MESSAGGIO PER IL SANTO NATALE 2005 Oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce che giace in una mangiatoria. (Lc 2, 11-12) Cari fratelli e sorelle, oggi come ieri, il Signore viene a scompigliare le nostre attese: aspettavamo un Signore - ecco un neonato aspettavamo la gloria del Messia - ecco, per trono, una mangiatoia aspettavamo la pace - ecco un mondo lacerato, delle Chiese divise, e i nostri cuori confusi. Lasciamo allora risuonare in noi questa parola: oggi, in questa notte di Natale, ci è nato un salvatore. È il Messia, il Signore, il principe della pace. Non dubitiamo affatto: questa parola si realizza per noi oggi, perché è oggi che il Verbo si fa carne. E tocca a noi farla diventare vita dei nostri cuori. Chi è mia madre, chi sono i miei fratelli? Quelli che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica (Lc 8,19-21). È nostra, oggi, la responsabilità di essere madre e fratelli di Gesù nostro salvatore. Siamo noi, oggi, i chiamati a costruire il suo regno di pace, qui, su questa Terra Santa lacerata, così come nel resto del mondo... Noi possiamo fare in modo che ogni giorno, cresca in noi la Parola, la conoscenza del Figlio di Dio, fino a raggiungere la pienezza che conviene alla piena maturità di Cristo (Ef 4,13). Un impegno troppo difficile? La filosofa e mistica Simone Weil ha scritto: “Amiamo il mondo così com’è. È la nostra realtà, una realtà che fa resistenza all’amore” Non lasciamoci impaurire dalle nostre resistenze ne da quelle che riscontriamo negli altri: le une e le altre sono segno della nostra umanità, quella stessa umanità che, per amore, nella notte di Natale, il Messia è venuto a trasfigurare. Su questa Terra Santa, come su ciascuna delle vostre terre sacre, siamo chiamati ad essere custodi del tesoro che ci è offerto di vivere e di far vivere. Oggi ci è nato un Salvatore, prorompete in canti di gioia, perché il Signore ha consolato il suo popolo. Il Signore ha mostrato la forza del suo braccio davanti a tutte le nazioni. E tutti i confini della terra vedranno la salvezza del nostro Dio (Is 52,10). Custodi di tanta speranza, noi, francescani di Terra Santa, di tutto cuore auguriamo a voi tutti, cari fratelli e sorelle, un felice, santo Natale. Frati della Corda 1 dicembre 2005 DALLA SANTA SEDE BOLLA DI NOMINA DI S.E. MONS FOUAD TWAL A VESCOVO COADIUTORE BENOÎT Évêque, Serviteur des serviteurs de Dieu À notre vénérable frère, Fouad TWAL, jusqu’à présent Archevêque du Siège de Tunis, promu Coadjuteur du Patriarcat de Jérusalem pour les Latins, salut et Bénédiction Apostolique. Comme nous désirons de voir proclamer et vénérer jusqu’aux extrémités de la terre Jésus-Christ, Sauveur du genre humain, né selon la chair de la Bienheureuse Vierge Marie au sein du peuple Hébreux, par l’annonce de l’Évangile, pour apporter aux hommes l’espérance du salut éternel, Et comme par ailleurs Sa Béatitude Michel SABBAH, Patriarche de Jérusalem pour les Latins, a exprimé le désir de lui accorder un Coadjuteur et comme nous avons accueilli sa demande avec bienveillance, vu notre sollicitude pour le bien spirituel de sa Communauté, Nous avons vu, après mûre réflexion, que tu es apte à ce ministère, Vénérable Frère, pour ta foi, ta prudence, ton zèle pastoral, ta fidélité dans le ministère et ton amour déjà prouvé envers l’Eglise et le Vicaire du Christ, de même que par ton expérience de la charge épiscopale que tu as déjà exercée. C’est pourquoi, après avoir entendu l’avis de la Congrégation pour les Églises Orientales, Nous te nommons, en vertu de Notre Pouvoir Apostolique, Coadjuteur du Patriarcat de Jérusalem pour les Latins, après t’avoir délié de ton Siège précédent. Nous t’accordons par le fait même les droits et les pouvoirs requis par cette nouvelle charge, selon le droit, de même que Nous t’imposons les obligations correspondantes. Tu devras informer de la présente nomination tant le Clergé que les fidèles de cette communauté. Pour l’accomplissement de cette grave responsabilité invoque l’aide de la Bienheureuse Vierge Marie Mère de Dieu et ne doutes jamais de la présence du Seigneur Jésus à tes côtés, lequel, assis à la droite du Père, opère continuellement dans le monde pour conduire les hommes à l’Eglise, et, par elle, les unir plus étroitement à lui ; pour les rendre enfin participants de sa vie glorieuse en les nourrissant de son Corps et de son Sang (Lumen Gentium, 48). Donné à Rome, près Saint Pierre, le 8 septembre de l’année du Seigneur 2005, la première de Notre Pontificat. BENOÎT XVI Frati della Corda 2 dicembre 2005 LETTERA DEL PAPA BENEDETTO XVI NEL XL ANNIVERSARIO DELLA NOSTRA ÆTATE Al venerato fratello il Cardinale Walter KASPER Presidente della Commissione per i Rapporti Religiosi con l’Ebraismo. Sono trascorsi 40 anni da quando il mio predecessore Papa PAOLO VI promulgò la Dichiarazione del Concilio Vaticano II sulle relazioni della Chiesa con le religioni non cristiane Nostra Ætate, che inaugurò una nuova era di rapporti con il popolo ebraico e costituì la base per un sincero dialogo teologico. Questo anniversario ci offre numerosi motivi per esprimere gratitudine a Dio Onnipotente per la testimonianza di tutti coloro che, nonostante una storia complessa e spesso dolorosa, e in particolare dopo la tragica esperienza della Shoah, ispirata da una ideologia razzista neo-pagana, hanno operato coraggiosamente per promuovere la riconciliazione e una migliore comprensione fra Cristiani ed Ebrei. Nel gettare le fondamenta di un rapporto rinnovato fra il Popolo ebraico e la Chiesa, la Nostra Ætate ha sottolineato la necessità di superare i pregiudizi, le incomprensioni, l’indifferenza e il linguaggio ostile e sprezzante del passato. La Dichiarazione è stata l’occasione per maggiore comprensione e maggiore rispetto reciproci, collaborazione e, spesso, amicizia fra Cattolici ed Ebrei. Li ha anche sfidati a riconoscere le loro radici spirituali e ad apprezzare il loro ricco patrimonio di fede nell’unico Dio, Creatore del cielo e della terra, che ha stabilito la sua Alleanza con il Popolo Eletto, rivelato i suoi Comandamenti e insegnato la speranza in quelle promesse messianiche che donano fiducia e conforto nelle difficoltà della vita. In questo anniversario, ripensando a quattro decenni di contatti fecondi fra la Chiesa e il Popolo ebraico, dobbiamo rinnovare il nostro impegno per l’opera che ancora resta da compiere. A questo proposito, fin dai primi giorni del mio pontificato e in particolare durante la mia recente visita alla Sinagoga di Colonia, ho espresso la mia ferma determinazione a seguire le orme lasciate dal mio amato predecessore, il Papa GIOVANNI PAOLO II. Il dialogo fra Ebrei e Cristiani deve continuare ad arricchire e a rafforzare i vincoli di amicizia che si sono sviluppati, mentre la predicazione e la catechesi devono impegnarsi a garantire che i nostri rapporti reciproci si presentino alla luce dei principi stabiliti dal Concilio. Guardando al futuro, esprimo la speranza che sia nel dialogo teologico sia nella collaborazione e nei contatti quotidiani, i Cristiani e gli Ebrei offrano una testimonianza congiunta sempre più convincente dell’unico Dio e dei suoi Comandamenti, della santità della vita, della promozione della dignità umana, dei diritti della famiglia e della necessità di edificare un mondo di giustizia, riconciliazione e pace per le future generazioni. In questo anniversario assicuro la mia preghiera per Lei, per i Membri della Commissione e per quanti sono impegnati nella promozione di maggior comprensione e cooperazione fra Cristiani ed Ebrei secondo lo spirito della Nostra Ætate, invocando su tutti di cuore le divine benedizioni di sapienza, gioia e pace. Dal Vaticano, 26 ottobre 2005 BENEDICTUS PP XVI Frati della Corda 3 dicembre 2005 DAL PATRIARCATO LATINO ACCOGLIENZA DEL PATRIARCA ALLA MESSA DI INTRONIZZAZIONE DEL COADIUTORE Jérusalem, le 18 Novembre 2005 Excellence Mgr Pietro SAMBI, nonce, Frères évêques et prêtres, Frères et sœurs, Nous avons la joie d’accueillir ce soir notre nouvel évêque coadjuteur, S.E. Mons Fouad TWAL, fils de ce diocèse, nommé par S.S. le Pape BENOÎT XVI dans sa sollicitude toute particulière pour ce Patriarcat Latin de Jérusalem, comme il le dit dans la bulle qui sera immédiatement lue avant de continuer notre prière dans cette Eucharistie d’action de grâce. Nous remercions Dieu pour la grâce qu’il a donnée à ce diocèse. Nous remercions le Saint-Père pour sa bienveillance et sa sollicitude à notre égard. Et, dans cet esprit d’action de grâce, nous demandons au Seigneur de combler de sa bénédiction notre nouveau coadjuteur dans la tâche qu’il partagera avec nous pour faire face aux besoins du diocèse, de toute cette Terre Sainte et de toute la région assoiffée de stabilité, de vérité, de justice, de réconciliation et de pardon. Excellence, Mgr Fouad TWAL, sois le bienvenu parmi tous tes frères évêques, prêtres, religieux et religieuses, et fidèles laïcs. Que la Vierge Marie t’accompagne de son intercession et de sa sollicitude maternelle. Amen. OMELIA DI S.E. MONS FOUAD TWAL ALL’OCCASIONE DELLA MESSA DI INTRONIZZAZIONE Beatitudine il Patriarca, Eccellenze i Vescovi e Vicari patriarcali, Cari confratelli sacerdoti e religiosi, Cari fratelli e sorelle, “La grazia di nostro Signore Gesù Cristo sia con tutti voi” (Gal 6,18). Con emozione, un membro del Patriarcato Latino di Gerusalemme si trova di nuovo, dopo una lunga assenza, tra i suoi fratelli e sorelle. È per la Chiesa di Gerusalemme che sono stato ordinato sacerdote 39 anni fa. È questa stessa Chiesa che vengo a servire oggi. Sua Santità il Papa BENEDETTO XVI, dopo aver consultato S.B. il Patriarca Michel SABBAH, mi ha affidato l’incarico di vescovo coadiutore. Esprimo a Sua Santità la mia viva gratitudine e la mia filiale adesione e, a Sua Beatitudine e ai suoi stretti collaboratori, i vescovi ausiliari e vicari patriarcali, la mia genuina collaborazione e la mia sincera amicizia. Al mio collega, il Delegato e Nunzio Apostolico, S.E. Mons. Pietro SAMBI, va il bel ricordo del nostro lavoro insieme in America Centrale e l’espressione di un’unione forte nella preghiera. Confesso che ho sempre custodito nel mio cuore, grazie ai contatti con la CLERA e all’amicizia con i Preti del Patriarcato, un amore forte per questa Chiesa nella quale sono nato e cresciuto, e dove ho ricevuto la mia formazione sacerdotale. È qui, in questa concattedrale, che sono stato ordinato sacerdote. A Ramallah, Irbid ed Amman ho fatto i miei primi passi nel servizio pastorale. Ritorno in tutti questi luoghi della Giordania, della Palestina e d’Israele, pieno di speranza. Porto anche nel profondo di me stesso, un po’ di preoccupazione, perché conosco la complessità della situazione geopolitica, umana e religiosa. Frati della Corda 4 dicembre 2005 Se il Signore mi ha scelto per questo incarico, malgrado i miei limiti visibili ed invisibili, allora l’impressione mia più spontanea è che il Signore voglia lavorare lui, quasi da solo! Ringrazio di cuore tutti i distinti ospiti, politici, religiosi e civili che sono qui presenti. La loro apprezzata presenza a questa cerimonia d’inizio del mio ministero come vescovo coadiutore è per l’avvenire un preludio e una speranza di una collaborazione stretta, in vista del bene comune, materiale o spirituale, per il quale desideriamo lavorare insieme a beneficio di tutti gli abitanti di questa Terra Santa. Rivolgendomi ai fedeli, penso specialmente ai malati e a quelli che li curano e li aiutano a portare la loro croce con coraggio e fede, sull’esempio del Signore che ha percorso le vie strette di questa città, portando la sua propria croce. Penso a tutte le famiglie, straziate da diversi problemi di separazione, di violenza o di paura, spesso davanti ad un presente drammatico ed ad un avvenire pieno di incognite. Penso a tutte le famiglie ed a tutti quei giovani, assillati dalla disoccupazione ed obbligati spesso ad espatriare in cerca di lavoro. Posso dirvi che il dramma dell’emigrazione è stato al centro del colloquio svoltosi tra il Santo Padre e S.M. il Re di Giordania, il lunedì 12 settembre scorso, e al quale ho avuto la gioia di partecipare. Incoraggio e benedico tutti gli sforzi impiegati per trovare una soluzione a questo dramma che non risparmia nessuno degli Stati di cui il Patriarcato Latino di Gerusalemme porta la preoccupazione e la responsabilità. Auguro di poter entrare in contatto con tutti coloro, Stati o Organismi, che potrebbero portarci il loro aiuto in questo campo. Che la Vergine Maria, Mater dolorosa, che ha conosciuto la solitudine, l’emigrazione costretta verso l’Egitto e la vita nascosta ci protegga e ci aiuti ad associare le nostre sofferenze a quelle di suo Figlio. Nel nostro Patriarcato, tanto in Giordania quanto in Palestina e in Israele, le nostre scuole cattoliche sono sempre state al cuore delle nostre parrocchie e la sorgente di vocazioni sacerdotali o religiose. Numerosi sono anche gli Istituti d’insegnamento e le Università in questi tre paesi. All’inizio della mia missione accanto a Sua Beatitudine, invio un saluto cordiale al mondo dell’educazione e della scienza, a professori e responsabili. Siano ringraziati per la formazione che prodigano e per la loro volontà di forgiare degli uomini competenti, colmi della sapienza di Dio e pronti ad assumere le loro responsabilità nella costruzione di una società, dove si respira una cultura di pace e di dialogo tra i popoli. Mi rivolgo volentieri e in un modo speciale al clero del Patriarcato, alla Custodia di Terra Santa qui presente dal 1342, a tutti i religiosi e religiose che si trovano in questo territorio, a tutti i conventi, a tutte le anime consacrate nella diversità dei loro carismi. Mi sta a cuore sottolineare l’importanza della loro presenza, delle loro attività, dei loro sacrifici e delle loro preghiere per la realizzazione del Regno di Dio. È una ricchezza inestimabile. Insieme, formiamo una Chiesa, una famiglia. Insieme, formiamo “una comunità sacramentale” come dice la Pastores Gregis (n.47). Insieme, portiamo la responsabilità della fede e della giustizia in questa regione. Insieme, condividiamo le preoccupazioni e le gioie di questa città santa. Conto molto sul vostro aiuto fraterno, sul vostro impegno generoso e sulle vostre preghiere. Grazie in anticipo. Frati della Corda 5 dicembre 2005 Mons. Maroun LAHHAM, oramai vescovo di Tunisi, ha fatto bene a scegliere il Seminario di Beit Jalah come luogo della sua ordinazione episcopale. Sottolinea così l’importanza vitale di questo Istituto che è guidato oramai dal nostro caro Mons. SHOMALI e dalla sua dinamica équipe. È a questo seminario ed ai cari Padri del Sacro Cuore di Betharram che generazioni di preti e tanti vescovi del Patriarcato devono la loro formazione umana e sacerdotale. Il Signore, che vede nel segreto, ricompensi tutti in modo manifesto o nel segreto dei cuori. Vorrei dire una parola di stima, di amicizia e di gratitudine a tutti i sacerdoti, i religiosi, i parroci e i vicari cooperatori impegnati nel servizio pastorale, umile e discreto, delle parrocchie di Giordania, Palestina, Israele e Cipro, in collaborazione con le nostre care Suore del Rosario o di altri Istituti. Sono loro che portano il peso del giorno, del freddo e del caldo. Sono loro che curano il contatto diretto con le anime. Il loro lavoro è indispensabile, anche se spesso è inosservato. Tutti conoscono la presenza e la bella testimonianza in questi luoghi delle diverse Chiese cattoliche e comunità ecclesiali. Sono felice ed onorato di poter lavorare con l’Assemblea degli Ordinari Cattolici di Terra Santa, e di approfittare della loro esperienza. Sono informato dello spirito ecumenico che ci unisce ai fratelli ortodossi e protestanti, e della volontà comune di collaborare. I miei migliori auguri e l’assicurazione della mia preghiera vanno a S.B. il nuovo Patriarca greco ortodosso di Gerusalemme, eletto all’unanimità il 22 agosto scorso. Che la tolleranza, il rispetto reciproco e l’amore fraterno siano la testimonianza resa dalla nostra fede nell’unico Signore. Ai miei concittadini arabi musulmani e drusi in Giordania, Palestina ed Israele, ripeto le parole che il Papa BENEDETTO XVI ha pronunciato all’ inaugurazione del suo pontificato: “Esprimo la mia soddisfazione per lo sviluppo del dialogo tra musulmani e cristiani, tanto a livello locale che internazionale. Vi assicuro che la Chiesa desidera continuare a costruire dei ponti di amicizia coi fedeli di tutte le religioni, nello scopo di ricercare il bene autentico di ogni persona e della società nel suo insieme. I nostri sforzi per incontrarci e promuovere il dialogo costituiscono un prezioso contributo per costruire la pace su fondamenti solidi.” Mi permetto di rivolgere finalmente un saluto al popolo ebraico. In questi tempi portiamo tutti il segno profondo della sofferenza, della violenza e dell’assenza di pace, ma oso dire anche della speranza di un avvenire migliore. Faccio mie le parole che il Santo Padre rivolse ai due Rabbini Capi d’Israele, Shlomo Moshe AMAR e Yona METZGER, così come al loro seguito, il 15 settembre scorso: “Dobbiamo continuare ad insistere sul fatto che le religioni e la pace vanno di pari passo, perché la fede religiosa e la sua pratica non possono essere separate dalla difesa dell’immagine di Dio in ogni essere umano.” Che il Signore ci colmi delle sue benedizioni per un avvenire più felice. Concludendo, non posso trattenermi dal sognare. Siamo qui, a Gerusalemme, all’incrocio delle nazioni, nel cuore del Tempio dei credenti al Dio unico. La storia ci ha insegnato quanto la durezza dei cuori abbia messo ostacoli alla volontà divina di riunire nella pace, la giustizia e la prosperità di tutti i popoli. Ma la storia ci insegna anche che questa benedizione rimane per sempre e è destinata oramai alle nazioni dell’universo intero. Un mondo nuovo ci è stato proposto da Colui che è vissuto su questa terra, Parola del Padre, segno del suo amore eterno per gli uomini. Questo mondo è quello dell’amore, della stima e del rispetto tra tutti. Questo mondo è esattamente il mondo che ci è richiesto oggi di costruire, affinché Gerusalemme sia ciò che deve essere in verità, cioè il luogo dell’incontro degli uomini, di tutte le razze e di tutte le culture dell’universo, per la più grande gloria di Dio. Venga questa nuova Gerusalemme che il Signore ci chiede di costruire tutti insieme, dove non ci saranno più né lacrime né lutti, ma solamente l’amore che deve unire tutti i figli di Dio. Amen. Così sia. Frati della Corda 6 dicembre 2005 DALLA CURIA CUSTODIALE DECISIONI DISCRETORIALI DEL 24 NOVEMBRE 2005 La seduta del Discretorio prevista per il 19 gennaio ad Akko viene anticipata al 12. 1. Attività della Curia Il Custode è stato in Egitto dove ha incontrato le nostre due comunità; i frati stanno bene e vivono in santa armonia. La chiesa di San Giuseppe è in buone condizioni, ma il convento ha bisogno di ristrutturazione. Il Muski ha bisogno di essere risistemato e ripulito. Anche la biblioteca ha bisogno di essere risistemata e aggiornata. Nella riunione con il Custode si è deciso di rivedere i criteri di prenotazione dei libri, che fino ad oggi passano in molti casi attraverso i Commissari, e di stabilire un budget annuale per gli acquisti e gli abbonamenti dal quale attingere direttamente per finanziare le attività del centro. Si è discusso più volte insieme a tutti i frati circa il futuro della nostra presenza in Egitto. La decisione potrà essere presa solo in accordo con la Curia Generale e la Provincia egiziana. Nell’incontro con il provinciale, fra Joseph AMIN, si è espressa la volontà di collaborare tra le due entità sul piano pastorale. Fino al prossimo capitolo custodiale non si prenderanno decisioni riguardo al futuro; nel frattempo, d’accordo con il Ministro Generale, cercheremo di chiarire le varie prospettive. Il problema di personale, sia a San Giuseppe che al Muski, è serio e da parte della Custodia sarà necessario fare uno sforzo per rafforzare le due comunità. Fra Jerzy KRAJ è stato in Italia per fare il punto della situazione circa Casalotti: un Istituto religioso sembra interessato a prendere in comodato il collegio e la parrocchia di Casalotti. Aveva anche mandato per preparare e definire le modalità per l’apertura al Monte Tabor e poi ad Emmaus di una casa gestita da Mondo X. Dopo aver visitato i loro centri di accoglienza e di gestione di importanti centri è stato preparato un breve pro memoria di proposte per il Discretorio. 2. Movimento di personale Fra Michael SARQUAH OFM è nominato addetto al Campo dei Pastori. Fra John MUSCAT OFM, della provincia di San Paolo - Malta, volontario in Terra Santa, è stato destinato a Nazareth: addetto al santuario, confessore. 3. Santuari a. Si accetta che venga preparato un mosaico rappresentante papa GIOVANNI PAOLO II a Tabgha. b. Dato che il Discretorio ha deciso che tutte le parrocchie di Terra Santa abbiano il proprio centro parrocchiale, su richiesta del parroco, si autorizza che venga progettato un centro per Cana di Galilea. c. Su richiesta del superiore di San Giovanni del Deserto si decide di recintare il terreno della Custodia confinante con il moshav e di risistemare la stanza al secondo piano dell’ingresso del convento. d. Si decide che venga definitivamente chiuso il negozio di souvenirs presso il Campo dei Pastori. Frati della Corda 7 dicembre 2005 4. Formazione a. Si delega fra Noel MUSCAT per organizzare vari raduni zonali per i professi solenni under 10. b. Il Discretorio valuta il Capitolo zonale dei frati di Giudea a Qiriat Ye’arim. È stata apprezzata da tutti i partecipanti la bontà dell’iniziativa: buona l’atmosfera. Si apprezzano i discorsi franchi e trasparenti. È stata una bella convivenza. L’iniziativa sarà da ripetere, ponendo attenzione a meglio organizzare gli incontri per consentire la partecipazione di tutti. c. Quatto sono gli studenti professi solenni in seminario: fra Zaher ABBOUD, fra Rami ASAKRIEH, fra Usama BAHBAH e fra Carlos HERNANDEZ. Saranno destinati alle rispettive fraternità all’inizio del secondo semestre. 5. Questioni economiche e legali a. Si accorda un mensile al Promotore vocazionale custodiale. b. Dal momento che la crisi dei pellegrinaggi sembra finita, molti conventi non hanno più bisogno di mensile. A partire dal 1º gennaio 2006 il Discretorio decide di abolire il budget della Visitazione, del Getsemani, del Santo Sepolcro (l’economato pagherà i dipendenti del convento), del Cenacolo, di San Pietro – Tabgha e di abbassare il mensile di Betfage, di Betania, di Betlemme, di Cana e di Nazareth. c. Si discute lungamente insieme all’Economo custodiale sulla preparazione del budget 2006, concentrandosi soprattutto sulle spese straordinarie e gli investimenti necessari per l’anno venturo. La discussione continuerà anche nella prossima seduta del Discretorio, dove le singole voci saranno precisate meglio. d. Si permette al Guardiano di Washington di valutare e poi eventualmente decidere sulla bontà di uno scambio di terreno tra il commissariato e un’associazione non profit. e. Si approva il sistema manageriale che ridefinisce i criteri di approvazione ed esecuzione di tutti i nostri grandi lavori edilizi (Costruction Management Method), che dovrà essere pubblicato entro le prossime settimane e reso noto a tutte le entità della Custodia. È stata scelta, inoltre, una società che per tre anni s’incaricherà di seguire i lavori della Custodia in Giudea. Nei prossimi mesi verrà scelta anche un’altra società per la Galilea. f. Si valuta la proposta di rivedere il nuovo sistema legale della Custodia (avvocati e procedure). Una decisione chiara e definitiva verrà presa quando l’argomento sarà maturato. g. Si studia e si elabora in via definitiva il progetto per la nuova curia custodiale. Frati della Corda 8 dicembre 2005 LETTERE Richiesta di Confessori al Ministro Generale e annuncio dell’Incontro dei Commissari (novembre 2006) Gerusalemme, lunedì 7 novembre 2005 Prot. B-0734/05 Rev.mo Padre José RODRÌGUEZ CARBALLO, OFM Ministro Generale Via Santa Maria Mediatrice, 25 00165 ROMA Italy ----------------------------Carissimo Padre, Il Signore ti dia pace! Siamo tutti chiamati a celebrare l’VIII centenario di fondazione del nostro Ordine e voglio esprimerti subito il mio più sincero ringraziamento per le tue lettere che, nelle varie ricorrenze delle nostre Feste ci ricordano autorevolmente il nostro impegno di celebrare questo importante traguardo rinnovando e radicando la nostra testimonianza, sottolineando ogni volta quello spirito di fraternità e di dialogo che tra noi e verso tutti deve risplendere come caratteristica fondante del nostro essere frati minori. Tra gli impegni che la Custodia di Terra Santa vorrebbe organizzare per solennizzare e rendere fecondo questo anniversario, sto pensando a un Convegno Internazionale di tutti i Commissari di Terra Santa, il cui progetto e finalità ti sottopongo nella speranza che abbiano la tua approvazione, pronto ad accogliere ogni suggerimento che riterrai opportuno, anche nei confronti della data che – orientativamente – sarebbe fissata dal 19 al 25 novembre 2006. Questo vuole anche essere un affettuoso invito che ti rivolgo contando sull’anticipo che forse può permetterti una visita a Gerusalemme che per noi sarebbe graditissima e importante: la tua parola in un Incontro che si rinnova a cinquant’anni dall’unico Convegno dedicato a tutti i Commissari, sono certo sarebbe una grazia per tutta la Custodia! Conto anche sulla tua preghiera e sulla tua benedizione. Sto pensando a questo Incontro Internazione perchè credo sia tempo di ripensare al ruolo dei Commissari: una giusta attenzione ai segni dei tempi porta a considerare l’urgenza di rivedere questa importante figura alla luce dei nuovi bisogni che premono sulla scena internazionale; soprattutto si dovrà tener conto del cammino che l’Ordine ha fatto in questi cinquant’anni e quindi l’inserimento di questo Convegno nel ripensamento generale che tutto l’Ordine è chiamato a fare e gli stessi tuoi suggerimenti, mi sembra che costituiscano un terreno adatto perché questo Incontro porti buoni frutti. Un lasso di tempo così lungo dal primo Convegno, l’urgenza di rispondere alle sfide di un mondo che cambia molto velocemente, portano in primo piano la necessità di comunicarci esperienze, confrontare progetti, concordare strategie. Avverto l’urgente necessità di un ripensamento che porti nuova vita e renda efficace la comunicazione interna e l’intercomunicazione fra Commissari – Province – Custodia – Chiesa Locale – Chiesa Universale: questi ponti vanno consolidati, resi e mantenuti agibili, percorribili con serenità e fiducia. Frati della Corda 9 dicembre 2005 La Custodia di Terra Santa sta sviluppando strategie di comunicazione che vogliono coinvolgere un sempre maggior numero di persone, creando sensibilità e suscitando responsabilità che, nel superamento degli schematismi imposti dall’informazione corrente, portino a concertare iniziative che davvero siano utili a questa Terra che Dio ha scelto per comunicare con gli uomini. Dalla Sua Parola alle nostre parole, nella speranza che conoscersi, calarsi nei panni gli uni degli altri, capire le difficoltà, rimuovere ostacoli, svecchiare procedure, tutto ci aiuti ad essere sempre più radicalmente quello che dobbiamo essere. Per tutti questi motivi mi piace pensare che questo Convegno Internazione dei Commissari di Terra Santa possa segnare una tappa importante per l’oggi e il futuro della Custodia che, ospitando l’Incontro, offre un luogo privilegiato per far conoscere la realtà della sua presenza a Gerusalemme e in Israele-Palestina. Si pensa di estendere l’invito a tutti i Presidenti delle Conferenze Francescane e/o ai loro Rappresentanti: pensi che sia una buona idea? Naturalmente il Convegno vedrà la partecipazione dei Rappresentanti della Congregazione delle Chiese Orientali. Come procedere ora? Possiamo mandare le convocazioni? È meglio che la faccia la Curia Generalizia? Attendo le tue indicazioni. Approfitto di questa occasione per sottoporti un problema che si sta evidenziando con sempre maggiore urgenza e per il quale ci è gradito il tuo paterno consiglio. I pellegrinaggi stanno riprendendo, il flusso cominciato dallo scorso anno non ha subito flessioni e pian piano va portando sempre più gente in tutti i Luoghi Santi. Nel frattempo la Custodia ha fissato nuovi orari di apertura dei Santuari e approvato ad experimentum il Regolamento per la Basilica della Risurrezione. Soprattutto a Nazareth, al Getsemani e alla Basilica della Risurrezione è cresciuto l’impegno per offrire ai pellegrini spazi per la preghiera e la riflessione, che vediamo ben accetti e apprezzati: da questo, spesse volte nasce in loro, il desiderio di accostarsi (o riaccostarsi) al sacramento della Riconciliazione, nonostante siano pressati da orari e itinerari da rispettare. Abbiamo bisogno di Confessori perchè le nostre forze non bastano: bisogna tener conto che i gruppi possono essere numerosi, che l’esempio di uno che chiede la Confessione è normalmente seguito da altri; che il riaccostarsi al sacramento magari dopo anni, richiede la dovuta attenzione, e il tempo necessario… Un frate, anche se ha solo questo incarico, è assolutamente insufficiente. Cosa fare: ci è nata l’idea di scrivere a tutti i Provinciali dell’Ordine e delle altre Famiglie francescane per sottoporre a loro questa nostra necessità chiedendo sacerdoti francescani e non, religiosi e secolari, che siano disposti a stare con noi per un periodo di tempo più o meno lungo (almeno un mese), a condizioni che vedremo come concordare, per svolgere questo irrinunciabile ministero sacramentale. Ti sembra un’idea fattibile? Hai altro da suggerirci? Il problema c’è, e riguarda soprattutto pellegrini italiani e spagnoli, ma non mancano gli altri… Se sei d’accordo, come dobbiamo procedere concretamente? Chi scrive la lettera? ecc… Ti ringrazio per l’attenzione e ho speranza che tu voglia apprezzare quanto ho in animo di fare e mi possa mandare tue proposte e suggerimenti. In unione di intenti, di speranza e di preghiera… fra Pierbattista PIZZABALLA OFM Custode di Terra Santa fra Stéphane MILOVITCH OFM Segretario di Terra Santa Frati della Corda 10 dicembre 2005 Risposta del Ministro Generale Roma, 8 novembre 2005 Prot. 096251 Rev.mo Pierbattista PIZZABALLA OFM Custode di Terra Santa Terra Santa Convent P.O.B.186 91001 Jerusalem - Israel Carissimo fra Pierbattista, Custode, il Signore ti dia pace! Prima di tutto grazie della tua lettera del 7 novembre 2005 (Prot. B-0734/05). Sono veramente contento dell’idea di organizzare un Congresso Internazionale per tutti i Commissari di Terra Santa. Anch’io sono convinto, infatti, che sia arrivato il momento di ripensare la figura del Commissario alla luce dei nuovi bisogni, tenendo conto del cammino dell’Ordine in questi ultimi anni. Per questo motivo, rispondendo alla tua fraterna richiesta, do ben volentieri la mia approvazione per la celebrazione di tale Convegno e fin da ora ti comunico che, con la grazia del Signore, penso di essere presente a tale evento, che considero importante per la Custodia e per l’Ordine. Le date che proponi, dal 19 al 25 novembre 2006, vanno molto bene per me e per quanto riguarda la convocazione credo sia meglio se la fa direttamente il Custode. Certamente in essa, se lo credi opportuno, puoi fare riferimento sia alla mia approvazione che alla mia presenza. Riguardo, poi, alla proposta di scrivere una lettera per chiedere l’aiuto di sacerdoti confessori, ritengo si debba provare a cercare prima tra i nostri frati, senza escludere gli altri, e, una volta vista la risposta dell’Ordine, valutare l’opportunità di scrivere anche agli altri membri della Famiglia Francescana. Mi chiedi anche chi debba scrivere tale lettera. La lettera per i Ministri provinciali OFM forse sarebbe bene che la scrivesse il Ministro generale, come era stato fatto per quella del giubileo del 2000, sperando così di “toccare” un po’ di più il cuore dei frati. Cosa ne pensi? Aspetto una tua gentile risposta. Carissimo Pierbattista, approfitto di questa occasione per ringraziarti con tutto il cuore per quanto tu e il tuo Discretorio state facendo per l’animazione della vita della “perla delle missioni”. Sai quanto mi sta a cuore la Custodia di Terra Santa e ti assicuro che farò quanto è nelle mie possibilità per far sì che la Custodia continui a svolgere la sua missione con rinnovata “fedeltà creativa”. fra José RODRÍGUEZ CARBALLO, OFM Ministro Generale Frati della Corda 11 dicembre 2005 Annuncio del convegno dei Commissari a S.E. Mons Moussa DAOUD Gerusalemme, lunedì 7 novembre 2005 Prot. B-0736/05 Sua Eminenza Rev.ma Cardinale Moussa DAOUD Prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali Città del Vaticano ----------------------------Eminenza Reverendissima, Con la presente desidero informarLa che stiamo programmando, orientativamente dal 19 al 25 novembre del prossimo anno, il Convegno di tutti i Commissari di Terra Santa, che si terrà a Gerusalemme. Questo Incontro si svolge a quasi cinquant’anni dal primo raduno internazione dei Commissari e viene a costituire, quindi, un evento particolare cui diamo particolare importanza. Scopo del Convegno, oltre allo scambio di esperienze senza alcun dubbio necessario e arricchente perché ci presenterà situazioni molto diversificate tra loro, è di chiarire, definendolo al meglio, il ruolo del Commissario oggi, il supporto che è chiamato a svolgere nei confronti della Terra Santa, la relazione con le Chiese Locali e i problemi che riguardano specificamente la Colletta del Venerdì Santo. Certo ci farebbe piacere che a questo Convegno partecipasse un Rappresentante della Congregazione delle Chiese Orientali insieme al quale confrontarci, scambiare opinioni, manifestare problemi, perché è importante che le concordanze che emergeranno, le strategie che verranno proposte, gli impegni che si assumeranno riflettano anche i desideri della Congregazione che rappresenta in questa nostra Terra, l’autorevolezza della Chiesa. Certi del Suo paterno interessamento, chiediamo un ricordo particolare nella preghiera e la Benedizione di questo nostro progetto. fra Pierbattista PIZZABALLA OFM Custode di Terra Santa fra Stéphane MILOVITCH OFM Segretario di Terra Santa Frati della Corda 12 dicembre 2005 Formazione Permanente Gerusalemme, lunedì 9 novembre 2005 Prot. B-0751/05 A tutti i Guardiani, Superiori, Presidenti, Economi locali di Terra Santa ----------------------------Carissimi confratelli, Il Signore vi dia la Sua pace! Eccovi le nuove date per l’incontro di Formazione Permanente che, dal 5-7 novembre, era stato annullato a causa dell’indisposizione del Relatore. Quasi tutti i convocati all’incontro erano iscritti e con la presente vi chiedo di annotare che la sessione di Formazione Permanente per i Superiori e gli Economi si terrà dal 5 al 7 dicembre ad Haifa presso il convento Stella Maris. I temi dell’incontro saranno: «La conduzione del Capitolo e la leadership del Guardiano» Relatore: Prof. don Antonio ARTO, docente dell’Università Salesiana «Povertà francescana e problemi economici nell’Ordine oggi» Relatore: fra Giancarlo LATI OFM, Economo Generale Programma: Lunedì 5 Dicembre • In mattinata: arrivo e sistemazione a Stella Maris, Haifa. • Pranzo ore 13.00 • Introduzione e presentazione a cura del Custode. • 1a Conferenza di don Antonio ARTO: «La conduzione del Capitolo locale». • Vespri e Cena. Martedì 6 Dicembre Mattino: • Messa con Lodi inserite - Colazione. • 2a Conferenza di don Antonio ARTO: «La leadership del Guardiano». • Intervallo. • Lavori di gruppo. • Pranzo. Frati della Corda 13 dicembre 2005 Pomeriggio: • Assemblea conclusiva • Intervallo. • 1a Conferenza di fra Giancarlo LATI: «I francecsani che vivono da poveri nella realtà odierna» • Vespri e Cena. Mercoledì 7 Dicembre Mattino: • Messa con Lodi inserite - Colazione. • Lavori di gruppo - Pranzo. • Intervallo. • 2a Conferenza di fra Giancarlo LATI: «Come organizzare l’ufficio dell’economato». • Pranzo. Pomeriggio: • Assemblea conclusiva • Conclusione sotto la presidenza del Custode, di don Antonio ARTO e di fra Giancarlo LATI. • Vespri. La presenza all’incontro delle persone elencate non è facoltativa, e va confermata (o riconfermata) a stretto giro di posta a fra Ricardo BUSTOS OFM, guardiano della Basilica di Nazareth. La quota di partecipazione è fissata a 30 dollari, o l’equivalente in shequel. Non ci sarà autobus per recarsi ad Haifa: ogni comunità è invitata mettersi in contatto con quelle più vicine per provvedere al meglio. Certo che tutti e ciascuno avvertiamo l’importanza del ritrovarci insieme per formarci, riflettere e discutere sul ruolo che ricopriamo e le responsabilità che comporta, e nella speranza di trovarci tutti a Haifa, auguro di cuore: Pace e Bene. -------------------------------------------1. fra Abdel Masih F. FAHIM Economo custodiale 2. fra Artemio VITORES Vice economo custodiale 3. fra Justo ARTARAZ Guardiano: S. Caterina - Betlemme 4. fra Gérard BOURDONNEAU Guardiano, economo: Trasfigurazione - Tabor 5. fra Ricardo M. BUSTOS Guardiano, economo: Ss. Annunziata - Nazaret 6. fra Fergus CLARKE Guardiano: S. Giovanni Battista - Ain Karem 7. fra Rafael DORADO Guardiano: Getsemani 8. fra Dobromir JASZTAL Guardiano, economo: Flagellazione 9. fra Jerzy KRAJ Guardiano: S. Salvatore 10. fra Emilio BÁRCENA Superiore, economo: Le Palme - Betfage 11. fra Quirico CALELLA Superiore, economo: S. Francesco - Acri 12. fra Raffaele CAPUTO Superiore, economo: S. Nicodemo - Ramleh 13. fra Casimiro FRAPPORTI Superiore: Visitazione - Ain Karem 14. fra Lucio GIRON Superiore: S. Pietro - Tiberiade 15. fra Simon P. HERRO Superiore, economo: Primo Miracolo - Cana 16. fra Hartwig HUCKLE Superiore, economo: Dominus Flevit 17. fra Vincenzo IANNIELLO Superiore, economo: Terra Sancta College Frati della Corda 14 fra Stéphane MILOVITCH OFM Segretario di Terra Santa dicembre 2005 18. fra Eugenio KAMAR 19. fra Sergio OLMEDO FLORES 20. fra Angelico PILLA 21. fra Apolinary SZWED 22. fra Feras HEJAZIN 23. fra Arturo VASATURO 24. fra Jerome VOUR-DERY 25. fra Franciszek WIATER 26. fra Eduardo SANCHEZ 27. fra Raùl F. DINAMARCA 28. fra Wladyslaw BRZEZINSKI 29. fra Ammar SHAHIN 30. fra Daniel BARRERA 31. fra Francisco FERNANDEZ 32. fra Francisco VIGH 33. fra Johannes SIMON 34. fra John BOMAH 35. fra Luis GARCIA 36. fra Michael RAUM 37. fra Narcyz KLIMAS 38. fra Severino LUBECKI Superiore, economo: S. Lazzaro - Betania Superiore, economo: S. Giovanni al Deserto Superiore: Primato di Pietro - Tabgha Superiore, economo: SS. Simeone e Anna Superiore: Gerico Superiore, economo: S. Antonio - Giaffa Superiore, economo: Cafarnao Superiore, economo: S. Cleofa - Emmaus Superiore: S. Pietro - Giaffa Presidente, economo: Cenacolo Superiore: S. Sepolcro Economo: Tabgha Economo: Tiberiade Economo: Visitazione Economo: Gerico Economo: S Giovanni – Ain Karem Economo: S. Sepolcro Economo: San Salvatore Economo: Getsemani Economo: S. Pietro - Giaffa Economo: Santa Caterina - Betlemme ORDINAZIONE SACERDOTALE Sabato 5 novembre, nella basilica di Nostra Signora di Bakhdida – Iraq, fra Sebastiano MATTI OFM, della Custodia di Terra Santa, ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale secondo il rito siro antiocheno per l’imposizione delle mani e la preghiera consacratoria di S.E. Mar Basilius Giorgio MOUSA, vescovo diocesano siriaco di Bakhdida Karakosh. Frati della Corda 15 dicembre 2005 VISITA DEL CUSTODE DI TERRA SANTA IN EGITTO Dal 13 al 17 novembre 2005, il Rev.mo padre Pierbattista PIZZABALLA OFM, Custode di Terra Santa, ha visitato per la sua prima volta le comunità francescane d’Egitto che fanno parte della Custodia. Domenica 13 novembre alle ore 12.45 è giunto all’aeroporto del Cairo, ricevuto dal Guardiano, fra Mamdouh CHEHAB e ha pranzato con noi al convento di San Giuseppe. Alla cena, sempre a San Giuseppe, erano presenti anche i confratelli del Muski. Lunedì 14 novembre: la giornata è iniziato con la Celebrazione Eucaristica e la preghiera dell’ufficio, per proseguire, alle ore 10, con la visita al Patriarca coptocattolico, il Cardinale STEFANOS II GHATTAS, nella sua residenza di Via Ibn Sandar, Pont de Kubbeh. Alle ore 18.30, fra Pierbattista ha presieduto la Santa Messa in arabo nella chiesa di San Giuseppe; concelebravano i religiosi della comunità. Ha tenuto l’omelia in italiano, e il Parroco l’ha tradotta in arabo per i presenti tra i quali c’erano una trentina di Religiose Francescane del C.I.M. Il servizio d’ordine era svolto dalle scouts. Al termine della Santa Messa il Custode si è recato alla porta della chiesa, dove ha salutato personalmente i fedeli. Sua Beatitudine Stefanos II GHATTAS, è nato il 16 gennaio del 1920 nel villaggio di Sheikh Zein-Din, nei pressi di Tahta (Alto Egitto); ordinato sacerdote a Roma il 25 marzo 1944. Ha insegnato filosofia e teologia dogmatica nei seminari di Tahta e di Tanta. Nel 1952 entra nella Congregazione dei Lazzaristi. L’8 maggio 1967 il Sinodo copto-cattolico lo elegge vescovo di Tebe-Luxor. Il 24 febbraio 1984 è nominato Amministratore Apostolico del Patriarcato. In seguito Frati della Corda 16 dicembre 2005 alle dimissioni del Patriarca Stefanos I SIDARUS, per limite di età e motivi di salute, il 9 giugno 1986 il Sinodo lo sceglie all’unanimità come nuovo Patriarca per i copti-cattolici e prende il nome di Stefanos GHATTAS II. Il 26-28 febbraio 2000, in occasione del giubileo, accoglie il Papa Giovanni Paolo II a nome della gerarchia cattolica in Egitto. Il 21 febbraio 2001 viene nominato Cardinale. A fine mattinata il Custode visita il convento e la chiesa dell’Assunta, e quindi il Centro Francescano di Studi Orientali Cristiani del Muski. Alcune notizie sul Convento e sul Muski: La presenza francescana in questo quartiere risale al 1632, quando il Custode di Terra Santa Paolo da Lodi, otteneva dal Console di Venezia Giovanni Donato una dimora fissa al Cairo per i suoi frati. Accanto alla loro residenza venne eretta pure una cappella. L’Ambasciata era situata presso il quartiere del Muski, famoso mercato del Cairo, oggi Via Bendaka (=dei Veneziani). Il grande flusso di europei favorito da Muhammad Ali e successori, fece del convento del Muski la parrocchia latina più grande del Cairo, con tre succursali: San Giuseppe, Bulacco e Meadi, divenute più tardi parrocchie indipendenti. La parrocchia del Muski ebbe il suo più grande sviluppo nell’ultimo decennio dell’Ottocento e i primi del Novecento, con un numero di fedeli che si aggirava sulle 20.000 anime, in maggioranza italiani, ma con buon numero di maltesi, austriaci, slavi, francesi e orientali. La chiesa del Muski, cattedrale fin dal 1858, era punto di riferimento di tutte queste nazionalità, come testimonia il ricco archivio parrocchiale le cui prime date risalgono al 1611. In quaresima, nei tempi Frati della Corda 17 della grande parrocchia, si teneva il quaresimale in 5 lingue:italiano, maltese, francese, tedesco, slavo. Molte attività parrocchiali si svolgevano attorno al Santuario della Madonna, dichiarata nel 1939 Regina d’Egitto dal Cardinale Gustavo TESTA. Dopo la seconda guerra mondiale, in seguito alla rivoluzione egiziana del 1952 e soprattutto a causa della nazionalizzazione del Canale di Suez (1956) si assiste a un grande esodo. La parrocchia è ridotta a poche famiglie. Per riattivare il grande convento, la Custodia di Terra Santa fondò il Centro Francescano di Studi Orientali Cristiani, che tutti conosciamo come il “Muski”. Questo veniva inaugurato il 16 settembre 1954 dal Custode fra Giacinto FACCIO, in presenza del Primo Presidente della Repubblica Egiziana, Muhammad NAGHIB, il Delegato Apostolico, il Vescovo Latino e varie personalità civili e religiose. Gli obbiettivi del Centro sono principalmente due: continuare le ricerche sulla storia di Terra Santa, sulla pista di Girolamo GOLUBOVICH; e incrementare gli studi riguardanti le comunità cristiane del Medio Oriente, curando ricerche e pubblicazioni di studi. Il Muski dispone di una grande e preziosa biblioteca, con circa cinquantamila volumi, riviste e soprattutto manoscritti arabo- cristiani, e una preziosa collezione di manoscritti islamici ancora non catalogati. Un tesoro da custodire gelosamente. Il Rev.mo Custode ha incontrato la comunità del Muski, composta da fra Vicenzo MISTRIH e fra Wadia ABU-LIF. Erano presenti fra Mamdouh e fra Antonio. Con loro ha preso in esame le tante necessità che si dicembre 2005 personale. Quali strategie adottare? Ogni regione della Custodia ha i suoi problemi. sono: la comunità e il Centro hanno bisogno urgente di personale; il Centro ha chiesto fondi per riviste, libri e altro materiale per la biblioteca; inoltre bisognerebbe digitare tutto il materiale esistente. Un’impresa non facile. È necessario poi continuare i lavori edilizi per sistemare il resto del convento, restaurare il pianterreno della biblioteca: per questi lavori il Custode invita a intendersi con l’amministrazione locale. Ore 20.00: Cena di gala in onore del Custode, preparata dal chief Adel. Tra i principali invitati: il Patriarca STEFANOS II e il suo segretario personale, il Nunzio Apostolico Mons. Marco Dino BROGI e il segretario della Nunziatura, il Generale dei Padri Trinitari con i religiosi presenti al Cairo, fra Joseph AMIN, Provinciale dei francescani d’Egitto, il priore dei Padri Domenicani, il Guardiano di Ghiza con Abuna Botros e Abuna Farid, suor Valeria, Provinciale delle Suore Francescane del C.I.M. e suor Eleonora, la Superiora di Kasr el-Nil, suor Margherita, Delegata delle Suore Elisabettine per l’Egitto e il Sudan, con alcune consorelle. Tra le autorità civili: S.E. Antonio BADINI, ambasciatore d’Italia, il contrammiraglio Tommaso ANGELINI, addetto alla difesa, con la consorte Carla, il sig. Marc INNARO, corrispondente della RAI in Medio Oriente e Africa del Nord, con la consorte Emanuela. A fine cena, il Custode ha ringraziato tutti i presenti. Il Nunzio ha ringraziato la Custodia per il servizio paAccanto alla vita di studio e di ricerca, non bisogna storale e liturgico svolto dalla comunità francescana nella dimenticare la gente del quartiere e i loro bisogni. chiesa di San Giuseppe. I presenti hanno fatto alcune doDobbiamo continuare ad aiutare i poveri con il lascito mande al Custode sull’attuale situazione dei Luoghi Sandi fra Ladislao. ti. Ultimo saluto del Custode: vi aspetto a Gerusalemme. La discussione è continuata poi con l’esame dell’idea Martedì 15 novembre: il Padre Custode, accompagnato di cambiare posto al Centro, portandolo, per es. a da fra Antonio, si è recato a Clot-Bey per celebrare la San Giuseppe, dopo aver preparato le strutture. Una S. Messa nella cappella delle Suore Francescane del proposta già avanzata da tempo, ma che non ha trovato C.I.M. In questa casa visse la loro fondatrice, la Beata riscontro fino ad oggi. Come neppure si è avuta risposta Caterina TROIANI, dal suo arrivo il 14 settembre 1859 alla domanda fatta tempo fa da qualcuno interessato al fino alla morte (6 maggio 1887). Qui preparava le problema: la Custodia, l’Ordine Francescano vogliono sue suore per la futura missione, raccoglieva orfane e questo Centro? Sono interessati al suo avvenire? Solo loro possono assicurare la continuità di questo Centro. Ora di pranzo: allegria con un po’ di vino di fra Vincenzo, quello buono, “daraga ula” quello che solo a Yacubie (paese natale di fra Vincenzo) sanno fare! Tra gli invitati: la madre provinciale delle Suore francescane del C.I.M e Suor Emerenziana, la superiora della casa di Clot-bey; non poteva mancare la sig.na Yvonne, erede delle antiche glorie del Muski e di Darb Barabra. Alle 5 del pomeriggio, il Rev.mo P. Custode ha tenuto un incontro con i religiosi di San Giuseppe e del Muski. La Custodia come tutte le province dell’Ordine e tanti altri Istituti, deve far fronte alla mancanza di Frati della Corda 18 dicembre 2005 bambine trovatelle; alla porta di questa casa venivano lasciati, in una cesta, i bambini indesiderati. La cappella fu fatta costruire dalla Beata Caterina 140 anni or sono, con un contributo di 10.000 franchi della Custodia di Terra Santa, contributo sollecitato da una lettera personale raccomandata del Papa PIO IX. (la ricorrenza della fondazione è stata festeggiata il 14 settembre di quest’anno). Dopo aver partecipato alla colazione insieme alla comunità, accompagnato dalla madre Provinciale, Suor Valeria BRICCOLI, dalla Superiora locale e direttrice della scuola suor Emerenziana, e dalla maestra delle novizie, Suor Francesca, il Custode ha visitato la casa, i lavori il Custode. Nel loro colloquio privato, il Nunzio ha di restauro in corso, la scuola, il dispensario e la stanza ribadito ancora una volta la necessità di una presenza dove è morta la Madre Caterina. della Custodia di Terra Santa in Egitto. I religiosi francescani presenti in Egitto, di entrambe le entità, nel passato sono stati sempre legati da un comune ideale, quello di servire la Chiesa e i fratelli. Devono continuare su questa strada. Il Nunzio ha elogiato i Francescani di Terra Santa in Egitto per il loro impegno nel campo pastorale sociale e culturale. E ha ringraziato la Custodia per la presenza e la testimonianza di questi religiosi. È seguito il pranzo, al quale hanno partecipato il segretario del Nunzio e il Guardiano di San Giuseppe. Al pomeriggio, dopo un breve riposo, il Padre Custode ha fatto un giro di ispezione e di controllo di tutta la casa, per rendersi conto dello stato del convento Al ritorno, si è fatta la strada Clot-bey, quella che e dei lavori che con una certa urgenza si dovrebbero dalla stazione principale del Cairo, da Bab el-Hadid fare, cominciando dalla cucina: “Sembra che in questo porta fino alla Cittadella, già residenza di Muhammad convento non si siano mai fatti lavori di riparazione, di Ali. Ci si è fermati dinanzi alla cattedrale di San Marco manutenzione”; “Al contrario, da quando conosco San nel quartiere di Esbekie, già sede del Patriarcato copto- Giuseppe (e cioè dal 1973) è sempre stato un cantiere ortodosso. In alcuni tratti della strada ancora si possono ammirare resti di case di epoca ottocentesca, con i marciapiedi coperti con strutture esterne ad archi. Erano appena passate le otto e la città cominciava a ridestarsi. Al ritorno, nel cortile della chiesa, frate Anselmo attendeva il P. Custode per condurlo alla visita del cimitero latino di Terra Santa, Ain Sira, Vecchio Cairo, dove sono sepolti i frati morti in Egitto. Mancava qualche minuto alle dodici, quando si è attraversato il ponte 15 Maio e si è scesi a Zamalek. Nella residenza della Nunziatura, situata sulla sponda sinistra del Nilo, Mons. Marco Dino BROGI ha ricevuto Frati della Corda 19 dicembre 2005 aperto”, gli ha risposto fra Antonio, “alle volte per risparmiare, si fanno le cose male…”. Verso le cinque, in compagnia di fra Agostino PELAYO, ha preso la metropolitana, come tutti i pendolari cairoti! e si è recato al Seminario di Ghiza. Qui ha incontrato il Padre Provinciale, fra Joseph AMIN, il Vicario Provinciale e Guardiano del Convento, fra Kamal WILLIAM, il vescovo emerito di Suhag, mons. Marco HAKIM, e tutti gli altri religiosi della comunità e gli studenti di teologia e di filosofia presenti nel Seminario di Ghiza. Per quanto riguarda la preparazione degli studenti, il Custode ha sottolineato la necessità di collaborare alla loro formazione religiosa e teologica, favorendo incontri ed esperienze da entrambi le parti. Si è poi recato alla casa di accoglienza del Mukattam, dove era in corso un raduno di tutti i religiosi francescani (17, tra sacerdoti e fratelli) con meno di dieci anni di professione religiosa. Il Custode si è intrattenuto con loro, partecipando alla preghiera e al pasto comune. Ringraziando per l’accoglienza, il Padre Custode ha detto anche a loro: Vi aspetto a Gerusalemme. Il Provinciale ha risposto annunciando che a maggio del prossimo anno ci sarà un pellegrinaggio in Terra Santa a cui parteciperanno religiosi della Vice-provincia. Martedì 16 novembre: alle ore 6.30, fra Pierbattista, con il Guardiano, fra Mamdouh e fra Antonio, si è recato alla Scuola delle Suore Francescane di Kasr elNil (di fianco al Museo egizio) e ha celebrato la Santa Messa nella grande cappella, usata sia dalla Scuola che dalla comunità Questa cappellania è servita dai religiosi di famiglia a San Giuseppe. Presente anche la Madre Provinciale con alcune suore della comunità di Clot-Bey. Frati della Corda 20 Dopo la celebrazione eucaristica, si è scesi nel refettorio della comunità per la colazione. La superiora a nome della comunità ha offerto un pregevole papiro, dipinto a mano con caratteri dorati. Quindi si è fatto un giro per conoscere la casa: Un tempo c’erano qui 40 suore, oggi siamo appena otto, ci dice suor Teresina, che ha oltrepassato gli ottanta anni, e ancora oggi continua a portare la comunione a persone ammalate o invalide nel grande Cairo e perfino a Ghiza. Alcuni locali sono adibiti per l’accoglienza delle studentesse, che vengono dall’Alto Egitto. Nel passato era anche una casa di formazione, iuniorato e pre-noviziato. Alle ore 8 suona la campanella della Scuola e dall’altoparlante invitano il Custode a salire in tribuna. Le allieve hanno preparato una manifestazione (hafle) in onore del Custode: musica, parata di scouts, discorso di benvenuto in italiano. Fra Pierbattista ringrazia dicendo: “Vengo dalla Terra Santa e vi porto il saluto di tutte le bambine palestinesi delle nostre scuole. A loro come a voi e a tutte le bambine del mondo che vanno a scuola, dico: studiate, amate la vostra scuola, le suore che la dirigono, i vostri professori. Tenetela pulita e bella. La scuola vi aiuterà a essere un domani donne sagge e coraggiose. Vi darà l’istruzione necessaria per inserirvi nella società e vi aiuterà a creare un mondo di pace e di giustizia”. Al discorso del Custode è seguito l’inno nazionale e l’entrata nelle classi a suon di tamburi. Alle 12 visita ai Domenicani dell’Abbasia e alla loro nuova biblioteca: si è incontrato il Direttore e analizzato con lui prospettive di collaborazione; pranzo e caffé con la comunità e i loro ospiti. I Domenicani sono presenti in Egitto dal 1928, quando dicembre 2005 fondarono al Cairo una casa filiale all’École Biblique di Gerusalemme. A dirigere i lavori di costruzione venne da Gerusalemme il padre Jaussen, professore à l’École Biblique. Nel 1932 arrivò le père BOULANGER, il quale per un quarto di secolo si dedicò alla formazione dei giovani e alla predicazione. Nel 1953 viene fondato l’Institut Dominicani d’Études Orientales (IDEO). Il convento, prima servito dalla provincia domenicana di Francia, nel 1959 passa alla diretta dipendenza dell’Ordine e, dal 1984, fa parte del Vicariat Regional du Monde Arabe. In una parte del grande giardino viene costruito un nuovo reparto per la biblioteca che porta il nome del padre Georges ANAWAT, fondatore dell’IDEO, e che è stata inaugurata nell’ottobre del 2002. Ore 17.00: Incontro con i religiosi di San Giuseppe e del Muski: il P. Custode ringrazia per l’accoglienza e fa un primo bilancio della visita. Ci dice: - la prima cosa che ho constato è la buona armonia che regna nelle due comunità. Non ci sono problemi nei rapporti personali. Buona testimonianza nella chiesa d’Egitto. Un elogio al Guardiano per il suo equilibrio nella direzione/amministrazione della casa; - evitare ogni confronto tra le due entità francescane, ma trovare, studiare le possibilità, le modalità di una reciproca collaborazione. Intesa col provinciale, non si parli di un passaggio fino al prossimo capitolo. Questa è stata una semplice visita di cortesia, per conoscervi personalmente. A Gennaio inizierò la visita canonica per tutte le case della Custodia. Ore 19.30: la Corale di San Giuseppe esegue in chiesa un mini-concerto in onore del Custode, al termine del Frati della Corda quale fra Pierbattista si congratula e ringrazia. Accorda il permesso di recarsi a Ginevra per la domenica delle palme del 2007, dietro invito della corale svizzera “I figli di Bach”. Cena da Andrea, un ristorante del Mukattam: tra gli invitati, il Rev.do Padre Provinciale con il Vicario, la Superiora delle Suore Francescane e la direttrice della scuola di Kasr el-Nil. 17 Novembre: Ore 6.00: Celebrazione della S. Messa nella cappella delle Suore Elisabettine (ex-orfanotrofio San Giuseppe). Oggi la famiglia francescana celebra la festa di Santa Elisabetta, regina d’Ungheria e Patrona del Terzo Ordine Francescano. L’Istituto delle Suore Terziare Francescane Elisabettine fu fondato a Padova, in uno dei quartieri più poveri, nel 1828 dalla Beata Elisabetta Vendramini. Le Suore Elisabettine sono venute in Egitto nel 1935. Lavorano nei dispensari, ospedali, asili infantili, scuole. Nei villaggi dell’Alto Egitto lavorano per la promozione femminile, con centri di taglio e cucito, recupero dell’artigianato locale con tessitura a mano. Sono state aperte due comunità religiose nel Sudan. Due religiose lavorano nel lebbrosario governativo di Abu Za’bal. Nel 1995 hanno aperto un casa per la formazione delle postulanti nell’ex orfanotrofio di San Giuseppe, Cairo. Dopo la lettura del vangelo, suor Ragià ha rinnovato la professione semplice, dinnanzi al Celebrante e alla Madre Delegata. Le altre suore presenti hanno rinnovato le loro promesse religiose. Al termine della Messa, dopo la colazione insieme alla comunità delle Elisabettine, il Custode è partito subito per l’aeroporto, accompagnato dal Guardiano di S. Giuseppe. 21 dicembre 2005 FORMAZIONE PERMANENTE III Vita di comunione in fraternità Introduzione Ovunque sono e si incontreranno i frati, si mostrino familiari tra loro reciprocamente. E ciascuno manifesti con fiducia all’altro le sue necessità, poiché se la madre nutre e ama il suo figlio carnale, quanto più premurosamente uno deve amare e nutrire il suo fratello spirituale? (Regola Bollata 1223, c. VI,7-8). La comunione di vita in fraternità costituisce la nota distintiva della vita Francescana, ancor più del voto di povertà, che molti pensano sia l’elemento più importante dell’essere Francescano. Noi parliamo molte volte di “fraternità”, che risulta un termine astratto che non compare mai negli scritti di Francesco, che parla piuttosto dei “frati”, di persone concrete, che vivono insieme come fratelli. Questo dovrebbe essere lo spirito che anima la nostra riflessione sul dono dei fratelli che il Signore ci offre come compagni lungo il nostro cammino. Leggere Incipiamus Fratres. La Formazione Permanente nell’Ordine dei Frati Minori (1995), 47-51: “La Fraternità locale è il luogo dove si condividono la vita e la fede dei fratelli ed è pure il centro della testimonianza evangelica; è dunque primariamente nella e attraverso la sua vita che si realizza la formazione permanente. La formazione permanente avviene nel contesto della vita quotidiana del frate minore, nella preghiera e nel lavoro, nelle sue relazioni sia interne sia esterne alla Fraternità, e nel rapporto col mondo culturale, sociale e politico in cui egli si muove. È l’ambito delle esperienze e della vocazione vissuta in concreto. Questa quotidianità è il luogo per eccellenza della formazione permanente, cioè della crescita continua del frate minore nella sua vocazione. ‘Il Signore mi diede dei frati’ (Test, 14). Questo messaggio fondamentale di san Francesco significa che il Signore stesso invita ciascun frate a prendersi cura l’uno dell’altro, in dono reciproco, consapevole che l’Ordine, di sua natura, è un’unica Fraternità costituita da fratelli chierici e laici, con uguali diritti e doveri, particolarmente per quanto riguarda la vocazione e missione proprie. Dove si accetta questo dono come responsabilità e impegno quotidiani trattandosi gli uni gli altri come fratelli, perdonandosi a vicenda, cercando di risolvere i conflitti e ad aiutandosi nei propri bisogni, là si sta attuando la formazione permanente. Le scienze umane possono favorire la crescita della fraternità specie nei momenti di conflitto o quando i singoli sono chiaramente incapaci di vivere la vita comunitaria per problemi di maturità e fragilità psicologica o per fattori prevalentemente patologici. Se un frate, a causa della sua missione particolare assegnatagli dalla Fraternità, è costretto a vivere da solo per un certo periodo, egli è pur sempre membro della Fraternità e può rimanere sempre in un processo di formazione permanente, cercando tutti i mezzi per favorire e rafforzare i vincoli fraterni particolarmente attraverso visite frequenti, corrispondenza, riunioni e vita part-time con i frati, ed altri mezzi adeguati. Il carisma conferito da Dio a san Francesco esprime e manifesta i suoi molteplici frutti tanto nei frati minori quanto negli altri membri della Famiglia francescana. I frati devono quindi essere disponibili ad approfittare di tutte le occasioni possibili per incontrarsi e condividere, anche promovendo riunioni e incontri per appoggiare progetti comuni. Frati della Corda 22 dicembre 2005 È nell’aprirsi alla Provincia, all’Ordine, alla Famiglia francescana, alla Chiesa, al popolo di Dio, specialmente ai poveri ed oppressi, che si dimostra che la Fraternità non vive per se stessa. Ospitalità, solidarietà e carità attiva verso i poveri, come il vivere fra di essi, sono anche segni concreti di questa apertura”. Lettura dalla Leggenda dei Tre Compagni (n. 41-42) “Si amavano l’un l’altro con un affetto profondo, e a vicenda si servivano e procuravano il necessario, come farebbe una madre col suo unico figlio teneramente amato. Tale era l’affetto che ardeva loro in cuore, che erano pronti a consegnarsi alla morte senza esitare, non solo per amore di Cristo, ma anche per salvare l’anima o il corpo dei fratelli. Profondamente umili e maturi nella carità, ognuno nutriva per il fratello i sentimenti che si hanno verso un padre e signore. Quelli che, per l’incarico che ricoprivano o per qualità personali, avevano nella fraternità un ruolo preminente, si facevano più umili e piccoli di tutti. E ognuno era disposto all’obbedienza più generosa, sempre disponibile al volere del superiore, senza cercare se l’ordine ricevuto fosse giusto o no, perché convinto che qualsiasi comando era conforme alle disposizioni del Signore. In tal modo, riusciva agevole e dolce eseguire qualunque precetto. Stavano attenti a non cadere vittime di desideri sregolati. Erano giudici implacabili di se stessi, preoccupati di non nuocersi l’un l’altro in nessuna maniera”. Lettura dalle Costituzioni Generali OFM (Articoli 39, 41, 46) Art. 39: Animati dalla carità di Dio diffusa nei loro cuori per mezzo dello Spirito Santo, tutti i frati nutrano al massimo tra di loro uno spirito di familiarità e di reciproca amicizia, coltivino la cortesia, la gioia del cuore e tutte le altre virtù, cosicché, offrendosi l’un l’altro un continuo stimolo alla speranza, alla pace e alla letizia, giungano alla piena maturità umana, cristiana e religiosa, riuniti in vera fraternità. Art. 41: Tutti i membri dell’Ordine sono di nome e di fatto fratelli e minori, sebbene esercitino nell’Ordine uffici, incarichi e ministeri diversi. Omnes Ordinis sodales nomine et re fratres sunt et minores. Art. 46: Il Guardiano, insieme ai frati nel Capitolo locale, organizzi la vita domestica nel modo più adatto a promuovere una Fraternità vera, reale ed efficace. Riflettere Conferenza dei Ministri Generali del Primo Ordine Francescano e del TOR, L’identità dell’Ordine Francescano nel suo momento fondativo (1999). 1. Origine e composizione della fraternità francescana “La radicale conversione di Francesco al Vangelo attirò subito ed inaspettatamente alcuni uomini per condividere la stessa esperienza di vita. Francesco, dunque, senza averlo pensato prima, diventò ‘fondatore’. Il Signore gli concesse fondamentalmente due grazie: la grazia di sapere cosa doveva fare, come doveva vivere, cioè ‘secondo la forma del santo Vangelo’, e la grazia del dono dei fratelli. Così nacque la fraternità francescana. Un primo dato, particolarmente significativo all’interno della mentalità medievale, che era eminentemente classista, fu l’atteggiamento di Francesco nei confronti delle vocazioni che venivano ad ingrossare le file del suo gruppo di ‘uomini evangelici’. Il criterio basilare che egli, ispirandosi al Vangelo, seguì per tutta la vita, fu quello di ricevere coloro che venivano a lui spinti dalla stessa vocazione eliminando ogni tipo di discriminazione dovuta alla condizione sociale, culturale, ecclesiastica del candidato, diffusa in quel tempo. Frati della Corda 23 dicembre 2005 Francesco non escludeva alcuno: ‘Se qualcuno, volendo scegliere questa vita, verrà dai nostri frati’ (RegNB II,1); ‘Se alcuni vorranno intraprendere questa vita e verranno dai nostri frati’ (RegB II,1); ‘E quelli che venivano per ricevere questa vita...’ (Test, 16). La sua accoglienza generosa ed aperta fu un gesto di profondo rispetto di Dio, presso il quale non vi è preferenza di persone, e del suo Spirito, che si posa ugualmente su tutti, siano poveri e semplici o nobili e dotti. In pratica, l’unica condizione fondamentale che richiedeva e riteneva indispensabile per l’ammissione alla fraternità era la ‘conversione’. Ogni candidato doveva essere moralmente un convertito, mosso, cioè ‘per divina ispirazione’, ad intraprendere il tenore evangelico di vita avviata da lui e capace di un rinnegamento totale di se stesso, soprattutto mediante la prova dell’obbedienza, del servizio ai lebbrosi e della rinuncia totale ai propri beni, il ricavato della cui vendita doveva essere distribuito ai poveri. Si hanno notizie assai concrete circa parecchi membri della prima fraternità e solo in modo generico di altri a partire da informazioni attendibili presenti nelle biografie e nelle cronache del tempo, che furono confermate e puntualizzate posteriormente da serie ricerche storiche. Nel loro insieme tutte attestano il fatto della presenza nell’Ordine di uomini provenienti dai ceti sociali e dalle categorie ecclesiastiche più diverse: nobili (maiores) e plebei (minores), ricchi e poveri, professionisti, letterati e sapienti o colti ed illetterati e semplici, che non avevano studiato nelle scuole, cavalieri, feudatari, chierici e laici, artigiani. Negli scritti di Francesco ricorrono spesso riferimenti ai membri ‘chierici’ e ‘laici’ della fraternità. A questo proposito si deve tenere ben presente il significato di questi due termini nella sua epoca. In primo luogo occorre evitare un facile abbaglio a motivo della terminologia stessa. All’epoca del Fondatore non sempre avevano il significato che, in senso stretto, hanno oggi nella teologia e nel diritto, cioè con riferimento ad uomini appartenenti o meno all’ordine clericale. Questa terminologia veniva anche utilizzata per indicare uomini formati nelle scuole e quindi che, fra l’altro, sapevano leggere ed avevano una certa cultura, letterati (chierici), che si distinguevano dagli uomini semplici, senza studi né cultura, ignoranti o idioti, illetterati (laici). In secondo luogo, i riferimenti di Francesco ai membri chierici e laici della fraternità avevano il valore di mera constatazione di un fatto esistenziale; in essi non appare mai che la volontà o l’intenzione di Francesco quale Fondatore fosse stata quella di qualificare la dimensione clericale e laicale come elemento essenzialmente costitutivo dell’Ordine, e meno ancora che nella sua mente e nei suoi propositi avesse pensato di fondare un Ordine esclusivamente o preferibilmente laicale. La fraternitas minoritica delle origini fu una comunione di vita a pari titolo e a pieno effetto; una società di membri senza diaframmi né discriminazioni; una vera famiglia di figli con compiti e carismi diversi, in cui tutti i ceti sociali, i vari gradi di istruzione (illetterati-letterati), gli stati ecclesiali (laici-chierici) e le stesse diverse funzioni liturgiche (Ufficio divino, Eucaristia) o mansioni di superiore (ministro e servo) erano integrati in una sintesi originale di fraternità evangelica. A questo proposito, il Celano, dopo aver fatto risaltare le motivazioni teologiche di fondo della fraternità voluta da Francesco, afferma: ‘Voleva che si fondessero maggiori e minori, che i dotti si legassero con affetto fraterno ai semplici, che i religiosi pur lontani tra loro si sentissero uniti dal cemento dell’amore’ (2Cel 191). Con questa integrazione concreta in una medesima famiglia cristiana di uomini provenienti da estrazione, cultura e condizione ecclesiale diverse, gli uomini raccolti intorno a Francesco davano una testimonianza luminosa di fraternità evangelica in cui si sentivano, si denominavano e si presentavano agli altri come fratelli in tutto e per tutto uguali”. Frati della Corda 24 dicembre 2005 Condividere 1) “La formazione permanente avviene nel contesto della vita quotidiana del frate minore, nella preghiera e nel lavoro, nelle sue relazioni sia interne sia esterne alla Fraternità, e nel rapporto col mondo culturale, sociale e politico in cui egli si muove”. Come possiamo rendere della nostra fraternità l’humus in cui si vive la comunione di vita con i fratelli nello spirito di Francesco? 2) “Il Signore mi diede dei frati (Test, 14). Questo messaggio fondamentale di san Francesco significa che il Signore stesso invita ciascun frate a prendersi cura l’uno dell’altro, in dono reciproco, consapevole che l’Ordine, di sua natura, è un’unica Fraternità costituita da fratelli chierici e laici, con uguali diritti e doveri, particolarmente per quanto riguarda la vocazione e missione proprie”. Nella Custodia di Terra Santa si vive in questo spirito di una Fraternità in cui tutti siamo fratelli con uguali diritti e doveri? Che cosa pensi riguardo al modo in cui ancora ci si indirizza in Custodia: “reverendo padre”, “venerando fratello”, “fratello chierico”, ecc? 3) “Le scienze umane possono favorire la crescita della fraternità”. Cosa suggerisci riguardo a questo punto? Abbiamo bisogno di aiuto di esperti per maturare nell’arte del vivere insieme come persone umane che si rispettano e si amano a vicenda? 4) “Se un frate, a causa della sua missione particolare assegnatagli dalla Fraternità, è costretto a vivere da solo per un certo periodo, egli è pur sempre membro della Fraternità”. Come indirizzare questo dato di fatto in Custodia? Frati della Corda 25 dicembre 2005 CAPITOLO ZONALE DEI FRATI DI GIUDEA GRUPPO 1 E 2: LA NOSTRA IDENTITÀ FRANCESCANA DI FRONTE ALLE SFIDE CHE AFFRONTIAMO Siamo chiamati a riflettere sulla nostra identità oggi in Terra Santa, tenendo in mente le nostre radici e guardando con fiducia verso il futuro. Quali sono le sfide che affrontiamo oggi noi Frati Minori in Terra Santa? Di fronte alle mutate condizioni socio-politiche della regione, e sorretti dall’esempio di San Francesco quando venne in Oriente, quale atteggiamento concreto dobbiamo prendere di fronte ai problemi emergenti del fondamentalismo religioso, del dialogo inter-religioso, dell’impegno ecumenico, e dell’inculturazione? Quale relazione possiamo costruire con la religione islamica, e quale atteggiamento assumere di fronte al fondamentalismo islamico? Sarebbe opportuno che nelle scuole della Custodia ci fosse una sezione in cui cristiani e musulmani possano studiare insieme elementi di conoscenza reciproca umana, culturale e religiosa? Quale atteggiamento assumere di fronte al mondo ebraico, con le sue note positive ma anche con i suoi elementi fondamentalisti? Che tipo di relazioni possiamo costruire con la società odierna in Israele? Possiamo ridurre il dialogo ecumenico soltanto alle questioni che riguardano lo status quo dei luoghi santi? Come sviluppare questo dialogo in modo tale che vada oltre la difesa dei nostri interessi legittimi nell’ambito dello status quo? Siamo presenti in Terra Santa da quasi 800 anni. Riteniamo che ci siamo inculturati abbastanza in questo ambiente? Come possiamo diventare più consci della realtà sociale e culturale in cui viviamo? Risposte del Gruppo 1 Tutti i membri del gruppo si sono espressi liberamente sul questionario proposto. Gli interventi sono stati sostanzialmente convergenti su questi punti: * Viviamo in un paese di forti conflitti sul piano sia sociale-politico che religioso-confessionale. Di qui le tante sfide da fronteggiare. * Non deve preoccuparci quello che sono e che fanno gli altri, ma quello che siamo e che facciamo noi come cristiani e frati minori. A noi, che abbiamo ricevuto di più, “sarà richiesto molto di più” (Lc 12,48). * Non si deve essere pessimisti. Tante cose buone già si sono fatte e si fanno in campo caritativo, pastorale, culturale, scolastico… bisogna però andare avanti e intensificare e qualificare le nostre relazioni sia con gli Ebrei e i Musulmani, sia con le altre confessioni cristiane. Cerchiamo, in particolare, di valorizzare meglio tutte le possibilità d’incontro con gli Ebrei che visitano i nostri santuari. * Se vogliamo dare un valido contributo al miglioramento delle varie situazioni in campo ecumenico e interreligioso, dobbiamo avere il coraggio di fare noi i primi passi prendendo buone iniziative, da preparare con la preghiera e lo studio. Il governo della Custodia veda di guidare e aiutare le singole comunità in questa direzione. Il nostro impegno è indelegabile. * Urge educarsi al dialogo rispettoso e fecondo prima all’interno delle nostre fraternità, poi all’esterno con tutti gli altri, nessuno escluso. Come cristiani e francescani siamo fratelli universali, capaci di accogliere ‘tutti’ e ‘tutto’ (Gv 12, 32). * Occorre qualificare sempre più la nostra identità di frati minori sulle orme del padre San Francesco, il santo del “buon esempio” più che delle buone parole, e sulle orme di Gesù stesso che prima “fece e poi insegnò” (At 1,1) * La cosa più importante, oggi e sempre, è fare bene la propria parte, il proprio dovere, a livello sia personale Frati della Corda 26 dicembre 2005 che comunitario. Così ha fatto e insegnato San Francesco (cfr. FF 804). I doveri, per noi adulti, vengono prima dei diritti. Sappiamo che il dovere cristiano, non il diritto romano, ha salvato il mondo (cfr. Rm 12. 21). Nei cantieri della creazione e della redenzione, noi uomini siamo gregari, non protagonisti. Il mondo lo salva Dio, anche se lui richiede la nostra collaborazione (cfr. Sal 60, 30s). “Un giorno non ci sarà chiesto se abbiamo fatto l’unione delle Chiese, ma se abbiamo pregato e lavorato per questa unione”, disse una volta papa Giovanni XXIII, terziario francescano – a proposito dell’impegno della Chiesa cattolica in campo ecumenico. fra Lino CIGNELLI OFM Risposte del Gruppo 2 Sfide per noi Frati Minori in Terra Santa sono: • l’autenticità della nostra vita e il coinvolgimento (solidarietà concreta) nei differenti ambienti di vita; • la carta geografico-politica in mutamento: la Custodia come tale deve far sentire la propria voce creando e coltivando relazioni anche di natura politica con le diverse parti; • come cattolici e francescani possiamo / dobbiamo svolgere un ruolo “mediatore” tra cristiani, musulmani ed ebrei/israeliani (esperienze recenti in Europa e in Estremo Oriente dimostrano che questo è un ruolo che tutti ci riconoscono e che altre entità ecclesiastiche non potrebbero svolgere); educare alla pace e, ora che la Custodia è impegnata anche con gli ebreo-cattolici, dobbiamo lavorare per far incontrare ebreo-cristiani e arabo-cristiani (specie i giovani); • la conservazione della presenza cristiana in Terra Santa con mezzi tradizionali e forme nuove (per es. una Lega contro la diffamazione del cristianesimo); • tenere in conto le “ferite” che abbiamo ricevuto (a Nazaret per la tentata costruzione della moschea; a Betlemme per occupazione e assedio), ma guardare anche ai fatti positivi (singoli ebrei e musulmani aperti e di buona volontà; guide turistiche israeliane rispettose del cristianesimo e dei nostri santuari e persino informate sulla nostra vita; lavoro con i musulmani nelle scuole); • la Chiesa in Terra Santa è “piccolo gregge” (ripete spesso Mons. M. Sabbah): noi dobbiamo aiutare i nostri cristiani a prenderne atto, sentirci parte di tale “piccolezza” e far cessare la mentalità che pensa alla Custodia come alla “banca” di beneficenza dei cristiani; • avere un progetto “per venti anni” (!); manchiamo di progettazione e tutto o quasi viene lasciato al singolo (parroco, direttore di scuola, direttore di Casa Nova, guida dei pellegrini ecc.); cosa vogliamo fare e con quali persone? a Gerusalemme e a Betlemme abbiamo responsabilità uniche (nessun altro ente ecclesiastico, nemmeno il Patriarcato Latino, ha tale carico; in passato la Custodia ha fatto fronte alle sfide procurando case e lavoro per i cristiani, oggi la sfida a Gerusalemme è la droga che miete vittime tra i cristiani e a Betlemme, per la prima volta nella storia separata violentemente da Gerusalemme, il “muro” sfida anche noi); • la pastorale sulla costa mediterranea: diffusione vertiginosa (ne scrivono anche i giornali in inglese e in ebraico) della “New Age”, dell’occultismo e persino della stregoneria e i traumi delle persone da ambedue le parti ferite dalle guerre e dagli attentati; • come vivere il conflitto? come persone e singole comunità alcuni siamo a contatto con gli israeliani, altri con arabi, ma come Custodia (siamo comunità!) come viviamo il conflitto che lacera i popoli delle nostre regioni? • dialogo inter-cattolico: noi frati siamo “forti”, ma vi sono anche gli altri (istituti, individui) piccoli ma presenti e attivi; come ci comportiamo con loro? • quanto agli atteggiamenti con i musulmani, tornare all’esempio di S. Francesco e alla Regola: dialogo della vita curando i rapporti a livello personale (ciò che abbiamo, persino i santuari, li dobbiamo a questa forma di relazione; coltivare rapporti “personali / individuali” con persone di cultura e con i capi politici; anche di recente questa forma di dialogo ci ha aiutato a uscire da situazioni difficili…); Frati della Corda 27 dicembre 2005 • la presenza antica di circa 800 anni è un “miracolo”: dobbiamo conoscere e imparare dalla nostra storia; cosa e come hanno fatto lungo i secoli i frati per resistere e lavorare per il bene di tutti? • lavorare per superare pregiudizi personali; non usare troppo facilmente il termine “fondamentalismo”; • è vero che lo Stato di Israele ci ignora o considera e tratta come irrilevante la nostra presenza, ma cosa facciamo perché cessi questa situazione? dobbiamo fare qualcosa come Custodia per non sentirci e non farci considerare solo “ospiti”; • per andare oltre lo Statu Quo la sfida è costituita dai Greci-ortodossi che ci considerano nemici e ci vorrebbero “fuori” dalla basilica della Natività a Betlemme e del S. Sepolcro a Gerusalemme; cogliere il momento di difficoltà che il Patriarcato greco-ortodosso attraversa per dialogare, trattare sulle cose che ci stanno a cuore e impostare migliori relazioni. fra Claudio G. BOTTINI OFM GRUPPO 3: LA NOSTRA RISPOSTA FRANCESCANA DI FRONTE ALLA CRISI DI PERSONALE Insieme con tutto l’Ordine stiamo affrontando il grosso problema della diminuzione del numero dei frati e del conseguente invecchiamento della Custodia. D’altra parte siamo sempre più pressati dalle crescenti esigenze del lavoro pastorale. La Custodia ha già dovuto fare delle scelte dolorose di ridimensionamento (es. chiudendo qualche convento). Riteniamo che questa sia l’unica soluzione del problema? Abbiamo altre opzioni per far fronte a questa emergenza? Come possiamo trasformare una crisi di personale in una opportunità per il nostro futuro? Come gestire la nostra internazionalità come Custodia oggi alla luce delle mutate condizioni in cui ci troviamo, con meno frati che provengono dai paesi Europei tradizionalmente cattolici? Come guardiamo all’opzione del volontariato e della collaborazione dei laici al nostro lavoro? Concretamente, come possiamo essere aperti a condividere la nostra presenza con altri organismi ecclesiali, con altri istituti di vita consacrata, con movimenti laicali? Risposte del gruppo Premessa La crisi vocazionale non riguarda solo la Custodia, ma la Chiesa e l’Ordine. Ne deriva che come già accade dobbiamo attenderci un numero sempre più decrescente di religiosi che vengono a prestare il loro servizio in Custodia. Questa situazione deve cominciare a farci entrare nella mentalità della semi auto sufficienza. Circa cinquanta anni fa la Custodia contava 520 frati. Ora siamo scesi sotto la soglia dei 300. In qualche modo dobbiamo integrare il numero mancante. Possibili soluzioni. A1. Non dobbiamo chiuderci all’aiuto che ci viene dalle Province francescane. Bisogna continuare a difendere l’idea che la Custodia è una provincia particolare dell’Ordine. Il suo rinnovamento passa attraverso la riscoperta delle origini francescane, ma anche dello studio e dell’approfondimento della Sacra Scittura. A2. È opportuno conservarne l’internazionalità, anche se oggi, forse, è più significativo parlare di universalità. Internazionalità fa pensare a una struttura legata alla mentalità di religiosi di particolari nazioni. Universalità non significa che dobbiamo essere presenti ovunque, ma che bisogna cominciare a fare riferimento alle esperienze positive che possono portare religiosi che vengono da paesi di tradizione non latino-europea. Frati della Corda 28 dicembre 2005 A3. Continuare ad accogliere vocazioni da ogni parte del mondo, Egitto compreso. La clausola che ce lo impediva è venuta meno. In particolare è stato chiesto perché si è smesso di accogliere vocazioni dall’Iraq. A4. Chiedersi quali sono gli impedimenti per cui alcuni religiosi non riescono ad integrarsi nella vita della Custodia. Secondo alcuni c’è ancora una certa chiusura verso le vocazioni di cultura non europea e non c’è un sufficiente apprezzamento delle loro capacità? A5. Conclusa l’esperienza del postulandato a Casalotti, pur sapendo che non esiste una comunità perfetta, bisogna accogliere i giovani in ambienti in cui si possa fare esperienza di spiritualità, di spirito di orazione, di fraternità, di impegno, di autenticità francescana. A6. Oltre alla formazione culturale e alla conoscenza della liturgia dei santuari, i nostri giovani siano messi a contatto con altre attività della Custodia quali le parrocchie, le scuole, l’assistenza spirituale dei pellegrini e quanto altro fa parte delle attività della Custodia. A7. Avere maggior spirito di accoglienza per le nuove vocazioni o i nuovi missionari. Alcuni vengono da esperienze, culture, società diverse: si sentono spaesati. Istituire la figura di un religioso che li accolga e li inserisca nell’ambiente sociale, storico, geografico e culturale. Si può indicare loro alcuni corsi presso lo STJ e presso lo SBF; invogliarli alla partecipazione alle escursioni, alla visita di mostre e musei per conoscere meglio la Terra Santa. A8. Per invogliare religiosi a venire in Terra Santa fare opera di informazione nelle Province inviando il fascicolo la Presenza francescana in Terra Santa e pubblicizzando sulle pubblicazioni francescane gli indirizzi dei siti della Custodia. A9. Forti dell’esperienza dell’Anno 2000, cercare di avere informazioni preventive dei religiosi che desiderano venire in Terra Santa, per conoscerne la disponibilità e i campi in cui possono essere inseriti al meglio. Tuttavia per la mancanza di vocazioni non possiamo pensare di poter coprire tutte le nostre attività con la sola presenza dei religiosi. Come indicato dal Concilio è urgente inserire nelle nostre attività le capacità e le esperienze dei laici, siano essi impiegati o laici. La loro moralità deve essere sicura. Tra di loro distinguiamo due tipi: quelli che, per spirito umanitario desiderano rendere un servizio, e quelli, desiderosi di un’esperienza religiosa, associano al lavoro lo spirito di devozione. B1. I collaboratori che desiderano semplicemente dare una mano possono essere accolti in strutture a sé stanti di modo che possono organizzare il loro tempo libero. B2. I secondi possono vivere con i primi e in casi particolari in ambienti in rapporto più stretto con la fraternità pur rispettando la distinzione dei ruoli e delle identità. Abbiamo già alcuni esempi pratici in Custodia: Monte Tabor, Deserto di San Giovanni, Romitaggio del Getsemani, Terra Sancta College. B3. Aiutare i collaboratori a conoscere l’ambiente sociale, culturale e sociale in cui vivono, pur sapendo che per essi non si può ripetere l’esperienza dei nuovi missionari. B4. Aiutare i religiosi a comprendere che i collaboratori non sono domestici invitati a sostituirci nel nostro lavoro. Essi collaborano con noi perché possiamo dedicare il tempo in impegni urgenti della nostra vita religiosa. B5. Anni addietro fu pubblicato una specie di regolamento che indicava gli impegni della Custodia e dei volontari. È opportuno riprenderlo e aggiornarlo alle nuove esigenze. È utile per la buona comprensione tra religiosi e laici nel reciproco rispetto. La collaborazione con altri Istituti religiosi ed Enti è vista in modo positivo. Non c’è stato tempo di parlare di questo aspetto. È un problema che va affrontato seriamente. Sono state poste solo alcune domande. Frati della Corda 29 dicembre 2005 C1. Gli enti sapranno rispettare la visione religiosa o almeno morale del nostro impegno con i più poveri e i bisognosi in genere? C2. In un tempo di crisi vocazionale come possono gli Istituti religiosi prestare il loro tempo ad altri, in questo caso alla Custodia? C3. Non c’è il rischio che questi ultimi con il tempo si sostituiscano a noi? Non potrebbe essere che essi si rendano disponibili in un primo momento in previsione di metterci da parte? (Dobbiamo avere il candore delle colombe e la prudenza dei serpenti. Siamo in un tempo di crisi e dove c’è il cadavere là si radunano gli avvoltoi. Sappiamo che alcuni hanno gli occhi su alcune attività della Custodia). C4. In tempo di crisi è necessario pensare seriamente al nostro ridimensionamento sia di luoghi che di attività. Le scelte devono essere fatte anche in conformità al nostro carisma e non solo per convenienza. C5. Il religioso che si sente parte integrante della Custodia forse può essere maggiormente ferito dal fatto compiuto, più che dalla necessaria separazione da alcune attività e luoghi. È necessario preparare psicologicamente i religiosi alle scelte che vanno fatte. Li aiuterà a non fare considerazioni errate. fra Vincenzo IANNIELLO OFM GRUPPO 4: SOLIDARIETÀ? LE NOSTRE STRUTTURE E LA NOSTRA LIBERTÀ EVANGELICA: ASSISTENZA O La Custodia ha una rete molto complessa di strutture che gravano sulla nostra responsabilità. Queste strutture sono state fondate anche come mezzi di assistenza per mantenere viva la presenza cristiana in Terra Santa? Pensiamo che le nostre strutture qualche volta soffocano la nostra libertà evangelica? Pur mantenendo le strutture che la Chiesa ci affida, come possiamo intraprendere nuove forme di presenza e di testimonianza francescana? Individuare e suggerire queste nuove forme. La Custodia offre una testimonianza di assistenza verso i cristiani e i poveri. Tuttavia, questo può portare a non pensare alla nostra personale responsabilità di essere solidali con i poveri e non soltanto assisterli. Come possiamo essere solidali in modo concreto dal punto di vista fraterno e personale? Risposte del gruppo Base di partenza della discussione è stata la presa di coscienza che santuari-parrocchie e scuole fanno un tutt’uno per l’identità stessa della Custodia: custodire i santuari e insieme tenere viva la presenza dei fedeli cristiani intorno ai santuari. Si sottolinea l’importanza delle scuole come mezzo di formazione dei giovani e di dialogo interreligioso. Il modello storico resta ancora il Terra Sancta College di Gerusalemme nel quale fino al 1948 studiarono cristiani, musulmani ed ebrei. In tale contesto, si fa notare l’importanza della preparazione specifica del Frate Direttore che, demandando ad altri compiti di natura disciplinare o amministrativa, si specializzi nell’essere la guida spirituale della scuola non solo dei giovani cristiani ma anche di quelli musulmani (un bridge!). Ricordando lo sforzo economico che la Custodia sta facendo per esempio a Tripoli in Libano, quello auspicabile di una nuova moderna scuola a Gerusalemme, e quello di più attualità che sta succedendo a Gerico con la collaborazione dell’Autorità Palestinese e l’aiuto economico dell’UNDP (fondi messi a disposizione dalle nazioni europee con l’approvazione dell’Autorità), si parla della creazione dell’Associazione di Terra Santa già nata a Roma e in procinto di essere riconosciuta come ONG anche dal Ministero degli Esteri d’Italia, come mezzo di raccolta fondi messi a disposizione dalle organizzazioni internazionali. La difficoltà nel preparare i progetti da presentare e nella stesura dei rendiconti richiesti, renderà necessaria l’apertura di un ufficio apposito: questo può costituire un mezzo di formazione per i frati, aiutandoli ad imparare la programmazione e la gestione, anche economica, dei progetti - seppure piccoli -. Frati della Corda 30 dicembre 2005 Officine di San Salvatore. Se ne ricorda la storia come mezzo di formazione professionale per i giovani della parrocchia, ma insieme anche come formazione religiosa: quasi tutti gli operai erano Terziari Francescani e partecipavano alla vita della comunità del convento. Sarebbe meglio chiuderle tutte, salvando in parte la tipografia per motivi pratici e di sicurezza al servizio del Governo della Custodia, lasciando attivo anche l’ufficio tecnico per la manutenzione ordinaria dei Santuari e dei Conventi. La formazione professionale nelle nostre scuole potrebbe essere continuata e limitata a piccoli Workshop (due, tre persone!) per il restauro dei libri, di opere d’arte, di oggetti in legno ecc. per i quali si potrebbero trovare facilmente sussidi economici tramite l’Associazione di Terra Santa. Si sottolinea la positività, per Gerusalemme, dell’Istituto Magnificat, opera della Custodia come luogo dove studiano giovani e meno di tutte le comunità della città. Case per i cristiani: un’opera meritoria sempre più necessaria. Per evitare ingiustizie nell’assegnazione degli appartamenti e il pericolo dell’assistenzialismo, si vede la necessità di un ufficio per la gestione, con regole approvate dalla Custodia. Volontari. Si è parlato del loro ruolo come collaboratori della famiglia francescana. Orfanotrofio femminile: si suggerisce di trovare un’alternativa più consona ai tempi. Casanove. Per evitare di diventare concorrenti agli alberghi o pensioni esistenti, si ricorda di ritrovare la funzionalità più consona alle origini di questa istituzione a favore dei pellegrini: con priorità ai gruppi parrocchiali meno abbienti, ai giovani ecc., dimostrando più generosità che normalmente verrà ricambiata a favore delle opere della Custodia. Le Case Nove non sono un’istituzione per fare soldi, ma per l’accoglienza dei pellegrini (che vengono per pregare e perciò per stare più vicini fisicamente ai santuari) e per far conoscere la Custodia di Terra Santa e le sue attività. Economia dei Conventi e delle Scuole (valido anche per le Parrocchie): come già disposto negli Statuti, il surplus delle offerte va versato nel conto della Custodia per una ridistribuzione più equa tra tutti. Si ricorda un’altra norma degli Statuti che, nei nostri Santuari, si limita la vendita alla guida e alle cartoline del Santuario. fra Michele PICCIRILLO OFM GRUPPO 5: LA GESTIONE DELLE NOSTRE RISORSE IN CONFRONTO CON LA NOSTRA SCELTA DI MINORITÀ E POVERTÀ La Custodia deve gestire delle risorse a favore dei suoi molteplici impegni di natura religiosa, pastorale, culturale, sociale, e assistenziale. Attualmente siamo diventati più consapevoli che, anche nel campo economico, abbiamo una responsabilità di essere più professionali ed efficienti per far fronte alle nuove esigenze della vita in un mondo globalizzato. Come possiamo renderci più trasparenti nella gestione del denaro e delle risorse comunitarie e personali? Come arrivare a stabilire un budget annuo entro il quale organizzare tutta la vita economica della Custodia? Come essere più consapevoli della nostra responsabilità individuale nella gestione delle risorse che riceviamo dai nostri benefattori? Risposte del gruppo Tutti i componenti del Gruppo hanno valutato positivamente l’incontro, giacché pensano che tali incontri servono a prendere coscienza della realtà della Custodia e delle responsabilità di ogni frate. È come un “Capitolo delle stuoie”. Sono anche importanti per arricchire il nostro essere famiglia e fraternità, dove i fratelli parlano tra di loro, e non sono degli estranei. Ciò aiuterà molto la convivenza tra i frati che vivono in uno stesso convento e tra i diversi conventi che compongono la Custodia. Sul tema della nostra riflessione, cioè l’aspetto economico, ecco i suggerimenti del gruppo: Frati della Corda 31 dicembre 2005 1. Elementi generali 1. È importante la formazione sulla missione e attività della Custodia per conoscere bene la realtà, anche quella economica. Vediamo l’importanza e la necessità delle commissioni economiche della Custodia come mezzo per riflettere insieme sui problemi, ma devono funzionare. 2. La formazione deve incominciare nel seminario: è importante che gli studenti riescano a dare ragione di quello che ricevono e come lo spendono, anche se è poco: “Chi è fedele nel poco…”. È importante anche coinvolgere gli studenti nei piccoli o grandi lavori che si fanno, oppure nei cambiamenti. 3. Conoscere bene la realtà dove viviamo (inculturazione): come vive la gente (per questo abbiamo analizzato nel nostro gruppo il problema delle case per i poveri e in concreto quello di Betlemme), le norme del paese, la diversa situazione dei conventi. 4. È anche importante la formazione dei frati alla povertà: quanto si deve spendere, quali cose sono utili alla fraternità e quali possono essere superflue. 5. E, infine, importante, educare i frati al lavoro per capire meglio quanto costa la vita. 2. Trasparenza Affinché ci sia la trasparenza nei nostri conti e nella nostra attività economica, ci sono alcuni punti che devono essere ben chiari: - come si ricevono i soldi e a cosa servono? - come sono spesi? - la Provvidenza come artefice della beneficenza (è grazie agli aiuti che riceviamo che diamo agli altri; non sono soldi nostri). È fondamentale la trasparenza personale, se vogliamo essere trasparenti nei nostri impegni fraterni: deve essere ben chiaro quello che si riceve e quello che si spende. Se non siamo trasparenti non possiamo predicare né esigere ai nostri collaboratori di essere anch’essi trasparenti. 3. Preventivo e controllo nei conventi I frati devono avere come priorità ed esigenza la responsabilità di rendere conto (i conti mensili, annuali, ecc.). È importante nella fraternità chiarire bene il tema della corresponsabilità: chi decide e come si devono fare i lavori? Quali cose sono necessarie per il convento e quali sono superflue? Cosa fare quanto si supera di molto il preventivo? Preventivo a livello custodiale Il preventivo è molto legato alla situazione concreta: come farlo nelle circostanze attuali (intifada) se non si sa bene quante saranno le entrate? Come quantificare i tanti aiuti che riceviamo dalla Provvidenza divina? Come linea generale si può presentare un preventivo della Custodia facendo una media degli ultimi anni, sapendo però che la Custodia non è autonoma e che deve ricorrere ad altri enti ecclesiali e/o politici per coprire tutte le necessità. In ogni caso pensiamo che è necessaria molta trasparenza. Noi pensiamo che il preventivo è essenzialmente un tema da specialisti; i frati e i conventi dovrebbero studiare i problemi più concreti. fra Artemio VÍTORES OFM Frati della Corda 32 dicembre 2005 GRUPPO 6: TEMI CONCRETI INDICATI DAL CUSTODE CHE TOCCANO LA VITA DELLA CUSTODIA Nel suo discorso il Padre Custode ha parlato di alcuni temi attuali che ci offrono una sfida per trovare delle risposte concrete per il futuro prossimo. Cerchiamo di individuare i temi e diamo i nostri suggerimenti o proposte in merito. Risposte del gruppo I temi concreti indicati dal Padre Custode che toccano la vita della Custodia sono tre: la presenza della custodia in Egitto - l’orfanotrofio femminile - le due scuole che si trovano nella città vecchia di Gerusalemme. All’inizio dell’incontro di gruppo ci siamo presentati fraternamente a vicenda, quindi fra Noel MUSCAT ha presentato i punti essenziali per la riflessione. 1. La questione della parrocchia di S. Giuseppe al Cairo e il convento del Muski (Egitto). Tutti noi sappiamo che la Curia Generalizia ha chiesto alla Custodia di consegnare la parrocchia di San Giuseppe del Cairo alla Provincia Egiziana della Sacra Famiglia. Alcuni frati hanno descritto la loro esperienza positiva, vissuta in Egitto. Dato che oggi abbiamo la facoltà di accogliere vocazioni dall’Egitto, alcuni frati ritengono che la presenza della Custodia a San Giuseppe possa fare da tramite per la promozione vocazionale mantenendo la struttura con l’aiuto dei frati d’Egitto. Altri hanno posto l’accento sulla priorità della presenza francescana in Terre Santa, dato la carenza di frati. Intanto, la parrocchia deve essere sostenuta da qualcuno, e non può essere trascurata. La struttura del convento-parrocchia del Muski è in uno stato mediocre e si trova in un quartiere disgraziato. Abbiamo un grande patrimonio culturale che versa in cattive condizioni e quindi deve essere rimesso nell’ordine dovuto. Una soluzione sarebbe quella di puntare sulla buona volontà di qualche frate dotto che si faccia carico della biblioteca curandola e conservandola; e in grado di seguire chi è interessato alla ricerca scientifica. Con l’aiuto di personale competente, si potrebbe rimettere in vigore la biblioteca, certamente senza rinnegare quello che hanno fatto e fanno i frati attuali. La collaborazione delle due entità francescane (Custodia e Egitto) è molto importante, soprattutto se questo avviene con impegno e con una decisa responsabilità della missione affidataci dalla Chiesa. 2. L’orfanotrofio femminile di via di San Francesco. La maggioranza è concorde per la chiusura dell’orfanotrofio: le bambine sono poche per una struttura così grande che risulta non essere in regola con le leggi sociali del paese; le bambine sono di Betlemme e un giorno o l’altro dovranno trasferirsi nei territori palestinesi. In alternativa, sembra più giusto esaminare la possibilità di costituire una Casa Famiglia, per esempio nel West Bank, con criteri più moderni. . Proposte concrete per il riutilizzo dei locali: un centro di cura per i tossicodipendenti (è un’esigenza ricuperare la gioventù della città vecchia: sono i lebbrosi di oggi); un centro parrocchiale di svago per i giovani; una casa per i volontari della Custodia; un espansione per la Casa Nova... 3. Le scuole di Gerualemme. Le due scuole che si trovano nella città vecchia di Gerusalemme, e il cui funzionamento non corrisponde alle attuali esigenze di formazione. Si dovrebbero migliorare le strutture. Si valuta la proposta del Custode di costruire una scuola più grande a Beth Hanina dato che in città cecchia, non c’è nessuna possibilità di espansione e di adeguamento con quanto richiesto dalle leggi scolastiche vigenti in Israele. Tuttavia, non sembra opportuno, per il momento, trasferire le scuole perché tutti gli alunni vivono dentro le mura. Inoltre, non si deve perdere la nostra presenza scolastica cristiana in città vecchia lasciando il monopolio ai musulmani. Non dobbiamo rinunciare ad una presenza cristiana qualificata vicino ai santuari. fra Haroutiun SIMONIAN OFM Frati della Corda 33 dicembre 2005 CRONACA CUSTODIALE LA MARCIA FRANCESCANA DEL 2005 Conversioni più che vocazioni, cosi è stata definita la marcia di questa anno, niente di male perché sappiamo bene che senza una vera conversione non è possibile intraprendere un serio cammino vocazionale. Siamo partiti da Mujedel, dal convento di san Gabriele, dopo una bella e fraterna accoglienza, per visitare Giaffa di Nazareth, dove abbiamo inaugurato ufficialmente la marcia con la celebrazione della Messa. Il giorno dopo siamo partiti per le strade affollate di traffico e siamo arrivati alla casa della Madonna a Nazareth, e pieni di gioia, di forza e di fede abbiamo potuto sconvolgere la pacifica città di Maria. La mattina dopo, presto, verso le cinque! ci siamo mossi per andare verso il piccolo villaggio di Seforis. Accolti generosamente delle Figlie di sant’Anna, abbiamo avuto una densa giornata di incontri spirituali, e la sera abbiamo festeggiato il venticinquesimo di sacerdozio di fra Jack KARAM OFM, il quale oltre ad accoglierci nel convento di Mujedel, ha fatto il cammino della marcia con noi rifornendoci d’acqua ogni qualvolta ne abbiamo avuto bisogno. Il quarto giorno ci siamo incamminati verso Rane, fermandoci prima nel convento di Cana, dove abbiamo avuto intensi momenti di preghiera, e un buon rinfresco offertoci con tanto amore fraterno. Durante i bei giorni della marcia abbiamo affrontato due temi: la preghiera, meditando sull’eucaristia centro della vita cristiana e, divisi in gruppi di lavoro abbiamo discusso il tema dei setti peccati capitali. In questo modo abbiamo bevuto alla fontana della vita eterna durante la meditazione e la preghiera, e nello stesso tempo abbiamo imparato a vivere da veri cristiani, il ché è possibile lontano dai peccati. La cosa più bella e sorprendente è stato il gesto di conversione che ha portato i 120 ragazzi, nella penultima notte, a richiedere il sacramento della riconciliazione. Così, rinfrancati dal perdono e pieni di speranza per Nell’ultimo giorno di cammino ci siamo diretti una vita migliore siamo scesi della montagna, e, dopo la verso il Monte Tabor. La strada era piuttosto difficile festa dei saluti, ognuno è tornato alla propria casa. e la salita della montagna era alquanto faticosa, ma la In quest’occasione vorrei ringraziare tutti quelli che forza dei giovani ha saputo superare tutte le difficoltà e hanno partecipato alla riuscita della marcia: studenti siamo arrivati tutti sani e salvi alla meta desiderata. francescani e frati che generosamente hanno partecipato, i frati che ci hanno accolto nei diversi conventi, le suore che ci hanno aiutato e accolto, i sacerdoti che hanno confessato i ragazzi, le buone anime che hanno pregato per noi, e tutti i laici volontari che hanno offerto con tanta generosità sia del loro denaro che del loro tempo. Ringraziamo il buon Dio che ci ha indirizzato sulla strada giusta dall’inizio alla fine del cammino, e che ci ha protetto dal male con la sua sollecitudine paterna e per l’intercessione di san Francesco. Frati della Corda In seguito alla marcia avremo due incontri complementari: il primo in Avvento come preparazione al Natale (si spera di poterlo fare a Betlemme); il 34 dicembre 2005 I nostri vescovi: Sua Beatitudine Mons. Michel SABBAH e Mons. Giacinto MARCUZZO di Nazareth, il nostro Padre Custode Pierbattista PIZZABALLA, ci hanno onorato della loro presenza e ci hanno trasmesso la risposta della Chiesa alle nostre domande: 1. La Chiesa ha bisogno di una testimonianza radicale secondo durante la Quaresima 2006. In questo modo seguiremo i ragazzi della marcia e li potremo preparare che deve irradiare dai nostri monasteri. 2. Nella nostra Chiesa di Gerusalemme si avverte per le feste più importanti. È con la forza dello Spirito Santo che ci auguriamo una mancanza di maturità nella Fede per praticare i di andare avanti, con l’intercessione di san Francesco valori essenziali della Vita cristiana. 3. Necessità di una osmosi tra monasteri e la comunità che vogliamo lavorare, nella speranza di vedere i frutti cristiana – Testimoniare dell’Essere. del nostro lavoro. QUALCHE 4. Entrare nella cultura del Paese attraverso la lingua, fra Marwan DI’DES OFM Animatore vocazionale custodiale la conoscenza del Paese: iniziare ad introdurre nella liturgia le lingue del paese (canti, letture) (due sorelle, così, imparano l’ebraico, e la nostra sorella israeliana ECO DELLA SESSIONE DELLE l’arabo). 6. È tutta la Chiesa Universale che, in effetti, ABBADESSE DEL MEDIO ORIENTE CHE SI È TENUTA deve prendersi cura effettivamente dell’avvenire A GERUSALEMME NEL LUGLIO 2005 contemplativo universale della Chiesa Madre di Questi pochi giorni della sessione si sono svolti Gerusalemme. molto fraternamente Progredire nell’Unità tra Cristiani: fino a quando non ci sarà unità, non ci saranno vocazioni. Riepilogando, noi abbiamo fatto un appello a tutte le comunità che sono sensibili e capaci d’adattamento nell’ambiente culturale del medio-oriente cristiano, alla sequela del Cristo privilegiato in Terra Santa. Frati della Corda 35 dicembre 2005 VISITA DEI COMMISSARI LINGUA ITALIANA IN SIRIA DI TERRA SANTA DI 21-28 ottobre 2005. I Commissari di lingua italiana in visita alla Siria, hanno seguito il programma dettagliato preparato per loro da fra Romualdo, e che richiamava il loro interesse sugli aspetti spirituale, storico, archeologico e pastorale. A chiusura del programma, era fissata la visita alla parrocchia di Bab Touma, con la celebrazione della Messa sull’altare dei Martiri. Durante la cena noi abbiamo illustrato la vita e l’attività della Parrocchia, e loro ci hanno dimostrato il proprio apprezzamento attraverso le parole del Commissario che due anni fa era stato in Siria per rendere omaggio al Patrono della Provincia francescana svizzera. Infatti, fra Gottfried, Commissario della Svizzera, aveva descritto le sue impressioni in un libro biografico sul Martire austriaco Engelbert KOLLAND, Patrono della loro Provincia. Il Commissario, venuto in visita a Damasco nel 2002, per visitare i luoghi dove il Martire era vissuto come parroco e missionario fino al momento del sacrificio supremo, ha scritto: “Padre Joseph ci ha mostrato la chiesa e la tomba dei martiri”, ma giacché era rimasto altrettanto colpito dall’attaccamento dei fedeli alla Chiesa dice anche: “È impressionante vedere quanti bambini e giovani partecipino alla Messa: lettori e chierichetti, musicisti e cantori. Tutte le generazioni sono rappresentate, dagli anziani fino alla famiglia con i figlioletti. Gli inni sacri, ritmati in lingua araba, accomunano tutti. Fra Joseph è riuscito a coinvolgerci nella Messa comunitaria, nonostante ci mancassero le opportune conoscenze linguistiche. Alla fine, molti fedeli sono rimasti all’interno del chiostro, intenti a conversare piacevolmente… erano felici della nostra presenza e ci stringevano la mano parlandoci in francese oppure in inglese. Per me è stato impressionante percepire che lo spirito di Padre Engelbert vive ancora in questi luoghi. I semi di Abouna Malak hanno attecchito, sopravvivendo al fuoco e alla distruzione. Hanno germogliato e continuano a germogliare tra i “frati della corda” e fra la gente che viene nella casa del Signore”. conservare la fede nella Terra Santa, Terra di Palestina e di Israele, ma che comprende anche la Siria, il Libano la Giordania e l’Egitto. Ho detto loro che se i Frati si trovano ancora a Damasco ed in particolare a Bab-Touma, il merito va ai Frati spagnoli che per tanti anni hanno servito questa parrocchia e questo convento dove venivano per lo studio della lingua araba. Basta ricordare che dopo il massacro del 1860 tornarono a Bab-Touma ricostruendo chiesa e convento. Si conserva negli archivi il registro dei battezzati e sposati che inizia dal 1862, due anni dopo la strage. Siamo ric onoscenti ai nostri predecessori per essere stati fedeli alla loro missione di evangelizzare e servire i cristiani di queste regioni, e certamente come ha voluto sottolineare il Commissario svizzero l’esempio, il lavoro, la preghiera di questi Frati aiutano noi, oggi, nel nostro compito pastorale. Fra Joseph COSTANTIN OFM L’AMBASCIATORE PORTOGHESI COMPAGNIA DEI VISITANO E L’AMBASCIATRICE GERUSALEMME FRANCESCANI 1 novembre. Hanno voluto la compagnia dei Francescani per visitare Gerusalemme e i suoi Luoghi Santi l’ambasciatore portoghese in Israele S.E. il sig. Pedro Nuno BÁRTOLO e la moglie sig.a Maria DA GLORIA OSÓRIO DE MELO BÁRTOLO con i loro ospiti. Si sono Mi sono permesso di riferire questa testimonianza di fra Gottfried, perchè rende omaggio ai nostri Martiri e a tutti i Frati della Custodia che si sono sacrificati per Frati della Corda 36 IN dicembre 2005 interessati della situazione dei luoghi santi comuni alle tre grandi religioni monoteistiche, e principalmente dell’ Haram ash-Sharif, che ospita il santuario musulmano dell’Aqsa ma che corrisponde ugualmente al Monte del Tempio ebraico e cristiano. Hanno voluto ripercorrere la Via Dolorosa sui passi del Signore Gesù, che attraversò un giorno Gerusalemme portando la sua croce verso il Luogo del Cranio. Proprio sul Golgota, a fianco dell’altare della Crocifissione, esiste un prezioso ricordo della loro Nazione: il venerabile busto della Mater Dolorosa, giunto da Lisbona nel 1778 come regalo di Maria I di Portogallo. S.E. IL CARDINALE WALTER KASPER VISITA LA CUSTODIA DI TERRA SANTA a guardare al futuro: l’approfondimento del dialogo e della conoscenza reciproca sono le solide basi di ogni buona e fraterna collaborazione, e quindi di serenità e di pace, così necessarie in questa Regione. Un futuro impegnativo e doveroso, che ha bisogno di studio, di simpatia, di speranza. L’incoraggiamento ci viene anche da tanta parte dell’ebraismo che, in Israele, manifesta interesse e simpatia nei confronti della Chiesa cattolica. 3 Novembre. Sua Eminenza il Cardinale Walter KASPER, ha reso una gradita visita di cortesia alla Custodia di Terra Santa, accolto dal Custode, fra Pierbattista PIZZABALLA, nel Convento di San Salvatore in Gerusalemme. Il Cardinale ha salutato i frati convenuti per l’accoglienza, manifestando un sincero CONCERTO IN ONORE DEI 10 ANNI DELL’ISTITUTO apprezzamento per la loro preziosa, secolare presenza che si esprime nell’opera di salvaguardia dei Luoghi MAGNIFICAT Santi, nell’apostolato, nella preghiera e nell’animazione dei pellegrinaggi. Rispondendo all’indirizzo di saluto del Padre Custode, il Cardinale KASPER, ha rilevato che questa è Terra di confronto e di dialogo con le altre religioni e culture monoteistiche, non meno che Terra dell’ecumenismo e della testimonianza delle diverse confessioni cristiane. Ha evidenziato poi l’importanza del dialogo ebraicocristiano e - sottolineando gli importanti, fondamentali passi già compiuti in questa direzione - ha incoraggiato 6 novembre 2005. Nei locali del Salone dell’Immacolata del convento di San Salvatore a Gerusalemme, si è svolto un concerto di pianoforte per commemorare i dieci anni di vita dell’Istituto Magnificat. Fra Armando PIERUCCI OFM, fondatore dell’Istituto, ha tenuto il saluto iniziale, nel quale ha ringraziato i benefattori e gli amici del Magnificat, che hanno reso possibile, con il loro sostegno, la realizzazione di questo progetto ormai decennale. Frati della Corda 37 dicembre 2005 INGRESSO DEL NUOVO CONSOLE GENERALE DI FRANCIA AL SANTO SEPOLCRO Lunedì 7 Novembre. Il nuovo Console Generale di Francia, S.E. sig. Alain RÉMI, ha fatto il suo ingresso solenne nella Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Secondo un’antichissima prassi, il Console, con il suo seguito, era atteso alla Porta di Giaffa da una numerosa rappresentanza di Frati Minori, custodi dei Luoghi Santi, che lo hanno accompagnato processionalmente fino all’ingresso della Basilica. Qui il Console ha salutato i superiori della comunità greco-ortodossa e armena, che condividono con i francescani l’animazione liturgica della Basilica della Resurrezione. Quindi, all’ingresso dell’edicola che racchiude il Sepolcro di Cristo, il Custode di Terra Santa, fra Pierbattista PIZZABALLA, ha dato il benvenuto al nuovo Console, ricordando il ruolo dei francescani proprio nell’accoglienza dei pellegrini cristiani provenienti da ogni parte del mondo. Quindi si sono esibiti alcuni tra i più bravi studenti dell’Istituto stesso, suonando pezzi di Bach, Haydn, Mozart, Schubert, Chopin, Liszt, Debussy, Moszkowski e Grieg, coprendo un arco di oltre tre secoli di espressione musicale. Un piacevole intermezzo è stato rappresentato dall’esecuzione di due canti da parte dei ragazzi del Yasmin Choir, magistralmente diretto dalla Dopo una breve risposta del sig. Console, che visita sig.ra Hania SOUDAH SABBARA. anche il Sepolcro, il corteo si è diretto alla Chiesa Al termine hanno espresso le loro felicitazioni per di Sant’Anna, dove è stato cantato il Te Deum. A l’anniversario il Vicario Custodiale, fra Artemio VITORES conclusione è seguito un rinfresco. OFM, in rappresentanza del Custode di Terra Santa, e fra Romano ALMAGNO, Commissario di Terra Santa a Washington, che ha generosamente offerto 10 borse di studio per contribuire al diffondersi della cultura musicale tra i giovani meno abbienti di Gerusalemme. Frati della Corda 38 dicembre 2005 VISITA ISRAELIANO DEL MINISTRO DEL TURISMO momento che questa città, patria di David e di Gesù, 7 novembre, il Sig. Abraham HIRCHSON, Ministro del Turismo israeliano, accompagnato dal Direttore generale del Turismo, Sig. Eli Cohen, ha visitato la sede della Custodia di Terra Santa. Padre Pierbattista PIZZABALLA, Custode di Terra Santa, e il Sig. Ministro hanno osservato con soddisfazione come i pellegrinaggi in Terra Santa stiano riprendendo. È chiara l’importanza della cooperazione di tutti di fronte a questa situazione. In maniera speciale è stata evidenziata la validità dell’iniziativa attuata dal Ministero del Turismo israeliano e palestinese, insieme con la Custodia, con la presentazione alla FITOUR di Madrid di un programma congiunto di pellegrinaggi in Terra Santa. A questa riunione, tenuta alla fine di febbraio 2005, parteciparono il Ministro del Turismo palestinese, il sig. Eli COHEN e fra Artemio VÍTORES, Vicario della Custodia di Terra Santa. La Custodia ha insistito davanti al sig. Ministro nella richiesta che i pellegrini possano recarsi liberamente e senza difficoltà alcuna a Betlemme, dal Frati della Corda 39 è profondamente presente nel cuore dell’intero mondo cristiano. INCONTRO FRATI DELLA DI FORMAZIONE PERMANENTE PER I GIUDEA Un gruppo di oltre novanta frati Francescani della Custodia di Terra Santa che vivono in Giudea si sono incontrati Giovedì 10 novembre al Centro dei Ritiri Maria Arca dell’Alleanza a Qiryat Ye’arim, per una giornata di formazione permanente. L’iniziativa è di fra Pierbattista PIZZABALLA, Custode di Terra Santa, insieme con il suo Discretorio e con il Consiglio per la Formazione. Gli incontri per frati che vivono nelle varie regioni della Custodia è considerata una priorità, essendo la Custodia di Terra Santa sparsa in varie nazioni e regioni, come Israele-Palestina (Galilea e Giudea), Giordania, Siria, Libano, Egitto, Cipro e Rodi, Italia, USA e Argentina. La maggioranza dei Francescani della Custodia vivono in Giudea e Galilea. dicembre 2005 Il tema dell’incontro era: La Grazia delle nostre Origini e la nostra presenza in Terra Santa. L’Ordine dei Frati Minori ha pubblicato un documento in preparazione all’ottavo centenario della sua fondazione, che sarà celebrato nel 2009. È desiderio del Ministro Generale, fra José RODRÍGUEZ CARBALLO, che tutte le entità dell’Ordine riflettano sulla grazia delle origini dell’esperienza francescana e programmino il futuro con speranza. Il programma del giorno è iniziato con la celebrazione delle Lodi nella chiesa della Vergine Maria Fœderis Arca, seguite da una presentazione fatta da P. PIZZABALLA che ha parlato della Custodia e del lavoro del governo Custodiale durante il primo anno e mezzo del suo mandato. Poi ha presentato ai frati domande e sfide per il futuro. I frati si sono divisi in sei gruppi di lavoro per discutere i temi proposti. A mezzogiorno hanno celebrato l’Eucaristia e dopo hanno pranzato negli ambienti suggestivi della Casa dei Ritiri diretta dalle Suore di San Giuseppe dell’Apparizione. Dopo un breve intervallo nei giardini della medesima, hanno ripreso i lavori con la presentazione del frutto dei lavori dei gruppi, e con le domande e la discussione. Il Custode ha poi concluso con una sintesi. I frati hanno espresso il desiderio che incontri simili siano organizzati più frequentemente in futuro. Alle 16.30 i frati hanno lasciato Qiryat Ye’arim, percorrendo la breve distanza giù nella valle, dove si trova l’abbazia della Risurrezione di Abu Gosh, dove sono stati invitati a partecipare ai Vespri cantati dalla comunità Benedettina di monaci e monache. Sono stati caldamente accolti dai monaci della Congregazione Benedettina del Monte Oliveto, che li hanno guidati nella visita della chiesa crociata di Abu Gosh, e che poi hanno cantato i Vespri in un’atmosfera di intenso raccoglimento. Un incontro simile è programmato per i frati della Galilea sul Monte delle Beatitudini per Venerdì 9 Dicembre 2005. Frati della Corda 40 dicembre 2005 CELEBRAZIONE DI ALCUNI ANNIVERSARI DI FRATI DI TERRA SANTA Domenica 13 novembre 2005, nella chiesa del convento di San Salvatore a Gerusalemme, si è tenuta una solenne concelebrazione eucaristica per rendere grazie al Signore per diversi anniversari di alcuni confratelli francescani, che servono la Terra Santa da molti anni. La Santa Messa è stata presieduta da fra Lino CIGNELLI, insegnante dello Studium Biblicum Franciscanum di Gerusalemme, che festeggiava 50 anni di ordinazione sacerdotale compiuti il 17 luglio scorso. Al suo fianco, come primo e secondo concelebrante, fra Antonio FOLEY e fra Claudio BARATTO, che celebravano 60 anni di ministero presbiterale, compiuti rispettivamente l’8 luglio e il 29 giugno scorsi. Tra i concelebranti si distinguevano fra Jack KARAM, sacerdote da 25 anni e unico dei festeggiati ad essere nativo della Terra Santa (Galilea), fra Jerzy KRAJ, guardiano del convento di San Salvatore, religioso francescano dal 30 settembre del 1980, e quindi festeggiato per i 25 anni di vita religiosa, e fra Giorgio COLOMBINI, religioso francescano da 60 anni. Tra i fedeli che hanno assistito alla celebrazione eucaristica erano presenti i festeggiati fra Nicola GAETA, fra Pacifico GORI e fra Simone ARNALDI, a ricordare i loro 70 anni di vita religiosa (compiuti rispettivamente il 30 settembre, il 17 settembre e il 7 agosto scorsi). Assenti per causa di forza maggiore altri due festeggiati, fra Vianney DELALANDE (anch’egli al bel traguardo di 70 anni di vita religiosa, il 18 settembre scorso) e fra Fabian ADKINS (50 anni di vita religiosa il 18 febbraio scorso). Un posto d’onore in presbiterio è stato riservato per un festeggiato eccezionale: fra Salvatore COMUNALE, che ha compiuto il 14 novembre 100 anni di vita, e che serve la Custodia di Terra Santa da più di 60 anni, di cui più di 40 spesi come collettore nel Commissariato di Terra Santa di Napoli. Al termine della celebrazione eucaristica i festeggiati e gli ospiti sono stati invitati nei locali della parrocchia francescana di San Salvatore ad un rinfresco, a cui ha fatto seguito il pranzo con la fraternità del convento. L’iniziativa è partita da fra Jerzy KRAY, che ha pensato di riunire in un unico rendimento di grazie a Dio i diversi anniversari che cadevano nell’anno. In questo modo si è potuto dare maggiore solennità agli avvenimenti, altrimenti a rischio di passare sotto tono nelle fraternità più piccole, celebrandoli nel convento di San Salvatore, a tutti caro e adatto per queste grandi celebrazioni. Frati della Corda 41 dicembre 2005 Fra Salvatore COMUNALE OFM è stato festeggiato per il raggiungimento dei 100 anni: nato il 14 novembre 1905 a Orta di Atella, in provincia di Caserta, ha sempre svolto il servizio di Collettore a Napoli, ma – anche se Italia - ha sempre vissuto per la Terra Santa, ed è ora ospitato nell’infermeria di San Salvatore in Gerusalemme. Famoso e conosciuto come Fra Pace e Bene, per il saluto francescano che amava rivolgere a chiunque lo incontrasse, racconta ancora tanti episodi - degni dei Fioretti - legati a questo saluto, che Papa BENEDETTO XVI ha ricordato commentando il Salmo 121. Il Papa, nella sua catechesi sul Salmo che è un Saluto alla Città santa di Gerusalemme, ha detto: l’invocazione finale (vv 6-9) è tutta ritmata sulla parola ebraica shalom, pace… anzi, nell’addio finale … si aggiunge alla pace il bene. Si ha, così, in forma anticipata il saluto francescano: Pace e bene!”. Tutti abbiamo un po’ di anima francescana.” Auguri, fra Salvatore! Con il tuo (nostro) saluto, che il Papa ci ricorda così affettuosamente. RIUNIONE DEL PRESBITERIO NAPOLITANO NEL COMMISSARIATO DI TERRA SANTA Il terzo Decanato dell’Arcidiocesi di Napoli, comprendente dodici parrocchie, si riunisce ogni terzo martedì del mese e, don Antonio CANNATELLI, decano nonché parroco di Santa Maria della Misericordia a Porta Grande, di cui facciamo parte, ha chiesto di poter fare la riunione di novembre nel Commissariato Generale di Terra Santa allo scopo di far conoscere ai parroci questa bella realtà e accrescere l’interesse per la terra di Gesù. La proposta è stata accolta ben volentieri dalla nostra Comunità. Così il 16 novembre 2005 l’incontro ha avuto inizio in cappella con la recita dell’Ora Media e il Commissario è stato pregato di tenere una breve meditazione. Dalla cappella si è poi passati nella sala biblioteca dove i parroci hanno discusso su varie problematiche pastorali. A mezzogiorno si è recitato l’Angelus e quindi fra Bernardino FIORE O.F.M CONV., Vicario Episcopale per la prima zona Pastorale, ha chiuso la riunione ringraziando la nostra Fraternità per l’accoglienza squisitamente francescana e chiedendo di poter fare, sempre nel nostro Commissariato, una giornata di ritiro spirituale in preparazione al Natale per i presbiteri della prima zona pastorale comprendente tre decanati e composta da 34 parrocchie di cui 6 affidate ad Istituti Religiosi. Frati della Corda 42 dicembre 2005 FRANCESCANI DALLA FRATERNITÀ INTERNAZIONALE DI ISTANBUL PARLANO DI DIALOGO INTER-RELIGIOSO Fra Ruben TIERRABLANCA e Fra Gwenolé JEUSSET sono stati invitati dal Segretariato per la Formazione Permanente, nei giorni 21-25 novembre 2005, per una serie di conferenze sul tema del dialogo inter-religioso. I due Francescani fanno parte della Fraternità Internazionale Francescana di Istanbul. La fraternità, a aperta l’8 settembre 2003 e poi ufficialmente inaugurata dal Ministro Generale fra José RODRÍGUEZ CARBALLO nel febbraio 2004, è composta da quattro Frati Minori che vivono nel convento di Santa Maria Draperis. Il suo scopo è quello di essere un ponte di incontro e di dialogo con le altre religioni presenti in Turchia, particolarmente la religione musulmana e quella ebraica; hanno anche molti contatti ecumenici con le altre Chiese Cristiane, particolarmente con il Patriarcato Greco Ortodosso e con la comunità Armena Ortodossa. I cristiani nella Repubblica Turca sono una minoranza assoluta, e perciò l’incontro ecumenico è vitale per la sua sopravvivenza. Fra Ruben e fra Gwenolé hanno parlato della loro esperienza in Istanbul, come pure della chiamata francescana al dialogo inter-religioso, dell’esempio di San Francesco che incontrò il sultano Malik-al-Kamil a Damietta nel 1219, e delle fondamenta bibliche del dialogo nel mistero dell’incarnazione. Le conferenze si sono tenute a Nazareth, per la Galilea, e nel convento di San Salvatore a Gerusalemme, per i Francescani della Giudea. SANTA CATERINA A BETLEMME Sabato 26 novembre ha avuto luogo il solenne ingresso di fra Pierbattista PIZZABALLA, Custode di Terra Santa, a Betlemme in occasione della festa di Santa Caterina d’Alessandria, patrona della chiesa francescana presso la basilica della Natività. Il corteo con il Padre Custode, il Vicario custodiale ed alcuni Discreti ha lasciato il convento di San Salvatore a Gerusalemme alle 10.30. Sotto la scorta della polizia israeliana la colonna delle autovetture ha percorso velocemente i pochi chilometri di distanza tra Gerusalemme e Betlemme. Frati della Corda 43 dicembre 2005 Alle porte della città natale di Gesù, presso il convento greco di Sant’Elia il padre Custode è stato salutato dalle autorità militari israeliane del distretto di Betlemme, dal Parroco di Beit Jala e dai rappresentanti dei cristiani di Betlemme. Questi ultimi tradizionalmente salutavano il Padre Custode presso la tomba di Rachele, ma quest’anno, con la presenza del muro e il nuovo punto di controllo aperto pochi giorni prima, la fermata in questo posto è stata abolita. Poco dopo la tomba di Rachele la scorta militare israeliana ha lasciato posto alla polizia palestinese che ha accompagnato il Padre Custode fino alla piazza centrale di Betlemme. Dopo il saluto da parte dei francescani, dei rappresentanti delle chiese ortodosse e delle autorità civili, il Custode, accompagnato dai canti in latino, ha fatto l’ingresso solenne nella chiesa di Santa Caterina, passando per la basilica della Natività. Dopo la cerimonia di benvenuto ha tenuto un breve discorso in italiano tradotto in arabo da fra Amjad, parroco di Betlemme. Fra Pierbattista ha ringraziato tutti per la partecipazione a questo primo incontro che apre le solennità natalizie e ha augurato a tutti una serena e gioiosa preparazione al Santo Natale. Ha assicurato inoltre un costante impegno della Custodia di Terra Santa e di tutti i cristiani del mondo per la popolazione di Betlemme, concludendo: “non vi dimenticheremo mai... mai!” Nelle prime ore pomeridiane il Padre Custode ha presieduto la celebrazione dei Vespri con la processione alla Grotta della Natività. Durante l’incensazione della stella posta nel luogo della nascita del Salvatore, il sagrestano greco ortodosso, ha reagito molto energicamente per una collocazione dei due candelabri di qualche centimetro fuori della linea stabilita dallo Statu quo. Il pomeriggio in onore di Santa Caterina si è concluso con la celebrazione dell’Ufficio delle Letture e la seconda incensazione della Grotta, questa volta senza sgradevoli incidenti. La domenica 27 novembre la principale Messa parrocchiale è stata presieduta dal Custode che in modo solenne ha inaugurato il tempo di Avvento. Frati della Corda 44 dicembre 2005 RASSEGNA STAMPA VISITA DEL PRESIDENTE KATSAV IN VATICANO “A tutto il mondo diciamo: aiutateci a non perdere Betlemme, dove diminuisce la presenza cristiana”, dice il Vicario della Custodia di Terra Santa, in occasione della visita del Presidente di Israele KATSAV in Vaticano Promuovere buoni rapporti con il mondo ebraico, aiutare la presenza cristiana di Terra Santa: sono i temi segnalati all’attenzione internazionale da p. Artemio VITORES, francescano dell’Ordine dei Frati Minori, Vicario della Custodia di Terra Santa a Gerusalemme, in occasione della visita del Presidente di Israele Moshe KATSAV in Vaticano. P. VITORES afferma: “È importante quello che BENEDETTO XVI sta facendo. Molti suoi gesti lo dicono con chiarezza: i cristiani devono continuare a cercare le proprie radici nell’ebraismo e di approfondire il rapporto con i nostri fratelli maggiori. La visita del Presidente KATSAV in Vaticano si inserisce certamente in questo solco, nei buoni rapporti fra Santa Sede e stato di Israele. Questo sarà un tema fondamentale. E il clima di buone relazioni si avverte anche in Terra Santa, dove si stanno compiendo sforzi per una maggiore comprensione fra ebrei e cristiani, che porta benefici reciproci, a livello spirituale, sociale, e anche economico, con il flusso dei pellegrinaggi”. Il francescano continua: “Ma non possiamo non segnalare la situazione di Betlemme: proprio pochi giorni fa è stata ristabilita dalle autorità israeliane una linea di frontiera con Gerusalemme, che rende molto difficile il passaggio e sottopone tutti a check-point e controlli che creano grandi problemi e disagi per la popolazione locale, ma anche per i frati, per i religiosi e per tutti i pellegrini. Senza dimenticare, poi, la questione aperta del Santuario del Cenacolo: in passato sembrava vicino un accordo con le autorità israeliane, poi allontanatosi d’improvviso”. “In questa occasione - dice accoratamente p. VITORES - noi cristiani di Terra Santa vogliamo dire all’umanità intera, alle autorità politiche e ai cristiani di tutto il mondo: aiutateci a non perdere Betlemme, dove la presenza cristiana sta fortemente diminuendo! Nel 1965 i cristiani erano la maggioranza della popolazione, oggi sono meno del 12%. Negli ultimi anni oltre 3.000 cristiani hanno lasciato la città per mancanza di prospettive, per difficoltà economiche, sociali e religiose. Esiste un alto rischio che a Betlemme la presenza cristiana sparisca del tutto. Noi frati stiamo facendo del nostro meglio, ma la situazione è davvero grave! Vorremmo che tutte le comunità dei credenti in Cristo, in tutto il mondo, si rendano conto di questa situazione, che ogni giorno peggiora. Betlemme è il luogo della nascita di Cristo, il luogo dell’Incarnazione, uno di misteri fondamentali della nostra fede. Betlemme è nel nostro cuore, e nel cuore di tutti i cristiani. Aiutateci a salvarla!”. (PA) Agenzia Fides 17/11/2005 Frati della Corda 45 dicembre 2005 VARIA BADALIYA PRAYER GROUP IN WASHINGTON On the last Sunday of each month, an inter-faith [Christians and Muslims] group gathers at Washington’s Holy Land Commissariat for The Badilya, an hour-and-a-half of prayer and sharing. This prayer union of priests, religious, lay persons, men and women, married and single was envisioned by Blessed Charles DE FOUCAULD while he served God in the desert of Algeria devouting his life to the Muslim Berber Touareg people. At DE FOUCAULD’s death [December 1, 1916] there were 45 members of his Union Sodalite and it certainly would not have survived without the persistent will of Secular Franciscan Louis Massignon. At Massignon’s death [1962] there were 47 members. After 1962, Father Jean François SIX continued the legacy of the original prayer group from Paris adding individual members through the world. By the year 2000, there were one thousand bishops, priests, religious and lay persons dispersed in 52 countries joined together only by a bi-annual bulletin and the vision, the spiritual legacy of Blessed Charles DE FOUCAULD. After September 11th - members of the Union Sodalite agreed to establish a First Friday prayer for world peace open to all who desire to join them. Fr. Romano Stephen ALMAGNO OFM, Washington Commissary and Guardian - who was himself introduced to DE FOUCAULD. MASSIGNON and the Badaliya by the late Fr. Giulio BASETTI-SANI OFM - was [with the strong support and encouragement of Fr. Custos] instrumental in inviting the Washington DC based Badilya Prayer Group to meet at the Holy Land Commissariat. He himself - and some of the Washington Friars - join each month in the Badaliya. Frati della Corda 46 dicembre 2005 CHIUSURA DI BETLEMME Richiesta di sostegno dal Sindaco di Betlemme 19 November 2005 Ref: C63/14/ His Excellency Custos V.R. Father Pierbattista Custody of Holy Land Jerusalem ----------------------------------Your Excellency, As the Mayor of Bethlehem, I find it my duty to convey to you and to the world at large my grave concern over the serious threat that overshadows Bethlehem represented by the Israeli recent measures at the northern entrance of our town. After encircling Bethlehem with the separation wall, the Israeli authorities have started on the 15th of November operating the new checkpoint at the northern entrance of our Holy Town. The Israeli measures impose further hindrance and delay in crossing the checkpoint nor only to our Palestinian people but to the visitors as well. Tourist and pilgrims are asked to dismount from their buses especially when leaving Bethlehem and to line in queue to be checked individually including passport examination, checking of souvenirs they brought and passing through an x-ray checking device while the bus is being checked as well. In fact such examination exceeds the one at the airports and borders. It is causing a considerable delay in the tourists whole visit program and is met with their great resentment. As a result, several pervious bookings in Bethlehem hotels were cancelled during the past three days. Tours operators became more than reluctant to let their tourists visit Bethlehem to avoid disruption in their program and to escape passing through this long bitter process. After a standstill in incoming tourism over the past four years, during which Bethlehem has suffered tremendously, we were very glad that tourists, through with limited numbers, has gradually started to come back to Bethlehem in the recent few months. Our expectations were growing higher especially with Christmas drawing near. Regretfully, the fore mentioned Israeli measures are liable to cause a serious decline if not a collapse to the incoming pilgrimage and tourism, our town’s major source of revenue. I sincerely can upon you to defend the lawful rights of the Nativity and to urgently interfere to stop this Israeli oppressive measure. With my best regards. Dr. Victor BATARSEH Mayor of Bethlehem Frati della Corda 47 dicembre 2005 Risposta del Custode Jerusalem, Monday 21st November 2005 Prot. B-0764/05 Dr. Victor BATARSEH Mayor of Bethlehem P.O. Box 48 Bethlehem ----------------------------Dear Dr. BATARSEH: May the Lord give you peace! The Franciscans of the Custody of the Holy Land strongly share your concern over the recent changes in the process for entering and leaving Bethlehem. We are already joining the appropriate efforts to seek the cooperation of the Israeli authorities in facilitating access to and from your holy city for all. Already a year ago the Custody made known to Israeli Ministry of Defence our concern that nothing be done to hinder the free passage of pilgrims to Bethlehem. We were assured at that time that the opening of the new checkpoint would make the entry and departure of visitors to Bethlehem easier not more difficult. We are very disappointed that this understanding has not been honoured. We are already in contact with the appropriate Israeli agencies requesting their immediate review and amendment to the procedures at the checkpoint so as to insure the free and ready access of visitors to and from Bethlehem. I am hopeful that our efforts along with those of others will encourage the authorities to do quickly what is necessary to remedy the problems created by the new procedures. Should this effort fail, the Franciscans of the Custody of the Holy Land will join in whatever broader endeavour may be necessary to insure that the new checkpoint serves to facilitate and not block the right of access for all pilgrims to Bethlehem. Since the beginning of our presence in the Holy Land, the Franciscans have had as our primary purpose the protection of the holy places and the protection of the rights of the pilgrims to visit the holy places. The new procedures at the new checkpoint present a new challenge to our ministry here and the religious rights of hundreds of thousands of pilgrims each year. I assure you that we will actively and robustly join you and others in the effort to set right the situation. Sincerely, Fr. Pierbattista PIZZABALLA OFM Custos of the Holy Land Fr. Stéphane MILOVITCH OFM General Secretary Frati della Corda 48 dicembre 2005 TRE SCULTURE DI NAZARENO PANZERI PER ACRI L’annuale commemorazione dei Caduti d’Oltremare, il 5 novembre u.s. ad Acri, è stata presieduta dal Rev.mo Custode di Terra Santa fra Pierbattista PIZZABALLA. Hanno presenziato, assieme ai militari che operano in Israele, Siria e Libano e ad un buon numero di religiosi, religiose e famiglie italiane della Galilea, il Col. Nicola GELAO, nuovo Addetto Militare italiano in Israele, il Dr. Davide LA CECILIA, Primo Segretario dell’Ambasciatore d’Italia e il Dr. Francesco MANCA, Consigliere Politico ONU. Al termine della liturgia, su invito del cappellano militare fra Quirico CALELLA promotore dell’iniziativa, il padre Custode ha inaugurato tre nuove sculture eseguite dell’artista francescano padre Nazareno PANZERI di Brescia. L’Autore non ha voluto mancare alla cerimonia, accompagnato dalle benemerite signore Lauretta RANZANIGO e Angela PAROLA che hanno sponsorizzato le opere. I tre pannelli fusi in bronzo, delle dimensioni di 60 per 150 cm, sono stati collocati uno all’interno della chiesa di San Giovanni Battista presso l’ingresso, e due nella sottostante cripta di Sant’Andrea. Eseguite in bassorilievo elegante e accuratamente modellato, con le spatolate piatte e levigate tipiche dello stile di PANZERI, queste opere vogliono essere un omaggio alle bimillenarie vicende cristiane di Acri, richiamandone alcuni episodi storici e simbolici salienti. 1) San Francesco in Terra Santa. Il pannello a sviluppo orizzontale ideato per la chiesa è intitolato “San Francesco in Terra Santa” e riporta, da sinistra a destra, tre scene attinte al repertorio delle storie francescane. a) Nella prima, sullo sfondo delle possenti mura crociate di San Giovanni d’Acri con il suo porto pisano ora affondato nel mare, il Santo di Assisi è inginocchiato in atteggiamento di contemplazione. Guarda la croce di Terra Santa, emblema della plurisecolare presenza dei francescani nella missione d’Oltremare, mentre viene devotamente accolto da un frate che lo abbraccia e gli fa il segno di benvenuto portandosi una mano sul cuore. Con questo schema l’Autore descrive lo storico sbarco del Poverello, avvenuto presso il porto di Acri nel 1219 al seguito della Quinta crociata, e ne compendia anche simbolicamente le conseguenze provvidenziali per la cristianità, grazie alla futura opera dei frati minori. Riesce altresì a trasmettere la commozione dell’arrivo propria di chi, come l’Assisiate, spinto dal desiderio del martirio e dalla premura di predicare ai saraceni, aveva lungamente accarezzato il sogno di raggiungere la Terra Santa. I precedenti tentativi, tra il 1212 e il 1215, non avevano avuto successo (cfr. Fonti Francescane 418), benché alcuni suoi discepoli vi fossero riusciti, come frate Egidio che giunse pellegrino nel 1215. Finalmente nel 1219, dopo il Capitolo di Pentecoste, San Francesco con dodici compagni, tra i quali Pietro CATTANI che era giurista e legato pontificio, si imbarca da Brindisi aggregandosi ai rinforzi papali richiesti dal cardinale Pelagio, e corona così il suo desiderio. Frati della Corda 49 dicembre 2005 b) Nel mezzo del pannello, delimitata da due alberi, si svolge la seconda scena: “Le raccomandazioni di San Francesco a frate Elia da Cortona”. Questi è ritratto seduto, nella posa di chi esercita l’autorità, e riceve raccolto le paterne esortazioni e istruzioni del Santo. Un altro frate di spalle è voltato verso di lui; munito del bastone da pellegrino, è pronto a ricevere l’invio alla missione. Elia in seguito sarà il successore di Francesco a capo dell’Ordine, ma nel 1217 fu inviato in Terra Santa con il gruppo di frati minori che costituì, per decisione del primo Capitolo delle Stuoie, la Provincia d’Oltremare. La Provincia guidata da frate Elia, tra le prime sei dell’Ordine, venne denominata “Siriae ultramarinae, scilicet Terrae Sanctae sive promissionis”. Una simpatica “fotografia” scattata dal contemporaneo Giacomo da Vitry, all’epoca vescovo di Acri poi grande estimatore dei francescani, testimonia la vitalità della nuova missione nella chiesa locale. In una lettera del 1220, il prelato, lamentando che molti del suo clero correvano ad indossare l’abito minoritico, dice: “Il signor Rainerio, priore (della chiesa) di San Michele (in Acri), è entrato a far parte della Religione dei frati minori. Questa Religione sta diffondendosi grandemente nel mondo intero. Il motivo è questo: che essi imitano espressamente la forma di vita della Chiesa primitiva e la vita degli apostoli [...] Il loro maestro, che fondò questo Ordine [frate Francesco], venuto presso il nostro esercito, acceso dallo zelo della fede, non ebbe timore di portarsi in mezzo all’esercito dei nostri nemici e per alcuni giorni predicò ai saraceni la parola di Dio […] Sono passati a far parte di questa stessa Religione, Colino l’inglese, nostro chierico, e altri due dei nostri collaboratori, cioè il maestro Michele e don Matteo, al quale avevo affidato la cura della chiesa di Santa Croce. A stento riesco a trattenere il Cantore (Giovanni da Cambrai), Enrico (siniscalco) e alcuni altri...” (Fonti Francescane 2211-2213). c) Al celebre “Incontro di San Francesco con il sultano d’Egitto Melek el-Kamel”, immortalato da Dante con la strofa “E poi che, per la sete del martiro, / ne la presenza del Soldan superba / predicò Cristo e gli altri che ‘l seguiro […]” (Paradiso, XI 100-102), è dedicata la scena conclusiva del pannello. Il nipote di Saladino appare seduto su un trono con suppedaneo nell’atto di ascoltare, concentrato e riflessivo, le appassionate argomentazioni del Serafico Padre in piedi di fronte a lui. Tra i due personaggi trova posto il fuoco acceso, con riferimento all’ordalia, uno dei topos dell’agiografia medievale, ricordata dalle leggende francescane relative all’avvenimento (cfr. Fonti Francescane 2691). Da Acri, via mare, Francesco e compagni procedettero alla volta di Damietta in Egitto, dove fremevano i preparativi della sfortunata battaglia del 29 agosto 1219. I mesi antecedenti tale data furono un periodo di trattative e patteggiamenti molto intensi. In questo contesto si inserisce la visita del Santo al sultano, che probabilmente dovette avere anche uno scopo diplomatico. Condotto a corte, Francesco fu ben accolto da el-Kamel, sia perché in qualche modo ritenuto ambasciatore ufficiale dell’esercito crociato, sia perché considerato un folle (quindi sacro per l’Islam), e soprattutto perché “uomo di Dio” vestito di lana (suf), in pratica un sufi. Tra le diverse cronache militari del tempo, la testimonianza del vescovo Giacomo di Acri, anch’egli presente al campo crociato, informa nuovamente sull’accaduto: “Noi abbiamo potuto vedere colui che è il primo fondatore e il maestro di questo Ordine […] chiamato frate Francino [ndr: cioè Francesco]. Egli era stato preso da tale eccesso di amore e di fervore di spirito che, venuto nell’esercito cristiano, accampato davanti a Damietta, in terra d’Egitto, volle recarsi, intrepido e munito solo dello scudo della fede, nell’accampamento del sultano d’Egitto. Avendolo i saraceni catturato, disse: ‘Io sono cristiano. Conducetemi davanti al vostro signore’. Quando gli fu portato davanti, vedendolo in sembianze di uomo di Dio, la bestia crudele [sic!] si sentì mutata in uomo mansueto, e per alcuni giorni l’ascoltò con molta attenzione, mentre predicava Cristo davanti a lui e ai suoi. Poi, preso dal timore che qualcuno del suo esercito, convertito al Signore dall’efficacia delle sue parole, passasse all’esercito cristiano, comandò che fosse ricondotto, con grande onore e protezione, nel nostro campo, Frati della Corda 50 dicembre 2005 dicendogli in ultimo: ‘Prega per me, perché Dio si degni di rivelarmi quale legge e fede gli è più gradita’” (Fonti Francescane 2227). Per San Francesco il frutto più concreto di quell’incontro, oltre all’inaugurazione di un nuovo approccio pacifico e non violento di dialogo con i musulmani, fu l’ottenimento del “signaculum”, una sorta di salvacondotto, valevole per sé e per i suoi frati, grazie al quale i francescani poterono spostarsi e operare liberamente nella regione (cfr. Fonti Francescane 1855; 2154; 2228). 2) Arrivo dei crociati e consegna della bandiera ai frati. I due pannelli bronzei della cripta, a soggetto allegorico l’uno e biblico l’altro, hanno uno sviluppo verticale. Il primo rappresenta “L’arrivo dei crociati a Gerusalemme e la consegna della bandiera ai francescani”. L’Autore svolge qui una tematica evocativa ispirata a quella che padre Sabino De Sandoli definì “la liberazione pacifica dei luoghi santi”. a) Partendo dal basso, il cavaliere crucesignato bardato di tutto punto incede sul suo destriero e, dall’alto del Monte degli Ulivi, contempla Gerusalemme, la città santa da liberare, caduta in mano musulmana. Sulla destra vi si riconoscono i due monumenti simbolo: la cosiddetta tomba di Assalonne, la “nefesh” ellenistica della Valle del Cedron, nota nel medioevo come “casa del faraone”, e la Cittadella di Davide nelle cui vicende è condensata tutta la storia militare e politica della città, essendo divenuta, di volta in volta, fortezza asmonea, erodiana, romana, bizantina, araba ed infine crociata, prima della riconquista da parte di Saladino nel 1187. b) In alto: dopo l’effimero Regno Latino, e caduta nel 1291 la città di San Giovanni d’Acri rimasta l’ultima roccaforte crociata, il cavaliere, deposte le armature e ormai disilluso da ogni tentativo di liberazione armata di Gerusalemme, consegna ai francescani il vessillo con la croce di Terra Santa. È un solenne e arrendevole passaggio di testimone, segnato dall’amara constatazione dell’inefficacia della potenza delle armi per la riconquista dei luoghi santi. La nuova via preferita dai frati minori della missione ultramarina, ricalcherà le orme impresse dal fondatore e si ispirerà ai suoi insegnamenti, come quello espressamente dedicato a coloro che vanno tra i saraceni, contenuto nella Regola non bollata: “I frati poi che vanno tra gli infedeli possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi. Un modo è che non facciano liti né dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio e confessino di essere cristiani. L’altro modo è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché credano in Dio onnipotente Padre e Figlio e Spirito Santo, creatore di tutte le cose, e nel Figlio redentore e salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani […]” (Fonti Francescane 43). La presenza sulla destra di San Luigi Re di Francia va letta in questa ottica. Luigi IX, il “re santo”, come veniva chiamato dai suoi contemporanei, è il re crociato per eccellenza che, nella crociata, ha aggiunto alla corona regale quella del “martirio”. Con la sua morte a Tunisi nel 1270, durante l’Ottavo e ultimo grande “pellegrinaggio armato” per la liberazione di Gerusalemme, mentre tentava invano di convertire il sultano e di evangelizzare i musulmani, si chiude definitivamente l’epopea delle crociate. Ma essendo egli anche un figlio di San Francesco, in quanto appartenente al Terz’Ordine francescano di cui è patrono, in qualche misura rappresenta in sé un ideale anello di continuità, perlomeno negli intenti, tra l’impegno crociato e quello francescano per la “liberazione” della Terra Santa. Frati della Corda 51 dicembre 2005 3) Episodi della vita di San Paolo Più narrativo e circostanziato è il pannello che il Maestro PANZERI ha dedicato agli “Episodi del passaggio di San Paolo ad Acri e Cesarea”, come descritti nel capitolo ventunesimo degli Atti degli Apostoli. a) Nella scena inferiore: nonostante i tentativi di dissuasione da parte dei cristiani di Tiro, dove era sbarcato da una nave mercantile salpata da Pátara che faceva la traversata della Fenicia, Paolo e compagni decidono di proseguire la rotta verso Gerusalemme. Cosicché, racconta il testo, “terminata la navigazione, da Tiro approdammo a Tolemàide, dove andammo a salutare i fratelli e restammo un giorno con loro” (Atti 21,7). Tolemàide o Ptolemais, è solo uno dei tanti nomi usati per riferirsi alla stessa città di Acri / Akko / Akka / Akê / Aksaf. Tale varietà, ha commentato Italo Calvino, sottolinea l’avvicendarsi di popoli, spesso differenti per origine e cultura che “la travagliarono con invasioni ricorrenti” attratti, in quasi seimila anni di storia, dalla sua postazione strategica (Le città invisibili, Milano 1993, 158-161). Ma al tempo dell’Apostolo, Tolemàide non era solo l’attracco più importante alle porte della Palestina settentrionale. Era ormai un centro cristiano di primaria importanza e Paolo, come era solito fare durante la sua itineranza, alla fine del terzo viaggio missionario decide di fermarvisi un giorno ospite della comunità locale. Il suo intento dichiarato era il medesimo ovunque: rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio, affidatogli dal Signore Gesù (Atti 20,23). La comunità cristiana di Tolemàide accrebbe presto di numero e si ha notizia che, prima del finire del II secolo, la città era già sede episcopale. L’Autore ha posto in primo piano la nave, con protome umana in stile fenicio sulla prua, ormeggiata al molo. San Paolo, con la tunica da filosofo e il rotolo della predicazione nella destra, viene accolto amorevolmente da due personaggi in atteggiamento familiare. Defilato sulla sinistra, sta il peristilio del tempio a frontone timpanato dedicato da Alessandro Magno a Zeus e Tyche. Così esso appare nei coni monetali della città nel glorioso periodo ellenistico, poco prima che Tolomeo II nel 281 a.C. la chiamasse dal suo nome Tolemàide. L’Autore. b) La scena superiore, cui è riservato un minore sviluppo, vede San Paolo a Cesarea Marittima seduto a mensa in casa di Filippo, uno dei Sette Protodiaconi (Atti 21,8). Le quattro figlie di questi, “che avevano il dono della profezia” (Atti 21,9) incorniciano sui lati lo scenario tutto orientato verso il discorso dell’Apostolo. Anche Agabo giunto dalla Giudea (Atti 21,10), in piedi alla destra di Filippo, vi prende parte constatando che la sua minacciosa profezia non fosse stata sufficiente a far recedere Paolo dal proposito di recarsi a Gerusalemme. “Perché fate così, continuando a piangere e a spezzarmi il cuore?”, fu la risposta, “Io sono pronto non soltanto a esser legato, ma a morire a Gerusalemme per il nome del Signore Gesù” (Atti 21,13). Con questi bronzi padre Nazareno (Fernando) PANZERI OFM, classe 1935, è ormai giunto alla sua terza realizzazione per la Terra Santa, dopo i due “Medaglioni di papa Giovanni Paolo II” per Betlemme e Nazareth (2004). Formatosi artisticamente nell’Accademia di Belle Arti di Brera alla scuola del Maestro Luciano Minguzzi, Frati della Corda 52 dicembre 2005 nell’arco di un quarantennio di attività in Europa, e principalmente in Italia, egli ha realizzato un numero impressionante di opere di arte sacra. Come e con padre Costantino Ruggeri, l’altro grande esponente della scuola d’arte francescana contemporanea, padre Panzeri si è dedicato prevalentemente alla scultura e alle vetrate policrome, senza peraltro tralasciare differenti espressioni artistiche finalizzate agli arredi liturgici di molte chiese, anche importanti. Tra queste vanno ricordate le porte in bronzo per le chiese di S. Maria degli Angeli a Saiano (1997), S. Maria a Castegnato (1988) e S. Giovanni Bosco a Rovato (2005). Per il Duomo di Milano ha eseguito la statua marmorea del Beato Samuele MARZORATI (1985) e per la chiesa dei Servi di Maria a Firenze la statua in travertino dei Sette Santi Fondatori (1988). Sempre a tema ritrattisticoagiografico sono le due statue bronzee di Santa Maria Crocifissa per Brescia (2001) e Roma (2002). Molte sue sculture a soggetto sanfrancescano adornano piazze, chiostri e conventi in tutto il mondo, come il “San Francesco e il Cantico delle Creature” di Vienna (2002) e il “San Francesco” di Galbem in Romania (2002). In questo filone si distinguono le sue inconfondibili “pietà francescane”, con in primis le magnifiche composizioni per la “Via Crucis scultorea” di Chiampo (1989), che, anche artisticamente, legano a doppio filo rosso l’Autore con la Terra Santa. Attualmente padre Panzeri, che vive e lavora nel convento francescano di Brescia, sta scolpendo le porte di bronzo per la nuova cappella di S. Maria degli Angeli a Ghassanieh in Siria. fra Stefano DE LUCA OFM RESTAURI A TABGHA Era il 1886, quando al padre Aurelio BRIANTE, allora Custode di Terra Santa, si presentò la possibilità di acquistare dei terreni sulla sponda nord-occidentale del Lago di Galilea. Con lungimiranza egli ritenne che non vi fosse che un solo frate in grado di condurre in porto l’affare. Per questo fra Giuseppe BALDI da Napoli assunse l’incarico delle contrattazioni. Le trattative con la tribù beduina residente e con il governo della Sublime Porta di Beirut si rivelarono più difficili del previsto. Ma alla fine, dopo dodici anni di tenaci sforzi (tutti minuziosamente descritti da Baldi nei sei volumi, di 1435 pagine manoscritte, custoditi nell’Archivio Frati della Corda 53 dicembre 2005 di TS), nel 1894 la Custodia entrava legalmente in possesso di tutta la zona tra Tell Hûm (Cafarnao) e le sorgenti di et-Tabgha, comprendente anche il Monte delle Beatitudini. Nel 1905 gran parte di questo terreno fu ceduto ad Ernesto SCHIAPPARELLI che, a nome dell’Associazione Nazionale per Soccorrere i Missionari Italiani (ANSMI), desiderava costruire un ospizio per pellegrini sul Monte suddetto. La Custodia riservò tuttavia per sé il possesso delle zone dove affioravano resti di costruzioni antiche con l’intento di esaminarli. Fu così che nel 1935 padre Bellarmino Bagatti intraprese lo scavo archeologico della Cappella delle Beatitudini con annesso monastero e nel 1968 padre Stanislao Loffreda esplorò approfonditamente la Cappella del Primato con le sue pertinenze. I risultati, in sostanza, confermarono l’identificazione di et-Tabgha con Heptapegon / Sette Sorgenti, come suggeriva già il toponimo arabo, ed offrirono un quadro del luogo, appartenente storicamente al comprensorio di Cafarnao, compatibile con i dati dei vangeli. Delle originarie sorgenti, denominate da Giuseppe Flavio “fonte di Cafarnao” (Guerra Giudaica, III 10,8), cinque sono tuttora attive e tre di esse vennero convogliate già in antico in un castello d’acqua di forma ottagonale. Il castello, o “dividiculum”, fu restaurato dall’ANSMI negli anni Trenta del secolo passato ed ora è custodito dall’Ente dell’Acquedotto Nazionale Meqorot. Nel 1936, a seguito della rimozione per il restauro dei magnifici mosaici tardo-bizantini, sotto la Basilica della Moltiplicazione fu individuato da A. E. MADER il tracciato di una più antica chiesa riferibile al IV sec. Quindi, in pratica, oggi nella piana di Tabgha rimarrebbe da scoprire soltanto uno dei molteplici ricordi evangelici localizzati qui dai pellegrini cristiani antichi. Il testo attribuito ad Egeria (fine IV-inizi V sec.) li enumera tutti di seguito: “1) Non lontano di lì [ndr: cioé da Cafarnao] si possono osservare i gradini di pietra sopra i quali il Signore stette. 2) Lì c’è anche, al disopra del mare, un prato erboso con molto fieno e molte palme e lì accanto le Sette Sorgenti, delle quali ognuna fornisce una gran quantità d’acqua. In quel prato il Signore ha sfamato il popolo con cinque pani. La pietra sopra la quale il Signore posò i pani è stata trasformata in altare. Da questa pietra i visitatori portano via quello che vogliono per il loro benessere, Frati della Corda 54 dicembre 2005 e porta giovamento a tutti. 3) Lungo le mura della chiesa corre la pubblica strada sulla quale l’apostolo Matteo aveva il suo posto di dogana. 4) Nel Monte che si eleva lì vicino c’è una grotta sopra la quale salì il Signore quando insegnò le Beatitudini” (D. BALDI, Enchiridion Locorum Sanctorum, Jerusalem 1982, 290). Non è escluso che dai pressi del monastero della Moltiplicazione la “via pubblica” salisse sulla collina per evitare i numerosi canali d’acqua che dalle sorgenti scorrevano giù verso il Lago, ma il suo tracciato è sconosciuto. Sono invece ben preservati i gradini “sopra i quali il Signore stette”. Intagliati nel banco roccioso sulla spiaggia del Primato, essi sono ritenuti il luogo tradizionale presso il quale Gesù risorto apparve agli apostoli confermando San Pietro nella sua missione (Gv 21,1-14). Il modesto santuario odierno fu ricostruito dai francescani nel 1933 sul medesimo luogo di due precedenti e combacianti edifici di IV e di V secolo. Successivi restauri e ricostruzioni ne avevano perpetuato il ricordo, gradualmente esteso ai “Dodici apostoli” o ai loro “Dodici troni” (Mt 19,28), fino al 1263. Ognuna di queste costruzioni, in verità, mantenne sempre in vista il banco roccioso affiorante dai livelli pavimentali. In riferimento al pasto consumato da Cristo con gli apostoli, questa roccia era nota ai pellegrini come Mensa Christi. Anche nei due sovrapposti santuari della Moltiplicazione dei Pani, sia in quello a tre navate con transetto di VI sec., che in quello mononavato del IV sec., il legame con il racconto evangelico (Mc 6,30-46) è una “roccia trasformata in altare”. Similmente, nella cappella delle Beatitudini scoperta da padre Bagatti sulle pendici del Monte (nei pressi dell’ingresso alla proprietà dell’ANSMI, immediatamente a nord della strada moderna n. 87 verso Qatzrin), il punto centrale venerato era la roccia di una singolare grotta naturale, “salita la quale”, dice Egeria, il Signore tenne il celebre Discorso (Mt 5,1-12). Peraltro, questo interessantissimo santuario bizantino, come gli altri riconducibile alla fine del IV sec., sembra costruito in funzione di questa “grotta venerata”. Sopra di essa, per incassarvi la navata, mosaicata in due tempi diversi, e il nartece, anch’esso mosaicato, si rese necessario sbancare una porzione di montagna. Sugli intonaci dei muri sopravvissuti, fino al presente si scorge qualche Frati della Corda 55 dicembre 2005 graffito tracciato dai fedeli che visitavano il luogo. Il santuario moderno commemorativo delle Beatitudini, su disegno dell’Arch. Antonio BARLUZZI, fu inaugurato dall’ANSMI nel 1938 sulla cima del Monte dove sorse anche l’ospizio per pellegrini. Oggi i tre santuari delle Beatitudini, della Prima Moltiplicazione dei Pani e del Primato di San Pietro sono delle vere e proprie oasi spirituali che attraggono un gran numero di visitatori, specie dagli ultimi mesi di quest’anno con la ripresa consistente dei pellegrinaggi. Per offrire una migliore qualità del servizio di accoglienza presso l’area-giardino del Primato, la Custodia ha realizzato una serie di lavori di restauro e abbellimento. Altri sono tuttora in corso. Le opere di ristrutturazione, dirette con lodevole impegno da fra Ammar SHAHIN e fra Angelico PILLA della fraternità locale e affidate nella parte edile alla competenza dell’Ing. Asad HAKIM su progetto di fra Alberto PRODROMO dell’Ufficio Tecnico Custodiale, hanno interessato diversi settori. Da novembre a dicembre 2004 sono stati completamente rinnovati i bagni pubblici, adeguandoli all’utilizzo da parte dei disabili. Nei primi mesi del 2005 il conventino francescano (costruito nel 1982 adattando un mulino ottocentesco) è stato oggetto di manutenzione con il rifacimento delle stanzette, dei servizi igienici, di parte dei pavimenti e della cucinetta. Da aprile a giugno di quest’anno è stato portato a termine il rinnovo integrale e l’arredamento della Casa di Accoglienza, già abitazione della famiglia cristiana che a metà del secolo scorso custodiva la proprietà. Con le sue tre stanze doppie dotate di tutti i comfort, comprese aria condizionata, bagni e cucine, in aggiunta agli altri due posti letto con servizi ricavati accanto al conventino, la struttura è a disposizione di tutti i religiosi e le religiose che desiderano trascorrere giornate di ritiro e meditazione in questo “angolo di paradiso”. Nei mesi di luglio e agosto, lavori di bonifica, potatura delle piante, spianamento del terreno e ripristino del prato, hanno riguardato la proprietà e i giardini. Nuovi impianti di illuminazione dei viali e delle aree di preghiera permettono la fruizione del santuario anche di sera, venendo così incontro a quei gruppi che, sempre più numerosi, domandano tale servizio. L’accesso al conventino e alle strutture di ospitalità è stato abbellito con nuovi vialetti pavimentati in pietra rosata, mentre per lo spiazzo antistante la casa Frati della Corda 56 dicembre 2005 dei frati è stato scelto un pavimento di ceramica. Nei mesi di settembre e ottobre u.s. è stata ripulita e spianata l’area presso Tannûr Ayûb (Forno di Giobbe), l’interessante torre d’acqua circolare di epoca bizantina vicina all’ingresso. In diversi punti è stata riportata in vista la roccia naturale caratteristica della zona e sfruttata nei primi tempi dell’era cristiana come cava da estrazione. Anche la torre è stata ripulita dalla fitta vegetazione selvatica. Nei suoi pressi sono state collocate le tre ritrovate condutture di basalto provenienti da un antico acquedotto. Infine, con grande fatica, si è provveduto al disboscamento e alla ripulitura della Cappella delle Beatitudini, da decenni in stato di abbandono. Per quanto non fruibile dai visitatori, il luogo storico tradizionale del Discorso della Montagna è adesso perlomeno pienamente visibile dalla strada. Il 9 novembre scorso, il Rev.mo padre Pierbattista PIZZABALLA, Custode di Terra Santa, ha inaugurato questo primo lotto di lavori con una cerimonia liturgica alla quale hanno preso parte religiosi e religiose della Galilea. Durante l’agape fraterna che ha seguito la funzione, egli si è congratulato con i frati per il lavoro sin qui svolto e li ha incoraggiati a portare avanti le prossime opere. Sono, infatti, in corso di progettazione: la creazione di una nuova area attrezzata per le celebrazioni liturgiche; la sistemazione della proprietà presso la sorgente di Hammâm AYÛB (Bagno di Giobbe), l’altra ben preservata torre circolare associata dalle tradizioni beduine al biblico sapiente; l’ammodernamento del camping con nuovo punto mensa e nuove docce; la ridipintura della Cappella del Primato con l’adeguamento dell’impianto elettrico; e la collocazione di un pannello musivo commemorativo della storica visita del 24 marzo 2000 di papa GIOVANNI PAOLO II. Si sta inoltre pensando di porre in opera una porta di bronzo per il santuario, con le raffigurazioni di tutte le memorie cristiane di Tabgha: la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il discorso delle Beatitudini, l’apparizione di Gesù risorto agli apostoli su questa sponda del Lago e il conferimento del primato a San Pietro. fra Stefano DE LUCA OFM Frati della Corda 57 dicembre 2005 LA CHIESA DI ESPRESSIONE EBRAICA COMPIE 50 ANNI Nel 1955, grazie al Patriarca GORI, veniva fondata l’Opera San Giacomo, l’istituzione religiosa cattolica alla quale avrebbero fatto riferimento tutti gli ebrei-cattolici, o meglio tutti i cattolici di espressione ebraica. Ebrei quindi che riconoscevano in Gesù il Messia d’Israele all’interno della Chiesa cattolica, ma anche non ebrei strettamante legati alla società israeliana per scelta o vicissitudini personali. Nello stesso periodo P. Yohanan, dei Piccoli Fratelli di Gesù, a Haifa, celebrava la prima Messa in ebraico (secondo il rito siriaco) in Israele. Queste due date simbolo segnano l’inizio, o meglio la rinascita a mio modo di vedere, di quella che Rina Geftman nel suo libro “Attendendo l’aurora” definì “la Chiesa del primo amore”, la Chiesa di espressione ebraica appunto. In realtà già dal 1948 (nascita dello Stato di Israele) alcuni cristiani di espressione ebraica avevano cominciato a radunarsi e a pregare insieme nella città di Tel Aviv. Il 15 Ottobre scorso, nella chiesa francescana di S. Pietro a Giaffa i membri delle kehilot di Beer Sheva, Gerusalemme, Giaffa e Haifa hanno festeggiato il loro giubileo. Fin dal suo inizio la giornata è stata caratterizzata da una grande gioia, soprattutto quella di potersi ritrovare nella stessa città dove tutto aveva avuto inizio 50 anni fa nel nome del Signore risorto, nella certezze che Lui cammina in mezzo a noi, ama il Suo popolo e non lo abbandona nonostante le difficoltà. Abbiamo quindi cominciato la giornata pregando con i salmi cantando la bontà e la misericordia del Signore. Dopo la preghiera, padre Yohanan ha salutato fra Pierbattista PIZZABALLA, dandogli quindi la parola. Fra Pierbattista dopo essere stato calorosamente accolto, ha parlato fraternamente ai presenti e ha invitato tutti a vivere, in profonda unità reciproca, il proprio cammino di fede all’interno della società israeliana e all’interno della Chiesa cattolica. Dopo di ciò tutti i membri delle kehilot hanno potuto godere del film realizzato da fra Apollinare SZWED, pastore francescano della kehila di Gerusalemme, e da Jean François membro del consiglio pastorale della stessa kehila. Il film davvero molto bello, e per i più anziani anche commovente, è stato il frutto di un lungo e paziente lavoro di raccolta di interviste e materiale d’archivio e fotografico. La visione di questo film è stato un momento molto importante, non solo per fare memoria, ma anche per far capire ai più giovani la propria storia e quindi anche la propria identità. Al termine del film c’è stato il pranzo, anche questo vissuto in un clima di grande gioia e allegria. È stato anche il momento per salutare vecchi amici, raccontarsi un po’ di novità e fare nuove conoscenze. Dopo di ciò ci siamo ritrovati nuovamente in chiesa per il secondo momento della giornata. Se durante la mattinata avevamo guardato al passato, magari con un pizzico di nostalgia da parte di alcuni, guardando agli “anni d’oro” delle kehilot, quelli caratterizzati dalla presenza di numerose famiglie, era ora giunto il momento di guardare al presente e al futuro. Abbiamo quindi avuto la possibilità di ascoltare diverse testimonianze: quella di due giovani famiglie, quella di un catecumeno e quella di una giovane ragazza da poco battezzata. Il denominatore comune a tutte queste persone è stato certamente quello di essere felici di essere membri di questa chiesa e poi la sensazione, confermata dal clima generale della giornata, di “sentirsi a casa” all’interno della comunità. Inoltre, nonostante le diverse difficoltà, era palpabile in tutti quelli che ci hanno parlato, la voglia di continuare a camminare con il Signore per la costruzione del Suo Regno. Il terzo e ultimo momento della giornata è stato rappresentato dalla celebrazione della S. Messa. É stato questo il momento sia per rendere grazie al Signore di tutto quello che ha compiuto in questa piccola Chiesa negli ultimi 50 anni, ma anche per affidare a Lui il nostro futuro e i nostri affanni, nella certezza che è Lui il nostro padre e Frati della Corda 58 dicembre 2005 pastore. Alla celebrazione eucaristica, presieduta dallo stesso padre PIZZABALLA, si sono uniti i dodici presbiteri che a diverso titolo e con diversi incarichi, si occupano della cura pastorale delle kehilot. Dopo la spiegazione dei brani della Scrittura padre PIZZABALLA ha invitato tutti i presenti a interrogarsi su quale Volto del Signore i cattolici di espressione ebraica sono chiamati a riflettere, soprattutto “come comunità”. Tutto questo nella certezza che ogni membro delle kehilot rappresenta un colore, un riflesso o una sfumatura speciale con i quali può contribuire a delineare il volto di Gesù Salvatore che si è chiamati a mostrare qui in Israele, in mezzo al Suo popolo. La celebrazione è stata allietata dal battesimo di un neonato di una giovane famiglia russa. É stato bellissimo vedere come, durante il rito del battesimo, molte persone e soprattutto bambini abbiano lasciato il proprio posto per avvicinarsi quanto più era possibile al fonte battesimale, stringendo in un forte abbraccio questo nuovo piccolo membro della kehila, segno in un certo senso della grande speranza che anima la vita e il futuro della Chiesa di espressione ebraica. fra Oscar Mario MARZO OFM casa francescana ss. Simeone e Anna Annunciazione Le due icone di Santi Simeone e Anna - Gerusalemme Presentazione al Tempio Frati della Corda 59 dicembre 2005 FRATERNITAS spirito missionario francescano e le diverse esperienze missionarie nell’Ordine. A tutti i giovani Frati sono stati offerti sussidi per un cammino missionario interiore che aiuti a discernere la vocazione alla missione “ad gentes” nella vasta presenza dell’Ordine in tutto il mondo (Terra Santa, Marocco, Africa, Tailandia, Russia e Kazakhistan). A Virovitica hanno partecipato all’apertura del Simposio sui 725 anni di presenza francescana in Croazia. A Osova in Bosnia Erzegovina, Fr. Vincenzo e Fr. Sime, hanno incontrato i genitori di Fr. Vjeko Curic. In memoria del missionario ucciso in Rwanda nel 1998 è stata celebrata l’Eucarestia insieme alla comunità parrocchiale. Visitando Medjugorje, nella ricorrenza della Giornata Missionaria Mondiale. Fr. Sime e Fr. Vincenzo sono stati intervistati dalla Radio del Santuario sulle missioni francescane, e durante la Messa vespertina Fr. Vincenzo ha rivolto un messaggio missionario ai numerosissimi fedeli convenuti. A Split, l’invito missionario è stato rivolto alle Clarisse ed ai giovani della Gifra. FRANCIA – Incontro delle Conferenze Cotaf e Compi Si è svolto a Strasburgo in Francia, dal 9 al 13 ottobre geografiche e ambientali in ambedue le realtà, i Frati si 2005, il primo incontro tra la nuova Conferenza confrontano con le stesse problematiche dei nostri tempi: Transalpina Francescana (Cotaf) ed i Ministri provinciali secolarizzazione, individualismo, consumismo. Differenti d’Italia e Albania (Compi). Al raduno a cui partecipavano sono le visioni circa la presenza ed il ridimensionamento. 34 Ministri provinciali o Delegati, erano presenti i Nella Cotaf sono già avvenuta la riduzione numerica delle Definitori generali Fr. Jakab Várnai e Fr. Mario Favretto. case religiose e la fusione di Province come è già accaduto Per il supporto ai lavori erano presenti segretari ed alcuni anni fa in Francia e nel prossimo futuro in Germania interpreti delle lingue tedesca, francese, italiano e e Austria. Ai partecipanti è stata offerto un interessante ungherese. I Presidenti Fr. Luigi Ortaglio da Napoli e Fr. intervento del sociologo, Prof. Michael Hochschild, Jan van den Eijnden da Amsterdam, hanno presentato docente universitario a Parigi, dal titolo “Lumière de soi. all’assemblea le singole Conferenze descrivendo il lavoro e En futuroscope franciscain”. Hochschild ha presentato una le differenti problematiche che i Frati sono chiamati ad panoramica della fenomenologia religiosa parlando delle affrontare nelle rispettive realtà ambientali. La Compi sfide che i Frati devono affrontare. L’intervento ha comprende tutte le Province italiane e la Provincia di suscitato un notevole interesse nell’assemblea ed una Albania, la lingua utilizzata è l’italiano. La Cotaf, fruttuosa condivisione nel lavoro di gruppo dei Frati. conferenza costituita con l’unificazione di Copef e Mefra, Una visita guidata al Parlamento europeo e alla Cattedrale ha un’ampia estensione territoriale che va dalla Romania, ha fatto gustare la bellezza della città di Strasburgo. ad est, alla Francia, ad ovest, e dal Mare del nord fino al L’incontro si è chiuso con l’assemblea conclusiva di Mediterraneo a sud con un panorama sociale e religioso condivisione dalla quale è emerso il giudizio positivo di molto variegato. Le lingue scelte dalla Conferenza sono il tutti i partecipanti con la proposta di ritrovarsi in un futuro tedesco, il francese e l’ungherese. Rispetto alle differenze incontro. ITALIA – XI Capitolo generale dell’Ordine I rappresentanti dei Francescani secolari di tutto il mondo si sono ritrovati ad Assisi dal 5 al 12 novembre 2005 per celebrare l’XI Capitolo generale. Oltre ai capitolari, 57 provenienti da 46 Paesi diversi, era presente la Presidenza del Consiglio Internazionale (CIOFS), i rappresentanti di Fraternità di nazioni emergenti, oratori, osservatori, e gli incaricati per l'organizzazione. Tema del capitolo era: “La novitas franciscana: missione e testimonianza”. Molti gli argomenti affrontati nelle giornate capitolari: missione e testimonianza dei laici alla luce del carisma francescano nei continenti e nelle culture; rilancio della componente giovanile, chiamata a maggiore corresponsabilità nel vivere il carisma nell’OFS. Il Capitolo ha celebrato anche i 40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, e l’VIII centenario di fondazione del carisma francescano. All’inizio dei lavori sono state presentate le Relazioni della Presidenza CIOFS da Encarnacion del Pozo, Ministra generale, da Fr. Ivan Matiç, per la Conferenza degli Francescano Secolare Assistenti generali e la relazione economica del tesoriere generale, Carlo Cerù. Le relazioni hanno fatto il punto del cammino compiuto dalla Fraternità Internazionale OFS, nei primi tre anni dell'attuale Presidenza CIOFS. Sono stati rilevati, in particolare, il miglioramento della formazione e della presenza nel mondo dei francescani secolari. È stata sottolineata la necessità di trasmettere il carisma francescano secolare alla Gioventù Francescana invitando i Consiglieri Internazionali presenti ad essere un vero canale di comunicazione tra le fraternità nazionali che rappresentano e il CIOFS. Mercoledì 9 novembre i capitolari erano all’udienza generale di Papa Benedetto XVI in piazza S. Pietro a Roma. Il Papa, rivolgendosi ai rappresentanti dell’Ordine Francescano Secolare, li ha salutati augurando che il Capitolo generale sia “occasione di un rinnovato slancio apostolico nel diffondere dappertutto il Vangelo, sull’esempio di San Francesco d’Assisi”. Piccole/Grandi notizie • Un gruppo di 27 turisti provenienti dagli Stati Uniti ha visitato nel mese di settembre la “terra dei Fioretti” nella regione Marche in Italia. È il terzo pellegrinaggio, guidato da Frati minori, che fa tappa nella Provincia di San Giacomo della Marca. L’iniziativa è nata grazie alla collaborazione di una coppia di Francescani secolari (OFS) ������� �������������� ����� �������� ��� ����� ������� ��� �� ����� ���������� ��� ����� ���� Frati della Corda 60 � 3 �� dicembre 2005 FRATERNITAS missionari Frati minori Conventuali e Cappuccini che, nello stesso luogo, si preparano alla missione. Per noi Frati minori, questo è il quinto gruppo di missionari formato nella Fraternità “Notre Dame des Nations” ed è la prima volta che la preparazione missionaria viene organizzata in comune con i confratelli Conventuali e Cappuccini. In questa stessa occasione Missionszentrale, la struttura missionaria della Cotaf, ha inaugurato la sede di Bruxelles. L’ufficio è situato nel convento “Notre Dame des Nations”, e avrà il compito di curare i rapporti con le Istituzioni dell’Unione Europea. TURCHIA - I Corso di Formazione permanente ad Istanbul Dal 23 ottobre al 2 novembre 2005 si è svolto il primo Gwenolé Jeusset, OFM. Il gruppo ha potuto visitare corso di formazione permanente sul “Dialogo ecumenico e moschee, chiese, la basilica costantiniana di Santa Sofia, la interreligioso” in lingua italiana, organizzato dalla sinagoga Nevé Shalom e molti altri luoghi d’interesse Fraternità internazionale Santa Maria Draperis ad Istanbul. storico, e pregato con una comunità parrocchiale della Hanno partecipato 12 frati, tra questi “Brother Daniel”, Chiesa armena apostolica. Un momento importante e Ministro generale dei Francescani Anglicani (SSF). I temi condiviso con diversi religiosi della Chiesa locale è stata la dell’ecumenismo sono stati presentati dal metropolita preghiera nello spirito d’Assisi. Altra tappa del corso è ortodosso Gennadios, p. François Yakan della Chiesa stata la visita di tre giorni alle “sette chiese caldea, Brother Daniel e Fr. Tecle Vetrali, OFM, dell’Apocalisse” concentrate intorno a Smirne e l’antica dell’Istituto di Studi Ecumenici (Venezia). Invece per il città di Efeso. Per il 2006 è prevista la realizzazione di dialogo interreligioso c’era Mr. Yusuf Altınta� del Gran questo corso in lingua inglese e francese. Appena pronto, il Rabbinato d’Istanbul, Fr. Alberto Ambrosio, OP, e Fr. programma sarà comunicato a tutti i Frati dell’Ordine. Studio sugli aiuti finanziari nell’Ordine Prosegue lo studio e l’approfindimento per migliorare il modo di rispondere, in spirito di solidarietà e fraternità, alle richieste di aiuto che giungono da tutto l’Ordine. I rappresentanti della Commissione per le Richieste Finanziarie della Curia generale, del Segretariato per le Missioni Francescane (USA), di “Missionszentrale der Franziskaner” di Bonn (Germania) e di “Franziskaner für Mittel-und Osteuropa di Vienna (Austria), che formano il “Gruppo di collaborazione” si sono ritrovati a Roma, nella Curia generale il 5 novembre 2005. Dal 1 gennaio 2000 al 30 settembre 2005, sono 63 le Entità che hanno usufruito di un sostegno finanziario dalla Curia. Alcune hanno chiesto aiuto più volte. Altre necessitano di un contributo di solidarietà annuale. La media di elargizioni ammonta a 747.092 euro all’anno. Sono state aiutate annualmente 40 Entità che hanno mediamente ricevuto 18.927 euro per ognuna. Nel 2006 le richieste per le necessità ordinarie per la vita e la formazione dei Frati, presentate dalle Province che sono state regolarmente aiutate, entreranno nel preventivo di spesa della Curia generale. “Ad experimentum” verrà adottato un formulario aggiornato per preparare il preventivo di spesa e presentare la richiesta per le spese ordinarie. Le richieste di aiuto per spese straordinarie dovranno, come al solito, essere indirizzate direttamente al Ministro generale. I rappresentanti del “Gruppo di collaborazione” si scambieranno le informazioni sulle richieste ricevute. Scopo dello studio e dell’esperimento è la ricerca di un modo più efficace ed equo di condivisione delle risorse nell’Ordine. TERRA SANTA – L’Istituto “Magnificat” compie 10 anni Nel pomeriggio del 6 novembre 2005, nel Salone arco di oltre tre secoli di espressione musicale. Un dell'Immacolata del convento di S. Salvatore a piacevole intermezzo è stato rappresentato dall'esecuzione Gerusalemme, si è svolto un concerto di pianoforte per di due canti da parte dei ragazzi del Yasmin Choir, diretto celebrare i dieci anni di vita dell'Istituto “Magnificat”. dalla Signora Hania Soudah Sabbara. Al termine della L’ideatore e fondatore dell'Istituto, Fr. Armando Pierucci, manifestazione il Vicario Custodiale, Fr. Artemio Vitores, ha rivolto ai presenti un saluto ringraziando benefattori e in rappresentanza del Custode di Terra Santa e il amici che hanno reso possibile la realizzazione di questo Commissario di Terra Santa a Washington (USA), Fr. progetto giunto al traguardo dei 10 anni. Quindi si sono Romano Almagno, hanno espresso le loro felicitazioni per esibiti alcuni tra i più bravi studenti dell'Istituto stesso, che l'anniversario. Fr. Almagno ha reso disponibili 10 borse di hanno eseguito pezzi di Bach, Haydn, Mozart, Schubert, studio per sostenere agli studi presso l’Istituto i giovani Chopin, Liszt, Debussy, Moszkowski e Grieg, coprendo un meno abbienti di Gerusalemme. CROAZIA, BOSNIA ERZEGOVINA – Animazione missionaria dei giovani Frati “Curare e promuovere l’evangelizzazione nell’Ordine” e le Conferenza Sud-Slavica dal 16 al 28 ottobre 2005. vocazioni per le missioni “ad gentes” è uno dei compiti del Nel loro “pellegrinaggio” hanno incontrato numerosi Segretariato generale per l’evangelizzazione e le missioni giovani Frati professi temporanei ed i loro formatori negli (SSGG 45). Con questo obiettivo, il Definitore generale Fr. Studentati di teologia a Zagreb, Sarajevo e Split, e i novizi Sime Samac e Fr. Vincenzo Brocanelli, Moderatore a Livno, Humac e Visovac. Utilizzando il DVD Misit vos generale per le missioni, hanno visitato le Province della in universo mundo Fr. Vincenzo ha fatto conoscere lo ������� �������������� ����� �������� ��� ����� ������� ��� �� ����� ���������� ��� ����� ���� Frati della Corda 61 � 2 �� dicembre 2005 FRATERNITAS spirito missionario francescano e le diverse esperienze missionarie nell’Ordine. A tutti i giovani Frati sono stati offerti sussidi per un cammino missionario interiore che aiuti a discernere la vocazione alla missione “ad gentes” nella vasta presenza dell’Ordine in tutto il mondo (Terra Santa, Marocco, Africa, Tailandia, Russia e Kazakhistan). A Virovitica hanno partecipato all’apertura del Simposio sui 725 anni di presenza francescana in Croazia. A Osova in Bosnia Erzegovina, Fr. Vincenzo e Fr. Sime, hanno incontrato i genitori di Fr. Vjeko Curic. In memoria del missionario ucciso in Rwanda nel 1998 è stata celebrata l’Eucarestia insieme alla comunità parrocchiale. Visitando Medjugorje, nella ricorrenza della Giornata Missionaria Mondiale. Fr. Sime e Fr. Vincenzo sono stati intervistati dalla Radio del Santuario sulle missioni francescane, e durante la Messa vespertina Fr. Vincenzo ha rivolto un messaggio missionario ai numerosissimi fedeli convenuti. A Split, l’invito missionario è stato rivolto alle Clarisse ed ai giovani della Gifra. FRANCIA – Incontro delle Conferenze Cotaf e Compi Si è svolto a Strasburgo in Francia, dal 9 al 13 ottobre geografiche e ambientali in ambedue le realtà, i Frati si 2005, il primo incontro tra la nuova Conferenza confrontano con le stesse problematiche dei nostri tempi: Transalpina Francescana (Cotaf) ed i Ministri provinciali secolarizzazione, individualismo, consumismo. Differenti d’Italia e Albania (Compi). Al raduno a cui partecipavano sono le visioni circa la presenza ed il ridimensionamento. 34 Ministri provinciali o Delegati, erano presenti i Nella Cotaf sono già avvenuta la riduzione numerica delle Definitori generali Fr. Jakab Várnai e Fr. Mario Favretto. case religiose e la fusione di Province come è già accaduto Per il supporto ai lavori erano presenti segretari ed alcuni anni fa in Francia e nel prossimo futuro in Germania interpreti delle lingue tedesca, francese, italiano e e Austria. Ai partecipanti è stata offerto un interessante ungherese. I Presidenti Fr. Luigi Ortaglio da Napoli e Fr. intervento del sociologo, Prof. Michael Hochschild, Jan van den Eijnden da Amsterdam, hanno presentato docente universitario a Parigi, dal titolo “Lumière de soi. all’assemblea le singole Conferenze descrivendo il lavoro e En futuroscope franciscain”. Hochschild ha presentato una le differenti problematiche che i Frati sono chiamati ad panoramica della fenomenologia religiosa parlando delle affrontare nelle rispettive realtà ambientali. La Compi sfide che i Frati devono affrontare. L’intervento ha comprende tutte le Province italiane e la Provincia di suscitato un notevole interesse nell’assemblea ed una Albania, la lingua utilizzata è l’italiano. La Cotaf, fruttuosa condivisione nel lavoro di gruppo dei Frati. conferenza costituita con l’unificazione di Copef e Mefra, Una visita guidata al Parlamento europeo e alla Cattedrale ha un’ampia estensione territoriale che va dalla Romania, ha fatto gustare la bellezza della città di Strasburgo. ad est, alla Francia, ad ovest, e dal Mare del nord fino al L’incontro si è chiuso con l’assemblea conclusiva di Mediterraneo a sud con un panorama sociale e religioso condivisione dalla quale è emerso il giudizio positivo di molto variegato. Le lingue scelte dalla Conferenza sono il tutti i partecipanti con la proposta di ritrovarsi in un futuro tedesco, il francese e l’ungherese. Rispetto alle differenze incontro. ITALIA – XI Capitolo generale dell’Ordine I rappresentanti dei Francescani secolari di tutto il mondo si sono ritrovati ad Assisi dal 5 al 12 novembre 2005 per celebrare l’XI Capitolo generale. Oltre ai capitolari, 57 provenienti da 46 Paesi diversi, era presente la Presidenza del Consiglio Internazionale (CIOFS), i rappresentanti di Fraternità di nazioni emergenti, oratori, osservatori, e gli incaricati per l'organizzazione. Tema del capitolo era: “La novitas franciscana: missione e testimonianza”. Molti gli argomenti affrontati nelle giornate capitolari: missione e testimonianza dei laici alla luce del carisma francescano nei continenti e nelle culture; rilancio della componente giovanile, chiamata a maggiore corresponsabilità nel vivere il carisma nell’OFS. Il Capitolo ha celebrato anche i 40 anni dalla conclusione del Concilio Vaticano II, e l’VIII centenario di fondazione del carisma francescano. All’inizio dei lavori sono state presentate le Relazioni della Presidenza CIOFS da Encarnacion del Pozo, Ministra generale, da Fr. Ivan Matiç, per la Conferenza degli Francescano Secolare Assistenti generali e la relazione economica del tesoriere generale, Carlo Cerù. Le relazioni hanno fatto il punto del cammino compiuto dalla Fraternità Internazionale OFS, nei primi tre anni dell'attuale Presidenza CIOFS. Sono stati rilevati, in particolare, il miglioramento della formazione e della presenza nel mondo dei francescani secolari. È stata sottolineata la necessità di trasmettere il carisma francescano secolare alla Gioventù Francescana invitando i Consiglieri Internazionali presenti ad essere un vero canale di comunicazione tra le fraternità nazionali che rappresentano e il CIOFS. Mercoledì 9 novembre i capitolari erano all’udienza generale di Papa Benedetto XVI in piazza S. Pietro a Roma. Il Papa, rivolgendosi ai rappresentanti dell’Ordine Francescano Secolare, li ha salutati augurando che il Capitolo generale sia “occasione di un rinnovato slancio apostolico nel diffondere dappertutto il Vangelo, sull’esempio di San Francesco d’Assisi”. Piccole/Grandi notizie • Un gruppo di 27 turisti provenienti dagli Stati Uniti ha visitato nel mese di settembre la “terra dei Fioretti” nella regione Marche in Italia. È il terzo pellegrinaggio, guidato da Frati minori, che fa tappa nella Provincia di San Giacomo della Marca. L’iniziativa è nata grazie alla collaborazione di una coppia di Francescani secolari (OFS) ������� �������������� ����� �������� ��� ����� ������� ��� �� ����� ���������� ��� ����� ���� Frati della Corda 62 � 3 �� dicembre 2005 FRATERNITAS italo-americani che si sono impegnati a rivalorizzare e promuovere i luoghi dei Fioretti francescani. • Dal 26 al 29 settembre 2005 si è svolto nella Casa per ritiri “Fátima” di Cochabamba (Bolivia) il Primo Congresso nazionale dei centri educativi francescani, presieduto da Fr. Rene Vargas OFM e organizzato da Fr. Justo Rocha e Fr. Desiderio Arruchari della Provincia Missionaria di S. Antonio in Bolivia. Oltre 160 i partecipanti dei Collegi Francescani dei Frati minori e della Famiglia francescana. Mons. Luis Sainz, OFM, Presidente della Commissione per l’educazione della Conferenza episcopale Boliviana ha aperto l’incontro e Fr. Héctor E Lugo García ha proposto una relazione che ha guidato la riflessione dei lavori. A partire da questo contributo sono state elaborate nuove proposte per i Centri educativi Francescani in Bolivia. All’incontro ha partecipato l’Animatore generale per la Pastorale educativa del’Ordine, Fr. Joaquín A. Echeverri. • È stato inaugurato l’8 novembre, memoria del Beato Giovanni Duns Scoto, l'anno accademico dello Studio Francescano Interfamiliare di Nola (Italia), affiliato nell’agosto 2005 alla Pontificia Università Antonianum. L’atto accademico è stato celebrato nel salone vescovile di Nola. Dopo il saluto del Ministro provinciale di Napoli, Fr. Luigi Ortaglio, Moderatore di turno e l’introduzione del Prefetto dello Studio Fr. Giacinto D'Angelo, il Segretario generale per la Formazione e gli Studi dell’Ordine, Fr. Massimo Fusarelli, ha tenuto la relazione ufficiale su “Il sapore della parola e la tradizione culturale dell'Ordine dei Frati Minori”. Nella cattedrale di Nola, Fr. Fusarelli ha poi presieduto la concelebrazione nella memoria del Beato. A conclusione i presenti si sono recati in processione all'altare dove, dal XVI secolo, è venerato Giovanni Duns Scoto con il canto del Tota pulchra e la preghiera al Beato. • Si è svolto nella Curia generale l’annuale incontro tra il Ministro ed il Definitorio generale con i Visitatori generali dell’Ordine. Erano presenti circa 23 Visitatori che hanno partecipato ai cinque giorni di incontro. • Le due grandi Basiliche di S. Francesco e di S. Maria degli Angeli in Assisi, sono il soggetto dell’ultimo “Motu proprio” emanato da Benedetto XVI, con data 9 novembre, e reso pubblico sabato 19 novembre 2005 insieme alla nomina del nuovo Vescovo di Assisi, Mons. Domenico Sorrentino. Nel documento “De Basilicis Sancti Francisci et Sanctae Mariae Angelorum”, il Santo Padre ricorda l’attenzione riservata dai Pontefici ai luoghi che custodiscono le spoglie mortali di S. Francesco e alla Porziuncola riservandoli alla loro giurisdizione. Per una più efficace intesa con la Diocesi di Assisi, Benedetto XVI stabilisce nuove disposizioni, aggiornando quanto a suo tempo stabilito da Paolo VI. Alle Basiliche viene assegnato un Cardinale “Legato pontificio” senza giurisdizione che potrà impartire la Benedizione Papale nelle celebrazioni che presiederà in occasione delle maggiori solennità liturgiche. Il Vescovo di Assisi avrà la giurisdizione prevista dal diritto sulle chiese e sulle case religiose per le attività pastorali. I Frati dovranno chiedere ed ottenere il consenso del Vescovo per tutte le iniziative che hanno risvolti pastorali. Il Vescovo, sentirà il parere del Presidente della Conferenza Episcopale Umbra per le iniziative che hanno riflessi sulla Regione umbra o della Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana per le quelle a più ampio raggio. Per la celebrazione dei sacramenti valgono le norme del Codice di diritto canonico e della Diocesi. • Fr. Gilbert Nagymanyoki, Frate minore della Provincia di S. Giovanni da Capestrano in Ungheria, è stato iscritto come “giusto tra le nazioni”. Il termine indica i non-ebrei che, in modo eroico e a rischio della propria vita, hanno salvato anche un solo ebreo dal genocidio nazista conosciuto come Shoa. In Ungheria, durante il secondo conflitto mondiale, Fr. Gilbert e altri Frati si adoperarono per aiutare numerosi ebrei nella fuga, salvandoli dalla deportazione e sicura morte, nei campi di sterminio nazisti. La generosità di questo Frate è stata confermata dalla testimonianza di ebrei sopravvissuti. Il nome di Fr. Gilbert Nagymanyoki è ora iscritto nel “Giardino dei giusti” presso il museo Yad Vashem a Gerusalemme, dove per ogni “giusto” è piantato un’albero. La cerimonia di consegna della medaglia che ricorda l’eroicità di Fr. Gilbert è avvenuta a Budapest (Ungheria) il 28 novembre 2005. Fr. Gilbert è morto nel 1988. A tutto’oggi sono oltre 20.000 i non-ebrei che hanno ricevuto il riconoscimento di “Giusti”. Nuovi Ministri provinciali • Fr. Rogelio Wouters della Provincia della SS.ma Trinità in Cile è stato eletto Ministro provinciale. • Fr. John Doctor della Provincia della Sacro Cuore (USA) è stato rieletto Ministro provinciale. Agenda del Ministro generale • dall’1 al 2 dicembre - Incontro con le Conferenze Francescane Slaviche ad Assisi (Italia) • dal 4 al 9 dicembre - Erezione della Custodia S. Francesco, dipendente dalla Provincia Veneta (Guinea Bissau) • 14 dicembre - Incontro con i Frati studenti della "Fraternità Internazionale Fr. Gabriele M. Allegra", Roma (Italia) • 15 dicembre - Incontro con la Fraternità del "Collegio Internazionale S. Antonio", Roma (Italia) • 18 dicembre - Incontro con la Conferenza della Famiglia Francescana, Curia generale OFM, Roma (Italia) • dal 19 al 22 dicembre - Tempo forte del Ministro e Definitorio generale, Curia generale OFM, Roma (Italia) FRATERNITAS - OFM – Roma Direttore responsabile: Gino Concetti - Redattore: Gianfranco Pinto Ostuni Internet: http://www.ofm.org/fraternitas. Email: [email protected] ������� �������������� ����� �������� ��� ����� ������� ��� �� ����� ���������� ��� ����� ���� Frati della Corda 63 � 4 �� dicembre 2005 Frati della Corda 64 dicembre 2005