, Cinciarini 6, Pazzi 15, Berdini 4. All. Bianchi.
Porto Torres: Zinaru 5, Zecca 4, Marino 17, Manca 2, Poggioni 15, Bonsignori
8, Scarponi 6, Orsini 19, Montesu. All. Roggiani. Arbitri: Tirozzi di Bologna,
Battista di Pontassieve.
GM
serie D maschile
dio non poteva che essere positivo: due
incontri, due vittorie.
sport
Classifica
Soresina
Scavolini Spar
Treviglio
Lumezzane
Trieste
Porto Torres
Riva del Garda
Goldengas Senigallia
Ol Matera
Vigevano
Palestrina
Gorizia
Osimo
Bergamo
Casalpusterlengo
Ancona
4
4
4
4
2
2
2
2
2
2
2
2
0
0
0
0
Prossimo turno
Vigevano -Goldengas Senigallia
Parte bene il Miu J’adore
a scorsa settimana è iniziato il camL
pionato di serie D e per la nuova
squadra del presidente Monachese l’esor-
Ligi Federico
Allenatore
I
MiuJ’Adore Marzocca 73 – Fossombrone 56.
Inizio promettente con Minelli in regia e
primo parziale sul 27 a 15. Un divario che
è continuamente aumentato col passare del
tempo. Al riposo 41-27. Alla ripresa del
gioco la maggior precisione a canestro degli uomini del coach Ligi scava un solco
mai più colmato dagli avversari: 55-37. Finale gestito con grande equilibrio dalla
squadra di casa:73-56.
U.S.Loreto Pesaro 60 – MiuJ’Adore
Marzocca 69
Quella che era ritenuta la trasferta più insi13 ottobre 2005
diosa di questo campionato è stata brillantemente superata, anche se c’è voluta tutta
la classe di Minelli-Rinolfi, coadiuvati da
Pincini, Beccaceci e Bartoli, che nel finale
(con grande precisione nel tiro a canestro e
una difesa di ferro) hanno impedito ai pericolosi avversari di riprendere il sopravvento.
E’ stato un incontro seguito da un folto
pubblico, che non ha lesinato incitamenti
ai propri beniamini. La successione dei
parziali: 1° q. 12-19; 2° q. 29-36; 3° q. 5452; finale 60-69. Ora la squadra di Ligi
guida la classifica a tempo pieno e tutti
sperano che ripeta lo stesso percorso della
passata stagione, con un finale però più
fortunato. Prossimo incontro domenica 16
ore 18 al Palazzetto dello Sport di Via Capanna contro Bramante Pesaro.
Giancarlo Mazzotti
28
l Velo Club Cicli Cingolani propone ai ciclofili (ed ai cicloturisti
in particolare) una ricca serie di
iniziative a Pianello di Ostra. Dal cicloraduno “Ricordando Marco Pantani” alle scadenze del ciclocross.
Rilevante l’inaugurazione del Poliambulatorio “Futur” Sporter Medical Fhisioterapy, destinato a diventare in breve tempo un sicuro punto
di riferimento per gli sportivi tutti.
Il senso delle iniziative a catena
viene illustrato nel corso di una interessante conferenza stampa al ristorante – bar “Il Piazzale” (sito tra
Pianello e Casine di Ostra), con gli
interventi del cavalier Ilario Taus,
del dottor Stefano Ripanti, dell’amministratore Francesco Cingolani e
del sindaco di Ostra, il professor
Cioccolanti.
Visibilità curata da Gabriele Moroni e dalla sua “fotoeffimera”.
Ancora una volta e come sempre,
l’indirizzo è quello formativo, nello
sforzo di cogliere ed evidenziare il
meglio dell’attività in sella, nella direzione dell’educazione vera e della
promozione del territorio.
Non per nulla, il G.S.Pianello ha
di recente aperto tutti gi...armadi
della propria quarantennale storia
(ricordi, foto, maglie, articoli...) per
celebrare e…continuare a celebrare.
Il presidente Arduino Testaguzza
ed il suo staff stanno preparando per
l’anno che verrà.
dolfese ed agli altri ragazzi del suo
club di Monterado, il team manager
corinaldese, Rodolfo Massi, sta conducendo avanti il proprio “progetto
verde”. Va in porto il discorso con i
Sistemi Turistici Locali, gli enti
(Comunità Montane…) e le istituzioni (Province e Regioni)...
Biglietto da visita: coerenza, affidabilità, eleganza, visibilità, sempre
bello stile.
Il Marotta Macchine – Tombolini
– Massi Team sta strutturando il nucleo under 23 – élite per il 2006.
Domenica 23 ottobre, alle 14, la
società allestirà la cronosquadre
open (ogni team: un professionista e
tre amatori), in tandem con il
Massi Club, guidato da Gianni
Aloisi. La manifestazione verrà celebrata attraverso i valori solidi dell’amicizia e dello sport che relaziona, unisce e promuove.
Il “Massi’s Day” sarà ancora striscia spettacolare a a S.Isidoro di Corinaldo: dal ritrovo al ristorante-bar
“La Favorita” fino alla kermesse di
chiusura al Miù J’Adore di Marotta.
Risponderanno alla chiamata in
molti: dai big professionisti al ciclopatron Aldesino Carletti (con la
sua AutoSelli Fano, di cui Carlo Piersanti è altro principale esponente).
L’anno scorso, vittoria al Mobili
Rimini, guidato dal professionista
abruzzese Moreno Di Biase, sostenuto energicamente da Guerrino Pascucci, Gianni Teodori, Davide Nandi, Valerio Tamburini.
Ruota Oro Diego Schiaroli: Mengoni - Montagnola
Alla vigilia dell’ultima disputa
(Gran Premio San Marco – Villanova, a San Marco di Ravenna) questa
la doppia graduatoria della challenge
juniores del G.S.Pianello.
“13a Ruota d’Oro Diego Schiaroli”
1.Casali Francesco (A.S. Mengoni USA) p. 84; 2. Ciavatta Mattteo
(G.C. La Montagnola) . 76; 3.Belli
Matteo (Club Corridonia OTM Marche) p. 56.
4.Renzetti Alessandro; 5.Postacchini Roberto.
13a Trofeo Squadra Leader”
1.G.C. La Montagnola Porto S.Elpidio Montegranaro p. 134; 2.A.S.
Mengoni USA Umbria p. 120; 3.A.S.
Mengoni USA Marche p. 103.
Umberto Martinelli
MAROTTA MACCHINE – MASSI: PAOLINI, IL CICLOPIANISTA
Il ragazzo di Mondolfo dai tanti
interessi comincia a lasciare buoni
segni anche a livello diletantistico.
In sede di Trofeo San Serafino, a
Montegranaro, Enrico Paolini è decimo, nella gara vinta dal trevigiano
Alessandro Bianchin (Team Bibanese), che impiega 3h.02’, alla media
di km/h 38,242.
Insieme al “CicloPianista” mon29
13 ottobre 2005
sport
I lettori scrivono...
Indirizzare a: “La voce misena” P.zza Garibaldi, 3 - 60019 Senigallia
fax 071/7914132 - E-mail: [email protected]
Uno spazio per la città
Quale futuro per il Foro ?
Sono molti a chiedersi quale sarà il
futuro del Foro Annonario. Già l’immagine architettonica uscita dal recente rifacimento della pavimentazione non ci
sembra più la stessa che ha caratterizzato per due secoli il principale spazio
commerciale della città: l’elevazione
della quota del pavimento infatti e l’eliminazione della fascia sopraelevata lungo il colonnato hanno prodotto un evidente effetto di schiacciamento, trasformando quella che era stata concepita
come piazza del mercato in una specie
anfiteatro o salotto all’aperto. Se è questo il progetto finale, allora si spiega anche l’intenzione di ridimensionare in
spazi angusti e inadatti il tradizionale
mercato della frutta e verdura, cancellando o sminuendo il ruolo che ha sempre avuto questo luogo nel contesto e
nell’economia della città.
La fine del mercato (che questo è poi
in sostanza quello cui si va incontro) significherebbe cancellare un’immagine
storica della città e con essa un pezzo
della memoria collettiva; penalizzare il
piccolo commercio di frutta e verdura
insieme alla piccola produzione, spesso
anche di qualità, se non altro per la sua
freschezza; marginalizzare un luogo
frequentato giornalmente da una folla di
cittadini, rischiando anche di danneggiare l’attività economica dei negozi
sottostanti il porticato; sottrarre il mercato di quartiere agli abitanti del centro
storico e del rione porto, soprattutto agli
anziani, e con esso la funzione calmieratrice che svolge questa forma di commercializzazione diretta. Ma soprattutto
si eliminerebbe un momento importante
di vita collettiva all’interno del centro
storico e insieme quella nota di colore e
di pittoresca animazione tipica dei mercati all’aperto: senza la piacevole confusione di tendoni e bancarelle, senza i
colori e gli odori della frutta e della verdura messa in mostra su tutto lo spazio
della piazza (che non hanno certo bisogno di essere omologati con il bel progetto da affidare all’architetto di turno),
senza il vocio della folla e le grida degli
ambulanti che significato avrebbero un
mercato pubblico e la piazza stessa ?
Le ragioni e la convenienza di questa
scelta non le comprendiamo, come non
comprendiamo come si possa decidere
il destino di un pezzo così importante
della città (ma questa sembra ormai una
prassi consolidata) senza un confronto
con i cittadini. Ma è lo stesso ruolo e significato di uno dei monumenti più importanti della città che viene messo in
discussione. L’architettura dei monumenti infatti trova sempre la sua ragione di essere nella sintesi di forma e funzione: modificata la forma, sottratta la
funzione, c’è il rischio che il Foro Annonario diventi un vuoto simulacro, impoverito della sua funzione sociale e
un’altra inutile testimonianza di un progetto ambizioso quanto velleitario di
trasformare la città prima di capirla.
Il direttivo
del Gruppo Società
e ambiente
Volete far conoscere un avvenimento che riguarda la vostra realtà, la famiglia, gli amici, la comunità parrocchiale, le associazioni…?
Consegnate gli annunci presso la redazione o la Curia. E possibilmente con un contributo a sostegnodel giornale.
Monterado
Politica, fede, Chiesa
Idee e ideologie
Come scelta politica, diciamo che
guardo a sinistra, per le sue scelte verso
chi non ha voce e per le lotte alla causa
della giustizia verso i poveri.
Mi addolorano, però, delle prese di
posizione radicali di una certa sinistra,
fatte per motivi ideologici ed in nome
di una presunta libertà e laicità, costi
quel che costi, senza astenersi da scelte
iconoclaste. Tra le file di una parte della
sinistra, che si dichiara promotrice di
pace, non c’è chi esita a condurre una
guerra anticlericale senza risparmiare
colpi ad una Chiesa, o ad una parte di
essa, che, nonostante tutti i suoi limiti
ed errori, dà la vita ogni giorno per la
causa dei poveri e per i diritti umani.
Gli esempi di questo sono sotto gli occhi di tutti.
A parte i sinistroidi, c’è chi fa nel
mondo uso improprio, a volte dissacrante, delle immagini e dei simboli religioso-cristiani. C’è chi per interesse e
potere “politico-economico” - in nome
della democrazia - butta benzina sul
fuoco, incurante delle conseguenze nefaste che si possono creare nel mondo.
Molta responsabilità ce l’hanno le
chiese cristiane, soprattutto per la mancanza dell’Unità.
Tutto questo ed altro ancora porta ad
aprire, sempre più, le porte, non ad un
Islam moderato, ma ad un Islam smanioso di purificare e convertire il mondo con ogni mezzo.
Enrico Greppi - Senigallia
In pellegrinaggio... incontrando papa Mastai
Incontri significativi
Pio IX L
oggi
a cura
di don
Giuseppe
Cionchi
I lettori scrivono
a personalità di Pio IX non finisce mai di stupire ed è ricchissima di tanti episodi che gradualmente andiamo scoprendo. Di Pio IX abbiamo parlato con don Paolo, un sacerdote della diocesi di Bressanone-Bolzano, con oltre 400.000 fedeli, nell’incontro-pellegrinaggio a Madjugorje
dal 3 al 10 ottobre.
Il pellegrinaggio è sempre nuovo. Sabato 9 ottobre eravamo 50 confessori di ogni “popolo, razza e lingua”, in servizio dalle ore 16 fino alle 24.
Tra le meraviglie, ci si è presentata, dopo la celebrazione della Messa in italiano, domenica 10, alle ore 10, in un capannone immenso, stipato di
italiani, da ogni parte d’Italia, per una benedizione, una donna di 90 anni che viene da 20 anni a
13 ottobre 2005
La pagina dei vostri annunci
ringraziare la Madonna perché guarita improvvisamente da tumore. In questa occasione, don Paolo ci parla di una serva di Dio: Madre Agnese
Steiner, nata a Bolzano nel 1813 e morta a Nocera
Umbra nel 1862 nel Convento delle Suore Clarisse di San Giovanni Battista. In questo convento si
è fermato Pio IX andando a Roma per il conclave.
Ha celebrato la S.Messa e ha chiesto alla Superiora di essere ospitato per la celebrazione dell’Eucaristia al suo ritorno dopo il Conclave. Durante la
conversazione con le singole suore, Madre Steiner dichiara a Pio IX: “Di qui non ripasserà certamente perché a Roma riceverà una dolce croce,
anche se pesantissima”, predicendo così la sua
elevazione al soglio pontificio.
30
Festa dei nonni
Il Santuario di San Gabriele dell’Addolorata è stato la
meta del pellegrinaggio parrocchiale tenutosi domenica 2 ottobre. La partenza è stata fissata alle 6,30 del mattino. L’arrivo, come
previsto, alle ore 10. Nel Santuario, i pellegrini hanno partecipato alla
S.Messa delle ore 11, accompagnata da un complesso corale abruzzese con alcuni canti tipici. E’ seguita la narrazione della vita di S.Gabriele, nell’apposita chiesetta che è stato il primo Santuario e dove S.
Gabriele è stato sepolto per alcuni anni. S.Gabriele (al secolo Francesco Possenti) è nato in Assisi il 1° marzo 1838.Brillante scolaro,
amante della bella vita, si converte il 22 agosto del 1856 quando la
Madonna gli dice: “Tu non sei fatto per il mondo; che fai nel mondo?
Presto, fatti religioso!”. Nel 1856 entra nel noviziato dei passionisti a
Morrovalle e cambia il nome in quello di Gabriele dell’Addolorata.
Muore il 27 febbraio del 1862. È dichiarato beato nel 1908 da Pio X;
santo da Benedetto XV nel 1920. I pellegrini, oltre cinquanta, guidati
da Lamberto, Marilena, Valeria e accompagnati dal pievano don Giuseppe, dopo la pausa del pranzo al sacco, hanno visitato il Museo ricchissimo di ricordi. Nel primo pomeriggio si sono trasferiti nella cittadina di Castelli, proprio sotto il Gran Sasso, per ammirare le tipiche
ceramiche di forme svariatissime (e anche costosissime). La gratificazione corale, specie per la presenza di oltre 25 giovani con chitarre e
libretti di canti che hanno accompagnato i pellegrini nell’andata e nel
ritorno, stimola la Comunità parrocchiale a prendere l’iniziativa per
altri pellegrinaggi.
Lagunari a Corinaldo
In occasione del raduno nazionale dei Granatieri,
svoltosi a Jesi, era presente la Sezione dei Lagunari di Mestre, il cui presidente è il colonnello Livio Londei, nativo di Corinaldo. I marchigiani, che hanno fatto parte dei lagunari dal
1955 al 2005, sono solo quattro ed esattamente Giancarlo Tenti di
Castelleone di Suasa, che ha prestato servizio di leva nei lagunari
dal novembre 1955 all’aprile 1957, Francesco Mantoni di Corinaldo, arruolato nell’ottobre del 1964 e congedato nel marzo del
1966, gli ufficiali Livio Londei di Corinaldo, arruolato nel 1956 e
Giuliano Gordini di Senigallia, arruolato nel 1962. Un nobile motivo lega il Reggimento dei Lagunari alle Marche: la figura del tenente Alfonso Casati, medaglia d’oro alla memoria, granatiere,
passato poi al Battaglione San Marco, morto in combattimento,
per la liberazione di Corinaldo. La famiglia Casati ha donato una
copia della medaglia d’oro al Reggimento dei Lagunari e, nei raduni che vengono effettuati dai Lagunari, Alfonso Casati viene
sempre ricordato, tant’è che il colonnello Londei ha anche scritto
un libro che lo riguarda. La grande soddisfazione del lagunare
Giancarlo Tenti è stata quella di rivedere il generale Vinicio Serra, che, nel 1956, con il grado di tenente, era il comandante del
Corpo dei Lagunari, del battaglione “Marghera”, nella caserma
“G. Pepe” di Lido di Venezia, di cui faceva parte. L’incontro fra
l’ex comandante Vinicio Serra, attualmente generale, e il lagunare
Giancarlo Tenti è stato commovente. I due hanno ricordato i momenti e gli episodi che li hanno visti protagonisti, durante il servizio di leva. Tenti, da queste colonne, lancia un appello a tutti gli
ex lagunari, che siano interessati ad iscriversi all’associazione
ALTA, di rivolgersi a lui personalmente, telefonando al numero
071/966160 o scrivere a Giancarlo Tenti via F/lli Kennedy 60010
Castelleone di Suasa. Nella foto i tre lagunari, da sx Giancarlo
Tenti, il generale Vinicio Serra e il colonnello Livio Londei.
31
Domenica 2 ottobre, in occasione della Festa nazionale del Nonno, l’Amministrazione
comunale e la Pro loco hanno organizzato la giornata
dedicata ai nonni. L’iniziativa ha ottenuto un ottimo
successo. I nonni che hanno preso parte alla festa
sono stati moltissimi, ma oltre ai nonni anche i nipoti, i figli e molti giovani, che hanno invaso il capiente loggiato comunale, dove era stato allestito
uno stand per la distribuzione di dolci, salumi, pane
e del buonissimo vino, offerto dalle aziende locali.
Dalla nonna più anziana Teresa Albonetti Berti, anni 101 e otto mesi, il sindaco è andato visitarla e le
ha consegnato una targa a ricordo delle prima festa
dei nonni. I nonni più anziani e più giovani, presenti alla festa: Tina Pulcinelli 90 anni, Patrizia Bordi
45 anni, Dante Rossi 88 anni e Rino Pompili 46 anni hanno ricevuto dalle mani del primo cittadino Livio Scattolini un’artistica targa. Il pomeriggio è stato allietato dal complesso “Burro e Salvia”, che ha
rispolverato le canzoni dagli anni ’20 agli anni 50,
da “Vipera” del 1919, di E.A. Mario a “Voglio vivere così” del 1942 di D’Anzi – Manuo. Oltre a queste, tante altre canzoni hanno fatto ricordare la loro
gioventù ai tanti nonni presenti.
Ilario Taus
Unitre ad Ostra Vetere
Con il prossimo 7 novembre inizieranno i corsi dell’Unitre di Ostra Vetere, dedicati, come
sempre, a tutti coloro (dai 18 anni in poi) desiderosi di
arricchire la propria cultura.
I corsi ed i laboratori saranno: 1) Alimentazione, 2)
Arte e turismo, 3) Astronomia, 4) Ballo, 5) Ceramica,
6) Chitarra, 7) Cucina, 8) Dècoupage: 1° e 2° corso, 9)
Fotografia digitale, 10) Ginnastica dolce: 1° e 2° corso;
11) Informatica, 12) Inglese: 3 livelli, 12) Italiano, 13)
Francese, 14) Spagnolo: 2 livelli, 15) Tedesco: 2 livelli, 16) Musica guida all’ascolto, 17) Note di costume,
18) Pittura, 19) Restauro, 20) Massaggio Shatzu: 1° e
2° corso, 21) Storia del territorio, 22) Storia delle religioni, 23) Taglio e cucito, 24) Ricamo: 1° e 2° corso,
25) Uncinetto, 26) Lavoro a maglia, 27) Degustazione
vino, 28) Orto e giardinaggio, 29) Teatro. L’iscrizione
all’Anno Accademico comporta a spesa di euro 25,00
e dà diritto alla frequenza dei corsi e dei laboratori a
scelta dell’interessato ed è comprensiva della quota assicurativa. I corsi e i laboratori saranno attivati solamente se, per ognuno, si raggiungerà un minimo di 10
partecipanti. Si informa, inoltre, che per alcuni laboratori che comportano l’acquisto di materiali di consumo, la spesa sarà a carico dei partecipanti. Le iscrizioni
saranno aperte dal 4 al 29 ottobre nei giorni di martedì,
giovedì e venerdì dalle 17,30 alle 19,30 ed il sabato
dalle 10,00 alle 12,00 presso la segreteria in Piazza
della Libertà, 1 – Ostra Vetere (tel.071-964474).
13 ottobre 2005
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