08/05/2011 Teoria Musicale Medievale Non cantoribus, sed solis philosophis utilis est Non è utile ai cantori ma soltanto ai filosofi Guido d’Arezzo Teoria Musicale Medievale PRINCIPALI TEORICI DELL’ANTICHITÀ E DEL MEDIOEVO 1 08/05/2011 Sant'Agostino (354-430), battezzato nel 387 da Sant'Ambrogio, eletto, nel 396, vescovo di Ippona vicino al porto di Aphrodisium, oggi Bona, in Algeria, autore delle Confessioni e dell'importante De Civitate Dei, ci ha lasciato un trattato: De Musica; ma questo è dedicato sopratutto alla metrica, alla versificazione, ai numeri eterni e spirituali, ecc. piuttosto che alla musica come noi la intendiamo. L'ultima parte, tuttavia, è notevole come primo tentativo di psicologia musicale. Il trattato contiene una definizione della musica spesso citata da scrittori medievali: Musica est scientia bene modulandi, essendo implicito nel contesto che modulatio si riferisce alla struttura ritmica e melodica di una composizione. Severino Boezio (480-526) Filosofo e letterato. Massimo erudito del suo tempo, fu a lungo consigliere di Teodorico finché non fu accusato di tradimento e condannato a morte. Scrisse su ogni argomento, fra cui spiccano il De institutione arithmetica e il De institutione musica, il trattato sulla musica che si occupa soprattutto di questioni matematiche inerenti la divisione della scala, fu punto di riferimento irrinunciabile per tutto il Medioevo, e ancora nel Rinascimento. De istitutione musica di Boezio (ca. 500) – riprodotta la c. 46v del cod. della Biblioteca Ambrosiana 2 08/05/2011 Nel suo De institutione musica (nel quale l’attività teorica e molto più importante di quella pratica), la cui fonte sono gli Elementi armonici di Tolomeo e un'opera perduta di Nicomaco, distingue tre generi di musica: 1. una musica cosmica, mundana (la più perfetta) che non è percepibile dall'uomo ma deve derivare dal movimento degli astri, dal momento che l'universo, secondo Platone, è strutturato sul modello degli accordi musicali; anche se non è udibile, il teorico ne può parlare. 2. una musica humana, espressione della mescolanza, nell'uomo, dell'anima e del corpo e derivante dal rapporto fra l'elemento fisico e l'elemento intellettuale. Essa è, filosoficamente, l’armonia che unisce fra loro i contrari, come il corpo e l’anima, la terra e l’aria, il fuoco e l’acqua ed riflesso del meraviglioso equilibrio del macrocosmo. 3. Infine, esiste naturalmente la musica pratica, strumentale, musica instrumentis constituta, ottenuta dalle vibrazioni degli strumenti e della voce. Questa è la musica più ‘bassa’ perché è prodotta dal fare, dall’azione delle mani e da artefatti (gli strumenti) che, in quanto prodotti dall’uomo sono specchio della sua imperfezione. Marziano Capella (IV– V secolo) Nativo di Cartagine, fu avvocato e divenne scrittore in età avanzata. Ci è noto per il trattato didattico indirizzato a suo figlio, De nuptiis Philologiae et Mercurii ("Le nozze della Filologia con Mercurio"), misto di prosa e versi di vari metri. Con il suo impianto allegorico (l'ascesa al cielo della Filologia con le sette arti liberali per sposare Mercurio ovvero l'Eloquenza) risulta una specie di enciclopedia dell’erudizione classica che sarà diffusissima nel Medioevo cristiano. I nove libri dell'opera, dedicati alle sette arti liberali, sono così intitolati: Liber I: De nuptiis Philologiae et Mercurii Liber II: De nuptiis Philologiae et Mercurii Liber III: De arte grammatica Trivium Liber IV: De arte dialectica Liber V: De rhetorica Liber VI: De geometria Quadrivium Liber VII: De arithmetica Liber VIII: De astronomia Liber IX: De harmonia La Dialettica, miniatura del XV secolo, da Marziano Capella, De Nuptiis Philologiae et Mercurii, ms. Urb. Lat. 329, f.45v., Biblioteca Apostolica Vaticana, Città del Vaticano 3 08/05/2011 Isidoro di Siviglia (580-633) · Scrittore cristiano, dottore della Chiesa e santo. Dall'anno 600 fu vescovo di Siviglia e si prodigò a convertire i visigoti che avevano invaso la Spagna. Fra le sue numerose opere si ricordano soprattutto le Etimologie in 20 libri, specie di enciclopedia del conosciuto. I capp. 15-23 del III libro sono interamente dedicati alla musica. I MODI GREGORIANI 4 08/05/2011 Modo, Modalità · È il sistema musicale elaborato dai teorici dell'antichità e ripreso nel medioevo, per razionalizzare il percorso musicale (la «scala») del processo compositivo e per proporre parimenti una struttura in vista di nuove composizioni. Mentre la musica colta occidentale prevede due soli sistemi (la scala maggiore e quella minore), i teorici medioevali – in base alla diversa posizione dei semitoni e dei toni) e dell'ambito melodico dei brani musicali – hanno riconosciuto otto sistemi o modi: in re (I: autentico quando la melodia si muove in ambito acuto, II: plagale quando e al grave), mi (III: autentico e IV: plagale), fa (V: autentico e VI: plagale), sol (VII: autentico e VIII: plagale). GUIDO D’AREZZO 5 08/05/2011 Non è possibile fissare con precisione l'anno di nascita di Guido d’Arezzo e nemmeno il luogo in cui ebbe i natali. Sappiamo soltanto che la sua attività musicale si svolse nella prima metà dell’anno 1000: nelle sue opere vi sono infatti riferimenti a persone e fatti che si collocano negli anni fra il 1023 e il 1036 circa, cioè il tempo in cui fu vescovo di Arezzo il suo protettore Teodaldo [nell'immagine: Guido con un monocordo (A-Wn, Cod. Lat. 51, c. 35)]. Quanto alla biografia, le uniche notizie certe sono quelle che egli stesso racconta in una lettera inviata al monaco Michele, già suo confratello a Pomposa, la celebre abbazia situata sul delta del Po, presso Codigoro (Ferrara). [...] A Pomposa, Guido percorse la trafila degli studi monastici, che comprendeva anche l'apprendimento dei canti da eseguire durante le celebrazioni liturgiche (la Messa e le Ore canoniche, cioè quei momenti di preghiera che si alternavano con lo studio e il lavoro nella giornata del monaco). Guido d’Arezzo ALCUNI SCRITTI SULLA MUSICA 6 08/05/2011 Il Micrologus Con il Micrologus, Guido dichiara di staccarsi dalla tradizione. A suo giudizio, fino ad allora la teoria musicale era rimasta cosa per pochi perché la materia, già difficile in sé, era stata spiegata in maniera poco chiara. Inoltre, conoscere la teoria doveva servire a cantare meglio, perché si aveva la consapevolezza di ciò che si faceva, anziché limitarsi ad imparare a memoria come pappagalli; invece i suoi predecessori avevano scritto testi più adatti ad essere studiati dai filosofi che dai cantori. Si sforza così di esporre in maniera chiara e razionale i concetti di base che ciascun musicista deve conoscere per affrontare lo studio e l'esecuzione dei canti. Un grosso problema ancora da risolvere in maniera soddisfacente è il suo rapporto con alcuni testi di teoria scritti nella prima metà dell'XI secolo, probabilmente in un'area coincidente o vicina a quella in cui egli ha operato: in particolare va ricordato il Dialogus de musica, nel quale compaiono già alcuni tratti fondamentali della teoria musicale e della prima pedagogia musicale dell'Aretino. Accanto allo studio teorico, Guido cerca di migliorare anche i suoi strumenti didattici. All'epoca del Micrologus, il metodo con cui istruisce i fanciulli non sembra diverso da quello che usava a Pomposa: notazione alfabetica e monocordo. In seguito introduce delle innovazioni che hanno cambiato il modo di scrivere e di insegnare la musica, fino ai nostri giorni. Nel campo della notazione, Guido ha saputo sintetizzare idee in parte già esistenti in un nuovo sistema di geniale semplicità. Nell’Epistola ad Michelem de ignotu cantu (lettera a Michele sui canti sconosciuti) Guido affronta il problema di indicare un metodo per verificare l’esatta intonazione di un canto nuovo, cioè non preventivamente noto mediante studio e memorizzazione dello stesso. In cosa consiste questo metodo? a) nello studio e nell’apprendimento di una melodia (inno) dedicata a San Giovanni Battista (il testo è attribuito a Paolo Diacono sec. VIII mentre la musica è probabilmente dello stesso Guido): SI 7 08/05/2011 b) Si ricava quindi l’esacordo naturale Ut– re – mi – fa – sol – la c) dalla sua trasposizione una quarta e una quinta sopra si ricavano altri due esacordi: quello molle e quello duro d) a questo punto i canti dovevano essere suddivisi in tanti esacordi mentre il passaggio da un esacordo a un altro prendeva il nome di SOLMISAZIONE UT RE MI FA SOL LA UT RE MI FA SOL LA UT RE MI FA SOL LA 8 08/05/2011 Esempio LA LA SOL LA DO SI LA SOL LA LA SOL FA RE MI Esacordo duro Esacordo naturale RE RE DO RE FA MI RE DO RE LA SOL FA RE MI SOLMISAZIONE Gam– UT 9 08/05/2011 La mano guidoniana 10 08/05/2011 Le note musicali e un antico crittogramma sulla parola RESOLUTIO (passaggio) RE LA SOL MI FA UT IO SAN 11