MESSAGGIO PER IL SANTO NATALE 2005
Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore.
Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoria.
(Lc 2, 11-12)
Cari fratelli e sorelle,
oggi come ieri, il Signore viene a scompigliare le nostre attese:
aspettavamo un Signore - ecco un neonato
aspettavamo la gloria del Messia - ecco, per trono, una mangiatoia
aspettavamo la pace - ecco un mondo lacerato, delle Chiese divise, e i nostri cuori confusi.
Lasciamo allora risuonare in noi questa parola:
oggi, in questa notte di Natale, ci è nato un salvatore. È il Messia, il Signore, il principe della pace.
Non dubitiamo affatto: questa parola si realizza per noi oggi, perché è oggi che il Verbo si fa carne.
E tocca a noi farla diventare vita dei nostri cuori.
Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli?
Quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (Lc 8,19-21).
È nostra, oggi, la responsabilità di essere madre e fratelli di Gesù nostro salvatore.
Siamo noi, oggi, i chiamati a costruire il suo regno di pace, qui, su questa Terra Santa lacerata,
così come nel resto del mondo...
Noi possiamo fare in modo che ogni giorno, cresca in noi la Parola, la conoscenza del Figlio di Dio,
fino a raggiungere la pienezza che conviene alla piena maturità di Cristo (Ef 4,13).
Un impegno troppo difficile?
La filosofa e mistica Simone Weil ha scritto:
“Amiamo il mondo così com’è. È la nostra realtà, una realtà che fa resistenza all’amore”
Non lasciamoci impaurire dalle nostre resistenze ne da quelle che riscontriamo negli altri:
le une e le altre sono segno della nostra umanità,
quella stessa umanità che, per amore, nella notte di Natale, il Messia è venuto a trasfigurare.
Su questa Terra Santa, come su ciascuna delle vostre terre sacre,
siamo chiamati ad essere custodi del tesoro che ci è offerto di vivere e di far vivere.
Oggi ci è nato un Salvatore, prorompete in canti di gioia, perché il Signore ha consolato il suo popolo.
Il Signore ha mostrato la forza del suo braccio davanti a tutte le nazioni.
E tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio (Is 52,10).
Custodi di tanta speranza, noi, francescani di Terra Santa, di tutto cuore auguriamo a voi tutti,
cari fratelli e sorelle, un felice, santo Natale.
Frati della Corda
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dicembre 2005
DALLA SANTA SEDE
BOLLA DI NOMINA DI S.E. MONS FOUAD TWAL A VESCOVO COADIUTORE
BENOÎT
Évêque, Serviteur des serviteurs de Dieu
À notre vénérable frère, Fouad TWAL, jusqu’à présent Archevêque
du Siège de Tunis, promu Coadjuteur du Patriarcat de Jérusalem pour
les Latins, salut et Bénédiction Apostolique.
Comme nous désirons de voir proclamer et vénérer jusqu’aux
extrémités de la terre Jésus-Christ, Sauveur du genre humain, né selon
la chair de la Bienheureuse Vierge Marie au sein du peuple Hébreux,
par l’annonce de l’Évangile, pour apporter aux hommes l’espérance
du salut éternel,
Et comme par ailleurs Sa Béatitude Michel SABBAH, Patriarche
de Jérusalem pour les Latins, a exprimé le désir de lui accorder
un Coadjuteur et comme nous avons accueilli sa demande avec
bienveillance, vu notre sollicitude pour le bien spirituel de sa
Communauté,
Nous avons vu, après mûre réflexion, que tu es apte à ce ministère, Vénérable Frère, pour ta foi, ta prudence,
ton zèle pastoral, ta fidélité dans le ministère et ton amour déjà prouvé envers l’Eglise et le Vicaire du Christ, de
même que par ton expérience de la charge épiscopale que tu as déjà exercée.
C’est pourquoi, après avoir entendu l’avis de la Congrégation pour les Églises Orientales, Nous te nommons,
en vertu de Notre Pouvoir Apostolique, Coadjuteur du Patriarcat de Jérusalem pour les Latins, après t’avoir
délié de ton Siège précédent.
Nous t’accordons par le fait même les droits et les pouvoirs requis par cette nouvelle charge, selon le droit, de
même que Nous t’imposons les obligations correspondantes.
Tu devras informer de la présente nomination tant le Clergé que les fidèles de cette communauté.
Pour l’accomplissement de cette grave responsabilité invoque l’aide de la Bienheureuse Vierge Marie Mère
de Dieu et ne doutes jamais de la présence du Seigneur Jésus à tes côtés, lequel, assis à la droite du Père, opère
continuellement dans le monde pour conduire les hommes à l’Eglise, et, par elle, les unir plus étroitement à lui ;
pour les rendre enfin participants de sa vie glorieuse en les nourrissant de son Corps et de son Sang (Lumen
Gentium, 48).
Donné à Rome, près Saint Pierre, le 8 septembre de l’année du Seigneur 2005, la première de Notre
Pontificat.
BENOÎT XVI
Frati della Corda
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dicembre 2005
LETTERA DEL PAPA BENEDETTO XVI
NEL XL ANNIVERSARIO DELLA NOSTRA ÆTATE
Al venerato fratello il Cardinale Walter KASPER
Presidente della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo.
Sono trascorsi 40 anni da quando il mio predecessore Papa PAOLO VI promulgò la Dichiarazione del Concilio
Vaticano II sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane Nostra Ætate, che inaugurò una nuova era di
rapporti con il popolo ebraico e costituì la base per un sincero dialogo teologico.
Questo anniversario ci offre numerosi motivi per esprimere gratitudine a Dio Onnipotente per la testimonianza
di tutti coloro che, nonostante una storia complessa e spesso dolorosa, e in particolare dopo la tragica esperienza
della Shoah, ispirata da una ideologia razzista neo-pagana, hanno operato coraggiosamente per promuovere la
riconciliazione e una migliore comprensione fra Cristiani ed Ebrei. Nel gettare le fondamenta di un rapporto
rinnovato fra il Popolo ebraico e la Chiesa, la Nostra Ætate ha sottolineato la necessità di superare i pregiudizi,
le incomprensioni, l’indifferenza e il linguaggio ostile e sprezzante del passato.
La Dichiarazione è stata l’occasione per maggiore comprensione e maggiore rispetto reciproci, collaborazione
e, spesso, amicizia fra Cattolici ed Ebrei. Li ha anche sfidati a riconoscere le loro radici spirituali e ad apprezzare
il loro ricco patrimonio di fede nell’unico Dio, Creatore del cielo e della terra, che ha stabilito la sua Alleanza
con il Popolo Eletto, rivelato i suoi Comandamenti e insegnato la speranza in quelle promesse messianiche che
donano fiducia e conforto nelle difficoltà della vita. In questo anniversario, ripensando a quattro decenni di
contatti fecondi fra la Chiesa e il Popolo ebraico, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per l’opera che ancora
resta da compiere. A questo proposito, fin dai primi giorni del mio pontificato e in particolare durante la mia
recente visita alla Sinagoga di Colonia, ho espresso la mia ferma determinazione a seguire le orme lasciate dal
mio amato predecessore, il Papa GIOVANNI PAOLO II.
Il dialogo fra Ebrei e Cristiani deve continuare ad arricchire e a rafforzare i vincoli di amicizia che si sono
sviluppati, mentre la predicazione e la catechesi devono impegnarsi a garantire che i nostri rapporti reciproci si
presentino alla luce dei principi stabiliti dal Concilio. Guardando al futuro, esprimo la speranza che sia nel dialogo
teologico sia nella collaborazione e nei contatti quotidiani, i Cristiani e gli Ebrei offrano una testimonianza
congiunta sempre più convincente dell’unico Dio e dei suoi Comandamenti, della santità della vita, della
promozione della dignità umana, dei diritti della famiglia e della necessità di edificare un mondo di giustizia,
riconciliazione e pace per le future generazioni.
In questo anniversario assicuro la mia preghiera per Lei, per i Membri della Commissione e per quanti sono
impegnati nella promozione di maggior comprensione e cooperazione fra Cristiani ed Ebrei secondo lo spirito
della Nostra Ætate, invocando su tutti di cuore le divine benedizioni di sapienza, gioia e pace.
Dal Vaticano, 26 ottobre 2005
BENEDICTUS PP XVI
Frati della Corda
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dicembre 2005
DAL PATRIARCATO LATINO
ACCOGLIENZA DEL PATRIARCA ALLA MESSA DI INTRONIZZAZIONE DEL COADIUTORE
Jérusalem, le 18 Novembre 2005
Excellence Mgr Pietro SAMBI, nonce,
Frères évêques et prêtres,
Frères et sœurs,
Nous avons la joie d’accueillir ce soir notre nouvel évêque coadjuteur, S.E. Mons Fouad TWAL, fils de ce
diocèse, nommé par S.S. le Pape BENOÎT XVI dans sa sollicitude toute particulière pour ce Patriarcat Latin de
Jérusalem, comme il le dit dans la bulle qui sera immédiatement lue avant de continuer notre prière dans cette
Eucharistie d’action de grâce.
Nous remercions Dieu pour la grâce qu’il a donnée à ce diocèse. Nous remercions le Saint-Père pour sa
bienveillance et sa sollicitude à notre égard. Et, dans cet esprit d’action de grâce, nous demandons au Seigneur de
combler de sa bénédiction notre nouveau coadjuteur dans la tâche qu’il partagera avec nous pour faire face aux
besoins du diocèse, de toute cette Terre Sainte et de toute la région assoiffée de stabilité, de vérité, de justice, de
réconciliation et de pardon.
Excellence, Mgr Fouad TWAL, sois le bienvenu parmi tous tes frères évêques, prêtres, religieux et religieuses,
et fidèles laïcs. Que la Vierge Marie t’accompagne de son intercession et de sa sollicitude maternelle. Amen.
OMELIA DI S.E. MONS FOUAD TWAL ALL’OCCASIONE DELLA MESSA DI INTRONIZZAZIONE
Beatitudine il Patriarca,
Eccellenze i Vescovi e Vicari patriarcali,
Cari confratelli sacerdoti e religiosi,
Cari fratelli e sorelle,
“La grazia di nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi” (Gal 6,18).
Con emozione, un membro del Patriarcato Latino di Gerusalemme si trova di nuovo, dopo una lunga assenza,
tra i suoi fratelli e sorelle. È per la Chiesa di Gerusalemme che sono stato ordinato sacerdote 39 anni fa. È questa
stessa Chiesa che vengo a servire oggi.
Sua Santità il Papa BENEDETTO XVI, dopo aver consultato S.B. il Patriarca Michel SABBAH, mi ha affidato
l’incarico di vescovo coadiutore. Esprimo a Sua Santità la mia viva gratitudine e la mia filiale adesione e, a Sua
Beatitudine e ai suoi stretti collaboratori, i vescovi ausiliari e vicari patriarcali, la mia genuina collaborazione e la
mia sincera amicizia. Al mio collega, il Delegato e Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Pietro SAMBI, va il bel ricordo
del nostro lavoro insieme in America Centrale e l’espressione di un’unione forte nella preghiera.
Confesso che ho sempre custodito nel mio cuore, grazie ai contatti con la CLERA e all’amicizia con i Preti
del Patriarcato, un amore forte per questa Chiesa nella quale sono nato e cresciuto, e dove ho ricevuto la mia
formazione sacerdotale. È qui, in questa concattedrale, che sono stato ordinato sacerdote. A Ramallah, Irbid ed
Amman ho fatto i miei primi passi nel servizio pastorale. Ritorno in tutti questi luoghi della Giordania, della
Palestina e d’Israele, pieno di speranza. Porto anche nel profondo di me stesso, un po’ di preoccupazione, perché
conosco la complessità della situazione geopolitica, umana e religiosa.
Frati della Corda
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dicembre 2005
Se il Signore mi ha scelto per questo incarico,
malgrado i miei limiti visibili ed invisibili, allora
l’impressione mia più spontanea è che il Signore voglia
lavorare lui, quasi da solo!
Ringrazio di cuore tutti i distinti ospiti, politici,
religiosi e civili che sono qui presenti. La loro apprezzata
presenza a questa cerimonia d’inizio del mio ministero
come vescovo coadiutore è per l’avvenire un preludio
e una speranza di una collaborazione stretta, in vista
del bene comune, materiale o spirituale, per il quale
desideriamo lavorare insieme a beneficio di tutti gli
abitanti di questa Terra Santa.
Rivolgendomi ai fedeli, penso specialmente ai malati e a quelli che li curano e li aiutano a portare la loro croce
con coraggio e fede, sull’esempio del Signore che ha percorso le vie strette di questa città, portando la sua propria
croce.
Penso a tutte le famiglie, straziate da diversi problemi di separazione, di violenza o di paura, spesso davanti ad
un presente drammatico ed ad un avvenire pieno di incognite.
Penso a tutte le famiglie ed a tutti quei giovani, assillati dalla disoccupazione ed obbligati spesso ad espatriare
in cerca di lavoro. Posso dirvi che il dramma dell’emigrazione è stato al centro del colloquio svoltosi tra il Santo
Padre e S.M. il Re di Giordania, il lunedì 12 settembre scorso, e al quale ho avuto la gioia di partecipare.
Incoraggio e benedico tutti gli sforzi impiegati per trovare una soluzione a questo dramma che non risparmia
nessuno degli Stati di cui il Patriarcato Latino di Gerusalemme porta la preoccupazione e la responsabilità.
Auguro di poter entrare in contatto con tutti coloro, Stati o Organismi, che potrebbero portarci il loro aiuto in
questo campo.
Che la Vergine Maria, Mater dolorosa, che ha conosciuto la solitudine, l’emigrazione costretta verso l’Egitto
e la vita nascosta ci protegga e ci aiuti ad associare le nostre sofferenze a quelle di suo Figlio.
Nel nostro Patriarcato, tanto in Giordania quanto in Palestina e in Israele, le nostre scuole cattoliche sono
sempre state al cuore delle nostre parrocchie e la sorgente di vocazioni sacerdotali o religiose. Numerosi sono
anche gli Istituti d’insegnamento e le Università in questi tre paesi. All’inizio della mia missione accanto a Sua
Beatitudine, invio un saluto cordiale al mondo dell’educazione e della scienza, a professori e responsabili. Siano
ringraziati per la formazione che prodigano e per la loro volontà di forgiare degli uomini competenti, colmi della
sapienza di Dio e pronti ad assumere le loro responsabilità nella costruzione di una società, dove si respira una
cultura di pace e di dialogo tra i popoli.
Mi rivolgo volentieri e in un modo speciale al clero del Patriarcato, alla Custodia di Terra Santa qui presente dal
1342, a tutti i religiosi e religiose che si trovano in questo territorio, a tutti i conventi, a tutte le anime consacrate
nella diversità dei loro carismi. Mi sta a cuore sottolineare l’importanza della loro presenza, delle loro attività,
dei loro sacrifici e delle loro preghiere per la realizzazione del Regno di Dio. È una ricchezza inestimabile.
Insieme, formiamo una Chiesa, una famiglia. Insieme, formiamo “una comunità sacramentale” come dice la
Pastores Gregis (n.47). Insieme, portiamo la responsabilità della fede e della giustizia in questa regione. Insieme,
condividiamo le preoccupazioni e le gioie di questa città santa. Conto molto sul vostro aiuto fraterno, sul vostro
impegno generoso e sulle vostre preghiere. Grazie in anticipo.
Frati della Corda
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dicembre 2005
Mons. Maroun LAHHAM, oramai vescovo di Tunisi, ha fatto bene a scegliere il Seminario di Beit Jalah come
luogo della sua ordinazione episcopale. Sottolinea così l’importanza vitale di questo Istituto che è guidato oramai
dal nostro caro Mons. SHOMALI e dalla sua dinamica équipe. È a questo seminario ed ai cari Padri del Sacro
Cuore di Betharram che generazioni di preti e tanti vescovi del Patriarcato devono la loro formazione umana e
sacerdotale. Il Signore, che vede nel segreto, ricompensi tutti in modo manifesto o nel segreto dei cuori.
Vorrei dire una parola di stima, di amicizia e di gratitudine a tutti i sacerdoti, i religiosi, i parroci e i vicari
cooperatori impegnati nel servizio pastorale, umile e discreto, delle parrocchie di Giordania, Palestina, Israele e
Cipro, in collaborazione con le nostre care Suore del Rosario o di altri Istituti. Sono loro che portano il peso del
giorno, del freddo e del caldo. Sono loro che curano il contatto diretto con le anime. Il loro lavoro è indispensabile,
anche se spesso è inosservato.
Tutti conoscono la presenza e la bella testimonianza in questi luoghi delle diverse Chiese cattoliche e comunità
ecclesiali. Sono felice ed onorato di poter lavorare con l’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, e di
approfittare della loro esperienza. Sono informato dello spirito ecumenico che ci unisce ai fratelli ortodossi e
protestanti, e della volontà comune di collaborare. I miei migliori auguri e l’assicurazione della mia preghiera
vanno a S.B. il nuovo Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, eletto all’unanimità il 22 agosto scorso. Che
la tolleranza, il rispetto reciproco e l’amore fraterno siano la testimonianza resa dalla nostra fede nell’unico
Signore.
Ai miei concittadini arabi musulmani e drusi in Giordania, Palestina ed Israele, ripeto le parole che il Papa
BENEDETTO XVI ha pronunciato all’ inaugurazione del suo pontificato: “Esprimo la mia soddisfazione per lo
sviluppo del dialogo tra musulmani e cristiani, tanto a livello locale che internazionale. Vi assicuro che la Chiesa
desidera continuare a costruire dei ponti di amicizia coi fedeli di tutte le religioni, nello scopo di ricercare il bene
autentico di ogni persona e della società nel suo insieme. I nostri sforzi per incontrarci e promuovere il dialogo
costituiscono un prezioso contributo per costruire la pace su fondamenti solidi.”
Mi permetto di rivolgere finalmente un saluto al popolo ebraico. In questi tempi portiamo tutti il segno
profondo della sofferenza, della violenza e dell’assenza di pace, ma oso dire anche della speranza di un avvenire
migliore. Faccio mie le parole che il Santo Padre rivolse ai due Rabbini Capi d’Israele, Shlomo Moshe AMAR e
Yona METZGER, così come al loro seguito, il 15 settembre scorso: “Dobbiamo continuare ad insistere sul fatto che
le religioni e la pace vanno di pari passo, perché la fede religiosa e la sua pratica non possono essere separate
dalla difesa dell’immagine di Dio in ogni essere umano.” Che il Signore ci colmi delle sue benedizioni per un
avvenire più felice.
Concludendo, non posso trattenermi dal sognare. Siamo qui, a Gerusalemme, all’incrocio delle nazioni, nel
cuore del Tempio dei credenti al Dio unico. La storia ci ha insegnato quanto la durezza dei cuori abbia messo
ostacoli alla volontà divina di riunire nella pace, la giustizia e la prosperità di tutti i popoli. Ma la storia ci insegna
anche che questa benedizione rimane per sempre e è destinata oramai alle nazioni dell’universo intero. Un mondo
nuovo ci è stato proposto da Colui che è vissuto su questa terra, Parola del Padre, segno del suo amore eterno per
gli uomini. Questo mondo è quello dell’amore, della stima e del rispetto tra tutti. Questo mondo è esattamente il
mondo che ci è richiesto oggi di costruire, affinché Gerusalemme sia ciò che deve essere in verità, cioè il luogo
dell’incontro degli uomini, di tutte le razze e di tutte le culture dell’universo, per la più grande gloria di Dio.
Venga questa nuova Gerusalemme che il Signore ci chiede di costruire tutti insieme, dove non ci saranno più
né lacrime né lutti, ma solamente l’amore che deve unire tutti i figli di Dio. Amen. Così sia.
Frati della Corda
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dicembre 2005
DALLA CURIA CUSTODIALE
DECISIONI DISCRETORIALI DEL 24 NOVEMBRE 2005
La seduta del Discretorio prevista per il 19 gennaio ad Akko viene anticipata al 12.
1. Attività della Curia
Il Custode è stato in Egitto dove ha incontrato le nostre due comunità; i frati stanno bene e vivono in santa
armonia.
La chiesa di San Giuseppe è in buone condizioni, ma il convento ha bisogno di ristrutturazione. Il Muski ha
bisogno di essere risistemato e ripulito. Anche la biblioteca ha bisogno di essere risistemata e aggiornata. Nella
riunione con il Custode si è deciso di rivedere i criteri di prenotazione dei libri, che fino ad oggi passano in molti
casi attraverso i Commissari, e di stabilire un budget annuale per gli acquisti e gli abbonamenti dal quale attingere
direttamente per finanziare le attività del centro.
Si è discusso più volte insieme a tutti i frati circa il futuro della nostra presenza in Egitto. La decisione potrà
essere presa solo in accordo con la Curia Generale e la Provincia egiziana.
Nell’incontro con il provinciale, fra Joseph AMIN, si è espressa la volontà di collaborare tra le due entità
sul piano pastorale. Fino al prossimo capitolo custodiale non si prenderanno decisioni riguardo al futuro; nel
frattempo, d’accordo con il Ministro Generale, cercheremo di chiarire le varie prospettive.
Il problema di personale, sia a San Giuseppe che al Muski, è serio e da parte della Custodia sarà necessario fare
uno sforzo per rafforzare le due comunità.
Fra Jerzy KRAJ è stato in Italia per fare il punto della situazione circa Casalotti: un Istituto religioso sembra
interessato a prendere in comodato il collegio e la parrocchia di Casalotti. Aveva anche mandato per preparare e
definire le modalità per l’apertura al Monte Tabor e poi ad Emmaus di una casa gestita da Mondo X. Dopo aver
visitato i loro centri di accoglienza e di gestione di importanti centri è stato preparato un breve pro memoria di
proposte per il Discretorio.
2. Movimento di personale
Fra Michael SARQUAH OFM è nominato addetto al Campo dei Pastori.
Fra John MUSCAT OFM, della provincia di San Paolo - Malta, volontario in Terra Santa, è stato destinato a
Nazareth: addetto al santuario, confessore.
3. Santuari
a. Si accetta che venga preparato un mosaico rappresentante papa GIOVANNI PAOLO II a Tabgha.
b. Dato che il Discretorio ha deciso che tutte le parrocchie di Terra Santa abbiano il proprio centro parrocchiale,
su richiesta del parroco, si autorizza che venga progettato un centro per Cana di Galilea.
c. Su richiesta del superiore di San Giovanni del Deserto si decide di recintare il terreno della Custodia
confinante con il moshav e di risistemare la stanza al secondo piano dell’ingresso del convento.
d. Si decide che venga definitivamente chiuso il negozio di souvenirs presso il Campo dei Pastori.
Frati della Corda
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dicembre 2005
4. Formazione
a. Si delega fra Noel MUSCAT per organizzare vari raduni zonali per i professi solenni under 10.
b. Il Discretorio valuta il Capitolo zonale dei frati di Giudea a Qiriat Ye’arim. È stata apprezzata da tutti i
partecipanti la bontà dell’iniziativa: buona l’atmosfera. Si apprezzano i discorsi franchi e trasparenti. È stata
una bella convivenza. L’iniziativa sarà da ripetere, ponendo attenzione a meglio organizzare gli incontri per
consentire la partecipazione di tutti.
c. Quatto sono gli studenti professi solenni in seminario: fra Zaher ABBOUD, fra Rami ASAKRIEH, fra Usama
BAHBAH e fra Carlos HERNANDEZ. Saranno destinati alle rispettive fraternità all’inizio del secondo semestre.
5. Questioni economiche e legali
a. Si accorda un mensile al Promotore vocazionale custodiale.
b. Dal momento che la crisi dei pellegrinaggi sembra finita, molti conventi non hanno più bisogno di mensile.
A partire dal 1º gennaio 2006 il Discretorio decide di abolire il budget della Visitazione, del Getsemani, del Santo
Sepolcro (l’economato pagherà i dipendenti del convento), del Cenacolo, di San Pietro – Tabgha e di abbassare il
mensile di Betfage, di Betania, di Betlemme, di Cana e di Nazareth.
c. Si discute lungamente insieme all’Economo custodiale sulla preparazione del budget 2006, concentrandosi
soprattutto sulle spese straordinarie e gli investimenti necessari per l’anno venturo. La discussione continuerà
anche nella prossima seduta del Discretorio, dove le singole voci saranno precisate meglio.
d. Si permette al Guardiano di Washington di valutare e poi eventualmente decidere sulla bontà di uno scambio
di terreno tra il commissariato e un’associazione non profit.
e. Si approva il sistema manageriale che ridefinisce i criteri di approvazione ed esecuzione di tutti i nostri
grandi lavori edilizi (Costruction Management Method), che dovrà essere pubblicato entro le prossime settimane
e reso noto a tutte le entità della Custodia. È stata scelta, inoltre, una società che per tre anni s’incaricherà di
seguire i lavori della Custodia in Giudea. Nei prossimi mesi verrà scelta anche un’altra società per la Galilea.
f. Si valuta la proposta di rivedere il nuovo sistema legale della Custodia (avvocati e procedure). Una decisione
chiara e definitiva verrà presa quando l’argomento sarà maturato.
g. Si studia e si elabora in via definitiva il progetto per la nuova curia custodiale.
Frati della Corda
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dicembre 2005
LETTERE
Richiesta di Confessori al Ministro Generale
e annuncio dell’Incontro dei Commissari (novembre 2006)
Gerusalemme, lunedì 7 novembre 2005
Prot. B-0734/05
Rev.mo Padre José RODRÌGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro Generale
Via Santa Maria Mediatrice, 25
00165 ROMA Italy
----------------------------Carissimo Padre,
Il Signore ti dia pace!
Siamo tutti chiamati a celebrare l’VIII centenario di fondazione del nostro Ordine e voglio esprimerti subito
il mio più sincero ringraziamento per le tue lettere che, nelle varie ricorrenze delle nostre Feste ci ricordano
autorevolmente il nostro impegno di celebrare questo importante traguardo rinnovando e radicando la nostra
testimonianza, sottolineando ogni volta quello spirito di fraternità e di dialogo che tra noi e verso tutti deve
risplendere come caratteristica fondante del nostro essere frati minori.
Tra gli impegni che la Custodia di Terra Santa vorrebbe organizzare per solennizzare e rendere fecondo questo
anniversario, sto pensando a un Convegno Internazionale di tutti i Commissari di Terra Santa, il cui progetto e
finalità ti sottopongo nella speranza che abbiano la tua approvazione, pronto ad accogliere ogni suggerimento che
riterrai opportuno, anche nei confronti della data che – orientativamente – sarebbe fissata dal 19 al 25 novembre
2006.
Questo vuole anche essere un affettuoso invito che ti rivolgo contando sull’anticipo che forse può permetterti
una visita a Gerusalemme che per noi sarebbe graditissima e importante: la tua parola in un Incontro che si
rinnova a cinquant’anni dall’unico Convegno dedicato a tutti i Commissari, sono certo sarebbe una grazia per
tutta la Custodia! Conto anche sulla tua preghiera e sulla tua benedizione.
Sto pensando a questo Incontro Internazione perchè credo sia tempo di ripensare al ruolo dei Commissari: una
giusta attenzione ai segni dei tempi porta a considerare l’urgenza di rivedere questa importante figura alla luce dei
nuovi bisogni che premono sulla scena internazionale; soprattutto si dovrà tener conto del cammino che l’Ordine
ha fatto in questi cinquant’anni e quindi l’inserimento di questo Convegno nel ripensamento generale che tutto
l’Ordine è chiamato a fare e gli stessi tuoi suggerimenti, mi sembra che costituiscano un terreno adatto perché
questo Incontro porti buoni frutti. Un lasso di tempo così lungo dal primo Convegno, l’urgenza di rispondere alle
sfide di un mondo che cambia molto velocemente, portano in primo piano la necessità di comunicarci esperienze,
confrontare progetti, concordare strategie. Avverto l’urgente necessità di un ripensamento che porti nuova vita e
renda efficace la comunicazione interna e l’intercomunicazione fra Commissari – Province – Custodia – Chiesa
Locale – Chiesa Universale: questi ponti vanno consolidati, resi e mantenuti agibili, percorribili con serenità e
fiducia.
Frati della Corda
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dicembre 2005
La Custodia di Terra Santa sta sviluppando strategie di comunicazione che vogliono coinvolgere un sempre
maggior numero di persone, creando sensibilità e suscitando responsabilità che, nel superamento degli schematismi
imposti dall’informazione corrente, portino a concertare iniziative che davvero siano utili a questa Terra che Dio
ha scelto per comunicare con gli uomini. Dalla Sua Parola alle nostre parole, nella speranza che conoscersi,
calarsi nei panni gli uni degli altri, capire le difficoltà, rimuovere ostacoli, svecchiare procedure, tutto ci aiuti ad
essere sempre più radicalmente quello che dobbiamo essere. Per tutti questi motivi mi piace pensare che questo
Convegno Internazione dei Commissari di Terra Santa possa segnare una tappa importante per l’oggi e il futuro
della Custodia che, ospitando l’Incontro, offre un luogo privilegiato per far conoscere la realtà della sua presenza
a Gerusalemme e in Israele-Palestina.
Si pensa di estendere l’invito a tutti i Presidenti delle Conferenze Francescane e/o ai loro Rappresentanti: pensi
che sia una buona idea? Naturalmente il Convegno vedrà la partecipazione dei Rappresentanti della Congregazione
delle Chiese Orientali.
Come procedere ora? Possiamo mandare le convocazioni? È meglio che la faccia la Curia Generalizia? Attendo
le tue indicazioni.
Approfitto di questa occasione per sottoporti un problema che si sta evidenziando con sempre maggiore urgenza
e per il quale ci è gradito il tuo paterno consiglio.
I pellegrinaggi stanno riprendendo, il flusso cominciato dallo scorso anno non ha subito flessioni e pian
piano va portando sempre più gente in tutti i Luoghi Santi. Nel frattempo la Custodia ha fissato nuovi orari di
apertura dei Santuari e approvato ad experimentum il Regolamento per la Basilica della Risurrezione. Soprattutto
a Nazareth, al Getsemani e alla Basilica della Risurrezione è cresciuto l’impegno per offrire ai pellegrini spazi
per la preghiera e la riflessione, che vediamo ben accetti e apprezzati: da questo, spesse volte nasce in loro, il
desiderio di accostarsi (o riaccostarsi) al sacramento della Riconciliazione, nonostante siano pressati da orari e
itinerari da rispettare.
Abbiamo bisogno di Confessori perchè le nostre forze non bastano: bisogna tener conto che i gruppi possono
essere numerosi, che l’esempio di uno che chiede la Confessione è normalmente seguito da altri; che il riaccostarsi
al sacramento magari dopo anni, richiede la dovuta attenzione, e il tempo necessario… Un frate, anche se ha solo
questo incarico, è assolutamente insufficiente.
Cosa fare: ci è nata l’idea di scrivere a tutti i Provinciali dell’Ordine e delle altre Famiglie francescane per
sottoporre a loro questa nostra necessità chiedendo sacerdoti francescani e non, religiosi e secolari, che siano
disposti a stare con noi per un periodo di tempo più o meno lungo (almeno un mese), a condizioni che vedremo
come concordare, per svolgere questo irrinunciabile ministero sacramentale. Ti sembra un’idea fattibile? Hai altro
da suggerirci? Il problema c’è, e riguarda soprattutto pellegrini italiani e spagnoli, ma non mancano gli altri…
Se sei d’accordo, come dobbiamo procedere concretamente? Chi scrive la lettera? ecc…
Ti ringrazio per l’attenzione e ho speranza che tu voglia apprezzare quanto ho in animo di fare e mi possa
mandare tue proposte e suggerimenti. In unione di intenti, di speranza e di preghiera…
fra Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
Frati della Corda
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Risposta del Ministro Generale
Roma, 8 novembre 2005
Prot. 096251
Rev.mo Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
Terra Santa Convent
P.O.B.186
91001 Jerusalem - Israel
Carissimo fra Pierbattista, Custode,
il Signore ti dia pace!
Prima di tutto grazie della tua lettera del 7 novembre 2005 (Prot. B-0734/05). Sono veramente contento dell’idea
di organizzare un Congresso Internazionale per tutti i Commissari di Terra Santa. Anch’io sono convinto, infatti,
che sia arrivato il momento di ripensare la figura del Commissario alla luce dei nuovi bisogni, tenendo conto del
cammino dell’Ordine in questi ultimi anni. Per questo motivo, rispondendo alla tua fraterna richiesta, do ben
volentieri la mia approvazione per la celebrazione di tale Convegno e fin da ora ti comunico che, con la grazia del
Signore, penso di essere presente a tale evento, che considero importante per la Custodia e per l’Ordine. Le date
che proponi, dal 19 al 25 novembre 2006, vanno molto bene per me e per quanto riguarda la convocazione credo
sia meglio se la fa direttamente il Custode. Certamente in essa, se lo credi opportuno, puoi fare riferimento sia
alla mia approvazione che alla mia presenza.
Riguardo, poi, alla proposta di scrivere una lettera per chiedere l’aiuto di sacerdoti confessori, ritengo si debba
provare a cercare prima tra i nostri frati, senza escludere gli altri, e, una volta vista la risposta dell’Ordine, valutare
l’opportunità di scrivere anche agli altri membri della Famiglia Francescana. Mi chiedi anche chi debba scrivere
tale lettera. La lettera per i Ministri provinciali OFM forse sarebbe bene che la scrivesse il Ministro generale, come
era stato fatto per quella del giubileo del 2000, sperando così di “toccare” un po’ di più il cuore dei frati. Cosa ne
pensi? Aspetto una tua gentile risposta.
Carissimo Pierbattista, approfitto di questa occasione per ringraziarti con tutto il cuore per quanto tu e il tuo
Discretorio state facendo per l’animazione della vita della “perla delle missioni”. Sai quanto mi sta a cuore la
Custodia di Terra Santa e ti assicuro che farò quanto è nelle mie possibilità per far sì che la Custodia continui a
svolgere la sua missione con rinnovata “fedeltà creativa”.
fra José RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM
Ministro Generale
Frati della Corda
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dicembre 2005
Annuncio del convegno dei Commissari a S.E. Mons Moussa DAOUD
Gerusalemme, lunedì 7 novembre 2005
Prot. B-0736/05
Sua Eminenza Rev.ma
Cardinale Moussa DAOUD
Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali
Città del Vaticano
----------------------------Eminenza Reverendissima,
Con la presente desidero informarLa che stiamo programmando, orientativamente dal 19 al 25 novembre del
prossimo anno, il Convegno di tutti i Commissari di Terra Santa, che si terrà a Gerusalemme. Questo Incontro si
svolge a quasi cinquant’anni dal primo raduno internazione dei Commissari e viene a costituire, quindi, un evento
particolare cui diamo particolare importanza.
Scopo del Convegno, oltre allo scambio di esperienze senza alcun dubbio necessario e arricchente perché ci
presenterà situazioni molto diversificate tra loro, è di chiarire, definendolo al meglio, il ruolo del Commissario
oggi, il supporto che è chiamato a svolgere nei confronti della Terra Santa, la relazione con le Chiese Locali e i
problemi che riguardano specificamente la Colletta del Venerdì Santo.
Certo ci farebbe piacere che a questo Convegno partecipasse un Rappresentante della Congregazione delle
Chiese Orientali insieme al quale confrontarci, scambiare opinioni, manifestare problemi, perché è importante
che le concordanze che emergeranno, le strategie che verranno proposte, gli impegni che si assumeranno riflettano
anche i desideri della Congregazione che rappresenta in questa nostra Terra, l’autorevolezza della Chiesa.
Certi del Suo paterno interessamento, chiediamo un ricordo particolare nella preghiera e la Benedizione di
questo nostro progetto.
fra Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custode di Terra Santa
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
Frati della Corda
12
dicembre 2005
Formazione Permanente
Gerusalemme, lunedì 9 novembre 2005
Prot. B-0751/05
A tutti i Guardiani, Superiori, Presidenti, Economi locali
di Terra Santa
----------------------------Carissimi confratelli,
Il Signore vi dia la Sua pace!
Eccovi le nuove date per l’incontro di Formazione Permanente che, dal 5-7 novembre, era stato annullato a
causa dell’indisposizione del Relatore.
Quasi tutti i convocati all’incontro erano iscritti e con la presente vi chiedo di annotare che
la sessione di Formazione Permanente per i Superiori e gli Economi
si terrà dal 5 al 7 dicembre ad Haifa
presso il convento Stella Maris.
I temi dell’incontro saranno:
«La conduzione del Capitolo e la leadership del Guardiano»
Relatore: Prof. don Antonio ARTO, docente dell’Università Salesiana
«Povertà francescana e problemi economici nell’Ordine oggi»
Relatore: fra Giancarlo LATI OFM, Economo Generale
Programma:
Lunedì 5 Dicembre
• In mattinata: arrivo e sistemazione a Stella Maris, Haifa.
• Pranzo ore 13.00
• Introduzione e presentazione a cura del Custode.
• 1a Conferenza di don Antonio ARTO: «La conduzione del Capitolo locale».
• Vespri e Cena.
Martedì 6 Dicembre
Mattino:
• Messa con Lodi inserite - Colazione.
• 2a Conferenza di don Antonio ARTO: «La leadership del Guardiano».
• Intervallo.
• Lavori di gruppo.
• Pranzo.
Frati della Corda
13
dicembre 2005
Pomeriggio:
• Assemblea conclusiva
• Intervallo.
• 1a Conferenza di fra Giancarlo LATI: «I francecsani che vivono da poveri nella realtà odierna»
• Vespri e Cena.
Mercoledì 7 Dicembre
Mattino:
• Messa con Lodi inserite - Colazione.
• Lavori di gruppo - Pranzo.
• Intervallo.
• 2a Conferenza di fra Giancarlo LATI: «Come organizzare l’ufficio dell’economato».
• Pranzo.
Pomeriggio:
• Assemblea conclusiva
• Conclusione sotto la presidenza del Custode, di don Antonio ARTO e di fra Giancarlo LATI.
• Vespri.
La presenza all’incontro delle persone elencate non è facoltativa, e va confermata (o riconfermata) a stretto
giro di posta a fra Ricardo BUSTOS OFM, guardiano della Basilica di Nazareth. La quota di partecipazione è fissata
a 30 dollari, o l’equivalente in shequel.
Non ci sarà autobus per recarsi ad Haifa: ogni comunità è invitata mettersi in contatto con quelle più vicine
per provvedere al meglio.
Certo che tutti e ciascuno avvertiamo l’importanza del ritrovarci insieme per formarci, riflettere e discutere sul
ruolo che ricopriamo e le responsabilità che comporta, e nella speranza di trovarci tutti a Haifa, auguro di cuore:
Pace e Bene.
-------------------------------------------1. fra Abdel Masih F. FAHIM
Economo custodiale
2. fra Artemio VITORES
Vice economo custodiale
3. fra Justo ARTARAZ
Guardiano: S. Caterina - Betlemme
4. fra Gérard BOURDONNEAU
Guardiano, economo: Trasfigurazione - Tabor
5. fra Ricardo M. BUSTOS
Guardiano, economo: Ss. Annunziata - Nazaret
6. fra Fergus CLARKE
Guardiano: S. Giovanni Battista - Ain Karem
7. fra Rafael DORADO
Guardiano: Getsemani
8. fra Dobromir JASZTAL
Guardiano, economo: Flagellazione
9. fra Jerzy KRAJ
Guardiano: S. Salvatore
10. fra Emilio BÁRCENA
Superiore, economo: Le Palme - Betfage
11. fra Quirico CALELLA
Superiore, economo: S. Francesco - Acri
12. fra Raffaele CAPUTO
Superiore, economo: S. Nicodemo - Ramleh
13. fra Casimiro FRAPPORTI
Superiore: Visitazione - Ain Karem
14. fra Lucio GIRON
Superiore: S. Pietro - Tiberiade
15. fra Simon P. HERRO
Superiore, economo: Primo Miracolo - Cana
16. fra Hartwig HUCKLE
Superiore, economo: Dominus Flevit
17. fra Vincenzo IANNIELLO
Superiore, economo: Terra Sancta College
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14
fra Stéphane MILOVITCH OFM
Segretario di Terra Santa
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18. fra Eugenio KAMAR
19. fra Sergio OLMEDO FLORES
20. fra Angelico PILLA
21. fra Apolinary SZWED
22. fra Feras HEJAZIN
23. fra Arturo VASATURO
24. fra Jerome VOUR-DERY
25. fra Franciszek WIATER
26. fra Eduardo SANCHEZ
27. fra Raùl F. DINAMARCA
28. fra Wladyslaw BRZEZINSKI
29. fra Ammar SHAHIN
30. fra Daniel BARRERA
31. fra Francisco FERNANDEZ
32. fra Francisco VIGH
33. fra Johannes SIMON
34. fra John BOMAH
35. fra Luis GARCIA
36. fra Michael RAUM
37. fra Narcyz KLIMAS
38. fra Severino LUBECKI
Superiore, economo: S. Lazzaro - Betania
Superiore, economo: S. Giovanni al Deserto
Superiore: Primato di Pietro - Tabgha
Superiore, economo: SS. Simeone e Anna
Superiore: Gerico
Superiore, economo: S. Antonio - Giaffa
Superiore, economo: Cafarnao
Superiore, economo: S. Cleofa - Emmaus
Superiore: S. Pietro - Giaffa
Presidente, economo: Cenacolo
Superiore: S. Sepolcro
Economo: Tabgha
Economo: Tiberiade
Economo: Visitazione
Economo: Gerico
Economo: S Giovanni – Ain Karem
Economo: S. Sepolcro
Economo: San Salvatore
Economo: Getsemani
Economo: S. Pietro - Giaffa
Economo: Santa Caterina - Betlemme
ORDINAZIONE SACERDOTALE
Sabato 5 novembre, nella basilica di Nostra Signora di Bakhdida – Iraq, fra Sebastiano MATTI OFM, della
Custodia di Terra Santa, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito siro antiocheno per l’imposizione
delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mar Basilius Giorgio MOUSA, vescovo diocesano siriaco di Bakhdida
Karakosh.
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VISITA DEL CUSTODE DI TERRA SANTA IN EGITTO
Dal 13 al 17 novembre 2005, il Rev.mo padre
Pierbattista PIZZABALLA OFM, Custode di Terra Santa, ha
visitato per la sua prima volta le comunità francescane
d’Egitto che fanno parte della Custodia.
Domenica 13 novembre alle ore 12.45 è giunto
all’aeroporto del Cairo, ricevuto dal Guardiano, fra
Mamdouh CHEHAB e ha pranzato con noi al convento di
San Giuseppe.
Alla cena, sempre a San Giuseppe, erano presenti
anche i confratelli del Muski.
Lunedì 14 novembre: la giornata è iniziato con la
Celebrazione Eucaristica e la preghiera dell’ufficio, per
proseguire, alle ore 10, con la visita al Patriarca coptocattolico, il Cardinale STEFANOS II GHATTAS, nella sua
residenza di Via Ibn Sandar, Pont de Kubbeh.
Alle ore 18.30, fra Pierbattista ha presieduto la
Santa Messa in arabo nella chiesa di San Giuseppe;
concelebravano i religiosi della comunità. Ha tenuto
l’omelia in italiano, e il Parroco l’ha tradotta in arabo
per i presenti tra i quali c’erano una trentina di Religiose
Francescane del C.I.M. Il servizio d’ordine era svolto
dalle scouts. Al termine della Santa Messa il Custode
si è recato alla porta della chiesa, dove ha salutato
personalmente i fedeli.
Sua Beatitudine Stefanos II GHATTAS, è nato il 16
gennaio del 1920 nel villaggio di Sheikh Zein-Din, nei
pressi di Tahta (Alto Egitto); ordinato sacerdote a Roma
il 25 marzo 1944. Ha insegnato filosofia e teologia
dogmatica nei seminari di Tahta e di Tanta. Nel 1952
entra nella Congregazione dei Lazzaristi.
L’8 maggio 1967 il Sinodo copto-cattolico lo elegge
vescovo di Tebe-Luxor. Il 24 febbraio 1984 è nominato
Amministratore Apostolico del Patriarcato. In seguito
Frati della Corda
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alle dimissioni del Patriarca Stefanos I SIDARUS, per
limite di età e motivi di salute, il 9 giugno 1986 il
Sinodo lo sceglie all’unanimità come nuovo Patriarca
per i copti-cattolici e prende il nome di Stefanos
GHATTAS II. Il 26-28 febbraio 2000, in occasione del
giubileo, accoglie il Papa Giovanni Paolo II a nome
della gerarchia cattolica in Egitto. Il 21 febbraio 2001
viene nominato Cardinale.
A fine mattinata il Custode visita il convento e la
chiesa dell’Assunta, e quindi il Centro Francescano di
Studi Orientali Cristiani del Muski.
Alcune notizie sul Convento e sul Muski: La
presenza francescana in questo quartiere risale al
1632, quando il Custode di Terra Santa Paolo da Lodi,
otteneva dal Console di Venezia Giovanni Donato una
dimora fissa al Cairo per i suoi frati. Accanto alla loro
residenza venne eretta pure una cappella. L’Ambasciata
era situata presso il quartiere del Muski, famoso
mercato del Cairo, oggi Via Bendaka (=dei Veneziani).
Il grande flusso di europei favorito da Muhammad Ali
e successori, fece del convento del Muski la parrocchia
latina più grande del Cairo, con tre succursali:
San Giuseppe, Bulacco e Meadi, divenute più tardi
parrocchie indipendenti.
La parrocchia del Muski ebbe il suo più grande
sviluppo nell’ultimo decennio dell’Ottocento e i primi
del Novecento, con un numero di fedeli che si aggirava
sulle 20.000 anime, in maggioranza italiani, ma con
buon numero di maltesi, austriaci, slavi, francesi e
orientali. La chiesa del Muski, cattedrale fin dal 1858,
era punto di riferimento di tutte queste nazionalità,
come testimonia il ricco archivio parrocchiale le cui
prime date risalgono al 1611. In quaresima, nei tempi
Frati della Corda
17
della grande parrocchia, si teneva il quaresimale in 5
lingue:italiano, maltese, francese, tedesco, slavo. Molte
attività parrocchiali si svolgevano attorno al Santuario
della Madonna, dichiarata nel 1939 Regina d’Egitto
dal Cardinale Gustavo TESTA.
Dopo la seconda guerra mondiale, in seguito alla
rivoluzione egiziana del 1952 e soprattutto a causa
della nazionalizzazione del Canale di Suez (1956) si
assiste a un grande esodo. La parrocchia è ridotta a
poche famiglie. Per riattivare il grande convento, la
Custodia di Terra Santa fondò il Centro Francescano
di Studi Orientali Cristiani, che tutti conosciamo come
il “Muski”.
Questo veniva inaugurato il 16 settembre 1954 dal
Custode fra Giacinto FACCIO, in presenza del Primo
Presidente della Repubblica Egiziana, Muhammad
NAGHIB, il Delegato Apostolico, il Vescovo Latino e
varie personalità civili e religiose.
Gli obbiettivi del Centro sono principalmente due:
continuare le ricerche sulla storia di Terra Santa, sulla
pista di Girolamo GOLUBOVICH; e incrementare gli studi
riguardanti le comunità cristiane del Medio Oriente,
curando ricerche e pubblicazioni di studi. Il Muski
dispone di una grande e preziosa biblioteca, con circa
cinquantamila volumi, riviste e soprattutto manoscritti
arabo- cristiani, e una preziosa collezione di manoscritti
islamici ancora non catalogati. Un tesoro da custodire
gelosamente.
Il Rev.mo Custode ha incontrato la comunità del
Muski, composta da fra Vicenzo MISTRIH e fra Wadia
ABU-LIF. Erano presenti fra Mamdouh e fra Antonio.
Con loro ha preso in esame le tante necessità che si
dicembre 2005
personale. Quali strategie adottare? Ogni regione della
Custodia ha i suoi problemi.
sono: la comunità e il Centro hanno bisogno urgente di
personale; il Centro ha chiesto fondi per riviste, libri e
altro materiale per la biblioteca; inoltre bisognerebbe
digitare tutto il materiale esistente. Un’impresa non
facile. È necessario poi continuare i lavori edilizi per
sistemare il resto del convento, restaurare il pianterreno
della biblioteca: per questi lavori il Custode invita a
intendersi con l’amministrazione locale.
Ore 20.00: Cena di gala in onore del Custode,
preparata dal chief Adel. Tra i principali invitati: il
Patriarca STEFANOS II e il suo segretario personale,
il Nunzio Apostolico Mons. Marco Dino BROGI e il
segretario della Nunziatura, il Generale dei Padri
Trinitari con i religiosi presenti al Cairo, fra Joseph
AMIN, Provinciale dei francescani d’Egitto, il priore dei
Padri Domenicani, il Guardiano di Ghiza con Abuna
Botros e Abuna Farid, suor Valeria, Provinciale delle
Suore Francescane del C.I.M. e suor Eleonora, la
Superiora di Kasr el-Nil, suor Margherita, Delegata delle
Suore Elisabettine per l’Egitto e il Sudan, con alcune
consorelle. Tra le autorità civili: S.E. Antonio BADINI,
ambasciatore d’Italia, il contrammiraglio Tommaso
ANGELINI, addetto alla difesa, con la consorte Carla, il
sig. Marc INNARO, corrispondente della RAI in Medio
Oriente e Africa del Nord, con la consorte Emanuela.
A fine cena, il Custode ha ringraziato tutti i presenti.
Il Nunzio ha ringraziato la Custodia per il servizio paAccanto alla vita di studio e di ricerca, non bisogna
storale e liturgico svolto dalla comunità francescana nella
dimenticare la gente del quartiere e i loro bisogni.
chiesa di San Giuseppe. I presenti hanno fatto alcune doDobbiamo continuare ad aiutare i poveri con il lascito
mande al Custode sull’attuale situazione dei Luoghi Sandi fra Ladislao.
ti. Ultimo saluto del Custode: vi aspetto a Gerusalemme.
La discussione è continuata poi con l’esame dell’idea
Martedì 15 novembre: il Padre Custode, accompagnato
di cambiare posto al Centro, portandolo, per es. a
da fra Antonio, si è recato a Clot-Bey per celebrare la
San Giuseppe, dopo aver preparato le strutture. Una
S. Messa nella cappella delle Suore Francescane del
proposta già avanzata da tempo, ma che non ha trovato
C.I.M. In questa casa visse la loro fondatrice, la Beata
riscontro fino ad oggi. Come neppure si è avuta risposta
Caterina TROIANI, dal suo arrivo il 14 settembre 1859
alla domanda fatta tempo fa da qualcuno interessato al
fino alla morte (6 maggio 1887). Qui preparava le
problema: la Custodia, l’Ordine Francescano vogliono
sue suore per la futura missione, raccoglieva orfane e
questo Centro? Sono interessati al suo avvenire? Solo
loro possono assicurare la continuità di questo Centro.
Ora di pranzo: allegria con un po’ di vino di fra
Vincenzo, quello buono, “daraga ula” quello che solo a
Yacubie (paese natale di fra Vincenzo) sanno fare! Tra
gli invitati: la madre provinciale delle Suore francescane
del C.I.M e Suor Emerenziana, la superiora della casa di
Clot-bey; non poteva mancare la sig.na Yvonne, erede
delle antiche glorie del Muski e di Darb Barabra.
Alle 5 del pomeriggio, il Rev.mo P. Custode ha
tenuto un incontro con i religiosi di San Giuseppe e del
Muski. La Custodia come tutte le province dell’Ordine
e tanti altri Istituti, deve far fronte alla mancanza di
Frati della Corda
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bambine trovatelle; alla porta di questa casa venivano
lasciati, in una cesta, i bambini indesiderati.
La cappella fu fatta costruire dalla Beata Caterina
140 anni or sono, con un contributo di 10.000 franchi
della Custodia di Terra Santa, contributo sollecitato da
una lettera personale raccomandata del Papa PIO IX.
(la ricorrenza della fondazione è stata festeggiata il 14
settembre di quest’anno).
Dopo aver partecipato alla colazione insieme alla
comunità, accompagnato dalla madre Provinciale, Suor
Valeria BRICCOLI, dalla Superiora locale e direttrice della
scuola suor Emerenziana, e dalla maestra delle novizie,
Suor Francesca, il Custode ha visitato la casa, i lavori il Custode. Nel loro colloquio privato, il Nunzio ha
di restauro in corso, la scuola, il dispensario e la stanza ribadito ancora una volta la necessità di una presenza
dove è morta la Madre Caterina.
della Custodia di Terra Santa in Egitto. I religiosi
francescani presenti in Egitto, di entrambe le entità, nel
passato sono stati sempre legati da un comune ideale,
quello di servire la Chiesa e i fratelli. Devono continuare
su questa strada. Il Nunzio ha elogiato i Francescani
di Terra Santa in Egitto per il loro impegno nel campo
pastorale sociale e culturale. E ha ringraziato la Custodia
per la presenza e la testimonianza di questi religiosi. È
seguito il pranzo, al quale hanno partecipato il segretario
del Nunzio e il Guardiano di San Giuseppe.
Al pomeriggio, dopo un breve riposo, il Padre
Custode ha fatto un giro di ispezione e di controllo di
tutta la casa, per rendersi conto dello stato del convento
Al ritorno, si è fatta la strada Clot-bey, quella che e dei lavori che con una certa urgenza si dovrebbero
dalla stazione principale del Cairo, da Bab el-Hadid fare, cominciando dalla cucina: “Sembra che in questo
porta fino alla Cittadella, già residenza di Muhammad convento non si siano mai fatti lavori di riparazione, di
Ali. Ci si è fermati dinanzi alla cattedrale di San Marco manutenzione”; “Al contrario, da quando conosco San
nel quartiere di Esbekie, già sede del Patriarcato copto- Giuseppe (e cioè dal 1973) è sempre stato un cantiere
ortodosso. In alcuni tratti della strada ancora si possono ammirare resti di case di epoca ottocentesca, con i
marciapiedi coperti con strutture esterne ad archi. Erano
appena passate le otto e la città cominciava a ridestarsi.
Al ritorno, nel cortile della chiesa, frate Anselmo
attendeva il P. Custode per condurlo alla visita del
cimitero latino di Terra Santa, Ain Sira, Vecchio Cairo,
dove sono sepolti i frati morti in Egitto.
Mancava qualche minuto alle dodici, quando si è
attraversato il ponte 15 Maio e si è scesi a Zamalek.
Nella residenza della Nunziatura, situata sulla sponda
sinistra del Nilo, Mons. Marco Dino BROGI ha ricevuto
Frati della Corda
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dicembre 2005
aperto”, gli ha risposto fra Antonio, “alle volte per
risparmiare, si fanno le cose male…”.
Verso le cinque, in compagnia di fra Agostino PELAYO,
ha preso la metropolitana, come tutti i pendolari cairoti!
e si è recato al Seminario di Ghiza. Qui ha incontrato
il Padre Provinciale, fra Joseph AMIN, il Vicario
Provinciale e Guardiano del Convento, fra Kamal
WILLIAM, il vescovo emerito di Suhag, mons. Marco
HAKIM, e tutti gli altri religiosi della comunità e gli
studenti di teologia e di filosofia presenti nel Seminario
di Ghiza. Per quanto riguarda la preparazione degli
studenti, il Custode ha sottolineato la necessità di
collaborare alla loro formazione religiosa e teologica,
favorendo incontri ed esperienze da entrambi le parti.
Si è poi recato alla casa di accoglienza del Mukattam,
dove era in corso un raduno di tutti i religiosi francescani
(17, tra sacerdoti e fratelli) con meno di dieci anni di
professione religiosa. Il Custode si è intrattenuto con
loro, partecipando alla preghiera e al pasto comune.
Ringraziando per l’accoglienza, il Padre Custode
ha detto anche a loro: Vi aspetto a Gerusalemme. Il
Provinciale ha risposto annunciando che a maggio del
prossimo anno ci sarà un pellegrinaggio in Terra Santa
a cui parteciperanno religiosi della Vice-provincia.
Martedì 16 novembre: alle ore 6.30, fra Pierbattista,
con il Guardiano, fra Mamdouh e fra Antonio, si è
recato alla Scuola delle Suore Francescane di Kasr elNil (di fianco al Museo egizio) e ha celebrato la Santa
Messa nella grande cappella, usata sia dalla Scuola che
dalla comunità Questa cappellania è servita dai religiosi
di famiglia a San Giuseppe. Presente anche la Madre
Provinciale con alcune suore della comunità di Clot-Bey.
Frati della Corda
20
Dopo la celebrazione eucaristica, si è scesi nel
refettorio della comunità per la colazione. La superiora
a nome della comunità ha offerto un pregevole papiro,
dipinto a mano con caratteri dorati. Quindi si è fatto un
giro per conoscere la casa: Un tempo c’erano qui 40
suore, oggi siamo appena otto, ci dice suor Teresina, che
ha oltrepassato gli ottanta anni, e ancora oggi continua
a portare la comunione a persone ammalate o invalide
nel grande Cairo e perfino a Ghiza. Alcuni locali sono
adibiti per l’accoglienza delle studentesse, che vengono
dall’Alto Egitto. Nel passato era anche una casa di
formazione, iuniorato e pre-noviziato.
Alle ore 8 suona la campanella della Scuola e
dall’altoparlante invitano il Custode a salire in tribuna.
Le allieve hanno preparato una manifestazione (hafle) in
onore del Custode: musica, parata di scouts, discorso di
benvenuto in italiano. Fra Pierbattista ringrazia dicendo:
“Vengo dalla Terra Santa e vi porto il saluto di tutte le
bambine palestinesi delle nostre scuole. A loro come a
voi e a tutte le bambine del mondo che vanno a scuola,
dico: studiate, amate la vostra scuola, le suore che la
dirigono, i vostri professori. Tenetela pulita e bella.
La scuola vi aiuterà a essere un domani donne sagge e
coraggiose. Vi darà l’istruzione necessaria per inserirvi
nella società e vi aiuterà a creare un mondo di pace e
di giustizia”. Al discorso del Custode è seguito l’inno
nazionale e l’entrata nelle classi a suon di tamburi.
Alle 12 visita ai Domenicani dell’Abbasia e alla
loro nuova biblioteca: si è incontrato il Direttore e
analizzato con lui prospettive di collaborazione; pranzo
e caffé con la comunità e i loro ospiti.
I Domenicani sono presenti in Egitto dal 1928, quando
dicembre 2005
fondarono al Cairo una casa filiale all’École Biblique
di Gerusalemme. A dirigere i lavori di costruzione
venne da Gerusalemme il padre Jaussen, professore à
l’École Biblique. Nel 1932 arrivò le père BOULANGER, il
quale per un quarto di secolo si dedicò alla formazione
dei giovani e alla predicazione. Nel 1953 viene fondato
l’Institut Dominicani d’Études Orientales (IDEO). Il
convento, prima servito dalla provincia domenicana
di Francia, nel 1959 passa alla diretta dipendenza
dell’Ordine e, dal 1984, fa parte del Vicariat Regional
du Monde Arabe. In una parte del grande giardino viene
costruito un nuovo reparto per la biblioteca che porta il
nome del padre Georges ANAWAT, fondatore dell’IDEO,
e che è stata inaugurata nell’ottobre del 2002.
Ore 17.00: Incontro con i religiosi di San Giuseppe
e del Muski: il P. Custode ringrazia per l’accoglienza e
fa un primo bilancio della visita. Ci dice:
- la prima cosa che ho constato è la buona armonia
che regna nelle due comunità. Non ci sono problemi nei
rapporti personali. Buona testimonianza nella chiesa
d’Egitto. Un elogio al Guardiano per il suo equilibrio
nella direzione/amministrazione della casa;
- evitare ogni confronto tra le due entità francescane,
ma trovare, studiare le possibilità, le modalità di una
reciproca collaborazione.
Intesa col provinciale, non si parli di un passaggio
fino al prossimo capitolo. Questa è stata una semplice
visita di cortesia, per conoscervi personalmente. A
Gennaio inizierò la visita canonica per tutte le case
della Custodia.
Ore 19.30: la Corale di San Giuseppe esegue in chiesa
un mini-concerto in onore del Custode, al termine del
Frati della Corda
quale fra Pierbattista si congratula e ringrazia. Accorda
il permesso di recarsi a Ginevra per la domenica delle
palme del 2007, dietro invito della corale svizzera “I
figli di Bach”.
Cena da Andrea, un ristorante del Mukattam: tra gli
invitati, il Rev.do Padre Provinciale con il Vicario, la
Superiora delle Suore Francescane e la direttrice della
scuola di Kasr el-Nil.
17 Novembre: Ore 6.00: Celebrazione della S. Messa
nella cappella delle Suore Elisabettine (ex-orfanotrofio
San Giuseppe). Oggi la famiglia francescana celebra la
festa di Santa Elisabetta, regina d’Ungheria e Patrona
del Terzo Ordine Francescano.
L’Istituto delle Suore Terziare Francescane Elisabettine fu fondato a Padova, in uno dei quartieri più
poveri, nel 1828 dalla Beata Elisabetta Vendramini.
Le Suore Elisabettine sono venute in Egitto nel 1935.
Lavorano nei dispensari, ospedali, asili infantili, scuole. Nei villaggi dell’Alto Egitto lavorano per la promozione femminile, con centri di taglio e cucito, recupero
dell’artigianato locale con tessitura a mano. Sono state
aperte due comunità religiose nel Sudan. Due religiose lavorano nel lebbrosario governativo di Abu Za’bal.
Nel 1995 hanno aperto un casa per la formazione delle
postulanti nell’ex orfanotrofio di San Giuseppe, Cairo.
Dopo la lettura del vangelo, suor Ragià ha rinnovato
la professione semplice, dinnanzi al Celebrante e alla
Madre Delegata. Le altre suore presenti hanno rinnovato
le loro promesse religiose.
Al termine della Messa, dopo la colazione insieme
alla comunità delle Elisabettine, il Custode è partito
subito per l’aeroporto, accompagnato dal Guardiano di
S. Giuseppe.
21
dicembre 2005
FORMAZIONE PERMANENTE
III
Vita di comunione in fraternità
Introduzione
Ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno manifesti con
fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente
uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale? (Regola Bollata 1223, c. VI,7-8). La comunione di vita in
fraternità costituisce la nota distintiva della vita Francescana, ancor più del voto di povertà, che molti pensano sia
l’elemento più importante dell’essere Francescano. Noi parliamo molte volte di “fraternità”, che risulta un termine
astratto che non compare mai negli scritti di Francesco, che parla piuttosto dei “frati”, di persone concrete, che
vivono insieme come fratelli. Questo dovrebbe essere lo spirito che anima la nostra riflessione sul dono dei fratelli
che il Signore ci offre come compagni lungo il nostro cammino.
Leggere
Incipiamus Fratres. La Formazione Permanente nell’Ordine dei Frati Minori (1995), 47-51:
“La Fraternità locale è il luogo dove si condividono la vita e la fede dei fratelli ed è pure il centro della
testimonianza evangelica; è dunque primariamente nella e attraverso la sua vita che si realizza la formazione
permanente.
La formazione permanente avviene nel contesto della vita quotidiana del frate minore, nella preghiera e nel
lavoro, nelle sue relazioni sia interne sia esterne alla Fraternità, e nel rapporto col mondo culturale, sociale e
politico in cui egli si muove. È l’ambito delle esperienze e della vocazione vissuta in concreto. Questa quotidianità
è il luogo per eccellenza della formazione permanente, cioè della crescita continua del frate minore nella sua
vocazione.
‘Il Signore mi diede dei frati’ (Test, 14). Questo messaggio fondamentale di san Francesco significa che il
Signore stesso invita ciascun frate a prendersi cura l’uno dell’altro, in dono reciproco, consapevole che l’Ordine,
di sua natura, è un’unica Fraternità costituita da fratelli chierici e laici, con uguali diritti e doveri, particolarmente
per quanto riguarda la vocazione e missione proprie. Dove si accetta questo dono come responsabilità e impegno
quotidiani trattandosi gli uni gli altri come fratelli, perdonandosi a vicenda, cercando di risolvere i conflitti e ad
aiutandosi nei propri bisogni, là si sta attuando la formazione permanente.
Le scienze umane possono favorire la crescita della fraternità specie nei momenti di conflitto o quando i
singoli sono chiaramente incapaci di vivere la vita comunitaria per problemi di maturità e fragilità psicologica o
per fattori prevalentemente patologici.
Se un frate, a causa della sua missione particolare assegnatagli dalla Fraternità, è costretto a vivere da solo per
un certo periodo, egli è pur sempre membro della Fraternità e può rimanere sempre in un processo di formazione
permanente, cercando tutti i mezzi per favorire e rafforzare i vincoli fraterni particolarmente attraverso visite
frequenti, corrispondenza, riunioni e vita part-time con i frati, ed altri mezzi adeguati.
Il carisma conferito da Dio a san Francesco esprime e manifesta i suoi molteplici frutti tanto nei frati minori
quanto negli altri membri della Famiglia francescana. I frati devono quindi essere disponibili ad approfittare di
tutte le occasioni possibili per incontrarsi e condividere, anche promovendo riunioni e incontri per appoggiare
progetti comuni.
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È nell’aprirsi alla Provincia, all’Ordine, alla Famiglia francescana, alla Chiesa, al popolo di Dio, specialmente
ai poveri ed oppressi, che si dimostra che la Fraternità non vive per se stessa. Ospitalità, solidarietà e carità attiva
verso i poveri, come il vivere fra di essi, sono anche segni concreti di questa apertura”.
Lettura dalla Leggenda dei Tre Compagni (n. 41-42)
“Si amavano l’un l’altro con un affetto profondo, e a vicenda si servivano e procuravano il necessario, come
farebbe una madre col suo unico figlio teneramente amato. Tale era l’affetto che ardeva loro in cuore, che erano
pronti a consegnarsi alla morte senza esitare, non solo per amore di Cristo, ma anche per salvare l’anima o il corpo
dei fratelli.
Profondamente umili e maturi nella carità, ognuno nutriva per il fratello i sentimenti che si hanno verso un
padre e signore. Quelli che, per l’incarico che ricoprivano o per qualità personali, avevano nella fraternità un
ruolo preminente, si facevano più umili e piccoli di tutti. E ognuno era disposto all’obbedienza più generosa,
sempre disponibile al volere del superiore, senza cercare se l’ordine ricevuto fosse giusto o no, perché convinto
che qualsiasi comando era conforme alle disposizioni del Signore. In tal modo, riusciva agevole e dolce eseguire
qualunque precetto. Stavano attenti a non cadere vittime di desideri sregolati. Erano giudici implacabili di se
stessi, preoccupati di non nuocersi l’un l’altro in nessuna maniera”.
Lettura dalle Costituzioni Generali OFM (Articoli 39, 41, 46)
Art. 39: Animati dalla carità di Dio diffusa nei loro cuori per mezzo dello Spirito Santo, tutti i frati nutrano al
massimo tra di loro uno spirito di familiarità e di reciproca amicizia, coltivino la cortesia, la gioia del cuore e tutte
le altre virtù, cosicché, offrendosi l’un l’altro un continuo stimolo alla speranza, alla pace e alla letizia, giungano
alla piena maturità umana, cristiana e religiosa, riuniti in vera fraternità.
Art. 41: Tutti i membri dell’Ordine sono di nome e di fatto fratelli e minori, sebbene esercitino nell’Ordine
uffici, incarichi e ministeri diversi.
Omnes Ordinis sodales nomine et re fratres sunt et minores.
Art. 46: Il Guardiano, insieme ai frati nel Capitolo locale, organizzi la vita domestica nel modo più adatto a
promuovere una Fraternità vera, reale ed efficace.
Riflettere
Conferenza dei Ministri Generali del Primo Ordine Francescano e del TOR, L’identità dell’Ordine Francescano
nel suo momento fondativo (1999).
1. Origine e composizione della fraternità francescana
“La radicale conversione di Francesco al Vangelo attirò subito ed inaspettatamente alcuni uomini per condividere
la stessa esperienza di vita. Francesco, dunque, senza averlo pensato prima, diventò ‘fondatore’. Il Signore gli
concesse fondamentalmente due grazie: la grazia di sapere cosa doveva fare, come doveva vivere, cioè ‘secondo
la forma del santo Vangelo’, e la grazia del dono dei fratelli. Così nacque la fraternità francescana.
Un primo dato, particolarmente significativo all’interno della mentalità medievale, che era eminentemente
classista, fu l’atteggiamento di Francesco nei confronti delle vocazioni che venivano ad ingrossare le file del suo
gruppo di ‘uomini evangelici’. Il criterio basilare che egli, ispirandosi al Vangelo, seguì per tutta la vita, fu quello
di ricevere coloro che venivano a lui spinti dalla stessa vocazione eliminando ogni tipo di discriminazione dovuta
alla condizione sociale, culturale, ecclesiastica del candidato, diffusa in quel tempo.
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Francesco non escludeva alcuno: ‘Se qualcuno, volendo scegliere questa vita, verrà dai nostri frati’ (RegNB
II,1); ‘Se alcuni vorranno intraprendere questa vita e verranno dai nostri frati’ (RegB II,1); ‘E quelli che venivano
per ricevere questa vita...’ (Test, 16). La sua accoglienza generosa ed aperta fu un gesto di profondo rispetto di
Dio, presso il quale non vi è preferenza di persone, e del suo Spirito, che si posa ugualmente su tutti, siano poveri
e semplici o nobili e dotti.
In pratica, l’unica condizione fondamentale che richiedeva e riteneva indispensabile per l’ammissione alla
fraternità era la ‘conversione’. Ogni candidato doveva essere moralmente un convertito, mosso, cioè ‘per divina
ispirazione’, ad intraprendere il tenore evangelico di vita avviata da lui e capace di un rinnegamento totale di se
stesso, soprattutto mediante la prova dell’obbedienza, del servizio ai lebbrosi e della rinuncia totale ai propri beni,
il ricavato della cui vendita doveva essere distribuito ai poveri.
Si hanno notizie assai concrete circa parecchi membri della prima fraternità e solo in modo generico di altri
a partire da informazioni attendibili presenti nelle biografie e nelle cronache del tempo, che furono confermate
e puntualizzate posteriormente da serie ricerche storiche. Nel loro insieme tutte attestano il fatto della presenza
nell’Ordine di uomini provenienti dai ceti sociali e dalle categorie ecclesiastiche più diverse: nobili (maiores) e
plebei (minores), ricchi e poveri, professionisti, letterati e sapienti o colti ed illetterati e semplici, che non avevano
studiato nelle scuole, cavalieri, feudatari, chierici e laici, artigiani.
Negli scritti di Francesco ricorrono spesso riferimenti ai membri ‘chierici’ e ‘laici’ della fraternità. A questo
proposito si deve tenere ben presente il significato di questi due termini nella sua epoca. In primo luogo occorre
evitare un facile abbaglio a motivo della terminologia stessa. All’epoca del Fondatore non sempre avevano il
significato che, in senso stretto, hanno oggi nella teologia e nel diritto, cioè con riferimento ad uomini appartenenti
o meno all’ordine clericale. Questa terminologia veniva anche utilizzata per indicare uomini formati nelle scuole
e quindi che, fra l’altro, sapevano leggere ed avevano una certa cultura, letterati (chierici), che si distinguevano
dagli uomini semplici, senza studi né cultura, ignoranti o idioti, illetterati (laici). In secondo luogo, i riferimenti di
Francesco ai membri chierici e laici della fraternità avevano il valore di mera constatazione di un fatto esistenziale;
in essi non appare mai che la volontà o l’intenzione di Francesco quale Fondatore fosse stata quella di qualificare
la dimensione clericale e laicale come elemento essenzialmente costitutivo dell’Ordine, e meno ancora che nella
sua mente e nei suoi propositi avesse pensato di fondare un Ordine esclusivamente o preferibilmente laicale.
La fraternitas minoritica delle origini fu una comunione di vita a pari titolo e a pieno effetto; una società di
membri senza diaframmi né discriminazioni; una vera famiglia di figli con compiti e carismi diversi, in cui tutti
i ceti sociali, i vari gradi di istruzione (illetterati-letterati), gli stati ecclesiali (laici-chierici) e le stesse diverse
funzioni liturgiche (Ufficio divino, Eucaristia) o mansioni di superiore (ministro e servo) erano integrati in una
sintesi originale di fraternità evangelica. A questo proposito, il Celano, dopo aver fatto risaltare le motivazioni
teologiche di fondo della fraternità voluta da Francesco, afferma: ‘Voleva che si fondessero maggiori e minori,
che i dotti si legassero con affetto fraterno ai semplici, che i religiosi pur lontani tra loro si sentissero uniti dal
cemento dell’amore’ (2Cel 191).
Con questa integrazione concreta in una medesima famiglia cristiana di uomini provenienti da estrazione,
cultura e condizione ecclesiale diverse, gli uomini raccolti intorno a Francesco davano una testimonianza luminosa
di fraternità evangelica in cui si sentivano, si denominavano e si presentavano agli altri come fratelli in tutto e per
tutto uguali”.
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Condividere
1) “La formazione permanente avviene nel contesto della vita quotidiana del frate minore, nella preghiera e
nel lavoro, nelle sue relazioni sia interne sia esterne alla Fraternità, e nel rapporto col mondo culturale, sociale e
politico in cui egli si muove”. Come possiamo rendere della nostra fraternità l’humus in cui si vive la comunione
di vita con i fratelli nello spirito di Francesco?
2) “Il Signore mi diede dei frati (Test, 14). Questo messaggio fondamentale di san Francesco significa che il
Signore stesso invita ciascun frate a prendersi cura l’uno dell’altro, in dono reciproco, consapevole che l’Ordine,
di sua natura, è un’unica Fraternità costituita da fratelli chierici e laici, con uguali diritti e doveri, particolarmente
per quanto riguarda la vocazione e missione proprie”. Nella Custodia di Terra Santa si vive in questo spirito di
una Fraternità in cui tutti siamo fratelli con uguali diritti e doveri? Che cosa pensi riguardo al modo in cui ancora
ci si indirizza in Custodia: “reverendo padre”, “venerando fratello”, “fratello chierico”, ecc?
3) “Le scienze umane possono favorire la crescita della fraternità”. Cosa suggerisci riguardo a questo punto?
Abbiamo bisogno di aiuto di esperti per maturare nell’arte del vivere insieme come persone umane che si rispettano
e si amano a vicenda?
4) “Se un frate, a causa della sua missione particolare assegnatagli dalla Fraternità, è costretto a vivere da
solo per un certo periodo, egli è pur sempre membro della Fraternità”. Come indirizzare questo dato di fatto in
Custodia?
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CAPITOLO ZONALE DEI FRATI DI GIUDEA
GRUPPO 1 E 2: LA NOSTRA IDENTITÀ FRANCESCANA DI FRONTE ALLE SFIDE CHE AFFRONTIAMO
Siamo chiamati a riflettere sulla nostra identità oggi in Terra Santa, tenendo in mente le nostre radici e
guardando con fiducia verso il futuro.
Quali sono le sfide che affrontiamo oggi noi Frati Minori in Terra Santa?
Di fronte alle mutate condizioni socio-politiche della regione, e sorretti dall’esempio di San Francesco
quando venne in Oriente, quale atteggiamento concreto dobbiamo prendere di fronte ai problemi emergenti del
fondamentalismo religioso, del dialogo inter-religioso, dell’impegno ecumenico, e dell’inculturazione?
Quale relazione possiamo costruire con la religione islamica, e quale atteggiamento assumere di fronte al
fondamentalismo islamico? Sarebbe opportuno che nelle scuole della Custodia ci fosse una sezione in cui cristiani
e musulmani possano studiare insieme elementi di conoscenza reciproca umana, culturale e religiosa?
Quale atteggiamento assumere di fronte al mondo ebraico, con le sue note positive ma anche con i suoi
elementi fondamentalisti? Che tipo di relazioni possiamo costruire con la società odierna in Israele?
Possiamo ridurre il dialogo ecumenico soltanto alle questioni che riguardano lo status quo dei luoghi santi?
Come sviluppare questo dialogo in modo tale che vada oltre la difesa dei nostri interessi legittimi nell’ambito
dello status quo?
Siamo presenti in Terra Santa da quasi 800 anni. Riteniamo che ci siamo inculturati abbastanza in questo
ambiente? Come possiamo diventare più consci della realtà sociale e culturale in cui viviamo?
Risposte del Gruppo 1
Tutti i membri del gruppo si sono espressi liberamente sul questionario proposto. Gli interventi sono stati
sostanzialmente convergenti su questi punti:
* Viviamo in un paese di forti conflitti sul piano sia sociale-politico che religioso-confessionale. Di qui le tante
sfide da fronteggiare.
* Non deve preoccuparci quello che sono e che fanno gli altri, ma quello che siamo e che facciamo noi come
cristiani e frati minori. A noi, che abbiamo ricevuto di più, “sarà richiesto molto di più” (Lc 12,48).
* Non si deve essere pessimisti. Tante cose buone già si sono fatte e si fanno in campo caritativo, pastorale,
culturale, scolastico… bisogna però andare avanti e intensificare e qualificare le nostre relazioni sia con gli Ebrei
e i Musulmani, sia con le altre confessioni cristiane. Cerchiamo, in particolare, di valorizzare meglio tutte le
possibilità d’incontro con gli Ebrei che visitano i nostri santuari.
* Se vogliamo dare un valido contributo al miglioramento delle varie situazioni in campo ecumenico e
interreligioso, dobbiamo avere il coraggio di fare noi i primi passi prendendo buone iniziative, da preparare con la
preghiera e lo studio. Il governo della Custodia veda di guidare e aiutare le singole comunità in questa direzione.
Il nostro impegno è indelegabile.
* Urge educarsi al dialogo rispettoso e fecondo prima all’interno delle nostre fraternità, poi all’esterno con
tutti gli altri, nessuno escluso. Come cristiani e francescani siamo fratelli universali, capaci di accogliere ‘tutti’ e
‘tutto’ (Gv 12, 32).
* Occorre qualificare sempre più la nostra identità di frati minori sulle orme del padre San Francesco, il santo del
“buon esempio” più che delle buone parole, e sulle orme di Gesù stesso che prima “fece e poi insegnò” (At 1,1)
* La cosa più importante, oggi e sempre, è fare bene la propria parte, il proprio dovere, a livello sia personale
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che comunitario. Così ha fatto e insegnato San Francesco (cfr. FF 804). I doveri, per noi adulti, vengono prima
dei diritti. Sappiamo che il dovere cristiano, non il diritto romano, ha salvato il mondo (cfr. Rm 12. 21).
Nei cantieri della creazione e della redenzione, noi uomini siamo gregari, non protagonisti. Il mondo lo salva
Dio, anche se lui richiede la nostra collaborazione (cfr. Sal 60, 30s). “Un giorno non ci sarà chiesto se abbiamo
fatto l’unione delle Chiese, ma se abbiamo pregato e lavorato per questa unione”, disse una volta papa Giovanni
XXIII, terziario francescano – a proposito dell’impegno della Chiesa cattolica in campo ecumenico.
fra Lino CIGNELLI OFM
Risposte del Gruppo 2
Sfide per noi Frati Minori in Terra Santa sono:
• l’autenticità della nostra vita e il coinvolgimento (solidarietà concreta) nei differenti ambienti di vita;
• la carta geografico-politica in mutamento: la Custodia come tale deve far sentire la propria voce creando e
coltivando relazioni anche di natura politica con le diverse parti;
• come cattolici e francescani possiamo / dobbiamo svolgere un ruolo “mediatore” tra cristiani, musulmani ed
ebrei/israeliani (esperienze recenti in Europa e in Estremo Oriente dimostrano che questo è un ruolo che tutti ci
riconoscono e che altre entità ecclesiastiche non potrebbero svolgere); educare alla pace e, ora che la Custodia
è impegnata anche con gli ebreo-cattolici, dobbiamo lavorare per far incontrare ebreo-cristiani e arabo-cristiani
(specie i giovani);
• la conservazione della presenza cristiana in Terra Santa con mezzi tradizionali e forme nuove (per es. una
Lega contro la diffamazione del cristianesimo);
• tenere in conto le “ferite” che abbiamo ricevuto (a Nazaret per la tentata costruzione della moschea; a
Betlemme per occupazione e assedio), ma guardare anche ai fatti positivi (singoli ebrei e musulmani aperti e di
buona volontà; guide turistiche israeliane rispettose del cristianesimo e dei nostri santuari e persino informate
sulla nostra vita; lavoro con i musulmani nelle scuole);
• la Chiesa in Terra Santa è “piccolo gregge” (ripete spesso Mons. M. Sabbah): noi dobbiamo aiutare i nostri
cristiani a prenderne atto, sentirci parte di tale “piccolezza” e far cessare la mentalità che pensa alla Custodia
come alla “banca” di beneficenza dei cristiani;
• avere un progetto “per venti anni” (!); manchiamo di progettazione e tutto o quasi viene lasciato al singolo
(parroco, direttore di scuola, direttore di Casa Nova, guida dei pellegrini ecc.); cosa vogliamo fare e con quali
persone? a Gerusalemme e a Betlemme abbiamo responsabilità uniche (nessun altro ente ecclesiastico, nemmeno
il Patriarcato Latino, ha tale carico; in passato la Custodia ha fatto fronte alle sfide procurando case e lavoro per i
cristiani, oggi la sfida a Gerusalemme è la droga che miete vittime tra i cristiani e a Betlemme, per la prima volta
nella storia separata violentemente da Gerusalemme, il “muro” sfida anche noi);
• la pastorale sulla costa mediterranea: diffusione vertiginosa (ne scrivono anche i giornali in inglese e in
ebraico) della “New Age”, dell’occultismo e persino della stregoneria e i traumi delle persone da ambedue le parti
ferite dalle guerre e dagli attentati;
• come vivere il conflitto? come persone e singole comunità alcuni siamo a contatto con gli israeliani, altri con
arabi, ma come Custodia (siamo comunità!) come viviamo il conflitto che lacera i popoli delle nostre regioni?
• dialogo inter-cattolico: noi frati siamo “forti”, ma vi sono anche gli altri (istituti, individui) piccoli ma
presenti e attivi; come ci comportiamo con loro?
• quanto agli atteggiamenti con i musulmani, tornare all’esempio di S. Francesco e alla Regola: dialogo della
vita curando i rapporti a livello personale (ciò che abbiamo, persino i santuari, li dobbiamo a questa forma di
relazione; coltivare rapporti “personali / individuali” con persone di cultura e con i capi politici; anche di recente
questa forma di dialogo ci ha aiutato a uscire da situazioni difficili…);
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• la presenza antica di circa 800 anni è un “miracolo”: dobbiamo conoscere e imparare dalla nostra storia; cosa
e come hanno fatto lungo i secoli i frati per resistere e lavorare per il bene di tutti?
• lavorare per superare pregiudizi personali; non usare troppo facilmente il termine “fondamentalismo”;
• è vero che lo Stato di Israele ci ignora o considera e tratta come irrilevante la nostra presenza, ma cosa
facciamo perché cessi questa situazione? dobbiamo fare qualcosa come Custodia per non sentirci e non farci
considerare solo “ospiti”;
• per andare oltre lo Statu Quo la sfida è costituita dai Greci-ortodossi che ci considerano nemici e ci vorrebbero
“fuori” dalla basilica della Natività a Betlemme e del S. Sepolcro a Gerusalemme; cogliere il momento di difficoltà
che il Patriarcato greco-ortodosso attraversa per dialogare, trattare sulle cose che ci stanno a cuore e impostare
migliori relazioni.
fra Claudio G. BOTTINI OFM
GRUPPO 3: LA NOSTRA RISPOSTA FRANCESCANA DI FRONTE ALLA CRISI DI PERSONALE
Insieme con tutto l’Ordine stiamo affrontando il grosso problema della diminuzione del numero dei frati e del
conseguente invecchiamento della Custodia. D’altra parte siamo sempre più pressati dalle crescenti esigenze del
lavoro pastorale.
La Custodia ha già dovuto fare delle scelte dolorose di ridimensionamento (es. chiudendo qualche convento).
Riteniamo che questa sia l’unica soluzione del problema? Abbiamo altre opzioni per far fronte a questa emergenza?
Come possiamo trasformare una crisi di personale in una opportunità per il nostro futuro?
Come gestire la nostra internazionalità come Custodia oggi alla luce delle mutate condizioni in cui ci troviamo,
con meno frati che provengono dai paesi Europei tradizionalmente cattolici?
Come guardiamo all’opzione del volontariato e della collaborazione dei laici al nostro lavoro? Concretamente,
come possiamo essere aperti a condividere la nostra presenza con altri organismi ecclesiali, con altri istituti di
vita consacrata, con movimenti laicali?
Risposte del gruppo
Premessa
La crisi vocazionale non riguarda solo la Custodia, ma la Chiesa e l’Ordine. Ne deriva che come già accade
dobbiamo attenderci un numero sempre più decrescente di religiosi che vengono a prestare il loro servizio in
Custodia. Questa situazione deve cominciare a farci entrare nella mentalità della semi auto sufficienza.
Circa cinquanta anni fa la Custodia contava 520 frati. Ora siamo scesi sotto la soglia dei 300. In qualche modo
dobbiamo integrare il numero mancante.
Possibili soluzioni.
A1. Non dobbiamo chiuderci all’aiuto che ci viene dalle Province francescane. Bisogna continuare a difendere
l’idea che la Custodia è una provincia particolare dell’Ordine. Il suo rinnovamento passa attraverso la
riscoperta delle origini francescane, ma anche dello studio e dell’approfondimento della Sacra Scittura.
A2. È opportuno conservarne l’internazionalità, anche se oggi, forse, è più significativo parlare di universalità.
Internazionalità fa pensare a una struttura legata alla mentalità di religiosi di particolari nazioni. Universalità
non significa che dobbiamo essere presenti ovunque, ma che bisogna cominciare a fare riferimento alle
esperienze positive che possono portare religiosi che vengono da paesi di tradizione non latino-europea.
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A3. Continuare ad accogliere vocazioni da ogni parte del mondo, Egitto compreso. La clausola che ce lo impediva
è venuta meno. In particolare è stato chiesto perché si è smesso di accogliere vocazioni dall’Iraq.
A4. Chiedersi quali sono gli impedimenti per cui alcuni religiosi non riescono ad integrarsi nella vita della
Custodia. Secondo alcuni c’è ancora una certa chiusura verso le vocazioni di cultura non europea e non c’è
un sufficiente apprezzamento delle loro capacità?
A5. Conclusa l’esperienza del postulandato a Casalotti, pur sapendo che non esiste una comunità perfetta,
bisogna accogliere i giovani in ambienti in cui si possa fare esperienza di spiritualità, di spirito di orazione,
di fraternità, di impegno, di autenticità francescana.
A6. Oltre alla formazione culturale e alla conoscenza della liturgia dei santuari, i nostri giovani siano messi a
contatto con altre attività della Custodia quali le parrocchie, le scuole, l’assistenza spirituale dei pellegrini
e quanto altro fa parte delle attività della Custodia.
A7. Avere maggior spirito di accoglienza per le nuove vocazioni o i nuovi missionari. Alcuni vengono da
esperienze, culture, società diverse: si sentono spaesati. Istituire la figura di un religioso che li accolga e
li inserisca nell’ambiente sociale, storico, geografico e culturale. Si può indicare loro alcuni corsi presso
lo STJ e presso lo SBF; invogliarli alla partecipazione alle escursioni, alla visita di mostre e musei per
conoscere meglio la Terra Santa.
A8. Per invogliare religiosi a venire in Terra Santa fare opera di informazione nelle Province inviando il fascicolo
la Presenza francescana in Terra Santa e pubblicizzando sulle pubblicazioni francescane gli indirizzi dei
siti della Custodia.
A9. Forti dell’esperienza dell’Anno 2000, cercare di avere informazioni preventive dei religiosi che desiderano
venire in Terra Santa, per conoscerne la disponibilità e i campi in cui possono essere inseriti al meglio.
Tuttavia per la mancanza di vocazioni non possiamo pensare di poter coprire tutte le nostre attività con la sola
presenza dei religiosi. Come indicato dal Concilio è urgente inserire nelle nostre attività le capacità e le esperienze
dei laici, siano essi impiegati o laici. La loro moralità deve essere sicura.
Tra di loro distinguiamo due tipi: quelli che, per spirito umanitario desiderano rendere un servizio, e quelli,
desiderosi di un’esperienza religiosa, associano al lavoro lo spirito di devozione.
B1. I collaboratori che desiderano semplicemente dare una mano possono essere accolti in strutture a sé stanti
di modo che possono organizzare il loro tempo libero.
B2. I secondi possono vivere con i primi e in casi particolari in ambienti in rapporto più stretto con la fraternità
pur rispettando la distinzione dei ruoli e delle identità. Abbiamo già alcuni esempi pratici in Custodia:
Monte Tabor, Deserto di San Giovanni, Romitaggio del Getsemani, Terra Sancta College.
B3. Aiutare i collaboratori a conoscere l’ambiente sociale, culturale e sociale in cui vivono, pur sapendo che per
essi non si può ripetere l’esperienza dei nuovi missionari.
B4. Aiutare i religiosi a comprendere che i collaboratori non sono domestici invitati a sostituirci nel nostro
lavoro. Essi collaborano con noi perché possiamo dedicare il tempo in impegni urgenti della nostra vita
religiosa.
B5. Anni addietro fu pubblicato una specie di regolamento che indicava gli impegni della Custodia e dei
volontari. È opportuno riprenderlo e aggiornarlo alle nuove esigenze. È utile per la buona comprensione tra
religiosi e laici nel reciproco rispetto.
La collaborazione con altri Istituti religiosi ed Enti è vista in modo positivo. Non c’è stato tempo di parlare di
questo aspetto. È un problema che va affrontato seriamente. Sono state poste solo alcune domande.
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C1. Gli enti sapranno rispettare la visione religiosa o almeno morale del nostro impegno con i più poveri e i
bisognosi in genere?
C2. In un tempo di crisi vocazionale come possono gli Istituti religiosi prestare il loro tempo ad altri, in questo
caso alla Custodia?
C3. Non c’è il rischio che questi ultimi con il tempo si sostituiscano a noi? Non potrebbe essere che essi si
rendano disponibili in un primo momento in previsione di metterci da parte? (Dobbiamo avere il candore
delle colombe e la prudenza dei serpenti. Siamo in un tempo di crisi e dove c’è il cadavere là si radunano
gli avvoltoi. Sappiamo che alcuni hanno gli occhi su alcune attività della Custodia).
C4. In tempo di crisi è necessario pensare seriamente al nostro ridimensionamento sia di luoghi che di attività.
Le scelte devono essere fatte anche in conformità al nostro carisma e non solo per convenienza.
C5. Il religioso che si sente parte integrante della Custodia forse può essere maggiormente ferito dal fatto compiuto,
più che dalla necessaria separazione da alcune attività e luoghi. È necessario preparare psicologicamente i
religiosi alle scelte che vanno fatte. Li aiuterà a non fare considerazioni errate.
fra Vincenzo IANNIELLO OFM
GRUPPO 4:
SOLIDARIETÀ?
LE
NOSTRE
STRUTTURE
E
LA
NOSTRA
LIBERTÀ
EVANGELICA:
ASSISTENZA
O
La Custodia ha una rete molto complessa di strutture che gravano sulla nostra responsabilità. Queste strutture
sono state fondate anche come mezzi di assistenza per mantenere viva la presenza cristiana in Terra Santa?
Pensiamo che le nostre strutture qualche volta soffocano la nostra libertà evangelica?
Pur mantenendo le strutture che la Chiesa ci affida, come possiamo intraprendere nuove forme di presenza e
di testimonianza francescana? Individuare e suggerire queste nuove forme.
La Custodia offre una testimonianza di assistenza verso i cristiani e i poveri. Tuttavia, questo può portare a
non pensare alla nostra personale responsabilità di essere solidali con i poveri e non soltanto assisterli. Come
possiamo essere solidali in modo concreto dal punto di vista fraterno e personale?
Risposte del gruppo
Base di partenza della discussione è stata la presa di coscienza che santuari-parrocchie e scuole fanno un
tutt’uno per l’identità stessa della Custodia: custodire i santuari e insieme tenere viva la presenza dei fedeli
cristiani intorno ai santuari.
Si sottolinea l’importanza delle scuole come mezzo di formazione dei giovani e di dialogo interreligioso. Il
modello storico resta ancora il Terra Sancta College di Gerusalemme nel quale fino al 1948 studiarono cristiani,
musulmani ed ebrei.
In tale contesto, si fa notare l’importanza della preparazione specifica del Frate Direttore che, demandando ad
altri compiti di natura disciplinare o amministrativa, si specializzi nell’essere la guida spirituale della scuola non
solo dei giovani cristiani ma anche di quelli musulmani (un bridge!).
Ricordando lo sforzo economico che la Custodia sta facendo per esempio a Tripoli in Libano, quello
auspicabile di una nuova moderna scuola a Gerusalemme, e quello di più attualità che sta succedendo a Gerico
con la collaborazione dell’Autorità Palestinese e l’aiuto economico dell’UNDP (fondi messi a disposizione dalle
nazioni europee con l’approvazione dell’Autorità), si parla della creazione dell’Associazione di Terra Santa già
nata a Roma e in procinto di essere riconosciuta come ONG anche dal Ministero degli Esteri d’Italia, come mezzo
di raccolta fondi messi a disposizione dalle organizzazioni internazionali. La difficoltà nel preparare i progetti
da presentare e nella stesura dei rendiconti richiesti, renderà necessaria l’apertura di un ufficio apposito: questo
può costituire un mezzo di formazione per i frati, aiutandoli ad imparare la programmazione e la gestione, anche
economica, dei progetti - seppure piccoli -.
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Officine di San Salvatore. Se ne ricorda la storia come mezzo di formazione professionale per i giovani della
parrocchia, ma insieme anche come formazione religiosa: quasi tutti gli operai erano Terziari Francescani e
partecipavano alla vita della comunità del convento. Sarebbe meglio chiuderle tutte, salvando in parte la tipografia
per motivi pratici e di sicurezza al servizio del Governo della Custodia, lasciando attivo anche l’ufficio tecnico per
la manutenzione ordinaria dei Santuari e dei Conventi.
La formazione professionale nelle nostre scuole potrebbe essere continuata e limitata a piccoli Workshop (due, tre
persone!) per il restauro dei libri, di opere d’arte, di oggetti in legno ecc. per i quali si potrebbero trovare facilmente
sussidi economici tramite l’Associazione di Terra Santa. Si sottolinea la positività, per Gerusalemme, dell’Istituto
Magnificat, opera della Custodia come luogo dove studiano giovani e meno di tutte le comunità della città.
Case per i cristiani: un’opera meritoria sempre più necessaria. Per evitare ingiustizie nell’assegnazione degli
appartamenti e il pericolo dell’assistenzialismo, si vede la necessità di un ufficio per la gestione, con regole
approvate dalla Custodia.
Volontari. Si è parlato del loro ruolo come collaboratori della famiglia francescana.
Orfanotrofio femminile: si suggerisce di trovare un’alternativa più consona ai tempi.
Casanove. Per evitare di diventare concorrenti agli alberghi o pensioni esistenti, si ricorda di ritrovare la
funzionalità più consona alle origini di questa istituzione a favore dei pellegrini: con priorità ai gruppi parrocchiali
meno abbienti, ai giovani ecc., dimostrando più generosità che normalmente verrà ricambiata a favore delle opere
della Custodia. Le Case Nove non sono un’istituzione per fare soldi, ma per l’accoglienza dei pellegrini (che
vengono per pregare e perciò per stare più vicini fisicamente ai santuari) e per far conoscere la Custodia di Terra
Santa e le sue attività.
Economia dei Conventi e delle Scuole (valido anche per le Parrocchie): come già disposto negli Statuti, il
surplus delle offerte va versato nel conto della Custodia per una ridistribuzione più equa tra tutti. Si ricorda
un’altra norma degli Statuti che, nei nostri Santuari, si limita la vendita alla guida e alle cartoline del Santuario.
fra Michele PICCIRILLO OFM
GRUPPO 5: LA GESTIONE DELLE NOSTRE RISORSE IN CONFRONTO CON LA NOSTRA SCELTA DI MINORITÀ
E POVERTÀ
La Custodia deve gestire delle risorse a favore dei suoi molteplici impegni di natura religiosa, pastorale,
culturale, sociale, e assistenziale. Attualmente siamo diventati più consapevoli che, anche nel campo economico,
abbiamo una responsabilità di essere più professionali ed efficienti per far fronte alle nuove esigenze della vita
in un mondo globalizzato.
Come possiamo renderci più trasparenti nella gestione del denaro e delle risorse comunitarie e personali?
Come arrivare a stabilire un budget annuo entro il quale organizzare tutta la vita economica della Custodia?
Come essere più consapevoli della nostra responsabilità individuale nella gestione delle risorse che riceviamo
dai nostri benefattori?
Risposte del gruppo
Tutti i componenti del Gruppo hanno valutato positivamente l’incontro, giacché pensano che tali incontri
servono a prendere coscienza della realtà della Custodia e delle responsabilità di ogni frate. È come un “Capitolo
delle stuoie”. Sono anche importanti per arricchire il nostro essere famiglia e fraternità, dove i fratelli parlano tra
di loro, e non sono degli estranei. Ciò aiuterà molto la convivenza tra i frati che vivono in uno stesso convento e
tra i diversi conventi che compongono la Custodia.
Sul tema della nostra riflessione, cioè l’aspetto economico, ecco i suggerimenti del gruppo:
Frati della Corda
31
dicembre 2005
1. Elementi generali
1. È importante la formazione sulla missione e attività della Custodia per conoscere bene la realtà, anche quella
economica. Vediamo l’importanza e la necessità delle commissioni economiche della Custodia come mezzo per
riflettere insieme sui problemi, ma devono funzionare.
2. La formazione deve incominciare nel seminario: è importante che gli studenti riescano a dare ragione
di quello che ricevono e come lo spendono, anche se è poco: “Chi è fedele nel poco…”. È importante anche
coinvolgere gli studenti nei piccoli o grandi lavori che si fanno, oppure nei cambiamenti.
3. Conoscere bene la realtà dove viviamo (inculturazione): come vive la gente (per questo abbiamo analizzato
nel nostro gruppo il problema delle case per i poveri e in concreto quello di Betlemme), le norme del paese, la
diversa situazione dei conventi.
4. È anche importante la formazione dei frati alla povertà: quanto si deve spendere, quali cose sono utili alla
fraternità e quali possono essere superflue.
5. E, infine, importante, educare i frati al lavoro per capire meglio quanto costa la vita.
2. Trasparenza
Affinché ci sia la trasparenza nei nostri conti e nella nostra attività economica, ci sono alcuni punti che devono
essere ben chiari:
- come si ricevono i soldi e a cosa servono?
- come sono spesi?
- la Provvidenza come artefice della beneficenza (è grazie agli aiuti che riceviamo che diamo agli altri; non
sono soldi nostri).
È fondamentale la trasparenza personale, se vogliamo essere trasparenti nei nostri impegni fraterni: deve
essere ben chiaro quello che si riceve e quello che si spende.
Se non siamo trasparenti non possiamo predicare né esigere ai nostri collaboratori di essere anch’essi
trasparenti.
3. Preventivo e controllo nei conventi
I frati devono avere come priorità ed esigenza la responsabilità di rendere conto (i conti mensili, annuali,
ecc.).
È importante nella fraternità chiarire bene il tema della corresponsabilità: chi decide e come si devono fare i
lavori? Quali cose sono necessarie per il convento e quali sono superflue?
Cosa fare quanto si supera di molto il preventivo?
Preventivo a livello custodiale
Il preventivo è molto legato alla situazione concreta: come farlo nelle circostanze attuali (intifada) se non si sa
bene quante saranno le entrate? Come quantificare i tanti aiuti che riceviamo dalla Provvidenza divina?
Come linea generale si può presentare un preventivo della Custodia facendo una media degli ultimi anni,
sapendo però che la Custodia non è autonoma e che deve ricorrere ad altri enti ecclesiali e/o politici per coprire
tutte le necessità.
In ogni caso pensiamo che è necessaria molta trasparenza.
Noi pensiamo che il preventivo è essenzialmente un tema da specialisti; i frati e i conventi dovrebbero studiare
i problemi più concreti.
fra Artemio VÍTORES OFM
Frati della Corda
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dicembre 2005
GRUPPO 6: TEMI CONCRETI INDICATI DAL CUSTODE CHE TOCCANO LA VITA DELLA CUSTODIA
Nel suo discorso il Padre Custode ha parlato di alcuni temi attuali che ci offrono una sfida per trovare delle
risposte concrete per il futuro prossimo. Cerchiamo di individuare i temi e diamo i nostri suggerimenti o proposte
in merito.
Risposte del gruppo
I temi concreti indicati dal Padre Custode che toccano la vita della Custodia sono tre: la presenza della custodia
in Egitto - l’orfanotrofio femminile - le due scuole che si trovano nella città vecchia di Gerusalemme.
All’inizio dell’incontro di gruppo ci siamo presentati fraternamente a vicenda, quindi fra Noel MUSCAT ha
presentato i punti essenziali per la riflessione.
1. La questione della parrocchia di S. Giuseppe al Cairo e il convento del Muski (Egitto).
Tutti noi sappiamo che la Curia Generalizia ha chiesto alla Custodia di consegnare la parrocchia di San Giuseppe
del Cairo alla Provincia Egiziana della Sacra Famiglia. Alcuni frati hanno descritto la loro esperienza positiva,
vissuta in Egitto. Dato che oggi abbiamo la facoltà di accogliere vocazioni dall’Egitto, alcuni frati ritengono che
la presenza della Custodia a San Giuseppe possa fare da tramite per la promozione vocazionale mantenendo la
struttura con l’aiuto dei frati d’Egitto. Altri hanno posto l’accento sulla priorità della presenza francescana in
Terre Santa, dato la carenza di frati. Intanto, la parrocchia deve essere sostenuta da qualcuno, e non può essere
trascurata.
La struttura del convento-parrocchia del Muski è in uno stato mediocre e si trova in un quartiere disgraziato.
Abbiamo un grande patrimonio culturale che versa in cattive condizioni e quindi deve essere rimesso nell’ordine
dovuto. Una soluzione sarebbe quella di puntare sulla buona volontà di qualche frate dotto che si faccia carico
della biblioteca curandola e conservandola; e in grado di seguire chi è interessato alla ricerca scientifica. Con
l’aiuto di personale competente, si potrebbe rimettere in vigore la biblioteca, certamente senza rinnegare quello
che hanno fatto e fanno i frati attuali. La collaborazione delle due entità francescane (Custodia e Egitto) è molto
importante, soprattutto se questo avviene con impegno e con una decisa responsabilità della missione affidataci
dalla Chiesa.
2. L’orfanotrofio femminile di via di San Francesco.
La maggioranza è concorde per la chiusura dell’orfanotrofio: le bambine sono poche per una struttura così
grande che risulta non essere in regola con le leggi sociali del paese; le bambine sono di Betlemme e un giorno
o l’altro dovranno trasferirsi nei territori palestinesi. In alternativa, sembra più giusto esaminare la possibilità di
costituire una Casa Famiglia, per esempio nel West Bank, con criteri più moderni. .
Proposte concrete per il riutilizzo dei locali: un centro di cura per i tossicodipendenti (è un’esigenza ricuperare
la gioventù della città vecchia: sono i lebbrosi di oggi); un centro parrocchiale di svago per i giovani; una casa per
i volontari della Custodia; un espansione per la Casa Nova...
3. Le scuole di Gerualemme.
Le due scuole che si trovano nella città vecchia di Gerusalemme, e il cui funzionamento non corrisponde alle
attuali esigenze di formazione. Si dovrebbero migliorare le strutture. Si valuta la proposta del Custode di costruire
una scuola più grande a Beth Hanina dato che in città cecchia, non c’è nessuna possibilità di espansione e di
adeguamento con quanto richiesto dalle leggi scolastiche vigenti in Israele. Tuttavia, non sembra opportuno, per
il momento, trasferire le scuole perché tutti gli alunni vivono dentro le mura. Inoltre, non si deve perdere la nostra
presenza scolastica cristiana in città vecchia lasciando il monopolio ai musulmani. Non dobbiamo rinunciare ad
una presenza cristiana qualificata vicino ai santuari.
fra Haroutiun SIMONIAN OFM
Frati della Corda
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dicembre 2005
CRONACA CUSTODIALE
LA MARCIA FRANCESCANA DEL 2005
Conversioni più che vocazioni, cosi è stata definita la
marcia di questa anno, niente di male perché sappiamo
bene che senza una vera conversione non è possibile
intraprendere un serio cammino vocazionale.
Siamo partiti da Mujedel, dal convento di san
Gabriele, dopo una bella e fraterna accoglienza, per
visitare Giaffa di Nazareth, dove abbiamo inaugurato
ufficialmente la marcia con la celebrazione della Messa.
Il giorno dopo siamo partiti per le strade affollate di
traffico e siamo arrivati alla casa della Madonna a
Nazareth, e pieni di gioia, di forza e di fede abbiamo
potuto sconvolgere la pacifica città di Maria. La
mattina dopo, presto, verso le cinque! ci siamo mossi
per andare verso il piccolo villaggio di Seforis. Accolti
generosamente delle Figlie di sant’Anna, abbiamo
avuto una densa giornata di incontri spirituali, e la sera
abbiamo festeggiato il venticinquesimo di sacerdozio
di fra Jack KARAM OFM, il quale oltre ad accoglierci nel
convento di Mujedel, ha fatto il cammino della marcia
con noi rifornendoci d’acqua ogni qualvolta ne abbiamo
avuto bisogno. Il quarto giorno ci siamo incamminati
verso Rane, fermandoci prima nel convento di Cana,
dove abbiamo avuto intensi momenti di preghiera, e un
buon rinfresco offertoci con tanto amore fraterno.
Durante i bei giorni della marcia abbiamo affrontato
due temi: la preghiera, meditando sull’eucaristia centro
della vita cristiana e, divisi in gruppi di lavoro abbiamo
discusso il tema dei setti peccati capitali. In questo
modo abbiamo bevuto alla fontana della vita eterna
durante la meditazione e la preghiera, e nello stesso
tempo abbiamo imparato a vivere da veri cristiani, il
ché è possibile lontano dai peccati. La cosa più bella
e sorprendente è stato il gesto di conversione che ha
portato i 120 ragazzi, nella penultima notte, a richiedere
il sacramento della riconciliazione.
Così, rinfrancati dal perdono e pieni di speranza per
Nell’ultimo giorno di cammino ci siamo diretti una vita migliore siamo scesi della montagna, e, dopo la
verso il Monte Tabor. La strada era piuttosto difficile festa dei saluti, ognuno è tornato alla propria casa.
e la salita della montagna era alquanto faticosa, ma la
In quest’occasione vorrei ringraziare tutti quelli che
forza dei giovani ha saputo superare tutte le difficoltà e
hanno partecipato alla riuscita della marcia: studenti
siamo arrivati tutti sani e salvi alla meta desiderata.
francescani e frati che generosamente hanno partecipato,
i frati che ci hanno accolto nei diversi conventi, le suore
che ci hanno aiutato e accolto, i sacerdoti che hanno
confessato i ragazzi, le buone anime che hanno pregato
per noi, e tutti i laici volontari che hanno offerto con
tanta generosità sia del loro denaro che del loro tempo.
Ringraziamo il buon Dio che ci ha indirizzato sulla
strada giusta dall’inizio alla fine del cammino, e che ci
ha protetto dal male con la sua sollecitudine paterna e
per l’intercessione di san Francesco.
Frati della Corda
In seguito alla marcia avremo due incontri
complementari: il primo in Avvento come preparazione
al Natale (si spera di poterlo fare a Betlemme); il
34
dicembre 2005
I nostri vescovi: Sua Beatitudine Mons. Michel
SABBAH e Mons. Giacinto MARCUZZO di Nazareth, il
nostro Padre Custode Pierbattista PIZZABALLA, ci hanno
onorato della loro presenza e ci hanno trasmesso la
risposta della Chiesa alle nostre domande:
1. La Chiesa ha bisogno di una testimonianza radicale
secondo durante la Quaresima 2006. In questo modo
seguiremo i ragazzi della marcia e li potremo preparare che deve irradiare dai nostri monasteri.
2. Nella nostra Chiesa di Gerusalemme si avverte
per le feste più importanti.
È con la forza dello Spirito Santo che ci auguriamo una mancanza di maturità nella Fede per praticare i
di andare avanti, con l’intercessione di san Francesco valori essenziali della Vita cristiana.
3. Necessità di una osmosi tra monasteri e la comunità
che vogliamo lavorare, nella speranza di vedere i frutti
cristiana – Testimoniare dell’Essere.
del nostro lavoro.
QUALCHE
4. Entrare nella cultura del Paese attraverso la lingua,
fra Marwan DI’DES OFM
Animatore vocazionale custodiale la conoscenza del Paese: iniziare ad introdurre nella
liturgia le lingue del paese (canti, letture) (due sorelle,
così, imparano l’ebraico, e la nostra sorella israeliana
ECO
DELLA
SESSIONE DELLE l’arabo).
6. È tutta la Chiesa Universale che, in effetti,
ABBADESSE DEL MEDIO ORIENTE CHE SI È TENUTA
deve prendersi cura effettivamente dell’avvenire
A GERUSALEMME NEL LUGLIO 2005
contemplativo universale della Chiesa Madre di
Questi pochi giorni della sessione si sono svolti
Gerusalemme.
molto fraternamente
Progredire nell’Unità tra Cristiani: fino a quando
non ci sarà unità, non ci saranno vocazioni.
Riepilogando, noi abbiamo fatto un appello a tutte
le comunità che sono sensibili e capaci d’adattamento
nell’ambiente culturale del medio-oriente cristiano, alla
sequela del Cristo privilegiato in Terra Santa.
Frati della Corda
35
dicembre 2005
VISITA DEI COMMISSARI
LINGUA ITALIANA IN SIRIA
DI
TERRA SANTA
DI
21-28 ottobre 2005. I Commissari di lingua italiana in
visita alla Siria, hanno seguito il programma dettagliato
preparato per loro da fra Romualdo, e che richiamava
il loro interesse sugli aspetti spirituale, storico,
archeologico e pastorale. A chiusura del programma,
era fissata la visita alla parrocchia di Bab Touma, con la
celebrazione della Messa sull’altare dei Martiri.
Durante la cena noi abbiamo illustrato la vita e
l’attività della Parrocchia, e loro ci hanno dimostrato
il proprio apprezzamento attraverso le parole del
Commissario che due anni fa era stato in Siria per
rendere omaggio al Patrono della Provincia francescana
svizzera. Infatti, fra Gottfried, Commissario della
Svizzera, aveva descritto le sue impressioni in un libro
biografico sul Martire austriaco Engelbert KOLLAND,
Patrono della loro Provincia.
Il Commissario, venuto in visita a Damasco nel
2002, per visitare i luoghi dove il Martire era vissuto
come parroco e missionario fino al momento del
sacrificio supremo, ha scritto: “Padre Joseph ci ha
mostrato la chiesa e la tomba dei martiri”, ma giacché
era rimasto altrettanto colpito dall’attaccamento dei
fedeli alla Chiesa dice anche: “È impressionante vedere
quanti bambini e giovani partecipino alla Messa: lettori
e chierichetti, musicisti e cantori. Tutte le generazioni
sono rappresentate, dagli anziani fino alla famiglia
con i figlioletti. Gli inni sacri, ritmati in lingua araba,
accomunano tutti. Fra Joseph è riuscito a coinvolgerci
nella Messa comunitaria, nonostante ci mancassero le
opportune conoscenze linguistiche. Alla fine, molti fedeli
sono rimasti all’interno del chiostro, intenti a conversare
piacevolmente… erano felici della nostra presenza e ci
stringevano la mano parlandoci in francese oppure in
inglese. Per me è stato impressionante percepire che lo
spirito di Padre Engelbert vive ancora in questi luoghi. I
semi di Abouna Malak hanno attecchito, sopravvivendo
al fuoco e alla distruzione. Hanno germogliato e
continuano a germogliare tra i “frati della corda” e fra
la gente che viene nella casa del Signore”.
conservare la fede nella Terra Santa, Terra di Palestina
e di Israele, ma che comprende anche la Siria, il Libano
la Giordania e l’Egitto.
Ho detto loro che se i Frati si trovano ancora a
Damasco ed in particolare a Bab-Touma, il merito va
ai Frati spagnoli che per tanti anni hanno servito questa
parrocchia e questo convento dove venivano per lo studio
della lingua araba. Basta ricordare che dopo il massacro
del 1860 tornarono a Bab-Touma ricostruendo chiesa
e convento. Si conserva negli archivi il registro dei
battezzati e sposati che inizia dal 1862, due anni dopo
la strage. Siamo ric onoscenti ai nostri predecessori per
essere stati fedeli alla loro missione di evangelizzare
e servire i cristiani di queste regioni, e certamente come ha voluto sottolineare il Commissario svizzero l’esempio, il lavoro, la preghiera di questi Frati aiutano
noi, oggi, nel nostro compito pastorale.
Fra Joseph COSTANTIN OFM
L’AMBASCIATORE
PORTOGHESI
COMPAGNIA DEI
VISITANO
E
L’AMBASCIATRICE
GERUSALEMME
FRANCESCANI
1 novembre. Hanno voluto la compagnia dei
Francescani per visitare Gerusalemme e i suoi Luoghi
Santi l’ambasciatore portoghese in Israele S.E. il sig.
Pedro Nuno BÁRTOLO e la moglie sig.a Maria DA GLORIA
OSÓRIO DE MELO BÁRTOLO con i loro ospiti. Si sono
Mi sono permesso di riferire questa testimonianza di
fra Gottfried, perchè rende omaggio ai nostri Martiri e
a tutti i Frati della Custodia che si sono sacrificati per
Frati della Corda
36
IN
dicembre 2005
interessati della situazione dei luoghi santi comuni alle
tre grandi religioni monoteistiche, e principalmente
dell’ Haram ash-Sharif, che ospita il santuario
musulmano dell’Aqsa ma che corrisponde ugualmente
al Monte del Tempio ebraico e cristiano. Hanno voluto
ripercorrere la Via Dolorosa sui passi del Signore Gesù,
che attraversò un giorno Gerusalemme portando la sua
croce verso il Luogo del Cranio. Proprio sul Golgota, a
fianco dell’altare della Crocifissione, esiste un prezioso
ricordo della loro Nazione: il venerabile busto della
Mater Dolorosa, giunto da Lisbona nel 1778 come
regalo di Maria I di Portogallo.
S.E. IL CARDINALE WALTER KASPER VISITA LA
CUSTODIA DI TERRA SANTA
a guardare al futuro: l’approfondimento del dialogo e
della conoscenza reciproca sono le solide basi di ogni
buona e fraterna collaborazione, e quindi di serenità e
di pace, così necessarie in questa Regione. Un futuro
impegnativo e doveroso, che ha bisogno di studio,
di simpatia, di speranza. L’incoraggiamento ci viene
anche da tanta parte dell’ebraismo che, in Israele,
manifesta interesse e simpatia nei confronti della
Chiesa cattolica.
3 Novembre. Sua Eminenza il Cardinale Walter
KASPER, ha reso una gradita visita di cortesia alla
Custodia di Terra Santa, accolto dal Custode, fra
Pierbattista PIZZABALLA, nel Convento di San Salvatore
in Gerusalemme. Il Cardinale ha salutato i frati
convenuti per l’accoglienza, manifestando un sincero
CONCERTO IN ONORE DEI 10 ANNI DELL’ISTITUTO
apprezzamento per la loro preziosa, secolare presenza
che si esprime nell’opera di salvaguardia dei Luoghi MAGNIFICAT
Santi, nell’apostolato, nella preghiera e nell’animazione
dei pellegrinaggi.
Rispondendo all’indirizzo di saluto del Padre Custode,
il Cardinale KASPER, ha rilevato che questa è Terra di
confronto e di dialogo con le altre religioni e culture
monoteistiche, non meno che Terra dell’ecumenismo e
della testimonianza delle diverse confessioni cristiane.
Ha evidenziato poi l’importanza del dialogo ebraicocristiano e - sottolineando gli importanti, fondamentali
passi già compiuti in questa direzione - ha incoraggiato
6 novembre 2005. Nei locali del Salone
dell’Immacolata del convento di San Salvatore a
Gerusalemme, si è svolto un concerto di pianoforte
per commemorare i dieci anni di vita dell’Istituto
Magnificat. Fra Armando PIERUCCI OFM, fondatore
dell’Istituto, ha tenuto il saluto iniziale, nel quale ha
ringraziato i benefattori e gli amici del Magnificat,
che hanno reso possibile, con il loro sostegno, la
realizzazione di questo progetto ormai decennale.
Frati della Corda
37
dicembre 2005
INGRESSO DEL NUOVO CONSOLE GENERALE
DI FRANCIA AL SANTO SEPOLCRO
Lunedì 7 Novembre. Il nuovo Console Generale
di Francia, S.E. sig. Alain RÉMI, ha fatto il suo
ingresso solenne nella Basilica del Santo Sepolcro
a Gerusalemme. Secondo un’antichissima prassi, il
Console, con il suo seguito, era atteso alla Porta di
Giaffa da una numerosa rappresentanza di Frati Minori,
custodi dei Luoghi Santi, che lo hanno accompagnato
processionalmente fino all’ingresso della Basilica.
Qui il Console ha salutato i superiori della comunità
greco-ortodossa e armena, che condividono con i
francescani l’animazione liturgica della Basilica della
Resurrezione. Quindi, all’ingresso dell’edicola che
racchiude il Sepolcro di Cristo, il Custode di Terra
Santa, fra Pierbattista PIZZABALLA, ha dato il benvenuto
al nuovo Console, ricordando il ruolo dei francescani
proprio nell’accoglienza dei pellegrini cristiani
provenienti da ogni parte del mondo.
Quindi si sono esibiti alcuni tra i più bravi studenti
dell’Istituto stesso, suonando pezzi di Bach, Haydn,
Mozart, Schubert, Chopin, Liszt, Debussy, Moszkowski
e Grieg, coprendo un arco di oltre tre secoli di
espressione musicale. Un piacevole intermezzo è stato
rappresentato dall’esecuzione di due canti da parte dei
ragazzi del Yasmin Choir, magistralmente diretto dalla
Dopo una breve risposta del sig. Console, che visita
sig.ra Hania SOUDAH SABBARA.
anche il Sepolcro, il corteo si è diretto alla Chiesa
Al termine hanno espresso le loro felicitazioni per di Sant’Anna, dove è stato cantato il Te Deum. A
l’anniversario il Vicario Custodiale, fra Artemio VITORES conclusione è seguito un rinfresco.
OFM, in rappresentanza del Custode di Terra Santa, e
fra Romano ALMAGNO, Commissario di Terra Santa a
Washington, che ha generosamente offerto 10 borse
di studio per contribuire al diffondersi della cultura
musicale tra i giovani meno abbienti di Gerusalemme.
Frati della Corda
38
dicembre 2005
VISITA
ISRAELIANO
DEL
MINISTRO
DEL
TURISMO momento che questa città, patria di David e di Gesù,
7 novembre, il Sig. Abraham HIRCHSON, Ministro
del Turismo israeliano, accompagnato dal Direttore
generale del Turismo, Sig. Eli Cohen, ha visitato la
sede della Custodia di Terra Santa. Padre Pierbattista
PIZZABALLA, Custode di Terra Santa, e il Sig. Ministro
hanno osservato con soddisfazione come i pellegrinaggi
in Terra Santa stiano riprendendo. È chiara l’importanza
della cooperazione di tutti di fronte a questa situazione.
In maniera speciale è stata evidenziata la validità
dell’iniziativa attuata dal Ministero del Turismo
israeliano e palestinese, insieme con la Custodia, con la
presentazione alla FITOUR di Madrid di un programma
congiunto di pellegrinaggi in Terra Santa.
A questa riunione, tenuta alla fine di febbraio 2005,
parteciparono il Ministro del Turismo palestinese, il sig.
Eli COHEN e fra Artemio VÍTORES, Vicario della Custodia
di Terra Santa. La Custodia ha insistito davanti al sig.
Ministro nella richiesta che i pellegrini possano recarsi
liberamente e senza difficoltà alcuna a Betlemme, dal
Frati della Corda
39
è profondamente presente nel cuore dell’intero mondo
cristiano.
INCONTRO
FRATI DELLA
DI FORMAZIONE PERMANENTE PER I
GIUDEA
Un gruppo di oltre novanta frati Francescani della
Custodia di Terra Santa che vivono in Giudea si sono
incontrati Giovedì 10 novembre al Centro dei Ritiri
Maria Arca dell’Alleanza a Qiryat Ye’arim, per una
giornata di formazione permanente. L’iniziativa è di
fra Pierbattista PIZZABALLA, Custode di Terra Santa,
insieme con il suo Discretorio e con il Consiglio per la
Formazione.
Gli incontri per frati che vivono nelle varie regioni
della Custodia è considerata una priorità, essendo
la Custodia di Terra Santa sparsa in varie nazioni e
regioni, come Israele-Palestina (Galilea e Giudea),
Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi, Italia,
USA e Argentina. La maggioranza dei Francescani
della Custodia vivono in Giudea e Galilea.
dicembre 2005
Il tema dell’incontro era: La Grazia delle nostre
Origini e la nostra presenza in Terra Santa. L’Ordine
dei Frati Minori ha pubblicato un documento in
preparazione all’ottavo centenario della sua fondazione,
che sarà celebrato nel 2009. È desiderio del Ministro
Generale, fra José RODRÍGUEZ CARBALLO, che tutte le
entità dell’Ordine riflettano sulla grazia delle origini
dell’esperienza francescana e programmino il futuro
con speranza.
Il programma del giorno è iniziato con la
celebrazione delle Lodi nella chiesa della Vergine
Maria Fœderis Arca, seguite da una presentazione
fatta da P. PIZZABALLA che ha parlato della Custodia
e del lavoro del governo Custodiale durante il primo
anno e mezzo del suo mandato. Poi ha presentato
ai frati domande e sfide per il futuro. I frati si sono
divisi in sei gruppi di lavoro per discutere i temi
proposti. A mezzogiorno hanno celebrato l’Eucaristia
e dopo hanno pranzato negli ambienti suggestivi della
Casa dei Ritiri diretta dalle Suore di San Giuseppe
dell’Apparizione. Dopo un breve intervallo nei
giardini della medesima, hanno ripreso i lavori con la
presentazione del frutto dei lavori dei gruppi, e con le
domande e la discussione. Il Custode ha poi concluso
con una sintesi. I frati hanno espresso il desiderio che
incontri simili siano organizzati più frequentemente
in futuro.
Alle 16.30 i frati hanno lasciato Qiryat Ye’arim,
percorrendo la breve distanza giù nella valle, dove si
trova l’abbazia della Risurrezione di Abu Gosh, dove
sono stati invitati a partecipare ai Vespri cantati dalla
comunità Benedettina di monaci e monache. Sono stati
caldamente accolti dai monaci della Congregazione
Benedettina del Monte Oliveto, che li hanno guidati
nella visita della chiesa crociata di Abu Gosh, e che
poi hanno cantato i Vespri in un’atmosfera di intenso
raccoglimento.
Un incontro simile è programmato per i frati della
Galilea sul Monte delle Beatitudini per Venerdì 9
Dicembre 2005.
Frati della Corda
40
dicembre 2005
CELEBRAZIONE DI ALCUNI ANNIVERSARI DI FRATI
DI TERRA SANTA
Domenica 13 novembre 2005, nella chiesa del
convento di San Salvatore a Gerusalemme, si è tenuta una
solenne concelebrazione eucaristica per rendere grazie
al Signore per diversi anniversari di alcuni confratelli
francescani, che servono la Terra Santa da molti anni.
La Santa Messa è stata presieduta da fra Lino CIGNELLI,
insegnante dello Studium Biblicum Franciscanum di
Gerusalemme, che festeggiava 50 anni di ordinazione
sacerdotale compiuti il 17 luglio scorso. Al suo fianco,
come primo e secondo concelebrante, fra Antonio
FOLEY e fra Claudio BARATTO, che celebravano 60 anni
di ministero presbiterale, compiuti rispettivamente l’8
luglio e il 29 giugno scorsi.
Tra i concelebranti si distinguevano fra Jack KARAM,
sacerdote da 25 anni e unico dei festeggiati ad essere
nativo della Terra Santa (Galilea), fra Jerzy KRAJ,
guardiano del convento di San Salvatore, religioso
francescano dal 30 settembre del 1980, e quindi
festeggiato per i 25 anni di vita religiosa, e fra Giorgio
COLOMBINI, religioso francescano da 60 anni. Tra i fedeli
che hanno assistito alla celebrazione eucaristica erano
presenti i festeggiati fra Nicola GAETA, fra Pacifico GORI
e fra Simone ARNALDI, a ricordare i loro 70 anni di vita
religiosa (compiuti rispettivamente il 30 settembre, il 17
settembre e il 7 agosto scorsi).
Assenti per causa di forza maggiore altri due
festeggiati, fra Vianney DELALANDE (anch’egli al bel
traguardo di 70 anni di vita religiosa, il 18 settembre
scorso) e fra Fabian ADKINS (50 anni di vita religiosa
il 18 febbraio scorso). Un posto d’onore in presbiterio
è stato riservato per un festeggiato eccezionale: fra
Salvatore COMUNALE, che ha compiuto il 14 novembre
100 anni di vita, e che serve la Custodia di Terra Santa
da più di 60 anni, di cui più di 40 spesi come collettore
nel Commissariato di Terra Santa di Napoli. Al termine
della celebrazione eucaristica i festeggiati e gli ospiti
sono stati invitati nei locali della parrocchia francescana di San Salvatore ad un rinfresco, a cui ha fatto seguito il
pranzo con la fraternità del convento.
L’iniziativa è partita da fra Jerzy KRAY, che ha pensato di riunire in un unico rendimento di grazie a Dio i
diversi anniversari che cadevano nell’anno. In questo modo si è potuto dare maggiore solennità agli avvenimenti,
altrimenti a rischio di passare sotto tono nelle fraternità più piccole, celebrandoli nel convento di San Salvatore,
a tutti caro e adatto per queste grandi celebrazioni.
Frati della Corda
41
dicembre 2005
Fra Salvatore COMUNALE OFM è stato festeggiato per
il raggiungimento dei 100 anni: nato il 14 novembre
1905 a Orta di Atella, in provincia di Caserta, ha
sempre svolto il servizio di Collettore a Napoli, ma –
anche se Italia - ha sempre vissuto per la Terra Santa,
ed è ora ospitato nell’infermeria di San Salvatore in
Gerusalemme.
Famoso e conosciuto come Fra Pace e Bene, per il
saluto francescano che amava rivolgere a chiunque lo
incontrasse, racconta ancora tanti episodi - degni dei
Fioretti - legati a questo saluto, che Papa BENEDETTO
XVI ha ricordato commentando il Salmo 121. Il Papa,
nella sua catechesi sul Salmo che è un Saluto alla Città
santa di Gerusalemme, ha detto: l’invocazione finale
(vv 6-9) è tutta ritmata sulla parola ebraica shalom,
pace… anzi, nell’addio finale … si aggiunge alla
pace il bene. Si ha, così, in forma anticipata il saluto
francescano: Pace e bene!”. Tutti abbiamo un po’ di
anima francescana.”
Auguri, fra Salvatore! Con il tuo (nostro) saluto,
che il Papa ci ricorda così affettuosamente.
RIUNIONE DEL PRESBITERIO NAPOLITANO NEL COMMISSARIATO DI TERRA SANTA
Il terzo Decanato dell’Arcidiocesi di Napoli, comprendente dodici parrocchie, si riunisce ogni terzo martedì
del mese e, don Antonio CANNATELLI, decano nonché parroco di Santa Maria della Misericordia a Porta Grande,
di cui facciamo parte, ha chiesto di poter fare la riunione di novembre nel Commissariato Generale di Terra Santa
allo scopo di far conoscere ai parroci questa bella realtà e accrescere l’interesse per la terra di Gesù. La proposta
è stata accolta ben volentieri dalla nostra Comunità.
Così il 16 novembre 2005 l’incontro ha avuto inizio in cappella con la recita dell’Ora Media e il Commissario
è stato pregato di tenere una breve meditazione.
Dalla cappella si è poi passati nella sala biblioteca dove i parroci hanno discusso su varie problematiche
pastorali.
A mezzogiorno si è recitato l’Angelus e quindi fra Bernardino FIORE O.F.M CONV., Vicario Episcopale per la
prima zona Pastorale, ha chiuso la riunione ringraziando la nostra Fraternità per l’accoglienza squisitamente
francescana e chiedendo di poter fare, sempre nel nostro Commissariato, una giornata di ritiro spirituale in
preparazione al Natale per i presbiteri della prima zona pastorale comprendente tre decanati e composta da 34
parrocchie di cui 6 affidate ad Istituti Religiosi.
Frati della Corda
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dicembre 2005
FRANCESCANI
DALLA
FRATERNITÀ
INTERNAZIONALE DI ISTANBUL PARLANO DI DIALOGO
INTER-RELIGIOSO
Fra Ruben TIERRABLANCA e Fra Gwenolé JEUSSET
sono stati invitati dal Segretariato per la Formazione
Permanente, nei giorni 21-25 novembre 2005, per una
serie di conferenze sul tema del dialogo inter-religioso.
I due Francescani fanno parte della Fraternità
Internazionale Francescana di Istanbul. La fraternità, a
aperta l’8 settembre 2003 e poi ufficialmente inaugurata
dal Ministro Generale fra José RODRÍGUEZ CARBALLO
nel febbraio 2004, è composta da quattro Frati Minori
che vivono nel convento di Santa Maria Draperis. Il suo
scopo è quello di essere un ponte di incontro e di dialogo
con le altre religioni presenti in Turchia, particolarmente
la religione musulmana e quella ebraica; hanno anche
molti contatti ecumenici con le altre Chiese Cristiane,
particolarmente con il Patriarcato Greco Ortodosso
e con la comunità Armena Ortodossa. I cristiani nella
Repubblica Turca sono una minoranza assoluta, e perciò
l’incontro ecumenico è vitale per la sua sopravvivenza.
Fra Ruben e fra Gwenolé hanno parlato della loro
esperienza in Istanbul, come pure della chiamata
francescana al dialogo inter-religioso, dell’esempio di
San Francesco che incontrò il sultano Malik-al-Kamil
a Damietta nel 1219, e delle fondamenta bibliche del
dialogo nel mistero dell’incarnazione.
Le conferenze si sono tenute a Nazareth, per la
Galilea, e nel convento di San Salvatore a Gerusalemme,
per i Francescani della Giudea.
SANTA CATERINA A BETLEMME
Sabato 26 novembre ha avuto luogo il solenne ingresso
di fra Pierbattista PIZZABALLA, Custode di Terra Santa,
a Betlemme in occasione della festa di Santa Caterina
d’Alessandria, patrona della chiesa francescana presso
la basilica della Natività. Il corteo con il Padre Custode,
il Vicario custodiale ed alcuni Discreti ha lasciato il
convento di San Salvatore a Gerusalemme alle 10.30.
Sotto la scorta della polizia israeliana la colonna delle
autovetture ha percorso velocemente i pochi chilometri
di distanza tra Gerusalemme e Betlemme.
Frati della Corda
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dicembre 2005
Alle porte della città natale di Gesù, presso il convento
greco di Sant’Elia il padre Custode è stato salutato dalle
autorità militari israeliane del distretto di Betlemme, dal
Parroco di Beit Jala e dai rappresentanti dei cristiani di
Betlemme. Questi ultimi tradizionalmente salutavano
il Padre Custode presso la tomba di Rachele, ma
quest’anno, con la presenza del muro e il nuovo punto
di controllo aperto pochi giorni prima, la fermata in
questo posto è stata abolita.
Poco dopo la tomba di Rachele la scorta militare
israeliana ha lasciato posto alla polizia palestinese che
ha accompagnato il Padre Custode fino alla piazza
centrale di Betlemme. Dopo il saluto da parte dei
francescani, dei rappresentanti delle chiese ortodosse e
delle autorità civili, il Custode, accompagnato dai canti
in latino, ha fatto l’ingresso solenne nella chiesa di
Santa Caterina, passando per la basilica della Natività.
Dopo la cerimonia di benvenuto ha tenuto un breve
discorso in italiano tradotto in arabo da fra Amjad,
parroco di Betlemme. Fra Pierbattista ha ringraziato
tutti per la partecipazione a questo primo incontro che
apre le solennità natalizie e ha augurato a tutti una serena
e gioiosa preparazione al Santo Natale. Ha assicurato
inoltre un costante impegno della Custodia di Terra
Santa e di tutti i cristiani del mondo per la popolazione
di Betlemme, concludendo: “non vi dimenticheremo
mai... mai!”
Nelle prime ore pomeridiane il Padre Custode ha
presieduto la celebrazione dei Vespri con la processione
alla Grotta della Natività. Durante l’incensazione
della stella posta nel luogo della nascita del Salvatore,
il sagrestano greco ortodosso, ha reagito molto
energicamente per una collocazione dei due candelabri
di qualche centimetro fuori della linea stabilita dallo
Statu quo. Il pomeriggio in onore di Santa Caterina si è
concluso con la celebrazione dell’Ufficio delle Letture
e la seconda incensazione della Grotta, questa volta
senza sgradevoli incidenti.
La domenica 27 novembre la principale Messa
parrocchiale è stata presieduta dal Custode che in modo
solenne ha inaugurato il tempo di Avvento.
Frati della Corda
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RASSEGNA STAMPA
VISITA DEL PRESIDENTE KATSAV IN VATICANO
“A tutto il mondo diciamo: aiutateci a non perdere Betlemme, dove diminuisce la presenza cristiana”,
dice il Vicario della Custodia di Terra Santa,
in occasione della visita del Presidente di Israele KATSAV in Vaticano
Promuovere buoni rapporti con il mondo ebraico, aiutare la presenza cristiana di Terra Santa: sono i temi
segnalati all’attenzione internazionale da p. Artemio VITORES, francescano dell’Ordine dei Frati Minori, Vicario
della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, in occasione della visita del Presidente di Israele Moshe KATSAV in
Vaticano.
P. VITORES afferma: “È importante quello che BENEDETTO XVI sta facendo. Molti suoi gesti lo dicono con
chiarezza: i cristiani devono continuare a cercare le proprie radici nell’ebraismo e di approfondire il rapporto con
i nostri fratelli maggiori. La visita del Presidente KATSAV in Vaticano si inserisce certamente in questo solco, nei
buoni rapporti fra Santa Sede e stato di Israele. Questo sarà un tema fondamentale. E il clima di buone relazioni si
avverte anche in Terra Santa, dove si stanno compiendo sforzi per una maggiore comprensione fra ebrei e cristiani,
che porta benefici reciproci, a livello spirituale, sociale, e anche economico, con il flusso dei pellegrinaggi”.
Il francescano continua: “Ma non possiamo non segnalare la situazione di Betlemme: proprio pochi giorni
fa è stata ristabilita dalle autorità israeliane una linea di frontiera con Gerusalemme, che rende molto difficile il
passaggio e sottopone tutti a check-point e controlli che creano grandi problemi e disagi per la popolazione locale,
ma anche per i frati, per i religiosi e per tutti i pellegrini.
Senza dimenticare, poi, la questione aperta del Santuario del Cenacolo: in passato sembrava vicino un accordo
con le autorità israeliane, poi allontanatosi d’improvviso”.
“In questa occasione - dice accoratamente p. VITORES - noi cristiani di Terra Santa vogliamo dire all’umanità
intera, alle autorità politiche e ai cristiani di tutto il mondo: aiutateci a non perdere Betlemme, dove la presenza
cristiana sta fortemente diminuendo! Nel 1965 i cristiani erano la maggioranza della popolazione, oggi sono
meno del 12%. Negli ultimi anni oltre 3.000 cristiani hanno lasciato la città per mancanza di prospettive, per
difficoltà economiche, sociali e religiose. Esiste un alto rischio che a Betlemme la presenza cristiana sparisca del
tutto. Noi frati stiamo facendo del nostro meglio, ma la situazione è davvero grave!
Vorremmo che tutte le comunità dei credenti in Cristo, in tutto il mondo, si rendano conto di questa situazione,
che ogni giorno peggiora. Betlemme è il luogo della nascita di Cristo, il luogo dell’Incarnazione, uno di misteri
fondamentali della nostra fede. Betlemme è nel nostro cuore, e nel cuore di tutti i cristiani.
Aiutateci a salvarla!”.
(PA) Agenzia Fides 17/11/2005
Frati della Corda
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VARIA
BADALIYA PRAYER GROUP IN WASHINGTON
On the last Sunday of each month, an inter-faith [Christians and Muslims] group gathers at Washington’s Holy
Land Commissariat for The Badilya, an hour-and-a-half of prayer and sharing.
This prayer union of priests, religious, lay persons, men and women, married and single was envisioned by
Blessed Charles DE FOUCAULD while he served God in the desert of Algeria devouting his life to the Muslim Berber
Touareg people.
At DE FOUCAULD’s death [December 1, 1916] there were 45 members of his Union Sodalite and it certainly
would not have survived without the persistent will of Secular Franciscan Louis Massignon. At Massignon’s
death [1962] there were 47 members.
After 1962, Father Jean François SIX continued the legacy of the original prayer group from Paris adding
individual members through the world. By the year 2000, there were one thousand bishops, priests, religious
and lay persons dispersed in 52 countries joined together only by a bi-annual bulletin and the vision, the spiritual
legacy of Blessed Charles DE FOUCAULD.
After September 11th - members of the Union Sodalite agreed to establish a First Friday prayer for world peace
open to all who desire to join them.
Fr. Romano Stephen ALMAGNO OFM, Washington Commissary and Guardian - who was himself introduced to
DE FOUCAULD. MASSIGNON and the Badaliya by the late Fr. Giulio BASETTI-SANI OFM - was [with the strong support
and encouragement of Fr. Custos] instrumental in inviting the Washington DC based Badilya Prayer Group to
meet at the Holy Land Commissariat. He himself - and some of the Washington Friars - join each month in the
Badaliya.
Frati della Corda
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CHIUSURA DI BETLEMME
Richiesta di sostegno dal Sindaco di Betlemme
19 November 2005
Ref: C63/14/
His Excellency
Custos V.R. Father Pierbattista
Custody of Holy Land
Jerusalem
----------------------------------Your Excellency,
As the Mayor of Bethlehem, I find it my duty to convey to you and to the world at large my grave concern over
the serious threat that overshadows Bethlehem represented by the Israeli recent measures at the northern entrance
of our town.
After encircling Bethlehem with the separation wall, the Israeli authorities have started on the 15th of November
operating the new checkpoint at the northern entrance of our Holy Town. The Israeli measures impose further
hindrance and delay in crossing the checkpoint nor only to our Palestinian people but to the visitors as well.
Tourist and pilgrims are asked to dismount from their buses especially when leaving Bethlehem and to line in
queue to be checked individually including passport examination, checking of souvenirs they brought and passing
through an x-ray checking device while the bus is being checked as well.
In fact such examination exceeds the one at the airports and borders. It is causing a considerable delay in the
tourists whole visit program and is met with their great resentment.
As a result, several pervious bookings in Bethlehem hotels were cancelled during the past three days. Tours
operators became more than reluctant to let their tourists visit Bethlehem to avoid disruption in their program and
to escape passing through this long bitter process.
After a standstill in incoming tourism over the past four years, during which Bethlehem has suffered
tremendously, we were very glad that tourists, through with limited numbers, has gradually started to come back
to Bethlehem in the recent few months. Our expectations were growing higher especially with Christmas drawing
near.
Regretfully, the fore mentioned Israeli measures are liable to cause a serious decline if not a collapse to the
incoming pilgrimage and tourism, our town’s major source of revenue.
I sincerely can upon you to defend the lawful rights of the Nativity and to urgently interfere to stop this Israeli
oppressive measure.
With my best regards.
Dr. Victor BATARSEH
Mayor of Bethlehem
Frati della Corda
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Risposta del Custode
Jerusalem, Monday 21st November 2005
Prot. B-0764/05
Dr. Victor BATARSEH
Mayor of Bethlehem
P.O. Box 48
Bethlehem
----------------------------Dear Dr. BATARSEH:
May the Lord give you peace!
The Franciscans of the Custody of the Holy Land strongly share your concern over the recent changes in the
process for entering and leaving Bethlehem. We are already joining the appropriate efforts to seek the cooperation
of the Israeli authorities in facilitating access to and from your holy city for all.
Already a year ago the Custody made known to Israeli Ministry of Defence our concern that nothing be done
to hinder the free passage of pilgrims to Bethlehem. We were assured at that time that the opening of the new
checkpoint would make the entry and departure of visitors to Bethlehem easier not more difficult. We are very
disappointed that this understanding has not been honoured.
We are already in contact with the appropriate Israeli agencies requesting their immediate review and
amendment to the procedures at the checkpoint so as to insure the free and ready access of visitors to and from
Bethlehem. I am hopeful that our efforts along with those of others will encourage the authorities to do quickly
what is necessary to remedy the problems created by the new procedures. Should this effort fail, the Franciscans
of the Custody of the Holy Land will join in whatever broader endeavour may be necessary to insure that the new
checkpoint serves to facilitate and not block the right of access for all pilgrims to Bethlehem.
Since the beginning of our presence in the Holy Land, the Franciscans have had as our primary purpose
the protection of the holy places and the protection of the rights of the pilgrims to visit the holy places. The
new procedures at the new checkpoint present a new challenge to our ministry here and the religious rights of
hundreds of thousands of pilgrims each year. I assure you that we will actively and robustly join you and others
in the effort to set right the situation.
Sincerely,
Fr. Pierbattista PIZZABALLA OFM
Custos of the Holy Land
Fr. Stéphane MILOVITCH OFM
General Secretary
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TRE SCULTURE DI NAZARENO PANZERI PER ACRI
L’annuale commemorazione dei Caduti d’Oltremare, il 5 novembre u.s. ad Acri, è stata presieduta dal Rev.mo
Custode di Terra Santa fra Pierbattista PIZZABALLA. Hanno presenziato, assieme ai militari che operano in Israele,
Siria e Libano e ad un buon numero di religiosi, religiose e famiglie italiane della Galilea, il Col. Nicola GELAO,
nuovo Addetto Militare italiano in Israele, il Dr. Davide LA CECILIA, Primo Segretario dell’Ambasciatore d’Italia
e il Dr. Francesco MANCA, Consigliere Politico ONU.
Al termine della liturgia, su invito del cappellano
militare fra Quirico CALELLA promotore dell’iniziativa, il
padre Custode ha inaugurato tre nuove sculture eseguite
dell’artista francescano padre Nazareno PANZERI di
Brescia. L’Autore non ha voluto mancare alla cerimonia,
accompagnato dalle benemerite signore Lauretta
RANZANIGO e Angela PAROLA che hanno sponsorizzato le
opere.
I tre pannelli fusi in bronzo, delle dimensioni di 60 per
150 cm, sono stati collocati uno all’interno della chiesa
di San Giovanni Battista presso l’ingresso, e due nella
sottostante cripta di Sant’Andrea.
Eseguite in bassorilievo elegante e accuratamente modellato, con le spatolate piatte e levigate tipiche dello stile
di PANZERI, queste opere vogliono essere un omaggio alle bimillenarie vicende cristiane di Acri, richiamandone
alcuni episodi storici e simbolici salienti.
1) San Francesco in Terra Santa.
Il pannello a sviluppo orizzontale ideato per la
chiesa è intitolato “San Francesco in Terra Santa”
e riporta, da sinistra a destra, tre scene attinte al
repertorio delle storie francescane.
a) Nella prima, sullo sfondo delle possenti mura crociate di San Giovanni d’Acri
con il suo porto pisano ora affondato nel mare, il Santo di Assisi è inginocchiato in
atteggiamento di contemplazione. Guarda la croce di Terra Santa, emblema della
plurisecolare presenza dei francescani nella missione d’Oltremare, mentre viene
devotamente accolto da un frate che lo abbraccia e gli fa il segno di benvenuto
portandosi una mano sul cuore. Con questo schema l’Autore descrive lo storico
sbarco del Poverello, avvenuto presso il porto di Acri nel 1219 al seguito della Quinta
crociata, e ne compendia anche simbolicamente le conseguenze provvidenziali per
la cristianità, grazie alla futura opera dei frati minori. Riesce altresì a trasmettere la
commozione dell’arrivo propria di chi, come l’Assisiate, spinto dal desiderio del
martirio e dalla premura di predicare ai saraceni, aveva lungamente accarezzato il
sogno di raggiungere la Terra Santa. I precedenti tentativi, tra il 1212 e il 1215, non avevano avuto successo (cfr.
Fonti Francescane 418), benché alcuni suoi discepoli vi fossero riusciti, come frate Egidio che giunse pellegrino
nel 1215. Finalmente nel 1219, dopo il Capitolo di Pentecoste, San Francesco con dodici compagni, tra i quali
Pietro CATTANI che era giurista e legato pontificio, si imbarca da Brindisi aggregandosi ai rinforzi papali richiesti
dal cardinale Pelagio, e corona così il suo desiderio.
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b) Nel mezzo del pannello, delimitata da due alberi, si svolge la seconda scena:
“Le raccomandazioni di San Francesco a frate Elia da Cortona”. Questi è ritratto
seduto, nella posa di chi esercita l’autorità, e riceve raccolto le paterne esortazioni
e istruzioni del Santo. Un altro frate di spalle è voltato verso di lui; munito del
bastone da pellegrino, è pronto a ricevere l’invio alla missione. Elia in seguito
sarà il successore di Francesco a capo dell’Ordine, ma nel 1217 fu inviato in Terra
Santa con il gruppo di frati minori che costituì, per decisione del primo Capitolo
delle Stuoie, la Provincia d’Oltremare. La Provincia guidata da frate Elia, tra le prime sei dell’Ordine, venne
denominata “Siriae ultramarinae, scilicet Terrae Sanctae sive promissionis”. Una simpatica “fotografia” scattata
dal contemporaneo Giacomo da Vitry, all’epoca vescovo di Acri poi grande estimatore dei francescani, testimonia
la vitalità della nuova missione nella chiesa locale. In una lettera del 1220, il prelato, lamentando che molti del
suo clero correvano ad indossare l’abito minoritico, dice: “Il signor Rainerio, priore (della chiesa) di San Michele
(in Acri), è entrato a far parte della Religione dei frati minori. Questa Religione sta diffondendosi grandemente
nel mondo intero. Il motivo è questo: che essi imitano espressamente la forma di vita della Chiesa primitiva e la
vita degli apostoli [...] Il loro maestro, che fondò questo Ordine [frate Francesco], venuto presso il nostro esercito,
acceso dallo zelo della fede, non ebbe timore di portarsi in mezzo all’esercito dei nostri nemici e per alcuni giorni
predicò ai saraceni la parola di Dio […] Sono passati a far parte di questa stessa Religione, Colino l’inglese,
nostro chierico, e altri due dei nostri collaboratori, cioè il maestro Michele e don Matteo, al quale avevo affidato la
cura della chiesa di Santa Croce. A stento riesco a trattenere il Cantore (Giovanni da Cambrai), Enrico (siniscalco)
e alcuni altri...” (Fonti Francescane 2211-2213).
c) Al celebre “Incontro di San Francesco con il sultano d’Egitto Melek el-Kamel”, immortalato da Dante con
la strofa “E poi che, per la sete del martiro, / ne la presenza del Soldan superba / predicò Cristo e gli altri che ‘l
seguiro […]” (Paradiso, XI 100-102), è dedicata la scena conclusiva del pannello. Il nipote di Saladino appare
seduto su un trono con suppedaneo nell’atto di ascoltare, concentrato e riflessivo, le appassionate argomentazioni
del Serafico Padre in piedi di fronte a lui. Tra i due personaggi trova posto il fuoco acceso, con riferimento
all’ordalia, uno dei topos dell’agiografia medievale, ricordata dalle leggende francescane relative all’avvenimento
(cfr. Fonti Francescane 2691). Da Acri, via mare, Francesco e compagni procedettero alla volta di Damietta
in Egitto, dove fremevano i preparativi della sfortunata battaglia del 29 agosto 1219. I mesi antecedenti tale
data furono un periodo di trattative e patteggiamenti molto intensi. In questo
contesto si inserisce la visita del Santo al sultano, che probabilmente dovette
avere anche uno scopo diplomatico. Condotto a corte, Francesco fu ben accolto
da el-Kamel, sia perché in qualche modo ritenuto ambasciatore ufficiale
dell’esercito crociato, sia perché considerato un folle (quindi sacro per l’Islam),
e soprattutto perché “uomo di Dio” vestito di lana (suf), in pratica un sufi. Tra le
diverse cronache militari del tempo, la testimonianza del vescovo Giacomo di
Acri, anch’egli presente al campo crociato, informa nuovamente sull’accaduto:
“Noi abbiamo potuto vedere colui che è il primo fondatore e il maestro di
questo Ordine […] chiamato frate Francino [ndr: cioè Francesco]. Egli era
stato preso da tale eccesso di amore e di fervore di spirito che, venuto nell’esercito cristiano, accampato davanti
a Damietta, in terra d’Egitto, volle recarsi, intrepido e munito solo dello scudo della fede, nell’accampamento del
sultano d’Egitto. Avendolo i saraceni catturato, disse: ‘Io sono cristiano. Conducetemi davanti al vostro signore’.
Quando gli fu portato davanti, vedendolo in sembianze di uomo di Dio, la bestia crudele [sic!] si sentì mutata
in uomo mansueto, e per alcuni giorni l’ascoltò con molta attenzione, mentre predicava Cristo davanti a lui e ai
suoi. Poi, preso dal timore che qualcuno del suo esercito, convertito al Signore dall’efficacia delle sue parole,
passasse all’esercito cristiano, comandò che fosse ricondotto, con grande onore e protezione, nel nostro campo,
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dicendogli in ultimo: ‘Prega per me, perché Dio si degni di rivelarmi quale legge e
fede gli è più gradita’” (Fonti Francescane 2227). Per San Francesco il frutto più
concreto di quell’incontro, oltre all’inaugurazione di un nuovo approccio pacifico
e non violento di dialogo con i musulmani, fu l’ottenimento del “signaculum”, una
sorta di salvacondotto, valevole per sé e per i suoi frati, grazie al quale i francescani
poterono spostarsi e operare liberamente nella regione (cfr. Fonti Francescane
1855; 2154; 2228).
2) Arrivo dei crociati e consegna della bandiera ai frati.
I due pannelli bronzei della cripta, a soggetto allegorico l’uno e biblico l’altro,
hanno uno sviluppo verticale.
Il primo rappresenta “L’arrivo dei crociati a Gerusalemme e la consegna della
bandiera ai francescani”. L’Autore svolge qui una tematica evocativa ispirata a quella
che padre Sabino De Sandoli definì “la liberazione pacifica dei luoghi santi”.
a) Partendo dal basso, il cavaliere crucesignato bardato di tutto punto incede
sul suo destriero e, dall’alto del Monte degli Ulivi, contempla Gerusalemme, la
città santa da liberare, caduta in mano musulmana. Sulla destra vi si riconoscono i due
monumenti simbolo: la cosiddetta tomba di Assalonne, la “nefesh” ellenistica della Valle
del Cedron, nota nel medioevo come “casa del faraone”, e la Cittadella di Davide nelle
cui vicende è condensata tutta la storia militare e politica della città, essendo divenuta,
di volta in volta, fortezza asmonea, erodiana, romana, bizantina, araba ed infine crociata,
prima della riconquista da parte di Saladino nel 1187.
b) In alto: dopo l’effimero Regno Latino, e caduta nel 1291 la città di San Giovanni
d’Acri rimasta l’ultima roccaforte crociata, il cavaliere, deposte le armature e ormai
disilluso da ogni tentativo di liberazione armata di Gerusalemme, consegna ai francescani
il vessillo con la croce di Terra Santa. È un solenne e arrendevole passaggio di testimone, segnato dall’amara
constatazione dell’inefficacia della potenza delle armi per la riconquista dei luoghi santi. La nuova via preferita dai
frati minori della missione ultramarina, ricalcherà le orme impresse dal fondatore e si ispirerà ai suoi insegnamenti,
come quello espressamente dedicato a coloro che vanno tra i saraceni, contenuto nella Regola non bollata: “I frati
poi che vanno tra gli infedeli possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che
non facciano liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere
cristiani. L’altro modo è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la
parola di Dio perché credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo,
creatore di tutte le cose, e nel Figlio redentore e salvatore, e siano battezzati, e si
facciano cristiani […]” (Fonti Francescane 43). La presenza sulla destra di San
Luigi Re di Francia va letta in questa ottica. Luigi IX, il “re santo”, come veniva
chiamato dai suoi contemporanei, è il re crociato per eccellenza che, nella crociata,
ha aggiunto alla corona regale quella del “martirio”. Con la sua morte a Tunisi nel
1270, durante l’Ottavo e ultimo grande “pellegrinaggio armato” per la liberazione
di Gerusalemme, mentre tentava invano di convertire il sultano e di evangelizzare
i musulmani, si chiude definitivamente l’epopea delle crociate. Ma essendo egli
anche un figlio di San Francesco, in quanto appartenente al Terz’Ordine francescano di cui è patrono, in qualche
misura rappresenta in sé un ideale anello di continuità, perlomeno negli intenti, tra l’impegno crociato e quello
francescano per la “liberazione” della Terra Santa.
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3) Episodi della vita di San Paolo
Più narrativo e circostanziato è il pannello che il Maestro PANZERI ha dedicato agli
“Episodi del passaggio di San Paolo ad Acri e Cesarea”, come descritti nel capitolo
ventunesimo degli Atti degli Apostoli.
a) Nella scena inferiore: nonostante i tentativi di dissuasione da parte dei cristiani di
Tiro, dove era sbarcato da una nave mercantile salpata da Pátara che faceva la traversata
della Fenicia, Paolo e compagni decidono di proseguire la rotta verso Gerusalemme.
Cosicché, racconta il testo, “terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide,
dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro” (Atti 21,7). Tolemàide
o Ptolemais, è solo uno dei tanti nomi usati per riferirsi alla stessa città di Acri / Akko /
Akka / Akê / Aksaf. Tale varietà, ha commentato Italo Calvino, sottolinea l’avvicendarsi
di popoli, spesso differenti per origine e cultura che “la travagliarono con invasioni
ricorrenti” attratti, in quasi seimila anni di storia, dalla sua postazione strategica (Le
città invisibili, Milano 1993, 158-161). Ma al tempo dell’Apostolo, Tolemàide non
era solo l’attracco più importante alle porte della Palestina settentrionale. Era ormai
un centro cristiano di primaria importanza e Paolo, come era solito fare durante la sua
itineranza, alla fine del terzo viaggio missionario decide di fermarvisi un giorno
ospite della comunità locale. Il suo intento dichiarato era il medesimo ovunque:
rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio, affidatogli dal Signore
Gesù (Atti 20,23). La comunità cristiana di Tolemàide accrebbe presto di numero
e si ha notizia che, prima del finire del II secolo, la città era già sede episcopale.
L’Autore ha posto in primo piano la nave, con protome umana in stile fenicio
sulla prua, ormeggiata al molo. San Paolo, con la tunica da filosofo e il rotolo
della predicazione nella destra, viene accolto amorevolmente da due personaggi
in atteggiamento familiare. Defilato sulla sinistra, sta il peristilio del tempio a
frontone timpanato dedicato da Alessandro Magno a Zeus e Tyche. Così esso
appare nei coni monetali della città nel glorioso periodo ellenistico, poco prima
che Tolomeo II nel 281 a.C. la chiamasse dal suo nome Tolemàide.
L’Autore.
b) La scena superiore, cui è riservato un minore sviluppo, vede San
Paolo a Cesarea Marittima seduto a mensa in casa di Filippo, uno dei Sette
Protodiaconi (Atti 21,8). Le quattro figlie di questi, “che avevano il dono
della profezia” (Atti 21,9) incorniciano sui lati lo scenario tutto orientato
verso il discorso dell’Apostolo. Anche Agabo giunto dalla Giudea (Atti
21,10), in piedi alla destra di Filippo, vi prende parte constatando che la
sua minacciosa profezia non fosse stata sufficiente a far recedere Paolo
dal proposito di recarsi a Gerusalemme. “Perché fate così, continuando a
piangere e a spezzarmi il cuore?”, fu la risposta, “Io sono pronto non soltanto
a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù”
(Atti 21,13).
Con questi bronzi padre Nazareno (Fernando) PANZERI OFM, classe 1935, è ormai giunto alla sua terza
realizzazione per la Terra Santa, dopo i due “Medaglioni di papa Giovanni Paolo II” per Betlemme e Nazareth
(2004). Formatosi artisticamente nell’Accademia di Belle Arti di Brera alla scuola del Maestro Luciano Minguzzi,
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nell’arco di un quarantennio di attività in Europa, e
principalmente in Italia, egli ha realizzato un numero
impressionante di opere di arte sacra. Come e con
padre Costantino Ruggeri, l’altro grande esponente
della scuola d’arte francescana contemporanea, padre
Panzeri si è dedicato prevalentemente alla scultura e alle
vetrate policrome, senza peraltro tralasciare differenti
espressioni artistiche finalizzate agli arredi liturgici
di molte chiese, anche importanti. Tra queste vanno
ricordate le porte in bronzo per le chiese di S. Maria
degli Angeli a Saiano (1997), S. Maria a Castegnato
(1988) e S. Giovanni Bosco a Rovato (2005). Per il
Duomo di Milano ha eseguito la statua marmorea del
Beato Samuele MARZORATI (1985) e per la chiesa dei
Servi di Maria a Firenze la statua in travertino dei Sette
Santi Fondatori (1988). Sempre a tema ritrattisticoagiografico sono le due statue bronzee di Santa Maria
Crocifissa per Brescia (2001) e Roma (2002). Molte sue
sculture a soggetto sanfrancescano adornano piazze,
chiostri e conventi in tutto il mondo, come il “San
Francesco e il Cantico delle Creature” di Vienna (2002)
e il “San Francesco” di Galbem in Romania (2002). In
questo filone si distinguono le sue inconfondibili “pietà
francescane”, con in primis le magnifiche composizioni
per la “Via Crucis scultorea” di Chiampo (1989),
che, anche artisticamente, legano a doppio filo rosso
l’Autore con la Terra Santa. Attualmente padre Panzeri,
che vive e lavora nel convento francescano di Brescia,
sta scolpendo le porte di bronzo per la nuova cappella
di S. Maria degli Angeli a Ghassanieh in Siria.
fra Stefano DE LUCA OFM
RESTAURI A TABGHA
Era il 1886, quando al padre Aurelio BRIANTE, allora
Custode di Terra Santa, si presentò la possibilità di
acquistare dei terreni sulla sponda nord-occidentale
del Lago di Galilea. Con lungimiranza egli ritenne che
non vi fosse che un solo frate in grado di condurre in
porto l’affare. Per questo fra Giuseppe BALDI da Napoli
assunse l’incarico delle contrattazioni. Le trattative
con la tribù beduina residente e con il governo della
Sublime Porta di Beirut si rivelarono più difficili del
previsto. Ma alla fine, dopo dodici anni di tenaci sforzi
(tutti minuziosamente descritti da Baldi nei sei volumi,
di 1435 pagine manoscritte, custoditi nell’Archivio
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di TS), nel 1894 la Custodia entrava legalmente in
possesso di tutta la zona tra Tell Hûm (Cafarnao) e le
sorgenti di et-Tabgha, comprendente anche il Monte
delle Beatitudini. Nel 1905 gran parte di questo
terreno fu ceduto ad Ernesto SCHIAPPARELLI che, a
nome dell’Associazione Nazionale per Soccorrere i
Missionari Italiani (ANSMI), desiderava costruire un
ospizio per pellegrini sul Monte suddetto. La Custodia
riservò tuttavia per sé il possesso delle zone dove
affioravano resti di costruzioni antiche con l’intento
di esaminarli. Fu così che nel 1935 padre Bellarmino
Bagatti intraprese lo scavo archeologico della Cappella
delle Beatitudini con annesso monastero e nel 1968
padre Stanislao Loffreda esplorò approfonditamente
la Cappella del Primato con le sue pertinenze. I
risultati, in sostanza, confermarono l’identificazione
di et-Tabgha con Heptapegon / Sette Sorgenti, come
suggeriva già il toponimo arabo, ed offrirono un quadro
del luogo, appartenente storicamente al comprensorio
di Cafarnao, compatibile con i dati dei vangeli. Delle
originarie sorgenti, denominate da Giuseppe Flavio
“fonte di Cafarnao” (Guerra Giudaica, III 10,8), cinque
sono tuttora attive e tre di esse vennero convogliate già
in antico in un castello d’acqua di forma ottagonale.
Il castello, o “dividiculum”, fu restaurato dall’ANSMI
negli anni Trenta del secolo passato ed ora è custodito
dall’Ente dell’Acquedotto Nazionale Meqorot. Nel
1936, a seguito della rimozione per il restauro dei
magnifici mosaici tardo-bizantini, sotto la Basilica
della Moltiplicazione fu individuato da A. E. MADER
il tracciato di una più antica chiesa riferibile al IV
sec. Quindi, in pratica, oggi nella piana di Tabgha
rimarrebbe da scoprire soltanto uno dei molteplici
ricordi evangelici localizzati qui dai pellegrini cristiani
antichi. Il testo attribuito ad Egeria (fine IV-inizi V
sec.) li enumera tutti di seguito: “1) Non lontano di lì
[ndr: cioé da Cafarnao] si possono osservare i gradini
di pietra sopra i quali il Signore stette. 2) Lì c’è anche,
al disopra del mare, un prato erboso con molto fieno e
molte palme e lì accanto le Sette Sorgenti, delle quali
ognuna fornisce una gran quantità d’acqua. In quel
prato il Signore ha sfamato il popolo con cinque pani.
La pietra sopra la quale il Signore posò i pani è stata
trasformata in altare. Da questa pietra i visitatori
portano via quello che vogliono per il loro benessere,
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e porta giovamento a tutti. 3) Lungo le mura della
chiesa corre la pubblica strada sulla quale l’apostolo
Matteo aveva il suo posto di dogana. 4) Nel Monte
che si eleva lì vicino c’è una grotta sopra la quale salì
il Signore quando insegnò le Beatitudini” (D. BALDI,
Enchiridion Locorum Sanctorum, Jerusalem 1982,
290). Non è escluso che dai pressi del monastero della
Moltiplicazione la “via pubblica” salisse sulla collina
per evitare i numerosi canali d’acqua che dalle sorgenti
scorrevano giù verso il Lago, ma il suo tracciato è
sconosciuto. Sono invece ben preservati i gradini
“sopra i quali il Signore stette”. Intagliati nel banco
roccioso sulla spiaggia del Primato, essi sono ritenuti
il luogo tradizionale presso il quale Gesù risorto
apparve agli apostoli confermando San Pietro nella sua
missione (Gv 21,1-14). Il modesto santuario odierno
fu ricostruito dai francescani nel 1933 sul medesimo
luogo di due precedenti e combacianti edifici di IV
e di V secolo. Successivi restauri e ricostruzioni ne
avevano perpetuato il ricordo, gradualmente esteso ai
“Dodici apostoli” o ai loro “Dodici troni” (Mt 19,28),
fino al 1263. Ognuna di queste costruzioni, in verità,
mantenne sempre in vista il banco roccioso affiorante
dai livelli pavimentali. In riferimento al pasto
consumato da Cristo con gli apostoli, questa roccia
era nota ai pellegrini come Mensa Christi. Anche
nei due sovrapposti santuari della Moltiplicazione
dei Pani, sia in quello a tre navate con transetto di
VI sec., che in quello mononavato del IV sec., il
legame con il racconto evangelico (Mc 6,30-46) è
una “roccia trasformata in altare”. Similmente, nella
cappella delle Beatitudini scoperta da padre Bagatti
sulle pendici del Monte (nei pressi dell’ingresso
alla proprietà dell’ANSMI, immediatamente a nord
della strada moderna n. 87 verso Qatzrin), il punto
centrale venerato era la roccia di una singolare grotta
naturale, “salita la quale”, dice Egeria, il Signore
tenne il celebre Discorso (Mt 5,1-12). Peraltro, questo
interessantissimo santuario bizantino, come gli altri
riconducibile alla fine del IV sec., sembra costruito in
funzione di questa “grotta venerata”. Sopra di essa, per
incassarvi la navata, mosaicata in due tempi diversi,
e il nartece, anch’esso mosaicato, si rese necessario
sbancare una porzione di montagna. Sugli intonaci dei
muri sopravvissuti, fino al presente si scorge qualche
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graffito tracciato dai fedeli che visitavano il luogo. Il
santuario moderno commemorativo delle Beatitudini,
su disegno dell’Arch. Antonio BARLUZZI, fu inaugurato
dall’ANSMI nel 1938 sulla cima del Monte dove sorse
anche l’ospizio per pellegrini.
Oggi i tre santuari delle Beatitudini, della Prima
Moltiplicazione dei Pani e del Primato di San Pietro
sono delle vere e proprie oasi spirituali che attraggono
un gran numero di visitatori, specie dagli ultimi mesi di
quest’anno con la ripresa consistente dei pellegrinaggi.
Per offrire una migliore qualità del servizio di accoglienza
presso l’area-giardino del Primato, la Custodia ha
realizzato una serie di lavori di restauro e abbellimento.
Altri sono tuttora in corso. Le opere di ristrutturazione,
dirette con lodevole impegno da fra Ammar SHAHIN e
fra Angelico PILLA della fraternità locale e affidate nella
parte edile alla competenza dell’Ing. Asad HAKIM su
progetto di fra Alberto PRODROMO dell’Ufficio Tecnico
Custodiale, hanno interessato diversi settori. Da
novembre a dicembre 2004 sono stati completamente
rinnovati i bagni pubblici, adeguandoli all’utilizzo da
parte dei disabili. Nei primi mesi del 2005 il conventino
francescano (costruito nel 1982 adattando un mulino
ottocentesco) è stato oggetto di manutenzione con il
rifacimento delle stanzette, dei servizi igienici, di parte
dei pavimenti e della cucinetta. Da aprile a giugno di
quest’anno è stato portato a termine il rinnovo integrale e
l’arredamento della Casa di Accoglienza, già abitazione
della famiglia cristiana che a metà del secolo scorso
custodiva la proprietà. Con le sue tre stanze doppie
dotate di tutti i comfort, comprese aria condizionata,
bagni e cucine, in aggiunta agli altri due posti letto
con servizi ricavati accanto al conventino, la struttura
è a disposizione di tutti i religiosi e le religiose che
desiderano trascorrere giornate di ritiro e meditazione in
questo “angolo di paradiso”. Nei mesi di luglio e agosto,
lavori di bonifica, potatura delle piante, spianamento
del terreno e ripristino del prato, hanno riguardato la
proprietà e i giardini. Nuovi impianti di illuminazione
dei viali e delle aree di preghiera permettono la fruizione
del santuario anche di sera, venendo così incontro a
quei gruppi che, sempre più numerosi, domandano
tale servizio. L’accesso al conventino e alle strutture di
ospitalità è stato abbellito con nuovi vialetti pavimentati
in pietra rosata, mentre per lo spiazzo antistante la casa
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dei frati è stato scelto un pavimento di ceramica.
Nei mesi di settembre e ottobre u.s. è stata ripulita
e spianata l’area presso Tannûr Ayûb (Forno di
Giobbe), l’interessante torre d’acqua circolare di
epoca bizantina vicina all’ingresso. In diversi punti è
stata riportata in vista la roccia naturale caratteristica
della zona e sfruttata nei primi tempi dell’era cristiana
come cava da estrazione. Anche la torre è stata ripulita
dalla fitta vegetazione selvatica. Nei suoi pressi sono
state collocate le tre ritrovate condutture di basalto
provenienti da un antico acquedotto. Infine, con
grande fatica, si è provveduto al disboscamento e alla
ripulitura della Cappella delle Beatitudini, da decenni
in stato di abbandono. Per quanto non fruibile dai
visitatori, il luogo storico tradizionale del Discorso
della Montagna è adesso perlomeno pienamente
visibile dalla strada.
Il 9 novembre scorso, il Rev.mo padre Pierbattista
PIZZABALLA, Custode di Terra Santa, ha inaugurato
questo primo lotto di lavori con una cerimonia liturgica
alla quale hanno preso parte religiosi e religiose della
Galilea. Durante l’agape fraterna che ha seguito la
funzione, egli si è congratulato con i frati per il lavoro
sin qui svolto e li ha incoraggiati a portare avanti le
prossime opere.
Sono, infatti, in corso di progettazione: la creazione
di una nuova area attrezzata per le celebrazioni
liturgiche; la sistemazione della proprietà presso la
sorgente di Hammâm AYÛB (Bagno di Giobbe), l’altra
ben preservata torre circolare associata dalle tradizioni
beduine al biblico sapiente; l’ammodernamento
del camping con nuovo punto mensa e nuove
docce; la ridipintura della Cappella del Primato
con l’adeguamento dell’impianto elettrico; e la
collocazione di un pannello musivo commemorativo
della storica visita del 24 marzo 2000 di papa
GIOVANNI PAOLO II. Si sta inoltre pensando di porre
in opera una porta di bronzo per il santuario, con le
raffigurazioni di tutte le memorie cristiane di Tabgha:
la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il discorso
delle Beatitudini, l’apparizione di Gesù risorto agli
apostoli su questa sponda del Lago e il conferimento
del primato a San Pietro.
fra Stefano DE LUCA OFM
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LA CHIESA DI ESPRESSIONE EBRAICA COMPIE 50 ANNI
Nel 1955, grazie al Patriarca GORI, veniva fondata l’Opera San Giacomo, l’istituzione religiosa cattolica alla
quale avrebbero fatto riferimento tutti gli ebrei-cattolici, o meglio tutti i cattolici di espressione ebraica. Ebrei
quindi che riconoscevano in Gesù il Messia d’Israele all’interno della Chiesa cattolica, ma anche non ebrei
strettamante legati alla società israeliana per scelta o vicissitudini personali.
Nello stesso periodo P. Yohanan, dei Piccoli Fratelli di Gesù, a Haifa, celebrava la prima Messa in ebraico
(secondo il rito siriaco) in Israele.
Queste due date simbolo segnano l’inizio, o meglio la rinascita a mio modo di vedere, di quella che Rina
Geftman nel suo libro “Attendendo l’aurora” definì “la Chiesa del primo amore”, la Chiesa di espressione ebraica
appunto. In realtà già dal 1948 (nascita dello Stato di Israele) alcuni cristiani di espressione ebraica avevano
cominciato a radunarsi e a pregare insieme nella città di Tel Aviv.
Il 15 Ottobre scorso, nella chiesa francescana di S. Pietro a Giaffa i membri delle kehilot di Beer Sheva,
Gerusalemme, Giaffa e Haifa hanno festeggiato il loro giubileo.
Fin dal suo inizio la giornata è stata caratterizzata da una grande gioia, soprattutto quella di potersi ritrovare
nella stessa città dove tutto aveva avuto inizio 50 anni fa nel nome del Signore risorto, nella certezze che Lui
cammina in mezzo a noi, ama il Suo popolo e non lo abbandona nonostante le difficoltà.
Abbiamo quindi cominciato la giornata pregando con i salmi cantando la bontà e la misericordia del Signore.
Dopo la preghiera, padre Yohanan ha salutato fra Pierbattista PIZZABALLA, dandogli quindi la parola. Fra
Pierbattista dopo essere stato calorosamente accolto, ha parlato fraternamente ai presenti e ha invitato tutti a
vivere, in profonda unità reciproca, il proprio cammino di fede all’interno della società israeliana e all’interno
della Chiesa cattolica.
Dopo di ciò tutti i membri delle kehilot hanno potuto godere del film realizzato da fra Apollinare SZWED,
pastore francescano della kehila di Gerusalemme, e da Jean François membro del consiglio pastorale della stessa
kehila. Il film davvero molto bello, e per i più anziani anche commovente, è stato il frutto di un lungo e paziente
lavoro di raccolta di interviste e materiale d’archivio e fotografico. La visione di questo film è stato un momento
molto importante, non solo per fare memoria, ma anche per far capire ai più giovani la propria storia e quindi
anche la propria identità.
Al termine del film c’è stato il pranzo, anche questo vissuto in un clima di grande gioia e allegria. È stato anche
il momento per salutare vecchi amici, raccontarsi un po’ di novità e fare nuove conoscenze.
Dopo di ciò ci siamo ritrovati nuovamente in chiesa per il secondo momento della giornata. Se durante la
mattinata avevamo guardato al passato, magari con un pizzico di nostalgia da parte di alcuni, guardando agli
“anni d’oro” delle kehilot, quelli caratterizzati dalla presenza di numerose famiglie, era ora giunto il momento di
guardare al presente e al futuro. Abbiamo quindi avuto la possibilità di ascoltare diverse testimonianze: quella di
due giovani famiglie, quella di un catecumeno e quella di una giovane ragazza da poco battezzata. Il denominatore
comune a tutte queste persone è stato certamente quello di essere felici di essere membri di questa chiesa e
poi la sensazione, confermata dal clima generale della giornata, di “sentirsi a casa” all’interno della comunità.
Inoltre, nonostante le diverse difficoltà, era palpabile in tutti quelli che ci hanno parlato, la voglia di continuare a
camminare con il Signore per la costruzione del Suo Regno.
Il terzo e ultimo momento della giornata è stato rappresentato dalla celebrazione della S. Messa. É stato questo
il momento sia per rendere grazie al Signore di tutto quello che ha compiuto in questa piccola Chiesa negli ultimi
50 anni, ma anche per affidare a Lui il nostro futuro e i nostri affanni, nella certezza che è Lui il nostro padre e
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pastore. Alla celebrazione eucaristica, presieduta dallo stesso padre PIZZABALLA, si sono uniti i dodici presbiteri
che a diverso titolo e con diversi incarichi, si occupano della cura pastorale delle kehilot. Dopo la spiegazione dei
brani della Scrittura padre PIZZABALLA ha invitato tutti i presenti a interrogarsi su quale Volto del Signore i cattolici
di espressione ebraica sono chiamati a riflettere, soprattutto “come comunità”. Tutto questo nella certezza che
ogni membro delle kehilot rappresenta un colore, un riflesso o una sfumatura speciale con i quali può contribuire
a delineare il volto di Gesù Salvatore che si è chiamati a mostrare qui in Israele, in mezzo al Suo popolo.
La celebrazione è stata allietata dal battesimo di un neonato di una giovane famiglia russa. É stato bellissimo
vedere come, durante il rito del battesimo, molte persone e soprattutto bambini abbiano lasciato il proprio posto
per avvicinarsi quanto più era possibile al fonte battesimale, stringendo in un forte abbraccio questo nuovo
piccolo membro della kehila, segno in un certo senso della grande speranza che anima la vita e il futuro della
Chiesa di espressione ebraica.
fra Oscar Mario MARZO OFM
casa francescana ss. Simeone e Anna
Annunciazione
Le due icone di Santi Simeone e Anna - Gerusalemme
Presentazione al Tempio
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FRATERNITAS
spirito missionario francescano e le diverse esperienze
missionarie nell’Ordine. A tutti i giovani Frati sono stati
offerti sussidi per un cammino missionario interiore che
aiuti a discernere la vocazione alla missione “ad gentes”
nella vasta presenza dell’Ordine in tutto il mondo (Terra
Santa, Marocco, Africa, Tailandia, Russia e Kazakhistan).
A Virovitica hanno partecipato all’apertura del Simposio
sui 725 anni di presenza francescana in Croazia.
A Osova in Bosnia Erzegovina, Fr. Vincenzo e Fr. Sime,
hanno incontrato i genitori di Fr. Vjeko Curic. In memoria
del missionario ucciso in Rwanda nel 1998 è stata
celebrata l’Eucarestia insieme alla comunità parrocchiale.
Visitando Medjugorje, nella ricorrenza della Giornata
Missionaria Mondiale. Fr. Sime e Fr. Vincenzo sono stati
intervistati dalla Radio del Santuario sulle missioni
francescane, e durante la Messa vespertina Fr. Vincenzo ha
rivolto un messaggio missionario ai numerosissimi fedeli
convenuti. A Split, l’invito missionario è stato rivolto alle
Clarisse ed ai giovani della Gifra.
FRANCIA – Incontro delle Conferenze Cotaf e Compi
Si è svolto a Strasburgo in Francia, dal 9 al 13 ottobre
geografiche e ambientali in ambedue le realtà, i Frati si
2005, il primo incontro tra la nuova Conferenza
confrontano con le stesse problematiche dei nostri tempi:
Transalpina Francescana (Cotaf) ed i Ministri provinciali
secolarizzazione, individualismo, consumismo. Differenti
d’Italia e Albania (Compi). Al raduno a cui partecipavano
sono le visioni circa la presenza ed il ridimensionamento.
34 Ministri provinciali o Delegati, erano presenti i
Nella Cotaf sono già avvenuta la riduzione numerica delle
Definitori generali Fr. Jakab Várnai e Fr. Mario Favretto.
case religiose e la fusione di Province come è già accaduto
Per il supporto ai lavori erano presenti segretari ed
alcuni anni fa in Francia e nel prossimo futuro in Germania
interpreti delle lingue tedesca, francese, italiano e
e Austria. Ai partecipanti è stata offerto un interessante
ungherese. I Presidenti Fr. Luigi Ortaglio da Napoli e Fr.
intervento del sociologo, Prof. Michael Hochschild,
Jan van den Eijnden da Amsterdam, hanno presentato
docente universitario a Parigi, dal titolo “Lumière de soi.
all’assemblea le singole Conferenze descrivendo il lavoro e
En futuroscope franciscain”. Hochschild ha presentato una
le differenti problematiche che i Frati sono chiamati ad
panoramica della fenomenologia religiosa parlando delle
affrontare nelle rispettive realtà ambientali. La Compi
sfide che i Frati devono affrontare. L’intervento ha
comprende tutte le Province italiane e la Provincia di
suscitato un notevole interesse nell’assemblea ed una
Albania, la lingua utilizzata è l’italiano. La Cotaf,
fruttuosa condivisione nel lavoro di gruppo dei Frati.
conferenza costituita con l’unificazione di Copef e Mefra,
Una visita guidata al Parlamento europeo e alla Cattedrale
ha un’ampia estensione territoriale che va dalla Romania,
ha fatto gustare la bellezza della città di Strasburgo.
ad est, alla Francia, ad ovest, e dal Mare del nord fino al
L’incontro si è chiuso con l’assemblea conclusiva di
Mediterraneo a sud con un panorama sociale e religioso
condivisione dalla quale è emerso il giudizio positivo di
molto variegato. Le lingue scelte dalla Conferenza sono il
tutti i partecipanti con la proposta di ritrovarsi in un futuro
tedesco, il francese e l’ungherese. Rispetto alle differenze
incontro.
ITALIA – XI Capitolo generale dell’Ordine
I rappresentanti dei Francescani secolari di tutto il mondo
si sono ritrovati ad Assisi dal 5 al 12 novembre 2005 per
celebrare l’XI Capitolo generale. Oltre ai capitolari, 57
provenienti da 46 Paesi diversi, era presente la Presidenza
del Consiglio Internazionale (CIOFS), i rappresentanti di
Fraternità di nazioni emergenti, oratori, osservatori, e gli
incaricati per l'organizzazione. Tema del capitolo era: “La
novitas franciscana: missione e testimonianza”. Molti gli
argomenti affrontati nelle giornate capitolari: missione e
testimonianza dei laici alla luce del carisma francescano
nei continenti e nelle culture; rilancio della componente
giovanile, chiamata a maggiore corresponsabilità nel
vivere il carisma nell’OFS. Il Capitolo ha celebrato anche i
40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, e l’VIII
centenario di fondazione del carisma francescano.
All’inizio dei lavori sono state presentate le Relazioni della
Presidenza CIOFS da Encarnacion del Pozo, Ministra
generale, da Fr. Ivan Matiç, per la Conferenza degli
Francescano Secolare
Assistenti generali e la relazione economica del tesoriere
generale, Carlo Cerù. Le relazioni hanno fatto il punto del
cammino compiuto dalla Fraternità Internazionale OFS,
nei primi tre anni dell'attuale Presidenza CIOFS. Sono stati
rilevati, in particolare, il miglioramento della formazione e
della presenza nel mondo dei francescani secolari. È stata
sottolineata la necessità di trasmettere il carisma
francescano secolare alla Gioventù Francescana invitando i
Consiglieri Internazionali presenti ad essere un vero canale
di comunicazione tra le fraternità nazionali che
rappresentano e il CIOFS. Mercoledì 9 novembre i
capitolari erano all’udienza generale di Papa Benedetto
XVI in piazza S. Pietro a Roma. Il Papa, rivolgendosi ai
rappresentanti dell’Ordine Francescano Secolare, li ha
salutati augurando che il Capitolo generale sia “occasione
di un rinnovato slancio apostolico nel diffondere
dappertutto il Vangelo, sull’esempio di San Francesco
d’Assisi”.
Piccole/Grandi notizie
• Un gruppo di 27 turisti provenienti dagli Stati Uniti ha
visitato nel mese di settembre la “terra dei Fioretti” nella
regione Marche in Italia. È il terzo pellegrinaggio, guidato
da Frati minori, che fa tappa nella Provincia di San
Giacomo della Marca. L’iniziativa è nata grazie alla
collaborazione di una coppia di Francescani secolari (OFS)
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Frati della Corda
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dicembre 2005
FRATERNITAS
missionari Frati minori Conventuali e Cappuccini che,
nello stesso luogo, si preparano alla missione. Per noi Frati
minori, questo è il quinto gruppo di missionari formato
nella Fraternità “Notre Dame des Nations” ed è la prima
volta che la preparazione missionaria viene organizzata in
comune con i confratelli Conventuali e Cappuccini. In
questa stessa occasione Missionszentrale, la struttura
missionaria della Cotaf, ha inaugurato la sede di Bruxelles.
L’ufficio è situato nel convento “Notre Dame des
Nations”, e avrà il compito di curare i rapporti con le
Istituzioni dell’Unione Europea.
TURCHIA - I Corso di Formazione permanente ad Istanbul
Dal 23 ottobre al 2 novembre 2005 si è svolto il primo
Gwenolé Jeusset, OFM. Il gruppo ha potuto visitare
corso di formazione permanente sul “Dialogo ecumenico e
moschee, chiese, la basilica costantiniana di Santa Sofia, la
interreligioso” in lingua italiana, organizzato dalla
sinagoga Nevé Shalom e molti altri luoghi d’interesse
Fraternità internazionale Santa Maria Draperis ad Istanbul.
storico, e pregato con una comunità parrocchiale della
Hanno partecipato 12 frati, tra questi “Brother Daniel”,
Chiesa armena apostolica. Un momento importante e
Ministro generale dei Francescani Anglicani (SSF). I temi
condiviso con diversi religiosi della Chiesa locale è stata la
dell’ecumenismo sono stati presentati dal metropolita
preghiera nello spirito d’Assisi. Altra tappa del corso è
ortodosso Gennadios, p. François Yakan della Chiesa
stata la visita di tre giorni alle “sette chiese
caldea, Brother Daniel e Fr. Tecle Vetrali, OFM,
dell’Apocalisse” concentrate intorno a Smirne e l’antica
dell’Istituto di Studi Ecumenici (Venezia). Invece per il
città di Efeso. Per il 2006 è prevista la realizzazione di
dialogo interreligioso c’era Mr. Yusuf Altınta� del Gran
questo corso in lingua inglese e francese. Appena pronto, il
Rabbinato d’Istanbul, Fr. Alberto Ambrosio, OP, e Fr.
programma sarà comunicato a tutti i Frati dell’Ordine.
Studio sugli aiuti finanziari nell’Ordine
Prosegue lo studio e l’approfindimento per migliorare il
modo di rispondere, in spirito di solidarietà e fraternità, alle
richieste di aiuto che giungono da tutto l’Ordine. I
rappresentanti della Commissione per le Richieste
Finanziarie della Curia generale, del Segretariato per le
Missioni Francescane (USA), di “Missionszentrale der
Franziskaner” di Bonn (Germania) e di “Franziskaner für
Mittel-und Osteuropa di Vienna (Austria), che formano il
“Gruppo di collaborazione” si sono ritrovati a Roma, nella
Curia generale il 5 novembre 2005.
Dal 1 gennaio 2000 al 30 settembre 2005, sono 63 le Entità
che hanno usufruito di un sostegno finanziario dalla Curia.
Alcune hanno chiesto aiuto più volte. Altre necessitano di
un contributo di solidarietà annuale. La media di
elargizioni ammonta a 747.092 euro all’anno. Sono state
aiutate annualmente 40 Entità che hanno mediamente
ricevuto 18.927 euro per ognuna. Nel 2006 le richieste per
le necessità ordinarie per la vita e la formazione dei Frati,
presentate dalle Province che sono state regolarmente
aiutate, entreranno nel preventivo di spesa della Curia
generale. “Ad experimentum” verrà adottato un formulario
aggiornato per preparare il preventivo di spesa e presentare
la richiesta per le spese ordinarie. Le richieste di aiuto per
spese straordinarie dovranno, come al solito, essere
indirizzate direttamente al Ministro generale.
I rappresentanti del “Gruppo di collaborazione” si
scambieranno le informazioni sulle richieste ricevute.
Scopo dello studio e dell’esperimento è la ricerca di un
modo più efficace ed equo di condivisione delle risorse
nell’Ordine.
TERRA SANTA – L’Istituto “Magnificat” compie 10 anni
Nel pomeriggio del 6 novembre 2005, nel Salone
arco di oltre tre secoli di espressione musicale. Un
dell'Immacolata del convento di S. Salvatore a
piacevole intermezzo è stato rappresentato dall'esecuzione
Gerusalemme, si è svolto un concerto di pianoforte per
di due canti da parte dei ragazzi del Yasmin Choir, diretto
celebrare i dieci anni di vita dell'Istituto “Magnificat”.
dalla Signora Hania Soudah Sabbara. Al termine della
L’ideatore e fondatore dell'Istituto, Fr. Armando Pierucci,
manifestazione il Vicario Custodiale, Fr. Artemio Vitores,
ha rivolto ai presenti un saluto ringraziando benefattori e
in rappresentanza del Custode di Terra Santa e il
amici che hanno reso possibile la realizzazione di questo
Commissario di Terra Santa a Washington (USA), Fr.
progetto giunto al traguardo dei 10 anni. Quindi si sono
Romano Almagno, hanno espresso le loro felicitazioni per
esibiti alcuni tra i più bravi studenti dell'Istituto stesso, che
l'anniversario. Fr. Almagno ha reso disponibili 10 borse di
hanno eseguito pezzi di Bach, Haydn, Mozart, Schubert,
studio per sostenere agli studi presso l’Istituto i giovani
Chopin, Liszt, Debussy, Moszkowski e Grieg, coprendo un
meno abbienti di Gerusalemme.
CROAZIA, BOSNIA ERZEGOVINA – Animazione missionaria dei giovani Frati
“Curare e promuovere l’evangelizzazione nell’Ordine” e le
Conferenza Sud-Slavica dal 16 al 28 ottobre 2005.
vocazioni per le missioni “ad gentes” è uno dei compiti del
Nel loro “pellegrinaggio” hanno incontrato numerosi
Segretariato generale per l’evangelizzazione e le missioni
giovani Frati professi temporanei ed i loro formatori negli
(SSGG 45). Con questo obiettivo, il Definitore generale Fr.
Studentati di teologia a Zagreb, Sarajevo e Split, e i novizi
Sime Samac e Fr. Vincenzo Brocanelli, Moderatore
a Livno, Humac e Visovac. Utilizzando il DVD Misit vos
generale per le missioni, hanno visitato le Province della
in universo mundo Fr. Vincenzo ha fatto conoscere lo
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spirito missionario francescano e le diverse esperienze
missionarie nell’Ordine. A tutti i giovani Frati sono stati
offerti sussidi per un cammino missionario interiore che
aiuti a discernere la vocazione alla missione “ad gentes”
nella vasta presenza dell’Ordine in tutto il mondo (Terra
Santa, Marocco, Africa, Tailandia, Russia e Kazakhistan).
A Virovitica hanno partecipato all’apertura del Simposio
sui 725 anni di presenza francescana in Croazia.
A Osova in Bosnia Erzegovina, Fr. Vincenzo e Fr. Sime,
hanno incontrato i genitori di Fr. Vjeko Curic. In memoria
del missionario ucciso in Rwanda nel 1998 è stata
celebrata l’Eucarestia insieme alla comunità parrocchiale.
Visitando Medjugorje, nella ricorrenza della Giornata
Missionaria Mondiale. Fr. Sime e Fr. Vincenzo sono stati
intervistati dalla Radio del Santuario sulle missioni
francescane, e durante la Messa vespertina Fr. Vincenzo ha
rivolto un messaggio missionario ai numerosissimi fedeli
convenuti. A Split, l’invito missionario è stato rivolto alle
Clarisse ed ai giovani della Gifra.
FRANCIA – Incontro delle Conferenze Cotaf e Compi
Si è svolto a Strasburgo in Francia, dal 9 al 13 ottobre
geografiche e ambientali in ambedue le realtà, i Frati si
2005, il primo incontro tra la nuova Conferenza
confrontano con le stesse problematiche dei nostri tempi:
Transalpina Francescana (Cotaf) ed i Ministri provinciali
secolarizzazione, individualismo, consumismo. Differenti
d’Italia e Albania (Compi). Al raduno a cui partecipavano
sono le visioni circa la presenza ed il ridimensionamento.
34 Ministri provinciali o Delegati, erano presenti i
Nella Cotaf sono già avvenuta la riduzione numerica delle
Definitori generali Fr. Jakab Várnai e Fr. Mario Favretto.
case religiose e la fusione di Province come è già accaduto
Per il supporto ai lavori erano presenti segretari ed
alcuni anni fa in Francia e nel prossimo futuro in Germania
interpreti delle lingue tedesca, francese, italiano e
e Austria. Ai partecipanti è stata offerto un interessante
ungherese. I Presidenti Fr. Luigi Ortaglio da Napoli e Fr.
intervento del sociologo, Prof. Michael Hochschild,
Jan van den Eijnden da Amsterdam, hanno presentato
docente universitario a Parigi, dal titolo “Lumière de soi.
all’assemblea le singole Conferenze descrivendo il lavoro e
En futuroscope franciscain”. Hochschild ha presentato una
le differenti problematiche che i Frati sono chiamati ad
panoramica della fenomenologia religiosa parlando delle
affrontare nelle rispettive realtà ambientali. La Compi
sfide che i Frati devono affrontare. L’intervento ha
comprende tutte le Province italiane e la Provincia di
suscitato un notevole interesse nell’assemblea ed una
Albania, la lingua utilizzata è l’italiano. La Cotaf,
fruttuosa condivisione nel lavoro di gruppo dei Frati.
conferenza costituita con l’unificazione di Copef e Mefra,
Una visita guidata al Parlamento europeo e alla Cattedrale
ha un’ampia estensione territoriale che va dalla Romania,
ha fatto gustare la bellezza della città di Strasburgo.
ad est, alla Francia, ad ovest, e dal Mare del nord fino al
L’incontro si è chiuso con l’assemblea conclusiva di
Mediterraneo a sud con un panorama sociale e religioso
condivisione dalla quale è emerso il giudizio positivo di
molto variegato. Le lingue scelte dalla Conferenza sono il
tutti i partecipanti con la proposta di ritrovarsi in un futuro
tedesco, il francese e l’ungherese. Rispetto alle differenze
incontro.
ITALIA – XI Capitolo generale dell’Ordine
I rappresentanti dei Francescani secolari di tutto il mondo
si sono ritrovati ad Assisi dal 5 al 12 novembre 2005 per
celebrare l’XI Capitolo generale. Oltre ai capitolari, 57
provenienti da 46 Paesi diversi, era presente la Presidenza
del Consiglio Internazionale (CIOFS), i rappresentanti di
Fraternità di nazioni emergenti, oratori, osservatori, e gli
incaricati per l'organizzazione. Tema del capitolo era: “La
novitas franciscana: missione e testimonianza”. Molti gli
argomenti affrontati nelle giornate capitolari: missione e
testimonianza dei laici alla luce del carisma francescano
nei continenti e nelle culture; rilancio della componente
giovanile, chiamata a maggiore corresponsabilità nel
vivere il carisma nell’OFS. Il Capitolo ha celebrato anche i
40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, e l’VIII
centenario di fondazione del carisma francescano.
All’inizio dei lavori sono state presentate le Relazioni della
Presidenza CIOFS da Encarnacion del Pozo, Ministra
generale, da Fr. Ivan Matiç, per la Conferenza degli
Francescano Secolare
Assistenti generali e la relazione economica del tesoriere
generale, Carlo Cerù. Le relazioni hanno fatto il punto del
cammino compiuto dalla Fraternità Internazionale OFS,
nei primi tre anni dell'attuale Presidenza CIOFS. Sono stati
rilevati, in particolare, il miglioramento della formazione e
della presenza nel mondo dei francescani secolari. È stata
sottolineata la necessità di trasmettere il carisma
francescano secolare alla Gioventù Francescana invitando i
Consiglieri Internazionali presenti ad essere un vero canale
di comunicazione tra le fraternità nazionali che
rappresentano e il CIOFS. Mercoledì 9 novembre i
capitolari erano all’udienza generale di Papa Benedetto
XVI in piazza S. Pietro a Roma. Il Papa, rivolgendosi ai
rappresentanti dell’Ordine Francescano Secolare, li ha
salutati augurando che il Capitolo generale sia “occasione
di un rinnovato slancio apostolico nel diffondere
dappertutto il Vangelo, sull’esempio di San Francesco
d’Assisi”.
Piccole/Grandi notizie
• Un gruppo di 27 turisti provenienti dagli Stati Uniti ha
visitato nel mese di settembre la “terra dei Fioretti” nella
regione Marche in Italia. È il terzo pellegrinaggio, guidato
da Frati minori, che fa tappa nella Provincia di San
Giacomo della Marca. L’iniziativa è nata grazie alla
collaborazione di una coppia di Francescani secolari (OFS)
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italo-americani che si sono impegnati a rivalorizzare e
promuovere i luoghi dei Fioretti francescani.
• Dal 26 al 29 settembre 2005 si è svolto nella Casa per
ritiri “Fátima” di Cochabamba (Bolivia) il Primo
Congresso nazionale dei centri educativi francescani,
presieduto da Fr. Rene Vargas OFM e organizzato da Fr.
Justo Rocha e Fr. Desiderio Arruchari della Provincia
Missionaria di S. Antonio in Bolivia. Oltre 160 i
partecipanti dei Collegi Francescani dei Frati minori e della
Famiglia francescana. Mons. Luis Sainz, OFM, Presidente
della Commissione per l’educazione della Conferenza
episcopale Boliviana ha aperto l’incontro e Fr. Héctor E
Lugo García ha proposto una relazione che ha guidato la
riflessione dei lavori. A partire da questo contributo sono
state elaborate nuove proposte per i Centri educativi
Francescani in Bolivia. All’incontro ha partecipato
l’Animatore generale per la Pastorale educativa
del’Ordine, Fr. Joaquín A. Echeverri.
• È stato inaugurato l’8 novembre, memoria del Beato
Giovanni Duns Scoto, l'anno accademico dello Studio
Francescano Interfamiliare di Nola (Italia), affiliato
nell’agosto 2005 alla Pontificia Università Antonianum.
L’atto accademico è stato celebrato nel salone vescovile di
Nola. Dopo il saluto del Ministro provinciale di Napoli,
Fr. Luigi Ortaglio, Moderatore di turno e l’introduzione del
Prefetto dello Studio Fr. Giacinto D'Angelo, il Segretario
generale per la Formazione e gli Studi dell’Ordine, Fr.
Massimo Fusarelli, ha tenuto la relazione ufficiale su “Il
sapore della parola e la tradizione culturale dell'Ordine dei
Frati Minori”. Nella cattedrale di Nola, Fr. Fusarelli ha poi
presieduto la concelebrazione nella memoria del Beato. A
conclusione i presenti si sono recati in processione all'altare
dove, dal XVI secolo, è venerato Giovanni Duns Scoto con
il canto del Tota pulchra e la preghiera al Beato.
• Si è svolto nella Curia generale l’annuale incontro tra il
Ministro ed il Definitorio generale con i Visitatori generali
dell’Ordine. Erano presenti circa 23 Visitatori che hanno
partecipato ai cinque giorni di incontro.
• Le due grandi Basiliche di S. Francesco e di S. Maria
degli Angeli in Assisi, sono il soggetto dell’ultimo “Motu
proprio” emanato da Benedetto XVI, con data 9 novembre,
e reso pubblico sabato 19 novembre 2005 insieme alla
nomina del nuovo Vescovo di Assisi, Mons. Domenico
Sorrentino. Nel documento “De Basilicis Sancti Francisci
et Sanctae Mariae Angelorum”, il Santo Padre ricorda
l’attenzione riservata dai Pontefici ai luoghi che
custodiscono le spoglie mortali di S. Francesco e alla
Porziuncola riservandoli alla loro giurisdizione. Per una più
efficace intesa con la Diocesi di Assisi, Benedetto XVI
stabilisce nuove disposizioni, aggiornando quanto a suo
tempo stabilito da Paolo VI. Alle Basiliche viene assegnato
un Cardinale “Legato pontificio” senza giurisdizione che
potrà impartire la Benedizione Papale nelle celebrazioni
che presiederà in occasione delle maggiori solennità
liturgiche. Il Vescovo di Assisi avrà la giurisdizione
prevista dal diritto sulle chiese e sulle case religiose per le
attività pastorali. I Frati dovranno chiedere ed ottenere il
consenso del Vescovo per tutte le iniziative che hanno
risvolti pastorali. Il Vescovo, sentirà il parere del
Presidente della Conferenza Episcopale Umbra per le
iniziative che hanno riflessi sulla Regione umbra o della
Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana per le
quelle a più ampio raggio. Per la celebrazione dei
sacramenti valgono le norme del Codice di diritto canonico
e della Diocesi.
• Fr. Gilbert Nagymanyoki, Frate minore della Provincia di
S. Giovanni da Capestrano in Ungheria, è stato iscritto
come “giusto tra le nazioni”. Il termine indica i non-ebrei
che, in modo eroico e a rischio della propria vita, hanno
salvato anche un solo ebreo dal genocidio nazista
conosciuto come Shoa. In Ungheria, durante il secondo
conflitto mondiale, Fr. Gilbert e altri Frati si adoperarono
per aiutare numerosi ebrei nella fuga, salvandoli dalla
deportazione e sicura morte, nei campi di sterminio nazisti.
La generosità di questo Frate è stata confermata dalla
testimonianza di ebrei sopravvissuti. Il nome di Fr. Gilbert
Nagymanyoki è ora iscritto nel “Giardino dei giusti” presso
il museo Yad Vashem a Gerusalemme, dove per ogni
“giusto” è piantato un’albero. La cerimonia di consegna
della medaglia che ricorda l’eroicità di Fr. Gilbert è
avvenuta a Budapest (Ungheria) il 28 novembre 2005. Fr.
Gilbert è morto nel 1988. A tutto’oggi sono oltre 20.000 i
non-ebrei che hanno ricevuto il riconoscimento di “Giusti”.
Nuovi Ministri provinciali
• Fr. Rogelio Wouters della Provincia della SS.ma Trinità in Cile è stato eletto Ministro provinciale.
• Fr. John Doctor della Provincia della Sacro Cuore (USA) è stato rieletto Ministro provinciale.
Agenda del Ministro generale
• dall’1 al 2 dicembre - Incontro con le Conferenze Francescane Slaviche ad Assisi (Italia)
• dal 4 al 9 dicembre - Erezione della Custodia S. Francesco, dipendente dalla Provincia Veneta (Guinea Bissau)
• 14 dicembre - Incontro con i Frati studenti della "Fraternità Internazionale Fr. Gabriele M. Allegra", Roma (Italia)
• 15 dicembre - Incontro con la Fraternità del "Collegio Internazionale S. Antonio", Roma (Italia)
• 18 dicembre - Incontro con la Conferenza della Famiglia Francescana, Curia generale OFM, Roma (Italia)
• dal 19 al 22 dicembre - Tempo forte del Ministro e Definitorio generale, Curia generale OFM, Roma (Italia)
FRATERNITAS - OFM – Roma
Direttore responsabile: Gino Concetti - Redattore: Gianfranco Pinto Ostuni
Internet: http://www.ofm.org/fraternitas. Email: [email protected]
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